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EUROJUST - giustizia.it · LA RAPPRESENTANZA NAZIONALE.....7 GLI OBIETTIVI ... 2531737_Brochure Vademecum IT 2009.indd 3 11/25/2009 4:24:48 PM. 2 EUROJUST dell’organismo, determinato

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EUROJUST

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EUROJUST

Indice

NOTA INTRODUTTIVA ......................................................................................... 1

CHE COSA È EUROJUST: QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ............................. 4

LA COMPOSIZIONE ............................................................................................ 7

LA RAPPRESENTANZA NAZIONALE ........................................................................ 7

GLI OBIETTIVI ..................................................................................................8

LA COMPETENZA ...............................................................................................9

IL FUNZIONAMENTO .......................................................................................... 9

A CHI SONO DIRETTE LE RICHIESTE DI EUROJUST .............................................. 11

LE RICHIESTE DEL PUBBLICO MINISTERO A EUROJUST ........................................ 12

COSA DEVE ESSERE COMUNICATO AL MEMBRO NAZIONALE DI EUROJUST .............. 13

I POTERI DEL MEMBRO NAZIONALE DI EUROJUST IN TERRITORIO NAZIONALE ........... 14

I CONTATTI DEL MEMBRO NAZIONALE CON LE AUTORITÀ STRANIERE .................... 16

L’INTERSCAMBIO DI INFORMAZIONE E LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI ............. 16

I CORRISPONDENTI NAZIONALI ........................................................................ 17

COME CONTATTARE IL MEMBRO NAZIONALE A EUROJUST ..................................... 18

RIFERIMENTI DELLA RAPPRESENTANZA ITALIANA A EUROJUST .............................. 18

LEGISLAZIONE RILEVANTE ................................................................................ 18

LA RICHIESTA DI ASSISTENZA GIUDIZIARIA INTERNAZIONALE ............................. 21

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NOTA INTRODUTTIVAL’istituzione di Eurojust come organo dell’Unione europea nel settore della cooperazione giudiziaria in materia penale, costituisce non solo un importante tassello nella prospettiva del perseguimento dell’obiettivo della costruzione di quello spazio di libertà, sicurezza e giustizia stabilito nei Trattati, ma una delle più originali costruzioni concepite dal legislatore europeo nelle materie di Terzo Pilastro.

Lo sviluppo di nuove forme di criminalità, grave e organizzata, di dimensioni transnazionali, potenziata dall’abolizione delle frontiere, dall’utilizzo di enormi risorse finanziarie e dalle comunicazioni in rete, ha posto i sistemi penali nazionali sotto forte pressione, rendendo evidente l’inadeguatezza della reazione isolata. Le diverse modalità di tempo e di luogo, che caratterizzano l’attività criminale transnazionale, determinano particolari difficoltà investigative e pongono l’esigenza del coordinamento delle indagini penali nazionali oltre che problemi di individuazione della giurisdizione.

Sono oggi unanimemente riconosciute l’insufficienza della cooperazione classica e l’urgenza di risposte di nuovo tipo. Molteplici sono state le iniziative, in ambiti diversi, in un’epoca in cui la globalizzazione si impone come chiave di lettura per la comprensione dei fenomeni criminali.

L’evoluzione della giustizia penale internazionale ha fatto registrare l’apparizione di nuovi attori, a partire dagli inizi degli anni novanta, legittimati a perseguire i crimini di guerra, i crimini contro la pace e l’umanità e il genocidio. Giurisdizioni nazionali e internazionali concorrono in questo campo, in una logica di complementarietà. Il terrorismo internazionale è emerso come priorità assoluta, ma la competenza a perseguire e giudicare, similmente a quanto accade per le più svariate forme di criminalità transfrontaliera, persiste come funzione propria degli Stati. Le risposte si sono ottenute grazie al rafforzamento della cooperazione interstatuale, attraverso misure pratiche di natura istituzionale in rapporto diretto con il grado di integrazione e di mutua fiducia che ispirano le relazioni tra Stati. L’Unione europea, basata sull’ «Europa di Strasburgo», costituisce in questa materia un caso singolare a livello mondiale.

È in questo contesto che si spiega la creazione di Eurojust (2002), nella sequenza di un lungo percorso, in cui si stagliano la definizione di un quadro comune per lo scambio di magistrati di collegamento (1996) e la creazione di una rete giudiziaria europea (1998) e in cui si profilano ora altri, importanti sviluppi conseguenti al rafforzamento

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EUROJUST

dell’organismo, determinato dall’adozione della Decisione 2009/426/GAI del Consiglio del 16 dicembre 2008.

Eurojust costituisce un organo sui generis che non si identifica con nessuno degli attori tradizionali dei sistemi della giustizia penale. Anche se con le esitazioni riconducibili alla paura della «perdita di sovranità», i governi e le amministrazioni hanno cominciato a ritirarsi dalla scena, trasferendo la cooperazione giudiziaria sotto la responsabilità, tendenzialmente esclusiva, delle autorità giudiziarie, in un quadro modellato sul principio dell’autonomia, del contatto diretto e della mutua fiducia.

Il coordinamento è diventato il concetto chiave della cooperazione giudiziaria nel campo della lotta al crimine organizzato di natura transnazionale. La potestà punitiva rimane compito riservato alle giurisdizioni nazionali; ma nel mondo attuale, nessuna autorità nazionale, agendo isolatamente, è in condizione di contrastare in maniera adeguata fenomeni criminali senza frontiere. All’organizzazione e all’internazionalizzazione del crimine bisogna rispondere con altrettanta organizzazione e internazionalizzazione dei mezzi.

L’idea madre che ispira la creazione di Eurojust è, dunque, l’idea del coordinamento. Le autorità nazionali degli Stati membri devono coordinarsi tra di loro ed Eurojust nasce come facilitatore e interface necessario, con l’obiettivo di rafforzare l’efficienza dei sistemi penali nazionali, modellati su criteri di competenza territoriale frammentati e diversi, malgrado le loro differenze e nel rispetto delle stesse.

Nata per intervenire in un’area prevalentemente inerente alle funzioni svolte dal Pubblico Ministero, Eurojust, nella sua componente nazionale, si inserisce nell’ordinamento italiano attraverso le norme della legge n. 41 del 14 marzo 2005, che definiscono anche lo status e i poteri attuali del Membro Nazionale, peraltro recentemente rafforzati dalla Decisione 2009/426/GAI del Consiglio del 16 dicembre 2008. La funzione del Membro Nazionale di Eurojust appare integrare, col suo servizio di assistenza e supporto previsto dall’art. 5 della legge 41/2005, una funzione del Pubblico Ministero.

Ma la novità dell’istituto e l’ancora incompleta diffusione delle sue potenzialità operative e strutturali, non facilitano l’affermarsi della posizione e del ruolo di Eurojust, che tende tuttora ad essere vista come un’entità estranea alla realtà del lavoro quotidiano del Pubblico Ministero ed alla sua professionalità.

