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THE NEXT BUILDING DOSSIER CASE STUDY DICEMBRE 2017 56 DICEMBRE 2017 57 Case Study Recupero FUTURDOME - MILANO UN ESPERIMENTO PILOTA E UN PROGETTO ALL’AVANGUARDIA DI HOUSING MUSEALE CHE ESIGE DI CONCILIARE LE ESIGENZE DELLA RESIDENZA CON QUELLE DI UN INTERVENTO ARTISTICO. IMPLEMENTAZIONE ENERGETICA E ACUSTICA LE SFIDE TECNOLOGICHE ELENA LUCCHI Restauro conservativo e risanamento energetico in tema Liberty F uturDome rappresenta un progetto di “housing museale dedicato all’arte contemporanea”, ovvero un esperimento pilota per il recupero del patrimonio edilizio esistente che coniuga restauro conservativo, soluzioni tecnologiche d’avanguardia e interventi artistici. Il processo di restauro conservativo e di risanamento energetico di uno storico Palazzo Liberty milanese dove negli anni Quaranta usavano incontrarsi gli esponenti del Movimento Futurista, ha previsto anche la sua trasformazione in un condominio aperto. Il progetto FuturDome è stato curato da ISISUF – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo, con la direzione artistica di Atto Belloli Ardessi come un immobile dalle molteplici chiavi di lettura: dall’architettura all’arte, dalla moderna funzionalità al comfort abitativo, coniugando spazi storici con l’arte pubblica, installazioni, elementi scultorei e ambientazioni fruibili dalla cittadinanza. Lo stabile ospiterà una programmazione dedicata all’arte contemporanea, durante la quale i futuri spazi residenziali convivranno con eventi organizzati nelle parti comuni, o anche direttamente negli appartamenti privati. Abbiamo chiesto all'arch. Atto Belloli Ardessi quali siano stati gli spunti propedeutici e gli esiti del progetto. Com'è nata l'idea di FutureDome? Il progetto FuturDome è un esperimento pilota di riqualificazione architettonica che coinvolge non solo gli aspetti stilistici dell’edificio, ma anche un nuovo aspetto dell’abitare, incentrato sia sul comfort domestico, sia sugli aspetti interiori dell’esperienza di dimora collettiva. L’idea era salvare e preservare un edificio dai forti connotati stilistici implementandolo con le tecnologie costruttive più innovative che potessero al meglio riattualizzarlo ai nostri giorni. Le fasi di intervento sono state dunque affrontate su vari versanti: restauro conservativo, implementazione energetica e acustica, rimodulazione degli spazi interni e programmazione artistica. Il primo passaggio, sicuramente più impegnativo nel coordinamento di cantiere, è stata la ricerca di differenti partner che rappresentassero l’eccellenza nel proprio settore e che fossero aperti ad essere guidati in questo esperimento. Per esperimento intendo uno studio comune dove tecnologie ed esperienze specifiche legate a vari settori dell’edilizia, potessero dialogare e interscambiarsi, fino a creare nuove metodologie di intervento come è avvenuto. Il primo partner coinvolto è stato Knauf a cui sono state trasferite le informazioni inerenti le problematiche dell’edifico, costruito nel 1913, sia dal punto di vista energetico che acustico. Da qui è scaturita una prima stesura del piano di interventi da realizzare. Vanoncini è stato il partner naturale a cui affidare sia la parte esecutiva che l’affinamento e lo studio specifico dei nodi costruttivi, punti critici che dovevano essere risolti sul campo. Il miglior studio energetico sulla carta non è sufficiente se non è eseguito da un operatore, che abbia le competenze e la tecnologia per adattarsi di volta in volta alle complessità di un edificio esistente. Infine, la parte più delicata dal punto di vista architettonico. cioè la preservazione dei dettami stilisti esistenti e la loro integrazione con parti nuove, è stata affidata ad un impresa specializzata in restauro conservativo di edifici sacri, Eros Zanotti-Magistri srl con cui si è lavorato L'obiettivo di progetto è stato quello di preservare un edificio con accentuata connotazione stilistica, implementadolo con tecnologie costruttive innovative che consentissero sia la riqualificazione energetica, sia il mix funzionale, apparentemente incompatibile, delle destinazioni d'uso in interazione, museo e residenza. Atto Belloli Ardessi la Sfida per il restauro filologico di tutte le cifre stilistiche dell’edificio. La programmazione artistica, vera anima del progetto, è partita a cantiere ancora operante, la prima grande esposizione è avvenuta in spazi semi-demoliti e ha coinvolto una ventina di artisti internazionali. FuturDome è diventato il fulcro di una nuova esperienza basata sulla fruizione attiva dell’arte contemporanea da parte degli abitanti dell’edificio che interagiranno con gli eventi in programmazione o che addirittura potranno aprire le loro casa ad installazioni site specific create dagli artisti. Il progetto è in continua trasformazione, gli appartamenti appena terminati diventano sede espositiva per progetti curatoriali legati all’arte, al design o in generale alla contemporaneità. L’idea è che non solo il palazzo, ma anche le sue unità abitative, non siano soltanto un luogo circoscritto al risiedere, ma uno spazio di interazione e scambio culturale. A partire da aprile 2018, durante il Salone del mobile, diventerà il fulcro di un nuovo distretto del design denominato Ventura Future, che ridisegnerà l’intera area accogliendo la ricerca sperimentale anche nel design contemporaneo. FuturDome è un progetto destinato a replicarsi in vari sedi.

