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Consumi – Indagini speciali News Panel Consumi Extradomestici: indagine qualitativa I semestre 2005 N. 1 Gen-giu 2005 Introduzione Obiettivi e metodologia Ismea, in collaborazione con AcNielsen, ha realizzato un’indagine annuale a cadenza semestrale sulle abitudini degli italiani relativamente al consumo di pasti fuori dalle mura domestiche, che fa seguito alla ricerca effettuata nel corso del 2004 con identica finalità e metodologia. Ancora una volta, l’obiettivo principale di questa analisi è mettere sotto la lente d’ingrandimento il comportamento d’acquisto delle famiglie italiane nel 2005, cercando di disegnare il profilo del consumatore e cogliere, nella loro globalità, le dinamiche dei consumi extradomestici di prodotti alimentari. L’indagine analitica su questo importante indicatore economico che i consumi rappresentano, assume una valenza peculiare dal momento che i pasti fuori casa hanno acquisito negli ultimi anni sempre maggiore importanza, soprattutto se valutati rispetto alla spesa alimentare complessiva. Le ragioni del cambiamento vanno cercate nella struttura settoriale dell’occupazione, nella maggiore partecipazione delle donne alla vita lavorativa e anche nel significato culturale assunto dal pasto fuori casa. I risultati di questa ricerca, dunque, consentono di delineare un quadro delle condizioni di vita degli italiani in termini di spesa, stile di vita, abitudini di consumo. La metodologia seguita in questa indagine, è quella della rilevazione basata sul Telepanel. Ogni famiglia del campione è stata dotata di un personal computer espressamente concepito per uso domestico e, nel weekend del 16 e 17 luglio 2005, ogni componente del nucleo familiare ha risposto ad alcune domande sui consumi alimentari fuori casa. I questionari compilati sono stati poi spediti per via telematica alla società di rilevazione, che ha provveduto ad elaborare i dati relativi al primo semestre del 2005. Il campione dell’indagine è formato da 2.000 famiglie italiane, rappresentative di un universo di 49.719.119 individui con oltre 14 anni di età. Affinché i consumi possano essere rilevatori della qualità della vita degli italiani, il campione monitorato è stato inoltre stratificato in base a variabili socio-demografiche, territoriali e reddituali. Il quadro generale Negli ultimi anni la società italiana ha subito sostanziali cambiamenti e i consumi alimentari extradomestici hanno assunto, sul totale dei consumi alimentari, un’importanza crescente. Tale “boom” del fuori casa è imputabile al cambiamento del tessuto sociale e demografico della nostra società. Secondo un’indagine della FIPE (Federazione Italiana Pubblici esercizi), appena dieci anni fa la ripartizione della spesa delle famiglie tra consumo alimentare in casa e fuori casa era rispettivamente del 74,2% e del 25,8%, oggi, le quote si attestano sul 69,1% e sul 30,9%. Nel decennio appena trascorso i consumi alimentari fuori casa hanno fatto registrare un incremento del 31%. E tutto fa pensare che questa crescita proseguirà, anche se a ritmi meno sostenuti a causa dell’avversa congiuntura economica attuale. I principali risultati dell’indagine Ismea Il 2004 nel complesso Secondo l’indagine Ismea-Nielsen, il trend di crescita degli italiani che consumano prodotti alimentari fuori casa, registrato tra il 1° e il 2° semestre 2004, sembra essersi consolidato. Infatti, in questa ultima rilevazione, da gennaio a giugno 2005, risulta che il 73% degli individui di età superiore ai 14 anni ha consumato almeno un pasto fuori casa, con una leggera flessione del 3% rispetto al 2° semestre ’04 ma con un incremento del 5% rispetto al 1° semestre ’04. In crescita, in quasi tutte le occasioni di consumo considerate, è risultato il numero di consumatori. Fa eccezione solo la colazione, per la quale la percentuale di consumatori si è fermata al 45% del totale. Il 41% ha consumato almeno un pranzo funzionale fuori casa (39% nel semestre precedente, 34% nello stesso semestre del 2004). Sale al 44% la percentuale di consumatori che si è concessa almeno un pranzo conviviale fuori casa nel

Extradomestici: indagine qualitativa I semestre 2005 - ismea.it · maggiore partecipazione delle donne alla vita lavorativa e anche nel significato culturale assunto dal pasto fuori

