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  • 8/14/2019 Fase Difensiva cALCIO

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    Principi e metodologia per

    organizzare la fase difensiva.

    A cura di LUCA PRESTIGIACOMO

    Un articolo completo, esauriente, imperdibile per analizzare e

    organizzare a 360la fase difensiva.

    Introduzione: limportanza dellorganizzazione difensiva.

    DDotare la propria squadra di unorganizzazione difensiva efficace di qualit, deve

    essere uno degli obiettivi principali che un tecnico deve perseguire dal punto di vistatecnico-tattico.

    Infatti, a prescindere dal proprio credo e dalle proprie convinzioni tattiche, unallenatore non pu trascurare la cura delle situazioni in cui i propri uomini sitroveranno in non possesso palla.

    E importante evidenziare che curare nel minimo dettaglio gli sviluppi difensividellorganizzazione in campo non significa essere dei tecnici difensivistici erinunciatari, bens essere ben consci di quanto sia importante mirare allequilibriotattico della propria squadra.

    A mio modo di vedere, infatti, per equilibrio tattico si deve intendere labilit da

    parte di una compagine di eseguire nel migliore dei modi sia la fase di possesso chequella di non possesso, curando la perfetta correlazione e transizione fra le due fasiche, infatti, si influenzano a vicenda (dal modo di attaccare dipende strettamente ilmodo di difendere e viceversa), e non trascurando di conseguenza alcun dettagliodelle due.

    Quindi, anche impostando unorganizzazione tattica di forte impronta offensiva, la fasedi non possesso (che sar di conseguenza studiata in modo da essere funzionale allanostra volont di imporre il gioco) dovr comunque essere preparata nei minimiparticolari, in modo che i giocatori siano altrettanto abili, nel recuperare palla e inibireil gioco rivale, di come lo sono nel produrre azioni dattacco valide.

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    N . 1 7 F E B B R A I O 2 0 0 5

    RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NETREG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIOCOORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO

    SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

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    Lorganizzazione teorica della fase difensiva.

    Prima di trattare i principi pratici di organizzazione della fase difensiva, opportuno

    evidenziare che il tecnico deve aver ben chiara linquadratura teorica generale relativaad essa.

    Infatti, il presupposto per la corretta risoluzione collettiva da parte dei giocatori dellesituazioni che si verificano in campo, la conoscenza approfondita da partedellallenatore di ogni aspetto del comportamento teoricamente ottimale che essidevono tenere.

    Chiaramente, disporre di competenze dettagliate circa la teoria della fase di nonpossesso palla non sufficiente se non si in grado di farle tradurre perfettamente inpratica dai propri uomini, attraverso una valida metodologia didattica.

    Il tecnico deve quindi chiarire dapprima a s stesso quale organizzazione difensiva

    scegliere per la squadra, operando poi, in modo mirato sul campo, al fine diaddestrare i propri uomini ad eseguirla al meglio in tutti i suoi aspetti.

    Riguardo allorganizzazione teorica della fase difensiva, i fattori da considerare sono:

    q Gli obiettivi che ci si prefigge (per essere di qualit, la fase di non possesso deveessere attiva e propositiva, dove oltre allevitare la segnatura dellavversario ci siprefigge la rapida riconquista della sfera, nonch lassicurarsi la correlazioneottimale tra la fase difensiva e quella offensiva).

    q Tipologia di sistema difensivo in base al quale organizzare la squadra (a zona, auomo o mista).

    Nel proseguimento di questo articolo si prender in considerazione lipotesi di dover

    organizzare la propria squadra secondo i dettami della zona.Infatti, oltre ad essere questo il dispositivo difensivo oggigiorno largamente diffuso, quello che ottimizza la collaborazione fra i giocatori creando il giusto spirito digruppo e il senso del collettivo, e che supporta al meglio la proposizione di uncalcio offensivo e propositivo.

    q Tipologia di pressing che si ricerca di applicare (ultraoffensivo, offensivo odifensivo).

    A mio modo di vedere, per attuare unopposizione attiva e propositiva, incentratasullaggressivit e sul veloce recupero di palla, ci si deve proporre una difesa atutto campo (pressing ultraoffensivo).

    q Aver ben chiaro tutti i concetti, i principi, le regole e le tematiche che a livelloteorico stanno alla base della fase difensiva che si ha in mente ( soprattuttoimportante delineare il rapporto fra pressing, pressione, copertura collettiva deglispazi senza opposizione al portatore di palla, fase dattesa ed aggressiva delpressing stesso, forzature al gioco rivale).

    q Determinare lapplicazione e ladattamento ottimale dei principi della fase di nonpossesso che si vuole attuare al modulo di gioco prescelto (organizzazione difensivauniversale).

    Ora, il tecnico deve aver ben chiaro come il singolo e il collettivo devono agire perrisolvere tutte le situazioni che si possono realizzare sul terreno di gioco.

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    q Apportare gli adeguati correttivi alla propria organizzazione tattica universale inbase alle caratteristiche del rivale di turno (organizzazione difensiva specifica),badando a non influire negativamente sugli automatismi gi consolidati daigiocatori, e a non snaturare la filosofia della squadra.

    Il piano difensivo per contrapporsi al meglio al prossimo avversario deve esserefinalizzato ad agevolare i giocatori nella risoluzione delle situazioni cheaffronteranno, e non a confonderli e a creare dubbi in loro.

    Organizzare capillarmente la fase difensiva significa poi aver ben chiari i cinqueprincipi tattici individuali e i cinque principi tattici collettivi collegati ad essa,riconosciuti a livello universale.

    I principi tattici individuali, fortemente interrelati fra loro, sono:

    q difesa della porta;

    q marcamento;

    q presa di posizione;

    q intercettamento ed anticipo;

    q contrasto.

