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Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale La coscienza del flauto Luis de Pablo Dal sodalizio con Roberto Fabbriciani nascono una novità concertante e un Cd monografico 68 ottobre 2015 E SZ news J uattro le prime esecuzioni assolute per Stefano Gervasoni nei prossimi mesi. Inaugura la serie Clamour, terzo quartetto per archi, in cartellone nella sua versione definitiva il 23 ottobre all’Auditorium San Fedele di Milano, nell’ambito del Festival di Milano Musica, affidato all’interpretazione del Quatuor Diotima. La composizione, proposta in una prima versione il 14 marzo scorso alla Scène Nationale del Théâtre d’Orléans, è stata presentata nel numero 66 delle ESZ News. Il 7 novembre sarà invece il Festival Traiettorie 2015 a presentare alla Casa della Musica di Parma Ansioso quasi con gioia per clarinetto basso, interpretato da Armand Angster, solista di Accroche Note. Spiega l’Autore: «Ansioso quasi con gioia è un pezzo scritto dietro sollecitazione di Armand Angster che ne è anche il committente e il validatore della sua (lunga) genesi compositiva. È un pezzo molto difficile, ma che non intende offrire all’interprete, e a un pubblico compiaciuto, i piaceri di un virtuosismo appariscente. Il suo principale motivo è la trasformazione polifonica dello strumento – monodico per sua concezione – attraverso tecniche o situazioni strumentali che potremmo qualificare espressivamente antitetiche o capaci di suscitare una percezione emotiva e sonora (o meglio, quando il mistero e la magia del fenomeno musicale sono capaci di crearla, una percezione emotivamente sonora). Il titolo dato alla composizione, che lega attraverso la piega di un “quasi” due situazioni emotive contrastanti, normalmente distanti ma entrambe al limite della possibilità di controllo, suggerisce proprio questo. Attraverso l’esasperazione del ritmo (della sua assenza o della sua fragilità e della sua caparbia precisione quasi meccanica), dei contrasti di registro, di dinamica e di articolazione, di tecniche di produzione del suono che possono conferire uno statuto percettivamente diverso al suono fondamentale o all’armonico, e della veloce alternanza e instabilità di queste configurazioni, s’intende creare un effetto di polifonia percettiva ed emotiva, cioè una compresenza di piani espressivi diversi tra il detto e il dicibile (e l’indicibile!) che la musica è capace di far sorgere. Un esempio su tutti: sovente, nel corso del pezzo, vortici di arpeggi tradiscono la loro vera apparenza sonora, mentre le note che li costituiscono sono invece le fondamentali di armonici uguali o in rapporto d’intervallo costante tra loro (un’estensione, dunque, della tecnica del “bisbigliando” che nel clarinetto interessa solo gli armonici dispari). Ne consegue una stabilità in perenne divenire (o un’instabilità congelata) tra l’attività febbrile delle fondamentali che si alternano senza sosta – racchiuse nella figura semplice dell’arpeggio – e l’apparizione instabilmente distesa di un suono acuto comune o oscillante che potrebbe emotivamente essere ricondotto alla manifestazione di un sentimento contrario alle cause apparenti della sua produzione e di natura sublime, aperta all’infinito, che io associo alla gioia». Il 28 novembre Aldo Orvieto e Alvise Vidolin presenteranno al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, per la osé Ramón Encinar dirigerà Roberto Fabbriciani e l’Orquesta Sinfónica de Euskadi nella prima esecuzione assoluta di Pensieri, rapsodia per flauto e orchestra il 30 ottobre, presso l’Auditorio Kursaal di Donostia-San Sebastián, primo appuntamento di una lunga serie: seguiranno infatti le repliche del 2 novembre al Teatro Principal Antzoika di Vitoria-Gasteiz, del 3 novembre all’Auditorio Baluarte di Pamplona-Iruña, del 4 novembre al Palacio Euskalduna di Bilbao, per chiudere il 5 novembre nuovamente all’Auditorio Kursaal di Donostia-San Sebastián. Così il compositore presenta il nuovo lavoro: «Pensieri, rapsodia per flauto e orchestra, è stato composto tra il 2013 e il 2014. È un’opera nata dall’amicizia e dall’ammirazione: quella che professo per lo straordinario flautista Roberto Fabbriciani, e per sua moglie Luisella, che ha avuto la pazienza di seguire passo dopo passo la composizione. Non è la prima opera che scrivo per Roberto: è stata preceduta da altre per flauto solo. D’altra parte, posso dire che il flauto è uno dei miei strumenti prediletti. Ho iniziato a studiarlo a tredici anni, in circostanze curiose che non è il caso di richiamare qui, e ho scritto frequentemente per questo strumento, anche un precedente concerto solistico. Pensieri però è una “rapsodia”, ossia un pezzo di forma libera, con enfasi nel virtuosismo, come si conviene alle favolose capacità tecniche e artistiche del dedicatario. L’opera si compone di quattro “pensieri”: “Secreto”, “Solitario”, “Fugaz” e “Enigmático”, con una durata totale di 25 minuti. I titoli potrebbero far pensare forse a una certa melanconia dell’autore. Invece ho scritto il pezzo come una festa, in cui l’umorismo non manca, così come neppure il mistero, di cui Roberto è maestro. Scritto per grande orchestra, la presenza di tutta la gamma dei flauti (il solista ne ha a disposizione quattro: flauto in Do, ottavino, flauto in Sol e flauto basso) è costante. L’opera s’intitola Pensieri: è il solista che “pensa”, in un dialogo multicolore con l’orchestra, che commenta in mille maniere le peripezie del “pensatore”». Lo stesso Fabbriciani ha appena licenziato un Cd monografico dedicato alla produzione flautistica di Luis de Pablo: Luis de Pablo. Per flauto, pubblicato dall’etichetta Stradivarius (STR 37032). Il solista vi esegue Soliloquio per flauto in Do, flauto in Sol e ottavino, Melisma furioso per flauto solo, Per flauto per flauto in Do, flauto in Sol e ottavino e infine i Cuatro fragmentos de “Kiu” per flauti diversi e pianoforte, parte quest’ultima disimpegnata da Massimiliano Damerini. È imminente l’esecuzione di Pentimento per sei strumenti, che i solisti dell’Orquesta de la Comunidad de Madrid diretti da Alfonso Martín interpreteranno l’11 ottobre a Madrid nell’ambito del XV Festival Internacional de Música Contemporánea de Tres Cantos. continua a pag. 2 Quattro prime prevalentemente cameristiche e una masterclass con ritratti d’autore Sogni, aneliti, architetture Stefano Gervasoni Q

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Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale

La coscienza del flauto

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Dal sodalizio con RobertoFabbriciani nascono unanovità concertante e un Cd monografico

68ottobre2015ESZnews

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uattro le prime esecuzioni assolute per StefanoGervasoni nei prossimi mesi. Inaugura la serie Clamour,terzo quartetto per archi, in cartellone nella sua versionedefinitiva il 23 ottobre all’Auditorium San Fedele diMilano, nell’ambito del Festival di Milano Musica, affidato all’interpretazione del Quatuor Diotima. La composizione, proposta in una prima versione il 14 marzo scorso alla Scène Nationale del Théâtred’Orléans, è stata presentata nel numero 66 delle ESZNews. Il 7 novembre sarà invece il Festival Traiettorie2015 a presentare alla Casa della Musica di ParmaAnsioso quasi con gioia per clarinetto basso, interpretatoda Armand Angster, solista di Accroche Note. Spiegal’Autore: «Ansioso quasi con gioia è un pezzo scrittodietro sollecitazione di Armand Angster che ne è anche il committente e il validatore della sua (lunga) genesicompositiva. È un pezzo molto difficile, ma che nonintende offrire all’interprete, e a un pubblico compiaciuto,i piaceri di un virtuosismo appariscente. Il suo principalemotivo è la trasformazione polifonica dello strumento –monodico per sua concezione – attraverso tecniche osituazioni strumentali che potremmo qualificareespressivamente antitetiche o capaci di suscitare unapercezione emotiva e sonora (o meglio, quando ilmistero e la magia del fenomeno musicale sono capacidi crearla, una percezione emotivamente sonora). Il titolodato alla composizione, che lega attraverso la piega diun “quasi” due situazioni emotive contrastanti,normalmente distanti ma entrambe al limite della

possibilità di controllo, suggerisce proprio questo.Attraverso l’esasperazione del ritmo (della sua assenzao della sua fragilità e della sua caparbia precisione quasimeccanica), dei contrasti di registro, di dinamica e diarticolazione, di tecniche di produzione del suono chepossono conferire uno statuto percettivamente diverso al suono fondamentale o all’armonico, e della velocealternanza e instabilità di queste configurazioni,s’intende creare un effetto di polifonia percettiva edemotiva, cioè una compresenza di piani espressividiversi tra il detto e il dicibile (e l’indicibile!) che la musicaè capace di far sorgere. Un esempio su tutti: sovente,nel corso del pezzo, vortici di arpeggi tradiscono la lorovera apparenza sonora, mentre le note che licostituiscono sono invece le fondamentali di armoniciuguali o in rapporto d’intervallo costante tra loro(un’estensione, dunque, della tecnica del “bisbigliando”che nel clarinetto interessa solo gli armonici dispari). Ne consegue una stabilità in perenne divenire (oun’instabilità congelata) tra l’attività febbrile dellefondamentali che si alternano senza sosta – racchiusenella figura semplice dell’arpeggio – e l’apparizioneinstabilmente distesa di un suono acuto comune ooscillante che potrebbe emotivamente essere ricondottoalla manifestazione di un sentimento contrario alle causeapparenti della sua produzione e di natura sublime,aperta all’infinito, che io associo alla gioia». Il 28novembre Aldo Orvieto e Alvise Vidolin presenterannoal Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, per la

osé Ramón Encinar dirigerà Roberto Fabbriciani el’Orquesta Sinfónica de Euskadi nella prima esecuzioneassoluta di Pensieri, rapsodia per flauto e orchestra il 30ottobre, presso l’Auditorio Kursaal di Donostia-SanSebastián, primo appuntamento di una lunga serie:seguiranno infatti le repliche del 2 novembre al TeatroPrincipal Antzoika di Vitoria-Gasteiz, del 3 novembreall’Auditorio Baluarte di Pamplona-Iruña, del 4novembre al Palacio Euskalduna di Bilbao, per chiudereil 5 novembre nuovamente all’Auditorio Kursaal diDonostia-San Sebastián. Così il compositore presenta ilnuovo lavoro: «Pensieri, rapsodia per flauto e orchestra,è stato composto tra il 2013 e il 2014. È un’opera natadall’amicizia e dall’ammirazione: quella che professo perlo straordinario flautista Roberto Fabbriciani, e per suamoglie Luisella, che ha avuto la pazienza di seguirepasso dopo passo la composizione. Non è la primaopera che scrivo per Roberto: è stata preceduta da altreper flauto solo. D’altra parte, posso dire che il flauto èuno dei miei strumenti prediletti. Ho iniziato a studiarlo atredici anni, in circostanze curiose che non è il caso dirichiamare qui, e ho scritto frequentemente per questostrumento, anche un precedente concerto solistico.Pensieri però è una “rapsodia”, ossia un pezzo di formalibera, con enfasi nel virtuosismo, come si conviene allefavolose capacità tecniche e artistiche del dedicatario.

L’opera si compone di quattro “pensieri”: “Secreto”,“Solitario”, “Fugaz” e “Enigmático”, con una durata totaledi 25 minuti. I titoli potrebbero far pensare forse a unacerta melanconia dell’autore. Invece ho scritto il pezzocome una festa, in cui l’umorismo non manca, cosìcome neppure il mistero, di cui Roberto è maestro.Scritto per grande orchestra, la presenza di tutta lagamma dei flauti (il solista ne ha a disposizione quattro:flauto in Do, ottavino, flauto in Sol e flauto basso) ècostante. L’opera s’intitola Pensieri: è il solista che“pensa”, in un dialogo multicolore con l’orchestra, checommenta in mille maniere le peripezie del “pensatore”».Lo stesso Fabbriciani ha appena licenziato un Cdmonografico dedicato alla produzione flautistica di Luisde Pablo: Luis de Pablo. Per flauto, pubblicatodall’etichetta Stradivarius (STR 37032). Il solista viesegue Soliloquio per flauto in Do, flauto in Sol eottavino, Melisma furioso per flauto solo, Per flauto perflauto in Do, flauto in Sol e ottavino e infine i Cuatrofragmentos de “Kiu” per flauti diversi e pianoforte, partequest’ultima disimpegnata da Massimiliano Damerini. Èimminente l’esecuzione di Pentimento per sei strumenti,che i solisti dell’Orquesta de la Comunidad de Madriddiretti da Alfonso Martín interpreteranno l’11 ottobre aMadrid nell’ambito del XV Festival Internacional deMúsica Contemporánea de Tres Cantos.

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Quattro primeprevalentementecameristiche e unamasterclass con ritrattid’autore

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rassegna Ex Novo Musica, Luce ignota della sera perpianoforte e live electronics, dal dodicesimo degli Zwölfvierhändige Klavierstücke für kleine und große Kinder op.85 di Robert Schumann. Racconta Gervasoni: «Si trattadel mio secondo omaggio alla visionarietà della musica di Schumann. Come nel 1995, quando composidescdesesasf, per trio d’archi e, nella versione del 2014,elettronica, associai il nome di Schumann a quello delpoeta Paul Celan, ho ora voluto legare al nomedell’artista renano quello del compositore Luigi Nono, cuidevo la mia iniziazione compositiva. Nel caso del trio gliinterpreti dovevano interrompere la musica e recitaresommessamente una poesia di Celan; nel caso di questobrano viene integrato nella scrittura schumanniana unframmento di un mio precedente omaggio a Nono,Prédicatif (2014, dalla terza serie della raccolta Prés).Luce ignota della sera è dunque una rielaborazioneoriginale che assume il testo integrale di Abendlied,ultimo brano dei Zwölf vierhändige Klavierstücke. Mentreil pianista esegue dal vivo letteralmente la parte diaccompagnamento schumanniana, il live electronics siassume il ruolo di “agente trasfiguratore” della parte delcanto, facendo risuonare, tramite trasduttori che inviano il segnale direttamente nella cassa armonica delpianoforte, la melodia normalmente eseguita dall’altrointerprete del quattro mani schumanniano: melodia, quasiinnere Stimme, che è stata preregistrata e trattata, allaquale viene anteposta una suite accordale tratta dal mioPrédicatif. Tale preludio viene poi ripreso alla fine delbrano, un semitono sotto e leggermente modificato, ecostituisce una vera e propria coda nella quale la polaritàdi Re del frammento in omaggio a Nono si congiunge conla tonalità di Re bemolle di Abendlied. L’intervallo disemitono è per l’appunto l’escursione che deve compierel’elettronica, durante i 3’30’’ di questo brano, perduplicare il pianoforte reale, shiftandone gradualmente lefrequenze: durante questo percorso, il suono diretto e ilsuono progressivamente sempre più calante (diffuso,come per la melodia, all’interno della cassa di risonanzadello strumento) interagiscono: si creano così battimenti,le altezze fluttuano sempre più, il pianoforte si fa stonato,sfuocato, spettrale. In questo ambiente, come in un’altradimensione che si fa largo in quella crepuscolare,risuonano nostalgicamente e utopicamente altriframmenti che si ricombinano casualmente, trattidall’ultimo dei miei Prés (raccolta significativamenteispirata al mondo infantile) dal titolo Pré de près.Frammenti che l’elettronica lancia nello spazio vicino elontano, come detriti sonori che si uniscono e siconfondono, in un mondo sentito microscopicamente,idealmente al di là della realtà fisica: un sognoinfinitamente attivo che proietta la forza creatrice degliartisti visionari a cui intende rendere omaggio». Infine,spetterà a Luigi Gaggero e allo Spectra Ensemble direttoda Filip Rathé tenere a battesimo la versione completa diGramigna per cimbalom e ensemble, il 29 gennaio alMuziekcentrum De Bijloke di Ghent. Spiega ilcompositore: «La genesi di Gramigna è il risultato di dueprocessi, uno volontario, l’altro involontario, la cuiinterazione ha contribuito a modificare in manierasostanziale il progetto compositivo. È accaduto che,come in un giardino seminato a prato, la “storia” delterreno sul quale quei semi sono stati posati si sia fattasentire, contrapponendosi alle “cure” del giardiniere-compositore; il quale, a un certo punto, non potendo farealtro che prendere atto dell’impossibile realizzazione delsuo sogno di un bel prato uniforme e addomesticato, èandato trasformando la sua azione creativa in quella diestirpatore delle “erbe folli”, sempre più numerose nelfazzoletto di terra della sua composizione, fino amodificarla in maniera sostanziale. Ecco perché invecedel pezzo coerente e articolato nel suo sviluppo in ununico movimento, il compositore-contadino propone unaserie di bagatelle per cimbalom e otto strumenti,costituenti un ciclo in progress (come esponenziale è laprogressione infestante della crescita della gramigna),dense di rimandi interni l’una all’altra (come l’intrecciorizomatico delle radici della gramigna, che si sviluppa fino

a due metri di profondità), multiformi nella loro natura enelle loro allusioni (così come fanno pensare la varietà dispecie e i nomi popolari ad esse associati nelle varielingue, riconducibili al nome botanico di quest’erba,Cynodon dactylon: grano delle formiche, dente canino,erba canina, del diavolo, zampa di gallina...). A questapresa di coscienza della storia profonda di un pezzonascente, che emerge in senso contrapposto alla volontàdel suo creatore, mano a mano che questi lo coltiva(nello stesso modo in cui la crescita della gramigna puòessere considerata l’affioramento dell’“inconscio collettivodi un terreno” che si voleva coltivato in altro modo),corrisponde un’ulteriore trasformazione della figura delcompositore, che diviene colui capace di accogliere,assecondare e servirsi del frutto di questo incontro travoluto e accaduto, tra la propria volontà e quella esterna,non controllabile, che modifica i suoi piani. Non piùmaestro di un giardino creato e dominato a propriaimmagine e somiglianza, che sradica tutto ciò che noncorrisponde ai propri piani di agricoltore moderno. E nemmeno semplice (e folle!) estirpatore di erbe “folli” o “cattive” (la battaglia con la gramigna che infestaall’infinito i nostri sogni sarebbe persa...). Al compositoreche passa le sue giornate a raccoglierla, pulirne glistoloni ed essiccarla, la gramigna del suono offre le sueproprietà e le sue virtù terapeutiche e curative. La serie dibagatelle è andata via via arricchendosi, dal 2009 a oggi(alcune sono state scartate, altre sono state ripresesuccessivamente, altre ancora sono state scrittequest’anno), fino ad arrivare al numero di nove, di duratae ampiezza diverse, talvolta oltrepassanti la dimensioneiniziale della miniatura. Le “gramigne” della primaversione, presentata alla Biennale di Venezia del 2009 epremiata con il riconoscimento dell’Associazione deiCritici Italiani “Franco Abbiati”, sono diventate un vero eproprio concerto per cimbalom che organizza i numerosimovimenti che lo compongono e i materiali“spontaneamente” organizzati al loro interno inun’architettura con un afflato narrativo e una costruzionegeometrica». Si segnala inoltre che le Six lettres àl’obscurité (und zwei Nachrichten) per quartetto d’archisono state proposte il 6 settembre in Australia, alBendigo Bank Theatre nell’ambito del BendigoInternational Festival of Exploratory Music, dall’ArgonautQuartet. Dal 22 al 26 novembre Stefano Gervasoni terràuna masterclass di composizione presso l’XI Festival diMusica Contemporanea URTIcanti di Bari, nel corso delquale avranno luogo diverse esecuzioni. Il 22 novembresaranno eseguiti, presso la Chiesa di Santa Teresa deiMaschi, Phanes e Ravine per flauto, Folia per violino, eAdagio ghiacciato per celesta e violino ammutolito daW.A. Mozart, interpreti Mario Caroli, flauto, AldoCampagnari, violino, e Fiorella Sassanelli, celesta. Il 24novembre la medesima sede ospiterà Sonatinexpressiveper violino e pianoforte, la seconda serie dei Prés perpianoforte e Album di figurine doppie per fisarmonica e live electronics, solisti Aldo Campagnari, violino,Pasquale Iannone, pianoforte, Fanny Vicens,fisarmonica, e Francesco Scagliola, live electronics. Il 26 novembre sarà infine la volta, sempre alla Chiesa diSanta Teresa dei Maschi, delle Six lettres à l’obscurité(und zwei Nachrichten), nell’interpretazione del QuartettoPrometeo (Giulio Rovighi e Aldo Campagnari, violino,Massimo Piva, viola, e Francesco Dillon, violoncello). Lo stesso Quartetto Prometeo è appena uscito, perl’etichetta SonyClassical, con una novitàdiscografica: Arcana,antologia di musicaantica e baroccaripensata da compositoricontemporanei. DiStefano Gervasoni vicompare il Recercarcromaticho post il credoper quartetto d’archi, daGirolamo Frescobaldi.

segue da pag. 1 (Gervasoni: Sogni, aneliti, architetture)

Sándor Veress

Il Leeds College of Musicpropone il 20 ottobre la Sonata(Zongoraszonáta) perpianoforte solonell’interpretazione di DenesVarjon. La Sonatina per oboe,clarinetto e fagotto sarà inveceeseguita da Jorg Widmann alclarinetto e da due solistidell’Irish Chamber Orchestra il 2 dicembre allo UniversityConcert Hall di Limerick e il 3dicembre al Curtis Auditoriumdella School of Music di Cork,sempre in Irlanda. HeinzHolliger interpreterà il 5 e 6dicembre al Fraumünster diZurigo, nella duplice veste disolista e direttore, alla testadell’Orchestre le Phénix, laPassacaglia concertante peroboe e archi. È uscita in Cd perl’etichetta Toccata Classics(TOCC 0062) la registrazionedell’integrale della musica perquartetto d’archi di SándorVeress. Il Basel String Quartete l’Hungarian SymphonyOrchestra diretta da JanSchultsz vi eseguono i Quartettin. 1 e n. 2 per archi,rispettivamente del 1931 e1937, e il Concerto perquartetto d’archi e orchestra(1961).

