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Report Incontro di presentazione del progetto Enerver 16 dicembre 2019 Sala Cnos-‐Fap / Corso Randaccio 18 -‐ Vercelli
Il primo incontro del percorso di confronto con la cittadinanza in merito al progetto Enerver, promosso da Polioli Bioenergy, si è tenuto il 16 dicembre 2019 presso la sala del Centro Cnos-‐Fap di Vercelli. L’incontro si è aperto con l’introduzione di Agnese Bertello, Ascolto Attivo srl, che ha illustrato gli obiettivi del ciclo di incontri e le modalità di svolgimento della serata. Gli incontri sono intesi come occasione per informare in maniera trasparente e approfondita sul progetto e per ascoltare i punti di vista dei cittadini, mettendo l’accento sulle criticità e le preoccupazioni. Il progetto è in fase autorizzativa: dagli incontri con le istituzioni potranno emergere proposte di interventi e modifiche; allo stesso modo, gli incontri con i cittadini rappresentano un’opportunità per mettere a fuoco eventuali interventi migliorativi.
Si sono quindi susseguiti tre interventi distinti:
• intervento di Grammenos Mastrojeni, Segretario generale aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo
• Intervento di Giacomo Bombardieri, Amministratore Delegato Polioli Bioenergy • Intervento di Federico Frascari, Direttore Tecnico Enerver.
Grammenos Mastrojeni, esperto di economia circolare è intervenuto, in collegamento dalla Regione Sardegna, per presentare lo scenario generale nazionale e internazionale nel quale il progetto Enerver può collocarsi. Giacomo Bombardieri, AD di Polioli Bioenergy, ha presentato la storia del progetto e del sito chimico nel quale andrebbe ad inserirsi; Bombardieri ha inoltre evidenziato i punti di forza del progetto. Federico Frascari, direttore tecnico del progetto, ha invece raccontato in maniera dettagliata le caratteristiche del progetto, soffermandosi sugli aspetti tecnologici, sul processo di trasformazione dei rifiuti organici e di produzione del compost e del biometano.
Dopo le presentazioni, seguendo le indicazioni di Stefania Lattuille di Ascolto Attivo s.r.l., si sono formati i diversi gruppi di lavoro che hanno dato via alla discussione all’interno di ciascuno dei tre tavoli prenti. Gli esiti sono stati condivisi in plenaria dai facilitatori –collaboratori di Ascolto Attivo-‐ presenti ai tavoli (Cristina Turconi, Alessandra Scala, Alessandro Matonti) ed è seguito un primo momento di risposte da parte dei progettisti presenti.
I partecipanti hanno espresso in particolare la necessità di maggiori approfondimenti in merito alle ragioni strategiche del progetto (considerando la presenza di altri impianti per il trattamento dell’organico nel territorio), alle ricadute per i cittadini in termini di risparmi economici e di nuova occupazione e sviluppo, agli aspetti ambientali, in particolare relativamente alle emissioni odorigene.
Di seguito si presentano gli esiti dei singoli tavoli di lavoro.
Gruppo di Lavoro 1 Facilitatrice: Cristina Turconi La discussione si è svolta in un clima disteso e rilassato; tutti i presenti hanno partecipato attivamente e con ingaggio alla discussione.
I partecipanti al tavolo condividevano un medesimo background professionale, c’è stato quindi una discussione approfondita sugli aspetti tecnici del progetto, che evidenziava la necessità di favorire l’innovazione in questo settore. Idea comune emersa è che bisogna credere nello sviluppo tecnologico o ci si ferma.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, ci si è soffermati sui seguenti aspetti:
1. emissioni odorigene, 2. digestione anaerobica, 3. recupero degli scarti agroalimentari 4. alimentazione energetica impianto.
In merito al primo punto, sono state espresse alcune perplessità circa i dati presentati e relativi alla fase di test sul trattamento degli odori: da questi risultava che una persona su due nel raggio 500 mt può percepire odori. Sono state richieste ulteriori delucidazioni in merito a come è stato svolto il test, la misurazione del dato e il relativo esito e come mai la percentuale di odori percepiti risulta così alta.