    A livello collettivo, i principi tattici sono invece i seguenti:

    q scaglionamento;

    q aggressivit;

    q temporeggiamento / azione ritardatrice;

    q concentrazione / restringimento degli spazi;

    q equilibrio / controllo.

    Lorganizzazione pratica della fase difensiva.

    Una volta stabilita nei dettagli quale organizzazione difensiva si vuole fornire allasquadra, sia dal punto di vista universale che dal punto di vista specifico, occorreprocedere al fine di addestrare i difendenti a mettere in pratica le scelte assunte.

    Occorre quindi stabilire una precisa, razionale e metodica progressione didattica chevada ad intervenire su tutti gli aspetti prestativi necessari affinch i propri uominidiano, nel corso della gara, risposte individuali e quindi collettive adeguate e conformi

    a quanto richiesto.

    La metodologia dinsegnamento.

    A mio modo di vedere, la corretta metodologia di organizzazione pratica della fasedifensiva, in base alla quale stabilire i contenuti del lavoro sul campo, deve essereformulata nei seguenti termini:

    q Dal particolare al generale (dallanalitico al sintetico).

    La costruzione delle competenze difensive collettive parte dal singolo difendenteper poi arrivare progressivamente allintera squadra.

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    Chiaramente, nellintervenire sulle carenze di una squadra in cui la proceduraformativa gi stata portata a termine, si dovr di nuovo passare dal complessivoallanalitico di quelle situazioni problematiche, per poi tornare a proporreesercitazioni sintetiche per lintero gruppo.

    Prima di passare alla preparazione difensiva del modulo di gioco, per importanteproporre a scopo introduttivo delle esercitazioni globali sui temi della fase di nonpossesso, esercitazioni che utile far eseguire anche durante la progressionedidattica vera e propria.

    q Dal semplice al complesso.

    Inizialmente si propongono attivit e situazioni facili da affrontare, con poche,conosciute e ben riconoscibili variabili da considerare.

    Le attivit andranno poi rese sempre pi difficili e caratterizzate da situazionisconosciute, con molteplici variabili di difficile ed ambigua identificazione.

    E sopra ogni cosa necessario regolamentare il grado di applicazione che dovranno

    assumere gli avversari-allenatori: dapprima passivi, poi semi-attivi e infine attivi;dapprima in inferiorit numerica, poi in parit e infine in sovrannumero.

    q Dal deduttivo allinduttivo.

    Partire dal metodo deduttivo significa proporre ai giocatori situazionistandardizzate, delineate in ogni loro dettaglio.

    Lobiettivo di rendere i giocatori coscienti dei contesti in cui devono operare,aiutandoli nellidentificazione e interpretazione degli input, dando al contempoprecise indicazioni sui comportamenti ideali da assumere per affrontarli nel miglioredei modi.

    Si punta quindi sul criterio della ripetitivit delle esecuzioni, al fine di sviluppare neigiocatori gli automatismi voluti.

    Passare al metodo induttivo significa invece rendere sempre pi imprevedibili lesituazioni di campo dal punto di vista delle variabili che le caratterizzano (posizionee stato della palla, posizione e comportamento degli avversari), lasciando liberi idifendenti di leggerle avvalendosi delle loro strategie elaborative, fornendoconseguentemente risposte psico-motorie considerate corrette.

    Il tecnico non dovr per indugiare ad interrompere le azioni per rendere coscienti igiocatori di errate interpretazioni e scelte tattiche individuali e/o collettive dellasituazione che hanno appena affrontato.

    Gli strumenti didattici.

    Lintervento didattico, sia a livello individuale che collettivo, deve poi avvalersi di trestrumenti di base:

    q Spiegazioni ed interventi verbali:i giocatori vanno preventivamente informati eresi consapevoli di quanto devono mettere in pratica.

    Le spiegazioni teoriche sulle questioni tattiche difensive sono, infatti, propedeutichealle successive esercitazioni, in quanto i giocatori devono aver ben chiaro lemotivazioni e i principi sottostanti a quanto voluto dal tecnico, prima di iniziare lasperimentazione sul campo.

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    Allo stesso modo, il tecnico deve effettuare interventi vocali durante e dopo lesingole esercitazioni, in modo da informare i giocatori sugli aspetti positivi enegativi del loro operato.

    q Esercitazioni pratiche: attraverso le attivit e le esercitazioni sul campo, i

    giocatori devono aver modo di sperimentare a dovere i dettami tattici del tecnico.

    A prescindere dal fatto che si stiano proponendo esercitazioni analitiche o globali,stereotipate o situazionali, i giocatori devono provare e riprovare con ripetitivit,correggendosi con e senza laiuto del tecnico, sino a fornire risposte adeguate aglistimoli loro indirizzati.

    q Dimostrazioni tramite supporti vari: affinch i giocatori possano avvalersi direali modelli iniziali di riferimento, il tecnico, nel corso delle spiegazioni teoricheintroduttive, deve avvalersi di supporti didattici idonei a mostrare la correttaesecuzione di quanto si sta richiedendo.

    Quindi, oltre alla classica lavagna, sar utile utilizzare videocassette, diapositive,

    strumenti informatici validi e quantaltro sia identificato come utile a rendereevidenti i comportamenti psico-tattici desiderati.

    Allo stesso modo, utile avvalersi delle registrazioni filmate degli allenamenti edelle gare, al fine di analizzare con i giocatori pregi e difetti della loro prestazione.

    I mezzi di allenamento.