Goffredo Petrassi

Il Concerto per flauto eorchestra è in cartellone il 15 e16 ottobre nel Saal Tirol delPalazzo dei Congressi diInnsbruck, nell’interpretazionedel solista Karl-Heinz Schütz edel Tiroler SymphonieorchesterInnsbruck, sotto la direzione diOtto Tausk.

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Reti di relazioniAureliano Cattaneo

Importante prima esecuzione italiana alla Biennale diVenezia per Aureliano Cattaneo. Il 2 ottobre il 59° FestivalInternazionale di Musica Contemporanea ospita al Teatroalle Tese dell’Arsenale, per la serata d’inaugurazione,Parole di settembre per soprano, controtenore, baritono e ensemble su testi di Edoardo Sanguineti,nell’interpretazione di Donatienne Michel-Dansac,soprano, Andrew Watts, controtenore, Otto Katzameier,baritono, e del Klangforum Wien diretto da JohannesKalitzke. Arotin & Serghei (Infinite Screen) sarannoresponsabili dell’installazione e delle proiezioni live.L’opera, che ha avuto la sua prima esecuzione assoluta il 10 ottobre 2013 al Konzerthaus di Vienna, veniva cosìpresentata dall’Autore: «Nel settembre del 2006, inoccasione del V centenario della morte di AndreaMantegna, si organizzò una grande mostra a Mantova,Padova e Verona. Per l’apertura della mostra si fece unospettacolo in Piazza delle Erbe a Mantova per il qualeEdoardo Sanguineti scrisse un ciclo di poesie ispirate aquadri di Mantegna. Durante lo spettacolo Sanguinetirecitò il suo libro di poesie mentre io feci un’installazionesonora e l’artista Marco Nereo Rotelli delle proiezioniluminose sugli edifici medievali della piazza. Poco tempodopo pensai che il testo di Sanguineti sarebbe statoperfetto per un grande ciclo vocale e ne parlai con lui chene fu molto felice. Poi, per varie ragioni, non se ne parlòpiù fino al nostro ultimo incontro a Madrid nell’aprile 2010.Non ebbi tempo in seguito di parlare con lui su Mantegna,quali quadri avesse scelto, come aveva lavorato. Edoardoci lasciò e così decisi di continuare questo dialogo, ormainella lontananza, iniziando a lavorare a queste Parole disettembre. Dopo molte riflessioni ho deciso di dividere intre parti il lavoro, che nel complesso dura circa un’ora. Per poter riflettere la grande varietà di umori, di registri edi linguaggi utilizzati da Sanguineti, caratteristica questaimportantissima della sua poesia, ho pensato a unastruttura che sfruttasse al massimo le possibilità dicombinazioni vocali e strumentali. Infatti nei libri I e III,l’ensemble non sarà utilizzato al completo, ma ci sarannoanche numeri con diverse combinazioni. La difficoltà di unlavoro d’una durata simile è mantenere sempre latensione e la direzione, e allo stesso tempo un’unitarietà.Sono state utilizzate tutte le quindici poesie di Sanguineti,alcune integralmente altre solo in modo parziale. Deimadrigali, scritti per le tre voci a cappella, quellointroduttivo e quello finale impiegano l’introduzione e la

chiusa del libro sanguinetiano». Il Festival di MilanoMusica ha commissionato a Cattaneo un nuovo lavoro,Insieme per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello epianoforte, la cui prima esecuzione assoluta sarà propostail 13 novembre nella Sala Shakespeare del Teatro ElfoPuccini dall’Mdi Ensemble. Spiega il compositore: «Il titoloè un omaggio ai musicisti per cui il lavoro è stato scritto,Mdi Ensemble, Musica d’Insieme Ensemble. Ma è ancheun riferimento all’essenza della musica da camera:suonare insieme. Suonare insieme, respirare insieme,muoversi insieme, ascoltarsi. Le linee di lavoro di Insiemesono principalmente due: l’integrazione di materiali sonorimolto differenziati e la ricerca d’una continuità formale. Midomando: lavorando con tecniche di produzione sonoranon convenzionali, quindi esplorando quel mondo che stasempre in bilico tra “rumore” e “suono”, come posso fareperché il risultato non sia o un catalogo di effetti, o unatesi su come trovare suoni “nuovi” negli strumenti? Ancorami domando: come interagiscono questi materiali sonoriche derivano da tecniche non convenzionali? Forse unapossibile soluzione è creare una rete di collegamenti,tanto a livello strutturale profondo, come a livellosuperficiale della percezione. Una rete di relazioni in cui imateriali siano differenziati ma al tempo stesso legati dauna matrice comune che articoli le molteplici sfumature etrasformazioni di questi suoni. Un esempio: un suonoruvido, quasi come un guiro, prodotto da un plettro chescivola su una corda grave del pianoforte può trasformarsiin un “accordo” ribattuto dagli archi. La rugosità del suonodel pianoforte è amplificata dagli archi, la discontinuitàdiventa gesto ripetuto. Continuità/discontinuità: il problemadella forma che dà corpo all’immagine sonora. In Insiemei diversi materiali sonori che interagiscono, che creano lereti di relazioni di cui parlavo prima, si raggruppano intornoa una costruzione formale che ricerca il senso dellacontinuità e della direzionalità. Mi domando: comeevolvono i gesti, come si sviluppano gli insiemi direlazioni? Ancora mi domando: come dare continuità a unmateriale che non ha la possibilità, come nel sistematonale, di creare una continuità percettiva attraversostrutture di prolungamento e di gerarchizzazione? Forse,la risposta si trova nell’idea delle reti di relazioni, per cui èpossibile creare un percorso direzionato anche conmateriali non gerarchizzati». L’11, 12 e 13 settembrel’Ensemble Mosaik ha eseguito, agli Halle Tanzbühne diBerlino, il Trio IV per clarinetto, violoncello e pianoforte.

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Prima italiana del grande ciclosu testi di Sanguineti e novitàper ensemble a Milano Musica

l Ridotto dei Palchi “A. Toscanini” del Teatro alla Scalaospita il 12 novembre la prima esecuzione assoluta diSette rose più tardi per otto strumenti, nell’interpretazionedell’Ensemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademia dellaScala diretto da Marco Angius. Così l’Autore presenta ilpezzo: «Sette rose più tardi è una composizione del 2003per flauto, clarinetto, fagotto, glockenspiel, pianoforte,viola, violoncello e pianoforte; la scrissi dodici anni fa, ma non venne mai eseguita. Come molti miei pezzicameristici, si compone di brevi frammenti (in questo casosette) tutti collegati uno all’altro. La vivacità formalmenteimprevedibile dei primi sei, viene spezzata dall’ultimo: unmalinconico adagio affidato a una nota ripetuta della violae a delle scarne armonie che emergono dal pianoforte». Il Teatro Comunale di Treviso riprende l’11 dicembre, conreplica il 13 dicembre, Il gioco del vento e della luna,opera cinese in un atto su libretto di Pilar García, conl’orchestra, la compagnia e il coro del Conservatorio“Benedetto Marcello” di Venezia, sotto la direzione diGiovanni Mancuso. Ne saranno interpreti Fernanda deAraujo Silva, Paolo Ingrasciotta, Francesco Basso, AsakoWatanabe, Andrea Biscontin, Giulia Bolcato, FrancescaGerbasi, Kalliopi Petrou, Mirjana Pantelic, Valeria

Girardello, Urangoo Batbayar e Safa Korkmaz, il coro saràdiretto da Francesco Erle, mentre saranno rispettivamenteresponsabili dell’impianto scenografico MassimoChecchetto, della regia Francesco Bellotto e delle luciRoberto Gritti. Questa la vicenda dell’opera: Il Chiericodella Prima Veglia, ricco e raffinato gentiluomo versato neigiochi amorosi, decide di prendere moglie ma nessunadelle donne che conosce è in grado di soddisfare le sueaspettative. Decide quindi di dare a due paraninfel’incarico di trovare per lui la donna ideale. Dopo molti vanitentativi gli segnalano Nobile Profumo, il cui padre nonconsente però che la ragazza sia vista prima delle nozze.Celebrato il matrimonio, durante la prima notte NobileProfumo respinge lo sposo appassionato, che tuttaviariuscirà a convincerla grazie ai suoi libri d’arte amorosa.Mentre l’uomo esce per cercarne degli altri, vienearruolato nell’esercito di frontiera. Nobile Profumo ha peròormai scoperto la propria sensualità e il lutto dei sensi nondurerà poi molto. Il 26 gennaio la Società del Quartetto diMilano ospiterà nella Sala Verdi del Conservatorio l’MdiEnsemble in un’interpretazione del Quintetto per flauto,clarinetto, violino, violoncello e pianoforte.

Frammenti da cameraLuca Mosca

Prima cameristica al ridotto della Scala e ripresa dell’attounico cinese a Treviso

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Luigi Dallapiccola

L’MDR Sinfonieorchester direttoda Francesco Angelico, esegueVariazioni per orchestra il 2ottobre al Teatro di Erfurt e il 3ottobre al Centro congressi diSuhl. Il prigioniero, un prologo e un atto da “La torture parl’espérance di Villiers” de l’IsleAdam e “La légended’Ulenspiegel et LammeGoedzak” di Charles de Coster,è in cartellone al Théâtre duCapitole di Tolosa nei giorni 2,4, 6, 9, 10 ottobre. Ne sonointerpreti Tanja ArianeBaumgartner (La madre),Levent Bakirci (Il Prigioniero),Gilles Ragon (Il Carceriere/IlGrande Inquisitore), DongjinAhn e Jean-Luc Antoine (DueSacerdoti), l’Orchestre Nationaldu Capitole, il Chœur duCapitole, direttore AlfonsoCaiani, direzione musicale diTito Ceccherini, regia diAurélien Bory, scene di AurélienBory e Pierre Dequivre, costumidi Sylvie Marcucci.

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reviso ha ospitato il 18 luglio presso la Loggia deiCavalieri, nel corso della manifestazione “Venice Acque”di ArtExpo 2015, un’esecuzione di To Whom? per vocesola nell’interpretazione del soprano Lisa La Pietra. Lastessa interprete ha riproposto il brano il 20 settembrealla rassegna “Traboccando di note… classiche” diFossacesia (Chieti). Marco Angius ha diretto il 27agosto al Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” diSpoleto, nell’ambito del Corso di formazione perprofessore d’ensemble di musica contemporanea Alfi,tre movimenti per sette strumenti. Il 2 ottobre è inprogramma all’Università di Tours la prima proiezionedella produzione video dell’opera Il suono giallo con laregia di Francesco Leprino; il giorno successivo, 3ottobre, Sandro Gorli dirige il Divertimento Ensemble inA tEma per flauto, violino, violoncello e pianoforte allaSalle Ockeghem di Tours. Le Undici variazioni perRuggero per clavicembalo sono in cartellone il 27ottobre alla Hochschule für Musik di Karlsruhe, per il

Festival “ZeitGenuß”, nell’interpretazione di OlgaZheltikova. Durissimo silenzio per sei voci femminili epianoforte sarà eseguito il 20 ottobre nella Sala FilippoBrunelleschi del Palagio di Parte Guelfa di Firenze dalleSix Voix Solistes e dalla pianista Ancuza Aprodu diretteda Alain Goudard. In quell’occasione verrà presentatoufficialmente il Cd EMA Records Frasi nella lucenascente, dedicato a composizioni di autori italiani suliriche di Mario Luzi, tra cui appunto Durissimo silenzio diAlessandro Solbiati. Infine, Alfonso Alberti interpreterà il16 novembre al Conservatorio di Monopoli gli Interludiper pianoforte. In occasione dell’apertura della Stagionedi Concerti dell’Orchestra dei Piccoli Pomeriggi Musicali,verrà presentato a fine ottobre al Teatro Dal Verme diMilano il Cd monografico EMA Records che proponeCrescendo, otto pezzi per orchestra giovanile, Raggioper orchestra da camera e Ianus per orchestra d’archi,eseguiti dall’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e deiPiccoli Pomeriggi sotto la direzione di Daniele Parziani.

“Il suono giallo” in video Alessandro SolbiatiIn programma a Tours la

proiezione del video dell’operarappresentata con successo al Comunale di Bologna

T

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rois poèmes de Stéphane Mallarmé per voce,clarinetto, violoncello e pianoforte sono stati presentatiin prima esecuzione assoluta il 30 giugno all’Église duBouclier di Strasburgo, nel contesto della rassegna“Rencontres d’été de musique de chambre”, affidatiall’ensemble Accroche Note: Françoise Kubler,soprano, Armand Angster, clarinetto, Christophe Beau,violoncello e Wilhelm Latchoumia, pianoforte. Lacomposizione verrà ripresa in prima esecuzione italianail 7 novembre alla Casa della Musica di Parma per ilFestival Traiettorie 2015. Con queste parole MartinoTraversa presenta il nuovo lavoro: «Per la grande stimae il sincero affetto che ho per Françoise Kubler eArmand Angster, nucleo storico di Accroche Note, hosentito l’esigenza di comporre qualcosa di veramente

speciale. Un pezzo che avesse la consistenza tipicadella musica classica da camera, scritto in modotradizionale, con un suono estremamente naturale, unavocalità delicatissima, elegante, in grado di evocareimmagini sospese fra sogno e ricordo... Dopo mesi diripensamenti, mi sono deciso ad affrontare uno dei mieipoeti preferiti, e ne sono scaturiti questi Trois poèmesde Stéphane Mallarmé. C’è molta Francia in questopezzo, e non poteva che essere così, in quanto perl’occasione le mie fonti d’ispirazione ideali sono state lepartiture di Debussy e Ravel». Il Politecnico di Milanoospita il 7 ottobre, all’interno d’un concerto di musicaelettronica nel cartellone della manifestazione MI/ARCH2015, Critical_Path per suoni di sintesi.

Novità dal profumo francese su testi di Mallarmé aStrasburgo e a Parma

Martino Traversa

TCameristica classica

Rassegna stampaRassegna stampaSu Il suono giallo di Alessandro Solbiati al Teatro Comunale diBologna, 13, 14, 16 e 17 giugno 2015

Angelo Foletto, «La Repubblica», 21 giugno 2015Sinfonia scenica o cantata scenica, a seconda che la si “legga” dalpunto di vista degli intensi e sofisticati interludi, da quello dei vastiaffreschi vocali oppure dell’ingegnoso e “teatrale” apparato compositivoche li salda reciprocamente, Il suono giallo di Alessandro Solbiati èun’opera di idee e fattura importanti. Prima assoluta, commissione delComunale di Bologna, ridotto dal compositore a “libretto” intarsiandoaltri testi a quelli relativi all’omonima opera di Kandinskij, l’atto uniconon congettura drammaturgie orizzontali ma verticali, non espone fattio personaggi ma esplora e suscita vertigini. Evoca la creatività che sicompie nel percorso drammatico di ricerca sulle forze misterioseintrinseche che incendiano, fino a fonderli, sentimenti e colori. Lamusica evita la comune scorciatoia acustica dell’elettronica ma non sisottrae al fascino della sua anima rigogliosa di spazialità: quindi intricavoci, timbri, contrappunti e strumenti, impilando senza confonderlesituazioni sonore con profondità e “colori” diversi. Giocando soprattuttosulla contrapposizione tra registri oscuri, pennellate percussive esezioni aeree affidate a legni e voci femminili. L’ha fatto bene intenderela concertazione di Marco Angius, nel controllo lucido dell’esplosivaorchestra e nella preparazione dell’ardua componente vocalesostenuta da coro e cinque supersolisti (Alda Caiello, Laura Catrani,Paolo Antognetti, Maurizio Leoni, Nicholas Isherwood), che nel disegnospettacolare erano spesso al di qua del palcoscenico, inseguendo unasorta di empatia fisica tra gli spettatori e il simbolismo dellacomposizione.

Enrico Girardi, «Il Corriere della Sera», 18 giugno 2015L’atto unico di Alessandro Solbiati Il suono giallo […] è opera dinotevole bellezza, la migliore di quelle scritte finora dal compositore diBusto Arsizio. Il compositore si è fatto il libretto da sé collazionandoparole dalla nota composizione scenica omonima di Vasilij Kandinskij eda un frammento manoscritto dello stesso artista. Ha strutturato l’operain sei quadri, sette intermezzi, un prologo e un epilogo affidati a cinquevoci, un coro piccolo in scena, un coro grande e ampia orchestra. Nonnarrativa, la sua è un’opera di filosofia estetica sul tema del travagliodella creazione. L’aura espressionistica dell’universo di Kandinskijavvolge il tutto. Solbiati sembra immergersi in quel mondo ormaistoricizzato. Ma lo fa con un linguaggio moderno, non “in stile”,scrivendo musica molto bella in certi momenti, bellissima in altri, conuna scrittura corale che ricorda il miglior Nono. […] E diretti con laconsueta premura da Marco Angius, solisti, cori e orchestra sonofantastici. Tanti, tanti applausi. Meritatissimi.

