31
Corso di Tecnica Urbanistica A.A. 2014/2015 - Prof.ssa M. Arena Elaborato di ricerca bibliografica, sul quadro urbanistico generale attuale vigente nel Comune di Ferrara, gli eventi principali storico-urbanistici, nonché uno sguardo sulla Legge Urbanistica Regionale dell’Emilia Romagna. Ferrara, il Verde come Infrastrutturastudente: Francesco ALVARO matricola 444556 consegna_del_04/12/2014 UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MESSINA Dipartimento di Ingegneria Civile Informatica Edile Ambientale e Matematica Applicata Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Civile e dei Sistemi Edilizi - indirizzo Edile

Ferrara: il Verde come Infrastruttura

Embed Size (px)

DESCRIPTION

aspetti urbanistici della città di Ferrara

Citation preview

Corso di Tecnica Urbanistica A.A.2014/2015-Prof.ssaM.Arena Elaboratodiricercabibliografica,sulquadrourbanisticogeneraleattualevigentenel ComunediFerrara,glieventiprincipalistorico-urbanistici,nonchunosguardosulla Legge Urbanistica Regionale dellEmilia Romagna. Ferrara, il Verdecome Infrastruttura studente:FrancescoALVARO matricola 444556 consegna_del_04/12/2014

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MESSINA Dipartimento di Ingegneria Civile Informatica Edile Ambientale e Matematica Applicata Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Civile e dei Sistemi Edilizi - indirizzo Edile

2 Un Omaggio ad un grande Urbanista. Bernardo Secchi tra gli studiosi di urbanistica, il nome di Bernardo Secchi ha rappresentato una sorta di faro tra le complessit nascoste in questa nuova scienza, lUrbanistica. "Per Urbanistica intendo non tanto un insieme di opere, di progetti, di teorie o di norme unificate da un tema, da un linguaggio e da un'organizzazione discorsiva,tanto meno intendo un settore d'insegnamento, bens le tracce di un vasto insieme di pratiche: quelle del continuo e consapevole modificare lo stato del territorio e della citt"

1 Bernardo Secchi

1BernardoSECCHI(Milano,2giugno1934-15settembre2014),statoProfessoreOrdinario Emerito di Urbanistica presso lIstituto Universitario di Architettura di Venezia, oggi Universit IUAV, e Preside della Facolt di Architettura del Politecnico di Milano.Ha insegnato in varie universit tra cui Zurigo, Ginevra e Parigi. Ha partecipato agli studi per il Piano Intercomunale di Milano e lavorato al piano regionale del Trentino. Con Paola Vigan ha vinto concorsi inItaliaeinEuropa.Nel2008statotraidieciarchitettirichiestidisviluppareideeeprogettiperla Grande Parigi, nel 2010 tra i tre richiesti di sviluppare progetti per Bruxelles 2040 e nel 2012 tra i dieci richiesti di sviluppare idee per la Grande Mosca. EstatomembrodelgruppofondatorediArchiviodiStudiUrbanieRegionali,hacollaboratocon continuit alla rivista Casabella e ha diretto Urbanistica. Fra le sue pubblicazioni: Squilibri regionali e sviluppo economico, Marsilio, Venezia,1974; il racconto urbanistico,Einaudi,Torino,1984; Un progetto perlurbanistica,Einaudi,Torino,1988;PrimaLezionediUrbanistica,Laterzaedizioni,Roma-Bari,2000; La citt nel ventesimo secolo(storia della citt),Laterza,Roma-Bari,2005; la citt dei ricchi e lacittdeipoveri,Laterza,collanaAnticorpi,2013;Competenzaerappresentanza,Donzelli Editore,2013. Cit.:B. SECCHI (2007), Prima Lezione di Urbanistica, 200 p., brossura, 13 ed., Laterza Edizioni.