La scelta di convogliare le emissioni verso l’alto, attraverso la costruzione di un camino di 15 mt, per non avere ricadute sul suolo non è parsa efficace. È stato chiesto se ci fossero altre modalità per trattare le emissioni che non prevedessero la costruzione del camino, che ha un impatto visivo negativo e potrebbe influire sulla percezione degli odori da parte della popolazione locale.
La digestione anaerobica (punto 2) ha suscitato interesse; è emersa l’esigenza di ulteriori approfondimenti circa gli acceleratori chimici e la tipologia di batteri che vengono aggiunti durante il processo. Al tavolo era presente Sergio Frascari, partner del progetto, che ha fornito alcune delle risposte direttamente al tavolo.
In merito al terzo aspetto, il recupero degli scarti agroalimentari, gli interrogativi riguardavano gli attuali modelli di smaltimento di questa frazione organica a Vercelli: quali altri impianti di smaltimento ci sono sul territorio. Gli ultimi temi tecnici hanno riguardato le modalità di alimentazione energetica dell’impianto (quanta energia consuma, e qual è il tempo dell’intero ciclo).
Il gruppo ha poi affrontato altri aspetti del progetto, in particolare ci si è focalizzati sulle sinergie sul territorio che devono, secondo i partecipanti, essere rafforzate. Sono stati richiesti approfondimenti circa progetti che coinvolgeranno le scuole e/o eventuale possibilità di visita da parte dei cittadini all’impianto.
Secondo i partecipanti, è necessario comunicare meglio ai cittadini le informazioni sui progetti che verranno sviluppati in sinergia sul territorio: sono punti di forza non pienamente utilizzati perché non conosciuti.
Gruppo di lavoro 2 Facilitatrice: Alessandra Scala
Le tematiche emerse sono state tutte relative alle modalità operative perché erano tutti molto d’accordo sulla fondamentale importanza e l’opportunità di procedere alla realizzazione dell’impianto proposto. L’iniziale diffidenza a parlare e anche a sedersi al tavolo è stata poi superata.
Si sono evidenziate 4 aree tematiche su cui i partecipanti sentivano il bisogno di maggiore approfondimento:
• Tempistiche, • Costi/investimenti, • Compartecipazione dei cittadini al ritorno economico del progetto, • Sinergie fra il polo esistente e il nuovo impianto.
Per i partecipanti al tavolo 2 non era chiaro in quale fase si trovi il progetto, se ancora in fase autorizzativa oppure no; di conseguenza, è emersa l’esigenza di sapere quali potranno essere i tempi sia per l’iter autorizzativo sia per la completa realizzazione dell’impianto. È emersa preoccupazione in merito a un eventuale esito negativo del processo autorizzativo.
Parallelamente, i partecipanti si sono interrogati in merito agli investimenti necessari per la realizzazione dell’impianto e sulla effettiva possibilità di reperimento dei fondi necessari. Ci si è domandati se costi e investimenti provenissero da fondi pubblici del territorio stesso.
L’argomento su cui i partecipanti si sono concentrati particolarmente è l’impatto diretto del progetto per i cittadini: quali sono le ricadute possibili? Sono stati riportati esempi anche di paesi nordici in cui il conferimento di sfalci e potature viene ricompensato con quantitativi di metano o con sconti. Collegato a questo tema, è nata l’esigenza di capire meglio il processo di smaltimento del rifiuto e come e da quali attori venga alimentato il nuovo impianto. Al tavolo si sono interrogati sulla eventualità che i CMR, i Centri Multi Raccolta continuino a esistere e se il loro ruolo verrà modificato, in modo che possano comunque agevolare il cittadino disponibile a conferire materiali per l’impianto a ricevere un giusto compenso.
Sempre sul tema delle agevolazioni per il cittadino, si è ipotizzata la possibilità di una riduzione della tassa sui rifiuti per tutti i residenti della zona.
Infine, il tema che preoccupava i partecipanti al tavolo erano le sinergie tra polo esistente e impianto da realizzare. Ci si è chiesti: quali servizi potrà dare il polo esistente al nuovo impianto, se si tratta di servizi duraturi nel tempo e se l’impianto consentirà di dare stabilità e futuro al polo esistente.
