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Estratto pubblico del bimestrale Furettomania Informa
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Anno 15 - n.90 FURETTOMANIA INFORMA NOVEMBRE DICEMBRE 2014
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PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE MUSTELIDE
riservato ai soci di Furettomania ONLUS
NOVEMBRE DICEMBRE 2014
LA PROSSIMA USCITA: 10 DICEMBRE edizione straordinaria "CHRISTMAS TAILS" e 10 GENNAIO col prossimo numero!
DIRETTIVO NEWS VARIAZIONI
TESSERA FURETTOMANIA ONLUS
Novità per rinnovi e iscrizioni Soci Ordinari e
Soci Sostenitori Furettomania Onlus!
La quota di iscrizione e quella di rinnovo da
quest’anno sono state unificate per poter
venire incontro alle esigenze delle famiglie.
Continuiamo ad aiutare insieme i furetti
abbandonati !
Iscriviti e rinnovati online!
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socio/iscriviti-online
per info: [email protected]
REDAZIONE
Direzione e Supervisione: Consiglio Direttivo Furettomania ONLUS
Capo Redattori: Ariela Trovato, Lisa Cecchini e Patrizia Puccetti.
Collaboratori di Redazione: Lo Staff e i Soci
Impaginazione e Grafica: Patrizia Puccetti
Spedizioni web: Gaia Franzoso Correzione bozza: Chiara Menetti
Hanno collaborato a questo numero
Dottor Daniele Petrini Medico Veterinario Barbara Malmusi Staff FM ONLUS
Cristina Avvignano Staff FM ONLUS
Loredana Molinari Volontaria FM ONLUS
Sara Nicolosi Volontaria FM ONLUS
Viviana Puzone Presidente FM ONLUS
FurettoMania Informa
Edizioni Furettomania Onlus Via Petrarca n.12
21012 Cassano Magnago (Varese)
SOMMARIO
pag. 2 SOMMARIO-REDAZIONE-DIRETTIVO NEWS
pag. 3 EDITORIALE
pag. 5 FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
pag. 8 DICA POT POT
pag. 13 PARENTI MUSTELIDI
pag. 19 MOLTO RUMORE PER NULLA
pag. 23 PARTECIPATO PER VOI
pag. 30 GRAN BAZAR
pag. 31 FOCUS ON: LO STAFF&I SOCI RACCONTANO
pag. 39 BRICOFERRET
pag. 40 ADOZIONI
pag. 42 IL PONTE DELL'ARCOBALENO
pag. 45 IL FUROSCOPO
pag. 46 PASSAPAROLA: IL PROSSIMO EVENTO
pag. 50 PASSAPAROLA: LA CAMPAGNA DEL MESE
pag. 51 VOLONTARI IN FM
pag. 52 RESPONSABILI FM-CARTA AZZURRA SERVIZI
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FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
E tu chi sei ? Quando un furetto è un trovatello
di Lisa Cecchini -Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS-
Chi sei tu? Musetto buffo raccolto per strada, palletta
malconcia trovata a vagare in un giardino, chi sono
queste creature che raccogliamo, riabilitiamo, curiamo e
amiamo con tutte le nostre forze? Spesso non ci si pensa,
noi guardiamo le nostre piccole pallette di pelo e non
pensiamo a nulla se non al loro presente e facciamo del
nostro meglio per potergli garantire un futuro migliore,
un futuro colmo di amore e sicurezze, fatto di coccole, di
giochi, di tenerezza... Una cosa che non facciamo è
pensare al loro passato... Oggi vi voglio parlare di Ugo,
uno dei tanti furetti trovati per strada, uno dei tanti
smarriti mai cercati, uno dei tanti furetti che si
perderebbero nel nulla se non ci fossero persone
disposte ad infilarsi un paio di guanti in piena notte per
andare a vedere cosa sia mai stato quel movimento
dietro al cespuglio... Ugo è stato trovato così, per caso in
campagna. Chi lo trovò contattò immediatamente
l'associazione e a distanza di 12 ore dal ritrovamento mi
occupai del suo recupero; lo andai a pendere e lo portai
subito ad effettuare gli accertamenti veterinari di routine
per i furetti trovati per strada. In seguito, sempre di
routine, feci denuncia ai carabinieri del ritrovamento e
ne mandai copia per conoscenza a tutti i canili della zona
(in quanto magari questi potrebbero ricevere contatti da
parte di chi sta cercando un animale scomparso).
Ed ecco il Nostro trovatello: maschio, intero, niente chip
per identificare l'ex proprietario, nel pieno del calore, 4
anni, un canino scheggiato, cataratta bilaterale al 60%.
