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FEDERAZIONE ITALIANA SCUOLE MATERNE RASSEGNA STAMPA 26 Aprile – 2 Maggio 2021

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FEDERAZIONE ITALIANA SCUOLE MATERNE

RASSEGNA STAMPA

26 Aprile – 2 Maggio 2021

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Asili nido, Italia avanti troppo piano«Più servizi per bambini e famiglie»Qualcosa, nell’ultimo periodo,è cambiato in Italia: in sei annil’offerta è cresciuta, da 22,5 po-sti a disposizione ogni 100 bam-bini con meno di 3 anni si è pas-sati a 25,5 ogni 100. Il problemaresta l’eterno divario Nord-Sud:i servizi non sono ancora diffu-si a livello territoriale in modoomogeneo, ci sono 18,5 puntidi divario, secondo le statisti-che, tra Centro-Nord e Mezzo-giorno nella copertura di nidi eservizi prima infanzia. Tra le 10città con più alta copertura, intesta c’è Bolzano, con 68,1 po-sti nido ogni 100 residenti 0-2anni. Bene l’Emilia-Romagna,che supera il target del 33%, eanche la Toscana, con 6 pro-vince oltre la stessa soglia. Asorpresa, la copertura nei ser-vizi della Sardegna è in lineacon le regioni settentrionali,mentre vanno molto male 8province in cui non si raggiun-ge nemmeno la quota di un po-sto nido ogni 10 bimbi residen-ti. Peggio di tutti fa Caltanisset-ta (6,2%). L’altra frattura è quel-la tra i maggiori centri urbanidove il servizio è più diffuso e iComuni delle aree interne, do-

ve la domanda è debole.Alleanze dal bassoLa cornice resta quella di un ter-ritorio che dovrà essere semprepiù protagonista, in cui tutti isoggetti saranno chiamati a la-vorare alla creazione di luoghidi prossimità. «Il Terzo settorecome sempre sarà in campo neiterritori difficili, per proporrepatti solidali a scuole e Comu-

ni, che vanno aiutati soprattut-to al Sud». La coincidenza trapochi nidi e poca occupazionefemminile è sempre più evi-dente, mentre il fantasma della"povertà educativa" ha rag-giunto punte impensabili finoa poco tempo fa. «Ci auguria-mo che l’investimento promes-so di 4,6 miliardi per l’Italia nonvenga toccato – sottolinea Ros-si Doria –. Abbiamo imparato

grazie ai 384progetti soste-nuti dal Fondoper il contrastodella povertà e-ducativa mino-rile che è di de-cisiva impor-tanza puntaresulle comunitàeducanti chegarantiscono diraggiungere tut-ti i bambini ebambine e dirafforzare an-che l’azione e-ducativa dei ge-nitori grazie ad"alleanze edu-cative" tra scuo-la, famiglie, pri-vato sociale, ci-vismo educati-vo e istituzionilocali».Strutture gratis:ma come?Perché il nododelle risorse ècosì strategico?Perché in gioco

ci sono non solo fondi europei,ma anche fondi regionali e i ti-mori che si ripeta lo schema deifinanziamenti a pioggia, so-stanzialmente inutili, ci sonotutti. Per arrivare a offrire nidigratis, come già accade in alcu-ni centri dell’Emilia Romagna,va rafforzato l’asse con i Comu-ni e deve farsi strada la logicadelle alleanze, opposta a quel-la delle decisioni dall’alto versoil basso. Sono necessarie, cioè,scelte amministrative di respi-ro che sappiano mettere al cen-tro le politiche per i minori e ledonne innanzitutto a livellomunicipale. Per quanto ri-guarda i fondi riservati ai ser-vizi per l’infanzia, e soprattut-to ai nidi, «si tenga a riferi-mento l’obiettivo di portare iservizi educativi da 0 a 3 annial 60% delle nascite, assicu-rando così che nel nostro Pae-se più di un bambino su dueabbia garantito alla nascita unservizio educativo» ha sottoli-neato ieri l’Anci. È un cambia-mento necessario, per evitareche quello sugli asili nido si tra-sformi nell’ennesimo capito-lo di un libro delle favole.

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IL RACCONTO

Veneto, la frontiera da difendere degli istituti parrocchiali

DIEGO MOTTA

iù posti per i bambini sot-to i 3 anni, più strutturesul territorio e più ugua-

glianza tra Nord e Sud. È un e-lenco di cose da fare molto im-pegnativo, quello che attende ilgoverno sulla questione asili ni-do. Un tema cruciale, ancor piùadesso che la pandemia ha fat-to emergere differenze storichelungo la penisola. Il problemanon riguarda solo l’offerta diservizi da parte delle comunità,ma sempre più coinvolgerà il la-to della domanda, con intere fa-miglie chiamate a scelte crucialiper il futuro dei figli. «Siamo inmezzo alla tempesta, ma dob-biamo guardare all’orizzonteche ci sta davanti mettendo so-prattutto le donne nelle condi-zioni di conciliare lavoro e cu-ra» spiega Marco Rossi Doria,presidente della FondazioneCon i Bambini, che ieri ha pre-sentato con Openpolis il rap-porto nazionale sugli asili nido.La fotografia del territorioMancano 100mila posti negli a-sili nido italiani per raggiunge-re l’obiettivo europeo del 33%.

P

FRANCESCO DAL MASVenezia

l prossimo settembre non riu-scirà ad aprire la scuola del-l’infanzia delle Suore Dorotee

di Venezia. All’inizio di quest’an-no scolastico ha chiuso "Il Clubdei Piccoli" di Pianiga, che acco-glieva un gran numero di bambi-ni disabili. Stefano Cecchin, pre-sidente della Fism del Veneto, èpreoccupato. «In regione dismet-tono l’accoglienza circa 10 parita-rie l’anno, sia per mancanza dibambini, ma soprattutto perchéle famiglie non riescono a pagarele rette. Il Pnrr fa bene ad investi-re in nuovi asili nido, ma dovreb-be porsi anche il problema delpersonale, a sostegno di quellerealtà che non ce la fanno più». Piùdi 90mila i bambini che frequen-tano le paritarie dell’infanzia, inVeneto, che sono un migliaio; 350i "nidi", anch’essi paritari. I 7milacollaboratori sono a carico per il50% circa dei genitori, per l’al-

Itra metà delle parrocchie e del-la Regione e dello Stato, per icontributi che versano, peral-tro con il contagocce.«Saggia la spinta che il governo dàagli asilo nido, specie là dove man-cano, al Sud. E questo – osservaCecchin – anche per accompa-gnare le mammeal lavoro. Ma ilproblema dellaconciliazione deitempi di vita e dilavoro ce l’abbia-mo anche quassùal Nord, dove in-vece non è cosìgrave il tema del-le strutture».Quindi secondo il presidente del-la Fism Veneto ci dovrebbe essereun ripensamento delle strategiedel Pnrr. «Si tratta o no di debitoche facciamo a carico dei nostri fi-gli e nipoti? Bene, mettiamoli al-meno nella condizione di cresce-re in qualità fin da piccini». Tantopiù, evidenzia don Mircko Dalla

Torre, parroco di Sernaglia dellaBattaglia, in provincia di Trevi-so, che la riapertura in pande-mia ha posto l’esigenza di au-mentare il personale proprioquando diminuivano i bimbi ele nostre parrocchie raschiava-no il fondo degli ultimi risparmi.

