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EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Marcello Campagna Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare
Università degli Studi di Cagliari
SEMINARIO
“IL MEDICO COMPETENTE NEL D. LGS. 81/08: CRITICITÁ E PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO”
Mogoro, 6 giugno 2014
Bernardino Ramazzini Carpi 4/10/1633 – Padova 5/11/1714
SEMINARIO
“IL MEDICO COMPETENTE NEL D. LGS. 81/08: CRITICITÁ E PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO”
Mogoro, 6 giugno 2014
DE MORBIS ARTIFICUM DIATRIBA
MALATTIE DA LAVORO: ieri, oggi, domani
ESPOSIZIONI PATOLOGIE
IERI elevate
OGGI moderate
DOMANI basse
Patologie “classiche” dose-dipendenti
Quadri gravi – gravissimi
Esempi: silicosi, saturnismo, benzolismo,
tecnopatie da radiazioni ionizzanti
Patologie “classiche” dose-dipendenti
Quadri di media-lieve gravità
> Patologie immuno-allergiche
> Patologie da problemi organizzativi
Patologie immuno-allergiche
Patologie da problemi organizzativi
Patologie multifattoriali
Patologie rare
N
E
O
P
L
A
S
I
E
Epidemiology, 1999
Epidemiology, 1999
Stima del numero di malattie professionali/anno (n. x106)
Epidemiology, 1999
2013
• FATTORI DI RISCHIO OCCUPAZIONALI: rilevante contributo
al carico globale delle malattie
• Elevati costi:
– Salute del lavoratore e famiglia
– Riduzione produttività e utilizzo servizi sanitari nazionali
• Più comuni cause di mortalità lavoro correlata (Hamalainen,
2011):
– Tumori 25%
– Patologie cardiocircolatorie 21%
– Patologie infettive 28%
• Costi stimati (ILO, 2013; OSHA, 2013):
– 2-4% PIL nei paesi europei
– ~ 145 miliardi di euro/anno
2013
2013 Misure adottate nel 2003-2010 per la promozione di azioni da parte dei servizi sanitari nazionali per la prevenzione delle malattie professionali
PRIORITA’ DI INTERVENTO STATI MEMBRI
PATOLOGIA/FATTORE DI RISCHIO PAESE UE
Patologie muscoloscheletriche DK, FR, DE, IS, SK, GR, HU
Agenti chimici FR, IT, GR, HU, PL
Rumore DK, GR, HU
Asbesto FR, GR
Patologie allergiche PL, DE
Fattori psicosociali DE, DK, IS, HU, PL
2013
PRIORITA’ DI INTERVENTO STATI MEMBRI 2013
PRIORITA’ DI INTERVENTO STATI MEMBRI 2013
Necessario implementare i sistemi di rilevazione delle malattie professionali all’interno degli stati membri
STRATEGIE DI INTERVENTO STATI MEMBRI 2013
EPIDEMIOLOGIA
• L’epidemiologia: – Studia la distribuzione delle malattie nel tempo, nello spazio e nelle
popolazioni
– Cerca di spiegare le motivazioni
• L’epidemiologia professionale: – Studia l’insieme di tutte le conseguenze sul piano della salute che
derivano dall’esposizione professionale a fattori sia dannosi sia protettivi (studio coorte)
– Valuta l’associazione di una qualsiasi malattia con un’esposizione professionale (studio caso-controllo)
Mastrangelo, 2010
Mastrangelo, 2010
Mastrangelo, 2010
RISCHIO ATTRIBUIBILE
• Differenza fra incidenza della malattia negli esposti rispetto
ai non esposti
• Quantità di rischio supplementare ascrivibile al fattore
considerato
• Quota di malattia tra gli esposti che potrebbe essere
evitata se venisse completamente rimosso il fattore di
rischio PREVENZIONE PRIMARIA
