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5/17/2018 Emissioni Inquinanti Propulsori Termici - slidepdf.com
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Formazione e controllo degli inquinantiL’energia utilizzata dalla società
industriale è in larga parte prodotta dalla
combustione di combustibili fossili inimpianti termici.
Essi aspirano aria dall’atmosfera e vi
scaricano i prodotti della combustione
alterandone l’equilibrio naturale e dando
così luogo all’inquinamento atmosferico.
I danni all’ambiente sono prodotti sia
cambiando la concentrazione dei gascostituenti l’atmosfera, sia immettendovi
particelle e specie chimiche reattive.
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Emissioni inquinanti per settori – Italia 1999
19.18%
25.53%
31.68%
2.14%
11.91%
9.55%
Industria
Traffico/motori alternativi
Generazione di potenza
Agricoltura
Residenziale
Altro
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Motori a combustione internaI motori a combustione interna montati sui mezzi di trasporto
costituiscono le principali sorgenti di inquinamento atmosferico nelle
aree urbane ad intenso traffico.
Essi utilizzano combustibili costituiti da miscele di idrocarburi (CxHy) i
quali reagendo con l’aria comburente danno luogo alla formazione divapor d'acqua H2O e di anidride carbonica CO2 e, nella misura,
mediamente, dell'1-2% circa in volume, a sostanze inquinanti.
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Effetti nocivi dei gas di scarico
L’anidride carbonica è un gas
normalmente presente nella
atmosfera in quanto prodotto da
numerosissimi processi
biologici. Non è tossico per
l'organismo umano ma è uno
dei principali responsabili del
cosiddetto "effetto serra",
ovvero dell'innalzamento della
temperatura media del pianeta
dovuto all'intrappolamento
all'interno dell'atmosfera stessadella radiazione solare riflessa
dalla superficie terrestre.
Anidride carbonica CO2
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Inquinanti primari emessi da motori a
combustione internaLe sostanze inquinanti primarie, ossia direttamente prodotte dai motori,
sono:
- il monossido di carbonio CO;
- gli idrocarburi incombusti ed i prodotti di parziale ossidazione, indicati
sinteticamente con HC;
- il monossido d'azoto NO ed il biossido d'azoto NO2, indicatisinteticamente con NOx ;
- il biossido SO2 e il triossido di zolfo SO3, indicati sinteticamente con
SOx;
- il particolato (PM Particulate Matter), particelle solide di piccole
dimensioni costituite da un nucleo carbonioso e da una frazione
organica solubile, indicata spesso come SOF (Solubile Organic Fraction)
o VOF (Volatile Organic Fraction)
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Incidenza percentuale delle emissioni da motori a combustione interna
nella Comunità Europea agli inizi degli anni ‘90
0
10
20
30
4050
60
70
80
90
100
NOx CO HC SOx Particolato
Incidenza inquinanti primari emessi da m.c.i.
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Incidenza inquinanti primari emessi da m.c.i.
Serie storica - Italia 1999
0.00%
10.00%
20.00%
30.00%
40.00%
50.00%
60.00%
70.00%
80.00%
CH4 CO CO2 N2O NOx NH3 NMVOC SOx
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Le emissioni di CO2 non possono essere ridotte tramite catalizzatori od
altri dispositivi per il trattamento dei gas di scarico.
Le uniche possibilità sono le seguenti:
• riduzione della quantità di combustibile bruciato migliorando il
rendimento
• utilizzo di combustibili con ridotto contenuto di carbonio (ad esempiometano)
• utilizzo di combustibili non contenenti carbonio (ad esempio idrogeno).
Riduzione emissioni Anidride carbonica CO2
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Alcuni inquinanti primari possono reagire nell’atmosfera dando luogo ad
inquinanti secondari :
- ossidi di azoto ed ossidi di zolfo sono responsabili delle cosiddette
piogge acide;
- ossidi di azoto ed idrocarburi incombusti danno luogo, sotto l’azione
catalizzatrice della radiazione solare, al cosiddetto “smog fotochimico”,
miscela di composti fortemente irritanti come ozono (O3) ed aldeidi.
Inquinanti secondari prodotti da motori a
combustione interna
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Il biossido d’azoto NO2 sotto l’azione catalizzatrice della radiazione
solare si scinde in monossido d’azoto NO ed in un atomo di ossigeno,altamente reattivo:
NO 2 NO + O
Successivamente quest’ultimo reagisce con l’ossigeno presente inatmosfera, formando ozono, fortemente irritante.
O + O 2 O 3
L’ozono così formatosi, può nuovamente reagire con il monossidod’azoto, ossidandolo a biossido:
NO + O 3 NO 2 + O 2
Si raggiungerebbe quindi una condizione di equilibrio, che limiterebbe la
formazione di ozono.
Tuttavia, in presenza di idrocarburi incombusti HC, l’equilibrio suddetto
non si raggiunge, dando luogo ad un incremento della formazione di
ozono e di altri composti tossici ed irritanti, quali aldeidi eperossiacetilnitrati (PAN).
Smog fotochimico
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Concentrazione degli inquinanti collegati
allo smog fotochimico nelle ore del giorno
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Monossido di carbonio CO
Gas incolore ed inodore con un'affinità per l'emoglobina del sangue
notevolmente superiore a quella dell'ossigeno. Ha quindi effetti
avvelenanti, provocando dapprima intorpidimento e sonnolenza e,successivamente, la morte.
Idrocarburi incombusti HC
Gli HC sono irritanti per le mucose e tossici:- le paraffine, pressocchè inodori, hanno un effetto narcotico e
provocano una leggera irritazione delle mucose;
- gli aromatici, dall'odore caratteristico, hanno un effetto narcotico e, a
lungo termine, cancerogeno;- le olefine sono, in combinazione con gli ossidi d'azoto e la radiazione
solare, le principali responsabili dello smog fotochimico.
