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ANNIVERSARIO SCOMPARSA DI PADRE CHITI DI NOI TREMÒ LA NOSTRA VECCHIA GLORIA. TRE SECOLI DI FEDE E UNA VITTORIA. (GABRIELE D’ANNUNZIO) TROFEO «A. GANDIN» I GRANATIERI A MADRID IL RANATIERE ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXIX - N. - OTTOBRE-DICEMBRE 201 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 CONV IN L. N. 6 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA 2015 FELICE ANNO NUOVA SEZIONE AD ANZIO

FELICE ANNO 2015 - Granatieri Di Sardegna Presidenza · Questa volta è stata più dura del solito chiudere il numero corposo di fine anno. D’altro canto, occorreva pubblicare tutto

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ANNIVERSARIO SCOMPARSA DI PADRE CHITI

D I N O I T R E M Ò L A N O S T R A V E C C H I A G L O R I A . T R E S E C O L I D I F E D E E U N A V I T TO R I A . ( G A B R I E L E D ’ A N N U N Z I O )

TROFEO «A. GANDIN»

I GRANATIERI A MADRID

IL GRANATIEREORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA

ANNO LXIX - N. 4 - OTTOBRE-DICEMBRE 2014 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA

2015FELICE ANNO

NUOVA SEZIONE AD ANZIO

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Direttore responsabile: Antonino TorreRedazioneCorrispondenti: Veneto – Roberto Pellegrini; Piemonte – Angelo Masperone;Lombardia – Enrico Mezzenzana; Puglia – Umberto Miccoli; Storia al femminile – Alba Maria MendicoAmministrazione: Benito ChiepoloIndirizzo e-mail Direttore: [email protected]

Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.)n. 1599 del 10 ottobre 2001

Grafica: B.W. DesignStampa: Romana Editrice, San Cesareo - Roma

Editore: Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7Tel. 06/7028289 - Fax 06/70393086E-mail: [email protected]://www.granatieridisardegna.itC.F. 03073220588Presidente Onorario: On. Lino FornalePresidente: Mario BuscemiVicepresidente: Bruno SorvilloSegretario Nazionale: Antonino TorreComitato centrale: Roberto Padovani, Paolo Rossi, Antonio Giovannelli, Maurizio Grillo

Condizioni di cessione del periodicoUna copia Euro 2,00Abbonamento ordinario Euro 10,00Abbonamento sostenitore Euro 15,00Abbonamento benemerito Euro 25,00Una copia arretrata Euro 2,50Gli abbonamenti possono essere sottoscritti anche mediante il c/c postale n. 34577007intestato alla Presidenza Nazionale ANGS avendo cura di indicare nella causale:«sottoscrizione abbonamento».

Quanto espresso dai singoli autori negli articoli firmati non rispecchia necessariamenteil pensiero dell’editore e del direttore.

La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. Laredazione si riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengonoforniti.

Chiuso in tipografia il 19/12/2014

IL GRANATIERE I N Q U E S T O N U M E R O

LETTERA DAL DIRETTORE

EDITORIALE 3

ATTUALITÀ 4

STORIA 15

BREVI E LIETE 29

ALAMARI CON LE STELLETTE 31

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA 42

SFILERANNO SEMPRE... 63

Questa volta è stata più dura del solito chiudere il numero corposo di fine anno. D’altro canto, occorreva pubblicaretutto ciò che era arrivato in redazione. Ora, non ci sono più arretrati, salvo due piccoli articoli che sono pervenutitroppo tardi per la pubblicazione.Fine anno e quindi tempo di consuntivi.Sono pienamente soddisfatto del mio lavoro. La nostra rivista è sempre più apprezzata dalla stragrande maggioranzadei lettori e anche da persone e ambienti esterni all’associazione; la partecipazione alla sua realizzazione, con invio diarticoli e fotografie, è sempre più corale e entusiastica.Forse anche grazie a «Il Granatiere», e penso di non peccare di immodestia, l’associazione per numero di iscritti edi sezioni in vita è in netta controtendenza rispetto alle altre associazioni d’arma che passano, nella quasi totalità,momenti di crisi.Nell’anno che sta per finire, infatti, sono state aperte tre nuove sezioni, Massa Carrara, Fermo, Anzio, e una quarta,Norcia, sta ultimando le pratiche per la sua costituzione e tutto con granatieri che, nella grande maggioranza, nonerano mai stati iscritti all’Angs.Su questo tema e su altri si potrebbe scrivere ancora chissà quanto. Ma io sono di poche parole!Non mi resta che augurare a tutti i lettori un sereno santo Natale e un prospero e felice anno nuovo.E di auguri, vista la situazione della nostra Italia, ne abbiamo davvero bisogno.

LETTERE AL DIRETTORE 25

LETTI PER VOI 28

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EDITORIALE

OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 3

Continuità e culto delle tradizioni sonoun binomio che ha avuto sempre unpreciso significato nella storia. Si è solitidire che non c’è futuro senza il ricordodel passato, ma si è anche soliti coglieredal passato solo quegli aspetti che con-vengono alla elaborazione del nostrofuturo. Noi Granatieri, ad esempiosiamo onorati di porre in luce i tantiepisodi gloriosi che hanno punteggiatola nostra storia. Di volta in volta, però,dimentichiamo di citare, ad esempio, iripetuti voltafaccia di tanti esponenti delle gloriose efedelissime Guardie in corrispondenza delle vittorie edelle successive sconfitte napoleoniche, come parimentiè ignorata la sottile ostilità dello Stato Maggiore subitodopo l’Unità ed il tentativo di riportarci nell’ambitopiù generico della fanteria, mediante l’allargamento amolti reggimenti delle nostre caratteristiche, annac-quate fino al punto di abolire gli alamari ed il «berret-tone da granatiere» (Quest’ultimo solo di recente - ventianni nella nostra storia sono poca cosa - ci è stato final-mente restituito grazie, fra l’altro, anche ai miei perso-nali contatti con il Presidente Cossiga). E che dire dell’impresa di Fiume o delle unità granatieridella Repubblica sociale che, non essendo oggi politi-camente corretto ricordare, sono ormai passate nel piùopportuno dimenticatoio? Il senso della storia deve invece farci tornare col pen-siero anche a questi eventi, accettandone anche i mo-menti meno esaltanti come inevitabile alternarsi delleumane vicende e riscoprendo comunque il significatodella continuità che, nell’attaccamento dei singoli allanostra Specialità, è stata solida guida alle scelte da adot-tare nei momenti più difficili, alle azioni da compiere. La forza della tradizione, ha infatti ha in se stessa la ca-pacità di riemergere e di rafforzarsi ogni volta, al disopra delle alterne, temporanee vicissitudini. Per venire ai tempi nostri, recenti intenzioni di «razio-nalizzazione» o addirittura di «valorizzazione» hannoposto in luce il ricorrere di un approccio solo «mode-ratamente» favorevole all’ineliminabile significato dellacontinuità dei Valori, che i Granatieri rappresentanonella storia dell’Esercito e dell’Italia.

Ci siamo battuti con tutte le nostreenergie per mantener saldi certi prin-cipi e certe posizioni e speriamo di averscongiurato il peggio, anche se occorresempre non abbassare la guardia. Ma è necessario che anche le Sezionipiù lontane dalla Capitale, anche imembri dell’Associazione più assorbiti,con meritorio impegno locale, per lapiena vitalità del nostro sodalizio, nondimentichino il legame strettissimo edeterminante che deve sempre sussi-

stere fra noi, militari in congedo, ed i reparti in armi.L’ANGS in tanto è valida, in tanto ha un significatoin quanto vive in costante simbiosi spirituale e, finchépossibile, anche materiale con la nostra Brigata e conil Reggimento (o i Reggimenti se riusciremo final-mente a spuntarla e se verranno mantenute le promessedi una circolare dello SME che prevedeva la ricostitu-zione del 2° entro il 2007). A questo legame, ed alla possibilità di adire efficace-mente le Autorità Istituzionali perché ai Granatierisiano riconosciuti i caratteri peculiari che li contrad-distinguono, sono stati dedicati i maggiori impegnidella Presidenza, anche se talvolta, e se ne deve fareammenda, gli sforzi compiuti non sono stati abba-stanza messi in risalto in occasione dei nostri incon-tri, perché assorbiti da questioni contingenti digestione, a delicati problemi di rapporti personali, asofferte ricerche di un sempre troppo debole sostegnofinanziario. Al di là di ogni dubbio sussurrato, al di sopra di ogniperplessità sottintesa, nell’approssimarsi della sca-denza del mandato triennale di tutte le cariche sociali,è perciò doveroso esprimere, in primo luogo, la sentitagratitudine per tutti coloro che hanno percepito e ap-prezzato con il loro sostegno l’attività svolta quotidia-namente con assidua e costante dedizione e, nellostesso tempo, è motivo di orgoglio dichiarare con fer-mezza l’impegno a proseguire, con pari e consolidataenergia, l’opera svolta sinora, facendo affidamento sulconsenso e la solidarietà di tutti i Granatieri chehanno a cuore la continuità dei nostri Valori e il sensodella nostre tradizioni.

Continuità

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ottoBRe-DICeMBRe 20144 IL GRANATIERE

AttUALItà

Davanti a una folla di 15 mila persone con oltre 8 milamilitari giunti a Redipuglia con i loro familiari, allapresenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti,papa Francesco si è fermato in raccoglimento nel sa-crario di Redipuglia a ricordo delle vittime della primaguerra mondiale.Il santo padre ha voluto, in un luogo simbolo di quelconflitto che custodisce le spoglie di oltre 100 mila vit-time del fronte carsico, pregare per i milioni di caduti diquella guerra che cento anni fa portò al completamento

dell’unità nazionale e all’affermazione degli stati-nazione.Nel pellegrinaggio presso il sacrario, il papa ha incontratogli uomini e le donne della Difesa che oggi, come centoanni fa, sono al servizio dello Stato.La visita, organizzata dalla Difesa con il contributo delleautorità locali, è un ulteriore capitolo delle cerimonieconnesse con il centenario della grande guerra.All’interno del sacrario di Redipuglia si è svolta una fun-zione religiosa officiata assieme ai cappellani militari italianie agli ordinari militari delle nazioni che parteciparono al

Papa Bergoglio a RedipugliaFonte SMe 

Il 18 febbraio 2015 ultimeranno il mandato triennale tutti i vertici nazionali. In occasione della cerimonia religiosa in ricordo del Duca di San Pietro, quindi, come da tradizioneverranno convocati i presidenti regionali in carica per il rinnovo delle cariche che costituiscono ilcomitato centrale e poi, unitamente a queste ultime, le restanti cariche di vertice.In sintesi, i Presidenti regionali provvederanno all’elezione dei membri del Comitato centrale ossia:del presidente nazionale, del vicepresidente nazionale e di cinque consiglieri nazionali (segretarionazionale e consiglieri: amministrativo, all’assistenza, alla stampa e propaganda, all’organizzazione).I presidenti regionali e i componenti eletti del comitato centrale andranno a costituire il consiglionazionale che, subito dopo, provvederà all’elezione dei componenti del collegio dei revisori dei conti(presidente e quattro revisori) e del collegio dei probi viri (sette membri), del centro studi (presi-dente e quattro membri) e del presidente onorario.I soci, regolarmente iscritti e in regola con i pagamenti, possono proporre alla presidenza nazionalela loro candidatura a qualsiasi carica sociale di vertice. Se le candidature ci verranno comunicate(non obbligatorio) entro la fine di gennaio 2015, potremo darne informazione sul sito Internet del-l’associazione e con un documento scritto da distribuire prima dell’apertura dei lavori.Per quanto concerne la carica di presidente nazionale, il generale Buscemi, attualmente in carica,ha comunicato di voler riproporre la propria candidatura.

Il segretario nazionaleAntonino Torre

Rinnovo delle cariche associative nazionali

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ottoBRe-DICeMBRe 2014 IL GRANATIERE 5

AttUALItà

conflitto. Una funzione che ha avuto nell’appello delpontefice a muovere dal torpore delle anime, sintetizzatonell’«a me che importa», al pianto della conversione ilsuo momento più forte. Il ministro della Difesa, al ter-mine della funzione, ha donato al papa un altare da

campo usato per le celebrazioni eucaristiche sul fronte.Il capo di Stato maggiore della Difesa ha consegnato alsanto padre il foglio matricolare del soldato GiovanniCarlo Bergoglio, bersagliere, nonno del Pontefice checombatté sul Carso nella grande Guerra.

Gli ex allievi del 23° corso Auc armivarie, datato febbraio 1959, si sonoriuniti quest’anno nei giorni 14 e 15settembre per il loro sesto incontro aSenigallia, città della costa adriatica, untempo parte della «Pentapoli Marit-tima» del primo Medioevo e che, dopola signoria dei Malatesta e dei DellaRovere, passò allo Stato Pontificio.Il presidente dell’Assoarma di Seni-gallia, il collega maggiore VincenzoNardella, con precisione e puntualitàha pilotato l’intero assetto organizza-tivo delle due straordinarie giornate,rese possibili grazie all’insostituibile ediuturno impegno dell’ex allievo al-pino Mario Bruno.Alpini, artiglieri, bersaglieri, carabi-nieri, carristi, fanti, genieri, granatierie sussistenza, più vicini agli ottanta cheai settanta, hanno così avuto modo diripercorrere con nostalgico ricordo, maanche con l’orgoglio dell’apparte-nenza, un indimenticabile periododella loro gioventù.Nell’occasione, i granatieri in par-tenza da Roma si sono mossi il 13 set-tembre di buon’ora, a bordo della«tradotta» (un confortevole e potenteLandrover!), con alla guida un instan-cabile Roberto Di Pierro, assistito dalnavigatore Arsenio Rossoni, e insiemegli ormai affezionati accompagnatoriSaverio Cascone, Maurizio Grillo eAntonio Cavaleri, tutti della sezionedi Roma Capitale.A Senigallia si sono aggiunti GiuseppeTesi e Fulvio Magno, provenienti daPistoia e Guido Vardabasso giunto daPesaro. Non poteva poi mancare l’al-

fiere del 23°, il granatiere RiccardoSiena, figlio del commilitone Carlo,impossibilitato a intervenire.Il raduno, sempre allietato da un ma-gnifico sole settembrino, iniziava sa-bato 13 presso il salone municipale,con il saluto del vicesindaco. Piùtardi, il trasferimento presso la can-tina tipica «I Conti di Buscareto» equindi la visita guidata ai principaliluoghi storico-culturali della città: larocca Roveresca, fatta costruire tra il1476 e il 1482 da Giovanni della Ro-vere, la chiesa della Croce e il palazzoMastai del Beato Pio IX.La domenica 14, dedicata alle solen-nità di rito, è iniziata con il concen-tramento dei radunisti in piazzaDuomo per l’alzabandiera, la resadegli onori e lo sfilamento, con labari,

vessilli, bandiere e autorità, precedutidalla fanfara dei bersaglieri «A. LaMarmora» delle sezioni di Jesi e Ostrae, come riportato in un resocontodella manifestazione, dal superbo cor-teo dei granatieri di Sardegna portanticon orgoglio il labaro del 23° Auc, fa-miliarmente denominato «Tenen-tella», con evidente riferimento allagranatieresca colonnella!Dopo la messa, presso l’Auditoriumdi S. Rocco si è tenuta la cerimoniadi onori ai caduti e agli ex allievi de-ceduti, con successivo saluto ai con-venuti da parte del sindaco della cittàdi Senigallia, il quale si è dichiaratoonorato per la scelta della sua cittàquale sede del raduno.Momenti particolarmente significa-tivi sono stati lo scoprimento di una

Raduno del 23° corso Auc a SenigalliaSAveRIo CASCone – AntonIo CAvALeRI

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ottoBRe-DICeMBRe 20146 IL GRANATIERE

AttUALItà

lapide al 9° rgt. bersaglieri, presso illocale che ospitò la prima sede deibersaglieri in Italia, l’esecuzione delSilenzio d’ordinanza e, molto com-movente e apprezzata dai familiari,la visita dei soli partecipanti grana-tieri al cimitero della città, per undoveroso ricordo dell’ex Auc del 23°granatiere Ludovico Monti Mar-nieri, «avviatosi» prematuramente.Tutto il raduno è stato oggetto di un

eccezionale servizio fotografico, adopera del socio amico della sezionegranatieri di Roma Capitale ed exAuc del 42° corso, Alviero Giorgini,dragone del Genova cavalleria.Inni e cori di specialità hanno allie-tato il pranzo conclusivo del raduno(gli alpini mattatori, ben supportatidalle consorti!), conclusosi con la cer-tezza di un nuovo incontro il pros-simo anno, anniversario dell’inizio

della prima guerra mondiale, inevita-bilmente nei luoghi delle battaglie.I granatieri di Roma, approfittandodella comoda «tradotta» e della resi-stenza alla guida di Di Pierro, hannogradito lunedì 15, sulla via del rien-tro a Roma, la sosta a Numana delConero, la visita per devozione allaMadonna di Loreto e... un compo-sto ristoro in quel di San Benedettodel Tronto.

È con immenso dolore che scrivo questo articolo per il giornale «IL GRA-NATIERE» ricordando un ragazzo conosciuto nel lontano 1972 quando allacaserma Gandin, a Pietralata, iniziai il servizio militare nella 3� a compagniacon il 3° contingente 72.Noi della 3� a compagnia arrivammo quasi tutti alla fine di settembre di quel-l’anno e da nord a sud, formammo una sorta di famiglia agli ordini dell’alloracapitano Antonio Lattanzio che per tutti noi, oltre che un comandante, fecele veci dei nostri padri, insegnandoci il dovere, il rispetto reciproco, ma so-prattutto lo spirito di gruppo.Oggi, a distanza di molti anni, ancora uniti come allora, quei valori sonostati messi a dura prova con la perdita di un uomo dedito solo al lavoro, allafamiglia e agli amici della 3� a compagnia. Pietro Sarchiè era un ragazzo al quale non mancava mai la battuta con la ca-denza marchigiana e con il sorriso sulle labbra, mentre ricordava il suo amatopaese Porto San Giorgio.Gente immonda, senza cuore, l’ha ucciso per prendere il suo posto nella ven-dita del pesce nell’entroterra marchigiano.Una vita di sacrifici. Ogni mattina si alzava alle due per andare a fare l’astadel pesce a San Benedetto e poi venderlo come ambulante nei vari paesi cheormai da più di quarant’anni serviva e nei quali aveva come amici gli stessiclienti. Per tutti aveva la battuta, il sorriso, o una ricetta per cucinare il pesce;da tutti era benvoluto.Lunedì 18 di giugno è dato per scomparso dopo che non ha fatto la solitatelefonata alla moglie per sapere di qualche eventuale ordine (abitudine quo-tidiana, verso le 9 del mattino). La moglie dà l’allarme.Il mercoledì, dopo due giorni dalla scomparsa, la moglie e la figlia Jenniferriescono ad andare a «Chi l’ha visto» per esporre il caso.Con l’angoscia nel cuore la moglie Ave e la figlia muovono il mondo alla ri-cerca di marito e padre, ma nulla.Passano i giorni e il 5 di luglio viene trovato il cadavere, bruciato sotto unpo’ di terra. Fatta l’autopsia, si trovano nel corpo sette proiettili. Un’esecu-zione sotto tutti i punti di vista. I familiari e noi amici ci chiediamo come sia potuto avvenire un simile delittonei confronti di una persona con un carattere solare, amico di tutti, sì amico

Uno di noiAl nostro amico e commilitone Pietro Sarchiè

Pietro Sarchiè

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AttUALItà

di tutti, perché con il carattere che Pietro aveva era im-possibile non volergli bene.Diverse fiaccolate per chiedere giustizia in suo nomesono state organizzate oltre che a San Benedetto delTronto, città in cui risiedeva con la famiglia, anche neipaesi dove da tanti anni svolgeva il suo lavoro: Pioracoe Visso.Dopo l’iter giudiziario, ai primi di ottobre, la salma delnostro amico Pietro è stata consegnata ai familiari. Perl’ultimo saluto domenica 5 ottobre la chiesa di San Fi-

lippo Neri in San Benedetto era gremita all’inverosimile;era presente una nutrita rappresentanza della 3� a compa-gnia con il generale Lattanzio in testa.Le colonnelle della regione Marche, di San Benedetto,di Ascoli, di Fermo facevano da supporto. Sulla bara aipiedi dell’altare gli alamari e la maglia della Juventus, lasua squadra del cuore, mentre ai lati del feretro era schie-rato il picchetto d’onore composto di granatieri dellaterza compagnia e delle sezioni marchigiane. Prima della benedizione, la figlia di Pietro, Jennifer, haletto una lettera indirizzata al padre. È impossibile com-mentare il testo perché il dolore espresso nello scritto èimmenso.Alla fine della cerimonia, durante l’esecuzione del Silen-zio molti visi erano rigati di lacrime. Per la tumulazione,la bara portata a spalla dai granatieri del picchetto è stataaccompagnata fino al carro funebre che attendeva al ter-mine del piazzale della chiesa, tra due ali composte daigranatieri sull’attenti.Sarai sempre nei nostri cuori, grande amico Pietro e conte, tua moglie Ave e i tuoi figli Jennifer e Yuri.

