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grafiche editoriali lap®ess Classe IV Scuola Primaria “De Amicis” Galta di Vigonovo (Ve) Classe IV Scuola Primaria “De Amicis” Galta di Vigonovo (Ve) 1 13 o a Premio Concorso Internazionale di illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’oro” Riviera del Brenta 2008 edizione 1 13 o a Premio Concorso Internazionale di illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’oro” Riviera del Brenta 2008 edizione illustrazioni di Maria Cristina Marsili illustrazioni di Maria Cristina Marsili Un volo per la terra

Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

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Favola vincitrice dell'edizione 2008 del concorso per illustratori per bambini Scarpetta d'oro

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Page 1: Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

grafiche editoriali lap®ess

Classe IVScuola Primaria “De Amicis”Galta di Vigonovo (Ve)

Classe IVScuola Primaria “De Amicis”Galta di Vigonovo (Ve)

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Premio Concorso Internazionaledi illustrazione per l’infanzia“Scarpetta d’oro”Riviera del Brenta 2008

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Premio Concorso Internazionaledi illustrazione per l’infanzia“Scarpetta d’oro”Riviera del Brenta 2008

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Il piccolo Giovanni compie un viaggio

tra fantasia e realtà.

Grazie alle scarpe volanti visita

in lungo e largo l'Europa,

accompagnato dagli amici animali che

incontra sulla sua strada. Giovanni

conoscerà le loro storie e quelle

dei luoghi in cui essi vivono.

Sono storie che raccontano il rapporto

tra gli uomini e l'ambiente.

Al suo ritorno sarà più saggio e,

senza neanche rendersene conto,

avrà maturato una coscienza ecologica.

Il piccolo Giovanni compie un viaggio

tra fantasia e realtà.

Grazie alle scarpe volanti visita

in lungo e largo l'Europa,

accompagnato dagli amici animali che

incontra sulla sua strada. Giovanni

conoscerà le loro storie e quelle

dei luoghi in cui essi vivono.

Sono storie che raccontano il rapporto

tra gli uomini e l'ambiente.

Al suo ritorno sarà più saggio e,

senza neanche rendersene conto,

avrà maturato una coscienza ecologica.

Un voloper la terra

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Page 2: Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

grafiche editoriali lap®ess

Classe IVScuola Primaria “De Amicis”Galta di Vigonovo (Ve)

Vincitrice della edizione

del Premio Internazionale

d’illustrazione per l’infanzia

“Scarpetta d’oro” Riviera del Brenta

13

2008

a

illustrazioni diMaria Cristina Marsili

Un voloper la terra

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n quel periodo la Terra era tranquilla.

Tutti vivevano bene.

In un giorno del mese di agosto di un anno

che non si sa, in un immenso giardino

fiorito dove il sole brillava come diamante,

l'aria era profumata e frizzante e i fili

d'erba sembravano antenne color mentina,

qualcuno notò un enorme scaffale che

esponeva scarpe, riparato da un bellissimo

albero ricco di albicocche mature.

Quel ragazzo era Giovanni e le scarpe

esposte erano magiche.

C'erano sandali, scarponi, stivali, decolté,

IIscarponcini, ciabatte, infradito, ballerine,

zoccoli, espadrilles e anche pantofole.

Giovanni si grattò la testa e cominciò a

guardare tutte quelle scarpe di mille forme

e colori. C'era anche un cartello che diceva:

"Scarpe volanti per passanti che dall'alto

vogliono visitare l'Europa. Ci son le scarpe

da sotterranei per i più pigri e i più anziani

che vogliono andare e poi, magari, provare

a volare”.

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Commessi in tuta blu avevano il loro

daffare a distribuire scarpe a viandanti di

ogni età, nazione, ceto sociale.

Giovanni guardò curioso la fila degli

acquirenti e si mise in coda. Osservava

coloro che chiedevano le scarpe: quasi tutti

avevano una valigia e indossavano abiti

adeguati alla richiesta.