Quello che accadde tra me e Ugo nelle ore successive al
recupero lo avete certo già intuito: appena arrivato in
casa si fiondò nel letto matrimoniale a farsi una pennica;
dopo un paio di ore cercava le mie mani per prendermi
con dolcezza e accompagnarmi dentro l'armadio, dove
aveva già allestito il nostro arem con cuscini e
bambolotti.
Di lì a poco, non avendo ricevuto alcuna risposta agli
annunci di ritrovamento ne tantomeno contatti da parte
di canili o carabinieri, mi occupai dell'inserimento di Ugo
nel gruppo dei miei furetti. Ugo annusò, si fece annusare,
ispezionò gabbia e cucce e si mise a dormire. Si, capito
bene, nessuna sfurettata, nessuna rincorsa, niente di
niente, non è una leggenda metropolitana, a volte
succede!
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E così la nostra avventura ebbe inizio, la cataratta progredì rapidamente fino a farlo diventare quasi completamente cieco, il suo comportamento in casa mi fece intuire l'abitudine a mangiare di tutto, cercava avanzi dai bidoni, nascondeva cibo ovunque, una volta ambientato si rivelò un animo pacifico, dolcissimo con i bambini, docile e affabile anche con gli estranei, la condizione che lo rende praticamente cieco non gli preclude alcun divertimento, gioca come un matto e rincorre i compagni di scorribande in giro per casa alla pari di qualsiasi altro furetto, solo quando è molto eccitato e trotterella su se stesso perde per un poco la concentrazione e capita che finisca per sbattere contro qualche mobile o muro che nella sua "mappa mentale" doveva trovarsi altrove. Passarono circa 10 mesi quando venni informata della presenza di una persona che, con tanto di foto, chiedeva informazioni circa un furetto smarrito da mesi. Luogo e date coincidevano, ed anche le foto lasciavano davvero pochi dubbi, il canino spezzato, le macchie sul naso, le ombreggiature della cataratta agli occhi...Questa persona stava cercando Ugo. Gli interrogativi che mi invasero furono molteplici e dolorosi, sarebbe moralmente stato corretto restituire il furetto dopo 10 mesi a chi ne dimostrava e ne reclamava la proprietà, ma sarei stata capace di accettare una simile cosa? Quali erano le intenzioni dell'ex proprietario? Perché non aveva fatto denuncia di smarrimento e non aveva cercato il suo animale? Se la persona avesse fatto capolino entro i 60 giorni dal ritrovamento (come per legge) si sarebbe seguito un iter fatto di regole e di leggi, ma adesso? Dopo tutti questi mesi?
La tensione iniziale fu molta, moltissima a dire il vero, mi accertai di avere in mano tutte le carte certificanti la corretta gestione a norma di legge della situazione, le denunce di ritrovamento inoltrate ai corretti uffici, i documenti di adozione stilati al termine dei 60 giorni dal ritrovamento... Ma non ci fu bisogno di esibire o
dimostrare nulla, la tensione si dissolse velocemente in quanto fu presto dichiarato, dalla persona che si trovava dall'altra parte del telefono, che non era sua intenzione avanzare diritti sul furetto. Semplicemente si era imbattuto nell'associazione e voleva sapere se per caso il furetto trovato dalle sue parti 10 mesi prima era proprio il suo. Mi invase un misto di rabbia e tristezza, smorzato da un po di felicità perché non avrei dovuto intraprendere vie burocratiche per poter tenere con me il mio piccolo Ugo. La persona mi spiegò di non aver cercato il furetto: "era abituato a stare libero in giardino, mi veniva incontro al cancello quando tornavo dal lavoro, poi di colpo non lo vidi più". Dalla conversazione trapelò un reale affetto nei confronti del furetto, ma una totale incoscienza nella sua detenzione; il furetto - continuò a spiegarmi - era stato da lui recuperato sulla tangenziale circa 6 mesi prima dello smarrimento, precisamente il 24 dicembre, lasciato sul bordo della strada da un'auto che una volta aperto lo sportello e lanciato l'animale al di là del guardrail, riprese la sua corsa come se nulla fosse. Al tempo decise di tenere con se il furetto ma ammise di non saperne molto sull'argomento e che quando non lo vide venirgli incontro quella sera di giugno, pensò che cercarlo in paese o provare a sentire canili o veterinari sarebbe stata una cosa inutile. Finì così la tensione, al termine della telefonata appoggiai il telefono sul tavolo, dove avevo messo pochi minuti prima i documenti di adozione, le copie delle mail inviate ai carabinieri, i fogli dove avevo stampato articoli e leggi che regolamentavano la gestione della proprietà di cose e animali trovati per strada, dove avevo evidenziato le parti importanti, dove avevo scritto i consigli ricevuti da un legale che avevo interpellato con l'associazione pochi giorni prima per capire come muoversi correttamente nei confronti di ambo le parti nella gestione di questa situazione.
