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Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
L’Unione Europea: 27 paesi, 500 milioni di abitanti, 268 regioni
3 paesi candidati:
-Turchia
- Croazia
- Macedonia
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Squilibri territoriali e sviluppo regionale
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Squilibri territoriali e sviluppo regionale
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Gli squilibri territoriali
in termini di
accessibilità
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Disoccupazione e PIL nelle regioni dell’Unione europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Regioni ammissibili
ai fondi strutturali per
obiettivo 2000-2006
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
1. Il 9 maggio 1950 la dichiarazione Schuman propone la
creazione di una Comunità europea del carbone e
dell'acciao (CECA), che si concretizza con il trattato di
Parigi del 18 aprile 1951.
Creando un mercato comune del carbone e
dell'acciaio, i sei paesi fondatori (Belgio, Repubblica
federale di Germania, Francia, Italia, Lussemburgo
e Paesi Bassi) intendono anzitutto garantire la pace
fra i vincitori e i vinti della Seconda guerra
mondiale, associandoli e inducendoli a cooperare in un
quadro istituzionale comune improntato al principio
dell'uguaglianza.
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
2. Con il trattato di Roma del 25 marzo 1957 i sei Stati
membri decidono di dar vita a una Comunità
economica europea (CEE) basata su un mercato
comune più ampio, comprendente tutta una serie di
beni e servizi.
I dazi doganali tra i sei paesi sono definitivamente
aboliti il 1° luglio 1968 e già negli anni Sessanta
vengono istituite politiche comuni, prime fra tutte la
politica agricola e quella commerciale.
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
3. Il primo allargamento, da sei a nove membri, avviene
nel 1973.
Danimarca, Irlanda e Regno Unito decidono di
aderire alla Comunità.. Ad esso si aggiungono
l'attuazione di nuove politiche in ambito sociale ed
ambientale e la creazione, nel 1975, del Fondo
europeo di sviluppo regionale (FESR).
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
4. Il 1 giugno del 1979 segna una tappa fondamentale
per la Comunità europea, con la prima elezione del
Parlamento europeo a suffragio universale diretto.
Queste elezioni si svolgono ogni cinque anni.
5. Nel 1981 entra a far parte delle Comunità la Grecia,
seguita dalla Spagna e dal Portogallo nel 1986. In
questo modo si rafforza la presenza della Comunità
nell'Europa meridionale e diventa necessario ampliare
i programmi di aiuto alle regioni.
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
6. Agli inizi degli anni Ottanta la recessione mondiale
alimenta una corrente di "europessimismo".
Nel 1985 la Commissione europea, allora presieduta
da Jacques Delors, pubblica un Libro bianco grazie al
quale si riaccendono nuove speranze.
La Comunità decide infatti di completare il mercato
interno entro il 1° gennaio 1993. Sancisce tale
ambizioso obiettivo l'Atto unico europeo, che viene
firmato nel febbraio 1986 ed entra in vigore il 1° luglio
1987.
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
7. L'assetto politico del continente subisce una radicale
trasformazione con la caduta del muro di Berlino nel
1989, la riunificazione tedesca nell'ottobre 1990, la
democratizzazione dei paesi dell'Europa centrale e
orientale liberatisi dal controllo sovietico e
l'implosione dell'Unione sovietica nel dicembre
1991. Gli Stati membri aprono i negoziati per elaborare
un nuovo trattato sull'Unione europea che il
Consiglio europeo, composto da capi di Stato e di
governo, adotta a Maastricht nel dicembre 1991. Il
trattato entra in vigore il 1° novembre 1993.
Integrando, nel sistema comunitario esistente, un
regime di cooperazione intergovernativa per alcuni
settori, il nuovo trattato crea l'Unione europea (UE).