Parrocchie an-ch’esse in diffi-coltà – ammettedon Mirko, re-sponsabile diun’unità pastora-le – perché le of-ferte da più di unanno sono pesan-temente diminui-te. Nel vicino

Friuli Venezia Giulia l’assessore re-gionale Alessia Rosolen ha chie-sto alla Fism, incontrata nei gior-ni scorsi, di fare una proposta perla progettazione del Pnrr in que-sta parte dedicata agli asili. «Ab-biamo spiegato – riferisce il presi-dente della Fism, Bruno Forte –che il tema non è solo quello de-

gli 0-3 anni, quindi dei nidi, ma ilproblema è tanto più grave per leparitarie dell’infanzia, che in re-gione rappresentano il 43% del si-stema». La scuola materna dellaparrocchia la trovi nel più sper-duto borgo di montagna come incentro città a Udine, piuttosto chea Pordenone. «Sono scuole chehanno saputo rinnovarsi in questianni, anche col contributo dellaRegione, e che non stanno affattoregistrando una flessione – affer-ma Forte –. In tanti paesi rappre-sentano un motore di socialità;frenano lo spopolamento, trat-tengono le coppie giovani. Quin-di si pone l’urgenza di consoli-darle, anzitutto garantendo il per-sonale ed evitando che a pagare icosti in aumento siano le famiglie,attraverso le rette». Tanto più in u-na fase di ripartenza in cui il lavo-ro richiamerà i giovani, anche ledonne, ad un supplemento di pre-senza. E la conciliazione con itempi di vita non sarà scontata.

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C’è chi ha chiusoe chi resiste ai colpi

della pandemia.«Serve un sostegno,

anche per i costidel personale

educativo»

Il pianodel rilancio

FondazioneCon i Bambini

e Openpolis:mancano

100milaposti per

raggiungerel’obiettivo

del 33% fissatodall’Ue. Cresce

il divariotra il Nord

e il Mezzogiorno

IL RAPPORTO

5PRIMO PIANOMercoledì 28 aprile 2021

IL SEMINARIO ALL’ISTITUTO GIOVANNI PAOLO II

Bonetti: «Assegno unico,la prima parte da luglio»Paglia: «Aiuti alla famiglia»MASSIMO CALVI

assegno unico e universalepartirà a luglio, c’è l’impegnodel governo a mantenere la

scadenza. I dubbi sono legati al fatto cheintervenire a metà anno significa toccaretutta la parte delle detrazioni per i figli a ca-rico, e c’è il rischio di aggravi fiscali per lefamiglie, cosa che vogliamo evitare. Ma ifondi ci sono e l’erogazione ci sarà, e saràaggiuntiva rispetto a quanto è corrispostooggi». Lo ha detto la ministra della Famigliae delle pari opportunità Elena Bonetti in-tervenendo ieri a un seminario sulle poli-tiche familiari organizzato dal Pontificio I-stituto Teologico Giovanni Paolo II. Da unlato, dunque, la conferma che a luglio i ge-nitori riceveranno un assegno-figli, dall’al-tro la presa d’atto che sarà difficile vedere ilnuovo strumento di politica familiare de-buttare nella sua forma definitiva, a causadella complessità della riforma. Una solu-zione possibile, suggerita anche dalle asso-ciazioni familiari, è quella di lasciare inal-terate le detrazioni, erogando solo l’asse-gno a chi non lo percepisce, ovvero gli au-tonomi, integrando l’importo per gli inca-pienti e – l’auspicio – per i dipendenti conredditi medi che oggi ottengono assegnimodesti. Il convegno è stato introdotto damonsignor Vincenzo Paglia, presidente del-la Pontificia Accademia per la Vita, e GranCancelliere del Giovanni Paolo II, dove dadue anni è attiva la cattedra di Politica edeconomia delle istituzioni familiari, affida-ta a Matteo Rizzolli. La riforma dell’assegno u-nico, che precede il Family Act(i cui contenu-ti sono stati di fatto incorporati dal Pnrr), rap-presenta «un bel risultato, ma anche un attodovuto», ha detto monsignor Paglia, salutan-do con favore quel «sussulto di consapevo-lezza per promuovere la cultura della fami-glia» dopo anni in cui le politiche familiari so-no state declinate solo come politiche socia-li. «C’è bisogno di più famiglie e di più fami-glia – ha aggiunto Paglia –. Perché questo Pae-se si è avviato su un sentiero di denatalità mol-to preoccupante ed è solo attraverso famiglieche guardano più serenamente al futuro chela natalità può risollevarsi; perché la solitudi-ne è un’epidemia dilagante che colpisce ed uc-cide le persone e la famiglia è uno dei luoghiprediletti dove curare queste ferite; perché fa-miglie più solide hanno come conseguenzauna società più florida e resiliente».Rizzolli ha insistito sul valore dell’universalitàcome tratto distintivo delle politiche familia-ri, aspetto considerato solo parzialmente dal-l’assegno unico, che essendo vincolato alledichiarazioni Isee rischia di concederevantaggi minimi ai genitori con redditimedio-alti, rispetto ai single. «Saremo l’u-nico Paese in Europa che non avrà alcu-na detrazione fiscale e al tempo stesso as-segni familiari selettivi in base al reddito»,ha avvertito Rizzolli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ecco la situazione nei territori

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat

A BOLZANO QUASI 7 POSTI OGNI 10 BAMBINI RESIDENTII primi 10 capoluoghi per posti in asili nido e servizi prima infanziaogni 100 residenti 0-2 anni (2018)

