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ESTRATTO RELAZIONE AGRONOMICA PGT COMUNE DI CASTEL MELLA Documento redatto da CPU engineering s.r.l. , di proprietà del Comune di Castel Mella (BS) Il documento è consultabile in tutte le sue parti presso l’ufficio tecnico del Municipio. E’ vietata qualsiasi forma di modifica e divulgazione di questo file. CPU

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PGT COMUNE DI CASTEL MELLA ESTRATTO RELAZIONE AGRONOMICA Documento redatto da CPU engineering s.r.l. , di proprietà del Comune di Castel Mella (BS) Il documento è consultabile in tutte le sue parti presso l’ufficio tecnico del Municipio. E’ vietata qualsiasi forma di modifica e divulgazione di questo file.

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ESTRATTO RELAZIONE AGRONOMICAPGT COMUNE DI CASTEL MELLA

Documento redatto da CPU engineering s.r.l. , di proprietà del Comune di Castel Mella (BS)Il documento è consultabile in tutte le sue parti presso l’ufficio tecnico del Municipio.E’ vietata qualsiasi forma di modifica e divulgazione di questo file.

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Comune di Castel Mella

8 Allegato b DP – C7 - Relazione agronomica

1.2.1 SUOLO E SOTTOSUOLO: PROPRIETÀ APPLICATIVE DEI SUOLI Oltre alle caratteristiche di natura prettamente pedologica riguardanti le diverse tipologie di suolo presenti sul territorio comunale, in tale ambito si ritiene opportuno approfondirne anche il loro aspetto più prettamente applicativo. In particolare si procede all’analisi di due proprietà, la capacità d’uso del suolo e l’attitudine allo spandimento agronomico dei reflui zootecnici, particolarmente significative vista la collocazione dell’area in studio. Quanto esplicitato nel presente capitolo si ritiene debba avere un peso nell’ambito delle scelte di pianificazione, soprattutto in termini di tutela dei suoli più pregiati e comunque nel concetto più generale di limitazione del consumo di suolo. In ultima analisi si è ritenuto opportuno accennare anche ad altre due proprietà applicative, il grado di protezione offerto nei confronti delle acque sotterranee e delle acque superficiali, particolarmente importanti nel contesto più ampio di tutela delle risorse idriche, sotterranee e superficiali. 1.2.2 CAPACITÀ D’USO DEI SUOLI La Capacità d’uso dei suoli viene così definita: “le potenzialità d’uso agro- silvo-pastorale, contrastate dal grado e dal numero delle limitazioni difficilmente eliminabili, che presentano i suoli di un dato territorio, con o senza specifiche pratiche di difesa e conservazione” (Ersal- Glossario podologico- 1998). Essa rappresenta praticamente le potenzialità e le relative limitazioni per un loro utilizzo agro- silvo- pastorale indipendentemente dai possibili interventi antropici. L’individuazione della capacità d’uso dei suoli di un territorio ha come obiettivo quello di evidenziare le aree a maggiore vocazione agricola, e conseguentemente di adottare le misure necessarie alla loro tutela/mantenimento in sede di pianificazione territoriale. La definizione della classe di capacità d’uso dei suoli è valutata seguendo la metodologia “Land Capability Classification” elaborata nel 1961 dal Soil Conservation Service del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Tale metodologia è stata adattata alla situazione della nostra regione dall’E.S.A.L. (ora E.R.S.A.F.) nel 1996. La metodologia prevede l’uso di otto classi principali (indicate da numeri romani) e da sottoclassi ed unità che possono essere introdotte in base al tipo e alla gravità delle limitazioni che ostacolano le normali pratiche agricole. Delle otto classi le prime 4 (dalla I alla IV) sono, seppur con crescenti limitazioni, adatte all’uso agricolo, dalla V alla VII sono inadatti all’uso agricolo mentre sono adatti al pascolo ed alla forestazione, mentre la classe VIII è da utilizzarsi a fini naturalistici e ricreativi. Il territorio comunale di Castel Mella è caratterizzato dalla presenza di suoli di classe I, II e III, cioè di suoli “adatti all'agricoltura”, in particolare:

- Classe I: Suoli che presentano pochissimi fattori limitanti il loro uso e che sono quindi utilizzabili per tutte le colture.