Tra i prodotti di parziale ossidazione, particolarmente pericolose sono
poi alcune aldeidi (formaldeide).
Effetti nocivi dei gas di scarico: CO e HC
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Data la varietà di composti chimici inclusi tra gli HC, sono state
proposte scale di reattività atte ad indicare la maggiore o minore
propensione degli HC a reagire unitamente agli NOx
per dar luogo alla
formazione di smog fotochimico.
Al metano viene attribuito un grado di reattività nulla, con gradi via via
crescenti per gli altri idrocarburi e con valori massimi per alcune
olefine.
La legislazione vigente in California, ad esempio, suddivide le
emissioni di HC in due categorie: MOG (methane organic gases, non
reattivi) e NMOG (non methane organic gases, reattivi).
Idrocarburi incombusti MHC e NMHC
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Ossidi d'azoto NOx
Sono altamente nocivi: in particolare il monossido d'azoto è tossico,
mentre il biossido d'azoto è fortemente irritante. Inoltre, danno luogo alla
formazione dello smog fotochimico e concorrono, con gli ossidi di zolfo,
alla formazione delle piogge acide.
Ossidi di zolfo SOx
Causano affezioni respiratorie e danno luogo alla formazione delle
piogge acide.
Particolato PMProvoca danni alle vie respiratorie ed ha effetti cancerogeni e mutageni.
Effetti nocivi dei gas di scarico: NOx, SOx e PM
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Il fronte di fiamma si propaga attraverso una miscela combustibile-
comburente omogenea, formata normalmente all’esterno del cilindro.
E’ necessario che la miscela abbia una dosatura sempre prossima al
valore stechiometrico in modo da ottenere velocità di reazione e
velocità di propagazione del fronte di fiamma sufficientemente elevate.
Nel funzionamento a carico parziale occorre quindi ridurre sia la
portata di combustibile sia la portata d’aria aspirata dal motore, al fine
di mantenere la dosatura sempre prossima al valore stechiometrico.
Formazione degli inquinanti:
motori ad accensione comandata
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Nei motori ad accensione comandata funzionanti con dosatura
prossima al valore stechiometrico la temperatura e la
concentrazione di ossigeno nei gas di scarico non variano in modo
marcato con il carico del motore.
N = 2000 giri/min
0
100
200
300
400
500
600
700
800
9001000
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Carico pme/pmemax
T e m p e r a t u r a g a s s c a r i c o
[
° C ]
Temperatura dei gas di scarico
motori ad accensione comandata
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monossido di carbonio CO (indic. 1-2% vol., o 200 g/kg comb.)
idrocarburi incombusti HC (indic. 103 p.p.m. vol., o 20 g/kg comb.)
ossidi d'azoto NOx (indic. 103 p.p.m. vol., o 20 g/kg comb.)
Le emissioni di SOx sono invece trascurabili per il ridotto tenore di zolfo
presente nelle benzine.
Sostanze inquinanti primarie
motori ad accensione comandata
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Processi di formazione degli inquinanti – 1
motori ad accensione comandata
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Processi di formazione degli inquinanti – 2
motori ad accensione comandata
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Lo spray di combustibile, iniettato
in seno all’aria compressaall’interno del cilindro, si
autoaccende spontaneamente.
La massa di combustibile iniettata
è sempre inferiore alla quantità
stechiometrica corrispondente
alla massa d’aria presente, data
l’impossibilità di sfruttare tuttal’aria comburente presente.
Formazione degli inquinanti:
motori ad accensione per compressione
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Nel funzionamento a carico parziale
si riduce la sola portata di
combustibile: di conseguenza la
dosatura aumenta al diminuire del
carico (fino a raggiungere valori di
circa 5 - 6 volte il valorestechiometrico).
Temperatura e concentrazione di
ossigeno nei gas di scarico varianoquindi in modo molto marcato con
il carico del motore.
N = 2000 giri/min
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Carico pme/pmemax
[ ° C ]
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
C o n c e n t r a z i o n e o s s i g e n o
g a
s s c a r i c o [ % ]
O2
T gas
Temperatura dei gas di scarico
motori ad accensione per compressione
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ossidi d'azoto NOx (confrontabili o superiori alle emissioni motore Otto)
ossidi di zolfo SOx
idrocarburi incombusti HC (inferiori alle emissioni Otto ma più reattivi)
particolato PM (circa 0.2% in massa per kg di combustibile)
le emissioni di CO sono invece trascurabili dato il notevole eccesso
d’aria con cui si svolge la combustione.
Sostanze inquinanti primarie
motori ad accensione per compressione
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La carica fresca, immessa tramite un’apposita pompa quando lo
stantuffo è in corrispondenza del PMI, deve espellere i gas combusti
(lavaggio).I motori 2T utilizzati nella trazione
sono normalmente a ciclo Otto, e
sono caratterizzati da:
• Elevate emissioni di HC (dovute
al lavaggio) fino a 10 volte
superiori rispetto ai 4T
• Elevate emissioni di CO
(funzionamento con miscela ricca)
• Ridotte emissioni di NOx (elevatotenore di gas residui “diluenti”)
Formazione degli inquinanti:
motori a due tempi
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Sono caratterizzati da piùelevate emissioni di NOx
rispetto ai motori a 2T per
il minor tenore di gas
residui dovuto al piùefficiente processo di
ricambio del fluido.
Formazione degli inquinanti:
motori a quattro tempi
Influenza del sistema di alimentazione del
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I motori ad accensione comandata possono essere suddivisi in:
motori a carburazione
indiretta (nei condotti di aspirazione)
motori ad iniezione
diretta ( all’interno del cilindro - GDI: gasoline
direct injection)
combustibile sulla formazione degli inquinanti:
motori ad accensione comandata
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La quantità di combustibile
necessaria per ottenere la
dosatura stechiometricaviene iniettata in ogni ciclo
tramite l’iniettore elettro-
magnetico nel condotto di
aspirazione, in base allaquantità di aria comburente
aspirata.