Modello del Established Market Economies (EME), 1998 (ILO; 2002)
CAUSE frazione
attribuibile paesi EME (%)
Decessi per classi di età
Mortalità lavoro-
correlata per classi di età
PATOLOGIE INFETTIVE 8.8 127.000 11.176
NEOPLASIE MALIGNE 8.4 1.959.300 164.581
PATOLOGIE RESPIRATORIE 4.1 407.700 16.716
PATOLOGIE CARDIO-CIRCOLATORIE 12.4 617.700 76.595
PATOLOGIE NEUROPSICHIATRICHE 3.4 222.700 7.572
PATOLOGIE GASTROINTESTINALI 2.1 137.700 2.892
PATOLOGIE DELLE VIE URINARIE 1.3 141.000 1.833
INFORTUNI 100.0 16.170 16.710
TOTALE 297.535
Malattie respiratorie RA 4.1%
Asma bronchiale RA 4-58%
(media 15%)
BPCO RA 12-34% (media 19%)
Interstiziopatie RA fino al 15%
MALATTIE OCCUPAZIONALI E LAVORO-CORRELATE
RISCHIO ATTRIBUIBILE*
*Fonti
1. Organizzazione Mondiale della Sanità
2. Unione Europea, studi multicentrici
3. International Labour Organization
4. American Thoracic Society
Neoplasie RA 8.4%
neoplasie polmonari RA 9%
leucemie RA 2%
mesotelioma RA 30-80%
Lombalgie RA 37%
Ipoacusie RA 16%
Dermatopatie RA fino al 30%
Malattie apparato urinario RA 1.3%
Malattie cardiovascolari RA 12.4%
Pat. neuropsichiatriche RA 3.4%
Malattie apparato digerente RA 2.1%
Epatite B e C lav. sanità RA 40%
Malattie trasmissibili RA 8.8%
HIV RA 1-12%
NEOPLASIE DI ORIGINE OCCUPAZIONALE
RISCHIO ATTRIBUIBILE
maschi 15%
femmine 5%
1-40% Vineis & Simonato, 1991
Barone-Adesi,2005,Population Attributable
Risk (PAR) (Italia)
esposti a cancerogeni certi 5-16%
esposti a cancerogeni certi e sospetti 12-
36%
matrici mansione-esposizione
3-53%
} Doll e Peto, 1981
TUMORE DEL POLMONE
R.A. maschi 10%
R.A. femmine 5%
R.A. 0-24% Vineis & Simonato, 1991
2003 analisi “pooled”
(11 studi europei)
R.A. maschi 4%
R.A. femmine 7%
Mesotelio (pleura, peritoneo): 30-80%
Laringe: maschi 15% - femmine 5%
Seni paranasali: 33%
Cute: 11-30%
App. emolinfopoietico ?
leucemie: aschi 10% - femmine 5%
} Doll e Peto, 1981
TUMORE VESCICA
ALTRE SEDI
MALATTIA casi
stimati(1, 2, 3) RA %(4) casi attesi MP
malattie denunciate(5)
Sotto notifica %
ASMA bronchiale
3.000.000 4-58 120.000-1.740.000 111 99
BPCO 4.000.000 12-34 480.000-1.360.000 55 99
LOMBALGIA 5.000.000 37 1.850.000 2500 99
Tutti i TUMORI
300.000 8.4 25.200 1600 94
ITALIA: SOTTONOTIFICA
(1) ISTAT al 1/6/06: www.istat.it
(2) Ministero della Salute: www.ministerosalute.it (3) Rosso S et al: Epidemiol Prev 2004; 28: 247-257 (4) OMS: www.who.int (5) INAIL anno 2006: www.inail.it
Italia – popolazione: 59.000.000(1)
Porru e coll, 2006
NEOPLASIE «PERDUTE» IN ITALIA SOTTONOTIFICA
Mastrangelo, 2010
classi di malattia casi
stimati(1, 2, 3) RA %(4) casi attesi MP
segnalazioni pervenute(5)
Sotto notifica %
Asma bronchiale 400.000 10-25 40.000-100.000 53 99
Dermatopatie 640.000 30 192.000 243 99
Interstiziopatie 15 143
BPCO 640.000 12-34 76.800-220.000 35 99
Epatite B e C 240 8 20 14 30
Mal di schiena 500.000 37 185.000 54 99
N. Polmonari 6.500 9 585 56 90
N. Vescicali 3.500 4 140 33 80
N. nasosinusali 60 33 20 7 65
Mesoteliomi 160 30-80 48-128 78 40
(1) ISTAT al 1/1/06: www.istat.it
(2) Ministero della Salute: www.ministerosalute.it (3) Rosso S et al: Epidemiol Prev 2004; 28: 247-257 (4) Global Burden Due to Occupation: Am J Ind Med, 2005
