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Studio di Fattibilità Relazione illustrativa Ex Caserma Riva di Villasanta Verona Gruppo di progetto Paolo Sceichian Norman Bullo Manuela Cocco Luisa Grasso Salvatore Merra Eleonora Menaldo Pier Paolo Naldoni Anna Russo

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Studio di Fattibilità

Relazione illustrativa

Ex Caserma Riva di Villasanta Verona

Gruppo di progetto

Paolo Sceichian Norman Bullo

Manuela Cocco Luisa Grasso

Salvatore Merra Eleonora Menaldo Pier Paolo Naldoni

Anna Russo

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Sommario

Introduzione ................................................................................................................................................. 3

1. Analisi stato attuale ......................................................................................................................... 4

1.1. Stato di fatto uffici nella provincia di Verona e Piano di Razionalizzazione .................................... 4

1.2. Quadro esigenziale e nuovo modello organizzativo ........................................................................ 6

1.2.1. Dipendenti .................................................................................................................................... 6

1.2.2. Archivi ........................................................................................................................................... 9

1.3. Localizzazione del compendio in rapporto alla città di Verona ..................................................... 10

1.4. Inquadramento Urbanistico .......................................................................................................... 12

1.5. Classificazione geologica, idrogeologica e sismica ........................................................................ 16

1.6. Inquadramento storico e interesse culturale ................................................................................ 18

1.7. Stato di fatto immobili del compendio – Superfici e Volumi ........................................................ 21

1.8. Stato di fatto immobili. Descrizione e documentazione fotografica ............................................. 23

1.8.1. Edificio A .................................................................................................................................... 23

1.8.2. Edificio B ..................................................................................................................................... 29

1.8.3. Edificio C ..................................................................................................................................... 33

1.8.4. Edificio D ..................................................................................................................................... 37

1.8.5. Edificio E ..................................................................................................................................... 42

1.9. Interferenze di cantiere ................................................................................................................. 44

2. Ipotesi e indicazioni progettuali .................................................................................................... 45

2.1. Potenzialità allocative di dipendenti e archivi ............................................................................... 45

2.1.1. Dipendenti .................................................................................................................................. 46

2.1.2. Archivi ......................................................................................................................................... 48

2.2. Ipotesi progettuali ......................................................................................................................... 52

2.2.1. Ipotesi progettuale spazi esterni e parcheggi ............................................................................ 58

2.2.2. Ipotesi funzionali ........................................................................................................................ 62

2.2.3. Schede delle invarianti ............................................................................................................... 67

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3

Introduzione

L’intervento di ristrutturazione del complesso immobiliare demaniale Ex Caserma Riva di

Villasanta, sito in centro storico a Verona, rientra nel Piano di Razionalizzazione elaborato in

adempimento all’art.24, co 2 del D.L. 66/2014 convertito con L. n. 89/2014 e prova a dare una

risposta logistica coerente all’esigenza di integrazione organizzativa dell’Agenzia delle Entrate e

dell’Agenzia del Territorio. Si prevede di accorpare, nella parte del compendio demaniale

consegnato all’Agenzia delle Entrate (13.730 mq di superficie lorda), tutti gli uffici dell’Agenzia

di Verona attualmente in locazione passiva: Direzione Provinciale, i due uffici territoriali di

Verona , i Servizi di Pubblicità Immobiliare e i Servizi Catastali con i relativi archivi, per un totale

di circa 400 dipendenti.

Il compendio, all’interno del perimetro delle Mura Scaligere, è composto da cinque corpi

di fabbrica di epoche diverse ed è stato riconosciuto di interesse culturale ai sensi dell’art. 12

del D.Lgs. 42/04. L’ex Caserma è in stato di abbandono e l’Amministrazione Comunale l’ha

individuata quale area idonea per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e

territoriale; l’intervento di recupero, dunque, oltre ai sensibili risparmi sui canoni delle locazioni

passive, restituirà alla fruizione pubblica un’area della città storica oggi preclusa ai cittadini.

Per la realizzazione delle attività tecniche delle fasi progettuali propedeutiche all’avvio

della gara d’appalto è stata disposta la nomina di un gruppo di lavoro interno all’Agenzia delle

Entrate composto da tecnici della DC AMMPC, della DR Veneto e della UPT di Verona.

L’intervento in oggetto nasce dall’unione di due interventi programmati separatamente,

su differenti immobili del compendio, dall’Agenzia del Demanio per allocare gli uffici

dell’Agenzia del Territorio prima dell’incorporazione e dall’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia delle

Entrate inseriva nel Piano Annuale dei lavori del 2012 un intervento di ristrutturazione

complessiva di 3 corpi di fabbrica del compendio per una superficie di intervento di circa 3.300

mq e un importo di 4.791.600,00 € . L’Agenzia del Demanio approvava nel 2013, nel Piano degli

Interventi Edilizi con il Capitolo 7754, l’intervento su parte dei fabbricati del compendio e un

importo da quadro economico di € 6.090.000,00. Nel Gennaio 2016 è stato redatto il verbale di

consegna aggiornato sui corpi di fabbrica oggetto dell’intervento attuale.

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1. Analisi stato attuale

1.1. Stato di fatto uffici nella provincia di Verona e Piano di Razionalizzazione

L’intervento in oggetto rientra nel Piano di Razionalizzazione (PdR) elaborato in

adempimento all’art.24, co 2 del D.L. 66/2014 convertito con L. n. 89/2014 e prevede il

trasferimento di tutti gli uffici della città di Verona, nel compendio Demaniale ex Caserma Riva

di Villasanta. Il Piano prevede una fase intermedia: il Reparto Servizi di pubblicità immobiliare di

Verona, dalla sede di Corso Milano, si trasferisce all’UPT sito in Via L. da Porto dal 1 febbraio

2016, mentre l’Ufficio Territoriale di Verona 2, da Lungadige Capuleti, si trasferisce presso la

nuova sede di via delle Coste dal 22 febbraio 2016. Questi primi trasferimenti comportano,

escluse le spese di gestione, un risparmio di soli canoni di locazione pari a 457.921,80 euro sui

1.378.998,80 euro di canoni al 2015. Con il trasferimento nell’ex Caserma l’eliminazione delle

locazioni passive rimanenti permetterà un risparmio di 921.077,00 euro.

Mappa 1 – PdR – Fase conclusiva

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Grafico 1 – Canoni di Locazione e superfici lorde degli uffici della città di Verona secondo le 2 fasi del PdR

Tabella 1 - Stato di fatto a maggio 2016 della città di Verona dopo la prima fase del PdR. Da anagrafica

Tabella 2 - Stato di fatto a maggio 2016 della provincia di Verona dopo la prima fase del PdR. Da anagrafica

Codice

IMMOBILETIPOLOGIA UFFICIO INDIRIZZO IMMOBILE COMUNE PROV Titolarità giuridica

A- Canone di

locazione annuale

(al netto IVA)

I - Dipendenti

30700081DIR. PROV. DI VERONA +

UFF. TERR. DI VERONA 1VIA FERMI, 63 VERONA VR LOCAZIONE 350.858,24 205

30700090 UFF. TERR. DI VERONA 2 VIA DELLE COSTE VERONA VR LOCAZIONE 293.250,00 100

20700053

IMMOBILE DEMANIALE "EX

CASERMA RIVA DI

VILLASANTA" in corso di

ristrutturazione

VIA DA VICO VERONA VR DEMANIALE

307Y0088 UFF. PROV. VERONA Via L. Da Porto, 2/a VERONA VR LOCAZIONE 276.968,76 90

Totale canoni locazione annua e numero dipendenti : 921.077,00 395

Codice

IMMOBILETIPOLOGIA UFFICIO INDIRIZZO IMMOBILE COMUNE PROV Titolarità giuridica

A- Canone di

locazione annuale

(al netto IVA)

I - Dipendenti

30700021SPORTELLO DI VERONA 1 -

CAPRINO VERONESEPIAZZA UNITA' D'ITALIA, 8 CAPRINO VERONESE VR

COMODATO D'USO

GRATUITO5

20700007 UFF. TERR. DI LEGNAGO VIA A. DIAZ, 14 LEGNAGO VR F.I.P. - CEDUTO 174.630,31 29

30700080 UFF. TERR. DI SOAVE VIALE DEL COMMERCIO 25 SOAVE VR LOCAZIONE 92.014,01 23

30700081DIR. PROV. DI VERONA +

UFF. TERR. DI VERONA 1VIA FERMI, 63 VERONA VR LOCAZIONE 350.858,24 205

30700090 UFF. TERR. DI VERONA 2 VIA DELLE COSTE VERONA VR LOCAZIONE 293.250,00 100

20700053

IMMOBILE DEMANIALE "EX

CASERMA RIVA DI

VILLASANTA" in corso di

ristrutturazione

VIA DA VICO VERONA VR DEMANIALE

307Y0088 UFF. PROV. VERONA Via L. Da Porto, 2/a VERONA VR LOCAZIONE 276.968,76 90

Totale canoni locazione annua e numero dipendenti : 1.187.721,32 452

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1.2. Quadro esigenziale e nuovo modello organizzativo

Il dato esigenziale relativo al numero di dipendenti e ai metri lineari di documenti da

archiviare è stato rilevato nel Novembre 2015 ed aggiornato nel Febbraio 2016.

1.2.1. Dipendenti

Gli uffici della città di Verona ospitano attualmente 395 dipendenti. L’esigenza è

collocare nel compendio i 205 dipendenti della Direzione Provinciale e Ufficio Territoriale di

Verona 1, i 100 dipendenti dell’Ufficio Territoriale di Verona 2 , i 27 dipendenti dei Servizi di

Pubblicità Immobiliare ed i 63 dipendenti dei Servizi Catastali.

La cifra di 395 dipendenti fotografa lo stato attuale e non è comprensiva di dati in

proiezione, assunzioni e pensionamenti, né di altra previsione che possa incidere sul totale. I

dati del quadro esigenziale, suscettibili di variazioni, dovranno, pertanto, essere tenuti sotto

controllo ed eventualmente aggiornati all’inizio di ogni livello successivo di progettazione in

stretta collaborazione con i referenti dell’Agenzia.

Questo studio di fattibilità si basa sull’ipotesi che siano da allocare nel compendio circa

400-420 dipendenti.

Tabella 3 - Quadro esigenziale dipendenti al 11/02/2015

Quadro esigenziale dipendenti al 11/02/2015

Uffici

Numero dipendenti

attuale

Numero dipendenti di progetto

Numero di stanze da un dipendente

UPT - SC 63 63 6

SPI 27 27 1

UT VR2 100 108 2

DP e UTVR1 205 222 8

totale 395 420 17

Il quadro esigenziale sarà integrato dai dati in proiezione (esigenze previste da qui a 5

anni) per evitare di fare scelte che, in pochi anni, possano condizionare la possibilità d’uso degli

spazi domani. Sarà fondamentale, vista la rigidità degli impianti planimetrici degli immobili,

individuare una soluzione distributiva che lasci margini di flessibilità nel tempo e dovrà inoltre

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essere quantificata e limitata, sin dalla progettazione preliminare, l’esigenza di uffici da un

dipendente, riservandoli ai soli dirigenti.

Tabella 4 - Quadro esigenziale dipendenti da completare all’avvio delle diverse fasi di progettazione

Aggiornamento quadro esigenziale dipendenti

Numero dipendenti

in proiezione

al 2018

Numero dipendenti di

progetto all’avvio della progettazione

preliminare

Numero di stanze da un dipendente

all’avvio della progettazione

preliminare

Numero dipendenti di

progetto all’avvio della progettazione

definitiva

Numero di stanze da un dipendente

all’avvio della progettazione

definitiva

Numero dipendenti di

progetto all’avvio della progettazione

esecutiva

Numero di stanze da un dipendente

all’avvio della progettazione

esecutiva

x x x x x x x

Le attuali postazioni di Front- Office, negli uffici territoriali di Verona 1 e di Verona 2,

nell’UPT e nello SPI, sono in totale 50.

Già in fase di progettazione preliminare sarà da valutare, seguendo le revisioni in corso

della struttura e dell’erogazione dei servizi agli utenti ed in stretta collaborazione con il settore

Servizi e consulenza se e come queste postazioni siano riducibili in un front-office integrato e se

la postazione di front-office possa continuare ad essere l’unica postazione di lavoro dei

dipendenti che in front-office operano. Attualmente in tutti gli uffici Entrate del Veneto, i

dipendenti che operano al front-office hanno la postazione di front-office come unica

postazione lavoro. In back-office operano dipendenti che ricevono saltuariamente pubblico. Le

attività di back-office sono principalmente la tassazione di alcune tipologie di atti del registro

(affluenza di pubblico bassa), i rimborsi IVA (affluenza bassa con dei picchi a febbraio e alla fine

di ogni trimestre), 36 ter (affluenza media con picchi in base alle notifiche degli uffici), rimborsi

(affluenza bassa con qualche picco), accertamenti del registro ed altre tipologie di

accertamento, accessi esterni, ecc. (afflusso basso). Sarà da specificare, ai fini antincendio nelle

due caserme storiche, quali aree di back–office siano aperte al pubblico.