ElEna lucchi Restauro conservativo F la Sfida e ... · Infine, il controsoffitto fonoisolante Knauf D117 ad orditura metallica autoportante con rivestimento in lastre in gesso rivestito

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THE NEXT BUILDING DOSSIER CASE STUDY

DICEMBRE 2017 56 DICEMBRE 2017 57

Case Study Recuperofuturdome - milano

Un esperimento pilota e Un progetto all’avangUardia di hoUsing mUseale che esige di conciliare le esigenze della residenza con qUelle di Un intervento artistico. implementazione energetica e acUstica le sfide tecnologiche ElEna lucchi

Restauro conservativo e risanamento energetico in tema Liberty

F uturDome rappresenta un progetto di “housing museale dedicato all’arte contemporanea”, ovvero un esperimento pilota per il recupero del patrimonio edilizio esistente che

coniuga restauro conservativo, soluzioni tecnologiche d’avanguardia e interventi artistici. Il processo di restauro conservativo e di risanamento energetico di uno storico Palazzo Liberty milanese dove negli anni Quaranta usavano incontrarsi gli esponenti del Movimento Futurista, ha previsto anche la sua trasformazione in un condominio aperto. Il progetto FuturDome è stato curato da ISISUF – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo, con la direzione artistica di Atto Belloli Ardessi come un immobile dalle molteplici chiavi di lettura: dall’architettura all’arte, dalla moderna funzionalità al comfort abitativo, coniugando spazi storici con l’arte pubblica, installazioni, elementi scultorei e ambientazioni fruibili dalla cittadinanza. Lo stabile ospiterà una programmazione dedicata all’arte contemporanea, durante la quale i futuri spazi residenziali convivranno con eventi organizzati nelle parti comuni, o anche direttamente negli appartamenti privati.Abbiamo chiesto all'arch. Atto Belloli Ardessi quali siano stati gli spunti propedeutici e gli esiti del progetto.

Com'è nata l'idea di FutureDome?Il progetto FuturDome è un esperimento pilota di riqualificazione architettonica che coinvolge non solo gli aspetti stilistici dell’edificio, ma anche un nuovo aspetto dell’abitare, incentrato sia sul comfort domestico, sia sugli aspetti interiori dell’esperienza di dimora collettiva.L’idea era salvare e preservare un edificio dai forti connotati stilistici implementandolo con le tecnologie costruttive più innovative che potessero al meglio riattualizzarlo ai nostri giorni.Le fasi di intervento sono state dunque affrontate su vari versanti: restauro conservativo, implementazione energetica e acustica, rimodulazione degli spazi interni e programmazione artistica.Il primo passaggio, sicuramente più impegnativo nel coordinamento di cantiere, è stata la ricerca di differenti partner che rappresentassero l’eccellenza nel proprio settore e che fossero aperti ad essere guidati in questo esperimento. Per esperimento intendo uno studio comune dove tecnologie ed esperienze specifiche legate a vari settori dell’edilizia, potessero dialogare e interscambiarsi, fino a creare nuove metodologie di intervento come è avvenuto.Il primo partner coinvolto è stato Knauf a cui sono state trasferite le informazioni inerenti le problematiche dell’edifico, costruito nel 1913, sia dal punto di vista energetico che acustico. Da qui è scaturita una prima stesura del piano di interventi da realizzare. Vanoncini è stato il partner naturale a cui affidare sia la parte esecutiva che l’affinamento e lo studio specifico dei nodi costruttivi, punti critici che dovevano essere risolti sul campo. Il miglior studio energetico sulla carta non è sufficiente se non è eseguito da un operatore, che abbia le competenze e la tecnologia per adattarsi di volta in volta alle complessità di un edificio esistente. Infine, la parte più delicata dal punto di vista architettonico. cioè la preservazione dei dettami stilisti esistenti e la loro integrazione con parti nuove, è stata affidata ad un impresa specializzata in restauro conservativo di edifici sacri, Eros Zanotti-Magistri srl con cui si è lavorato

