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IL NUOVO MAGAZINE UN VIAGGIO SULLE ALI DEL VENTO ALLA SCOPERTA DI BELLE MECCANICHE, SAPORI E COLORI. UN SALTO IN SELLA ALL’ARTE DEL BIEN VIVRE... N° 0 - MAGGIO/GIUGNO 2012 EURO 5,00 FtW Feel The Wind M o t o r c y c l e Q u a li t y M a g a zi n e S p e c i a l B i k e , P a r t s & G o o d L i f e !

Feel The Wind

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Motorcycle magazine

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Page 1: Feel The Wind

IL NUOVO MAGAZINE

UN VIAGGIO SULLE ALI DEL VENTO

ALLA SCOPERTA DI BELLE MECCANICHE,

SAPORI E COLORI. UN SALTO IN SELLA

ALL’ARTE DEL BIEN VIVRE...

N° 0 - MAGGIO/GIUGNO 2012

EURO 5,00

FtWFeel The Wind M

otorcycle “Quality” Magazine Special Bike, Parts & Good Li

fe!

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EDITORIALE

Flirtare col vento. Lasciarsi trasportare liberi dove porta il cuore, assecondando la strada. Senza nessuna fretta, concedendosi le soste necessarie per fermarsi a scoprire luoghi, personaggi e sapori della nostra Penisola. Fermando gli attimi più belli estraendo la fotocamera dalle bisacce in cuoio. Avvolti dal comfort dei capi d’abbigliamento, più o meno tecnici. Ecco, tradotta in estrema sintesi è questa la filosofia di FTW. Un magazine

diverso dal solito pur affondando le radici nella tradizione. Attento all’immagine e alla qualità delle proposte. Capace di far sognare ma non troppo. ‘Che lungo la strada ci vogliono gli occhi ben aperti per non perdersi nulla delle bellezze che ci stanno intorno. Filippo “Phil” Bocca

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SOMMARIO6 - Shop&News

16 - On the road: Divagazioni anglosassoni

18 - Abbigliamento

20 - L’artista, Aldo Paris

26 - L’artigiano del cuoio, Frisco

30 - Coltelli custom, la parola a Sergio consoli

36 - Birre speciali, Trelawny e Samuel Adams

42 - Ritratto, Guido Prussia

56 - L’angolo del colore

58 - Style&fashion, un occhio al guardaroba

Special bike

12 - Sporty 883 R

48 - Scusate le spalle, Shovel classe 1984

64 - Drag Rocket, inglese da quarto di miglio

72 - Black Gold, by Grease Monkey

80 - Tutorial, come fotografre al chiuso

82 - Vetrina, consigli per gli acquisti

86 - Gusto, Osteria del Roggiolo

88 - Officina, Legend Bikers

90 - For sale

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COLOPHONE

EffeBiEdizioniArt director: Philippe la Bouche

Direttore responsabile: Filippo BoccaTesti: Phil Mouth

[email protected]: Filippo Bocca-EffeBiStudioRoberto Rapetti, ShutterstockStampa: www.gruppolitoservice.itDistribuzione: edicola e web

Per la vostra pubblicità: 350 5023210Progetto ideato nei contenuti

e realizzato nella grafica da:Filippo Bocca

FtWFeel The Wind

Motorcycle “Quality” Magazine Special Bike, P

arts &

Goo

d Li

fe!

FTW © aprile 2012

www.feelthewind.it

Page 6: Feel The Wind

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l

pieno per un design eleg

ante e

minimalista. Privo di elem

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Shop&news

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Page 8: Feel The Wind

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Spades” per un

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Ma il tipico

sound schiacciasassi del

trio verrà

riprodotto a velocità dim

ezzata per

enfatizzare lo slogan de

lla pubblicità:

“Slow down the pace”. L

emmy e soci

si adeguano, facendosi r

iprendere

in atteggiamento disteso

e rilassato…

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e rilassato…

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news 010

www.jokermachine.com

Billante azienda californiana, Joker Machine dedica particolari attenzioni ai ferri di carat-tere, come testimoniano gli accessori dedicati a Ducati, Harley e Triumph. Frecce, specchi, manopole, pedane, leveraggi... Nel loro nutrito catalogo non manca proprio nulla; nemmeno com-ponenti per le (vecchie) cafè racer dagli occhi a mandorla, come Honda CB 750, Yamaha XS 650, Kawasaki Z1 R... solo per citarne alcune. Nel cata-logo on-line, per gli amanti del genere, c’è anche una sezione rivolta agli amanti di motocross e spe-edway. Insomma, un salto dalle parti di La Verne è d’obbligo. Se non in aereo, quest’estate, almeno surfando sul web!

joker machine

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011

Le linee

semplici

degli

accessori,

quasi

hi-tech,

riescono a

fondersi

bene con

la sagoma

pulita e

retrò di un

rigido...

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a cura della redazionephoto EffeBiStudio

focus 012

Sportyscarichi Supertrapp, sella rifatta, parafango riverniciato e portatarga con fanalino a led ridisegnanoil retrotreno

O Sportster o niente! Il motto di Paolo è piutto-sto esplicativo e non lascia spazio a cattive interpre-tazioni. Appassionato come pochi del modelli small-block di casa Harley ha deciso di dare vita a un blog interamente dedicato a essi, chiamato duecilindri.blogspot.it. On-line dal 2009, all’attivo conta circa un migliiaio di argomenti, di varia natura, per fare felici tutti i possessori di Sportster, aspiranti tali o semplici curiosi. Nel suo garage tiene un XL883R

letteralmente bombordato, appagante dal punto di vosta estetico, estremamente curato nei dettagli, ma soprattutto performante e profondamente rivi-sto nella ciclistica e nella termica.

scheda tecnica Sportster xl883r my 2007 di paolo ghiringhelli alias duecilindri blog

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- scarichi Supertrapp megaphone 2 in 2;- filtro aria stage 1 Screamin’ Eagle con elemento kn;- rimappatura centralina con Screamin’ Eagle Super Tuner pro efi;- ammortizzatori posteriori Ohlins 36prclb a doppia regolazione (quelli del primo trofeo xr1200);- pinze freno Brembo 4 pistoncini provenienti da ducati 999r adattate con staffe fatte a mano;- dischi freno anteriori flottanti Discacciati con mozzetto nero;- tubo freno anteriore in treccia metallica Goodridge;- disco freno posteriore flottante Discacciati con mozzetto nero;- tubo freno posteriore in treccia metallica Goodridge;

013

Sporty or

la potenza è cresciuta,

l’interasse è rimasto lo stesso.