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Al contrario, i casi sin qui trattati dalla rappresentanza italiana, dimostrano che ove il ricorso all’organismo è stato praticato, un sicuro valore aggiunto è stato ottenuto per il procedimento nazionale in termini di sua efficacia complessiva. Ovviamente il percorso è ancora lungo, ed in esso un sicuro ruolo è riservato alle autorità giudiziarie nazionali.

Questa piccola guida non ha altra pretesa se non quella, in termini schematici, di consentire una informazione di ordine pratico, su Eurojust e sul modo in cui si potrà ottenere il supporto dell’organismo europeo nell’ambito di indagini, sempre più frequenti, di dimensioni transnazionali. La sua divulgazione in occasione della realizzazione del Salone della Giustizia di Rimini (3-6 dicembre 2009) gli conferisce particolare valore simbolico, sottolineando l’inizio di una nuova era di sinergie istituzionali.

Carmen ManfreddaMembro Nazionale Italiano f.f. a Eurojust

Filippo SpieziaSostituto del Membro Nazionale

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ChE COSA è EUROJUST: qUADRO NORmATIVO DI RIfERImENTO

Eurojust - Unità Europea di Cooperazione Giudiziaria — è un organo dell’Unione europea dotato di personalità giuridica con sede all’Aia, in Olanda.

Eurojust è stata creata con Decisione del Consiglio 2002/187/GAI del 28 febbraio 2002, adottata sulla base degli articoli 31 e 34 del Trattato dell’Unione europea, con l’obiettivo di stimolare e migliorare il coordinamento e la cooperazione tra le autorità giudiziarie competenti degli Stati membri al fine di rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità.

La Decisione 2009/426/GAI del Consiglio del 16 dicembre 2008 ha inteso rafforzare ulteriormente l’efficacia operativa di Eurojust sulla base dell’esperienza maturata dall’organismo.

La Legge Italiana n. 41 del 14 marzo 2005, stabilisce le disposizioni per l’attuazione della Decisione 2002/187/GAI che istituisce Eurojust, regolando anche lo statuto e i poteri del Membro Nazionale.

EUROJUST

Vicepresidente Raivo Sepp, Presidente José Luís Lopes da Mota, Vicepresidente Michèle Coninsx

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La legislazione nazionale negli Stati membri dovrà essere conformata alla Decisione 2009/426/GAI quanto prima e, in ogni caso, entro il 4 giugno 2011.

Eurojust, nel fornire la propria assistenza, opera nel rispetto delle normative già esistenti nel settore della cooperazione e alle quali sono vincolate le autorità nazionali.Si ricordano di seguito, al di là degli accordi bilaterali in vigore tra gli Stati membri, le Convenzioni nella cui cornice le autorità nazionali agiscono.

Esse costituiscono la base giuridica per la richiesta di assistenza alle autorità di un altro Stato membro e ad esse l’autorità richiedente deve necessariamente fare riferimento quando inoltra le richieste di assistenza:

• la Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale approvata dal Consiglio d’Europa nel 1959, ratificata dall’Italia con la legge 23 febbraio 1961 n. 215;

• la Convenzione sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato del 1990, ratificata dall’Italia con la legge 9 agosto 1993 n. 328, in base alla quale sono previsti obblighi di assistenza per le parti contraenti che, dallo scambio — anche spontaneo — di informazioni, possono arrivare all’adozione di misure provvisorie ovvero alla confisca di beni che si assumono essere oggetto del riciclaggio;

• l’art. 53 della Convenzione di applicazione della Convenzione di Schengen (CAAS), che consente rapporti diretti tra le autorità giudiziarie nazionali; ratificata dall’Italia con la legge del 30 agosto 1993 n. 388;

• la Convenzione ONU del 2000 sul crimine organizzato, con i suoi tre Protocolli addizionali sulla tratta, sul traffico di migranti e sul traffico di armi. Trattasi di strumenti a carattere universale, dal molteplice contenuto e che prevedono anche meccanismi di cooperazione giudiziaria nelle fattispecie di reato previste dai testi convenzionali quando presentino il carattere della transnazionalità. La Convenzione madre, con i suoi protocolli, è stata ratificata dall’Italia con la legge n. 146 del 2006;

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• la Decisione quadro 2002/584/GAI che introduce il mandato d’arresto europeo e si sostituisce alla Convenzione di estradizione del 1957 tra gli Stati membri dell’Unione europea che prevede, al di là delle consuete forme di assistenza che Eurojust può fornire in occasione dell’esecuzione di mandati d’arresto europei, alcune particolari ipotesi in cui Eurojust può essere chiamato a intervenire. La Decisione quadro sul mandato d’arresto europeo è stata attuata nell’ordinamento italiano con la legge n. 69 del 22 aprile 2005;

• la Convenzione del 29 maggio 2000 in materia di mutua assistenza penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, che prevede una disciplina innovativa che consente l’istituzione di squadre investigative comuni e operazioni di infiltrazione; essa disciplina inoltre l’acquisizione tramite videoconferenza e conversazione telefonica, nonché le intercettazioni da svolgersi contemporaneamente in più Paesi (la Convenzione non è stata ancora ratificata dall’Italia);

• la Convenzione di Budapest sulla criminalità informatica, aperta alla firma il 21 novembre 2001 e ratificata dall’Italia con la legge 18 marzo 2008 n. 48;

• la Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, aperta alla firma a Varsavia il 16 maggio 2005. Questa convenzione, entrata in vigore nel 2008 per gli Stati che l’hanno ratificata, rappresenta il primo strumento internazionale per la prevenzione e il controllo del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Il testo mette in evidenza che il veloce accesso alle informazioni relative ai finanziamenti o alle risorse delle organizzazioni criminali, compresi i gruppi terroristici, è fondamentale per il successo delle misure preventive e repressive e, in ultima analisi, rappresenta il modo migliore per destabilizzare le attività di queste organizzazioni.

• la Convenzione PIF (protezione interessi finanziari dell’Unione europea) elaborata in base all’art. K3 del Trattato sull’Unione europea con i suoi due Protocolli. L’Italia ha ratificato i menzionati strumenti. In particolare, da ultimo con la legge del 4 agosto 2008, è stata data ratifica ed esecuzione del secondo Protocollo alla Convenzione relativa alla tutela degli interessi finanziari, fatto a Bruxelles il 19 giugno 1997.

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LA COmpOSIzIONE

Eurojust è costituita da 27 Membri Nazionali, distaccati da ciascuno degli Stati Membri dell’Unione europea in conformità del proprio ordinamento giuridico, con qualità di magistrato del Pubblico Ministero, giudice o funzionario di polizia con pari prerogative.

I Membri Nazionali sono coadiuvati da uno o più aggiunti o assistenti, dovendo ogni Stato stabilire ed assicurare un contributo continuo ed efficace ad Eurojust nel raggiungimento dei suoi obiettivi.

Il luogo normale di lavoro è presso la sede di Eurojust.

Eurojust dispone di un segretariato diretto da un direttore amministrativo.