La sonda lambda allo
scarico consente uncontrollo in retroazione ad
anello chiuso della dosatura
(con errore inferiore all’1%).
Motori ad accensione comandata ad iniezione
indiretta
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La sonda “Two-step Lambda” è basata sul principio di funzionamento di una cella
galvanica ad ossigeno con elettrolita allo stato solido. L’elettrodo esterno è
esposto ai gas combusti all’interno del condotto di scarico, mentre quello interno è
posto in comunicazione con l’atmosfera da appositi condotti.
Quando il motore è alimentato condosatura ricca, i due elettrodi si
trovano affacciati in due ambienti
aventi pressione parziale dell’ossi-
geno molto diversa: tra i due
elettrodi si genera una differenza dipotenziale di circa 800-900 mV.
Quando invece il motore è
alimentato con dosatura povera, la
concentrazione di ossigeno allo
scarico è confrontabile con quella
dell’ambiente di riferimento e la
differenza di potenziale tra gli
elettrodi si riduce a poche decine
di mV.
Sonda Lambda - 1
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La tensione misurata ai capi degli elettrodi
presenta un andamento a gradino, con un
livello alto in corrispondenza delle dosature
ricche, ed un livello basso nel campo delledosature povere, con una brusca transizione
tra i due livelli in corrispondenza del valore
stechiometrico.
Il segnale di tensione della sonda è inviato
alla centralina di controllo del sistema dialimentazione e confrontato con un livello di
tensione di riferimento (circa 400 mV); la
quantità di combustibile iniettata è,
incrementata se V <Vrif ., ridotta se V >Vrif , inmodo da mantenere la dosatura sempre in
corrispondenza del valore stechiometrico
necessario per il corretto funzionamento del
catalizzatore.
Sonda Lambda - 2
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Si effettua la stratificazione della
carica, concentrando il
carburante in prossimità dellacandela: si realizza localmente
una dosatura prossima alla
stechiometrica con buona
velocità di propagazione di
fiamma.
La quantità d’aria aspirata dal
motore ai carichi parziali non
viene variata tramite la farfalla.
I meccanismi di formazione degliinquinanti sono modificati e
possono aversi anche emissioni
di particolato.
Motori ad accensione comandata ad iniezione
diretta
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I motori ad accensione per compressione possono essere suddivisi in:
motori ad iniezione diretta ( gasolio iniettato direttamente
all’interno della camera di
combustione)
motori ad iniezione in precamera (gasolio iniettato all’interno di
una precamera collegata alla
camera di combustioneprincipale tramite un ugello)
Influenza del sistema di alimentazione del
combustibile sulla formazione degli inquinanti:motori ad accensione per compressione
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Tali motori sono
caratterizzati da:• elevati rendimenti
( 0.4), con conseguenti
ridotte emissioni di CO2.
• elevate emissioni di
NOx e particolato
(superiori rispetto ai
Diesel con iniezione inprecamera)
Motori ad accensione per compressione ad
iniezione diretta
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Presentano rendimentimeno elevati rispetto ai
Diesel ad iniezione diretta,
ma anche emissioni di NOx
e particolato più contenute.
Motori ad accensione per compressione ad
iniezione indiretta
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Il CO formatosi viene poi ossidato a CO2 principalmente secondo la
reazione:
CO + OH CO2 + H
La reazione di ossidazione del CO è relativamente bassa rispetto a quella
di formazione del CO. In pratica, le concentrazioni di CO trovate allo
scarico dei motori sono più basse dei massimi valori misurati all’interno
della camera di combustione, ma sensibilmente più alti dei valori di
equilibrio corrispondenti alle condizioni di scarico.
Questo significa che il fenomeno è controllato dalla cinetica chimica di
reazioni tipo quelle descritte, ma la rapida diminuzione di temperatura
nella fase di espansione ne provoca il “congelamento”, impedendol’ulteriore ossidazione del CO.
Meccanismi di formazione degli inquinanti : CO
motori ad accensione comandata
Nelle fiamme premiscelate il CO si forma rapidamente durante la
combustione degli idrocarburi, secondo lo schema:
RH (idrocarburi)→ R (radicali)→ RO2 (perossidi)→
→ RCHO (aldeidi)→ RCO (chetoni)→ CO
Di d d ll di i i di f i t CO
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La concentrazione di CO è essenzialmente determinata dalla dosatura,
con valori rapidamente crescenti nel campo delle miscele ricche
(l’ossigeno presente è infatti insufficiente ad ossidare a CO2
tutto il CO
formatosi), mentre non è influenzata in misura apprezzabile dall’anticipo
di accensione.
La presenza di piccole concentrazioni di CO nel campo delle dosature
stechiometriche o leggermente povere è imputabile essenzialmente siaa fenomeni di dissociazione sia all’ossidazione tardiva di alcuni degli
HC “intrappolati” negli interstizi o nel film d’olio lubrificante.
Risultano pertanto critiche le condizioni di funzionamento con miscela
ricca (avviamento a freddo, transitori di accelerazione, pienaammissione), nonchè le eventuali disuniformità di dosatura tra cilindro e
cilindro (l'incremento di emissioni dovuto ai cilindri più ricchi della
media non è compensato dalla riduzione di emissioni da parte dei
cilindri più poveri).
Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: CO
motori ad accensione comandata
m ss on nqu nant pr mar n unz one e adosatura
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dosatura
motori ad accensione comandata
M i i di f i d li i i ti NO
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Fra gli ossidi di azoto NOx scaricati, il monossido si trova in
percentuale nettamente predominante (98-99% circa), derivando
dall’ossidazione dell’azoto presente nell’aria, secondo il
meccanismo (Zeldovich):
O + N2 NO + N ; N + O2 NO + O ; N + OH NO + H
Esso presuppone la dissociazione delle molecole di N2 ed O2 in
atomi, in seguito alle elevate temperature raggiunte dai gas nellazona di reazione del fronte di fiamma, ma soprattutto da quelli
appena bruciati.