I tuoi amici e commilitoni della 3� a compagnia 3° 72

Il funerale

Si è svolta il 29 ottobre a Roma, presso la sede del comi-tato centrale Cri, la cerimonia di cambio al vertice delCorpo infermiere volontarie della Croce rossa italiana,durante la quale Monica Dialuce Gambino ha assunto ilcomando delle crocerossine italiane.Dopo la lettura del decreto di nomina, alla presenza delsottosegretario di Stato alla Difesa Domenico Rossi, delcapo di Stato maggiore della Difesa ammiraglio Luigi Bi-nelli Mantelli, del capo di Stato maggiore dell’esercito ge-

nerale Claudio Graziano, del presidente nazionale dellaCroce rossa taliana Francesco Rocca, del direttore generaledella Cri Patrizia Ravaioli e dell’ispettore nazionale delCorpo militare Cri magg. gen. Gabriele Lupini, l’ispet-trice nazionale del Corpo delle infermiere volontarieuscente, sorella Mila Brachetti Peretti, ha pronunciato unbreve discorso di commiato, un excursus su undici anniservizio e di successi. Sorella Peretti ha ricordato il cam-mino di collaborazione tra crocerossine e forze armate e

Cambio al vertice delle crocerossine

Un momento della cerimonia

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AttUALItà

con lo stesso Corpo militare della Cri le emergenze affron-tate in patria e all’estero, l’impegnativo lavoro di studioper la realizzazione di una adeguata regolamentazione le-gislativa e normativa. L’ispettrice Peretti ha ricordato con gratitudine il contri-buto di tutte le infermiere volontarie, delle viceispettricinazionali della segretaria generale, di tutte le ispettrici re-gionali e periferiche, dichiarando di essere «Felice e soddi-sfatta per la nomina di Monica Dialuce Gambino, l’unicache possa ricoprire questa carica; competente in ognicampo, si è distinta in tutti gli incarichi che ha assolto por-tandoli a compimento con successo, una nomina che haincontrato il consenso unanime di tutte le sorelle d’Italianelle nostre “primarie” e con la quale per undici anni ab-biamo lavorato all’unisono». Un pensiero, infine, è andatoalle sorelle cadute, in patria e all’estero, nell’adempimentodel loro dovere.Significativo anche il discorso dell’ispettrice subentrante. So-rella Dialuce ha parlato di un percorso, quello della sua no-mina, fortemente voluto dal presidente nazionale della CriFrancesco Rocca, e dell’emozione e orgoglio con i qualiandrà a svolgere il suo compito, nel consolidamento dei tra-guardi raggiunti e nel raggiungimento di nuove mete, attra-verso una risposta moderna ed efficace alle richieste della

società, chiedendo a tutte le sorelle responsabilità, apparte-nenza e senso di unità. Un ringraziamento particolare è an-dato al sottosegretario Rossi e al presidente Rocca, con ilquale ha auspicato un rapporto onesto, leale e trasparente.Il presidente della Cri ha definito la giornata come quelladelle emozioni, essendo questo un momento significativoper la storia della Croce rossa italiana.«Grazie all’ispettrice Peretti per i sei anni di collaborazioneintensa e proficua durante i quali ha rappresentato il respirodel Corpo delle infermiere volontarie. Ecco – ha detto ilpresidente – le sorelle ci sono e ci sono sempre. A sorellaDialuce un “in bocca al lupo” per il nuovo importante im-pegno. Nulla è innovato, ma tanto è cambiato nel Corpo».Il sottosegretario Domenico Rossi ha definito le croceros-sine «i nostri angeli custodi» e ha citato le parole dell’ispet-trice Peretti, «troviamo il senso di essere crocerossine,capire cosa significa dare una parte della nostra esistenzaagli altri, dichiarare quel senso di appartenenza alle istitu-zioni che non cessa con il proprio incarico».La nuova ispettrice nazionale del Corpo delle infermierevolontarie della Croce rossa italiana, sorella MonicaDialuce Gambino, ha iniziato subito a lavorare, te-nendo nel pomeriggio il primo Consiglio nazionaledella sua gestione.

Mila Brachetti Peretti e Monica Dialuce Gambino

Francesco Rocca

Domenico Rossi e Monica Dialuce Gambino

L’ammiraglio Binelli con Mila Brachetti Peretti e Monica Dialuce Gambino

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AttUALItà

Il presidente della sezione di Torino,Valter Costamagna, ha chiesto di farealcune precisazioni in merito all’arti-colo pubblicato a mia firma nel nu-mero precedente.Era nel suo diritto poterle richiedere eda parte nostra era doveroso pubblicarle.Ora i nostri elettori hanno inteso le«due campane», anche se non del tuttodiscordanti, e si possono fare un’ideasulla delicata situazione venutasi acreare per colpa del disinteresse (daparte nostra) che si è manifestato nelpassato e che adesso si cerca affannosa-mente di riparare.

A.T.

A livello di principio quanto scrittoda Torre è pienamente condivisibile,mi sento però in dovere di approfon-dire e portare a conoscenza dei lettorila realtà dei fatti, pur senza entrare indettaglio del citato scritto e tantomeno in polemica.È vero, all’Assietta i granatieri oggisono comparse e non protagonisti inqueste celebrazioni, ma solo per colpaloro. Per ritenersi usurpati di qualchecosa, bisogna prima possederla!La Festa dal Piemonte nasce, non acaso, nel 1967 per volontà di alcunepersone appartenenti a gruppi cultu-rali piemontesi che decisero di ritro-varsi ogni anno al colle dell’Assietta laterza domenica di luglio (data coinci-dente o molto prossima al 19) per ri-cordare e recuperare la memoriastorica della battaglia del 19 luglio1747 che segnò i destini del Pie-monte, nonché il senso di apparte-nenza alla tradizione piemontese.Promotori dell’iniziativa furono:don Rinaldo Trappo (cappellano mi-litare degli alpini reduce di Russia),il gen. Guido Amoretti (fondatore ecuratore del museo Pietro Miccanonché dell’omonimo gruppo sto-

rico) e il dott. Franco Badò (presi-dente della sezione Ana Val Susa). Dopo l’iniziale sola santa messa inpiemontese seguita da brevi allocu-zioni, visto il costante aumento dellapartecipazione di pubblico, si deciseprima di collocare una croce in legnoe alcuni pennoni per issare le bandieredegli Stati partecipanti all’evento bel-lico e un altare permanente. Succes-sivamente, si pensò di ristrutturare lafatiscente casa cantoniera del Colle

per avere un punto di supporto logi-stico. A tale progetto parteciparonotredici persone che, con documentate1.220 ore di lavoro volontario, nelleestati 1993 e 1994 rifecero la coper-tura e ricavarono una piccola cucinae alcune stanze attrezzate con postiletto. Era intanto diventata consuetu-dine preparare e servire polenta e sal-ciccia per tutti gli intervenuti, chenegli anni hanno anche superato le2.000 presenze.

La sezione di Torino sull’articolo«protagonisti e comparse»vALteR CoStAMAgnA

Obelisco dell’Assietta

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ottoBRe-DICeMBRe 201410 IL GRANATIERE

AttUALItà

Da quel 1967, dopo un silenzio duratotroppo a lungo, la festa è stata ripropo-sta ininterrottamente e quest’anno,quindi, è giunta alla 47ª edizione.Durante tutto questo tempo e tuttoquesto impegno dove erano i granatieri?Quando nel 2001 venni nominatopresidente della sezione di Torinodella nostra associazione, il primocontatto che pensai di prendere fucon coloro che ogni anno ricordavanoquella battaglia così importante per la

nostra storia. La risposta telefonicache ottenni dall’allora presidente dellafesta fu di questo tenore: «Ah, i gra-natieri, quelli che non si muovono enon fanno mai nulla».Quello stesso anno mi presentai co-munque al colle e i presenti mi chieseroche cosa fosse quel colletto rosso (i no-stri alamari): non li avevano mai visti!Il riscontro l’ho avuto consultando re-centemente l’archivio in mio possessode «Il Granatiere». Sfogliando i gior-

nali di circa quarant’anni, da fineanni ’50 al 2001, con grande stupore,un solo articolo (nel n. 3 del 1991 afirma dell’oggi gen. Antonio Venci)descrive la battaglia e indica la stradaper raggiungere il colle.Mai viene citata la festa (in quell’annogià alla 24ª edizione) e tanto menoqualche rievocazione dell’epico fatto.A partire dalla mia elezione, quale pre-sidente della sezione di Torino dellanostra associazione (2001), la sceltaadottata dal sottoscritto e dalla sezioneè stata di cercare di riappropriarsi diciò che ci spetta con la giusta discre-zione (forse tipicamente piemontese)e quindi rispettando quanto fatto conimpegno e dedizione da altri senza ala-mari al collo ma forse nel cuore.Nell’ultimo decennio i granatieri del-l’associazione sono tornati all’Assiettama, ahimè, tranne per qualche spora-dica gentile e avventurosa apparizioneda altre regioni, quanti partecipano elavorano al colle sono piemontesi equindi parlano piemontese e di conse-guenza non badano anzi apprezzano lacelebrazione della messa in dialetto.Certo, continuare la tradizione di uti-lizzare una lingua sconosciuta a chinon è oriundo e ai granatieri in servi-zio che si sobbarcano a una trasferta dioltre 1.400 chilometri per raggiungercida Roma, può essere considerato unosgarbo. Sono certo però che gli inter-venuti, siano essi graduati di truppa osignori ufficiali tra cui comandanti direggimento e di battaglione (solo percitarne alcuni Meinero, Emiliani, San-tonicola, D’Intino, Siragusa, Caruso),abbiano apprezzato l’entusiastica acco-glienza ricevuta e sopportato di buongrado il dialetto piemontese.Da qualche anno (da quando la nostrapresenza si è istituzionalizzata), la gior-nata è suddivisa in tre diversi momentie siti proprio per dare spazio alle tradi-zioni, alle istituzioni e al divertimento.Questa formula è ormai collaudata e,quando le condizioni meteo lo per-mettono, porta al colle ogni annooltre 2.000 persone: vogliono i grana-

Assietta 20 agosto 1940... Della serie «Vecchi fusti»

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ottoBRe-DICeMBRe 2014 IL GRANATIERE 11

AttUALItà

tieri perdere questa opportunità diessere visibili?È forse meglio ridursi a una autocele-brazione, magari in un’altra impropo-nibile data, con la partecipazione dipochi intimi?Perché invece non si interviene nu-merosi ricordando, a noi e agli altri,che cosa rappresentano quei luoghi

e quella battaglia a seguito dellaquale ci fu concesso di portare ibianchi alamari che sono il nostrovanto e la nostra distinzione?Salire all’Assietta non è facilissimo perla quota, la strada lunga, tortuosa esconnessa, ma i nostri predecessori ar-rivarono lassù per precisi ideali e va-lori non certo per una scampagnata.

Quindi, forza granatieri, interve-niamo numerosi all’Assietta ma nonsolo! Così ci potrà essere ricono-sciuto il ruolo di protagonisti che cispetta!Per quanto mi riguarda, finché leforze me lo permetteranno, il 19 lu-glio di ogni anno io sarò all’Assietta,anche se dovessi rimanere solo!

Il 27 gennaio, giorno della memoria, presso il palazzodella prefettura di Venezia, nel salone di rappresentanza,ho presenziato al conferimento della medaglia d’onore aicittadini italiani, militari e civili deportati e internati neilager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia diguerra. Mio zio Ferruccio, alla veneranda età di centounoanni, è stato decorato grazie al mio interessamento. Lozio, pur essendo alto un metro e novantadue, venne asse-gnato ai sommergibilisti, ahimè, per noi un granatiere inmeno. Non starò qui a raccontare tutta la sua storia, sa-rebbe molto lunga, dico solo che ne ha passate veramentetante e alla fine è riuscito a portare a casa la pelle.Per l’occasione e per fare una sorpresa a mio zio, ho fattointervenire una rappresentanza dell’Associazione marinaid’Italia della sezione di Venezia, e ho indossato la tenutain rappresentanza della specialità dei granatieri.La cerimonia si è svolta alla presenza delle autorità civilie militari, il prefetto di Venezia Cuttaia ha consegnato lemedaglie affiancato dal presidente della provincia di Ve-nezia Zaccariotto, dal vicesindaco Mognato e dal rappre-sentante della comunità ebraica di Venezia.

Inoltre, erano presenti i sindaci di tutti gli insigniti e lafolta delegazione della scuola «G.B. Benedetti» sempre diVenezia. La cerimonia è stata a tratti commovente, comequando la figlia di un deportato ha mostrato al pubblicopresente il berretto che suo padre indossava a Dachau. Iltutto si concludeva con una bella foto di gruppo e le im-mancabili foto di rito.

Ps: Purtroppo il 28 agosto il decorato è deceduto all’età di102 anni.

Medaglia d’onoreMASSIMILIAno SCARpA

Questo appello è rivolto a tutti i granatieri, di qualsiasi categoria e grado, con e senza le stellette

Per poter effettuare il lavoro di trasferimento del mosaico, dalla caserma «Ruffo» al Museo sto-rico dei granatieri, occorre un nostro aiuto concreto. Le circa 20.000 tessere del mosaico, per-tanto, verranno «virtualmente» poste in vendita, come suggerito dai commilitoni Nello Genovesee Walter Piva. Chi le acquisterà in modo simbolico riceverà un simbolico attestato di proprietà.I versamenti di contributo possono essere effettuati

Sull’IBAN: IT37 N076 0103 2000 0003 4577 007 intestato a: Associazione nazionale Granatieri di Sardegnaindicando la causale: MOSAICO

Il costo simbolico delle tessere è di un euro l’una e l’entità del contributo è libera.

Per accellerare la consegna dell’attestato inviare il proprio indirizzo ed il titolo di versamento a:[email protected]

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OTTOBRE-DICEMBRE 201412 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

La foto che pubblichiamo fornitaci da Ernesto Tiraboschi, presidente re-gionale del Lazio, giustifica, ove ce ne fosse ancora bisogno, la decisionedella presidenza nazionale dell’Associazione di non partecipare alla celebra-zione, alla Montagnola, della difesa di Roma nel 1943, perché ormai non èpiù un momento per ricordare le vittime militari o civili, come la volle donPietro Ocelli, ma lo spunto per fare una manifestazione a carattere preva-lentemente politico.Guardate come è stata ridotta la lapide viaria che riporta il nome (omet-tendo, fra l’altro, il grado militare e la qualifica di granatiere) della nostraMovm tenente Luigi Perna!Forse è un brutale e goffo tentativo di cancellare il ricordo dei granatieri.

Ancora sulla Montagnola

L’occasione è importante: decimo anniversario dellascomparsa del gen. padre Chiti; la città scelta ovvia-mente Orvieto; il programma elaborato dal presidenteAngs dell’Umbria gra. Paolo Rossi completo e «allet-tante» prevede, per iniziare, l’alzabandiera nella caserma.Ed è così che in una splendida mattinata autunnale si

sono ritrovati ufficiali, sottufficiali e granatieri nel piazzaledella «Piave». Grandi e calorosi saluti, ma soprattuttosguardi all’insù per cercare le finestre delle camerate dellecompagnie di appartenenza. Si sommano i racconti deitanti episodi del pur breve periodo del Car. Ognuno ri-corda la cerimonia del giuramento, con i familiari presenti

Decimo anniversario della scomparsa di padre ChitiUMBERTO MICCOLI E PAOLO ROSSI

Adunata deipartecipantidavanti alla caserma «Piave»

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sulle tribune; ma anche i momenti difficili dell’addestra-mento. Presente il presidente nazionale, gen. Mario Bu-scemi, che racconta della sua esperienza nel 3° rgt con ilgrado di tenente.Sono convenuti molti presidenti regionali (Ros, Marian,Formicola) e tanti granatieri che hanno voluto provarele emozioni dei vent’anni e rendere omaggio al loro co-mandante santo.La banda del reggimento, decine di colonnelle, baveri,tanto cuore e tanta cordialità. Secondo programma, l’al-zabandiera solenne e sentito; quindi si esce ordinatidalla caserma per raggiungere lo spiazzo antistante, dove

viene scoperta la targa che intitola la piazza al generale-granatiere.Quindi ci si porta nella chiesa dell’Addolorata, dove labanda offre ai convenuti un concerto. Programma inte-ressante: primo brano l’andante religioso (che il 18 feb-braio viene eseguito in Santa Maria degli Angeli inoccasione della messa per il Duca di S. Pietro); secondobrano «Poeta e contadino» di Souppé; quindi la sinfoniadell’opera di Rossini «Italiana in Algeri»; poi, brani scrittidal granatiere Ennio Morricone; quindi, il poutpourri«Canzoni del fante», la marcia d’ordinanza del primo reg-gimento e infine l’inno di Mameli.

OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 13

ATTUALITÀ

Umberto Miccoli (Puglia), Carmine Formicola (Campania),Mario Bovati (Lombardia)A destra: il presidente nazionale e il presidente del consigliocomunale davanti alla targa stradale dedicata a padre Chiti

Il colonnello Raffaele Morello e il presidente Paolo Rossi Il segretario nazionale Torre a colloquio con padre Ubodi

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OTTOBRE-DICEMBRE 201414 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

Concerto nella chiesa dell’Addolorata

Applausi scroscianti e sentiti: non è solo l’effetto dell’at-taccamento alla banda, ma la constatazione del grandeprestigio che hanno dimostrato i componenti della stessa,diretti dal maestro Domenico Morlungo, felice del suc-cesso e ancor più orgoglioso dell’alto grado di preparazioneraggiunto dai suoi ragazzi.Mattinata bella, completa nel programma, emozionanteper quantità di ricordi.Il pomeriggio, dopo un gustoso pasto, i partecipanti sisono trasferiti al convento di San Crispino per l’assem-blea dei soci dell’associazione padre Chiti.Qui si è svoltala presentazione ufficiale del volume Gianfranco Chitigranatiere e Francescano. Il libro è stato presentato dalgen. Mario Buscemi, e successivamente da un inter-vento del gen. Michele Corrado che è stato fra i colla-boratori di padre Chiti. È seguita una relazione del ten.col. Claudio Bencivenga, comandante del II btg. «Cen-

gio», sull’esperienza vissuta nella recente missione dipace in Libano.La santa messa celebrata dai padri Cappuccini ha conclusola giornata presso il convento di San Crispino.Successivamente i granatieri si sono riuniti all’albergo-ri-storante «Gialletti» dove una ghiotta cena è stata allietatadalla musica dal vivo di un duetto specializzato in can-zoni napoletane.La mattina del giorno 23 si è celebrata la messa solenne inDuomo presieduta dal vescovo di Orvieto-Todi, Se rev.maBenedetto Tuzia.Hanno partecipato all’evento sei colonnelle regionali ecirca quindici sezioni rappresentative di tutta l’Italia.Il pranzo sociale finale si è svolto, come da abitudine, alristorante «San Francesco» e alla fine del pranzo i conve-nuti si sono salutati con il consueto spirito costruttivo econ la promessa di incontrarsi quanto prima possibile.

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 15

STORIA

Il 29 marzo 2007 ebbi l’onore di presentare la mia pub-blicazione Monte Cengio. Realtà e leggenda di un campo dibattaglia presso la prestigiosa sede del museo storico deigranatieri di Sardegna a Roma.In quell’occasione conobbi il dottor Nicola Squitieri, ni-pote del ten. Nicola Squitieri, ufficiale dei granatieri cheproprio sul Monte Cengio venne decorato della medagliad’argento al valor militare e che, da poco terminata laguerra, brillante avvocato del Foro di Napoli, andò incon-tro a una morte assurda, dopo averla sfiorata tante voltein battaglia.Nel ricordare ancora con piacere le belle parole di stimache il dottor Squitieri ebbe per la mia pubblicazione,credo gli farà piacere veder riprodotto, sulla rivista del-l’Associazione nazionale granatieri di Sardegna, un docu-mento originale del 1919 sul quale è stata apposta la firmadello zio ufficiale dei granatieri.La guerra era finita, ed erano ormai lontane le difficiligiornate del ripiegamento al Piave, conseguenti allo sfon-damento del fronte a Caporetto ad opera delle armateaustro-tedesche.I comandi italiani avevano istituito degli appositi ufficiche avevano il compito di acquisire a verbale gli interro-gatori degli ufficiali e dei sottufficiali fatti prigionieri eche, una volta tornati in Italia, dovevano chiarire le cir-costanze della loro cattura.Il documento che riportiamo è il verbale di interrogatoriodel sergente Vittorio Bossi, granatiere, fatto prigioniero aUdine il 29 ottobre 1917, in circostanze poco chiare. L’uf-ficiale a cui è affidato l’incarico di «interrogante» è il no-stro ten. Nicola Squitieri e questa la testimonianza resa insua presenza e da lui verbalizzata:Il sergente Bossi, al quale dopo il contraddittorio e confrontocon il granatiere Girardi Pietro gli è stato fatto nuove esor-tazioni di dire la verità, fa la seguente dichiarazione che in-tegralmente si mette a verbale: “Il 25 sera siamo arrivati adUdine, dove siamo stati a tutto il giorno 27. La sera di talegiorno, in seguito ad ordine lasciammo il Comando diTappa, ci recammo ad Orgnano ove si credeva fosse il reggi-mento e dove rimanemmo sino alla mattina del giorno 29,ore 12, quando fummo fatti prigionieri dai Tedeschi. Nonho detto prima la verità per paura di andare incontro a di-spiacere. Fatto, letto e confermato – l’interrogato Bossi Vit-torio – l’Ufficiale Interrogante Nicola Squitieri”.Dopo l’interrogatorio il sergente Bossi Vittorio fa questa nuovadichiarazione che integralmente si mette a verbale:“Dato che nella giornata pioveva ed il gran movimento dellatruppa e il non sapere dove si trovava la Brigata Granatieri

sebbene abbia più volte chiesto ai militari, mi fermai adOrgnano sperando di avere più ampie spiegazioni, mai so-spettando che i Tedeschi giungessero fino ad Orgnano e per-ciò mi fermai in quel paese, ove fummo fatti prigionierisenza accorgerci dell’arrivo dei tedeschi. I tre granatieri liebbi sempre con me per paura che andassero via e ciò provala mia buona volontà e l’intenzione di fare il mio dovere.Fatto letto e confermato – l’interrogato – testimoni – l’Uf-ficiale Interrogante”.Parole semplici, che testimoniano con quali sentimentidi paura e di smarrimento furono vissuti quei terribilimomenti in cui sembrava stesse venendo meno un’interanazione.

Ricordo del ten. Nicola SquitieriPAOLO VOLPATO

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OTTOBRE-DICEMBRE 201416 IL GRANATIERE

STORIA

È vero che il fronte dell’Isonzo crollò velocemente, ma èaltrettanto vero, e spesso ci si dimentica di rimarcarlo, chel’esercito italiano altrettanto velocemente si risollevò e sulPiave, sul Grappa, sull’Altopiano di Asiago seppe, senzaalcun aiuto alleato, arrestare l’impetuosa avanzata dellearmate austro-tedesche, stupendo per la sua volontà di ri-nascita non solo i nemici di tante battaglie, ma gli stessi

comandi inglesi e francesi che già paventavano un arre-tramento sul Mincio.A quasi cent’anni della battaglia del Cengio, in vista dellecommemorazioni ufficiali, sembra quindi doveroso ren-dere testimonianza di un piccolo ricordo di guerra che èanche il ricordo di un valoroso ufficiale dei granatieritroppo presto mancato alla famiglia e all’Italia.