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Consumi – Indagini speciali

News Panel Consumi

Extradomestici: indagine qualitativa I semestre 2005

N. 1 Gen-giu 2005

Introduzione

Obiettivi e metodologia

Ismea, in collaborazione con AcNielsen, ha realizzato un’indagine annuale a cadenza semestrale sulle abitudini degli italiani relativamente al consumo di pasti fuori dalle mura domestiche, che fa seguito alla ricerca effettuata nel corso del 2004 con identica finalità e metodologia. Ancora una volta, l’obiettivo principale di questa analisi è mettere sotto la lente d’ingrandimento il comportamento d’acquisto delle famiglie italiane nel 2005, cercando di disegnare il profilo del consumatore e cogliere, nella loro globalità, le dinamiche dei consumi extradomestici di prodotti alimentari. L’indagine analitica su questo importante indicatore economico che i consumi rappresentano, assume una valenza peculiare dal momento che i pasti fuori casa hanno acquisito negli ultimi anni sempre maggiore importanza, soprattutto se valutati rispetto alla spesa alimentare complessiva. Le ragioni del cambiamento vanno cercate nella struttura settoriale dell’occupazione, nella maggiore partecipazione delle donne alla vita lavorativa e anche nel significato culturale assunto dal pasto fuori casa. I risultati di questa ricerca, dunque, consentono di delineare un quadro delle condizioni di vita degli italiani in termini di spesa, stile di vita, abitudini di consumo. La metodologia seguita in questa indagine, è quella della rilevazione basata sul Telepanel. Ogni famiglia del campione è stata dotata di un personal computer espressamente concepito per uso domestico e, nel weekend del 16 e 17 luglio 2005, ogni componente del nucleo familiare ha risposto ad alcune domande sui consumi alimentari fuori casa. I questionari compilati sono stati poi spediti per via telematica alla società di rilevazione, che ha provveduto ad elaborare i dati relativi al primo semestre del 2005. Il campione dell’indagine è formato da 2.000 famiglie italiane, rappresentative di un universo di 49.719.119 individui con oltre 14 anni di età. Affinché i consumi possano essere rilevatori della qualità della vita degli italiani, il campione monitorato è stato inoltre stratificato in base a variabili socio-demografiche, territoriali e reddituali.

Il quadro generale

Negli ultimi anni la società italiana ha subito sostanziali cambiamenti e i consumi alimentari extradomestici hanno assunto, sul totale dei consumi alimentari, un’importanza crescente. Tale “boom” del fuori casa è imputabile al cambiamento del tessuto sociale e demografico della nostra società. Secondo un’indagine della FIPE (Federazione Italiana Pubblici esercizi), appena dieci anni fa la ripartizione della spesa delle famiglie tra consumo alimentare in casa e fuori casa era rispettivamente del 74,2% e del 25,8%, oggi, le quote si attestano sul 69,1% e sul 30,9%. Nel decennio appena trascorso i consumi alimentari fuori casa hanno fatto registrare un incremento del 31%. E tutto fa pensare che questa crescita proseguirà, anche se a ritmi meno sostenuti a causa dell’avversa congiuntura economica attuale.

I principali risultati dell’indagine Ismea

Il 2004 nel complesso

Secondo l’indagine Ismea-Nielsen, il trend di crescita degli italiani che consumano prodotti alimentari fuori casa, registrato tra il 1° e il 2° semestre 2004, sembra essersi consolidato. Infatti, in questa ultima rilevazione, da gennaio a giugno 2005, risulta che il 73% degli individui di età superiore ai 14 anni ha consumato almeno un pasto fuori casa, con una leggera flessione del 3% rispetto al 2° semestre ’04 ma con un incremento del 5% rispetto al 1° semestre ’04.

In crescita, in quasi tutte le occasioni di consumo considerate, è risultato il numero di consumatori. Fa eccezione solo la colazione, per la quale la percentuale di consumatori si è fermata al 45% del totale. Il 41% ha consumato almeno un pranzo funzionale fuori casa (39% nel semestre precedente, 34% nello stesso semestre del 2004). Sale al 44% la percentuale di consumatori che si è concessa almeno un pranzo conviviale fuori casa nel

primo semestre 2005 (nei semestri precedenti le percentuali erano rispettivamente del 41% e 33%). Il 33% dei rispondenti si è recato fuori per uno spuntino /merenda /aperitivo /dopocena, mentre il pasto principale, quello che gli italiani preferiscono tra tutte le occasioni di consumo extradomestico rimane la cena: ben il 59% si è recato al ristorante o in pizzeria per cenare fuori, il 10% in più rispetto allo stesso semestre del 2004.

