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EPILESSIA Corso teorico pratico per docenti 9 e 10 settembre 2013 Fisiologia – Caratteristiche Normativa – Intervento diretto Corso di formazione e aggiornamento "Insegnanti efficaci" Dott.ssa Silvia D'Alessandro - Ins. Elisa Saglia Dott.ssa Silvia D’Alessandro (Psicopedagogista) Ins. Elisa Saglia (Docente di Scienze Motorie)

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EPILESSIA Corso teorico pratico per docenti

9 e 10 settembre 2013

Fisiologia – Caratteristiche Normativa – Intervento diretto

Corso di formazione e aggiornamento "Insegnanti efficaci"

Dott.ssa Silvia D'Alessandro - Ins. Elisa Saglia

Dott.ssa Silvia D’Alessandro (Psicopedagogista) Ins. Elisa Saglia (Docente di Scienze Motorie)

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UN PASSO ALLA VOLTA…

• DEFINIZIONE DI EPILESSIA

• UNO SGUARDO SULLE CAUSE

• TIPOLOGIA DI ATTACCHI EPILETTICI

• ITER PSICODIAGNOSTICO

• EPILESSIA A SCUOLA: dubbi e perplessità

• NORMATIVA DI RIFERIMENTO

• IN CLASSE HO UN BAMBINO CHE…

• UNA FAVOLA PER L’INTEGRAZIONE…

• COSA FARE E NON FARE DURANTE UNA CRISI EPILETTICA

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VOCE AI DOCENTI EPILESSIA??

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EPILESSIA dal greco «epilepsis» = attacco

(epilambanein = essere sopraffatti, colti di sorpresa)

• malattia neurologica = scariche elettriche

• varie forme = epilessie

• malattia sociale diffusa

• non è una malattia mentale, non è un handicap

• pregiudizi = atteggiamenti discriminatori verso le persone con epilessia e possono sviluppare un disagio psichico (quando non evidente)

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COSA ACCADE NEL CERVELLO

• crisi epilettica avviene quando improvvisi eccessi di attività cerebrale turbano schema regolare cervello (corto circuito)

• comunicazioni tra cellule vengono rese

indecifrabili = pensieri sensazioni o movimenti diventano momentaneamente confusi o incontrollabili

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LE CAUSE • cause genetiche • derivanti da danno cerebrale che intercorre prima o subito

dopo la nascita (per es. per un difetto di ossigenazione del cervello nei primi attimi di vita, o per un parto difficile), da malformazioni del cervello, da malattie infettive o degenerative del sistema nervoso, da traumi cranici gravi, da tumori cerebrali, da ictus, da malformazioni dei vasi cerebrali

• da fattori esterni (predisposizione) come stress psico-fisici

eccessivi, modificazioni del ciclo sonno-veglia, l’eccessiva l’esposizione prolungata a stimoli luminosi intermittenti,(anche davanti alla TV o ai videogames) facilitano comparsa, di una crisi epilettica

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EPILESSIA /CRISI EPILETTICA

• crisi epilettica = varietà di sintomi neurologici dovuti a una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di cellule nervose della corteccia cerebrale

• epilessia = disturbo neurologico caratterizzato

da un'imprevedibile periodicità del verificarsi di crisi epilettiche.

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FORME DIVERSE DI EPILESSIA come riconoscerle

• crisi parziali o focali cominciano in una parte

del cervello (punto focale) e interessano la parte del corpo controllata da quella parte del cervello

• crisi generalizzate colpiscono l’intero cervello

e quindi interessano il corpo intero

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Le crisi epilettiche e anche l’epilessia

sono a volte denominate

facendo riferimento al lobo

o sezione del cervello

in cui l’attività che ha provocato la

crisi ha avuto origine.

