6

Click here to load reader

Einstein Si Sbagliava

Embed Size (px)

DESCRIPTION

un areticolo su un famoso aneddoto di einstein

Citation preview

Page 1: Einstein Si Sbagliava

1

ALBERT EINSTEIN O CHI PER LUISI SBAGLIAVA: IL MALE ESISTE

RICHIAMI DI TERMODINAMICAPrima di entrare nel tema proposto dal titolo di questo scritto, ritengo opportuno disporre di seguito alcuni richiami di termodinamica. Si tratta di nozioni sullo zero assoluto e poi sul calore assoluto, cose che ricorreranno sia, in un aneddoto attribuito ad Einstein di seguito a questi richiami di fisica, e sia successivamente per porre in evidenza il presunto sbaglio di Einstein o chi per lui annunciato dal titolo suddetto. Perché quel “chi per lui”? Perché non può essere che Einstein sia l’autore delle affermazioni contrarie   all’esistenza  del  male,   col   ricorso   a   concezioni   scientifiche   come   elementi  di paragone che, invece, l’ammetterebbero. D’altro canto non mi è nemmeno possibile risalire alla fonte di chi ha diffuso l’aneddoto in questione per verificarne l’autenticità. Fatto è che questo aneddoto occorre smentirlo onde non semini nella gente idee errate sul conto delle religioni, almeno per quanto concerne l’esistenza del male.

Lo zero assoluto1  

Lo zero assoluto è la temperatura minima alla quale è possibile   approssimarsi   in   natura,   ma   raggiungere. Vediamo   quali   sono   alcuni   dei   principi   fisici   che dimostrano perché è una temperatura irraggiungibile. 

Consideriamo   un   gas   ideale   che   aumenta   la   sua temperatura da 0 °C a 100 °C. In un grafico volume­temperatura, la trasformazione del gas è   individuata dal segmento che vediamo in figura (prima legge di Gay­Lussac): Estrapoliamo   la   legge   rappresentando   la trasformazione del gas anche per temperature inferiori a 0 °C (il segmento tratteggiato). Il tratteggio incontra l’asse   orizzontale   in   un   punto   che   corrisponde   alla temperatura di circa – 273 °C (o – 459, 67° Farenheit). Per tale temperatura il volume del gas ideale diventa nullo.  Fisicamente non è  possibile che il  volume del gas sia nullo, perché,  comunque piccole, le molecole del gas hanno sempre certe dimensioni. Perciò non è neanche possibile che la temperatura di un gas risulti 

uguale o inferiore a – 273 °C. A questo valore della temperatura si dà   il  nome di zero assoluto e viene assunto come zero della scala Kelvin. 

Si  può   ripetere   lo   stesso   ragionamento  per   la   legge di  Charles.  Estrapolando  il  grafico pressione­temperatura si trova che alla temperatura di – 273 gradi Centigradi (o – 459,67 gradi Farenheit) la pressione del gas dovrebbe risultare nulla. 

Il calore assoluto2

1 http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2009/06/lo­zero­assoluto.html   2 http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2008/07/esiste­lo­zero­assoluto­delle.html   

Page 2: Einstein Si Sbagliava

2

Esiste lo zero assoluto delle temperature, ma il calore assoluto esiste? 

Sappiamo che esiste un limite inferiore alle temperature più basse. Si tratta del cosiddetto “zero assoluto”, la temperatura più bassa che un sistema fisico possa raggiungere. Questo limite   corrisponde   a   0   gradi   Kelvin,   o   a  –  273,2   gradi   Centigradi   (o  –  459,67  gradi Farenheit). 

Ma, se esiste un limite per la temperatura più bassa, esiste un limite anche per la temperatura più alta? E se è così, quale sarebbe questa temperatura? 

Per   trovare   se   esiste   un   limite   superiore   per   le temperature,   bisogna   anche   spiegare   meglio   la definizione stessa di   temperatura.   In un gas  perfetto (cioè in un gas rarefatto) la temperatura si può definire in   termini  di   energia   cinetica  delle  particelle   che   lo costituiscono.   Se   il   gas   non   è   rarefatto   però   questa semplice   definizione   di   temperatura  non   si   può   più applicare. Una definizione più generale di temperatura 

è quella che ci viene fornita dalla statistica. In questo caso si parla di probabilità che un livello energetico sia occupato o no. Man mano che la temperatura aumenta, la probabilità che vengano occupati livelli alti aumenta di conseguenza. Si capisce subito, in questo modo, che  non   c’è   alcun   vincolo   che  proibisce   che   livelli   energetici   sempre  più   alti   vengano occupati.  La  temperatura  infinita,  così,   sarebbe  il   limite  per  cui   tutti   i   livelli  energetici hanno uguale probabilità di essere occupati. 

