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EDUCAZIONE MUSICALE Dispensa 5 (MODULO II) LA MUSICA COME LINGUAGGIO ESPRESSIVO Prof. Luisa Curinga Università degli Studi di Macerata – Facoltà di Scienze della Formazione a.a. 2011/2012

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EDUCAZIONE MUSICALE

Dispensa 5(MODULO II)

LA MUSICA COME LINGUAGGIOESPRESSIVO

Prof. Luisa Curinga

Università degli Studi di Macerata – Facoltà di Scienze della Formazionea.a. 2011/2012

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LE ATTIVITÀ ESPRESSIVE E LA MUSICA

Nella scuola dell'infanzia uno degli obiettivi dell'attività musicale

è di contribuire allo sviluppo della creatività

In questo senso la musica: - è uno strumento (mezzo, e non fine)

- va inserita nel contesto più ampio delle attività espressive

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ATTIVITÀ ESPRESSIVA

=ATTIVITÀ IN CUI IL BAMBINO ESPRIME UN'ESPERIENZA,

UN VISSUTO, UNA FANTASIA, UN'IDEA DI FORTE VALENZA

EMOZIONALE E AFFETTIVA ATTRAVERSO LA

MANIPOLAZIONE CREATIVA E INTERATTIVA DI PIÙ

LINGUAGGI:

- CORPOREO (gesto, movimento, danza)

- VERBALE (parola)

- MUSICALE (sonorizzazioni o musiche codificate)

- PITTORICO (disegni)

- PLASTICO (costruzione di oggetti)

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L'ATTIVITÀ ESPRESSIVA SI CONFIGURA DUNQUECOME UN'ESPERIENZA DI RICERCA PERSONALEE INTERPERSONALE CHE SI SVILUPPA A PARTIRE DAL GIOCO SIMBOLICO

Una definizione così vasta copre un ambito vastissimo.In termini educativi occorre restringere il campo a:

- presenza di LINGUAGGI (ovvero strumenti comunicativicompiuti e articolati), dotati di consapevolezza e intenzionalità

- presenza di precisi CONTENUTI, ai quali devono essere funzionali le abilità e le conoscenze relative ai diversi linguaggi

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NELLE ATTIVITÀ ESPRESSIVE L'INTERVENTO DIDATTICO

È INDIRIZZATO ALLA FORMAZIONE GLOBALE DEL BAMBINO,

NEL SENSO DI UNA CONSAPEVOLE MATURAZIONE

INDIVIDUALE

IN QUESTO AMBITO L'INTERVENTO D'INSEGNAMENTO

CONCEPITO COME TRASMISSIONE DI SPECIFICHE

CONOSCENZE E ABILITÀ DEVE ESSERE SUBORDINATO

ALL'IMPOSTAZIONE CENTRATA SULLA FORMAZIONE

DELL'INDIVIDUO NELLA SUA INTEREZZA

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ATTIVITÀ ESPRESSIVE: PERCHÉ?

- Le caratteristiche dell'attività espressiva adulta sono già presentiin embrione nel gioco infantile simbolico

- Il gioco spontaneo può essere trasformato in “comunicazione consapevolmente orientata” grazie all'intervento didattico

- Il gioco e le attività espressive, oltre a sviluppare le capacitàcreative individuali, stimolano la consapevolezza sui rapporti tral'individuo, il mondo esterno e il proprio ambiente culturale

- Tramite l'attività espressiva si può contribuire al processo di sviluppo,nel bambino, di una consapevolezza critica della propria condizione diesistenza

- La pratica dei linguaggi espressivi, ivi compreso quello musicale,introduce il bambino in maniera straordinariamente efficace alla“conoscenza e all'interpretazione dell'espressività sociale e delleforme artistiche codificate”

Cfr. M. Baroni, Suoni e significati cit., pp. 27-28.

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LE ATTIVITÀ ESPRESSIVE E IL GIOCO SIMBOLICO

Le teorie di Jean Piaget sull'importanza del gioco come forma diadattamento intelligente all'ambiente fisico e sociale hanno significativericadute nella programmazione delle attività espressive.