Giangiorgio Satragni, «La Stampa», 17 giugno 2015Accostandosi alla nebulosa di Kandinskij, Solbiati ha creato strutture apiù livelli, dove il testo, pressoché inesistente nell’originale eassemblato ricorrendo anche a un’altra fonte kandinskijana, è solo illivello superiore e di senso non autonomo in una densa partituramultistrato. Fra coro grande, coro piccolo, grande orchestra conpercussioni e un quintetto vocale cui affidare anche i pochi interventisolistici, la musica ricrea attraverso mezzi razionali quell’irrazionalitàcon cui Kandinskij giunge al predominio del giallo sugli altri colori,ovvero alla compiutezza dell’idea artistica.

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ovità di Daniela Terranova destinata al progettoNutrire la Musica per l’Expo 2015 di Milano, inprogramma il 10 e 11 ottobre al Teatro della Terranell’interpretazione del Divertimento Ensemble direttoda Sandro Gorli. Così l’Autrice presenta Natura mortacon strumenti, musica rituale per otto esecutori (flauto,clarinetto, percussioni, pianoforte, violino, viola,violoncello): «Nell’opera natura e strumentis’intrecciano, imitandosi e confondendosi attraversol’iterazione di gesti che connotano una scena “rituale”.Gli elementi che la compongono vengono mescolati,versati, sminuzzati, percossi, frantumati, richiamandoalla memoria uditiva e visiva dell’ascoltatore-spettatorearchetipi appartenenti ai riti della nutrizione. La primasezione del lavoro opera secondo principi disomiglianza, ricercando affinità forti tra i suonidell’organico delle percussioni e gli oggetti naturali: irintocchi delle claves riecheggiano e si moltiplicano inquelli delle pietre percosse, i sonagli realizzati congrossi semi di frutti sono amplificati da foglie, mandorle,

nocciole e noci mescolate insieme, rainstick e shaker didiverse forme e dimensioni accompagnano il suonoprodotto da riso, orzo, miglio, farro, versati “a cascata”in ampi contenitori o accarezzati in superficie. A poco apoco gli strumenti scavano una distanza, recuperandouna voce e risonanze più lunghe che impediscano aisuoni emessi di decadere velocemente. La naturacontribuisce a nutrire l’organico strumentale el’immaginario rivolgendosi a un inconscio collettivo, ma, allo stesso tempo, ogni natura morta alludeimplicitamente al carattere effimero del mondo e dellecose che ci circondano. Rispetto all’ammonimentomorale che la natura ci consegna, la presenza deglistrumenti musicali è fortemente simbolica, indicandoall’uomo la possibilità di sopravvivere attraverso l’arte».Stasis in Darkness. Then the Blue, un’intensa paginaorchestrale ispirata alla poesia di Sylvia Plath, è incartellone il 24 novembre all’Auditorium di Milanonell’interpretazione dell’Orchestra Sinfonica di MilanoGiuseppe Verdi diretta da Francesco Bossaglia.

Riti e risonanzeDaniela Terranova

Novità per il progetto Nutrire la Musica di Expo 2015

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Visionario GesualdoIvan Fedele

N ovità discografica per Ivan Fedele, del quale ilQuartetto Prometeo ha registrato, per l’etichetta SonyClassical, nell’album Arcana, antologia di musica anticae barocca ripensata da compositori contemporanei, “… qui transitis per viam”, libera trascrizione perquartetto d’archi di O vos Omnes, dai Responsori delSabato Santo di Gesualdo da Venosa. Spiega ilcompositore: «La musica di Gesualdo è certamente lapiù visionaria e “moderna” della sua epoca che purevanta grandi maestri, Monteverdi su tutti, che hannofatto compiere a quest’arte un balzo in avanti decisivo.La sua natura spirituale e direi quasi metafisica lapongono ai vertici delle espressioni artistiche di tutti i tempi. Risulta veramente difficile comprenderepienamente come “il principe dei musici” abbia potuto“osare” a tal punto da gettare un ponte così significativocon la nostra contemporaneità, di cui risulta profeta siariguardo gli aspetti estetici estremi sia in relazioneall’arditezza delle tecniche impiegate. L’unicaspiegazione possibile ci viene da una genialitàincommensurabile seppur soffertissima. Questi e altrimotivi più personali, di gusto e forse affinità, mi hannospinto ad affrontare la trascrizione d’una paginaestremamente forte dal punto di vista emotivo.Innanzitutto, la riduzione dell’originale a sei voci a un ensemble di quattro strumenti ha richiesto unarivisitazione della trama armonica che risulta ridottaall’essenziale. Linea guida di base è stata quella dimantenere gli “estremi” del componimento (basso eparte melodica acuta non sempre affidata alla stessavoce). All’interno di questi “limiti” le linee s’intrecciano in maniere spesso differenti rispetto al testo originalegenerando nuovi percorsi polifonici sempre, però,riconducibili all’immagine globale del testo stesso. Allostesso modo, nelle successioni accordali gli intervallimelodici si dilatano accavallandosi tra le parti comedimostra chiaramente l’intervallo di settima maggiore del primo violino proprio all’inizio del pezzo. Ho usatospesso questa tecnica con l’intento di mettere ancor più in evidenza le arditezze e, perché no, le “asprezze”della composizione. Sempre con questo intento hotalvolta dilatato, talaltra compresso i registri e ledisposizioni verticali. Questa tecnica è soventeassociata a un’interpretazione agogica del testoletterario che si avvale anche di numerose opzionitimbriche derivate soprattutto dall’uso locale delponticello, della tastiera o della sordina oltreché diopposizioni anche violente di forte e piano. Infine, laparte ancor più liberamente elaborata e meno testuale:si tratta del passaggio corrispondente alla frase

“Attendite universi populi…” che nella mia trascrizioneoffre il materiale per una rielaborazione decisamentestrumentale che vuole enfatizzare vieppiù l’improvvisoictus polifonico dell’originale, iterandolo in manieraincandescente. Posto al centro della composizione,questo slancio creativo si pone come climax dal quale,gradualmente, si ritorna all’atmosfera iniziale». Di IvanFedele è stato possibile ascoltare di recente Pulse andLight per due pianoforti e live electronics il 17settembre nel Kleiner Saal dellaHochschule für Musik und DarstellendeKunst di Frankfurt am Main, e il 25settembre al Zentrum für Kunst undMedientechnologie (ZKM) di Karlsruhe,sempre nell’interpretazionedell’International Ensemble ModernAkademie. Il 26 settembre il FestivalMusica di Strasburgo ha ospitato allaSalle de la Bourse il violoncellista Jean-Guihen Queyras, interprete di Arc-en-ciel per violoncello solo. Il 27 settembre Mario Caroli haeseguito al Teatro La Fenice di Venezia, nell’ambitodella rassegna di Ex Novo Musica, Donax per flautosolo; sempre il 27 settembre Francesco D’Orazio eFrancesco Abbrescia hanno proposto la Suite franceseVI b per violino elettrico a 5 corde e elettronica nellaSala Re Manfredi del Castello Svevo di Trani, per lamanifestazione “I Dialoghi di Trani”. Syntax 0.1([email protected]) e Syntax 0.2 ([email protected]) per orchestrasono in cartellone il 9 ottobre al Teatro Petruzzelli diBari: l’orchestra dell’ente lirico sarà diretta da FilippoMaria Bressan. L’Ensemble Boswil diretto da ChristianSchumann porterà in tournée Notturno per undiciesecutori il 10 ottobre all’Alte Kirche di Boswil, l’11ottobre nell’Aula Magna del Conservatorio dellaSvizzera Italiana di Lugano, il 24 ottobre al Konzertsaaldella Hochschule der Künste di Berna e infine il 25ottobre al Grosser Saal della Musik-Akademie diBasilea. Sempre Francesco D’Orazio riproporrà Suitefrancese VI b insieme a Elettra, nella versione perviolino elettrico a 5 corde, il 19 novembre pressol’Auditorium du Musée d’Art Moderne et Contemporainde Strasbourg (MAMCS). Il medesimo interprete sicimenterà il giorno successivo, 20 novembre, nellaSuite francese II per violino solo, presso l’Area Sismicadi Forlì. Il Festival di Nuova Consonanza di Romaospiterà, nell’ambito della manifestazione intitolata “DeMusica”, una masterclass di composizione di IvanFedele e un concerto monografico in programma il 10dicembre.

Esce in Cd la rivisitazioneper quartetto d’archi delgrande polifonista

Michele dall’Ongaro

Il NAMES New Art and MusicEnsemble Salzburg haeseguito il 3 settembre nellaSala Consiliare del Municipio di Portogruaro, per il FestivalInternazionale di Musica diPortogruaro, Mise en abymeper ensemble. La Sala ReManfredi del Castello Svevo di Trani ha ospitato il 27settembre, per la rassegna “I Dialoghi di Trani”, La musicadi E.Z. per violino solo,nell’interpretazione diFrancesco D’Orazio. Infine, il Concerto per pianoforte eorchestra d’archi è in cartelloneil 21 novembre al TeatroPetruzzelli di Bari, interpretiEmanuele Arciuli e l’Orchestradell’ente lirico diretta daGiuseppe Grazioli.

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l 5 ottobre il 59° Festival Internazionale di MusicaContemporanea ospita al Teatro Piccolo Arsenale la primaesecuzione della versione integrale di Chemical Free (?) -Un viaggio nel microcosmo della materia, concertomultimediale in tre sezioni: I. C’è tanto spazio là in fondoper contrabbasso e live electronics, II. No Landscape perpianoforte, motion capture e live electronics, III. More isdifferent per flauto iperbasso, supporto digitale a 8 canali,motion capture e live electronics. L’esecuzione è affidata aDavid Ryan, video, Giulio Peruzzi, coordinatore scientificoe testi, Daniele Roccato, contrabbasso, Aldo Orvieto,pianoforte, Roberto Fabbriciani, flauto iperbasso, AlviseVidolin, regia del suono, e Luca Richelli, live electronics emotion capture. Spiega l’Autore: «Chemical Free (?) èun’esperienza di “teatralizzazione sonora e intermedialedella scienza” legata al mondo della chimica, che siprefigge di dimostrare come la stretta collaborazione traforme artistiche innovative e la divulgazione scientificapossa generare nuove forme di spettacolo di forte impattosul pubblico. Chemical Free (?) utilizza in particolare le piùrecenti conquiste della chimica e del computer creando unrapporto diretto tra queste e le trasposizioni delleformalizzazioni algoritmiche ad essa legate in ambitosonoro e visivo. La chimica moderna si avvale infattianche di metodologie e di software sofisticati nei qualisono implementati equazioni e algoritmi numerici efficaci.Il computer è così un vero laboratorio moderno dove sistudiano reazioni chimiche di sistemi anche complessi e si predicono proprietà molecolari con elevata accuratezza.A partire da queste proprietà Chemical Free (?) esplora, in un’affascinante performance intermediale, il viaggio e le migrazioni di atomi e frammenti da una molecola aun’altra, mettendo in evidenza il rapporto tra lametamorfosi dei suoni e la reattività chimica, cioè lacapacità delle molecole di trasformarsi e combinarsi perdare vita a nuove molecole. Questa continuatrasformazione e metamorfosi viene “eseguita” e messa inatto davanti al pubblico, che assiste a un evento dove arte,scienza e tecnologia sono continuamente collegate e unitein un’unica sintesi spettacolare. Chemical Free (?) sisviluppa in tre sezioni, della durata di 20 minuti circaciascuna: I. C’è tanto spazio là in fondo per contrabbassoe live electronics; II. No Landscape per pianoforte, motion

capture e live electronics, III. More is different per flautoiperbasso, supporto digitale a 8 canali, motion capture elive electronics. Ogni sezione è caratterizzata da uno deitre strumenti “protagonisti”. I tre strumenti vengonoutilizzati come “generatori di suoni”, con tecnicheesecutive, di elaborazione in tempo reale e dispazializzazione estremamente suggestive e innovative. Illive electronics è applicato ai tre strumenti con sistema dispazializzazione a 8 canali. Le immagini sono basate suelaborazioni al computer di strutture molecolari ebiomolecolari e consentono uno sguardo su un mondo chea volte sfugge all’esperimento. Il rapporto tra suono eimmagine determina un’unica forma di drammaturgiasonora che “racconta” il viaggio delle strutture molecolari,le metamorfosi e le migrazioni dal mondo dell’endo e delnano alla nostra macroscopica realtà quotidiana». Il soprano Maria Grazia Schiavo e il pianista RobertoProsseda interpreteranno Partì Mmaria, canto di Passioneper voce e pianoforte, libera elaborazione da un cantopopolare marchigiano del maceratese l’11 ottobre alMuseo del Violino di Cremona, nell’ambito del FestivalStradivari, e il 19 ottobre presso l’Istituto Italiano diCultura di Bruxelles. I binari del tempo per flauto e nastromagnetico sono in programma il 30 novembre a Tallinn(Estonia), nell’interpretazione di Johannes Tarmo. MoniOvadia e il Contempoartensemble diretto da MauroCeccanti hanno realizzato un Cd monografico, Raw,dedicato all’opera di Nicola Sani e pubblicato dall’etichetta

Stradivarius (STR 37022).L’album include AchaB perclarinetto, Oltre il deserto spazioper flauto, clarinetto, violino,violoncello e pianoforte, Comeuna specie di infinito pervioloncello e pianoforte, Verso un altro occidente per flauto,clarinetto, viola, pianoforte epercussioni, Raw per violino,

A Time for the Evening per clarinetto, violino, violoncello epianoforte, Vidi in terra angelici costumi per ensemble eSul denaro per voce recitante e ensemble su testo di LuigiPestalozza.

IMetamorfosi della materiaNicola Sani

Alla Biennale la versione integraledell’ambizioso progetto di dialogotra musica, scienza e tecnologia

a Philharmonie Essen presenta il 23 ottobre nellapropria sede, nell’ambito del Festival Now!, la nuovacommissione affidata a Malika Kishino: Chant per coro e orchestra su testo di Rabindranath Tagore,nell’interpretazione del ChorWerk Ruhr e dei BochumerSymphoniker diretti da Florian Helgath. In questi terminil’Autrice presenta il nuovo lavoro: «Quando penso allevoci umane, mi sovviene immediatamente un ricordod’infanzia particolarmente intenso. Nella mia infanzia,sentivo spesso la cantillazione dei sutra, cantati daimonaci buddisti e dalle anziane donne del luogo. Il tempo e le melodie delle anziane donne divergevanoleggermente tra loro, ma l’effetto complessivo eracomunque quello d’una voce possente. La cantillazionedei sutra è di fatto preghiera, ma il canto e la preghieraforse sono inseparabili e condividono la medesima radice.La voce umana è il mezzo più diretto per esprimersi. Ho scelto per il mio pezzo una lirica di RabindranathTagore («Let me not pray to be sheltered from dangers»,da Il paniere di frutta, LXXIX) che descrive la preghiera. Il testo ha descritto per me la trasformazione da unmormorio introverso all’approdo alla libertà. Seguendo ilpoema universale di Tagore, ho tentato di rappresentare la mia immagine della preghiera usando materiale sonorocome la vibrazione della voce, profondi sospiri e il respiroche ci permette di percepire il calore della vita, il suosplendore e la sua freddezza. In alcune sezioni ogni

cantante recita le parole. Questi momenti singoli sisovrappongono e producono notevole energia. L’idea chediversi microcosmi (singoli individui) costruiscano unmacrocosmo mi ha affascinato durante la composizione.Una singola nota consiste in un misto di elementi parziali,e un pezzo è un aggregato di singole note. L’immagine (la preghiera umana che mormora sulla Terra trasformaprogressivamente il proprio stato accumulando energia einnalzandosi a un livello superiore) mi ricorda il processod’una nota fondamentale che si trasforma costantemente,creando un ricco cosmo sonoro». Monochromer GartenVII per recorder e percussioni, commissione delBayerischer Rundfunk, sarà presentato in primaesecuzione assoluta il 30 gennaio al Redoutensaal diErlangen, nell’interpretazione di Jeremias Schwarzer eIsao Nakamura. Spiega la compositrice: «MonochromerGarten VII è il seguito di un mio ciclo cameristico inprogress, basato sul paesaggio notturno d’un giardinogiapponese in inverno. Con questo ciclo tento dirappresentare le caratteristiche e la bellezza di un giardinogiapponese e il processo della sua architettura. Non credovi sia una differenza essenziale tra un giardino artificiale eun pezzo di musica che consiste in note e suoni definiti».L’8 gennaio Dialogue invisible per nove voci femminili acappella su un testo di Florence Delay verrà ripreso alThéâtre d’Irigny dal Choeur Britten diretto da Nicole Corti.

Una lirica di Tagore sullapreghiera accende l’indaginesulla voce e il respiro in unanovità sinfonico-corale

Malika Kishino

LIl micro e il macro cosmo

Christophe Bertrand

Quatuor per quartetto d’archi èstato eseguito il 6 settembre alBendigo Bank Theatre, inAustralia, nell’ambito delBendigo International Festivalof Exploratory Music, interpretel’Argonaut Quartet. Il FestivalWratislavia Cantans haproposto l’11 settembre nellaSala rossa del National Forumof Music di Breslavia Madrigalper soprano e ensemble,nell’interpretazione di AgataZubel e dell’Eighth BlackbirdEnsemble; il pezzo è statoripreso dai medesimi esecutoriil 12 settembre, sempre inPolonia, nella Sala da concertodel Centro culturale diKrotoszyn, e il 13 settembreall’Olawa Arts Center di Olawa.Sanh per clarinetto, violoncelloe pianoforte sarà eseguito il 15 novembre dall’EnsembleCourt-circuit al FestivalMusiques Démesurées diClermont-Ferrand.

Ennio Morricone

L’Auditorium Parco dellaMusica di Roma ospita il 17dicembre nella Sala SantaCecilia, in occasione delConcerto finale di VillaMassimo, l’Ensemble Modernnell’esecuzione di Specchiper cinque strumenti.