BOLZANO

FERRARA

SIENA

FORLÌ

SASSARI

URBINO

PISA

PERUGIA

BIELLA

TRENTO0

68,10

58,40

56,30

55,70

55,30

55,30

50,50

49,40

49,30

48,80

1,3 milionii residenti di etàcompresa tra 0 e 2 anniin Italia nel 2020

100.000i posti che mancano a livello nazionale per raggiungere l’obiettivo europeo del 33%

10 su 10capoluoghi con menoposti in asili e serviziogni 100 bambini nel 2018 si trovano nel mezzogiorno

17,8posti ogni 100 bambini,in media, nei comuniperiferici e ultraperiferici

18,5i punti di divario tra centro-norde mezzogiorno nella copertura di nidi e servizi prima infanzia

25,5i posti in asili nido e servizi per la prima infanzia ogni 100bambini nel 2018

Tra Draghie Contestessa cifra:4,6 miliardi

Mario Draghi harespinto ieri le critichea un presunto tagliodei fondi per gli asili el’infanzia nel Pnrr. «IlPiano prevedeimportanti misure asostegno delle donnelavoratrici – ha dettoalla Camera –. Stanziaben 4,6 miliardi per gliasili-nido e le scuoled’infanzia. Uninvestimento cheporta a creare circa230mila nuovi postidestinati ai bambinipiù piccoli, e si trattadi una stimaprudenziale.L’ambizione delgoverno è raggiungeree superare gli obiettivieuropei a riguardo».La cifra in effetti èpresente a pagina 179del testo finale,all’interno della"Missione 4" del pianonazionale, quelladestinata a istruzionee ricerca. Di fatto sitratta esattamentedella stessa cifraprevista dal piano dimetà gennaiodell’esecutivo Conte IIche, stando alletabelle, prevedeva 3,6miliardi alla voce"Piano Asili-nido eservizi integrati" piùun altro miliardo per il"potenziamentoscuole dell’infanzia (3-6 anni) e sezioniprimavera". Il totale èlo stesso. A differire èla formulazione degliobiettivi e lasuddivisione tra lafascia 0-3 anni equella 3-6. Conte siprefiggeva diaumentare l’offerta diasili-nido e servizi perl’infanzia,distribuendola in"maniera equilibrata"sul territorionazionale, e disuperare, entro il 2026,l’obiettivo del 33% dicopertura fissato perla prima infanzia (dazero ai 3 anni), mentreoggi siamo al 25,5%,9,6 punti sotto lamedia europea (chequindi non verrebberaggiunta nemmenoarrivando al 33%).Peraltro l’intera"Missione 4" è stataaccresciutanell’importo generale,passando dai 28,5miliardi di Conte ai30,88 di Draghi. (E.Fat.)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Rossi Doria

Rossi Doria: metterele donne in condizionedi conciliare casae lavoro. Terzo settorein campo nei territoridifficili, per proporrepatti solidali ai Comuni,soprattutto al Sud

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L'Arena 30/04/2021

Edizione ARENA Pagina 27

«Non c'è il rimborso per le ex parrocchiali»

Ma non c'è il medesimo sostegno per le famiglie che hanno il figlio alla due materne comunali, la Giovanni XXIII e la Federico Garofoli? «Per le scuole materne pubbliche non ci sono rette mensili a carico delle famiglie», risponda l'assessore Debora Lerin. «A loro carico c'è solo il pagamento della mensa sui pasti consumati, quindi se i bambini non frequentano la scuola le famiglie non pagano per il servizio mensa (che non hanno ricevuto)». Altro discorso riguarda le materne paritarie ex parrocchiali che hanno incassato per intero la retta di marzo e dovrebbero provvedere al rimborso del servizio non fruito. «I regolamenti delle scuole paritarie non prevedono rimborsi di alcun genere in caso di emergenze che riducano la frequenza del servizio educativo»,dice ancora Lerin. «Devono comunque sostenere i costi del personale e di gestione delle strutture e la retta è calcolata su base annuale e non mensile. Le famiglie pagano per scelta la retta mensilmente ma qualche genitore preferisce il trimestre, il semestre o l'annuale. Le paritarie incassano per l'intero la retta e sono tutelate da regolamenti interni e dalla gestione Fism». R.G.

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Il Piccolo Faenza 30/04/2021

Edizione ILPICCOLO Pagina 5

Scuole Fism «Le materne siano gratuite»

Petizione online Si chiede l'applicazione della legge sulla parità scolastica Prima i bambini è questo il titolo dell'appello lanciato dalla Fism sulla piattaforma change.org. La richiesta: rendere gratuita la frequenza alle scuole materne paritarie no profit, applicando la legge sulla parità scolastica a 21 anni dalla sua emanazione. In appena tre giorni i sottoscrittori dell'appello sono stati oltre 86mila. La Fism è una presenza capillare all'interno del territorio nazionale: alla Federazione fanno riferimento 9mila realtà tra scuole materne, servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni). In tutto sono 450mila i bambini e le bambine iscritti alle scuole materne paritarie di ispirazione cristiana, e i dipendenti in tutto circa 40mila. Nel documento si chiede «a Governo, Parlamento, Regioni, enti locali un piano di investimenti strutturale, a fronte di una disparità nel sostegno economico». Il costo a carico dell'erario di un alunno della scuola materna statale è di circa 6mila euro all'anno, il contributo per le materne paritarie non supera i 500 euro a bambino, circa due euro al giorno, un divario che la Fism considera inaccettabile. «Chiediamo solo che si attui il dettato costituzionale e legislativo, affinché siano definitivamente eliminate le disparità di trattamento economico che le famiglie che usufruiscono delle scuole paritarie devono subire».

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18LAUDATO SI’ 20numero 5maggio 2021