Chi chiedeva di andare verso i Paesi più

caldi portava pantaloncini, magliette

leggere e occhiali da sole; chi richiedeva

d'andare verso Nord era avvolto da

cappotto, sciarpa e berretto.

Giovanni non aveva valigia ma voleva

viaggiare, e siccome indossava un leggero

maglioncino e jeans pensò che sarebbe

potuto andare dove voleva.

"Per prima cosa", si disse "voglio vedere i

sotterranei!".

Il commesso gli consegnò un paio di

scarponi da montagna.

Per camminare non doveva stringere i

lacci.

Come li indossò, sentì che il passo si faceva

leggero, veloce.

Si avviò con curiosità verso l'insegna

"Europa buia". Era l'entrata del

sotterraneo che portava a un sistema di

metropolitane e treni veloci che l'avrebbero

condotto dove lui aveva richiesto: i monti

del Caucaso.

Uscì all'aria aperta e si trovò sopra un

ghiacciaio. Tutt'intorno si ergevano monti

innevati. Giovanni respirò una boccata

d'aria fresca, pulita e Ivan, un magnifico

falco appollaiato sullo sperone di una

roccia, da dietro lo chiamò:

“Vieni Giovanni! Vedi, questi ghiacciai una

volta erano molto più estesi di così: il clima

in questi ultimi anni si è modificato a causa

dell'effetto serra e i ghiacciai si stanno

sciogliendo. Ti farò vedere le sorgenti

d'acqua pura che ci sono qui. Allacciati

strette le scarpe e vola con me".

Giovanni non esitò. Sì allacciò le scarpe e si

librò leggero nell'aria vicino ad Ivan che lo

sfiorava con l'ala.

Sotto di loro scorrevano torrenti di

un'acqua così pura che sembrava

d'argento, così trasparente che si

intravedevano sassi, erbe e pesci sul fondo.

"Vedi Giovanni, tutta l'acqua dovrebbe

essere così pulita, trasparente, buona. Ma

gli uomini la inquinano. Farai qualcosa per

i ghiacciai e per l'acqua?”.

"Sì, Ivan" promise Giovanni incantato, "ma

ora sento freddo e devo andare. Ciao e

grazie!”.

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Page 6: Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

Ivan virò e scomparve nel blu. Giovanni

continuò il volo e scese sulle rive dei mar

Egeo. Slacciò le scarpe per camminare un

po' e quelle si trasformarono in ciabatte.

La sabbia era gialla e morbida. Un

granchio di nome Costansis sbucò dalla

sabbia proprio sotto il piede e lo pizzicò.

"Ahi!".

"Scusa, ma sei tu che hai iniziato.

D'altronde io cerco aiuto e tu potresti essere

la persona giusta. La mia famiglia e molte

altre specie di animali marini sono in

pericolo".

“Perché? Cos'è successo?”.

Page 7: Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

Il granchio diventò ancora più rosso e, con

voce arrabbiata, spiegò:

“Il vostro petrolio è uscito da quella nave lì

e si è esteso a perdita d'occhio sopra le

nostre teste. Migliaia di pesci sono morti,

altri stanno agonizzando. Per non parlare

delle alghe che si stanno afflosciando e

degli uccelli che si tuffano per pescare e si

sporcano irrimediabilmente le ali. Aiutaci!".

Giovanni, amareggiato perché provava un

grande senso di colpa, cercò qualcosa da

dire. Alzò lo sguardo e vide il mare nero!

“Non so cosa fare!", disse.

Da dietro gli scogli, dal paese, arrivarono

schiere di ragazzi vocianti in tuta da lavoro,

con secchi, pale e altre attrezzature. Da

alcune i barche altri spingevano in acqua

lunghi e spessi serpentoni di spugna.

"Costansis, credo che quelle persone vi

aiuteranno. Io ora vado, ma non ti

scorderò".