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Il Festival di Milano Musica propone una riflessione criticasul grande innovatore dellaNuova Musica

Verso il centenarioBruno Maderna

I l Festival di Milano Musica dedicato a “Bruno Maderna el’umanesimo possibile” apre i cantieri del percorso checondurrà nel 2020 al centenario della nascita delcompositore veneziano (1920-1973). Formatosi allascuola di Gian Francesco Malipiero e HermannScherchen, Maderna s’impose sin dalla primapartecipazione ai Ferienkurse di Darmstadt nel 1949come un protagonista della scena musicale del secondoNovecento. Fondatore nel 1955 delloStudio di Fonologia Musicale della Raidi Milano, compositore ma anchedirettore d’orchestra, sofisticatotrascrittore di musica antica,caratterizzato dall’abito mentale dellosperimentatore indefesso, scevro didogmatismi, Maderna rivestì un ruolocentrale nel rinnovamento della scenamusicale europea del secondodopoguerra, aprendo la strada alladefinizione linguistica della nuova musica. Le ESZ sonoda anni impegnate nella messa a fuoco della figura delcompositore, il cui ruolo attende ancora d’esseredebitamente valorizzato accanto a colleghi quali Berio eNono. È stata realizzata la riedizione critica di una riccaserie di lavori che hanno colmato una lacuna sullaconoscenza degli esordi del compositore, portando allaluce anche partiture fondamentali come il Requiem e ilConcerto per pianoforte ed orchestra del 1942 ritenutedisperse sino a qualche anno fa. Disponibili in edizionecritica anche altre partiture giovanili quali Alba per voce dicontralto e orchestra d’archi e l’Introduzione ePassacaglia “Lauda Sion Salvatorem”, oltre ai primiimportanti lavori orchestrali che lo affermarono a cavallotra gli anni ’40 e ’50 sulla scena della nuova musicaeuropea: il Concerto (1948) per due pianoforti estrumenti, la Composizione n. 1 (1949) e laComposizione n. 2 (1949/50) per orchestra, sino agliStudi per “Il processo” di Kafka (1952), al Concerto perflauto e orchestra (1952) e alla Composizione in tre tempi(1954) per orchestra. Non accenna inoltre a diminuire lafortuna esecutiva di pagine come Honeyrêves, DonPerlimplin, Musica su due dimensioni, dei Concerti peroboe, o delle pagine orchestrali che appartengono allagalassia di Hyperion, forse il punto culminante dellapoetica del compositore. L’ampio catalogo di BrunoMaderna rappresenta dunque, sotto il profilo storico edella qualità estetica, una risorsa che meriterebbesempre più d’entrare stabilmente nella programmazionedegli enti lirici e delle istituzioni concertistiche. Le ESZsono sin d’ora disponibili a collaborare con tutte leistituzioni che vorranno dedicare un significativo omaggioa Maderna nelle prossime stagioni, sino all’importantetraguardo del 2020 quando si ricorderà il centenario dellasua nascita. Ampio e qualificato il ventaglio delle iniziativededicate a Maderna già all’inizio di questa stagione. Il cartellone del Festival di Milano Musica ha ritrovatoquest’anno nella figura del compositore veneziano ilproprio tema ispiratore. La rassegna, intitolata “BrunoMaderna e l’umanesimo possibile”, propone il 12 ottobrenella Sala Puccini del Conservatorio “G. Verdi” di Milanoil Concerto per due pianoforti e strumenti,

nell’interpretazione dei Solisti e dell’Ensemble delLaboratorio di Musica Contemporanea dello stessoConservatorio; il 16 ottobre all’Auditorium San Fedele la Serenata n. 2 per undici strumenti, affidataall’Österreichisches Ensemble für Neue Musik diretto daAndrea Pestalozza; il 23 ottobre, nella medesima sede, ilQuartetto per archi in due tempi, eseguito dal QuatuorDiotima; il 24 ottobre presso il Coro della Chiesa di San

Maurizio la Cadenza da Dimensioni III perflauto, solista Annamaria Morini; il 24 ottobre laversione del 1957 di Musica su due dimensioniper flauto e nastro magnetico,nell’interpretazione di Zinajda Kodric, flauto, eAlvise Vidolin, regia del suono; il 30 ottobre,nella Basilica di San Simpliciano, Widmung perviolino solo, interprete Lorenzo GentiliTedeschi; infine il 14 novembre, nella SalaShakespeare del Teatro Elfo Puccini, laCadenza da Amanda per violino e tre archi,

interprete l’Arditti Quartet. L’Associazione NoMusorganizzerà in autunno un significativo “Omaggio a BrunoMaderna” che prevede tre conferenze iniziali di CarloBoccadoro sulle diverse stagioni della produzione diMaderna, in programma il 6, 13 ottobre e 3 novembrepresso la Sala conferenze del Museo del Novecento; gli incontri saranno inseriti all’interno del cartellone delFestival di Milano Musica come approfondimenti del temadel Festival. Le tre conferenze, precedute da una mostradocumentaria che si inaugurerà il 4 ottobre nella SalaRampa dello stesso Museo, saranno seguite da dueappuntamenti ulteriori: il 20 novembre con Angela Ida DeBenedictis e il 1° dicembre con Roberto Fabbriciani,Fabio Zannoni e Gabriele Bonomo. La manifestazionesarà coronata da un ciclo di concerti cameristici attornoall’opera di Maderna che saranno ospitati nella Sala ArtePovera del Museo del Novecento. È inoltre possibileascoltare Hyperion, lirica in forma di spettacolo con untesto di Friedrich Hölderlin il 26 e 27 settembre alla SalaPamphili del Complesso degli Agostiniani di Rimini, nelcontesto della Sagra Musicale Malatestiana, e il 1° e 2dicembre al Teatro Vascello di Roma per il RomaEuropaFestival. Riccardo Fazi è responsabile dell’ideazionedrammaturgica, Claudia Sorace/Muta Imago della regia,mentre l’esecuzione musicale spetta all’HermesEnsemble (Karin de Fleyt, flauto, Hanne Roos, soprano,Juan Parra Cancino, live electronics). L’OrchestraSinfonica Nazionale della Rai diretta da Marco Angiuspropone il 7 ottobre, a Ekaterinenburg, in Russia,Composizione n. 1 per orchestra, secondo l’edizionecritica curata da Angela Ida De Benedictis. Il 31 ottobreMario Caroli esegue, col supporto elettronico di TempoReale, Musica su due dimensioni al Teatro Ariosto diReggio, per la rassegna “Resistenza Illuminata 1945-2015”. Nell’ambito della stessa manifestazione lamedesima composizione è in cartellone il 26 novembreal Teatro San Leonardo di Bologna, nell’interpretazione diRoberto Fabbriciani. Infine, Riccardo Chailly dirigerà laFilarmonica della Scala in Introduzione e Passacaglia“Lauda Sion Salvatorem” per orchestra, il 9 novembrenella sala del Piermarini.

Novità teatrale attualizza ilcapolavoro di Antoine de Saint-Exupéry

Si ispira al Piccolo principe il nuovo lavoro teatrale diAccursio Antonio Cortese, From B 612, atto unico per trevoci, attore, orchestra e elettronica su libretto diFrancesco Aiello e Paolo Cutuli in scena il 13, 14 e 15novembre ai Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Nesaranno interpreti Ljuba Bergamelli, soprano, NicholasIsherwood, baritono, Paolo Cutuli, cantante attore, el’Orchestra Sinfonica di Lecce “Tito Schipa” diretta da

Matthieu Mantanus. Commissione della FondazioneI.C.O. Tito Schipa, l’atto unico, nelle intenzioni delcompositore, «presenta il classico di Antoine de Saint-Exupéry in una versione “adulta”, in cui l’universo delPiccolo Principe è popolato da personaggi borderline,riletti e collocati in una cornice inedita: in qualche modo“attualizzati”, ma sempre nel rispetto delle intenzionidell’Autore».

Un principe “borderline”Accursio Antonio Cortese

Marco Momi

Al Brixton East di Londra è in programma il 1° ottobreDue nudi per viola,nell’interpretazione del solistadel Riot Ensemble. È fresco di pubblicazione il Cdmonografico StradivariusAlmost Quiver dedicato aMarco Momi (STR 37021).Maria Grazia Bellocchio,pianoforte, Maria Ronchini,viola, il Divertimento Ensemblee I piccoli musicisti diDivertimento Ensemble direttida Sandro Gorli vi eseguonoIconica II per due violini, viola,contrabbasso, saxofono, duepercussionisti e pianofortepreparato, Iconica IV per triod’archi, flauto, clarinetto,pianoforte preparato eelettronica, Due nudi per viola,Almost Quiver for E.P. perflauto, oboe, clarinetto, triod’archi, percussioni epianoforte, e Ludica III per triod’archi, flauto, pianoforte e tregruppi di bambini.

Giovanni Sgambati

La Sinfonia n. 2 in Mi bemolle,nell’edizione critica a cura diFrancesco Attardi, è incartellone il 22 e 23 gennaio alTeatro Politeama di Palermocon l’Orchestra SinfonicaSiciliana, e il 29 e 30 gennaio al Teatro Massimo “Bellini” diCatania nell’interpretazionedell’Orchestra dell’ente lirico.Le due esecuzioni sarannodirette dallo stesso Attardi.

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AParola, materia, suono, spazio

d aprire la serie delle prime esecuzioni dell’autunno diValerio Sannicandro, il Festival Kontakte di Berlino haospitato il 25 settembre nella Sala grande e sala piccoladella Akademie der Künste Ephemeris/Ekleipsis perclarinetto, saxofono e live electronics in dueenvironments, interpreti Ingólfur Vilhjálmsson, clarinettoe clarinetto contrabbasso, Joaquín Saez Belmonte,saxofono soprano e saxofono baritono, Gregorio GarcíaKarman, Hannes Fritsch e l’Autore al live electronics, prodotto nello Studio für elektroakustische Musik derAkademie der Künste Berlin. Così il compositorepresenta il nuovo lavoro: «La composizione in forma didittico propone due situazioni, spaziali prima ancora chesonore, profondamente contrastanti. Nella prima parte,Ephemeris, il sax e il clarinetto, posizionati in due saleadiacenti, producono suoni che si moltiplicano,accumulano e spazializzano in entrambe le sale,continuando così una ricerca iniziata con Ius lucis(2006/07) e proseguita in A Book of Forms (2014). Il movimento (su sedici altoparlanti) e la proiezione (ogniesecutore proietta il suono dello strumento verso duemicrofoni) del suono sono composti secondo tecnicheche tendono a fare di questo lavoro una vera “sculturasonora”, una forma a metà strada tra composizione einstallazione. Nella seconda parte, Ekleipsis, duestrumenti gravi si congiungono per produrre unasituazione dall’impatto decisamente drammatico: i suonipercussivi e multifonici degli strumenti si mescolano consuoni elettronici (dal carattere “industrial”) cheenfatizzano il taglio astratto del lavoro». Sarà invece ilKyoto Art Center a tenere a battesimo il 3 novembreCorps/riens per soprano e ensemble su un testo diBenoît Gréant, nell’interpretazione di Maki Ota edell’Ensemble Kujoyama diretto dallo stessoSannicandro, che così commenta la sua opera:«Sebbene proveniente da altre ragioni espressive elinguistiche, l’incontro con il testo di Benoît Gréant Corpset riens mi ha suggerito subito un tema che avevo giàincontrato in passato, nella cultura buddista giapponese.“I corpi nascono nel mezzo del vuoto”, parafrasando unverso di un testo di Hagakure: la contrapposizione tramateriale e immateriale è stato un catalizzatore perquesta composizione. Ancora una volta tratto la vocalitàcon una tecnica tra il cantare e l’espirazione esagerata,che conferisce alla linea vocale una drammaticità e, nonultima, un’espressività “composta” e quindi indicata nellapartitura. Grazie alla musica il testo poetico viene“ripensato”: alcuni frammenti vengono messi in relazionesecondo una ragione non legata all’ordine temporale(della lettura, del testo) ma in un processo di“reminiscenza” tutto interno al lettore, o a un lettoremodello. La composizione è stata scritta per l’EnsembleKujoyama, gruppo giapponese basato a Kyoto, che hofondato nel 2010, al quale sono profondamente legatoda una bellissima amicizia». Roberto Fabbriciani

interpreterà infine l’8 novembre alla Chiesa della Badiadi Arezzo, coadiuvato dal coro Vox Cordis diretto daLorenzo Donati, Mare logos per flauto basso e dodicivoci, commissione della Fondazione Cisalpino diArezzo. Così presenta il lavoro Sannicandro, citando le parole di Massimo Cacciari che lo hanno ispirato:«Logos, la parola. Una parola viene confrontata conl’ente che cerca di rappresentare: si scopre allora chequesto, nella sua molteplicità di aspetti, richiedealtrettante parole. L’univoco e il molteplice quindi.Perché anche una sola parola grazie ai suoi suoni puòavere una valenza (musicale) molteplice, bastaesaminarla in profondità, ritualizzarla, inciderla in unamateria inconsueta per illuminarne lati inusuali. Toglierela parola a chi ce l’ha, affidandone invece un’immagine(sonora) che ricorda il mare stesso e affidare la parola achi non potrà mai pronunciarla, invertire l’ordine dellecose, per ascoltare cos’hanno da dire, ciascuno, ilmondo del significante, il mondo del significato, sull’altroda sé. Thálassa è [...] quello più usuale perché quellomaterno: nel suo grembo sono cresciuti, lungo i suoicammini hanno viaggiato per conoscere. [...] Non ènome generico del mare; è nome di persona. Pélagosrappresenta la vasta distesa, l’interminabile plagadell’alto mare. Quando come un deserto, il mare ciabbraccia da ogni lato, e a un tempo ci custodisce eminaccia. [...] E le “salmaste parole” che ne intessono ilcanto appartengono allo háls. [...] Ma quando possiamoimmaginarci il Mare come cammino, quando l’occhiodiscerne nell’inquietudine del pélagos la possibile via, ela cerca e la prova, allora póntos diviene il suo nome piùproprio. [...] Il Mare non è arabile [...] questo indica il suoepiteto, [...] Atrygetos non implica nessuna idea diassoluta sterilità, di assenza di vita, non contraddicequell’intelligenza del Mare. [...] Polyphloisbos,multirisonante, il Mare d’Europa; tutte le sue linguecongiurano nel nominarlo nella molteplicità dei suoi volti,senza mai esaurirne il significato. Mosaico di nomi, cheritroviamo in quell’instancabile (átrytos, davvero!) giocodi echi. [...] L’agitazione del Mare (sálos) è immanentealla città dell’Arcipelago; il Mare non si arresta alle lororive, ma risuona nelle voci dell’agorá (Massimo Cacciari,L’arcipelago, Adelphi, 1997)». Tre riprese di lavori diSannicandro avranno luogo nell’arco di poche settimanein Germania: il 1° ottobre Klaus Schoepp esegue aBerlino Songs of Anxiety per flauto amplificato; il 24ottobre la Fachhochschule di Kiel propone Odi dilevante per sei strumenti, nell’interpretazione delChiffren Ensemble diretto da Johannes Harneit, cheriprenderà il pezzo il 21 novembre al Kampnagel diAmburgo. Infine, il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini” delTeatro alla Scala ospiterà il 12 novembre la primaesecuzione italiana di Aquae per otto strumenti,nell’interpretazione dell’Ensemble “Giorgio Bernasconi”dell’Accademia della Scala diretto da Marco Angius.

Tre prime per organici molto diversi conduconoindagini in più direzioni

ValerioSannicandro

l Festival Traiettorie di Parma ospita il 28ottobre alla Casa della Musica la primaesecuzione assoluta di Algorithmic Beautyper viola, nell’interpretazione di GillesDeliège, solista dell’Ensemble Sillages.Spiega il compositore: «A differenza deglianimali, che non crescono se non per unaparte della loro vita, le piante si sviluppano esi trasformano di continuo. AlgorithmicBeauty ha per modello la crescita vegetale. Il pezzo sviluppa un materiale moltosemplice (un gesto glissato) secondo unprocesso direzionale identico dall’inizio allafine. Il titolo fa riferimento all’opera del

matematico Aristid Lidenmayer, TheAlgorithmic Beauty of Plants, in cui l’autoredefinisce la crescita delle piante secondo ilmodello di algoritmi matematici. Il pezzo èdedicato a Gilles Deliège, che lo terrà abattesimo». Nello stesso concerto l’EnsembleSillages diretto da Léo Warynski riprenderàEn mouvement per sette strumenti, che ilcomplesso avrà già eseguito il 6 ottobreanche alla Fundación BBVA di Bilbao. Ilpezzo è in cartellone anche il 15 ottobre alMorat-Institut di Freiburg i.B.,nell’interpretazione dell’EnsembleRecherche.

Jean-Luc HervéSviluppo continuoIl modello algoritmico della

crescita delle piante ispira lanovità al Festival Traiettorie

I

Luca Antignani

La Biennale di Venezia, 59°Festival Internazionale diMusica Contemporanea,propone nel proprio cartellone,il 7 ottobre alla Sala d’Armidell’Arsenale, la primaesecuzione italiana di Litaniebriganti per ensemble di fiati epianoforte, nell’interpretazionedel Lemanic Modern Ensemblediretto da William Blank. LesSix Voix Solistes e la pianistaAncuza Aprodu, dirette da AlainGoudard, eseguono il 20ottobre alla Sala FilippoBrunelleschi del Palagio diParte Guelfa di Firenze Nome -non nome per pianoforte e seivoci soliste su poesie di MarioLuzi. Luca Antignani si èqualificato tra i finalisti delConcorso biennale per GiovaniCompositori e Librettisti delTeatro dell’Opera di Romagrazie al progetto Radio CittàEterna, musica e libretto diLuca Antignani. Il 9 ottobresaranno eseguite presso ilTeatro Nazionale scene o particompiute delle tre operefinaliste.

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Una commissione dell’EnsembleArsenale mette a frutto lescoperte delle neuroscienze incampo linguistico

l 15 settembre il Festival Unerhörte Musik di Berlinoha ospitato una ripresa di Second Born Unicorn perpianoforte solo, nell’interpretazione di Luca Ieracitano. Il 24 ottobre Krummholz per trio d’archi con e senzacorde, percussione e elettronica è in programma aVilnius nel contesto del Gaida Festival, affidato aRepertorioZero, nell’ambito delprogetto BeforeZero coprodotto dalFestival di Milano Musica, dalla ErnstVon Siemens Musikstiftung e dal Cirmdi Nizza. Il 21 novembre avrà luogo aTreviso la prima esecuzione assolutadel primo movimento di Keekee Boubaper voce e quattro musicisti,commissione dell’Ensemble Arsenale,che ne sarà interprete, per ildecennale della fondazione. CosìVerrando presenta il nuovo lavoro: «InKeekee Bouba la voce è usata come strumentogeneratore di suoni, conformemente agli strumenti chel’affiancano. Il brano non fa riferimento ad alcun testopreesistente, essendo compostoda parole isolate, fonemi, suonivocalici e consonantici, legati daun lato alla prassi degli strumentiutilizzati e al loro spettro, e d’altrolato agli studi sull’evoluzione dellinguaggio parlato. In una ricercasulla connessione fra le singoleparole e gli oggetti o le forme da esse evocate,Vilayanur Subramanian Ramachandran ed EdwardHubbard hanno infatti indagato la facoltàrappresentativa del linguaggio, capace di rimandare allequalità intrinseche e formali dell’oggetto nominato. Neiloro esperimenti hanno dimostrato che i soggetticoinvolti associano senza indugio l’inflessione taglientedel termine con le K a un oggetto dalle forme spigolose,mentre “Bouba” è abbinato a una forma arrotondata.Dunque il nome dato agli oggetti può non esserearbitrario, richiamando qualità tecniche dell’oggettostesso. Allo stesso modo, i suoni e le singole parole checompongono Keekee Bouba richiamano le qualità

tecniche dei suoni strumentali. Inoltre, in Keekee Boubauso un daxophone, strumento inventato da HansReichel qualche decina di anni fa. Ho fatto costruire duedaxophone appositamente per me per quest’occasioneda un liutaio americano e da uno italiano. I daxophonedialogano con la voce in un territorio d’indagine sul

suono che dimora fra lo scientifico el’illusorio, fra dei dati e uno sconnesso,ruvido delirio. Il 21 novembre l’ensembleArsenale ne presenterà il primomovimento; la parte restante del branoverrà composta ed eseguita nel futuroprossimo». Giovanni Verrando staattendendo alla composizione di FourthBorn Unicorn, nuovo brano solistico chevedrà la luce in due versioni: per violad’amore e per viola. Commissionato daMarco Fusi, sviluppa lo stesso contenuto

in due direzioni: una prima, nel brano per viola d’amore,con suoni dallo spettro più opaco e arrotondato; unaseconda, per viola, con una spettralità più trasparente e

brillante. Il brano sarà presentato in primaesecuzione assoluta, in entrambe leversioni, nella primavera 2016. GiovanniVerrando è stato chiamato per l’annoaccademico 2015-16 come VisitingProfessor in composizione e orchestrazionealla Sibelius Academy di Helsinki. A partiredal mese di ottobre terrà lezioni, seminari a

tema e conferenze pubbliche sulle materie in questionee sulla sua musica, sulla ricerca nell’ambito della nuovaliuteria, sull’orchestrazione e gli argomenti ad essaconnessi. Nell’autunno vedrà la luce un saggio diVerrando su Krummholz nei «Quaderni delConservatorio di Milano»: vi viene descritta la ricercasulla liuteria compiuta in Krummholz, l’idea dellostrumento come meccanismo composito (costituito nonsolo dallo strumento acustico, ma dalla suaamplificazione, dagli utensili abbinati ad esso e da altroancora), il rapporto con la figura in piena metamorfosidel musicista da camera e l’inevitabile riflessionesull’evoluzione della notazione.

