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Emanuele Barbieri 1 Quando il Quando il territorio territorio fa la differenza fa la differenza Autonomia, risorse Autonomia, risorse

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Quando il territorioQuando il territoriofa la differenzafa la differenza

Autonomia, risorseAutonomia, risorse

Quando il territorioQuando il territoriofa la differenzafa la differenza

Autonomia, risorseAutonomia, risorse

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Emanuele Barbieri

Il processo formativodal punto di vista tradizionale (interno al sistema)

Classeo scuolaAlunniAlunni

•Attitudine•Motivazione•Impegno

•Attitudine•Motivazione•Impegno

Docenti•Competenze professionali•organizzazione

Docenti•Competenze professionali•organizzazione

•Ordinamenti scolastici•Obiettivi di apprendimento•Indicazioni nazionali

•Ordinamenti scolastici•Obiettivi di apprendimento•Indicazioni nazionali

Risultati

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Impostazione tradizionaleImpostazione tradizionale

Orientata al controllo del processoOrientata al controllo del processo

Sostanzialmente autoreferenzialeSostanzialmente autoreferenziale

Scarsa valutazione esplicita delle Scarsa valutazione esplicita delle variabili esternevariabili esterne

Impostazione tradizionaleImpostazione tradizionale

Orientata al controllo del processoOrientata al controllo del processo

Sostanzialmente autoreferenzialeSostanzialmente autoreferenziale

Scarsa valutazione esplicita delle Scarsa valutazione esplicita delle variabili esternevariabili esterne

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CONSEGUENZECONSEGUENZE

Attenzione ossessiva agli atti normativi:Attenzione ossessiva agli atti normativi:

ordinamentiordinamenti

obiettivi di apprendimento, indicazioniobiettivi di apprendimento, indicazioni

governance come declinazione delle governance come declinazione delle competenze competenze (non degli obiettivi)

Scarsa correlazione tra risultati e interventi Scarsa correlazione tra risultati e interventi correttivicorrettivi

CONSEGUENZECONSEGUENZE

Attenzione ossessiva agli atti normativi:Attenzione ossessiva agli atti normativi:

ordinamentiordinamenti

obiettivi di apprendimento, indicazioniobiettivi di apprendimento, indicazioni

governance come declinazione delle governance come declinazione delle competenze competenze (non degli obiettivi)

Scarsa correlazione tra risultati e interventi Scarsa correlazione tra risultati e interventi correttivicorrettivi

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Il punto di vista esterno - 1Il punto di vista esterno - 1

Attenzione ai risultatiAttenzione ai risultati

Relazione tra livelli di istruzione e Relazione tra livelli di istruzione e svilupposviluppo

Relazione tra contesti territoriali e Relazione tra contesti territoriali e risultati scolasticirisultati scolastici

Rapporto tra spesa e risultati scolasticiRapporto tra spesa e risultati scolastici

Il punto di vista esterno - 1Il punto di vista esterno - 1

Attenzione ai risultatiAttenzione ai risultati

Relazione tra livelli di istruzione e Relazione tra livelli di istruzione e svilupposviluppo

Relazione tra contesti territoriali e Relazione tra contesti territoriali e risultati scolasticirisultati scolastici

Rapporto tra spesa e risultati scolasticiRapporto tra spesa e risultati scolastici

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Il punto di vista esterno - 2Il punto di vista esterno - 2(Alcuni riferimenti internazionali)(Alcuni riferimenti internazionali)

Rapporto USA 1983 Rapporto USA 1983 (UNA NAZIONE A RISCHIO)(UNA NAZIONE A RISCHIO)

I rapporti annuali OCSEI rapporti annuali OCSE

Le indagini PIRLSLe indagini PIRLS (competenze nella lettura a 9-10 anni)

Le indagini TIMMSLe indagini TIMMS (competenze in matematica e scienze in 4° elementare e 3° media)

Le indagini PISALe indagini PISA (sugli studenti di 15 anni con focus in lettura e comprensione testi, competenze matematiche, competenze scientifiche)