Che fare per controllare l’avanteno? La risposta

arriva da Daytona,

sotto forma di un

ammortizza-tore di sterzo

laterale

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focus 014

- radiatore esterno raffreddamento olio Premium Harley-Davidson;- molle anteriori forcella Progressive Suspension;- sella monoposto risagomata e rivestita con materiale antiscivolo;- frecce anteriori mini integrate nel cupolino;- frecce posteriori kellerman;- cupolino H-D modificato e fuso con spoiler ducati;- kit muller power cluth alleggerimento frizione;- ammortizzatore laterale di sterzo Daytona;- manubrio stretto nero (xl883) con cablaggio interno;- copri staffe fender posteriori, piastra forcella, supporto targa verniciati di nero (origine cromo);- colorazione parafango posteriore by koro design milano;- filtro aria piatto modelli pre-04 risagomato e ridotto con elemento filtrante a vista;- piastra paracolpi fatta a mano con logo duecilindri;- tendi cinghia fatta a mano con ruota da skate e doppia regolazione;- manopole renthal performance machine;- leve frizione e freno nere (origine cromo) forate e accorciate;- leve cambio e freno nere (origine cromo);

La colorazione stock non tragga

in inganno: questo 883R è stato

profondamente rivisto,

nella parte termica e nella ciclistica

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- radiatore esterno raffreddamento olio Premium Harley-Davidson;- molle anteriori forcella Progressive Suspension;- sella monoposto risagomata e rivestita con materiale antiscivolo;- frecce anteriori mini integrate nel cupolino;- frecce posteriori kellerman;- cupolino H-D modificato e fuso con spoiler ducati;- kit muller power cluth alleggerimento frizione;- ammortizzatore laterale di sterzo Daytona;- manubrio stretto nero (xl883) con cablaggio interno;- copri staffe fender posteriori, piastra forcella, supporto targa verniciati di nero (origine cromo);- colorazione parafango posteriore by koro design milano;- filtro aria piatto modelli pre-04 risagomato e ridotto con elemento filtrante a vista;- piastra paracolpi fatta a mano con logo duecilindri;- tendi cinghia fatta a mano con ruota da skate e doppia regolazione;- manopole renthal performance machine;- leve frizione e freno nere (origine cromo) forate e accorciate;- leve cambio e freno nere (origine cromo);

scarichi Supertrapp, sella rifatta, parafango riverniciato e portatarga con fanalino a led ridisegnano il retrotreno

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on the road 016

Divagazioni Anglosassoni

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017

Divagazioni Anglosassoni

un twin americano e uno

inglese per scoprire realtà

artigianali e artistiche.

senza trascurare il piacere del palato

di Filippo Boccaphoto Roberto Rapetti

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Gigi desiderava provare la nuova Switchback di casa Harley, una possibile valida sostituta del suo vecchio ferro. Phil ha trovato il duplice pretesto di testare la nuova mappatura centralina della Trium-ph Speedmaster e di andare a far visita a Frisco di Robe di Cuoio: dopo essersi fatto realizzare una borsa su misura per corrispondenza, frutto di telefonate e scambio di e-mail, un saluto per mo-strargli il risultato era d’obbligo. Ma poi si sa, col vento in faccia e il sole sopra la testa la voglia di divagazioni motociclistiche prende il sopravvento e ci si trova a imboccare deviazioni non previste… ...ma prima di partire, un occhio al guardaroba:

1 - Guanti Jollysport “Route 66”Guanto lungo dallo stile vintage, ideale per la mez-za stagione. Il look classico nasconde i materiali più avanzati, per guidare nel pieno comfort anche in condizioni meteo avverse.

Tessuto esterno in pelle idrorepellente. Fodera interna in pile e membrana in Gore-Tex. www.jollisport.com

2 - Casco AGVJet con visiera lungaCalotta in resina termoplasticaChiusura a sgancio rapidoInterno staccabile e lavabile, antiallergico www.agv.com

3 - Stivali Stylmartin mod. Legend Il bello degli stivali biker? Il look. Il brutto? La mancanza di accorgimenti tecnici. Stylmartyn vede e provvede. Il “taglio” è quello giusto e a noi tanto caro, ma all’interno c’è tutto quello che occorre per affrontare la strada coi piedi sempre asciutti e protetti.

Tomaia in pelle pieno fioreFodera impermeabile traspiranteProtezioni malleoliSuola antiolio e antiscivolowww.stylmartin.it

on the road 018

1

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4 - Giubbotto Harley-DavidsonComodo e versatile. L’interno staccabile con fode-ra in alluminio e il tessuto idrorepellente ne fanno un compagno di viaggio fedele e comfortevole. Alla sicurezza provvedono protezioni realizzate con cellule ad assorbimento d’urto progressivo, morbide addosso, efficaci in caso di bisogno. www.harley-davidson.com/it

5 - Casco Project mod. Cafe Racer SupervisorLa temperatura è piacevolmente frizzante. Il meteo non è avverso, ma qualche nube di troppo potreb-be riversare sulle nostre teste l’operato di Giove Pluvio. La soluzione della visiera “extra long” con prese d’aria antiappannanti sembra l’ideale.

Jet lungo con visiere intercambiabiliCalotta in resina termoplasticaChiusura con fibbia micrometrica a sgancio rapidoInterno staccabile e lavabile, antiallergico www.projectforsafety.it

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AldoPaRIS

on the road 020

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Partiamo di buon’ora. Appuntamento alle nove al primo Autogrill dopo il casello di Agrate. Gigi arriva da Legnano, quindi si è già sciroppato una quarantina di chilometri in sella al suo giocattolino in prova. Le prime impressioni di guida sono buone. Nonostante il suo metro e novanta la seduta gli ri-sulta comoda e il parabrezza protettivo. Il tempo di un caffè e ripartiamo, direzione Palazzolo sull’Oglio dove ci aspetta Frisco per un saluto. Siamo alla fine di febbraio, temperatura piacevolmente frizzante e condizioni meteo ottime contraddicono le previsioni che danno pioggia in serata. E anche se il cielo do-vesse buttare già quattro gocce… FTW, godiamoci la giornata, per la tuta antiacqua c’è tempo! È la prima vera uscita dopo il freddo inverno e la voglia di sgranchire i pistoni è a mille. Per la verità la mia si ferma a 900, quella del “compagno americano” arriva a 1.600. Se lui gioca sul fattore coppia, in autostrada, io punto sul maggiore allungo. Giochia-mo un po’ ad accelerare e a rincorrerci, finché ci piazziamo entrambi sui 130 chilometri orari col sorriso stampato in faccia, segno che i bicilindrici ci assecondano a meraviglia. Arrivati in prossimità di Bergamo, un flash. No, nessun autovelox… viag-giamo entro i limiti. Mi sovviene che poco distante c’è il laboratorio di Aldo Paris. Non ci si vede da un po’, esattamente dall’ultima Festa Bikers, e si

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“quella che ho per i manubri è

una vera e propria fissa:

in due anni ne ho cambiati venti!”