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Raccolsi le scartoffie e le infilai in un raccoglitore, poi andai nell'armadio, mi sedetti nell'arem di Ugo, tra il bambolotto ranocchio e il cuscino a fiori, e mi rilassai naso contro naso con il mio piccolo amore.
L'amaro in bocca lasciato da questa storia ci mise un po a svanire, ero sollevata ma rabbiosa, doppio abbandono, doppio schiaffo in faccia; io ero pronta ad appellarmi a leggi ed avvocati per poter tenere con me Ugo, ma ero l'unica interessata a quanto pare . Lui: una volta lanciato da un auto, l'altra volta lasciato vagare in campagna, nessuno merita una cosa del genere... Nonostante tutto questo, l'amore e la fiducia che da subito questa palletta di pelo ispido ha saputo darmi è stata enorme, incondizionata, come ha fatto? Dove ha trovato Ugo la forza di fidarsi ancora una volta di uno stupido bipede?
La cosa certa, la cosa più importante che ho imparato da tutta questa vicenda e che vorrei faceste vostra, è che la vera bestia contro cui combattiamo, prima della cattiveria e dell'incompetenza è la semplice e fatale ignoranza. Ed allora chi sei tu? Chi sei Ugo? Non solo un abbandonato, non solo un dolcissimo Patato amore mio e prediletto di mia figlia...
Ugo è anche il furetto più coraggioso che conosco, capace
di fidarsi nuovamente di me, stupida bipede che ha
giurato di riscattarti a suon di coccole da tutti gli schiaffi
che il passato ti ha dato.
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PARENTI MUSTELIDI
La Donnola
di Ariela Trovato -Consigliere Direttivo Furettomania ONLUS-
Dal dizionario etimologico:
“donnola, da DOM’NULA, sincope dal latino DOMINULA,
donzella, signorina, al modo stesso che i Greci mod. la
dicono sposina (nymphitza), i Tedeschi signorina (fraulein,
jungferchen), i Danesi sposa (brud), gli Spagnoli
comaruccia (comadreja), i Portoghesi donnina (doninha).
[…] questo nome carezzativi o, come dicono i Greci,
ipocoristico, venne dato alla mustela dai Latini, non già per
la forma piccoletta e leggiadra, ma col fine di propiziarsela,
avvegnaché fossero dal volgo, fino dal medio-evo, a tale
quadrupede d’istinti feroci e sanguinari attribuite qualità
misteriose e soprannaturali, tantoché ebbe anche
nell’antico ingese il nome di maga o fata (fairy) e presso i
Bavaresi ha quello di befanuccia (mumelein) ecc. anche
presso i Greci antichi se una donnola attraversava la via,
l’adunanza pubblica doveva essere sospesa e il viandante
sospendere il cammino. I romani le attribuivano una
specie di veleno portentoso ed ancora oggi in alcune prov.
d’Italia (Sicilia e Bergamo) ad un uomo macilento suol
dirsi che par succhiato dalla donnola, come se dicesse dal
vampiro, dalle streghe. In ultimo non è superfluo notare
che al nome vezzoso può aver cooperato anche la favola
antica della metamorfosi della fanciulla Galatea in questo
piccolo carnivoro”.
Dunque… Piccola, bella e cattiva?
Strano, non lo dicono mai di nessun mustelide…
Dal momento che il termine weasel in americano identifica
più un genere che una specie, vorrei precisare che in
questo caso ci occuperemo della donnola come intesa dagli
italiani, cioè la Mustela nivalis, la tipologia più piccola e
che comunque in Italia conosce tre sottospecie distinte
(per sfumatura di colore e dimensioni): M. n. nivalis, M. n.
boccamela e M. n. minuta, riconducibili però come
classificazione alla Mustela nivalis vulgaris.
Questo mustelide è largamente diffuso (e quindi non a
rischio di estinzione) in tutta Europa, in Asia, America del
Nord e gran parte dell’Africa.
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Il suo habitat può essere quanto mai vario, dalla pianura
fino ai duemilaottocento metri, dove occupa zone
boschive; non disdegna aree antropizzate e la si può
trovare anche in coltivi, cespugli, rovine, anfratti naturali.
È molto importante però la presenza di acqua.
