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1 Loredana Musmeci Istituto Superiore di Sanità Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria EPIDEMIOLOGIA AMBIENTALE: PRINCIPI ATTUALITA’ E PROSPETTIVE La valutazione dell’esposizione

EPIDEMIOLOGIA AMBIENTALE: PRINCIPI ATTUALITA’ E ... · EPIDEMIOLOGIA AMBIENTALE: ... (dati su matrici ambientali, alimentari, uso modelli, ... Infezioni e anamnesi medica/clinica

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Loredana Musmeci

Istituto Superiore di SanitàDipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria

EPIDEMIOLOGIA AMBIENTALE: PRINCIPI ATTUALITA’ E

PROSPETTIVELa valutazione dell’esposizione

� I contaminanti emessi nell’ambiente attraverso emissioni industriali o attraverso fonti di tipo diffuso (es. discariche) tendono a ripartirsi nei diversi comparti ambientali (es.aria , suolo, acque sotterranee, sedimenti, biota) sulla base delle loro proprietà chimico-fisiche.

� Le caratteristiche che influenzano il destino ambientale dei contaminanti sono ad esempio la persistenza (il tempo di dimezzamento), la tendenza alla volatilizzazione, la capacità di adsorbimento al carbonio organico ed alle matrici solide.

� La proprietà di bioaccumulo delle sostanze (misurate attraverso parametri quali ad esempio il coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua-Log kow )sono quelle che determinano il loro potenziale trasferimento /accumulo nei comparti biotici (edibili o non)

� Contaminanti presenti nel suolo a seguito di ricadute atmosferiche possono, sulla base delle loro proprietà, bioaccumulare in prodotti vegetali, volatilizzare, lisciviare in acque di falda, rimanere stabili nel suolo.

� Diverse sostanze poi possono trasformarsi, degradarsi, formare metaboliti e prodotti di reazione nell’ambiente che ne modificano le loro proprietà

Il destino ambientale dei contaminanti influenza le possibili vie di esposizione per l’uomo.

� Ingestione alimenti ( es. ortofrutta, prodotti zootecnici, prodotti ittici)

� Ingestione acqua potabile (derivante da acque sotterranee, acque superficiali)

� Inalazione via aerea ( outdoor, indoor, polveri).

� Contatto dermico (es. suoli contaminati, acque di balneazione)

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� Identificazione del Pericolo (classificazione sostanze pericolose-frasi di rischio)

� Caratterizzazione del Pericolo (valutazione dose-risposta-elaborazione dose tollerabile giornaliera)

� Valutazione dell’Esposizione (dati su matrici ambientali, alimentari, uso modelli, biomonitoraggio umano)

� Caratterizzazione del Rischio (valutazione dei potenziali effetti associati a determinate esposizioni)

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Il rischio che i contaminanti presenti nelle aree d ’interesse entrino nella catena alimentare è elevato, quindi:

Valutazione di rischio (Fasi Metodologiche)

Normativa per aree agricole potenzialmente contaminate

D. Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”

PARTE QUARTA “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti contaminati”

TITOLO V “Bonifica di siti contaminati”

Art. 241 “Regolamento aree agricole”

Il regolamento relativo agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza,d’emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all’allevamento èadottato con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio di concerto con i Ministridelle attività produttive, della salute e delle politiche agricole e forestali.

Allegato 5 – Tabella 1

Concentrazione soglia di contaminazione (CSC) nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee inrelazione alla specifica destinazione d’uso dei siti

- Colonna A Siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale

- Colonna B Siti ad uso Commerciale e Industriale

IN ITALIA NON ESISTE UNA SPECIFICA NORMATIVA PER SUOLI

A DESTINAZIONE D’USO AGRICOLO

Decreto in iter legislativoDecreto recante «Regolamento relativo agli interventi di bonifica, ripristinoambientale e di messa in sicurezza, d’emergenza, operativa e permanente, delle areedestinate alla produzione agricola e all’allevamento» ai sensi dell’art. 241 del D. Lgs. 3aprile 2006 n.152

Art. 1«Finalità, oggetto e campo di applicazione

Art. 2« Definizioni»