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on the road 024

potrebbe fare una prima tappa. In fondo, se la scusa è quella di stare in sella alla Switchback per assaporarne le sensazioni di guida, infilarsi tra le strette stradine della bergamasca è d’ob-bligo. Il tempo di una telefonata e Aldo molla la matita sul tecnigrafo in favore del jet per ve-nirci a prendere all’uscita dell’autostrada. Dopo una ventina di minuti di cruising il fragore degli scarichi ravviva le viuzze del paesino di Alzano Lombardo dove ha sede il suo laboratorio, un piccolo antro con intonaco bianco e mattoni a vista. Fuori, poggiata sul muro esterno, una porta in legno dipinta a mano funge da insegna. Artista eclettico, Aldo spazia con disinvoltura dal disegno alla pittura, dalla scultura all’engraving. Prima che lo interrompessimo stava eseguendo alcuni schizzi per le nuove grafiche della Skor-pion Bay; sul tavolino di legno una targa in al-lumino attende che venga completata un’incisio-ne. I progetti in ballo sono tanti, le commissioni ancor di più; ma nulla può scalfire la brama di personalizzazione che riversa addosso al piccolo 883 del 2001. Oggetto di continue attenzioni lo Sporty è un cantiere aperto in continua evolu-zione. Dal serbatoietto da tre litri di un Motom, che aveva richiesto il montaggio di una tanica della benza supplementare per sopperire alla scarsissima autonomia di viaggio, è passato a un classico Peanut; montato però al contrario, non sia mai che la banalità prenda il sopravvento. Il largo beach bar è il ventesimo manubrio cambia-to in due anni: «Aldo, perché?». «Non te lo so spiegare… è proprio una fissa! Punto e basta». Fedele al gusto vintage, dopo aver aggiunto ma-nopole in ottone e pneumatici Avon “anteguerra” pensa bene di ricoprire il basamento del motore con pennellate di vernice per termosifoni. Misce-la una tinta color rame, distribuita in maniera grezza e spessa, in perfetta antitesi con la cura maniacale riversata invece sui metalli interessati da engraving, praticamente tutti quelli su cui si potesse incidere. Anche la forca Springer rice-ve un trattamento invecchiante e usurato e per spingere all’estremo il concetto old style chiede ad Alfredo di confezionargli una monoborsa e un rullo porta attrezzi dall’aspetto vissuto, lo stesso input ricevuto da Wild Hog per quanto concerne la realizzazione della sella. Artista dalla tensio-ne creativa sempre in fermento, quando arriva i momento di salutarci, non manca di offrirci un’esibizione live al pianoforte (per la verità un filo scordato!) sulle note di Jerry Lee Lewis.

per creare un effetto

vissuto aldo ricopre il

basamento del motore con

vernice per termosifoni!

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ROBE di CUOIO

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Arriviamo da Frisco praticamente all’ora di pranzo e lo becchiamo sull’uscio mentre sta per andare a farsi una piada al vicino baretto. «Oramai non vi aspettavo più», sentenzia. «Sai com’è, la strada offre un sacco di tentazioni. Non abbiamo saputo resistere al richiamo della macchinetta per l’engraving». «Pranziamo insie-me?». «Claro che si…». Frisco è un personaggio dall’apparenza rude, che le cose non le manda a

FRISCO

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dire. Ha vissuto in pieno il boom degli Anni 70, il tempi dei figli dei fiori e dei primi chopper che dirompevano nella borghese Italia del boom eco-nomico. Ma quando lo conosci scopri una per-sona sincera e onesta, che non ama incensarsi, dedito al suo lavoro che oramai svolge da 32 anni. Di aneddoti da raccontare ne possiede tanti da riempire un libro. Uno carino risale ai primi tempi, Anni 80, quando abbandonò Milano per trasferire l’attività Robe di cuoio in quel di Palaz-zolo sull’Oglio: «Un giorno sono entrati i Cara-binieri, chiedendomi i documenti. Non trovando nulla fuori posto, se ne sono usciti chiedendomi quale fosse la reale attività giacché era eviden-te che un negozio simile non poteva che essere una copertura! E pensare che ora, tra i ragazzi dell’Arma, ce ne sono diversi diventati miei clien-ti». Erano i tempi in cui girava con lo Scrambler, la sua prima moto, e dei viaggi negli States. Que-sta è bella… «Appena sbarcato Oltreoceano un cartellone con xx mi da il benvenuto. Un minuto dopo degli uomini in divisa mi rinchiudono in uno stanzino… Risultato: mi sono fatto due giorni di soggiorno in più a spese dello Zio Sam!». … Persona amabile con cui conversare di ogni cosa, spaziando dalle moto allo sport (il tennis è una delle sue passioni), dalla politica ai viaggi, spe-cialmente in moto, da possessore soddisfatto di una Cross Bones ci racconta: «Mi è andata di lus-so. Ho fatto appena in tempo a prendere l’ultimo modello prodotto in casa Harley con la forcella Springer. Peccato che a causa delle vigenti nor-mative in tema omologazioni, Abs e diavolerie moderne simili non producano più motociclette con un componente così ricco di storia…». Bel mezzo, constatiamo. Dotato persino di salvabi-sacce, ironizziamo. Ma le borse dove sono? «La storia è sempre la stessa: il calzolaio che va in giro con le scarpe rotte, il meccanico con la moto che cade a pezzi… e io mi ritrovo con la moto senza un paio di bisacce buttate sopra. Per la verità le avevo fatte e portate al Bike Expo. Li un cliente le vede e le vuole. Cerco di spiegargli che sono le mie ma gliele posso fare esattamente uguali. Niente da fare alla fine vince lui e gliele devo vendere il cliente ha sempre ragione!

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“...mi ritrovo senza un paio di bisacce

da mettere sulla mia Cross bones...quelle

che mi ero fatto le ho dovute cedere

a un cliente che le voleva a tutti i costi”

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sul FILO

delCUS

TOM

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sul FILO

delCUS

TOMLa lame, da sempre, affascinano l’uomo. A cavallo dei nostri ferri l’immaginario corre verso i film western e ai lama fissa portati nel fodero in cuoio da indiani e cowboy. E come non ricor-dare il celeberrimo combat militare sfoggiato da Sylvester Stallone nella saga cinematografica Rambo. Gli esempi si potrebbero sprecare, tanto quanto le obiezioni circa l’etica racchiusa nello strumento in sé. Ma se vi dicessimo che esiste un fiorente sotto-bosco di coltellinai custom, impegnati a realiz-zare esemplari unici da collezione? Veri e propri gioielli costruiti con cura e precisione maniacali, utilizzando materiali pregiati quali oro e pietre preziose. Arricchiti da engraving da paura. Le ore spese a forgiare una lama non si contano, al pari delle lastre d’acciaio occorse per creare il disegno del damasco. L’oggetto d’offesa si eleva così a opera d’arte, da custodire in una teca di

Ci facciamo preparare la moto, realizzare una bisaccia in cuoio, aerografare il casco e il frigorifero. La filosofia custom è entrata di prepotenza nelle nostre vite, nelle nostre case e nel nostro modo di pensare. Non abbiamo mai smesso di giocare, semplice-mente abbiamo trasformato consistenza e qualità degli oggetti di cui ci serviamo. E come la moto a pedali si è fatta di cromo e acciaio la spada di plastica è stata riforgia-ta nel damasco…

vetro. Per comprendere meglio questa pratica, a cavallo tra arte e artigianato, abbiamo incon-trato un valido maestro italiano, Sergio Conso-li. Quando si entra nel suo laboratorio la prima cosa che balza all’occhio sono l’ordine e la cura con cui sono sistemate tutte le cose. Per la verità non è che ce ne siano poi tante, sono sempre le stesse da quando ha iniziato: la levigatrice, il trapano a colonna, le lime e, soprat-tutto, la passione per la meccanica di precisione. Intesa a modo suo, naturalmente, e cioè ottenu-ta rigorosamente a mano, visto che si ostina a creare ogni parte dei suoi coltelli senza l’ausilio di alcuna macchina che faciliterebbe il lavoro, fa-cendogli, tra l’altro, risparmiare tempo e fatica. Quando si prende in mano uno dei suoi coltelli, si sente tutta la passione con cui è stato costruito. Se è un chiudibile a pompa, o lock-back per dirlo all’americana, la fluidità di scorrimento quando

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Qual è l’essenza di un coltello artigianale?È semplice: dev’essere fatto completamente a mano e realizzato come pezzo unico, non più ri-prodotto; questa è secondo me la vera essenza del coltello artigianale di valore.