(5) MALPROF 2005: anno 2001
Lombardia - popolazione: 9.000.000 (16%)(1)
LOMBARDIA: SOTTONOTIFICA
40
Porru e coll, 2006
LA DIAGNOSI DI MALATTIA PROFESSIONALE
DEFINIZIONI
• Malattia professionale
– riconosce nell’attività lavorativa e nell’esposizione occupazionale l’unico fattore causale
• Malattia lavoro correlata
– riconosce nel lavoro uno dei molti possibili agenti etiologici
NORMATIVA
• non distinzioni tra malattia da lavoro o lavoro correlata (TU 1124/65 e s.m.)
• per “ogni medico che ne riconosca l’esistenza”
– obbligo di denuncia delle malattie la cui origine lavorativa è di elevata o limitata probabilità o anche solo possibile (DM 27.4.2004)
Valutazione della probabile origine occupazionale della patologia
LA DIAGNOSI EZIOLOGICA
• Criteri generali:
– es. criteriologia medico legale con criterio cronologico,topografico, di adeguatezza lesiva, di esclusione di altre cause
• Criteri di Bradford - Hill:
– relazione temporale, plausibilità biologica, accordo, forza dell’associazione, relazione dose-risposta, specificità, reversibilità e coerenza
DIAGNOSI EZIOLOGICA Motivazioni di limitato/assente riconoscimento
malattie lavoro-correlate
• Complessità di
• anamnesi lavorativa
• valutazione del rischio
• acquisizione documentazione
• Esposizioni pregresse (modalità, durata, entità), lunghe latenze tra
esposizione ed insorgenza di MCL
• Fattori di rischio molteplici (cancerogeni, biomeccanici,
allergologici)
• Interazione fattori extralavorativi
• Dati scientifici non sempre univoci o conclusivi Porru, 2006
DIAGNOSI EZIOLOGICA Motivazioni di limitato/assente riconoscimento
malattie lavoro-correlate
• Assenza reperti patognomonici o specifici per la maggior parte delle malattie correlate
• Variazioni suscettibilità individuale
• Limitata collaborazione tra medici/istituzioni
• Limitate conoscenze tecnico-scientifiche e passività dell’operatore sanitario
Porru, 2006
Medico Competente:
• Non diagnosi sullo stato di salute o di patologia ma solo giudizio di idoneità
• Non completa anamnesi lavorativa
• Non valutazione del rischio
• Non ragionamento etiologico
• Non ottemperanza agli adempimenti di legge
• Timori rispetto al Datore di Lavoro/Organo di Vigilanza
Perché le diagnosi di malattia occupazionale
e lavoro-correlate sono sottostimate
Porru, 2006
I medici ospedalieri ed universitari, specialisti in Medicina del
Lavoro, operanti in strutture pubbliche di Medicina del lavoro:
• Mancate iniziative attive di sensibilizzazione e ricerca
• Formazione inadeguata (MC, clinici, medici di base)
• Specifiche carenze di carattere culturale
• Mancanza di risorse organizzative
• Insufficienti rapporti con organi di vigilanza e INAIL
Perché le diagnosi di malattia occupazionale
e lavoro-correlate sono sottostimate
Porru, 2006
LE MALATTIE PROFESSIONALI RITROVATE
• Dal maggio 1998 al maggio 2005
• Ricerca sistematica tumori polmonari presso struttura di Pneumologia
Spedali Civili di Brescia
• 1502 segnalazioni di soggetti affetti da neoplasia polmonare primitiva
• 53% archiviate (806 schede di segnalazione)
• 47% (696 soggetti) sottoposti a visita di consulenza
