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"Prospettive per una Comunicazione Minima con il Paziente in Stato Vegetativo" Poster di David Polezzi, Alessio Barsaglini. Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova. Presentato a Padova per il convegno "Neuroetica" 3-7/06/2010. Poster relativi a lavori sperimentali, teorici, analitici e critici riguardanti le applicazioni e le ricadute filosofiche, sociali, legali e politiche della ricerca neuroscientifica.
Citation preview
EMOTIV:
Prospettive per una Comunicazione Minima
con il Paziente in Stato Vegetativo
David Polezzi, Alessio Barsaglini
Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova
TASSONOMIA DISORDINI DELLA COSCIENZA
I disordini della coscienza sono fra le condizioni meno comprese ed
eticamente più problematiche della medicina moderna. Lo studio e
il trattamento di tali disordini devono fare fronte al problema di
rilevare funzioni cognitive residue e consapevolezza in pazienti
totalmente o parzialmente incapaci di produrre movimenti.
•Per stato di morte cerebrale si intende uno stato di totale assenza di
attività neuronale.
•Nello stato di coma, invece, il paziente è privo di un qualsiasi
residuo di coscienza, a seguito di un trauma cranico o anossia
cerebrale.
•Dallo stato di coma si può avere un completo recupero o evolvere
nello stato vegetativo, in cui il paziente riacquista un ciclo sonno-
veglia pur non essendo consapevole né di se stesso né dell’ambiente
circostante.
•Talvolta pazienti in stato vegetativo possono riacquisire
parzialmente uno stato di consapevolezza e questo stato, detto di
coscienza minima, può essere diagnosticato.
Figura 1- Tassonomia dei disordini della coscienza.
ISOLE DI COSCIENZA NEGLI STATI VEGETATIVI
Nello stato vegetativo non c’è una totale perdita delle funzioni
corticali, ma esistaono “isole” di funzioni cognitive preservate
(Schiff et al., 2002).
Su 5 pazienti in stato vegetativo, 2 hanno mostrato in alcune aree
cerebrali un metabolismo del 50-80% del normale.
Menon e colleghi (1998) hanno sottoposto una paziente in stato
vegetativo persistente ad un compito di osservazione di immagini di
volti familiari e di immagini di controllo (ottenute modificando le
immagini dei volti in modo che non fosse più riconoscibile alcun
volto). L’attività cerebrale misurata con fMRI mostrò una
significativa attivazione nel giro fusiforme in corrispondenza della
presentazione dei volti familiari (vedi figura 2).
Risultati simili in pazienti in stato vegetativo sono stati ottenuti
anche in seguito alla presentazione di altri tipi di stimoli come quelli
nocivi e tattili (Laureys et al., 2002; Schiff et al., 2005) o stimoli
uditivi (Laureys et al., 2000; Owen et al., 2002, 2005; Boly et al.,
2004; Schiff et al., 2005).
Figura 2- Attivazione del giro fusiforme in
una paziente in stato vegetativo a seguito
della presentazione di volti familiari.
Ad una paziente in stato vegetativo fu chiesto di immaginare di
giocare a tennis e di camminare nella propria casa. La fMRI rivelò
l’attivazione della corteccia motoria esattamente come nei controlli
(vedi figura). (Owen e colleghi 2006).
Gli ultimi studi in questo campo usano la fMRI per ottenere delle
risposte di tipo “si/no” a semplici domande. Ad un gruppo di
pazienti in Stato Vegetativo o di Minima Coscienza fu chiesto di
evocare e mantenere un’immagine mentale per rispondere “si” e una
seconda immagine per il “no”. Successivamente, gli stessi risposero
ad alcune semplici domande che prevedevano una risposta
dicotomica (es. “Il nome di tuo padre è Alessandro?”).
Su 54 pazienti, 5 riuscirono a rispondere correttamente. Il limite di
questo metodo è che la fMRI non permette di stabilire una forma
comunicazione diretta e continua con il paziente, data la complessità
della scansione (Monti et al., 2010).
EMOTIV
Emotiv, rispetto alla fMRI, presenta numerosi vantaggi:
•Facilità d’uso: Il dispositivo si basa sulla rilevazione del segnale
EEG e deve essere semplicemente indossato. Inoltre, non necessita
di abrasioni allo scalpo in corrispondenza degli elettrodi.
•Portatile: Il dispositivo è piccolo, facilmente trasportabile ed
utilizzabile ovunque, con l’ausilio di un computer.
•Ripetibilità d’uso: la facilità di rilevazione del segnale EEG
implica che Emotiv può essere usato più volte da uno stesso utente,
senza creare fastidio o disagio.
•Capace di rilevare la soggettività: Emotiv non presuppone una
particolare attività cerebrale per produrre un comando, ma è in
grado di apprendere l’attività peculiare di un singolo soggetto
associata ad una particolare azione del cubo. Questo rende il
dispositivo estremamente adattabile ad ogni paziente ed in grado di
rilevare intenzioni anche in pazienti con aree cerebrali inattive o
ipoattive.
•Buona discriminazione: Emotiv basa la sua rilevazione su 16
elettrodi distribuiti in tutto lo scalpo che permettono di discriminare
in maniera più fine, rispetto alle precedente versioni di interfaccia
uomo-computer, fra le varie “intenzioni di movimento”.