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Evoluzionismo L’evoluzione dei Cetacei ..dagli Artiodattili ai Cetacei..

Evoluzionismo

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Gli antenatiSecondo diversi studi si è verificato che la specie dei cetacei

derivi direttamente da un progenitore terrestre mammifero.

Sebbene non ci sia accordo tra gli studiosi su quale sia il gruppo di mammiferi da cui i cetacei provengano, analisi molecolari condotte a partire dagli anni ’90 su DNA e proteine isolate dai Cetacei hanno evidenziato che essi sono filo - geneticamente vicini agli  Artiodattili, vissuti circa 50 milioni di anni fa.

Gli artiodattili erano una specie di canidi con zampe dotate di zoccoli e la dentatura triangolare, che richiama quella delle attuali balene.

Il processo evolutivo I resti fossili sono infatti rari e frammentari. I sostenitori

delle teorie che tentano di rispondere alla domanda se l'evoluzione sia il portato di modificazioni genetiche casuali nel patrimonio individuale, tali da permettere all'individuo stesso un miglior adattamento all'ambiente in cui vive (C. Darwin), o se sia l'ambiente stesso ad influenzare direttamente le modificazioni genetiche (J.B. Lamarck).

Si  interrogano su quali siano stati i  meccanismi evolutivi che hanno portato animali originariamente terrestri, a modificare cosi radicalmente il proprio stile di vita.

L'anello di collegamento tra gli Artiodattili ed i Cetacei risulta essere la struttura delle ossa dell'orecchio.

Il processo evolutivo è durato circa 15 milioni di anni. L’adattamento dei Cetacei  alla vita in ambiente acquatico ha imposto, presupponendo un’origine terrestre dell'ordine, enormi trasformazioni anatomiche.

Per l’esigenza di nutrimento la specie primitiva è stata costretta a spostarsi in zone acquifere e solo gli individui più adatti sono riusciti a sopravvivere.

A poco a poco impararono a vivere in acqua e i loro geni hanno subito mutazioni per adattamento al clima circostante.

Le mutazioniL’architettura dei denti: incisivi,

canini e premolari sono molto spaziati e appuntiti mentre i molari si specializzano per tagliare le carni dei pesci.

Il femore si riduce fortemente e l’osso sacro della colonna vertebrale si disintegra in una serie di vertebre la cui mobilità consente quel meccanismo di ondulazione dorso-ventrale della coda.

Le ossa uditive si trasformano rapidamente per permettere all’animale di percepire la direzione dei suoni sott’acqua e gli organi dell’equilibrio cambiano in maniera drastica favorendo l’acquisizione di quelle caratteristiche di nuoto acrobatico che tanto sono ammirate nei delfini che guizzano nei delfinari e sfruttando l’onda di prua delle navi.

Gli arti anteriori sono modificati in pinne (nelle quali le dita sono distinte solo a livello scheletrico) la cui funzione è quella di assicurare stabilità al nuoto e permettere gli spostamenti laterali. Gli arti posteriori sono assenti o ridotti a rudimenti pelvici annegati nella muscolatura addominale.

FineA cura di

Martina Bubani