Quando e perché ti sei avvicinato al mondo della coltelleria artigianale?Nel 2003, quasi per caso, sono andato a visitare una mostra di coltelli e sono rimasto talmente affascinato da ciò che ho visto da decidere di provarci anch’io; la passione per le lame però ce l’avevo fin da piccolo e quella è una di quelle cose che hai senza sapere neanche il perché... Dopo i primissimi consigli carpiti qua e là da al-

lo si apre crea un senso di piacere, il “click” che lo blocca in apertura è come una dolce nota per l’udito e quando lo si richiude il “clack” deciso della lama che sbatte con forza contro il piolino di sicura, è come una firma, ti fa riconoscere il suo coltello da quello di un’altro in modo ine-quivocabile. La sola passione però non basta a fare un coltello, come non basta una meccanica perfetta, una finitura di livello e non è sufficien-te nemmeno la scelta giusta dei materiali: serve un innato senso estetico per la forma e le pro-porzioni e questo difficilmente si acquista con il tempo, è una dote che soli pochi hanno dentro di sé ed è proprio questo che distingue il bravo artigiano che fa un buon coltello dal vero artista che fa un pezzo da collezione.

Nel laboratorio del coltellinaio

gardonese Sergio Consoli non entrano

macchinari complessi. Tutto

è realizzato a mano con una passione

per il “mestiere” d’altri tempi

on the road 032

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003

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Quali sono i coltellinai che ti hanno ispirato o che preferisci?Il mio stile è un po’ “barocco”, quindi citerei due tra i coltellinai che mi picciono molto, Embretsen e Davis, che tra l’altro condividono anche loro la mia filosofia del fare tutto ciò che si può senza l’ausilio di alcuna macchina.

Quanti e quali premi hai vinto grazie ai tuoi coltelli?Il primo anno che ho esposto ho vinto il premio per il miglior coltello a Lame sotto i portici, a Ro-mano di Lombardia. Sempre lo stesso anno ho vinto il premio “Miglior coltello” anche al Culter expo a Novegro, poi due anni fa ho preso il titolo di Maestro della Corporazione italiana coltellinai e direi che questa è la soddisfazione più grande.

Info: 338 3157215 - www.consoliknives.com

cuni artigiani, ho iniziato a sperimentare da solo, sbagliando e riprovando fino ai risultati attuali.

Quanti coltelli costruisci ogni anno?Attualmente, lavorandoci parecchio, più o meno tre al mese.

Come ti avvicini alla creazione di un coltello?L’inizio è sempre il disegno estetico abbozzato e lasciato “maturare” il tempo necessario; poi quando sono veramente convinto, passo al dise-gno “tecnico” e alla realizzazione.

Come è composta la tua attrezzatura?Un trapano, una levigatrice, una pulitrice e un sacco di lime e carta vetrata. Praticamente il minimo indispensabile, non ho nemmeno un se-ghetto elettrico: faccio tutto, ma proprio tutto, a mano.

senso estetico per la forma

e le proporzioni. È questo

che distinge un bravo

artigiano da un artista

on the road 034

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on the road 036

TrelawnyBel colore ramato per questa birra che fonde in sé due mondi lontani: la Cornovaglia e la Tasmania. La Trelawny è infatti prodotta con due luppoli: l’ingle-se Goldind e il Galaxy, proveniente dalla Tasmania e per la precisione da un piccolo paese, Launceston, che esiste sia in Cornovaglia che in Tasmania. Al naso emergono note erbacee e vagamente terrose che le danno un bel carattere inglese e alle quali si uniscono note più intensamente aromatiche di agrumi e frutta esotica tipiche del Galaxy. Le stesse si ripresentano in bocca, dove un corpo molto esile mette in evidenza piacevole note tostate e di bi-scotto che nel finale, decisamente asciutto, lasciano spazio alle stesse sensazioni erbacee e profumate percepite al naso.500 ml - 3,8% Abv

Samuel AdamsBel colore ramato per questa birra che fonde in sé due mondi lontani: la Cornovaglia e la Tasmania. La Trelawny è infatti prodotta con due luppoli: l’ingle-se Goldind e il Galaxy, proveniente dalla Tasmania e per la precisione da un piccolo paese, Launceston, che esiste sia in Cornovaglia che in Tasmania. Al naso emergono note erbacee e vagamente terrose che le danno un bel carattere inglese e alle quali si uniscono note più intensamente aromatiche di agrumi e frutta esotica tipiche del Galaxy. Le stesse si ripresentano in bocca, dove un corpo molto esile mette in evidenza piacevole note tostate e di bi-scotto che nel finale, decisamente asciutto, lasciano spazio alle stesse sensazioni erbacee e profumate percepite al naso.500 ml - 3,8% Abv

Il gusto del cruising, dopo una giornata spesa

in sella, cede la scena al piacere del palato.

Coerenti fino all’ultimo con l’accento espres-

so dai due twin scegliamo un paio di bionde

che parlano la medesima lingua: una Samuel

Adams, lager americana e una Trelawny, bit-

ter britannica. Una scelta fedele non solo per

provenienza geografica ma anche nell’aspet-

to cromatico delle etichette che richiamano i

colori proposti sui serbatoi...

GustoAngloSassone in collaborazione con

www.atuttabirra.com

Page 37: Feel The Wind

037

Page 38: Feel The Wind

SPIRITO LIBERo

ritratto 038

Page 39: Feel The Wind

Intervista “doppia” a

Guido Prussia, motociclista

e regista/creativo

039

Ho conosciuto Guido alcuni anni or sono. Col-laborava ai testi per una rivista dedicata al lusso presso cui prestavo allora servizio. Per la verità lo avevo conosciuto molti anni prima, attraverso il pic-colo schermo; come, credo, la maggior parte degli appassionati di due ruote. Era il 1997 e il Prussia ci faceva sognare a bordo di una cruiser Yamaha con cui si è sparato il cost to coast. Lo ricorderete tutti, il programma s’intitolava Hotel California. Ebbi poi modo d’incontrarlo nel suo negozio in Ticinese, il Jolly Rogers, dove si dilettava a vendere “intimo” bizzarro e a inventarsi fantasiose magliette con slo-gan ironici: “Finalmente ho la Porsche, ora posso andare all’Old Fashion e trovare una ragazza che mi ami per quello che sono”, tanto per citarne uno.Più che un semplice negozio era un laboratorio cre-ativo, un continuo via vai di gente. Li, il genio, come ebbi modo di appurare, si esprimeva liberamente. Anche se non completamente. Come a tutti gli spi-riti liberi… qualcosa andava stretto. Le mutande o le t-shirt?! ;-) In realtà si trattava della mente, che correva veloce, in poco spazio, scontrandosi con un vagone di idee. Non ebbi modo di approfondire la questione poiché di lui non si seppe più nulla. Finché… Passato un po’ di tempo la curiosità si è