Art. 3« Procedure operative e amministrative»

Art. 4« Norme finali»

4 Allegati

All. 1«Criteri generali per la caratterizzazione deisuoli destinati alla produzione agricola eall’allevamento»

All. 2«Concentrazioni Soglia di Contaminazione(CSC) per i suoli destinati alla produzioneagricola e all’allevamento»

All. 3«Criteri generali per valutazione del rischio»

All. 4«Tipologie di intervento applicabili per i suolidestinati alla produzione agricola eall’allevamento»

4 Articoli

Raccolta e selezione dati di monitoraggio prodotti alimentari e successivaindividuazione delle "voci alimentari", poiché le analisi possono esseredisponibili su matrici definite in maniera più o meno disaggregata (mele, pereoppure frutta fresca)

Ai fini della VdR mediante stima dell’esposizione, i dati disponibili sonoraggruppabili secondo quanto riportato negli studi dell’Istituto Nazionale diRicerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), che ha condotto diversiindagini*, nella popolazione italiana di riferimento, stimando l’intakealimentare pro-capite giornaliero (Intake Rate IR) dei principali gruppialimentari.

Elaborazione statistica (media, mediana, calcolo dell’UCL ecc.) dellaconcentrazione degli inquinanti nelle singole voci alimentari individuate, da cuisi ricava il “valore rappresentativo di Concentrazione” (C)

Stima della quantità di contaminante assunta giornalmente mediante ilconsumo di ciascuna voce alimentare (concentrazione statisticamenterappresentativa per tasso di ingestione pro capite giornaliero, CxIR)

Calcolo della dose media giornaliera assunta mediante il consumo di tutte levoci alimentari individuate ∑i(CxIR)i.

Valutazione del Rischio mediante ADI, TDI ecc. Valutazione del Rischio mediante RfD e/o SF

Stima del Rischio: Approcci diversi

Valutazione del Rischio mediante ADI, TDI ecc.

Per diversi contaminanti, vari organismi internazionali (es. OMS, EFSA, SCF ecc.) fissano parametridi riferimento tossicologici, espressi come dosi tollerabili su base giornaliera o settimanale (es.Acceptable Daily Intake ADI, Tolerable Daily Intake TDI, Tolerable Weekly Intake TWI)

Confronto dell’intake di contaminante previsto, mediante il consumo alimentare, con il pertinenteparametro tossicologico

= %A[Σi(C x IR)i x 100]

(TDI x BW)= %A

[Σi(C x IR)i x 7 giorni x 100]

(TWI x BW)

- C valore rappresentativo di concentrazione di un contaminante, ottenuto con elaborazione statistica(media, mediana, upper confidence limit, ecc.), in ciascuna “voce alimentare”; è espresso in mg/g

- IR è l’Intake Rate (tasso di consumo alimentare pro capite) di ciascuna “voce alimentare” considerataopportunamente in forma aggregata o disaggregata; è espresso in g/giorno;

- TDI è il Tolerable Daily Intake espresso in mg/Kg peso corporeo;

- TWI è il Tolerable Weekly Intake espresso in mg/Kg peso corporeo

- BW è il Body Weight (peso corporeo), espresso in Kg; nelle valutazioni internazionali viene ad essoattribuito, generalmente, un valore pari a 60;

- %A è la percentuale di intake del contaminante considerata Accettabile rispetto al TDI (o al TWI).Considerando vari gradi di cautela, possono essere proposti valori diversi di %A.

Stima del Rischio: Approcci diversi

Valutazione del Rischio mediante RfD e/o SF

Stima quantitativa del rischio per sostanze caratterizzate da effetti tossici con soglia

uso della Reference Dose cronica (RfD), cioè la dose di sostanza alla quale si considera possa essereesposta la popolazione, per via orale, senza rischi apprezzabili lungo l’arco dell’intera vita

- HI Hazard Index, adimensionale

- ADD Average Daily Dose, epressa in mg/Kg giorno

- RfD Reference Dose, specifica per via di esposizione orale, espessa in mg/Kg giorno

- A Accettabilità del rischio,valori compresi nel range 0-1 (vari gradi di cautela)