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Giovanni infilò bene le ciabatte e si alzò in

volo. Le ciabatte si trasformarono in

espadrilles.

Nuvole nere, uccelli indaffarati, folate di

vento di scirocco lo disturbarono un po'

durante l'attraversata dei Mediterraneo,

ma infine atterrò in Andalusia, in Spagna.

Seduto su un masso si tolse le espadrilles

per pulirsi i piedi dai granelli di sabbia che

gli erano rimasti tra le dita, quando sentì

un verso:

"Cra, cra, cra". La rana Pedra, con i suoi

piccoli sul dorso, boccheggiava.

"Que calor ! Che sete! Non ce la faccio più!

Dov'è la charca che c'era qui il mese

scorso?”.

Giovanni restò esterrefatto: come potrebbe

esserci stato lì uno stagno, visto che tutto

era così deserto e arido? Forse Pedra aveva

sbagliato strada o forse l'ambiente stava

velocemente cambiando?

Pedra sembrò leggergli nella mente:

"Amigo" disse, “il deserto sta avanzando e

qui ogni giorno per qualcuno è la fine".

Questo era un problema troppo

complicato. Cosa avrebbe potuto fare

Giovanni per fermare la desertificazione?

Così fece una proposta:

“Infilati nella mia tasca, se vuoi, ti porterò

dove starai fresca".

Pedra non ci pensò due volte e, insieme ai

suoi piccoli, si nascose nella tasca un po'

stretta dei jeans dei ragazzo.

Giovanni alzò bene il calcagno di tela delle

espadrilles, controllò che la rana stesse

comoda, si diede un piccolo slancio e...

volò.

Direzione est-nord-est.

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In un batter d'occhio si trovò a sorvolare distese di campi della Pianura Padana e, siccome

era quasi estate, le macchie gialle imperavano.

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Decise di fermarsi lungo un fosso: pensava di trovare un posto adeguato dove lasciare Pedra.

Abbassando lo sguardo scoprì di avere ai piedi un bel paio di scarpe da ginnastica e se le

slacciò.

"Ti lascio qui. Mi sembra bello".

La rana uscì dalla tasca, osservò l'ambiente

e, con tutti i piccoli aggrappati, saltò nel

fosso.

"Bleah! Che schifo quest'acqua!

Sa di plastica, di metallo, di cacche, di

concime...

Cosa ci hanno versato?".

Page 11: Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

Giovanni non sapeva cosa pensare.

Uno stormo di gabbiani sorvolò la zona e

uno si abbassò a parlare con Giovanni:

"Hai portato ranette per cena? Bravo!".

A quelle parole le rane balzarono di nuovo

nella tasca dei ragazzo.

"Chi sei? Dove vai? ".

"Sono Cesare. Con i miei amici sto

andando a rovistare nella discarica".

Giovanni si girò, cercò con gli occhi e in

fondo vide la montagna di rifiuti colorati,

indefiniti.

"Vedi, Giovanni, qui la gente non ha ancora

capito che le immondizie, raccolte così,

deturpano il paesaggio, inquinano. Per noi

sono la manna dal cielo: tra bottiglie,

stracci, lattine, carte e borsette, troviamo

frutta, topi, lische, sughetti, pane raffermo

e varie verdurette. E ce li mangiamo.

Quando gli uomini incominceranno a

differenziare i rifiuti, forse ritorneremo a

pescare sardine, alici, polipi e calamari ora

sotterrati da un mare unto, pesante,

soffocante".

Cesare volò via. Giovanni si sbrigò ad

annodare le stringhe e volò a fianco dei

gabbiano. Quando il fetore diventò

insopportabile, si allontanò.

Page 12: Favola vincitrice - edizione 2008 "Un volo per la terra"

Volò pensieroso e arrivò velocemente in

Normandia, ai piedi di una strana

costruzione che sembrava un castello

deformato, spigoloso, grigio. Slacciò le

scarpe, si appoggiò sull'erba di un verde

quasi fosforescente e... ora ai piedi aveva

scarponcini bianchi asettici.