LA RAppRESENTANzA NAzIONALE

L’incarico di Membro Nazionale per l’Italia è esercitato da un giudice o da un magistrato del Pubblico Ministero, con almeno vent’anni di anzianità di servizio, nominato con decreto del Ministro della Giustizia, acquisite le valutazioni del Consiglio Superiore della Magistratura. Il Membro Nazionale è collocato fuori del ruolo organico della magistratura.

Gli assistenti del Membro Nazionale sono nominati, in numero complessivo non superiore a tre, con decreto del Ministro della Giustizia, secondo la medesima procedura prevista per il Membro Nazionale, tra i giudici o i magistrati del Pubblico Ministero con qualifica almeno di magistrato di tribunale. Essi possono altresì essere nominati tra i dirigenti dell’amministrazione della giustizia. Gli assistenti sono collocati fuori dai rispettivi ruoli organici. Uno degli assistenti, purchè giudice o magistrato del Pubblico Ministero, può sostituire il Membro Nazionale nell’esercizio delle sue funzioni.

Il Ministro della Giustizia, può, per il tramite del Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia, indirizzare al Membro Nazionale direttive per l’esercizio delle sue funzioni.

Attualmente il Desk italiano ad Eurojust è composto da:

• Dott.ssa Carmen Manfredda, Membro Nazionale f.f. • Dott. Filippo Spiezia, Sostituto del Membro Nazionale• Dott. Cristiano Ripoli, Esperto Nazionale Distaccato• Sig.ra Anna Maria Petrucci, Segretaria

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GLI OBIETTIVI

Costituiscono obiettivi di Eurojust, secondo quanto stabilito all’art. 3 della Decisione istitutiva:

• Migliorare, stimolare e promuovere il coordinamento tra le autorità giudiziarie nazionali:

— Nell’ambito di indagini e azioni penali concernenti due o più Stati membri dell’Unione europea;

— Di sua iniziativa o dietro sollecitazione delle autorità competenti, tenendo conto delle richieste di queste ultime, così come di qualsiasi informazione proveniente da organi competenti nell’ambito dell’Unione europea (Rete Giudiziaria Europea, Europol e OLAF).

• Migliorare la cooperazione giudiziaria:

— Tra le autorità nazionali competenti di due o più Stati membri;

— Facilitando la cooperazione in generale, nelle sue varie modalità e, in particolare, agevolando l’esecuzione delle richieste e decisioni anche con riferimento agli strumenti che applicano il principio del riconoscimento reciproco.

• Assistere altrimenti le autorità nazionali:

— Per rafforzare l’efficacia delle loro indagini e azioni penali nei casi in cui siano coinvolti due o più Stati Membri;

— Nella cooperazione con Stati non membri dell’Unione europea, mediante accordo approvato dal Consiglio (fino ad oggi Eurojust ha stipulato accordi con la Norvegia, gli Stati Uniti d’America e la Macedonia) o se tale sostegno rivesta un interesse essenziale;

— Nella cooperazione tra Stati Membri e la Commissione per quanto riguarda casi concernenti crimini che ledono gli interessi finanziari della Comunità Europea.

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LA COmpETENzA

Eurojust può operare in tutti i casi di criminalità grave ed organizzata, in particolare per tutte le forme di criminalità e i reati per i quali Europol è competente ad agire in qualsiasi momento.

In sintesi, Eurojust ha competenza in relazione a:

• Organizzazioni criminali e terrorismo;• Traffico di esseri umani, armi, droga, organi e tessuti, veicoli, documenti

amministrativi, beni culturali e specie animali e vegetali minacciate;• Crimini contro minori;• Corruzione, frode e reati contro gli interessi finanziari della Comunità;• Reati di immigrazione clandestina;• Omicidio volontario, lesioni personali gravi, rapimento, sequestro, presa di ostaggi,

razzismo e xenofobia;• Furto, truffa ed estorsione;• Contraffazione e falsificazione di moneta, di mezzi di pagamento e di documenti

amministrativi;• Criminalità informatica;• Criminalità ambientale;• Riciclaggio di danaro e dei proventi di reato;• Reati connessi ai precedenti;• Altri tipi di reato, di natura transnazionale, su richiesta delle autorità degli Stati

Membri.

IL fUNzIONAmENTO

Le attività di Eurojust finalizzate al conseguimento dei propri obiettivi possono essere così elencate, sulla base delle attribuzioni conferite dagli artt. 6 e 7 della Decisione istitutiva al Membro Nazionale ed al Collegio:

1) Impulso e coordinamento delle attività d’indagine tra le autorità giudiziarie nazionali degli Stati membri;

2) Agevolazione delle iniziative di cooperazione giudiziaria o assistenza diretta a quelle attività;

3) Prestazione di varie forme di collaborazione per la concreta gestione dei rapporti di cooperazione, per l’esecuzione delle domande di estradizione o di rogatoria, anche mediante l’organizzazione di «tavoli di lavoro comuni».

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In particolare, Eurojust:

1) promuove lo scambio d’informazioni e l’analisi dei dati provenienti da indagini condotte in diversi Stati, con funzione di impulso per le autorità nazionali interessate al caso;

2) favorisce l’esecuzione coordinata di più atti di indagine da compiersi contemporaneamente in più paesi;

3) facilita e velocizza l’esecuzione di richieste di assistenza giudiziaria (effettuate attraverso rogatoria) per acquisire le fonti di prova necessarie ai fini dei procedimenti in corso in uno Stato membro;

4) si adopera per identificare e risolvere questioni giuridiche e problemi di carattere materiale che sorgono nelle attività investigative transnazionali;

5) promuove la risoluzione di problemi legati ad investigazioni concorrenti anche ai fini di prevenire la formazione di bis in idem;

6) promuove l’individuazione di contatti in Paesi terzi al fine di rendere più agevole la cooperazione.

7) individua eventuali questioni giuridiche e problemi legali attraverso la promozione delle c.d. buone prassi, con le quali si intende facilitare la raccolta di elementi di prova che possono successivamente essere acquisti in giudizio.

Eurojust agisce per il tramite di uno o più Membri Nazionali e collegialmente.

Nel primo caso può farlo:

• su richiesta delle autorità nazionali; o• per iniziativa propria dei Membri Nazionali.

Collegialmente può intervenire:

• Su richiesta dei Membri Nazionali;• Su indagini o procedimenti con incidenza a livello dell’Unione europea o che

possano riguardare altri Stati oltre a quelli direttamente coinvolti;• Per occuparsi di questioni di ambito generale; • Ogni volta che sia necessaria una decisione del Collegio, in particolare in materia

di organizzazione, amministrazione, bilancio e protezione di dati.

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Eurojust può fare richieste affinché:

• Sia avviata un’indagine o azione penale per fatti precisi;• Le autorità di due o più Stati membri si coordinino tra loro;• Le autorità di uno Stato membro riconoscano che le autorità di un altro si trovano

in una posizione migliore per iniziare un’indagine o esercitare l’azione penale per fatti precisi;

• Siano costituite squadre investigative comuni;• Siano fornite le informazioni necessarie all’esercizio delle sue funzioni.