HI =ADD

RfD= A

Stima quantitativa del rischio per sostanze cancerogene con meccanismo genotossico

Uso dello Slope Factor (SF), cioè il potenziale cancerogeno della sostanza

R = LADD x SF = A

- R Rischio cancerogeno, probabilità incrementale dell’insorgenza di tumori in una popolazioneesposta rispetto ad una non esposta, adimensionale

- LADD Lifetime Average Daily Dose, epressa in mg/Kg giorno

- SF Slope Factor, espessa in (mg/Kg giorno)-1

- A Accettabilità del rischio,1x10-6, 1x10-5, in via eccezionale 1x10-4 (vari gradi di cautela)

Stima del Rischio: Approcci diversi

� Visione epidemiologica: informazione sul soggetto (residenza, dieta, stili di vita, abitudini, incidenza di effetti/malattie)

� Visione ambientale: misura esterna al soggetto (aria, acqua, suolo, alimenti, contatto dermale) ‘stima dell’esposizione’

� Visione molecolare: misura interna al soggetto (biomarcatori di esposizione, di effetto e di suscettibilità)‘misura dell’esposizione’

� Misura dell’e sposizione globale all’ambiente (inclusi alimenti, outdoor/indoor, acqua, suolo, stili di vita, occupazione, metabolismo ed eventi endogeni) di un individuo nel corso della vita e dell’impatto di tale esposizione sulla salute

� Studia l’interazione tra l’esposizione e le caratteristiche uniche dell’individuo (fisiologia, genetica, epigenetica) e l’impatto di tale interazione sulla salute

� Permette una visione «GLOBALE» dell’esposizione e delle sue variazioni nel tempo e nello spazio

� Permette una visione «INTEGRATA» dell’ambiente inclusa l’esposizione al contaminante, la dieta, le abitudini, lo stress, la genetica e l’epigenetica

� Permette una visione «RAPPRESENTATIVA» che copre tutti gli aspetti del

«continuum esposizione-malattia»� compresi i particolari di suscettibilità

Dominio esterno generale

Stato finanziarioStato psicologico e mentaleLivello culturale/educazione

Clima

Dominio esterno specifico

Contaminanti ambientaliStili di vita

OccupazioneInfezioni e anamnesi

medica/clinica

Dominio internoFisiologiaMorfologia

MetabolismoStress ossidativoInvecchiamento

� Tecniche multi- e inter-disciplinari � (misure nell’ambiente / misure nell’uomo / epi-

demiologia/biostatistica/bioinformatica)

� Tecniche avanzate di laboratorio per l’analisi dei biomarcatori (comprese tecniche «omiche»)

� Disponibilità di coorti, bio-banche (studi trasversali e longitudinali)

� Approccio top-downbasato sulla misura della dose interna del contaminante (biomarcatori) nella popolazione(BIOMONITORAGGIO UMANO )

� Approccio bottom-upbasato sulla misura esterna del contaminante in matrici ambientali (aria, acqua, suolo, alimenti)(MONITORAGGIO AMBIENTALE)

� Uso di modelli (sistemi GIS, questionari individuali, farmacocinetica/dinamica, ecc.)

� Usa diversi biomarcatori per individuare l’esposizione al contaminante (biomarcatori di esposizione), l’effetto sulla salute (biomarcatori di effetto) e la suscettibilità delle popolazioni (biomarcatori di suscettibilità)

� Prevede la misura dei biomarcatori (composto parente, metabolita, miscele) direttamente nel corpo umano (in sangue, siero, urina, capelli, unghie, tessuti, organi), come variabili dipendenti per identificare profili di esposizione e come variabili indipendenti per identificare effetti/danni/meccanismi molecolari

� Ha un ruolo centrale nel paradigma «esposizione-malattia»

� Integra e misura tutte le possibili sorgenti e via di esposizioneal contaminante (naturali, antropiche, fisiologiche, genetiche, epigenetiche, ecc.)