Gruppo di Lavoro 3 Facilitatore: Alessandro Matonti
L’interesse per il progetto era molto vivo; i partecipanti al tavolo hanno seguito fin dagli inizi la storia di Enerver.
Il lavoro si è aperto con la delusione di tutti per la scarsa partecipazione della comunità. Il problema è stato ampiamente dibattuto in campagna elettorale e ha trovato molto spazio sui media locali; secondo i partecipanti, esauritasi la spinta politica elettorale iniziale, la tematica ha perso progressivamente l’attenzione. I partecipanti hanno espresso la richiesta di pubblicizzare maggiormente questi eventi perché possano partecipare più persone.
Il primo tema affrontato è stato proprio la storia del progetto. Ci si è chiesti quanto abbia contributo il cambio amministrativo recente e in merito al percorso di dialogo e ascolto si volevano più chiarezza in merito agli obiettivi: questa iniziativa serve a coinvolgere o solo informare? Il progetto può essere rivisto/cambiato? È già stato approvato?
In seguito le domande del gruppo si sono concentrate sull’impianto e sui bisogni del territorio. Nell’analisi fatta dai partecipanti, il territorio risulta già fortemente stressato dalle varie attività industriali e antropiche, con conseguenze vantaggiose o negative per la popolazione. È stato citato, per esempio, il caso di Saluggia, dove sono presenti scorie nucleari.
I partecipanti quindi hanno espresso la necessità di un approfondimento in merito alle ragioni strategiche del progetto in considerazione delle esigenze del territorio: è un impianto necessario
considerando che oggi la FORSU viene già destinata al centro di San Nazaro Sesia (impianto che raccoglie i rifiuti delle province di Vercelli e Novara)? Come contribuirebbe questo impianto alla gestione dei rifiuti? È una forma di concorrenza con altri impianti già esistenti?
È emersa la necessità di dati più precisi sul quantitativo complessivo dei rifiuti in entrata, sul bacino di raccolta e di conseguenza sul traffico veicolare.
Accanto a questo tema si è sviluppata la discussione in merito ai vantaggi per la comunità: ci sarà un risparmio energetico? Ci sarà un ritorno economico?
Ci si è confrontati anche sul biometano: come risorsa energetica, lascia qualche dubbio ai partecipanti soprattutto in merito alla sua promozione e fruizione. Si è affrontato il tema degli incentivi al biometano: questo mercato è stato fortemente condizionato dal ritorno economico degli incentivi, da una mancanza di regole e da un incerto vantaggio ecologico. Come si inserisce il progetto in questa confusa situazione? In merito alla sicurezza, ci si è interrogati su cosa potrebbe succedere in caso di incendio (Quali danni porterebbero i gas? Potrebbero esserci ripercussioni nell’integrità falde acquifere? Sono presenti sostanze chimiche potenzialmente pericolose per l’ambiente?). Per i partecipanti è importante sapere inoltre dove si trova l’aggancio alla rete Snam per far confluire il biometano.
Ci si è domandati, inoltre, se e in che modo Polioli Chimica beneficerà della produzione energetica della Polioli Bioenergy.
***
Condivisi in plenaria gli esiti del lavoro dei tre gruppi, si è aperto un confronto con una prima serie di delucidazioni e risposte da parte dei referenti del progetto presenti, con promessa di approfondimenti e risposte durante il prossimo incontro che è stato già fissato al 21 gennaio 2020, sempre dalle 18 alle 20, in sede che verrà comunicata ai primi di gennaio.
Nel ringraziare per la partecipazione e il dialogo costruttivo della serata, al termine si è confermata la stesura del presente report e la sua pubblicazione sul sito Enerver, comunicando la disponibilità delle facilitatrici di Ascolto Attivo a recepire via e-‐mail eventuali istanze, domande o richieste anche di sessioni dedicate a singoli temi.
Milano-‐Vercelli, 20.12.2019
per Ascolto Attivo s.r.l.
Agnese Bertello e Stefania Lattuille