Durante la fase di espansione le reazioni di distruzione dell’NO
(reazioni verso sinistra) sono congelate dalla rapida diminuzione ditemperatura.
La concentrazione di NOx dipende in definitiva da due fattori:
- i valori massimi di temperatura raggiunti;
- il contenuto di ossigeno della miscela di alimentazione.
Meccanismi di formazione degli inquinanti: NOx
motori ad accensione comandata
Di d d ll di i i di f i t NO
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Dipendenza dalla dosatura
La concentrazione di NOx dipende sia dalla temperatura (valore
massimo raggiunto per valori leggermente ricchi della miscela ( 1,1)),sia dalla concentrazione di ossigeno: il massimo di concentrazione di
NOx si ottiene con miscele povere, in corrispondenza di valori di
dosatura 1.05 st.
Dipendenza dall’anticipo di accensioneAl crescere dell'anticipo, aumenta la temperatura massima raggiunta
durante il ciclo ed aumentano quindi le emissioni di NOx.
Dipendenza dal tenore di gas residuiLa presenza di gas combusti residui del ciclo precedente contribuisce a
ridurre la temperatura massima, dal momento che tali gas si
comportano come diluenti; il tenore dei gas residui può essere
aumentato, al fine di contenere le emissioni di NOx, con i dispositivi
EGR (exhaust gas recycle).
Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: NOx
motori ad accensione comandata
Emissioni NOx in funzione dell’anticipo
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p
motori ad accensione comandata
Dispositivo per il ricircolo dei gas combusti
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La carica fresca è diluita con parte
dei gas combusti, che
costituiscono una miscelapraticamente inerte. Si ottiene il
risultato di abbassare la
temperatura massima di
combustione. Con questa tecnicaè possibile ottenere sostanziali
riduzioni della concentrazione di
NO ricircolando in aspirazione
fino al 15 – 25 % di gas combusti,
valori massimi che il motore può
tollerare, ai carichi parziali, senza
che il suo funzionamento diventi
eccessivamente irregolare.
Dispositivo per il ricircolo dei gas combusti
motori ad accensione comandata
Emissioni NOx in funzione della % EGR
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motori ad accensione comandata
Meccanismi di formazione degli inquinanti: HC 1
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Frazioni della carica intrappolate negli interstizi
Durante la compressione, al crescere della pressione, parte della
carica viene forzata ad entrare negli interstizi della camera dicombustione (ad es. nel volume compreso tra canna, stantuffo e
segmenti, nel volume compreso tra testata, guarnizione e cilindro),
ossia in zone in cui la fiamma non riesce a propagarsi: nel corso
della fase di espansione, al diminuire della pressione, tali frazionipossono rifluire verso la camera ed ossidarsi in modo incompleto.
Frazioni della carica assorbite dal film d’olio lubrificante
Parte della carica può essere assorbita dal film d’olio lubrificantepresente sulle pareti del cilindro, in quanto i vapori di combustibile
passano in soluzione nel film d’olio al crescere della pressione
durante la compressione e vengono poi rilasciati durante
l'espansione, quando la loro pressione parziale si abbassanotevolmente, ma possono allora ossidarsi soltanto in modo
incompleto.
Meccanismi di formazione degli inquinanti: HC – 1
motori ad accensione comandata
Meccanismi di formazione degli inquinanti: HC – 2
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Spegnimento all'interno della carica
Quando il fronte di fiamma incontra, a causa dell'inevitabile
disomogeneità della miscela, zone con dosatura molto povera o conelevato tenore di gas residui, la sua velocità di propagazione può
annullarsi, lasciando così, all'interno della carica, sacche di gas
totalmente o parzialmente incombusti. Qualora sia la miscela che si
trova in prossimità degli elettrodi della candela ad essere inadatta alpropagarsi della fiamma, possono verificarsi vere e proprie mancate
accensioni dell'intera carica (misfiring).
Strato di spegnimento a parete
Durante la combustione la fiamma si spegne in prossimità delle
pareti della camera, a causa del raffreddamento della miscela
combustibile-comburente da parte delle pareti stesse.
Meccanismi di formazione degli inquinanti: HC 2
motori ad accensione comandata
Meccanismi di formazione degli inquinanti: HC – 3
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Gli idrocarburi incombusti formatisi secondo i meccanismi
precedentemente elencati possono ossidarsi parzialmente venendo in
contatto con i gas combusti ad alta temperatura all’interno del cilindro
nel corso delle fasi finali dell’espansione e durante lo scarico.
L’ossidazione può poi procedere anche nel primo tratto del condotto di
scarico (sono comunque necessarie temperature superiori ai 600°C e
tempi di residenza superiori ai 50 ms).
Circa il 50% degli HC emessi è costituito da idrocarburi incombusti,
mentre la frazione restante è costituita da prodotti di parziale
ossidazione e di pirolisi. La composizione degli HC dipende dalle
caratteristiche del combustibile di partenza:• carburanti con elevato tenore di olefine ed aromatici tendono a dare
HC particolarmente reattivi
• carburanti come il metano tendono a dar luogo alla formazione di
HC poco reattivi
• carburanti contenenti composti ossigenati (alcoli, eteri) tendono ad
incrementare le emissioni di aldeidi
g q
motori ad accensione comandata
Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: HC
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Dipendenza dalla dosatura
La concentrazione degli HC è particolarmente elevata sia nel campo delle
miscele ricche (ove, tra le cause di formazione, sono prevalenti lo
spegnimento a parete, l'intrappolamento di parte della carica negliinterstizi e nel film d’olio lubrificante), sia nel campo delle miscele magre
(dove predominano lo spegnimento all’interno della carica e le mancate
accensioni), mentre è minima per valori di dosatura 1.15 st.