Figura 1 – I consumatori di pasti fuori casa nel 2004-2005

49%

57%

73%

45%41%

44%

33%

59%

24%

33%34%

38%

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I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

La colazione è l’occasione di consumo che vede il maggior numero di consumatori medio-alti (16%), ovvero di quegli individui che hanno dichiarato di effettuare la colazione fuori casa almeno una volta la settimana. La più bassa percentuale di alto-consumatori si ha invece per il pranzo conviviale (3,3%). Lo spuntino – merenda – aperitivo – dopocena è invece l’occasione di consumo meno frequente: 2 consumatori su 3 dichiara, infatti, di non avere mai consumato uno spuntino extra-domestico. Relativamente alla cena, infine, sebbene sia alto il numero di individui che dichiara di avere cenato fuori almeno una volta nel semestre di riferimento, si ha la più alta percentuale di consumatori medio-bassi, ovvero di coloro che cenano fuori meno di una volta la settimana.

Figura 2 – La frequenza di consumo per singola occasione

62,454,7 55,0

66,461,0 59,2

67,058,7 56,3

76,371,7

66,7

51,042,7 40,6

23,629,0 29,0

21,725,2 25,8

30,037,4 39,8

17,921,3

26,3

41,448,3 49,3

14,0 15,8 16,1 11,9 13,8 15,0

3,3 3,9 3,9 5,8 7,0 7,0 7,6 9,0 10,1

0%

20%

40%

60%

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I sem

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Non consumatori Consumatori medio basso Consumatori medio alto

Colazione Pranzo funz. Pranzo conv. Merenda Cena

I risultati dell’indagine nel dettaglio

La colazione

Nel primo semestre 2005 sono 22 milioni 143mila (45% dell’universo) gli individui che dichiarano di aver consumato almeno una volta la prima colazione al di fuori delle mura domestiche. La percentuale risulta invariata rispetto al semestre precedente, ma in crescita nei confronti dello stesso semestre dell’anno precedente.

Di questi, il 16% ha fatto colazione fuori almeno una volta la settimana, il 3,4% tutti i giorni.

Il consumatore tipo di colazioni extradomestiche non è cambiato rispetto ai semestri precedenti, e risulta essere un uomo del Nord-Ovest oppure del Sud, tra i 25 e i 44 anni, con licenza di scuola media inferiore e lavoratore dipendente. Rispetto al passato, è aumentata la percentuale di consumatori del Nord-Est, mentre è diminuita quella del Centro. In calo i consumatori di colazioni extradomestiche ultra-cinquantacinquenni e pensionati, in aumento le casalinghe.

Tabella 1 – Profilo del consumatore di colazioni fuori casa

Area geografica I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Livello istruzione I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Nord Ovest 27% 28% 28% No titolo/licenza elem 17% 17% 16% Nord Est+Emilia 19% 19% 20% Licenza media inferiore 40% 42% 42% Centro+Sardegna 25% 25% 24% Diploma media sup. 34% 32% 33% Sud+Sicilia 29% 28% 28% Laeurea 9% 9% 9% Classi di età Condizione prof. 14/17 anni 5% 4% 5% Lavoratore autonomo 14% 15% 14% 18/24 anni 10% 11% 11% Lavoratore dipendente 23% 22% 23% 25/34 anni 22% 21% 23% Operaio 19% 18% 19% 35/44 anni 22% 22% 22% Casalinga 9% 10% 12% 45/54 anni 17% 16% 17% Pensionato 16% 16% 12% 55/64 anni 11% 12% 10% In cerca di lavoro 6% 6% 6% 65 e oltre 13% 15% 12% Altro 13% 13% 14% Fonte: Ismea

Luoghi di consumo

della colazione

Il luogo più frequentato per la prima colazione è ancora una volta il bar, dove nel primo semestre 2005 si è svolto l’82% delle occasioni di consumo (l’83% nel semestre precedente).

In lieve crescita rispetto al 2004 il ricorso alla pasticceria, mentre la pizzeria ha confermato le performance precedenti. Il bar è il luogo preferito di consumo della

colazione dei 25-34 enni del centro. Mentre in pasticceria si recano prevalentemente giovani donne abitanti in piccoli centri del Nord-Est, con licenza di scuola media inferiore e lavoratrici dipendenti. Coloro che si recano in pizzeria per la prima colazione sono prevalentemente ragazzi di età compresa tra 14 e i 17 anni e residenti nel Meridione. In lieve crescita l’utilizzo della mensa, frequentata prevalentemente da individui tra i 14 e i 17 anni di età, residenti nelle regioni nord-occidentali e spesso occupati come operai, oppure studenti.