ILinguaggio e rappresentazioneGiovanni Verrando

autunno di Federico Gardella si apre con la primaesecuzione assoluta di Memorie di tempesta pervioloncello e pianoforte, il 9 ottobre alla Sala delleColonne di Ca’ Giustinian, per il 59° FestivalInternazionale di Musica Contemporaneadella Biennale di Venezia, interpretiFrancesco Dillon ed Emanuele Torquati. In questi termini il compositore presenta ilnuovo lavoro: «Immaginare la memoria comeun’anamorfosi del tempo, come un luogo incui la forma degli oggetti risenta, nel ricordo,della distanza che li separa da noi; e così, laforma delle cose diventa il momento disintesi che ci parla della vita di quegli oggetti,delle loro “storie”. Ma si tratta di un raccontosincronico (verticale), in cui la memoria, percogliere il susseguirsi degli eventi, si pone aldi fuori del tempo. Osservare il tempo, comeil monaco nel dipinto di Friedrich osserva il mare,studiarne le pieghe, verificarne le increspature: è cosìche in queste Memorie di tempesta ho cercato dideclinare il rapporto tra forma e memoria, tra il tempo ela dimensione atemporale del ricordo. Ma ogni musica èpensata, nella mente di chi la scrive, in un luogo preciso(reale o immaginario): una tempesta in lontananza, èquesto lo spazio in cui, per me, questa musica risuona».La composizione verrà ripresa il 25 novembre a Roma,per il Festival di Nuova Consonanza, da Franz Ortner e

Clemens Zeilinger, solisti del TrioVanBeethoven. Unanovità per viola sola è in cartellone il 21 novembre allaYodobashi Church di Tokyo, nell’interpretazione diTomoko Akasaka. Il lavoro sarà presentato nel prossimo

numero delle ESZ News. Il 18 luglio JederMensch trägt ein Zimmer in sich per vocefemminile su testo di Franz Kafka è statoproposto a Treviso dal soprano Lisa LaPietra nel corso della manifestazione“Venice Acque” di ArtExpo 2015. Dal 6 al13 settembre Federico Gardella è statoinvitato come Assistant Faculty al TakefuInternational Composition Workshop. Inquel contesto l’11 settembre sono statieseguiti Cinque cori notturni sotto la costaper flauto contralto nell’interpretazione diMario Caroli e Architetture del canto e delsilenzio per ensemble, interpreti Yoshie

Ueno (flauto), Nozomi Ueda (clarinetto), YasutakaHenmi (violino), Tomoki Tai (violoncello) e KenichiNakagawa (pianoforte), sotto la direzione di SeitaroIshikawa. Sandro Gorli, alla testa del DivertimentoEnsemble, interpreterà il 3 ottobre Im Freien zu spielenper clarinetto, violino, violoncello e pianoforte alla SalleOckeghem di Tours. Infine, Voice of Wind per vocefemminile (utai) e flauto basso è in programma il 14dicembre allo Hakuju Hall di Tokyo, nell’interpretazionedi Ryoko Aoki e Kazushi Saito.

L’Forme della lontananzaFederico Gardella

Novità cameristica alla Biennale,immediatamente ripresa alFestival di Nuova Consonanza

Aldo Clementi

Laura Catrani e Davide Cavallihanno interpretato il 7settembre al Palazzo dellaCultura di Catania, perl’Associazione Musicale Etnea,Due poesie per voce epianoforte su testi di RainerMaria Rilke e Victor Hugo. La Chiesa di S. Carlo di Borås(Svezia) ha ospitato il 13settembre, nell’ambito dellarassegna Ny Musik, unconcerto monograficointerpretato da Alissa Cheung,Staffan Larson, Anna Lindal,Eva Lindal, Clemens Merkel,violini, Stéphanie Bozzini, Joar Skorpen, viola, e Isabelle Bozzini, violoncello. Il programma prevedeva Duecanoni circolari per tre flautidolci (o tre violini), Duetto perflauto, clarinetto e duestrumenti in eco nella versioneper quattro archi, Canonecircolare per quattro strumentiad libitum, Canzonetta perflauto contralto e flautoregistrato nella versione perdue archi e Otto frammenti dauna Ballade di Charlesd’Orléans sul tema deL’homme armé nella versioneper archi. Infine, il FestivalTraiettorie di Parma haproposto il 30 settembre allaCasa del Suono di ParmaCollage 2 per nastromagnetico.

Javier Torres Maldonado

La Fundación BBVA propone a Bilbao il 6 ottobre Interstiziper violino e violoncellonell’interpretazionedell’Ensemble Sillages. Lostesso gruppo presenterà unanovità per quartetto d’archi il 24novembre al Petit Théâtre delQuartz di Brest.

Daxophone

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Pasquale CorradoFrenesie, dualità, stasiExpo, la Biennale e il

Concertgebouw ospitano tre nuovi lavori di ricerca

re le prime esecuzioni assolute per Pasquale Corradosoltanto nell’autunno 2015. Insequenza per flauto,clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussioni è stato proposto il 20 e 21 settembre all’Expo Gate di Milano per la rassegna Nutrire la Musica,nell’interpretazione dell’ensemble Sentieri Selvaggi direttoda Carlo Boccadoro. Spiega il compositore: «Insequenzaè una riflessione sul concetto di movimento e di stasi(frenesia articolativa contrapposta a una calma apparenteche brulica sempre di piccole perturbazioni), di luce ebuio, di freddo e caldo, di silenzio e suono. Il pezzo è ilfrutto di una riflessione che non concepisce moto e stasicome contrapposti, la stasi come negazione del moto e il moto stesso come negazione della stasi, bensìconcepisce la stasi come caso limite del moto, convelocità tendente a zero, caso particolare del movimentoche diventa moto con velocità uguale a zero, insommacome grado zero del moto. Molti fenomeni naturali, comeil buio, il freddo, il movimento, appunto, possono essereinterpretati a seconda di come la nostra mente sirelaziona ad essi: possiamo, ad esempio, interpretarlicome opposti oppure come estremi». Il 2 ottobre il 59°Festival Internazionale di Musica Contemporanea dellaBiennale di Venezia ospita nella Sala delle Colonne di Ca’Giustinian la prima esecuzione assoluta di Ritorna ancoraper quintetto di fiati, interprete lo Slowind Quintet. Conqueste parole Corrado presenta il nuovo pezzo: «Ombredella memoria, ridondanze febbrili di ribattuti puntiformi.Balbuzie d’incontenibilità espressiva. Effetti percussivistranianti, pizzicati di corde d’aria che s’inerpicano in soffiviolenti, quasi tribali. Monologhi musicali in cui la voce diuno strumento diviene personaggio. Sono questi gliarchetipi del mio linguaggio compositivo, in cui lareiterazione continua dei gesti determina l’incessantefrenesia comunicativa, un virtuosismo non fine a sestesso, ma vettore dell’energia trasmessa all’ascoltatore.Il brano nasce dall’osservazione di singoli oggetti sonori earticolativi visti da diverse angolazioni attraverso unasorta di visione cubista che destruttura prima di strutturareuna forma compiuta, distorce prima di rispettare unpercorso rigoroso, scompone prima di creare memoria di quel che è stato». Sarà infine l’EnsembleIntercontemporain diretto da Matthias Pintscher apresentare il 24 ottobre, nella cornice del Concertgebouwdi Amsterdam, la prima esecuzione assoluta di D’estasiper grande ensemble. Racconta il compositore: «Il pezzoè stato ispirato dall’osservazione del dipinto L’Estasi diSanta Cecilia di Raffaello. L’opera d’arte, del 1514,rappresenta Santa Cecilia al centro di una conversazionesacra, circondata da quattro santi e strumenti musicali. Lacaratteristica che più mi ha impressionato è la centralità diSanta Cecilia: circondata da quattro santi (San Paolo, SanGiovanni, Sant’Agostino e Maria Maddalena, ognunocorrelato alla crescita celeste e all’estasi), Cecilia è l’unicain grado di sentire la musica celestiale suonata sopra diloro dagli angeli. La pittura simboleggia così le passioniumane in contrapposizione al culto divino. L’idea alla basedel mio pezzo nasce da questa stessa dualità tra terrestree celeste. Ho diviso la struttura musicale del brano in seizone, una per ogni figura rappresentata da Raffaello, piùuna che simboleggia la figura di Cristo (non rappresentatanel dipinto, ma implicitamente presente nell’animo diCecilia e raffigurata da un coro angelico). La prima zona ècaratterizzata da battiti. Un suono scuro, denso, grasso,costantemente ripetuto e circondato da fasci di luce che

brillano. Il primo oggetto si alimenta con energia innescatada piccoli o grandi delay sempre diversi tra loro, magenerati da una scintilla comune. Questa zona del pezzoè caratterizzata dallo stesso oggetto descritto e visto dadiverse prospettive attraverso una sorta di visione cubista.Allo stesso modo, Santa Cecilia, anche se si trova alcentro della conversazione, emerge dalla pittura comefigura unica dando senso a tutta la rappresentazione. La seconda area musicale del pezzo è descritta da spirali di fruscii di diversi colori che coinvolgonoprogressivamente sempre più strumenti e gradualmente si estendono all’intero registro. Emerge il dualismo traregistro acuto e grave, luce e buio, crescendo ediminuendo. Questa zona rappresenta l’atteggiamentomeditativo di San Paolo dando le spalle allo spettatore e girando la testa per definire il suo profilo. Ritmica,esasperante ritmica. Ricorrenza di piccoli oggetti chedanno vita a piccole figure grandi o molto grandicaratterizzano la terza zona. Il carattere è quasi sempre lo stesso, ma tutto cambia in modo graduale e quasiimpercettibile per creare nuove forme, nuovi oggetti. In questa sezione è chiaro il richiamo a San GiovanniEvangelista sullo sfondo, riconoscibile dal libro ai suoipiedi su cui si trova l’aquila. Un lungo crescendo, come le onde che si infrangono sugli scogli, sempre piùvoluminoso, sempre più pesante e instabile definisce laquarta zona. Come un fiume che raccoglie e trascina ilfango fino a diventare troppo denso e pieno, non può farea meno di straripare. Lo sguardo di San Giovanni siinterseca con gli occhi S. Agostino. La quinta area è pienadi balbuzie che dal registro grave, lentamente e condifficoltà, cercano di riconquistare il registro superiore.Sequenze melodiche che balbettano attraverso pizzicatid’aria, puntillismi ritmici esasperati, pulsazioni poliritmiche:Maria Maddalena, infine, che tiene in mano l’ampolla degliunguenti e fissa lo spettatore. L’ultima area è la zona più“lirica” della composizione: una foresta di fonemiarticolativi, di fruscii di corde e soffi avvolge la costruzionedi una melodia riverberata da più strumenti. Echi diun’arcana melodia, come gocce d’acqua che ciclicamentesi propagano nel lago. La presenza di Cristo. L’estasi diSanta Cecilia è un’opera estremamente innovativa:elimina la tradizionale immagine della divinità facendodell’“estasi” in sé il tema principale della scena: il Cristo, in questo senso, è implicitamente contenuto nell’animadel santo. Nel 1965 la storica dell’arte Anna Maria Brizioha scritto: “La divinità appare negli occhi, è nel cuore di Santa Cecilia, così come la musica non risuonamaterialmente al suo orecchio, ma solo nella suaanima”». Sono in programma per il 5 settembre e il 3ottobre presso la Domus Magna di Bergamo le ultimerepliche di Donizetti Alive, opera diffusa sulla vita e l’artedi Gaetano Donizetti su libretto di Julio Garcìa-Clavijo,commissione della Fondazione Donizetti. Drammaturgia eregia sono di Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi, le voci diFrancesca Pacileo, Alessandro Ravasio, Maurizio Leoni,la recitazione di Tiziano Ferrari, Simone Baldassari,Barbara Esposito; il Coro Donizetti è diretto da FabioTartari e coadiuvato dagli strumentisti del CantiereDonizetti, diretto da Pasquale Corrado. Infine,Interference per due indossatori/percussionisti è inprogramma l’1 e 2 ottobre all’ex Chiesa di San Carpoforodi Milano; ne saranno interpreti i percussionisti diKlangbox.

T

È disponibile on line il nuovo catalogo generale 2015 delle Edizioni Suvini Zerboni.Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.

Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.

Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.

Admir Shkurtaj

L’opera da camera Katër iradës. Il naufragio – su librettodi Alessandro Leogrande dalromanzo-reportage Il naufragioche ha per soggettol’affondamento nel Canaled’Otranto d’una motovedettacarica di 120 profughi albanesinel 1997 –, dopo i fortunatiallestimenti alla Biennale diVenezia del 2014 e ai CantieriTeatrali Koreja di Lecce, è oradisponibile in una pubblicazionein Cd (Anima Mundi AM 32),con la direzione di PasqualeCorrado.

Andrea Manzoli

Il compositore si è qualificatotra i finalisti del Concorsobiennale del Teatro dell’Operadi Roma, con il progettoL’amore oscuro - Toscaraccontata da Scarpia, musicadi Andrea Manzoli, libretto diSandro Naglia. Il 9 ottobresaranno eseguite presso ilTeatro Nazionale scene o particompiute delle tre operefinaliste.

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Gabriele CosmiFigure, dinamismi, dialoghiQ uattro le prime per Gabriele Cosmi nella seconda parte del 2015. Il soprano Lisa La Pietra ha presentato Gli altri non muoiono mai pervoce sola il 16 giugno alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice diVenezia, con repliche il 4 luglio sempre a Venezia, a Ca’ Dolfin, il 18luglio alla Loggia dei Cavalieri di Treviso, il 28 luglio per il Festival sulleAcque di Chieti, il 20 settembre a Fossacesia (Chieti) alla rassegna“Traboccando di note… classiche”, il 30 settembre al Telecom FutureCenter di Venezia, infine il 18 ottobre al Teatro Comunale Fenaroli diLanciano. Così l’Autore spiega il nuovo lavoro: «Il testo usato è ilrisultato di un filtraggio compiuto su quattro lettere scritte da quattrodonne diverse nei momenti antecedenti al suicidio. Sono stateselezionate frasi differenti, riconducibili a stati d’animo contrastanti, chenon riportassero nessuna traccia esplicita dell’atto che è seguito allascrittura delle lettere. Una frase dal significato ambiguo, “La mia stanza èuna stella”, ciclicamente si ripresenta lungo tutta lacomposizione. Inizialmente a questa frase fanno eco dellealtre frasi di natura positiva come “una gita in montagna,un bacio, un lago”. Gradualmente le frasi satellite svelanouna natura più drammatica, ossidando la natura sognantedel verso cardine. Tra versi e linee vocali viene instauratoun rapporto dunque di identità; gli stessi processicompositivi applicati alla musica (interpolazioni, riverberi,accelerazioni, etc.) rimbalzano sul testo e sulle relazionitestuali. A differenza di quanto accade spesso nellaletteratura vocale, l’interprete non è protagonista di unfatto teatrale; all’esecutore viene richiesto di mantenereun atteggiamento di massima freddezza e sobrietà interpretativa; nondeve impersonarsi in una delle quattro donne. Il brano è concepito comeuna percezione interiore di una folla di pensieri differenti che coesistonosimultaneamente in un unico spazio sonoro con oscillazioni di rapportilogici con rapporti contrastanti. L’immobilità scenica e l’ambiguitàtestuale sono gli unici elementi drammaturgici presenti in scena». La medesima interprete ha proposto con la clarinettista Alessia Gloder, il30 settembre al Telecom Future Center di Venezia, Argia per soprano eclarinetto. Racconta Cosmi: «In diversi lavori scritti negli ultimi anni, perstrumenti monodici soli o contrapposti all’ensemble, all’orchestra oall’elettronica, mi sono concentrato sulle possibilità di moltiplicazione eispessimento delle linee sonore creando strutture che riproducesserovirtualmente polifonie a due o a più voci: polifonie di risonanze, dimoltiplicazioni o di fibrillazioni di ambiti armonici polarizzati. Questo èstato fatto non solo attraverso la costruzione di ambienti di risonanza fattida altri strumenti attorno al solista; anche nella scrittura del singolostrumento i comportamenti melodici e figurali mettono l’accento suun’analisi che la figura compie su se stessa. Nel brano Gli altri nonmuoiono mai, per voce sola, anche il testo concorre al raggiungimento dicomplesse polifonie virtuali. Ho composto Argia, dunque, riprendendo lamia recente composizione per voce sola, ampliandola e sommando allegià esistenti risonanze sonore e testuali quelle di un clarinetto chescolpisce l’evento sonoro vocale, conferendo una maggiore articolazionee dettaglio a quelle polifonie che vengono virtualmente generate dallavoce. Nel brano originale il testo si colloca in un rapporto di identità conla scrittura vocale; in Argia anche il clarinetto concorre con coerenza aquesto rapporto divenendo venatura e analisi della linea vocale». Il Museo Novecento di Firenze ha ospitato il 16 settembre nell’ambitodella rassegna Firenze Suona Contemporanea la prima esecuzioneassoluta del I movimento di Fünf Türme, suite per violoncello solo,nell’interpretazione di Michele Marco Rossi, solista del Flame Ensemble.Il medesimo interprete ha proposto la prima esecuzione assoluta del II movimento il 18 settembre a Terni, presso l’Accademia FilarmonicaUmbra. In questi termini il compositore spiega il nuovo lavoro: «FünfTürme è una suite per violoncello solo in cinque movimenti. Nei mieiappunti ho composto una brevissima figura di pochi secondi chepossedeva, nonostante la durata ridotta, delle relazioni di tipo funzionaletra materiali differenti. L’assoluta brevità comportava il repentinoaccostamento di elementi eterogenei, una sorta di grado zero tra lessico,grammatica e sintassi. Lungo il primo movimento viene dato spazioall’evento sonoro che può quindi dispiegarsi nel tempo. Attivando delleprocedure compositive e osservando con punti di vista differenti lamateria, ho generato, per derivazione, altre quattro strutture madri chegovernano le logiche formali dei restanti quattro movimenti. In tutti i movimenti è dunque presente una figura portante diversa ma alcontempo tutte le figure comunicano tra loro e derivano tutte, conmodalità differenti, dalla prima. I movimenti dunque, pur sviluppandodeclinazioni differenti di uno stesso evento, dialogano fra loro. Vi è unrapporto formale bipolare; ogni movimento è necessario per offrire lo