Dipendenza dall’anticipo di accensione
L’aumento dell’anticipo comporta generalmente un incremento degli HC:
con bassi valori di anticipo si hanno pressioni e temperature più elevate
durante la fase finale dell'espansione in cui avviene l’ossidazione degliHC che non hanno partecipato in precedenza alla combustione perchè
intrappolati nello strato di spegnimento o negli interstizi. Con dosature
magre la tendenza può cambiare: difatti al crescere della dosatura, la
velocità di avanzamento del fronte di fiamma diminuisce e con anticipitroppo bassi si possono raggiungere condizioni di combustione
incompleta o di misfiring.
motori ad accensione comandata
Emissioni in funzione dell’anticipo di accensione
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Emissioni in funzione dell anticipo di accensione
motori ad accensione comandata
Controllo delle emissioni inquinanti:
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Controllo delle emissioni inquinanti:motori ad accensione comandata
Per ridurre le emissioni inquinanti si seguono due direttive, l’una intesa a
prevenire la formazione, l’altra a eliminarli dopo che si sono formati e
prima di immetterli nell’atmosfera.
Per la prevenzione della formazione si può:
-intervenire sulla qualità del combustibile;
-intervenire sul sistema di alimentazione del combustibile;
-Intervenire sul processo di combustione
Allo stato attuale tali interventi, pur contribuendo in modo significativo
alla riduzione delle emissioni, non consentono tuttavia di raggiungere i
livelli previsti dalle normative vigenti.
Per l’ulteriore abbattimento delle emissioni si ricorre a:
-trattamento catalitico dei gas di scarico;
Intervento sulla qualità del combustibile – 1
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L‘utilizzo di dispositivi di tipo catalitico per il trattamento dei gas di
scarico ha determinato una drastica riduzione del contenuto di
piombo nelle benzine. E’ stato quindi necessario aumentare laresistenza alla detonazione delle benzine sia modificando la
composizione delle benzine in sede di raffinazione, aumentando il
contenuto di idrocarburi a catena chiusa o ramificata, sia mediante
addizione di sostanze dotate di elevate qualità indetonanti, qualialcuni alcoli (metanolo ed etanolo) ed eteri (MTBE, ETBE).
Per contro, tali interventi possono portare ad emissioni di
idrocarburi incombusti particolarmente reattivi o tossici: l’aumento
del tenore di aromatici può incrementare le emissioni di compostialtamente tossici, mentre l’utilizzo nelle benzine di percentuali
rilevanti di composti ossigenati, soprattutto alcoli, può incrementare
notevolmente le emissioni di aldeidi.
Intervento sulla qualità del combustibile 1
motori ad accensione comandata
Intervento sulla qualità del combustibile – 2
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Tra gli interventi attuati sui combustibili ricordiamo:
Miglioramento del processo di raffinazione dei carburanti
Lo scopo è quello di ottenere buone qualità indetonanti, riducendo alcontempo il contenuto di idrocarburi particolarmente reattivi per
quanto concerne la formazione di smog fotochimico o tossici (ad
es., riduzione del tenore di aromatici e di benzene).
Eliminazione dello zolfo
Attualmente il contenuto di zolfo delle benzine è estremamente
ridotto e le emissioni di ossidi di zolfo da motori ad accensione
comandata possono ritenersi trascurabili.
motori ad accensione comandata
Intervento sulla qualità del combustibile – 3
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Utilizzo di combustibili alternativi
Tra i possibili combustibili alternativi per i motori ad accensione
comandata, il più importante è senz’altro il gas naturale (CNG -
Compressed Natural Gas), costituito prevalentemente da metano. I
principali vantaggi in termini di emissioni sono i seguenti:
• Riduzione emissioni CO2 (grazie all’elevato rapporto H/C ed al più
elevato rendimento raggiungibile in virtù dei più elevati rapporti di
compressione consentiti dall’alto numero di ottano)• Riduzione emissioni idrocarburi reattivi fino al 90%
• Possibili riduzione emissioni CO (grazie ai minori arricchimenti
richiesti nei transitori)
Per contro, l’utilizzo del metano può portare ad incrementi delle emissioni
di NOx data la necessità di aumentare l’anticipo di accensione a causa
della minor velocità di propagazione del fronte di fiamma, e può richiedere
l’uso di catalizzatori specifici, data la difficoltà di realizzare l’ossidazionedegli idrocarburi metanici, scarsamente reattivi, da parte dei catalizzatori
tradizionali.
motori ad accensione comandata
Confronto emissioni benzina –metano
motori ad accensione comandata
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motori ad accensione comandata
Interventi sul sistema di alimentazione del
combustibile
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Il sistema di alimentazione del combustibile può contribuire alla
riduzione delle emissioni emesse dal motore applicando le seguenti
strategie:
- riduzione dell'arricchimento necessario in condizioni di avviamento
a freddo, di funzionamento al minimo, di transitori di accelerazione.
- utilizzo della funzione di cut-off per ridurre gli HC in fase di rilascio.
- riduzione delle disuniformità di dosatura tra cilindro e cilindro per
ridurre le emissioni di CO
combustibile
motori ad accensione comandata
Interventi sul processo di combustione – 1
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La soluzione più recente è l’impiego dell’iniezione diretta di benzina
(GDI) che, con una opportuna geometria della camera, consente di
realizzare ai carichi parziali una stratificazione della carica,concentrando il carburante in prossimità della candela in modo da
creare localmente una dosatura circa stechiometrica con buona
propagazione di fiamma.
I meccanismi di formazione degli inquinanti si modificano
sostanzialmente rispetto al caso tradizionale di carica omogenea.