Si ritorna bambini per aiutare i bambini. È la scelta positiva di alcuni giovani che hanno deci-so di fare la propria esperienza di Servizio Civile negli asili. E lo hanno con la Federazione italiana scuole materne che in tutta Italia raggruppa circa 9000 istituti di ispirazione cristiana. L’iniziati-va è partita da Bologna dove a scegliere questa esperienza sono stati 32 volontari. “L’esperienza fin qui maturata è stata sicuramente comples-sa anche a causa dell’emergenza sanitaria Co-

vid-19 – sottolinea il coordinatore della Fism Bologna, Davide Briccolani – ma gli aspetti po-sitivi sono certamente maggiori delle difficoltà riscontrate”. Due i progetti approvati: “Educati-vaMente facendo”, a cui partecipano 21 scuole della rete che coinvolgerà i giovani nelle attività del territorio bolognese e “Giovani EducAttivi”, (15 realtà) che permetterà di accogliere i vo-lontari che opereranno a supporto delle attività educative principalmente a livello provinciale e regionale. Un’iniziativa utile anche a tanti gio-

vani che vogliono conoscere una realtà “nuova” rispetto alle tante legate al Servizio civile: quella delle scuole paritarie, chiamate a pari doveri con le pubbliche, talvolta dimenticando i pari diritti. “Eppure siamo scuole che fanno servizio pub-blico, senza fini di lucro, per mezzo milione di bambini” ribadiscono dalla Fism, E proprio in questi giorni le scuole hanno deciso di richiama-re l’attenzione su questo tema con una petizione e con l’affissione di grandi manifesti davanti agli istituti. “Senza il sostegno economico di parroc-

chie e amministrazioni comunali, senza il contri-buto alla gestione da parte delle famiglie e senza il prezioso volontariato che le caratterizza, molte avrebbero già chiuso i battenti lasciando interi territori privi di un servizio fondamentale” spie-gano i promotori della petizione sottolineando che va superata questa “ingiustizia subita, resa ancor più insopportabile dall’esperienza della pandemia”. Una mobilitazione inedita in questo settore, così come la bella esperienza di questi tanti giovani volontari.

di Raffaele Iaria

MONDIALITÀ, CHIESA SENZA CONFINI

Debutta il Servizio civile nelle scuole materne paritarie cattoliche

Come annunciato nelle scorse settimane diverse parrocchie della Diocesi cambieranno nei pros-simi mesi la propria guida pastorale. Don Mi-chele Farina (nella foto) lascerà entro l’estate le comunità di Quiliano, Valleggia, Montagna, Roviasca e Bergeggi perché ha deciso di servire la Chiesa con un triennio di missione in Africa, affiliato alla Società missioni africane (SMA), e rimanendo incardinato nella nostra Diocesi. Il sacerdote, nato a Finale nel dicembre 1971, non è nuovo a questo tipo di esperienza avendo vissuto oltre sette anni a Cuba al servizio della Diocesi di Santa Clara, in particolare della co-munità di Santo Domingo, fino al 2017. Prende-rà il suo posto nelle parrocchie del Santissimo Salvatore a Valleggia, di san Lorenzo a Quilia-no, di san Michele Arcangelo a Montagna e dei santi Sebastiano e Rocco a Roviasca don Ales-sio Allori, 46 anni fra pochi giorni (è nato il 25

aprile 1975) mentre la comunità di san Martino a Bergeggi conoscerà in un secondo momento il nome della propria nuova guida pastorale. Al posto di don Allori, finora titolare della realtà dei santi Nazario e Celso a Varazze e ammini-stratore parrocchiale del Pero, dopo l’estate ar-riverà don Giuseppe Demeterca, quasi 45enne (23 aprile 1976) attualmente parroco della San-tissima Annunziata a Spotorno e di sant’Ingazio di Loyola a Tosse. Gli subentrerà don Danilo Grillo, 64 anni, che lascerà quindi l’Unità pa-storale di san Francesco da Paola e san Lorenzo nei quartieri savonesi di Villapiana e La Rusca. Qui arriverà invece come parroco don Riccardo Di Gennaro (59 anni), che concluderà il proprio ministero nella parrocchia cittadina di san Giu-seppe nell’Oltreletimbro. Il nome del suo suc-cessore sarà reso noto in seguito. Inoltre, dopo la recente scomparsa di don Silvio Delbuono,

assume pro tempore l’incarico di rettore del Duomo di N.S. Assunta il vescovo Calogero Marino, il quale ha inoltre nominato canoni-co della Cattedrale don Agostino Paganessi, 76 anni, già parroco in alcune realtà savonesi (Maria Ausiliatrice e san Filippo Neri) e di san Matteo a Luceto. Infine il vescovo Marino, do-vendo rinnovare il Consiglio di amministrazio-ne dell’Ente ecclesiastico “Santuario di N.S. di Misericordia”, facente parte della convenzione con le Opere sociali, nomina presidente don Giovanni Laiolo, rettore del Santuario e suo legale rappresentante, consiglieri ecclesiastici i sacerdoti Angelo Magnano, Camillo Podda e Marco Fossile e consiglieri laici Lorenzo Pran-do, Irma Ivaldi e l’architetto Claudio Berruti (designato dall’ente “Opere Sociali di N.S. di Misercordia”). Il Consiglio durerà in carica per tre anni.

NOMINE A Spotorno e Tosse arriva don Grillo e a Villapiana-La Rusca don Di Gennaro. Il Vescovo rettore pro tempore della Cattedrale

Don Farina, missione in AfricaLascia le quattro parrocchie del territorio quilianese a don Allori che viene sostituito a Varazze da don Demeterca

Il Letimbro ha incontrato Mar-co Romano presidente Unitalsi Savona-Varazze, che ha raccon-tato come l’associazione abbia vissuto e stia vivendo questo difficile periodo di pandemia, cercando di stare comunque vi-cino ai più fragili e agli anzia-ni. L’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali, è nata sì come progetto di viaggi, ma è soprattutto radicata sul terri-torio per essere presente come aiuto verso coloro che si tro-vano in difficoltà. “È stato un anno difficilissimo: abbiamo continuato con tutte le precau-zioni il trasporto disabili per ac-compagnarli alle visite aumen-tando il numero dei percorsi, oltre alla consegna della spesa e dei medicinali a casa – esordi-sce Romano – andare a trovare le persone sia nelle case, sia nelle strutture non era e, non è tuttora possibile, ci mantenia-

mo però in contatto telefonica-mente e portiamo loro ciò di cui necessitano. La vicinanza alle persone è importante e proprio in questo periodo cerchiamo di far sentire la nostra presenza agli anziani soli, ai malati, ai più fragili, anche una telefona-ta per gli auguri di compleanno significa molto per loro. L’an-no scorso durante il lockdown abbiamo creato quattro chat su whatsapp per fare un pellegri-naggio virtuale a Lourdes, con momenti di preghiera, filmati, racconti, immagini”.L’unico viaggio che Unitalsi è riuscita a organizzare a Lourdes è stato dopo l’estate scorsa, con l’ae-reo e tutte le precauzioni anti-covid, ma potendo trasportare poche persone e non i malati più gravi; inoltre i centri ospe-dalieri preposti erano chiusi e si è optato per l’alloggio in alber-go. L’Unitalsi deve affrontare molte spese, è una associazione

che si autofinanzia e per Na-tale, grazie al passaparola, ha consegnato a soci e sostenitori bottiglie di olio d’oliva: anche questo è un modo per incontra-re le persone. Per Pasqua, come nel 2020, sono state vendute o donate le uova di cioccola-to. “Abbiamo cercato di adat-tarci alla situazione e ora per le vaccinazioni, ci siamo resi disponibili ad aiutare sia per prenotare, sia per il trasporto mettendo a disposizione il no-stro pulmino, che dopo ogni viaggio viene adeguatamente sanificato e igienizzato da una ditta specializzata, per garantire la massima sicurezza – conclu-de Romano – vorrei ringraziare tutti i volontari e i collaborato-ri senza i quali non riuscirei a realizzare questi progetti: sono persone fantastiche e in questo momento di difficoltà sono stati fondamentali”.