L'obiettivo di progetto è stato quello di preservare un edificio con accentuata connotazione stilistica, implementadolo con tecnologie costruttive innovative

che consentissero sia la riqualificazione energetica, sia il mix funzionale, apparentemente incompatibile, delle destinazioni d'uso in interazione, museo e residenza. Atto Belloli Ardessi

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per il restauro filologico di tutte le cifre stilistiche dell’edificio.La programmazione artistica, vera anima del progetto, è partita a cantiere ancora operante, la prima grande esposizione è avvenuta in spazi semi-demoliti e ha coinvolto una ventina di artisti internazionali.FuturDome è diventato il fulcro di una nuova esperienza basata sulla fruizione attiva dell’arte contemporanea da parte degli abitanti dell’edificio che interagiranno con gli eventi in programmazione o che addirittura potranno aprire le loro casa ad installazioni site specific create dagli artisti. Il progetto è in continua trasformazione, gli appartamenti appena terminati diventano sede espositiva per progetti curatoriali legati all’arte, al design o in generale alla contemporaneità.L’idea è che non solo il palazzo, ma anche le sue unità abitative, non siano soltanto un luogo circoscritto al risiedere, ma uno spazio di interazione e scambio culturale. A partire da aprile 2018, durante il Salone del mobile, diventerà il fulcro di un nuovo distretto del design denominato Ventura Future, che ridisegnerà l’intera area accogliendo la ricerca sperimentale anche nel design contemporaneo.FuturDome è un progetto destinato a replicarsi in vari sedi.

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THE NEXT BUILDING DOSSIER CASE STUDY

DICEMBRE 2017 58 DICEMBRE 2017 59

committEntE: futurdome-mebit

ProgEtto architEttonico: atto Belloli ardessi- a-septica

ProgEttista imPianti: ing. alessandro nani - studio nani

strutturE: ing. enrico pulcini

rEsPonsabilE cantiErE: andrea acerbis - vanoncini

building PartnEr: Knauf

costruzioni a sEcco-isolamEnti: vanoncini

rEstauro consErvativo FacciatE EstErnE E Parti comuni: eros zanotti - magistri

datE ProgEtto: inizio lavori, gennaio 2015-fine lavori, ottobre 2017

suPErFiciE utilE immobilE : 2.000 m2

matEriali costruttivi a sEcco E isolamEnti: Knauf, aquapanel, vanoncini

intErni E cucinE: molteni & dada

arrEdo bagno sanitari: four design - acquatrend milano

PavimEnti E rivEstimEnti: virag, supergres, frigerio home project

PavimEntazioni EstErnE: Kronos ceramiche-aldo larcher

PortE blindatE: dierre

domotica: comelit

PiastrE radianti: vasco

sErramEnti: albodoor

scalE: novalinea - edilsoluzioni

Quali sono i vincoli e i problemi e quali, invece, gli elementi positivi della progettazione a secco in questo tipo di edifici?Considerate le problematiche dell’edificio, come la facciata decorata o alcuni prospetti su altre proprietà si è optato per una soluzione mista delle tipologie di isolamento. Laddove è stato possibile, è stato eseguito un cappotto esterno, realizzato in modo da riprendere tutti i dettami stilistici dell’epoca, ad esempio lesene bugnati in cui sono state riportate anche tutte le decorazioni pittoriche esistenti - previo campionamento dei pigmenti originari- per ricreare gli stessi colori del 1913.Dovendo affrontare una molteplicità di situazioni differenti, relative a ponti termici derivanti dalle metodologie costruttive dell’epoca, si è optato per realizzare comunque un cappotto interno globale, in modo da uniformare le prestazioni dei materiali.L’elemento più vincolante di un isolamento dall’interno è sicuramente la perdita di superficie utile che, in un edifico esistente con ingressi già definiti, potrebbe anche compromettere l’abitabilità, a livello comunale, di alcuni locali. Gli elementi positivi comunque sono preponderanti: dal confort energetico ed acustico alla possibilità di agire a posteriori sugli impianti già realizzati, fino alla “sensazione” di benessere creata dall’involucro a secco e percepita all’interno dei locali.Abbiamo costruito con tecnologia a secco anche dove non era strettamente necessario, realizzando su alcune murature esistenti il cosiddetto “intonaco a secco”, una lastra di cartongesso incollata alla muratura eliminando l’intonaco tradizionale, lavorazione che evita definitivamente la formazione di piccole fessurazioni e crepe, endemiche in questo tipo di edifici.Trovo invece fondamentale, lavorando con l’isolamento dall’interno, la scelta di differenti materiali isolanti a seconda dell’ubicazione della parete. I soffitti, le partizioni interne, i perimetrali, le partizioni tra differenti unità abitative, i muri divisori verso vani non riscaldati hanno delle caratteristiche specifiche che devono essere supportate da differenti materiali e densità.

