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Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi,
del Territorio e delle Costruzioni
Università di Pisa
CRIBE
Alessandro Franco
ESPERIENZE SUL TERRITORIO DI GENERAZIONE
DISTRIBUITA E TELERISCALDAMENTO
Le biomasse o bioenergie forniscono circa il 10%
dell’energia primaria, tuttavia con forti differenze
• Nei paesi ad ad economia di transizione,
mediamente il 28%, con punte del 90%.
• Nei paesi ad elevato tasso di industrializzazine la
percentuale si riduce al 3-4%
Le bioenergie
L’approccio “rinnovabile” alle bionergie mira allo sviluppo della produzione di
energia da biomasse potenzialmente coltivabili (energy crops) e/o ricavabili (residui
agricoli o alimentari, potature di parchi) in specifici contesti territoriali.
Il settore si è sviluppato in maniera non sempre omogenea
Negli anni dal 2000 al 2014 il settore ha avuto un forte impulso per effetto di iniziative
private, spesso trascinate da un sistema di incentivazioni favorevole.
L’obiettivo di questa presentazione è quello di fare il punto della situazione di
quella che è stata l’esperienza italiana recente in questo settore mostrando
alcuni esempi caratteristici
Numerose esperienze di
biomassa da energia per
impianti di piccole e grandi
dimensioni sul territorio italiano
e toscano
Bio-generazione distribuita in
impianti di combustione e
gassificazione di piccole
dimensioni alimentati da
biomassa locale secondo il
criterio della filiera corta
Produzione di energia da
biomasse in impianti di
grande taglia
Impatto economico – sociale – ambientale
delle filiere di produzione energetica
Peculiarità del settore delle bioenergie
… …n ii + 1 1
xn xi+1 xix1
Yn+1 Yn Yi+2 Yi+1 Yi Y1
F1FiFi+1Fn
Il problema della utilizzazione delle biomasse pre la produzione di energia nelle varie
forme si presenta come un classico problema di tipo seriale o a disposizione
sequenziale, dove ci sono sempre e comunque almeno 4 livelli.
- Determinazione della risorsa;
- preprocessamento della risorsa (prime trasformazioni, trasporto, ecc,);
- trasformazione in biocombustibile;
- utilizzazione del biocombustibile per la produzione di energia.
I primi livelli sono quelli alla fine più importanti e riguardano la risorsa, che è ben diversa
da quella solare, pur se deriva da quella. In questo senso, non si può prescindere da
competenze di origine agronomica ed anche gli aspetti economico-sociali sono da non
sottovalutare. Settore interessante ma richiede integrazione di competenze
Ogni biomassa può arrivare ad una diversa destinazione intermedia
prima di trasformarsi in energia termica o elettrica
Wikipedia definisce la biomassa come
“tutta la materia non fossile di origine biologica”
ovvero
“all non fossil material of biological origin”
Due risultano essere le filiere maggiormente sviluppate sul territorio nazionale
1) Impianti per la produzione combinata di calore (energia termica) o più spesso di
energia elettrica e calore (CHP) mediante la conversione di biomasse ligno-
cellulosiche in impianti di media-grande taglia
Si tratta di caldaie a cippato di legno che alimentano impianti a spillamento
di vapore: in situazione invernale producono potenza termica per impianti di
teleriscaldamento, mentre in condizione estiva viene aumentata la
produzione di energia elettrica
2) Impianti per la produzione combinata di energia elettrica e calore (CHP) che
utilizzano biogas ottenuto da digestione anaerobica di biomasse umide (letame e
liquame zootecnico, frazioni organiche di RSU
Appartengono a questa categoria centinaia di impianti di taglie variabili da
15-20 kW elettrici e 20 kW termici, fino ad impianti di taglia di qualche MW.
Sono collegati ad aziende singole o a impianti consortili e la valorizzazione
energetica viene fatta utilizando un motore a combustione interna
Numerosità, potenza e distribuzione impianti per la produzione di potenza elettrica
o elettrica/termica alimentati da bioenergie
Suddivisione per classi di potenza
degli oltre 4000 MW installati
Impianti per la generazione di calore o di calore ed elettricità
Nelle regioni subalpine (Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino A.A. e Friuli) si è
storicamente sviluppato un comparto per la produzione di energia termica in
impianti alimentati con biomasse legnose.
Centrali degli altri distretti principali
Distretto valdostano-piemontese Distretto lombardo valtellinese
Altre regioni italiane
Distretto friulano
Dati:
• Pin = 12,9 MWt
• Pt = 10,9 MWt
• Pe = 2,8 MWe
Rete di teleriscaldamento:
• 18 km
• 250 utenze
Paesi di
- Collio
- San Colombano
IMPIANTO DI COLLIO VAL TROMPIA
L’ impianto è situato nella cittadina montana di Collio (Bs) in Val Trompia.