In definitiva quindi non esiste alcun limite fisico conosciuto per le temperature più alte, che possono quindi tendere all’infinito. Ora   si   tengano   a   mente   queste   nozioni   perché   saranno   riprese,   come   già   detto,   per dimostrare  una questione   importantissima che   riguarda  dei   concetti  della  metafisica   in relazione all’esistenza del male in stretta relazione a Dio.

L’ANEDDOTO DI EINSTEIN  

Germania, primi anni del XX secolo. Durante   una   conferenza   tenuta   per   gli   studenti universitari,   un   professore   ateo   dell’Università   di Berlino lancia una sfida ai suoi alunni con la seguente domanda: “Dio ha creato tutto quello che esiste?”Uno studente diligentemente rispose: “Sì certo!”. “Allora   Dio   ha   creato   proprio   tutto?”   ­   Replicò   il professore. “Certo!”, affermò lo studente. Il professore rispose: “Se Dio ha creato tutto, allora Dio ha creato il male, poiché il male esiste e, secondo il   principio   che   afferma   che   noi   siamo   ciò   che 

produciamo, allora Dio è il Male”. Gli studenti ammutolirono a questa asserzione. Il professore, piuttosto compiaciuto con se 

Page 3: Einstein Si Sbagliava

3

stesso, si vantò con gli studenti che aveva provato per l’ennesima volta che la fede religiosa era un mito. Un altro studente alzò la sua mano e disse: “Posso farle una domanda, professore?”. “Naturalmente!” ­ Replicò il professore. Lo studente si alzò e disse: “Professore, il freddo esiste?”. “Che   razza   di   domanda   è   questa?   Naturalmente,   esiste!   Hai   mai   avuto   freddo?”.   Gli studenti sghignazzarono alla domanda dello studente. Il giovane replicò: “Infatti signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo è in realtà assenza di calore. Ogni corpo od oggetto può essere studiato solo quando possiede o trasmette energia ed il calore è proprio la manifestazione di un corpo quando ha o trasmette energia. Lo zero assoluto ( – 273 °C) è la totale assenza di   calore;   tutta   la  materia   diventa   inerte   ed   incapace  di   qualunque   reazione   a   quella temperatura. Il freddo, quindi, non esiste. Noi abbiamo creato questa parola per descrivere come ci sentiamo... se non abbiamo calore”. Lo studente continuò: “Professore, l’oscurità esiste?”. Il professore rispose: “Naturalmente!”. Lo studente replicò:  “Ancora una volta signore, è   in errore,  anche  l’oscurità  non esiste. L’oscurità è in realtà assenza di luce. Noi possiamo studiare la luce, ma non l’oscurità. Infatti possiamo usare il prisma di Newton per scomporre la luce bianca in tanti colori e studiare le   varie   lunghezze  d’onda  di   ciascun   colore.  Ma  non  possiamo misurare   l’oscurità.  Un semplice raggio di luce può entrare in una stanza buia ed illuminarla. Ma come possiamo sapere quanto buia è quella stanza? Noi misuriamo la quantità di luce presente. Giusto? L’oscurità è un termine usato dall’uomo per descrivere ciò che accade quando la luce... non è presente”. Finalmente il giovane chiese al professore: “Signore, il male esiste?”. A questo punto, titubante, il professore rispose, “Naturalmente, come ti ho già spiegato. Noi lo  vediamo ogni  giorno.  E’  nella   crudeltà   che  ogni  giorno   si  manifesta   tra  gli  uomini. Risiede nella moltitudine di crimini e di atti violenti che avvengono ovunque nel mondo. Queste manifestazioni non sono altro che male”. A questo punto lo studente replicò  “Il  male non esiste,  signore, o almeno non esiste  in quanto tale. Il male è semplicemente l’assenza di Dio. E’ proprio come l’oscurità o il freddo, è una parola che l’uomo ha creato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che succede quando l’uomo non ha l’amore di Dio presente nel proprio cuore. E’ come il freddo che si manifesta quando non c’è  calore o l’oscurità  che arriva quando non c’è luce”. Il  giovane  fu applaudito  da  tutti   in  piedi  e   il  professore,   scuotendo  la   testa,   rimase  in silenzio. Il rettore dell'Università si diresse verso il giovane studente e gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. “Mi chiamo, Albert Einstein, signore!” ­ Rispose il ragazzo.

