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ISSN 1825-5515 ´ , EUBIOS bene et commode vivens 54 Trimestrale N°54 - Anno XVI - Dicembre 2015 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano neo

EUBIOS - ANIT · 2019. 3. 6. · Nascosto per secoli fi no alla sua riscoperta nel 1953, il Tempio Yogini di Hirapur - anche chiamato il Tempio delle 64 Dee - si trova non lontano

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  • ISSN

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    15´,

    EUBIOSbene et commode vivens

    54Trimestrale N°54 - Anno XVI - Dicembre 2015 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

    neo

  • Foto di copertina: © Susanna Mammi, Dakshineswar Kali Temple, India 2015.

    Nascosto per secoli fi no alla sua riscoperta nel 1953, il Tempio Yogini di Hirapur - anche chiamato il Tempio delle 64 Dee - si trova non lontano dalla capitale dello stato dell’Orissa, Bhubaneshwar, nel nord est dell’India.Risalente al IX sec. a.c., si tratta del più piccolo tempio della tradizione Yogini per dimensioni (misura 9 m di diametro e c.a 2,5 m di altezza). Di pianta circolare e a cielo aperto, custodisce al suo interno - in altrettante nicchie dedicate - le statue delle 64 Dee femminili della tradizione Yogini, ciascuna rappresentata con il proprio simbolo caratterizzante, ognuna diversa dall’altra. Nella tradizione indù e buddhista l’espres-sione Yogini ha molteplici signifi cati e può fare riferimento a una donna che si dedica a perseguire la conoscenza spirituale e l’illuminazione attraverso la pratica dello Yoga, attraverso la quale può acquisire determinati poteri soprannaturali.La parola Yogini può anche riferirsi a personifi cazioni di aspetti della natura, che si manifestano dalla Dea Madre Divina (Devi) e che rappresentano tutta la gamma della divinità femminile, dal bello e delicato, al violento e terrifi cante. In sostanza si può dire che le Yogini incarnano tutta la gamma delle donne - umane e divine - che rappresentano tutte le potenti forze della natura, compresa la vita stessa.

    FondatoreSergio Mammi

    = letteralmente, buona vita.

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    Editoriale.

    Sistemi impiantistici e ponti termici:analisi delle normative e proposta di

    una metodologia di confronto.

    Primi chiarimenti del Ministero dello Sviluppo Economico in materia

    di effi cienza energetica in edilizia.

    Rumori di calpestio:diagnosi e riqualifi cazione.

    Considerazioni per un nuovo decretosui requisiti acustici passivi.

    Riduzione della rumorosità di un impiantoVMC con interventi di manutenzione ordinaria.

    Il futuro conto termico nella strategiaper la riqualifi cazione energetica del parco

    immobiliare nazionale.

    La norma UNI 10351: 2015.

    L’analisi dei ponti termici.

    Una strada in salita per salvare il clima.La conferenza Cop21 di Parigi.

    Recensioni

    Corsi

    Shop

    Campagna abbonamenti ANIT

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    i si può. Stampato su carta prodotta con cellulose senza cloro-gas nel rispetto delle normative ecologiche vigenti.

    Neo-Eubiosabbonamento annuale 4 numeri: 24 €

    Per abbonarsi con bonifi co bancario, effettuare versamento a:TEP srlConto corrente presso Banca Popolare Commercio & IndustriaIBAN IT 20 B050 4801 6930 0000 0081 886Indicare come causale: abbonamento 4 numeri neo-Eubios.

    Info e abbonamenti:[email protected]

    Neo-Eubios è su Facebook. Diventa fan!

    � Il numero 53 è on-linesu www.anit.it

    EDITORIALE

    colonna sonora

    Thom Yorke, Atoms for peace • Roy Orbison, You’ll never walk aloneKendrick Lamar, Alright • Panda Bear, Sequential circuits

    Father John Misty, Bored in the U.S.A. • Blur, Lonesome streetJoanna Newsom, Leaving the city • Holly Herndon, Home

    Tame Impala, Let it happen • Alabama Shakes, Gimme all your love

    LA MATURAZIONE DELLAPROPOSTA ASSOCIATIVA

    Finalmente il progetto energetico dell’edificioCome cambia l’approccio all’e-dificio con il DM 26/06/15.Il recepimento della direttiva pone al centro delle attività legate all’efficienza energetica in edilizia, il progetto di go-verno energetico dell’edificio. Se prima del 1 ottobre 2015 i modellizzatori energetici de-gli edifici dovevano prevalen-temente essere competenti sul tema dell’energia per il servizio di riscaldamento dell’edificio e a macchia di leopardo sul terri-torio nazionale anche sul tema della produzione di acqua cal-da sanitaria, ora l’argomento di competenza è l’energia consu-mata dall’edificio per i servizi di riscaldamento, acqua calda sanitaria, ventilazione, raf-frescamento e illuminazione.

    L’argomento “energia” nell’ edificio è un argomento vasto che richiede approfondimen-to, competenze, esperienza e studio. Il progetto energetico dell’edificio ha come risultati la redazione del documento ex-Legge 10 che racchiude i principali risultati di calcolo delle valutazioni realizzate e indica alla direzione lavori ma-teriali, componenti e principa-li nodi dell’edificio. La modifica all’approccio glo-bale oltre che alla progettazio-ne dell’energia nell’edificio si ripercuote anche sui contenuti degli APE e quindi sulla pre-parazione tecnica dei soggetti certificatori.Le competenze del progettista energetico si sviluppano su una solida competenza edile relati-va alle tipologie costruttive in essere sul territorio nazionale e alla loro caratterizzazione igro-termica.

    Considerazioni sul tempo. Riteniamo che per il profes-sionista il tempo sia un valore rilevante per il successo della propria attività e per la qualità del prodotto intellettuale e poi fisico che si produce. Il settore edile ha il pregio di essere un settore vivo, dove a seguito di un progetto o di un’i-dea, la forma diventa contenu-to e sostanza. In edilizia le scelte intelligenti che riescono a coniugare tec-nologia, tecnica, materiale ed estetica sono frutto di un’ap-profondita sintesi di compe-tenza, esperienza e confronto. Sulla base di questa valutazio-ne generale l’impegno dell’as-sociazione nei confronti degli associati è di metterli nelle con-dizioni di avere più tempo a di-sposizione. Come? Gli argomenti relativi all’effi-cienza energetica e all’acustica in edilizia vengono presidiati

    neo-Eubios 54 2 dicembre 2015 neo-Eubios 54 3 dicembre 2015

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    EUBIOSbene et commode vivens

    53Trimestrale N°53 - Anno XVI - Settembre 2015 - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

    neo

    Ing. Clara Peretti, Segretario Generale Consorzio Q-RADe Libera professionista.

    Ing. Giovanni Ferrarini, DII Università degli Studi di Padovae ITC-CNR Padova.

    Eugenio Fontana, Socio ANITIngegnere Libero Professionista - Aqust srl.

    Alberto Oreglia, Tecnica 7 - VMC Group.Matteo Borghi - Responsabile Acustica ANIT.

    Ing. Alessandro Panzeri - Ricerca e Sviluppo ANIT. Ing. Stefano Benedetti, staff ANIT.

    Arch. Susanna Mammi, Ufficio Stampa ANIT.Arch. Daniela Petrone - Vice Presidente ANIT.

    Hanno collaborato:

    “Il riscaldamento climatico”, disegno di Sergio Mammi.

  • neo-Eubios 54 4 dicembre 2015 neo-Eubios 54 5 dicembre 2015

    Il presente articolo approfondi-sce e analizza l’attuale panorama normativo e i relativi approcci di calcolo per tenere in considera-zione il fenomeno dei ponti ter-mici legato ai sistemi impiantistici (di emissione e di distribuzione). Il lavoro propone inoltre una meto-dologia di confronto numerico su differenti terminali di emissione.

    IntroduzioneIl concetto di ponte termico è legato alle dispersioni di calore dell’involucro edilizio. Le tipo-logie più frequenti sono i ponti termici strutturali e quelli geome-trici. Nel primo caso la presenza di elementi eterogenei di diversa conduttività termica incrementa il fl usso termico, nel secondo la presenza di spigoli provoca un addensamento delle isoterme con un aumento del fl usso termico.Le conseguenze dell’eterogeneità del fl usso sono di tipologia diver-sa, tra queste:- Aumento del fl usso energetico - Riduzione della temperatura superficiale delle parti interne dell’involucro e formazione di condensa superficiale

    - Riduzione della temperatura interna di pareti, solai, coperture confi nanti con l’esterno e forma-zione di condensa interstiziale - Variazione della temperatura superfi ciale esterna.

    Esempi di ponti termici struttu-rali e geometrici sono riportati in Figura 1:

    Oltre alle due tipologie descritte negli edifi ci si possono verifi care dispersioni di calore nell’involu-cro edilizio causate dalla presenza di sistemi impiantistici, quali ad esempio radiatori installati sul-le pareti perimetrali, tubazioni e canalizzazioni. La presenza di tali contributi aumenta la dispersione di calore verso l’esterno e, paral-

    SISTEMI IMPIANTISTICI E PONTI TERMICI: ANALISI DELLE NORMATIVE E PROPOSTA DI

    UNA METODOLOGIA DI CONFRONTO

    di

    * Ing. Clara Peretti, Ing. Giovanni Ferrarini

    da ANIT con le sintesi delle novità sul piano legislativo e sul piano normativo. Il lavoro di sintesi, semplifi-cazione e chiarificazione che ANIT svolge non può sostituire il tempo da dedicare allo stu-dio che il professionista deve riservarsi in quanto operatore intellettuale, ma può un essere un veicolo di indirizzamento dei contenuti da approfondire. Secondo questa ottica vengono prodotti periodicamente gli ag-giornamenti legislativi veicolati attraverso la mailing list e riser-vate ai soci le guide e gli articoli di approfondimento.

    La rivista dell’Associazione, Neo Eubios, affronta i temi dell’isolamento termico e acu-stico con un taglio maggior-mente dettagliato, se le guide spiegano i contenuti di leggi e norme a volo d’uccello, gli arti-coli di Neo Eubios hanno un ta-glio più legato alla pratica, alla ricerca in campo e all’esperien-za. Domande, dubbi, perplessi-tà e necessità di confronto sono un aspetto rilevante del’’attivi-tà professionale poiché la realtà è complessa e non facilmente categorizzabile e modellizzabi-le. Buonsenso, conoscenza dei modelli di calcolo e dei limiti di essi e padronanza dello spirito delle norme, portano il servizio di chiarimenti predisposto via mail e o telefonico ad un eleva-to apprezzamento. ANIT si pone come centro di confronto attivo con i propri associati che comprendono professionisti marginalmente coinvolti nella parte di efficien-za energetica ed acustica degli edifici o che sono veri e propri opinion leader.

