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Cooperativa Sociale Itaca - Progetto Famiglie Accoglienti SCELTE A MISURA DI BAMBINO TRA PROGETTAZIONE DELLE ACCOGLIENZE E PREVENZIONE DELLE CAUSE DEGLI ALLONTANAMENTI Pompei 15 maggio 2015 WORKSHOP 2: Prevenire l’incuria e il maltrattamento dei minori promuovendo reti locali di solidarietà familiare Rosanna Santoro: Coordinatrice Progetto “Famiglie AccoglientiCooperativa Sociale Itaca - Conversano (BA)

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SCELTE A MISURA DI BAMBINO TRA PROGETTAZIONE DELLE ACCOGLIENZE E

PREVENZIONE DELLE CAUSE DEGLI ALLONTANAMENTI

Pompei – 15 maggio 2015

WORKSHOP 2: Prevenire l’incuria e il maltrattamento dei

minori promuovendo reti locali di solidarietà familiare

Rosanna Santoro: Coordinatrice Progetto “Famiglie

Accoglienti”

Cooperativa Sociale Itaca - Conversano (BA)

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Rete “chi” e… “perché”

È necessario che la rete sia composta da

differenti attori: operatori professionali,

famiglie, singoli, utenti.

È fondamentale avere sempre presente che

ciascun attore agisce per soddisfare un

proprio bisogno.

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Bisogni: solitudine e vulnerabilità

Sebbene i bisogni si declinino per tipologie e

intensità differenti, essi sono tutti

riconducibili ad una condizione iniziale e ad

una conseguenza implicita in cui ogni attore

si trova:

• Solitudine

• Vulnerabilità

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La solitudine

La solitudine è una

condizione, un sentimento

umano, nella quale

l'individuo si isola per

scelta propria (se di indole

solitaria), per vicende

personali e accidentali di

vita, o perché isolato dagli

altri esseri umani,

generando un rapporto

(non sempre) privilegiato

con sé stesso. (Wikipedia)

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Ruoli, aspettative e potenzialità sono

diverse, ma vi è una simmetria di base,

dettata dalla condizione di partenza che

genera un bisogno di prossimità, che

rappresenta la motivazione di ciascuno di

cercare “fuori da sé”.

Conseguenza della condizione di

solitudine è la vulnerabilità.

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La vulnerabilità

”La vulnerabilità è un concetto dinamico e

relativo, in stretta relazione con la capacità di un

individuo o di una comunità di far fronte in un

determinato momento a particolari minacce. La

vulnerabilità può essere associata a certi elementi

specifici della povertà, ma è anche propria di

individui isolati, in situazioni di insicurezza ed

indifesi da rischi, da shock e stress”. (Wikipedia)

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Con questa accezione,

in ambito sociale,

possono essere

definiti i "gruppi

vulnerabili" come:

"persone o gruppi di

persone esposte a

situazioni che

minacciano la loro

sopravvivenza o la

loro attitudine a

vivere con un minimo

di sicurezza sociale ed

economica e di dignità

umana”.

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Bisogno, solitudine e vulnerabilità

come “spinta”

Per attivare un processo dinamico in cui

ciascuno riconosce e dà un nome al

bisogno…

Proprio

• come persona

• come ruolo

dell’Altro

• come persona

• come ruolo

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Luoghi a ridotta strutturazione

È sulla base del riconoscimento del

proprio bisogno che diventa possibile

costruire legami di senso tra tutti gli

attori.

Come fare?

È necessario progettare e rendere visibili

luoghi in cui fare esperienza di

prossimità.

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Ciò che differenzia l’operatore sociale

dagli altri attori della rete non è né il

bisogno, né la solitudine, né la vulnerabilità

ma la sua intenzionalità.

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Le sperimentazioni di Itaca

Itaca ha sperimentato la realizzazione di

alcuni progetti caratterizzati dalla messa in

gioco di tutti (a partire dagli operatori

professionali) e dalla ridotta strutturazione

delle forme di tali progetti perché “anziché

parlare delle cose, è meglio farle accadere”.

Parliamo gruppi genitori, consulenze,

laboratori, di attività residenziali, parliamo di

un progetto denominato Film/families maker,

parliamo delle due edizioni del Convivio.

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Le attività residenziali

Giornate di full immersion preferibilmente

nel periodo estivo in cui le attività sono un

pretesto per lo stare insieme e condividere

la quotidianità.

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Film/families maker 1/3

È stato un progetto realizzato con il

“Fondo Mimmo Bianco”, un fondo

alimentato esclusivamente da contributi

di privati che si avvaleva della

competenza tecnica della società OZ

Film.

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Film/families maker 2/3

È stato un progetto in cui sono state

messe assieme attorno allo strumento

della “produzione cinematografica”,

famiglie seguite dal servizio ADE, famiglie

solidali incontrate e in-formate, gli

operatori (educatori, consulenti), gli

operatori stessi della società OZ Film.