� I dati risultano più vicini all’individuazione dell’effetto precoce sulla salute (early biologic effect) e della plausibilità biologica rispetto ai dati di misura ambientale e di epidemiologia

� Individua contaminanti prioritari e misure di prevenzione a livello della popolazione generale, in casi di esposizioni hot-spot, e in popolazioni suscettibili per ambiente e/o genetica

PROGETTI ESPOSOMA: CROME

� CROME (Cross Mediterranean network for environment and health; LIFE 12 EMV/GR/001040) è un Network trans-mediterraneo per l’ambiente e la salute, con il contributo dello strumento finanziario LIFE della Comunità Europea

� CROME combina la misura della dose interna e quella dell’esposizione esterna ai contaminanti, insieme all’uso di modelli ambientali, GIS e metodologie statistiche, per tradurre i risultati degli studi di associazione in una valutazione del rischio (Risk Assessment)

PROGETTI ESPOSOMA: HEALS

� HEALS (Health and Environment-wide Associations based on Large population Surveys) è un Network di 30 Paesi Europei all’interno dell’FP7 della Commissione Europea

� HEALS mira allo studio dell'esposoma attraverso misure di dose interna e misure ambientali (indoor e outdoor) al fine di individuare fattori di rischio (ambientali, socioeconomici, stili di vita, genetici, epigenetici) per alcune delle più comuni malattie

Interesse nel biomonitoraggio

(EPA, 2012)

Componenti/Fasi negli studi ambiente-salute

Sorveglianza dell’esposizione:Chi è esposto?Quali le tendenze dell’esposizione?Quali le sostanze da priorizzare?

Valutazione dell’esposizione:Quali le possibili fonti? Quali le possibili vie di esposizione?

Valutazione del rischio:Quali i possibili livelli di esposizione?Quali i possibili livelli di dose?

Valutazione dell’esposizione e del rischio:Quali le principali vie di esposizione?Quali le migliori stime di esposizione e dose?Quali i possibili livelli della Dose Biologicamente Attiva(DBA)?

Valutazione dell’esposizione e del rischio avanzata:Quale la migliore stima di DBA?Quale il possibile impatto dell’esposizione sull’outcome di salute?Quali altri fattori possono influenzare l’outcome?

Quale biomonitoraggio Tier

(EPA, 2012)

Componenti/Fasi negli studi ambiente-salute

Biomarker

EsposizioneDoseInterna

Dose biologicamente

attiva

Effettobiologicoprecoce

Struttura/ Funzione alterata

Malattia clinica

Suscettibilità

Biomarcatore di esposizione

Biomarcatore di effetto

Concentrazione di un inquinante o un suo metabolita (i)

Reazione dell’orgamismoagli inquinanti ambientali

- biomarcatore di esposizione

valuta e conferma l’esposizione di individui o popolazioni ad una

particolare sostanza; mette in evidenza variazioni nel tempo

- biomarcatore di effetto

documenta le alterazioni precliniche o gli effetti avversi sulla salute

causati dall’assorbimento della sostanza o da un suo metabolita

- biomarcatori di suscettibilità

documenta il grado di risposta dell’individuo in funzione della sua

suscettibilità (genetica o acquisita) ad una sostanza o ad un suo

metabolita (protezione di individui sensibili)

Biomarker

� Sensibilità

capacità di rilevare un segnale ad una data concentrazione e

evidenziare differenze per variazioni minori della popolazione in esame

� Specificità

capacità di essere caratteristici di quel particolare evento

� Riproducibilità

ripetibilità della risposta alla dose esterna

� Facilmente reperibili / ottenibili / ricavabili

Biomarker (proprietà)

Biomarker

PRO:

- caratterizzazione dell’esposizione specifica del singolo individuo;

- associazione ad un’esposizione realmente avvenuta;

- integrazione di tutte le vie di esposizione;

- migliore interpretazione dei dati sugli effetti sulla salute;

- notevole contributo alla valutazione/gestione del rischio.

COS:

- possibile mancanza dei relativi valori limite o normativi di confronto;

- informazioni insufficienti o mancanti su cinetica/dinamica;

- suscettibilità ai fattori confondenti (aspecificità) e alle variazioni biologiche;

- risultato di esposizioni multiple (sinergie e antagonismi);

- possibile campionamento invasivo/ difficoltà di campionamento.