Infatti gli schemi mentali di “accomodamento” e “assimilazione” per mezzo dei quali l'individuo è in grado di padroneggiare e trasformarela realtà sono messi in campo durante il gioco e le attività espressive.

Sia il gioco d'esercizio della primissima infanzia che il gioco simbolicosono importanti in quest'ottica, ma è il gioco prodotto dal pensierosimbolico che è caratteristico e predominante in età di scuola dell'infanzia.

Il processo di costruzione, organizzazione, interpretazione e partecipazione emotiva del gioco simbolico - nel quale vengono usati emanipolati in maniera creativa linguaggi diversi – produce schemiaffettivi e concettuali che vengono assimilati e producono, nel mondoadulto, cultura socializzata.

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STRUTTURE DEL PENSIERO SIMBOLICO E SCHEMI AFFETTIVI

Le strutture del pensiero simbolico che si sviluppano tramiteil gioco sono guidate da schemi affettivi che fanno emergerei problemi di relazione tra l'io e la realtà.

L'assimilazione, da parte dei bambini, di immagini che essiriconoscono come diverse, e il loro raggruppamento secondocriteri di analogia può avvenire proprio perché esse sonocomprese nel medesimo schema affettivo e svolgono la stessafunzione di mediazione tra l'io e il mondo esterno, tra sé e gli altri.

In quest'ottica le attività creative espressive, delle quali la musica deve essere elemento fondamentale, svolgono la funzione di scoprire e far emergere intenzioni e valori del bambino, nonché le problematiche relative all'identificazione personale e al rapporto con gli altri (schemi affettivi).

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Nel gioco simbolico, così come nelle attività espressive,

Il bambino non indica semplicemente l'oggetto che imita,

ma in quel momento “è” quell'oggetto, se identifica con esso

da un punto di vista psicologico.

In questo momento di identificazione l'uso sinergico di

differenti linguaggi rappresenta una ricchezza espressiva

che consente al bambino di appropriarsi, in un contesto ludico,

delle immagini del proprio mondo interiore, della propria identità

personale sviluppando il rapporto e la comunicazione tra sé e gli

altri.

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Nell'attività espressiva il bambino costruisce 'oggetti'

Per 'oggetto', in senso lato, intendiamo disegni, materialiplastici, movimenti corporei, suoni ecc.

Per 'costruzione', in senso lato, intendiamo il costruire vero e proprio, il creare sonorizzazioni o sequenze di suoni, il crearemovimenti o sequenze verbali ecc.

Saper gestire e manipolare tutte queste attività implica l'acquisizione di specifiche abilità e la capacità di sintetizzarele diverse esperienze per la creazione di un tutto organico.

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ALCUNI ESEMPI DI ATTIVITÀ ESPRESSIVECHE COMPRENDONO LA MUSICA

Esempio 1

Sonorizzazione di una favola:I tre porcellini

Presupposti e vantaggi:

- È una fiaba che fa parte del vissuto di tutti i bambini - Attraverso la partecipazione attiva, consente diesorcizzare le paure e di creare un'empatia collettiva,che comprende bambini ed educatori

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L'educatore inizia a narrare la fiaba, introducendo anche nuovi episodi che si prestano ad essere sonorizzati:

- Si dà rilievo alla costruzione delle casette: i bambiniin fila, sull'esempio della maestra, si muovono a ritmo fingendo di trasportare dei mattoni molto pesanti. Il movimento ei gesti sono accompagnati da clusters al pianoforte (accordi che comprendono molte note vicine che si ottengono premendo i tasti con tutta la mano o con il braccio) suonati dall'educatore e da unbambino.

- Tra i porcellini costruttori ve ne sono di attivi e di pigri. Quelli attivi tamburellano velocemente le dita sul tavolo imitando il battere rapido dei chiodi; quelli lenti riproducono i colpi lenti edistanziati del martello battendo le mani. Viene stimolato l'ascoltoprima separato e poi simultaneo dei due gruppi.

segue...