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La riforma dell’Atto Unico Europeo (1987) e il Trattato di
Maastricht (1992) ridisegnano il ruolo della Comunità europea
nelle politiche di sviluppo con i seguenti tre passaggi:
• Riconoscimento della competenze comunitaria in materia
di sviluppo regionale;
• Creazione dei fondi strutturali (Fesr, Fse, Feaog, Fc) e
regionalizzazione della loro programmazione pluriennale;
• Più effettiva condivisione delle politiche regionali: ad
esempio con la Creazione del Comitato delle Regioni
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La riforma dei fondi strutturali (1988)
La definizione degli “obiettivi” di sviluppo regionale
Obiettivo 1: Sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni
in ritardo di sviluppo
Obiettivo 2: Riconversione delle regioni o delle parti di regioni
gravemente colpite dal declino dell’industria
Obiettivo 3: Lotta alla disoccupazione di lunga durata
Obiettivo 4: Reinserimento professionale dei giovani
Obiettivo 5a: Adeguamento delle strutture agricole
Obiettivo 5b: Sviluppo delle zone rurali
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
8. Il nuovo dinamismo europeo e l'evoluzione geopolitica del continente
portano altri tre paesi — Austria, Finlandia e Svezia — ad aderire
all'Unione europea il 1° gennaio 1995.
9. Nel 1999 viene introdotto l'euro per le transazioni finanziarie (non in
denaro), mentre le monete e le banconote vengono emesse tre anni
dopo nei dodici paesi dell'area dell'euro. I cittadini europei devono far
fronte alla globalizzazione. Le nuove tecnologie e il ricorso sempre più
diffuso a Internet trasformano l'economia, ma pongono anche delle sfide
a livello sociale e culturale. Nel marzo 2000 l'Unione europea adotta la
‘strategia di Lisbona’. L'obiettivo è quello di modernizzare l'economia
europea affinché sia in grado di competere sul mercato globale con
colossi come gli Stati Uniti o i paesi di recente industrializzazione.
La strategia di Lisbona presuppone che sia dato ampio spazio
all'innovazione e agli investimenti e che i sistemi d'istruzione europei
siano resi atti a rispondere alle esigenze della società dell'informazione.
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
10. L'Unione europea ha da poco raggiunto i 15 Stati membri quando
cominciano i preparativi per un nuovo allargamento senza precedenti .
Alla metà degli anni Novanta presentano domanda di adesione gli ex
paesi del blocco sovietico (Bulgaria, Polonia, Repubblica ceca,
Romania, Slovacchia e Ungheria), i tre Stati baltici dell'ex Unione
Sovietica (Estonia, Lettonia e Lituania), una repubblica dell'ex
Iugoslavia (Slovenia) e due paesi mediterranei (Cipro e Malta).
Spinta dal desiderio di stabilità sul continente e dall'impulso di estendere
a tali giovani democrazie i benefici dell'unificazione europea, l'UE
accoglie favorevolmente queste candidature. I negoziati per le future
adesioni prendono avvio nel dicembre 1997. Il 1° maggio 2004 dieci dei
dodici paesi candidati entrano a far parte dell'Unione europea, che
diventa così un'Unione a 25.
Seguono la Bulgaria e la Romania il 1° gennaio 2007.
Le tappe fondamentali dell’Unione Europea
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
I tre “consigli”
Il Consiglio europeo
Il Consiglio è costituito dai capi di Stato e di governo (vale a dire i presidenti e/o i
primi ministri) di tutti i paesi dell’UE, più il presidente della Commissione europea.
Il Consiglio europeo si riunisce, di norma, quattro volte all’anno per concordare la
politica globale dell’UE ed esaminare i progressi realizzati. È il più importante
organo politico dell’Unione europea ed è per questo che le sue riunioni sono
spesso chiamate «vertici».
Il Consiglio dell’Unione europea
Precedentemente noto come Consiglio dei ministri, l’istituzione consiste nei
ministri dei governi di tutti i paesi dell’UE. Il Consiglio si riunisce periodicamente
per prendere decisioni articolate e per approvare leggi europee.