di Filippo Boccaphoto EffeBiStudio

per vedere l’intervista: www.feelthewind.it

Page 40: Feel The Wind

fatta insistente. Lo chiamo, il numero risulta inesi-stente. L’avrà sicuramente cambiato. Non amo par-ticolarmente i social network, ma quello più famoso di tutti mi viene in aiuto (no, la pubblicità gratuita non gliela voglio fare!) e dopo un breve scambio di messaggi ci accordiamo per vederci. L’appuntamen-to è all’interno di una corte in zona navigli. Un posto davvero fico, composto da tre case di ringhiera; in una di queste si sviluppa il suo giocoso open space eletto a dimora, studio e... garage. «Ciao uomo... non ci si vede da un sacco!». «Ciao, si… in effetti è da un bel po’. Che stai combinando di bello nella vita?!». «Entra che ti racconto».

ritratto 040

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041

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Vedo che hai ancora le luci di Natale appese alla ringhiera… e pure sulla Buell...Mi piacciono un sacco le luci. E poi fra meno di un anno è di nuovo Natale, non mi voglio far cogliere impreparato.

Abiti in un contesto bellissimo, da fuori non immagineresti mai una realtà del genere...Si tratta di un vecchio cascinale, con poche abitazioni affacciate sull’aia. Qui vivono tutti creativi che lavorano con le porte aperte. Si respira un bel clima culturale.

Mi sembra di capire, però, che tu non possa fare altrettanto...Ho due cani che se trovano uno spiraglio volano fuori come saette. E poi ho deciso di adibire l’entrata dell’open space a garage per le mie piccoline, una Buell 1125R e una Thruxton. La Buell, purtroppo, non ha più la targa. Così vuole la procedura per spedire negli States un veicolo. La stessa sorte toccherà anche alla Triumph.

Ti tai trasferendo?Ritorno a vivere in California.

In “Hotel” o in una casa?!Ho capito dove vuoi andare a parare. No, basta. Con Hotel California ho chiuso. Ora giro documentari. Vado a Los Angeles perché ne sento la mancanza, ci sono affezionato.

Quando hai iniziato a muovere i primi passi in sella?Piuttosto tardi, avevo più di vent’anni.

Quali e quante moto hai avuto?Ne ho avute diverse, di svariate marche. Ma quella che più mi è rimasta nel cuore è un’Harley-Davidson. Suonerà strano ma non ricordo esattamente il modello. L’unica immagine che ho di lei è di un “ferro”stupendo.

La moto che non c’è e che vorresti?Fortunatamente esiste già e gli sto facendo il filo da un po’ di tempo, è l’Electra Glide.

Giusto un motoretta da bar...Non mi è piaciuto salire in sella per fare poca strada. Quando sono alla guida amo spararmi un sacco di chilometri. Come quella volta che sono arrivato fino in Turchia...

AVEVO Preso una casa

a fianco di quella di Marilyn

MOnroe e Ogni mattina

facevo colazione al bar

con Dustin Hoffman

ritratto 042

Page 43: Feel The Wind

043

Page 44: Feel The Wind

Non mi piace usare la moto

per spostamenti brevi...

...quando salgo in sella amo

spararmi un sacco di chilometri

ritratto 044

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045

Page 46: Feel The Wind

Oppure quando ti sei fatto il Coast to CoastSon sempre stato attratto dalla California e dagli States in generale. E’ per questo che mi sono inventato il format televisivo.

E’ stata dura? Quando sono andato dal direttore di rete a proporre l’idea ho ricevuto picche. Quindi? Ho preso le ferie, una telecamerina portatile e ci sono andato lo stesso. In un mese e mezzo, viaggiando in moto, ho raccolto un sacco di materiale. Insieme a Federico Grillone ho prodotto il numero zero che ha catturato l’interesse della produzione. L’abbiamo messo in onda e il successo non ha tardato ad arrivare, ottenendo il 12 per cento di ascolti malgrado la tarda ora di messa in onda.

Perché Hotel California?E’ in assoluto la mia canzone preferita.

Sei stato anche nel punto esatto dove è morto James Dean. Stesso mese, stessa ora, stessa statale, stesso chilometro. Il tramonto non ti fa vedere nulla in quell’incrocio... ...e rovistando nella spazzatura che hai visto, invece? Come ti è venuta l’idea? A seconda di quello che butti si capisce che persona sei e quali interessi hai. In quella di Marlon Brando c’erano cassette di vino di ogni tipo, in quella di Brad Pitt decine di occhiali da sole rotti, in quella di Madonna resti di cibo macrobiotico. Il programma fa subito il boom. Otteniamo il 12 per cento di ascolti, malgrado gli orari strani e il fatto che le puntate siano solo sei.Il programma è a costo zero. Le moto me le dà lo sponsor e il lavoro lo facciamo in tre: io, un cameramen e nell’ultima serie Vanessa Martins. Nonostante il successo, dopo tre anni, la trasmissione non va più in onda e lasci Mediaset. Perché? Credo di essere uno dei pochi ad essermene andato via pur avendo un contratto. Volevo provare a viverci, in California. Non solo raccontarla di passaggio.

Scelta coraggiosa. Raccontacela. Prendo una casa a fianco di quella di Marilyn Monroe, 1000 dollari al mese. Ogni mattina faccio colazione al bar con Dustin Hoffman. Acquisto un’auto cabrio, conosco la figlia di un grande produttore ed entro nel giro giusto. E quando posso vado in spiaggia, per ammirare il mare e darmi pizzicotti: “Guido, è tutto vero?”. Capito? Una vita stile “Il grande Lebowski”.

Dopo queste esperienze, abbandonata la California e rientrato i Italia ti sei inventato un po’ di cose nuove… Un giorno, a Los Angeles, avevo scoperto un negozio gestito da un iraniano: commerciava strani slip con disegni e scritte divertenti. Tipo un cartello stradale lì davanti con l’avvertimento: “Si scivola quando è bagnato”. Così, una volta arrivato qui in Italia, ho deciso di importare mutande di quel genere e ho aperto un negozio, il “Jolly Roger”.

Non solo… Le magliette. Mi sono inventato le t-shirt di quartiere, come “University of Quarto Oggiaro - strada magistra vitae”. In pochi giorni ho venduto più di 500 capi. Oppure quelle con la scritta: “Costantino è un pirla”. Ne sono andate via a vagonate e naturalmente mi riferivo all’imperatore... Ma le più fighe sono state altre due, che però mi hanno creato qualche problema. Le frasi incriminate? “Meglio 7 nani che un principe stronzo”. E “Finalmente ho la Porsche e posso andare all’Old Fashion e trovare una ragazza che mi ami per quello che sono”.

