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Entamoeba histolytica
G. Di Bonaventura, PhD
CI Microbiologia e Microbiologia ClinicaCds Medicina e Chirurgia
Università “G. d’Annunzio” di Chieti-PescaraAA 2019-2020
▪ Phylum: Sarcomastigophora
▪ Subphylum: Sarcodina
▪ Protozoi a vita libera
▪ Privi di parete cellulare (pleomorfi)
▪ Citoplasma: ecto- ed endo-plasma
▪ Vacuoli (digestivo e contrattile)
▪ Mobili per pseudopodi
▪ movimento lento, ameboide (fluido)
▪ Patogenicità: interessano l’intestino od il SNC
▪ Entamoeba histolytica (dissenteria amebica)
▪ Acanthamoeba spp. (cheratite, encefalitegranulomatosa amebica)
▪ Naegleria fowleri (meningoencefaliteamebica primaria)
Sarcodina (amebe)
Sarcodina – movimento «ameboide»
Epidemiologia
▪ Differenti specie appartenenti al genere Entamoeba infettano l’uomo (antropoparassitosi), sebbene non tutte instaurino un processo morboso:
▪ E. histolytica è patogena, associata ad infezioni intestinali ed extraintestinali
▪ E. dispar, E. coli sono generalmente commensali (overlapping morfologico con E. histolytica)
▪ Trasmissione dell’infezione: “four F” infection (flies, food, fingers, fornication)
▪ L’infezione è diffusa in tutto il mondo, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo. Nei Paesi industrializzati, i gruppi a rischio includono maschi omosessuali (trasmissione per contatto sessuale), viaggiatori, popolazioni istituzionalizzate (anziani, portatori di handicap, soggetti con infezioni croniche).
▪ Incidenza annuale di dissenteria amebica: 500 milioni di casi
▪ Mortalità annuale: 0.02% (100.000 casi)
Ciclo biologico
▪ Ciclo monoxeno (ciclo diretto; singolo ospite)
▪ L’infezione viene contratta mediante ingestione di cisti mature presenti su mani, alimenti od acqua contaminati.
▪ Nel piccolo intestino avviene l’escistamento con rilascio di trofozoiti(forma minuta) che migrano verso il grande intestino.
▪ Nella maggior parte dei casi, i trofozoiti rimangono confinati al lume intestinale (infezione non invasiva) di soggetti asintomatici. In alcuni pazienti, tuttavia, i trofozoiti differenziano in forme istolitiche in grado di invadere la mucosa intestinale (malattia intestinale) e, per via ematica, raggiungono il fegato, il cervello ed i polmoni (malattia extraintestinale) con relative manifestazioni patologiche.
▪ I trofozoiti si moltiplicano per fissione binaria ed in presenza di condizioni sub-ottimali (intestino retto) producono cisti che vengono così eliminate con le feci. Grazie alla complessità dei loro involucri, le cisti possono resistere per 2-3 settimane nell’ambiente circostante.
▪ Nelle feci diarroiche possono essere rinvenuti i trofozoiti che, tuttavia, vengono rapidamente distrutti una volta all’esterno dell’ospite e, se ingeriti, non riescono a sopravvivere all’ambiente gastrico.
▪ E’ stato dimostrato che le forme invasive e non invasive corrispondono a due differenti specie (E. histolytica ed E. dispar, rispettivamente) sebbene non tutti i soggetti infettati da E. histolyticapresenteranno la malattia invasiva. Queste due specie sono morfologicamente indistinguibili.
Trofozoite e cisti
▪ Forma «minuta»: ▪ piccole dimensioni (20 µm)▪ lenta divisione▪ assenza di mitocondri (anaerobiche)▪ commensale▪ generalmente asintomatica
▪ Forma «istolitica»: ▪ grandi dimensioni (50 µm)▪ metabolismo attivo▪ rilevante motilità per strisciamento (simile a elminti)▪ capace di perforare l’intestino (ulcere «a fiasco») e
raggiungere il circolo ematico
▪ Cisti:▪ tetranucleata▪ dotata di parete, corpi cromatoidi e vacuoli
contenenti glicogeno▪ sopravvivono nell’ambiente fino a 2 settimane
Sindromi cliniche
Numerosi sono i quadri patologici causati da E. hystolityca:
▪ Infezione asintomatica (“amebiasi luminale”); la più frequente, causata da E. dispar
▪ Amebiasi intestinale invasiva
- dissenteria: dopo 10-20 gg produzione di feci diarroiche contenenti muco e sangue; può causare rapido exitus in soggetti immunocompromessi
- colite, appendicite (peritonite), megacolon tossico
- ulcere intestinali «a fiasco»: lesione mucosale di piccole dimensioni, ma slargata nella sottomucosa
▪ Amebiasi extraintestinale invasiva
- ascesso epatico (ameboma), peritonite, ascesso pleuropolmonare, ascesso cutaneo e lesioni amebiche genitali
ulcere intestinali «a fiasco»
ascesso epatico
Diagnosi di laboratorio
▪ L’identificazione microscopica delle cisti (e, meno frequentemente, di trofozoiti) nelle feci è il metodo più comunemente impiegato per diagnosticare l’infezione▪ feci «concentrate», osservate a fresco con o senza colorazione con iodio
(Lugol), oppure colorate previa fissazione (tricromica).