Il punto di vista esterno - 2Il punto di vista esterno - 2(Alcuni riferimenti internazionali)(Alcuni riferimenti internazionali)

Rapporto USA 1983 Rapporto USA 1983 (UNA NAZIONE A RISCHIO)(UNA NAZIONE A RISCHIO)

I rapporti annuali OCSEI rapporti annuali OCSE

Le indagini PIRLSLe indagini PIRLS (competenze nella lettura a 9-10 anni)

Le indagini TIMMSLe indagini TIMMS (competenze in matematica e scienze in 4° elementare e 3° media)

Le indagini PISALe indagini PISA (sugli studenti di 15 anni con focus in lettura e comprensione testi, competenze matematiche, competenze scientifiche)

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Il punto di vista esterno -3Il punto di vista esterno -3(Alcuni riferimenti nazionali)(Alcuni riferimenti nazionali)

Rapporto sulla scuola Rapporto sulla scuola della Fondazione Giovanni Agnellidella Fondazione Giovanni Agnelli

Il capitale umano Il capitale umano (Cipollone e Sestito)

Dati Dati MIUR MIUR (La scuola in cifre; Alunni, classi insegnanti)

Indagini IstatIndagini Istat

Quaderno BiancoQuaderno Bianco

Rilevazioni InvalsiRilevazioni InvalsiDa dove vengono le competenze degli studenti? I Da dove vengono le competenze degli studenti? I divari territoriali nell’indagine OCSE PISA 2003 divari territoriali nell’indagine OCSE PISA 2003 ( M. Bratti, D. Checchi , A. Filippin)

Il punto di vista esterno -3Il punto di vista esterno -3(Alcuni riferimenti nazionali)(Alcuni riferimenti nazionali)

Rapporto sulla scuola Rapporto sulla scuola della Fondazione Giovanni Agnellidella Fondazione Giovanni Agnelli

Il capitale umano Il capitale umano (Cipollone e Sestito)

Dati Dati MIUR MIUR (La scuola in cifre; Alunni, classi insegnanti)

Indagini IstatIndagini Istat

Quaderno BiancoQuaderno Bianco

Rilevazioni InvalsiRilevazioni InvalsiDa dove vengono le competenze degli studenti? I Da dove vengono le competenze degli studenti? I divari territoriali nell’indagine OCSE PISA 2003 divari territoriali nell’indagine OCSE PISA 2003 ( M. Bratti, D. Checchi , A. Filippin)

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ssSCUOLA

TerritorioValore sociale dell’istruzioneValore sociale dell’istruzione

Capacità di motivazione del contesto(capitale sociale)

Risorse per l’istruzioneRisorse per l’istruzione

RISULTATI

RISULTATI

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L’educazione si realizza per lo più in forma implicita.L’educazione si realizza per lo più in forma implicita.… … gli uomini sono animali che imparano principalmente gli uomini sono animali che imparano principalmente osservando gli altri – cioè osservando gli altri – cioè registrando che cosa i loro simili registrando che cosa i loro simili apprezzano, che cosa disprezzano, come si comportano nella apprezzano, che cosa disprezzano, come si comportano nella propria vita quotidiana e, specialmente, quali mosse fanno propria vita quotidiana e, specialmente, quali mosse fanno quando sanno di non essere osservati.quando sanno di non essere osservati.Questa è la ragione per cui non mi stanco di invocare scuole – Questa è la ragione per cui non mi stanco di invocare scuole – o più propriamente, o più propriamente, comunitàcomunità scolastiche – che incarnino scolastiche – che incarnino certi valori, e insegnanti che impersonino certe virtù.certi valori, e insegnanti che impersonino certe virtù.Lo stesso vale per i media, per le famiglia e per altre influenti Lo stesso vale per i media, per le famiglia e per altre influenti istituzioni educative.istituzioni educative.