    Breve storia dei servizi associativiNell’autunno 2014 l’associazio-ne ha deciso di porsi nei con-fronti degli associati come ente di riferimento per avere “le ri-sposte per l’isolamento termico e acustico in edilizia”. Per avere le risposte l’associato deve poter porre domande, da qui l’attiva-zione del servizio di chiarimen-ti, e deve poter avere risposte rapide su contenuti frequenti e consolidati (guide Anit). Tra le risposte alle problematiche di efficienza energetica e acustica in edilizia che abbiamo predi-sposto nel 2015 vi sono la pos-sibilità di produrre i principali documenti di progettazione le-gati ai nostri temi:- La relazione DPCM 5.12.97 per i requisiti acustici passivi- L’isolamento termico delle strutture opache dal punto di

    vista invernale, estivo e igrotermico e bidimensionale- La relazione Legge 10- L’attestato di prestazione energeticaGli applicativi che abbiamo sviluppato nel corso del 2015 sono tali da aver reso la propo-sta associativa completa per la parte di risposte professionali. Proseguiremo nel migliorare gli attuali software rendendoli più completi, più coerenti e il più possibili trasparenti. Ritenia-mo che il professionista debba essere messo nelle condizioni di capire quali passaggi sono “sot-to” il motore del calcolo il più possibili riconducibili alla de-scrizione dei modelli contenuti nelle norme di calcolo.Buon 2016 a tutti gli associati.

    Alessandro Panzeri,ricerca e sviluppo ANIT.

    “ In edilizia le scelte intelligenti che riescono a coniugare tecnologia, tecnica, materiale ed estetica sono frutto di un’approfondita sintesi di competenza, esperienza e confronto.

    Figura 1. Esempi di ponti termici in sezioni di muratura perimetrale. 1a ponte termico strutturale (muratura interrotta da pilastro in calcestruzzo) 1b ponte termico geometrico (angolo). Le analisi agli elementi fi niti mediante

    software mostrano le distribuzioni di temperatura

    1a

    1b

  • neo-Eubios 54 6 dicembre 2015 neo-Eubios 54 7 dicembre 2015

    Queste sono descritte di seguito:• Sistemi di emissione: radiatori su parete esterna. In questa con-fi gurazione il rendimento base di emissione viene ridotto di 0.04. Ad esempio si passa da 0.98 a 0.94 per carico termico medio annuo inferiore a 4 W/m3.• Sistemi di emissione: sistemi ra-dianti. Per sistemi radianti a pavi-mento, a parete o a soffi tto, anne-gati nelle strutture disperdenti è prevista una correzione dei rendi-menti di emissione attraverso una la seguente formula:

    dove:Uint è la trasmittanza termica del-la parte di struttura dal lato inter-no rispetto all’asse dei tubi;Uest è la trasmittanza termica del-la parte di struttura dal lato ester-no rispetto all’asse dei tubi.• Sistemi di distribuzione: interruzio-ni dell’isolamento della tubazione:- per staffaggi di linea non isolati (con interruzione dell’isolamento, scoperti), maggiorare del 10% la lunghezza totale della tubazione;- per singolarità in centrale termi-

    ca: lunghezza equivalente di tuba-zione non isolata dello stesso dia-metro del componente scoperto. Un ulteriore aspetto che concorre nella valutazione dell’entità del ponte termico collegato ai siste-mi impiantistici è la temperatura del fl uido termovettore. Lo stan-dard UNI/TS 11300-2 prevede una riduzione del rendimento in funzione della temperatura nei seguenti casi:• Riduzione del rendimento di emissione per radiatori installati su parete esterna quando la tempera-tura dell’acqua è superiore a 55°C• Variazione del rendimento di di-struzione per t• Temperature di mandata e ri-torno di progetto di differenti da 80/60 °C per radiatori, ventil-convettori e sistemi radianti.Si può notare che per le tipologie di sistemi di emissione (radiatori e sistemi radianti) sopra descritti le metodologie di calcolo si differen-ziano e provocano quindi riduzio-ni diverse. A titolo di esempio si riportano di seguito in Tabella 2 alcuni dati di confronto derivanti dall’applicazione dello standard UNI/TS 11300-2.

    smittanza termica lineica espressa in W/(m·K).La norma riporta che i valori di tra-smittanza termica lineare devono essere determinati:• nella valutazione di progetto:- attraverso il calcolo secondo la UNI EN ISO 10211- attraverso l’uso di atlanti di pon-ti termici conformi alla UNI EN ISO 14683• per gli edifi ci esistenti:- in aggiunta ai metodi di cui so-pra, con metodi di calcolo manuale conformi alla UNI EN ISO 14683.La norma specifi ca inoltre che è sempre da escludersi l’utilizzo del valori di progetto della trasmittan-za termica lineare dell’Allegato A della UNI EN ISO 14683.Per quanto riguarda i sistemi im-piantistici lo standard di riferimen-to italiano è la UNI/TS 11300-2, che fornisce le metodologie per la determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edifi cio per la climatizzazione estiva ed invernale.Nello standard sono riportati i metodi per la valutazione delle perdite collegate a sistemi im-piantistici che possono incremen-tare le dispersioni verso l’esterno.

    lelamente, diminuisce le presta-zioni dei sistemi impiantistici. Un esempio di tali dispersioni è rap-presentato in Figura 2.

    L’attuale panoramanormativoLe metodologie di calcolo dei ponti termici strutturali e geo-metrici sono defi nite da standard internazionali recepiti a livello europeo ed italiano: i principa-li sono la norma UNI EN ISO 14683 e la norma UNI EN ISO 10211. Le principali grandezze coinvolte nei calcolo dei ponti ter-mici sono riportate in Tabella 1:

    WG13 dal titolo “Determination of parameters for the effi ciency of heating and cooling emission pro-ducts in relation to prEN 15316-2”. Tali standard e attività dei gruppo di lavoro non sono descritti nel pre-sente articolo perché ancora non defi nitivi: saranno oggetto di ap-profondimenti futuri.A livello italiano, le metodologie di calcolo per la determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edifi cio per la climatizzazione invernale sono riportate nella nor-ma UNI/TS 11300-1. La norma suggerisce quale metodologia adot-tare per la valutazione della tra-

    Per quanto riguarda i sistemi im-piantistici gli standard di riferi-mento sui rendimenti sono:• UNI EN 15316-2-1• UNI/TS 11300-2.Lo standard europeo UNI EN 15316-2-1 è attualmente in revisio-ne. La principale novità riguarda la modifi ca della metodologia di calcolo: non vengono più riporta-ti i rendimenti (metodo tedesco), bensì le differenze di temperatura Δ� (metodo francese). A gennaio di quest’anno è stato inoltre creato un nuovo gruppo di lavoro all’inter-no della commissione tecnica TC 130. Si tratta del gruppo di lavoro

    Figura 2. Esempio di ponti termici generati da radiatori in nicchia: immagini termografi che.Si nota l’incremento di temperatura superfi ciale esterna in corrispondenza ai radiatori posizionati sotto le fi nestre.

    Tabella 1. Ponti termici: grandezze, simboli e unità di misura Tabella 2. Confronto rendimenti di emissione per sistema radiante a parete e radiatore su parete esterna.

  • neo-Eubios 54 8 dicembre 2015

    Dal confronto emerge che il rendi-mento di emissione di sistema ra-dianti a bassa differenza di tempe-ratura risulta inferiore, nonostante la presenza di isolante (conforme ad UNI EN 1264), ovvero con stra-to isolante dietro alle tubazioni con resistenza termica superiore a 1.5 m2 K/W. Si evidenzia inoltre che la temperatura del fl uido termovettore nel caso di sistemi radianti non viene mai considerata. Il minimo rendi-mento di emissione che si ottiene per radiatori ad alta temperatura su pa-rete non isolata è 0.92, valore sem-pre superiore ai rendimenti di emis-sione dei sistemi radianti installati su parete a contatto con l’esterno. Alla luce di tali considerazioni emer-ge la necessità di un approfondimen-to della fenomenologia dei diversi sistemi. Una proposta di procedura di analisi viene descritta di seguito.

    Analisi e confronto di sistemi di emissione idronici: proposta di una metodologia di studioL’analisi intende sfruttare la model-lazione numerica (con l’utilizzo del software Comsol Multiphysics) per confrontare due sistemi di emissio-ne: radiatore e pavimento radiante. Entrambi i terminali sono posizio-

    presenti in letteratura. Lo scambio termico globale tra le superfi ci ester-ne della stanza e gli ambienti adia-centi o esterni è valutato anch’esso con una relazione lineare, utilizzan-do i coeffi cienti liminari secondo normativa o letteratura. Lo scam-bio termico radiante all’interno della cella è calcolato dal software tenendo in considerazione l’emissi-vità delle superfi ci e la loro recipro-ca orientazione. Queste assunzioni permettono di eseguire rapidamen-te i processi di calcolo, con un’ac-curata modellazione dello scambio radiante, a fronte di una limitazione nella valutazione dello scambio con-vettivo. Le caratteristiche principali della stanza e della simulazione sono descritte nella tabella seguente.

    nati all’interno di una stanza che ha due pareti disperdenti verso l’am-biente esterno, rappresentando la condizione tipica di un angolo in un edifi cio multipiano. Il confronto viene effettuato in regi-me di riscaldamento, con tempera-tura dell’aria interna pari a 20°C e temperatura dell’ambiente esterno pari a 0°C. Entrambi i sistemi emet-tono in ambiente la stessa potenza termica. Il modello prevede alcune assunzioni, derivate da un’imposta-zione analitica, che permettono di ridurre il carico computazionale. La principale è la valutazione di un singolo nodo aria interno, per cui gli scambi convettivi interni vengono calcolati tramite una relazione linea-re che utilizza i coeffi cienti convettivi

    neo-Eubios 54 9 dicembre 2015

    I risultati del confronto sulla pare-te disperdente dietro il radiatore mostrano un incremento del fl usso termico del 6.5% nel Caso 1 (ra-diatore) rispetto al Caso 2 (pavi-mento radiante). I principali dati ottenuti dalle si-mulazioni sono riportati nella ta-bella e nella fi gura seguente.

    Conclusioni e prospettiveNell’attuale contesto normativo il livello di prestazione energetica richiesta agli edifi ci è sempre cre-scente: l’importanza dei ponti ter-mici assume quindi un’importan-za primaria. Alla luce delle recenti evoluzioni normative risulta fon-damentale approfondire il feno-meno dei ponti termici collegato ai sistemi impiantistici. L’analisi della normativa tecnica vigente presen-ta infatti diversi approcci a secon-da del metodo di riferimento che viene utilizzato. In questo articolo viene proposta una metodologia di analisi numerica per il confron-to tra diversi sistemi di emissione. Il metodo si dimostra in grado di quantifi care le anomalie termiche legate alla presenza e al posiziona-mento dei sistemi. Il lavoro futuro estenderà questa procedura ad al-tri casi studio, che verranno anche supportati da indagini strumentali sul campo.

    Bibliografi aComsol Multphysics Version 4.4, 2013.

    EN ISO 6946:2007, Building components and building ele-ments - Thermal resistance and thermal transmittance - Calcula-tion method

    Khalifa, A.-J.N. Natural convec-tive heat transfer coeffi cient - a review II. Surfaces in two- and th-

    ree-dimensional enclosures, Ener-gy Conversion and Management, 42 (4), 2001.

