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Le Sante 2 Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

ESTATE 2010

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ESTATE 2010

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Le Sante2Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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In redazioneLaura Di Palma, Marcello Bonomi, Dino Matesich, Loredana Mantovani, Delia Richiedei, Suor Elisa-betta Buffoli, Davide Riccardi

Hanno collaborato a questo numeroDon Tino Decca, Don Andrea Dotti, Laura Maio Zam-belli, Mara Franzosi Milia, Federico Brunelli, Marianna Sanzogni Papa, Marita Sacchi, Guido Masserdotti, Vera Marchetto Bianconi, Daniela Fonda, i ragazzi di Villa Elisa.

Sommario

Privacy e certificati La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino parrocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’aggiornamento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcu-ni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

festivo Invernale Estivo 8.00 8.00 10.00 10.30 11.15 18.30 18.30Prefestivi e Sabato Invernale Estivo 8.00 18.30 18.30feriale Invernale Estivo (da lunedì a giovedì) (da lunedì a giovedì) 8.30 8.30 17.30 (venerdì) (venerdì) 20.30 20.30adorazioneeucaristica venerdì dalle 18.00 alle 20.00 (sospesa in estate)

Don tino tel. 030 2301955 [email protected] andrea tel. 030 2301793 [email protected]

Operano nella comunitàConsiglioPastorale Parrocchiale Parrocchia tel. 030 2301955

Consiglioaffari economici Natale Cosatto tel. 030 2310214Catechisti/animatori Don Andrea tel. 030 2301793Terza età Suor Laura tel. 030 2306856Volontariservizio migranti Mirella Ottolini tel. 030 2306297Coro adulti Antonio Idra tel. 030 2306229Coro giovani Tiziana Sbardellati tel. 030 2300359 Sabrina Giambattista tel. 030 2311531

Gruppo missionario Marida Canori tel. 030 2310253Gruppo pensionati Masserdotti Guido tel. 030 2304297

Ass. dilettantisticasez. calcio Luca Papa tel. 335 1024877sez. pallavolo Tiziana Ragusa tel. 333 1189517

Redazione Marcello Bonomi tel. 030 2306317giornalino parrocchiale Laura Di Palma tel. 030 2319767

Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli tel. 030 2306347Commissione Liturgica Francesca Bottari tel. 030 2304064Commissione Carità Marida Canori tel. 030 2306717Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema tel. 030 2304541Commissione Oratorio Marco Cominotti tel. 030 2300359Commissione Cultura Laura Di Palma tel. 030 2319767Iniz. Cristiana Genitori Franco e Cristina Mandonico tel. 030 2310208Equipe Battesimi Federico e Luisa Plebani tel. 338 1255987Atelier Betania Maria Mottinelli tel. 030 2310206Piccolo Clero Don Andrea tel. 030 2301793 Davide Riccardi tel. 030 2319767Coro Bambini Angela Nicassio tel. 030 2311412Gruppo Teatro Giamba Zambelli tel. 030 3531228Caritas Carla Ghidini tel. 030 2304526Biblioteca Franca Crescimbeni tel. 030 2310173Sacrestia Franco Perna tel. 340 3726777

Orario delle Sante Messe

I nostri sacerdoti

“Le 2 Sante” trimestrale della Parrocchia delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa - BresciaDir. resp.: don Tino Decca (ODG elenco speciale) - Autorizzazione del Tribunale di Brescia - n. 46 del 23-11-2007

Profumo di messa 3

Mare dei sogni 5

Channukkà 6

Visita alla Sindone 7

Qui sono a casa 8

La famiglia evangelizzaquando... 10

Il nostro “sì”Cresime 2010 11

Giovedì Santo 12

Venerdì Santo 13

Pasqua 14

Il tuo sì a Gesù Cristo...da dieci anni 15

Consiglio Pastorale Parrocchiale:verso la corresponsabilità 17

Compagnia Teatrale“Le 2 Sante” 19

La nostra “Sala della comunità” 20

Pellegrinaggio Cresimandi5-7 aprile 2010 22

I ragazzi di Villa Elisa 22

Gruppo Pensionati “Le dò Sante” 23

Anagrafe parrocchiale 23

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Don Tino

Anche per questa domenica i l fumo del l ’ incenso inon-da la chiesa. Ormai non riempie solo lo spazio, ma avvolge le persone. Sono proprio loro le pietre del la Chiesa, anzi sono, meglio, siamo la Chiesa. Qualcu-no tossisce. Ormai abili fuochisti, i chie-richetti turiferari por-tano i l tur ibolo in sacrestia, dalla cui finestra esce il fumo i della profumata resi-na che brucia. Tran-quilli, non è fumo di tabacco, questo al-larga polmoni… alla preghiera.Nella quarta dome-nica di Pasqua, men-tre ciò accade, io mi affaccio alla finestra della sacrestia sen-tendo gli schiamazzi dei più piccoli; una bambina sorridendo e indicando la co-lonna di fumo che esce mi dice: “ Don, che profumo di Mes-sa!” Un’espressione innocente che ripor-to poco dopo du-