È passato ormai un secolo da quando il sottotenente deigranatieri Giuseppe Sinigaglia, al quale è intitolata la se-zione comasca della nostra associazione, scrisse una paginaepica della storia del canottaggio italiano e mondiale.Giuseppe Sinigaglia, nel 1915, allo scoppio della primaguerra mondiale, prima che la sua classe fosse richiamata,si arruola volontario nel Regio esercito italiano che per lasua alta statura e la imponente prestanza fisica lo assegnaal 2º reggimento dei granatieri di Sardegna.Presto si guadagna il grado di sottotenente e partecipa alleoffensive contro il Monte Sabotino e il Monte Podgora.Il 9 agosto 1916, mentre sta riorganizzando la posizioneCima 4 del Monte San Michele appena conquistata con isuoi uomini, Giuseppe Sinigaglia viene colpito da una mi-tragliata e muore nel pomeriggio del giorno successivo.Prima di arruolarsi il «Sina», così veniva chiamato dagliamici, praticò diversi sport eccellendo soprattutto nel ca-nottaggio, specialità nella quale divenne campione italianoed europeo per diversi anni.Fu però il 4 luglio 1914 che il nostro eroe ottenne il suopiù grande trionfo a Henley-on-Thames, vincendo la pre-stigiosa Diamond’s Sculls, gara di singolo a eliminazionediretta, che poteva essere considerata l’equivalente di unodierno campionato del mondo.Nel 1914 non esistevano ancora le gare di campionatodel mondo di canottaggio, però la competizione dovesi raggruppavano e si raggruppano ancora oggi i mi-gliori interpreti del pianeta, per sfidarsi uno contro unoa eliminazione, era ed è la Diamonds Challenge Sculls,che viene disputata in quattro giorni durante la HenleyRoyal Regatta.La gara contro Colin Stuart del Trinity Hall di Cambridgedurò nove interminabili minuti, ma alla fine, a sventolaresul più alto gradino del podio c’era il tricolore d’Italia alposto della Union Jack.Giuseppe Sinigaglia venne premiato personalmente dallaregina d’Inghilterra Mary di Teck, moglie del re imperatoreGiorgio V del Regno Unito.

Per ricordare questa straordinaria impresa sabato 4 ot-tobre 2014 la «Società Canottieri Lario G. Sinigaglia»ha organizzato una regata riservata a equipaggi di «sin-golo» sul primo bacino del lago di Como dove per anniil Sina ha vogato.

Cento anni dalla vittoria del «Sina»sul TamigiLUCIANO LURAGHI

Giuseppe Sinigaglia

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 17

STORIA

Anche la sezione comasca della nostra associazione ha parte-cipato a questo bel momento di celebrazione del nostro eroemettendo in palio un bellissimo trofeo per premiare laprima donna giunta al traguardo e un «premio speciale»per la prima atleta della Canottieri Lario che ha termi-nato la gara.

Il presidente Piero Baratelli e i granatieri della sezionedi Como hanno così commemorato la figura di questogrande comasco che tanto lustro ha dato alla sua città etanto onore ha garantito alla nostra bandiera, offrendola sua vita per quei valori e quegli ideali che semprehanno ispirato il nostro essere granatieri.

Mostra dedicata a Giuseppe SinigagliaMomento della premiazione effettuata dal presidente Gra. Piero Baratelli, dal Gra. Luciano Luraghi e con la presenzadi un rappresentante della Società Canottieri Lario

Una foto memorabileSILVANA SCANAGATTA

Ho sempre pensato che il segreto per «leggere» unafotografia sia d’intepretarla con il soggetto impresso inmovimento, in uno spazio-tempo in divenire.Del resto la foto non è altro che un blocco d’immagine,lo stop di un evento fissato in modo statico sulla carta.Ebbene, c’è, fra le tante, una fotografia che ritrae papaGiovanni Paolo II nei primi anni di pontificato cheincontra padre Gianfranco Maria Chiti. Siamo nel 1981.I due stanno per salutarsi con lo sguardo e le mani.È uno scatto semplice, un po’ scuro, con i soggetti diprofilo, una foto significativa e nella mia interpretazionepersino dialogante con l’osservatore che la tiene fra le mani.Negli occhi dei due uomini così come nella mimica faccialesi percepisce un’essenza nascosta, come se attraverso le iridi,il papa e il frate percorressero, in una infinitesima frazionedi secondo, un viaggio nei reciproci pensieri.Bravo il fotografo (non so chi sia) ad aver colto l’attimo.Indagando la foto nel suo silenzio statico avverto

l’addensamento di una presenza, (che non è la figuradell’altro frate in mezzo a loro) ma qualcosa diinconfondibile che si svela dai loro volti, l’incontro di dueanime che stanno per toccarsi, che hanno condiviso e vistoe sanno, che hanno sofferto e scelto per volontà superiore.Si disegna nei sorrisi appena accennati la gioia delritrovarsi, sapendo l’uno dell’altro per antiche confidenze;la loro amicizia di uomini consacrati, ciascuno per sceltapersonale, fedeli a un più ampio disegno divino.Paiono dirsi: «Ti rivedo con gioia caro amico. Ti ascolto.Sei qui. Mi sei prezioso. Grazie».Sulla fronte lievemente corrugata di padre Chiti c’èsofferenza e sottomissione a colui che incarna Cristo in terra.Karol va al contatto con la grande mano dell’amico e ledue mani sul medesimo piano prospettico. Si vede che iltocco è imminente.Si scambiano la luce degli occhi e già si percepisce il pensierodel papa che attende di sentire la voce dell’amico mentre

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STORIA

quest’ultimo interpreta la fraternità di Karol col labbropronto al suono.Caritatevole e grande mano quella del frate che siappresta a stringere quella del papa in un gesto teso adafferrare per trattenere l’amico.È una foto straordinariamente eloquente che ci ricordaquando i due si incontravano a Roma di buon mattino

per celebrare insieme sull’altare la prima messa. Questafoto non ha pretesa d’essere uno scatto artistico, ma ilfotografo ha colto un attimo con maestria tanto da far sìche si possa naturalmente leggere nel vissuto e nelpensiero dei soggetti.Una foto che fissa indelebilmente in pochi centimetriquadrati il ricordo di un’apostolica amicizia, oggi santificata.

La Madonna del DonGIANFRANCO ROSIN

Nel novembre 1942, nel paese di Belegorje (Russia),punto più avanzato del fronte del Don, in quell’ambientedi guerra, si inserisce un episodio ricco di umanità e difede che ha per protagonisti alcuni alpini del battaglione«Tirano» e il loro cappellano militare, don Narciso Cro-sara, frate cappuccino.«La Madonna... – mormorano gli alpini – abbiamo tro-vato la Madonna!». Il cappellano li guarda con stupore e

poi comprende, si tratta d’una immagine rinvenuta percaso tra le macerie di un’isba distrutta, un’icona bellissimadi formato grande e di fattura antica e pregevole: La cor-nice originaria di legno dorato è ridotta in pezzi e lasciasupporre che sia stata travolta dalle macerie dell’isba dovequalcuno l’aveva posta in salvo quando la chiesa del paeseera stata profanata. L’icona rappresenta la Vergine Addo-lorata con il cuore trafitto dalle sette spade. Il cuore della

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STORIA

Madonna porta chiare impronte di mani che per moltianni lo hanno devotamente toccato e di labbra che vi sisono posate. Sopra i1 volto della Madonna in greco«Madre del figlio di Dio».Fortunosamente la preziosa icona poté arrivare in Italia.«Portala a mia madre» disse il cappellano a un alpino cherientrava in patria «perché sia custode per tutte le mammeche non vedranno il nostro ritorno».

Con le offerte delle mamme, delle spose e degli orfani chevollero porpetuare la memoria dei loro caduti venne con-fezionata un’artistica cornice sbalzata con dieci tipi di ar-gento e decorazioni in oro e, dopo aver peregrinato in unaoriginale crociata del perdono e della pace in ottanta cittàitaliane, la Madonna del Don nel 1967 ha trovato la si-stemazione definitiva nel santuario dei Padri Cappuccinidi Mestre (VE).

PreghieraO Vergine Addolorata, Madre di Gesù Crocefisso, ti suppli-chiamo di ascoltare la nostra fiduciosa preghiera.O Madre, che un giorno provasti il pianto, guarda ai nostriaffanni, ai mali che ci affliggono, alle lotte che ci dividono eall’egoismo che ci rende insensibili al dolore dei fratelli.O Vergine Santa, ottieni il perdono ai nostri peccati, donala gioia agli afflitti e la costanza nella fede a chi è nellatentazione.Dissipa l’odio, perché torni la concordia tra le nazioni e laserenità nelle famiglie.Fa’ che tutti gli uomini si incontrino sotto la croce del tuoFiglio, per ascoltare le parole: «Amatevi come io vi hoamato».

1942: il tenente Chiti sul fronte del Don

Immagine dellaMadonna del Don

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OTTOBRE-DICEMBRE 201420 IL GRANATIERE

STORIA

Nicola NiscoFu allievo della scuola militare Nun-ziatella di Napoli, tra il 1912 e il 1915. Nominato sottotenente e assegnato al1º reggimento «Granatieri di Sarde-gna» (6ª compagnia, III battaglione),fu inviato sul fronte italiano nel corsodella prima guerra mondiale.Con il proprio reparto, comandato dalgenerale Giuseppe Pennella, fu al cen-tro dell’immenso sforzo di difesa e poidi attacco operato dal Regio Esercito inrisposta alla Strafexpedition austriaca.La zona di operazioni della brigata«Granatieri di Sardegna» fu compresatra Monte Cengio, Monte Belmonte(zona dove venne posizionato il co-mando), Cesuna e Magna Boschi. Inappoggio alla brigata venne inoltremandato in zona un battaglione dicomplementi del 1º reggimento.I primi e violentissimi scontri del 30maggio, tra cui l’assalto dato dal IIIbattaglione del 2º reggimento controil forte di Punta Corbin a Malga del

Nicola Nisco

Costo; e quello sul fronte TreschèConca-Cesuna, provocarono graviperdite nelle file italiane.Il giorno dopo fu segnato da un ten-tativo di imboscata austriaca nell’av-vallamento tra Monte Barco e MonteCengio, e dall’accerchiamento del bat-taglione «Anfossi».Ricevuti ordini tassativi di mantenerela posizione (non si retrocede di un passo,si muore sul posto), sebbene circondato,Nicola Nisco continuò a incitare i pro-

pri granatieri e rimase ucciso mentre,in piedi, sparava contro il nemico.A ricordo delle eroiche gesta dei gra-natieri di Sardegna, nel 1953 sulmonte Cengio è stata posta una la-pide, il cui testo è:Qui, attuando il comando sublimedella resistenza ad ogni costo, i Gra-natieri di Sardegna fecero rifulgerele virtù degli avi e le gloriose tradi-zioni del corpo.24 maggio-3 giugno 1916

Lapide posta sul monte Cengio nel 1953

Un uomo che rispose al senso del doverePAOLO SANTINI

«I carabinieri bussarono alla porta di casa e chiesero dimio zio Armando. Era un giorno di maggio del 1943».Esordisce così Graziano Buscioni, che all’epoca aveva seianni, raccontandoci la storia di un padre affettuoso chetroppo presto lasciò la sua famiglia per rispondere alsenso del dovere.Il padre di Graziano si chiamava Averardo Buscioni, abi-tava da sempre a Spicchio di Vinci (Firenze), lavoravacome operaio alla fornace, «ai fornacini», come diconoancora qui, la fabbrica di mattoni sull’Arno che in queglianni a cavallo fra le due guerre stava conoscendo il mo-mento di massima espansione.Averardo, classe 1907, figlio di Alfredo e di Amelia Re-nucci, in realtà il servizio militare lo aveva svolto al rag-giungimento dei canonici 21 anni, dal febbraio del 1927al settembre 1928. Alto, di bell’aspetto, naturalmente ele-gante, lo avevano chiamato a far parte di un corpo presti-

gioso, i granatieri di Sardegna, nel primo reggimento aRoma. E lui aveva risposto assolvendo «con fedeltà edonore» alle funzioni assegnategli, così come si legge dalfoglio matricolare gelosamente conservato in copia dal fi-glio Graziano insieme a tanti altri documenti. La vita per Averardo scorreva fra il duro lavoro e la fami-glia, e nel 1937 arrivò anche il matrimonio con l’amataIrene Giacomelli. Ma il destino per il granatiere di Spic-chio aveva riservato anche tante brutte sorprese. Il 22 lu-glio 1937 nacque il figlio Graziano, ma subito la giovanemadre venne ricoverata per le complicanze del parto contaglio cesareo; dopo una settimana di agonia morì al-l’ospedale San Giuseppe di Empoli, lasciando un maritoda poco sposato e un figlio di pochi giorni.«La famiglia – racconta Graziano Buscioni oggi – è stataper me un’ancora di salvezza, straordinaria. Non avendoconosciuto mia madre, sono cresciuto con i miei zii e i

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STORIA

miei nonni». Averardo lavora, e si dedica a quel figlio pic-colo con tutta l’anima e il cuore.«Ricordo che mio padre – continua Graziano – mi avevacostruito una scatola di terracotta, con il tappo e con tantepalline dello stesso materiale; erano i miei giochi». Nel 1940nel mese di ottobre Averardo, giovane vedovo ormai da al-cuni anni, si risposa e convola a nozze con Palmira Profeti.L’Italia è ormai in guerra da alcuni mesi, e nubi minac-ciose si addensano sulla testa degli italiani. E della fami-glia di Averardo. Inaspettata, nel gennaio del 1943, arriva la cartolina di ri-chiamo alle armi anche per lui, pur trentaseienne. Il do-vere chiama, il granatiere risponde, e si presenta al primoreggimento granatieri a Roma il 9 febbraio del 1943. Intanti tentarono di convincere Averardo a disertare la chia-mata alle armi, ma nell’ uomo onesto e giusto qual eraprevalse il senso del dovere e dell’onore. Con la morte nelcuore lascia la moglie e un figlio di sei anni, che ancoraoggi va orgoglioso della scelta del padre: «fece quello chedoveva fare, era un uomo che rispettava la legge e le re-gole». E Averardo scrive a casa e agli amici. Grazianoquelle lettere le conserva tutte, e dalla lettura affiorano gliaffetti, le amicizie, la commozione, la fede. «Coraggioamico, il giorno in cui tu tornerai a casa verrà anche perte, stai tranquillo che anche i tuoi e soprattutto tua mo-glie, si sono rassegnati e ora pregano per la tua salute eper quella di chi veglia ai confini della Patria», gli scrivenel marzo del 1943 l’amico Daneo Salvadori. Poi le letteredei familiari. «Pensa, a casa tu hai moglie e un figlio, enon si sa se ce n’è un altro per la strada. Io sono molto di-sperata. E se la Madonna mi desse di essere incinta, misalvi e mi dia forza e coraggio», scrive la moglie Palmirapreannunciando fra le lacrime ad Averardo ai primi dimarzo del 1943 la notizia dell’attesa di un figlio. «Par-liamo di una cosa e dell’altra con il bambino (Graziano,ndr), e scherziamo, ma poi mi sento mancare il fiato eserrare la gola e devo tacere per un po’. Il mio pensiero seitutto te e questa creatura che mi hai lasciato fra le brac-cia e uno nel mio seno, e metto le mie mani sulla testadi Graziano e vi penso tutti».Ma i carabinieri bussarono alla porta, era il 9 di maggio1943. E bussarono per dare una triste notizia. Il corposenza vita del granatiere di Sardegna Averardo Buscionidel primo reggimento terza compagnia fucilieri era statoritrovato sulle spiagge liguri, lido di Chiavari. Qualcunodoveva recarsi lassù per il riconoscimento. «Partirono intre, mio zio Armando – ricorda commosso Graziano – edue amici di mio padre, Remo Corti e Renato Marcacci.Mi ricordo bene il picchetto d’onore dei granatieri al fu-nerale di mio padre a Spicchio. Era il 16 luglio 1943.C’era tantissima gente, e mi portarono a deporre un fioresulla sepoltura». Fu l’ultimo saluto.

Ne parlarono anche i giornali, con articoli celebrativi di que-sto tenore: «Nell’adempimento del suo dovere di soldato unaltro figlio della nostra terra ha offerto la vita alla Patria: ilgranatiere Averardo Buscioni, nato a Vinci il 15 marzo 1907residente in frazione di Picchio. Il Buscioni, attivo e volen-teroso operaio, era conosciuto e stimato per le sue ottimequalità e per il suo carattere buono e generoso. Richiamatoor sono tre mesi, il camerata Buscioni partiva sereno e lietodi dare il suo modesto contributo all’Italia in armi. Il destinoha troncato ora l’esistenza del granatiere Buscioni, nel mo-mento in cui, imbarcato su di una nave, doveva raggiungere

Averardo Buscioni con gli alamari

Cartolina diretta ad Averardo

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STORIA

un nuovo posto di destinazione, a seguito di azione di si-luramento. Nei momenti in cui le spoglie di questo ca-duto tornano alla terra natale s’inchinano reverenti ivessilli della Patria, mentre tutto il popolo rivolge un pen-siero di deferente omaggio e di riconoscenza imperituraalla memoria del granatiere Averardo Buscioni, rinno-vando il giuramento di fede e di volontà per il raggiungi-mento della mèta vittoriosa. Granatiere Averardo Buscioni:Presente!».Averardo faceva parte di un contingente di granatieri «dasbarco», imbarcato sulla nave «Francesco Crispi», un mer-cantile civile riadattato per trasporto truppe. La nave avevalasciato Livorno il 18 aprile 1943, diretta in Corsica, dovei granatieri, insieme a reparti di artiglieria e del genio,avrebbero rafforzato le postazioni italiane su Bastia. Arri-vati al largo dell’isola d’Elba, a 18 miglia da Punta Nera,un sommergibile inglese, il «Saracen», era in agguato.Del convoglio, formato dalla «Crispi» con circa 1.300 uo-mini a bordo, dalla nave trasporto «Rossini», da alcunenavi ausiliarie e scortato dal cacciatorpediniere «GiuseppeLa Masa», fu colpita la «Crispi». Tre micidiali siluri bri-tannici andati a segno fecero scomparire negli abissi di unmare profondo 534 granatieri e 409 militari di altre armi.Pochi si salvarono. Anche la corsa di Averardo era finita.Lui sapeva nuotare, da buono spicchiese nato sull’Arno,ma fu inutile: era stato colpito mortalmente alla testa, contutta probabilità da un elemento metallico, durante l’af-fondamento del piroscafo. Lo racconterà alla famiglia uncommilitone sopravvissuto presente ai funerali. Ma il 10ottobre 1943 nacque una bambina che non avrebbe maiconosciuto suo padre: la chiamarono Averarda, era la figliadel granatiere di Spicchio. La speranza aveva vinto ancorauna volta sulla morte.Oggi Graziano, l’allora bambino di sei anni, con fra lemani quei pochi effetti personali – il portafogli con le fotodei familiari – rinvenuti sul cadavere del padre appena re-stituito dal mare e riconsegnati alla famiglia, ci raccontala storia di un uomo giusto che in quel febbraio del 1943scelse, nonostante tutto, la via del dovere. E mantennealto l’onore dei granatieri di Sardegna al prezzo della vita.

Cartolina diretta ad Averardo

HMS «Saracen», il sommergibilemaledettoIl sommergibile britannico HMS «Saracen», apparte-nente alla classe S, (sigla P247), varato il 16 febbraio1942, nella sua prima missione di guerra, al largo delleisole Fær Øer il 3 agosto dello stesso anno aveva af-fondato il sommergibile tedesco U 335. Il «Saracen» di-verrà per questo famoso. Aveva un dislocamento di 990tonnellate, era lungo 65,9 metri e un equipaggio di 48uomini con 6-7 lanciasiluri e un cannone da 102/40. Il9 novembre 1942 aveva affondato in Sicilia al largo diCapo San Vito il sommergibile italiano «Granito». Nel-l’aprile del 1943 incrociava nel mar Ligure, intercet-tando i convogli italiani. Il 19 aprile 1943 affondò la navepasseggeri adibita a trasporto truppe Francesco Crispial largo dell’isola d’Elba, il 22 aprile al largo di Pianosaaffondò il piroscafo «Tagliamento», il 6 luglio fu la voltadel «Tripoli», presso l’isola di Capraia. La maledettacorsa del «Saracen finì il 14 agosto del 1943 propriodavanti a Bastia, in quel mare dove aveva imperversatoper mesi. Le corvette italiane «Minerva» ed «Euterpe»lo avevano intercettato e danneggiato con bombe diprofondità. Fu così che il comandante, il tenente di va-scello Michael Geoffrey Rawson Lumby ordinò l’emer-sione e dopo alcune ore l’autoaffondamento, dopo averportato in salvo 46 uomini dell’equipaggio. P.S.

Secondogenito di quattordici fratelli,Floriano Forestan venne richiamatoalle armi nel settembre del 1916 e as-segnato al 1° reggimento «Granatieridi Sardegna».

Il fratello primogenito Luigi, capo-rale dei granatieri n. 3106, era «ca-duto sul campo» il 3 giugno 1916 aquota 1.152 di Cesuna, sull’Alti-piano di Asiago, nell’ambito della

famosa battaglia del Cengio, a 7-10chilometri dal «Salto dei Grana-tieri», in Val Magnaboschi: cercavacon la sua squadra di contenere l’as-salto dei bosniaci austro-ungarici

Floriano ForestanDa tenente dei granatieri a padre missionario in CinaDON GIANNI FORESTAN (NIPOTE DEI DUE EROICI GRANATIERI)

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nel bosco tra il Monte Zovetto e ilMonte Busibollo.Meritò la prestigiosa medaglia d’ar-gento con seguente motivazione:«Costante, mirabile esempio di fer-mezza e coraggio, durante un com-battimento svoltosi in circostanzegravi e difficili, calmo e sereno, inco-raggiò i Granatieri alla resistenza e nediresse il fuoco. Attaccato da vicino,si slanciò per primo e, con impareg-giabile ardimento, alla baionetta, con-tro un gruppo di nemici che stavanoper sopraffarlo, ma, investito dai colpidi una mitragliatrice e colpito daarma bianca, lasciò gloriosamente lavita sul campo».