    UNI EN 1264:2009. Sistemi ra-dianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture

    UNI EN 15316-2-1:2008. Impianti di riscaldamento degli edifi ci - Me-todo per il calcolo dei requisiti ener-getici e dei rendimenti dell’impian-to - Parte 2-1: Sistemi di emissione del calore negli ambienti

    UNI EN ISO 10211:2008. Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superfi ciali - Calcoli dettagliati

    UNI EN ISO 14683:2008. Ponti termici in edilizia - Coeffi ciente di trasmissione termica lineica - Meto-

    di semplifi cati e valori di riferimento

    UNI/TS 11300-1:2014. Pre-stazioni energetiche degli edifi -ci - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edifi cio per la climatizzazione estiva ed invernale

    UNI/TS 11300-2: 2014. Presta-zioni energetiche degli edifi ci - Parte 2: Determinazione del fab-bisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ven-tilazione e per l’illuminazione in edifi ci non residenziali

    * Ing. Clara Peretti, Segretario Generale Consorzio Q-RAD e Libera professionistaIng. Giovanni Ferrarini, DII Università

    degli Studi di Padova e ITC-CNR Padova

    Figura 3. Posizionamento dei terminali, evidenziati in colore violetto, all’interno della stanza. Nel Caso 1 la stanza è dotata di un radiatore (immagine a sinistra)

    mentre nel Caso 2 è dotata di un pavimento radiante (immagine a destra)

    Tabella 3. Caratteristiche e parametri per la simulazione

    Figura 4. Distribuzione di temperatura superfi ciale sulla parete esterna nel Caso 1 (radiatore). L’impronta termica del radiatore è chiaramente visibile sulla superfi cie.

  • neo-Eubios 54 10 dicembre 2015 neo-Eubios 54 11 dicembre 2015

    pianti che utilizzino l’energia elettrica tramite effetto Joule.

    5. Allegato 1 punto 2.2 La sostituzione di una caldaia tra-dizionale a gas con una caldaia a condensazione a gas deve essere in-tesa come cambio di tipologia di ge-neratore? Non costituisce cambio di tipo-logia poiché utilizza lo stesso vettore energetico e la stessa tecnologia di combustione.

    6. Appendice A punto 2.1 e 2.2 Le verifiche di H’T e Asol/Asup,utile sono richieste per unità immobiliare o per intero fabbricato? La verifica dell’H’T e Asol/Asup,utile si effettua per unità immobiliare. DM 26 GIUGNO 2015LINEE GUIDA PER LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA7. DM articolo 10 Non esistono norme transitorie, per cui, mentre è chiaro che per compravendite e locazioni i nuo-vi APE seguiranno le nuove linee guida, cosa succede per le pratiche edilizie in corso, cioè le pratiche che hanno la richiesta di permesso a costruire prima dell’entrata in vigore del decreto requisiti e/o del-le linee guida nazionali (e anche il i requisiti minimi)? Posso prospettarsi più casi: - Visto che nella normativa si fa riferimento alla data di richie-sta del permesso a costruire, i requisiti minimi restano quel-li della normativa precedente e nella redazione dell’APE/AQE finale si fa riferimento alle vecchie linee guida, ameno che non intervengano variazio-ni tali da richiedere un nuovo permesso a costruire - Oppure

    siderare i servizi di illuminazione e trasporto? Ai fini della compilazione dell’APE e nell’ambito del DM Interministeriale 26 giugno 2015, tra gli edifici di categoria E.1, si considerano “non resi-denziali” le seguenti sotto-cate-gorie: E.1.(1) bis: collegi, con-venti, case di pena, caserme; E.1.(3): edifici adibiti ad alber-go, pensione ed attività similari. Si considerano “residenziali” solamente le seguenti sottoca-tegorie: E.1 (1) abitazioni adi-bite a residenza con carattere continuativo, quali abitazioni civili e rurali; E.1 (2) abitazioni adibite a residenza con occupa-zione saltuaria, quali case per vacanze, fine settimana e simili. I servizi di illuminazione e tra-sporto vanno considerati per tutti gli edifici non residenziali. Per quanto riguarda i servizi energetici da considerare a se-conda della destinazione d’uso, si consideri che gli alberghi, le pensioni e attività similari ri-entrano nel “settore terziario”, per cui i servizi energetici di il-luminazione e trasporto vanno considerati ai fini della presta-zione energetica dell’edificio (cfr. definizione di “prestazio-ne energetica di un edificio” contenuta nella Legge 90/13). 5 Inoltre il testo del decreto 26 giugno 2015, al capitolo 2, specifica che l’obbligo di deter-minazione dell’indice di presta-zione per l’illuminazione degli ambienti è esteso anche per collegi, conventi, case di pena e caserme (appartenenti alla ca-tegoria E.1.(1)). Quindi, anche se non esplici-tamente detto, per analogia, si faccia lo stesso anche per il ser-vizio di trasporto.

    i requisiti minimi restano quel-li della normativa precedente, mentre la redazione dell’APE/AQE va fatta secondo le nuo-ve linee guida (ma in questo caso verranno analizzati solo riscaldamento e acs o comun-que tutti i servizi?...) - Oppure sia requisiti minimi che linee guida non seguono “la regola” della data della richiesta del permesso a costruire e quindi si applicano i nuovi decreti anche alle pratiche edilizie in corso.. C’è la possibilità di scegliere tra APE vecchio e metodo nuovo?I requisiti minimi da rispettare dipendono dalla data di richie-sta del titolo abilitativo. La procedura e la normativa da seguire è quella in vigore a tale data. La redazione dell’AQE a cura del direttore dei lavori avverrà secondo le procedure e le me-todologie di calcolo vigenti alla data della richiesta del permes-so a costruire. L’attestato di prestazione ener-getica deve essere redatto se-guendo la legislazione e la nor-mativa in vigore al momento della produzione dell’attestato. Dal 1 ottobre 2015 varrà quin-di solo la nuova procedura (DM interministeriale 26 giugno 2015) di redazione dell’APE. Nel campo “informazioni ag-giuntive” del nuovo APE può essere 4 riportata la vecchia classe energetica e la vecchia prestazione energetica.

    8.Appendice B, prima pagina, campo destinazione d’uso Quali, tra gli edifici della catego-ria E.1, sono le destinazioni d’uso “residenziali”? Per quali categorie è necessario con-

    Il documento pubblicato il 21 ottobre 2015 dal Ministero dello sviluppo economico il si propone di fornire chiarimen-ti per l’applicazione delle di-sposizioni previste dal decreto ministeriale 26 giugno 2015 recante modalità di applicazio-ne della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche e dell’utilizzo delle fonti rin-novabili negli edifici nonché dell’applicazione di prescrizio-ni e requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici, attuativo dell’articolo 4, comma 1, del decreto legislati-vo 19 agosto 2005, n. 192, come modificato dalla Legge 3 agosto 2013, n. 90 e dal decreto mini-steriale 26 giugno 2015 recante adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo econo-mico, 26 giugno 2009 – Linee guida nazionali per la certifica-zione energetica degli edifici. Nel documento è evidenziato, per ogni disposizione ogget-to di analisi, il dubbio riscon-trato con maggior frequenza e fornito il relativo chiarimento. Il documento è stato predispo-

    sto con il supporto tecnico di ENEA e CTI e i contenuti sono stati oggetto di confronto con le principali associazioni di cate-goria del settore.

    DM 26 GIUGNO 2015REQUISITI MINIMI1. Allegato 1 punto 1.1 e 3.3 Per gli edifici di cui al paragrafo 3.1, di tutte le categorie così come definite al paragrafo 1.2 del Ca-pitolo 1, in sede progettuale si pro-cede alla verifica dell’EPgl,tot o dell’EPgl,nren? Si procede alla verifica che l’indice EPgl,tot sia inferiore all’indice EPgl,tot,limite calco-lato per il corrispondente anno di vigenza. Oltre a ciò, si proce-de alla verifica di tutti gli altri requisiti previsti al punto 3.3. Non è prevista la verifica dell’ EPgl,nren.

    2. Allegato 1 punto 3.4 L’obbligo di integ razione delle fonti rinnovabili in un edificio ad energia quasi zero è costituito esclusivamente dalla copertura del 50% della somma dei consumi previsti per ACS, riscaldamento e

    raf frescamento (paragrafo 1, let-tera c) dell’Allegato 3 del DLgs 28/2011)? Il riferimento al paragrafo 1, lettera c) dell’Allegato 3 è da intendersi esplicativo della quota da fonti rinnovabili da garantire (50% della somma di ACS, riscaldamento e raffre-scamento) a prescindere dalla decorrenza; l’obbligo di inte-grazione si riferisce comunque a tutte le prescrizioni contenute nell’Allegato 3 (50% di ACS e potenza elettrica installata)

    3. Allegato 1 punto 3.4Ai fini dell’identificazione di un edi-ficio ad energia quasi zero, rimane valido quanto previsto ai punti 5, 6, 7 e 8 dell’Allegato 3 del D.Lgs 3 marzo 2011, n. 28? Sì

    4. Come vanno interpretati gli obbli-ghi di cui al comma 2 dell’Allegato 3 del D.Lgs 28/11 nel caso di utilizzo di una pompa di calore elettrica e del fotovoltaico? Il comma 2 dell’Allegato 3 del D.Lgs 28/11 si riferisce esclu-sivamente ai dispositivi o im-

    PRIMI CHIARIMENTI DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO IN MATERIA DI EFFICIENZA ENERGETICA IN EDILIZIA a cura di ANIT

  • 9. E’ ammessa la possibilità di pro-durre un APE nel quale sia indicata contemporaneamente Residenziale e Non residenziale? No, poiché secondo quanto indicato all’Art. 1, nel caso in cui coesistano porzioni di im-mobile adibite ad usi diversi, laddove non sia possibile tratta-re separatamente diverse zone termiche, l’edificio è valutato e classificato in base alla de-stinazione d’uso prevalente in termini di volume riscaldato. Da tenere presente che, con-siderando la metodologia di calcolo, è praticamente sempre possibile poter suddividere in zone termiche; tuttavia, nei rari casi in cui questo non sia possi-bile, si suggerisce di classificare secondo la destinazione d’uso prevalente.

    10. Appendice B, prima pagina, campo oggetto dell’attestato Cosa si intende per intero edificio, unità immobiliare e gruppo di unità immobiliari? Quando si può certificare un intero edificio, una unità immobiliare e un gruppo di unità immobiliari? Per intero edificio si intende un edificio con una sola unità immobiliare (per esempio una villetta monofamiliare, una pa-lazzina uffici, un hotel,). Per unità immobiliare si inten-de una sola unità in un edificio pluri-unità. Per il gruppo di unità immo-biliari si deve far riferimento a quanto previsto dall’art.6 del D.Lgs.192/2005: 4. L’attesta-zione della prestazione ener-getica può riferirsi a una o più unità immobiliari facenti parte di un medesimo edificio. L’attestazione di prestazione

    calda sanitaria) essi saranno comunque indicati tra i servizi perché è necessario simularli. Per tenere traccia del fatto che i consumi indicati sono stati calcolati “simulando” la pre-senza di un impianto fittizio/convenzionale, si indichi, nella tabella degli impianti a pagina 3 dell’attestato, “impianto si-mulato in quanto assente”. In questo caso non si compilano i campi delle potenze ecc. ma solo le efficienze medie e i fab-bisogni EP “simulati”.