Profumo di messa

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rante i noiosi avvisi del Parroco (chi se li ricorda mai?), ma mi offre l’occasione per chiudere l’anno delle catechesi: il profumo di Messa.Avevamo iniziato l’anno all’insegna della lettera del Vescovo che ci invitava a mette-re al centro della nostra vita l’Eucaristia. A proposito, questo spettacolo di uomo che è il vescovo Luciano mi continua a stupire con le parole che ci annuncia: è proprio il Vangelo! È la buona notizia della quale abbiamo bisogno, forse più dell’aria stessa che respiriamo.Mi guardo indietro e lodo il Signore per il tempo che ci dona, le esperienze che ab-biamo vissuto insieme e vedo che tutto è Grazia!In un momento non facile per la Chiesa tutta, quel pane di vita, offerto per tutti per il perdono dei peccati, spande ancora di più la sua fragranza e stimola un appetito che non è del cibo che perisce, ma di quello che da la vita, la vita piena. Ah, come vorrei che a quella tavola che si chiama Euca-ristia ci sedessimo in tanti, anzi ci fossimo tutti. E come non vorrei restare indifferente vedendo i posti vuoti dei miei fratelli e delle mie sorelle! Ma desidero anche sostituire il pubblicano e battermi il petto del mea cul-pa se qualcuno è assente per colpa mia. Ti dico, fratello e sorella, che il Signore ama proprio te. Da parte mia scusa se ti sono stato di scandalo: abbi compassione di me, povero uomo peccatore.Nell’anno trascorso abbiamo dato grande spazio alla spiritualità: catechesi, esercizi spirituali, momenti di ritiro e riflessione. Sono stati momenti belli di comunità e di fede. Fratello e sorella, questo è quel cibo che la tua famiglia ha preparato pensando fosse di tuo gradimento. Sicuramente ti nutre ed è il cibo che con il Signore ti abbiamo pre-parato. Fidati: non dirmi che l’altro sarebbe migliore o che non ne hai bisogno. Non

convincerti di non aver fame; non esiste. Tutti si nutrono, o di cibi genuini o di schi-fezze. Anche se il cibo sembra scotto o an-cora crudo e non siamo riusciti a servirtelo con i guanti, non snobbarlo: è quello che per te abbiamo preparato. E speriamo con amore, perché chi ci ha invitato ha fatto tutto per amore, e per primo e fino alla fine, cioè al massimo. Ma non ci stancheremo mai di sperimentare altri sapori!Da ormai quattro anni l’ICFR (iniziazione cri-stiana dei fanciulli e dei ragazzi). Dovrebbe rilanciare il cammino della catechesi per i fanciulli e i ragazzi. Ma con loro anche i ge-nitori: mamme e… papà. È giunto il momen-to di non più indugiare e fare del dono del Signore, la Fede, un dono per tutti. La Fede è un regalo prezioso che Gesù ha pagato a caro prezzo, con il suo sangue e noi valia-mo e siamo importanti proprio per questo!In questi mesi si avvicenda il Consiglio Pa-storale parrocchiale. Ringrazio il vecchio del lavoro svolto e desidero augurare al nuovo un fecondo cammino dietro a Gesù.Ora. Il ministero del Parroco è anche quello del dire GRAZIE. Desidero ringraziare tutti voi della collaborazione, da quella più im-pegnativa a quella più umile. Grazie ai ca-techisti e catechiste, agli animatori, ai volon-tari del bar e della cucina, al CPP, al CPAE, alle commissioni, ai gruppi e alle associa-zioni dei pensionati e sportiva, a coloro che si offrono a tenere i nostri ambienti puliti e funzionali, a coloro che animano le litur-gie. Grazie agli ammalati che offrono il loro dolore e grazie a chi li cura! Vi potrei chia-mare per nome… A tutti: ancora GRAZIE!Ma soprattutto grazie per la Fede che vi anima e che mi avete donato. È un onore essere il vostro pastore. Continuate a pre-gare per me.Così, diventeremo noi profumo, profumo di Messa, profumo di Cristo nel mondo! Le Va-canze vi ristorino. Vi benedico.

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Don AndreaDon Andrea

Noi viviamo e riviviamo in questo mondoa volte troppo razionalee qualcuno pronto a darci una lezionesenza che noi possiamo imparare..E se invece noi provassimo a saltare insiemesai battendo cinque al cielo puoi volaresembrerà che tutto il mondo stia con noi a ballaree chiudendo gli occhi respirare libertà!Qui nel mare dei tuoi sognisogneremo ad occhi apertisenza nubi all’orizzontecome uccelli ad ali apertein picchiata sotto il cielosfioreremo madre terraqui nel mare dei tuoi sognimano a mano con la libertà...Ci sentiamo a volte senza ispirazioneed a volte ci lasciamo un po’ andare.Un po’ in preda a mode da televisioneche noi stessi non ci fan più sentiree se invece noi provassimo a saltare insiemesai battendo cinque al cielo puoi volaresembrerà che tutto il mondo stia con noi a ballaree chiudendo gli occhi respirare libertà!Rit.

“Il tema del Grest 2010 sarà quello della Ter-ra. È i l luogo dove poggiano i nostri piedi – e dunque dove vivia-mo, ci muoviamo – ma è anche l’estensione, le diverse regioni, pae-si, territori abitati.  È il pia-neta dove si svolge la vita e la storia dell’umanità. La terra