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Il governo, ha emanato il DL 10 dicembre 2013, n. 136, convertito conmodificazioni con legge 6 febbraio 2014, n. 6 “Disposizioni urgentidirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire losviluppo delle aree interessate”.

Obiettivo prioritario del provvedimento è quello di acquisire unafotografia della situazione dei territori della regione Campaniaattraverso una mappatura delle aree che individui quelle interessate dafenomeni di inquinamento tali da rendere necessarie limitazioni nellacoltivazione.

In attuazione a quanto disciplinato dall’articolo 1 del DL 136/2013, il 23dicembre 2013 è stata emanata la Direttiva dei Ministri (Agricoltura,Ambiente e Salute).La direttiva ha dettato gli indirizzi comuni e le priorità per losvolgimento delle attività da condurre, individuando come territori dasottoporre prioritariamente ad indagine quelli ricadenti in 57 Comunidelle province di Napoli e Caserta.

Con la Direttiva Ministeriale 16 aprile 2014,inoltre, è stato disposto chesi ampliassero le attività, svolgendo indagini anche sui i terreni diulteriori 31 Comuni delle province di Napoli e Caserta.

Sui territori individuati la Direttiva ha previsto che l’ISPRA, il CRA, l’ISS el’ARPAC condividessero le informazioni nella loro disponibilità, anche utilizzandola struttura informatica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e delMolise (IZS) e svolgessero le seguenti attività:

• individuazione dei siti interessati da sversamenti e smaltimenti abusivi sulterritorio;

• definizione di un modello scientifico di riferimento per la classificazione deiterreni interessati da sversamenti e smaltimenti abusivi, ai fini delle diversetipologie di utilizzo (divieto di produzione agroalimentare, limitazione adeterminate produzioni agroalimentari ovvero a colture diverse anchedestinate alla produzione di biocarburanti);

• predisposizione, entro 60 giorni dall’emanazione della Direttiva, di unarelazione con i risultati delle indagini svolte e delle metodologie tecnicheusate, con le relative proposte operative ai Ministri competenti sulle misure daadottare.

Gli Istituti incaricati hanno prioritariamente messo a punto un modello scientificodi riferimento (condiviso ed accettato dal GdL) con l’obiettivo di pervenireall’individuazione di criteri per la valutazione dei terreni agricoli, finalizzati adassicurare la salubrità e la qualità delle produzioni agroalimentari a tutela dellasalute umana.

Il modello detta i criteri per individuare, su base scientifica e nonempirica, l’inquinamento del suolo ed il rischio per la salute umana,animale e dell’ambiente.

Tale modello ha valenza generalizzata per cui potrà essereesportato ed applicato in altre realtà territoriali.

Esso è articolato in 7 Fasi operative.

FASE 1 : Individuazione dei siti ed integrazione geograficaFASE 2 : Individuazione degli “Inquinanti Indice”FASE 3 : Definizione delle relazioni acqua - suolo – pianta - animale- catenaalimentareFASE 4 : Costruzione di un indice per l’individuazione delle classi di vulnerabilità perla

salute umana, animale e di un indice di rischio dei siti digestione/abbandono dei

rifiutiFASE 5: Proposta di classificazione dei terreni ai fini dell’uso agricoloFASE 6 : Definizione degli interventi di risanamentoFASE 7 : Verifica e controllo

L’analisi ed integrazione geografica dei dati analitici e l’analisimultitemporale delle ortofoto effettuata su tutto il territorio dei 57 e31 Comuni, ha consentito al GdL di classificare il territorio in 5 livellidi rischio potenziale

Dato il vuoto normativo, rispetto ai valori di riferimento sulla qualitàdei suoli destinati all’agricoltura e all’allevamento, la selezione deidati analitici è stata effettuata considerando i punti di superamentodelle CSC sulla base delle soglie per i suoli ad uso verde pubblico eresidenziale di cui D. Lgs. n. 152/2006 parte IV, Allegato 5, tabella 1(colonna A) come di seguito indicato:

- Livello 5. Rischio molto alto;- Livello 4. Rischio molto alto;- Livello 3. Rischio alto;- Livello 2. Rischio medio;- Livello 1. Basso.