    Specifichiamo che i principali mezzi e gli strumenti pratici di lavoro con cui si addestrasul campo la squadra, caratterizzando i contenuti degli allenamenti, sono i seguenti(soprattutto dal punto di vista tecnico-tattico):

    q Esercitazioni generali e analitiche su determinati aspetti delle prestazionidifensive richieste.

    q Simulazione particolareggiata e fedele delle varie situazioni reali di gara.

    q Giochi a tema improntati sugli aspetti difensivi, stabilendo quindi le diversevariabili desecuzione (dimensioni spazio di gioco, mete, attrezzo di gioco,partecipanti e loro densit rispetto allarea, eventuali vincoli/regole spaziali,temporali e procedurali, opzioni esecutive), e dando loro una conformazionecompetitiva.

    q Giochi liberi(partitelle classiche) in cui si da rilevanza alla squadra impegnata infase difensiva (stabilendo ad esempio che il pallone deve sempre essere gestito

    dallaltra squadra).q Esercitazioni psicocineticheincentrate su tematiche difensive.

    Aree di intervento didattico.

    Ora, vediamo quali devono essere gli ambiti di intervento relativi allorganizzazionedifensiva che il tecnico deve considerare nellapplicazione dei principi metodologicienunciati:

    q Tattica e tecnica individuale: sviluppo dellabilit del singolo individuonellattuazione dei principi esposti nella prima parte dellarticolo (tattica);

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    ottimizzazione dellesecuzione dei singoli gesti che caratterizzano la sua condotta(tecnica).

    Non si pu pensare di presentare una squadra ben organizzata in fase difensiva, sei singoli elementi non hanno delle capacit individuali di base ben consolidate.

    q Tattica e tecnica collettiva: sviluppo delle abilit di pi giocatori nel prendereidonee decisioni condivise e funzionali lun con laltra (in seguito ovviamente allalettura/interpretazione univoca del contesto di gioco) nel rispetto dei principicollettivi esposti in precedenza e del piano strategico preparato (tattica);ottimizzazione nella modalit desecuzione dei singoli movimenti che implicano lacooperazione di almeno due elementi (tecnica).

    q Mentalizzazione del gruppo: sviluppo dei requisiti attitudinali necessari aciascun componente della squadra ad assumere un atteggiamento congruo aidettami tattici richiesti.

    I giocatori vanno dunque istruiti circa gli obiettivi ricercati in fase di non possesso,

    vanno contagiati dal punto di vista della filosofia comportamentale che li ispira(opposizione attiva e propositiva) e devono divenire reattivi mentalmente almomento della transizione negativa, assumendo prontamente la giustaapplicazione tattica, nessuno escluso.

    q Sviluppo dei requisiti atletici: dal punto di vista condizionale, dobbiamoassicurarci che i nostri uomini abbiano le caratteristiche idonee alla strategiadifensiva da noi desiderata.

    Ad esempio, se ricerchiamo una difesa attiva a tutto campo (pressingultraoffensivo), obbligatorio lavorare affinch i giocatori raggiungano un altolivello di capacit aerobica e di resistenza anaerobica lattacida.

    q

    Cura delle varie componenti socio-relazionali: la fase difensiva deve essereimprontata sulla collaborazione, e quindi sul dialogo e la comunicazione.

    Fondamentale poi il delineamento dei leader tattici della squadra, chiamati arappresentare i punti di riferimento principali per i compagni in camponellassunzione di scelte comuni.

    Lorganizzazione tecnico-tattica.

    Esercitazioni globali a prescindere dal modulo

    Iniziamo a proporre indicativamente alcune esercitazioni globali propedeutiche alla

    preparazione della fase difensiva secondo il modulo di gioco prescelto.

    Esse sono finalizzate ad introdurre e sviluppare nei giocatori le tematiche della fase dinon possesso care al tecnico.

    Quindi, si cerca di creare la giusta filosofia difensiva, nonch curare tempi, spazi emodi generali che dovranno guidare i giocatori quando si troveranno senza il possessodella sfera.

    Le esercitazioni globali sono da proporre prima e durante il lavoro basato sul modulodi gioco (anche se a volte si possono gi disporre i giocatori secondo modulo, anchedurante le esercitazioni globali, senza per ora effettuare interventi analitici suimovimenti tipici del modulo stesso).

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    Esercitazione N1(figura 1)

    Obiettivi: sviluppo di una mentalit difensiva attiva e propositiva, abituando igiocatori al pressing, allaggressivit, al ritmo e allintensit dazione, nonchallattenzione e alla concentrazione mentale.

    Fig. 1Fig. 1

    M

    Spazio di gioco:30x30.Materiali: pi palloni adisposizione del Mister posto abordo campo.Partecipanti:5>5.Modalit desecuzione: il fulcrodellesercitazione che non cidevono essere pause; non appenail pallone esce, il Mister posto al difuori del quadrato, deve rimetternesubito in gioco un altro.Per il resto, le squadre devonocercare di evitare che i rivalieseguano pi di 5 passaggiconsecutivi, applicando un pressingcostante.

    Esercitazione N2(figura 2)

    Obiettivi:tecnica e tattica delcontrasto indiretto ai danni degli appoggi del portatoredi palla rivale, lavorando su anticipo ed intercettamento.

    J

    ZONA META GIALLI

    ZONA META ROSSI

    Fig. 2Fig. 2

    Spazio di gioco:40x40 pi 2 zonemeta di 5x40 poste alle estremitdel terreno.

    Partecipanti: 5>5 pi jolly chegioca sempre con la squadra inpossesso di palla.

    Modalit desecuzione: lasquadra in possesso palla si trovasempre in superiorit numerica6>5.Quella senza palla ha il vincolo di

    non poter portare pressione direttasul portatore della squadra rivale.Quindi ci si deve concentrare sullagestione dei giocatori senza palla,

    che devono essere messi in zona dombra tramite contrasto indiretto.Per il resto, lobiettivo di conquistare la zona meta alle spalle degli avversari; perguadagnare il punto, lattaccante deve condurvi palla o riceverla allinterno senzaentrarvi palesemente prima di essa.