Il grafico 2 rappresenta i flussi di utenza ai front-office e quello degli accessi su

appuntamento al back-office degli uffici UT1 ed UT2 nel 2015. Si registra una media di circa

8.000 accessi mensili ai front office, corrispondenti a 380 accessi/giorno, ed una media di

2.000 accessi su appuntamento ai back-office, corrispondenti a 95 accessi/giorno. I dati dell’ex

Territorio non sono attualmente disponibili, gli ultimi sono del 2013 e si aggirano sui 150

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accessi/giorno ma sono in calo per effetto dell’introduzione degli aggiornamenti telematici. Per

il dimensionamento del front-office si potranno considerare prevedibili 600 accessi/giorno.

Grafico 2 –UT1 e UT2_Numero di accessi al Front-office e numero di accessi su appuntamento al Back-office

Il grafico 3 visualizza, invece, la percentuale di dipendenti che riceve pubblico, sia in

front-office sia in back-office, anche saltuariamente: il dato rileva ai fini della prevenzione

incendi in edifici vincolati e conseguentemente orienterà le scelte progettuali da adottare per

garantire una risposta logistica coerente con le necessità organizzative di erogazione dei servizi

all’utenza.

Grafico 3 – Percentuale di dipendenti che riceve utenza

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

nu

me

ro a

cce

ssi

2015

Accessi BO UT2

Accessi BO UT1

Accessi FO UT2

Accessi FO UT1

4%

74%

22%

No

Saltuariamente

Regolarmente

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1.2.2. Archivi

E’ stata effettuata una ricognizione del materiale d’archivio presente negli uffici da

trasferire e che si presume di dover allocare nel compendio. Non è ancora prevista la possibilità

di conferire al sistema archivistico nazionale le pratiche ex Territorio, diversamente dagli uffici

delle Entrate che effettuano periodicamente scarto e conferimento a Roma.

Il dato esigenziale dovrà essere aggiornato all’inizio di ogni livello successivo di

progettazione in quanto suscettibile di variazioni legate all’eventuale delocalizzazione

nell’archivio di Marghera o all’Archivio di Stato, ai processi di dematerializzazione delle pratiche

(quali digitalizzazione procedure, procedure on line, calo compravendite, rasterizzazione dei

documenti), a possibili ottimizzazioni e ad altre eventuali variazioni del sistema di gestione degli

archivi.

Tabella 5 - Quadro esigenziale archivi al 29/02/2016

Quadro esigenziale archivi al 29/02/2016

Uffici Ml Archivio

Stato attuale Di cui

scartabili Di cui

delocalizzabili

Archivi Stato di progetto

Di cui archivi vivi

a contatto col Front-Office

UPT - SC 2.000 0 0 2.000

SPI 3.700 0 0 3.700

UT VR2 4.000 Scarto periodico e conferimento a

Roma ma l’archivio si rigenera.

4.000 150-200

DP e UTVR1 2.500 2.500 150-200

totale 12.200 12.200

Tabella 6 - Quadro esigenziale archivi da completare all’avvio delle diverse fasi di progettazione

Aggiornamento quadro esigenziale archivi

Ml archivio all’avvio della progettazione

preliminare

Di cui archivi vivi a contatto col Front-Office

Ml archivio all’avvio della progettazione

definitiva

Di cui archivi vivi a contatto col Front-Office

Ml archivio all’avvio della progettazione

esecutiva

Di cui archivi vivi a contatto col Front-Office

x x x x x x

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1.3. Localizzazione del compendio in rapporto alla città di Verona

La parte del compendio demaniale dell’ex Caserma Alberto Riva di Villasanta oggetto di

intervento - descritto nel verbale di consegna allegato - è localizzata nel centro storico di

Verona, a nord del quartiere di San Zeno. Prospetta a est sull’Adige e si trova all’interno della

cinta muraria di epoca scaligera (1277-1387); la rimanente parte del compendio, assegnato

all’ASL, comprende il cinquecentesco bastione di Spagna e la polveriera.

Per la sua posizione tra il Bastione di Spagna e Porta della Catena l’ambito è adiacente al

Parco delle Mura Magistrali, massima preesistenza storica e monumentale della città e quella

che ha avuto la maggior influenza nel determinarne lo sviluppo (…) elemento di riconoscibilità e

di identificazione storica della forma urbana di Verona1, di cui l’amministrazione comunale

prevede il recupero funzionale e la valorizzazione culturale per avviare un processo di rinnovo

che abbia una portata urbana2, di cui l’intervento in oggetto potrà far parte.

Mappa 2 – Parco delle Mura3

1 PAT, Piano di Assetto del Territorio, approvato con D.G.R.V. n. 4148 del 18 dicembre 2007, pag. 31

http://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/PAT/APPROVATO/indicePAT.htm 2 Cit.

3 http://www.legambienteverona.it/centro-di-documentazione-parco-delle-mura/

Localizzazione ambito di intervento

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Il compendio si innesta all’incrocio di due strade di interquartiere di livello 24, via

Tommaso Da Vico a ovest e via Pontida a sud; la prima, parallela all’Adige , dal quartiere di San

Zeno si collega presto ad una strada di interquartiere di livello 1 ed al quartiere di Borgo

Milano, la seconda attraversa l’Adige e si collega al quartiere Borgo Trento. La zona è

sufficientemente servita dall’azienda di trasporti Verona ed è presente una dotazione di

parcheggi a pagamento con stalli di sosta lungo via Da Vico, ad ora sufficienti, e un parcheggio

privato interrato di recente realizzazione sotto Piazza Corrubio.

Mappa 3 – estratto da PGTU - Piano Generale del Traffico Urbano

Foto 1 – ex Caserma Riva di Villasanta – identificazione edifici del compendio

4 PGTU, Piano Generale del Traffico Urbano, http://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=12699 aggiornato al 1998 e da

cui le mappe sono estratte; è in adozione (2013) un aggiornamento del Piano che varia la classificazione delle strade in funzione del nuovo sistema filoviario http://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=42608

Localizzazione ambito di intervento

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1.4. Inquadramento Urbanistico

L’Amministrazione Comunale aveva riconosciuto l’ambito in oggetto un’area idonea per

interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale e stabiliva che il Piano degli

Interventi redigesse una scheda progettuale specifica: la proposta urbanistica si basava su tre

scelte di fondo che, da primi incontri con l’Ufficio Pianificazione Territorio – Autorizzazioni

Paesaggistiche del Comune ed in relazione a quanto l’ASL intende realizzare nella parte nord

del compendio, si vuole recuperare e perseguire: consentire la libera percorrenza e fruizione

dell’ambito a ridosso delle mura magistrali; valorizzare il corpo della Caserma Veneta attraverso

la creazione di una piazza pubblica, seppur di modeste dimensioni, evidenziando il fronte ovest

della stessa, con il ripristino dell’originario loggiato; conservare gli immobili con valore storico

testimoniale ed ambientale presenti all’interno dell’ex caserma, e, di contro, eliminare i

manufatti di scarso valore realizzati in seguito alla seconda guerra mondiale.5

La scheda grafica allegata al documento del Comune individuava l’area che include i

fabbricati C, D ed E come edifici da sottoporre a ricomposizione volumetrica ed uno studio del

Demanio6 sviluppava due scenari che prevedevano la demolizione ora totale, ora parziale di

questi ultimi.

L’attività edilizia nell’area di intervento, parte del compendio demaniale ex Caserma

Riva Di Villasanta, è disciplinata dal Capo 2 e Capo 3 delle Norme Tecniche Operative del Piano

degli interventi, La Città storica: disciplina urbanistica ed edilizia7.

Si riporta di seguito un estratto del Piano degli Interventi dell’ambito in oggetto e si

rimanda per una lettura dettagliata delle norme che lo disciplinano all’estratto delle NTO in

allegato.

5 Tratto da documentazione fornita dal citato ufficio

6 Comune di Verona, Caserma “Alberto Riva di Villasanta”, Demanio, Direzione Processi di Valorizzazione e Politiche di

Marketing OP- IP, maggio 2009 7 http://mapserver5.comune.verona.it/uffi_sit/pi_consultazione/indexPi.htm dopo l'entrata in vigore della legge urbanistica

della Regione Veneto - la n. 11 del 23.04.2004 la pianificazione comunale si articola in piano di assetto del territorio (PAT) e piano degli interventi (PI) che costituiscono il piano regolatore comunale

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Piano Interventi – estratto da Tav. A2-3

Piano Interventi – estratto da Tav. A1-3

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L’ambito, sottoposto a vincolo ex art.10 D.Lgs. 42/2004, nel 2009 è stato dichiarato di

interesse culturale ai sensi dell’art.12 del citato decreto (vedi 1.6 Inquadramento storico e

interesse culturale). E’ sottoposto alla tutela dell’UNESCO (vedi art.81 delle NTO e delimitazione

contesti a vari gradi di tutela) ed è adiacente all’ambito del Parco delle mura magistrali

Scaligere (una parte di spazio scoperto tra il fabbricato B e il Parco è indicato quale Giardino

storico nel PAQE).

L’art.29 delle NTO - Vincolo monumentale D.Lgs. 42/2004 prescrive la conservazione

dei caratteri dell’impianto originario, i rapporti tra pieni e vuoti, la tutela degli apparati

decorativi, degli intonaci, degli infissi e dei portoni, il mantenimento degli impianti distributivi e

strutturali originari e la contestuale sistemazione delle aree scoperte.

L’art.75 disciplina gli interventi ammessi per categorie di edifici distinguendo tra

interventi guida e interventi ammessi previa analisi filologica e progetto di massima sull’unità di

intervento. L’art.76 detta disposizioni per la qualità urbana ed edilizia. Si rimanda al paragrafo

1.8 per la trattazione dei singoli edifici e alla lettura degli articoli delle NTO citati per una più

puntuale disamina degli interventi ammessi.

- gli edifici A e B sono Edifici emergenti di Categoria A2 – Emergenze architettoniche

ed edifici di valore storico o architettonico intatti o con modificazioni reversibili, e

assimilabili

- gli edifici C e D sono Edifici incoerenti di Categoria B1 – Edifici e/o manufatti privi di

valore culturale. Edifici con parti incoerenti con il centro storico

- l’edificio E ed altre parti sono Edifici in contrasto in Categoria B2 - Edifici in

contrasto con il centro storico.

A livello di inquadramento generale, e dunque di scelte progettuali che incidono

sull’assetto dell’intero ambito, rileva ricordare la disciplina riguardante gli edifici incoerenti e

gli edifici in contrasto.

Per gli edifici in contrasto è prescritto, quale intervento guida, la demolizione senza

ricostruzione; sono tuttavia ammessi, previa analisi filologica e progetto di massima sull’unità di

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intervento, la ristrutturazione, demolizione e ricostruzione ed eventuale rilocalizzazione del

volume demolito all’interno dell’Unità di intervento.

Per gli edifici incoerenti, a fronte di un intervento guida di impronta conservativa, che

prescrive interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, ristrutturazione all’interno della

stessa sagoma, senza aumenti di superficie e con altezze inferiori a quelle degli edifici

circostanti di carattere storico-artistico, sono ammessi, tra l’altro, previa analisi filologica e

progetto di massima sull’unità di intervento, la demolizione e ricostruzione ed eventuale

rilocalizzazione del volume demolito all’interno dell’Unità di intervento, ampliamento, nuova

costruzione, cambio d’uso, nel rispetto di determinate condizioni.

Il progetto preliminare, qualora la scelta progettuale si orienti, oltreché alla

conservazione dei due edifici emergenti di valore storico, alla ricomposizione volumetrica dei

rimanenti dovrà tenere conto dell’art.70 delle NTO che detta Disposizioni per la redazione

dell’analisi filologica e del progetto di massima degli interventi.

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1.5. Classificazione geologica, idrogeologica e sismica

Nelle Carte delle Fragilità8, dei Vincoli e della Trasformabilità del Piano di assetto del

territorio (PAT) 9 e dalle relative Norme di attuazione NTA 10 e dalle NTO del Piano degli

Interventi (PI), riguardo all’ambito in oggetto emerge quanto segue:

- L’intero territorio comunale è classificato in zona sismica 311.

- Aree idonee - Non sussistono condizioni di penalizzazione tali da precludere

l’edificabilità, (…) Nelle aree idonee l’edificabilità e la realizzazione di interventi che

modificano l’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico rimane comunque

vincolata alla preventiva esecuzione di adeguate indagini secondo quanto previsto

dal D.M. 11.03.1988 «Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce,

la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la

progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle

opere di fondazione» e dal D.M. 14.01.2008 «Norme tecniche per le costruzioni»12.