- Classe II: Suoli che presentano moderate limitazioni che richiedono una opportuna scelta delle colture e/o moderate pratiche conservative.

- Classe III: Suoli che presentano severe limitazioni, tali da ridurre la scelta delle colture e da richiedere speciali pratiche conservative.

I suoli appartenenti alla medesima classe presentano delle limitazioni correlate a fattori diversi evidenziati dalla presenza di un suffisso vicino alla classe. Tali limitazioni sono riassumibili in:

- limitazioni legate a caratteristiche negative del suolo come l’abbondante pietrosità, la scarsa profondità, la sfavorevole tessitura e lavorabilità ed altre (s);

- limitazioni legate all’eccesso di acqua, dentro e sopra il suolo, che interferisce con il normale sviluppo delle colture (w);

- limitazione legate al rischio di erosione (e).

I suoli di classe 1 sono diffusi lungo una fascia che attraversa longitudinalmente il comune, compresa fra il Vaso Mandolossa ed il centro abitato Ad Ovest del Vaso Mandolossa, fino al territorio di Torbole Casaglia, si trovano suoli di classe 2 con limitazioni ascrivibili principalmente al cattivo drenaggio delle acque che possono interagire negativamente sul normale sviluppo delle colture (w). La restante parte del comune, cioè la fascia a cavallo del Fiume Mella, è caratterizzata da suoli di classe III, aventi come limitazione prevalente

Comune di Castel Mella

9 Allegato b DP – C7 - Relazione agronomica

il rischio di erosione (e)

.

Figura 3: Carta della Capacità d’Uso dei Suoli

Comune di Castel Mella

10 Allegato b DP – C7 - Relazione agronomica

1.3 ALLEVAMENTI ZOOTECNICI

Comune

Numero

Aziende

Superficie

Totale

Superficie

SAU

Borgosatollo 31 401 370

Botticino 67 414 92

Brescia 227 2.341 1.682

Castel Mella 69 623 601

Castenedolo 200 2.025 1.903

Collebeato 13 183 99

Flero 49 788 706

Rezzato 42 736 680

Roncadelle 48 536 485

San Zeno Naviglio 15 444 409

Totale 17.167 308.267 179.561

Fonte:Istat censimento dell’agricoltura 2001

L’attività di allevamento maggiormente presente rispetto al numero di capi, nel territorio di Castelmella è quella degli allevamenti avicoli, seguita da allevamenti di bovini e conigli. Come si evidenzia nel grafico, l’attività economica dell’agricoltura e dell’allevamento non sono la fonte economica principale del comune di Castel mella, ma anzi sono attività molto deboli e poco sviluppate essendo un comune a carattere prevalentemente industriale.