Howard GardnerHoward Gardner

L’educazione si realizza per lo più in forma implicita.L’educazione si realizza per lo più in forma implicita.… … gli uomini sono animali che imparano principalmente gli uomini sono animali che imparano principalmente osservando gli altri – cioè osservando gli altri – cioè registrando che cosa i loro simili registrando che cosa i loro simili apprezzano, che cosa disprezzano, come si comportano nella apprezzano, che cosa disprezzano, come si comportano nella propria vita quotidiana e, specialmente, quali mosse fanno propria vita quotidiana e, specialmente, quali mosse fanno quando sanno di non essere osservati.quando sanno di non essere osservati.Questa è la ragione per cui non mi stanco di invocare scuole – Questa è la ragione per cui non mi stanco di invocare scuole – o più propriamente, o più propriamente, comunitàcomunità scolastiche – che incarnino scolastiche – che incarnino certi valori, e insegnanti che impersonino certe virtù.certi valori, e insegnanti che impersonino certe virtù.Lo stesso vale per i media, per le famiglia e per altre influenti Lo stesso vale per i media, per le famiglia e per altre influenti istituzioni educative.istituzioni educative.

Howard GardnerHoward Gardner

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Il sistema di istruzione italiano ha compiuto uno sforzo Il sistema di istruzione italiano ha compiuto uno sforzo notevole per colmare un divario storico.notevole per colmare un divario storico.Il sistema di istruzione italiano ha compiuto uno sforzo Il sistema di istruzione italiano ha compiuto uno sforzo notevole per colmare un divario storico.notevole per colmare un divario storico.

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Media risultati Italia in OCSE PISA 2006 sulla scala complessiva della literacy scientifica

Le macroaree geografiche utilizzate per la stratificazione del campione sono:-Nord Ovest: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria-Nord Est: Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna-Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio - Sud: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia- Sud Isole: Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna

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Notazione a margineNotazione a margineLa scuola primaria va bene; la scuola secondaria di primo grado, meno bene; i dati delle scuole secondarie superiori destano preoccupazione. Per l’università, da “Il capitale umano” di Cipollone e Sèstito emerge: •sotto i 45 anni la percentuale degli italiani laureati è metà rispetto ai francesi e agli spagnoli, e poco superiore ai turchi; •il nostro sistema economico non sembra preoccupato da questi dati;•dalla seconda metà degli anni 80 si è avuta una diminuzione dei salari in ingresso dei giovani laureati, non compensata da una crescita delle retribuzioni al progredire della loro vita lavorativa;•si alimenta così un circolo vizioso: il sistema non incentiva al studio, le imprese hanno poche persone capaci di innovare e adottare quelle tecnologie che ne sosterrebbero la crescita.

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Elementi di riflessione dall’indagine OCSE – PISAElementi di riflessione dall’indagine OCSE – PISA

Esiste una forte correlazione tra i risultati conseguiti dagli studenti e:•la scuola frequentata (indirizzo e collocazione territoriale);•i livelli di sviluppo economico del territorio;•la spesa per l’istruzione sostenuta dalle Regioni e dagli Enti locali;•li tassi di scolarizzazione della popolazione adulta;•le caratteristiche socio-culturali familiari.In Italia, il 52,1% della varianza totale (indice delle differenze tra i valori) è spiegato dalle differenze esistenti tra le diverse scuole frequentate dagli studenti, mentre la media OCSE è pari al 33,1%.

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Categorie di confronto: istituti professionali; scuole del Sud

Impatti marginali in punti PISA (nelle competenze scientifiche) dei fattori individuali, di scuola e territoriali

Elaborazione su dati OCSE – PISA 2006 nel Rapporto sulla scuola in Italia 2010 della Fondazione Giovanni Agnelli

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A proposito della elevata diversità interna delle competenze degli studenti del sistema scolastico italiano, il Quaderno bianco sulla scuola afferma: “il contesto personale – ossia le condizioni economico sociali delle famiglie – spiega comunque solo in parte il divario fra Nord, Centro e Sud”.

Sono i fattori di contesto territoriale, legati cioè - a parità degli altri fattori - alla collocazione di una scuola in una data area del paese, a influenzare fortemente l’efficacia educativa.