Che guai le hanno dato? È arrivata la Finanza, mi ha sequestrato tutto sostenendo che avrei dovuto chiedere l’autorizzazione alla Walt Disney e alla Porsche. Chissà, forse avrei potuto appellarmi al diritto alla satira. Il risultato, comunque, è che ho chiuso tutto. Quali sono i tuoi sogni? Dovessi scegliere, mi piacerebbe girare un film vero, per il cinema. Come regista.

fine

ritratto 046

Page 47: Feel The Wind

047

Qui vivono tutti creativi

che lavorano con le

porte aperte. Si respira

un bel clima culturale.

per vedere l’intervista: www.feelthewind.it

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SCUSATEleSPaLLE

special 048

di Filippo Boccaphoto EffeBiStudio

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049

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un ferro così non È

per tutti, È vivo e ti parla

anche attraverso

i suoi difetti

AAnno duemila e dieci, le quaranta ”primavere” ini-ziano a fare capolino sull’orizzonte di Damiano. Urge fare qualcosa, come il copione richiede arri-vati a questo fatidico giro di boa. Di andare in crisi, come vuole una certa tradizione, non se ne parla; meglio fare un giro nel web, magari su e-bay. Così, tanto per farsi venire un’idea, senza cercare qual-cosa di specifico. Proprio qui il “nostro” scova uno Shovel in vendita. Nonostante le foto siano picco-le, l’amore che sboccia per quello ferro è davvero grande. Qualcosa d’inspiegabile, una questione di pelle. O forse sarebbe più appropriato parlare di… pixel. Dopo aver contattato il venditore e discusso la questione prosaica, insieme a un paio di amici parte alla volta di Bolzano per andare a recupera-re il mezzo: «Giunto a destinazione un “vichingo” barbuto (soprannominato Nappi, come il calciato-re) mi ha accolto in un tempio di reliquie Harley inimmaginabile: decine di serbatoi di Wla e Panhe-ad appesi al soffitto del grande garage, cataste di marmitte, scaffali colmi di selle, scatole di fanali e fanalini, chopperini e bobber dannatamente “veri” in fase di montaggio, altri parcheggiati in attesa di un bel run». Per Damiano quel 1.340 in ghisa, a differenza di molti che arrivano a includere l’Evolu-tion, è l’ultimo vero prodotto di casa Harley, la ri-sposta targata 70’s da apporre alla propria voglia di vintage. Con un motore, tutto sommato, affidabile

special 050

Quando qualcosa inizia ad andare stretto è piuttosto facile voltare le spalle alla realtà per volgere lo sguardo altrove. Definitivamente “imprigionato” nella categoria de-gli “anta” anche Damiano decide di dare le spalle, ma al passato. E per nulla preoccupato del tempo che passa ripesca un vecchio Sho-vel per andare incontro al futuro

Page 51: Feel The Wind

051

Page 52: Feel The Wind

...un Vichingo barbuto mi ha accolto

in un tempio di reliquie Harley

inimmaginabile: decine di serbatoi di

wla e panheads appesi al soffitto,

cataste di marmitte, scaffali di selle,

scatole di fanali e fanalini...

Page 53: Feel The Wind

053

Page 54: Feel The Wind

per l’utilizzo quotidiano, che lo ha condotto sino al Faaker See. In realtà il twin è stato costruito nel 1983, dunque si tratta di un modello commemora-tivo dell’80° anniversario H-D, importato prima in Germania, nel 1984, e poi in Italia, nel 2009; ma è sul ponte dell’officina, grazie all’approccio “restless and wild”, che lo Shovel guadagna la sua persona-lità. Volutamente grezzo nelle finiture dei metalli, chiede una livrea altrettanto essenziale e spartana, nera, stemperata da un paio di motivi grafici in fo-glia oro contornati da filetti tirati a mano. Magro, essenziale, eppure capace di far provare un certo timore reverenziale nei suoi confronti, complici la voce profonda degli scarichi a sigaro e l’accensione unicamente a pedale. Un mezzo scorbutico, da co-noscere e rispettare, ma prodigo di soddisfazioni. In suo onore, non appena giunto in garage, è stata organizzata una festa in grande stile, con brindisi e abbracci insieme agli amici più stretti. Poi, dopo aver creato il giusto feeling, sono iniziate le prime modifiche, che si concluderanno prossimamente con l’adozione di una forcella Sportster e un ape-hanger più stretto dell’attuale.

fine

special 054

Marca: Harley-DavidsonModello: FXE Wide GlideCilindrata: 1.340 ccAnno di costruzione: 1983 - 80º anniversario

Harley-Davidson

Page 55: Feel The Wind
Page 56: Feel The Wind

colore 056

Gli acquarelli di

Ruggeri per illustrare gli

“anni ruggenti”...

Questo acquarello gira in

redazione da parecchi

anni. Ci è piaciuta l’idea di

condividere con voi un

vecchio lavoro di questo

prolifico artista, impegnato

a dissacrare con arguta

ironia il mondo dei

motociclisti, con un occho

di ruguardo per le cafè ra-

cer. Come dire: cambiano i

tempi ma non gli

stereotipi di un mondo che

evolve ma, alla fine, rimane

sempre quello “ruspante”

degli esordi...

Page 57: Feel The Wind

057

Page 58: Feel The Wind

fashion 058

GuardaRoba

a cura della redazionephoto Roberto Rapetti

Page 59: Feel The Wind

059

Page 60: Feel The Wind

fashion 060

Da CD Garage è

presente

l’intera

collezione di

felpe e t-shirt

marchiate

Holyfreedom e

una gamma di

visiere

dedicate ai

caschi jet...

magari da

abbinare a uno

della

nuova

collezione

Vintage 2012

di DMD

Page 61: Feel The Wind

003

GEISHA

Dedicato ai “tattoo

lovers”, uno dei modelli

più gettonati

della nuova collezione

PINHEART

Una pin-up, un cuore

infranto, un inno alla

bellezza e alla gioia di

vivere... on the road!

ICARO

Metalflake

e pinstripe

a go go... come

resistergli??

Page 62: Feel The Wind

L’abilità di Andrea nel trafficare attorno bicilin-drici Harley e Triumph è cosa nota. In questa “puntata”, dunque, in attesa di una special che ha promesso di presentarci entro l’estate, siamo andati a curiosare dall’altra parte del muretto in mattoni, dove ammiccano la nuova gamma di t-shirt Holyfreedom e quella di caschi firmati DMD. «La scelta di ridurre il numero di marchi» spiega Andrea «vuole premiare, in primis, la qualità rispetto alla quantità. In secondo luogo, così mi è possibile tenere in stock (quasi) tutti i modelli delle due linee per non fare uscire il cliente a mani vuote!».