3 Bernardo Secchi a Ferrara Convegno: Le forme della Citt, Ferrara 17 aprile 2008 2 BernardoSecchitenneaFerrara,unimportanteconvegno,contemaprincipale levoluzionedellaformadellaCittneltempo,edituttiifattorichenederivano.Si affront in particolare, lo sviluppo di Ferrara e il suo assetto urbano attuale. Di seguito ho voluto riportare solo alcuni passi importanti tratti dagli atti del convegno depositati. Sinoatuttalaprimametdelsecoloventesimolasocieturbana,pernondire linterasocietemersadallarivoluzioneindustriale,concepitacomeformatada grandiaggregati,classiocetiallorointernofondamentalmenteomogeneinei comportamenti e nelle aspirazioni. La citt il luogo ove questi aggregati, muovendo specifiche retoriche, si incontrano e scontrano conquistando riconoscibilit, egemonia e potere. La maggior parte delle politiche urbane cerca di costruire pragmaticamente un ponte tra le esigenze dei diversi gruppi tra loro in competizione. Partiamoconildefiniredueimportantitermini,titolodelconvegno:laCittela forma, entrambi termini difficili da analizzare. La Citt: nonostante le apparenze cosa sia oggi la citt, non questa o quella citt, ma la citt in generale, in Europa come in altri continenti, non facile a dirsi; tanto pi difficile a dirsicosasarlacittnelfuturo.Nondellesuesolepietre,deisuoimonumentiodeisuoi edifici, delle sue strade e dei suoi giardini fatta la citt, ma anche dei suoi abitanti, di chi la frequenta,delleattivitchevisisvolgono,dellerelazionicheabitanti,visitatoriedattivit intrattengono tra loro, con il resto del mondo e con lo spazio fisico.Laforma:ancheformaterminedifficiledatrattare.Laforma,adesempiolaformadi una citt, non si rappresenta solo nella figura che si staglia su di uno sfondo. Parliamo spesso edeltuttolegittimamentediformeletterarie,adesempiodellaformaromanzo,diforme musicali,adesempiodellaformasonataodellaformasinfonia,diformeistituzionali, politiche,diformedeldiscorsoedellerelazioniconglialtriedaquestointerofasciodi concetticheoccorrefareriferimentoquandosiparladelleformedella cittodialcunesue parti,delleformedelpaesaggioedelterritorio,delleformedellasocietcheliabita,delle relazionisocialichevisivengonoacostruireosipuimmaginaredicostruire,delleforme delleistituzioni,delleconomia,delpoliticoedelpotere;delleformedelleespressioni artistiche,deldiscorsoedellimmaginario,senzastabiliretralediverseformealcuna gerarchia e priorit.

2Bernardo Secchi, Le forme della Citt, Ferrara 17 aprile 2008, atti del convegno, cit. varie

4 Concettualmente, Secchi delinea due principali tesi3: -La storia della citt storia di forme e del loro mutare nel tempo, del loro sovrapporsi, intersecarsiecontaminarsi.Lentoilmovimentodelleformefisiche,pivelocequello dellorganizzazionesociale edeconomica,volatilequello delleidee edei discorsi.In una prospettivanevoluzionistica,nescatologica,criticamentelontanidaunaconcezione linearedeltempoedallostoricismoottocentesco,malontanianchedallorganicismoe dallostrutturalismochealungohannodominatonegliultimiduesecoliilpensierosulla citt,lacittedilterritoriosonoilterrenooveformediverseeconunadifferente genealogiapicheconunadiversastoria,competonotraloro.Lacittedilterritorio sonoluogooveogniformaesercitaunattritosullaltraimpedendone,rallentandoneo facilitandone il movimento ed il mutamento, con ci ostacolando la fine della competizione edimpedendoanchelafinedellastoriainunsuogeneralecompimento.Tralediverse forme non si d una irreversibile selezione naturale: il passato pu tornare, seppure sotto diversesembianze,ciascunaformamigliorandoqualcosadelpassato,malasciandone apertealcunecontraddizioni. Ed questa la ragione per la quale ogni progetto di citt da sempre destinato a divenire un progetto interrotto. -Stiamo forse assistendo ad un passaggio epocale,un passaggio quale quelli che si sono dati pi volte nella storia della citt. Un mutamento che potrebbe portare verso forme pi avanzate di citt, ma che non avviene simultaneamente e con eguali modalit in ogni luogo edinognipartedelpianetaeche,cometuttiicambiamenti,suscitareazioniopposte:di nostalgia del passato e di acritica adesione al nuovo ed a questo passaggio che vale forse lapenadiriflettereconcalmaabbandonandoilchiacchiericcioquotidiano.Equesto passaggiochevaleforselapenadicercaredicapireegovernareentrounavisionedi lungo periodo.