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- I porcellini sono stanchi e dormono. Viene riprodottoil silenzio della notte.

- Viene introdotto il personaggio del lupo, interpretato da unbambino e dall'educatore. Il lupo entra in punta di piedi,camminando a passi ritmici, e pesta le foglie. Il calpestio vienesonorizzato con il fonema ripetuto sc.

- Nel sentire l'odore dei porcellini il lupo ulula (sonorizzazionetramite glissando). I bambini che interpretano i porcelliniscappano. Per non fare rumore corrono velocemente in puntadi piedi.

- I porcellini riescono a chiudere il lupo in casa. Grida diesultanza accompagnate da una canzone allegra in ritmo veloce suonata al pianoforte (o presa da una registrazione).

segue...

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Nei giorni successivi i bambini producono dei disegni perillustrare la storia e legano i fogli di carta a creare un libro

Vengono inseriti nuovi episodi: i porcellini vanno in Americain barca remando; vanno al ristorante; fanno dei versacciaccompagnati da suoni davanti allo specchio ecc.

La favola viene nuovamente rappresentata e i nuovi episodi vengono sonorizzati.

Esempio tratto da: Mario Baroni, Suoni e significati cit., pp. 31-32 segg.

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Esempio 2

Sonorizzazione di una storia creata daibambini a partire da un'esperienza collettiva:

Il palloncino sposa la luna

Spunto iniziale e vantaggi:

- I bambini lanciano dei palloncini in giardino e poiimmaginano le avventure di ogni palloncino - La fantasia e la creatività di ogni bambino sono stimolatenell'ambito di un'attività condivisa

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- Un bambino suggerisce che il suo palloncino incontri nel cielola luna, cioè il grande palloncino senza corda, se ne innamori ela sposi.

- Tutti i bambini, guidati dall'educatore, giocano a immaginarsi ilmatrimonio e pensano ai possibili invitati: tutto ciò che è in cielo,le stelle, il sole, il vento, la pioggia, le nuvole ecc.

- Le attività, discusse e organizzate con i bambini sulla base deiloro suggerimenti e dei comuni scambi di idee, comprendonodisegni, pitture, animazioni corporee e sonorizzazioni musicali.

- Infine si otterranno una serie di sequenze diverse tra loro,ognuna con la sua speciale atmosfera, caratterizzate e legatetra loro come in una colonna sonora.

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LA PIOGGIAGioco corporeo: saltelli, battiti di piedi, tamburellare delle nocche su

diverse superfici ecc.Gioco sonoro: i bambini creano una massa sonora composta da tanti

suoni diversi realizzati con piccole percussioniFunzionamento e regole musicali: la massa sonora viene resa viva earticolata stabilendo delle regole di variazione dei timbri (variare glistrumenti utilizzati e articolare interventi singoli o collettivi in diverse

combinazioni); della densità (prevedere interventi con un numeromaggiore o minore di suoni); della velocità (mutando la rapidità di

esecuzione); di intensità (variando la forza percussiva)

IL VENTOGioco corporeo: corsa per tutto il salone, con velocità e traiettoriediverse, accompagnandosi anche con i movimenti delle braccia.

Gioco sonoro: suggerire i diversi suoni del vento attraversosonorizzazioni ottenute pronunciando fonemi appropriati (sc) o

sibilanti (s, z); respirare più o meno intensamente in tubi di diversagrandezza o nei flauti; grattare lievemente su tamburelli o altre

superfici.Funzionamento e regole musicali: giocare con la durata dei suoni, con

l'intensità, dare delle 'forme' al suono (sinuose, volteggianti, dritte) grazieall'abbinamento dei suoni con i gesti e il movimento

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LA NOTTEGioco corporeo: strisciare, muoversi silenziosamente con unatteggiamento chiuso del corpo ecc.Gioco sonoro: gioco sul silenzio, riflettendo sui suoni che in realtàSono presenti nel silenzioFunzionamento e regole musicali: sperimentare i diversi suoni chepossono abitare il silenzio, e i diversi modi di riprodurli: in campagnaversi degli animali notturni (con la voce o con strumenti a fiato), frinire di grilli e cicale (grattando delicatamente su superfici ruvide); in città rumore delle automobile nella strada che si avvicinano e si allontanano; rumore di passi al piano di sopra ecc.