RIFLESSIONI SULL’ANEDDOTO Avendo chiarito  all’inizio   la  questione sui  dubbi  sull’autenticità  dell’aneddoto  in esame, resta da capire in che modo Einstein o chi per lui, incorrono in un errore nel valutare la portata delle concezioni scientifiche edotte per dimostrare l’inesistenza del male.Prima d’altro, per rispondere sulla questione, che ipotizza Dio creatore del male o no, oltre che del  bene,  occorre ammettere almeno l’esistenza di  Dio.  Se poi  questo Dio è  quello biblico   del   libro   della   Genesi   allora   siamo   nei   pasticci   in   relazione   alla   tesi   esibita 

Page 4: Einstein Si Sbagliava

4

nell’aneddoto. Poiché in Genesi 2,8 viene detto: «Poi   il  Signore  Dio  piantò  un  giardino   in  Eden,  a  oriente,   e  vi   collocò   l’uomo che  aveva  plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e  buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza  del bene e del male.». E   sappiamo che,  nonostante   il  divieto  di   cogliere   il   frutto  dell’albero  della   conoscenza anzidetto, Eva commise la trasgressione e mangiò questo frutto. Di qui l’ira del Creatore che costò la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden. Come si evince, per il cristiano credente non si pone affatto la questione sulla negazione del male perché è legato al bene nel frutto della conoscenza (che poi il male è assenza di Dio e il bene la sua presenza come un ideale bipolarismo, le cose non cambiano). Perciò il male esiste e viene additato nel Serpente, che tentò Eva affinché si nutrisse del frutto vietato dal Signore per diventare dei. Tuttavia, veramente sorge il dubbio sul potere del demonio che ha sì modo di aggredire l’uomo spiritualmente e corrompere la sua anima, ma non sono chiari i suoi limiti di azione. 

Sappiamo che dopo la caduta edenica, il Signore lo sottomise alla donna ma fino ad un certo limite. Nel libro Genesi 3,15 così stanno queste cose:

«Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

Questa è la versione biblica che riguarda il dio del male, Satana, ma secondo Einstein (o chi per lui), in seguito alla sua concezione desunta dall’aneddoto suddetto, il male – dunque Satana – non esisterebbe.Intanto   va   detto   che   non   si   discute,   ovviamente,   su   una   seria   concezione   scientifica. Tuttavia la si può ritenere come fatto filosofico, naturalmente di ordine metafisico con un certo   “appoggio”  –  ammesso   e  non   concesso  –  della   scienza.  Dunque  una  metafora   o parabola. Infatti ragionando su corretti binari c’è da riflettere sul fatto che si parla dell’esistenza di Dio, cosa che ha sempre esulato l’indagine scientifica.In effetti lo studio della realtà fisica non può essere applicato nei campi ove si lavora con enti non suscettibili di misura, come quella dell’esistenza Dio in causa (è con la misura che si ricavano i numeri, senza numeri non c’è matematica e quindi non c’è legge scientifica cioè non c’è scienza).  Non solo. Anche nei campi ove le misure sono possibili l’applicazione del metodo non è automatica. Si tratta di un’operazione complessa. Perché la realtà – quella reale,  non quella  pensata  –  è  comunque complessa.  Per  applicare  il  metodo scientifico, occorre   ridurne la complessità, procedere ad un’operazione di   semplificazione, costruire un modello. È quel modello che viene matematizzato. In pratica, nell’applicare il metodo scientifico  occorre  fare  delle   semplificazioni,  delle   scelte   sulle  entità   coinvolte.  Scelte  e semplificazioni che possono pregiudicare la validità dei risultati. Cioè il modello potrebbe non  rappresentare  compiutamente   la   realtà   in  oggetto.  Di  conseguenza   le  affermazioni ricavate dal modello vanno interpretate e passate al setaccio del riscontro oggettivo della realtà prima di accettarle come affermazioni sulla realtà. 

Page 5: Einstein Si Sbagliava

5

In conclusione, la verifica attraverso l’esperimento diventa essenziale, come, del resto, la ripetibilità dell’esperimento. La   scienza,   in  pratica,  per  non   compiere   errori,   si   autolimita.  Restringe   il   suo   campo. Dichiara  di  essere   in  grado  di   rispondere   solo  a  domande  che   si  possono  porre   come risultato di un esperimento (e  questo esperimento deve essere  ripetibile).3