Figura 3 – Dove si consuma la colazione

81%

3% 3% 3% 2%

8%7%11%

5% 6%3% 3% 3%

11%

5%8%

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I sem. 04II sem. 04I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

I prodotti consumati a

colazione

Cornetto, caffè o cappuccino costituiscono la colazione tipica degli italiani, e le preferenze verso questi prodotti sono addirittura in crescita rispetto al 2004. L’82% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di aver consumato cornetti o brioche, accompagnati per il 53% dal caffè e per il 48% dal cappuccino.

Seguono i succhi/spremute (14%) e i tramezzini (11%). Sempre ridotto ma in aumento rispetto al 2004, il consumo di tè, tisane e orzo (5%). Tra gli alimenti, da annoverare anche la crescente preferenza dimostrata verso il consumo di prodotti di pasticceria (12%).

Gli adolescenti sono la fascia di età che più si allontana dalla colazione tradizionale. Molti di loro sono i principali consumatori di tramezzini, pizza a taglio, gelati e merendine, prodotti quasi ignorati dalla restante parte della popolazione. A questi accompagnano spesso succhi e spremute, bibite fresche o latte e cioccolata, ma poco caffè. All’opposto, gli ultra-sessantacinquenni dimostrano di gradire i prodotti di pasticceria.

Figura 4 – Cosa si consuma a colazione

5% 5%3% 3% 3% 2%

4% 5%5% 5%7%8%9%10%

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I sem. 04 I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

Il pranzo funzionale

Sono 20 milioni 310mila gli individui che dichiarano di aver consumato almeno una volta un pranzo funzionale fuori casa, ossia legato ad impegni quotidiani di lavoro o di studio, nel corso del primi semestre 2005. Si tratta del 41% dell’universo di riferimento, la percentuale si fermava al 34% nello stesso semestre dell’anno precedente. Il 15% degli individui intervistati ha dichiarato di avere consumato un pranzo funzionale fuori casa almeno una volta la settimana nel periodo di riferimento. Di questi, il 4,4% lo ha fatto regolarmente nei giorni lavorativi (ossia cinque volte la settimana).

Il consumatore tipo del pranzo funzionale extradomestico è di sesso maschile, abita nel Nord-Ovest, ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, un diploma di scuola media inferiore ed è prevalentemente un lavoratore dipendente. Rispetto al passato, sono aumentati i consumatori di pranzi funzionali nel Nord-Est, quelli tra i 18 e i 24 anni e quelli con licenza di scuola media inferiore, così come sono aumentati gli operai e le casalinghe. In calo invece i 45-64enni, quelli con diploma di scuola media superiore o laurea e i lavoratori dipendenti.

Tabella 2 – Profilo del consumatore del pranzo funzionale fuori casa

Area geografica I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Livello istruzione I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Nord Ovest 32% 34% 33% No titolo/licenza elem 16% 16% 16% Nord Est+Emilia 20% 21% 22% Licenza media inferiore 36% 36% 40% Centro+Sardegna 22% 20% 21% Diploma media sup. 37% 37% 34% Sud+Sicilia 26% 25% 25% Laurea 12% 12% 10% Classi di età Condizione prof. 14/17 anni 4% 4% 4% Lavoratore autonomo 15% 15% 15% 18/24 anni 10% 10% 12% Lavoratore dipendente 27% 27% 24% 25/34 anni 22% 21% 23% Operaio 17% 17% 18% 35/44 anni 21% 21% 21% Casalinga 7% 7% 9% 45/54 anni 17% 17% 16% Pensionato 15% 15% 14% 55/64 anni 12% 12% 11% In cerca di lavoro 6% 6% 6% 65 e oltre 13% 15% 14% Altro 13% 13% 14% Fonte: Ismea

I luoghi di consumo

del pranzo

Rispetto ai semestri precedenti, la pizzeria ha acquisito importanza come luogo deputato al consumo del pranzo funzionale, a scapito del ristorante. Ma il luogo di consumo preferito rimane il bar, dove si reca quasi un italiano su tre, di coloro che consumano il pranzo

funzionale

funzionale fuori dalle mura domestiche. Più apprezzate rispetto al passato anche la trattoria, la mensa aziendale o scolastica, la tavola calda e il fast food.