DISTINZIONE PER TIPO DI ALLEVAMENTO

Fonte: istat censimento 2001

89%

9%

2%

ALLEVAMENTI

Allevamenti avicoli

Bovini

Bufalini

Caprini

Conigli

Equini

Ovini

Struzzi

Suini

Comune di Castel Mella

11 Allegato b DP – C7 - Relazione agronomica

Alle

vam

enti

avic

oli

Bovi

ni

Bufa

lini

Capr

ini

Coni

gli

Equi

ni

Ovi

ni

Stru

zzi

Suin

i

Borgosatollo 16.400 3.240 - 8 - 10 - - 44

Botticino 1.280 72 - 40 6.734 12 - - 18

Brescia 34.154 5.530 2 50 1.318 116 12 2 350

Castel Mella 17.178 1.810 - 16 354 20 50 - 14

Castenedolo 55.142 10.028 - 12 1.030 42 - - 55.952

Collebeato 148.612 80 - - 56 12 - - 6

Flero 230 2.096 - 4 26 4 - - 28.188

Rezzato - 2.434 - - 204 18 - - 3.468

Roncadelle 124.178 2.836 - 12 324 266 - - 34

San Zeno Naviglio - 2.356 - 26 - - 8 - -

Totale 21.647.386 993.913 2.330 20.670 390.518 6.754 45.770 1.646 2.226.199

Fonte:Istat censimento dell’agricoltura 2001

Sul territorio di Castel mella sono stati censiti i seguenti allevamenti (dati forniti dall’ASL di Brescia): ALLEVAMENTO BOVINI DA LATTE; − Az. Agr. Vitali F.lli; − C.na Fenarola; − Boldini Virginia; − Vitali Antonio; − Gavezzoli Giuseppe e Domenico S.S.; ALLEVAMENTO BOVINI PROD. CARNE INGRASSO; − Masserdotti Angiolino; − Pasquali Maurizio; ALLEVAMENTO OVINI; − Damiolini Faustino; ALLEVAMENTO CAPRINI; − Damiolini Faustino; AZIENDE EQUINI; − Az. Agr. Vitali F.lli; − Ferlinghetti Paolo; − Ambrosetti-Zanardini; ALLEVAMENTO SUINI PER AUTOCONSUMO; − Az. Agr. Vitali F.lli; ALLEVAMENTO POLLAME; − Salvi Barbara; ALLEVAMENTO POLLAME OVAIOLE; − Benedetti Ivan Allevamento Avicolo; ALLEVAMENTO PERNICI; − Il vero selvatico di Treccani Eraldo. Il Comune di Castel Mella è dotato di Regolamento Locale di Igiene, per surroga, conforme a quello in vigore e approvato dall’ASL della Provincia di Brescia. Per gli allevamenti di tipo intensivo la distanza minima è di ml. 500 e ml. 200 (avicoli) con il rispetto del principio di reciprocità, per cui tale distanza vale anche per i nuovi insediamenti urbanistici previsti dal PGT. Nella fattispecie i nuovi ambiti di trasformazione residenziali e terziari , sia quelli confermati dal pre-vigente PRG (PA 8 e 10), che quelli di nuovo impianto (PA 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 9), rispettano tale distanza dei 500 ml.

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12 Allegato b DP – C7 - Relazione agronomica

o 200 ml., come evidenziato in cartografia nella Tavola dei Vincoli (ove sono riportati anche i codici di allevamento) e nella tavola delle Previsioni di piano. Il metodo adottato per la misurazione della distanza e quello dal centro aziendale al limite del perimetro dei nuovi ambiti di espansione. Il centro aziendale viene stabilito come baricentro dei fabbricati aziendali esistenti (comprendendo depositi e stalle e case coloniche). Aspetti agronomici e pedologici saranno affrontati e contenuti nella Relazione del DP (e nella Relazione Paesistica) sulla scorta di studi già in possesso dell’Amministrazione Comunale e sulla scorta dei dati acquisiti da parte del settore agricoltura della Provincia di Brescia.

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13 Allegato b DP – C7 - Relazione agronomica

Figura 6: Carta dei vincoli

1.4 ATTITUDINE ALLO SPANDIMENTO AGRONOMICO DEI LIQUAMI

1.4.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO L’ approvazione del DM del 7/04/06 che riguarda il recepimento della direttiva europea sui nitrati, ha fissato nuovi vincoli e parametri per l'utilizzo agronomico dei liquami . Le Regioni, attraverso appositi Piani di azione, devono determinare la quantità di azoto proveniente dai reflui zootecnici e dai concimi chimici da distribuire sulle colture. Queste operazioni attualmente in Regione Lombardia sono regolate dalla L.R. 37/93 (quella dei PUA/PUAS) che però non risulta allineata a quanto dettato dalla nuova normativa nazionale. Il nuovo Decreto Ministeriale infatti, oltre a restringere alcuni parametri riguardanti il contenuto di azoto dei reflui, ha evidenziato il problema delle zone vulnerabili. La loro definizione assume particolare rilevanza in quanto in esse sarà possibile distribuire solo metà delle deiezioni fino ad ora permesse (170 Kg/ha contro gli attuali 340) il che significa ridurre del 50% il peso vivo allevabile o, in alternativa, raddoppiare il terreno a disposizione per mantenere lo stesso carico di peso vivo. La nuova classificazione delle aree vulnerabili proposta dalla Regione Lombardia con il Piano di risanamento e tutela delle acque non ha trovato l'assenso della Unione Europea tanto che da qualche mese ha aperto la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia: secondo la comunità, per quanto riguarda la Lombardia, tutta la Pianura Padana deve essere classificata zona vulnerabile. Di conseguenza il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha richiamato le Regioni del Bacino Padano (Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli ed Emilia Romagna) alla necessità di provvedere all'adozione dei Programmi d'azione nelle zone vulnerabili da nitrati in ottemperanza alla Direttiva 91/676/CEE.