    12. Servizi energetici pre-senti: edifi ci non dotati di impianto di climatizzazione invernale.Nel caso di unità dotate di impianto di climatizzazione estiva, ma nelle quali non è presente l’impianto di riscaldamento, è necessario simulare l’impianto di climatizzazione inver-nale come sempre presente? Sì, visto che nel testo delle Li-nee guida è scritto: Il calcolo della prestazione energetica si basa sui servizi effettivamente presenti nell’edificio in ogget-to, fatti salvi gli impianti di climatizzazione invernale e, nel solo settore residenziale, di produzione di acqua calda sa-nitaria che si considerano sem-pre presenti.

    13. Appendice B, prima pagina, prestazione energetica globale Quale è la superficie utile da mettere al denominatore nel calcolo degli in-dici di prestazione energetica?Secondo la defi nizione n.50 dell’al-legato A del D.Lgs.192/2005: La superficie utile è la superficie netta calpestabile dei volumi interessati dalla climatizzazio-

    energetica riferita a più unità immobiliari può essere prodot-ta solo qualora esse abbiamo la medesima destinazione d’uso, la medesima situazione al con-torno, il medesimo orientamen-to e la medesima geometria e siano servite, qualora presente, dal medesimo impianto termi-co destinato alla climatizza-zione invernale e, qualora pre-sente, dal medesimo sistema di climatizzazione estiva. L’attestato di prestazione ener-getica, di norma, si riferisce ad una sola unità immobiliare. La certificazione per “intero edificio” è possibile quando si tratta di un edificio composto da una sola unità immobiliare (per esempio una villetta mono-familiare, una palazzina uffici, un hotel). La redazione di un solo atte-stato di prestazione energeti-ca per un 6 “gruppo di unità immobiliari” è raro e deve far riferimento a quanto previsto dall’art.6 del D.Lgs.192/2005. In questo caso l’attestato fa riferimento ad una unità rap-presentativa e i valori riportati nell’ape sono ad essa riferiti.

    11. Appendice B, prima pagina, servizi energetici presenti E’ necessario indicare i servizi ener-getici effettivamente presenti nell’e-dificio oppure i servizi energetici valutati nel calcolo della prestazione energetica? E’ necessario indicare i servizi energetici valutati o, eventual-mente, “simulati” nel calcolo della prestazione energetica. Per esempio nel caso in cui un edificio residenziale non sia ri-scaldato e non abbia l’impianto di produzione dell’ACS (acqua

    ne ove l’altezza sia non minore di 1,50 m e delle proiezioni sul piano orizzontale delle ram-pe relative ad ogni piano nel caso di scale interne comprese nell’unità immobiliare, tale su-perficie è utilizzata per la de-terminazione degli specifici in-dici di prestazione energetica. Per “volumi interessati dal-la climatizzazione” si intende l’unione dei volumi riscaldati e raffrescati, corrispondenti a superfici riscaldati o raffresca-ti (vedere prUNI/TS 11300-5). Tale superficie, così come defi-nita, è utilizzata al denomina-tore 7 per la determinazione degli indici di prestazione ener-getica di tutti i servizi.

    14. Appendice B, seconda pagina, raccomandazioniIn un edificio senza impianto, in cui si simula l’impianto di riscal-damento, ha senso inserire le racco-mandazioni? Le raccomandazioni vanno inserite anche per edifici ad altissima pre-stazione energetica?Le raccomandazioni sono un elemento obbligatorio del cer-tificato, pena la sua invalidità. In assenza di impianto, il cer-tificatore deve inserire almeno le raccomandazioni relative all’involucro, segnando nelle note che l’edificio non è dotato di impianto e dare indicazio-ni circa una possibile soluzio-ne impiantistica riguardante il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda sa-nitaria. Le raccomandazione van-no sempre inserite, anche per quelli ad altissima prestazione energetica. Anche un nZEB potrebbe migliorare la pre-stazione energetica (anche se,

    potenza di picco per il fotovol-taico, la potenza nominale elet-trica per il minieolico, la poten-za utile per le pompe di calore. Tutte le potenze si indichino espresse in [kW]. Nel caso di collettori solari termici, invece della potenza in kW si indiche-rà il valore della superficie di apertura installata in m2.

    18. Appendice B, terza pagina, dati di dettaglio degli impianti.Cosa indicare come potenza dell’im-pianto nel caso di trasporto di cose e persone? Si indichi la somma delle po-tenze elettriche dei motori degli ascensori e delle scale mobili.

    19. Appendice D, prima pagina, caratteristiche costruttive Come si compilano i campi relativi alle caratteristiche costruttive? Si propone di scegliere l’infor-mazione prevalente in termi-ni di superficie per copertura, struttura, telaio, vetro e om-breggiatura. Per quanto riguar-da le superfici, si propone di sommare la totalità delle aree di telaio presenti, anche di ti-pologia diversa. Con la medesima logica saran-no quindi inserite le superfici di vetro e ombreggiatura (inten-dendo esclusi gli aggetti verti-cali, orizzontali e le ostruzioni esterne).

    CTI ENEA e tutti gli altri enti coinvolti nella stesura delle FAQ hanno già preparato e proposto al Mise altri quesiti soprattutto sull’applicazione dei requisiti minimi che speria-mo vengano pubblicate a breve.

    molto probabilmente, non sarà conveniente dal punto di vista economico). Sarà responsabi-lità del certificatore inserire le raccomandazioni con tempo di ritorno più breve. Sarà di-screzione dell’utente capire che interventi con tempo di ritorno elevato o con miglioramenti di prestazione molto ridotti saran-no poco appetibili.

    15. Appendice B, seconda pagina, raccomandazioni Il tempo di ritorno è un tempo di ritorno semplice o un VAN? Per tempo di ritorno nella re-dazione dell’APE si intende il tempo di ritorno semplice.

    16. Appendice B, terza pagina, dati di dettaglio degli impianti Cosa si intende per “impianti com-binati”? Per “impianto combinato” si intende un impianto asservente più servizi energetici. Suggeria-mo comunque di non compilare tale riga in quanto i generatori sono già presenti nelle righe re-lative ai vari servizi.

    17. Appendice B, terza pagina, dati di dettaglio degli impianti Cosa bisogna scrivere nelle righe “Produzione da fonti rinnovabili”? Per le fonti rinnovabili si elen-chino gli impianti utilizzanti fonti rinnovabili in situ presen-ti nell’edificio, quali, ad esem-pio pompe di calore (anche già presente sopra), solare termico, fotovoltaico, ecc. ; Per questi impianti ci si limiterà ad indi-care la potenza nell’apposita colonna. In particolare si indicheranno:

    neo-Eubios 54 12 dicembre 2015 neo-Eubios 54 13 dicembre 2015

  • Fortunatamente questa situa-zione può essere agevolmente corretta attraverso la realizza-zione di un controsoffitto ad elevate prestazioni fonoiso-lanti ancorato solo alle pareti laterali così da essere assolu-tamente disaccoppiato dalla soletta da trattare.

    La diagnosiLe misure ante operam e lo studio delle strutture dell’edi-ficio, hanno permesso di indi-viduare le prestazioni di par-tenza e l’intervento correttivo migliore.

    In particolare le misure fono-metriche in opera restituisco-no informazioni oggettive sul-la prestazione di isolamento prima della riqualificazione, e in molti casi lo studio del-le frequenze aiuta nell’indivi-duazione dei punti deboli.

    Le misure devono essere oppor-tunamente supportate dall’ana-lisi delle strutture circostanti, le quali permettono di indivi-duare l’efficacia o meno degli interventi migliorativi.

    Nel caso in esame, la presenza di pareti laterali molto mas-sive escludeva le trasmissioni laterali come punto debole.

    Le misure però hanno per-messo di accertare l’assenza di ponti acustici, quali passaggi impiantistici o cavedi/inter-capedini non isolati.

    La figura 3 mostra la misura di indice di livello di calpestio proveniente dall’appartamento soprastante.

    neo-Eubios 54 14 dicembre 2015 neo-Eubios 54 15 dicembre 2015

    A quante persone è capitato di acquistare casa, ristruttu-rarla e finalmente andarci ad abitare, per poi scoprire di ri-trovarsi sottoposti a insoppor-tabili rumori che disturbano giorno e notte la propria esi-stenza?Purtroppo questa esperienza è fi n troppo comune negli innu-merevoli edifi ci plurifamiliari che compongono le nostre città. Mentre negli ultimi anni ab-biamo imparato a fare atten-zione a quanto consuma la nostra casa, continuiamo in genere a ignorare quanto ci protegge dai rumori circo-stanti.

    Inoltre il numero di edifici con scarsa protezione ai rumori, supera di gran lunga il nume-ro di vicini rumorosamente molesti, quindi un’attenzione maggiore all’aspetto dell’iso-lamento acustico degli edifi-ci, non solo migliorerebbe la qualità della vita all’interno di case e uffici, ma ridurreb-be drasticamente anche molti “problemi di vicinato”.

    Il problemaIl caso in esame ricade proprio in questa circostanza, dove i nuovi proprietari, al rientro dalle lunghe ferie dell’inqui-lino di sopra, hanno scoperto di poter riconoscere ogni sin-golo passo del vicino perché accompagnato da un impro-babile scricchiolio del solaio in legno. Oltretutto i responsabili dei rumori non erano un’allegra combriccola di studenti uni-versitari fuori sede, ma una coppia di gentilissimi pensio-nati, che svolgevano una vita molto tranquilla.

    Il disturbo quindi era imputa-bile completamente allo scar-so isolamento del solaio che trasmetteva “amplificandole” tutte le sollecitazioni ricevute. Nella recente ristrutturazione, il progettista delle opere, pur avendo eseguito interventi su tutte le superfici, non aveva tenuto in debito conto il tema dell’isolamento acustico so-prattutto nei confronti dell’u-nità abitativa soprastante, se-

    parata da un sottile solaio in assito di legno, limitando l’in-tervento ad un tamponamento in cartongesso tra una trave e l’altra avente finalità pretta-mente estetica.

    Come premesso l’assenza del vicino di casa per un lungo periodo di tempo, inoltre, non ha reso evidente da subito il deficit di isolamento che è emerso poi in tutta la sua im-portanza.

    Si ritiene utile evidenziare che il problema affrontato sia “tipico” degli edifici più da-tati ed è legato proprio alla tipologia costruttiva, caratte-rizzata dalla presenza di solai leggeri in legno (che suggeri-scono in modo inequivocabile la presenza del punto debole acustico), e da una elevata massa delle pareti (nel nostro caso costituite in gran parte da muri in mattone pieno da 50cm), che, al contrario delle solette, assicurano una limita-ta trasmissione di rumore la-terale.

    RUMORI DI CALPESTIO:DIAGNOSI E RIQUALIFICAZIONEdi

    Eugenio Fontana, Stefano Benedetti

    Le fi gure 1 e 2 riportano le piante dell’appartamento.