3Bernardo Secchi, Le forme della Citt, atti del convegno.

5 Indice Introduzione....6 1. Cenni Storici 1.1Il Comune di Ferrara ................................................................................................. 7 1.2Analisi storica dellUrbanistica a Ferrara ................................................................. 7 1.2.1LAddizione Erculea...9 1.2.2Analisi della situazione esistente...12 2.La Legge Urbanistica Regionale dellEmilia Romagna2.1Il quadro generale.................................................................................................. 14 2.2Gli strumenti e i contenuti della pianificazione ...................................................... 15 3.La Pianificazione Comunale di Ferrara 3.1Il passaggio dal PRG al PSC.......17 3.2La struttura e i contenuti del PSC........18 3.3I vincoli urbanistici......21 3.3.1Larea di rispetto del centro storico....22 3.4Il Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE)......23 3.5Il Piano Operativo Comunale (POC)......24 4.Il Piano di Viabilit e Trasporti 4.1Le infrastrutture e la dotazione urbana dei servizi..25 4.2Ferrara Citt Parco. Il verde come infrastruttura....27 5.Conclusioni 5.1PSC Ferrara e PRG Messina a confronto....29 5.2Conclusioni finali della ricerca...............30 . Riferimenti bibliografici e sitografici.....31

6 Introduzione La disciplina di Tecnica Urbanistica, proposta nel terzo anno della Laurea triennale in Ingegneria Edile, ha lo scopo di fornire a noi allievi gli strumenti nonch le conoscenze teoricheepratiche,dituttocicheriguardailvastocampodellUrbanistica,dalle nozioni di storia urbana, di diritto urbanistico, al saper leggere e interpretare i dati di un elaborato di progettazione urbanistica. Il presente elaborato, partendo da un comune scelto personalmente, quale il Comune di Ferrara, stato sviluppato argomentandolo su tre tematiche guida: Laspetto storico elevoluzioneurbanisticadellacittnellastoria;laLeggeUrbanisticaRegionale dellEmilia Romagna che cos e cosa prevede; la pianificazione a livello comunale di Ferrara e i relativi strumenti in vigore. Lordine di trattazione non casuale, ma strutturato nel rispetto della gerarchia delle fonti, principio fondamentale del diritto urbanistico. La complessit e la vastit, nonch larticolatafasediricercadeimaterialiedellefontisucuibasarelostudio,specie nellambito storico-architettonico di Ferrara, tenendo conto inoltre di un certo limite di pagine,mihannoportatoadoptareadunatrattazioneeargomentazioneincentrataa condensareiconcettieleinformazionilimitandomiallafinalitdipartenza,evitando divagamenti.LasceltadiFerraracomeargomentodiricerca,distudioediapprofondimento nonchancheelementodispuntoperunconfrontoconlenostrerealturbanistiche locali,statacondizionatadamoltiaspetti:sicuramentelastoriadiFerrarache richiama subito in mente le famose mura di Ferrara; limportanza del centro storico; la bellezza del contesto ambientale e urbano che la circonda; limportanza del verde; il rapportoconlanaturaelecologia;laRegioneEmiliaRomagna,perlostudiodella legge Urbanistica Regionale. Lelaboratodiricerca,siapreconunbrevecennostoricosullacittdiFerrara, cercandodicalibrarelosguardoaisolieventidirilevanzaurbanistica,inparticolare lAddizioneErculeaeilcontestoattuale(del900)durantelasecondaguerra mondiale.Sipassatisuccessivamente,altemacentraledellaricercaqualeilPSCdi Ferrara, dando come introduzione, una panoramica sulla Legge Urbanistica Regionale dellaRegioneEmiliaRomagna(L.R.20/2000)nonchicontenutieleprincipali prescrizioni. LatrattazionedelPSC,chehaimpegnatolospaziomaggioredellaricerca, preceduta da un breve sunto del passaggio dal PRG al nuovo PSC con cenni ad alcune tappe urbanistiche importanti, in particolare lultimo PRG operante sul territorio. DalladefinizionediPSC,sipassatiallastrutturaeaisuoicontenutiesaminando aspettiprincipalitrattatidalPiano,tracuilasuddivisionedelterritorioinambitiei relativielaboratisignificativi.Vengonocitati,inoltre,duestrumentiurbanistici importanti del piano quale il RUE e il POC corredati da una breve presentazione. Infine,nellatematicadellaspecificitdellaricerca,sidaunosguardoalPianodi ViabiliteTrasportioperantenelComunediFerraraaffrontandolaquestionedei trasporti e dello sviluppo delle comunicazioni interne e intercomunale. UncollegamentoalCorsodiTecnicaUrbanistica,chiudelaricerca,conunabreve messa a confronto, in modo schematico e concentrato, tra il PSC di Ferrara e il PRG di Messina, traendo le principali differenze cercando di evitare prese di posizione. Le conclusioni personali, chiudono il lavoro di ricerca.