è grande in quanto luogo della nostra vita, luogo dove si svolge la nostra esistenza e dove possiamo sperimentare l’immensità di Dio. La storia degli uomini non ha altro per svolgersi. La terra è il luogo della manifesta-zione di Dio.” Questo è quello che abbiamo trovato scritto nel volantino che presenta le attività estive di quest’anno. La Terra è davve-ro luogo di incontro con Dio. È il luogo dove Dio ha scelto di rivelarsi, dove incontra gli uo-mini per entrare in comunione con loro. È la Terra il luogo dove concretamente prendono materia i sogni. Scorrendo il testo dell’inno del Grest di quest’anno troviamo proprio un mare di sogni non destinati a svanire, ma a divenire percorsi di libertà. Attraverso le av-venture di un gruppo di amici che realizza una “macchina dei sogni “ questo Grest ci porterà a scoprire come è possibile anche attraverso la fantasia, una fantasia ispirata, costruire una novità nel modo di abitare la Terra. Tre settimane intense di vita di oratorio costituiscono così il modo concreto di fare dell’estate un tempo speciale per condivide-

re un cammino di libertà ed educa-zione. Dono di Dio sono in questo

tutte le realtà che concorrono e favoriscono il Grest. Mi per-metto quindi di ringraziare già tutti i genitori che scel-gono di educare con l’aiu-to dell’oratorio i loro figli e

con loro i tanti adolescenti ed adulti che impegnano tanto del loro tempo per una missione così importan-te. Auguriamoci che davvero

questo Grest ci porti quindi a camminare “mano a mano

con la libertà”.

Mare dei sogni

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Dal mese di Aprile, nella nostra Chiesa ha fatto la sua comparsa un nuovo oggetto: il candelabro a nove bracci di origine ebraica che si chiama “channukkà” o “hannukáh” e che oggi è molto diffuso anche se la sua storia è più recente di quella della menorah (candelabro a sette bracci).Il suo inizio lo si data all’anno 164 a.C. quan-do Giuda Maccabeo, riconquistata Gerusa-lemme, purificò il Tempio che era stato pro-fanato per tre anni da Antioco Epifane dei Seleucidi e ordinò di ripetere la festa della Dedicazione (in ebraico si chiama Hannu-káh) ogni anno, per otto giorni, con gioia e letizia (I Mac. 4,5 9) nel periodo che coincide con il nostro Avvento.All’epoca di Gesù la festa aveva acquista-to un carattere popolare, civile e patriottico e fu chiamata la “festa delle luci” (Giusep-pe Flavio in “Antichità Giudaiche” XII, 325, la chiama con questo nome). Non si pensò più tanto alla dedicazione del Tempio, quanto piuttosto al “miracolo della lampada”. Que-sto miracolo sarebbe consistito nel fatto che, al momento della vittoria degli Asmonei, non fu trovata nel Tempio profanato che una pic-cola ampolla di oli, ancora con il sigillo del Sommo Sacerdote. Questa sarebbe dovuta bastare per illuminare la menorah per un giorno e invece bastò miracolosamente per tutti gli otto giorni della festa. Ancora una volta, come al tempo di Neemìa Dio faceva rivivere Israele spento dalle avversità dei suoi nemici (2 Mac. 1,18-6).Il candelabro a nove bracci, ricorda gli otto giorni di festa, più la piccola ampolla (8 più 1 = 9). Quasi sempre il braccio che ricorda l’ampolla è diverso dagli altri otto. Incomin-ciando dalla era della vigilia, si accende una lampada delle otto, più quella che ricorda l’ampolla. Ogni sera se ne accende una in più, fino all’ottavo giorno, in cui ardono tutte.

Gli ebrei si salutano con l’augurio “Gioisci e brilla per la festa delle luci” : anche Gesù sa-lutava così.Ancora oggi in Israele questa festa si celebra fra canti e danze ed è rallegrata da luminarie per le case e le strade. “Ti esalterò Signore perché mi hai liberato”, è il canto di questa festa e dice tutta La gioia del popolo (Salmo 30). La hannukáh viene messa dentro la casa, nella parte destra della porta. Il lume messo vicino alla porta suggerisce, a chi entra ed esce, che i giorni di Hannukáh sono apertura e inizio per la Redenzione che avverrà pre-sto ai giorni nostri. In ogni casa è sempre la mamma che accende i lumi della lampada, come ogni venerdì sera è ancora lei che ac-cende la candela del sabato. Subito dopo la recita della preghiera della sera mentre accende le fiammelle, prega cosi: “Lode a te, o Eterno nostro Dio, re dell’universo, che ci santificasti con i tuoi comandamenti e ci hai imposto di accendere la lampada della Hannukáh. Lode a te, o  Eterno nostro Dio, re dell’universo, che ci hai protetti, serbati in vita fino a questo giorno”. L’espressione ebraica per “accendere il lume di Hannukáh” ha il valore di “una nuova luce”. Questo ci deve in-segnare che la luce di Hannukáh è la “nuova luce” che il Signore farà risplendere su Geru-salemme, presto, ai giorni nostri. Manca però una “alef” (= a, in ebraico) per insegnare che ci manca ancora la luce fino a quando non si rivelerà su Gerusalemme.

Davide

Channukkà

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Visita alla Sindone

Laura

Lo scorso 25 aprile, eravamo in molti a pren-dere parte al pellegrinaggio organizzato dal-la nostra parrocchia per recarsi a pregare davanti alla Sindone, esposta per l’occasio-ne, nel Duomo di Torino, la città che ospita il sacro lino ormai da secoli. Sono trascorsi dieci anni dall’ultima esposizione, avvenuta, appunto, nel 2000, in occasione dell’Anno Giubilare. Nel frattempo la Sindone è stata sottoposta ad un accurato restauro, eseguito nel 2003, che le ha permesso, se possibile, di diventare ancora più nitida e luminosa, eliminando, almeno in parte, i segni del tem-po e dell’incendio nel quale fu coinvolta. Il programma della nostra giornata prevedeva la visita vera e propria per le 19.30, ma il no-stro percorso è iniziato alle 18.30 nei giardini adiacenti al Duomo del capoluogo. Lungo i corridoi esterni che conducono alla Cat-tedrale e quindi alla Sindone, sono state di-sposte le copie di diversi dipinti, appartenenti a vari secoli e raffiguranti scene tratte dalla Passione di Cristo. Dopo aver ricevuto l’imma-gine a ricordo della visita, dietro la quale è stampata la preghiera composta per l’oc-casione dall’Arcivescovo di Torino, si entra in un ampio salone all’interno del quale i