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Nella stessa pubblicazione viene riportato uno studio (Bratti e altri 2007), sui dati OCSE PISA 2003

relativi alle competenze in matematica, dal quale emerge che se si potesse pienamente interpretare il divario sulle competenze in matematica come effetto casuale di due fattori (la dotazione delle risorse e la capacità di impiego delle stesse), si avrebbe che la differenza tra Nord e Sud è associata per:•il 60% al divario di risorse del contesto territoriale;•il 25% alla minore efficienza nell’uso delle risorse;•il 10% alla dotazione di risorse di scuola;•il 5% alla dotazione di risorse individuali (5%)

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Regione 1

Scuola 1

Studente 1 Studente 2 Studente n

Scuola 2 Scuola n

Regione 15%

Scuola 37%

Studente 48%

Tre livelli di fattori che spiegano le differenze di punteggio PISA in scienzeTre livelli di fattori che spiegano le differenze di punteggio PISA in scienzedal Rapporto sulla scuola in Italia 2010 della Fondazione Giovanni Agnelli

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Fonte: elaborazione su certificati di conto consuntivo – da rapporto sulla scuola 2010 della Fondazione Giovanni Agnelli

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Veneto 113Puglia 119Lombardia 120Piemonte123Emilia-Romagna 125CENTRO125Liguria 126Friuli Venezia Giulia126Campania126ITALIA 127Sicilia 130Basilicata144Sardegna148Trentino Alto Adige165

Spesa pubblica cumulata/punti Pisa; media in lettura matematica e scienze; valori in euro. FONTE: elaborazioni su Rendiconto generale dello Stato, bilanci della Regioni, conticonsuntivi di Comuni e Prince, e OCSE – Rapporto sulla scuola in Italia 2010 –

Il costo di un punto PISA

I dati vanno analizzati con attenzione:l’ottima performance del Veneto deriva essenzialmente dal denominatore ( 552 punti PISA) ; il risultato della Puglia da un valore basso del numeratore (spesa cumulata per alunno per punto PISA 119 €/punto, anche se i risultati non sono esaltanti : 441 punti).Sardegna e Basilicata: costi elevati (essenzialmente a carico dello Stato) e scarsi risultati.Trentino Alto Adige: buoni risultati ma costi molto elevati. Per la Valle d’Aosta manca il campione Pisa.

Centro: Toscana, Umbria, Marche e LazioSpesa cumulata per studente in Italia 60.300 €

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Livelli di istruzione della popolazione adultae risultati scolastici

Livelli di istruzione della popolazione adultae risultati scolastici

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Il senso delle indagini nazionali e internazionali

• I dati esposti non vanno assunti come spiegazione dei fatti. Le correlazioni statistiche non sono di tipo deterministico.

• Offrono l’opportunità di guardare i problemi della scuola da un altro punto di vista.

• Ogni relazione evidenziata da indagini internazionali o nazionali richiede approfondimenti e verifiche più ravvicinate per comprenderne meglio le cause e ipotizzare eventuali rimedi.

• Dovrebbero offrire piste di lavoro ai decisori politici dei diversi livelli di governo del sistema.

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Saltano alcune relazioni tradizionali

I risultati delle indagini internazionali prescindono dagli ordinamenti e dai sistemi di governo dell’istruzione caratteristici dei diversi paesi.

I risultati della scuola italiana sono molti diversificati:• a parità di ordinamenti e curricoli (divario nord-

sud);• a parità di assetto di governo (divario tra tipologie

di istituto).

I rimedi ai problemi della scuola vanno ricercati (anche) in altre direzioni.

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Rapporto scuola territorio

Il rapporto scuola e territorio (area geografica e collocazione della scuola) assume un significato decisivo (sia in senso positivo che negativo).

Il “capitale sociale” di alcuni territori sembra completamente esaurito. L’educazione implicita (Gardner) che trasmettono questi territori contrasta con le finalità istituzionali della scuola.