spazio di apertura di un materiale concentrato, ma simultaneamentequesta apertura illumina e lascia trasparire i gradi parentali con le altrestrutture madri. Ciò a cui si assiste è un continuo annebbiamento diconfine tra un monologo e un soliloquio, tra il parlare ed il parlarsi. La composizione è dedicata a Michele Marco Rossi, al suo brillantevirtuosismo e alla sua intelligenza e profondità interpretativa». Chiude laserie delle prime Again! per ensemble, in programma il 23 e 24 ottobreall’Expo di Milano, per la rassegna Nutrire la Musica, nell’interpretazionedel Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli. Racconta l’Autore:«Riflettendo sulla tematica Nutrire il Pianeta, sono stato catturatodall’aspetto paradossale che caratterizza il tema dell’Expo: fin da tempiremoti il pianeta, con i suoi elementi e i suoi frutti, ha influenzato e nutritol’esistenza dei propri abitanti. Nello scorrere dei secoli questa condizionesi è ribaltata al punto tale da sentire l’esigenza di richiamare l’attenzione

e la coscienza dell’essere umano a una maggiore responsabilità eprotezione nei confronti del nostro vecchio pianeta; oggi siamo tuttichiamati a renderci partecipi d’una colossale inversione dei ruoli. Hoconcepito questo rapporto come una prima fase di un percorso ciclicomantenendo uno sguardo positivo in merito: nutrire il pianeta affinchépossa ricominciare a nutrirci. Il titolo della mia composizione, Again!,rappresenta appunto un’esortazione a spingere questa ruota virtualedei ruoli affinché si ritorni a un equilibrio naturale. La circolaritàdiviene dunque il vero fattore generatore di forma della composizione:delle fasi vengono continuamente percorse e ripercorse trascinandoelementi da fasi precedenti e incorporando caratteristiche dellesuccessive. Una forma continua dunque, in cui le strutture portanti

della composizione si ramificano e informano anche le deviazioni piùperiferiche. Elementi originari e derivazioni lontane si rincorrono avelocità differenti, coesistenti entrambe, in uno stesso anello». Unconcerto monografico, impreziosito da diverse prime esecuzioni, è inprogramma a Milano il 12 novembre all’Auditorium Di Vittorio per gliAmici di Musica/Realtà. Roberto Fabbriciani, flauto, Maurizio Ben Omar,percussioni, e Alfonso Alberti, pianoforte, eseguiranno Guadix, treintermezzi per pianoforte, in prima esecuzione integrale, Trio n. 3 perflauto, percussioni e pianoforte, in prima esecuzione assoluta,Quadrittico, suite per flauto, percussioni e pianoforte, in primaesecuzione integrale, e Guadix III per flauto solo in prima esecuzioneitaliana. Il terzo intermezzo di Guadix per pianoforte sarà riproposto daAlfonso Alberti il 19 ottobre agli Amici del Loggione di Milano. In questitermini Cosmi spiega l’impaginazione della serata all’Auditorium DiVittorio: «Il concerto che Musica/Realtà dedicherà alla mia musica dacamera è stato interpretato come l’esecuzione di una serie di pezzi cheinsieme formano un’unica grande composizione della durata di circaun’ora. A dialogare in stretto rapporto con la musica vi era in programmauna performance del pittore Gabriele Amadori che prematuramente einaspettatamente purtroppo ci ha lasciati lo scorso giugno.L’organizzazione delle composizioni nel tempo, le modalità dellagestione formale del concerto e i rapporti fra gli strumenti e la forma, cheerano nati per veicolare il dialogo e lo scambio fra musica e pittura sonorimasti invariati: mi piace pensare che la presenza di Gabriele, anche senon fisica, influisca e caratterizzi l’esito del concerto negli aspetti piùprofondi. I brani che si alterneranno presentano due tipi di organico:quattro brani per strumento solo e quattro per trio. Trio n. 3, dedicato aLuigi Pestalozza, si colloca come polo d’arrivo dell’intero concerto. Lacomposizione si articola in tre movimenti nei quali, partendo dal primo, lamateria sonora si presenta in uno stato diafano nel quale vengono solointravisti i contorni di una figura. In momenti fugaci traspaiono frammentidi una figura pulsante che trova il suo spazio nel secondo movimentocon un’ampia zona di percussione concertante. Nel terzo movimento lamateria perde gradualmente intensità e vigore giungendo lentamente auno stadio di stasi. Verrà inoltre eseguito in prima esecuzione integrale ilciclo di tre intermezzi pianistici, Guadix, iniziato nel 2010 e terminato nel2015. I tre brani offrono altrettante diverse declinazioni di una strutturacomune; nei tre pezzi viene illuminata e interpretata in modi differenti. Il quarto pezzo solistico è Geghard III, per flauto solo, che rappresenta la terza composizione di un ciclo di pezzi dedicati al flauto solista. Si interpolano ai pezzi solistici i quattro movimenti che costituisconoQuadrittico, suite dedicata alla memoria di Gabriele Amadori. In questolavoro si alternano quattro brevi pezzi per trio che si intermezzano aipezzi solistici. Ciascuno dei movimenti riprendono brevi immagini dal Trion. 3 o la strumentazione di figure appartenenti ai pezzi solistici. Figure,strutture e dinamismi ciclicamente si ripresentano sotto vesti diversegenerando un dialogo tra composizioni diverse lungo il tempo delconcerto: metaforicamente sarebbe stato questo il senso del lavoroincrociato fra la mia musica e l’arte di Gabriele Amadori».

Quattro prime cameristiche e unarticolato concerto monografico

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re importanti prime esecuzioni di lavori per ensembledi diverso organico per Giorgio Colombo Taccani nelperiodo in arrivo. Il 15 ottobre, al Ridotto del TeatroRegio di Parma, verrà presentato Il secondo autunno -Omaggio a Bruno Schulz per nove strumenti.Commissionato dalla Fondazione Prometeo, nesaranno esecutori l’EnsemblePrometeo e l’EnsembleWindkraft diretti da MarcoAngius. Così il compositorepresenta il lavoro: «“Questosecondo autunno della nostraprovincia non è altro che unmiraggio malato, proiettato indimensioni ingigantite nel nostrocielo dalla bellezza morente,chiusa nei nostri musei. Questoautunno è un grande teatroambulante che inganna con lapoesia, un’immensa cipollavariopinta che si sfoglia, un velodopo l’altro, in un panoramasempre nuovo. Mai si raggiungeil fondo. Regna il caos, e ognunotira le corde del sipario, e il cielo,il grande cielo d’autunno, appare negli squarci deifondali e risuona tutto del cigolio delle carrucole. E al disopra di tutto questo, una fretta febbrile, un carnevale inritardo e senza fiato, un panico da sala da ballo innanzil’alba, una torre di Babele di maschere che nonriescono a trovare i loro abiti veri”. Visionario, ironico,tessitore di metamorfosi e di creazioni infinite,malinconico falsario. Queste e molte altre sono ledefinizioni che si possono dare a Bruno Schulz,scrittore polacco la cui grandezza è pari all’esiguitàdegli scritti lasciatici dalla sua tragica esistenza. Le profonde suggestioni provenienti dalle sue pagine (e in particolare dal breve Il secondo autunno, dal qualesono tratte le precedenti righe) si condensano nel miolavoro. Nessuna volontà descrittiva di alcunché, quanto,come riconoscente tributo, la presenza di alcunipercorsi narrativi e figurali derivati metaforicamentedalle pagine di Schulz: la ripresentazione ciclica eapparentemente priva di direzione di immagini simili,attiva sia a livello di singole figure sia di interi episodi (leprime due sezioni vengono immediatamente riproposte,con proporzioni variate e con nuove digressioni),l’evoluzione sempre più caotica e scompostamenteparadossale, testimoniata in particolare dal penultimoepisodio, aperto dall’esitante proporsi del clarinettoattorno a un singolo suono, che viene portatogradualmente a diventare una ridda di glissati acuti,non molto dissimile dalle proliferazioni di uccellistrepitanti evocate nella soffitta dalla demiurgica figuradel Padre schulziano; ancora, le pietre che tagliano loscorrere di un tempo distorto con la loro scansioneinerte e meccanica o, infine, la voluta enfasi degliaccordi in fortissimo all’approssimarsi della fine delbrano, incapaci di raggiungere la conclusionesvuotandosi presto di forza, a mostrare dietroall’uniforme seriosamente luminosa la stoppa, la pagliae la cartapesta del fantoccio». Il secondo autunno verràripreso il giorno successivo, 16 ottobre, nell’ambito del Festival di Musica Contemporanea di Bolzano.Crawler per sei strumenti troverà invece la sua primaesecuzione il 9 dicembre al Teatro Grande di Brescia.A presentarlo, diretto da Carlo Boccadoro, saràl’ensemble Sentieri Selvaggi, committente del lavoro.Dice Colombo Taccani: «Dopo Watcher, che con la sua continua e violenta dinamicità aveva apertol’affascinante collaborazione con Sentieri Selvaggi si è concretizzato, in una sorta di dittico, Crawler, concaratteri diametralmente opposti e complementaririspetto al lavoro preesistente. Abbiamo ora un lavoro

tendenzialmente ancorato a dinamiche esili e a timbrisfumati, spesso gracili, a partire dall’ottavino tenuto nelregistro grave che occupa buona parte dell’avvio delpezzo, riproponendosi poi nelle pagine successive,oppure alla chiusa affidata al colore diafano di due flautidolci soprani. È comunque spesso percepibile un

nervosismo latente, nascosto ma pronto aesplodere in locali intemperanze, rimanendotuttavia questo un aspetto secondario nelladrammaturgia complessiva del pezzo. Il legame con il precedente Watcher èpresente non solo a livello dicomplementarietà narrativa, ma anche sulversante strutturale; anche in questo casospunto di partenza è un frammento di unceleberrimo brano dei Genesis (facilmenteintuibile dal titolo…): una porzione della lineavocale iniziale viene dilatata fino a coprirel’intera durata di Crawler, dettando anche ogniproporzione a livelli inferiori e imponendoscelte molto precise e ristrette al materialeintervallare sia melodico che armonico. Come per tutti i miei lavori che seguonoun’impostazione generativa simile, anche ora illegame percepibile all’ascolto con lo spunto di

partenza rimane tuttavia impalpabile; il suo influsso èristretto all’ambito affettivo personale, proponendosiall’ascoltatore, tramite il titolo, tutt’al più come genericaambientazione emotiva; assente (forse con una certadelusione da parte di alcuni...) è qualsiasiammiccamento stilistico o citazione diretta del branogeneratore. Ne è riprova il fatto che da spunti medesimi(ed è il caso anche di quello utilizzato in questaoccasione, come per altri spunti utilizzati anche tre oquattro volte nel corso degli anni) siano stati compostilavori diversi, profondamente lontani non solo comedestinazione strumentale ma anche per percorsodrammaturgico ed espressivo». Il 14 e il 16 gennaio alTeatro Dal Verme di Milano e il 15 gennaio al TeatroSociale di Como l’Ensemble di Fiati dell’Orchestra IPomeriggi Musicali eseguirà I fili di Ersilia per unensemble di dodici strumenti a fiato, commissione dellostesso Ente concertistico. Così il compositore presentail lavoro, inserito in un ampio progetto ideato daiPomeriggi Musicali per la stagione 2015/16 a partiredalle Città invisibili di Italo Calvino: «Fili tesi fra le case,ad Ersilia, a segnalare relazioni e ad invadereprogressivamente le strade, fino a renderle impraticabilie a costringere gli abitanti a smontare l’intera città perriedificarla altrove. Sparsi nel territorio rimangono isimulacri intricati – i soli fili con i loro sostegni – delleprecedenti Ersilie. Immagini che si trasferiscono nellapagina musicale in maniera diretta, sia pureorganizzate e sviluppate secondo principi e geometriestrettamente musicali: linee in addensamentoprogressivo, spesso secondo semplici procedimenticanonici come quelli che aprono il brano e che,ripresentati attorno a metà percorso, ne segnano lascansione formale principale; gruppi accordalicomplessi, ora statici ora pulviscolarmente turbolenti,condotti d’improvviso a silenzi attoniti; riproposte digesti elementari e di facile riconoscibilità, cheincessantemente tentano di ricostruire il discorso e cherappresentano la vera guida nell’ascolto del brano;infine, una breve coda che, legandosi alle proporzioni e ai materiali che regolano l’intero lavoro, disegna loscheletro di quanto esposto in precedenza in unpanorama ormai rarefatto, spoglio». Ricordiamo inoltreche Carlo Boccadoro, dopo averlo già eseguito il 4giugno scorso al Conservatorio di Cosenza, riprenderàIn controluce per pianoforte il 7 novembre presso laCamera del Lavoro di Milano. Nox, Tellus per voce solaverrà invece eseguito nuovamente da Akiko Kozato il28 ottobre.

Giorgio Colombo TaccaniParadossali, diafani, elementariT

Prime all’ombra di grandiscrittori, da Schulz a Calvino

Franco Donatoni

Il Festival Traiettorie di Parmaha proposto il 30 settembre allaCasa del Suono di ParmaQuartetto III per nastromagnetico. Nell’ambito dellastessa rassegna, il 15 ottobreverrà ripreso nel Ridotto delTeatro Regio For Grilly,improvvisazione per settestrumenti, interprete MarcoAngius alla testa degliEnsemble Prometeo eEnsemble Windkraft, chereplicheranno l’esecuzione il 16ottobre a Bolzano, per ilFestival di MusicaContemporanea. Il DivertimentoEnsemble diretto da SandroGorli interpreterà il 3 ottobrealla Salle Ockeghem di ToursEtwas ruhiger im Ausdruck perflauto, clarinetto, violino,violoncello e pianoforte. Il pezzo sarà riproposto il 5novembre per il BolognaFestival all’Oratorio San FilippoNeri dall’Ex Novo Ensemble,che nel medesimo concertoeseguirà anche Lumen per seistrumenti.

Luciano Berio

Il Festival Traiettorie di Parmaha proposto il 30 settembre allaCasa del Suono di ParmaMutazioni e Perspectives pernastro magnetico. L’ArdittiQuartet interpreterà il 14novembre alla SalaShakespeare del Teatro ElfoPuccini di Milano, nell’ambitodel Festival di Milano Musica, il Quartetto per archi.

Niccolò Castiglioni

Il Festival Traiettorie di Parmaha proposto il 30 settembre allaCasa del Suono di ParmaDivertimento per nastromagnetico. Gli ensemble delConservatorio “Giuseppe Verdi”di Milano e del CNSMD diParigi interpreteranno il 3ottobre alla Sala Puccini delConservatorio Tropi percomplesso da camera.

Giuseppe Sinopoli

Il Festival Traiettorie di Parmaha proposto il 30 settembre allaCasa del Suono di ParmaIsoritmi I per nastro magnetico.

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Caterina Di CeccaVirtuosismi, elementi, sinergieTre le prime esecuzioni assolute per Caterina Di Ceccanei mesi centrali del 2015. Il Parco della Musica diRoma ha ospitato il 10 maggio nello Spazio RisonanzeFiligrane scarlatte per pianoforte, nell’interpretazionedel solista Ben Cruchley. La composizione verrà ripresada Alfonso Alberti il 9 novembre all’Auditorium SanFedele di Milano nell’ambito del Festival di MilanoMusica, in occasione del Premio San Fedele 2015“Sonate di Scarlatti e risonanze contemporanee”.Spiega l’Autrice: «Filigrane Scarlatte vuole essere unomaggio alla figura di Domenico Scarlatti, ricorrendonel 2015 il 330° anniversario della sua nascita. Il pezzoè basato su un rapporto di somiglianza morfologica esintattica con la Sonata K 136 in Mi maggiore, dellaquale vengono ripresi i procedimenti di scritturaattraverso una tematizzazione delle articolazioni e deigesti strumentali. Ne deriva un lavoro dai forti connotativirtuosistici in cui è dato grande rilievo all’utilizzoidiomatico della tastiera». Il 21 e 23 settembre l’ExpoGate di Milano ha proposto, nell’ambito della rassegnaNutrire la Musica, Und wie Früchte sind wir perensemble, interprete il Divertimento Ensemble direttoda Sandro Gorli. Racconta Di Cecca: «Il titolo consistein una frase tratta da Notizen zur Melodie der Dinge diRainer Maria Rilke. Il poeta boemo afferma che, come i frutti di un albero sono sostenuti da un unico tronco,anche gli uomini sono connessi da una matrice comuneche si estende su tutto il mondo. Nell’ambito dell’Expo2015 la matrice che accomuna la Terra e i suoi abitantiè l’energia che permette al pianeta di originare esostenere la vita attraverso i cicli biogeochimici. Questispiegano come gli elementi presenti nelle molecoleinorganiche entrino nella catena alimentare, costruendole molecole organiche necessarie alla vita. I cicli piùimportanti sono quelli del carbonio, dell’azoto e delfosforo. Sebbene la chimica della vita sia molto

complessa, questi tre elementi caratterizzano leprincipali macromolecole alimentari: il carbonio è infatti il componente principale dei carboidrati, che sono fonte di energia; l’azoto è essenziale per laformazione delle proteine, che sono gli elementistrutturali dell’organismo; il fosforo costituisce i lipidi, inparticolare i fosfolipidi, che avvolgono e proteggono lecellule. La forma musicale ricalca in modo immaginarioi percorsi di ogni elemento (carbonio, azoto e fosforo)con un trio di strumenti che lo identifica nella suainterazione con il mondo esterno. Alla rappresentazionedei tre cicli, a cui corrispondono tre movimenti senzasoluzione di continuità, segue un quarto momento che condensa tutti i precedenti e porta al definitivoraggiungimento delle “molecole della vita”». È statoinfine tenuto a battesimo in Germania, il 27 settembread Aschaffenburg, Deux per due saxofoni, interpretatodal duo Saxart!, che lo riprenderà il 15 novembre aWürzburg. Con queste parole la compositrice presentail nuovo lavoro: «In Deux, come si evince dal titolo, èfondamentale il rapporto dialettico e sinergico tra i due esecutori. Attraverso una parabola formale benidentificabile, in quanto sottolineata dai cambi distrumento, i due “personaggi”, attratti l’uno dall’altro, siavvicinano e si attestano attorno a un nucleo comune,per poi abbandonarlo fino a raggiungere gli estremi ditensione e di registro. A ciò segue una situazione ditotale straniamento con un carattere transitorio, in cui laricerca di sé e del proprio completamento riconduce alpunto d’incontro, dove entrambi tornano a confluire». Il Festival di Milano Musica ospita nel proprio cartellonela ripresa di Oscuro pintado per otto strumenti,commissione Fondazione Spinola Banna per l’Arte, cheFabio Nieder interpreterà alla testa dell’EnsembleMosaik il 28 ottobre all’Auditorium San Fedele diMilano.