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TIPOLOGIE… NELLO SPECIFICO

A. CRISI SEMPLICI PARZIALI

• attacchi localizzati, che interessano soltanto una parte del cervello

• sintomi dipendono dalla funzione corporea controllata da quella parte del cervello

• movimenti involontari irrigidimento di un arto, sensazioni di déjà vu, un gusto o un odore spiacevole, o sensazioni nella stomaco come di ‘farfalle’ o nausea

• cosciente durante tutta la durata della crisi

• crisi dura solitamente meno di un minuto e poi la persona si riprende

• se si estende e coinvolge l’intero cervello, viene chiamata crisi secondaria generalizzata

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B. CRISI PARZIALI COMPLESSE • solo una parte del cervello, alterazione stato di

coscienza • persona confusa e stordita, e può compiere strane

azioni come giocherellare coi suoi indumenti, compiere movimenti di deglutizione o emettere suoni inusuali

• dura solitamente per uno o due minuti, ma la

persona può rimanere confusa e in stato di sopore per alcuni minuti o alcune ore dopo che la crisi si è conclusa

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C. CRISI TIPO ASSENZA (PETIT MAL)

• crisi generalizzata = coinvolge tutto il cervello e comune nei bambini

• perdita di coscienza di quanto sta accadendo attorno a sé,

raramente cade a terra • rimane con lo sguardo fisso e potrebbe arrovesciare gli occhi o

sbattere le palpebre • difficile distinguere tra crisi tipo assenza e sogni a occhi aperti • cominciano improvvisamente, durano pochi secondi e poi

cessano di colpo e la persona riprende a fare quello che stava facendo (pregiudicano apprendimento)

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D. CRISI TONICHE CLONICHE (GRAND MAL)

• attacchi generalizzati che interessano tutto il cervello • ‘aura’, come una sensazione strana allo stomaco o uno strano odore o gusto • corpo di chi ne è colpito si irrigidisce e la persona cade a terra (la fase tonica) • arti cominciano a contrarsi con forti movimenti simmetrici, ritmici (fase clonica) • sbavare dalla bocca, diventare rossa in faccia o perdere il controllo della vescica e/o

dell’intestino • può vomitare o mordersi la lingua e può a volte ferirsi se sbatte contro gli oggetti

circostanti quando cade o è in preda alle convulsioni.

• la crisi normalmente cessa dopo alcuni minuti, dopo di che la persona è di solito confusa e in stato di torpore

• potrebbe soffrire di mal di testa e voler dormire, sonnolenza può durare per alcune

ore

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E. ATTACCHI MIOCLONICI • spasmi muscolari incontrollabili • crisi avvengono solitamente subito dopo essersi alzati dal letto e prima

di coricarsi quando la persona è stanca • perdita di coscienza ma è molto breve e quasi non avvertibile F. CRISI TONICHE • attacchi generalizzati che provocano l’irrigidimento dei muscoli: se la

persona è in piedi cadrà pesantemente al suolo

• crisi possono avvenire a grappolo durante il sonno ma se capitano mentre la persona è sveglia possono spesso causare ferite alla testa.

G. CRISI ATONICHE • attacchi generalizzati che incidono sul tono muscolare provocando

l’improvvisa caduta a terra della persona

• chiamati crisi astatiche, possono causare lesioni alla testa o al viso • recupero è solitamente veloce

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ITER DA SEGUIRE

I medici specializzati per la cura delle epilessie

nei bambini sono i neuropsichiatri infantili

o i neuropediatri. Quando si ritiene

possano esservi state delle manifestazioni epilettiche,

è importante mettersi in contatto con loro per avere una corretta diagnosi

ed un idoneo percorso terapeutico.