7 1. Cenni storici 1.1 Il Comune di Ferrara Ferrarauncomuneitalianodi133.980abitanti4,capoluogodell'omonimaprovincia della regione Emilia-Romagna. Il territorio occupa un'area di405,16 km2 nella Pianura padanaaqualchechilometrodidistanzadalconfineconlaRegioneVeneto,conla provincia di Rovigo a nord e con la provincia di Bologna a sud. Il territorio pianeggiante haunaspiccatavocazioneagricola,l'allevamentoelapesca.Leconomiabasata prevalentementesullaproduzioneagricolaeindustrialechenefannouncentrodi primariaimportanzagrazieallapresenzadinumerosiimpiantiindustrialipresenti nell'areadelpetrolchimico,dellindustriatessileealimentare.Ferraraanticasede universitaria(UniversitdegliStudidiFerrara)esedearcivescovile(Arcidiocesidi Ferrara-Comacchio).OspitainoltreimportanticentriculturalitracuiMuseod'arte moderna e contemporanea Filippo de Pisis e numerosi altri musei. 1.1Analisi Storica dellUrbanistica a Ferrara 5 LacittdiFerrarasorgesullespondedelfiumePodiVolano,situatanellabassa pianura emiliana. Le origini del nome della citt, Ferrara, rimane di antichi cronisti che avevanodettochenelpratodelcomune,situatolungolespondedelfiumePodi Volano, si tenevano importanti fiere due volte allanno; il luogo in cui si svolgevano le duegrandifierevenivachiamatoinlatinoFeriarumarea6chesignificapiazza delle fiere da cui ricava il nome della citt.La citt stata fondata nel secolo VI ma ufficialmente nel 754 quando il re Lombardo Astolfo, occupata la zona, utilizz il nome diFerrarainundocumentoscrittoincuisicitavalalocalitcomefacenteparte dell'Esarcato di Ravenna. IlperiodopiimportanteperlosviluppourbanisticoedarchitettonicodiFerrara stato senza dubbio il Rinascimento, durante il ducato degli Estensi che ampliarono quel piccolo borgo medioevale che era stato fino ad allora, creando cos una delle pi belle e famosecittrinascimentalideltempo.Finoametdel400Ferraraavevainfattiuna strutturairregolareecaotica,unatipicaaggregazionemedioevaledilottogotici,di chieseeconventicircondatidailoropoderi,chesiestendevalungolaspondasinistra dellantico letto del Po. Tuttavialenuovecondizionisocialiedeconomichechecaratterizzaronoquesto periodoimposeroradicalimutamentinellorganizzazioneenellagestionedellacitt.

4fonte: www.comuni-italiani.it 5F. Scafuri, lEvoluzione Urbanistica di Ferrara, 20116allepoca luogo principale della vita e delle attivit del comune e sede delle fiere.