progettoFuturdomE-mEbit

milano, via giovanni paisiello 6

la capacità di affrontare con un progetto flessibile le diverse situazioni per uniformare e correggere energeticamente un edificio ad assetto variabile. intervista a mirko berizzi, ingegnere direzione tecnica vanoncini

come ha studiato il sistema di isolamento dall’interno? Quali sono i vincoli e i problemi ad oggi relativi questo tipo di sistemi? E quali

sono invece gli elementi positivi della progettazione a secco in questo tipo di edifici?Considerate le problematiche dell’edificio, come la facciata decorata o alcuni prospetti su altre proprietà si è optato per una soluzione mista delle tipologie di isolamento. Laddove è stato possibile, è stato eseguito un cappotto esterno, realizzato in modo da riprendere tutti i dettami stilistici dell’epoca: lesene bugnati ecc.. in cui sono state riportate anche tutte le decorazioni pittoriche esistenti - previo campionamento dei pigmenti originari - per ricreare gli stessi colori del 1913.Dovendo affrontare una molteplicità di situazioni differenti, relative a ponti termici derivanti dalle metodologie costruttive dell’epoca, si è optato per realizzare comunque un cappotto interno globale, in modo da uniformare le prestazioni dei materiali.L’elemento più vincolante di un isolamento dall’interno è sicuramente la perdita di superficie utile che, in un edificio esistente con ingressi

già definiti, potrebbe anche compromettere l’abitabilità, a livello comunale, di alcuni locali.Gli elementi positivi, comunque, sono preponderanti: dal comfort energetico e acustico alla possibilità di agire a posteriori sugli impianti già realizzati, fino alla “sensazione” di benessere creata dall’involucro a secco e percepita all’interno dei locali.Abbiamo costruito con tecnologia a secco anche dove non era strettamente necessario, realizzando su alcuni murature esistenti il cosiddetto “intonaco a secco”, una lastra di cartongesso incollata alla muratura eliminando l’intonaco tradizionale, lavorazione che evita definitivamente la formazione di piccole fessurazioni e crepe, endemiche in questo tipo di edifici.Trovo invece fondamentale, lavorando con l’isolamento dall’interno, la scelta di differenti materiali isolanti a seconda dell’ubicazione della parete. I soffitti, le partizioni interne, i perimetrali, le partizioni tra differenti unità abitative, i muri divisori verso vani non riscaldati hanno delle caratteristiche specifiche che devono essere supportate da differenti materiali e densità.

UN CAPPOTTO CONTINUO CHE PROTEGGE DALL’INTERNO

il sistema di isolamento è stato realizzato con i sistemi a secco Knauf

in lana di vetro ottenuto grazie a Ecose Technology, una tecnologia basata su una resina priva di formaldeide, di origine vegetale, che ha ottenuto il certificato “Indoor Air Comfort Gold”, rilasciato dal laboratorio Eurofins. L’isolamento delle pareti esterne dei loggiati ha uno spessore totale di circa 280 mm, con valori di trasmittanza termica sono di 0,143 W/m2K, la trasmittanza termica periodica è pari a 0,063 W/m2K e lo sfasamento a 8h 27’. Le contro-pareti di divisione tra i diversi alloggi hanno un isolamento dello spessore di circa 120 mm, per garantire comunque la riduzione degli scambi termici tra gli alloggi.

Infine, il controsoffitto fonoisolante Knauf D117 ad orditura metallica autoportante con rivestimento in lastre in gesso rivestito ha uno spessore di 112,5 mm, con elevate prestazioni acustiche (Rw= 63 dB e Lnw= 61 dB).

tEcnologia a sEcco PEr l’isolamEnto

fUtUrdome come fUlcro di Un nUovo distretto del designfuturdome è in continua trasformazione, e a partire da aprile 2018, durante il salone del mobile, diventerà il fulcro di un nuovo distretto del design denominato ventura future, che ridisegnerà l’intera area accogliendo la ricerca sperimentale anche nel design contemporaneo.