Inoltre:

• Assicura l’informazione reciproca tra autorità nazionali;• Supporta la cooperazione e assicura il coordinamento tra autorità nazionali;• Coopera con la Rete Giudiziaria Europea;• Coopera con Europol;• Coopera con l’Organismo Europeo di Lotta Anti-Frode (OLAF) della Commissione,

in materie che siano in relazione con la criminalità che leda gli interessi finanziari della Comunità;

• Può ricevere e trasmettere richieste di assistenza giudiziaria emesse dalle autorità nazionali per ottenere la loro esecuzione coordinata;

• Fornisce sostegno logistico, in particolare promuovendo ed organizzando riunioni di coordinamento tra le autorità nazionali competenti ed assicurando, se del caso, la traduzione e l’interpretazione.

A ChI SONO DIRETTE LE RIChIESTE DI EUROJUST

Al fine del conseguimento degli obiettivi di Eurojust, il Membro Nazionale può stabilire contatti diretti con le autorità giudiziarie competenti:

• Richiedendo e scambiando, anche in deroga al divieto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura penale, informazioni scritte in ordine a procedimenti penali e al contenuto di atti degli stessi;

• Accedendo alle informazioni contenute nel casellario giudiziale, nel casellario dei carichi pendenti, nell’anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e nell’anagrafe dei carichi pendenti degli illeciti amministrativi dipendenti da reato, nei registri delle notizie di reato e negli altri registri istituiti presso gli uffici giudiziari e in ogni altro pubblico registro.

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LE RIChIESTE DEL pUbbLICO mINISTERO A EUROJUST

Le richieste a Eurojust sono dirette al Membro Nazionale.

Il Pubblico Ministero può sollecitare a Eurojust tutto il tipo di appoggio che ritenga necessario in materia di cooperazione giudiziaria penale, nell’ambito delle sue competenze.

La Decisione 2009/426/GAI del Consiglio del 16 dicembre 2008 prevede l’istituzione all’interno di Eurojust di un coordinamento permanente che consenta all’organismo di essere continuamente disponibile per ricevere e gestire le richieste e intervenire in casi urgenti, e la conseguente costituzione, in ciascuno Stato membro, di un «sistema di coordinamento nazionale Eurojust».

In determinate situazioni il Membro Nazionale può agire soltanto attraverso richiesta, e ciò accade nei seguenti casi:

• Riguardo a situazioni che abbiano relazione con forme di criminalità grave non specificate nella Decisione Europol e nella Decisione Eurojust;

• Cooperazione con Stati terzi;

• Cooperazione con la Commissione Europea (OLAF);

• Sostegno nel coordinamento con le autorità straniere;

• Trasmissione di richieste di assistenza giudiziaria che abbiano bisogno di esecuzione coordinata;

• Sostegno nella preparazione, integrazione ed esecuzione di lettere rogatorie.

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COSA DEVE ESSERE COmUNICATO AL MEmbRO nAzIONALE DI EUROJUST

Oltre alle comunicazioni specifiche in materie che siano in relazione con l’esecuzione del mandato di arresto europeo ed il terrorismo e di quelle che gli siano sollecitate, il Pubblico Ministero competente deve informare il Membro Nazionale:

• dei casi riguardanti le indagini ed i procedimenti per tipi di criminalità e reati che rientrano nella sfera di competenza di Eurojust, nei casi in cui le indagini coinvolgano due o più Stati membri dell’Unione europea o un Paese terzo o la Comunità (art. 7 u.c. legge n. 41 del 2005);

La Decisione 2009/426/GAI modifica la disciplina dello scambio di informazioni, favorendo tale scambio e rendendolo in taluni casi obbligatorio e sistematico.

Il Membro Nazionale di Eurojust, con l’attuazione della nuova Decisione, dovrà essere prontamente informato dalle competenti autorità nazionali quando si verifichi una delle seguenti condizioni:

1) il reato rientri nell’elenco di cui all’art. 13 della Decisione modificata (tratta di esseri umani, sfruttamento sessuale di minori e pornografia infantile, traffico di stupefacenti, traffico di armi da fuoco, corruzione, etc.;

2) vi siano indicazioni concrete del coinvolgimento di un’organizzazione criminale;3) vi siano indicazioni concrete secondo le quali il caso può avere una grave

dimensione transnazionale.

Inoltre, gli Stati membri saranno tenuti ad informare i Rappresentanti Nazionali circa l’istituzione di una squadra investigativa comune, dei casi di conflitti di giurisdizione o consegne controllate e in merito a ricorrenti rifiuti o difficoltà in ordine all’esecuzione di richieste in materia di cooperazione giudiziaria.

Il Membro Nazionale di Eurojust è sottoposto alle regole processuali riguardanti il segreto di giustizia e alle norme statutarie in materia di protezione dei dati.

Sul mandato di arresto europeo

Eurojust è dotata di competenze riguardanti la cooperazione giudiziaria in materia penale tra gli Stati Membri dell’Unione europea che mirano ugualmente a stimolare ed a promuovere il coordinamento, a facilitare la cooperazione ed a supportare le autorità nazionali per quanto riguarda l’esecuzione dei mandati di arresto europei.

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EUROJUST

Inoltre, il regime giuridico del mandato di arresto europeo prevede l’intervento di Eurojust in due situazioni:

• Su richiesta delle autorità di esecuzione di uno Stato membro, in caso di richieste concorrenti riguardanti la medesima persona;

• Quando si verifichino ritardi sui termini dell’esecuzione, ipotesi in cui tale fatto e rispettive ragioni devono essere comunicate ad Eurojust tramite il Membro Nazionale.

In materia di terrorismo

Secondo la Decisione 2005/671/GAI del Consiglio dell’Unione europea, del 20 settembre 2005, riguardante lo scambio di informazioni e la cooperazione in materia di terrorismo, il corrispondente nazionale di Eurojust in materia di terrorismo ha accesso a tutte le informazioni che riguardino processi penali e condanne per reati di terrorismo e procede ad inoltrarle a Eurojust.

Le comunicazioni ad Eurojust devono avere, come minimo, il seguente contenuto:

• i dati che identificano la persona, il gruppo o l’ente che è oggetto di indagini o processi penali;

• i reati commessi e le circostanze specifiche;• informazioni sulle condanne passate in giudicato per reati di terrorismo e le

circostanze specifiche delle violazioni;• le relazioni con altri processi connessi;• le richieste di assistenza giudiziaria, incluse le lettere rogatorie, che siano state

inviate ad un altro Stato membro o presentate da un altro Stato membro, così come i suoi risultati.

Le funzioni di corrispondente nazionale di Eurojust per le materie relative al terrorismo sono attribuite alle Procure della Repubblica sede delle Direzioni Distrettuali Antimafia.