- La vulnerabilità intrinseca degli acquiferi è alta riferita all’unità geoambientale di

pianura e fondovalle A13

- Aree caratterizzate dalla presenza di alluvioni fluviali e fluvioglaciali a

composizione prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa, ad elevata permeabilità

primaria.

- Strati di alterazione superficiale di scarsa potenza.

- Morfologia pianeggiante, con cigli e scarpate di terrazzi alluvionali, alvei e

paleoalvei.

- Dinamica geomorfologica prevalente: fluviale e fluvioglaciale.

8 Ed adeguamento del Quadro Conoscitivo relativamente alle tematiche geologiche, tenendo conto delle prescrizioni richieste

dalla Regione Veneto in sede di approvazione delle stesse (DGRV N. 4148 DEL 18/12/2007) 9 http://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/PAT/APPROVATO/NTA%20-%20ALLEGATO_C.pdf piano di assetto del territorio

(PAT) e piano degli interventi (PI) costituiscono il piano regolatore comunale dopo l'entrata in vigore della legge urbanistica della Regione Veneto - la n. 11 del 23.04.2004 10

http://mapserver3.comune.verona.it/UFFI_SIT/PAT/APPROVATO/NTA.pdf 11

per effetto della Deliberazione del Consiglio Regionale 03.12.2003 n. 67 da Norme di attuazione (NTA) - 8.01 - Rif.: Tav. 1 – Carta dei vincoli e della Pianificazione Territoriale - Rif. Legislativo: D.P.R. 380/2001 – capo IV; D.C.R. 03.12.2003 n. 67 12

http://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/PIAP_CONSULTAZIONE/ART_42.pdf https://mapserver4.comune.verona.it/siti/MG/igis.aspx 13

NTA art. 38 - Rif. Legislativo: L.R. 11/2004 - Rif. PAQE: art. 51 – 52 - Rif.: Tav. 3 – Carta delle Fragilità e aggiornamento NTO e aggiornamento ex art. 42 e 43 https://mapserver4.comune.verona.it/siti/MG/igis.aspx

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- Presenza di falda libera a profondità maggiore di 10 metri dal piano campagna.

Gli interventi edilizi di ristrutturazione, nuova costruzione e ristrutturazione urbanistica,

potranno essere autorizzati e/o assentiti a condizione che rispettino le previsioni del Piano

Regionale di Tutela delle Acque. Nella relazione geologica allegata al progetto, (…) dovranno

essere precisate le opere incidenti sulla vulnerabilità degli acquiferi e illustrate, anche

progettualmente, le misure di tutela, salvaguardia e mitigazione proposte14.

- non risulta vincolo di pericolosità idraulica.

14 http://mapserver5.comune.verona.it/UFFI_SIT/PIAP_CONSULTAZIONE/ART_43.PDF

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1.6. Inquadramento storico e interesse culturale

Il compendio, vincolato ex art.10 D.Lgs. 42/2004, a seguito di verifica di interesse

culturale richiesta dall’Agenzia del Demanio nel 2009 è stato dichiarato dal Ministero per i Beni

e le Attività culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, di

interesse culturale ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 42/2004. Si allega il Decreto di vincolo e la

relazione storico artistica redatta dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici

per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

La relazione storico-artistica della Soprintendenza è la fonte che ha permesso di

sintetizzare, negli schemi che seguono, la stratificazione storica degli immobili del compendio.

Ai fini delle scelte progettuali future è da sottolineare come nella relazione della

Soprintendenza si legga : Il complesso, composto dalla settecentesca Caserma Riva di Villasanta,

dal bastione sanmicheliano e dalla polveriera asburgica, presenta – nonostante nel recinto siano

stati edificati numerosi capannoni per motivazioni funzionali – importante interesse culturale ai

sensi dell’art.10 co 1 lettera a) del D.Lgs n 42/2004, in quanto costituisce una porzione

essenziale del sistema fortificatorio veronese.

L’accento che motiva l’apposizione del vincolo è dunque posto, per quanto concerne

l’ambito oggetto di intervento, sull’essere parte del sistema fortificato veronese della sola

Caserma settecentesca, di contro, la presenza dei capannoni rappresenta un “nonostante”, che,

se rimosso, contribuirebbe ad una più completa valorizzazione dell’ambito di reale interesse

culturale.

L’ambito è, inoltre, sottoposto a tutela archeologica ai sensi del D.Lgs. 42/2004.

Nel caso si perseguisse l’ipotesi di nuove costruzioni (scavi di profondità maggiore di 50

cm), sarà da considerare l’obbligo di esecuzione di indagini archeologiche preliminari15 :

l’ambito di intervento è sottoposto alla disciplina di cui all’art. 5 co 05, lett. c) delle NTA Aree di

interesse archeologico non sottoposte a tutela archeologica con decreto di vincolo (…) con

media probabilità di ritrovamenti archeologici, ma, trattandosi di lavoro rientrante nelle

15 Art 5 delle NTA del PAT http://mapserver3.comune.verona.it/UFFI_SIT/PAT/APPROVATO/NTA.pdf

http://www.archeologiapreventiva.beniculturali.it/documenti/Circolare_010_2012.pdf http://www.archeologiapreventiva.beniculturali.it/documenti/Circolare_010_2012_Allegato_01.pdf

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disciplina delle opere pubbliche in qualsiasi parte del territorio comunale (…) è obbligatoria

l’esecuzione di indagini archeologiche preliminari. In ogni caso si dovrà provvedere al deposito

preventivo del progetto edilizio ed a notifica successiva della denuncia di inizio lavori, presso la

Soprintendenza Archeologica.

Un altro aspetto da approfondire in rapporto all’interesse culturale dell’ambito in

oggetto è il raccordo con la normativa sull’efficienza energetica e le ineludibili istanze di

contenimento dei costi di gestione degli edifici in uso alla pubblica amministrazione. Potranno

essere di supporto le Linee guida di indirizzo per il miglioramento dell'efficienza energetica nel

patrimonio culturale (presentate il 28 Ottobre 2015) che forniscono indicazioni per la

valutazione e per il miglioramento della prestazione energetica del patrimonio culturale

tutelato, con riferimento alle norme italiane in materia di risparmio e di efficienza energetica

degli edifici.16

In particolare sarà da verificare l’inclusione o l’esclusione degli edifici o dell’intero

complesso dall’ambito di applicazione delle disposizioni del D.lgs. 192/2005 che si applicano sia

all’edilizia pubblica che a quella privata e quindi investono direttamente le amministrazioni

pubbliche nelle loro qualità di gestori degli immobili ad esse assegnati. Per gli edifici soggetti

alle disposizioni di tutela di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, l’applicazione della

norma prima citata è subordinata alla compatibilità con i principi di conservazione e tutela del

patrimonio culturale.

16http://www.beap.beniculturali.it/opencms/multimedia/BASAE/documents/2015/10/27/1445954374955_Linee_indirizzo_miglioramento_efficienza_energetica_nel_patrimonio_culturale.pdf

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Schema 1 - Stratificazione storica degli interventi della ex Caserma Riva di Villasanta

Impianto seicentesco. Primo impianto del corpo A. Unico corpo su 2 piani. Stanze al piano 1 disimpegnate da ballatoio Ampliamento documentato al 1737 dal Filosi. Costruzioni ali est e ovest su 2 piani Ampliamento documentato al 1761 documentato da lapide all’interno del cortile. Costruzione corpo sud, innalzamento di un piano Ampliamento del 1838-1840 Innalzamento di 1 piano di tutto il quadrato, costruzione del corpo B. Realizzazione dei 3 ordini di loggiati sul corpo A Edifici del secondo dopoguerra. Officine e capannoni aggiunti per la riparazione di automezzi militari

A

B

C

D

Da

E

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1.7. Stato di fatto immobili del compendio – Superfici e Volumi

La parte del compendio assegnata ha una superficie fondiaria di circa mq 15.300, di cui

la superficie di sedime è di 6.300 mq e la superficie scoperta di 9.000 mq; la superficie lorda è

di circa 13.730 mq, ripartita come riferisce la tabella 7. I fabbricati assegnati sono 5: l’edificio A,

il più antico, è un edificio a corte su 3 piani, sviluppa una superficie lorda di circa 5.697 mq,

l’edificio B è un edificio lineare di epoca asburgica e si innesta sul primo, sviluppa una superficie

lorda di 4.236 mq sempre su 3 piani; i rimanenti fabbricati sono stati aggiunti nel dopoguerra, il

fabbricato C è un edificio lineare di 2 piani, la stecca di D è formata da una serie di officine

contigue di un solo piano di circa 1.200 mq, di cui una parte, circa 200 mq all’estremità sud , è

semidemolita (Da). Il fabbricato E è un capannone da 900 mq di un solo piano.

Foto 2 – ex Caserma Riva di Villasanta – identificazione edifici del compendio

La tabella e lo schema seguente sintetizzano le consistenze: la fonte è un rilievo del

2006 che annotava superfici lorde e volumi e che si allega, insieme al verbale di consegna e alla

planimetria catastale, ed a cui si rimanda per una più dettagliata definizione delle distinte

consistenze.

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Schema 2 - Consistenze compendio

Tabella 7 – Consistenze

Edifici Piani Superficie di sedime

mq

Superficie Lorda

mq

Superficie Lorda Totale

mq

Superficie scoperta

Altezza linea di gronda

Volume (escluso

sottotetto) mc

Volume sottotetti

mc

Volume mc

A A0

1899

1899

5697 11,64 21.778 2.509 24.287 A1 1899

A2 1899

B B0

1412

1412

4236 12,70 17.488 2.599 20.087 B1 1412

B2 1412

C C0

786 786

1572 8,65 7.407 7.407 C1 786

D D0 1059 1059 1059 5,78 h max 5.178 932 6.110

Da Da 273 273 273 4,50 1.271 1.271

E E0 892 892 892 5,32 5.035 5.035

totale totale 6321 13729 9039 64.197

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1.8. Stato di fatto immobili. Descrizione e documentazione fotografica

Di seguito sono presentati, tramite documentazione fotografica e sintetica descrizione

gli edifici del compendio.

1.8.1. Edificio A

Foto 3 – Edificio A - Categoria A2 – Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o con modificazioni reversibili, e assimilabili

L’edificio A è classificato, all’art. 75 delle NTO del Piano degli interventi cui si rimanda,

Categoria A.2 - Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o

con modificazioni reversibili, e assimilabili. L’Intervento guida, nel rispetto dei valori presenti

nell’unità edilizia è manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria, restauro e

risanamento conservativo.

La forma dell’edificio di oggi è il risultato di una stratificazione di interventi e di una

crescita intorno alla stecca più antica. Il corpo originario, su due piani, era rettilineo e risale al

seicento. La caserma veneta, di impianto quadrato su corte rettangolare era costituita

dall’originario corpo a nord, da due corpi di fabbrica a est e a ovest e da un corpo annesso a

sud. Il corpo nord era costituito da una serie di stanze insistenti su un ballatoio, i corpi est e

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ovest non avevano un corridoio di distribuzione. I tre ordini di porticati sui fronti est (e ovest),

oggi prepotentemente caratterizzanti l’immagine della caserma, sono stati realizzati in epoca

asburgica e, disimpegnando le camerate, rendono più funzionali i collegamenti orizzontali che

terminano in due scale elicoidali; alla stessa epoca risale la costruzione del terzo piano. I loggiati

del piano terra sono coperti da volte, quelli dei piani superiori da solai in legno a vista.

Nelle camerate, a complicarne la lettuta unitaria, sono attualmente presenti numerose

tramezzature e servizi realizzati presumibilmente per un uso abitativo.

Foto 4 – Edificio A – fronte est

Durante il secondo sopralluogo è stato possibile visionare l’ala ovest e constatare che il

solaio di calpestio del secondo piano del loggiato è crollato e sono visibili le mensole su cui

gravava il solaio: il solaio del primo piano è massicciamente puntellato, le falda del tetto

soprastante è stata rifatta in cemento e laterizio e le chiusure dei loggiati sul fronte potrebbero

far parte di uno o più interventi di consolidamento della cui documentazione non si è al

momento in possesso. I loggiati sul lato est hanno solai in legno e pavimentazione in pietra e

sulle facciate sono visibili le teste dei tiranti di consolidamento.

Le finestre sulla corte interna risultano in gran parte tamponate ma la loro presenza

originaria è documentata dalla presenza delle cornici sulla superficie di facciata. Nel cortile

interno si vede traccia di un portone tamponato, probabile ingresso del corpo nord originario.

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L’intonaco è giallo ocra e gli infissi in legno, gli scuri in legno verde.

Sul fronte est è visibile l’apparecchiatura muraria in pietra e laterizio dopo il distacco e la

caduta dell’intonaco ed un piccolo edificio ad un piano è addossato allo stesso.