Interventi sul processo di combustione – 1
motori ad accensione comandata
Interventi sul processo di combustione – 2
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L’iniezione diretta in camera nei motori ad accensione comandata
comporta:
- la riduzione del consumo di combustibile ai carichi parziali ( 20%)ed al minimo ( 35%), con conseguente riduzione delle emissioni di
CO2;
- la formazione di HC dovuta all’intrappolamento della carica negli
interstizi e nel velo di lubrificante può essere ridotta drasticamente
dalla stratificazione della carica, tuttavia l’iniezione del combustibile
in fase di compressione avanzata ai carichi parziali ed al minimo può
causare un sostanziale incremento delle emissioni specifiche HC, a
causa dei ridotti tempi disponibili per l’evaporazione delle gocce e
per il miscelamento aria-combustibile;- i ridotti tempi disponibili per l’evaporazione delle gocce possono
causare l’insorgere di apprezzabili emissioni di particolato;
- le emissioni di NOx possono essere ridotte marcatamente ai carichi
parziali ( 20-50%) anche grazie alla possibilità di utilizzare piùelevate percentuali di EGR.
motori ad accensione comandata
Interventi sul processo di combustione – 3
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La stratificazione della carica comporta uno studio “ad hoc” del
sistema catalitico per il trattamento dei gas di scarico: è
necessario difatti ridurre gli NOx in un ambiente fortementeossidante, poiché ai carichi parziali questi motori possono
raggiungere rapporti aria/combustibile pari a 2 o 3 volte il valore
stechiometrico.
Ulteriori difficoltà possono derivare dalla bassa temperatura dei
gas di scarico, sensibilmente inferiore rispetto ai motori a carica
omogenea dato il forte eccesso di aria.
motori ad accensione comandata
Trattamento catalitico dei gas di scarico
motori ad accensione comandata
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Per soddisfare i livelli di emissioni previsti dalle normative vigenti è
necessario intervenire sui gas combusti, a valle della formazione degli
inquinanti.
Per l’ossidazione di HC e CO potrebbero essere impiegati sistemitermici (postcombustione omogenea in reattori termici), che richiedono
temperature superiori ai 600° - 700 °C, nonché l’iniezione di aria allo
scarico nel caso in cui il motore sia alimentato con miscela ricca.
Per la riduzione degli NOx l’unica possibilità è rappresentata dall’uso disistemi catalitici.
Si ricorrere ad un trattamento catalitico - che consente di ottenere
buone efficienze già al di sopra dei 250° - 300° C - sia per la riduzione
degli NOx sia per l’ossidazione di HC e CO.
Per ottenere simultaneamente elevate efficienze di conversione sia per i
processi di riduzione, sia per i processi di ossidazione si ricorre al
catalizzatore trivalente, che però richiede di mantenere la dosatura, con
scarti inferiori all’1%, nell’intorno del valore stechiometrico.
motori ad accensione comandata
Sistemi cataliticimotori ad accensione comandata
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Evoluzione storica sistemi catalitici
Efficienza catalizzatore a tre vie al
variare della dosatura
Catalizzatore a tre vie
motori ad accensione comandata
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motori ad accensione per compressione
Il processo di formazione delle
emissioni nei motori ad
accensione per compressionefortemente influenzato dalla
disomogeneità della carica, dovuta
alla distribuzione di combustibil
in seno all’aria continuamentevariabile nel tempo.
La combustione avviene pe
accensione di uno spray di
combustibile iniettato in camera di
combustione: ne risulta che le
emissioni dei motori Diesel a
precamera rispetto alle emissioni
dei motori Diesel ad iniezione
diretta sono notevolmente diverse.
Meccanismo di formazione degli inquinanti durante la
b ti d ll di ti d l tt
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combustione delle diverse parti del getto
motori ad accensione per compressione
Zona A: prodotti di
ossidazione parziale
Zona B: prodotti di completa
combustione
Zona C: prodotti di completaossidazione ed NOx a carico
parziale; prodotti di
ossidazione incompleta e
particolato a pieno caricoZona D: prodotti di
ossidazione incompleta e
particolato
Confronto emissioni NO, HC motore Diesel
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,
iniezione diretta ed indirettaI Diesel a precamera (IDI)
tendono ad emettere HC inferiori
rispetto ai motori DI, con scarsadipendenza dal carico. La
miscela aria-combustibile si
ossida parzialmente in
precamera e con il passaggionella camera principale gli HC e
CO trovano ossigeno per la loro
ossidazione.
I Diesel a precamera presentanoNOx più bassi perchè si ha
miscela ricca in precamera (dove
la temperatura è elevata) mentre
in camera principale i livelli ditemperatura sono inferiori.
Meccanismo di formazione degli inquinanti: Nox
motori ad accensione per compressione
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motori ad accensione per compressione
Lo spray è internamente costituito da un nucleo compatto con dosatura
talmente bassa da inibire la formazione degli ossidi, mentre le frazioni
periferiche della carica possono autoaccendersi in condizioni
favorevoli alla formazione degli NOx (elevate temperature, elevateconcentrazioni di ossigeno, tempi di permanenza sufficientemente
lunghi); gli ossidi così formatisi vengono poi "congelati" dal rapido
abbassamento di temperatura derivante dal miscelamento col resto
della carica e dall'espansione.Gli NOx costituiscono il principale inquinante emesso dai motori ad
accensione per compressione (con percentuali di NOx pari al 10-20%
del totale).
Nei motori Diesel a precamera, le emissioni di NOx sono inferiori
rispetto ai valori riscontrati nei motori ad iniezione diretta, poichè nella
precamera, dove le temperature sono elevate, scarseggia l'ossigeno,
mentre nella camera di combustione principale le temperature, nella
successiva fase di combustione, sono a livelli inferiori.
Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: NO
t i d i i
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motori ad accensione per compressione
Dipendenza dalla dosatura
Al crescere del carico (e quindi al diminuire della dosatura), gli NOx
tendono ad aumentare, dal momento che aumentano sia le temperature sia
l’estensione delle zone in cui si trovano concentrazioni di ossigenoprossime ai valori stechiometrici.