pellegrini assistono a un filmato esemplifica-tivo dei segni impressi nella Sacra Sindone. Al filmato seguono alcuni metri di cammino, fino all’ingresso del Duomo, dove, incanalati in tre file , i fedeli possono recarsi davanti alla Sindone. Una volta arrivati qui, il tempo ma-teriale per sostare in preghiera, non è molto, ma sufficiente per recitare una preghiera co-munitaria e riflettere personalmente. Difficile dire cosa passa nella mente di una persona quando ti trovi davanti alla Sindone: di certo, chi ha avuto l’occasione di vederla più volte, ritiene che ogni visita assuma un significato diverso. I segni impressi su quel sacro lino sono innumerevoli: ferite da chiodi, macchie di sangue e molto altro ricordano a colo-ro che le sono dinnanzi il grande mistero di un Dio fatto uomo che ci ha donato, a prezzo di sofferenze estreme per sé, la Vita Eterna, in un tempo senza fine.

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Le verdi sponde del Benaco sono già alle mie spalle e la Pianura Padana già accompagna i miei primi chilometri lungo la Transpolesana, direzione Ravenna, per poi prendere la E45 giù verso l’Umbria, verso Foligno, verso casa. Dentro di me risuonano ancora le parole con cui Don Tino mi ha salutato, “quando vuoi vieni, perché questa è casa, eh!”. Questi due giorni, trascorsi insieme alle famiglie della parrocchia delle “due Sante” di Brescia pres-so il santuario del Carmine di San Felice, ac-cendono in me tante splendide immagini. La prima era ad attendermi sulla porta della mia camera, dove, gli organizzatori, avevano at-taccato un disegno che raffigurava la Santa Famiglia di Betlemme, con Maria che amore-volmente tiene tra le sue braccia Gesù Bam-bino e Giuseppe leggermente di spalle che li protegge entrambi. Quell’immagine mi ha fatto subito pensare alla tenerezza di Dio e mi ha ricordato un luogo, quello della famiglia, dove nasce la vita e dove la storia dell’uomo diventa feconda… un luogo, dove Dio sta al centro, in mezzo alla donna e all’uomo, i quali accogliendolo diventano generatori di vita e di quella benedizione che Dio ha mes-

s o n e l s a c r a -m e n t o del ma-trimonio. Quanta b o n t à , q u a n -ta vita e quanto amore racchiusi nell’immagine della Santa Famiglia di Betlemme in cui Dio si fa piccolo uomo affidando tutto se stesso nelle mani di un uomo e una donna! L’immagine dei due sposi che mi aveva accolto sulla por-ta della camera al mio arrivo, ritorna proprio al momento dei saluti quando, ad ogni fami-glia, è stata regalata una immagine realizza-ta dall’artista tedesco Egino G.Weinert-Koln e intitolata “Coniugi sotto la Croce”; in essa, una coppia di sposi partecipa, ai piedi della Croce, alla morte di Gesù, avvolta nello stesso Suo sangue che gli sgorga dalle mani trafitte dai chiodi. Mi tornano così in mente le parole della catechesi di Italo e Giulia dove le mani rappresentano gli sposi che da soli costitu-iscono una loro identità ben specifica, ma che insieme possono formare una stupenda unità, fino a diventare, insieme, servi di tutto il corpo, sostegno, abbraccio, preghiera. La pioggia mi accompagna per tutto il viaggio ma il mio cuore è lieto perché non ci sono solo immagini di immagini a farmi compa-gnia, ma immagini di persone vere, di donne, di uomini, di bambini e di famiglie che hanno acceso in me la speranza e la certezza che davvero Dio è vivo nel Sacramento del Matri-monio, davvero Dio è vivo e viene ad abitare in tutte quelle situazioni in cui l’uomo fa spa-zio alla comunione, all’ascolto di un altro che è altro da me, fino a rivelarmi profondamen-

Qui sono a casa

Federico

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te il mio volto attra-verso il volto del co-niuge. Mi è piaciuta tanto la preghiera di lode della dome-nica con la quale Severino ha ringra-ziato Dio perché gli aveva messo lungo il cammino sua mo-glie Paola, senza la quale, ha detto, non sarebbe stato com-pletamente lui. Stare insieme alle famiglie quest i due giorni mi ha fatto pensa-re tanto a quanto Dio è presente nella coppia e a quale grande dono Lui ha fatto alle persone che decidono di vivere in comu-nione, poiché Lui è comunione. Le coppie cri-stiane sono custodi di questo dono speciale e sono invitate a goderne e a farne sentire agli altri tutto il profumo, che nasce proprio dalla loro comunione. E’ un grande dono anche per la nostra società dove le relazioni sono sempre più consumistiche e la famiglia sempre più un peso e un affanno insostenibi-le. E così ho apprezzato tanto anche come il

buon Don Tino si sia messo da parte, metten-do al centro degli incontri sempre le famiglie così da farle sentire davvero protagoniste. Ringrazio tutti quanti per questi giorni che ho potuto condividere con voi: è stato un bellis-simo regalo! Un grazie speciale va a Luisa e Federico, a Italo e Giulia e a Don Tino che mi hanno fatto sentire come a casa, come in famiglia.