La donnola, con la sua lunghezza corporea inferiore ai
trenta centimetri ed il suo peso che non supera i due etti,
sembra sia il più piccolo (ma tenace ed aggressivo)
mammifero carnivoro del mondo, assimilabile in questo e
in altro aspetti all’ermellino.
Presenta dimorfismo sessuale, riscontrabile nelle
dimensioni del maschio che possono essere fino al doppio
di quelle della femmina.
Animale estremamente agile sia nella corsa che nel nuoto,
ha un corpo snello e flessibile (adatto alla caccia in tana),
con coda corta in proporzione (circa quattro centimetri),
zampe brevi, unghie aguzze (che la rendono una buona
arrampicatrice e scavatrice) non retrattili, occhi piccoli e
ben distanziati ed orecchie larghe ed arrotondate,
ricoperte di pelo attaccate ad una testa aggraziata e piccola
con collo flessuoso ed allungato.
La dentatura è quella tipica del genere Mustela, con forti
canini estremamente appuntiti e premolari non capaci di
azione trinciante.
Il pelo ricopre tutto il corpo: è corto e soffice, fulvo su
dorso, testa, zampe e coda, mentre la parte ventrale e della
gola sono biancastre; può ricordare il manto estivo
dell’ermellino, anche se nella donnola la punta della coda
resta fulva e mai nera.
In alcune zone montane è stato segnalato che la donnola
d’inverno acquisisce una colorazione interamente bianca o
a prevalenza bianca; anche qui, però, è del tutto mancante
la punta della coda nera che caratterizza in maniera
univoca l’ermellino.
È un animale solitario, di abitudini prettamente notturne,
anche se in caso di necessità non disdegna la caccia diurna.
Vive in tane scavate nel terreno, ma ancora meglio in tane
riutilizzate di altri animali in in cavità degli alberi o
anfratti naturali (ed anche meno naturali come ad esempio
legnaie e rovine agricole); le tane saranno poi rivestite di
paglia, pelo, sostanze vegetali e simili. È fortemente
territoriale (gli scontri possono vere talvolta esiti mortali)
ed il suo habitat corrisponde al suo territorio di caccia (ed
è quindi suscettibile di variazioni a seconda della
disponibilità di prede). Come riscontrato in tante altre
specie di mustelidi, il territorio dei maschi ha
un’estensione maggiore e comprende e si sovrappone a
quello di più femmine.
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Viene segnalata la diffusa abitudine allo stand up per
controllare il territorio circostante.
La caccia avviene prevalentemente su terreno e in tana,
anche se all’occasione la donnola non esita ad entrare in
acqua.
Anche se la donnola è il più piccolo dei mustelidi viene
considerata come una tra le specie più sanguinarie: attacca
alla nuca oppure alla gola le sue vittime facendosi
trascinare fino a quando non sopraggiunge la morte. Come
l’ermellino, la donnola uccide spesso animali più grandi di
lei (lepri, conigli, uccelli e gallinacei, etc.) ma non disdegna
neanche topi, talpe, ratti, anfibi e rettili anche di discreta
taglia; data la dentatura potente riesce a predare anche
granchi. Sembra dalle osservazioni che la dieta sia
prettamente carnivora e che non includa bacche, frutta e
radici, mentre invece comprende uova.
L’attitudine solitaria della donnola si mantiene anche
durante il periodo della riproduzione: oltre
all’accoppiamento i maschi e le femmine non hanno legami
e le cure parentali sono affidate alla sola madre, che
diventa particolarmente aggressiva nella difesa dei
cuccioli, persino contro l’uomo.
La maturità sessuale viene raggiunta per quanto riguarda i
maschi intorno ai nove mesi (su un’aspettativa di vita di
circa tre anni in natura e dieci anni in cattività) ed il
periodo degli accoppiamenti cade nei mesi di marzo e
aprile; la gestazione dura intorno ai trentacinque giorni, al
termine della quale vengono alla luce un numero variabile
di cuccioli (pare in relazione alla disponibilità di cibo per
la madre) dai due ai sette: nascono inetti e con gli occhi
chiusi ma crescono e sviluppano velocemente. Dopo un
mese di allattamento inizia lo svezzamento che si conclude
al secondo mese di età; a quattro mesi i cuccioli risultano
oramai indipendenti.
Solitamente a questo punto i maschi vengono allontanati
dal territorio della madre mentre le femmine possono
rimanere nei pressi della tana materna, anche se non
riusciranno a riprodursi fino all’età di due anni; in questo
modo ogni rischio di consanguineità viene scongiurato.
Se la stagione e le risorse alimentari lo consentono, si
possono avere anche due cicli riproduttivi in un anno.