Perciò va esclusa l’accademia della scienza sul tema in questione e restano i ragionamenti di confine con la metafisica o della religione se vogliamo. Ora, riprendendo la riflessione su Einstein  deista,  ateo  o  che,  appena  introdotta  all’inizio  di  questo  brano,  questi  non  fu sempre coerente sull’idea cristiana di Dio e quindi non è facile afferrare precisamente cosa intendesse dire in proposito. Einstein non si dichiarava ateo, e nemmeno deista (e non può essere nemmeno definito agnostico, in quanto credeva in una qualche concezione, sebbene per nulla comune, di Dio). Egli   rifiutava   nel   complesso   l’idea   di   un   Dio   personale   (ritenendola   una   forma   di antropomorfismo)  tipica  della  concezione ebraico­cristiana,  come  testimonia una  lettera personale nel 1954, dove scriveva: «Io non credo in un Dio personale e non l’ho mai negato, anzi, ho sempre espresso le mie  convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata  ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.».Detto  questo sul  conto di  Einstein (o chi  per   lui)   in,   rapporto all’esistenza di  Dio e   la negazione   perentoria   del   male   e   quindi   di   Satana,   emersa   dall’aneddoto   suddetto,   fa meraviglia che in questa sede, nella discussione non sia stato fatto emergere un fatto di ordine scientifico rilevante, tale da ribaltare la tesi sostenuta dal giovane Einstein a danno del suo professore del College.Ciò non toglie merito a questa tesi che rivela effettivamente che il male, limitato al piano temporale,   veramente   non   esiste.   Ma   disquisendo   in   termini   di   metafisica,   il   piano temporale non coinvolge tutto ciò che anima un essere vivente, perciò è solo con il corpo fisico e la sua parte cosciente che resta al riparo dal presunto vero male, ossia Satana.In effetti   ragionando  in merito  alla   tesi  dello  studente dell’aneddoto,   in cui  si  sostiene l’assenza di Dio in relazione alla metafora sul freddo che è assenza di calore, occorre fare delle precisazioni che non vengono poste da lui nell’aneddoto sul male e Dio. Vien detto che «Lo zero assoluto,  – 460 gradi Farenheit 0 gradi Kelvin, è l’assenza totale di  calore; ed a quella temperatura, ogni corpo o materia diviene inerte ed incapace di reazione. Il  freddo non esiste: abbiamo creato noi questa parola per descrivere come ci sentiamo quando non c’è calore.». E su questi concetti, che sono della termodinamica, ci siamo schiarite le idee illustrandole all’inizio.Perciò è così, ma è una concezione che va bene sul piano temporale, ammettendo che il male, ossia il Serpente, Satana sia assenza totale di Dio, facendo tesoro del paragone della condizione dello zero assoluto, – 460° (459, 67) Farenheit. Per dire che il Tentatore non ha modo di esteriorizzarsi sul piano fisico poiché questa temperatura così estrema, per le leggi della termodinamica non può mai essere esattamente pari allo zero assoluto, anche se è possibile raggiungere temperature arbitrariamente vicine ad esso. Lo abbiamo eviscerato all’inizio con i richiami sulla termodinamica. Allo zero assoluto le molecole e gli atomi di un sistema sono tutte allo stato fondamentale (ovvero il più basso livello di energia possibile) e il sistema ha il minor quantitativo possibile di energia cinetica permesso dalle leggi della fisica. Questa quantità di energia è piccolissima, ma sempre diversa da zero. La conclusione è che, se non altro, Dio può essere accostato all’energia che dà calore ed è 

3 http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=21364   

Page 6: Einstein Si Sbagliava

6

sempre presente nell’uomo incarnato, proprio  perché lo     zero assoluto    non può essere mai    raggiunto sulla terra. Tuttavia lo zero assoluto è un asserto scientifico riconosciuto, perciò è da ritenersi concepibile anche per  affermare che il male, ossia Satana, esiste comunque. Non solo, ma non c’è limite verso l’infinito del calore, e lo si è sancito all’inizio, e questo dimostra che sia il corpo che la sua interiorità non ostacola le forze al servizio di Dio che sono per la vita.

Ma se il vero male – mettiamo Satana – non può agire direttamente sull’uomo cosciente, in che altro modo può farlo?Dunque la concezione dello zero assoluto ci dice, per via analogica, che il demonio esiste e sappiamo che comunque ha modo di agire sull’uomo per il fatto che non ha poteri sul corpo fisico,  ma come puro spirito egli  esiste,  non c’è  altra possibilità.  Allora come possiamo concepire la loro “presenza nel mondo”? Alla luce della teologia di S. Tommaso d’Aquino, deduciamo che la presenza demoniaca può essere localizzata solo mediante la sua attività, per cui il diavolo si trova dove opera, e quindi  è   la  quantità   e   la  dimensione  operativa   che  ne   rivela   la  presenza  all’esterno  e all’interno   delle   creature,   anche   se   bisogna   considerare   che   non   avendo   un   corpo,   è improprio cercare di “localizzarli” in un punto/luogo: in realtà possiamo determinare “dove essi stanno agendo”, ma non “dove essi si trovano”. Inoltre i demoni non possiedono una conoscenza sensoriale, perché non avendo un corpo non hanno i sensi, ma hanno di certo una conoscenza intellettuale: di conseguenza conservano le loro conoscenze naturali e la loro volontà, anche se ordinate per sempre al peccato, con tutto il potere che ne deriva dal loro stato spirituale.4

Ergo non resta che localizzare nell’ambito della mente il luogo in cui il demonio esercita il suo potere. 

4 http://esorcismi.altervista.org/potere­satana.html