A presto

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Laura

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Siamo par-t i t i vener-dì sera, a scagl ioni , e s i a m o arrivati tut-t i in tem-po per la cena: era-vamo ci r-ca 80 per-s o n e t r a f a m i g l i e ed anima-tori; infatti, a lcun i , s i sono pur-

troppo ammalati e non sono potuti venire. Dopo cena Don Tino ci ha illustrato l’argo-mento sul quale avremmo riflettuto in questi giorni di spiritualità e cioè “la chiesa, o me-glio, la famiglia evangelizza”. Durante queste giornate abbiamo vissuto tutti (non solo le famiglie ma anche alcune persone venute da sole) immensi momenti di emozioni, devo dire molto intense, riflettendo anche grazie all’esempio di vita di coppie sposate (Giulia e Italo, Luisa e Federico, Paola e Severino ed una coppia che non conoscevamo, Lucilla e Luca, provenienti da Bovolone) che hanno aperto il loro cuore nella più intensa intimità sia personale che di fede: le loro testimonian-ze ci hanno fatto vivere una forte emozione e commozione (e, devo dire, che, per quanto mi riguarda, ho vissuto un momento molto intenso anche a livello di coppia e di fami-glia). Ma, cosa vuol dire evangelizzare? La risposta migliore ci viene da Gesù: “lo Spirito del Signore è sopra di me… per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha man-

dato per annunziare un lieto messaggio…” La famiglia cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile alla missione della Chiesa ponendo ciò a servizio della Chiesa e della società stessa nel suo essere ed agire, in quanto intima comunità di vita e di amore. Ed ancora “il cuore del Vangelo è che Dio ti ama e chiede che anche tu lo ami: Dio ti salva e ti vuole con se per sempre”. Quindi, oggi, evangelizzare significa seminare nel cuore del fratello queste parole di Gesù: “Io ti amo infinitamente… ho dato tutta la mia vita per te, sono morto per te e poi sono risorto e ti ho donato lo Spirito Santo perché ti aspetto nella mia Casa che voglio diventi anche la tua”. Grazie a tutti!!!

Le tre giornate vissute a San Felice sono state per me e per la mia famiglia un’esperienza molto importante di crescita cristiana: per questo ringrazio le coppie che, con impegno, si sono preparate e ci hanno aiutato a riflette-re, portandoci la loro esperienza, ma anche i sacerdoti, che ci hanno accompagnato nei momenti di preghiera e tutte le persone che hanno vissuto con noi questi giorni. Grazie a tutti e… arrivederci alle prossime giornate di spiritualità per famiglie!

La famiglia evangelizzaquando...

Laura e Mara

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Mara

Cari ragazzi, la Cresima (o Con-fermazione) che avete ricevuto nel giorno di Pentecoste, do-menica 23 maggio, dalle mani di Monsignor Tino Clementi, è una tappa importante della nostra fede. Con il sacramento della Con-fermazione siete vincolati più perfettamente al la Chiesa, siete arricchiti di una specia-le forza dallo Spirito Santo e, in questo modo, vi impegnate più strettamente a diffondere la fede con la parola e con le opere come veri testimoni di Cristo. La Confermazione apporta una crescita e un approfondimento della grazia battesimale: vi unisce più saldamente a Cristo, aumen-ta in voi i doni dello Spirito Santo, rende più perfetto il vostro legame con la Chiesa e vi

dona forza per diffondere e difendere con la parola e con le azioni, la vostra fede, la nostra fede. Dopo otto anni di cammino in-sieme, il mio augurio per voi, cari ragazzi, è che possiate trovare nella forza dello Spirito Santo una guida sicura che vi accompagni per tutta la vita.

Mariarosa AneddaChiara AngeloniAlessandra BedaAnnunciata Benedetta BertaniLaura BodiniMarta BossoloVittoria BuscemiClaudia CavallinaAlessia Asia CoppolaLorenzo CultreraDiego FastidioFrancesco GermaniMara GiubelliDiletta GravinaDaniele GravinaBeatrice LampugnaniSilvia Leoci

Eleonora MalaficoAlessia MariottiSara MarmaglioCaterina MedeghiniAndrea Benedetto MontiniValentina MoraschettiGiacomo OteriFrancesca PapaGianluca PellegrinoChiara PezzoliFilippo PiscioliLaura PremiDavide RomanoChiara SiragusaSara SottiniGaia ToccoEnrica VivianiSimona Zambelli

Il nostro “sì”Cresime 2010

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Giovedì Santo

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Venerdì Santo

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Pasqua

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Il tuo sì a Gesù Cristo...da dieci anni

Mariarita e Marianna

“Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù”, soleva dire il santo Curato d’Ars. Questa toccante espressione ci permette di evoca-re con tenerezza e riconoscenza l’immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità.