I pOTERI DEL MEmbRO nAzIONALE DI EUROJUST IN TERRITORIO NAzIONALE

Il Membro Nazionale di Eurojust esercita, in territorio nazionale, le competenze funzionali previste nella decisione Eurojust (vd. supra) e nella Legge n. 41/2005 del 14 marzo.

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Questa legge conformemente a quanto stabilito nella Decisione Eurojust conferisce al Membro Nazionale i seguenti poteri specifici, grazie ai quali:

• Può chiedere alle autorità giudiziarie competenti di valutare se:

1) avviare un’indagine o esercitare un’azione penale per fatti determinati;

2) dare appoggio alla preparazione, accompagnamento ed esecuzione di lettere rogatorie;

3) porre in essere un coordinamento con le autorità interessate;

4) istituire una squadra investigativa comune.

• Assicura l’informazione reciproca fra le autorità competenti degli Stati interessati ad indagini o azioni penali di cui Eurojust ha conoscenza;

• Assiste le autorità nazionali e quelle degli altri Stati membri per garantire un coordinamento ottimale delle indagini e delle azioni penali anche mediante l’organizzazione di riunioni di coordinamento;

• Presta assistenza per migliorare la cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri;

• Collabora con la Rete Giudiziaria Europea;

• Riceve dalle autorità giudiziarie e trasmette richieste di assistenza giudiziaria che riguardino le forme di criminalità e i reati di competenza di Eurojust che richiedano esecuzione coordinata;

• Presta sostegno, con l’accordo del collegio ed in condizioni particolari, anche nel caso in cui le indagini o le azioni penali interessino unicamente lo Stato italiano e un Paese terzo o lo Stato italiano e la Comunità;

• Partecipa, con funzioni di assistenza, alle attività di una squadra investigativa comune costituita conformemente agli strumenti della cooperazione;

La Decisione su Eurojust 2009/426/GAI prevede che l’autorità nazionale possa autorizzare o delegare il Membro Nazionale a:

1) emettere, completare o eseguire nel proprio Stato richieste e decisioni in materia di cooperazione giudiziaria;

2) disporre misure investigative ritenute necessarie durante una riunione di coordinamento organizzata da Eurojust per assistere le autorità nazionali competenti;

3) autorizzare e coordinare consegne controllate.

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La Decisione sopraindicata prevede inoltre il conferimento ai Membri Nazionali, «in casi urgenti», di poteri concernenti l’autorizzazione e il coordinamento di consegne controllate e l’esecuzione di richieste o decisioni di cooperazione giudiziaria in relazione allo Stato membro d’origine.

I CONTATTI DEL MEmbRO nAzIONALE CON LE AUTORITà STRANIERE

Il Membro Nazionale che si è messo in contatto con autorità di uno Stato diverso dal suo Stato d’origine, ai sensi del regolamento interno di Eurojust, ne informa senza indugio il Membro Nazionale di detto Stato precisando la natura dei contatti.

L’INTERSCAmbIO DI INfORmAzIONE E LA pROTEzIONE DEI DATI pERSONALI

Per poter esercitare le sue funzioni, Eurojust necessita di informazioni relative a persone e procedimenti penali solitamente protetti da segreto. Queste informazioni sono trasmesse, senza autorizzazione preliminare, ai Membri Nazionali, che hanno la facoltà di scambiarle tra loro e trasmetterle ad autorità di altri Stati membri.

L’interscambio di informazioni, così come i diritti delle persone i cui dati possono essere oggetto di trattamento, sono compresi in un regime di protezione di dati personali istituito dalla Decisione Eurojust e da misure di natura tecnica che ne garantiscono l’integrità, la qualità, la sicurezza e la confidenzialità.

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Questo regime è disciplinato nel regolamento interno relativo all’elaborazione e protezione di dati personali e al trattamento automatizzato di dati di carattere personale.

Le attività di Eurojust in materia di elaborazione di dati sono soggette alla supervisione di una autorità di controllo comune, organo collegiale indipendente composto da giudici o membri degli enti nazionali indipendenti di controllo dell’elaborazione di dati personali.

I CORRISpONDENTI NAzIONALI

Fermi restando i contatti diretti con le autorità giudiziarie competenti, i corrispondenti nazionali di Eurojust costituiscono punti di contatto privilegiati del Membro Nazionale.

La Legge 41/2005 designa quali corrispondenti nazionali, ciascuno rispetto alle proprie attribuzioni:

• L’ufficio II della Direzione generale della giustizia penale del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della Giustizia;

• La Direzione Nazionale Antimafia;

• Le Procure generali della Repubblica presso le corti di Appello.

Le funzioni di corrispondente nazionale per le materie concernenti il terrorismo, sono attribuite con circolare ministeriale del Ministero della Giustizia alle 27 Procure della Repubblica sede delle Direzioni Distrettuali Antimafia.

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COmE CONTATTARE IL MEmbRO nAzIONALE A EUROJUST

I contatti e le comunicazioni con Eurojust sono effettuati attraverso il Membro Nazionale e non necessitano di formalità speciali.

La rappresentanza italiana a Eurojust può essere contattata per lettera, fax, telefono o posta elettronica.

Eurojust agisce come agevolatore e promotore della cooperazione e del coordinamento direttamente tra le autorità competenti dei diversi Stati membri. Questo obiettivo può essere raggiungibile con un maggior grado di efficacia solamente con l’eliminazione di forme burocratiche di comunicazione, che garantisca interventi in tempo reale.

RIfERImENTI DELLA RAppRESENTANzA ITALIANA A EUROJUST

Tel.: +31 (0)70 412 5202E-mail: [email protected]

Dott.ssa Carmen MANFREDDAMembro Nazionale f.f.Tel.: +31 (0)70 412 5204Cell.: +31 (0)611 375 099E-mail: [email protected]

Dott. Filippo SPIEZIASostituto del Membro NazionaleTel.: +31 (0)70 412 5205Cell.: +31 (0)645 694 991E-mail: [email protected]

LEgISLAzIONE RILEVANTE

Eurojust

• Trattato dell’Unione europea (articoli nn. 29, 31 e 34).

• Decisione 2002/187/GAI del Consiglio del 28 febbraio 2002 che istituisce Eurojust per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità.

• Decisione del 13 dicembre 2003 relativa alla localizzazione della sede di Eurojust (2004/97/CE, Euratom)

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• Regolamento Interno di Eurojust (2002/C 286/01) del 22 novembre 2002.

• Regolamento Interno di Eurojust relativo all’elaborazione ed alla protezione di dati personali (JO C 68, 19 marzo 2005).

• Legge 41/2005, del 14 marzo 2005 — Disposizioni per l’attuazione della decisione 2002/187/GAI del Consiglio dell’Unione europea del 28 febbraio 2002, che istituisce Eurojust per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità.

• Decisione 2009/426/GAI del Consiglio del 16 dicembre 2008 relativa al rafforzamento di Eurojust e che modifica la Decisione istitutiva di Eurojust 2002/187/GAI.