Edificio A - Loggiati a est. Ritmo sull’Adige e tipologia distributiva

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Edificio A - Loggiati a ovest - Ritmo perduto e tipologia distributiva

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Edificio A - Finestre sul cortile

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Edificio A - Interni - Scale

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1.8.2. Edificio B

L’edificio B è classificato, all’art. 75 delle NTO del Piano degli interventi cui si rimanda,

Categoria A.2 - Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o

con modificazioni reversibili, e assimilabili. L’Intervento guida, nel rispetto dei valori presenti

nell’unità edilizia è manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria, restauro e

risanamento conservativo.

E’ caratterizzato da grande pulizia formale, essenzialità e austerità, è privo di apparati

decorativi significativi o superfici murarie dipinte.

Foto 5 - Edificio B – fronte ovest

Limpido è l’impianto dell’edificio asburgico. Su tre livelli la pianta è lineare con

distribuzione delle camerate su corridoio laterale e scalone centrale. Le camerate, ad eccezione

del piano secondo, sono coperte da volta a botte a sesto ribassato. Il collegamento orizzontale

si innesta in continuità con i coevi porticati dell’edificio A. Le finestre del corridoio derivano,

probabilmente, dalla parziale chiusura di aperture ad arco su parapetto in muratura con

copertina in pietra, visibili nella parte interna.

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La cerniera tra gli edifici B e C è una superfetazione che, da NTO, può essere demolita,

attualmente ospita i servizi igienici.

L’edificio presenta un sottotetto praticabile con setti in mattoni corrispondenti alle

divisioni delle camerate sottostanti sui quali si appoggiano mensole di sostegno della struttura

lignea del tetto. Il solaio del sottotetto si presenta come rifacimento recente realizzato con

struttura di travi in legno e tavolato grezzi.

Edificio B - Fronte ovest- loggiato

Prospetto sud-ovest Piano 2 Collegamento orizzontale

Piano terra loggiato

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Edificio B- Interni

Fo Piano terra - Camerata con affaccio Adige Piano terra collegamento orizzontale

Piano 1- Camerata con affaccio Adige Piano 1 Collegamento orizzontale

Piano 2 - Camerata con affaccio Adige

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Edificio B- Superfetazione tra edificio B e C

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1.8.3. Edificio C

Foto 6 - Edificio C – fronte nord

L’edificio C è classificato, all’art. 75 delle NTO del Piano degli interventi cui si rimanda,

Categoria B.1 Edifici e/o manufatti privi di valore culturale. Edifici con parti incoerenti con il

centro storico. L’Intervento guida prevede interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria,

ristrutturazione all’interno della stessa sagoma, senza aumenti di superficie e con altezze

inferiori a quelle degli edifici circostanti di carattere storico-artistico, ma sono ammessi, tra

l’altro, previa analisi filologica e progetto di massima sull’unità di intervento, la demolizione e

ricostruzione ed eventuale rilocalizzazione del volume demolito all’interno dell’Unità di

intervento, ampliamento, nuova costruzione, cambio d’uso, nel rispetto di determinate

condizioni.

L’edificio C è un lungo parallelepipedo di due piani fuori terra, al pianterreno presenta

alcune stanze piccole e vari locali a tutta ampiezza un tempo adibiti a spazi comuni (cucine e

refettorio); il piano superiore, cui si accede tramite l’unica scala, presenta invece una lunga

successione di stanze per lo più di uguali dimensioni distribuite, su un solo lato, da un corridoio.

I pavimenti sono in discreto stato, quasi ovunque in piastrelle di gres; le finestre sono in

alluminio anodizzato o in legno, talvolta con doppia finestra in ferro, mentre i serramenti

interni sono prevalentemente in legno. Le stanze sono ben proporzionate e luminose, di altezza

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adeguata, prive di controsoffittatura. I blocchi di servizi igienici presenti, uno per piano, non

sono accessibili ai portatori di handicap. Gli impianti presenti (idrico-sanitario, elettrico,

illuminazione, fonia e dati, riscaldamento) sono obsoleti, fuori norma o comunque deteriorati

dall’abbandono. In tutto l’immobile si trovano crepe e fessurazioni, più o meno estese, alcune

monitorate tramite vetrini, che fanno supporre l’esistenza di dissesti statici da valutare. Le

murature al piano terra inoltre presentano degrado dovuto all’umidità di risalita; al piano

superiore ci sono segni evidenti di infiltrazioni di acqua piovana in parte dalla copertura e in

parte dagli infissi; in più punti si notano anche gli effetti di perdite dalle tubazioni del

riscaldamento.

Se, a seguito di analisi statica e verifiche strutturali, l’edificio C dovesse risultare idoneo

senza particolari interventi di consolidamento, gli interventi saranno assimilabili ad una

manutenzione che, non essendo l’edificio di valore storico non dovrebbe essere interessato da

prescrizioni della Soprintendenza. Qualora invece, verificata la necessità di consolidamenti

onerosi, si ritenesse economicamente o strategicamente più vantaggiosa una demolizione e

ricostruzione, sarà da verificare il rapporto col contesto, in particolare con l’edificio B, e se sia

possibile aumento di volume (eventualmente da demolizione di E), diverso sedime o

inserimento di ulteriori piani.

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Edificio C - Lato piazzale e parcheggio

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Edificio C - Interni

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1.8.4. Edificio D

L’edificio D è classificato, all’art. 75 delle NTO del Piano degli interventi cui si rimanda,

Categoria B.1 Edifici e/o manufatti privi di valore culturale. Edifici con parti incoerenti con il

centro storico. L’Intervento guida prevede interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria,

ristrutturazione all’interno della stessa sagoma, senza aumenti di superficie e con altezze

inferiori a quelle degli edifici circostanti di carattere storico-artistico, ma sono ammessi, tra

l’altro, previa analisi filologica e progetto di massima sull’unità di intervento, la demolizione e

ricostruzione ed eventuale rilocalizzazione del volume demolito all’interno dell’Unità di

intervento, ampliamento, nuova costruzione, cambio d’uso, nel rispetto di determinate

condizioni.

L’Edificio D , chiuso da un muro cieco su via Da Vico, è composto da una serie di officine

non comunicanti tra loro ma con accesso diretto dallo spazio aperto del compendio.

Foto 7 – Edificio D - Categoria B1 - Edifici e/o manufatti privi di valore culturale. Edifici con parti incoerenti con il

centro storico

Da NTO la parte dell’edificio D adiacente l’ingresso del compendio (Cat. B2 già

parzialmente demolita) può essere demolita e ricostruita. Il fronte cieco che dà su via Tomaso

da Vico non presenta caratteristiche di pregio, né il fronte dal lato opposto della strada si

presenta continuo, gli edifici risalgono probabilmente ad una pianificazione degli anni ‘60. Non

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si percepiscono caratteristiche d’insieme da salvaguardare che configurino una scena urbana

coerente (fa eccezione la presenza di una torretta di fronte alla zona di ingresso).

Edificio D

Foto 8 – Edificio D2 – Categoria B2 - Edifici in contrasto con il centro storico. Da NTO è ammessa demolizione -

Edificio E

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Foto 9 – Edificio D2 – Categoria B2 - Edifici in contrasto con il centro storico. Da NTO è ammessa demolizione

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Edificio D _ Fronte strada

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Foto 10 - Edificio D e C – fronte strada – Cat B1 - Edifici/manufatti privi di valore culturale/con parti incoerenti con

il centro storico

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1.8.5. Edificio E

L’Edificio E è composto da due capannoni affiancati del dopoguerra di circa 900 mq, la

struttura è in cemento armato, i tetti a falda, sono presenti numerose aperture sui lati lunghi. E’

privo di valore storico ed è classificato Categoria B.2 dalle NTO del PI Edifici in contrasto con il

centro storico: l’intervento guida è la demolizione.

Foto 11 - Edificio E - Categoria B2 - Edifici in contrasto con il centro storico. Da NTO è ammessa demolizione

Foto 12 - Edificio E - Categoria B2 - Edifici in contrasto con il centro storico. Da NTO è ammessa demolizione

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Edificio E _ Esterni e interno

Foto 13 – Edificio D2 – Categoria B2 - Edifici in contrasto con il centro storico. Da NTO è ammessa demolizione -

Edificio E

Foto 14 - Edificio E - Categoria B2 - Edifici in contrasto con il centro storico. Da NTO è ammessa demolizione -

22/05/2015

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1.9. Interferenze di cantiere

I lavori interessano una zona del Centro Storico ma l’ambito è ben isolato all’estremità

nord delle mura Scaligere e, in quanto ex caserma, non è parte viva del tessuto urbano

circostante. L’area di cantiere non appare di complessa delimitazione, è di circa mq 15.300,

affacciata a est sull’Adige, a ovest su via Tommaso Da Vico, a sud su via Torretta (una strada

interna da cui potrebbe essere previsto l’accesso all’area di cantiere), e a nord sull’altra parte

del compendio destinata a parcheggio. Non si riscontrano evidenti criticità, che comunque

saranno valutate nel PSC, riguardanti la gestione degli accessi e l’interdizione delle aree di

cantiere ai non addetti ai lavori.

Le eventuali interferenze con l’area di parcheggio dell’ASL e con la viabilità urbana e i

rischi connessi saranno valutati nel PSC. Sia via Da Vico che via Pontida dovrebbero consentire

una scorrevole uscita dei mezzi di cantiere, in particolare per il trasporto in discarica, dal

perimetro delle mura e dunque dal Centro Storico.

Se si perseguisse l’ipotesi della ricomposizione volumetrica, si dovrà porre attenzione

alle fasi di demolizione degli edifici prospettanti su via Tommaso Da Vico e sul parcheggio ASL

ed agli scavi di fondazione per la costruzione dei nuovi edifici.

Sarà valutata nelle successive fasi di progettazione se procedere per lotti.

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2. Ipotesi e indicazioni progettuali

Per riallocare gli uffici della città di Verona nel complesso demaniale in oggetto, sono

state delineate diverse ipotesi progettuali, da quella di integrale ristrutturazione senza alcuna

demolizione degli edifici assegnati a quella più impattante di mantenimento dei soli due edifici

storici e ricomposizione volumetrica nella restante parte del compendio; in un primo tempo era

stata valutata la possibilità di parziale restituzione di superfici del corpo B all’Agenzia del

Demanio.

Tutte le ipotesi elaborate, per la scelta definitiva tra le quali si rinvia alla più

approfondita conoscenza degli immobili e del loro ciclo di vita, si fondano sui principi e le

intenzioni di cui al paragrafo 2.2 e sull’analisi delle potenzialità allocative di dipendenti e

documenti in ciascun edificio del compendio di cui al paragrafo 2.1.

2.1. Potenzialità allocative di dipendenti e archivi

Le potenzialità allocative ipotizzate nei paragrafi che seguono si basano su dati desunti

da ipotesi di layout e non derivano da dati parametrici (mq/addetto). Le ipotesi di layout sono

state elaborate su scansioni di planimetrie catastali e rilievo del perimetro esterno degli edifici: i

dati saranno pertanto da verificare a seguito di rilievo architettonico dettagliato.

Il dato sulla capienza massima potenziale sarà, inoltre, da articolare in relazione al

numero di stanze dirigenziali necessarie ed al numero di postazioni di front-office da prevedere

nonché agli adempimenti necessari ex DM 22/02/2006 per le aree aperte al pubblico ai fini

della prevenzione incendi. Aree aperte al pubblico sono, oltre a quelle di front-office, anche

quegli uffici, e relativi connettivi, in cui si espleta ricevimento dell’utenza su appuntamento.

Dall’analisi del quadro esigenziale (vedi paragrafo 1.2.1) si deduce che, escludendo la superficie

ad archivi, gran parte della superficie del compendio potrebbe essere aperta al pubblico,

pertanto adempiere alle prescrizioni negli edifici vincolati potrebbe risultare arduo. Una

possibile soluzione per ridurre e contenere tale superficie sarà la progettazione di confessionali,

ossia spazi non occupati permanentemente da dipendenti, ma usati a rotazione da questi ultimi

in occasione del ricevimento del pubblico su prenotazione (vedi ipotesi ai paragrafi del 2.2). La

localizzazione di questi spazi così come la localizzazione dei dipendenti che ricevono pubblico

regolarmente sarà da prevedere, compatibilmente con l’organizzazione del lavoro, in aree

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facilmente gestibili dal punto di vista della sicurezza antincendio (dunque preferibilmente ai

piani terra, nell’edificio C o nell’edificio di nuova costruzione, nell’ipotesi di ricomposizione

volumetrica).

2.1.1. Dipendenti

Saranno da stabilire nel compendio 420 dipendenti, di cui 17 dipendenti in stanza

singola (i dati saranno da aggiornare con il Direttore Provinciale, vedi paragrafo 1.2.1).