Magali gli ronzò ad un orecchio con

accento francese:

"Salut mon ami!"

"Chi sei? ".

"Non vedi? Sono un'ape e abito qui. Ti

piace questo posto?"

"Sì! Vorrei lasciare qui le mie rane".

"Pazzo! Cosa credi che sia questa

costruzione alle mie spalle? E' una centrale

nucleare che produce energia elettrica. In

Francia ce ne sono molte. Tutto bene, se

funzionano bene. Ma basta una distrazione,

un piccolo errore e... il pericolo è enorme.

Ti ricordi della strage di ernobyl, della

nube radioattiva?".

Ĉ“No, ero troppo piccolo quando è successo,

ma ti prometto che mi informerò e

cercherò di capire meglio come funzionano

queste centrali".

Mentre parlavano cominciò a piovere.

Pedra e i piccoli tirarono fuori la lingua e

catturarono goccioline minuscole e

dissetanti. Finalmente un po' d'acqua!

"Non esagerate con quest'acqua. Non si sa

mai. Tornate nella mia tasca", disse

Giovanni. E rivolto all'ape aggiunse:

"Mi dispiace fino all'osso, ma restare più

non posso!".

Si allacciò stretti gli scarponcini e si alzò in

volo.

La pioggia lo sferzava. Faceva sempre più

freddo. La pioggia diventò nevischio, poi

una bufera di neve.

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Fortunatamente gli scarponcini

diventarono begli stivali impellicciati,

altrimenti i poveri piedi di Giovanni si

sarebbero congelati.

Che bello il paesaggio imbiancato che

vedeva ora Giovanni!

Le punte degli alberi sbucavano come

occhi nella distesa di ghiaccio.

Vide una radura nella vecchia foresta che

stava sorvolando.

Sciolse i lacci degli stivali e atterrò.

Si sedette su un ceppo tagliato di fresco che

profumava di resina.

Era in Norvegia.

"Qui sì, mi piace! Lasciami correre via!",

disse Pedra che spiava dalla tasca.

Se ne andò saltellando, appesantita dal

carico dei suoi cuccioli. In un attimo

Giovanni la perse di vista.

Ingrid, la lupa, sbucò da dietro un albero

ma Giovanni non si spaventò.

Ormai era abituato a parlare con gli

animali più strani.

Con voce malinconica Ingrid parlò:

“Questa foresta era enorme.

Alberi secolari arrivavano fino al cielo, ma

le esigenze dell'uomo che vuole sempre più

legname per fare mobili, barche, case,

carta, combustibile, hanno ridimensionato

notevolmente questo ambiente. Per fortuna

alcuni alberi vengono risparmiati e molti

altri vengono piantati. Ci vorranno molti

anni perchè diventino alti, imponenti, ma

almeno l'ambiente e l'ecosistema si

salveranno".

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Giovanni si sentiva strano: nel suo viaggio

aveva visto tanti disastri combinati

dall'uomo. “Ingrid, io studierò, diventerò

biologo, fonderò un'associazione che si

preoccupi di difendere le risorse della

Terra, sarò un cittadino attento. Ai miei figli

spiegherò che la Terra è bella

e bisogna rispettarla differenziando i rifiuti

per riciclarli,

evitando gli sprechi, vivendo con modestia.

Te lo prometto!".

Qualcosa gli cadde in testa, gli colò

sull'orecchio e Giovanni aprì gli occhi.

Era sdraiato sotto l'albicocco e un frutto

maturo gli aveva sporcato i capelli e il

maglione.

Cos'era successo? Dov'era stato?

Lui, quel posto lo conosceva già... Ma

dov'era lo scaffale delle scarpe magiche?