Il Consiglio d’Europa
Tale organo non è un’istituzione dell’UE. È un’organizzazione intergovernativa
che si pone, tra l’altro, l’obiettivo di tutelare i diritti umani, di promuovere la
diversità culturale dell’Europa e di combattere problemi sociali come il
pregiudizio razziale e l’intolleranza. Fanno parte del Consiglio 45 Stati, tra cui i
27 paesi membri dell’UE. La sede è il Palais de l’Europe a Strasburgo (Francia).
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il processo legislativo:la codecisione
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il parlamento europeo: la voce dei cittadini europei
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il consiglio dell’unione europea: la voce degli stati membri
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La Corte di giustizia europea: la tutela del diritto
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La Corte dei conti europea: che fine fanno i soldi?
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il significato di “governance”
È un termine che nasce in ambito anglosassone in
contrapposizione al termine “government”, assimilabile al nostro
“governo”.
La governance designa un modello di formulazione e gestione
delle politiche pubbliche che si caratterizza per:
• un più ridotto ruolo dello Stato in quanto unico attore
competente sulle questioni dello sviluppo
• una riduzione degli atteggiamenti autoritativi a favore di quelli
concertativi, negoziali, contrattuali
• la scomposizione dei ruoli propositivi e gestionali nelle
politiche pubbliche in un numero alto di attori pubblici e
l’ingresso di soggetti privati.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il significato di “governance multi-livello”
Il ruolo centrale dello Stato quale principale soggetto
interlocutore nelle politiche pubbliche viene progressivamente
sostituito da un sistema di livelli di governo con precise
competenze nel campo delle politiche di sviluppo, nel governo
del territorio, etc.
Accanto allo Stato, che conserva comunque poteri normativi e di
indirizzo, assumono rilevanza i seguenti tre livelli:
• il livello comunitario (Unione europea)
• il livello regionale
• il livello locale (comunale e comprensoriale)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La “governance multi-livello”
Livello comunitario (Unione europea)
Livello regionale
Livello provinciale
Livello locale (comunale e intercomunale)
Stato
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il livello comunitario
I campi di azione dell’Unione europea rispetto alle istituzioni
di livello inferiore si articolano come segue:
• Regolamenti, Direttive, Decisioni, Raccomandazioni
(rapporto Unione europea – Stato nazionale)
• Politica Regionale
(rapporto Unione europea – Regioni)
• Iniziative Comunitarie
(rapporto Unione europea – Regioni ed Enti locali)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il rapporto normativo tra Unione europea e Stato nazionale
Regolamenti
Destinatari sono tutti i soggetti giuridici comunitari, Stati membri e persone
fisiche e giuridiche. Il regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi: le
norme che esso pone in essere sono destinate a disciplinare la materia e
vanno osservate come tali dai destinatari.
Decisioni
Vincolano i singoli destinatari (un paese UE o una impresa privata) ed è
direttamente applicabile
Direttive
Vincolano gli ordinamenti giuridici degli stati membri in alcune materie.
Impongono ai destinatari un obbligo di risultato, lasciando alla loro
discrezione la scelta dei mezzi.