  • - Posa di doppia lastra in car-tongesso da 12mm cadauna, una delle quali accoppiata a 20mm di gomma vulcanizzata (Figura 8)

    Da notare come tali interventi debbano necessariamente te-nere in debito conto le normali flessioni delle vecchie travi in legno che dovranno essere in-globate nel controsoffitto; la freccia da esse offerta (di circa 20cm), infatti, rende necessario distanziare opportunamente il nuovo controplaccaggio e crea inevitabilmente una intercape-dine di dimensione variabile che deve essere opportunamen-te assorbita.

    Il collaudoNonostante l’intervento mi-gliore per ridurre i rumori di calpestio sia quello di inter-venire direttamente sulla sor-gente, ovvero con un sistema di calpestio “sotto i piedi del disturbante”, nell’impossibili-tà pratica di eseguire tale in-tervento quello che si è crea-to con le opere descritte è un controplaccaggio solidale con le pareti laterali massive com-pletamente disaccoppiato dalla soletta esistente, la cui perfor-mance acustica è confermata sia dalle misure di collaudo se-guenti che dalla soddisfazione espressa dal proprietario.

    Si evidenzia che la misura fonometrica di collaudo (fi-gura 9), eseguita al termine dei lavori, è stata condotta da tecnici esterni, consulenti del proprietario, che hanno verifi-cato quindi l’efficacia dell’in-tervento e la bontà della rea-lizzazione.

    neo-Eubios 54 16 dicembre 2015 neo-Eubios 54 17 dicembre 2015

    Il rivestimento in parquet del solaio era in grado di fonoiso-lare sufficientemente le alte fre-quenze, mentre le componenti di calpestio alle basse frequenze erano molto disturbanti. Inol-tre in questi casi una prova di calpestio “classica” ai sensi del DPCM 5.12.97 non è sufficien-te a descrivere il disturbo che proveniva maggiormente dallo scricchiolio del solaio sotto i passi del vicino, disturbo non riproducibile da una macchina di calpestio. Tuttavia i risultati ottenuti si sono rivelati molto interessanti.

    La riqualificazioneCon l’obiettivo di realizzare un sistema fonoisolante comple-tamente distaccato dal solaio, l’intervento è consistito in:

    - Realizzazione di opportuno sistema di travi (con sezione ad H) aventi una luce di 5m (tali da attraversare la stanza nel lato più corto) ancorate alle pa-reti laterali tramite opportune mensole. Le mensole sono state disac-coppiate dalle pareti tramite l’interposizione di materiale vi-scoelastico (Figura 4)

    - Ancoraggio del sistema di tra-vatura secondaria alla quale fissare il controsoffitto tramite l’impiego di opportuni telaiet-ti ad “omega” appoggiati alla trave principale anch’essi di-saccoppiati dalle travi portanti sempre attraverso l’interposi-zione del medesimo materiale viscoelastico (figure 5 e 6)

    - Inserimento di materiale fo-noassorbente in fibra di polie-stere (figura 7)

    Figura 3: indice di livello di calpestio disturbante

    Figura 4: dettaglio delle travi principali e della mensola di ancoraggio

    Figura 5: dettaglio dei telaietti ad “omega” di supporto dei telaietti secondari Figura 8: dettaglio delle lastre di cartongesso impiegate

    Figura 6: dettaglio dei telaietti ad “omega” di supporto dei telaietti secondari

    Figura 7: dettaglio del telaio del controsoffi tto completo con materiale fonoassorbente

  • È utile ricordare che tale ri-sultato è ottenuto grazie alle specifiche condizioni al con-torno, ovvero ridotte trasmis-sioni laterali, assenza di ponti acustici specifici e punto de-bole indivduabile esclusiva-mente nel solaio leggero.

    Tali risultati quindi sono ritro-vabili in situazioni confronta-bili a quella presentata e non estensibili a tutti gli altri pro-blemi di calpestio.

    ricordino di tendere sempre al miglioramento dell’isola-mento acustico soprattutto in caso di intervento di ristrut-turazione o riqualificazione energetica.

    * Eugenio FontanaSocio ANIT

    Ingegnere Libero ProfessionistaAqust srl

    Stefano Benedettistaff ANIT

    Infine è molto importante prestare attenzione all’isola-mento acustico dell’unità im-mobiliare che si sta per abita-re perché questo potrà influire significativamente sulla quali-tà della vita.

    Intervenire prima è ovvia-mente sempre più agevole che correre ai ripari dopo.

    È inoltre auspicabile che tutti i professionisti del settore si

    I risultati ottenuti hanno con-fermato l’efficacia della scelta progettuale e l’ottima realiz-zazione da parte dell’impresa intervenuta.

    comparabile con un buon sistema anticalpestio sulla sorgente. La fi -gura 10 mette a confronto le pre-stazioni di isolamento nel domi-nio delle frequenze mostrando un miglioramento su tutto lo spettro.

    ConclusioneLa tabella 1 mostra il confron-to tra l’indice di livello di calpe-stio prima e dopo l’intervento. Il miglioramento ottenuto è signi-fi cativo, pari a 24 dB, risultato

    neo-Eubios 54 18 dicembre 2015 neo-Eubios 54 19 dicembre 2015

    Figura 9: collaudo dell’indice di livello di calpestio

    Figura 10: indice di livello di calpestio post operam

    Tabella risultati

  • neo-Eubios 54 20 dicembre 2015 neo-Eubios 54 21 dicembre 2015

    INTRODUZIONENegli ultimi mesi si è ricominciato a parlare della pubblicazione di un nuovo decreto sul tema dei requisiti acustici passivi degli edifi ci.

    La Legge Europea 2013 bis (Legge 30-10-2014, n. 161, in vigore dal 25 novembre 2014) infatti, all’articolo 19, delega il Governo ad “adottare, entro 18 mesi […], uno o più decreti legislativi per il riordino dei provvedi-menti normativi vigenti in materia di tu-tela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico pro-dotto dalle sorgenti sonore fi sse e mobili”. Inoltre al comma 2 lettera g del medesimo articolo si legge che un decreto legislativo dovrà riguardare la “semplifi cazione delle procedure autorizzative in materia di re-quisiti acustici passivi degli edifi ci”Pertanto sembra vi sia, in un cer-to senso, spazio per la scrittura di un nuovo documento sull’acustica edilizia che andrà ad abrogare il D.P.C.M. 5-12-1997 “Determina-zione dei requisiti acustici passivi degli edifi ci”.Ma come dovrà essere impostato il decreto? Quali aspetti dovrà chiari-re rispetto al documento del 1997? Certamente il “nuovo DPCM” do-vrà rispondere a molte domande. In particolare però si ritiene che do-vrà individuare chiaramente il pro-prio campo di applicazione, i valori limite da rispettare e le procedure di verifi ca e controllo. Il Gruppo

    di Lavoro di acustica ANIT, com-posto da soci aziende e soci indivi-duali, propone con questo articolo alcune semplici considerazioni su questi argomenti.

    CAMPO DI APPLICAZIONEAd avviso del gruppo ANIT un nuovo decreto sull’acustica edilizia dovrà prevedere limiti di legge per:• Isolamento dai rumori aerei pro-venienti da altri ambienti abitativi o da ambienti di uso comune (ad es. vani scala)• Isolamento dai rumori esterni• Isolamento dai rumori da calpe-stio• Isolamento dai rumori da impian-ti a funzionamento continuo e di-scontinuo• Controllo del tempo di riverbero di alcuni ambienti abitativi

    Le prescrizioni per queste proble-matiche potranno fare riferimen-to ai parametri e alle grandezze indicate nella norma UNI 11367 “Classifi cazione acustica delle unità immobiliari”. Pertanto i descrittori acustici da utilizzare per individua-re i valori limite potranno essere: R’w – indice di potere fonoisolante apparente, DnTw – indice di iso-lamento acustico normalizzato sul tempo di riverbero, D2mnTw – in-dice di isolamento acustico di fac-ciata, Lic – livello di rumore di im-pianti a funzionamento continuo,

    Lid – livello di rumore di impianti a funzionamento discontinuo. Inoltre i nuovi limiti dovranno riguardare: le prestazioni dei singoli elementi tecnici (singole pareti, solai, faccia-te, ecc.), i valori di classe acustica dei singoli requisiti (che in estrema sintesi si ricavano mediando le pre-stazioni dei singoli elementi tecnici) e la classe acustica globale dell’uni-tà immobiliare (che è la media delle classi acustiche dei singoli requisiti). Si evidenzia che, per le prestazioni dei singoli elementi tecnici, la UNI 11367 defi nisce sia un “valore mi-surato”, risultato della misura in opera, sia un “valore utile”, che si ottiene “peggiorando” il valore mi-surato con un coeffi ciente relativo all’incertezza di misura.In generale si propone di differen-ziare i limiti in base alla destinazio-ne d’uso dell’ambiente abitativo ed alla tipologia di intervento (nuova costruzione o ristrutturazione). Il decreto dovrà inoltre specifi care chiaramente quali ambienti/ele-menti tecnici dovranno rispettare tali limiti.Infi ne si ritiene opportuno appli-care le prescrizioni agli ambienti abitativi caratterizzati dalle destina-zioni d’uso già previste nel DPCM 5-12-1997 (residenze, uffi ci, alber-ghi, pensioni, ospedali, cliniche, case di cura, scuole a tutti i livelli, attività ricreative o di culto, attività commerciali)

    CONSIDERAZIONI PER UN NUOVO DECRETO SUI REQUISITI ACUSTICI PASSIVIA cura del

    Gruppo di Lavoro di acustica ANIT *

    VALORI LIMITE DA RISPETTAREPer nuove costruzioni e ristruttura-zioni totali si richiede, per tutte le destinazioni d’uso ad eccezione di ospedali e scuole, l’obbligo di pre-sentare in Comune, prima dell’ini-zio dei lavori, una relazione di pro-getto che attesti che:• I singoli elementi tecnici rispette-ranno i valori numerici corrispon-denti alla classe III della norma UNI 11367 (cfr. Tabella 1)• Le singole facciate degli ambienti abitativi rispetteranno anche pre-scrizioni legate al clima acustico dell’area.• Le singole partizioni dotate di ac-cessi o aperture che separano am-bienti abitativi da ambienti di uso comune rispetteranno i valori di base indicati nella UNI 11367 Ap-pendice B (cfr. Tabella 2)• Per le unità immobiliari aventi destinazione d’uso ricettiva i sin-goli elementi tecnici che separano

    nella UNI 11367 Appendice B.• Per le unità immobiliari aventi de-stinazione d’uso ricettiva la classe acustica degli elementi tecnici che separano ambienti abitativi interni alla stessa unità immobiliare dovrà essere migliore o uguale alla classe III indicata nella UNI 11367.• Inoltre i valori misurati (non i va-lori utili) dei singoli elementi tecnici dovranno rispettare i valori nume-rici corrispondenti alla classe III della norma UNI 11367. • I valori rilevati in opera del tempo di riverbero degli ambienti indicati in precedenza dovranno rispettare le prescrizioni dell’Appendice C della UNI 11367.All’atto del rilascio dell’agibilità i Comuni dovranno acquisire la do-cumentazione relativa alla classe acustica globale e alle classi dei sin-goli requisiti.Per nuovi ospedali e scuole invece si propone di presentare in Comune, prima dell’inizio dei lavori, una re-

    ambienti abitativi interni alla stes-sa unità immobiliare rispetteranno anche i valori numerici corrispon-denti alla classe III indicati nella UNI 11367 (cfr. Tabella 3)• Gli ambienti abitativi adibiti a aula scolastica, palestra, bar, sala ristorante, mensa o destinazioni d’uso simili rispetteranno i valori di tempo di riverbero ottimale indicati nell’Appendice C della UNI 11367