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    Esercitazione N3(figura 3)

    Obiettivi: copertura del campo in ampiezza, corretto scaglionamento e ricerca diequilibrio difensivo.

    Fig. 3Fig. 3

    Spazio di gioco: 40x60 con dueporticine alle due estremit dellelinee di fondo.

    Partecipanti:6>6.

    Modalit desecuzione: le duesquadre devono difendere leporticine poste esternamente lungola linea di fondo del campoaccentuato in larghezza.

    Quindi, si sviluppa il senso dellagestione dellampiezza del terreno

    di gioco, precludendo al rivale isuoi tentativi di sfondamentolaterale.

    Esercitazione N4(figura 4)

    Obiettivi:copertura del campo in profondit, propensione allutilizzo del fuorigioco.

    Fig. 4Fig. 4

    Spazio di gioco: 55x30 con dueporticine poste al centro delle lineedi fondo.

    Partecipanti:6>6.Modalit desecuzione: le duesquadre devono difendere leporticine poste centralmente allalinea di fondo del campoaccentuato in lunghezza.Si crea quindi la propensione allagestione della profondit delterreno di gioco, evitando che gliavversari penetrino attaccandotramite tagli e susseguenti filtranti.

    E fortemente incentivato lutilizzodel fuorigioco (in questa fase in maniera non razionalizzata) al fine di inibire i rivali nelloro tentativo di attacco alla profondit.

    Esercitazione N5(figura 5 pagina successiva)

    Obiettivi:pressing collettivo nel settore centrale del campo, concentrazione difensivae restringimento degli spazi al rivale.

    Spazio di gioco:terreno di gioco regolamentare diviso in tre settori orizzontalmente.

    Partecipanti:10>10 + portieri.

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    Modalit desecuzione:il portiere di una delle due squadre rimette in gioco la sfera

    Fig. 5Fig. 5

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    1

    nel proprio settore difensivo; laltracompagine deve recuperarla nel

    settore centrale prima che siatrasmessa a favore di unavversario smarcatosi in zonaoffensiva.La squadra in fase di non possessodeve, infatti, agire compatta edaggressiva nel settore centrale,non potendo invadere gli altri due.La squadra che manovra puinvece iniziare lazione nel propriosettore difensivo, e ha lobiettivo di

    guadagnare il settore offensivosuperando il pressing rivale,conclu-

    dendo poi lazione entro un numero prestabilito di secondi.

    Esercitazione N6(figura 6)

    Obiettivi:collaborazione nelpressing in coppia.

    Spazio di gioco:cerchio di circa 10 metri di diametro.

    Partecipanti:2>6.

    Modalit desecuzione:si tratta semplicemente di un torello a due giocatori incentra-

    Fig. 6Fig. 6

    to sulla loro abilit di adeguarsiallevolversi del gioco, assumendole scelte pi adeguate in termini dipressione e copertura delletraiettorie pi importanti.I 6 avversari sono, infatti, dispostia cerchio e devono far circolarepalla fra di loro, anche senzalimitazioni di tocchi (lesercitazione rivolta ai difendenti, che nondevono quindi essere agevolati).

    Come variante si pu permettereagli attaccanti di cercare diraggiungere, in conduzione palla alpiede, il centro del cerchio, in mo-

    do da richiedere ai due difendenti di gestire al meglio anche questa eventualit;Chiaramente, lattaccante che sbaglia o induce allerrore un compagno dovr sostituireil difendente protagonista dellerrore causato.

    Esercitazione N7(figura 7 pagina successiva)

    Obiettivi: corretta gestione del terreno di gioco, orientamento e riorganizzazionerapida in base alle situazioni mutevoli (si allena indirettamente la propensione alla

    transizione negativa).

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    Spazio di gioco:40x40 con quattro porticine poste su ogni lato del quadrato.

    META GIALLI

    META

    GIALLI

    META ROSSI

    META

    ROSSI

    Fig. 7Fig. 7

    M

    Partecipanti:7>7.

    Modalit desecuzione: le duesquadre si affrontano inizialmentein un senso del terreno di gioco.

    Al fischio del Mister, il senso delterreno di gioco cambiaimmediatamente, dovendo quindiattaccare nelle altre due meteprima inutilizzate (il fischio dovravvenire in modo da non favoriretroppo una delle due squadre,specie quella in possesso di palla;

    ad esempio quando il giocoristagna al centro del quadrato).

    Esercitazione N8(figura 8)

    Obiettivi:opposizione difensiva, sviluppo delle capacit elaborative.

    Spazio di gioco:20x20.

    Partecipanti: 3 squadre composte da 3 giocatori luna, ognuna contraddistinta dapettorine di colori diversi, +1 jolly.

    Modalit desecuzione:si tratta di un esempio di esercitazione psicocinetica tesa a

    incrementare gli aspetti prettamente cognitivi dei giocatori sulla base di tematiche di-

    Fig. 8Fig. 8

    J

    fensive; infatti, inizialmente duesquadre collaborano nella gestionedella sfera, contrastate dallaltra laquale a sua volta coadiuvata daljolly (la squadre in non possesso sitrova quindi 4>6).

    Il giocatore che perde palla obbligala sua squadra ad affrontare(sempre assieme al jolly) le altredue.

    Lesercitazione deve essereincentrata sulle tecniche e le sceltetattiche basilari relative al pressingorganizzato.

    Esercitazione N9(figura 9 pagina successiva)

    Obiettivi:scelta della condotta spazio-temporale ottimale in fase difensiva (tempismodel pressing).

    Spazio di gioco:nei pressi del cerchio di centrocampo.

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    Partecipanti:2 squadre di 5 giocatori luna allinterno del cerchio di centrocampo, 6-8 giocatori sparsi allesterno del cerchio stesso.