La scuola rappresenta, in alcune realtà, una delle poche istituzioni su cui puntare per la crescita del senso civico e per sviluppo civile ed economico di quelle realtà.

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Un modo diverso di concepire l’esercizio delle competenze

I diversi livelli istituzionali che hanno competenze in materia di istruzione le devono esercitare con una rinnovata attenzione ai risultati:

• Definire di obiettivi (compresi quelli di convergenza

interna) ;• Individuare le strutture, i processi e le risorse

necessarie a realizzare gli obiettivi;• Valutare il loro grado di raggiungimento;• Predisporre le condizioni per gli interventi necessari

a correggere gli scostamenti tra obiettivi e risultati.

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Stato, Regioni, Enti locali Lo Stato, in relazione alle proprie competenze, oltre a definire gli

obiettivi di apprendimento e i criteri di valutazione, deve porsi il problema di:

individuare gli interventi necessari a migliorare l’efficacia complessiva del sistema;

ridurre i caratteri di iniquità e gli squilibri tra le diverse aree geografiche.

Le Regioni, in collaborazione con le Province e i Comuni, in relazione, in particolare, alle competenze in materia di programmazione dell’offerta formativa e di orientamento scolastico e professionale, devono cercare di:

ridurre le diseguaglianze nei risultati di apprendimento, legate alla scelta degli indirizzi e degli istituti di istruzione secondaria superiore.

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La sentenza 200/2009 - 3La sentenza 200/2009 - 3

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La sentenza 200/2009 -4La sentenza 200/2009 -4

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La sentenza 200/2009 -5La sentenza 200/2009 -5

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La sentenza 200/2009 – 6La sentenza 200/2009 – 6

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La sentenza 200/2009 - 7La sentenza 200/2009 - 7

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La sentenza 200/2009 - 8La sentenza 200/2009 - 8

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La sentenza 200/2009 - 9La sentenza 200/2009 - 9

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La sentenza 200/2009 – 10La sentenza 200/2009 – 10

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Le ISA hanno il compito di definire e realizzare l'offerta formativa

nel rispetto delle funzioni delegate alle Regioni e dei compiti e funzioni trasferiti agli Enti locali

promuovendo il raccordo e la sintesi

a tal fine le Istituzioni scolastiche interagiscono tra loro e con gli Enti locali

tra le esigenze e le potenzialità individuali

e gli obiettivi nazionali del sistema di istruzione

Le scuole autonome progettano e realizzano l’offerta formativa Sono autonomie funzionali a cui la Repubblica

affida il compito di attuare, in rapporto diretto con alunni, famiglie e territorio,

la funzione istituzionale dell’istruzione.

Autonomia scolastica- 1

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2. Il Piano dell'offerta formativa (art. 3 DPR 275/99)è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. …4. ………il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli Enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio.5. Il Piano dell'offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie

all'atto dell'iscrizione.

Autonomia scolastica- 2

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Le scuole (Autonomie Funzionali) progettano e realizzano

l’offerta formativa

Diritto all’istruzione

Successo formativo

Autonomia scolastica- 3

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Le scuole (Autonomie Funzionali) progettano e realizzano

l’offerta formativa

obiettivi nazionali del sistema di istruzione

funzioni delegate alle Regioni compiti e funzioni trasferiti agli Enti locali

esigenze formative degli alunni concretamente rilevate

esigenze e attese

degli Enti locali

esigenze e attese

delle famiglie

esigenze e attese

dei contesti sociali,

culturali ed economici

del territorio.

programmazione territoriale dell'offerta formativa

Diritto all’istruzione

Successo formativo

Parametri regolatori Vincoli

Ordinamenti

Risorse

Autonomia scolastica- 4

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La citata sentenza n. 13 del 2004 della Corte Costituzionale afferma , tra l'altro che, pur non potendo risolversi

l'autonomia nella incondizionata libertà di autodeterminazione, essa esige

"che a tali istituzioni (le scuole n.d.r.) siano lasciati adeguati spazi di autonomia che le leggi statali e quelle regionali, nell'esercizio della potestà legislativa concorrente, non

possono pregiudicare"