• 26% (182 casi tutti maschi) diagnosi di neoplasia di origine
occupazionale
– 12% rispetto al totale delle segnalazioni esaminate
Porru e coll. I tumori occupazionali “ritrovati”. Considerazioni sul ruolo del Medico del Lavoro nella
ricerca sistematica e nella diagnosi eziologica dei tumori polmonari, alla luce di una casistica. Med Lav 2006; 97: 565-80
Distribuzione dei casi di neoplasia polmonare occupazionale per attività o
sostanza cancerogena (182 lavoratori)
N° casi (%) Agente
cancerogeno Attività lavorativa Esposizione a più cancerogeni polmonari
51 28 Fumi Diesel Autotrasportatore
49 26 Silice
22 12
cromo-nichel, oli minerali contenenti IPA
silice, radiazioni ionizzanti
fumi di asfaltatura, fumi diesel (3)
amianto e fumi diesel (2)
amianto e silice (2)
amianto, IPA (2)
silice, IPA, amianto
verniciatore, esposizione a silice
IPA, fumi diesel ed amianto (2)
IPA e fumi diesel (4)
Fumi diesel, silice
Fumi diesel, amianto, cromo
IPA, fumi diesel e polveri di carbone
Distribuzione dei casi di neoplasia polmonare occupazionale per attività o
sostanza cancerogena (182 lavoratori)
N° casi (%)
Agente
cancerogeno Attività lavorativa Esposizione a più cancerogeni polmonari
16 9 Amianto
14 8 Verniciatore
6 3 Lavorazioni in fonderia
5 3 Produzione di calzature
5 3 Cromo-nichel
3 2 Meccanico di autoveicoli
3 2 Concia delle pelli
2 1 Asfaltatore-catramista
2 1 IPA
1 0.5 Acido solforico
1 0.5 Radiazioni
ionizzanti
1 0.5 Oli minerali
1 0.5 Industria della gomma
Casi attribuiti
all’occupazione 182
Casi pervenuti all’INAIL 142
Casi non pervenuti all’INAIL 40
Casi in trattazione 18
Casi valutati 124 (100%)
Riconosciuti 48 (39%)
Respinti 76 (61%)
CONCLUSIONI
• Epidemiologia:
– strumento di acquisizione dati utili nel processo di attribuzione del nesso di causa
Identificazione priorità e tipologia interventi preventivi
PREVENZIONE PRIMARIA
CONCLUSIONI • RUOLO DEI SERVIZI UNIVERSITARI/OSPEDALIERI
• Valutazioni secondo livello diagnosi eziologica
– Vantaggi:
» Medici Competenti: supporto al giudizio diagnostico ed alla produzione ed invio modulistica – formazione continua
» Organo di vigilanza: produzione dati locali utili ai fini della scelta delle priorità di intervento
» INAIL: riduzione dei costi di contenzioso e collaborazione alla valutazione dell’esposizione
» Lavoratori: incremento livello di indennizzo
• Formazione igienistico industriale Scuole di Specializzazione e Medici Competenti
• Formazione per le discipline mediche (pneumologi, allergologi, oncologi, ortopedici/fisiatri, medici di base, ecc.)
CONCLUSIONI
– RUOLO DELL’INAIL
• Identificazione priorità di intervento – Patologie
– Settori lavorativi
• Raccolta e divulgazione dati nazionali e locali
– RUOLO ORGANI DI VIGILANZA
• Valutazione adesione normativa
• Promozione prevenzione collettiva e individuale
CONCLUSIONI
• RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE
– Osservatorio privilegiato sul territorio
– Valutazione nesso di causa
– Comunicazione/interazione con INAIL, SPRESAL, Servizi
Universitari/Ospedalieri a livello territoriale
– Promozione attività VDR negli ambienti di lavoro
• Diagnosi
• Prevenzione primaria