Floriano era partito per il fronte colgrado di sottotenente nel maggiodell’anno seguente e il 15 luglio 1917venne ferito sul Carso. Nel suo diariodi guerra si legge, tra l’altro, comevisse il disastro di Caporetto:

27-10-’17Giunge come un fulmine la notiziadella nostra ritirata. Si nutrono spe-ranze, che crollano poi a contatto conla dura e crudele realtà.

28-10-’17Al mattino alle cinque l’attendente michiama in fretta in caserma. Si pariesotto la pioggia per non si sa dove. Sullastrada di Casarsa si vede il disordinedella ritirata. Autocarri, carrette, cavalli,

soldati di tutti i corpi dell’esercito sporchi,sfiniti, spauriti, taciturni, come se unacontinua minaccia gravasse sul loro capo.La sera, tutti bagnati, si giunge neibaraccamenti al di là del Ponte dellaDelizia.

30-10-’17, martedìContinua a piovere. Verso mezzogiornocominciano le fucilate tra i nostriavamposti e pattuglioni nemici chehanno il sopravvento. Sulla strada sivede un grande andirivieni, ma non si

sa se siano i nostri od i loro. Ad untratto arriva l’ordine di ripararsi allespalle, poi di ritirarsi. Si scappa. Lepallottole fischiano vicine. Guadagnol’argine e tutto affannato, raggiungo ilponte dì legno. dove si fermano gli ar-mati di fucile; prendo il fucile e prose-guo con loro per S. Vito, racimolandoper strada venti Granatieri. Vi arrivostanco, affamato e tutto infangato. Allaspicciolata raggiungo i colleghi. Cheabbattimento!

31-10-’17, mercoledìSi parte in perfetto ordine, alla «Grana-tiera». Si marcia fino all’una di notte...

2-11-’17, venerdìSi parte alle 7 per Oderzo... I Grana-tieri destano l’ammirazione in tutti perl’ordine con cui marciano in mezzo aquella confusione di militari sbandati.

4-11-’17, domenicaFesta dei Granatieri per la presa diMola di Gaeta. La mattina mi reco inchiesa, lontana due chilometri, mi con-fesso e ricevo Gesù. Che sollievo! Quanta forza nell’animoaffranto! In mezzo a tante angustie, tri-bolazioni e pericoli sono tranquillo econtento, dono della Fede bella, im-mortale, benefica!A mezzogiorno, a mensa, c’è il maiale,che si è cambiato col vitello condotto

Il caporale Luigi Forestan

Il tenente Floriano Forestan

Il tenenente Forestan e i membri del Pime

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STORIA

dal campo di battaglia, ed un po’ diallegria, che scompare quando entra ilMaggiore e, tutto serio, ci annunciache la sera ci dobbiamo portare alla di-fesa del Ponte al Piave per proteggerela ritirata della IIIa Armata. Alla sera, sorveglio tre posti di corri-spondenza lungo il ponte. Siamo inquattro gatti: che desolazione! (L’esecu-zione dell’ordine di proteggere la IIIaArmata è costato l’annientamento diun’intera Divisione di Cavalleria, no-vemila uomini, la Pozzuolo del Friuli).

5-11-’17Assisto alla sfilata della IIIa Armata.C’è un ordine che consola.

1-11-’17Arriva il ‘99. Poveri ragazzi! Cercheròdi far loro del bene.

Terminata la guerra, nel settembre1918, Floriano fu trasferito in Tri-politania e nell’aprile del 1919venne rimpatriato con il grado ditenente.Per il suo eroismo sui campi di bat-taglia, fu decorato con la croce almerito di guerra. Nel maggio del1920 scelse di dedicare il resto dellasua vita al Pontificio istituto mis-sioni estere (Pime), frequentò il se-minario nell’istituto di Roma, venneordinato sacerdote il 6 agosto 1923,partì per Weihweifu, distretto diT’ung-luo, in Cina, il 17 novembre1928 e rimpatriò miracolosamentefra mille pericoli il 2 aprile 1948,dopo circa venti anni di servizio damissionario.Don Floriano Forestan

Dal 6 ottobre 2014, la Rai sta ricordando agli italiani che sono già trascorsinovanta lunghi anni da quando, in quel lontano 6 ottobre 1924, sono iniziatele trasmissioni radiofoniche in Italia.Poiché io ero granatiere radiofonista, in forza alla compagnia comando del IIbattaglione, ricordo che nel periodo del corso di formazione si andava a eser-citarsi a Passo Corese (seconda metà del 1957), poi nell’estate 1958 al Campoaddestrativo di Vastogirardi (Campobasso). Durante le manovre, oltre a ef-fettuare i collegamenti a tutte le compagnie che componevano il battaglione,comandato dal maggiore Gaetano Rizzuto, i collegamenti avvenivano anchecon il l’aereo ricognitore, della neonata «Aviazione Leggera dell’Esercito».Poiché sono di Bologna, la città di Guglielmo Marconi, sono particolarmente le-gato alla radio e con orgoglio mi sono permesso di ricordare quanto ho descritto.

Inizio delle trasmissioni radio in italiaGIORGIO SELLERI

Vastogirardi, giugno 1958, il granatiere Giorgio Selleri in azione

Roma, dicembre 1957, granatieri radiofonisti. Da sinistra Selleri, Lontani, Pelliccioni

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LETTERE AL DIRETTORE

Egregio direttore,vorrei innanzitutto ringraziare il gra-natiere Nello Genovese per l’interesseche ha dimostrato nei confronti delmosaico; è una conferma che chi in-dossa gli Alamari, con o senza stellette,trova anche nei «simboli» l’orgoglio diuna «specialità senza tempo». Per que-sto motivo, colgo l’occasione per ras-sicurare che si sta facendo di tutto perricollocare il Granatiere del nostro sot-totenente Lino Lipinsky de Orlov làdove gli spetta, là dov’era.Credo opportuno in tale sede ricordareche il mosaico fu iniziato in una caldaestate del 1937 e inaugurato appenacinque mesi dopo alla presenza dellemassime autorità del tempo. Fu in se-guito posto all’interno della caserma«Umberto I» e da allora divenne fontedi ispirazione e di incitamento per igiovani granatieri. Negli anni che se-guirono il secondo conflitto mondiale,fu deturpato da colpi d’arma da fuocoed è anche per tale motivo che chi vivegli Alamari, oggi come ieri, guarda a

lui con immutato orgoglio e rispettocome a un vecchio compagno d’armi.Dal 1982 si impone possente all’in-terno della caserma «Ruffo», dove futrasportato per essere memento pertutti i granatieri, e dove ancora oggiviene custodito dai granatieri del re-parto comando e supporti tattici.Negli ultimi mesi il comando brigatacon il supporto di tutti i granatieri, inservizio e non, ha, come dicevo, datoordine prioritario alla movimentazionedel mosaico procedendo, in prima bat-tuta, all’individuazione del nuovo sitoche si spera possa essere il museo sto-rico dei granatieri. La carenza di fondie alcune incombenze burocratiche nonhanno comunque condizionato la va-lutazione delle numerose opzioni al-l’esame. In tal senso non posso cheringraziare il granatiere Walter Piva, econ lui tutti i granatieri non più in ser-vizio, per la sua eccellente e significa-tiva proposta.Il Granatiere è quindi una priorità pernoi tutti: per i Bianchi alamari di ieri,

di oggi e di domani; esattamente comenella sua posa plastica, dove nellamano destra protratta all’indietrostringe la granata che è il simbolo delpassato della specialità, con la mano si-nistra il fucile ben saldo a tutela dellapatria e delle libere istituzioni garantitedai granatieri in servizio, e infine losguardo rivolto verso il futuro per ar-rivare ai prossimi quattrocento annidella specialità.

GEN. MAURIZIO RICCÒ

Rarissima foto ritrovata al museo. Rappresenta il modello «vivente» usatodall’artista per realizzare il disegno del mosaico

Condivido pienamente l’insegnamento da trarre da questa bellissima storia che hai voluto condividere con tutti i lettori.Purtroppo, per la meschinità umana e per non leciti interessi quasi sempre di natura politica connessi con la perpetuazionedello «stato di guerra», l’esempio della signora austriaca non viene da tutti recepito.

IL DIRETTORE

Caro direttore,sono iniziate negli ultimi mesi le celebrazioni del centenario della prima guerra mondiale.Al di là dell’enorme messe di convegni, cerimonie, pubblicazioni e quant’altro che ci accompagneranno da qui al 2018(e per noi granatieri, considerando l’epopea di Fiume, sino al 2019), ti propongo una mia piccola esperienza personaleche lascio a te giudicare se degna di pubblicazione sulla nostra rivista.Alcuni anni addietro mi trovavo a trascorrere con la mia famiglia le ferie estive nel bellissimo Tirolo austriaco. Scegliendosu una guida turistica e volendo immergerci nella natura, avevamo scelto di soggiornare alcuni giorni durante il nostrotour in una fattoria che metteva alcune camere a disposizione dei turisti. Una volta arrivati, fummo accolti con la squisitagentilezza asburgica dalla proprietaria. Espletate le formalità di registrazione, la signora ci accompagnò nelle nostrecamere. Tutto era perfetto, ordinato e pulitissimo. Salendo le scale, vidi alla parete un magnifico ritratto fotografico in-corniciato di un fiero Jager austriaco di inizio Novecento e chiesi alla signora se fosse un parente. Lei ebbe un attimo diincertezza, poi – guardando il mio cappello con la dicitura GRANATIERI che portavo ben calcato in testa – mi disse«Ja... era mio papà, caduto sul Monte Cengio in combattimento coi granatieri italiani».Grande fu il mio imbarazzo, ma la signora, sorridendo e con gli occhi lucidi, subito mi abbracciò, dicendomi: «Nessunproblema, è la Storia... oggi pace!».Conservo nel cuore questo ricordo in questi giorni di celebrazioni: quello è lo spirito che deve accompagnarci comeitaliani e come europei, il saper trarre insegnamento dal passato per vivere insieme dicendo «mai più».

GRA. PIER ANDREA FERRO PRESIDENTE CENTRO REGIONALE PIEMONTE ANGS

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LETTERE AL DIRETTORE

Egregio signor direttore,innanzitutto desidero esprimerle i miei complimenti per la rivista che dirige, che trovo straordinaria. Mi chiamoPaolo Santini, abito a Vinci (FI), mi occupo professionalmente di ricerche storiche e unisco alla pubblicazione di vo-lumi, prevalentemente di storia locale, un’intensa attività pubblicistica su varie riviste e quotidiani a fini divulgativi.Nei giorni scorsi, effettuando una serie di ricerche su alcuni militari caduti nell’affondamento della Nave Crispi il 19aprile del 1943, ho raccolto una testimonianza a mio avviso straordinariamente intatta relativa ad un Granatiere diSardegna, padre di un conoscente; l’ho intervistato, e ne è venuta fuori una storia che merita di essere raccontata epubblicata. Le scrivo per sottoporre la storia alla sua attenzione, in modo che possiate valutare la possibilità di pub-blicarla sulla vostra rivista. Sarebbe un grande onore. La misura dell’articolo può ovviamente essere aggiustata, anchese ho cercato di riportare l’essenziale della testimonianza raccolta. Naturalmente ho molto materiale fotografato. Atitolo esemplificativo le allego anche alcune foto, rinominate con le didascalie relative. Ovviamente ho inserito deititoli puramente indicativi.Nel ringraziarla anticipatamente per l’attenzione, in attesa di eventuali riscontri, le porgo i miei più cordiali saluti.

PAOLO SANTINI

Egregio dottore,

Lei ha fatto un ottimo lavoro per «rinverdire» il ricordo dei nostri sfortunati «Granatieri da sbarco» e dell’affondamentodel piroscafo «Crispi» che tanto costò all’Italia in termini di giovani vite tragicamente spezzate.Troverà il suo articolo nella rubrica «Storia» di questa rivista.

IL DIRETTORE

Egregio presidente,sono il granatiere Filippo Benvegnù, iscritto alla piccola,ma fiera, sezione di Piove di Sacco (PD).La volevo informare che recentemente mi sono interessatoper ottenere la croce commemorativa a seguito della miapartecipazione alla missione «Vespri siciliani».Ci sono riuscito finalmente con non poche difficoltà, in-fatti ho dovuto fare diverse telefonate e ricerche pressovari uffici militari per ottenere chiarezza in merito allapredisposizione della documentazione necessaria.Sarebbe molto utile che l’associazione desse un po’ di ri-salto al decreto ministeriale che le allego, attraverso il sitointernet, i social network (facebook, twitter ecc.) e i pre-sidenti di sezione. Penso che ci siano molti granatieri che non conoscono lacosa, ma riceverebbero volentieri un riconoscimento delgenere per il servizio prestato.Sarebbe un buon motivo per aggiungere eventuali nuoviiscritti o ritrovarne qualcuno perso.

Un granatieresco saluto.FILIPPO BENVEGNÙ

Grazie, caro Bevegnù, per quanto sei riuscito a fare e perl’informazione che intendi dare ai tuoi commilitoni. Con-sidera che anche nella presidenza nazionale si era all’oscurodella possibilità di avere il riconoscimento.Eccoti accontentato.

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 27

LETTERE AL DIRETTORE

O F F E R T E P E R I L G I O R N A L E N R . 4 / 1 4

€ 500,00 Ufficiali del 23° Corso A.U.C.

€ 200,00 Sigg. Brunello CACCAMO e Annamaria CONTI (in memoria del papà Gra. Gen. Michele Mario Caccamo)

€ 50,00 Sezione di VERONA (Bridget Lance, in memoria di suo marito James Rawlings)

€ 20,00 Sezione di VERONA (in memoria del Gra. Giuseppe Girelli)

€ 30,00 Sezione di VERONA (da parte del Gra. Aldo Coletta)

€ 30,00 Sezione di LEGNANO (in memoria del Dott. Carlo Pollinini, marito della Signora Beatrice Venegoni)

€ 15,00 Sezione di LENDINARA (in memoria del Gra. Carlo Poli)

€ 10,00 Gra. Riccardo TORRESAN

€ 20,00 Sezione di ROMA

€ 30,00 Sezione di VICENZA

F O N D O D I S O L I D A R I E T À

€ 145,00 Sezione di MEOLO

€ 20,00 Sezione di VIGNOLA

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oTToBrE-dicEMBrE 201428 IL GRANATIERE

LETTi PEr Voi

Scritto da quattro valentissimi Cappuccini, con una pre-sentazione del gen. Michele Corrado, il libro si articolain quattro capitoli: «La personalità di Gianfranco Chiti»di Giancarlo Fiorini; «L’uomo di Dio» di Ubaldo Terri-noni; «Dagli scritti» di Flavio Ubodi; «Le opere e i giorni»di Rinaldo Cordovani.Racconta, avvalendosi di una copiosa ed esaustiva docu-mentazione, la storia di un uomo che a vent’anni ha co-nosciuto l’orrore della seconda guerra mondiale prima sulfronte croato-albanese e poi in Russia. Dopo pericoli senza numero e diverse ferite, in Italia haconosciuto l’umiliazione della prigionia nei campi diconcentramento.Per trent’anni ha ricoperto ruoli delicati di comando in Italiae all’estero, nell’ambito dell’esercito italiano, soprattuttonella formazione delle giovani leve militari.Integerrimo e scrupoloso nei suoi doveri, sapeva coniugarecomprensione e rigore, vicinanza affettiva ai soldati e ri-spetto delle norme, lealtà e obbedienza agli ordini ricevuti,quando non in contrasto con la sua coscienza.Congedato con il grado di generale di brigata, è entratonell’Ordine dei frati cappuccini. Ha svolto un molteplice, intenso apostolato soprattuttonella città di Orvieto, pur restando molto legato ai «suoigranatieri di Sardegna». Ha lasciato in tutti il ricordo inde-lebile di un uomo generoso e dinamico, sereno e trasparente,

sempre fedele ai principi umani e cristiani che apertamenteprofessava. Chi fosse interessato all’acquisto del libro potràrivolgersi al Convento S. Crispino di Orvieto o alla casaeditrice Borgia, via di Monteverde 28-38, 00152 Roma,tel. 06-536557, email: [email protected]

Editrice Borgiapp. 255 costo 15 €

Gianfranco Chiti granatiere e francescanoa cura di Gianfranco fiorini

UN AMICO

“Il mio amico non e ritornato dal campo di battaglia, Signore. Chiedo l’autorizzazione di andare a cercarlo” disseun Soldato al suo Tenente.

“Autorizzazione negata”, risponde l’Ufficiale, “non voglio che rischi la tua vita per un uomo che probabilmente emorto”.

Il Soldato incurante del divieto, va, ed un’ora dopo ritorna all’accampamento, mortalmente ferito, con il cadaveredel suo Amico.

L’Ufficiale era furioso: “Te lo avevo detto che era morto. Dimmi, valeva la pena andare fin la per ritornare con un cadavere”?

Il Soldato moribondo, rispose: “Certo che si, Signore! Quando l’ho trovato era ancora vivo ed ha potuto dirmi: “erosicuro che saresti venuto”.

“Un Amico e colui che arriva quando tutti se ne sono andati”.Gen. Gianfranco Chiti

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BREVI E LIETE

Il gen. Aldo Coletta, socio della sezione di Verona, ha festeggiato, lo scorso 21agosto, il 65esimo di matrimonio con la sua Liliana. La «scintilla» tra i duescoccò, in riva all’Adige, nel giugno 1945, quando il sottotenente Aldo, appenafinita la guerra e fresco di accademia, approdò in Verona, inquadrato nel batta-glione granatieri del gruppo di combattimento «Friuli». Un amore, il loro, saldo fino ai nostri giorni (lo scrivente può attestarlo) e, se sipuò, reso ancora più forte nell’affrontare assieme gli inevitabili imprevisti del-l’età. Ai due coniugi le più vive felicitazioni di tutta la comunità granatieresca.

65 anni di matrimonioper i coniugi ColettaROBERTO PELLEGRINI

Il giornopiù lungo dei coniugi De MarchiGIANFRANCO ROSIN

Gli sposi assieme ai figli Luca e Nicoletta

Inizia domenica 19 ottobre il giorno più lungo del no-stro granatiere (Cm) Gustavo De Marchi e della gentileconsorte, signora Renata. È infatti la giornata memora-bile delle loro nozze d’oro... 50 anni di felice vita coniu-gale allietata dalla nascita di due figli, Luca e Nicoletta.Dopo aver ricevuto e salutato parenti e amici presso laloro abitazione e offerto loro un lauto rinfresco, si sonoavviati verso il santuario dei frati cappuccini di Mestre(VE), ove da molti anni è custodita la Madonna del Don(v/d Storia).Alle 11,30 ha avuto inizio la santa messa solenne chedopo 50 anni ha riconsacrate davanti a Dio la passionee la fedeltà degli sposi con il rito dello scambio delle fedinuziali. La grande emozione del momento ha bloccatosulle labbra la parola alla sposa che, lacrime agli occhi,non è riuscita a dare lettura della formula consueta delcerimoniale.Dopo la messa e il rinnovato patto di fedeltà, come diconsuetudine i «novelli» sposi hanno intrattenuto pa-renti e amici a pranzo in un noto ristorante della zonaove, in grande allegria, si è festeggiato l’importante tra-guardo; per noi è stato anche il momento di esprimereil nostro augurio più sentito e portare il saluto e l’augu-rio del nostro presidente nazionale Mario Buscemi.

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OTTOBRE-DICEMBRE 201430 IL GRANATIERE

BREVI E LIETE

I figli, le nipotine, parenti e amici abbracciano il granatiere Gio-vanni Vettorato e Cesarina Podetti nella festa del loro 50° annodi matrimonio, augurando loro che la fortuna e la salute li accom-pagnino ancora per tanti anni.La ricorrenza è stata festeggiata il 4 novembre.Ci uniamo ai voti augurali dei familiari esprimendo le nostre con-gratulazioni vivissime.

Una coppia inossidabile

Il presidente della sezione granatieridi Sardegna di Zero Branco, RiccardoTorresan, e la moglie, la gentile si-gnora Gabriella Schiavinato, il 26 set-tembre hanno festeggiato, attorniatidai figli con le rispettive famiglie, il50° anniversario di matrimonio. I quattro nipoti Jessica, Claudio, Larae Irene, in particolare, augurano a no-stro mezzo ai nonni ancora una lungae felice vita insieme.Ai felici «sposini» vadano i nostripiù sinceri e sentiti voti augurali.

Nozze d’oro a Zero Branco

Rosario Pagnotta, presidente della sezione di Cogollodel Cengio, e la sua gentile signora Vally mostrano, coni volti pieni di gioia e di soddisfazione, le nuove nipo-tine: le gemelline Angelica e Aurora.

Nonni felici

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ALAMARI CON LE STELLETTE

Il comando delle forze operative terrestri italiane (Comfoter)ROBERTO PELLEGRINI

È il comando alle cui dipendenze si trovano tutte le unitàe i supporti dell’esercito con compiti operativi, in tale ot-tica gestisce sia l’addestramento che le attività delle forzeterrestri italiane.Esso dipende direttamente dal capo di Stato maggiore del-l’esercito.È stato costituito il 1° ottobre 1997, inizialmente abbinatoal comando forze terrestri alleate del sud Europa (Ftase) e,successivamente, svincolato dal comando Nato.Il comandante esercita la sua autorità sui reparti dipendentiattraverso comandi subalterni.Oggi, dal Comfoter dipendono: i comandi 1° e 2° delleforze difesa (Fod), il primo con sede a Vittorio Veneto e ilsecondo, da cui dipende la brigata «Granatieri», a San Gior-gio a Cremano; il comando aviazione esercito (Aves); il co-mando truppe alpine; il comando del corpo d’armata Natodi rapido spiegamento; il comando trasmissioni e informa-zioni e il comando supporti. In totale, circa tre quarti del-l’esercito italiano.Ha sede nello storico palazzo Carli, nel cuore di Verona,già residenza del maresciallo Radeztky al tempo del domi-

nio asburgico in Veneto. A suo supporto ci sono un repartocomando, con sede nella caserma «Dalla Bona», uno Statomaggiore e un centro operativo nella caserma «Rossani».