    Modalit desecuzione:i giocatori allesterno del cerchio fanno girar palla; una delle

    Fig. 9Fig. 9

    due squadre allinterno del cerchio

    deve simulare gli adeguaticomportamenti difensivi, scieglien-do se uscire in pressing o rimaneremomentaneamente in coperturadegli spazi.Al momento in cui si opta per unatteggiamento aggressivo, igiocatori avversari allinterno delcerchio devono essere messi inzona dombra: se il portatore dipalla riesce a servirne uno, il

    tentativo di pressing fallito.Quindi, le squadre allinterno delcerchio invertono i ruoli.

    Esercitazione N10(figura 10)

    Obiettivi:azione di filtraggio a favore dei compagni alle spalle.

    Spazio di gioco:45x20 diviso in tre settori orizzontali.

    Partecipanti:15 (9>6).

    Modalit desecuzione: i 15 giocatori sono divisi in gruppi di tre elementi; sicompongono due squadre formate ognuna da 2 gruppi di giocatori, i quali si collocanoin ciascun settore esterno.Il gruppo rimanente si colloca nel settore centrale, e gioca sempre con la squadra innon possesso palla.La squadra che inizia a manovrare in uno dei settori esterni, deve cercare di servire

    Fig.10Fig.10

    rasoterra i tre giocatori posti nelsettore opposto, i quali dovrannocercare di superare la linea difondo campo.La squadra in difesa dovrimpedire ci, e importante sar il

    lavoro dei tre giocatori in mezzo alcampo, che sono chiamati a coprireal meglio gli spazi intercettando letraiettorie di passaggio.

    Quando i giocatori nel settorecentrale intercettano palla, laconsegnano a un componente dellasquadra che prima si trovava infase difensiva.

    Dopo un certo lasso di tempo, si mischiano i gruppi collocandone uno differente

    allinterno del settore centrale.

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    Di esercitazioni di questo tipo se ne possono creare ancora molte; limportante avercompreso il criterio secondo il quale operando sulle variabili con cui si pu creareunesercitazione (terreno di gioco, numero di giocatori, vincoli e regole ecc), siforzano i giocatori a raggiungere gli obiettivi psico-motori individuali e collettividesiderati.

    Esercitazioni specifiche finalizzate allorganizzazione difensiva secondomodulo

    Dopo aver introdotto e sviluppato nei giocatori le tematiche tattiche ed attitudinali globalidella fase difensiva (le esercitazioni globali dovranno essere comunque sempre proposte),si deve applicarle al modulo prescelto, il quale va preparato partendo dallanalitico alglobale (dall1>1 al 10>10).

    Nella procedura dinsegnamento a seguire si ipotizzer di organizzare dal punto di vistopratico la squadra secondo il 4-4-2, modulo che sempre il pi diffuso in Italia ed inEuropa, che si caratterizza appunto per la qualit della fase di non possesso che essoconsente di applicare, per via dellottimale copertura degli spazi, del perfettoscaglionamento sul terreno di gioco e della possibilit di difendere a tutto campoutilizzando, a seconda della situazione, tutti e tre i tipi di pressing, massimizzando lacollaborazione dei giocatori.

    Chiaramente, i criteri che stanno alla base delle esercitazioni proposte possono essereapplicati a qualsiasi altro sistema di gioco.

    Leventuale utilizzo del portiere nelle esercitazioni non accennato, in quanto tale sceltadipende dalle necessit specifiche della singola proposta.

    Ovviamente, lestremo difensore va addestrato ad agire in base alle situazioni di gioco e alcomportamento difensivo dellintera squadra, del quale deve conoscerne i principi di base,dato il suo importante ruolo organizzativo.

    La progressione didattica tecnico-tattica unir sia gli aspetti individuali che quelli collettivi.

    In ogni caso, la tecnica deve precedere la tattica nel processo di insegnamento: prima sicurano le modalit dazione e i relativi gesti (tecnica), poi si curano tempi e spazi in cuiquesti devono essere applicati (tattica).

    A tal riguardo, specifichiamo che la tattica collettiva suddivisibile in tre aspetti nellacostruzione del dispositivo difensivo secondo il modulo prescelto:

    q Tattica dei microreparti:ottimizzazione delle scelte comportamentali collaborative didue o pi componenti di un singolo reparto, che non ancora considerato dunque nellasua totalit.

    q Tattica dei reparti: ottimizzazione delle scelte comportamentali collaborative deisingoli reparti (prima, seconda e terza linea del sistema di gioco sono addestratedisgiuntamente).

    q Tattica di blocco:ottimizzazione delle scelte comportamentali collaborative di duereparti.

    Quindi, si dovr integrare la linea difensiva a quella mediana, e per quanto riguarda ilpressing alto, si dovranno analizzare le collaborazioni fra attaccanti (prima linea del

    pressing) e centrocampisti.

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    q Tattica di squadra:si uniscono tutti e tre i reparti, curando i movimenti e le scelte ditutti e 11 i componenti.

    Singolo difendente e microreparti.

    Lobiettivo di curare al meglio il comportamento del singolo difendente (a prescinderedalla posizione occupata in campo) sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vistatattico.

    Particolare attenzione occorre rivolgere, a questo livello, alla cura della postura edellorientamento corporeo (in funzione di vedere palla e avversario) e delle modalit dipercezione visiva (occorre massimizzare la raccolta dei dati da parte del singolo individuo,inoltre vanno create strategie dorientamento che indichino al giocatore com posizionatoin confronto alla porta da difendere).

    Poi, si dovr lavorare sui microreparti della seconda e terza linea del 4-4-2: coppie e ternedi giocatori (ad esempio la coppia dei centrali difensivi o la terna centrali difensivi-terzino)

    devono essere addestrate a risolvere congiuntamente tutte le situazioni che potrannoaffrontare in gara.