Al diminuire del carico le emissioni di NOx decrescono ma in modo ridotto
poichè continuano ad essere presenti zone periferiche del getto con
dosature di poco superiori al valore stechiometrico, e quindi idonee allaformazione di ossidi d’azoto.
Dipendenza dall’anticipo di iniezione
Le emissioni di NOx sono estremamente sensibili all'anticipo di iniezione,
con un notevole incremento all’aumentare dell'anticipo (al cresceredell'anticipo aumentano la pressione e la temperatura massime).
Dipendenza dal tenore di gas residui
La presenza di gas combusti residui del ciclo precedente contribuisce aridurre la temperatura massima, dal momento che tali gas si comportano
come diluenti; quindi l’ EGR è molto efficace per l’abbattimento degli NOx.
Meccanismo di formazione degli inquinanti: HC
t i d i i
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motori ad accensione per compressione
La composizione degli HC emessi dai motori Diesel è complessa e copre
un intervallo di pesi molecolari esteso (per il maggior contenuto di
frazioni altobollenti del gasolio).
Per la misura sperimentale degli HC si effettua un prelievo con lineariscaldata a 190°C, previo filtraggio per eliminare le particelle solide.
Pertanto, poichè una frazione consistente degli idrocarburi incombusti
resta allo stato liquido, adsorbita a nuclei carboniosi, essa viene
computata come emissione di particelle solide (particolato).
Gli HC si formano essenzialmente:
- All'estrema periferia dello spray, dove la fiamma, originatasi in
corrispondenza dei nuclei di accensione, non riesce a propagarsi per labassa concentrazione di combustibile e possono verificarsi quindi
un'ossidazione parziale ed il cracking termico del combustibile.
- Nella zona centrale del getto, ove le ultime gocce iniettate non trovano
più ossigeno sufficiente per bruciare completamente.
Influenza geometria polverizzatore sulle
emissioni di HC
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motori ad accensione per compressione
Riducendo il volume del
pozzetto dell’iniettore,sottostante la tenuta dello
spillo, si ottiene una sensibile
diminuzione dell’emissione di
HC, da parte di un motore adaccensione per
compressione di medio
alesaggio per applicazioni
marine, con unabbassamento molto
modesto del consumo di
combustibile.
Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: HC
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Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: HC
motori ad accensione per compressione
Dipendenza dalla dosatura
Le emissioni di HC sono estremamente sensibili al carico del motore: in
particolare, il funzionamento al minimo o a carichi ridotti portageneralmente ad emissioni nettamente superiori rispetto ai valori
registrati in condizioni di pieno carico.
Dipendenza dall’anticipo di iniezione
Notevole è anche la dipendenza delle emissioni di HC dall'anticipo di
iniezione, con un marcato aumento al diminuire dell’anticipo stesso, al
contrario di quanto avviene per gli NOx: è necessario pertanto ricercare
un valore ottimale dell'istante di inizio mandata, che consenta di
contenere entro livelli accettabili entrambe le emissioni inquinanti.
Meccanismo di formazione degli inquinanti: PM –1
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motori ad accensione per compressione
Il Particolato PM è costituito dall’insieme delle particelle solide di tipo
carbonioso (SOOT), formatesi durante il processo di combustione, e dai
composti organici ad alto peso molecolare, ad esse adsorbite (SolubileOrganic Fraction SOF), insieme che viene portato in sospensione dai gas
di scarico.
La composizione del particolato dipende dalle caratteristiche del motoree del combustibile utilizzato, ma anche dal sistema di prelievo e di
misura impiegato (temperatura di prelievo). Le norme prescrivono che il
prelievo dei gas da analizzare venga effettuato all’interno di un tunnel di
diluizione, in cui i gas vengono miscelati con aria ambiente per simulareil processo di diluizione che si ha nell’atmosfera ed impedire la
formazione di condensa del vapor acqueo: poiché la temperatura a cui si
effettua il prelievo è pari a circa 50°C, l’aliquota SOF è rilevante.
Meccanismo di formazione degli inquinanti: PM –2
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motori ad accensione per compressione
Il Particolato si forma essenzialmente in corrispondenza delle zone
centrali del getto, dove il combustibile iniettato ha difficoltà a trovarecomburente in quantità adeguata: successivamente, grazie al
miscelamento con l’aria, buona parte delle particelle carboniose
formatesi possono ossidarsi (tale processo avviene in modo
particolarmente efficace nei motori a precamera, data la maggior turbolenza).
Inoltre, nei condotti di scarico e nel tunnel di diluizione, al diminuire
della temperatura sulle particelle carboniose condensano idrocarburi
incombusti ad alto peso molecolare e solfati.
Dipendenza dalle condizioni di funzionamento: PM
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motori ad accensione per compressione
Dipendenza dalla dosatura
Le emissioni di particolato sono estremamente sensibili al carico del
motore e manifestano un incremento marcato al crescere del carico(ovvero al diminuire della dosatura).
Dipendenza dall’anticipo di iniezione
Si osserva un marcato aumento delle emissioni di particolato al diminuiredell’anticipo di iniezione, al contrario di quanto avviene per gli NOx: è
necessario pertanto ricercare un valore ottimale dell'istante di inizio
mandata, che consenta di contenere entro livelli accettabili entrambe le
emissioni inquinanti.Notevoli miglioramenti possono ottenersi con l’uso di iniezioni multiple
nell’ambito del medesimo ciclo, possibile nei sistemi ad iniezione diretta
“common rail”.
Controllo delle emissioni inquinanti:motori ad accensione per compressione
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motori ad accensione per compressione
Per la prevenzione della formazione si può:
-intervenire sulla qualità del combustibile;
-intervenire sul motore.
Allo stato attuale tali interventi, pur contribuendo in modo significativo
alla riduzione delle emissioni, non consentono tuttavia di raggiungere i
livelli previsti dalle normative vigenti.