Sebbene le donnole siano agguerrite e forti per la loro
stazza, restano comunque degli animali di taglia minuta,
per cui possono cadere preda di gufi, falchi e aquile, come
pure volpi e serpenti.
Le donnole possono essere vittime anche di gatti domestici
e cani se abitano in zone antropizzate; la loro natura un po’
approfittatrice le rende nemiche degli
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allevatori di galline e conigli e per questo perseguite al fine
di evitare scorrerie in pollai e conigliere.
La donnola gode di pessima reputazione nelle campagne,
dove gli allevatori di animali da cortile tentano di
catturarle ed ucciderle; recentemente però sono state
introdotte in alcune aree devastate da roditori e lagomorfi
come coadiuvante agli agricoltori per tenere a bada i danni
prodotti da queste creature alle coltivazioni.
La donnola è un animale coraggiosissimo e non sono rari i
casi in cui aggredisce l’uomo, staccandosi da lui solo dopo
una lotta prolungata. A volte addenta in campagna le
gambe dei cavalli che passano accanto al suo rifugio.
Del resto, c’è la testimonianza che un esemplare catturato
da giovane può essere con facilità addomesticato e
divenire un compagno in casa equiparabile ad un gatto; vi
sono stati inoltre casi di donnole ancora lattanti che,
affidate alla cura di una gatta che aveva partorito da poco,
sono diventate straordinariamente affettuose con la
famiglia di adozione.
La donnola del resto è molto diffusa negli aspetti culturali
di popoli a diverse latitudini e longitudini e compare in
filastrocche e racconti folkloristici passati e recenti.
Secondo lo slang odierno, weasel identifica una persona
scaltra e sfuggente che farà qualsiasi cosa (proprio
qualsiasi) pur di sfuggire ad una situazione che la
impaurisce; nell’Inghilterra vittoriana venivano chiamati
weasels i monelli di strada, i piccoli poveri che sbarcavano
il lunario con truffe e furtarelli.
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Brunetto Latini, nel “Tesoro” sostiene che la donna abbia il
potere di uccidere il basilisco.
Nella cultura greca, una donnola vicino a casa è di cattivo
presagio, specie se nell’abitazione risiede una giovane
donna nubile, dal momento che si dice che una volta
secondo la mitologia una fanciulla in procinto di sposarsi
fu tramutata nel piccolo animale e da allora ella vaga
infelice distruggendo gli abiti matrimoniali.
Tuttavia in Macedonia la donnola è indice di buona
fortuna.
Tra i nativi americani di nuovo il piccolo mustelide è
considerato foriero di disgrazia e ce lo conferma anche
Daniel Defoe.
In Germania si fabbricano amuleti con parti di donnola e
sembra che essi siano magicamente molto potenti; mentre
in molte parti d’Europa è altamente sconsigliato uccidere
una donnola, per non incappare in maledizioni ed anatemi.
Il Giappone poi dedica un ampio scenario alla donnola (qui
chiamata itachi), vista come yokai (traducibile come
apparizione, spirito, demone) da tempo immemore e
coinvolta in strani ed inquietanti accadimenti. Il più strano
è il fenomeno del kamaitachi dove donnole appaiono
portate da una polvere demoniaca e con le loro unghie a
forma di lame tagliano la pelle dei malcapitati. Quindi dal
niente le persone si trovano squarciate come da una falce;
in realtà è stato appurato che questo accade a livello
fisiologico quando la pelle estremamente disidratata viene
sottoposta ad uno shock (a volte un solo movimento
muscolare)e quindi si spacca.
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La donnola viene poi citata in vari cartoni animati, libri,
film. Addirittura “Weasels Ripped My Flesh” è il titolo di
una album di Frank Zappa.
Ed ora qualche link come al solito…
Questo è un inutile, cattivissimo test: quante donnole
riusciresti a sfamare?
http://theoatmeal.com/quiz/weasels
Qui invece un po’ di video…
http://www.youtube.com/watch?v=m2bzhKpSC4s
http://www.youtube.com/watch?v=xS1_pmu0ByI
http://www.youtube.com/watch?v=ZFTAY8h6jLc
http://www.youtube.com/user/Frisco68
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LA CAMPAGNA DEL MESE: di Loredana Molinari Volontaria Furettomania ONLUS-
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Questo bimestrale non è pubblicato a scopo di lucro e non intende ledere in alcun modo i
diritti d'autore. Eventuali immagini o brani pubblicati, tratti dal web, sono valutati di
pubblico dominio e/o ne è stato chiesta la concessione; qualora il loro uso violasse
involontariamente diritti d’autore, lo si comunichi alla redazione, che provvederà alla loro
pronta rimozione. Grazie