    Lavorare per microreparti non serve solo a costruire analiticamente il singolo reparto, ma utile a fornire ai giocatori le chiavi per affrontare situazioni reali del match in cui lasquadra maldisposta, e quindi una o pi linee sono costrette ad agire senza la presenzadi tutti i componenti (ad esempio 2>3 difensivo su ripartenza rivale).

    Progressione esercitazioni:

    1>1

    2>1

    (tecnica e tattica dei raddoppi)1>2

    2>2

    2>3

    3>3

    3>4

    Reparto difensivo

    Il reparto difensivo va addestrato dai seguenti punti di vista:o Movimenti orizzontali e scalate con chiusura del difensore sullavversario di zona in

    possesso di palla (diagonali e piramidi difensive).

    o Movimenti verticali (elastico e fuorigioco).

    o Scalate da effettuare nel caso un difensore sia superato dallavversario diretto indribbling.

    o Eventuali raddoppi di reparto, da attuarsi nelle situazioni che li rendono necessari oconvenienti.

    o Risoluzioni di tutte le situazioni standard che la retroguardia pu affrontare (vari

    movimenti e giocate da parte del rivale), senza avvalersi della protezione dei mediani.

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    o Disposizione in area in occasione di cross.

    o Comportamenti da tenere in occasione di transizioni negative e positive.

    o Interscambio della marcatura situazionale dellavversario che si muove orizzontalmente

    sotto la linea.o Gestione individuale della marcatura da parte dellavversario che si smarca incontro o

    in profondit.

    I difensori vanno quindi addestrati nella risoluzione di situazioni di pressing difensivo in cuisono chiamati direttamente in causa, senza lapporto dei mediani.

    Progressione esercitazioni:

    4>0utilizzo di punti di riferimento fissi (paletti, palloni, cinesini, birilli) (figura 11)

    4>1

    4>4

    4>8

    4+1>6

    4+2>6

    4+2>8

    Fig.11Fig.11

    M

    Nelle ultime tre esercitazioni si agisce sul comportamento della linea difensiva simulandola presenza di uno o due giocatori posti in qualit di scudi difensivi, i quali consentono aidue centrali di non uscire a pressione, creando altres situazioni di palla coperta o scopertada leggere accuratamente (situazioni tipiche delle transizioni negative).

    Reparto mediano

    Le competenze da allenare nel reparto mediano sono le seguenti:

    o

    Movimenti orizzontali (diagonali e piramidi di centrocampo).

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    o Movimenti verticali: accorciamenti in avanti e indietro a seconda della situazione.

    o Scalate da effettuare nel caso di superamento di un componente evitando che debbaintervenire un difensore.

    o Protezione della zona neutra davanti alla difesa.o Interscambi di marcatura (ricordare che per il reparto di centrocampo deve avere una

    maggior propensione a concentrarsi sulla zona piuttosto che sulluomo).

    o Addestramento alla scelta fra pressing, pressione, copertura totale degli spazi e aicomportamenti da tenere nei vari casi.

    o Eventuali raddoppi di reparto e situazioni in cui sono attuabili.

    o Risoluzioni di tutte le situazioni tipiche che si possono incontrare.

    In generale, i mediani vanno addestrati al filtro da garantire a favore dei difensori (equindi rispettando il principio di giostrare costantemente sotto la linea della palla), creandosia opposizione al giocatore con palla che a quelli senza palla che cercano di ricevere nellospazio neutro tra le due linee.

    I centrocampisti vanno chiaramente avviati a tempi e modi del pressing offensivo, con lerelative forzature.

    E importante sottolineare che per i mediani occorre prevedere esercitazioni in cuilobiettivo sia la difesa di una linea posta una decina di metri alle loro spalle e non di unaporta: la linea rappresenta, infatti, il reparto difensivo, il cui intervento diretto sulla palladeve essere scongiurato il pi possibile.

    La progressione indicativa delle esercitazioni per la seconda linea la seguente:

    4>0utilizzo di punti di riferimento fissi (paletti, palloni, cinesini, birilli)

    4>1

    4>4

    4>5

    4>6

    Attaccanti

    Gli obiettivi ricercati nelladdestramento degli attaccanti al lavoro difensivo sono:o Azione di disturbo nei confronti dei difensori rivali.

    o Copertura degli spazi a sussidio dei mediani.

    o Abilit nellindirizzare direttamente o indirettamente i difensori a giocare lateralmente.

    o Raddoppi di marcatura e ripiegamenti (accorciando indietro) in aiuto ai centrocampisti.

    o Oscuramento delle principali traiettorie di passaggio da parte dei rivali, soprattuttoquando sono i compagni della seconda linea a essere impegnati nel pressing.

    Quindi, chiaro che gli attaccanti devono essere avviati alle tematiche di pressingultraoffensivo, dei quali sono i principali protagonisti.

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    In particolare, la successione delle esercitazioni deve prevedere i seguenti passaggi:

    2>2

    2>3

    2>4

    Esercitazioni specifiche finalizzate allo studio di tecnica e tattica deiraddoppi di marcatura e copertura delle traiettorie

    Blocco difesa-centrocampo

    Una volta che si sono analizzati i singoli reparti, li si cominciano ad unire, iniziando alavorare sullimportante blocco difesa-centrocampo.