Gli spazi dell’autonomia scolastica

Autonomia scolastica- 5

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L’autonomia didattica art. 21, c, 9., l.59/97

Ambiti decisionali• scelta libera e programmata di metodologie e strumenti•organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche•ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa l’eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel rispetto delle esigenze formative degli studenti

Finalità: Perseguimento degli obiettivi generali del sistema di istruzione

Vincoli•Il rispetto della libertà di insegnamento•Il rispetto della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie•Il rispetto del diritto ad apprendere•Il monte ore annuale complessivo previsto per ciascun curriculum•Il monte ore previsto per ciascuna delle discipline ed attività indicate come fondamentali di ciascun tipo o indirizzo di studi•L’obbligo di adottare strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi

Autonomia scolastica- 6

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Autonomia organizzativa (comma 8 art. 21, l. 59/97)

Finalità•Efficienza ed efficacia del servizio scolastico•Integrazione e miglior utilizzo delle strutture finanziarie e tecnologiche•Introduzione delle tecnologie innovative•Coordinamento con il contesto territoriale•Ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane, materiali e temporali •Flessibilità e diversificazione

Ambiti decisionaliSuperamento dei vincoli in materia di:•Unità oraria della lezione•Unitarietà del gruppo classe•Modalità di organizzazione e di impiego dei docenti

Vincoli•i giorni di attività didattica annuale previsti a livello nazionale•la distribuzione dell’attività didattica in non meno di 5 giorni a settimana•gli obblighi complessivi annuali di servizio dei docenti previsti dai contratti (con possibilità di una programmazione plurisettimanale)

Autonomia scolastica- 7

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Autonomia Finanziaria (l. 59/97, art. 21 c. 5).

Alle istituzione scolastiche autonome per il funzionamento amministrativo e didatticoè attribuita una dotazione finanziaria senza altro vincolo di destinazioneche quello dell'utilizzazione prioritaria per lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie di ciascuna tipologia e di ciascun indirizzo di scuola. Tale dotazione si suddivide in assegnazione ordinaria e assegnazione perequativa

Alle istituzione scolastiche autonome per il funzionamento amministrativo e didatticoè attribuita una dotazione finanziaria senza altro vincolo di destinazioneche quello dell'utilizzazione prioritaria per lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie di ciascuna tipologia e di ciascun indirizzo di scuola. Tale dotazione si suddivide in assegnazione ordinaria e assegnazione perequativa

Autonomia scolastica- 8

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OBIETTIVI e STANDARD NAZIONALI

OBIETTIVI e STANDARD NAZIONALI

BISOGNI E DOMANDE ESPRESSE DALLE

DIVERSE COMPONENTI

BISOGNI E DOMANDE ESPRESSE DALLE

DIVERSE COMPONENTI

DIRIGENTESCOLASTICODIRIGENTE

SCOLASTICO

COLLEGIO DEI DOCENTI

INDIRIZZI

INDIRIZZOINDIRIZZO

CONSIGLIO DI ISTITUTO

CONSIGLIO DI ISTITUTO

PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA

PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA

ESIGENZE LOCALI

ESIGENZE LOCALI

ATTUAZIONEATTUAZIONE

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DIRIGENTE SCOLASTICODIRIGENTE SCOLASTICO

DIMENSIONE

ORGANIZZATIVA

DIMENSIONE

ORGANIZZATIVA

DIMENSIONE

PEDAGOGICO-DIDATTICA

DIMENSIONE

PEDAGOGICO-DIDATTICA

DIMENSIONE

AMMINISTRATIVA

DIMENSIONE

AMMINISTRATIVA

STRUTTURA INTERMEDIASTRUTTURA INTERMEDIA

COLLEGIO

DOCENTI

ARTICOLATO IN

COMMISSIONIE E/O DIPARTIMENTI

DIRETTORE DEI SERVIZI GENERALI E AMMINISTRATIVI

SEGRETERIA

FUNZIONI

DELEGATE

DAL D. S.

ATTUAZIONE

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