nel grande open space di

CD Garage il profumo dell’olio esausto

si mischia con quello del cotone

delle t-shirt, “parcheggiate” in mezzo

alla nuova collezione di caschi DMD

fashion 062

fine

Page 63: Feel The Wind
Page 64: Feel The Wind

special 064

Drag Rocketdi Filippo Boccaphoto Roberto Rapetti

Page 65: Feel The Wind

065

Drag Rocket

Page 66: Feel The Wind

special 066

Fabio è un grandissimo appassionato di moto, in particolar modo di Harley, Triumph e custo-mizzazioni in genere. Lo possono testimoniare gli sgabelli scelti per accogliere i suoi ospiti nella nuova dimora, dei vecchi V-Twin con seduta in pelle d’ippopotamo! E nel suo garage, accanto a una Speed Triple, non poteva mancare un telaio rigido Santee; in questo caso non scelto come base per un sofà, ma in trepidante attesa che gli venga incastonato il 1.340 acquistato qualche mese addietro. In attesa che il chopper prenda forma, fa bella mostra di sé una “minacciosa” Rocket, da poco ultimata e con cui ha partecipa-to al recente Free wheels in Francia. Non usia-mo l’aggettivo minaccioso giusto per stereotipo, come riferimento al già noto e poderoso trecilin-dri di 2.300 centimetri cubi o per via della livrea nere come le tenebre. Bensì, perché sotto al ser-batoio c’è mooolta carne al fuoco, come ci rac-conta lo stesso proprietario: «Si tratta dell’unica moto Triumph Dragster presente in Italia. Il te-laio è stato tagliato e adattato in diversi punti per rendere la moto il più leggera e compatta possibile. Il posteriore ha visto l’eliminazione di ogni orpello estetico e la creazione di un suppor-to ad hoc per ospitare la sella singola, mentre la forcella (realizzata a mano) è stata studiata appositamente per risultare rigida e pesante così da permettere i trasferimenti di carico senza ce-dimenti, mantenendo allo stesso tempo la ruota anteriore incollata a terra». Adottare una sprin-ger su una “bestia” del genere non è stata cosa facile; ne sa qualcosa la “prima” forca a molle, acquistata da catalogo, tristemente piegatasi dopo poche staccate! Certo, un modello a steli rovesciati sarebbe stata una scelta più saggia, ma… vuoi mettere l’estetica di questo gioiellino artigianale?! Naturalmente è stato rivisitato anche il motore, modificato per poter ospitare e sostenere l’ali-mentazione a protossido d’azoto; operazione che ha reso necessario il rifacimento dei collettori di aspirazione, portati a tre e rivolti verso l’ester-no, recuperati da collettori per auto da compe-

F

Page 67: Feel The Wind

067

per placare la furia di

questo “dragster”

occorrono nervi saldi

e concenrazione...

Fiamme lucide su base

opaca; un classico

rivisitato da OMT Garage

per una trasformazione

fuori dagli schemi

Page 68: Feel The Wind

special 068

le pedane sono state sostituite

con una coppia di pedali tolti a una

bmx. l’accortezza? Lasciarli

completamente liberi di ruotare!

tizione. Pesantissimi, ovviamente, gli interventi effettuati sulla centralina di serie, a cui è stata affiancata una Power Commander realizzata ap-positamente per le nuove specifiche della moto che quasi nulla ha più del modello di serie. E pen-sare che i primi step della customizzazione pre-vedevano un ape hanger, in seguito rimpiazzato da un manubrietto basso e raccolto per gestire al meglio l’esuberante cavalleria: si parla di almeno 230 cavalli alla ruota, ma non è possibile essere più precisi dal momento che il banco prova non è riuscito ad andare oltre, sebbene di HP da spre-mere ce ne fossero ancora! Lo può testimoniare

il test da 0 a 100 km/h effettuato “ai danni” di una Lamborghini Gallardo, uscita sconfitta dalla gara di accelerazione. Per avere sempre la cor-retta angolazione delle gambe e fare leva sul-le pedane Fabio si è inventato il montaggio dei pedalini della Bmx, con l’accortezza di lasciarli liberi di ruotare. I lavori sono stati lunghi e non ancora terminati. Il componente che è facile im-maginate in corso d’opera è il copri serbatoio dei liquidi, ma non solo quello perché altre dia-volerie impazzano nella mente di Fabio. Avremo modo di vederle in una prossima puntata, ma intanto concludiamo con il capitolo colorazione,

Page 69: Feel The Wind

069

Coda stretta,

avantreno

imponente. La

Springer, per

iruscire a

contenere la

spinta degli

oltre 230

cavalli alla

ruota, è stata

realizzata ad

hoc... e costa

quanto uno

Sporty!

Page 70: Feel The Wind

fashion 070

2.300 cc, filtri aria

sportivi e bombola nos...

non rimane che guardare

la nube di polvere alzata

dal pneumatico!

un classico ma giocato tono su tono: fiamme nero lucido su base opaca, con logo OMT Gara-ge fieramente espresso sul serbatoio. L’officina di trasformazioni varesina ha dedicato parecchi mesi di lavoro attorno a questo missile terra-terra che per diletto gioca a correre sulle piste degli aeroporti insieme a piloti professionisti del quarto di miglio. Ci chiediamo solo: a quando un bel giretto sul lago salato?

fine

Page 71: Feel The Wind
Page 72: Feel The Wind

special 072

Blackgold

di Filippo Boccaphoto Max Trono

Page 73: Feel The Wind

073

Nonostante abbia più di mezzo secolo sul groppone, questo twin inglese canta che è un piacere. Il suo aspetto è vintage, la cura per il dettaglio maniacale...

Page 74: Feel The Wind

special 074

In alto, il fanalino Miller. A fianco,

il serbatoio dell’olio artigianale decorato

da Capitan Blaster in foglia oro

mentre il forcellone rigido, ideato da Grease Monkey, è imbullonato al telaio come si usava nei telai di serie Triumph fino ai primi anni ’50. La sua particolarità risiede nei tubi “impipati” che si collegano alla piastra del perno ruota come nel-le vecchie fusioni Harley. Le sensazioni vintage continuano una volta a cavallo, dopo aver asse-stato un bel calcio alla pedivella d’avviamento. Al comando del gas il bicilindrico risponde con aggressività. Il peso leggero e i fianchi snelli lo fanno scattare come una molla. Attenzione però a non farsi prendere la mano, perché il rispetto della tradizione prevede l’impiego di freni a tam-buro! Scesi dalla sella, prima di entrare al pub, è impossibile non rimanere in contemplazione di questo ferro che scandisce i secondi che pas-sano col ticchettio del metallo che si raffredda. E intanto gli occhi accarezzano il parafango po-steriore Ribbed, il serbatoio olio artigianale e il

II capelli luccicanti da overdose di brylcreem, le lunghe basette e le braccia istoriate dai tattoo in stile traditional tradiscono inequivocabilmente l’amore di Max Trono per le motociclette ingle-si. Purché siano “d’annata” e disponibili a farsi cambiare i connotati, anche radicalmente. Come testimonia la Black Gold, una chicca old school su base Triumph T100 (500 cc), semplice e ricer-cata. Naturalmente rivista nella parte termica, completamente smontata e rifatta, arricchita da un carburatore Amal da 26 (che sfrutta i filtri aria stock), coperchi registro valvole cromati e scarichi 2 in 1 tipo Scrambler. Il twin parallelo gira che è un piacere e ascoltare il sound degli scarichi – con gli occhi chiusi – riporta la mente agli anni ’50. Quando li riapri, e ne ammiri le forme, la sostanza non cambia. Il telaio è rima-sto quello di serie, ma alleggerito da supporti e attacchi vari che ne appesantivano le forme;

Page 75: Feel The Wind

075

Sia il rubinetto

della benza che

l’intera bulloneria

sono in ottone

Page 76: Feel The Wind

special 076

se quando ti prende

la “scimmia” ti accorgi che

ha la brillantina...

probabilmente È appena

uscita da greasemonkey!

inutile resisterle,

la tua voglia di radical

inglese ha preso il volo!