Le sonate di Scarlatti e i ciclibiogeochimici tra le fontid’ispirazione delle novità aMilano Musica ed Expo

La condizione degliaborigeni e una lirica diRilke ispirano due novità

l Padiglione della Biodiversità di Expo Milano 2015 haospitato il 26 e 28 settembre, per la manifestazioneNutrire la Musica, Carlo Boccadoro alla testa deiSentieri Selvaggi in Gagudju per ensemble. In questitermini l’Autore offre le coordinate del nuovo lavoro:«Gagudju è il nome della lingua parlata dal popoloaborigeno che viveva nei pressi dell’attuale parcoKakadu, nel nord-est dell’Australia. Visitando questiluoghi fantastici in cui la natura risulta tanto generosada sentirsi spesso inadeguati a contenerne la forza, si nota fin dalle prime escursioni il degrado, ladesolazione, la precarietà delle condizioni di vita deipochi aborigeni ancora presenti sul territorio. Senzaentrare nel merito specifico delle cause, la distanza tracostoro e il resto della popolazione sembra ormaiincolmabile. Il tema dell’integrazione è ciò che tuttorapiù di ogni altro argomento caratterizza le conversazionilegate a quel viaggio; senz’altro il caso australianorappresenta un inequivocabile fallimento di politiche diintegrazione. Più in generale si affianca poi a questotema quello di come si possa eventualmentesalvaguardare la biodiversità, e spesso si convienenella necessità, ove possibile, di mantenere chiara ladistinzione tra cose diverse per instaurare un dialogotra parti, evitando dannose omologazioni. Il brano èintitolato Gagudju perché vuole riprendere lo stessoconcetto di biodiversità rifacendosi al tema dato dalcommittente Expo 2015, “Nutrire il pianeta, energia perla vita”. Esso contiene una serie di elementi che,seppur reiterati con diverse variazioni, si possonosempre distinguere per via di una propria differentiaspecifica. Definita l’identità di ogni elemento, lanarrazione si svolge attraverso l’attribuzione di funzionivia via diverse ai vari elementi che pur mantenendo

appunto una chiara riconoscibilità, subiscono unprocesso di variazione che dipende da tali funzioni.Avviene dunque che un’idea, nascosta nello sfondo diun tessuto musicale, assuma improvvisamente unaposizione di primo piano in una sezione successiva; si tratta della stessa idea ma con una funzione diversaall’interno del contesto drammaturgico. Grazie a questoscambio di ruoli, le idee si integrano armoniosamente in una narrazione organica permettendo di stabilirerelazioni, generare aspettative, sviluppare un dialogotra parti nel rispetto delle reciproche identità».Un’ulteriore prima è in programma il 24 gennaio per la rassegna In Scena! al Museo Ettore Fico di Torino,all’interno della stagione del Fiarì Ensemble, quandoAlena Dantcheva e Riccardo Balbinutti interpreterannoSchlaflied per soprano e percussioni su testo di RainerMaria Rilke, riproponendolo il giorno dopo, 25 gennaio,sempre a Torino, alla Biblioteca “A. Della Corte”. Conqueste parole il compositore presenta la nuova opera:«Il breve componimento di Rainer Maria Rilkecostituisce il punto di partenza della stesura di questaninna nanna, brano in un solo movimento per sopranoe percussioni. Seguendo semplici processi lineari, laforma musicale si sviluppa seguendo un percorso cheporta da un estremo all’altro dei parametri della scritturain termini di dinamica, estensione, strumentazione,ispirandosi alla ciclicità del giorno e della notte.Partendo dal supporto armonico della marimba siprocede gradualmente all’utilizzo di percussioni nonintonate; la voce sarà inizialmente impegnata invecenell’esplorazione di sonorità rarefatte per diveniresempre più consistente e supplire armonicamente allamarimba nel canto altalenante che conclude la ninnananna».

Adriano GaglianelloDiversità, relazioni, esplorazioniI

Marco Quagliarini

Il Dèdalo Ensenble diretto daVittorio Parisi propone il 12dicembre al Teatro Sancarlinodi Brescia, per la rassegnaSulle Ali del Novecento,Riflesso per clarinetto e triod’archi.

Camillo Togni

Il Festival Traiettorie di Parmaha proposto il 30 settembre allaCasa del Suono di ParmaRecitativo per nastromagnetico. Ljuba Bergamelli,soprano, ed Elena Pasotti,pianoforte, eseguiranno il 9gennaio 2016 al TeatroSancarlino di Brescia, per larassegna Sulle Ali delNovecento, Helian di Trakl pervoce e pianoforte.

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Maurilio CacciatoreLa pulsazione e il tempol Festival Zeitraüme di Basilea ha ospitato di Maurilio

Cacciatore dal 10 al 13 settembre al Basel ParkhausTunnel, all’interno dell’installazione elettronica TunnelSpiral, Space Is Time, musica elettronica a 64 canali,affidata all’Elektronisches Studio Basel. In questitermini il compositore presenta il lavoro:«Questa installazione consta di otto archimetallici sistemati lungo il tunnel che portaal maggiore parcheggio di Basilea, lungocirca 40 metri. A ogni arco sono fissati 8altoparlanti, sistemati in modo da coprirel’intero arco circolare del tunnel, e un po’di sbieco, così da creare una sorta dispirale lungo il percorso di accesso alparcheggio. Questo setup offre lapossibilità di giocare su più livelli dispazializzazione: ogni arco èindipendente, per cui si può immaginare unaspazializzazione “locale” in ogni porzione del percorso;allo stesso tempo gli archi possono comunicare tra loro,sfalsando le prospettive sonore registrate in studio ecreando relazioni spazio-temporali artificiose. Se il miostudio asseconda da un lato la visione ecologica dellospazio, dall’altro sfrutta il legame tra processi ditrasformazione del materiale nel tempo insieme conl’icona di tempo suggerita dalla pulsazione per renderesensibile uno spazio non lineare, non accessibile senon con un’operazione apposita. Le mura spoglie incemento del parcheggio, insieme con le luci artificialitipiche di questi luoghi, rendono l’atmosfera surreale,fuori dal tempo normale di ascolto dei suoni d’ambiente.È un concentrato di simboli, di connotazioni, di rimandiculturali: il tunnel, la spirale, la pulsazione, la direzionedel cammino delle persone. Quest’installazioneriprende un’idea mai realizzata di Stockhausen:realizzare una spirale di altoparlanti in un tunnel elegare lo spazio all’azione compositiva. Una voltacominciato, non si può uscire dal tunnel; bisognacompletarlo per porre fine all’esperienza». Primaesecuzione assoluta il 10 gennaio al Théâtre de

l’Acquarium di Parigi, dove l’Ensemble Aleph diretto daMichel Pozmanter presenterà Three Studies About theWeight of Drops per flauto, violino, violoncello,pianoforte. Spiega l’Autore: «Questo pezzo è unarivisitazione del mio brano del 2012 Orologio che pendi

che pungi per flauto e violino. È la prima volta chelavoro su un mio pezzo come calco per erigere unacostruzione più complessa. In questa versione, lapresenza di un direttore permette altre ambizioniriguardo la gestione delle entrate dei musicisti; il timbro del violino si scurisce quandoaccompagnato da quello del violoncello, e ilpianoforte crea un terzo livello timbrico del tuttonuovo. Questo brano prosegue, quindi, la miariflessione sulla pulsazione e sul tempo.L’immagine motrice della prima versione, gliorologi, lascia il posto in questo pezzo a quella

delle gocce. Le onde che le gocce creano sullospecchio del liquido, che sia acqua o ferro fuso, unavolta cadute rappresentano ciò che accade dopol’evento, la riverberazione dei gesti, i residui delle azioniche la scrittura porta in seno. Recupero a poco a pocodopo un paio d’anni di allontanamento il concetto di“risonanza” nella scrittura, anche se scevro da unlegame meccanico con le armonie che reggono ilbrano. Il gesto strumentale ha il sopravvento sullearmonie, giacché queste sono una conseguenzapratica dei gesti, anziché essere questi ultimi a basarsisu delle scelte armoniche a priori. Lo sviluppo del“tempo della superficie”, libero dall’indagine nellaprofondità armonica, porta ad evidenziare il “peso” deigesti, l’importanza dell’attimo e del presente, dal qualeil futuro dipende». Il Concertino per clarinetto eelettronica in otto micromovimenti sarà ripreso il 13dicembre in Germania da membri dell’EnsembleCross.art: Teddy Ezra, clarinetto e Oliver Frick, liveelectronics. Il 2 ottobre viene presentato e proiettatoall’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo il Dvd Lost inFeedback, interpretato dall’Ensemble Hanatsu Miroir(cfr. lo scorso numero delle ESZ News).

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Installazione a Basilea erivisitazione cameristica d’una propria composizione

l volgere del nuovo anno porterà due prime esecuzionidi Andrea Mannucci. Il 19 dicembre il Duomo diDesenzano ospiterà, nell’ambito della StagioneConcertistica “Città di Desenzano”, Due canzoni diNatale per voce e orchestra su testi di IdaTravi, nell’interpretazione della cantante Naire dell’Orchestra Ned Ensemble diretta daFederico Mantovani. In questi termini l’Autorespiega il nuovo lavoro: «Apparentemente loscopo di queste due canzoni è quello disemplificare il linguaggio musicale, discrollarsi di dosso lo snobismo musicaleereditato dalla vecchia “avanguardia” e diessere capace di rivolgersi al pubblico con unatteggiamento meno intellettualistico, con unamusica più “comprensibile”. In realtà questedue canzoni tentano di recuperarequell’innocenza infantile che coglie tutti gli esseri umaniin occasione del Santo Natale, incoraggiando ilsentimento che il Natale infonde negli uomini nei ricordidella propria infanzia, cioè la purezza, l’innocenza, lasemplicità, la vita nascosta, l’obbedienza. Questa èmusica apparentemente tonale che non si èdimenticata di cento anni di innovazioni armonichevenute dopo il tonalismo e che hanno apertonuovissime possibilità espressive. Le Due canzoniscritte per la cantante pop Nair utilizzano due poesiedella poetessa Ida Travi e s’intitolano Il Carretto e DonDon». Nell’ambito della medesima rassegna verranno

presentati il 24 gennaio, in occasione della Giornatadella Memoria nella Chiesa di San Martino di RivoltellaSei brevi pezzi per orchestra da camera. In questo casol’Orchestra Ned Ensemble sarà diretta dallo stesso

Andrea Mannucci, che così si esprime suquesto lavoro: «In occasione della Giornatadella Memoria, ho scritto per l’orchestra delNed Ensemble Sei brevi pezzi basati sualtrettanti componimenti poetici, per nondimenticare mai: Aprile di Anna Frank, Sequesto è un uomo di Primo Levi, Un paio discarpette rosse di Joyce Lussu, Da domanisarò triste, poesia di un ragazzo ritrovata inun ghetto nel 1941, Assenza fatale di MarcoSpyry e La paura di Eva Picková. Attraversouna tecnica compositiva per cui ogni singolasillaba genera una nota si ottiene una

selezione di scale elaborate secondo criteri di circolaritàe simultaneità. Su questo materiale si lascia che lasuggestione letteraria eserciti la sua influenza sullamusica: dall’essere al conoscere, dall’invisibile alvisibile, dal suono alla struttura. Le poesie saranno letteprima di ogni brano dal gruppo teatrale del liceo“Bagatta” di Desenzano, coordinato dal regista teatraleFausto Ghirardini. I Sei brevi pezzi sono scritti per unorganico che comprende flauto, oboe, clarinetto,fagotto, corno, tromba, trombone, timpani e quintettod’archi».

Andrea MannucciMemoria e nostalgiaSi ispirano a ricorrenze religiose

e civili due prime in programma a Desenzano

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Henri Pousseur

Zeus joueur de flûtes per flauti,nastro magnetico e liveelectronics è in programma il26 novembre al Teatro SanLeonardo di Bologna,nell’ambito dellamanifestazione “ResistenzaIlluminata 1945-2015”, interpretiRoberto Fabbriciani e NicolaBaroni. Sarà eseguito il 7gennaio 2016 a Bruxelles per iConcerts de l’Académie Royalede Belgique Rasche Fuge zurSache Bach per quartettod’archi, nell’interpretazione delQuatuor Alfama.

Roberto Fabbriciani

Suoni per Gigi per flauto enastro magnetico è inprogramma il 7 ottobre alNikolaisaal di Potsdam per larassegna KAPmodern,nell’interpretazione dellaKammerakademie Potsdam.

Carlos Roqué Alsina

Klavierstück 7, tre studi perpianoforte, è stato eseguito il14 giugno da Madile Puijalonnella Chiesa del Saint Sauveura Montréal. L’Autore stesso l’haripreso il 26 settembre a SaintClaude, in Francia. LaHochschule für Musik diStoccarda ha proposto il 17luglio Reflet per vibrafono,nell’interpretazione di EmilKuyumcuyan.

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on si arrestano le iniziative che valorizzano il lascitomusicale di Giorgio Gaslini a poco più di un anno dallascomparsa del grande jazzista e compositore milanese.Emy Bernecoli, violino, e MonicaCattarossi, pianoforte, proporranno il 30novembre all’Auditorium Gaber delGrattacielo Pirelli, per la Stagione dellaSocietà dei Concerti, la prima esecuzioneassoluta della Sonata per violino epianoforte, quasi una fantasia, uno degliultimi lavori composti da Gaslini. Cosìl’Autore, nella prefazione della partitura,ci introduce alla scoperta di questanovità: «La Sonata per violino epianoforte, quasi una fantasia ha la formadel trittico (A - “Venti di guerra”; B - “Imessaggeri”; C - “Venti di pace”) e il carattere delracconto epico-lirico. Non si ispira a… ma essa stessasembra invece ispirare, o meglio evocare, l’allegorialetteraria di una lontana storia popolare di pura fantasia:“Un re folle, alle prese con la rivolta di popoli suoi sudditiproclama lo scoppio della guerra e invia sei messaggericon il ferale editto. Ma i messaggeri la pensano

diversamente e ribaltano il messaggio ottenendo al finel’agognata pace. Alla notizia, il re folle fugge via di corsaperdendosi lontano”. Forse per questa ragione,

ritornando alla significazione della musica,questa Sonata per violino e pianoforte èdavvero “quasi una fantasia”!». Alfonso Alberti el’Orchestra Haydn diretta da Yoichi Sugiyamahanno registrato dal 26 al 30 settembreall’Auditorium di Bolzano un Cd monograficod’uscita imminente per l’etichetta Stradivarius,comprendente il Concerto per pianoforte eorchestra, Adagio is Beautiful per orchestrad’archi e Murales Promenade per pianoforte eorchestra. Dieci minuti all’alba per chitarra èinvece in programma il 3 ottobre all’AuditoriumComunale di Castellaneta (Taranto), interprete

Andrea Monarda. Il Teatro Sociale di Lecco tributa infineil 9 ottobre un omaggio a Giorgio Gaslini: il programma,affidato alla voce di Simona Severini e al pianoforte diAlfonso Alberti, prevede Canzone d’ottobre, Forse sei tued È senza fine da Songbook per voce e pianoforte,Nella foresta degli alberi sonanti e Piano sonatadécollage n. 3 per pianoforte solo.

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Commissione dell’AccademiaFilarmonica di Bologna nelcentenario della Grande Guerra

l 10 dicembre il Quartetto Prometeo interpreta in primaesecuzione assoluta alla Regia Accademia Filarmonicadi Bologna, ente committente del nuovo lavoro, Lo smalto sul nulla per quartetto d’archi.Con queste parole l’Autore racconta lanuova avventura compositiva: «A ottobredello scorso anno mi contattò il Prof.Loris Azzaroni, presidentedell’Accademia Filarmonica di Bologna,commissionandomi un quartetto in vistadi un concerto dedicato alla rievocazionedei 100 anni dall’inizio della Primaguerra mondiale. I miei incontri colprofessore sono sempre stati segnati dafluviali dissertazioni storico-politiche. Ci ritrovammo così a discorrere dimemoria storica, di oblio, dimenticanze, celebrazioni inpompa magna, progressismo, conservatorismo,naufragio della sinistra europea, historia magistrastultorum. Nei mesi successivi, progettando la strutturagenerale del pezzo, mi ritrovai in un loop in cui parolecome “storia”, “progresso”, “conservazione”, etc.,vorticavano alla deriva come in un viaggio psichedelico.Che la historia non sia magistra vitae, è acclarato dallaStoria stessa: rievocazioni, commemorazioni,disquisizioni sul futuro dell’Europa unita, preoccupazioni

per la pacificazione del Medioriente, hanno tutte il suonovacuo e acidulo del solito, trito “strepitio del pentolamestorico”. La fabula historica non fa altro che tessere tutto

un ordito di vuote rappresentazioni: come laNottola di Minerva che si leva al calar del sole,quando tutto è già accaduto, la Storia sorge suuna vasta distesa di macerie. Nasce dai “fatti”,quando gli “atti” sono già avvenuti. Si instauradopo l’evento. Ed è attraverso le tavole dellaStoria che l’uomo cerca, con la disperazioneprotocollare di un piccolo burocrate spaesato, didare un senso, un verso, all’immanenza caoticadegli eventi; di costringere in un “universo” daschedario d’ufficio, il “multiverso” della vita.“Avanguardia”, “conservazione”, “futuro dellamusica”, “ricerca in avanti”, “difendere la

tradizione”: tutto un lessico da kermesse di orologiai. Mi fa pensare ai deliri (lucidissimi) dell’ultimo Lacan:dietro al pulviscolo dei significanti (le chiacchiere, leteorie, i summit economici, le dichiarazioni estetiche) sicela null’altro che una mancanza, un vuoto, un manqueà être. Lo smalto sul nulla». Dal 9 al 15 ottobre saràpossibile ascoltare, nella rassegna musicale di ExpoMilano 2015, F for Fake nella versione per cinquepercussionisti, interpreti Ivan Mancinelli e l’Akok’Ensemble.

IIl pulviscolo dei significantiRiccardo Panfili

bandoned Places per flauto basso, clarinetto basso,violino, violoncello, pianoforte e elettronica è incartellone, in prima esecuzione assoluta, il 28novembre nella Sala Concerti del Conservatorio“Benedetto Marcello” di Venezia nell’ambito dellarassegna Ex Novo Musica e nell’interpretazione dell’ExNovo Ensemble. Con queste parole l’Autore presenta ilnuovo pezzo: «Si tratta della descrizione di una serie diluoghi disabitati. Diverse immagini scorrono davanti ainostri occhi: posti abbandonati in cui tutto sembraimmobile, movimenti minimi come di parassiti o gestievidenti che raccontano le storie che un tempo hannoabitato questi spazi. In questo brano il silenzio del

presente si unisce all’eco del passato». Il 9 gennaioVittorio Parisi alla testa del Dèdalo Ensemble riprenderàal Teatro Sancarlino di Brescia, per la rassegna Sulle Alidel Novecento Les toits de Paris per flauto, clarinetto,pianoforte, violino, viola e violoncello. Vittorio Montalti si è classificato fra i tre finalisti del concorso biennale2013/14 del Teatro dell’Opera di Roma per GiovaniCompositori e Librettisti col progetto Un romano a Marte, musica di Vittorio Montalti, libretto di GiulianoCompagno. Il 9 ottobre è in programma, presso il TeatroNazionale, l’esecuzione d’una selezione di scene/particompiute delle opere finaliste, preceduta da una brevepresentazione degli autori.

A

N

Silenzi, vuoti, echiVittorio Montalti Commissione Ex Novo Musica

in cartellone a Venezia, finalista al Concorso del Teatro dell’Operadi Roma

Un’inedita Sonata per violino e pianoforte arricchisce il ricco catalogo cameristico del compositore

Un’allegoria letterariaGiorgio Gaslini

Jorge Antunes

La prima esecuzione assolutadi Columbine lunaire per flautocontralto, clarinetto basso,violino, violoncello e pianoforteè in programma l’8 ottobre allaPalazzina Liberty di Milano perla stagione degli Amici diMusica/Realtà,nell’interpretazione dell’IcarusEnsemble diretto da MarcoPedrazzini.