LE STELLEGioco corporeo: fare dei tremolii con le mani per suggerire il brillio delle stelleGioco sonoro: giocare sulle risonanze, cioè sui suoni che continuano a risuonare dopo essere stati prodotti, ad esempio con un triangolo, o con la vibrazione delle membrana di un tamburello o di una corda elasticaFunzionamento e regole musicali: giocare con la durata della risonanza, lasciandola estinguere naturalmente, oppure fermarla interrompendo la vibrazione. Giocare anche sull'alternanza suono-silenzio, ripartendo gli interventi di risonanza nel tempo

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IL SOLEGioco corporeo: suggerire con le braccia una specie di raggiera che parte

dalla pancia.Gioco sonoro: inventare una trama sonora fatta di suoni vocalici variamente

modulati e lunghi, collettivamente e/o individualmente.Funzionamento e regole musicali: giocare con la durata delle vocali, con i

Timbri, con le dinamiche, con la densità (solo-tutti).

LE NUVOLEGioco corporeo: spostamenti capricciosi del corpo, più o meno rapidiGioco sonoro: produrre suoni ripetitivi e variabili, ad esempio sfregando con una bacchetta su del cartone ondulato.Funzionamento e regole musicali: le ripetizioni vengono dislocate nello spazio, cioè spazializzate; il gesto viene variato: più o meno lento, più o meno forte; il suono muta nella durata: più lungo, più corto, puntiforme ecc.

Esempio tratto da Monique Frapat, L'invenzione musicale nella scuola dell'infanzia, Junior, Bergamo 1994, pp. 39-41.

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Gli esempi di attività espressive – due tra gli infiniti possibili! -che sono stati mostrati hanno coinvolto i bambini in modo attivo, concreto e partecipativo, con il corpo e con la mente.

Si sono sviluppate a partire da vissuti comuni e hanno consentito un'appropriazione di valori affettivi e di abilitàe aree percettivo-cognitive diverse, coinvolgendo la fantasia e la creatività.

Dal punto di vista della socializzazione, le attività collettive hannocontribuito a rendere il bambino consapevole del suo ruolo nelgruppo, a integrarsi con gli altri o a distinguersi, a seconda dellesituazioni.

Inoltre il ruolo di guida svolto dall'educatore consente al bambinodi individuarlo come soggetto di riferimento per la proposizione diattività che gli procurano piacere e soddisfazione.

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DAL PUNTO DI VISTA STRETTAMENTE MUSICALE SI È VERIFICATO UN APPRENDIMENTO DEI CONCETTI BASE CHE COMPONGONO IL SUONO E CHE ORGANIZZANO

LA MUSICA: - i quattro parametri del suono: altezza, durata, intensità,timbro sono stati vissuti e agiti dai bambini, che li hannoutilizzati in modo elaborato per dare sfogo alla propriacreatività

- altri concetti musicali fondamentali: velocità, ritmo, pulsazione...

- la possibilità di impiegare la voce e gli strumenti musicali come mezzi espressivi

- i concetti di 'improvvisazione', 'composizione' e creazione,personale e collettiva e le modalità per realizzarle

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L'attività espressiva stimolata e guidata dagli educatori

e realizzata dai bambini deve configurarsi come un intervento

programmato, organico, continuativo e approfondito

e non un'attività di “animazione” estemporanea fine a se stessa

e senza risonanze.

L'attività espressiva deve “lasciare tracce”, ovvero produrre delle

modifiche di comportamento/apprendimento (musicale, ma non

solo) e sviluppare, attraverso l'intervento creativo, una capacità

di assimilare in maniera serena e equilibrata i vari aspetti del

“reale”, stimolando la sensibilità e l'emergere dello spirito critico.

Cfr. Mario Baroni, Suoni e significati, EDT, Torino 1997, pp. 24-25.