In particolare, il bar è frequentato soprattutto da donne 18-24enni laureate, abitanti in grandi citta del Centro, lavoratrici autonome o indipendenti. Il ristorante italiano è preferito da uomini ultrasessantacinquenni abitanti in centri medio-piccoli del Sud con un basso livello di istruzione e lavoratori autonomi. La pizzeria è preferita dalla fasce di età più giovani: i ragazzi fino a 17 anni (per i quali con pranzo funzionale si intende una pausa durante lo studio) la scelgono nel 35% dei casi, nel 29% dei casi quelli dai 18 ai 24 anni. I 14-17enni, soprattutto se abitanti in centri medio-grandi del Nord-Ovest, quando non vanno in pizzeria, preferiscono il fast food.

Figura 5 – Dove si consuma il pranzo funzionale

23%

17%

11%13%

12%11%

10%

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29%

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I sem. 04II sem. 04I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

I cibi consumati nel pranzo funzionale

Secondo le elaborazioni Ismea dei dati Nielsen, il pranzo funzionale è un pasto piuttosto destrutturato: appena il 38% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di consumare in questa occasione un pasto completo, composto da primo, secondo, contorno e frutta. Il 33% si accontenta di un panino o un tramezzino, il 20% di un primo piatto e il 16% di un secondo accompagnato da un contorno. Altissima la percentuale di coloro che bevono acqua minerale (78%). Appena il 20% beve del vino, il 15% birra e il 18% bevande analcoliche. Un italiano su quattro chiude il pasto con il caffè.

Il pasto completo è consumato prevalentemente dalla stessa tipologia di individui che hanno dichiarato di recarsi al ristorante per il pranzo funzionale (uomini anziani, del Sud). Il panino/tramezzino è preferito, invece, dagli adolescenti, soprattutto donne. Consumano prevalentemente un primo piatto uomini e donne laureati, di età compresa tra i 25 e i 34 anni e abitanti nei piccoli centri delle regioni centrali. Prediligono il secondo più contorno le donne tra i 55 e i 64 anni lavoratrici dipendenti del Nord. Le giovani donne del Nord, laureate e in cerca di occupazione, invece, mantengono la linea consumando solo un’insalata.

Figura 6 – I cibi consumati nel pranzo funzionale

23%18%

15%

5%2% 1%

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Fonte: Ismea-AcNielsen

Il pranzo conviviale

Sono 21 milioni 711mila le persone che dichiarano di aver consumato almeno una volta un pranzo conviviale, quindi non legato ad occasioni di lavoro o di studio, al di fuori delle mura domestiche nel corso del primo semestre 2005. A differenza del pranzo funzionale, quello non legato a motivi di lavoro o di studio ha una frequenza minore, infatti appena il 4% degli intervistati lo ha consumato regolarmente almeno una volta la settimana, molto più spesso (nel 25% dei casi) questa occasione si presenta raramente, ovvero meno di una volta ogni due mesi.

Il consumatore tipo del pranzo conviviale è un uomo residente nel Nord-Ovest, tra i 25 e i 44 anni di età, con una licenza di scuola media inferiore, lavoratore dipendente. Rispetto ai semestri precedenti sono diminuiti i consumatori del Nord-Est, quelli tra i 55 e i 64 anni e i lavoratori dipendenti. Sono aumentati, invece, i consumatori del Sud, e quelli con licenza di scuola media inferiore.

Tabella 3 – Profilo del consumatore del pranzo conviviale fuori casa

Area geografica I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Livello istruzione I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Nord Ovest 31% 31% 31% No titolo/licenza elem 17% 20% 20% Nord Est+Emilia 25% 24% 22% Licenza media inferiore 37% 38% 40% Centro+Sardegna 20% 21% 21% Diploma media sup. 34% 32% 31% Sud+Sicilia 24% 24% 25% Laeurea 11% 10% 10% Classi di età Condizione prof. 14/17 anni 4% 4% 4% Lavoratore autonomo 14% 13% 14% 18/24 anni 8% 9% 9% Lavoratore dipendente 25% 23% 23% 25/34 anni 19% 19% 20% Operaio 15% 16% 16% 35/44 anni 20% 20% 20% Casalinga 12% 12% 13% 45/54 anni 16% 16% 17% Pensionato 19% 20% 18% 55/64 anni 15% 14% 13% In cerca di lavoro 5% 6% 5% 65 e oltre 18% 18% 18% Altro 10% 10% 12% Fonte: Ismea

I luoghi di consumo

del pranzo conviviale

Come già osservato nel corso delle indagini del 2004, anche nel primo semestre 2005 il luogo preferito dai consumatori per il pranzo conviviale è il ristorante, scelto dal 55% del campione. Segue la pizzeria, con il 51% delle preferenze, molto in crescita rispetto al 2004, quando era scelta nel 38% dei casi. Si difende bene anche la trattoria, con il 31%. In aumento gli estimatori del ristorante etnico (scelto nell’8% dei casi), mentre a pranzo non va molto di moda recarsi nelle enoteche/wine bar: nel primo semestre 2005 lo ha fatto appena il 2% degli intervistati.