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• Esame • Terapia

• Indicazioni ai genitori

• Indicazioni e

formazione insegnanti

• Se necessario,

presenza dello psicologo - psicopedagogista

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PREVALENZA E INCIDENZA

• in Italia circa 500.000 persone affette e 30.000 nuovi casi per anno, con incidenza più elevata dei bambini e negli anziani

• in Europa circa 6 milioni di persone hanno un’epilessia in fase

attiva (cioè con crisi persistenti e/o tuttora in trattamento) • in generale, si afferma che l’epilessia interessa globalmente circa

l’1% della popolazione

• nei tre quarti dei casi l’esordio è prima dei 20 anni, in un quanto le crisi possono essere frequenti

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Quando l’epilessia si manifesta in un adulto ci si trova generalmente di fronte a una persona che ha già maturato le proprie competenze ed il proprio carattere. Quando l’epilessia si manifesta in un giovane in età evolutiva non bisogna dimenticarsi che i suoi organi e le relative abilità stanno ancora maturando

Queste considerazioni comportano una duplice attenzione sia rispetto alla patologia sia rispetto alla persona.

Il cervello si forma nei nove mesi della gravidanza, ma, seppur evolvendo in tutto l’arco della vita, matura fino ai 21 anni circa.

Ed è tale evoluzione che può influire sulle cause.

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DIAGNOSI - ESAMI • accurata valutazione clinica dei sintomi e della storia clinica. • dal punto di vista delle indagini, sono necessarie: elettroencefalogramma (EEG): rileva l'attività elettrica del

cervello ed è un'analisi fondamentale nella diagnosi dell'epilessia, ma un EEG normale registrato al di fuori di una crisi non esclude la diagnosi di epilessia.

risonanza magnetica e la TAC cerebrale : sono esami

fondamentali per dimostrare l’eventuale presenza di una alterazione cerebrale che può essere la causa dell’epilessia

esami di laboratorio: sono indicati per accertare o escludere

cause specifiche

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TERAPIE • Approccio farmacologico • Terapia chirurgica: nei casi di pazienti farmaco-resistenti (25-

30% del totale) = asportazione della regione cerebrale (nella maggior parte dei casi si interviene sul lobo temporale) da cui originano le crisi epilettiche.

• Stimolazione del nervo vago: è indicata in casi di epilessia

farmacoresistente in cui la terapia chirurgica non sia possibile o sia controindicata. La sua efficacia è inferiore a quella della terapia chirurgica ma è stata dimostrata in una serie di studi clinici. Come la terapia chirurgica, la stimolazione del nervo vagale richiede l'assistenza da parte di centri specializzati.

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BAMBINI ED EPILESSIA

picco di incidenza in età infantile ed adolescenziale: è essenziale conoscere le regole per un migliore intervento nel caso si assista ad

una crisi epilettica a casa o a scuola e per la prevenzione di eventuali situazioni di rischio.

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A SCUOLA

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SCUOLA ED EPILESSIA COSA FARE?

• INFORMAZIONE • NORMATIVA • OSSERVAZIONE OGGETTIVA • IMMEDESIMAZIONE • EMPATIA • INTEGRAZIONE • PRONTO INTERVENTO

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MI INFORMO CARATTERISTICHE COGNITIVE DEL BAMBINO CON EPILESSIA

• intelligenza del tutto normale, in molti casi superiore alla media.

• memoria può essere deficitaria

• memoria verbale e non verbale a breve termine

• indipendentemente dal livello intellettivo, presenterebbero difficoltà legate alla memorizzazione dei contenuti

• riduzione nelle capacità attentive, errori di memoria con materiale verbale nei bambini con focolaio sinistro

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CARATTERISTICHE COGNITIVE DEL BAMBINO CON EPILESSIA

• labilità attentiva dovuta sia a situazioni psicologiche determinate per terapia usata o cause organiche direttamente dovute all'epilessia;

• bradipsichismo direttamente proporzionale alla percentuale

delle crisi che possono generare un rallentamento delle reazioni del bambino;

• prevalenza del pensiero concreto, che spesso può

accompagnarsi a difficoltà di sintesi e reversibilità del pensiero • non hanno brevi tempi di sopportazione della fatica mentale =

la stimolazione e l'impegno ad essi richiesti, possono avere benèfici effetti, stemperano ansia diffusa, che spesso li colpisce