- Il rischio “molto alto” definito per i livelli 4 e 5 viene individuato in base alrilevamento di una concentrazione di contaminante che superi di almenodieci volte la CSC o il valore di fondo per il livello 4, supportato da unaevidenza dovuta ad analisi di foto aeree per il livello 5.

• Campionamento di acque utilizzate per scopi irrigui (solo nei siti incui erano presenti pozzi utilizzati a scopi irrigui e campionabili);

• Campionamento di prodotti agricoli/foraggi o di vegetazionespontanea. il campionamento della vegetazione spontanea èstato eseguito nei casi in cui, al momento del sopralluogo, nonera in atto alcuna coltivazione agricola/foraggera sui terrenioggetto di indagine. Naturalmente, non è stato possibile eseguireil campionamento nei casi di suolo nudo e di presenzaconsistente di sterpaglie e rovi e/o rifiuti;

• Accertamenti visivi volti ad individuare l’eventuale presenza dirifiuti sulla superficie dei terreni. Tali accertamenti sono statieffettuati durante le fasi di campionamento della matrice suolo erappresentano informazioni di complemento che non influenzanol’attribuzione ad un terreno della classe di rischio per fini agricoli,ma comportano l’imposizione di specifiche prescrizioni.

Le indagini effettuate dagli Enti componenti il GdL sono statediversificate in funzione delle diverse classi di rischio

sono state effettuate le seguenti indagini:

•Indagini radiometriche superficiali, volte ad accertare i livelli di radioattivitàdello strato superficiale del suolo, al fine di consentire l’accesso in sicurezzaagli operatori che hanno effettuato i campionamenti. Sono state utilizzate duetecniche di misura: misure di rateo di dose gamma e spettrometria gamma dicampo;

•Indagini geomagnetometriche, volte a verificare l’eventuale presenza di rifiutiinterrati di natura ferrosa;

•Campionamenti di suolo secondo la metodologia del Decreto Ministeriale del13 settembre 1999 riguardante l'approvazione dei metodi ufficiali di analisichimica del suolo – Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e secondo ilProtocollo di cui alla Fase 7 del Modello Scientifico descritto nella Relazione delGdL;

•Indagini analitiche sui campioni di suolo prelevati

•Valutazioni delle risultanze analitiche

La disamina integrata dei risultati delle indagini effettuate ha consentito di pervenire allacatalogazione dei terreni in diverse classi di rischio ai fi ni dell’uso agricolo ,indicate nella Direttiva Ministeriale 23.12.2013, come di seguito descritte.

CLASSE A: Terreni idonei alle produzioni agroalimentari

CLASSE B: Terreni con limitazione a determinate produzioni agroalimentari indeterminate condizioni (riferimento lett. c) art. 1 comma 1, DI 11.3.14)

CLASSE C: Terreni idonei alle produzione non agroalimentari (riferimento lett. b) art. 1comma DI 11.3.141)

CLASSE D: Terreni con divieto di produzioni agroalimentari (riferimento lett. a) art. 1comma 1 DI 11.3.14)

La valutazione dei risultati delle indagini e la conseguente assegnazione dei terreni alle diverse classi ai finidell’utilizzo a scopo agricolo è stata effettuata dal GdL nella situazione di persistente mancanza dei Regolamentisulle aree agricole e sull’utilizzo delle acque a scopo irriguo, previsti dalla Legge 6 /2014, ma ad oggi non ancoraemanati.Per tale ragione la classificazione proposta potrebbe in futuro essere suscettibile di eventuali revisioni, alla luce delleemanande disposizioni normative.

In funzione delle criticità riscontrate sono state previste diverse tipologie diprescrizioni.Le prescrizioni rappresentano sistemi di controllo e/o di gestione per quei terreniche manifestano una o più criticità a carattere agronomico e/o ambientale convariabilità spaziale e/o temporale.La rimozione di tali criticità potrebbe consentirne in seguito il cambio di classe cosìcome su esplicitate.