Il ristorante italiano è sicuramente il preferito dalla fascia di età degli over-45, in particolare i lavoratori autonomi o i pensionati residenti nei piccoli centri del Nord-Est.

La pizzeria è preferita dalle donne, soprattutto nelle fasce di età più giovani, residenti nei grandi centri delle regioni nord-orientali, con licenza di scuola media inferiore, in cerca di occupazione o studentesse. Anche il ristorante etnico ha i suoi estimatori: sono in prevalenza giovani tra i 25 e i 34 anni, laureati e abitanti nelle regioni centrali.

Figura 7 – Dove si consuma il pranzo conviviale

55%

5%

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24%

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51%

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I sem. 04II sem. 04I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

I cibi consumati nel pranzo conviviale

Nelle occasioni conviviali solitamente si ha più tempo e si è più predisposti a concedersi un pasto completo. Le preferenze ricadono per il 65% su un primo di pasta, accompagnato da carni rosse (38%) o da pesce (35%). Un italiano su quattro prende un contorno di verdure o insalata e termina il pasto con un dolce.

In alternativa si può scegliere di consumare una pizza, così ha fatto il 46% degli intervistati. La quasi totalità degli italiani (77%), al momento di sedersi al ristorante o in pizzeria ordina una bottiglia di acqua minerale. Molti meno quelli che bevono del vino (43%), ancora di meno coloro che scelgono una birra (22%).

Rispetto agli uomini, che amano la pasta, le carni rosse o il pesce e gli affettati, le donne, sempre più attente alla linea, preferiscono le carni bianche, le verdure o la pizza, anche se si concedono più volentieri un dolce.

Rispetto alle fasce di età, la pasta è in assoluto l’alimento prescelto dagli over 65, anche se si nota un picco interessante tra i 25-34enni, segno che la pasta sta tornando di moda anche tra i giovani. Anche le carni rosse sono preferite dagli ultra-sessantacinquenni. Il pesce, più caro, è ordinato prevalentemente da 45-54enni lavoratori autonomi. Pizze, panini e focacce, più economiche, sono graditi in particolar modo dai giovanissimi, che siano studenti o in cerca di occupazione.

Figura 8 – I cibi consumati nel pranzo conviviale

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8%5%

1%

8%

63%

46%

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I sem. 04 I sem. 05 Fonte: Ismea-AcNielsen

Le bevande consumate nel pranzo conviviale

E’ l’acqua in pole position tra le bevande consumate in occasione dei pranzi conviviali (77% nel primo semestre 2005). Segue il vino (43% nell’ultima rilevazione) e la birra (22%, molto in calo rispetto al 2004). Le bibite analcoliche si aggiudicano il 18% delle preferenze (20% nello stesso semestre dell’anno precedente). In forte calo anche succhi di frutta e spremute (2% nel 2005, 13% nel 2004). Il caffè passa dall’11% del gennaio-giugno 2004, al 30% dell’ultima rilevazione.

Le bevande alcoliche, vino, birra e amari, sono preferite dagli uomini. Le donne prediligono l’acqua, le bevande analcoliche o i succhi di frutta. Il consumo di vino cresce col crescere dell’età - ha il suo massimo negli over 65 - e decresce scendendo da Nord verso Sud. Sono soprattutto i lavoratori autonomi e i pensionati ad amarlo di più, mentre gli operai, soprattutto nelle regioni meridionali, scelgono più frequentemente la birra. Succhi di frutta e spremute sono appannaggio dei più giovani e delle casalinghe.

Figura 9 – Le bevande consumate nel pranzo conviviale

1%5%

2%

11%13%

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I sem. 04 I sem. 05 Fonte: Ismea-AcNielsen

Lo spuntino, merenda, aperitivo, dopocena

Nel primo semestre 2005, 16 milioni 542mila individui hanno consumato, almeno una volta, lo spuntino, l’aperitivo o il dopocena al di fuori delle mura domestiche.

Si tratta del 33% dell’universo di riferimento. Non è un’occasione di consumo troppo frequente: un quinto degli individui ne ha approfittato raramente, cioè meno di una volta ogni due mesi.