(dalla lettera di Benedetto XVI ai Presbiteri)

Noi Cristiani sappiamo che nella nostra vita i fatti che accadono non sono voluti dal caso, ma guidati dalla Provvidenza, mano di Dio. Essa ha voluto che proprio nell’anno sacer-dotale, dedicato alla preghiera per tutti i no-stri sacerdoti, la nostra Comunità abbia avu-to la gioia e l’onore di celebrare il decimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale del nostro don Angelo.Don Angelo “appartiene” alla nostra parroc-chia come un albero è radicato nella propria zolla. È arrivato tra noi prima ancora di essere sa-cerdote e ben ricordiamo l’entusiasmo con il quale lavorava e l’umiltà con la quale sa-peva far tesoro di ciò che gli altri donavano: il loro tempo, il loro gioco, il loro lavoro, la loro disponibilità.Alla scuola di don Palmiro, ha saputo fortificare la sua presenza. Con noi è cre-sciuto, con noi ha condivi-so gioie, dolori e difficoltà. Ha saputo guidare la no-stra parrocchia nel diffici-le momento del cambio di parroco, custodendo la comunità e mantenendo viva la pastorale. Con don Tino ha saputo vivere un

vero rapporto di amicizia, più unico che raro, a detta di molti. Era bello vedere come la-voravano insieme e come erano specchio e modello di unità, pur nella loro diversità di persone e caratteri. Quanti ricordi legati al Grest, che con lui è divenuto sempre più accogliente e ben organizzato....Quanti bei rapporti con le persone di ogni età, che si relazionavano con lui con la schiettezza e la serenità che si usa tra fratelli! Ed ora che abbiamo festeggiato insieme questo importante anniversario, gli diciamo GRAZIE per quello che ha lasciato scritto nel-la nostra vita e per ciò che ancora rappre-senta per ciascuno di noi.

AUGURI DON! TI VOGLIAMO BENE

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Il Consiglio Pastorale è un organo previsto dal Codice di Diritto Canonico della Chiesa Cattolica per permettere ai fedeli di parteci-pare alla vita pastorale della Chiesa e alla sua programmazione. Ogni Parrocchia si configura come comuni-tà di fedeli, quindi per essere una vera co-munità deve promuovere degli strumenti di corresponsabilità al fine di consentire la partecipazione effettiva dei suoi esponenti , cioè i parrocchiani, alla sua missione. Il Con-siglio Pastorale Parrocchiale è uno di questi strumenti ed è stato reso obbligatorio in tutte le parrocchie della Chiesa italiana; pertanto ogni parroco è tenuto ad erigere tale Consi-glio nella propria parrocchia e a farlo funzio-nare nel rispetto della norme generali stabilite dal Vescovo della Diocesi. Lo presiede, lavora insieme ai membri eletti dalla comunità tra i presbiteri, i diaconi, i religiosi e i laici che pre-stano servizio nella parrocchia. Questi ultimi che costituiscono la componente maggio-ritaria, rappresentano uno specchio fedele del tessuto umano della parrocchia per età, sesso e condizione sociale. In altre parole nel Consiglio Pastorale Parrocchiale sono rap-presentate tutte le componenti del popolo di Dio, impegnato nella costruzione del regno dei cieli nell’ambito specifico della locale comunità di fede, che è la parrocchia. Tali premesse permettono di capire la grande im-portanza di questo istituto che si pone anche nella nostra comunità parrocchiale come segno di comunione e di collaborazione ec-clesiale perché è strumento di crescita nella fede, nella speranza e nella carità . E’ inoltre espressione dell’unità e della varietà dei ca-rismi, dei ministeri e degli stati di vita che si

trovano nel nostro ambito locale. E’ una for-tuna avere un Consiglio Pastorale perché in una realtà parrocchiale come la nostra così vasta e varia, che si è andata formando gra-datamente nel tempo, esistono problemi di varia natura. E’ suo compito trattarli, progetta-re e verificare iniziative atte a conoscerli e a risolverli attraverso la promozione di rapporti di comunione e di solidarietà tra i fedeli; favo-risce la conoscenza reciproca delle persone e delle attività della parrocchia suscitando la partecipazione attiva di tutti i fedeli alla sua vita e ai suoi scopi. Essendo la sintesi delle realtà locali il Consiglio Pastorale Parrocchia-le riesce a individuare le esigenze umane e religiose e a proporre gli interventi pastorali opportuni riferendosi sempre ai principi dot-trinali espressi dalla Chiesa.Da questo emergono due atteggiamenti in-dispensabili ad una buona vita parrocchiale: il primo è la disponibilità a far parte di questo istituto, da parte di tutti coloro che si sentono di poter lavorare a fianco del parroco per cu-rare la programmazione di tutta l’attività che caratterizza la nostra parrocchia: la liturgia, la catechesi, la carità, l’animazione cristiana delle realtà temporali e del tempo libero. Il secondo atteggiamento è il sentimento di gratitudine che i fedeli dovrebbero avere per tutti coloro che offrono gratuitamente il loro impegno come membri del Consiglio Pasto-rale, perché solo attraverso il loro lavoro la nostra comunità parrocchiale può diventare una vera comunità di cristiani che partecipa-no alla missione della Chiesa.A tutti i membri appena eletti del Consiglio Pastorale Parrocchiale un riconoscente gra-zie con l’augurio di buon lavoro.