Sonia Pedalino

ASSOCIAZIONI Il presidente della locale Unitalsi Marco Romano sul rinnovato impegno di questa realtà. E i pellegrinaggi? Virtuali!

Il virus ferma i viaggi, ma non la vicinanza a chi soffre

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Un pellegrinaggo “pre-Covid” a Lourdes del gruppo Savona-Varazze

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27/4/2021 Materne e nido, petizione affinché siano paritari e gratuiti - La Guida - La Guida

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Materne e nido, petizione affinché siano paritari egratuitiScuole e servizi all'infanzia, petizione nazionale lanciata dalla Fism in nome dellalibertà di scelta e della parità di trattamento, anche per il personaledi Elisabetta Lerda - Lunedì 26 aprile 2021

Cuneo – Viene portata avanti anche in Granda la petizione nazionale lanciata dalla Fism

(Federazione italiana scuole materne) per chiedere a istituzioni ed enti locali di

predisporre un piano d’investimenti strutturale e adeguato nella dotazione per supportare

i servizi educativi erogati a favore della popolazione �no a sei anni, senza più distinzione

tra istituti statali e paritari. Essi sono tutti facenti parte di un unico sistema nazionale di

istruzione, ma lo Stato riserva loro un di�erente sostegno economico. Una disparità di

trattamento – spiegano i promotori dell’iniziativa – non più tollerabile alla luce

dell’importanza del servizio pubblico reso da decenni alla collettività con standard di alta

qualità dalle paritarie e senza il quale interi territori resterebbero sguarniti di un presidio

essenziale e privi di prestazioni fondamentali per la prima infanzia e per le famiglie. La

mobilitazione nazionale, che coinvolge tutte le sedi Fism regionali e provinciali d’Italia,

Granda compresa, vede in questi giorni l’a�ssione di striscioni pubblicizzanti l’iniziativa

agli ingressi delle scuole e la �rma, da parte dei cittadini interessati, di una petizione on

line disponibile sul sito www.�sm.net. In provincia di Cuneo sono circa 4.500 i bambini

accolti nelle 81 scuole dell’infanzia paritarie, 12 delle quali dotate anche di sezione

Primavera; al loro interno lavorano 550 persone tra docenti, educatori, cuoche.

Servizio completo su La Guida di giovedì 22 aprile 2021

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•• «Le verifiche che abbia-mo operato sono state moltoapprofondite per rilevare si-tuazioni giuridicamente rile-vanti, che al momento nonsono emerse».

La dichiarazione del coman-dante della Finanza di Vero-na, Vittorio Francavilla, resaieri all’Ansa, sembra volersgomberare il campo da pos-sibili legami tra il piastrelli-sta brasiliano vincitore di tremilioni di euro con due bi-glietti da venti euro del maximiliardario e l’indagine incorso a Roma sulla fuga di no-

tizie, legate ai Gratta e Vincimilionari. E tutto ciò fa pro-pendere quindi per la tesi di-fensiva dell’avvocato Giovan-ni Chincarini: «Il mio assisti-to è stato solo molto fortuna-to», ribadisce, «e non ha com-messo il reato di riciclaggiocosì come viene ipotizzatodalla procura».

Il suo assistito, infatti, è ac-cusato di aver comprato i bi-glietti vincenti, attraverso ilreato di accesso abusivo al si-stema informatico di Lotto-matica. In base alle informa-zioni ricevute dai dipendentidella società concessionariadel Gratta e Vinci a Roma, ilquarantenne si sarebbe reca-to in due tabaccherie tra il

Modenese e Garda e avrebbeacquistato un pacchetto di bi-glietti, tra i quali c’erano idue milionari. Proprio perprevenire eventuali fughe didanaro poi irrecuperabili, ilpm Alberto Sergi ha chiestoe ottenuto il 20 aprile scorsodal gip Giuliana Franciosi ilsequestro preventivo di pocomeno di 2.400.000 euro, pa-ri alla vincita di 3 milioni de-tratto il 20 per cento delle im-poste

Il primo biglietto vincenteda un milione di euro è statoacquistato dal brasiliano trail 5 e il 13 gennaio scorsi inuna tabaccheria del Modene-se gestito da un cinese men-tre il secondo «Gratta e vin-

ci» da due milioni è stato riti-rato tra il 18 febbraio e 24 feb-braio in una tabaccheria diGarda.

Il brasiliano R.G.T.. 40 an-ni, residente nel Mantovano,sta vivendo queste ore conparticolare tensione. Si è vi-sto sequestrare la somma vin-ta, dai suoi conti da un mo-mentoall’altro. «Era al super-mercato e il suo bancomatnon ha più funzionato», rive-la il legale, «non ha neanchepotuto pagarsi la spesa».

Ora il quarantenne, sposa-to, una figlia, sta attendendol’esito dell’indagine e mantie-ne un profilo basso, chieden-do di mantenere il suo anoni-mato. Nell’inchiesta dellaprocura di Verona, è indaga-to anche un quarantasetten-ne di Caprino che ha accom-pagnato il brasiliano all’in-casso del secondo bigliettoda due milioni di euro, nellafiliale della Bpm di Peschieradel Garda.

E proprio lì si è proceduto

al sequestro di 2.311.971, inquanto quasi 90.000 euroerano già stati spesi dal pia-strellista brasiliano per ac-quisti di beni di prima neces-sità oltre che per una non me-glio specificata donazione di80.000 euro.

Il quarantenne prosegue lasua vita di tutti i giorni comese nulla fosse successo. Conti-nua il suo lavoro di piastrelli-sta, in attesa di decidere co-me impostare il futuro dellasua vita. •.