I consumatori più assidui dello spuntino fuori casa sono gli abitanti del Nord-Ovest e quelli del Sud. Di solito sono individui tra i 25 e i 34 anni, lavoratori dipendenti con licenza di scuola media inferiore. Rispetto alle indagini precedenti sono aumentati i consumatori ultra-sessantacinquenni pensionati, e le casalinghe. E’ diminuita, invece, la percentuale dei consumatori più fedeli, i giovani tra i 25 e i 34 anni, scesa dal 28% al 25%.

Tabella 4 – Profilo del consumatore dello spuntino fuori casa

Area geografica I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Livello istruzione I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Nord Ovest 29% 33% 30% No titolo/licenza elem 14% 14% 15% Nord Est+Emilia 17% 19% 17% Licenza media inferiore 41% 40% 42% Centro+Sardegna 25% 21% 22% Diploma media sup. 34% 35% 32% Sud+Sicilia 30% 27% 30% Laeurea 11% 11% 11% Classi di età Condizione prof. 14/17 anni 7% 5% 6% Lavoratore autonomo 13% 15% 13% 18/24 anni 13% 13% 13% Lavoratore dipendente 22% 23% 22% 25/34 anni 27% 28% 25% Operaio 18% 17% 18% 35/44 anni 21% 20% 21% Casalinga 11% 9% 11% 45/54 anni 13% 14% 14% Pensionato 12% 12% 13% 55/64 anni 9% 9% 9% In cerca di lavoro 7% 7% 7% 65 e oltre 10% 11% 13% Altro 18% 17% 17% Fonte: Ismea

I luoghi di consumo

dello spuntino, merenda, aperitivo, dopocena

Il bar è senza dubbio il luogo preferito per il consumo o comunque l’acquisto dello ‘’snack’’ per lo spuntino, la merenda, l’aperitivo o il dopocena con il 66% delle preferenze accordate nel primo semestre 2005.

Seguono, seppure a notevole distanza, la pizzeria a taglio (25%) e la pasticceria (11%). Da notare il crescente interesse per l’enoteca o wine bar, che guadagna qualche posizione rispetto al primo semestre 2004, passando dal 7 all’8 per cento delle preferenze. Estimatrici del wine-bar sono soprattutto le donne, anche se la differenza con gli uomini è

modesta. Gli individui che scelgono questo luogo per consumare l’aperitivo o il dopocena hanno in prevalenza tra i 25 e i 34 anni sono laureati e abitano nel Nord-Est. Tuttavia anche Nord-Ovest e Centro dimostrano di apprezzare questa tipologia di ristorazione, che è invece meno conosciuta al Sud.

Figura 10 – Dove si consuma lo spuntino/merenda/aperitivo/dopocena

66%

7%5% 5% 5% 4%

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Altro

I sem. 04

I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

I prodotti consumati

nello spuntino, merenda, aperitivo, dopocena

Va al gelato il primato di prodotto maggiormente consumato nello spuntino del primo semestre 2005. Seguono, a ridotta distanza, il trancio di pizza, gli snack salati, ma anche il panino. Relativamente alle fasce di età, si può dire che il gelato è consumato soprattutto tra i 14-17enni.

Tra le bevande, prevale ancora una volta l’acqua minerale, seguita dalle bibite analcoliche e dal caffè. Il vino è scelto da appena l’11% degli intervistati, anche se tale percentuale è apparsa in crescita rispetto al primo semestre del 2004, quando era dell’8%. Il vino è appannaggio delle fasce di età più alte. I più giovani, fino ai 24 anni, preferiscono le bevande analcoliche, dopo si avvicinano anche alla birra.

Figura 11 – Cibi consumati durante lo spuntino

34%

22%

14% 14%

8% 7%

22%

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Bisc

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I sem. 04

I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

Figura 12 – Bevande consumate durante lo spuntino

12%

19%16%

14%

7%5%

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I sem. 04

I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

La cena Sono 29 milioni 525mila gli individui che dichiarano di aver consumato almeno una volta la cena al di fuori delle mura domestiche nel corso del primo semestre 2005, pari al 59% dell’universo di riferimento. Rispetto al pranzo, la cena è un’occasione di consumo meno frequente: un consumatore su quattro dichiara di cenare fuori meno di una volta ogni due mesi. Nel complesso la metà dei consumatori non cena fuori più spesso di una volta ogni due settimane. Appena il 7% lo fa una volta a settimana. Vi è però un 1% dei consumatori di cene fuori, che approfitta di questa occasione di consumo quasi tutti i giorni, nelle passate indagini nessuno aveva risposto in tal senso.