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COSA DEVO SAPERE E COSA DEVO FARE

• maggiori difficoltà di inserimento a scuola sono legate ad un

atteggiamento negativo da parte dei compagni, che spesso non conoscono la patologia

• insegnante deve collaborare all’inserimento dello studente

con epilessia, cercando di spiegare ai suoi alunni la patologia per superare il pregiudizio che spesso si associa ad un atteggiamento di diffidenza

• fondamentale predisporre interventi educativi e formativi che

devono da un lato coinvolgere i genitori e gli insegnanti e dall’altro il bambino stesso e i suoi insegnanti.

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COSA DEVO SAPERE E COSA DEVO FARE

• sono presenti, in modo limitato, condizioni di difficoltà cognitive e relazionali

• percorso d’integrazione scolastica attivato se le crisi persistono • garantire una corretta comprensione, accettazione e gestione da parte della

comunità scolastica sia quando vi siano associate invalidità cognitive/relazionali sia nel caso di affaticamenti generati da effetti collaterali dei farmaci

• Invalidità sia certificata dai servizi delle Aziende Sanitarie Locali • famiglia parte di un gruppo operativo che, almeno tre volte l’anno, si

riunirà per definire e verificare il Progetto Educativo Personalizzato • è opportuno valutare assieme al medico curante ed al dirigente

scolastico il grado d’informazione da fornire ai docenti, operatori scolastici e compagni di scuola, facendo attenzione che questa informazione non determini un isolamento piuttosto che un’accoglienza

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NORMATIVA • Legge 104/92 assistenza di base e specialistica • Nota Miur 30/11/2001: quadro legislativo

completo, indicazioni operative e Iniziative di formazione per operatori scolastici

• Linee guida per la somministrazione di farmaci

in orario scolastico – MIUR e Ministero della salute 25/11/2005

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COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE PER FAVORIRE LA CRESCITA ARMONIOSA DEL BAMBINO

• Consapevolezza che la «professione Insegnante» ha altre

esigenze da gestire oltre alla trasmissione di contenuti

• Creare un’alleanza con la famiglia (delega/rifiuto)

• Favorire l’integrazione all’interno del gruppo classe e organizzare interventi educativi sulle difficoltà

• È un bambino come gli altri, che non presenta, né crea particolari problemi direttamente correlati alla propria infermità

• Non considerarlo «un problema», niente ansia né esclusione o rifiuto (ripercussione sul bambino e sul gruppo classe)

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OSSERVAZIONE E INTERVENTO • Ogni caso è soggettivo • Osservare i bambini nei vari momenti di vita scolastica • Favorire l’apprendimento

• Favorire situazioni «tranquille», no autoritarismo, niente scenate isteriche, dialogare e non sgridare

• Evitare situazioni di tensione emotiva • Non scambiare i momenti di sospensione del

pensiero con disattenzione e mancanza di ascolto • Favorire l’integrazione nel gruppo classe

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COSA DEVO SAPERE E COSA DEVO FARE

• in caso di crisi con caduta a terra, irrigidimento e scosse, sarà importante rassicurare i ragazzi sullo stato di salute del compagno di classe e predisporre una serena accoglienza al suo rientro

• in caso di assenza, sarà utile ricondurre il

bambino con epilessia ai momenti precedenti la crisi chiedendo a un compagno la ricapitolazione dei contenuti spiegati

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EXTRASCUOLA • confrontarsi con il medico curante per favorire al

meglio l’esercizio di tutte le attività ludiche e sportive che determinano lo sviluppo fisico, mentale e sociale del bambino

• giusto equilibrio tra la necessità di sicurezza ed il

grado di autonomia, tra le attività desiderate e quelle possibili, va sempre ricercato determinando alternative che il bambino con epilessia possa vivere non come limitanti, ma come ulteriori opportunità nello sviluppo delle proprie capacità e propensioni