Page 77: Feel The Wind

077

Page 78: Feel The Wind

special 078

nessun dettaglio

È lasciato al caso, nemmeno

il più piccolo, come la

bulloneria in ottone

Peanut modificato (senza rubinetto, collocato direttamente sul tubo della benzina). Soluzioni semplici che ne ridisegnano il profilo, accattivan-te anche per via delle forcelle - con cover tipo Bates verniciate - accorciate di 3 centimetri, che stringono l’elegante ruota raggi da 21” calzata da pneumatico 3.00 Avon Speedmaster; quel-lo posteriore è un 4.00 Avon MkII su cerchio da 18”. Gli accessori montati si compongono di manubrio Bsa, fanale tipo Bates, fanalino Mil-ler e devio luci Bsa; le pipette delle candele sono Champion con cavi sterlingati. L’eleganza è anche una questione di dettagli e dopo la cura sartoriale ci si può concedere qual-

Page 79: Feel The Wind

079

LA MOTO IN PILLOLE...

Nome: Black GoldModello: Triumph T100 (500cc)

Costruttore: Grease MonkeyTempo: 3 mesi

AccessoriSissibar

Serbatoio olio Grease MonkeySerbatoio Penaut modificato

Forcella ant. -3 cm Manubrio BSA

Ruota ant. da 21” Pneumatico ant. Avon Speedmaster 3.00

Ruota post. da 18” Pneumatico post. Avon MkII 4.00

Fanale tipo BatesFanalino MillerDevio luci Bsa

Pipette Champion con cavi sterlingatiche vezzo estetico. La bottega di Wild Hog è il luogo ideale per scegliere la sella, le cinghie in cuoio da apporre su serbatoio e a serraggio della batteria, e la borsa laterale. Tutta la bulloneria a vista, i dadi ciechi e il rubinetto della benza sono in ottone, le decorazioni che con essi fanno pendant - in foglia oro - provengono dalla mano di Captain Blaster. Che il vostro stile sia classico, cafè racer o chopper, da Grease Monkey potrete farvi confezionare il “giocattolo” a motore che più vi si addice. Rigorosamente con twin d’Ol-tremanica…Per info: www.greasemonkey.it

Page 80: Feel The Wind

tutorial 080

Lo “scatto” perfetto... al chiuso

Quando ci troviamo in una fiera, il con-

nubbio donne&motori accende più che

mai la nostra voglia di portare a casa

qualche bella foto ricordo. Praticamente è

già tutto pronto, come se fossimo su un

set fotografico: bellissima modella profes-

sionista, sfondo e oggetti ben disposti e,

naturalmente, una moto da sogno...

In pratica

Prima di tutto cerchiamo un “punto di

vista” insolito, evitando la classica “posa

frontale”; tagliamo l’immagine con un’in-

quadratura più chiusa sul soggetto, così

da dare impatto e forza. Scegliamo la

funzione “priorità di tempi” impostando

la macchina su 1/40 di sec., utilizzando

una sensibilità iso 400, in modo da coglie-

re un pò di luce ambiente e verifichiamo

che il diaframma sia almeno f. 5.6, per

avere a fuoco la parte interessata e sfo-

cato il resto. Se utilizziamo il flash ed esso

risulta troppo forte siamo troppo vicino al

soggetto, quindi dobbiamo ridurre l’inten-

sità del lampo almeno di 1 stop (alcune

compatte avanzate offrono questo tipo

di possibilità). A questo punto possiamo

scattare: facendo guardare in macchina la

modella ricordiamoci di mettere a fuoco

il viso o la “parte del corpo” scelta come

soggetto principale. Buone foto!

Bob PH

lo scatto perfetto...

Page 81: Feel The Wind

081

Page 82: Feel The Wind

QUASI REFLEX...

Sensore CMOS da 14,3

Mp, processore Digic 5,

zoom 4x. La Canon

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prestazioni da reflex in un

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Tutto merito del sensore

da 1,5”, di poco inferiore

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Il vero amore non muo-

re mai... Poprio come la

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Page 83: Feel The Wind
Page 84: Feel The Wind

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Page 85: Feel The Wind
Page 86: Feel The Wind

da utile attrezzo a

elemento d’arte: la chiave

inglese secondo

lucio tomazLa chiave inglese come metafora: l’attrezzo

che “imbocca” la testa del dado e serra, si ele-

va a uomo; si umanizza e interagisce con i suoi

simili e con il cosmo. Più che “imboccare” ora

abbocca alle illusioni terrene della vita e cono-

sce vizi e virtù dell’umanità. Lotta per posse-

dere gli oggetti, si annienta e alla fine spera.

Spera che qualcosa di divino scenda sulla terra

per riportare ordine e valori.

Lucio Tomaz

via Canonica 24 - Milano

tel. 02 15342

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vetrina 086colore

Page 87: Feel The Wind
Page 88: Feel The Wind

news 088

Legend BikersQuando si parla di leggenda a stelle strisce che corre su due ruote la mente riporta al marchio Harley-Davidson. Tutti d’accordo, compresi Luca e Paolo che nella loro concessionaria/officina di trasformazioni – al secolo Legend Bikers – da sempre trat-tano motociclette marchiate col logo del bar&shield...

Page 89: Feel The Wind

089

...una passione che nel corso degli anni li ha portati a collezionare

una piccola selezione di modelli di indubbio interesse, esposti nel loro

ampio show room: un KH del ’56 (la moto di Elvis); un XR targato ’83

(modello utilizzato nelle gare di short track); uno Sturgis del 1982; la

prima versione della Springer del 1988; la prima versione della Nostalgia

Cow Glide e un Road King del 2003 (versione Centenario) con sidecar,

di cui si contano solo 14 esemplari al mondo. Ma quando la passione

per le motociclette di carattere si fa prepotente, quando gli stereotipi

iniziano ad andare stretti, significa che è giunto il momento di ampliare i

propri orizzonti. I ragazzi lo hanno in maniera radicale, implementando

il parco moto in vendita con tutte le opzioni alternative – americane -

disponibili sul mercato. Indian, Victory, Saxon e Big Dog. Marchi ancora

poco affermati e poco conosciuti da un pubblico forse troppo conserva-

tore, ma ciascuno di essi con molti argomenti da esprimere sull’asfalto.

Avremo modo di parlarne approfonditamente nelle prossime puntate.

Per il momento potete andare a curiosare su: www.legendbikers.it

Page 90: Feel The Wind
Page 91: Feel The Wind

MERCATINO

compro/vendo

moto

Page 92: Feel The Wind

MERCATINO

compro/vendo

varie

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Page 94: Feel The Wind
Page 95: Feel The Wind

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