    Lorganizzazione del blocco difesa-centrocampo deve vertere sulle tematiche aseguire:

    o Corretto scaglionamento fra le due linee, che devono disporsi sfalsate in modo dacreare diversi triangoli di copertura fra i rispettivi componenti.

    o Comportamento della linea difensiva quando i mediani sono impegnati in pressione epressing.

    o Comportamento dei mediani quando i difensori sono costretti ad essere chiamati incausa direttamente (cura soprattutto di modalit desecuzione dei raddoppi dimarcatura in arretramento).

    o Interscambi di marcatura di avversari che si muovono in verticale da un reparto ad unaltro.

    o

    Scalate dintegrazione fra i due reparti (ad esempio lo scivolamento alle spalle delterzino sul lato debole da parte dellesterno di centrocampo in occasione di cross dalfondo o di scalata collettiva dadattamento in caso di inferiorit numerica).

    o Eventuali raddoppi in avanzamento dei terzini a favore degli esterni di centrocampo.

    o Scelta fra atteggiamenti di pressing offensivo, pressione, copertura collettiva deglispazi e tempistica nel passaggio fra questi (accorciamenti in avanti o indietro).

    o Cura delle forzature nellesecuzione del pressing offensivo.

    o Lettura collettiva dello stato della palla (coperta/scoperta).

    o Comportamento ottimale da tenere in occasione di transizione negative in cui non si

    pu avvalere della partecipazione difensiva delle punte.Lorganizzazione del pressing offensivo e difensivo deve ora raggiungere alti livelli diapprofondimento.

    Di seguito esposta la successione delle esercitazioni rivolte al blocco difesa-centrocampo:

    8>5

    8>6

    8>7

    8>8

    8>10

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    Blocco centrocampo-attacco

    Il blocco centrocampo-attacco va allenato con i seguenti scopi:

    o Comportamento dei mediani in supporto delle punte (chiusura delle possibilit di

    disimpegno ai difensori messi sotto pressione).o Comportamento delle punte in aiuto dei mediani (raddoppi a ritroso e oscuramento

    traiettorie di passaggio).

    o Scalate dintegrazione fra i due reparti (ad esempio la scalata in avanzamento delmediano esterno ai lati delle punte nel partecipare al pressing alto).

    o Scelta fra comportamenti di pressing (attenzione soprattutto alle fasi dattesa e diaggressione, con le relative forzature) e di copertura degli spazi (con le punte chechiudono le traiettorie verticali di passaggio agli avversari posti nelle zone dicompetenza dei centrocampisti).

    Lavorare sul blocco centrocampo-attacco importante nella progressione didatticaspecifica del pressing ultraoffensivo, in cui, dopo aver analizzato loperato delle punte,si aggiungono i mediani a loro sostegno.

    Le esercitazioni per il blocco centrocampo-attacco dovranno prevedere la seguenteprogressione:

    4>4

    4>6

    4>8

    6>6

    6>8

    Collettivo

    Punto darrivo di tutta la sequenza dinsegnamento la presa in considerazione dellinterasquadra, sommando i tre reparti.

    Si giunge quindi ad esercitazioni globali che simulano situazioni reali di gioco.

    In particolare gli obiettivi ricercati sono i seguenti:

    o Comportamento di difensori e mediani a sostegno delle punte impegnate in pressingalto.

    o Comportamento di difensori e punte in collaborazione ai mediani impegnati nelpressing nel settore centrale del terreno di gioco.

    o Azione daiuto di mediani e punte a favore dei difensori, quando questi sono obbligatiad intervenire direttamente uscendo a pressione.

    o Scelta di tempo nellaccorciamento in avanti nellesecuzione del pressing nelle variealtezze di campo.

    o Tecniche di copertura collettive degli spazi da attuare sino a quando non possibilescalare per tenere comportamenti di pressing e pressione.

    o Atteggiamento ottimale in situazioni di transizione negativa, dove bisogna leggereunivocamente la situazione ed assumere decisioni comuni.

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    Comunque, anche nei confronti di giocatori dotati di abilit ormai fortementesolidificate, bene altres ripassare con frequenza anche le tematiche difensiveelementari, anche perch nel calcio c sempre da migliorare ed imparare perchiunque opera al suo interno.

    E chiaro che nel corso della singola seduta, bisogna dedicare una maggiore o minorpercentuale di tempo della parte tecnico-tattica alla fase difensiva, in base alle lacuneevidenziate dai giocatori nelle due fasi, rispettando lobiettivo di fondo che questedevono essere equilibrate, ossia la squadra deve saperle attuare entrambe secondo lostesso grado di abilit.

    La parte tecnico-tattica difensiva della singola seduta va preparata miscelandorazionalmente i vari mezzi dallenamento (esercitazioni globali, analitiche, giochi atemi e liberi ecc) secondo gli obiettivi primari e secondari ricercati.

    Si ricorda che tutto il lavoro del tecnico, in sede di allenamento deve vertere

    sullosservare, valutare ed intervenire, correggendo ci che non va e consolidando ciche funziona.

    Per quanto concerne infine la preparazione pratica della partita dal punto di vista dellatrasmissione della strategia difensiva studiata per affrontare al meglio il rivale diturno, importante operare al fine di non creare dubbi ai giocatori e di non inciderenegativamente sugli automatismi e le certezze consolidate.

    Infatti, il piano difensivo deve essere preparato in modo da non snaturare la filosofia ei meccanismi fatti propri dal gruppo, bens in maniera da agevolare i giocatori nelleelaborazioni che dovranno effettuare al fine di giungere a decisioni razionali nel corsodella gara.

    Per cui, durante le sedute settimanali vanno soprattutto proposte esercitazioni simili alcontesto di gara, dove si forniscono ai giocatori le chiavi utili a risolverecollettivamente e individualmente le situazioni tattiche che con pi assiduit dovrannoaffrontare in partita.

    E quindi importante schierare gli attaccanti-allenatori secondo la disposizione delprossimo avversario, cos come selezionare per leventuale amichevoleinfrasettimanale una squadra di livello minore, disposta secondo il sistema di giocoche adotter il prossimo rivale stesso.