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A CASA (ma anche a scuola) • sensibili all’effetto di luci intermittenti sia artificiali che

naturali • possono soffrire di crisi davanti alla TV o mentre giocano

ai videogame

CHE FARE illuminare l’ambiente circostante non stare troppo in prossimità dello schermo dotarsi di schermi a 100 Hz, o meglio LCD o al plasma limitare il tempo trascorso davanti alla TV considerare lo stress emotivo legato ai videogame,

all’intensità e al tipo di colore del gioco: evitare che i bambini e gli adolescenti giochino troppo vicini allo schermo e per periodi troppo lunghi (COMPUTER)

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COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE PER FAVORIRE LA CRESCITA ARMONIOSA DEL BAMBINO

• atteggiamento assunto dall'insegnante nei confronti dell'alunno con crisi epilettiche è di fondamentale importanza = al suo comportamento che si confermeranno quelli degli altri alunni

• non trasmettere difficoltà emozionali, non assumere neanche un

atteggiamento iperprotettivo o pietistico (esclusione psicologica) • atteggiamento degli operatori scolastici di fronte alle crisi

epilettiche è determinante per la qualità della percezione degli altri alunni

• insegnante si pone in maniera serena e rassicurante nei confronti

del bambino epilettico = sdrammatizzare senza ironizzare.

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un libro per conoscere

l’epilessia e per aiutare i

bambini a comprenderla

Rachele Giacalone

MONDADORI EDITORE

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UN LIBRO PER COMPRENDERE L’EPILESSIA

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«L’altra sera ti ho visto tremare..non devi aver paura. Vedi, nella testa ci

sono tanti fili e ognuno serve per fare qualcosa: giocare, parlare,

dormire, pensare..poi ogni tanto, può capitare – o almeno è così che

succede a me – che uno di questi fili inizi a tremare, come se fosse stato

toccato da un fulmine, da una scossa elettrica..»

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PRONTO INTERVENTO COSA FARE E COSA NON FARE DURANTE

UN ATTACCO EPILETTICO E DOPO

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PER FARE IL PUNTO!! • L’epilessia è un disturbo che colpisce per il 90% bambini di età

compresa tra i sette e i dodici anni. • Si parla di epilessia quando il bambino subisce più di una singola

crisi. • Nei due terzi dei casi gli attacchi epilettici scompaiono

spontaneamente con l’adolescenza. • L’attacco epilettico è dovuto ad una scarica improvvisa di un

gruppo più o meno grande di neuroni.

• Queste crisi possono essere semplici (quando non ne consegue un’alterazione dello stato di coscienza) o complesse (se lo stato di coscienza viene compromesso) e parziali (circoscritte ad un emisfero) o generali.

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I SINTOMI: COME RICONOSCERLI ED INTERPRETARLI

• non ogni tipo di convulsione presuppone un

problema di epilessia • non tutti i sintomi sono presenti

contemporaneamente e in ogni tipo di crisi: molto dipende dalla gravità dell’attacco epilettico

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• Deviazione di testa e occhi • Dilatazione delle pupille • Spasmi • Nausea • Paura • Stato di depressione • Impossibilità a parlare o alterazione del linguaggio • Formicolio degli arti e del vis • Allucinazioni • Disturbi dell’udito (ronzii, soffi e sibili nell’orecchio • Alterazioni olfattive e gustative • Vertigini (in rari casi) • Alterazione della percezione visiva e delle grandezze degli oggetti • Crisi di riso o pianto incontrollate e ingiustificate (rare) • Rabbia e Vampate e sudorazione accelerata • Alterazione nella percezione dello scorrere del tempo • Marcia Jacksoniana, ovvero una sorta di scossa che dalla mano passa

al braccio, si trasmette agli arti inferiori e poi al viso. • Automatismi motori: ad esempio il bambino può fare il gesto di

masticare o deglutire di continuo.