    Inoltre il decreto dovrà specifi care che al termine dei lavori:• La classe acustica globale e le classi dei singoli requisiti dovranno essere migliori o uguali a classe III.• La classe di isolamento acustico di facciata dovrà rispettare anche prescrizioni legate al clima acustico dell’area• I valori utili delle singole parti-zioni dotate di accessi o aperture che separano ambienti abitativi da ambienti di uso comune dovranno rispettare i valori di base indicati

    Tabella 3 – Classi acustiche alberghi UNI 11367

    Tabella 2 – partizioni verso ambienti di uso comune UNI 11367

    Tabella 1 – Classi acustiche UNI 11367

  • neo-Eubios 54 22 dicembre 2015 neo-Eubios 54 23 dicembre 2015

    lazione di progetto che attesti che:• I singoli elementi tecnici rispette-ranno i valori di base di cui all’ap-pendice A della UNI 11367 (cfr. Tabella 4). • Le singole partizioni dotate di ac-cessi o aperture che separano am-bienti abitativi da ambienti di uso comune rispetteranno i valori di base indicati nella UNI 11367 Ap-pendice B (cfr. Tabella 2)• Le singole facciate degli ambienti abitativi rispetteranno anche pre-scrizioni legate al clima acustico dell’area.Inoltre al termine dei lavori do-vranno risultare rispettati i valori indicati nei calcoli della relazione di progetto. Anche in questi casi all’at-to del rilascio dell’agibilità i Comu-ni dovranno acquisire la documen-tazione relativa ai requisiti acustici dell’edifi cio. In caso di ristruttura-zioni parziali (sostituzione, trasfor-mazione o modifi ca degli elementi tecnici), invece il decreto dovrà evi-denziare che l’intervento in que-stione dovrà tendere a migliorare, o quantomeno a non peggiorare, le prestazioni acustiche preesistenti. L’indicazione si applica solo agli

    rispetto delle indicazioni dovrà es-sere dimostrato attraverso relazioni di calcolo o misure in opera. In ge-nerale le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite seguendo le indicazioni delle più recenti nor-me tecniche di riferimento (UNI EN ISO). Il calcolo dell’indice di valutazione dei requisiti acustici dei singoli elementi tecnici dovrà essere effettuato utilizzando le pro-cedure delle norme UNI EN ISO 717, parte 1 e parte 2, del 2013. Seguendo le indicazioni della UNI 11367 inoltre si ritiene opportu-no considerare “non verifi cabili” gli elementi tecnici per i quali non possano essere attuate le procedure di misura specifi cate nelle norme. Entrando più nel dettaglio si ripor-tano di seguito alcune proposte su come dovranno essere interpretati, e verifi cati in opera, i limiti del futu-ro decreto.

    RUMORI DI CALPESTIOPer i rumori di calpestio la pre-scrizione dovrà essere intesa come “livello di rumore percepito nell’ambiente disturbato da non superare”. Ad esempio il limite

    elementi tecnici oggetto di ristrut-turazione e il rispetto della pre-scrizione dovrà essere dimostrato attraverso una relazione di calcolo o misure in opera. Considerata la variabilità degli interventi possibili si ritiene opportuno non specifi care valori limite da rispettare.Si specifi ca infi ne che tutti i calcoli previsionali dovranno essere realiz-zati seguendo le indicazioni delle più recenti norme tecniche di ri-ferimento. (Attualmente UNI EN 12354 e UNI TR 11175).

    PROCEDURE DI VERIFICA E CONTROLLOPer nuove costruzioni e ristruttura-zioni totali si propone di introdur-re l’obbligo di verifi care i limiti di legge attraverso misure in opera a campione sull’edifi cio realizzato, eseguendo il collaudo almeno sul 10% degli elementi tecnici (pareti, solai, facciate) e sul 5% degli im-pianti installati. Per le partizioni e gli impianti non collaudati il titolare del permesso di costruzione dovrà autocertifi care il rispetto dei limiti di legge. Per le ristrutturazioni par-ziali invece, come già accennato, il

    “L’nw ≤ 63 dB” deve interpretarsi che il livello di rumore da calpestio, percepito in un ambiente abitativo dopo aver attivato la sorgente di rumore in un altro ambiente, deve essere inferiore o uguale a 63 dB. L’ambiente emittente non deve ne-cessariamente essere soprastante all’ambiente ricevente e, se l’am-biente disturbato ha destinazione d’uso residenziale, la misura verrà eseguita posizionando la macchina da calpestio in una distinta unità immobiliare. Per altre destinazioni d’uso invece (ad esempio scuole o alberghi) la misura potrà essere rea-lizzata mettendo la sorgente anche all’interno della medesima unità immobiliare. Ovviamente, nel caso la macchina sia nella medesima uni-tà immobiliare, occorrerà verifi care che il rumore aereo della sorgente da calpestio non disturbi la rileva-zione. Si ritiene inoltre che la mac-china da calpestio non dovrà esse-re posizionata su: balconi, bagni, corridoi, ripostigli e, in generale, ambienti non abitativi. Al contrario potrà essere posta su ambienti abi-tativi, terrazzi sovrastanti ambienti abitativi, scale interne a una unità immobiliare, scale comuni e piane-rottoli. Le misure fonometriche di livello di rumore dovranno essere eseguite negli ambienti abitativi. Saranno esclusi dalle rilevazioni: bagni, corridoi, ripostigli e, in gene-rale, ambienti non abitativi.

    RUMORI AEREI DA ALTRI AMBIENTI DELL’EDIFICIOPer l’isolamento ai rumori aerei la prescrizione riguarderà la pre-stazione di isolamento ai rumori tra due ambienti (emittente e rice-vente). Per le residenze ambiente emittente e ambiente ricevente dovranno essere in distinte unità immobiliari. Per altre destinazioni d’uso (ad esempio scuole o alber-

    Le misure di livello di rumore do-vranno essere eseguite negli am-bienti abitativi. Saranno esclusi dalle rilevazioni: bagni, corridoi, ripostigli e, in generale, ambienti non abitativi.

    CONCLUSIONICon questo articolo si è cercato di esporre il punto di vista del Grup-po di Lavoro di acustica ANIT sui contenuti di un nuovo decreto sui requisiti acustici passivi. Non si tratta di opinioni immutabili, ma di spunti per stimolare una discussione costruttiva su questi temi. Speriamo che possano con-tribuire a incentivare la pubblica-zione di un documento condiviso tra più parti.

    ghi) potranno trovarsi all’interno della medesima unità immobiliare. Gli ambienti emittenti potranno essere: ambienti abitativi, scale co-muni e pianerottoli, box e garage.Al contrario la sorgente di rumore non potrà essere posizionata in: ba-gni, corridoi, ripostigli e ambienti non abitativi. Le misure di livello di rumore invece dovranno essere ese-guite negli ambienti abitativi. Sono esclusi dalle rilevazioni: bagni, cor-ridoi, ripostigli e, in generale, am-bienti non abitativi.

    RUMORI ESTERNILa prescrizione riguarderà la pre-stazione di isolamento ai rumori tra ambiente esterno (emittente) e am-biento abitativo (ricevente). I limiti dovranno essere differenzia-ti in base al clima acustico esterno all’edifi cio. Le rilevazioni dovranno essere eseguite con eventuali siste-mi oscuranti aperti e con eventuali aperture di ingresso aria nella nor-male condizione di utilizzo. Le mi-sure di livello di rumore dovranno essere eseguite negli ambienti abi-tativi. Sono esclusi dalle rilevazioni: bagni, corridoi, ripostigli e, in gene-rale, ambienti non abitativi.

    RUMORI DA IMPIANTILa prescrizione riguarderà il livello di rumore da impianti percepito nell’ambiente disturbato. Ad esem-pio “Lid ≤ 37 dBA” deve intendersi che il livello massimo di rumore da impianti a funzionamento discon-tinuo percepito in un ambiente abitativo, deve essere inferiore o uguale a 37 dBA. Si specifi ca che sarebbe opportuno differenziare i limiti di legge in base alla destina-zione d’uso dell’ambiente distur-bato, alla tipologia d’impianto e all’ambiente che serve l’impianto (a servizio della UI, a servizio di altra UI, a servizio dell’edifi cio).Tabella 4 – Valori per ospedali e scuole UNI 11367

    Il Gruppo di lavoro di acustica ANIT è un gruppo, interno all’Associazione, avente lo scopo di contribuire attivamente alla diffusione, promozione e sviluppo dell’isolamento acustico nell’edilizia e nell’industria.

    Rientrano tra gli scopi del gruppo:

    • Stabilire un centro comune di relazione fra gli associati interessati ai temi di acustica edilizia.

    • Defi nire le proposte dell’Associazione per la defi nizione della normativa legislativa e tecnica sull’isolamento acustico.

    • Raccogliere, verifi care e diffondere le informazioni scientifi che, tecniche e statistiche relative all’isolamento acustico anche mediante collegamenti con organismi nazionali, Comunitari ed Associazioni estere.

    • Effettuare e promuovere ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato riguardanti l’isolamento acustico in edilizia.

    • Promuovere la realizzazione di incontri divulgativi sull’acustica edilizia.

  • neo-Eubios 54 24 dicembre 2015 neo-Eubios 54 25 dicembre 2015

    INTRODUZIONEIl presente articolo descrive come sia stato possibile ridurre la rumo-rosità di un impianto di Ventilazio-ne Meccanica Controllata (VMC) a seguito di semplici interventi di manutenzione. Nei paragrafi suc-cessivi vengono descritti l’impian-to, gli interventi eseguiti ed i risul-tati ottenuti.