Europol

• Convenzione Europol — Ratifica: DPR 64/97 e RAR 60/97

• Protocollo del 30 novembre 2000: DPR 6/2002 e RAR 7/2002

• Protocollo del 27 novembre 2003: JO C 2, 6 gennaio 2004

• Decisione del Consiglio del 6 aprile 2009 che istituisce l’Ufficio europeo di polizia (Europol) (2009/371/GAI)

Strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale e nell’UE

• Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale approvata dal Consiglio d’Europa nel 1959, ratificata dall’Italia con legge 23 febbraio 1961 n. 15.

• Convenzione sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato del 1990, ratificata dall’Italia con la legge 9 agosto 1993 n. 328.

• L’art. 53 della Convenzione di applicazione della Convenzione di Schengen (CAAS), che consente rapporti diretti tra le autorità giudiziarie nazionali; ratificata dall’Italia con la legge del 30 agosto 1993 n. 388.

• Convenzione ONU del 2000 sul crimine organizzato, con i suoi Tre Protocolli. La Convenzione madre con i suoi Protocolli è stata ratificata dall’Italia con la legge 146 del 2006.

• Decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio del 13 giugno 2002 relativa al mandato di arresto europeo ed alle procedure di consegna tra gli Stati membri (JO L 190, 18.7.2002).

• Legge 69/2005 del 22 aprile 2005: disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio del 13 giugno 2002, relativa al mandato di arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri.

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• Convenzione del 29 maggio 2000 in materia di mutua assistenza penale tra gli Stati membri dell’Unione europea (la Convenzione non è stata ancora ratificata dall’Italia).

• Convenzione di Budapest sulla criminalità informatica, aperta alla firma il 21 novembre 2001 e ratificata dall’Italia con la legge 18 marzo 2008 n. 48.

• Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, aperta alla firma a Varsavia il 16 maggio 2005.

Interessi finanziari delle Comunità

• Convenzione PIF del 26 liglio 1995 e rispettivi Protocolli del 27 settembre 1996, 29 novembre 1996 e 19 giugno 1997 (protezione interessi finanziari dell’Unione europea). L’Italia ha ratificato i menzionati strumenti. In particolare, da ultimo con la legge 4 agosto 2008 n. 135 è stata data ratifica ed esecuzione del secondo Protocollo alla Convenzione relativa alla tutela degli interessi finanziari, fatto a Bruxelles il 19 giugno 1997.

Organismo Europeo di Lotta Anti-Frode (OLAF)

• Istituzione: Decisione 1999/352/CE, CECA, del 28 aprile 1999, JO L 136, 31 maggio 1999.

• Modalità di funzionamento: Regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, JO L 136, 31 maggio 1999, e Regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio, del 25 maggio 1999, JO L 136 del 31 maggio 1999.

Protezione dei dati personali

• Convenzione del Consiglio d’Europa del 1981 per la protezione delle persone in relazione al trattamento automatizzato di dati di carattere personale.

• Protocollo aggiuntivo alla Convezione, dell’8 novembre 2001.

Terrorismo

• Decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 sulla lotta contro il terrorismo (2002/475/GAI).

• Decisione 2005/671/GAI del Consiglio, del 20 settembre 2005, concernente lo scambio di informazioni e la cooperazione in materia di reati terroristici (L 253, 29.9.2005).

• Decisione quadro del Consiglio del 28 novembre 2008, che modifica la decisione quadro 2002/475/GAI sulla lotta contro il terrorismo (2008/919/GAI).

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mODULISTICA

LA RIChIESTA DI ASSISTENzA gIUDIzIARIA INTERNAzIONALE: SUggERImENTI pER LA SUA fORmULAzIONE ED UN pOSSIbILE SChEmA DI REDAzIONE In allegato al Vademecum si è ritenuto utile proporre un possibile schema(1) avente carattere assolutamente esemplificativo, per la formulazione di richiesta di assistenza in materia penale, da attivarsi sulla base della Convenzione europea di mutua assistenza del 29 aprile 1959. Tale Convenzione, infatti, costituisce per l’autorità giudiziaria italiana ancora il principale punto di riferimento normativo, da porre a base delle proprie rogatorie, stante la mancata ratifica di altri strumenti convenzionali, ed in particolare della Convenzione mutua assistenza penale tra gli Stati membri dell’UE del 29 maggio 2000. Naturalmente nei casi di criminalità organizzata, si suggerisce di tenere presente le indicazioni della Convenzione ONU di Palermo del 2000, ratificata dall’Italia con la legge 146 del 2006:

1) Indicazione dell’autorità giudiziaria richiesta e dello Stato di appartenenza:

È innanzitutto richiesta l’indicazione dell’autorità adita. Ai sensi dell’art. 15, primo par. della richiamata Convenzione, la rogatoria va indirizzata all’A.G. dello Stato richiesto. Peraltro le convenzioni prevedono che le autorità giudiziarie dei vari Stati non corrispondano tra loro direttamente (salvo il caso di urgenza di cui al punto n. 2), ma per il tramite di autorità centrali designate dagli Stati (per l’Italia il Ministero della Giustizia). Come è noto, per gli Stati dell’Unione europea, la comunicazione diretta è stata introdotta come regola base a partire dalla Convenzione applicativa degli Accordi di Schengen (art. 53) e tale previsione è stata ribadita dall’art. 6 della Convenzione sulla mutua assistenza penale tra gli Stati membri dell’UE del 29 maggio 2000, che sul punto sostituisce integralmente la precedente disposizione pattizia;

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(1) Il lettore va tuttavia avvertito che su sito della Rete europea dei punti di contatto, è reperibile

altro schema utile ai fini della richiesta di assistenza giudiziaria internazionale, unitamente ad una

lettera di trasmissione. Si è preferito inserire nel Vademecum lo schema riportato nel testo, in quanto

quello proposto dalla Rete è necessariamente più generico, dovendosi adattare alle possibili esigenze

di tutte le autorità giudiziarie dell’UE. Inoltre lo schema può ritenersi positivamente collaudato nella

prassi dei rapporti di cooperazione ad Eurojust.

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2) Indicazione dell’autorità richiedente e di tutti i suoi possibili recapiti (indirizzo, telefono, fax, posta elettronica)

Ai sensi degli artt. 2, 3 e 24 della Convenzione europea del 1959, l’autorità che formula la rogatoria è un’autorità giudiziaria dello Stato richiedente competente in materia penale, come tale definita da quest’ultimo con dichiarazione fatta ai sensi dell’art. 24 della medesima convenzione. L’Italia ha elencato le varie autorità giudiziarie nazionali (ordinarie e militari), nonché la Corte Costituzionale e la commissione parlamentare d’inchiesta. È molto utile, anche nella prospettiva dell’esecuzione della rogatoria, inserire tutti i dati di dettaglio dell’A.G. rogante (numeri di telefono, fax, indirizzo di posta elettronica).