SINTOMI

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ATTACCHI EPILETTICI NEI BAMBINI: COSA SUCCEDE • durante una crisi epilettica il bambino ha dapprima una

convulsione generale: cade a terra e si contorce come se fosse colpito da una scarica elettrica.

• Comune il rischio che si morda la lingua o la spinga all’indietro. • Occorre quindi intervenire prontamente: se si è consapevoli

che il bambino è epilettico è meglio portare con sè un kit di pronto intervento dotato di un cucchiaino per trattenere la lingua verso il basso.

• Segue poi la fase post critica in cui il bambino apparirà

confuso e disorientato.

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TIPOLOGIE DI INTERVENTO Crisi toniche cloniche [in passato note come grand mal] • E’ il tipo di crisi a cui si riferisce la maggior parte della gente quando

pensa all’epilessia. • Le crisi toniche cloniche sono attacchi generalizzati che interessano

tutto il cervello provocando l’irrigidimento dei muscoli. • Queste crisi possono avvenire a grappolo durante il sonno ma se

capitano mentre la persona è sveglia possono spesso causare ferite alla testa in quanto se la persona è in piedi cadrà pesantemente al suolo

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Quando si può parlare di crisi a grappolo?

• Crisi che compaiono con frequenza ravvicinata le une alle

altre. • Solitamente le crisi epilettiche durano pochi minuti; quando

una serie di brevi crisi, o parziali o generalizzate, si susseguono l'una dopo l'altra con solo un breve intervallo tra le crisi, si parla di un grappolo di crisi.

• Se del caso, è consigliabile che la persona indossi un elmetto

protettivo per evitare lesioni. Chiedi assistenza medica se la persona si fa male.

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Cosa accade alla persona colpita da un attacco epilettico?

• Durante una crisi tonica clonica il corpo di chi ne è

colpito si irrigidisce e la persona cade a terra [la fase tonica].

• Gli arti cominciano a contrarsi con forti movimenti

simmetrici, ritmici [la fase clonica]. • La persona colpita può sbavare dalla bocca,

diventare blu o rossa in faccia o perdere il controllo della vescica e/o dell’intestino.

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Un attacco epilettico può causare danni alla persona colpita?

• Anche se assistere a questo tipo di crisi epilettica può essere

pauroso, l’attacco in se stesso difficilmente può causare danni alla persona che ne è colpita.

• Essa, tuttavia, può vomitare o mordersi la lingua e può a volte

ferirsi se sbatte contro gli oggetti circostanti quando cade o è in preda alle convulsioni.

Quanto può durare una crisi epilettica?

La crisi normalmente cessa dopo alcuni minuti, dopo di che la persona è di solito confusa e in stato di torpore. Potrebbe soffrire di mal di testa e voler dormire. Questa sonnolenza può durare per alcune ore.

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Come intervenire nelle crisi epilettiche toniche cloniche

Come si manifesta all’inizio?

Una crisi convulsiva o tonica clonica comincia quando

qualcuno perde conoscenza, s’irrigidisce inaspettatamente, cade a terra e comincia ad

essere colto da convulsioni.

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COME PRESTARE AIUTO • Rimani vicino alla persona – stai calmo. • Prendi nota dell’ora/durata della crisi. • Proteggi la persona da lesioni - togli qualunque oggetto pesante

dall’area in cui si trova. • Metti qualcosa di morbido sotto la sua testa. Allenta i capi di vestiario

troppo stretti • Sposta con delicatezza la persona su di un fianco (posizione di

sicurezza) – non appena sarà possibile, per aiutarla a respirare • Cerca di comunicare con la persona per assicurarti che abbia

effettivamente ripreso conoscenza. • Rassicurala • Tieni lontano i curiosi • Non limitare i movimenti della persona. • Non cercare di mettere forzatamente nulla dentro la bocca. • Non dare alla persona acqua, pillole o cibo fino a quando non sarà

pienamente cosciente.