▪ I trofozoiti di E. histolytica possono essere individuati negli aspirati (ascessi) o nei campioni bioptici ottenuti in sede colonscopica o chirurgica.
▪ E. histolytica deve essere differenziata da altri protozoi intestinali quali E. coli, E. hartmanni, E. gingivalis, Endolimax nana, Iodamoeba buetschlii (amebe apatogene); Dientamoeba fragilis (flagellato); Entamoeba polecki (patogeno).
▪ In particolare, E. dispar è morfologicamente identica ad E. histolytica e la differenziazione viene effettuata su base microscopica (morfologia cisti e trofozoiti), immunoenzimatica, immunologica o molecolare.
Diagnosi di laboratorio Osservazione microscopica: trofozoite
▪ Il trofozoite (15-20 µm) possiede un singolo nucleo con un cariosoma centrale e cromatina distribuita uniformemente in sede periferica (possibili inversioni di localizzazione).
▪ Il citoplasma si articola in un ectoplasma (periferico, ialino) e di un endoplasma (centrale, granulare, aspetto a “vetro smerigliato”) contenente nucleo, glicogeno, sistema lisosomiale.
▪ I trofozoiti di E. histolytica/dispar tendono ad allungarsi nelle feci diarroiche.
Trofozoiti di E. histolytica/dispar, colorazione tricromica
▪ La eritrofagocitosi è l’unica caratteristica morfologica in grado di differenziare E. histolytica da E. dispar. Nei trofozoiti di E. histolytica gli eritrociti fagocitati appaiono come inclusioni nerastre (tricromica).
▪ I nuclei dei parassiti hanno un caratteristico cariosomapiccolo, centrale ed una cromatina uniforme, periferica e sottile.
Diagnosi di laboratorio Osservazione microscopica: diagnosi differenziale
E. hystolitica
E. dispar
▪ Le cisti di E. histolytica misurano in media 12-15 µm.
▪ Cisti di E. histolytica/dispar. A-B: wetmounts colorati con iodio (Lugol); C: (tricromica).
▪ Le cisti sono generalmente sferiche e, a maturazione, presentano 4 nuclei (C).
▪ I nuclei hanno un cariosoma localizzato, centrale e cromatina dispersa distribuita uniformemente alla periferia.
▪ B, C: presenza di corpi cromatoidi (RNA) con terminazioni smussate.
Diagnosi di laboratorio Osservazione microscopica: cisti
A
B
C
▪ Ricerca di anticorpi specifici▪ Utile soprattutto in quadri invasivi extra-intestinali, in cui il parassita non è
presente nelle feci▪ Immunofluorescenza indiretta, ELISA▪ Specificità per E. histolytica = 95% (amebiasi extraintestinale), 70% (infezione
intestinale attiva), 10% (asintomatici). In caso di negatività in pazienti con sospetto di ascesso epatico, viene prelevato un secondo campione dopo 7-10 gg.
▪ Anticorpi specifici permangono per anni (no diagnosi infezione acuta o attuale). Specificità IgG 95%. IgM specificità = 64% in forme invasive.
▪ Ricerca di antigeni fecali ▪ ELISA▪ differenziazione E. histolityca vs E. dispar (mediante l’uso di Abs monoclonali)▪ utile a conferma della diagnosi microscopica
Diagnosi di laboratorio Sierologia
Diagnosi di laboratorioTecniche molecolari
▪ Ricerca di sequenze geniche specifiche:
▪ RT-PCR, nested PCR
▪ direttamente in campioni fecali
▪ utile soprattutto per differenziare E. histolytica da E. dispar
S 1 2 3 4 5 6 7 8 neg
427 pb
TERAPIA
▪ Infezioni asintomatiche (a scopo profilattico, per limitare la diffusione di cisti)
▪ iodochinolo
▪ paromomicina
▪ diloxanide furoato
▪ Farmaci amebicidi vs forme intestinali ed extraintestinali
▪ metronidazolo o tinidazolo (elezione)
▪ iodochinolo, paromomicina o diloxanide furoato
CONTROLLO
▪ Evitare di mangiare frutta e verdura crude
▪ Bere acqua sterilizzata od imbottigliata
▪ Rigoroso rispetto delle norme igieniche, sia personali che ambientali
Terapia e controllo
Questo materiale (15 diapositive, inclusa la presente) non può essere distribuito, modificato o pubblicato né in forma cartacea, né su un sito, né utilizzato per motivi pubblici o commerciali.
E’ possibile utilizzare il materiale solo per motivi personali e non commerciali, purché ogni copia di questo materiale preservi tutti i diritti di copyright e di proprietà intellettuale, sempre a seguito di formale richiesta rivolta all’Autore (Prof. Giovanni Di Bonaventura; [email protected])