Premesso che l’intervento guida per l’edificio E e per la parte terminale a sud di D (Da) è

demolizione e ricomposizione volumetrica e lasciando in sospeso le ipotesi riguardanti la

tipologia di intervento su D oggetto di successive considerazioni, si ipotizza di destinare gli

edifici A, B e C ad uffici di back-office: considerando le superfici nette utili per difetto ed

assegnando 9 mq netti/dipendente, risultano allocabili un totale di 502 dipendenti e risulta

raggiungibile il mantenimento dell’indice di occupazione intorno a 22 mq/addetto.

Nella tabella seguente si riporta il dato sulle potenzialità di allocazione dipendenti degli

edifici del compendio che, ad una prima analisi, risultano adatti alla destinazione ufficio.

Il dato in tabella è suddiviso per piani e, in questa prima analisi, si presuppongono adatti

alla destinazione uffici anche i piani terra degli edifici A e B, tuttavia tale idoneità, al primo

sopralluogo, risultava dubbia, in relazione alle superfici aeroilluminanti probabilmente

insufficienti.

Il dato fa riferimento a layout ottenuti dall’aggregazione dei locali tipo riportati a

seguire. Nei primi due schemi si rappresenta il numero di postazioni di lavoro che possono

essere inserite nelle camerate storiche nel massimo rispetto della struttura tipologica originaria

(gli schemi non costituiscono indicazione progettuale).

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Tabella 8 – potenzialità allocative degli edifici del compendio

Edifici Piani Superficie

Lorda mq

Superficie Lorda Totale

mq

Numero Dipendenti

Numero Dipendenti

(media) Indice mq/dip

A A0 1899

5697

76 - 96

258 22 A1 1899 76 - 96

A2 1899 76 - 96

B B0 1412

4236

48 - 68

174 24 B1 1412 48 - 68

B2 1412 48 - 68

C C0 786

1572 35

70 22 C1 786 35

D D0 1059 1059 Non adatto Non adatto

Da Da 273 273 Demolizione Demolizione

E E0 892 892 Demolizione Demolizione

totale totale 13729 502

Schema 3 - corpo A – P1-P2 – ali est e ovest - locale tipo

mq locale stato

attuale

mq superficie

aero- illuminante

mq ufficio

numero postazioni di lavoro

numero locali per

piano

mq deposito archivio

Locale tipo 68 x 68 7 - 8 10 -

Schema 4 - corpo B – P1-P2 – locale tipo

mq locale stato

attuale

mq superficie

aero- illuminante

mq ufficio

numero postazioni di lavoro

numero locali per

piano

mq deposito archivio

Locale tipo 85 x 56 6 8 15

Schema 5 – corpo C – P0 -P1 – locale tipo

mq locale stato

attuale

mq superficie

aero- illuminant

e

mq ufficio

numero postazioni di lavoro

numero locali per

piano

mq deposio archivio

Locale tipo 18 x 18 2 20 -

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2.1.2. Archivi

I metri lineari di documenti da archiviare nel compendio sono 12.200 (vedi par. 1.2.2).

Nella tabella seguente si riporta il dato sulle potenzialità di archiviazione dei documenti

degli edifici del compendio che, ad una prima analisi, risultano più adatti alla destinazione

archivio che alla destinazione ufficio (se le superfici ipotizzate fossero interamente destinate ad

archivio, alla tabella precedente di potenzialità allocativa dei dipendenti andrebbero sottratte

130 unità). Ipotizzando di destinare i piani terra degli edifici A, B e l’intero D ad archivi e che

siano utilizzati armadi compattabili del tipo rappresentato nello schema seguente (h 200 cm) e

considerando che i locali degli edifici storici sono coperti da volte a botte a sesto ribassato e che

dunque non sarà utilizzabile tutta l’altezza, risulterebbero archiviabili nel piano terra del corpo

A ml 4.838 di documenti, nel piano terra del corpo B ml 4.838 e nel corpo C ml 8.870; si riporta

in via cautelativa anche il dato (ml 6.653) relativo al corpo E (stimato per difetto in quanto

l’altezza consentirebbe un numero maggiore di livelli eventualmente anche tramite la

realizzazione di soppalchi) nonostante sia preferibile la demolizione di quest’ultimo.

Tabella 9 - potenzialità documentazione archiviabile in compattabili negli edifici del compendio

Edifici Piani Superficie

Lorda mq

ml archiviabili

Superficie destinabile ad archivio

mq

A A0 1899 4.838 1.899

A1 1899 Preferibile destinazione ufficio

Preferibile destinazione ufficio A2 1899

B B0 1412 4.838 1.412

B1 1412 Preferibile destinazione ufficio

Preferibile destinazione ufficio B2 1412

C C0 786 Preferibile

destinazione ufficio Preferibile

destinazione ufficio C1 786

D D0 1059 8.870 1.059

Da Da 273 Demolizione Demolizione

E E0 892 6.653 Preferibile

Demolizione

totale totale 16.630 4.370

Nelle tabelle allegate il dato sui ml archiviabili è ulteriormente suddiviso per locali in

modo da facilitare il controllo della variazione dello stesso in relazione a più certi dati

dimensionali dei locali e all’eventualità di utilizzare anche i piani superiori del corpo B ad

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archivi, previa verifica della portanza dei solai e della compatibilità di questa destinazione d’uso

con le istanze di conservazione e valorizzazione della caserma asburgica.

Schema 6 – scaffalature compattabili da archivio

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Schema 7 – corpo A – PT - locale tipo

mq locale

ml archiviabili

Numero locali

Totale ml

archiviabili

Locale tipo 40 403 12 4.838

Schema 8 – corpo B – PT – locale tipo

mq locale

ml archiviabili

Numero locali

Totale ml

archiviabili

Locale tipo 80 605 8 4.838

Schema 9 – corpo D

mq locale

ml archiviabili

Numero locali

Totale ml

archiviabili

1 - 2 - 3 – 4 – 11 40 403 5

5 – 7 25 269 2

6 12 134

8 – 9 – 10 – 13 95 1.008 4

12 65 605

14 75 806

15 70 739

8.870

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Gli edifici A e B sono caratterizzati da strutture portanti in muratura di notevole sezione,

per propria natura possiedono caratteristiche REI adeguate e presentano aperture sufficienti a

garantire la ventilazione naturale.

Per l’edificio D potrebbero essere necessari lavori per il raggiungimento di

caratteristiche REI adeguate mentre presentano aperture sufficienti a garantire la ventilazione

naturale.

In nessuno degli edifici considerati dovrebbero essere necessari lavori di

compartimentazione.

Per l’accesso dall’esterno nel corpo B e A dovranno essere previsti infissi REI e, in

particolare, due porte REI (è stata valutata quale ipotesi alternativa, quella di aprire

completamente il porticato, ma ai fini antincendio questo non è considerato spazio esterno, in

quanto non scoperto, dunque le stanze d’archivio dovrebbero avere accesso da filtro, soluzione

che non appare praticabile).

Gli interventi impiantistici all’interno delle stanze degli edifici storici, qualora si scelga di

destinare i piani terra interamente o parzialmente ad archivi, potranno essere reversibili ed il

sistema di spegnimento e rilevazione potrebbe essere di basso impatto visivo e compatibile con

la presenza della volta, se prescritto dalla Soprintendenza.

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2.2. Ipotesi progettuali

Le ipotesi di distribuzione delle funzioni nel compendio, rappresentate nei paragrafi che

seguono, si fondano sulle considerazioni e le intenzioni qui illustrate: si focalizza l’attenzione

sulle caratteristiche intrinseche dei ciascuno in rapporto alle possibili destinazioni da ospitare

ed al sistema degli accessi e dei collegamenti orizzontali e verticali. Si tratteranno

principalmente due ipotesi, l’una conservativa e l’altra da ricomposizione volumetrica degli

edifici non storici.

Si è valutato più opportuno e cautelativo scartare un’iniziale ipotesi legata alla

possibilità di parziale restituzione di superfici del corpo B all’Agenzia del Demanio. L’ipotesi

infatti non lasciava margini per futuri incrementi di personale ed inoltre nel momento in cui

viene redatto questo studio di fattibilità, non si è in possesso di un rilievo che dia precisa

cognizione delle potenzialità di modifica distributiva nelle ali nord e sud del corpo A, e

dell’adeguatezza alla destinazione uffici del piano terra (superfici aeroilluminanti

probabilmente insufficienti e umidità di risalita). Questa ipotesi era stata valutata in quanto

l’edificio B, affacciato sull’Adige e sul Parco delle Mura, avrebbe potuto essere riqualificato da

altri enti con destinazioni d’uso di tipo culturale.

Gli edifici del compendio, dal nucleo seicentesco a sud (A) si sono sviluppati a est

parallelamente all’Adige (B) per poi chiudere i margini nord (C) e ovest (D) su via Da Vico: la

configurazione attuale ruota intorno ad uno spazio aperto baricentrico molto ampio che,

destinato a parcheggio, si presenta quale accesso naturale ai vari edifici del complesso. Nel

paragrafo 2.2.1 viene più ampiamente trattata un’ipotesi di organizzazione dello spazio aperto

e degli accessi che potrà mantenersi costante a prescindere dalle diverse ipotesi di destinazione

dei singoli edifici.

L’Edificio E è un capannone del dopoguerra di circa 900 mq privo di valore storico, è

classificato B2 dalle NTO del PI: l’intervento guida è la demolizione e si intende seguirlo in tutte

le ipotesi prese in considerazione, con l’obiettivo di restituire le due caserme storiche, così

come ereditate dagli interventi ottocenteschi, ad una percezione spaziale unitaria. Solo nel caso

in cui nel compendio risultassero insufficienti le superfici destinate ad archivio e non fosse

possibile delocalizzarli, si potrà optare per la ristrutturazione.

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L’Edificio D , chiuso da un muro cieco su via Da Vico, è composto da una serie di officine

non comunicanti tra loro ma con accesso diretto dallo spazio aperto del compendio. E’

classificato B1 dalle NTO del PI Edifici incoerenti: l’Intervento guida prevede interventi di

manutenzione ordinaria e straordinaria, ristrutturazione all’interno della stessa sagoma, ma

sono ammessi previa analisi filologica e progetto di massima sull’unità di intervento, la

demolizione e ricostruzione ed eventuale rilocalizzazione del volume demolito.

Posto che una destinazione opportuna nel caso di ristrutturazione sembra quella ad

archivio, si dovrà valutare se convenga economicamente ristrutturare e adeguare gli impianti e

se strategicamente sia più opportuno usare il volume per una ricomposizione volumetrica che

possa portare alla realizzazione di nuova costruzione progettata a misura delle esigenze

dell’Agenzia (compresa una più agevole soluzione delle problematiche legate all’antincendio

nelle aree aperte al pubblico). L’attuale fronte cieco che dà su via Tomaso da Vico non presenta

caratteristiche di pregio, se si perseguisse l’ipotesi di creazione di un volume nuovo, i prospetti

potrebbero essere caratterizzati e articolati in modo da favorire una permeabilità di visione

tesa a valorizzare la caserma asburgica che lo fronteggia a est. Essendo nuova costruzione in

contesto storico, grande attenzione dovrà essere rivolta alla progettazione dell’involucro, sia a

livello di caratterizzazione formale di prospetti e coperture sia a livello di altezze, distanze e

visuali.

L’Edificio Da è l’estrema punta a sud della stecca D. Già parzialmente diroccato è

classificato B2 dalle NTO del PI: l’intervento guida è la demolizione. Si intende demolire le parti

interne e si rimanda al progetto preliminare la scelta tra il demolirlo completamente o il lasciare

memoria del recinto; nel secondo caso si ipotizzerà di includere la L ad angolo tra via Torretta e

via Da Vico nel disegno del margine della piazza pubblica, auspicata dal Comune, o del margine

di eventuali volumi tecnici o parcheggi che si dovesse eventualmente decidere di realizzare in

luogo della piazza.

L’Edificio C è un fabbricato di 2 piani, di circa 1600 mq con distribuzione lineare, è

classificato B1 dalle NTO del PI. L’Intervento guida prevede interventi di manutenzione

ordinaria e straordinaria, ristrutturazione all’interno della stessa sagoma, senza aumenti di

superficie e con altezze inferiori a quelle degli edifici circostanti di carattere storico-artistico,

ma sono ammessi, tra l’altro, previa analisi filologica e progetto di massima sull’unità di

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intervento, la demolizione e ricostruzione ed eventuale rilocalizzazione del volume demolito

all’interno dell’Unità di intervento, ampliamento, nuova costruzione, cambio d’uso, nel rispetto

di determinate condizioni.