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Come si presenta

la persona colpita a crisi terminata ?

• Dopo che la crisi si è conclusa, la persona dovrebbe essere messa sul suo fianco sinistro.

• Ricordati che esiste il lieve rischio che la persona possa

vomitare una volta terminata la crisi, prima che abbia pienamente ripreso coscienza. Perciò, la testa dovrebbe essere collocata in modo che il vomito possa essere espulso dalla bocca senza venire inalato.

• Rimani con la persona fino a quando si sarà ripresa (da 5 a 20

minuti).

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Chiama un’ambulanza se:

• la crisi ha una durata attiva superiore a 15 minuti o un secondo attacco segue subito dopo

• la persona non ha riacquistato conoscenza entro 15 minuti

dalla conclusione della crisi • la crisi avviene nell’acqua • la persona si è fatta male • la persona è incinta o ha il diabete • sai, o credi, che sia stato il primo attacco epilettico sofferto

dalla persona • se sei in dubbio.

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Crisi tipo assenza [in passato note come petit mal] • Si tratta di una crisi generalizzata che interessa tutto il cervello ed è

maggiormente comune nei bambini.

Come può apparire la persona colpita da questo tipo di crisi?

• In questo tipo di attacco, la persona perde coscienza di quanto sta accadendo attorno a sè ma raramente cade a terra. Semplicemente, rimane con lo sguardo fisso e potrebbe arrovesciare gli occhi o sbattere le palpebre.

Quanto tempo può durare questo tipo di crisi?

• Può essere difficile distinguere tra crisi tipo assenza e sogni a occhi aperti. • Tuttavia, le assenze cominciano improvvisamente, durano pochi secondi e poi

cessano di colpo e la persona riprende a fare quello che stava facendo. Anche se queste crisi durano solo pochi secondi, possono avvenire molte volte al giorno, e possono essere molto nocive per l’apprendimento.

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Come prestare aiuto:

Essendo facile scambiare la crisi epilettica con il sognare ad occhi aperti bisogna prima accorgersi che si è verificata una crisi epilettica, rassicura la persona e ripeti le informazioni che potrebbero non essere state comprese durante l’attacco.

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Crisi parziali complesse • Anche questo tipo di attacco interessa solo una parte del cervello ma

lo stato di coscienza della persona viene alterato.

Come può apparire la persona colpita da questo tipo i crisi? • La persona può spesso apparire confusa, inerte e stordita, e può

compiere strane azioni come giocherellare coi suoi indumenti, compiere movimenti di deglutizione, emettere suoni inusuali.

• Possono essere presenti movimenti automatici come lo schioccare

delle labbra, farneticazioni, oppure movimenti automatici della mano.

Quanto può durare una crisi?

La crisi dura solitamente per uno o due minuti ma la persona può rimanere confusa e in stato di sopore per alcuni minuti o alcune ore

dopo che la crisi si è conclusa.

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Come prestare aiuto • Nel corso di un attacco complesso parziale potresti

dover guidare con gentilezza la persone in modo che eviti gli ostacoli e si allontani da luoghi pericolosi.

• Non appena la crisi si conclude, cerca di comunicare

con la persona offrendogli il tuo sostegno, e chiedendole se si sente bene.

• Chiama un’ambulanza se la persona non comincia a

riprendersi dopo 15 minuti.

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In conclusione si può affermare che il precoce inserimento dei bambini epilettici nelle scuole comuni è di

primaria importanza per due fondamentali motivi: da un lato essi

potranno in questo modo beneficiare di quelle stimolazioni che a loro, come

agli altri sono fondamentali per il naturale sviluppo delle potenzialità.

Dall'altro perché i compagni impareranno a superare pregiudizi ed

immotivate paure.

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GRAZIE PER LA VOSTRA PRESENZA

BUONA MISSIONE!!

Silvia D’Alessandro & Elisa Saglia