Palazzo Carli sede Comfoter

I granatieri sfilano per gli Champs-ÉlyséesTEN. F. (G.) RS LUIGI IENCO

A completamento dell’articolo sullo stesso argomento, apparsonel numero precedente, pubblichiamo la dettagliata descrizionedel tenente Ienco.Come ogni anno, a Parigi, una delle più belle città delmondo, scrigno di arte e di storia, si è celebrata la festa na-zionale del 14 luglio per ricordare la presa della Bastiglia.Oltre ai militari francesi, altre 70 delegazioni nazionalihanno partecipato alla tradizionale parata che ha avutoluogo sulla celebre avenue des Champs-Élysées.Parigi quest’anno ha commemorato anche il centenario del-l’inizio della prima guerra mondiale e per questo motivo ilpresidente François Hollande ha invitato tutti i rappresen-tanti dei paesi che, a qualunque titolo, hanno partecipatoalla grande guerra.A sfilare tra l’Arco di trionfo e place de la Concorde, in rap-presentanza dell’Italia, c’erano i granatieri del 1° reggimento.La delegazione italiana era composta di un ufficiale alfiere,il tenente Luigi Ienco (due medaglie d’oro ai campionatiitaliani di karate – esercito), e i due marescialli di scorta

Roberto Vecchio e Alfredo Militano. I granatieri indossa-vano, come in tutte le grandi occasioni a cui prendonoparte, accoglienza di capi di Stato e tutte le altre attivitàdi alta rappresentanza, la grande uniforme di rappresen-tanza (Gur) i cui alamari sono le mostreggiature più an-tiche delle forze armate italiane.A rendere ancora più speciale e solenne l’evento per i no-stri militari, nella tribuna presidenziale c’era anche il mi-nistro della Difesa, Roberta Pinotti, in rappresentanza delgoverno italiano.I nostri granatieri hanno avuto anche un incontro ufficialecon l’ambasciatore d’Italia in Francia, Giandomenico Ma-gliano, il quale ha espresso orgoglio per la partecipazionedei granatieri alla celebre cerimonia.Anche in questa occasione i granatieri hanno saputo di-mostrare di meritare il rispetto e il titolo di reparto d’éliteper quanto concerne l’alta rappresentanza, riscuotendo ilplauso delle superiori autorità ed elevando ulteriormentei fasti della Specialità.

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OTTOBRE-DICEMBRE 201432 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

Cambio di comandanti al 1° reggimentoAl 1° reggimento «Granatieri di Sardegna», nel giro di pochi giorni, sono cam-biati, per normale avvicendamento, i comandanti del I battaglione e quello delreggimento.Il 7 settembre, infatti, al tenente colonnello Pier Giorgio Giordano è suben-trato nel comando del I battaglione il tenente colonnello Federico Lattanzio.Il ten. col. f. (G.) t. Issmi, Federico Lattanzio proviene dal 174° corso acca-demia militare; l’ultimo ente in cui ha prestato servizio è stato l’ufficio adde-stramento del III reparto dello Sme dove rivestiva il grado di generale diufficiale addetto.Il ten. col. Giordano, che ha lasciato il comando del 1° battaglione del 1° reg-gimento «Granatieri di Sardegna», attualmente presta servizio presso lo Smd– II reparto – centro interforze di formazione intelligence / Ge – ufficio studicon l’incarico di capo ufficio.Alla cerimonia del cambio, presieduta dal comandante di reggimento, colon-nello Caruso, era presente un folto pubblico. Particolarmente numerosa larappresentanza dell’associazione in quanto il nuovo comandante di battaglioneè figlio del generale Antonio Lattanzio, molto vicino al sodalizio.

La rappresentanza associativa Il nuovo comandante con la mamma e il papà

Il 12 settembre, sempre nella piazza d’armi della caserma«Gandin», si è svolta la cerimonia del cambio del coman-dante del reggimento «Granatieri di Sardegna».Al col. Claudio Caruso, attualmente a disposizione delcomando della brigata, è subentrato il col. f. (G.) t. IssmiRaffaele Morello che proviene dal 169° corso accademiamilitare ed era capo sezione dell’ufficio impiego ufficialidello Sme.Nella sua allocuzione di saluto il generale Maurizio Riccòha elogiato il colonnello Giordano per il brillante com-portamento del reggimento nell’operazione di pace in Li-bano e ha augurato al subentrante, colonnello Morello,ogni possibile successo nel solco tracciato dalla più chetrisecolare storia dei granatieri.

I due comandanti nel momento delloscambio di consegne

Il passaggio di consegne

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ALAMARI CON LE STELLETTE

La folta rappresentanza dell’associa-zione era guidata dal presidente nazio-nale, generale Mario Buscemi.Per Roma capitale era presente il gon-falone decorato di medaglia d’oro alvalor militare per il comportamentodella città durante la Repubblica ro-mana del 1849, accompagnato dall’on.Maria Gemma Azuni in rappresen-tanza del sindaco.

Il medagliere nazionale dell’Angs

Il passaggio della bandiera dicombattimento

Il palco delle autorità

Trofeo «A. Gandin»Nell’ambito delle selezioni per la competizione deno-minata «Trofeo Capo di Sme», si è svolta, martedì 16settembre, la premiazione del Trofeo «A. Gandin»presso il piazzale dell’alzabandiera dell’omonima ca-serma sede del comando brigata e del 1o reggimento«Granatieri di Sardegna».Alla presenza del generale Maurizio Riccò – coman-dante la brigata, dei rappresentanti delle associazionid’arma: gen. Nicola Canarile – presidente onorariodella sezione di Roma dell’associazione nazionale «Gra-natieri di Sardegna», accompagnato dal dott. MaurizioGrillo e dal col. Pasquale Velardi – rappresentante dellasezione di Roma dell’associazione nazionale dell’armadi cavalleria, accompagnato dal luogotenente GiovanniScoglia, è stato premiato il plotone vincitore. Il generale Canarile dell’Angs consegna alcuni premi

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La brigata «Granatieri di Sardegna»all’udienza papaleApplausi per l’esibizione della banda deigranatieri e della fanfara di Montebello

Il 24 settembre una rappresentanza della brigata «Grana-tieri di Sardegna» ha partecipato in piazza San Pietro al-l’udienza di sua santità papa Francesco.La folla presente ha tributato applausi scroscianti all’esibi-zione della banda dei granatieri e della fanfara di Monte-

bello, che hanno suonato musiche e inni particolarmenteapprezzati dai fedeli.Al termine dell’udienza e dopo la benedizione ricevutadagli intervenuti, il generale Maurizio Riccò, comandantedella brigata, invitato a salire sull’altare dal pontefice, ha

La competizione, articolata su quattro prove di abilità gin-niche-addestrative, nella fattispecie il lancio della bombaa mano, i tiri con armi portatili, il campo d’addestra-mento ginnico sportivo militare (Cagsm) e la marcia za-vorrata, ha visto primeggiare il plotone fornito dal repartocomando e supporti tattici.I componenti del team vincitore hanno ricevuto in pre-mio dal comandante della brigata, accompagnato dai rap-presentanti delle associazioni d’arma, la statuina delGranatiere del 1848.Nell’occasione, il generale Riccò ha detto: «Lo spirito cheha animato la competizione fra i reparti della brigata, im-prontato alla massima lealtà sportiva ed impegno che sem-pre contraddistingue il nostro modo di vivere, sarà messoin campo anche nel Trofeo Capo di Sme di prossimo svol-gimento nel mese di ottobre dove i nostri affronteranno imigliori reparti della forza armata».La «Gandin» ha visto ancora una volta schierati uomini edonne della brigata che hanno applaudito indistintamentetutte le squadre partecipanti alla competizione.

Particolare apprezzamento è stato espresso dagli interve-nuti per la vicinanza che le associazioni d’arma manife-stano in ogni iniziativa, cerimonia e ricorrenza che vedeprotagonista il personale della brigata, a testimonianzadi un legame indissolubile tra le vecchie e le nuove gene-razioni di soldati. Il rapporto collaborativo e solidale conla «grande famiglia» dei granatieri fa sì che la tradizionee la storia delle unità della brigata siano ancor oggi il no-stro orgoglio.La Granatieri è continuamente impegnata in operazioniin teatri esteri e nazionali e attraverso il confronto conaltri eserciti e specialità trova la sua crescita nell’imple-mentazione delle capacità professionali e umane, che solocon l’addestramento e le esperienze condivise in un climacameratesco possono trovare piena maturazione. Negli ul-timi tempi, pur in una condizione di disagio sociale do-vuto alla crisi economica e di valori, si nota una costantee crescente considerazione da parte «dell’uomo dellastrada» nei confronti del nostro operato, che evidente-mente non passa inosservato; iniziative come quella volutadal comandante della brigata stimolano, in un clima diemulazione, a non cullarsi sugli allori e servire la patriacon slancio e rinnovato vigore verso nuove sfide.

I granatieri premiati

Il generale Riccò premia i granatieri

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ALAMARI CON LE STELLETTE

consegnato in dono a sua santità la statuina del Granatieredel 1848 e una cospicua questua raccolta dal personaledella brigata.In tale occasione è stato confermato il forte legame cheunisce la casa pontificia alla specialità dell’esercito ita-

liano più antica d’Italia con sede nella capitale. La brigata«Granatieri», infatti, ogni anno partecipa alla benedizioneUrbi et Orbi nei periodi natalizi e pasquali ed è chiamata,come da tradizione, a rendere gli onori a ogni proclama-zione di Pontefice.

Il caporal maggiore scelto Francesca Macali, effettivo allacompagnia Cstl-Ita Jfhq del reparto comando e supportitattici della «Granatieri di Sardegna», nel corso dei cam-pionati italiani assoluti di tiro a segno a 300 metri, haconquistato la medaglia d’argento nella gara di «Arma li-bera 3 posizioni» (Al3p) con il punteggio di 559/600 e lamedaglia d’oro nella gara di «Arma libera a terra» (Alt)con il punteggio di 587/600, conquistando il titolo dicampionessa italiana nella specialità.La nostra atleta ha avuto la meglio sulla qualificatissimaconcorrenza, che ha visto peraltro andare sul podio anchela collega del centro sportivo olimpico dell’esercito Bar-bara Alviti, bronzo in entrambe le specialità.Francesca Macali, che ha un primato personale nell’Altdi 596/600, è atleta della nazionale italiana di tiro a segnoa 300 metri dal 2010 e ha partecipato con la maglia az-zurra a molteplici competizioni nazionali e internazio-nali, tra le quali i campionati del mondo del 2010, quellieuropei del 2011, oltre alle medaglie in coppa Europanel 2010 e 2012.Il risultato del c.le magg. sc. Macali ha dato cosi lustro allaforza armata e a tutta la brigata «Granatieri di Sardegna».

Tiro a segno: oro e argento a una granatiera

Francesca Macali(al centro) e le altre atlete classificate

La nostra campionessa al tiro

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L’8 ottobre è iniziata l’esercitazione denominata «EagleJoker 14» alla quale partecipa, in sinergia con altri PostiComando/Response Cells, il comando brigata «Granatieridi Sardegna» sotto la guida del gen. b. Maurizio Riccò.L’esercitazione è articolata su più fronti e interessa le ca-serme di Solbiate Olona e Lecce, l’area addestrativa diTorre Veneri (LE), la base aerea di Poggio Renatico (FE)e l’aeroporto militare di Brindisi.La Eagle Joker 14 fa parte della più ampia esercitazioneinterforze «Joint Eagle 14» che comprende la «VirtualFlag 14», esercitazione parallela che coinvolge l’aeronau-tica militare presso il sopracitato comando operazioniaeree di Poggio Renatico.

Lo scacchiere è composto da più di 1.600 uomini appar-tenenti alle 15 nazioni che formano il comando Nato

Rapid Deployable Corps-Italy (Nrdc-Ita) supportati dapiù di 270 mezzi, 165 container, 2 navi e 4 aerei.Lo scopo dell’addestramento è quello di permettere alNrdc-Ita, che è uno dei sette headquarters di corpo d’ar-mata a dispiegamento rapido della Nato, di acquisire lapiena capacità operativa ad essere impiegato come quar-tier generale interforze con il compito di coordinare letask force alle sue dipendenze (Jtfhq), di svilupparne lecapacità e di essere valutato nella gestione della manovra.Trattandosi di una esercitazione «in bianco», ovveroun’attività addestrativa che non prevede l’uso dellearmi, viene posto l’accento sulla cyber defence, adde-strando i comandi a prevenire e rispondere adeguata-mente a eventuali attacchi informatici, nonché sullacapacità di coordinare le varie componenti della mano-

Esercitazione «Eagle Joker 14»

Il generale Riccò dà disposizioni

La foto degli ospiti, fra i quali si può riconoscereil presidente Calderola

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ALAMARI CON LE STELLETTE

vra, principalmente quella di terra (land heavy) con quellaaerea e navale.Secondo il generale di corpo d’armata Giorgio Battisti, co-mandante del Nrdc-Ita, «questo genere di esercitazioniserve ad acquisire una mentalità più aperta verso le grandiorganizzazioni internazionali e ad avere una visione piùampia dei contesti e delle crisi nelle quali l’opzione militarediventi l’ultima ad essere presa in considerazione».Mantenere un elevato grado di efficienza ed interopera-bilità tra le forze armate italiane e quelle degli altri paesidell’Alleanza atlantica è la caratteristica peculiare di que-sto tipo di esercitazioni e la brigata «Granatieri di Sarde-gna», reduce dal gravoso impegno in territorio libanesesotto l’egida dell’Onu, è chiamata a fornire una Response

cells di livello inferiore «Lower Control», composta da16 persone dislocate principalmente nella caserma«Nacci» di Lecce dove sarà dislocata anche la Direzionedell’esercitazione.I granatieri dai bianchi alamari non possono far altro cheinterpretare al meglio lo scenario in questione dandoampia dimostrazione della loro professionalità, della ca-pacità organizzativa e di condotta in uno scenario opera-tivo a connotazione «joint». Il gen. Mario Buscemi, invitato all’inizio dell’esercita-zione e impossibilitato a partecipare, ha delegato a rap-presentarlo il presidente del centro regionale Puglia,Giuseppe Calderola. L’esercitazione ha avuto termine il 17 ottobre.

Il 12 ottobre scorso si è svolta a Madrid la tradizionalefesta nazionale spagnola, per ricordare il giorno in cui Cri-stoforo Colombo ha scoperto l’America.Quest’anno l’invito è stato esteso anche ai rappresentantidegli eserciti dell’Unione europea, e in particolare a quelliche si affacciano sul Mar Mediterraneo.

Per quello italiano ha sfilato innanzi al palco allestito inpiazza Colón a Madrid per la famiglia reale, una rappre-sentanza del 1° reggimento granatieri di Sardegna. In particolare, il gruppo bandiera costituito dall’alfiereten. Filippo Barone, dall’aiutante maggiore, cap. GiuseppeBerardi e dalla scorta composta dei mar. ord. Giuseppe

Il 1° granatieri a MadridTEN. FILIPPO BARONE

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ALAMARI CON LE STELLETTE

De Leonardis e Agostino Sasso, ha sfilato per le vie dellacittà, con la consueta marzialità, indossando la grandeuniforme di rappresentanza (Gur) con colbacco e gra-nata in primo piano, mostrando anche il peso delle no-stre antiche e consolidate tradizioni.La parata ha suscitato, nonostante un cielo nuvoloso, incre-dibile emozione e gioia tra il numeroso pubblico accorso.A conclusione di una magnifica giornata, che ha fattosentire più vicina un’Europa rimasta ancora per moltiuna mera espressione geografica, il passaggio delleFrecce tricolori ha suggellato la vicinanza e lo spirito dicollaborazione verso una casa comune europea, da sem-pre valori della nostra nazione. I presenti e i rappresen-tanti del reggimento hanno poi fatto rientro al Corpo

entusiasti, con ancora presenti nel cuore e negli occhi,i colori della nostra bandiera, impressi nel cielo iberico.

Giovedì 16 ottobre, alla caserma «Gandin» è stata inau-gurata la nuova lavanderia a gettone presso quel che era illocale calzoleria, ristrutturato per l’occasione.Il nuovo servizio offerto rientra nel piano delle iniziativevolte a migliorare il benessere del personale militare.

Il locale, situato a piano terra della palazzina n. 19 cheospita il comando del 1° reggimento, è inserito in un’areadove sono collocate le strutture che forniscono i principaliservizi quali la sartoria e la barberia.La cerimonia d’inaugurazione, svolta alla presenza del co-lonnello Mario Ventrone – vicecomandante la brigata edel col. Raffaele Morello – comandante il 1° reggimento«Granatieri di Sardegna» e del titolare dell’esercizio, harappresentato un momento di condivisione delle esigenzedi vita quotidiana.Il servizio di lavanderia, impiantato con macchinari di ul-tima generazione e di immediata lettura, promette grandeefficienza e facilità d’uso, rendendo ancora più agevole lavita di coloro che alloggiano in caserma

Inaugurazione della lavanderiaalla caserma «Gandin»

Il colonnello Ventrone, il titolare della lavanderiae il colonnello Morello

I macchinari impiantati

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 39

ALAMARI CON LE STELLETTE

Nel periodo 20-24 ottobre 2014 una delegazione dellaBosnia Erzegovina, composta da tre ufficiali è stata in vi-sita in Italia per effettuare un’ispezione Csbm (Confidenceand Security Building Measures) ad area specificata, comeprevisto dal documento di Vienna 2011.In particolare, il giorno 23, la delegazione, accompagnatada un team di ispettori del centro interforze per la verificadegli armamenti (Civa) e del 2° comando delle forze di

difesa, è stata in visita presso la brigata «Granatieri di Sar-degna», dove ha partecipato ai briefing esplicativi del trat-tato presentati dalla grande unità elementare e da altricomandi della area romana.L’attività della delegazione, che ha riportato un esito posi-tivo, si è conclusa con la visita della struttura e del bastioneCarlo Emanuele II e un momento conviviale offerto agliospiti dal gen. Maurizio Riccò, comandante la brigata.

Visita della delegazione bosniacaNel periodo 20-24 ottobre una delegazione della BosniaErzegovina, composta da tre ufficiali è stata in visita in Ita-lia per effettuare un’ispezione Csbm (Confidence and Se-curity Building Measures) ad area specificata, comeprevisto dal documento di Vienna 2011.In particolare, il giorno 23, la delegazione, accompagnatada un team di ispettori del centro interforze per la verificadegli armamenti (Civa) e del 2° comando delle forze di di-

fesa, è stata in visita presso la brigata «Granatieri di Sarde-gna», dove ha partecipato ai briefing esplicativi del trattatopresentati dalla grande unità elementare e da altri comandidella area romana.L’attività della delegazione, che ha riportato un esito posi-tivo, si è conclusa con la visita della struttura e del bastioneCarlo Emanuele II e un momento conviviale offerto agliospiti dal gen. Maurizio Riccò, comandante la brigata.

I tre ufficiali bosniaci Foto di gruppo con visitatori

Visita dell’ordinario militareMartedì 28 ottobre, presso la caserma «Gandin», si èsvolta la visita di Se monsignore Santo Marcianò, arci-vescovo ordinario militare per l’Italia.L’alto prelato, invitato dal gen. Maurizio Riccò, coman-dante la brigata «Granatieri di Sardegna», ha officiato lasanta messa presso la cappella della caserma, concele-brata con il nostro cappellano, padre Pier Luca Bancale.Hanno presenziato alla funzione, oltre ai comandanti

dei reggimenti dipendenti, accompagnati dai rispettivisottufficiali di corpo e dalle rappresentanze di personaledelle varie categorie, il presidente dell’associazione na-zionale granatieri di Sardegna (Angs) gen. Ca MarioBuscemi, il gen. Ca Michele Corrado e il gen. D. An-tonello Falconi, presidente della sezione di Roma. Du-rante la cerimonia sono stati eseguiti brani delrepertorio liturgico dalla banda musicale del 1° reggi-

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ALAMARI CON LE STELLETTE

mento granatieri diretta dal maestro primo mar. lgt.Domenico Morlungo. La visita, come ricordato dal gen. Riccò che al terminedella funzione ha preso la parola, ha rappresentato «unmomento di incontro e di riflessione per la brigata tuttache, impegnata in molteplici attività, spesso non ha que-ste opportunità».I generali Buscemi e Corrado hanno colto l’occasione del-l’incontro per donare a monsignor Marcianò il libro supadre Gianfranco Chiti di recente realizzazione dal titoloGianfranco Chiti granatiere e francescano. Al termine della santa messa, l’ordinario militare ha bene-detto la bandiera di guerra del 1° «Morello».La visita si è conclusa con un momento conviviale pressola struttura del bastione Carlo Emanuele II alla quale hannopartecipato le rappresentanze di tutti gli intervenuti.