Si chiese se avesse solo sognato o se avesse

veramente vissuto tutte quelle avventure

sorvolando l'Europa con calzature volanti.

Si alzò e guardò dietro l'albero.

Sullo sfondo non c'era che una vecchia

casa.

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CON IL PATROCINIO DI

GRAZIE A

CON IL CONTRIBUTO DEI COMUNI DI

IN COLLABORAZIONE CON I COMUNI DI

APPRESENTANZA A ILANO DELLA OMMISSIONE UROPEAEGIONE ENETO

NIONCAMERE ENETOZIENDA DI ROMOZIONE URISTICA DI ENEZIA

EGIONE ENETOROVINCIA DI ADOVAROVINCIA DI ENEZIA

AMERA DI OMMERCIO DI ADOVAENEZI@OPPORTUNITÀ

SSOCIAZIONE AZIONALE ALZATURIFICI TALIANISSOCIAZIONE ALZATURIFICI IVIERA DEL RENTA

OLITECNICO ALZATURIERO

OLO, IRA, IGONOVO, IGONZA.

AMPAGNA UPIA, AMPOLONGO AGGIORE, AMPONOGARA, IESSO RTICO,OSSÒ, OVENTA ADOVANA, IANIGA, IOVE DI ACCO, ANT’ NGELO DI IOVE, TRA

IREZIONI IDATTICHE DEI OMUNI DERENTI

R M C ER V

U VAPT A P T V

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C C I.A.A. PV

ANCI A N C IA.C.Ri.B. A C R B

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C L C M C F D’AF N P P P S S A P S

D D C A

FIABA VINCITRICE DEL CONCORSO

PER GLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI ISPIRATA ALLA TAVOLA VINCITRICE DEL° CONCORSO INTERNAZIONALE DI ILLUSTRAZIONE PER L'INFANZIA “FIABE, SCARPE, PAROLE”

RIVIERA DEL BRENTA

© 2009 A.C.Ri.B SERVIZI S.R.L.via Mazzini, 2 - 30039 Stra (Ve) - Tel. 049.9801422 - Fax 049.9800503

[email protected]

Finito di stampare nel mese di Ottobre 2009 dalle

GRAFICHE EDITORIALI LA PRESS srlQuartiere dell’industria, seconda strada n. 3 - 30032 Fiesso d’Artico (Venezia)

“EUROPA IN CAMMINO”

“SCARPETTA D'ORO”

13

SI RINGRAZIA IL POLITECNICO CALZATURIERO PER LA COLLABORAZIONE E L'IMPEGNO

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Premio Concorso Internazionaledi illustrazione per l’infanzia“Scarpetta d’oro”Riviera del Brenta 2008

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Premio Concorso Internazionaledi illustrazione per l’infanzia“Scarpetta d’oro”Riviera del Brenta 2008

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illustrazioni di

Maria Cristina Marsiliillustrazioni di

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Il piccolo Giovanni compie un viaggio

tra fantasia e realtà.

Grazie alle scarpe volanti visita

in lungo e largo l'Europa,

accompagnato dagli amici animali che

incontra sulla sua strada. Giovanni

conoscerà le loro storie e quelle

dei luoghi in cui essi vivono.

Sono storie che raccontano il rapporto

tra gli uomini e l'ambiente.

Al suo ritorno sarà più saggio e,

senza neanche rendersene conto,

avrà maturato una coscienza ecologica.

Il piccolo Giovanni compie un viaggio

tra fantasia e realtà.

Grazie alle scarpe volanti visita

in lungo e largo l'Europa,

accompagnato dagli amici animali che

incontra sulla sua strada. Giovanni

conoscerà le loro storie e quelle

dei luoghi in cui essi vivono.

Sono storie che raccontano il rapporto

tra gli uomini e l'ambiente.

Al suo ritorno sarà più saggio e,

senza neanche rendersene conto,

avrà maturato una coscienza ecologica.

Un voloper la terra

Un

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