3) Indicazione degli estremi del procedimento nel quale viene avanzata la richiesta e, se conosciute, l’identità e nazionalità della persona sottoposta al processo:

Quest’ultimo requisito è previsto dall’art. 14, lett. c della Convenzione del 1959 sopra richiamata.

4) La specificazione delle Convenzioni applicate, alle quali si fa riferimento nella formulazione della richiesta di assistenza giudiziaria:

In base alla ricordata Azione comune sulle buone prassi, gli Stati membri dell’UE si sono impegnati ad indicare nella rogatoria il trattato in base al quale questa è avanzata. Per i trattati multilaterali è necessario verificare vigenza tra le parti (ratifiche), riserve e dichiarazioni fatte, nonché la conclusione di accordi aggiuntivi bilaterali (per la CEAG, esistono con Austria, Germania e Svizzera) o multilaterali (per la CEAG, i protocolli del 1978 e del 2001, quest’ultimo tuttavia non ancora vigente per l’Italia e la Convenzione dell’UE del 2000, ancora non ratificata dall’Italia). Come già accennato, i testi delle principali Convenzioni sono anche disponibili sul sito della Rete giudiziaria europea, oltre che sul sito del Ministero della Giustizia e sui siti europei (della Commissione, del Consiglio, ecc.).

5) La qualificazione giuridica dei fatti con la indicazione ovvero allegazione del testo delle norme:

Ai sensi del combinato disposto dell’art. 1 e dell’art. 14, 2 par. della Convenzione europea di assistenza giudiziaria del 1959, l’assistenza è prestata in relazione a procedimenti riguardanti reati. È bene indicare tutte le fattispecie penali oggetto del procedimento, in quanto taluni Stati limitano l’utilizzabilità delle prove trasmesse ai soli fatti per i quali l’assistenza è concessa.

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6) La sintetica descrizione della vicenda processuale ovvero l’esposizione dei fatti per i quali si procede:

Il fine della disposizione di cui all’art. 14, 2 par. della CEAG è quello di consentire allo Stato richiesto di determinarsi sui presupposti per la concessione dell’assistenza, in particolare per la verifica della doppia incriminabilità, ove richiesta, il ne bis in idem, la natura politica o fiscale del reato, la pertinenza prima facie della richiesta che potrebbe non trovare accoglimento qualora ritenuta un fishing expedition. Si ricordi che la doppia incriminabilità non è condizione prevista dalla CEAG per la concessione dell’assistenza, fatta salva la facoltà di riserva prevista dall’art. 5 per perquisizioni e sequestri. Quanto al livello probatorio da portare alla cognizione dell’autorità adita, si consideri che l’autorità richiedente non deve provare la commissione del reato né produrre i mezzi di prova sui quali fonda la richiesta: è infatti principio generalmente accolto dalle convenzioni di mutua assistenza che i fatti indicati nella rogatoria vincolano lo Stato richiesto, il quale non deve né può verificarne la veridicità. Tale principio soffre talune importanti eccezioni, specie nei rapporti con gli Stati che si ispirano ai principi della common law.

7) L’oggetto della richiesta, la specificazione delle attività che si richiede siano compiute ed il rapporto di queste con i reati per cui si procede:

Trattasi del requisito previsto dall’art. 14, lett. b della CEAG. La domanda deve essere molto precisa e può riguardare l’acquisizione o la trasmissione di mezzi di prova. La persona nei cui confronti è rivolta la richiesta di indagini non deve necessariamente coincidere con l’inquisito o l’accusato nella procedura aperta nello Stato richiedente. È bene descrivere le attività richieste indipendentemente dal nomen iuris. Qualora si intenda procedere alla escussione di persone, è bene specificare le circostanze da richiedere mediante apposito capitolato di domande. In caso di perquisizione e sequestro è importante circostanziare la richiesta, in quanto alcuni Stati non accettano richieste sommarie, ma desiderano ottenere maggiori dettagli sui beni o documenti da ricercare e sequestrare. Qualora si intenda procedere ad accertamenti bancari, va poi precisato se già si dispone degli estremi del conto da verificare ovvero se l’oggetto della richiesta è finalizzato proprio ad identificare presso banche site all’estero i conti intestati o riconducibili ai soggetti di interesse investigativo. Va poi indicato il rapporto fra il procedimento estero e i provvedimenti richiesti. In caso di sequestro, è sufficiente di solito una relazione tra il bene da sequestrare e i reati per i quali l’autorità giudiziaria straniera sta procedendo. In ogni caso, l’esame della rilevanza e dell’idoneità dei mezzi di prova richiesti resta circoscritto ad un giudizio «prima facie e d’apparenza». Il principio della proporzionalità, accolto da alcuni ordinamenti, fa divieto di dar seguito a rogatorie dirette ad una ricerca indiscriminata di prove.

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8) Le modalità di esecuzione della richiesta e la indicazione delle persone eventualmente presenti all’esecuzione:

Ai sensi della Convenzione europea di assistenza giudiziaria del 1959, va specificato se sia possibile una esecuzione solo parziale della richiesta nonché la eventuale presenza di persone all’esecuzione. Ci si riferisce non solo alla autorità della Parte richiedente, che in taluni Stati può costituire motivo di ricorso avverso l’ammissibilità della rogatoria, nella misura in cui tale presenza comporti un’anticipata discovery delle informazioni, oggetto della rogatoria stessa, ma anche dei difensori dell’indagato, in caso di interrogatori. Quest’ultima presenza può essere particolarmente importante ai fini della successiva utilizzazione dell’atto compiuto all’estero nel procedimento italiano. È bene anche ricordare il disposto di cui all’art. 727 comma V bis c.p.p., a tenore del quale, quando, a norma di accordi internazionali, la domanda di assistenza giudiziaria può essere eseguita secondo le modalità previste nell’ordinamento dello Stato, l’autorità giudiziaria, nel formulare la domanda di assistenza, ne specifica la modalità indicando gli elementi necessari per l’utilizzazione processuale degli atti richiesti.

9) Le esigenze di riservatezza della domanda di assistenza giudiziaria:

Alcuni Stati informano la persona interessata del contenuto della rogatoria. Onde evitare una discovery anticipata sui fatti e circostanze indicate nella domanda, è sempre preferibile richiedere allo Stato di considerarla riservata, se sussiste in concreto, come spesso accade, tale esigenza.