Raccomandazioni
Sono interventi giuridici non vincolanti che esprimono giudizi su determinate
situazioni oggettive o comportamenti
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il rapporto normativo tra Unione europea e istituzioni di livello
inferiore: il principio di sussidiarietà
Nel diritto amministrativo:
“l’intervento degli Enti pubblici territoriali (Regioni, Aree Metropolitane,
Province e Comuni), sia nei confronti dei cittadini sia degli enti e
suddivisioni amministrative ad esso sottostanti deve essere attuato
esclusivamente come sussidio (ovvero come aiuto, dal latino
subsidium) nel caso in cui il cittadino o l’entità sottostante sia
impossibilitata ad agire per conto proprio”
Nei Trattati dell’UE:
“… nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità
interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella
misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere
sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a
motivo delle dimensioni o degli effetti dell’azione in questione, essere
realizzati meglio a livello comunitario”.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Squilibri territoriali e sviluppo regionale
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
I criteri per la classificazione delle regioni destinatarie dei fondi
strutturali nel periodo 1989-93
Obiettivo 1:
Pil pro-capite inferiore al 75% della media comunitaria nei tre anni
precedenti al 1988
Obiettivo 2:
(1) un tasso di disoccupazione superiore alla media comunitaria;
(2) un’incidenza dell’occupazione industriale sull’occupazione totale
superiore alla media comunitaria;
(3) un trend negativo nell’occupazione industriale
Obiettivo 5b:
(1) un basso livello di sviluppo socio-economico sulla base del Pil pro-
capite;
(2) un’elevata incidenza degli addetti all’agricoltura sul totale della
popolazione attiva;
(3) la presenza di bassi livelli di reddito derivanti dalle attività agricole
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2010-2011 • Giuseppe Volpe
Gli obiettivi regionale nel periodo di programmazione 1994-99
• Estensione dell’Obiettivo 1
(addizioni dei cinque länder della ex Germania democratica e Berlino
est, regione belga dell’Hainaut, gli arrondissements francesi di
Valenciennes, Douais e Avesnes, la regione del Merseyside in
Inghilterra, le Highlands e le isole scozzesi, la regione spagnola della
Cantabria)
• Estensione dell’Obiettivo 5b
(da 5 a 8,2% della popolazione comunitaria)
• Introduzione dell’Obiettivo 6: sviluppo e adeguamento
strutturale delle regioni a scarsissima densità di popolazione
(densità inferiore a 8 abitanti per kmq)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La programmazione dei fondi strutturali 2000-2006
Gli obiettivi di sviluppo regionale vengono ridotti a tre:
Obiettivo 1
Sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di
sviluppo (69,7% delle risorse finanziarie)
Obiettivo 2
Riconversione delle regioni o delle parti di regioni gravemente
colpite dal declino legati alla mancanza di diversificazione
economica (11,5%)
Obiettivo 3
Supporto i processi di adattamento delle politiche e dei sistemi
dell’educazione, della formazione e del lavoro (12,3%)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La programmazione dei fondi strutturali 2000-2006
Il nuovo Obiettivo 2 riunisce i precedenti obiettivo 2 (declino
industriale) e 5b (declino rurale) e riguarda in particolare:
• il mutamento di settori dell'industria o dei servizi;
• un declino delle attività tradizionali nelle zone rurali;
• una situazione di crisi dell’ambiente urbano;
• difficoltà che toccano l'attività della pesca.
Interessa il 18% della popolazione comunitaria
(10% aree industriali, 5% aree rurali, 2% aree urbane)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il rapporto tra Unione europea ed enti locali
L’applicazione di politiche formulate dall’ Unione europea per il
livello locale (comuni o reti di comuni) ha un grande impulso
con la riforma dei fondi strutturali del 1988.
In quella occasione vengono varati i Programmi di Iniziativa
Comunitaria” (PIC), cioè programmi di sviluppo e
sperimentazione locale su particolari temi di natura settoriale o
integrata finanziati con risorse finanziarie esterni ai fondi
strutturali e gestiti dalla Commissione europea.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Cosa è un Programma di Iniziativa Comunitaria (PIC)
Le iniziative comunitarie sono programmi periodicamente
promossi e finanziati dalla Commissione europea che
rispondono a particolari requisiti:
• debbono proporre un approccio innovativo a temi
tradizionalmente affrontati dalle politiche settoriali
(industriali, agricole, formative, territoriali)
• sono di tipo integrato, cioè sono attuate attraverso azioni
infrastrutturali, aiuti alle imprese, azioni immateriali nei
confronti delle pubbliche amministrazioni e delle risorse
umane
• si fondano sul principio della rete e dello scambio di
informazioni per trasferire le esperienze in corso ad altri
contesti non direttamente interessati dai programmi
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La programmazione delle Iniziative comunitarie
La programmazione delle iniziative comunitarie coincide con
quella dei fondi strutturali (1989-93, 1994-1999, 2000-2006).