Il generale Buscemi dona il libro su padre ChitiIl generale Riccò riceve l’ordinario militare

L’ordinario militare si accinge a celebrare la santa messa accompagnato da don Bancale

La storia dell’esercito nelle uniformi in mostra a SpoletoLo scorso 31 ottobre è stata inaugu-rata, alla presenza del sindaco di Spo-leto Fabrizio Caldarelli e del generaleMaurizio Riccò, comandante la bri-gata «Granatieri di Sardegna», una

mostra di uniformi storiche presso laprestigiosa sede del comune cittadino.L’iniziativa vede esposte principal-mente le uniformi dei granatieri dalleorigini nel lontano 1659 fino ai giorninostri passando per tutte le principalitappe militari e storiche preunitarie,unitarie e repubblicane affiancate percompletezza espositiva e documentaledalle più rilevanti uniformi di altrespecialità dell’esercito.La mostra, insieme a una esposizionefilatelica con relativo annullo postale,è stata voluta per celebrare tre diverse

ricorrenze, la commemorazione deiCaduti, il centenario della primaguerra mondiale e la giornata del-l’unità nazionale ovvero festa delleforze armate. La realizzazione della mostra è frutto diuna più che decennale collaborazionetra le autorità civili della città e il 1° reg-gimento «Granatieri di Sardegna» cheha fornito le uniformi e ha provvedutoall’allestimento oltre che il supportoper il controllo e la guida all’internodell’evento per non parlare dell’attivitàdi coordinamento svolta dall’associa-

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ALAMARI CON LE STELLETTE

zione culturale «I cento comuni» gui-data dal presidente Manrico Profili.La manifestazione, in essere fino al 6novembre, si svolge lungo un percorsoall’interno delle sale dello Spagna, deiDuchi e della cappella di San Ponzianodell’ex Monte di Pietà che, grazie allaloro suggestiva e oggettiva bellezza,danno ulteriore lustro a questo eventoche sin dalle prime ore ha registrato un

afflusso considerevole ben oltre leaspettative degli stessi organizzatori.Tra l’altro, per espressa volontà del sin-daco, sono state previste visite guidatea favore di tutte le scolaresche del co-mune come ulteriore opportunità perrinvigorire quel legame tra la cittadi-nanza e l’esercito italiano rappresen-tato sul territorio dal 2° battaglionegranatieri «Cengio».

La Compagnia di supportotattico e logistico (Cstl)CAPITANO ANTONELLA MERLO

Non spaventatevi per le troppe definizioni in inglese. L’arti-colo ci presenta un reparto di recente costituzione che portai granatieri con le loro pluricentenarie tradizioni ad affron-tare, a pieno titolo, un nuovo tipo di impiego militare adalto livello operativo.

La compagnia, inquadrata all’interno del reparto co-mando e supporti tattici della brigata meccanizzata «Gra-natieri di Sardegna», è l’unità che lo Stato maggioreesercito (Sme) ha individuato nel 2008 per supportare ilJoint Force Headquarters italiano (Ita-Jfhq).Dal punto di vista dell’impiego operativo, la citata unitàè alle dirette dipendenze dell’Italian Joint Force Head-quarters (ITA JFHQ) di stanza presso il comando opera-tivo di vertice interforze di Centocelle (Jfhq), rendendorapidamente dispiegabile il comando per missioni di di-versa tipologia.La sua funzione è di fornire un supporto logistico (in ter-mini di uomini, mezzi e materiali) in grado di soddisfaretutte le esigenze di cui un comando interforze impegnatoin operazioni necessita.In particolare si contraddistingue per le seguenti tipologiedi impiego: real life, disaster relief e small skill operations.L’impiego real life fornisce i servizi base al comando ope-rativo, dalla costruzione del posto comando alla fornituradei servizi di vettovagliamento, in pratica tutto ciò cheserve per «vivere, muovere e combattere».In caso di disastri naturali (disaster relief), il comando e lacompagnia forniscono, invece, assistenza e supporto allepopolazioni colpite, come nel caso del terremoto che hadistrutto l’Aquila nel 2009 oppure dopo il sisma che hainteressato Haiti nel 2010 partecipando all’operazione«White Crane» nonché intervenendo all’«Operazione Yo-landa» in occasione del tifone che ha distrutto parte delleFilippine nel 2013.

Particolare importanza ricoprono le small skill operationsnell’evacuazione di connazionali dai teatri di crisi, comedalla Costa d’Avorio nel 2010 e dalla Libia nel 2011 enegli ultimi mesi di quest’anno.Dal 2010, a seguito di specifiche disposizioni da partedello Stato maggiore esercito, la Cstl fornisce lo stessotipo di supporto al comando per le operazioni delle forzespeciali (Cofs) e dal 2011 ha acquisito peculiari capacitàdi comando e controllo mediante l’impiego del Deplo-yable Communication Module (Dcm) in seno all’Euro-pean Battle Group.La Cstl si presenta, quindi, come un’unità nuova, che sicontraddistingue per la velocità d’impiego e rapida dislo-cazione in tutte le aree di crisi presenti nel mondo.

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ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Il 30 marzo presso il comune di Barbania in provincia diTorino, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione di uncippo commemorativo in onore dei Caduti senza crocedi tutte le guerre. Giovani di tutte le armi che hanno datola vita per la patria e non hanno avuto l’onore di unadegna sepoltura.

Alla cerimonia hanno partecipato numerose bandiere,gagliardetti, autorità civili e militari. Erano presenti nu-merosi sindaci, l’onorevole Francesca Bonomo, il vicepre-sidente nazionale dell’Opera Caduti senza croce cav. SilvioSelvatici, gli alpini con i vessilli di Torino, di Ivrea, dellaVal Seriana, della Val Chisone, della Val Susa, della ValD’Aosta; i paracadutisti, i marinai, i carabinieri e natural-mente i nostri granatieri con il presidente della sezione diPinerolo Claudio Gariglio, il sindaco di Barbania Gio-vanni Drovetti, granatiere del 7° contingente 1977 del IIbattaglione «Cengio» e la colonnella di Torino, portatadal nostro commilitone Enrico Tenivella.Di seguito un brano del discorso pronunciato dal sindacodi Barbania appartenente alla sezione di Pinerolo: «Si pos-sono immaginare le sofferenze di una madre che da temponon riceve un cartolina dal fronte, che vede il ritorno deiprimi soldati che non hanno notizie del proprio figlio.Madri che moriranno nell’attesa di un ritorno che non cisarà mai. Molte di quelle madri non avranno nemmenola soddisfazione di piangere sul corpo dei figli dispersi trai tanti nelle montagne, negli abissi del mare, sconosciuto

fra tanti sconosciuti. Così giorno dopo giorno il dolore si-lenzioso, dignitoso diventa una dura realtà senza più spe-ranza di rivedere il proprio figlio. Ma nonostante tutto sideve ricominciare, si deve ricostruire, si devono seppellirei morti e guardare al futuro senza dimenticare per imparareche dalla guerra può nascere solo odio e che l’odio produce

odio. Si torna alla vita di ogni giornoma ancora una volta con i segni e lecicatrici nell’anima che rimangono persempre, che non si scorderanno mai.Questi morti questi soldati che hannodato la vita per la patria e che spessonon hanno conosciuto una degna se-poltura sono qui oggi con noi e a lorova la nostra infinita riconoscenza. Aloro che hanno fatto le basi del paesee del tempo che viviamo va la nostrapreghiera e l’impegno a non sciuparequello che hanno fatto per noi. Dalloro esempio impariamo ad amare lapace, a costruire la pace; a rifiutare laviolenza e la guerra».Naturalmente la nostra partecipa-zione non è passata inosservata ma,

come sempre, abbiamo portato con onore le nostre co-lonnelle ricevendo i sinceri complimenti da parte ditutti i partecipanti.

30 MARZO 2014

Inaugurazione del cippo inonore dei Caduti senza croceG.D.

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 43

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I granatieri della sezione di Pinerolo hanno celebrato lafesta annuale il 18 maggio 2014. Quest’anno l’ormai con-sueta festa, nata nel 2010, ha assunto un significato parti-colarmente importante. Trattandosi della quinta edizione,il direttivo sezionale ha condotto un’efficace campagnad’immagine sul territorio, diffondendo un elegante dé-pliant con l’annuncio delle manifestazioni del 18 maggio,

ma anche con note storiche sulla specialità granatieri, unabella presentazione del presidente sezionale Claudio Gari-glio, il cordiale saluto del sindaco Adriano Miglio agli attesipartecipanti, l’elogio alla filarmonica «Vivaldi» chiamata arallegrare la festa, il repertorio degli sponsor commerciali.Certamente una bella novità in questa ricorrenza è statoil gemellaggio con la sezione carabinieri in congedo di Pi-nerolo, che celebrava lo stesso giorno il suo 90° anniver-sario di fondazione. Così, davanti al grandiosomonumento ai Caduti si presentava un bellissimo incro-cio di alamari, fianco a fianco schierate tutte le sezionidei granatieri del Piemonte, le sezioni dei carabinieri incongedo, tutte le associazioni d’arma pinerolesi, gli ospitiinvitati speciali della gendarmeria di Briançon e i paraca-dutisti di Gap e un numeroso pubblico.Hanno presenziato il col. gra. Massimo Siragusa, il pre-sidente regionale Pier Andrea Ferro, il comandante dellacompagnia carabinieri di Pinerolo, capitano AlbertoTulli; il sindaco Eugenio Butiero e il sindaco di OsascoAdriano Miglio.Momento molto emozionante la deposizione della coronaal monumento ai Caduti, seguito dalla perfetta sfilata deigranatieri e degli altri corpi fino alla cattedrale per lamessa solenne, officiata dal parroco don Luigi Moine.Dopo i solenni momenti celebrativi, tutti i convenuti sisono ritrovati a Osasco presso Villa Ninfea, per l’aperitivoe il pranzo in allegria. Alle 16,30 le vibranti note dellaMarcia dei pifferi, bravamente eseguita dalla Filarmonica

5� a festa dei granatieri pinerolesiANGELO MASPERONE

I partecipanti al termine della messa solenne

Onore ai caduti

18 MAGGIO 2014

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OTTOBRE-DICEMBRE 201444 IL GRANATIERE

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candiolese del maestro Fabio Banchio, richiamano i grana-tieri agli eventi pomeridiani. Rapidamente ci si dispone inordine di marcia (l’addestramento d’un tempo è rimastonel sangue), parte la colonna col giusto passo granatierescoverso lo stupendo castello di Osasco per il concerto, ospitidella nobile famiglia Cacherano di Osasco.La Filarmonica esegue magistralmente musiche classichee moderne, e come degno finale la Marcia dei pifferi el’Inno di Mameli. Claudio Gariglio, a nome della sezione,dona alla gentile signora Balbis Laura Cacherano un vo-lume sui 350 anni di vita dei granatieri, ricordando i rap-porti storici di questa famiglia con i granatieri: il gen.Giovan Battista Cacherano fu comandante del campo del-l’Assietta nella battaglia del 1747; il conte Giuseppe Ot-tavio Cacherano di Osasco della Rocca fu colonnellocomandante del reggimento Guardie a Torino nel 1760.Le ricerche storiche continuano! Dono del libro alla signora Cacherano

Granatieri al sacrario del Monte BaldoANDREA ADAMI

L’Angs di Verona ha presenziato, lo scorso 15 giugno, allacelebrazione organizzata dall’associazione nazionale com-battenti e reduci (Ancr) al sacrario del Monte Baldo, peronorare i caduti della prima e seconda guerra mondiale.Il sacrario si trova sulla strada Graziani in località Peagne, alconfine tra i comuni di Ferrara di Monte Baldo e Caprino.Fu edificato in quella posizione perché costeggia la stradaGraziani, voluta e creata nel primo conflitto mondiale dal-l’omonimo generale per trasportare munizioni e riforni-menti dalla Val d’Adige al Baldo, e perché adiacente allalocalità «Busa dei morti», così chiamata dal fatto che lì ven-nero sepolti i caduti della battaglia del 18 giugno del 1848.Il sacrario è stato creato nel 1982 da un’idea dall’Ancr di Ve-rona con la collaborazione di tutti i comuni della provincia.Appare su un pendio panoramico con 98 lapidi, ognunadelle quali riporta il nome di un comune del veronese.Il tempo minaccioso con nere nuvole che avvolgevano ilmonte non ha scoraggiato i partecipanti, affluiti in grannumero.Erano presenti, oltre ai pochi reduci ormai rimasti, i parentidei caduti, e i rappresentanti delle 150 sezioni Ancr dellaprovincia di Verona.Sul luogo, oltre alla colonnella granatieresca, le insegne dimolte associazioni d’arma, giunte anche da fuori provincia,per un totale di più di quattromila persone. Ad assistere alla cerimonia, il comandante dell’85° Rav di

Verona, colonnello Gianfranco Francescon, accompa-gnato da una rappresentanza di ufficiali e sottoufficialidell’unità, l’assessore Massimo Giorgetti, in rappresen-tanza della regione Veneto, e sindaci, o loro delegati, dei98 comuni rappresentati nel sacrario.Il picchetto armato era a cura del 3° stormo dell’aeronau-tica militare.La cerimonia di commemorazione è iniziata con l’alza-bandiera e con la deposizione di una corona sulla lapidedei caduti, da parte di due figuranti in divisa alpina dellagrande guerra, accompagnati dal suono della fanfara del-l’associazione bersaglieri, seguita, poi, dalla «chiamatadelle Medaglie d’oro» della prima guerra mondiale.La celebrazione della santa messa, presieduta da Se mons.padre Flavio Roberto Carraro, vescovo emerito di Verona,e dai cappellani presenti, è stata accompagnata dal coroAna «San Maurizio» di Vigasio.Il presidente della federazione provinciale Ancr, comm.Cesarino Trissino, 97 anni, ha tenuto il discorso ufficiale

15 GIUGNO 2014

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ricordando l’importanza di queste ma-nifestazioni affinché il ricordo nonpermetta più che questi tragici eventisi ripetano. Giorgetti, nel suo discorso,ha voluto sottolineare l’orgoglio di es-sere presente in questo luogo, ripro-mettendosi di portare in regione laproposta di elevare a livello nazionalequesto appuntamento sul sacrario delMonte Baldo.La soddisfazione di chi scrive questenote di essere stato presente alla ceri-monia a rappresentare i granatieri diSardegna in un luogo così speciale, da-vanti a questa moltitudine di persone,è stata enorme.L’augurio è quello di poter condividerel’anno prossimo, questi sentimenti conla presenza di altre sezioni Angs.

I granatieri di Trieste per i monumentilungo il fronte isontinoFRANCESCO BONAVENTURA

I granatieri di Trieste vogliono celebrare in manieradegna il centenario della grande guerra. In tale contestohanno offerto il loro contributo sulla problematica deldegrado e dei danni ai monumenti storici eretti a ricordodi eroi e battaglie che hanno visto i granatieri offrire illoro estremo sacrificio per la patria. Qual è lo scopo?Non l’arido ricordare con le solite corone, ma il com-prendere e sapere, ripercorrendo le strade, le colline e itratti di quei fronti che videro i reggimenti granatierioperare, manovrare e immolarsi per raggiungere con iltricolore gli obiettivi fissati.Il teatro operativo della grande guerra coinvolse in granparte il Friuli e drammaticamente il corso dell’Isonzo.Una piccola «task force» di granatieri, per usare un ter-mine caro alle operazioni moderne, si è messa in moto.Non tanti, in pochi! Si fa molto così.Il presidente Bonaventura e i gra. Giacinto, Luciani eValdemarin si sono messi in moto per l’operazione «Sal-viamo i Monumenti». Non grandi interventi, ma piccoleopere di manutenzione e ripulitura, qualche lavoro disgombero del «campo visivo», insomma un qualcosa perfar rivivere quella memoria che languiva dopo circa unsecolo, coperta da arbusti e boscaglia con le scritte con-sunte dalle intemperie.

Ferrigna granata, parco della rimembranza sul Colle di San Giusto

I numerosi sindaci alla cerimonia

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Perché questa iniziativa? L’obiettivo primario è far risorgeree sensibilizzare. Nei prossimi cinque anni arriveranno vi-sitatori da tutto il mondo ed è doveroso mostrare il segnodel nostro valore e con esso la storia di quei luoghi. Storiacondivisa, ma non divisa. Un obiettivo difficile in questezone, non per colpa dei poveri caduti, ma di insensati op-portunismi ormai mummificati. Si è iniziato il percorso naturalmente da Trieste, riportandoalla sua luce la «Ferrigna granata» che si trova nel parcodella rimembranza sul Colle di San Giusto. Il secondo in-tervento, più impegnativo, è stato fatto per la stele dei gra-natieri lungo il vallone di Gorizia nell’area di Devetaki. La

task force si è poi recata al cimitero degli eroi di Aquileiadove c’è il sarcofago dei dieci militi ignoti, tumulati il 4novembre 1921. Un ufficiale dei granatieri è tumulato nelcimitero: l’aspirante Corradino Lanza di Aieta del 1° reg-gimento «Granatieri di Sardegna», la cui tomba è nel con-testo del grandioso monumento dell’Angelo della Caritàche «allargando le braccia accoglie il soldato morente». Ungrande momento questo e un luogo pieno di significati.Un’occasione unica per i granatieri di Trieste ed è in questaoccasione che, sotto l’arcosolio in pietra che sovrasta il se-polcro dei dieci militi ignoti, sono stati posti gli alamarisul bavero del gra. Zucco gr. uff. Giorgio.

Tomba di un ufficiale dei granatieri nel contesto del grandioso monumento dell’Angelo della Carità, cimitero degli eroi di Aquileia

Stele dei granatieri lungo il vallone di Gorizia nell’area di Devetaki

La sezione di Corato al cambio del comandantedella caserma StellaGIUCAL

Giovedì 11 settembre alle ore 18,30, ha avuto luogo aBarletta, presso la sede dell’82° rgt. fanteria «Torino», lacerimonia del cambio di comando tra il cedente, grana-tiere col. Cosimo Prencipe e il subentrante, bersagliere,col. Nicola Serio, alla presenza del generale Stefano DelCol, comandante della brigata meccanizzata «Pinerolo».

Del Col ha illustrato l’eccellente risultato ottenuto dal co-lonnello Prencipe durante i circa due anni di comandodel reggimento nell’operazione Isaf (International SecurityAssistance Force), nella zona posta a ovest dell’Afghani-stan con una compagnia prima e, in seguito, con un plo-tone fucilieri. Nel contempo ha partecipato all’operazione

11 SETTEMBRE 2014

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«Strade sicure» unitamente ad altre forze dell’ordine, nelleprovincie di Bari, Roma, Caserta e Caltanissetta. Va altresìricordato che l’82° rgt. è stato il primo a utilizzare, neivari teatri operativi, il veicolo blindato medio (Vbm)«Freccia» che rientra a pieno titolo nel progetto della Di-

fesa della trasformazione in fanteriamedia digitalizzata denominato «ForzaNec» e «Soldato Futuro».Il col. Prencipe, (socio della sezioneAngs di Corato), lasciato l’incarico aBarletta, è stato trasferito a Bari pro-prio presso la brigata «Pinerolo» perricoprire l’importante ruolo di capodi Stato maggiore.Il col. Serio proveniente dallo Statomaggiore Difesa, ha ricoperto in pas-sato l’incarico di comandante del Ibattaglione dell’82° reggimento. Presenti alla cerimonia, le massimeautorità militari e civili della provin-cia Bari e del comune di Barletta coirispettivi gonfaloni, oltre a numeroseassociazioni d’arma e combattentisti-che. Ovviamente, era presente la no-stra associazione con le colonnelleregionale e sezionale unitamente aigranatieri Aurelio Fiore, Luigi Mal-dera, Michele Di Bisceglie, PasqualePellicani, Giuseppe De Palma, Ca-

taldo Marzocca e Paolo Pansini diretti, come sempre, dalpresidente regionale gra. Giuseppe Caldarola.Al colonnello Cosimo Principe e al colonnello NicolaSerio rinnoviamo i nostri auguri migliori per un proficuolavoro e un radioso avvenire.

I due comandanti e la bandiera del reggimento

La nutrita rappresentanza di granatieri

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Novantacinque anni sono trascorsi dalla storica impresadi Fiume di Gabriele D’Annunzio e dei suoi legionari: tral’11 e il 12 settembre 1919, i granatieri di Sardegna delmaggiore Reina, guidati dal comandante, partirono daRonchi dei Legionari dirigendosi verso Fiume.La cerimonia rievocativa si è svolta ai piedi del monu-mento eretto nel 1960, una costruzione avvenuta, comeil solito, senza polemiche.

La sezione di Trieste ha inteso ricordare questa storicadata, partecipando alla cerimonia che si è tenuta a San

Polo di Monfalcone, dinanzi al citato monumento che ri-corda l’impresa. È stato un momento particolare; movi-menti negazionisti e indipendentisti, creati forse«all’interno di taverne», continuano a voler modificarestrumentalmente ciò che è stato conquistato e costruitoper un’Italia unita.Noi con i nostri Alamari, insieme alla Lega nazionale diTrieste e di Fiume, alle associazioni combattentistiche e

d’arma alla Federazione grigioverde diTrieste, siamo stati lì, uniti per difen-dere la nostra storia.Hanno presenziato alla cerimonia ilsindaco di Ronchi dei Legionari Ro-berto Fontanot, il presidente dellaLega nazionale Paolo Sardos Alber-tini, il presidente della sezione diMonfalcone della Lega nazionaleMarco Martinolli, il presidente dellaFederazione grigioverde di TriesteRiccardo Basile, il sindaco del Li-bero comune di Fiume in esilioGuido Brazzoduro, oltre a numerosirappresentanti delle associazionicombattentistiche e d’arma di Trie-ste, Monfalcone, Gorizia e tantis-simi fiumani. Regia della cerimoniaa cura della nostra sezione che, inol-tre, sta lavorando per organizzare,unitamente al presidente della Lega

nazionale di Fiume Elda Sorci e al consolato italiano,un’analoga cerimonia nella città di Fiume.

I granatieri e il 95°anniversariodell’impresa di FiumeFRANCESCO BONAVENTURA

14 SETTEMBRE 2014

«… mi sembra di essere a casa!»: così il presidente regionaledella Lombardia Enrico Mezzenzana ha iniziato la sua allo-cuzione durante il pranzo che ha concluso l’annuale radunodella sezione di Como, tenutosi domenica 14 settembre.A questa bella giornata hanno infatti partecipato i grana-tieri delle sezioni amiche di Abbiategrasso (MI), Calcinate(BG), Crema, Legnano (MI), Sondrio e Vigevano (MI)con le loro colonnelle.