Consiglio Pastorale Parrocchiale:verso la corresponsabilità

Loredana

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Don Tino DeccaDon Andrea DottiDavide Boldini3 suore di CaritàGianmarco ZaniLaura SandonàEnrico BoerciAlberto SbardellatiGianbattista ZambelliLuca PapaDaniela Pasini SandonàFlavio NicassioFranco RossiniBarbara BottariLuisa Pomi PlebaniRosa Foletti AngeloniMaria Bonoldi Mottinelli

Guido MasserdottiFrancesca Focà BottariMarcello BonomiVera Marchetto BianconiMarida Canori MasserdottiNatale CosattoItalo CremaGiulia Ferrazzi CremaSalvatore GiuffridaFranco MandonicoGiovanna Pasquali MarmaglioMara Franzosi MiliaMonica Favalli PoliLaura Di Palma RiccardiGiuliano SacchiPaolo SchironeMichele Treccani

Nuovo CPP

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Compagnia Teatrale “Le 2 Sante”Chèl che sucet tòc i dè beh,non succe-de proprio tutti i giorni che un gruppo di amici,quasi per gioco si calino nel ruolo di attori e riescano in poco tempo a portare in scena alcuni simpatici scheck che raccon-tano comuni episodi di vita quotidiana noi si ! La compagnia con grande entusiasmo e soddisfazione può vantare anche questa

esperienza. Siamo infatti davvero orgogliosi di poter ringraziare il numeroso e generoso pubblico che la sera del 20 Marzo ha parte-cipato alla serata dedicata al Progetto Africa, divertendosi con noi in maniera semplice, ridendo magari nel riconoscersi in qualche battuta fra marito e moglie che bisticcia-no, oppure pensando a qualche cagnolino

viziato motivo di di-scordia, o ancora a qualche “piccante” pettegolezzo tra ami-che, a genitori e figli combina guai e così via Pur nelle difficoltà di conciliare i molte-plici impegni di ognu-no e le differenti idee per come e quan-do realizzare i nostri s p e t ta c o l i , s t i a m o bene insieme e ci d i ve r t i a m o ! E d è questo che deside-r iamo condividere con la nostra Comu-nità .. Vi aspettiamo allora,ancora più nu-merosi in occasione della grandiosa fe-sta dell’oratorio per un’altra piacevole serata in nostra com-pagnia.

Daniela

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Guido

Una scelta importante della nostra Parroc-chia è stata la realizzazione della sala della Comunità, un contenitore che promuovesse percorsi e iniziative, ospitando dibattiti e con-fronti che stanno a cuore a tutte le perso-ne che frequentano la nostra chiesa, punto di raccolta di cristiani. Quella di volere uno spazio, un luogo d’incontro e di confronto è stata una scelta importante e volutamente si è scelto il nome di “Sala della Comunità” ad indicare l’uso polivalente e versatile di uno spazio che può facilmente trasformarsi ed essere utilizzato per le diverse esigenze. E così, l’anno scorso, si è provveduto ad una radicale sistemazione del teatro per trasfor-marlo in “Sala della Comunità” mettendo tut-to a norma e facendo tesoro dell’esperienza degli ultimi anni per avere una struttura il più funzionale possibile ai bisogni educativi e ricreativi della Parrocchia. Un progetto così articolato non si improvvisa dalla sera al mat-tino, ma è frutto di idee maturate e prospetti-ve che permettono il crescere di disponibilità e competenze che si mettono in gioco. La sala della Comunità è aperta alle varie forme di aggregazione:

– La Catechesi per giovani e adulti, è l’oc-casione per approfondire la fede in un confronto con il nostro tempo. E’ un per-corso che viene proposto tutti gli anni nei momenti forti del nostro cammino di cri-stiani, per una formazione matura della propria fede.

– Gli incontri per l’Iniziazione Cristiana che si svolgono periodicamente con i genitori di bambini e ragazzi che si preparano a ri-cevere i Sacramenti dell’Eucaristia e della Confermazione.

– Gli incontri di cineforum, per approfondire con filmati appropriati vari temi di valenza sociale.

– Gli incontri del Gruppo Pensionati, a ca-rattere ricreativo e conviviale, che permet-tono di allacciare sempre più i rapporti interpersonali, in modo da sensibilizzare e promuovere iniziative per prevenire ed eli-minare situazioni di isolamento e di emar-ginazione.

– Le rappresentazioni teatrali, della nostra Compagnia, che con la loro passione ma soprattutto con il loro impegno, riescono a “mettere in scena” vere e proprie comme-die. Il linguaggio teatrale resta una propo-sta educativa molto importante per la di-sciplina che richiede il controllo di sé, che favorisce il mettersi in gioco al servizio di un lavoro d’insieme, chiamato spettacolo.

La sala della Comunità, in prospettiva, cerca di tenere vivo il territorio per promuovere di-verse opportunità e stimola una vita sociale anche all’interno del quartiere, perché fare cultura è partecipare all’educazione futura della nostra società.

La nostra“Sala della comunità”

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Oggi, 8 aprile, dopo una breve ma proficua nottata di riposo, sento di dover ringraziare tutti i miei compagni in questo viaggio.

Ringrazio Don Andrea che con caparbia pa-zienza ci ha portato oltre i nostri limiti abituali.Ringrazio Suor Piermaria, dolce, silenziosa, sag-gia e battagliera perché insostituibile punto di riferimento. Ringrazio Ornella e Marcello per l’ esperienzache hanno messo a nostra disposizione con una semplicità d’animo ammirevole. Ringrazio Davide per la sua integrità e allegria.Ringrazio Gianmarco per la disponibilità infinita con cui si dona sempre alla comunità.Ringrazio Enrico per il candore che lo guida facendogli compiere ad ogni passo imprese eroiche che molto mi hanno insegnato e di cui penso non sia nemmeno consapevole, tanta è la sua umile bontà.Ringrazio Silvia, fresca cascata d’allegria sulla quale si rifran-ge la luce del Signore, dise-gnando in cielo un bellissimo arcobaleno.Ringrazio Valentina, compe-tente, efficiente e sempre at-tenta a tutti noi.Ringrazio tutti i ragazzi che sempre mi danno modo di confrontarmi e di imparare a vivere.