La prima generazione di Iniziative comunitarie comprendeva 12
programmi (Interreg, Envireg, Stride, Leader, Regen, Euroform,
Rechar, Telematique, Regis, Horizon, Now, Prisma). Tra questi
alcuni programmi non riproposti successivamente
intervenivano su tematiche di carattere territoriale e ambientale
come Envireg, per la tutela dell’ambiente e in particolare il
trattamento delle acque nelle zone costiere;
Nel periodo 1994-99 viene introdotta Urban per l’intervento nella
aree urbane.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Le Iniziative comunitarie nel periodo 2000-2006
Interreg (III)
Per la cooperazione (transnazionale, frontaliera e
interregionale) per la promozione dello sviluppo e una
equilibrata pianificazione del territorio europeo
Urban (II)
Per la rigenerazione economica e sociale delle città e delle
aree urbane in crisi e la promozione di uno sviluppo
urbano sostenibile
Leader (+, III)
Per lo sviluppo rurale integrato
Equal
Per la cooperazione transnazionale per la promozione di
nuove forme di lotta alla discriminazione e alle
disuguaglianze nel mercato del lavoro
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
L’Iniziativa comunitaria Interreg III
Sezione A : cooperazione transfrontaliera
La cooperazione transfrontaliera tra zone contigue mira a realizzare
centri economici e sociali transfrontalieri attuando strategie di sviluppo
comuni.
Sezione B : cooperazione transnazionale
La cooperazione transnazionale tra le autorità nazionali, regionali e
locali intende promuovere una migliore integrazione territoriale
nell'Unione grazie alla formazione di grandi gruppi di regioni europee.
Sezione C : cooperazione interregionale
La cooperazione interregionale è intesa a migliorare l'efficacia delle
politiche e degli strumenti di sviluppo regionale tramite un ampio
scambio di informazioni e lo scambio di esperienze (creazione di reti).
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2010-2011 • Giuseppe Volpe
L’Iniziativa comunitaria Interreg III: aree di cooperazione
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il decentramento delle competenze in materia di governo del
territorio
Tre fasi principali:
• L’istituzione delle regioni a statuto speciali e delle
province autonome (1946)
• L’istituzione delle regioni a statuto ordinario e i successivi
decreti delegati sul trasferimento di funzioni (1972-1977)
• L’ondata di riforme degli enti locali degli anni novanta
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il decentramento delle competenze in materia di governo del
territorio: la regionalizzazione
I decreti del 1972 (n. 1-11) e del 1977 (n. 616) trasferiscono alle
regioni le principali funzioni amministrative e tra queste le
materie riguardanti:
• musei, biblioteche ed enti locali
• tranvie, strade di interesse regionale
• turismo e industrie alberghiere
• urbanistica e lavori pubblici di interesse regionale
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2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il decentramento delle competenze in materia di governo del
territorio: le riforme degli anni novanta
• La legge 142/1990 sull’ordinamento delle autonomie
locali
• La legge 81/1993 sull’elezione diretta del sindaco e del
presidente della provincia
• Le quattro leggi “Bassanini” (59/97, 127/97, 191/98, 50/99) e i
successivi decreti di attuazione
• Il Testo Unico sugli Enti locali (267/00)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Le riforme degli anni novanta: dalla legge 142/90 al Dlgs 267/00
(Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali)
La legge definisce:
• Funzioni e compiti di programmazione di comuni e
province
• Funzioni e compiti di programmazione delle aree
metropolitane
• Forme associative e di cooperazione tra comuni
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2010-2011 • Giuseppe Volpe
Forme associative e di cooperazione tra i comuni (Capo V)
Convenzioni
Per la gestione a tempo determinato di uno specifico servizio o per la
realizzazione di un’opera, può prevedere un ufficio unico
Consorzi
Per la gestione associata di uno o più servizi, prevedono una assemblea
del consorzio, possono gestire attività aventi rilevanza economica e
imprenditoriale
Unioni di comuni
Sono enti locali costituiti da due o più comuni allo scopo di esercitare
congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza, ha un
presidente scelto tra i sindaci e organi rappresentativi delle giunte e dei
consigli
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Forme di cooperazione tra Enti locali (Capo V)
Accordo di Programma
È uno strumento di concertazione per la «definizione e l’attuazione di
opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedono, per
la loro completa realizzazione, l’azione integrata e coordinata di
comuni, di province e regioni di amministrazioni statali e di altri
soggetti pubblici».