Bruno Zanolini

La Suite a Rondò da “Unastoria lombarda” per flauto,clarinetto, violino, violoncello epianoforte sarà eseguita il 2ottobre dal SIMC Ensemblediretto da Marcello Paroliniall’Ateneu Hall dellaFilarmonica di Bacau(Romania).

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Eric MaestriReductio ad unuml 19 novembre Francesco D’Orazio proporrà all’Auditorium

del Musée d’Art Moderne et Contemporain de Strasbourg laprima esecuzione assoluta di Le cose per violino solo. Spiegal’Autore: «Le Cose è una sorta di prototipo perché presenta esviluppa un approccio al suono, alla composizione e alla formache mi sono propri. Il suono è pensato come una sorta diriduzione all’essenza, presente e singola che l’interprete hacome orizzonte: la nota, il tenuto, le frasi corte, doppie e triplecorde presentate individualmente, come oggetti staccati eindipendenti l’uno dall’altro. Il suono è “essenzializzato” eridotto, come in una specie di sospensione dei legami. Lacomposizione è pensata, principalmente, come conseguenzadel posizionamento degli oggetti; il ragionamento sulle cose sibasa sulla frammentazione delle cose iniziali, scomposte fino a

un’ipotetica essenza, che si trova come base per lo sviluppo.L’altro versante è la relazione tra i suoni che si presentanocome sono, o come penso che siano nella loro essenza e dacui viene la forma. Le cose sono accostate e agganciate inun’ipotesi di relazione. Lo scopo risiede nel trovare e lasciareaperte altre possibilità. Nello stesso tempo la forma del branosi basa sullo sviluppo dei ganci tra i suoni e sull’assunzione diuna scelta tra le prospettive. Lo sviluppo indica queste sceltenella parte centrale. La scelta è ripresa alla metà del branocon altre possibilità. Non si tratta allora di un brano concluso insé, ma potenzialmente in espansione costante. Le cose sonoallora indicate come elementi della musica e come possibilitàdi evoluzioni possibili». Il 30 ottobre Emanuele Torquatiriprenderà a Toronto Natura degli affetti per pianoforte solo.

I

Novità per violino solo a Strasburgo

i arricchisce di due titoli la serie dei Concerti per flautopubblicati in edizione critica. Sono infatti usciti il Concerto inRe maggiore per due flauti e orchestra e l’Introduzione, Largo,Tema con variazioni per flauto e orchestra, entrambi per lecure di Mariateresa Dellaborra. Mercadante scrisse il primolavoro, nel solco dei modelli tardosettecenteschi di Cimarosa eDevienne, entro il 1816, anno in cui il pezzo venne trascrittonel medesimo quaderno del Quarto Concerto per flauto(anch’esso già uscito in edizione critica). Nelle parole dellacuratrice, «i tratti più tipici dello stile mercadantiano, quali lachiarezza di struttura, la consueta felice e feconda venamelodica, sono qui riconoscibili e messi al servizio di duevirtuosi di pari abilità e livello. Oltre al quartetto d’archiconsueto, ai quali espressamente si devono aggiungere icontrabbassi, l’orchestra si arricchisce della presenza di dueoboi e due corni. Nel primo movimento, in cui non è specificatol’andamento, ma che si può supporre Allegro maestoso,l’introduzione strumentale si mostra di una certa ampiezza e idue solisti sono episodicamente chiamati ad amalgamarsi conla compagine orchestrale per rafforzarla. Nel Largo, di strutturatripartita, l’orchestra è ridotta ai soli archi che per lo piùsostengono il canto dei solisti e in rari casi sono coinvolti infigurazioni imitative. I due flauti, la cui funzione è ora di

completamento ora di imitazione fedele, dipanano un cantomolto fiorito inframmezzato da disegni a valori più larghi. Il terzo movimento è una Polacca in cui ai due flauti spetta unascrittura densa e impegnativa dal punto di vista sia tecnico chemeramente espressivo». L’altra composizione, più recente maanch’essa risalente al secondo decennio dell’Ottocento,ovvero alla produzione giovanile di Mercadante, anteponeun’Introduzione e un Largo a una forma, il Tema convariazioni, raro nel catalogo del compositore, che in questocaso elegge a tema l’aria “Bell’alme generose” che campeggianella scena conclusiva dell’Elisabetta regina d’Inghilterra(Napoli, 1815) di Gioachino Rossini, titolo molto amato dalcollega, che vi ricorrerà altre due volte. Dopo la breveIntroduzione di venti battute, nel tempo lento, come spiega la curatrice, «il solista ha la possibilità di intonare il suo cantocon la massima libertà di articolazione e di dinamica».S’individuano in particolare due momenti tematici pregnanti,corrispondenti ad altrettante zone armoniche. Agilità eabbellimenti diventano progressivamente più fitti e culminanoin una vera e propria cadenza d’una certa ampiezza, che creal’attesa per l’attacco del tempo successivo, il cui tema coincidecon le sedici battute dell’aria rossiniana e innesca la serie dellecinque variazioni, caratterizzate efficacemente per contrasto.

Saverio MercadanteFlauto solo e due flauti

In edizione critica un lavoroconcertante per due flauti e delle variazioni su un’aria seria di Rossini

S

Maurizio AzzanNel dopo che non ci riguardal Teatro della Terra di Expo Milano 2015 ospiterà il 1° e il 3

ottobre, per la manifestazione Nutrire la Musica, CarloBoccadoro alla testa dei Sentieri Selvaggi in After per quattroesecutori amplificati (violino, violoncello, pianoforte epercussione). In questi termini l’Autore dichiara l’idea chiavedel nuovo lavoro: «Le scorie generate dal nostro viverequotidiano si accumulano giornalmente su quelle lasciate dachi ci ha preceduto, mentre di pari passo procede unalentissima ma inarrestabile erosione delle risorse naturali. Ma cosa succederebbe se, a un certo punto, invertite le

proporzioni, fossero i resti a prevalere su tutto, sommergendol’esistente? Una natura smagrita, ridotta all’osso, incrostata dielementi artificiali e proliferanti si dispiega nel tempo e nellospazio. I contorni si disfano e si lacerano le superfici, quasicome nelle inquietanti plastiche di Burri. Il suono si fa oradensissimo, ora ridotto ai minimi termini, ricercando unequilibrio fra componenti che hanno ormai totalmente alteratole condizioni che ne permettevano la stabilità, procedendoverso un dopo che, forse, non ci riguarda più».

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Novità interpretata daiSentieri Selvaggi a Expo 2015

Antonio CanoEleganza malinconica

e ESZ escono col V volume delle Composizioni varie perchitarra di Antonio Cano – Fandango, Pot-pourri de AiresNacionales, Marcha triunfal, due Seguidillas manchegas –nella revisione di Adriano Sebastiani. La pubblicazione si basa su quattro edizioni a stampa antiche, di cui sono statiemendati gli errori materiali e migliorata la chiarezza delladisposizione polifonica delle voci, mantenendo fedelmenteindicazioni dinamiche, armonici, legature e portamenti. In queste composizioni Antonio Cano Curriela (1811-1897) sidimostra personalità di spicco nella produzione ottocentescaper la chitarra, benché in ombra rispetto alla popolarità di suoi

immediati predecessori come Fernando Sor e DionisioAguado, suo maestro. L’idiomaticità della scrittura per lachitarra vi è osservata scrupolosamente, con la perizia delvirtuoso, ma al contempo non meno interessante è la ricercaarmonica. La chitarra diventa così veicolo dell’espressione distati d’animo intimi, d’una suggestione malinconica, dielegante cantabilità, compensata dalla brillantezza e dallavarietà di effetti. Il volume si dimostra insomma un campionedi grande interesse ed efficacia, ben rappresentativo delcatalogo, ricco d’una cinquantina di numeri, del grandechitarrista della Murcia.

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Prosegue la pubblicazionedell’opera misconosciuta di ungrande chitarrista dell’Ottocento

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OTTOBRE

Maurizio AzzanAFTERper quattro esecutori amplificatiMilano, Nutrire la Musica, Expo, Teatro della Terra,Padiglione della Biodiversità, 1 ottobreSentieri Selvaggidir.: Carlo Boccadoro

Pasquale CorradoRITORNA ANCORAper quintetto di fiatiVenezia, La Biennale, 59° Festival Internazionaledi Musica Contemporanea, Sala delle Colonne diCa’ Giustinian, 2 ottobreSlowind Quintet

Aureliano CattaneoPAROLE DI SETTEMBREper soprano, controtenore, baritono eensemble su testi di Edoardo SanguinetiVenezia, La Biennale, 59° Festival Internazionaledi Musica Contemporanea, Teatro alle Tese,Arsenale, 2 ottobre(Prima esecuzione italiana)Donatienne Michel-Dansac, sopranoAndrew Watts, controtenoreOtto Katzameier, baritonoKlangforum WienArotin & Serghei, Infinite Screen installazione eproiezioni livedir.: Johannes Kalitzke

Nicola SaniCHEMICAL FREE (?) - Un viaggio nelmicrocosmo della materia Concerto multimedialeI. “C’è tanto spazio là in fondo” per contrabbasso e live electronicsII. “No Landscape”per pianoforte, motion capture e live electronicsIII. “More is different” per flauto iperbasso, supporto digitale a 8 canali,motion capture e live electronics(Prima esecuzione della versione integrale)Venezia, La Biennale, 59° Festival Internazionaledi Musica Contemporanea, Teatro PiccoloArsenale, 5 ottobreDavid Ryan, videoGiulio Peruzzi, coordinatore scientifico e testiDaniele Roccato, contrabbassoAldo Orvieto, pianoforteRoberto Fabbriciani, flauto iperbassoAlvise Vidolin, regia del suonoLuca Richelli, live electronics e motion capture

Luca AntignaniLITANIE BRIGANTIper ensemble di fiati e pianoforte(Prima esecuzione italiana)Venezia, La Biennale, 59° Festival Internazionaledi Musica Contemporanea, Sala d’Armi, Arsenale,7 ottobreLemanic Modern Ensembledir.: William Blank

Jorge AntunesCOLUMBINE LUNAIRE per flauto contralto, clarinetto basso, violino,violoncello e pianoforteMilano, Amici di Musica/Realtà, Palazzina Liberty,8 ottobreIcarus Ensembledir. M. Pedrazzini

Federico GardellaMEMORIE DI TEMPESTAper violoncello e pianoforteVenezia, La Biennale, 59° Festival Internazionaledi Musica Contemporanea, Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, 9 ottobreFrancesco Dillon, violoncelloEmanuele Torquati, pianoforte

Daniela TerranovaNATURA MORTA CON STRUMENTIMusica rituale per otto esecutoriMilano, Nutrire la Musica, Expo, Teatro dellaTerra, Padiglione della Biodiversità, 10 ottobreDivertimento Ensembledir.: Sandro Gorli

Giorgio Colombo TaccaniIL SECONDO AUTUNNOOMAGGIO A BRUNO SCHULZper ensemble(Commissione Fondazione Prometeo)Parma, Traiettorie, Ridotto del Teatro Regio, 15 ottobreEnsemble Prometeo e Ensemble Windkraftdir.: Marco Angius

Malika KishinoCHANTper coro e orchestra su testo di Rabindranath Tagore(Commissione Philharmonie Essen)Essen, Philharmonie, Festival Now!, 23 ottobreChorWerk RuhrBochumer Symphonikerdir.: Florian Helgath

Gabriele CosmiAGAIN!per ensembleMilano, Nutrire la Musica, Expo, Teatro dellaTerra, Padiglione della Biodiversità, 23 ottobreDivertimento Ensembledir.: Sandro Gorli

Stefano GervasoniCLAMOURTerzo Quartetto per archi(Prima esecuzione della versione definitiva)Milano, Festival di Milano Musica, Auditorium San Fedele, 23 ottobreQuatuor Diotima

Pasquale CorradoD’ESTASIper grande ensembleAmsterdam, Concertgebouw, 24 ottobreEnsemble Intercontemporaindir.: Matthias Pintscher

Jean-Luc HervéALGORITHMIC BEAUTYper violaParma, Traiettorie, Casa della Musica, 28 ottobreSolista dell’Ensemble Sillages:Gilles Deliège, viola

Luis de PabloPENSIERIRapsodia per flauto e orchestraDonostia-San Sebastián, Auditorio Kursaal, 30 ottobreRoberto Fabbriciani, flautoOrquesta Sinfónica de Euskadidir.: José Ramón Encinar

NOVEMBRE

Valerio SannicandroCORPS/RIENSper soprano e ensemble su un testo di BenoîtGréantKyoto, Kyoto Art Center, 3 novembreMaki Ota, sopranoEnsemble Kujoyamdir.: Valerio Sannicandro

Stefano GervasoniANSIOSO QUASI CON GIOIAper clarinetto bassoParma, Traiettorie, Casa della Musica, 7 novembreArmand Angster, clarinetto basso

Martino TraversaTROIS POÈMES DE STÉPHANE MALLARMÉper voce, clarinetto, violoncello e pianoforte(Prima esecuzione italiana)Parma, Traiettorie, Casa della Musica, 7 novembreAccroche Note

Valerio SannicandroMARE LOGOSper flauto basso e dodici voci(Commissione Fondazione Cisalpino di Arezzo)Arezzo, Chiesa della Badia, 8 novembreRobarto Fabbriciani, flauto bassoVox CordisMaestro del coro: Lorenzo Donati

Luca MoscaSETTE ROSE PIÙ TARDIper otto strumentiMilano, Ridotto dei Palchi “A. Toscanini” del Teatroalla Scala, 12 novembreEnsemble “Giorgio Bernasconi” dell’Accademiadella Scaladir.: Marco Angius

Gabriele CosmiGUADIXTre intermezzi per pianoforte (Prima esecuzione integrale)Milano, Amici di Musica/Realtà, Auditorium Di Vittorio, 12 novembreAlfonso Alberti, pianoforte

Prime esecuzioni asPrime esecuzioni assolutePrime esecuzioni assolute

news ESZ EDIZIONI SUVINI ZERBONI

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Prime esecuzioni asPrime esecuzioni assolutePrime esecuzioni assoluteGabriele CosmiTRIO N. 3per flauto, pianoforte e percussioniMilano, Amici di Musica/Realtà, Auditorium Di Vittorio, 12 novembreRoberto Fabbriciani, flautoAlfonso Alberti, pianoforteMaurizio Ben Omar, percussioni

Gabriele CosmiQUADRITTICOSuite per flauto, pianoforte e percussioni(Prima esecuzione integrale)Milano, Amici di Musica/Realtà, Auditorium Di Vittorio, 12 novembreRoberto Fabbriciani, flautoAlfonso Alberti, pianoforteMaurizio Ben Omar, percussioni

Aureliano CattaneoINSIEMEper flauto, clarinetto, violino, viola, violoncelloe pianoforte(Commissione di Milano Musica e Radio France)Milano, Festival di Milano Musica, Teatro ElfoPuccini, Sala Shakespeare, 13 novembreMdi Ensemble

Accursio Antonio CorteseFROM B 612Atto unico per tre voci, attore, orchestra eelettronicaLibretto di Francesco Aiello e Paolo Cutuli(Commissione Fondazione I.C.O. Tito Schipa)Lecce, Cantieri Teatrali Koreja, 13 novembreLjuba Bergamelli, sopranoNicholas Isherwood, baritonoPaolo Cutuli, cantante attoreOrchestra Sinfonica di Lecce Tito Schipadir.: Matthieu Mantanus

Eric MaestriLE COSEper violino soloStrasbourg, Auditorium del Musée d’Art Moderneet Contemporain, 19 novembreFrancesco D’Orazio, violino

Giovanni VerrandoKEEKEE BOUBA (I movimento)per voce e quattro musicistiTreviso, L’Arsenale, 21 novembre 2015Ensemble L’Arsenale

Federico GardellaNOVITÀper viola solaTokyo, Yodobashi Church, 21 novembreTomoko Akasaka, viola

Javier Torres MaldonadoNOVITÀper quartetto d’archiBrest, Petit Théâtre, Le Quartz, 24 novembreEnsemble Sillages

Stefano GervasoniLUCE IGNOTA DELLA SERAda Robert Schumann, “Zwölf vierhändigeKlavierstücke für kleine und große Kinder” op. 85 n. 12 per pianoforte e live electronics Venezia, Ex Novo Musica, Conservatorio B. Marcello, 28 novembreAldo Orvieto, pianoforteAlvise Vidolin, live electronics

Vittorio MontaltiABANDONED PLACESper flauto basso, clarinetto basso, violino,violoncello, pianoforte e elettronica(Commissione Ex Novo Musica)Venezia, Ex Novo Musica, Conservatorio B.Marcello, 28 novembreEx Novo Ensemble

Giorgio GasliniSONATA PER VIOLINO E PIANOFORTE, QUASI UNA FANTASIAMiano, Società dei Concerti, Grattacielo Pirelli,Auditorio Gaber, 30 novembreEmy Bernecoli, violinoMonica Cattarossi, pianoforte

DICEMBRE

Giorgio Colombo TaccaniCRAWLERper sei strumenti(Commissione Sentieri Selvaggi)Brescia, Teatro Grande, 9 dicembreSentieri Selvaggidir.: Carlo Boccadoro

Riccardo PanfiliLO SMALTO SUL NULLAper quartetto d’archi(Commissione R. Accademia Filarmonica di Bologna)Bologna, R. Accademia Filarmonica, 10 dicembreQuartetto Prometeo

Andrea MannucciDUE CANZONI DI NATALEper voce e orchestra su testi di Ida TraviDesenzano, Stagione Concertistica “Città diDesenzano”, Duomo, 19 dicembreNair, voceOrchestra Ned Ensembledir.: Federico Mantovani

GENNAIO

Maurilio CacciatoreTHREE STUDIES ABOUT THE WEIGHT OF DROPSper flauto, violino, violoncello, pianoforteParigi, Théâtre de l’Acquarium, 10 gennaioEnsemble Alephdir.: Michel Pozmanter

Giorgio Colombo TaccaniI FILI DI ERSILIAper ensemble di fiati(Commissione I Pomeriggi Musicali)Milano, Teatro Dal Verme, 14 gennaioEnsemble di Fiati dell’Orchestra I PomeriggiMusicali

Andrea MannucciSEI BREVI PEZZIper orchestra da cameraDesenzano, Stagione Concertistica “Città diDesenzano”, Concerto della Memoria, Chiesa di San Martino di Rivoltella, 24 gennaioOrchestra Ned Ensembledir.: Andrea Mannucci

Adriano GaglianelloSCHLAFLIEDper soprano e percussioni su testo di Rainer Maria RilkeTorino, In Scena!, Museo Ettore Fico, 24 gennaioAlena Dantcheva, sopranoRiccardo Balbinutti, percussioni

Stefano GervasoniGRAMIGNAper cimbalom e ensemble(Commissione Spectra Ensemble)Ghent, Muziekcentrum De Bijloke, 29 gennaioLuigi Gaggero, cimbalomSpectra Ensembledir.: Filip Rathé

Malika KishinoMONOCHROMER GARTEN VIIper recorder e percussioni(Commissione Bayerischer Rundfunk)Erlangen, Redoutensaal, 30 gennaioJeremias Schwarzer, recorder Isao Nakamura, percussioni

Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente

aggiornato, può essere consultatoall’indirizzo internet:

www.esz.it

s

news Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.itDirettore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike WebbAut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991

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