LamaternadiPozzo intitolataaMariaImmacolataFOTO PECORA

LAVAGNOTorna la preghieracantata nella chiesaparrocchiale di VagoCon il passaggio in zonagialla, ritorna questa sera lapreghiera cantata nella chiesaparrocchiale di Vago. Alle 20 ilmomento purificativo, poi sipassa a quellodell'invocazione dello Spiritosanto e si termina conl’adorazione eucaristica.Conclusione entro le 21.30per permettere il rispetto del«coprifuoco». G.C.

BREVI

SAN GIOVANNI LUP.La baita alpinadi via Monte Pastelloriapre dopo tre mesiDomenica prossima,finalmente, la baita alpina divia Monte Pastello riaprirà ibattenti dopo quasi tre mesi distop forzato a causa delledisposizioni per laprevenzione del Covid 19. Lofarà per due giorni allasettimana. Questo l’orario difunzionamento: alla domenicaapertura dalle 9 alle 12, alvenerdì sera 19-22. R.G.

•• Nuovo intervento dell'amministrazione comunaledi San Giovanni Lupatoto asostegno delle famiglie chehanno bimbi all'asilo nido co-munale o che hanno i figliche frequentano le scuole ma-terne paritarie. La giunta Ga-staldello ha deliberato di ri-durre la retta del mese dimarzo del 50 per cento siaper l’asilo nido Sabin di viaMonte Ortigara sia per lescuole dell’infanzia paritarie,che sono la scuola per l'infan-zia Maria Immacolata di Poz-zo, la Gesù Bambino di Ral-don, la Monsignor Ciccarellidel capoluogo e la scuola perl'infanzia Angeli Custodi diPalazzina.

In soldoni le famiglie che alnido pagavano la tariffa mas-sima di 524 euro troverannouno sconto di 262 euro, chipagava il minimo fissato in214 euro sarà chiamato a ver-sarne solo 107. Coloro chehanno il bimbo che frequen-ta una delle quattro materneex parrocchiali che servono il

territorio lupatotino avrà me-diamente uno sconto di 70euro (rispetto ai 140 delle ret-ta piena). Il costo dell'opera-zione per le casse comunalisarà di circa 8mila euro pergli alunni del nido e di circa25mila euro per le paritarie.

«L’emergenza sanitaria hapenalizzato anche quest’an-no, durante il mese di marzo,la frequenza scolastica dellebambine e dei bambini pres-so le strutture dedicate ai ser-vizi educativi dell’infanzia»,spiega Debora Lerin, assesso-re comunale all'istruzione.«Già lo scorso anno, in ugua-le frangente l’amministrazio-ne comunale si è prodigatacon numerose iniziative, persostenere le famiglie nel diffi-cile compito di conciliazionedei tempi di vita e di lavoronella gestione dei figli».

«Va peraltro detto che, nelperiodo di interruzione delservizio educativo, prima del-le vacanze pasquali, le educa-trici hanno comunque lavo-rato per poter dare continui-tà educativa anche a distan-za, con video chiamate gior-naliere e qualche percorso la-boratoriale online», aggiun-ge l'assessore. «Per questomotivo la giunta ha deciso diridurre la retta del mese dimarzo del 50 per cento, siaper l’asilo nido comunale cheper le scuole dell’infanzia pa-ritarie».

L'assessore spiega anche co-me si procederà per l'applica-zione del beneficio. «Per con-sentire l’iter amministrativocontabile e richiedere soltan-

to la differenza di retta perl’asilo nido, il pagamento ri-dotto verrà richiesto in occa-sione dell’invio della retta diaprile», precisa Lerin. «Perle scuole paritarie, in accor-do con i presidenti, si proce-derà con il conguaglio dellariduzione nell’ultima retta dimaggio».

L’amministrazione, acquisi-ta la documentazione neces-saria dalle scuole, procederàon la liquidazione delle ridu-zioni entro il termine dell’an-no educativo.

«Siamo intervenuti», com-menta ancora l'assessore Le-rin, «per sentirci vicini alleesigenze delle famiglie con ifigli in età scolare. Sappiamoche i piccoli hanno semprepiù bisogno di presenza e dicontinuitàeducativa e l’atten-zione che l’amministrazionerivolge loro è un investimen-to per il futuro. La riduzioneera necessaria, visti i maggio-ri costi che le famiglie hannodovuto sostenere per trovaresoluzioni alternative al servi-zio durante la chiusura».

«Conosciamo tutti le diffi-coltà determinate dalla chiu-sura dei servizi educativi», in-terviene il sindaco Attilio Ga-staldello. «La realizzazionedi attività online così come ilsupporto economico alle fa-miglie sono interventi forte-mente voluti dall’Ammini-strazione, per assicurare sem-pre la presenza del Comune,soprattutto in momento digrave difficoltà come quelloattuale». •.

«Non c’è il rimborsoper le ex parrocchiali»

Renzo Gastaldo

Giampaolo [email protected]

Ma non c'è il medesimosostegno per le famiglie chehanno il figlio alla duematerne comunali, laGiovanni XXIII e la FedericoGarofoli? «Per le scuolematerne pubbliche non cisono rette mensili a caricodelle famiglie», rispondal’assessore Debora Lerin. «Aloro carico c'è solo ilpagamento della mensa sui

pasti consumati, quindi se ibambini non frequentano lascuola le famiglie non paganoper il servizio mensa (che nonhanno ricevuto)». Altro discorsoriguarda le materne paritarie exparrocchiali che hannoincassato per intero la retta dimarzo e dovrebbero provvedereal rimborso del servizio nonfruito. «I regolamenti dellescuole paritarie non prevedono

rimborsi di alcun genere incaso di emergenze cheriducano la frequenza delservizio educativo»,diceancora Lerin. «Devonocomunque sostenere i costidel personale e di gestionedelle strutture e la retta ècalcolata su base annuale enon mensile. Le famigliepagano per scelta la rettamensilmente ma qualchegenitore preferisce iltrimestre, il semestre ol'annuale. Le paritarieincassano per l'intero la rettae sono tutelate daregolamenti interni e dallagestione Fism». R.G.