Le prescrizioni sono così indicate:

r = rimozione dei rifiuti e analisi delle aree di sedime.c = certificazione dei prodotti agroalimentari attestante la conformità alla normativavigente.a = caratterizzazione ambientale (ai sensi dell’art. 242 del D. Lgs 152/2006).m = esecuzione di indagini supplementari (scavi, trincee) volte a confermare omeno la presenza di rifiuti interrati.p = estensione delle indagini effettuate alle particelle confinanti.int-p = interdizione al pascolo.int-f = interdizione alle produzioni foraggere.

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� Il sedimento rappresenta la matrice in cui la maggior parte delle specie presenti nei corpi idrici passano gran parte del loro ciclo vitale.

� Corpi idrici o parti di bacini idrografici possono essere caratterizzati da una forte contaminazione dei sedimenti contenenti sostanze persistenti e bioaccumulabili quali metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, PCB, “Diossine”, pesticidi organoclorurati.

� In Italia oltre 25 SIN (siti di bonifica di interesse nazionale) sono caratterizzati da contaminazione dei sedimenti. Negli stessi siti presenza di importanti attività di acquacoltura, molluschicoltura, pesca sportiva e professionale.

� I contaminanti possono trasferirsi all’uomo sia attraverso il consumo diretto di organismi bentonici (ad esempio vongole), sia attraverso il consumo di specie ittiche (ad esempio orate, carpe, anguille, agoni).

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� Nell’ambito della caratterizzazione ambientale del Mar Grand eeffettuata da ISPRA, ai fini della bonifica dell’area marin o-costiera,era stata rilevata (nel Lotto I) una contaminazione dei sedim entidovuta a diverse sostanze chimiche bioaccumulabili tra cuiidrocarburi policiclici aromatici e PCB

� In particolare le concentrazioni di benzo(a)pirene, sostanzabioaccumulabile e cancerogena, superavano di diversi ordi ni digrandezza gli standard di qualità ambientali definiti dal Dgl s 152/06 inrecepimento della Direttiva Quadro Acque ed anche i valori d iintervento che erano stati definiti. I superamenti erano pr esenti anchenei primi 50 cm del sedimento che sono quelli (soprattutto i p rimi 15)biologicamente piu attivi.

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� La contaminazione dei sedimenti aveva comportato un trasfer imentodel benzo(a) pirene nei mitili presenti nel Mar Grande (Lotto I) conconcentrazioni ampiamente superiori (21,9 µg/kg peso fresco ) ai limitistabiliti dal regolamento europeo 1881/2006/EC (10 µg/kg pesofresco-il limite è stato successivamente abbassato a 5 µg/k g pesofresco ).

� L’area in cui sono stati rilevati i superamenti tuttavia era comunquenella darsena (area dove c’è un’intensa attività di navigazi one) e giàera previsto il divieto di pesca come era stato confermato da lla ASLdi Taranto .

� L’Istituto, rispondendo ad una richiesta di parere del Mini steroAmbiente su tale tematica, ha comunque evidenziato, tra l’al tro, chel’ area Lotto I del Mar Grande è adiacente ad un’area adibita amolluschicoltura e di conseguenza la possibilità che talecontaminazione sia presente anche in queste aree non era daescludere anche alla luce della rilevante contaminazione de isedimenti dell’area indagata.

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� E’ attualmente in corso un’attività, coordinata dal Sottosegretario all’ambiente, per individuare criteri per definire valori di riferimento per i sedimenti nei Siti di Bonifica di Interesse Nazionale.

� Tali criteri terranno conto anche dei fenomeni di bioaccumulo

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� il monitoraggio ambientale e la conoscenza del destinoambientale delle sostanze chimiche rappresentano elementi disupporto importante al fine di intraprendere corrette misu re perla bonifica, per approfondire la conoscenza dei meccanismi d itrasferimento delle sostanze nella catena alimentare, per v alutarei trend della contaminazione.

� L’integrazione (tramite anche uso di GIS) dei monitoraggi di tipoambientale (ad esempio monitoraggi ai sensi della direttiv aquadro acque, direttiva aria) con quelli sanitari (es. cont rolli aisensi del regoamento 1881/2006/EC sugli alimenti) risultanecessaria .

Conclusioni