    Come sempre, importante rendere la squadra consapevole delle caratteristiche del

    rivale e della strategia preparata per affrontarlo al meglio, attraverso oculatespiegazioni verbali e tramite visione di videocassette.

    Solo dopo aver informato i giocatori circa le direzioni in cui si vuole operare, siproporranno effettive attivit dallenamento sul campo.

    La seduta di rifinitura precedente il giorno del match quella in cui bisognaconcentrarsi sullottimizzazione pratica del comportamento da tenere in gara, maanche nei giorni precedenti importante preparare la squadra dal punto di vistamentale e tattico al contesto che andranno ad affrontare.

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    Organizzazione comunicativa, preparazione atletica, capacit

    coordinative e mentalizzazione del gruppo.

    Lorganizzazione comunicativa da parte della squadra durante la fase difensiva(componente socio-relazionale) importantissima.

    Occorre innanzi tutto tener conto dei tipi di comunicazione tattica che pu instaurarsiin campo fra i difendenti:

    q Verbale: indicazioni, aiuti, consigli e ordini che mediante luso della voce idifendenti si scambiano durante le azioni.

    Il principio di base che i giocatori posti in modo da vedere pi campo deicompagni (come il portiere o lultimo uomo della diagonale difensiva su pallalaterale) sono incaricati di informare e guidare i compagni circa le caratteristichedel contesto e il da farsi per padroneggiarlo.

    q Non verbale: segnali visivi e motori che i giocatori devono utilizzare al fine diuniformarsi alla stessa condotta tattica.

    Un esempio di segnale visivo pu essere il braccio alzato del leader dellaretroguardia, stante a richiamare i compagni alla risalita nelleffettuazionedellelastico.

    I segnali motori rappresentano le scelte comportamentali dei giocatori chiave inuna data situazione: ad esempio le punte, nellalzarsi per muovere pressione suidifensori rivali, trasmettono il chiaro messaggio ai compagni di voler dare vita aduna manovra di pressing ultraoffensivo, chiamandoli dunque allaccorciamento in

    avanti.Segnali verbali e non verbali e la loro miscelazione devono essere regolamentati edorganizzati preventivamente con meticolosit dal tecnico, in quanto un perfettoapparato comunicativo in campo agevola la collaborazione fra i difendenti, nonch lapossibilit di leggere ed interpretare univocamente le situazioni di gioco, assumendodecisioni tattiche condivise.

    Punto importante dal punto di vista difensivo il delineamento delle leadership, ossiastabilire quali giocatori devono far da punto di riferimento per i compagni nella presadi decisioni in campo (si intendono quindi i leader tattici sul campo, che possonoanche non coincidere con quelli di spogliatoio).

    Sicuramente ci dovr essere un leader del reparto difensivo e del reparto mediano,chiamati a guidare i compagni, oltre al portiere che notoriamente deve dirigere dadietro i compagni soprattutto informandoli su ci che essi hanno difficolt a notare.

    Affinch la rete comunicativa funzioni al meglio, elevando le qualit della fasedifensiva della squadra, non basta incentivare lo scambio di messaggi nel corso delleattivit daddestramento tecnico-tattico, ma bisogna proporre esercitazioni specificheincentrate sugli aspetti socio-relazionali delle situazioni di non possesso.

    Dal punto di vista atletico, importante che le esercitazioni ricalchino le condizionireali di gara, sviluppando le componenti prestative che sono necessarie a mettere inpratica la strategia difensiva voluta.

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    Le attivit devono essere studiate tenendo in forte considerazione le capacitcondizionali che esse stimolano, indirizzandole soprattutto sullincremento dellaresistenza organica e sulla capacit del fisico di tollerare ed eliminare lacido lattico.

    Anche il lavoro atletico a secco deve essere ovviamente pianificato e programmato sindal ciclo preparatorio tenendo fortemente conto dellimpostazione tattica a cui si mira(oltre alle caratteristiche individuali dei singoli elementi della squadra).

    Per quanto riguarda lo sviluppo della coordinazione spazio-temporale del singologiocatore, opportuno introdurre questo obiettivo nelle varie esercitazioni tecnico-tattiche, oltre a proporre attivit mirate e specifiche (soprattutto in ambito giovanile).

    La mentalizzazione del gruppo alla filosofia e alla mentalit ricercata per la fasedifensiva deve essere sempre portata avanti congiuntamente alle spiegazioni orali, allaproposizione delle attivit tecnico-tattiche e atletiche e ad od ogni altra fase del lavorodidattico.

    Si deve quindi contagiare la squadra e condividere con essa obiettivi e metodichedinsegnamento.

    Conclusione.

    Operando al meglio in tutte queste aree di intervento pratiche (tecnico-tattica,atletica, mentale, condizionale e socio-relazionale) avendo prima ben chiaro a livelloteorico quale fase difensiva si vuole applicare, si pu ottenere una squadra cherisolva collettivamente e alla perfezione ogni situazione che si pu verificare quando inpartita si trover senza il possesso della sfera, sempre considerando la correlazione

    che le due fasi hanno, attribuendo quindi vitale importanza alla fase di transizione.La qualit difensiva di una squadra poi da considerarsi come componente dellospettacolo che si pu generare in campo: undici giocatori che si muovonoarmonicamente e in maniera coordinata, proponendo soluzioni tattiche attive epropositive anche quando non controllano la sfera, , infatti, estremamente gradevolesia per gli addetti ai lavori che per i semplici spettatori.

    LU CA PREST IG IA COM O

    Au t o r e d el l i b r o St r a t e g i a e t a t t i ca d i g a r a

    Coa u t o r e d el l i b r o M odu l o 4 - 4 - 2

    Co a u t o r e d el l i b r o An a l i s i t a t t i c a Cham p i o n s L ea g u e 2 0 0 2 / 2 0 0 3