Arcole Dai volontari

Due tavoleluminosein donoai bambini

SAN GIOVANNI LUPATOTO Il costo dell'operazione per le casse comunali sarà di 8mila euro per i bimbi del nido e 25mila euro per le materne

Retta dell’asilo, taglio del 50 per centoIl contributo dell’amministrazione riguarda l’istitutodi via Ortigara, le scuole paritarie di Pozzo, Raldon,la Monsignor Ciccarelli e Angeli Custodi di Palazzina

Chi al nido pagava524 euro troveràuno sconto di 262,chi il minimo di214 euro, dovràversarne solo 107

Peschiera Non sono emersi contatti tra l’operaio e la Lottomatica

Gratta Vinci milionarioLa Finanza escludesoffiate dalla CapitaleE il legale dell’indagato insiste: «È stato fortunato»

GuardiadiFinanzadiVerona: imilitarinonhannoriscontratoanomalienelcasodeldoppio«colpo»algrattaevinci

L’ASSESSOREDEBORALERIN

•• I bambini dell’asilo nidoe della materna di Arcole han-no trovato ad accoglierli duetavoli luminosi alla scuoladell’infanzia San Giuseppe diArcole: una per i bimbi dellamaterna e l’altra per i piccolidell’asilo nido integrato «Ar-cobaleno» donati dall’asso-ciazione «Arcole per voi».

«È uno strumento multisen-soriale», spiegano i volontaridi Arcole per voi, che sonopresieduti da Daniela Rinal-di, «che consente ai bambinidi svolgere diverse attività,impiegando strumenti e ma-teriali diversi. Si presta adesempio molto bene alla ri-produzione di lettere e nume-ri, utili nel momento in cui ibimbi si approcciano al pre-grafismo».

Grazie alla trasparenza dellelavagne – tavolo luminose, ibimbi possono osservare gio-chi di luci ed ombre e posso-no provare a riprodurre ciòche viene rappresentato sullalavagna. «Questi strumentici consentiranno di svolgerenuove attività educative»,commentano le insegnantidella scuola dell’infanzia SanGiuseppe e nido Arcobaleno,“in modo da stimolare sem-pre più la creatività dei nostribambini». •. Z.M.

Unadelleduetavole luminose

L'ARENA Venerdì 30 Aprile 2021 27

PROVINCIA [email protected] / 045.9600.111

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La Voce di Mantova 28/04/2021

Edizione MANTOVA Pagina 10

Petizione online per eliminare le differenze tra scuole paritarie e statali

MANTOVA Anche le scuole paritarie dell'in fanzia di Mantova hanno aderito alla petizione online promossa dalla Federazione italiana delle scuole materne per chiedere al Governo, al Parlamento, alle Regioni e agli enti locali un piano di investimenti strutturali per il segmento da zero a sei anni destinato alle scuole dell'infanzia no profit. «Si tratta di una richiesta dettata in ragione del servizio pubblico reso da decenni con standard di alta qualità, a fronte di una disparità nel sostegno economico statale, che genera penalizzazioni non più accettabili per le famiglie e il personale», si legge nel testo della petizione. «Le pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco previste dalla legge 107 del 2015, esigono la piena utilizzazione di tutte le realtà educative statali, comunali, paritarie e accreditate e una parità di trattamento effettiva, anche sul piano economico», aggiungono i promotori della raccolta firme. La richiesta avanzata dunque è quella di una parità di costi a carico delle famiglie per quanto riguarda la frequenza dei figli alla scuola dell'infanzia e ai servizi educativi. «Si tratta di una misura necessaria come argine al decremento demografico, come sostegno alla genitorialità e alla parità di genere - continuano dalla Fism - nel quadro più ampio di un intervento per tutta la scuola italiana». La petizione "Prima i bambini gratuità e parità per l'infanzia" è pubblicata su change.org ha già superato 70.000 firme.

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Parola di Vita6 Giovedì 29 aprile 2021

Chiesa

La libertà di fede è violata in quasi un terzo dei Paesi del mondo (31,6%), dove vivono circa due terzi della popolazio-nemondiale; 62 Paesi suun totale di 196 registrano vio-lazioni molto gravi. Il numero di persone sfiora i 5,2 miliardi

«I due terzi della popolazione mondiale (67%) vivono in Paesi in cui le violazioni della libertà religiosa avvengono in una for-ma o nell’altra, e i cristiani sono il gruppo maggiormente perse-guitato. È una situazione che si è consolidata nel corso dei secoli, passando da una radice di in-tolleranza alla discriminazione, fino ad arrivare alla persecuzio-ne».La denuncia è contenuta nel-la XV edizione del Rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acn) sulla libertà religiosa nel mondo, diffuso nei giorni scorsi nelle 23 sedi della Fondazione di tutto il mondo. Il testo non limita il proprio esame alle vio-lazioni ai danni dei cristiani, e dei cattolici in particolare, ma abbraccia «le dinamiche perse-cutorie e discriminatorie» sof-ferte nell’ultimo biennio (ago-sto 2018 – novembre 2020) dai credenti di ogni religione.Dal Rapporto emerge un au-mento significativo della gravi-tà delle violazioni relative alle categorie della persecuzione e dell’oppressione: «La libertà religiosa è violata in 62 Paesi del mondo su un totale di 196 (31,6%), dove vivono circa due terzi della popolazione mon-diale. Il numero di persone che risiedono in questi Paesi sfiora, infatti, i 5,2 miliardi, poiché tra i peggiori trasgressori vi sono al-cune delle nazioni più popolose del mondo come Cina, India, Pa-kistan, Bangladesh e Nigeria».In 26 dei 62 Paesi la violazione

ha le forme di una vera e pro-pria persecuzione (categoria rossa), nei restanti 36 si parla di discriminazione (categoria arancione). Il Rapporto elenca ulteriori 24 Paesi posti “sotto osservazione” poiché nel bien-nio 2018-2020 sono emersi «nuovi elementi che destano preoccupazione come crimini di odio con un pregiudizio reli-gioso e atti di vandalismo». Tut-ti gli altri Paesi non sono clas-sificati nel Rapporto «ma ciò non significa che in tali nazioni il diritto alla libertà religiosa sia

pienamente rispettato». Pro-tagonisti di queste violazioni sono le reti jihadiste transna-zionali che si diffondono lungo l’Equatore e aspirano ad esse-re “califfati” transcontinentali, terroristi islamisti dotati di so-fisticate tecnologie digitali per reclutare, radicalizzare e sferra-re attacchi. Ma anche i governi autoritari e i gruppi fondamen-talisti che hanno intensificato la persecuzione religiosa come testimonia l’ascesa di movimen-

ti di nazionalismo religioso nei Paesi asiatici a maggioranza in-duista e buddista. Armi contro le minoranze religiose sono le violenze sessuali e crimini con-tro bambine, ragazze e donne, che vengono rapite, violentate e obbligate a cambiare la loro fede attraverso conversioni for-zate. Non mancano repressive tecnologie di sorveglianza che prendono sempre più di mira i gruppi di fedeli. L’abolizione dell’educazione religiosa nelle scuole, soprattutto in Occiden-

te, ha favorito la crescita della radicalizzazione e indebolito la comprensione interreligiosa tra i giovani. Lo stesso può dirsi per la cosiddetta “persecuzione educata”, termine che riflette l’ascesa di nuovi “diritti” o nor-me culturali che, come afferma papa Francesco, consegnano le religioni alla sfera privata del-la vita delle persone. Queste nuove norme culturali, sancite dalla legge, fanno sì che i diritti dell’individuo alla libertà di co-

scienza e di religione entrino in un profondo conflitto con l’ob-bligo giuridico di rispettare que-ste norme. Anche il Covid-19 ha avuto un forte impatto sulla libertà religiosa con «restrizio-ni sproporzionate sulla pratica religiosa e sul culto, negazione degli aiuti umanitari alle mino-ranze religiose, stigmatizzazio-ne dei gruppi religiosi accusati di diffondere il virus».