10) La indicazione dei servizi giudiziari e di polizia coinvolti nelle attività investigative ovvero nella esecuzione all’estero di atti di indagine:

Vanno tenuti presente i vari organismi che possono essere associati all’esecuzione della rogatoria: si pensi ai magistrati di collegamento che per l’Italia sono stati distaccati a Parigi e anche in Spagna e Regno Unito, mentre nel nostro paese vi sono i rappresentanti di Francia, Spagna, Regno Unito e Romania. Un ruolo utile può essere svolto anche dagli ufficiali di collegamento (ovvero i funzionari dei Ministeri dell’Interno distaccati presso lo Stato straniero) e dai punti di contatto della Rete giudiziaria europea: la Rete opera all’interno dei Paesi dell’UE con la funzione di agevolare la cooperazione sia nella fase preliminare che in quella esecutiva. Per l’Italia sono punti di contatto i magistrati designati dalle Procure Generali presso la Corte d’Appello e quelli della D.N.A., limitatamente alle loro competenze. Può poi verificarsi il coinvolgimento dell’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode), competente nella protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea, nella lotta contro la frode, la corruzione e ogni altra forma di attività illegale, comprese quelle perpetrate in seno alle istituzioni europee, ovvero

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di Europol. Ovviamente importante ruolo potrà svolgere Eurojust, l’Unità di cooperazione giudiziaria permanente creata dall’UE, specie nei procedimenti aventi ad oggetto forme gravi di criminalità, in particolare di criminalità organizzata, connotate dal carattere della transnazionalità.

11) La lingua in cui va presentata la domanda:

L’art. 16 della CEAG non richiede la traduzione della domanda, salvo che lo Stato richiesto abbia fatto all’atto dell’adesione alla convenzione un’apposita dichiarazione contraria. Peraltro anche l’Italia ha fatto tale dichiarazione chiedendo la traduzione in inglese e francese delle domande ad essa dirette, talché gli Stati possono richiedere un regime di reciprocità. Per accelerare l’esecuzione della rogatoria, è comunque utile inviare anche il testo già tradotto nella lingua dello Stato ricevente.

12) L’indicazione delle ragioni d’urgenza:

È importante indicare quando sussistono ragioni d’urgenza nella esecuzione di tale rogatoria, evitando tuttavia di fornire una rappresentazione forzata di tale requisito, in assenza di reali condizioni legittimanti. L’urgenza può giustificare l’inoltro diretto della rogatoria all’A.G. competente dello Stato richiesto e va quindi motivata. Inoltre, in base all’Azione comune dell’UE del 29 giugno 1998 sulla buona prassi nell’assistenza giudiziaria in materia penale, gli Stati membri si sono impegnati a dar seguito alle domande contrassegnate come urgenti con priorità o almeno in modo non sfavorevole rispetto a quelle urgenti avanzate da proprie autorità. Nel caso concreto, l’urgenza potrà derivare dal termine indagini preliminari, da un pericolo d’inquinamento della prova, dalla dispersione delle relative fonti.

13) La sottoscrizione dell’autorità richiedente

La comunicazione al Membro nazionale di Eurojust ai sensi dell’art. 7 comma terzo, legge n. 41 del 2005.

Nella prima parte del Vademecum sono stati ampiamente esaminati i compiti di agevolazione e di supporto al coordinamento delle autorità giudiziarie nazionali che la Decisione 2002/187/GAI del 28 febbraio 2002 assegna ad Eurojust. La piena esplicazione di tale funzione di coordinamento sovranazionale esige una costante trasmissione, da parte delle autorità giudiziarie nazionali, delle informazioni sui procedimenti investigativi che hanno una dimensione transnazionale. L’imperfetta attuazione di tale relazione informativa può compromettere il successo e la operatività dell’organismo.

La nuova Decisione su Eurojust adottata il 16 dicembre 2008, prevede una serie di disposizioni volte ad incrementare lo sviluppo dei necessari flussi informativi tra il Membro Nazionale e le

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corrispondenti autorità giudiziarie, presupposto indispensabile per l’assolvimento della funzioni di coordinamento. Si tratta delle previsioni di cui al rinnovato art. 13 e quelle di cui all’art. 13 a).

Dal punto di vista del diritto nazionale, la legislazione interna si presenta sul punto piuttosto avanzata, avuto riguardo al meccanismo di cui al comma terzo dell’articolo 7 della legge n. 41 del 2005, secondo cui, ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui all’articolo 3 della Decisione, il Procuratore della Repubblica, quando procede ad indagini per talune delle forme di criminalità o dei reati di competenza di Eurojust di cui all’articolo 4 paragrafo 1 della Decisione, che coinvolgono almeno due Stati membri dell’Unione europea o un paese terzo — se con tale paese è stato concluso un accordo che instaura una cooperazione ai sensi dell’articolo 27 paragrafo 3 della Decisione — ne dà notizia al Membro Nazionale di Eurojust.

Si propone di seguito uno schema essenziale di comunicazione da fare al Membro Nazionale di Eurojust, in osservanza dell’evidenziata norma.

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Intestazione dell’ufficio giudiziario procedente(Procura della Repubblica presso il Tribunale di …….)

All’ufficio della rappresentanza italiana presso EurojustMaanweg 1742516 AB L’Aja

Paesi Bassi

Fax: +31704125201

Oggetto: comunicazione al Membro Nazionale di Eurojust ai sensi del comma terzo dell’articolo 7 della legge n. 41 del 2005

Questo ufficio del pubblico ministero sta procedendo nell’ambito del procedimento n. ..., iscritto in data .................., ad indagini nei confronti di: .................................... (inserire generalità principali indagati)

per i seguenti reati:

(inserire l’indicazione delle norme di legge relative ai reati per i quali si procede e, se possibile, un’indicazione assolutamente provvisoria dei fatti reato).

Il procedimento penale trovasi nella seguente fase .............................(specificare se il procedimento trovasi in fase di indagini preliminari o in fase diversa).

Nel corso delle indagini per talune delle forme di criminalità organizzata o comunque per i reati di competenza di Eurojust di cui all’articolo 4 della sua Decisione istitutiva, sono emersi una serie di elementi che denotano il possibile collegamento con indagini o comunque con il territorio di altri due Stati membri dell’Unione europea, o un paese terzo ..............................

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Occorre specificare in tal caso: 1) le circostanze di fatto che, dal punto di vista investigativo, evidenziano implicazioni sopranazionali dell’indagine;

2) gli Stati dell’Unione europea coinvolti ovvero gli Stati terzi;

Nel corso delle indagini sono già stati attuati (inserire se ne ricorrono le condizioni in concreto e se le circostanze sono note):

— contatti con le autorità giudiziarie straniere (per il tramite della Rete dei punti di contatto, dei magistrati di collegamento, dell’autorità centrale);

— contatti con le polizie straniere (per il tramite di Europol, di Interpol, ecc.);

— trasmissione della richiesta di assistenza giudiziaria al ………………….;

Tanto premesso, questo ufficio dà formale comunicazione al Membro Nazionale presso Eurojust, in adempimento dell’obbligo di cui all’art. 7 comma terzo legge 41 del 2005, delle indagini pendenti sopra descritte e sin d’ora chiede:

— l’attivazione dell’opportuno coordinamento con le competenti autorità giudiziarie nazionali dei seguenti Stati: ………………………….

— di ricevere comunque supporto, nell’agevolare l’esecuzione della rogatoria già inviata in data …………

— di ricevere conferma della ricezione della presente in vista dei successivi contatti, indicando sin d’ora tutti i propri recapiti utili (specificare numero fax, indirizzo di posta elettronica e recapiti telefonici, anche per contatti urgenti).

Firma e data di trasmissione

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