    DESCRIZIONEDELL’IMPIANTOL’impianto di Ventilazione Mecca-nica Controllata in esame è a ser-vizio di un singolo appartamento di circa 110 mq, all’ultimo piano di un edifi cio degli anni ’60, ed è stato posato nel 2010 in occasione di un intervento di ristrutturazio-ne dell’immobile. L’installazione era stata progettata da subito con l’intento di limitare il più possibile il disturbo da rumore nell’unità im-mobiliare. L’impianto è del tipo a fl ussi bilanciati con recupero di ca-lore statico, rete di distribuzione in controsoffi tto e presa aria ed espul-sione in copertura. La motoventi-lante, posizionata nel sottotetto su supporti antivibranti, è dotata di ventilatori centrifughi a pale rove-sce azionati da motori brushless a corrente continua, caratterizzati da

    un sistema detto “ad inseguimento di portata”, che adatta automatica-mente il numero di giri alla portata impostata ed alla perdita di carico della rete di distribuzione e dei fi ltri. Lo scambiatore di calore, del tipo in contro corrente a piastre di allu-minio senza bypass, è alloggiato in uno scafo in polipropilene espanso nel controsoffi tto di uno dei bagni dell’appartamento, ed è quindi se-parato rispetto ai ventilatori. Que-sta confi gurazione (motoventilante nel sottotetto e recuperatore nel bagno) ha permesso di ridurre notevolmente l’impatto acustico dovuto alla rumorosità irradiata dai ventilatori e di massimizzare l’effi cienza termica del sistema. In-fatti lo scambiatore all’interno dello spazio riscaldato evita dispersioni di energia termica lungo la rete di distribuzione. Inoltre, al contempo, l’aver posizionato l’unità ventilante su supporti antivibranti in un appo-sito locale lontano dagli ambienti di vita, ha determinato una drastica riduzione del disturbo da rumore nell’unità immobiliare.La rete stessa è stata eseguita con condotti rigidi in acciaio zincato spiralato, il che consente, pur es-sendo di limitate dimensioni, di ridurre al minimo le perdite di ca-

    rico e quindi il consumo elettrico dei ventilatori. Brevi tratti di canale fl essibile, a semplice parete o a dop-pia parete del tipo fonoassorbente, sono stati impiegati per comodità di installazione e come silenziatori e raccordi antivibranti. In partico-lare il raccordo della ventilante alla rete di distribuzione è stato eseguito mediante condotto fl essibile fono-assorbente per limitare al massimo la trasmissione di vibrazioni e di ru-more alle condotte.Il sistema è completato da bocchet-te di estrazione autoregolanti in estrazione, posizionate ad un’altez-za di circa m 2,50 rispetto al piano pavimento, e da bocchette orienta-bili per la mandata posizionate alla stessa altezza in soggiorno e nelle camere da letto.

    L’INTERVENTO DI MANUTENZIONEL’intervento di manutenzione è consistito nella sostituzione dei fi ltri del recuperatore (Fig. 1 e 2), nella pulizia delle ventole me-diante spazzolatura (Fig. 3), e nel lavaggio dello scambiatore a pia-stre mediante acqua e detergente sgrassante (Fig. 4) per rimuovere eventuali impurità che avessero potuto superare i fi ltri.

    RIDUZIONE DELLA RUMOROSITÀ DI UN IMPIANTO VMC CON INTERVENTI DI MANUTENZIONE ORDINARIAdi

    Alberto Oreglia, Matteo Borghi *

    Fig. 1 – Filtri sostituiti

    Fig. 2 – Filtri nuovi

    Fig. 3 – Ventola presa aria/immissione pre e post intervento

  • neo-Eubios 54 26 dicembre 2015 neo-Eubios 54 27 dicembre 2015

    Il pacco lamellare si presentava già piuttosto pulito, dato che l’utente ha sempre sostituito i fi ltri con la frequenza prescritta. Al contra-rio la ventola sul lato presa aria/immissione si presentava piuttosto sporca ricevendo l’aria diretta-mente dall’esterno ed essendo il fi ltro di classe F7 sull’aria immessa a valle della stessa.

    I RISUTATI OTTENUTIPrima e dopo l’intervento di ma-nutenzione sono state eseguite

    di portata”, determina ad una ri-duzione della perdita di carico e quindi dei giri motore necessari a mantenere la portata impostata.

    CONCLUSIONIQuesto breve e semplice artico-lo è stato scritto con l’intento di sottolineare come un ordinario intervento di manutenzione possa contribuire, in alcuni casi, anche a ridurre il disturbo da rumore di un impianto di ventilazione mec-canica controllata. Si evidenzia pertanto ancora una volta l’im-portanza di mantenere in perfetta effi cienza, non solo energetica, gli impianti delle proprie abitazioni eseguendo controlli e manuten-zioni periodiche.

    * Alberto OregliaTecnica 7 - VMC Group

    Matteo Borghi - Tep S.r.l.

    delle rilevazioni fonometriche per verifi care quanto la semplice pu-lizia dell’impianto avrebbe potu-to modifi care la rumorosità della VMC. Le misure sono state rea-lizzate nella camera matrimoniale, in quanto si trattava dell’ambiente “più disturbato” dal sistema di ri-cambio aria. Si specifi ca però da subito che, già prima della pulizia, il livello di rumore dell’impianto risultava di fatto molto contenuto. Le rilevazioni hanno evidenziato i risultati riportati nella Tabella 1 e nella Figura 5. Si è scelto di esporre i dati utilizzando il para-metro LAeq, livello equivalente di pressione sonora ponderato A, in quanto è l’attuale riferimento indi-cato nel D.P.C.M. 5-12-1997 “De-terminazione dei requisiti acustici passivi degli edifi ci”.L’intervento ha quindi comporta-to complessivamente una riduzio-ne di 3 dB della rumorosità nella camera matrimoniale, con evi-denti miglioramenti in particola-re nel range di frequenze compre-so tra 100 e 2500 Hz. La pulizia dell’impianto e la sostituzione dei fi ltri infatti, in presenza di venti-latori del tipo “ad inseguimento

    Fig. 4 – Lavaggio dello scambiatore

    Tab. 1 – Valori di LAeqpre e post intervento

    Fig. 5 – Bande in frequenza tra 50 e 5000 Hz

    LAeq [dBA]VMC spenta 21.1VMC accesa - pre pulizia 26.3VMC accesa - post pulizia 23.3

    Sono circolate di recente in rete le bozze del decreto di prossima pub-blicazione Gazzetta Uffi ciale sul nuovo Conto Termico 2016. ANIT ha collaborato alla raccolta e invio di alcune osservazioni al testo invian-dole ai Ministeri competenti per-tanto si riportano in questo articolo i passaggi più importanti ed essenziali del decreto focalizzando anche alcu-ne interessanti novità sia per quanto riguarda la platea di interventi age-volabili sia per lo snellimento delle pratiche burocratiche necessarie per presentare la domanda.

    Novità e spunti interessanti del decretoLa prima interessante novità riguar-da l’estensione degli incentivi ad al-tre tre tipologie di interventi effettua-te su edifi ci esistenti pubblici :• La trasformazione degli edifi ci esistenti in “edifi ci a energia quasi zero”; • La sostituzione di sistemi per l’illu-minazione d’interni e delle pertinen-ze esterne degli edifi ci esistenti con sistemi effi cienti di illuminazione;• L’installazione di tecnologie di ge-stione e controllo automatico (bu-ilding automation) degli impianti termici ed elettrici degli edifi ci, ivi compresa l’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazio-ne del calore.

    Concorrono alla determinazione delle spese ammissibili ai fi ni dell’in-centivo quelle di seguito elencate, comprensive di IVA, dove essa costi-tuisca un costo: 1. per gli interventi di trasformazio-ne degli edifi ci a energia quasi zero: i) fornitura e messa in opera di ma-teriali e tecnologie fi nalizzati al con-seguimento della qualifi ca di “edifi ci a energia quasi zero”;ii) demolizione e ricostruzione degli elementi costruttivi dell’involucro e degli impianti per i servizi di riscal-damento, raffrescamento, produzio-ne di acqua calda e illuminazione (ove considerata per il calcolo della prestazione energetica), ove coe-rente con gli strumenti urbanistici vigenti;iii) demolizione e ricostruzione delle strutture dell’edifi cio;iv) eventuali interventi per l’adegua-mento sismico delle strutture dell’e-difi cio, rafforzate o ricostruite, che contribuiscono anche all’isolamento termico;

    2. per gli interventi di sostituzione di sistemi per l’illuminazione d’interni e delle pertinenze esterne degli edi-fi ci esistenti con sistemi effi cienti di illuminazione:i) fornitura e messa in opera di siste-mi effi cienti di illuminazione confor-mi ai requisiti minimi defi niti negli

    allegati tecnici al presente decreto; ii) adeguamenti dell’impianto elet-trico; iii) eventuale smontaggio e dismis-sione dei sistemi per l’illuminazione preesistenti;

    3. per gli interventi di installazione di tecnologie di gestione e controllo automatico (building automation) degli impianti termici ed elettrici de-gli edifi ci: i) fornitura e messa in opera di siste-mi di building automation fi nalizzati al controllo dei servizi considerati nel calcolo delle prestazioni energe-tiche dell’edifi cio e conformi ai re-quisiti minimi defi niti nell’Allegato I al presente decreto; ii) adeguamenti dell’impianto elettri-co e di climatizzazione invernale ed estiva;

    Sicuramente di questi interventi il più rilevante e in linea con la STrate-gia per la Riqualifi cazione Energeti-ca del Parco Immobiliare Nazionale (STREPIN, si veda la consultazione pubblica conclusa il 4 dicembre di due documenti messi a disposizione dal Mise per le azioni da intrapren-dere per l’effi cienza energetica degli edifi ci pubblici ) è quello relativo alla trasformazione degli edifi ci esistente in edifi ci a energia quasi zero. C’è la volontà ministeriale di porsi

    IL FUTURO CONTO TERMICO NELLA STRATEGIA PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

    DEL PARCO IMMOBILIARE NAZIONALE

    di

    * Daniela Petrone

  • neo-Eubios 54 28 dicembre 2015 neo-Eubios 54 29 dicembre 2015

    obiettivi importanti e si spera rag-giungibili, trasformare infatti un edifi cio esistente in edifi cio a ener-gia quasi zero vuol dire rispettare i requisiti imposti dal recente DM. 26/06/2015 e riportati di seguito:a) tutti i seguenti indici, calcolati secondo i valori dei requisiti mini-mi vigenti dal 1° gennaio 2019 per gli edifi ci pubblici e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri edifi ci, risulta-no inferiori ai valori dei corrispon-denti indici calcolati per l’edifi cio di riferimento (edifi cio virtuale geome-tricamente equivalente a quello di progetto ma dotato dei parametri energetici e delle caratteristiche ter-miche minime vigenti): - il coeffi ciente medio globale di scambio termico per trasmissione per unità di superfi cie disperdente (H’T); - l’area solare equivalente estiva per unità di superfi cie utile; - l’indice di prestazione energetica per la clima-tizzazione invernale (EPH), l’indice di prestazione termica utile per la climatizzazione estiva, compreso l’eventuale controllo dell’umidità (EPC), l’indice di prestazione ener-getica globale, espresso in energia primaria (EPgl), sia totale che non rinnovabile; - i rendimenti dell’impianto di cli-matizzazione invernale ( H), di cli-matizzazione estiva ( c) e di produ-zione dell’acqua calda sanitaria ( w); b) sono rispettati gli obblighi di inte-grazione delle fonti rinnovabili nel rispetto dei principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

    Per raggiungere questi obiettivi l’in-centivo previsto arriva fi no al 65% delle spese sostenute fi no ad una cifra massima variabile da 1,7 a 1,5 milioni di euro a seconda della zona climatica.

    condensazione conformi ai requisiti tecnici previsti dal presente decreto, la cui potenza termica utile nomi-nale dell’apparecchio è inferiore o uguale a 35 kW. Con riferimento a interventi di installazione di impian-ti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o ad inte-grazione dell’impianto di climatiz-zazione invernale la superfi cie sola-re lorda del collettore o del sistema solare è inferiore o uguale a 50 mq.Tra le spese agevolabili ci sono an-che tutte quelle, per così dire, di ser-vizio: quindi rimborsabili (al 100% per le pubbliche amministrazioni e per il 50% per imprese e privati) i costi per l’incarico a un tecnico professionista per la redazione della diagnosi energetica e dell’attestato di prestazione energetica, entrambi prodromici per la trasformazione di un fabbrico in un edifi co NZEB.I fondi messi a disposizione per l’av-vio del nuovo Conto Termico 2016 ammontano a 900 milioni di euro suddivisi in 700 milioni per le ammi-nistrazioni pubbliche e 200 milioni per il settore privato (imprese e pri-vati cittadini).