“La legge c’è ma chiede pari do-veri dimenticando i pari diritti. Eppure siamo scuole che fanno servizio pubblico per mezzo mi-lione di bambini”. Sono le scuole della Fism. La Federazione delle Scuole Materne di ispirazione cristiana che garantiscono, su tutto il territorio nazionale, una presenza capillare nella metà dei comuni con circa 40mila dipen-denti. Da una settimana la Fism ha lanciato una petizione dal titolo “Prima i bambini”, sulla piattaforma change.org. Nel mo-mento in cui scriviamo 105mila

le firme raccolte solo sulla piat-taforma, senza contare quelle raccolte nelle 8000 scuole che hanno anche affisso striscioni e cartelloni nelle aule, postan-do poi le fotografie sui social. Nel documento – petizione - si chiede “a Governo, Parlamento, Regioni, Enti locali un piano di investimenti strutturale e ade-guato nella dotazione che, anche nelle applicazioni del Piano na-zionale di ripresa e resilienza e di ogni altra dotazione ritenuta necessaria, sostenga il segmen-to 0-6 anni, in particolare per le scuole dell’infanzia no profit, in ragione del servizio pubblico reso da decenni con standard di alta qualità, a fronte di una di-

sparità nel sostegno economico statale che genera penalizza-zioni non più accettabili per le famiglie e il personale”. Il costo a carico dell’erario di un alun-no della scuola materna statale è di circa 6mila euro l’anno, il contributo per le materne pa-ritarie non supera i 500 euro a bambino, circa 2 euro al giorno. La stessa cosa che avviene per tutte le paritarie in Italia. Scuole che chiedono che la parità non stia solo nella legge ma si con-cretizzi in un sostegno da parte dello Stato. Sperano di conti-nuare a svolgere il loro servizio e di veder cancellate le disparità che colpiscono il loro persona-le - operante nell’unico sistema

voluto dalla Legge 62/2000 - e le famiglie che iscrivono i figli nelle loro scuole. Quelle dell’in-fanzia paritarie: in larghissima parte d’ispirazione cattolica, ma non solo. Una cosa è certa: “Senza il sostegno economico delle parrocchie e delle ammi-nistrazioni comunali, senza il contributo alla gestione da parte delle famiglie e senza il prezioso volontariato che le caratteriz-za, molte avrebbero già chiuso i battenti lasciando interi territori privi di un servizio fondamenta-le qual è la scuola dell’infanzia”, dicono ai vertici della Fism. E in questo tempo l’auspicio è quel-lo che Parlamento e istituzioni “giungano ad un intervento ri-

solutivo che, anche a vantaggio della ripresa demografica del Paese e nell’ambito delle appli-cazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenga i necessari investimenti nell’inte-ro segmento zero-sei senza più discriminazioni”. “Le realtà educative della FISM – spiegano - sono pronte ad essere una leva di investimento di grande valo-re sociale. e sarebbero in grado di raddoppiare la loro offerta di posti, se adeguatamente finan-ziate, contribuendo a consentire uno sviluppo dei servizi educa-tivi per i bambini in età zero-tre anni, di cui l’Italia è carente e garantendo il mantenimento del segmento tre- sei anni”.

FISM. Lanciata una petizione per garantire gratuità e parità scolasticaRomaRaffaele Iaria

Nell’ultimo annoregistrate anchediscriminazioni per le minoranze negli aiuti per la pande-mia da Covid-19

È quanto emerge dal Rapporto 2021 pubblicato dalla fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”

Libertà religiosasoffocata in 26 Paesi

Leggi il testo completo su www.paroladivita.org

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30/4/2021 Parità scolastica: mons. Toso (Faenza), "evidente la disparità di trattamento tra scuole statali e scuole paritarie" | AgenSIR

https://www.agensir.it/quotidiano/2021/4/29/parita-scolastica-mons-toso-faenza-evidente-la-disparita-di-trattamento-tra-scuole-statali-e-scuole-paritarie/ 1/1

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Argomenti SCUOLA PARITARIA Persone ed Enti MARIO TOSO Luoghi FAENZA

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LEGGE 62/2000

Parità scolastica: mons. Toso (Faenza), “evidente ladisparità di trattamento tra scuole statali e scuoleparitarie”29 aprile 2021 @ 18:45

(D.R.)

29 aprile 2021

“Condivido pienamente le richieste della Fism di una piena applicazione della legge sulla parità scolastica: è infatti evidente la disparità di trattamento trascuole statali e scuole paritarie e tutto questo va a discapito tanto dell’offerta formativa che offriamo alle nuove generazioni quanto della libertà della sceltaeducativa delle famiglie”. Il vescovo della diocesi di Faenza-Modigliana, mons. Mario Toso, rilancia la campagna nazionale della Federazione italiana scuolematerne – Fism per chiedere l’applicazione della legge 62/2000 sulla parità scolastica, a 21 anni dalla sua entrata in vigore. Attraverso la petizione online“Prima i bambini”, la Fism chiede di rendere gratuita la frequenza delle scuole materne paritarie no profit, applicando la legge sulla parità scolastica. Inpochi giorni l’appello nazionale lanciato sulla piattaforma change.org ha raccolto in tutto oltre 110 mila sottoscrittori. Come riporta la Fism, il costo a caricodell’erario di un alunno della scuola materna statale è di circa 6 mila euro all’anno, il contributo per le materne paritarie non supera i 500 euro a bambino,circa due euro al giorno. Un divario che la Fism considera inaccettabile. “Si tratta – conclude mons.Toso – di un diritto costituzionale che deve trovare pienaattuazione. Non dobbiamo lasciare la Fism sola nel rivendicare queste richieste giuste e legittime”.