Dopo il rilievo e l’analisi statica/strutturale (sono presenti lesioni monitorate) con la

relativa valutazione economica che includa gli eventuali consolidamenti necessari, e dopo le

parallele valutazioni strategiche relazionate a quelle da farsi per il fabbricato D e legate alla

necessità di più adeguati spazi di front-office e di back-office soprattutto in relazione alle aree

aperte al pubblico, si sceglierà se procedere a demolizione e ricomposizione volumetrica

oppure a ristrutturazione. Nel primo caso sarà necessaria una progettazione di massima

corredata da analisi filologica da sottoporre all’approvazione dell’ufficio pianificazione

territoriale e della Soprintendenza, tenendo comunque presente che, la nuova costruzione non

potrà superare l’altezza degli edifici storici e che la progettazione dovrà essere condotta

seguendo il criterio del rispetto e della valorizzazione delle preesistenze di valore storico,

l’edificio o l’insieme di edifici potranno essere articolati sia in profondità sia in altezza per

meglio rispondere alle esigenze funzionali e quelle formali legate alla valorizzazione delle visuali

sul complesso asburgico.

Nel caso invece di ristrutturazione dell’esistente, l’edificio C potrebbe ospitare circa 70

dipendenti su due livelli. Sarà necessario l’inserimento di un ascensore per il superamento

barriere architettoniche e di un ulteriore corpo scala per il rispetto della normativa

antincendio17. Il blocco dei collegamenti verticali troverebbe la collocazione più idonea quale

cerniera tra gli edifici B e C, a seguito di demolizione della superfetazione tra gli stessi. Il

trattamento formale dovrebbe seguire il criterio della distinguibilità e dovrebbe contribuire a

17 Relativamente all’edificio C) si verificano le necessarie scale alla luce del DM 22.02.2006 come di seguito,

ipotizzando 70 dipendenti su due livelli. 1. I vani scala devono essere di tipo protetto (Scala in vano costituente compartimento antincendio avente

accesso diretto da ogni piano, con porte di resistenza al fuoco REI predeterminata e dotate di congegno di autochiusura.) 2. La lunghezza massima del percorso di esodo è fissata in 30 m dalla porta di uscita di ciascun locale con

presenza di persone e da ogni punto degli spazi comuni (atri, disimpegni, uffici senza divisori, ecc.) sino a scala protetta. 3. Numero dipendenti 70 + 20% = 84 presenze. Capacità di deflusso 50 per il piano terra, 37,5 per il primo piano. Considerando 42 presenze per piano saranno

necessari 84/50= 2 moduli = 1,20 m per piano (minimo). Tuttavia viste le distanze precedentemente indicate al punto 2, considerate le dimensioni dell’edificio sarà necessario

realizzare un’altra scala.

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costituire uno stacco tra l’edifico del dopoguerra e la caserma asburgica al fine di isolare ed

esaltare la linearità e compattezza di quest’ultima.

Gli Edificio A e B sono classificati A2 dalle NTO del PI: l’intervento guida è manutenzione

ordinaria e manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo (…) gli interventi

di restauro conservativo sono diretti a conservare l’edificio nella sua caratterizzazione

tipologica, strutturale, formale, materico - cromatico e ornamentale originaria o storicamente

consolidata, con opere finalizzate all’adattamento alle nuove esigenze d’uso, all’eliminazione

delle superfetazioni incongrue (vedi paragrafo 1.8.1 e 1.8.2). Saranno recuperati tramite

interventi che ne rivelino la natura originaria, sarà riattivata la logica distributiva delle caserme

asburgiche: i loggiati chiusi da vetrate daranno accesso alle serie di camerate e sarà favorita la

lettura dell’ampia spazialità delle camerate stesse tramite l’eliminazione dei tramezzi che in

epoca recente l’hanno occlusa. Sarà necessario porre particolare attenzione alla verifica delle

superfici aeroilluminanti (rapporto di 1/12 negli edifici storici ex art. 59 del Regolamento del

Comune di Verona18) e nella ricerca di soluzioni progettuali e materiali che moltiplichino la

luminosità degli ambienti.

La potenzialità dell’edificio A per localizzare la funzione uffici di back-office si compie al

meglio nelle camerate: con superfici di circa 70 mq, ciascuna può ospitare 7 o 8 dipendenti. I

corpi nord e sud dell’edificio A presentano invece vani di superficie spesso non sufficiente ad

ospitare 2 dipendenti: dunque se a seguito di rilievo si verificasse che non è opportuno eseguire

demolizioni, gli uffici dirigenziali da un dipendente, piccole sale riunioni e i servizi potranno

trovare qui una collocazione poco impattante sulla capienza dell’intero edificio.

La potenzialità dell’edificio B per localizzare la funzione uffici di back-office si compie al

meglio nelle camerate: con superfici di circa 85 mq, ciascuna può ospitare 6 dipendenti ed un

archivio-deposito di superficie minore di 15 mq.

18 Negli edifici della Città Storica con grado di intervento A.1, A.2, A.3, A.4 sono ammessi rapporti aeroilluminanti

maggiori/uguali a 1/12. Per valori inferiori è necessario un parere favorevole dell’ASL con l’eventuale installazione di un impianto centralizzato di ricambio dell’aria. L’ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna, medio, non inferiore al 2 %.

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Altra potenzialità da tradurre in valorizzazione tramite l’apertura di lucernari in falda

sono i sottotetti di B. L’altezza è più che sufficiente per permettere il riutilizzo di oltre metà

della superficie con destinazione uffici (open space).

Si potrà ipotizzare di destinare alla funzione di ricevimento su prenotazione i piani terra

nell’ipotesi di sola ristrutturazione dell’esistente o gli edifici C e D nell’ipotesi di demolizione e

ricomposizione volumetrica. Nello specifico, si ipotizza la possibilità di distribuire e organizzare

come segue gli 83 dipendenti che ricevono regolarmente: 48 postazioni di front - office nel

Piano Terra del D da ricomposizione volumetrica oppure nel piano terra del B nell’ipotesi di sola

ristrutturazione, 35 postazioni di back-office con ricevimento regolare nel Piano Terra del C

(accessibile al pubblico tramite apriporta da consegnare alla prima accoglienza). Le 287

persone che ricevono saltuariamente potrebbero dividersi 16 postazioni- confessionale nel

piano terra di A, corpo nord (se sufficiente). La postazione confessionale, assimilabile alla

funzione di front-office ma con caratteristiche di maggiore riservatezza, sarà uno spazio di

lavoro essenziale e non destinata ad attività lavorativa continuativa: 2 sedute per i funzionari e

2-3 sedute per l’utenza, priva di armadi o altri ingombri. Ciascuna delle 16 postazioni

ipotizzate19 potrà essere usata, a rotazione, da 18 dipendenti previa prenotazione. Se, dopo

ulteriore approfondimento con gli uffici interessati, le postazioni non fossero sufficienti, si

dovranno trovare altre superfici o l’intero piano terra di A, o l’intero piano terra di B, oppure il

piano primo di D da ricomposizione volumetrica. L’essenziale sarà localizzarle ai piani terra o in

aree più facilmente gestibili dal punto di vista della sicurezza antincendio.

Nell’edificio A, ala ovest, vista la mancanza del secondo solaio di calpestio del loggiato e

a seguito di verifiche statiche sul primo, si potrebbe dover scegliere tra una ricostruzione dei

due solai in modo che la distribuzione risulti conforme all’originaria, dunque simmetrica

rispetto all’ala est, ed una soluzione alternativa che non neghi l’evento accaduto ma lo

trasformi in potenzialità progettuale. Dovendo in ogni caso prevedersi l’inserimento di scale

antincendio e ascensore per il superamento delle barriere architettoniche, lo spazio vuoto tra

la facciata della caserma veneta e la facciata asburgica potrebbe essere luogo per realizzarli

19 Ogni dipendente avrebbe a disposizione ogni giorno 20 minuti circa di postazione confessionale (equivalente a 6 ore

di postazione occupata). Dunque ogni dipendente , ogni giorno, potrebbe ricevere per 20 minuti oppure, ogni dipendente potrebbe ricevere a giorni alterni per 40 minuti, oppure ogni dipendente potrebbe ricevere 1 ora ogni 3 giorni.

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insieme ad un sistema di distribuzione alternativo degli uffici tramite passerelle: un sistema di

collegamenti orizzontali e verticali leggeri, metallici, non mimetici che denunci la propria

contemporaneità e con la propria estraneità esalti la lettura delle due facciate, dei due strati a

confronto.

Per la scelta riguardante la localizzazione più idonea di un ascensore per il superamento

delle barriere architettoniche si valuteranno 3 ipotesi alternative. La prima ipotesi prevede una

collocazione interna nello spigolo di nord ovest, che probabilmente sarà comunque soggetta ad

interventi di consolidamento; la seconda ipotesi prevede una collocazione esterna, o spigolo di

nord-ovest o spigolo di nord-est, realizzando il vano con materiali a contrasto (ferro e vetro) ad

evidenziare lo scarto temporale tra corpo di fabbrica storico e volume tecnologico aggiunto (ma

sulla traccia di un volume documentato al ‘600), infine, in terza ipotesi, la collocazione tra le

due facciate nell’ala ovest legata alla scelta di cui al periodo precedente, principio guida, in ogni

caso, dovrà essere la distinguibilità dell’intervento contemporaneo.

Il principio di distinguibilità dell’intervento contemporaneo, compatibilmente con le

indicazioni della Soprintendenza, potrà essere seguito anche nella progettazione impiantistica,

scegliendo in via preferenziale gli impianti a vista e limitando l’uso dei controsoffitti: anche se

non è stata riscontrata la presenza di superfici dipinte, la presenza del controsoffitto altera più

della presenza delle canalizzazioni degli impianti, la percezione della spazialità originaria.

Le ipotesi di seguito formulate si fondano sull’assunto che gli edifici più adatti ad essere

destinati a back-office siano il corpo A ed il corpo C. Sono comunque ipotesi da verificare

(idoneità statica, possibilità che i loggiati possano essere chiusi con vetrate per fungere da

corridoi e che le superfici aeroilluminanti siano sufficienti) le ipotesi su dove posizionare archivi

e front-office sono conseguenti e, quasi, residuali.

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2.2.1. Ipotesi progettuale spazi esterni e parcheggi

L’ipotesi progettuale sugli spazi esterni di seguito illustrata è perseguibile

indipendentemente dalla strada che si sceglierà per la distribuzione funzionale e volumetrica

del compendio.

La superficie scoperta è di circa 9.000 mq: escludendo la corte interna dell’edificio A di

960 mq ed i 1.270 mq di giardino tra il fronte est dell’edificio A e l’Adige, si prevede di destinare

circa 5.000 mq a parcheggio (180 posti auto) e 1.000 mq a piazza pubblica.

L’ipotesi intende rispondere all’istanza di valorizzazazione dello spazio su cui prospetta

la caserma seicentesca per un’eventuale parziale restituzione alla fruizione pubblica e verrà in

ogni caso verificata con l’Ufficio Pianificazione del Comune a prescindere dall’iter autorizzatorio

che sarà necessario seguire. La localizzazione della piazza è legata alla valorizzazione del

prospetto ovest dell’edificio A e la matrice del disegno trae origine dal ritmo del porticato di

questo fronte.

Si potrebbero prevedere aree pavimentate, aree verdi e vasche d’acqua delimitate da

muretti che possano fungere da sedute. Le aree verdi potranno essere posizionate in relazione

agli alberi esistenti e le vasche d’acqua in relazione alla riflessione discontinua dei prospetti. Si

potrebbe scegliere di mantenere parzialmente il muro di cinta sull’angolo sud a suggerire la

presenza del precedente recinto e a fare da contrappunto alla torretta sull’altro lato di via Da

Vico: la piazza, così delimitata dalla quinta d’angolo di sud-ovest , sarà aperta sia su via Torretta

che su via Da Vico.

Se non fosse possibile realizzare la piazza perché si ritenesse necessario utilizzare gli

ulteriori 1.000 mq a parcheggio, sarebbe da valutare, in alternativa ma tenendo conto

prioritariamente delle istanze legate alla sicurezza degli uffici dell’Agenzia, la possibilità di

destinare parte dello spazio verde antistante il fronte sull’Adige a spazio pubblico in continuità

con il percorso del Parco delle Mura.

L’area a parcheggio (circa 4.000 mq) sarà baricentrica rispetto al compendio e avrà

accesso da Via Da Vico, sul lato nord della piazza, se si portasse avanti l’ipotesi di realizzarla.

Un’ulteriore particella (1.000 mq) sul fronte est dell’edificio B, già adibita a parcheggio, manterrà

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questa funzione con la previsione di una servitù di passaggio sulla parte del compendio ASL

adiacente al corpo C.