L’importante fine settimana era iniziato sabato 13 con ladeposizione di una composizione floreale al cimitero diComo, sulla tomba del S.Ten. Giuseppe Sinigaglia, me-daglia d’argento al valor militare, più volte campione ita-liano, europeo e mondiale di canottaggio, caduto inbattaglia durante la grande guerra.Domenica mattina, nella basilica di S. Abbondio, il nostrocappellano, mons. Renato Pini, ha officiato la messa alla

Dalla sezione di ComoLUCIANO LURAGHI

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 49

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

14 SETTEMBRE 2014

presenza dei soci e dei loro familiari, del presidente ono-rario della sezione gen. Nicola Canarile, appositamentegiunto da Roma, del presidente onorario regionale Bovati,del presidente regionale Mezzenzana, ed: Legnani, presi-dente del consiglio comunale di Como che, con il gonfalonedella città ha rappresentato l’amministrazione comunale,sempre attenta a queste manifestazioni.Prima della celebrazione, il coro da camera del conserva-torio di Como, diretto da Domenico Innominato, ha of-ferto una intensa elevazione spirituale proponendo alcunisuggestivi pezzi di musica sacra.Dopo la messa, sul piazzale di Villa Geno, è stata depostauna corona d’alloro davanti alla stele dedicata a GiuseppeSinigaglia. Quest’anno la cerimonia della deposizionedella corona ha avuto una sua particolare valenza, inquanto proprio cento anni fa il nostro eroe si aggiudicavala prestigiosa gara di canottaggio di Henley-on-Thames(equivalente all’attuale campionato del mondo) facendosventolare alto il nostro tricolore là dove poche altre ban-diera avevano potuto essere issate. Per ricordare questa si-gnificativa ricorrenza, alla deposizione della corona al

monumento a Giuseppe Sinigaglia hanno presenziatoanche alcuni atleti della «Canottieri Lario» accompa-gnati dal presidente, Enzo Molteni, confermando così,con la loro presenza, l’antico legame di amicizia e soli-darietà che ha sempre legato i nostri due gruppi; a taleproposito invitiamo gli amici granatieri a visitare il sitowww.canottierilario.it dove è inserito un bel link dedi-cato ai granatieri.Concluse le cerimonie ufficiali, ci siamo ritrovati tutti peril pranzo sociale durante il quale abbiamo ascoltato conpiacere le allocuzione e i saluti degli amici convenuti, lerelazioni morali ed economiche da parte del presidenteBaratelli e del segretario Marsili.In questa occasione il residente Enrico Mezzenzana haconsegnato al presidente sella sezione di Como Piero Ba-ratelli, al presidente della sezione di Sondrio Paolo Cecinie alla sezione di Como un attestato di benemerenza perquanto fatto nel tempo a favore della nostra associazione.L’omaggio, da parte del nostro presidente, di fiori rigoro-samente bianchi e rossi alle signore intervenute ha chiusoquesta bella «granatieresca» giornata.

I granatieri di Trieste perl’onore ai martiri delle foibe

Il 14 settembre i granatieri triestinihanno onorato i martiri delle foibecon l’alza bandiera, una messa e unaparticolare corona d’alloro a forma dialamaro, presso il monumento nazio-nale della foiba di Basovizza.La sezione Angs di Trieste, unitamentead altre sezioni granatieresche della re-

gione Friuli e del Veneto, ha ricordatogli italiani militari e civili che nel lon-tano tragico 1945 furono trucidatinelle foibe.I fatti sono particolarmente vivi nellamemoria dei granatieri della sezione diTrieste che per questa tragedia anno-vera due decorati: i granatieri Luciani

e Pescatori. Questo per dare un signi-ficato a un ricordo che va condiviso datutta la nazione, per rendere onore allevittime di un crudele sterminio.I granatieri sono i testimoni della storiad’Italia e come diceva Cicerone: «la sto-ria è testimone dei tempi, luce delle ve-rità, maestra della vita», così i granatieri

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Il 15 settembre, nell’auditorium del palazzo della GranGuardia, nella centralissima piazza Brà a Verona, il gen.Roberto Bernardini ha lasciato il comando delle Forzeoperative terrestri (Comfoter) al gen. Alberto Primicerj,già comandante delle truppe alpine. Alla cerimonia dialtissimo livello hanno partecipato, numerose, le rap-presentanze delle associazioni d’arma locali con, in più,la presenza dei medaglieri nazionali dell’Ana e dell’As-sociazione artiglieri. Assoarma Verona, come sempre ac-

cade in queste circostanze, è stata chiamata a coordinarequesta parte della manifestazione, in stretto contattocon l’ufficio affari generali del Comfoter. La nostra as-sociazione è stata validamente rappresentata dai grana-tieri mantovani Franco Moioli e Roberto Tonini,presenti con la loro colonnella e in perfetta elegante te-nuta. Gli altri bianchi alamari erano ben in vista sullagiacca del granatiere Pellegrini, che, in qualità di vice-presidente di Assoarma, è stato chiamato, assieme al pa-

OTTOBRE-DICEMBRE 201450 IL GRANATIERE

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sono e saranno testimoni a Basovizzaper ricordare, per stringersi intorno achi ha sofferto quei giorni di sessanta-nove anni fa, per chi pagò così dura-mente l’amore per la patria italiana eperché non ci siano più pagine strap-pate di storia.La cerimonia è stata onorata della pre-senza di un picchetto armato del 2°reggimento «Piemonte cavalleria». La giornata è proseguita con la visitaal museo della guerra in Trieste e ilpranzo di Corpo presso il citato reggi-mento di cavalleria, di cui si ringraziail comandante col. t. Issmi AlessandroScano, gentile ospite.

I granatieri al cambio del comandantedelle Forze operative terrestriERREPI

15 SETTEMBRE 2014

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Il gen. Riccò Il gen. Scala

Una rappresentanza di granatieri dell’Emilia Romagna hapartecipato alla commemorazione dei caduti della Brigataebraica tenutasi il 16 settembre nel cimitero militare bri-tannico di Piangipane (RA).Un omaggio ai militari del Palestine Regiment caduticombattendo sotto la bandiera bianco-azzurra che treanni dopo, nel 1948, sarebbe diventata il vessillo delloStato di Israele.Questi giovani ebrei, inquadrati nella VII armata bri-tannica, si batterono a fianco del gruppo di combatti-mento «Friuli» del quale erano parte i granatieri, sulfronte del Senio.Del massimo livello la rappresentanza israeliana, guidatadall’ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon e com-posta dal presidente delle comunità israelitiche italianeGattegna e dal rabbino capo Luciano Caro. Lo Stato italiano era rappresentato dal prefetto di Ra-venna, Fulvio Della Rocca, e dal vicesindaco Giannan-

tonio Mingozzi, oltre ad altre autorità civili e militari.Erano presenti, inoltre, familiari dei caduti e una rap-presentanza delle forze armate polacche.

A Piangipane onore ai Caduti della Brigata ebraicaGIOVANNI BETTINI

16 SETTEMBRE 2014

racadutista Balloni, segretario, al coordinamento delleassociazioni.L’auditorium era gremito da tutti i più alti gradi del-l’esercito e da autorità civili e religiose. La cerimonia èstata resa visibile, in diretta streaming, presso tutti i re-parti dislocati nei vari scacchieri di operazioni all’estero.

All’autore di queste note non è sfuggita la presenza insala del precedente comandante della nostra brigata, ilgen. Massimo Scala, ora sottocapo di Sm delle Foter, edel suo successore, il gen. Maurizio Riccò. Gradita èstata l’occasione per una calorosa stretta di mano dopola presentazione fatta dal gen. Scala.

Il rabbino capo, il prefetto, l’ambasciatore e il vicesindaco

Bandiera della Brigata ebraica

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Un reparto del 66° reggimento fanteria aeromobile «Trie-ste» ha reso gli onori militari.L’ambasciatore e tutta la delegazione israeliana hanno vo-luto conoscere di persona i granatieri, stringendo a

ognuno la mano, manifestando a chi scrive riconoscenzaper la presenza dei Bianchi alamari. La cerimonia si è con-clusa con l’esecuzione di un canto funebre in onore deiCaduti, eseguito dal primo cantore dell’esercito israeliano.

Ricordando il sacrificio delle divisioni«Acqui» e «Granatieri»ANGELO MASPERONE E GIANCARLO SIBILLE

21 SETTEMBRE 2014

Bussoleno (TO) – Una cerimonia partecipata e solenne,quella di domenica mattina 21 settembre. Un momentodedicato al ricordo di tutti i Caduti delle divisioni«Acqui», a Cefalonia e Corfù, e «Granatieri di Sarde-gna» a Roma, nel settembre del 1943.La cerimonia si è aperta con la posa di un mazzo di fioria Chianocco, in piazza Martiri di Cefalonia e Corfù edè poi proseguita alla borgata Argiassera con la deposi-zione floreale al monumento intitolato agli stessi mar-tiri, nel ricordo dei compianti reduci Michele Giai ePasquale Nicco.A rendere omaggio al cippo, riposizionato all’ombra delsuggestivo castagno nella piazza con la rosa dei venti,erano presenti anche i familiari dei due reduci. La ma-nifestazione ha visto la partecipazione dei gonfaloni deicomuni valsusini, dei sindaci Anna Maria Allasio diBussoleno, Giuseppe Galliano di Chianocco e DaniloBar di S. Giorgio; vessilli e labari dell’Anpi, dell’Ana,dell’Anps, della «Acqui», le colonnelle della sezione diTorino e del nucleo Val Susa dell’Associazione nazionalegranatieri di Sardegna.

Presenti, inoltre, la società filarmonica di Bussoleno eil gruppo storico «Granatieri Val Susa 1861-1918» gui-dato da Marcello Oliveri.Il momento del ricordo sui tragici avvenimenti di Cefa-lonia, Corfù e Roma in seguito all’armistizio dell’8 set-tembre 1943, è stato affidato al presidente provincialedella sezione granatieri di Torino, Valter Costamagna, eal capo nucleo segusino, Giancarlo Sibille. Quindi la con-clusione a Foresto, nel piccolo cimitero ove è stato erettoun sacello in ricordo del granatiere Eldo Parile, il primocaduto valsusino per la liberazione dell’Italia. Di lui, va-loroso sconosciuto ai più, è stata letta dal sindaco Allasio,la memoria realizzata da Claudio Feletti e Mario Solaranella pubblicazione C’era una volta… Foresto. Di forteconnotazione emotiva l’intervento dell’oratore Costama-gna nella lettura dell’elenco dei granatieri di Sardegna ca-duti per la difesa di Roma, scandita dalle vibrate note delSilenzio intonate da un fantastico trombettiere. Al termineil granatiere Costamagna ha voluto porre al collo di RenzoParile i bianchi alamari in ricordo dello zio Eldo che perìcon quel nobile e glorioso simbolo di tradizioni secolari.

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29 SETTEMBRE 2014

Il 29 settembre una rappresentanza della sezione Angs diBologna, composta del presidente Bettini, il segretarioSelleri e il gra. Cenesi in grande uniforme di rappresen-tanza, ha reso visita al presidente onorario della sezionedi Bologna, il granatiere Umberto Sgarzi e alla sua gentileconsorte signora Romana.I granatieri bolognesi sono orgogliosamente fieri di averequale primo iscritto e decano del sodalizio un personaggiodel valore e dell’importanza del maestro Umberto Sgarzi.Una sintetica biografia lo vede partecipare alla secondaguerra mondiale in qualità di ufficiale comandante di re-parto, prima al 2° e poi al 1° reggimento «Granatieri diSardegna» fino al settembre 1943 (difesa di Roma). Inseguito, tornato alla vita civile è chiamato a collaborarecon i più importanti quotidiani italiani ed espone consuccesso, in grandi mostre, le sue opere in Italia e al-l’estero, giungendo a essere annoverato fra i più quotatipittori italiani viventi.È sempre un grande piacere, ascoltarlo, nel bel salottodella sua casa museo, raccontare con grande spirito e cau-stica lucidità, aneddoti ed episodi della sua lunga vita.Granatiere Sgarzi continua così! Un grande granatieresco abbraccio…

I granantieri bolognesi fannovisita al maestro SgarziGIOVANNI BETTINI

L’86° anniversario della costituzione della sezione di Andria dell’Associa-zione bersaglieri si è festeggiato il 12 ottobre.La manifestazione ha avuto inizio alle ore 8,30 con l’alzabandiera e l’ammas-samento in Largo Appiani per la celebrazione della santa messa. Subito dopo, la deposizione delle corone al monumento ai Caduti e al mo-numento al Bersagliere e poi, al suono delle fanfare, la sfilata per le prin-cipali vie cittadine con le colonnelle Angs, regionale e sezionale, in testa ei granatieri Luigi Maldera, Aurelio Fiore, Michele Di Bisceglie e GiuseppeDe Palma, preceduti dal presidente Giuseppe Caldarola. A seguire, numerose associazioni d’arma e combattentistiche e tanti bersaglierigiunti coi propri labari dalle sezioni cremisi di Puglia.La cerimonia, che ha visto una grande partecipazione di cittadini oltre adautorità militari e civili, si è conclusa con il concerto delle fanfare piumatee infine con l’ammainabandiera.

Corato: i granatieri aprono la sfilata dei «bersaglieri in festa»

12 OTTOBRE 2014

I coniugi Sgarzi

Il presidente Giovanni Bettini ed il maestro Sgarzi

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OTTOBRE-DICEMBRE 201454 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Domenica 12 ottobre a Monza si sono svolte le elezioniper il presidente della regione Lombardia dell’Associa-zione nazionale granatieri di Sardegna.Nel salone d’onore presso la palazzina di Assoarma, sitain via Milano 39, si è tenuta l’assemblea di tutte le sezionilombarde dell’Angs. L’assemblea presieduta dal delegatoRoberto Pellegrini, inviato dalla presidenza nazionale, siè svolta nel segno della collaborazione e della tradizionetrisecolare che contraddistingue i granatieri di Sardegna.Il legnanese cav. Enrico Mezzenzana, già presidente regio-nale nei tre anni precedenti, è stato rieletto, nell’immi-nenza delle celebrazioni del centenario della grande guerradel 1915-1918. L’assemblea è poi proseguita con l’ele-zione dei due vicepresidenti regionali nelle persone di

Mario Bugatti, attuale presidente della sezione di Lumez-zane, e di Maurizio Schifano, attuale presidente della se-zione di Crema. All’unanimità è stato poi eletto presidente onorario MarioBovati.Il presidente Enrico Mezzenzana ha designato segretarioregionale Carlo Civati, attuale presidente della sezione diMonza e Brianza.Mezzenzana ha elencato come figuranti e alfieri regionalii granatieri: Torelli, Premoli, Tamassia, Berti, Focarelli,Oldoni, Cereda, Gambini, Fortechiari, Astori e Origgi,senza dimenticare i fotografi per le future celebrazioni,ossia i granatieri Colombo e Mander. A conclusione, il consueto brindisi con rinfresco.

Elezioni del presidente del centroregionale della Lombardia

12 OTTOBRE 2014

12 OTTOBRE 2014

Ricordato don Floriano ForestanLa sezione granatieri di Padova-Mestrino, presieduta daLuigi Nizzetto, il 12 ottobre ha ricordato, nel cinquante-simo della morte, avvenuta a Lecco il 13 ottobre 1964, iltenente dei granatieri, eroico combattente nella grandeguerra e successivamente coraggioso missionario in Cina,Floriano Forestan.

La commemorazione si è svolta a Camisano, paese dovedon Forestan ebbe i natali il 27 giugno 1897. Vi ha par-tecipato una folta rappresentanza di granatieri di Sar-degna del Veneto, capitanata dal presidente regionale,cav. Lino Marian. Dopo il rito religioso, concelebrato dalsuperiore d’Italia del Pontificio istituto missioni estere

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 55

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

(Pime), padre Carlo Tinello, e dal nipote dell’eroe, donGianni Forestan, i convenuti si sono recati nell’aula poli-funzionale della parrocchia, dove si è svolta la vera e pro-pria commemorazione.Don Gianni ha presentato un suo libro, che racconta la vitadello zio, e Lino Marian ha inquadrato la vita di don Flo-riano nella storia pluricentenaria dei granatieri di Sardegna.La celebrazione ha avuto termine con l’esecuzione del Si-lenzio, la recita della Preghiera del granatiere e con l’innodei granatieri cantato dai presenti.

La giornata si è conclusa con un incontro conviviale al ri-storante Ada di Camisano.Don Gianni Forestan, a nostro mezzo, ringrazia viva-mente tutti i granatieri, a cominciare dal presidente re-gionale cav. Lino Marian; Luigi Nizzetto, presidentedella sezione di Padova-Mestrino, che si è prodigato inmodo efficace e tempestivo; il presidente della sezionedi Vicenza-Monte Cengio, Alessandro Lancellotti, cheha scritto un capitolo sulla prima guerra mondiale vis-suta dalla brigata granatieri.

Cav. Lino Marian Raduno dei granatieri

Foto di gruppo dei partecipanti

I granatieri cantano l’inno diretti dal presidente Luigi Nizzetto

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OTTOBRE-DICEMBRE 201456 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Granatieri a San Giorgio del SannioUna rappresentanza di granatieri campani guidata dal pre-sidente regionale, Carmine Formicola, ha partecipato sa-bato 18 ottobre, alla cerimonia commemorativa del 70°anniversario della fondazione del gruppo di combatti-mento «Friuli», costituito il 19 settembre 1944 a SanGiorgio del Sannio (Benevento) da militari italiani pro-venienti, prevalentemente, da unità schierate in Corsicae superstiti dei precedenti reparti di assegnazione, armatie addestrati dalle forze inglesi.Del gruppo di combattimento facevano parte due batta-glioni di granatieri di Sardegna, inquadrati in due reggi-menti di fanteria.Il «Friuli», successivamente, divenne una divisione vera epropria e risalendo lo stivale contribuì, partecipando alconflitto lungo la Linea gotica, alla vittoria definitiva nellaguerra di liberazione.La manifestazione è iniziata con la lettura dell’epigrafestampata sul cippo commemorativo, posto nel parco delMillenario, in onore dei 300 caduti della «Friuli». Abbracciate dalla cornice di pubblico, erano presenti auto-rità militari, civili e religiose e tra le numerose associazionicombattentistiche spiccavano i granatieri, impeccabili, coni baveri rossi in bella mostra. Dopo la benedizione, depostauna corona al cippo, ci sono stati interventi commemorativi

da parte del sindaco di San Giorgio del Sannio, ClaudioRicci, e del presidente dell’associazione nazionale reducidella «Friuli», Romano Rossi.A conclusione, canti eseguiti dalle scolaresche locali.

18 OTTOBRE 2014

Le rappresentanze delle associazioni d’arma

La rappresentanza di granatieri, da sinistra Carmine Lepore,Massimo Botte, Davide Iacovelle, Carmine Formicola, Salvatore Cascone

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ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Pinerolesi alla commemorazionedi padre ChitiCLAUDIO GARIGLIO

La commemorazione per la morte di padre Chiti – or-ganizzata come sempre in modo impeccabile dal presi-dente del centro regionale umbro gra. Paolo Rossi – pernoi granatieri pinerolesi è un appuntamento che cer-chiamo di onorare con grande entusiasmo, sia per la ce-rimonia che per i ricordi e le emozioni che ci dà quandoentriamo nella caserma «Piave», quell’immensa casermache al nostro arrivo ci aveva intimorito! Tutto eranuovo, trovarsi con 1.500 ragazzi della stessa età, chenel giro di qualche giorno si trovavano tutti vestitiuguali, tutti che marciavano orgogliosi; alla sera ave-vamo male ai piedi per tutte le volte che i caporaliistruttori ci davano il passo e la cadenza per prepararcial giuramento, quando arrivavano le autorità e i nostrigenitori, che dopo una notte in treno venivano a vederei loro figli marciare. Mio padre, capo gruppo degli al-pini, era il più esigente, ma molto orgoglioso di avereil figlio nei granatieri. Giuseppe Basano, anche lui conpapà alpino, che era con me, sente ancora di più questeemozioni, perché lui è stato il centralinista della «Piave»da dicembre 1984 a novembre 1985, e trova sempre isuoi vecchi ufficiali: il gen. Schina e il col. Manglaviti

e altri, quindi porta sempre con orgoglio la colonnelladi Pinerolo tra le mura della Piave e per le vie di Orvietoche ha calpestato quando era in divisa.Mi sono lasciato andare con le emozioni che pensosiano comuni ai granatieri che varcano i confini della«Piave»!Tornando alla manifestazione: il sabato alzabandiera,quindi sfilata verso il giardino intitolato a padre Chiti;sfilata e concerto della musica reggimentale che ha ce-lebrato con noi la ricorrenza di santa Cecilia. Pomerig-gio allo stupendo convento di San Crispino restauratoda padre Chiti. Il sabato sera cena con Beppe in un ri-storantino dei vecchi tempi, «La Mezzaluna»: stessi ge-stori, affettati misti, un bel piatto di spaghetti allacarbonara che ci ha portati indietro di quasi quaran-t’anni… quando uscivamo, affamati, in libera uscita.Domenica: santa messa allo stupendo duomo di Or-vieto e pranzo con i granatieri venuti da tutta l’Italia.Ricordi incrociati, stupende emozioni di un periododella nostra vita.Ringrazio il presidente gra. Paolo Rossi per l’organizzazionee per tutte le emozioni che ci dà questa manifestazione!