Il profilo del consumatore tipo delle cene fuori casa è un ragazzo di età compresa tra 25 e 34 anni prevalentemente residente al Nord-Ovest. Generalmente ha una licenza di scuola media inferiore ed è un lavoratore dipendente.

Tabella 5 – Profilo del consumatore della cena fuori casa Area geografica I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Livello istruzione I sem. 04 II sem. 04 I sem. 05 Nord Ovest 28% 30% 30% No titolo/licenza elem 18% 20% 18% Nord Est+Emilia 24% 21% 21% Licenza media inferiore 40% 40% 42% Centro+Sardegna 22% 22% 22% Diploma media sup. 32% 31% 32% Sud+Sicilia 26% 27% 27% Laeurea 10% 9% 9% Classi di età Condizione prof. 14/17 anni 5% 5% 5% Lavoratore autonomo 13% 14% 13% 18/24 anni 11% 11% 11% Lavoratore dipendente 21% 21% 21% 25/34 anni 23% 22% 22% Operaio 18% 17% 17% 35/44 anni 20% 21% 20% Casalinga 12% 13% 14% 45/54 anni 17% 16% 17% Pensionato 15% 15% 15% 55/64 anni 11% 11% 12% In cerca di lavoro 7% 6% 7% 65 e oltre 13% 15% 14% Altro 13% 14% 14% Fonte: Ismea

I luoghi di consumo

della cena

Se per il pranzo funzionale il luogo di incontro preferito è il bar, e per quello conviviale il ristorante italiano, per la cena le preferenze vanno alla pizzeria. Il 75% degli individui intervistati ha espresso, infatti, la propria preferenza in tal senso, contro un 72% della prima rilevazione, quella del periodo gennaio-giugno 2004. Il ristorante si aggiudica, a una certa distanza, la seconda posizione (45% contro il 38% del primo semestre 2004). La trattoria-osteria è al terzo posto con il 27% delle preferenze. Al quarto posto è il ristornate etnico (10%) mentre, con percentuali irrilevanti, seguono il fast food, lo snack bar e la tavola calda.

Il ristorante etnico è gradito soprattutto alle donne, tra i 25 e i 34 anni, residenti nel Nord-Est, laureate, lavoratrici dipendenti o in cerca di occupazione. Il wine-bar, nuova formula di ristorazione che sta riscuotendo crescente successo, è di moda tra i 25-34enni, laureati, residenti nelle grandi città del Centro, lavoratori dipendenti.

Figura 13 – Dove si consuma la cena

72%

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45%

27%

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Altro

I sem. 04II sem. 04I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

I cibi consumati a

cena

Dal momento che la pizzeria è il luogo più gettonato per la cena extradomestica, ne segue che la pizza è in assoluto il piatto preferito dagli italiani che cenano fuori casa.

Questa, infatti, non solo raccoglie il 74% delle preferenze, ma distanzia di molto le altre pietanze servite a cena. A prediligere la pizza sono le giovani donne fino a 34 anni. Seguono i primi piatti a base di pasta (45%) scelti soprattutto dagli uomini ultra-sessantacinquenni e, con il 34% delle preferenze, il pesce, anche questo preferito più dagli uomini che dalle donne. Le carni rosse sono segnalate da un terzo dei consumatori, in netta prevalenza uomini, mentre le verdure, sia cotte, sia crude, sono preferite dal 20% del campione (rappresentato in prevalenza da donne).

Figura 14 – Cibi consumati a cena

29%26%

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13%

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I sem. 04

I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

Le bevande consumate

a cena

L’acqua minerale è la bevanda più consumata nelle cene fuori casa: questa raccoglie infatti il 72% delle risposte fornite dall’universo di riferimento.

Il vino, indicato da circa un terzo dei consumatori, risulta il più gradito agli uomini (45% contro 25% delle donne) e il suo consumo cresce con l’aumentare dell’età.

Anche la birra raccoglie maggiori consensi tra i maschi (42%) ed è più consumata tra i 35-44enni.

Come è logico, le donne preferiscono più degli uomini le bibite analcoliche (cola, aranciata, ecc.), specie le giovanissime tra i 14 e 17 anni.

Il pasto viene infine concluso dal caffè solo da un individuo su quattro, ed è richiesto più dagli uomini (27%) che dalle donne (23%). Come per il vino, il suo consumo cresce col crescere dell’età.

Figura 15 – Bevande consumate a cena

28%

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2% 1%

45%

30%

36%

23%

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25%

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7%2% 3%

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I sem. 04

I sem. 05

Fonte: Ismea-AcNielsen

Ismea – Direzione Mercati e Risk Management

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