La funzione Attrezzature e uffici pubblici di scala territoriale: posta centrale e uffici

finanziari, sede amministrativa provinciale e uffici pubblici territoriali (CUM) di cui all’art.13,

co.7 lett.f delle norme tecniche del Piano degli interventi (NTO), attribuisce alla categoria un

carico urbanistico primario medio. L’art.14 co.4 Dotazioni minime di Parcheggi pubblici e privati

per destinazioni d’uso a Cu Medio prevede:

Destinazione d’uso P1 - Privati P2 - Pubblici

Terziari 3 mq/10 mq SUL 5 mq/10 mq SUL

Dopo una prima valutazione di massima, da NTO sarebbero necessari circa 3.400 mq di

parcheggi privati e 5.700 mq di parcheggi pubblici con un totale di oltre 9.100 mq di parcheggio.

Per il calcolo della superficie utile lorda (SUL) sono state escluse le superfici del corpo D a

destinazione archivio, e del corpo E da demolire, sono state incluse per intero le superfici dei

corpi A - B - C, partendo quindi da circa 11.500 mq di SUL. Alla luce dell’art.15 e nella fase di

progettazione preliminare, sarà da verificare col Comune la possibilità di una dotazione di

parcheggi inferiore.

La localizzazione più opportuna di tutti gli accessi appare, in prima istanza, da quest’area

di parcheggio baricentrica: l’accesso dei dipendenti ad A dal corpo nord tramite riapertura

dell’ingresso e installazione dei tornelli (anche in considerazione del fatto che i collegamenti

verticali saranno preferenzialmente collocati a nord e che un accesso da sud presupporrebbe

comunque la necessità di un più tortuoso superamento delle barriere architettoniche);

l’accesso dei dipendenti a B e i collegamenti verticali (e a C nel caso in cui non sia oggetto di

ricomposizione volumetrica) in un volume riprogettato in luogo della superfetazione tra B e C

da demolire; l’accesso degli utenti a B (o al ricomposto D) sull’asse est-ovest del parcheggio.

La corte interna dell’edificio A sarà parzialmente pavimentata per garantire la

continuità dei percorsi esterni che contribuiranno ad una più fluida distribuzione al piano terra

(specialmente nell’ipotesi di destinarlo ad uffici e non ad archivi). Il disegno dei percorsi potrà

dunque attestarsi sugli assi dei percorsi interni e prevedere la conservazione degli alberi

esistenti, enfatizzando l’asse nord- sud ai cui estremi si collocheranno gli accessi dei dipendenti.

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60

Schema 10 - ipotesi sistemazione aree esterne

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Schema 11 - collegamenti verticali e orizzontali esistenti e di progetto

3

3

3 3

3

3

3

3

3

3

Sistema dei collegamenti

Accessi Collegamenti verticali esistenti Collegamenti verticali di progetto

Sistema dei percorsi

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62

2.2.2. Ipotesi funzionali

Nelle tabelle e negli schemi che seguono, vengono sintetizzati gli schemi funzionali e le relative

possibilità di allocazione dei dipendenti negli edifici del compendio. Sono invece allegati dei

layout di massima di due delle ipotesi, quella conservativa e quella da ricomposizione

volumetrica, specificando che nessuna indicazione formale è data in merito a quest’ultima.

Tabella 10 - ipotesi di ristrutturazione con demolizione e ricomposizione volumetrica

Edifici Piani Superficie

Lorda mq

Superficie Lorda Totale

mq

Numero Dipendenti

Numero Postazioni di front office

Numero Postazioni di back-office

con ricevimento

regolare

Numero Postazioni di confessionale

per 287 dipendenti a

rotazione

Archivi ml

A A0 1899

5697

16

4.838

A1 1899 76 - 96

A2 1899 76 - 96

B B0 1412

4236

0

4.838

B1 1412 48 - 68

B2 1412 48 - 68

C +D

C0 Numero di

piani da definire

Da definire con Comune

Progettazione in base al quadro esigenziale di cui al 1.2.1 e residuale rispetto al layout degli edifici storici

Archivi vivi a seconda

delle esigenze

C1

D0

D1

Da Da 273 273 Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione

E E0 892 892 Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione

totale totale

Tabella 11 – ipotesi di ristrutturazione conservativa senza ricomposizione volumetrica

Edifici Piani Superficie

Lorda mq

Superficie Lorda Totale

mq

Numero Dipendenti

Numero Postazioni di front office

Numero Postazioni

di back-office con

ricevimento regolare

Numero Postazioni di confessionale

per 287 dipendenti a

rotazione

Archivi

A A0 1899

5697

60 - 90 16

A1 1899 76 - 96

A2 1899 76 - 96

B B0 1412

4236

48 Archivi vivi

B1 1412 48 - 68

B2 1412 48 - 68

C C0 786

1572 35

C1 786 35

D D0 1059 1059 8.870

Da Da 273 273 Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione

E E0 892 Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione Demolizione

totale totale 13729 502

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Schema 12 – ipotesi 1- destinazioni d’uso degli edifici- conservativa

Destinazioni d’uso

Edificio A piani 0 – 1 - 2 - back office – Dipendenti allocabili su 3 piani circa 240. Edificio a corte di 3 piani. Corpi est e ovest: serie di camerate da circa 70 mq (7-8 dipendenti ciascuna) su loggiati di distribuzione. Corpi nord e sud distributivamente meno chiari con stanze di metratura minore. Il piano terra del corpo nord potrà essere aperto al pubblico per servizi consulenziali su prenotazione Edificio B piano 0 – front office – 42 postazioni piani 1 – 2 - back office – Dipendenti allocabili su 2 piani circa 100. Sottotetto – back office - 24 postazioni realizzabili se si scegliesse di utilizzarlo e valorizzarlo previa apertura di lucernari in falda Edificio lineare di 3 piani –camerate da circa 80 mq (6 dipendenti ciascuna) su elemento di distribuzione orizzontale. Edificio C Piani 0 e 1 back office – Dipendenti allocabili 65. Edificio lineare di 2 piani – 1572 mq - serie di stanze da 18-20 mq (2 dipendenti ciascuna) su elemento di distribuzione orizzontale. Il piano terra potrà essere aperto al pubblico per servizi consulenziali

A

B

C

D

E

Da

Edificio E e Da. Si ipotizza demolizione

Edificio D – Archivi - serie di officine non comunicanti ma con accessi indipendenti sull’area scoperta. Si ipotizza destinazione archivi per 1.059 mq (da circa 4.400 ml di documenti archiviabili in 880 armadi non compattati da 1m x 5livelli ai circa 8.800 ml di documenti archiviabili in armadi compattabili)

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Schema 13 – ipotesi 2- destinazioni d’uso degli edifici –ricomposizione 1

Destinazioni d’uso

Edificio A piani 1 - 2 - back office – Dipendenti allocabili su 2 piani circa 160 Edificio a corte di 3 piani. Corpi est e ovest: serie di camerate da circa 70 mq (7-8 dipendenti ciascuna) su loggiati di distribuzione. Corpi nord e sud distributivamente meno chiari con stanze di metratura minore adatti a stanze da 1 dip o piccole sale riunione. piano 0 – archivio 4.800 ml di documenti archiviabili in armadi compattabili restituzione a servizio del Parco delle Mura Edificio B piani 1 – 2 - back office – Dipendenti allocabili su 2 piani circa 100. Sottotetto – back office - 24 postazioni realizzabili se si scegliesse di utilizzarlo e valorizzarlo previa pertura di lucernai in falda Edificio lineare di 3 piani –camerate da circa 80 mq (6 dipendenti ciascuna) su elemento di distribuzione orizzontale. piano 0 – archivio 4.800 ml di documenti archiviabili in armadi compattabili o restituzione a servizio del Parco delle Mura

A

B

Edificio E e Da. Si ipotizza demolizione e ricomposizione volumetrica

Edificio da ricomposizione volumetrica – back office – front- office - archivi Piani 0 - 1 – 2 – edificio di nuova costruzione su massimo 3 piani – circa 3500-4500 mq di cui 1500 circa di archivi. Dipendenti allocabili 180 con indice di progetto di 12 mq/dip

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Schema 14 – ipotesi 3- destinazioni d’uso degli edifici – ricomposizione 2

Destinazioni d’uso Edificio A piani 1 - 2 - back office – edificio a corte di 3 piani. Corpi est e ovest: serie di camerate da circa 70 mq (7-8 dipendenti ciascuna) su loggiati di distribuzione. Corpi nord e sud distributivamente meno chiari con stanze di metratura minore. Dipendenti allocabili su 2 piani circa 160 piano 0 – front office e archivi. Destinare a front-office un volume di nuova realizzazione nella corte di solo piano terra con una copertura vetrata. i piani terra dei corpi est e ovest da destinare ad archivio vivo 4.800 ml di documenti archiviabili in armadi compattabili Edificio B piani 1 – 2 - back office – edificio lineare di 3 piani –camerate da circa 80 mq (6 dipendenti ciascuna) su elemento di distribuzione orizzontale. Dipendenti allocabili su due piani circa 100 piano 0 – restituzione a servizio del Parco delle Mura – mensa e/o asilo eventualmente aperti alla cittadinanza Edificio da ricomposizione volumetrica – back office –- archivi Piani 0 - 1 – 2 – edificio di nuova costruzione su massimo 3 piani – circa 2000-3000 mq di cui 800 circa di archivi. Dipendenti allocabili 150 con indice di progetto di 12 mq/dip . Edifici C – D – Da - E. Si ipotizza demolizione e ricomposizione volumetrica

A

B

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Schema 15 – ipotesi 4 - destinazioni d’uso degli edifici – ricomposizione 3

Edificio C - UT Piani 0 e 1 back office serie di stanze da 18-20 mq (2 dipendenti ciascuna) su elemento di distribuzione orizzontale. Dipendenti allocabili 65. Edificio D – UT-UPT Demolizione e ricostruzione, ricomposizione volumetrica fino all’altezza del C e larghezza massima degli edifici preesistenti piano 0 – Front office integrato sala d’attesa, reception/prima informazione, sport. Polifunzionali. Dipendenti allocabili 45. piano 1 - back office UT serie di stanze su elemento di distribuzione orizzontale. Dipendenti allocabili 35. Edificio E - demolizione Edificio Da – demolizione e parziale riutilizzo come quinta per la piazza pubblica

Destinazioni d’uso

Edificio A – DP piano 0 – uffici DP dove aeroilluminazione e altezze lo consentono, depositi, archivi, sale riunioni, refettorio nel rimanente piani 1 - 2 – uffici DP VR – la capienza degli uffici dell’edificio A coincide all’incirca con il numero dei dipendenti della DP (161 + probabili nuovi assunti) Dipendenti allocabili su 3 piani circa 180 verifica: aeroilluminazione e altezza locali al piano 0

Edificio B – UPT, SPI piano 0 archivio su compattati piano 1 archivio su compattati e uffici SPI (27 persone) piani 2 – 3 uffici UPT (63 + probabili nuovi assunti) con archivio corrente annesso Dipendenti allocabili su tre piani circa 100 (50 al 2, 25 al 1 e 3) Ingombro archivio: 12.200ml/7,1*ml/mq = 1.718mq netti *: coefficiente di ingombro calcolato per

armadi compattati a 5 ripiani (h 2 – 2,20 m circa) verifica: portata del solaio piano 1 e sfruttabilità del sottotetto

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2.2.3. Schede delle invarianti

Sono di seguito presentate, in forma di schede, i presupposti che, a prescindere

dall’ipotesi distributiva e funzionale scelta, potrebbero strutturare il progetto.