Ringrazio Don Tino, padre benevolo sempre ac-canto a noi.Ringrazio Marianna, con noi ancor prima della partenza; assente solo a livello fisico ci ha do-nato spunti di riflessione preziosi.Ringrazio Mara per averci accompagnati con cuore generoso e tenero animo.Ringrazio la mia famiglia che ha saputo gene-rosamente rinunciare a me per qualche giorno dandomi così modo di vivere una toccante esperienza.

A tutti voi chiedo scusa per ogni volta che ho dubitato della buona riuscita finale perché così facendo ho dubitato del buon Dio che ci ha tutti riuniti con un suo ben preciso scopo.

Ancora grazie.

Ogni giovedì pomeriggio un gruppo di ragazzi, seguiti da alcuni genitori, donano il loro sorriso agli anziani ospiti della casa di riposo Villa Eli-sa. Per un’ora alla settimana questi giovani si raccontano, ascoltano e sono disponibili per le persone che vivono all’interno dell’istituto. Lo scorso 25 febbraio, poi, invece della solita visita, i giovani e gli anziani si sono ritrovati in chiesa per assistere e ricevere la benedizione e l’un-zione degli ammalati. Finita la messa, i ragazzi

hanno servito un piccolo rinfresco con the e panettone. Il clima creatosi in quel momento era tranquillo e sereno sia da parte degli an-ziani che da parte di noi giovani, sempre pronti ad aiutare e ad accogliere con serenità “i nostri nonni”. Basta poco per donare serenità a qual-cun altro: a volte un semplice sorriso! E allora, invitiamo anche te tutti i giovedì dalle 15.30 alle 16.30 a Villa Elisa per condividere con i nonni un po’ del nostro tempo… Ti aspettiamo!

Pellegrinaggio Cresimandi 5-7 aprile 2010GRAZIE!

Vera

I ragazzi di Villa Elisa

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Il giorno 23 aprile 2010 si è svolta la prima riunione ufficiale della nostra associazione costituita il 6 maggio 2009. Ai molti presenti è stato presentato il rendiconto dell’attività svolta nell’arco dello scorso anno. Questo incontro ha tenuto a sottolineare quanto il nostro Gruppo sia parte integrante della Parrocchia e che lo scopo principale che lo anima non sono soltanto feste o viaggi ma la solidarietà nei confronti degli iscritti e dei residenti nella nostra Parrocchia.Le feste e gli incontri conviviali, che periodicamente vengono organizzati, hanno lo scopo di far crescere la conoscenza re-ciproca e, alla luce dell’esortazione evangelica, imparare ad amarsi come fratelli.L’esempio delle nostre Sante Patrone, che tanto erano ani-mate dalla Carità, ci stimoli nell’attenzione verso i bisogni del nostro vicino, prossimo per eccellenza.Con il progetto “VICINO AL TUO VICINO” abbiamo sottoscritto un impegno con il Comune di Brescia che ora si tratta di at-tuare nel quotidiano. Questo progetto prevede anche la segnalazione ai compe-tenti uffici di assistenza, di situazioni di particolare disagio; si cercano volontari dotati di delicatezza e sensibilità.Il gruppo delle anziane signore, che si ritrovano in Oratorio il giovedì pomeriggio con Sr. Laura, è sempre felice di accoglie-re nuove presenze tra loro per conversare, giocare a tombola e pregare insieme.

Vorremmo creare una banca dei ricordi, dove ogni persona può raccontare ricordi di tempi passati sempre intrisi di sani sentimenti e rispetto per la persona. Sarebbe bello ci fosse qualcuno a cui piacesse prendere accuratamente nota di queste cose.

VILLA ELISA: chiede aiuto a quanti possono dare un po’ del loro tempo per aiutare i degenti durante i pasti. Attualmen-te una dozzina di persone prestano la loro opera, ma ne servirebbero molti di più. Abbiamo una splendida realtà, un gruppo di giovani guidati da una mamma e Suor Piermaria, offrono il loro entusiasmo nel creare momenti di svago e leg-gerezza da condividere con i nonni.Attualmente gli iscritti al Gruppo Pensionati sono 210Tutte le persone, andate in pensione, dovrebbero essere co-scienti della loro utilità e di aver tanto da dare.Cosa possono dare? Molto, nel creare condivisione per la risoluzione dei comuni problemi legati all’età.

Cosa possono fare? Molto, basterebbe la disponibilità di due ore la settimana per fare quello che è nelle capacità di ciascuno. La vera forza sta nella pluralità delle doti e delle esperienze personali, nei valori condivisi e nell’unicità del fine da conseguire. Guido

Gruppo Pensionati “Le dò Sante”

Anagrafe parrocchialeriNati DaLL’acQUa e DaLLO SPiritO SaNtOIrene Colangelo(di Michele e Violetta)

Francesco Pio Del Monte(di Carlo e Maria Francesca)

Cristian Testa (di Roberto e Roberta)

UNiti NeL MatriMONiO criStiaNOVeniero Casella e Emma Bonetti (10 aprile 2010)

Damiano Cristini e Alba Barbara Caizzi (17 aprile 2010)

Giorgio Mainetti e Stefania Mazzocca (15 maggio 2010)

Enrica Sabaini Bruno Sandonà Renata Mosca

MOrti iN criStO GeSU’

Piante e Fiori

di Casa d’EsteVia Giorgione, 7

Tel. 030 2304185

Centro Comm.le Margherita d’Este

B R E S C I A

FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

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