Il gen. Schina con il medagliere nazionale e le colonnelle di Pinerolo e del Piemonte

Il presidente Rossi e alcune colonnellenel duomo di Orvieto

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OTTOBRE-DICEMBRE 201458 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Gita a Spoleto dei granatierimarchigianiALESSANDRO PONZANETTI

Il presidente regionale, gra. Gian Carlo Bruni, ancora unavolta raccoglie a piene mani i risultati delle sue doti orga-nizzative. La spedizione dei granatieri marchigiani a Spo-leto, in visita alla caserma «G. Garibaldi», sede del 2° btg.«Cengio» del 1° rgt. granatieri, comandato dal t. col.Claudio Bencivenga, è un altro traguardo raggiunto dal-l’infaticabile capofila.Messo in cantiere mesi or sono e protrattosi per motivivari e concomitanze con altre manifestazioni, l’assedio allacaserma si è concretizzato domenica 26 ottobre alle 11,come da programma.I granatieri delle sezioni di Pesaro, Jesi, Fabriano, PotenzaPicena, Macerata, Cingoli, Tolentino, Fermo, San Bene-detto del Tronto e Ascoli Piceno, affiancati da alamariprovenienti dalle sezioni umbre di Spoleto e Terni, sonoarrivati dapprima in visita alla città diligentemente pre-sentata dalle parole del granatiere-cicerone Gian PaoloPapi, presidente della locale sezione, poi all’orario conve-nuto, hanno preso d’assalto la caserma.Ai saluti del maggiore Giuseppe Vaccaro che, in assenza deltitolare, ha fatto gli onori di casa, si sono susseguiti gli onorial monumento ai Caduti con la deposizione di una coronad’alloro e l’esecuzione del silenzio.Al picchetto dei granatieri in servizio, si opponeva lo schie-ramento delle colonnelle regionale e di sezione, con tuttii granatieri allineati e coperti come disciplina vuole. A mar-gine, partecipi al pari dei baveri rossi, erano ad assistere

mogli, figli e famigliari vari, che hanno vissuto con la stessaintensità e commozione i momenti davanti alla stele.Il maggiore Vaccaro ha poi riassunto la storia della casermaelencando chi negli anni vi si è avvicendato, proseguendonello spiegare l’uso e le attività svolte nelle varie palazzineche contornano il piazzale. Foto e selfie di rito, ma è statoun vero miracolo far entrare gli oltre 120 presenti nella fotodi gruppo, benché poi, chi in ginocchio, chi accosciato, chicome ha potuto, ci siamo infilati tutti nello scatto.Tra i presenti, ovviamente, un piccolo numero di granatierila cui naja è passata attraverso le mura della Garibaldi; così,con gli occhi lucidi si è cercata la propria camerata, il postodi guardia, la mensa e gli altri luoghi che sono stati «propri»per un periodo della giovinezza. Nel mostrare a mogli efigli, c’è chi ha detto: «Quando ti scrivevo stavo seduto qui»,oppure, «Il posto telefonico dal quale ti chiamavo era qui».Ma il bello è venuto quando il gra. (tralasciamo) è andato acercare le celle, spiegando alla moglie: «Ricordi quando tiraccontavo dei giorni di Cpr?» … risata generale. Ma ancheconfessioni del tipo: «In libera uscita, beh, insomma, la ba-rista mulatta del bar di fronte, che cotta che m’ero pijato,ma ancora non ci conoscevamo», e giù altre risate. Dopo ilconvivio in un elegante ristorante spoletino, una più com-posta visita ad Assisi nei luoghi simbolo di san Francesco.Sicuramente troppo poco il tempo per questa città, macon Bruni al timone non mancheranno le occasioni.Come detto, il magg. Vaccaro è stato un anfitrione im-

Gli estremi si toccano, anzi si abbracciano: i granatieri Angelucci (90 primavere ) della sezione di Cingolie la spina Alessandrini, della sezione di Fermo, che con i suoi 39 anni è il più giovane tra i presenti

Alessandrini cala un tris d’assi. Da sinistra: Morresi (87) sez. di Potenza Picena, Angelucci (90) sez. di Cingoli e Ciarrocchi (86) sez. di San Benedetto del Tronto

26 OTTOBRE 2014

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ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

La foto dei partecipanti; al centro: Bruni e Vaccaro

peccabile ed è giusto allargare il nostro grazie anche ai suoiuomini che, con garbo e disponibilità, ci hanno seguiti e

accompagnati negli ambiti consentiti, ma con gli alamaria fare da collante non poteva essere che «naturale»

97a Commemorazione dellabattaglia di Flambro RENZO ROS

26 OTTOBRE 2014

Come ormai tradizione consolidata, le sezioni Angs delFriuli-Venezia Giulia, in collaborazione con l’amministra-zione comunale e le locali associazioni combattentistichee d’arma, domenica 26 ottobre, a Flambro, frazione delcomune di Talmassons (UD), si sono riunite per ricordarela storica battaglia che ha coinvolto il 2° granatieri, il 30 e31 ottobre 1917, nel corso della quale ha perso la vita ilcomandante del reggimento, col. Emidio Spinucci.Numerosi i granatieri delle sezioni del Friuli Venezia Giu-lia e del Veneto, con quattordici colonnelle, e i rappre-sentanti delle associazioni consorelle con nove vessilli.Erano presenti, oltre il presidente del Cr locale, RenzoRos, il presidente del Cr del Veneto, cav. uff. Lino Ma-rian, e il vicepresidente Roberto Pellegrini, pronto,come sempre, a intervenire per ogni evenienza di carat-tere organizzativo.La giornata ha avuto inizio con la deposizione di una co-rona d’alloro al ponte sul Tagliamento, al monumento aigranatieri in comune di Codroipo, nel luogo dove allorainiziava il famoso ponte di legno.La fase successiva si è svolta nella chiesa di Flambro, conla Santa Messa celebrata da don Pietro, presenti quattor-dici sindaci della zona.

Il gra. Idilio Morasut, dopo aver dato lettura della Pre-ghiera del granatiere, ha dato la parola per le allocuzioni,seguite con molta attenzione dai presenti, al sindaco diTalmassons, Piermario Zanin, e al presidente dellagiunta provinciale di Pordenone, Fabrizio Pitton.Dopo il rito religioso, si è formato il corteo, accompa-gnato dalla Banda comunale di Bertiolo, che ha percorso

Il presidente Renzo Ros si appresta a rendere onore ai Caduti

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OTTOBRE-DICEMBRE 201460 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Alcune delle colonnelle presenti Il rappresentante della provincia e alcuni dei sindaci partecipanti

Il 1° e il 2 novembre, dopo vent’anni di assenza, la sezionedi Milano è stata presente con uno stand alla fiera «Mili-talia» di Novegro.La partecipazione è riuscita molto, molto bene, oltre le piùrosee aspettative, tanto che già si pensa di riproporla nellasuccessiva edizione della fiera che si terrà nel maggio 2015,in occasione dei cento anni dall’inizio delle operazioni mi-litari italiane nella grande guerra.In entrambe le giornate lo stand è stato visitato da unanutrita folla, comprendente anche figli e nipoti di gra-natieri in congedo di Milano o provenienti da diversecittà come Genova, Torino, Como, Lodi, Bologna,Pavia e altre.Lo stand era molto curato e ben allestito ed esponeva, oltreai vari gadget, la rivista «Il Granatiere», un opuscolo conla storia dell’associazione, copie della Preghiera e dell’Innodei granatieri, la divisa militare dell’anno 1969 e 1970 delgra. Dario Origgi (fra l’altro chiesta da un collezionista),un manichino in uniforme storica con colbacco, le stampedell’Assietta e di Monte Cengio, l’album con foto dellafesta della sezione e un video con molte altre foto. Il ma-nichino con l’uniforme storica del 1848, in particolare, haavuto grande successo e attirato l’attenzione di molti visi-tatori che hanno voluto fotografarcisi accanto. Quelle dellafiera sono state, in effetti, due giornate memorabili per la

sezione madre di Milano che con l’occasione ha anchetrovato nuovi iscritti e altri granatieri interessati all’atti-vità associativa.

La sezione madre di Milano a Militalia

il tradizionale itinerario di oltre 1.200 metri, lungo ilquale sono state deposte corone al monumento ai Caduticittadino, all’erma del col. Emidio Spinucci e sul cippoche ricorda il punto dove cadde l’eroico colonnello.Al termine della sfilata il corteo è giunto alla chiesetta diS. Giovanni, detta «dei Granatieri», dove sono stati ef-

fettuati l’alzabandiera e la resa dell’onore ai Caduti conulteriore deposizione floreale.Un ringraziamento particolare va agli alpini per l’ad-dobbo delle vie, alla protezione civile per il servizio discorta e alla polizia locale.

1-2 NOVEMBRE 2014

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 61

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

8 NOVEMBRE 2014

15 NOVEMBRE 2014

Il 15 novembre, si sono svolte, pressola Taverna di Angela, consueto luogod’incontro per i granatieri bolognesi,le operazioni di voto per il rinnovodelle cariche sociali del presidente edei consiglieri di sezione giunti a finemandato.Il granatiere Giovanni Montanari,della sez. Angs di Torino, preventivamente autorizzato dalsuo presidente, Valter Costamagna, e dal presidente del Cr

Piemonte, Pier Andrea Ferro, che ringraziamo, ha magi-stralmente sovrinteso e condotto le operazioni di voto.

Bologna rinnovale cariche socialiG.B.

Ricostituzione della sezione di FanoGIAN CARLO BRUNI – PRESIDENTE DEL CENTRO REGIONALE DELLE MARCHE

A maggio del 2005, dopo aver riaperto la sezione diFermo (FM), preceduta da quella di San Benedetto delTronto (AP) ad aprile 2005, e prima ancora da quella diAscoli Piceno (ottobre 2004), rivolgendomi al presidenteBuscemi, dissi: «... e tre!».Mai avrei supposto di poter dire oggi: «... e sette!».Infatti, dopo la sezione di Fermo c’è stata quella di Ma-cerata poi quelle di Tolentino (MC) e Sassoferrato (AN)nel 2013, e l’ultima nata quella di Fano (PU) nel novem-bre 2014.Per il 2015 è quasi pronta la riapertura della sezione di Ca-merino (MC), poi si vedrà per quella di Ancona.Veniamo alla ricostituzione della sezione di Fano l’8 no-vembre 2014.Nel mese di maggio dell’anno in corso, disponendo diun elenco di granatieri residenti a Fano, ho iniziato lericerche che hanno dato i primi frutti ed i primi tesse-ramenti, con uno scarto del 50 per cento.Successivamente ho preso contatto con il generale Dui-lio Benvenuti (già comandante della brigata granatieri,capitano nel 1967, quando ero sottotenente alla «Gan-din»), che, essendo di origini fanesi, avrebbe potuto aiu-tarmi nell’impresa, fornendomi altri nominativi. Cosìpuntualmente è avvenuto.Operando in perfetta sintonia con il generale, sono riu-scito a tesserarne tredici, che sono aumentati a quindicial momento dell’assemblea ricostituiva della sezione.L’assemblea ha designato quale presidente il gra. CarloBellagamba, come consiglieri i granatieri Pierangelo Bo-

nazelli, Luca Bilancioni, Luigi Zonghetti e Marco Sa-velli, cui è stata attribuita la carica di segretario.Il neopresidente ha proposto, come presidente onorarioil gen. Duilio Benvenuti, che in un collegamento tele-fonico, durante l’assemblea stessa, ha accettato la caricae ringraziato tutti i convenuti.Il sottoscritto nel prendere atto della legittima costituzionedella sezione, dopo aver steso regolare verbale, ha conse-gnato al neopresidente la bandiera-colonnella della sezione,con l’augurio di operare con entusiasmo e operosità per lasempre maggiore fortuna della sezione stessa.A fare da testimoni all’evento era presente un folto numerodi granatieri provenienti dalle sezioni marchigiane di AscoliPiceno, San Benedetto del Tronto, Jesi, Macerata e Pesaro.Per la cronaca, la riunione è proseguita trasformandosi incena conviviale con soddisfazione di tutti i presenti.

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OTTOBRE-DICEMBRE 201462 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Nella splendida cornice del porto di Anzio si è svolto, il 23novembre, il primo raduno della sezione di Anzio, cerimo-nia voluta e organizzata dal presidente della sezione, grana-tiere Irridio Palomba, per estendere alla cittadinanza, alleautorità e alle altre associazioni d’arma, oltre che ai grana-tieri in armi e in congedo, la notizia della costituzione dellanuova sezione.La scelta del luogo per la cerimonia era d’obbligo: il mo-numento ai Caduti sito esattamente all’inizio del porto. Unporto che è stato testimone di uno dei più importantieventi della seconda guerra mondiale, alle prime ore del 22gennaio 1944, quando la prima divisione di fanteria bri-tannica e la terza statunitense diedero inizio all’operazione«Shingle», meglio conosciuta come lo «sbarco di Anzio».Alla manifestazione sono intervenuti per il comune diAnzio l’assessore alla politiche sociali Roberta Cafà, il con-sigliere comunale Paride Tulli, e l’addetta al cerimoniale Sa-bina De Luca; erano inoltre presenti il vicepresidentenazionale Angs, gen. Bruno Sorvillo, e il presidente del cen-tro regionale del Lazio, Ernesto Tiraboschi. Per le asso-ciazioni d’arma, oltre a una nutrita rappresentanzagranatieresca della sezione di Latina, condotta dal presi-dente Mauro Testi, erano presenti il presidente Giuseppe

Laporta dell’Unuci di Anzio-Nettuno, e l’Associazione ma-rinai d’Italia, sezione Anzio-Nettuno, con il presidente Aga-pito Gervasi.Dopo la deposizione della corona al monumento ai Caduti,i granatieri hanno sfilato nella piazza principale della cittàdirigendosi verso la chiesa dei Ss Pio e Antonio, dove il par-roco, padre Francesco Trani, ha officiato la santa messa do-menicale, salutando con parole di stima e affetto i granatierie la specialità, ricordando l’impegno in Italia e nel mondoin tre secoli di storia gloriosa.Al termine, i Bianchi alamari hanno visitato il museo dellosbarco di Anzio, dove il presidente Patrizio Colantuono eil consigliere Alfredo Rinaldi si sono dimostrati encomiabiliciceroni tra gli innumerevoli cimeli e reperti raccolti e do-nati al museo, provenienti da ogni angolo del mondo.Durante la visita ha catturato l’attenzione un manoscrittocon i colori dell’Italia e i Bianchi alamari. Esso testimoniala presenza e l’operato in favore della popolazione civiledella 5ª compagnia studenti volontari dei granatieri diSardegna; questa piccola ma compatta compagine è an-noverata tra le poche unità italiane della neonata Rsi pre-senti nel teatro d’operazioni in quei lunghi mesi dicombattimenti.

Ad Anzio una nuova sezione AngsIRRIDIO PALOMBA

23 NOVEMBRE 2014

Dal voto dei soci è uscita la riconferma, anche per il pros-simo triennio, del direttivo uscente.

Chi scrive dopo i ringraziamenti di rito, secondo consoli-data tradizione, ha dato inizio al consueto allegro convivo.

Deposizione corona d'alloro ai caduti Onore ai caduti

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OTTOBRE-DICEMBRE 2014 IL GRANATIERE 63

SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE

La rubrica «Sfileranno sempre con le nostre Colonnelle» è finalizzata a ricordare i soli soci dell’Associazione che hanno lasciato questo mondo per ritornare alla Casa delPadre. Si sottolinea: I SOLI SOCI. Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura del necrologio:sezione d’appartenenza; data di nascita e di morte; motivi del decesso; reparto Granatieri nel quale il defunto ha prestato servizio; eventuali campagne di guerra e decorazioniricevute; eventuali cariche associative rivestite. È opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o copie ripresedai giornali. Tutti i testi, comunque, non dovranno superare le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno avere a insindacabile giudizio della redazione. La redazione, infine,sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, è previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’Associazione.

JAMES RAWLINGSSezione di Verona

Non era un granatiere Jimmy, nato nel 1938 e an-dato avanti l’11 maggio 2014. Ma è stato un amicoe un ammiratore interessato alla storia dei granatieri.Ha vissuto tutta la sua vita a Medstead, nell’Ham-pshire, esercitando le sue attività sia nel settore tra-sporti sia curando la sua grande tenuta agricola.Durante i periodi di vacanza sul Garda ha avutomodo, tramite una sua buona amica, iscritta alla se-zione Angs di Verona, di conoscerci. Venuto unaprima volta sul Cengio con i granatieri veronesi,nell’annuale appuntamento storico di giugno, si eramolto interessato alla nostra storia, fatto che avevacreato in lui un profondo coinvolgimento emotivo. Anche quest’anno si era attivato per essere dei nostri,ma a maggio la morte glielo ha impedito. L’amatamoglie Bridget Lance, proveniente da una famigliadi forti tradizioni militari (il suo bisnonno Sir Fre-derick Lance si fregiava di una delle più alte decora-zioni britanniche, la Knight Commander of Bath, esuo nonno, Parcher, della Military Cross!), haespresso il desiderio che fosse ricordato anche sul no-stro giornale. Noi abbiamo collaborato a che ciò av-venisse, volendo, in tal modo, rendere il nostroomaggio all’uomo ed esprimere il nostro cordoglioalla signora.

FRANCESCO BELLOVINOSezione di Civitavecchia

Sottotenente del ruolo d’onore, era nato il 27 di-cembre 1914 a Caltagirone (CT) ed è venuto amancare all’affetto dei suoi cari e dei commilitoni il27 giugno scorso. Partecipò alla guerra d’Abissiniae al secondo conflitto mondiale. Fu fatto prigionierodagli inglesi e rimpatriato nel dicembre del 1946 inquanto «non collaboratore». Ha svolto la sua lungacarriera militare in vari Corpi. Negli anni Sessanta,con lo scioglimento del battaglione esplorante divi-sionale (Bed) della divisione «Granatieri di Sarde-gna», fu trasferito al IV battaglione meccanizzato del1° rgt. grantieri dove restò fino alla pensione. Il ritofunebre è stato officiato da padre Pietro e padre Ca-taldo nella chiesa parrocchiale di San Francesco diPaola in Civitavecchia. A rendergli omaggio allacerimonia del saluto religioso, la colonnella della se-

zione di Civitavecchia con il presidente, gra. CamilloEnrico Malizia, il labaro della sezione locale dell’As-sociazione sottufficiali d’Italia con il presidente Al-viero Arezzini, il generale Michele Corrado, ilgenerale Antonio Andreani, i granatieri: Barba, Cri-stini, Lucarini, Cocumazzi, Rotolo, Velocci e Si-miele, i figli Sandro e Gianfranco con le rispettiveconsorti e nipoti. I parroci nell’omelia hanno esal-tato le sue doti di genitore e di soldato. Al terminedelle esequie, la Preghiera del granatiere.

GIUSEPPE GIRELLISezione di Verona

Classe 1924, è andato avanti, novantenne, il 18 ago-sto 2014. Nel suo paese, Bussolengo, aveva ricopertonumerose cariche pubbliche: consigliere comunale eassessore all’Agricoltura, consigliere del consorzioAdige-Garda e della Banca Mutua Popolare e, per unventennio, presidente della locale sezione dei com-battenti e reduci. Nella sua famiglia erano in tre fra-telli ad avere indossato i bianchi alamari. Con suofratello Dino è stato presente attivamente alla sezionedi Verona, sia alla riunione del tesseramento annualesia al pellegrinaggio al Monte Cengio. La famiglia ei tre figli maschi erano molto conosciuti nel Veronesein qualità di fondatori e gestori di una notissima ca-tena di vivai. Perciò, la sua dipartita, ha avuto moltorisalto nella stampa locale che ha sottolineato ancheil suo essere stato granatiere. Alle esequie nella chiesaparrocchiale, gremitissima di folla, erano presenti,oltre alle nostre colonnelle, numerosi labari e gagliar-detti di associazioni locali e i gonfaloni dei comunidi Bussolengo e Pastrengo con i rispettivi sindaci. LaPreghiera del granatiere è stata letta alla fine dellamessa e l’ultimo periodo: «Concedi all’Italia no-stra…» è stato riportato integralmente, nei giornisuccessivi, nella cronaca del funerale fatta dalgiornale «L’Arena». Le nostre condoglianze vannoai familiari e al fratello, il granatiere Dino.

SANTE BALDISezione di Roma

Nato il 4 luglio 1947, per tanti anni ha prestato ser-vizio come artificiere presso il 1° reggimento «Gra-natieri di Sardegna» fino al momento di essere postoin quiescenza per gravi problemi di salute. In pen-

sione, grazie al suo encomiabile comportamento du-rante il servizio attivo, è stato inserito come ufficialenel ruolo d’onore dove ha raggiunto il grado di ca-pitano. Ha collaborato a carattere continuativopresso la presidenza nazionale dal 12 gennaio 2003al 31 maggio 2007 per poi farlo in maniera saltuaria,sempre per motivi di salute, fino alla dipartita avve-nuta il 16 settembre scorso.Al saluto funebre, svoltosi presso la parrocchia dellaRomanina, sua località di residenza, la chiesa erastracolma di fedeli, segno questo della stima dellaquale Sante diffusamente godeva.La folta rappresentanza dell’Associazione era guidatadal presidente nazionale Buscemi che fatto l’orazionefunebre, e comprendeva il vicepresidente Sorvillo, ilsegretario nazionale Torre e il consigliere Grillo. Lasezione di Roma, alla quale Sante era iscritto, era pre-sente con il presidente di Roma Falconi, Canarile,Cafazzo, De Micco e numerosi altri iscritti.

MARCO ZUCCHISezione di Bologna

Nato il 23 febbraio 1948, aveva svolto il serviziomilitare di leva nel 1968-69 nel 1° reggimento«Granatieri di Sardegna, alla caserma «Gandin».Dopo lunga malattia è venuto a mancare all’af-fetto di parenti e amici il 30 luglio 2014, assistitoamorevolmente dalla moglie signora Nicoletta. Marco ha sempre portato con orgoglio i bianchialamari ed era felice di partecipare ai raduni perincontrare gli amici di un tempo.I commilitoni della sezione di Bologna espri-mono alla moglie e a tutti i familiari il loro pro-fondo cordoglio.

CARLO POLLININISezione di Legnano

Lo scorso 1° maggio è scomparso il dottor CarloPollinini, marito della signora Beatrice Venegoni,nipote di don Luigi Quadri, cappellano dei gra-natieri decorato di medaglia d’argento al valor mi-litare, al quale è intitolata la sezione.Tutti i soci della sezione si stringono in un grandeabbraccio con la vedova, formulandole le più sen-tite e sincere condoglianze per la perdita dell’ado-rato marito.Ai funerali, svoltisi a Milano, erano presenti inrappresentanza della sezione i granatieri MarioPonzoni e Giampaolo Spagni.

Page 64: FELICE ANNO 2015 - Granatieri Di Sardegna Presidenza · Questa volta è stata più dura del solito chiudere il numero corposo di fine anno. D’altro canto, occorreva pubblicare tutto