Esso costituisce un evoluto esempio di impianto cogenerativo (CHP: Combined Heat
and Power production) alimentato con biomasse legnose (CIPPATO DI LEGNO).
La potenza termica in camera di combustione è di 13 MW, di cui circa 6 MWt impiegati
per il teleriscaldamento di circa 250 utenze nei paesi di Collio e San Colombano.
Anno di realizzazione
2006
Schema tecnico semplificato e flussi di massa dell’impianto
ARIA ADD.
Quello qui riportato è uno schema semplificato dell’impianto.
Impianti alimentati a biogas da digestione anaerobica
Nelle regioni del nord (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Trentino A.A) si sono
sviluppati numerosi impianti di piccola-media taglia alimentati a biogas: la tecnologia più
utilizzata per la valorizzazione energetica del biogas è il motore a combustione interna:
- Media aziende del comparto zootecnico
- Consorzi di aziende operanti nel comparto zootecnico
- Aggregazioni di piccoli comuni di residui agricoli e di frazioni organiche dei RSU
Impianto consortile di medie dimensioni
Bilancio di massa
Dati energetici impianto
Si tratta di un impianto di media taglia,
gestito da una cooperativa agricola nel
Trentino Alto-Adige costituita da 48
aziende agricole
Schema dei flussi
Schema dell’impianto
Il problema di questi impianti è spesso la corretta utilizzazione dell’energia termica
prodotta: una parte viene riutilizzata nel processo (per la digestione anaerobica). In
questo caso una parte alimenta una piccola rete di teleriscaldamento.
Non sempre questo è possibile.
Aree boschive
La Toscana è un territorio
molto interessante da un
punto di vista della
disponibilità di biomasse
per energia
A parte la manutenzione
delle aree boschive che
potrebbe interessare
direttamente questo
territorio, esistono
interessanti distretti agri-
energetici che si
presterebbero
all’implementazione di
iniziative
Interessante attività di
ricerca a livello universitario
(es CRIBE)
I soggetti fondatori del CRIBE, sono rappresentati da Laboratori, Dipartimenti e Centri di ricerca della Scuola Superiore San t’Anna e dell’ Università di Pisa
come di seguito riportati:
Laboratorio Land Lab – Agricoltura, Ambiente e Territorio della SSSA
Laboratorio Biolabs della SSSA
Centro Interdipartimentale di Ricerche Agroambientali “E. Avanzi” dell’UniPi (sede del CRIBE)
Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema dell’UniPi
Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose dell’UniPi
Dipartimento di Energetica dell’UniPi
Dipartimento di Sistemi Elettrici e Automazione dell’UniPi
Dipartimento di Ingegneria Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei materiali dell’UniPi
Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione dell’UniPi
La nascita del CRIBE
Fornitura biomassa Logistica, fornitura e costo biomassa principali elementi di preoccupazione per
Imprenditori
Tecnologia Occorre tecnologia che permetta uso di biomassa eterogena (pezzatura) e con umidità
elevata. Combustione diretta è il metodo più semplice, altri (es. gassificazione) molto
sensibili a variazioni
Taglia Trend verso piccola taglia (< 200 KW): autorizzazioni più semplici. Più facili da
finanziare in un contesto di crisi del credito. Minore area richiesta, ma diseconomia di
scala notevoli
Uso di calore in aree industriali ed artigianali Impianto vicino a centro abitato per non disperdere calore ma lontano per non dare
fastidio
Accesso al credito
Difficile bancabilità. Approvvigionamento biomassa principale elemento di incertezza
Accettabilità sociale Impianti a biomassa percepiti come impianti di incenerimento ed oggetto di
contestazione (esposti e/o ricorsi a giustizia amministrativa)
Problemi per l’affermazione delle biomasse in Toscana
Conclusioni
- Molte iniziative nel settore delle bioenergie prevalentemente incentrate
sulla combustione di biomasse legnose e sul biogas
- Significativo trascinamento delle iniziative legata al sistema delle
incentivazioni: spesso ciò ha prodotto impianti non correttamente
dimensionati
- Impianti alimentati da biomasse hanno alcuni vantaggi rispetto ad altri
impianti basati su FER: produzione maggiormente programmabile
- Non sempre gli impianti sono alimentati da biomasse provenienti da
“filiera corta”
- E’ da valutarsi correttamente l’implementazione di nuove iniziative: è
necessario fare sistema ed avere a disposizione un quantitativo minimo di
biomassa proveniente dal territorio