    Osservazioni di carattere prettamente tecnico suirequisiti richiesti dal conto termico per gli interventi sull’involucro Allegato I – 1 – tabella 1 : Criteri di ammissibilità degli interventiCriticitàI valori di trasmittanza minimi ri-chiesti sono molto restrittivi se con-siderati comprensivi di ponti termici per cui si chiede di chiarire se tali valori sono medi o se corrispondo-no al valore della struttura corrente. Qualora fossero considerati valori della struttura corrente ma è im-portante richiedere l’adozione di

    Confermati, anche nel nuovo Con-to Termico 2016, gli incentivi fi no al 40% della spesa sostenuta per gli interventi di isolamento termico del-le superfi cie opache delimitanti un volume climatizzato, la sostituzione di chiusure trasparenti (compresi gli infi ssi), la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con ge-neratori di calore a condensazione , pompe di calore elettriche e a gas, impianti geotermici e a biomassa, l’installazione di collettori solari ter-mici per la produzione di ACS, la so-stituzione di scaldacqua elettrici con quelli a pompa di calore e l’instal-lazione di sistemi di schermatura e ombreggiamento delle chiusure tra-sparenti. Sono comunque aumenta-ti i valori di incentivo massimo rela-tivi a questi interventi, l’incremento del massimale consente di effettuare interventi su edifi ci di superfi cie e volumi nella media del patrimonio edilizio esistente ma non per edifi ci un po’ più grandi e complessi come ad esempio le scuole provinciali dove le superfi ci disperdenti sono elevate e l’incentivo si riduce ad un 15-20% per via del limite massimo.

    Una ulteriore novità per il settore privato stavolta riguarda le procedu-ra di accesso all’incentivo, la bozza del decreto precede che il gestore dei servizi energetici predisponga un Catalogo di prodotti e soluzioni tec-nologiche la cui adozione darà dirit-to a un riconoscimento degli incen-tivi semplifi cato e quasi automatico.Il Catalogo è un elenco, reso pub-blico e aggiornato periodicamente dal GSE, contenente apparecchi, macchine e sistemi, identifi cati con marca e modello, per la produzione di energia termica per interventi di sostituzione di impianti di climatiz-zazione invernale esistenti con im-pianti di climatizzazione invernale utilizzanti generatori di calore a

    soluzioni tecnologiche atte a ridurre l’incidenza delle dispersioni dei pon-ti termici e soprattutto la verifi ca ter-mo igrometrica di assenza di muffa e condensa superfi ciale conforme alla UNI EN 13788 con particolare attenzione ai ponti termici.Per i valori di trasmittanza relativi ai pavimenti è precisato che il calcolo sia effettuato secondo le norme UNI EN ISO 6946, si chiede di precisare che nel caso di pavimenti su terre-no il calcolo va effettuato secondo la UNI EN 13370 norme specifi ca per

    Perché legare la sostituzione degli infi ssi anche all’installazione di si-stemi di termoregolazione o valvole termostatiche? E’ più logico collega-re quest’obbligo all’installazione del generatore a condensazione poiché è precisato nel testo vale la pena ri-portarlo anche nella tabella.

    Proposta di modifi ca Tabella 1 - Valori di trasmittanza massimi consentiti per l’accesso agli incentivi (in grassetto le aggiunte e modifi che proposte)

    le dispersioni attraverso il terreno e vespai che tiene conto del contributo positivo del terreno stesso.I valori di trasmittanza delle pareti perimetrali sono da applicare an-che ai valori di trasmittanza delle strutture verso locali non riscaldati? Occorrerebbe aggiungere una nota alla tabella che specifi chi che i valori limite delle trasmittanza verso locali non riscaldati sono ottenuti dividen-do i valori della tabella per i coeffi -cienti btr,U tabellati nella UNI TS 11300-1.

    Tabella 1

  • neo-Eubios 54 30 dicembre 2015 neo-Eubios 54 31 dicembre 2015

    Allegato I – 1 Nel testo è scritto:“Per i soli interventi di cui all’articolo 4, comma 1, lettera a), in alternativa al rispetto delle trasmittanze di cui alla Tabella 1, nel caso in cui per l’edificio oggetto dell’intervento sia stata dichiarata la fine dei lavori e sia stata presentata la richiesta di iscrizione al Catasto edilizio urbano prima del 29 ottobre 1993, data di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ai fini dell’accesso all’in-centivo è necessario ottenere un miglioramento dell’indice di prestazione energetica alme-no del 70% rispetto al valore precedente alla realizzazione dell’intervento stesso.

    A tal fine il richiedente invia, insieme alla documentazione di cui all’articolo 6 del presen-te decreto, gli attestati di cer-tificazione energetica relativi allo stato dell’immobile prima e dopo la realizzazione dell’in-tervento.”

    te decreto, gli attestati di cer-tificazione energetica relativi allo stato dell’immobile prima e dopo la realizzazione dell’in-tervento.”

    Allegato I – 2.3 Solare termico e solar cooling

    Al punto h) ii. È riportato il riferimento ancora al vecchio DPR 59/09 ora abrogato.

    * Daniela Petrone,Vice Presidente ANIT

    Precisare di quale indice di pre-stazione energetica è richiesto il miglioramento del 70% : si tratta di EPH,nd ?

    Proposta di modifica “Per i soli interventi di cui all’articolo 4, comma 1, lettera a), in alternativa al rispetto delle trasmittanze di cui alla Tabella 1, nel caso in cui per l’edificio oggetto dell’intervento sia stata dichiarata la fine dei lavori e sia stata presentata la richiesta di iscrizione al Catasto edilizio urbano prima del 29 ottobre 1993, data di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ai fini dell’accesso all’in-centivo è necessario ottenere un miglioramento dell’indice di prestazione termica utile per riscaldamento, EPH,nd, alme-no del 70% rispetto al valore precedente alla realizzazione dell’intervento stesso.

    A tal fine il richiedente invia, insieme alla documentazione di cui all’articolo 6 del presen-

    Tabella 2 - Requisiti tecnici di soglia minimi consentiti per l’accesso agli incentivi

    IntroduzioneLa prima versione della norma UNI 10351 “Materiali e prodotti per edilizia. Proprietà termoigrometriche. Procedura per la scelta dei valo-ri di progetto” è stata pubblicata nel 1994.

    I valori delle caratteristiche termoigrometriche dei mate-riali riportati nella norma era-no frutto di un lavoro appro-fondito, portato avanti dalla metà degli anni ’70 in poi. Per questo motivo alcuni dei dati riportati, pur definiti a suo tempo in modo assolutamente rigoroso, non rispecchiano più i prodotto, anche dello stesso tipo, presenti oggi sul mercato.Parallelamente nel 2008 è sta-ta pubblicata la UNI EN ISO 10456 “Materiali e prodotti per l’edilizia” che si affianca e in parte sostituisce la UNI 10351:1994. L’esistenza di entrambe le nor-me come riferimento per i va-lori di conduttività termica, di colore specifico e resistenza al passaggio del vapore dei ma-

    teriali impiegati nell’edilizia ha determinato la necessità di chiarire gli ambiti di applica-zione.La pubblicazione della versio-ne 2015 della UNI 10351 ha lo scopo di fornire la metodolo-gia per il reperimento dei valo-ri di riferimento per la condut-tività termica, la resistenza al passaggio del vapore e il calore specifico dei materiali da co-struzione in base all’epoca di installazione.La norma integra quanto non presente nella UNI EN ISO 10456 con particolare riferi-mento ai materiali isolanti per l’edilizia.

    Valori di riferimentoI valori di riferimento da prende-re in considerazione sono distinti a seconda che si tratti di materia-li già in opera o da impiegare in nuove costruzioni o che si tratti di materiali generici o materiali isolanti.A seconda del caso, come descrit-to di seguito, i valori di riferimen-to sono riportati: - nel prospetto A.1 della

    UNI 10351:2015;- nel prospetto 2 della UNI 10351:2015;- nei prospetti 3, 4 e 5 della UNI 10456:2008;- nella marcatura CE del prodotto;- in letteratura.

    MATERIALI GIÀ IN OPERAMateriali da costruzione genericiPer determinare i valori di con-duttività termica e di resistenza al passaggio del vapore dei ma-teriali da costruzioni generici, come defi niti dalla UNI EN ISO 10456:2008, posti in opera prima dell’entrata in vigore della UNI EN ISO 10456:2008 (ovvero pri-ma del maggio 2008), si fa riferi-mento al prospetto A.1 della UNI 10351:2015.Nel caso di installazione succes-siva al maggio 2008, per tutti i parametri si devono considerare i valori riportati nei prospetti 3 e 4 della UNI 10456:2008.Il prospetto A.1 può essere uti-lizzato per la determinazione delle prostrazioni dei materiali in opera in cui non si abbiano

    LA NORMA UNI 10351: 2015.Estratto dalla Terza Edizione del Volume 1 ANIT “I materiali isolanti”

    a cura di ANIT

  • neo-Eubios 54 32 dicembre 2015 neo-Eubios 54 33 dicembre 2015

    dati attendibili sull’epoca di in-stallazione, nel caso in cui il ma-teriale non sia presente nella UNI EN ISO 10456:2008 o non vi si-ano altre possibilità per reperire informazione sulle relative carat-teristiche.

    Per determinare il valore del calo-re specifi co si deve far riferimento al prospetto 3 della UNI EN ISO 10456:2008 e per i materiali non presenti a valori di letteratura.

    Materiali isolanti termici per l’edilizia

    Conduttività termicaPer i materiali isolanti posti in opera prima dell’entrata in vigore dell’obbligo della relativa marca-tura CE (si veda la Tabella A.1 di seguito riportata), di cui non si abbiano dati attendibili o non vi siano altre possibilità di reperire informazioni sulle effettive carat-teristiche, per la determinazione della conduttività termica, si deve far riferimento al prospetto A.1 della UNI 10351:2015 (valori già maggiorati con il fattore m%).Nel caso di installazione successi-va all’entrata in vigore dell’obbli-go della marcatura CE, in assen-za di dati relativi alla marcatura dello specifi co prodotto installato, si devono considerare i valori ri-portati nel prospetto 2 della UNI 10351:2015.

    Coeffi ciente di resistenzaal passaggio del vaporePer i materiali isolanti posti in opera prima dell’entrata in vigore dell’obbligo della relativa marca-tura CE (si veda la Tabella A.1 di seguito riportata), di cui non si abbiano dati attendibili o non vi siano altre possibilità di repe-rire informazioni sulle effett