Tutti assieme destinatari del progetto.

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Film/families maker 3/3

Il prodotto del progetto è visibile in rete

alle seguenti URL:

https://www.youtube.com/watch?v=OG6zNazB2y8

https://www.youtube.com/watch?v=WxAxnRCLOqE

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Convivio

Sottolinea, già nel termine, l’aspetto dello

stare insieme e della sua leggerezza. Sono due

edizioni che si sono svolte di domenica in

luoghi/altri possibilmente fuori dai contesti

soliti, luoghi insoliti.

Delocalizzare per risemantizzare.

Luoghi che favoriscono la convivialità ai quali

hanno partecipato un centinaio di persone tra

adulti e minori.

In essi confluiscono attori di un territorio più

ampio.

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La preparazione al Convivio

Nei mesi che ne precedono la realizzazione

si svolgono delle attività preparatorie sulla

base di tracce di riflessione nei gruppi più

formali.

A questi gruppi si invitano persone, gruppi,

singoli che accedono ad altri percorsi

(sostegno alla genitorialità, consulenze,

laboratori, genitori dei bambini seguiti

dall’ADE).

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Il processo non è mai concluso ma aperto in

un flusso circolare

Singoli

Gruppo

Gruppi

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Le sperimentazioni di Itaca

L’obiettivo comune di tutte le

esperienze, è quello di creare nuovi

sistemi relazionali attraverso

un’occasione che metta tutti

assieme a fare esperienza che

diventa, a sua volta, il punto di

partenza per un altro percorso,

un’altra esperienza

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Il ruolo delle Istituzioni

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Il ruolo delle Istituzioni

Fondamentale resta il ruolo delle

Istituzioni che devono essere

disponibili a un approccio di

progettazione concertata e

flessibile in grado di adattare i

percorsi alle reali esigenze degli

attori.

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La Teoria dei 6 gradi di separazione

La teoria dei sei gradi di separazione in

semiotica e in sociologia è un'ipotesi secondo

la quale ogni persona può essere collegata a

qualunque altra persona o cosa attraverso una

catena di conoscenze e relazioni con non più di

5 intermediari.

Negli anni cinquanta Ithiel de Sola Pool (MIT) e

Manfred Kochen (IBM) cercarono di provare la

teoria matematicamente e formularono quindi

la domanda: "Dato un insieme di persone, qual

è la probabilità che ogni membro di sia

connesso a un altro membro attraverso

collegamenti?”.

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La teoria del mondo piccolo

Nel 1967 il sociologo americano Stanley Milgram trovò un nuovo

sistema per testare empiricamente la teoria, che egli chiamò "teoria

del mondo piccolo". Selezionò casualmente un gruppo di americani

del Midwest e chiese loro di mandare un pacchetto a un estraneo

che abitava nel Massachusetts, a diverse migliaia di chilometri di

distanza. Ognuno di essi conosceva il nome del destinatario, il suo

impiego, e la zona in cui risiedeva, ma non l'indirizzo preciso. Fu

quindi chiesto a ciascuno dei partecipanti all'esperimento di mandare

il proprio pacchetto a una persona da loro conosciuta, che, a loro

giudizio, poteva avere il maggior numero di possibilità di conoscere il

destinatario finale. Quella persona avrebbe fatto lo stesso, e così via,

fino a che il pacchetto non fosse stato personalmente consegnato al

destinatario finale.

I promotori dello studio si aspettavano che il completamento della

catena avrebbe richiesto perlomeno un centinaio di intermediari,

mentre invece si rilevò che i pacchetti, per giungere al destinatario,

richiesero in media solo tra i cinque e i sette passaggi.

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Facebook… un esperimento

Nel 2011, un gruppo d’informatici in

collaborazione con due esperti di fb fanno

un esperimento a livello planetario.

Il grado di separazione medio è di soli 4,75.

Il 92% delle coppie è separato da non più di

4 gradi.

Nella vita reale questo chiaramente non

corrisponde ad amicizie reali.

Parliamo quindi di connessione.

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Connessione Vs. Commozione

Se quindi nella prima fase del processo il

nostro ruolo è quello di creare connessioni

mettendo insieme persone nei luoghi, nella

seconda fase del processo circolare il

nostro intento è quello di ridurre i gradi di

separazione attraverso esperienze

concrete di commozione.

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Esperienze di Commozione

Ffm, esperienze residenziali, Convivio sono

luoghi dove le connessioni si trasformano in

commozione.

Muoversi insieme per fare accadere delle

cose.

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Avvertenza!

Questo non è detto che funzioni e si

mantenga nel tempo.

La commozione è un’emozione che se

mantenuta per troppo tempo genera

patologia…va trasformata in risorsa, in una

nuova azione o in un bisogno anche di

ritornare ad essere singolo…

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Anziché parlare delle cose, è meglio farle accadere