Per l’ulteriore abbattimento delle emissioni si ricorrere a:
-trattamento catalitico dei gas di scarico;
Intervento sulla qualità del combustibile – 1
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motori ad accensione per compressioneRiduzione dello zolfo
Riducendo il tenore di zolfo possono essere ridotte le emissioni di SOx e
di particolato: inoltre la riduzione del tenore di zolfo consente l’utilizzo di
catalizzatori operanti a temperature superiori ai 350°C senza aumentarela formazione di solfati per ossidazione dell’ SO2.
Riduzione del tenore di aromatici
Riducendo il tenore di aromatici possono essere ridotte le emissioni di
particolato, nonché la tossicità della frazione SOF: inoltre la riduzione
del tenore di aromatici porta ad un miglioramento delle caratteristiche di
accendibilità (ovvero ad un più elevato numero di cetano), portando ad
una riduzione degli ossidi di azoto.
Riduzione frazioni altobollenti
Riducendo le frazioni altobollenti possono essere ridotte le emissioni di
particolato, soprattutto per la frazione SOF.
Intervento sulla qualità del combustibile – 2
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motori ad accensione per compressioneUso di combustibili alternativi
Particolarmente interessanti appaiono gli esteri di olii vegetali, quali ad
esempio il metilestere di olio di colza (indicato spesso come RME, “RapeSeed MethylEster” o biodiesel), che presentano i seguenti vantaggi per
quanto concerne le emissioni:
- riduzione emissioni CO2, come tutti i combustibili di origine vegetale
- assenza di solfati, data l’assenza di zolfo nel combustibile
- riduzione potenziale mutageno HC e SOF data l’assenza di composti
aromatici nel combustibile
Per contro possono dar luogo ad inconvenienti, quali l’aumento delle
emissioni di aldeidi, diluizione del lubrificante, imbrattamento degli
iniettori.
Intervento sul motore – 1
motori ad accensione per compressione
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utilizzo di sistemi di iniezione ad alta pressioneSistemi tipo “common rail” o iniettore-pompa (p > 1000 bar) consentono
ottenere un’ottima polverizzazione del getto riducendo sia NOx s
particolato. Inoltre la possibilità di realizzare più iniezioni nel medesimo cic
consente di ottenere ulteriori miglioramenti, anche dal punto di vista del
gestione del catalizzatore.
utilizzo di sistemi di ricircolo dei gas di scarico (EGR)
Consentono di ottenere consistenti riduzioni di NOx.
utilizzo della sovralimentazione con interrefrigerazioneLa sovralimentazione, causando un aumento della pressione e del
temperatura all’atto dell’iniezione, favorisce l’autoaccensione d
combustibile, contribuendo a ridurre HC e particolato.
L’interrefrigerazione consente inoltre di ridurre le emissioni di NOx.
impiego di camere di combustione ad alta turbolenza
Incrementando la turbolenza in camera, tramite un opportuno disegno della
camera stessa e dei condotti di aspirazione è possibile ottenere un più
efficace miscelamento del getto con l’aria ed una consistente riduzione di
particolato ed HC.
Sistema Unijet e Multijet Fiat
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Trattamento catalitico dei gas di scarico
motori ad accensione per compressione
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motori ad accensione per compressione
Per raggiungere i livelli di emissioni previsti dalle normative vigenti è
necessario il ricorso ad interventi a valle della formazione di inquinanti.
Tali interventi devono essere mirati essenzialmente all’abbattimento del
particolato, degli idrocarburi incombusti e degli ossidi d’azoto.
L’estensione ai motori ad accensione per compressione dei convertitori
catalitici incontra qualche difficoltà a causa dell’alimentazioneglobalmente povera, della presenza di zolfo e delle basse temperature
(200 300 °C) dei gas allo scarico. Gli ultimi due fattori riducono l’efficacia
delle marmitte catalitiche ossidanti, con cui si cerca di abbattere HC e
PM.Più difficile l’utilizzo di convertitori con azione contemporaneamente
ossidante e riducente, per trattare NOx ed HC allo scarico del motore,
perchè richiederebbe un’alimentazione del motore molto prossima al
valore stechiometrico.
Trappole per il filtraggio dei gas combusti
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motori ad accensione per compressioneAttualmente la “trappola” è forse il
sistema più efficace per il
controllo del particolato. Essa
agisce da barriera meccanica per
il passaggio delle particelle. Si
tratta di un filtro capace di
sopportare elevate temperature,
che trattiene il particolato portatoin sospensione dai gas di scarico
e viene ad intermittenza pulito,
ossidando le particelle carboniose
accumulate.
I filtri più diffusi sono quelli
ceramici: monolitici a celle ed a
fibre avvolte.
Trappola monolitica a nido d’ape
Strategia di rigenerazione del filtro del
particolato (CRF)
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Previsioni riduzione emissioni CRF
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Richiami sui principali idrocarburi
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AlkiliciParaffine (alkanes): CnH2n+2 idrocarburo a catena aperta con legame
singolo
Cicloparaffine o nafteni (cyclanes): CnH2n idrocarburo non saturo ad anello
chiuso privo di doppi legami
Olefine (alkenes): CnH2n idrocarburo a catena aperta contenente un doppio
legame, e quindi insaturi
Acetilenici (alkines): CnH2n-2 idrocarburo non saturo a catena aperta contriplo legame
AromaticiCnH2n-6 Elemento caratterizzante è il benzene, con struttura ad anello e tre
doppi legami. Struttura particolarmente stabile che può accomodareulteriori gruppi –CH2 (es. C6H6, C7H8, ..) nella ramificazione esterna
all’anello.
Alcoli
CnH2n+1OH Un atomo di idrogeno è sostituito da un gruppo ossidrile(es. CH3OH, alcol metilico o metanolo)