Per la sua sottoscrizione «il Presidente della regione o il Presidente
della provincia o il Sindaco (…) promuove la conclusione di un
Accordo di programma (…) per assicurare il coordinamento delle
azioni e per determinarne i tempi, le modalità, il finanziamento ed ogni
altro connesso adempimento».
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Forme associative e di cooperazione tra i comuni (Capo V)
Accordo di Programma
L’Accordo, qualora adottato con decreto del presidente della
regione, produce (…) conseguenti variazioni degli strumenti
urbanistici e sostituisce le concessioni edilizie, sempre che vi sia
l’assenso del comune interessato.
Ove l’accordo comporti variazione degli strumenti urbanistici,
l’adesione del Sindaco allo stesso deve essere ratificata dal
consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza.
L’approvazione dell’Accordo di programma comporta la
dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle
medesime opere; tale dichiarazione cessa di efficacia se le opere
non hanno avuto inizio entro tre anni.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La Conferenza di Servizi
È una procedura per l’approvazione di progetti che richiedono
un numero molto alto di autorizzazioni, nulla osta o pareri o per
la quale si richiede il consenso di soggetti esterni alla pubblica
amministrazione (privati, associazioni, etc.)
Si articola in:
• Conferenza dei servizi istruttoria;
• Conferenza dei servizi preliminare;
• Conferenza dei servizi decisoria.
In caso di conclusione positiva, quest’ultima ha un effetto giuridico di
tipo sostitutivo. Il provvedimento finale concordato sulla base degli
assensi espressi in conferenza sostituisce le determinazioni delle
amministrazioni partecipanti.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
La legge 81 del 1993
Elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia, del
consiglio comunale e del consiglio provinciale
Principali innovazioni:
• Fissazione della durata in carica del sindaco;
• Collegamento tra la durata della carica del sindaco e quella
del consiglio;
• Distinzione tra esecutivo e assemblea e incompatibilità tra
carica di consigliere e carica di assessore;
• Rafforzamento dei poteri del sindaco e responsabilità nella
nomina di assessori, dirigenti, consulenti, etc.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Gli effetti della legge 81 del 1993 sulle politiche urbane e
territoriali
Effetti positivi:
• Stabilità e maggiori possibilità di programmazione,
pianificazione e progettazione territoriale
• Maggiori responsabilità del governo locale rispetto
all’efficienza della pubblica amministrazione e alle
opportunità di sviluppo
Effetti negativi:
• Eccessiva personalizzazione delle strategie e delle
politiche locali (piano del sindaco, marketing territoriale)
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il federalismo amministrativo nelle riforme “Bassanini”
(leggi 59/97, 127/97, 191/98, 50/99, d.lgs. 112/98)
Principali innovazioni di principio:
• Applicazione del principio di sussidiarietà istituzionale alle
funzioni amministrative degli enti locali:ogni ente
sovraordinato svolge funzione “sussidiaria” rispetto all’ente
più vicino al cittadino e al territorio;
• Non più delega ma conferimento di funzioni amministrative
agli enti locali.
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Il federalismo amministrativo nelle riforme “Bassanini”
(leggi 59/97, 127/97, 191/98, 50/99, d.lgs. 112/98)
Principali innovazioni di contenuto:
• Conferimento di più ampie funzioni amministrative agli enti
locali in numerose materie tra cui:
– Attività produttive
– Territorio e Urbanistica
– Protezione della natura e dell’ambiente
• Semplificazione amministrativa (ad esempio SUAP)
• Strumenti di coordinamento tra i livelli istituzionali
• Programmazione negoziata
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Gli effetti urbanistici della semplificazione amministrativa
Lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) (d.l. 112/98)
• I comuni, singolarmente o in forma associata assumono le
funzioni amministrative concernenti la realizzazione
(ampliamento, ristrutturazione, etc.) di impianti produttivi
di beni e servizi.