Edificio A

Foto 15 – Edificio A - Categoria A2 – Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico intatti o

con modificazioni reversibili, e assimilabili

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Edificio A – Loggiati a est. Ritmo sull’Adige e tipologia distributiva

chiusura vetrata dei loggiati sul prospetto est (e sul prospetto ovest) perché fungano da

elementi distributivi delle stanze uso ufficio come un tempo delle camerate

trasformazione di alcune finestre in porte, perché ogni camerata/ufficio sia disimpegnata sul

loggiato

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Edificio A – Loggiati a ovest. Ritmo perduto e tipologia distributiva

apertura loggiati e finestre di cui si legge testimonianza sul prospetto ovest e sul decreto di

vincolo e, limitatamente a poche finestre, anche sugli altri prospetti per ottenere illuminazione

delle stanze retrostanti. Il solaio del secondo piano del loggiato ovest è crollato. Occasione

progettuale per diverso trattamento del vuoto tra la facciata ante inserimento loggiati e quella

post inserimento

approfondimento su quali interventi siano ammessi per il piccolo edificio innestato sul prospetto

di nord-est

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Edificio A – Finestre sul cortile

riapertura finestre e arcate sulla corte centrale per illuminazione stanze (o corridoi del corpo

nord)

riapertura portone a piano terra per eventuale realizzazione dell’ingresso sul prospetto di nord

(lato parcheggio) per riattivare il probabile ingresso della fabbrica seicentesca

riapertura portali scale per riconnettere i collegamenti orizzontali a quelli verticali sul cortile

cc

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Edificio A - superamento barriere architettoniche e antincendio

inserimento di un ascensore all’interno previa demolizione solaio e consolidamento murature

perimetrali (cerchiature), nello specifico spigolo di nord-ovest oppure, dovendo comunque

intervenire nella zona centrale del corpo sud per la necessità di inserire due rampe per l’esodo

dal piano secondo, concentrare in quest’area gli interventi sulle strutture portanti dell’edificio

valutare la possibilità di realizzare un ascensore e/o corpo scala esterno per il superamento delle

barriere architettoniche e per l’antincendio. La localizzazione sul lato/spigolo di nord -ovest

ricalcherebbe, eventualmente, la traccia di un elemento della fabbrica seicentesca scomparso

valutare la possibilità di realizzare un ascensore e/o corpo scala nel vuoto tra le due facciate

(seicentesca e asburgica) lasciato dal crollo del solaio lato ovest

Relativamente all’edificio A (immobile del ‘600) si terrà presente quanto previsto all’art.5 del

DM 22.02.2006 relativamente a probabili deroghe : “Per gli edifici e/o locali destinati ad uffici

fino a 500 addetti che hanno caratteristiche tali da non consentire l’integrale osservanza delle

disposizioni di cui all’allegato al presente decreto, gli interessati possono presentare al Comando

provinciale dei Vigili del fuoco competente per territorio domanda motivata per l’ottenimento

della deroga(…)”

Il deflusso degli occupanti avverrà alternativamente verso via Torretta, all’interno degli

spazi interni al compendio o all’interno del chiostro, in quanto luogo sicuro. Per il piano terra

sono presenti numerose aperture utilizzabili come percorsi di esodo, per cui non ci dovrebbero

essere necessari interventi edili per tale scopo, ma andranno esclusivamente individuati i

percorsi. Per i piani fuori terra le scale a chiocciola non saranno considerate, in quanto inidonee.

Per il primo piano sono presenti e saranno utilizzate per il deflusso, ad un primo esame ritenute

idonee, le 4 scale rettilinee poste approssimativamente presso gli angoli della struttura. Per

quanto riguarda la lunghezza, eliminati alcuni impedimenti (tramezzi) lungo gli attuali corridoi,

ogni percorso per raggiungere l’esterno dell’attività, sarà inferiore ai 45 mt. Per il secondo piano

sono presenti e saranno utilizzate per il deflusso le 2 scale rettilinee poste lungo il lato interno

del compendio (opposto alla via Torretta). Per quanto riguarda la lunghezza, sarà possibile

raggiungere l’esterno dell’attività con percorsi inferiori ai 45 mt solamente per la parte

dell’edificio più prossima a tali scale. Come prima ipotesi risolutiva potrebbe essere necessario

realizzare delle rampe di scale dal piano primo al piano secondo, che integrino i percorsi delle

scale poste sul lato prospiciente la via Torretta (per tale intervento andranno verificate la

fattibilità per la Soprintendenza e soprattutto la statica).

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Edificio A – ipotesi schema distributivo

Schema 16 – pianta piano terra

Schema 17 – pianta piano 1

Schema 18 – pianta piano 2

Se l’ascensore fosse localizzato nello spigolo di nord-ovest potrebbe essere opportuno portare l’ingresso principale dal compendio e dal parcheggio. Dovranno essere realizzati dei tramezzi per delimitare il corridoio di distribuzione e potrebbe essere riaperto il portale sul cortile

Collegamenti orizzontali di distribuzione stanze. Chiusura vetrata dei portici. Verificare demolizione di alcuni tramezzi

prime indicazioni vie d’esodo. Necessità riapertura portali su cortile

Per superamento barriere architettoniche: area per l’eventuale inserimento ascensore. con interventi sui solai . Ipotesi 1

Per superamento barriere architettoniche: area per l’eventuale inserimento ascensore. con interventi sui solai in unico intervento con la realizzazione scale (ma strutturalmente indipendenti. Ipotesi 2

Per superamento barriere architettoniche: area per l’eventuale inserimento ascensore esterno. Sulla traccia di parte del corpo di fabbrica ‘600. Ipotesi 3

Per le vie d’esodo antincendio dal secondo al primo piano: area in cui si dovranno prevedere interventi sui solai per l’inserimento di 2 rampe di scale, o sovrapposte a quelle esistenti o parallele, o unica rampa centrale (valutazioni strutturali successive) con ancoraggio alle murature esistenti o con inserimento struttura in acciaio dal piano terra. Le scale elicoidali non sono idonee come vie di fuga

Per superamento barriere architettoniche: area per l’eventuale inserimento ascensore e corpo scala nel cavo tra le due facciate. Ipotesi 4

Stanze destinazione uffici. Demolizione tramezzi e apertura porte sui loggiati anche dove ora sono finestre

Servizi igienici e archivi di piano (le finestre dei vani a PT danno sulle scale esterne e sono parzialmente occluse) dal vincolo al PT discende la scelta localizzativa dei tutta la colonna servizi anche agli altri piani

1

2

1

1

2

1 1

2

2

3

2

3

2

3

2

4

3 2

4

3 2

4

3 2

1

2

3

2

4

3 2

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Vista l’estrema razionalità dell’impianto asburgico, il recupero di tale sistema

distributivo, allo stato attuale di conoscenza dell’immobile, sembra la scelta più opportuna: i

corridoi loggiati saranno chiusi da vetrate (secondo le disposizioni e i limiti che detterà la

Soprintendenza), le camerate saranno convertite in uffici e liberate dai tramezzi che

attualmente ne impediscono la lettura unitaria. Il piano terra, a vista, presenta finestre che

appaiono insufficienti a garantire i rapporti aeroilluminanti min 1/12 per gli edifici storici),

quindi, nonostante la copertura a volta renda non ottimizzabile lo spazio, sembra opportuna la

localizzazione degli archivi (ciò non esclude che, se a seguito di ulteriori approfondimenti le

stanze del piano terra risultassero idonee, si possa pensare di destinare l’intero corpo A ad

uffici. Ai piani primo e secondo, le camerate delle ali est e ovest sono di circa 70 mq ciascuna

(da verificare dopo il rilievo architettonico e considerando 9 mq/dipendente): potranno

pertanto ospitare 7 o 8 postazioni di lavoro. I corpi nord e sud sono meno profondi e le attuali

stanze, di superficie minore, permettono di collocare 1 o 2 postazioni di lavoro. Potrebbe essere

opportuno localizzare in questi ultimi le zone di servizio, gli uffici dirigenziali, sale

riunione/formazione al fine di mantenere, di contro, la massima capienza nelle camerate. A

seguito di rilievo, indagini strutturali e verifica tramezzature originarie o recenti, sarà comunque

possibile verificare la fattibilità di variazioni distributive nei corpi nord e sud. Escludendo il

piano terra, sarà possibile ospitare nell’edificio A circa 170 dipendenti, con un rapporto

mq/addetto di 22 mq/dipendente per i piani primo e secondo.

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Edificio B

Foto 16 – Edificio B - Categoria A2 – Emergenze architettoniche ed edifici di valore storico o architettonico

intatti o con modificazioni reversibili, e assimilabili

Foto 17 – Angolo tra B e C –tra i due edifici è visibile una superfetazione - Categoria B2

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Edificio B_ ipotesi schema distributivo

Schema 19 – Edificio B - Pianta piano terra

Ingresso

Collegamenti orizzontali di distribuzione

Verificare demolizione di alcuni tramezzi

prime indicazioni vie d’esodo

Ascensore esistente per il superamento

barriere architettoniche

Area per l’eventuale realizzazione di nuovo

volume per i collegamenti verticali ascensore

e scale per il superamento delle barriere

architettoniche e antincendio

Uffici

Servizi igienici e archivi di piano (alcuni dei

quali da realizzarsi all’interno delle camerate,

altri nelle zone originariamente destinate a

servizi)

Apertura lucernari o tunnel di luce su falda

interna e apertura parziale del solaio

1

2

Schema 20 – Edificio B – Pianta piano 1

Schema 21 – Edificio B – Pianta piano 2

S

-O

N

-E

1

2

2

1

1 1

1

1 1

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Edificio B–destinazione uffici

L’ufficio vero e proprio affaccia sull’Adige, nella parte della stanza meno illuminata, adiacente al

corridoio di collegamento orizzontale si ricava un piccolo archivio (superficie minore di 15 mq). Si legge

meno lo schema distributivo originario della tipologia di Caserma, ma l’indubbio vantaggio è la

valorizzazione. Per il piano secondo invece si potrebbe essere necessaria l’apertura dei lucernari in

copertura (falda interna) con parziale apertura dell’ultimo solaio di sottotetto (recente realizzazione).

Dal punto di vista antincendio la realizzazione di archivi di superficie minore di 15 mq non implica

particolari problematiche (dovranno essere rispettate le caratteristiche di cui al punto 8.3.1. del DM

22.02.2006 ), L’unica accortezza dovrà essere quella di delimitare superiormente gli spazi con un solaio

(piano o curvo) di adeguate caratteristiche REI

Ufficio

6 postazioni

mq 60 circa

Ufficio

9 postazioni

mq 80 circa

Schema 22- schema tipologico piano 1

Schema 23- - schema tipologico piano 2 con apertura lucernari

Punto 8.3.1. del DM 22.02.2006

Archivi e depositi di materiali combustibili con superficie fino a 15 mq:

E’ consentito destinare ad archivi e depositi di materiali combustibili locali di piano di superficie non eccedente 15 mq, anche privi di aerazione naturale, alle seguenti condizioni:

- gli elementi di separazione e le porte di accesso, munite di dispositivo di autochiusura, devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno REI/EI 30;

- il locale deve essere protetto con rivelatori di incendio collegati all’impianto di segnalazione e allarme;

- all’esterno del locale, in prossimità della porta di accesso, deve essere posizionato almeno un estintore portatile avente carica minima pari a 6 kg e capacità estinguente non inferiore a 21A 89B;

- il carico di incendio deve essere limitato a 30 kg/mq.

Vista

Adige

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Edificio B–destinazione uffici-superfici aeroilluminanti

verificare la possibilità di realizzazione di lucernari sulla falda interna (il tetto e l’ultimo solaio

appaiono di nuova realizzazione) o sistemi di tunnel di luce.

Verificare, una volta in possesso del rilievo, che le superfici aeroilluminanti dei corpi A e B,

edifici della Città Storica con grado di intervento A2, siano maggiori/uguali a 1/12 (quelle invece

del corpo C potranno essere pari a 1/10). (vedi Il Regolamento edilizio20 ). Installazione di un

camino di luce (In edifici caratterizzati da ambienti profondi, l’installazione di lightpipe può

essere una soluzione per provvedere ad un’illuminazione adeguata per gli ambienti più interni o

per i piani interrati. I camini di luce sfruttano cavedi esistenti o si inseriscono in nuove condutture

per trasferire la radiazione luminosa dall’esterno all’interno attraverso sistemi captanti posti a

Sud o in posizione zenitale, l’ausilio di attrezzature semplici come sistemi di rivestimento

riflettenti o fotoconduttori tubolari per la trasmissione luminosa, e sistemi di diffusione chiari in

policarbonato o vetro incassato nel soffitto.21

Verificare realizzazione soppalco per riuso e valorizzazione del sottotetto

20ttps://www.comune.verona.it/media/_ComVR/AreeFunzionali/AreaGestioneTerrit/Moduli/Normativa/Regolament

o_Edilizio_2012_-_versione_approvata_dal_Consiglio.pdf (approvato con D.C.C. 20 del 16 Marzo 2012)

21http://www.beap.beniculturali.it/opencms/multimedia/BASAE/documents/2015/10/27/1445954374955_Linee_ind

irizzo_miglioramento_efficienza_energetica_nel_patrimonio_culturale.pdf

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Edificio B- Soluzione d’angolo tra edificio B e C

realizzazione ascensore e corpo scala per il superamento delle barriere architettoniche e per

l’antincendio a servizio di B e di C. L’intenzione progettuale è una demolizione della

superfetazione tra i corpi B e C (da NTO è individuata come in contrasto Cat. B2.). Una soluzione

vetrata e arretrata rispetto al fronte restituirebbe unitarietà ed autonomia formale alla caserma

asburgica. Le Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi d’interesse

culturale citano il gruppo scale ascensori del Museo Reina Sofia di Madrid

antincendio: relativamente al corpo C la scala da realizzarsi potrà essere posizionata in

prossimità del corpo B, garantendo con tale collocazione il rispetto delle distanze

eliminazione pensiline

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Conclusione

Esemplare manifestazione del principio di distinguibilità dell’intervento contemporaneo e di

sensibilità nell’accostarsi alla consistenza della memoria storica nel Museo di Scarpa.

Riferimento progettuale – Museo Castelvecchio _ Carlo Scarpa