• Gli adempimenti necessari alla concessione delle licenze e
delle autorizzazioni relative alla realizzazione
dell’impianto vengono riunite in un unico procedimento di cui
è responsabile uno Sportello Unico.
• Gli sportelli unici, che sono collegati tra attraverso una rete
telematica, fornisce inoltre attività di assistenza alle
imprese ed informazioni sulla disponibilità di aree a livello
regionale
Europrogettazione SCENARI E CONTESTI
2010-2011 • Giuseppe Volpe
Le modalità di gestione nelle politiche urbane e territoriali
Da sequenziale a contestuale
Le strategie e gli obiettivi delle politiche pubbliche
vengono condivisi non più attraverso un processo
unidirezionale (top-down) ma attraverso procedure
partecipative e negoziali tra i diversi attori istituzionali
coinvolti
Da settoriale ad integrata
La declinazione degli obiettivi in azioni riguarda diversi
settori istituzionali di intervento della Pubblica
amministrazione e diverse tipologie di attori (attori
pubblici, attori privati, attori terzi)
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2010-2011 • Giuseppe Volpe
Influenza delle procedure di semplificazione sugli strumenti di
governo del territorio
• Predisposizione di varianti allo strumento urbanistico
generale
• Approvazione di piani particolareggiati o progetti urbani di
grandi dimensioni
• Realizzazione di opere pubbliche che coinvolgono più
soggetti istituzionali e interessano un numero alto di
soggetti privati
• Implementazione ed approvazione di programmi di
sviluppo locale (in campo urbano, rurale, etc.)
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L’intercomunalità (TUEL 267/00)
Articolo 24
Esercizio coordinato di funzioni
1. La regione, previa intesa con gli enti locali interessati, puo' definire
ambiti sovracomunali per l'esercizio coordinato delle funzioni degli
enti locali, attraverso forme associative e di cooperazione, nelle
seguenti materie:
a) pianificazione territoriale;
b) reti infrastrutturali e servizi a rete;
c) piani di traffico intercomunali;
d) tutela e valorizzazione dell'ambiente e rilevamento dell'inquinamento
atmosferico;
e) interventi di difesa del suolo e di tutela idrogeologica;
f) raccolta, distribuzione e depurazione delle acque;
g) smaltimento dei rifiuti;
h) grande distribuzione commerciale;
i) attività culturali;
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L’intercomunalità “volontaristica”
Modello tradizionale:
• Pianificazione di livello comprensoriale
• Gestione di servizi pubblici di interesse sovra-comunale
Modello recente:
• promozione dello sviluppo locale e della progettazione
territoriale
– Visione di area vasta su aspetti ambientali, culturali, produttivi
– Reti e filiere produttive
– Reti e filiere di fruizione culturale e ambientale
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Le Agenzie di sviluppo locale intercomunali
Sono strutture miste a partecipazione pubblica maggioritaria
che hanno tra i propri obiettivi:
• Progettare e gestire iniziative, programmi e politiche per
lo sviluppo sostenibile del territorio
• Sensibilizzare gli ambienti istituzionali e le imprese sui
temi dello sviluppo locale
• Promuovere le economie di distretto e di filiera e le
politiche di rete tra settore pubblico e privato
• Promuovere l’identità economica locale nei mercati
attraverso tecniche di marketing territoriale
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Le Agenzie di sviluppo locale “di scopo” o “integrate”
Le prime (“di scopo”) sono legate alla attuazione di uno specifico
programma di sviluppo locale, ad esempio:
• Le agenzie di sviluppo nate per l’attuazione di un Patto
territoriale;
• I Gruppi di Azione Locale nati per l’attuazione di una
iniziativa comunitaria Leader;
Le seconde (“integrate”) si occupano di programmazione
integrata su vari campi e possono assumendo l’attuazione di
diverse iniziative di sviluppo o la delega da parte dei comuni
consorziati per la gestione di alcuni servizi comprensoriali.