8 Dapprima il Duca Borso dEste (1413-1471) fece espandere Ferrara verso lisola di S. Antonio in Polesine, ormai trasformata in terraferma per il progressivo abbandono delle acque del Po, ma fu solo con il Duca Ercole I dEste (1431-1505) che Ferrara assunse le caratteristiche di citt rinascimentale che tuttoggi la contraddistinguono.

fig. 1 . Ferrara nel Medioevo (1400)

9 1.2.1 LAddizione Erculea LAddizione Erculea, iniziata nel 1492, fu inizialmente un progetto di rafforzamento militare del nucleo urbano contro i continui attacchi da parte dei veneziani che nella loro corsaespansionisticaminacciavanoilDucatoEstense.ErcoleIvolleinfattidotare Ferraradiimponentibastionidifensiviedivedette,chesipossonooggiammirare percorrendo via Porta Catena, in modo da completare la cerchia muraria, gi iniziata da Borso dEste attorno alla met del secolo; cos facendo triplic le dimensioni della citt inglobandoallinternodellemuracirca250ettaridicampagnachedovevaesserein qualche modo organizzata e collegata al tessuto cittadino.

7L'architettoBiagioRossetti,cresciutocongliinsegnamentidiAntonioBrasavola, arteficedellespansioneurbanadiducaBorso,vennesceltoperrealizzarel'ambizioso progetto di pianificare una citt che esprimesse tutto il gusto e lo stile della nobilt del tempo.Osservandolecartestorichediquellinterventosiintuiscelachiaravolont dellarchitettodicreareidueassiprincipalichesuddividonoFerrarainquattroparti, tipicoschemadellecittromaneclassiche;inparticolareconlacreazionedellaVia degli Angeli (oggi CorsoErcoledEste), chedal Castello di SanMichele conduce alla porta settentrionale, nasceva la colonna portante di tutta lespansione, lungo la quale si costruirono alcuni tra i pi bei palazzi del Rinascimento. 8AttraversandoVialeCavour(lanticaviadiSanBenedetto)oCorsoGioveccasi avvertelanettacontrapposizionetralacittmedioevaleequellarinascimentale:le stradesiallarganoedivengonopiregolari,ilottigoticivengonoaffiancatidanuove chieseedaipalazzicostruitiperlacorteEstense,comeilcaratteristicoPalazzodei Diamanti dello stesso Biagio Rossetti, si crea un sistema di piazze e giardini circondati daimponentifacciatenelritrovatostileclassicoconcolonneefregiornamentali,si genercosunambienteurbanochecaratterizzprofondamenteFerraracome analogamenteaccaddeancheaFirenze,Siena,VeronaeintuttelealtreSignorie italiane. Difronteperallamagnificenzadiquestochefuilprimointerventourbanistico pianificatoinsensomodernovilenormedispendiodirisorseeconomicheeumane checomport:letasseeidazidivenneroquasiinsopportabiliperlapopolazioneche, oltreallecontinueespropriazioniforzate,resesinecessarieperlacostruzionedinuove strade,sivideulteriormentecolpitadaalcunecalamitnaturali,tralequaliancheun

7F. SCAFURI, COMUNE di FERRARA, LICEO STATALE ROITI - Architettura del Novecento a Ferrara 8 F. SCAFURI, COMUNE di FERRARA, LICEO STATALE ROITI, Passeggiando perFerrara, 2014

10 terremoto (1496), che imperversarono in quegli anni. La stessaSignoria Estense dietro unapparenza di lussoe sfarzo nascondeva una situazione economica devastante, frutto dicontinuespesemilitariunamministrazionepocooculata.Questofuunadelle principalicausedeltracollodelDucatoEstensecheallafinedel500dovette abbandonareFerraradifronteadunaveraepropriainsurrezionepopolare,aiutatain realt dallo Stato Pontificio che ebbe cos modo di mettere le mani su questo importante territorio. fig. 2 .Espansione di Borso d'Este (1450)

11 LEspansione Erculea fu quindi un esperimento, in parte riuscito, finalizzato a creare unanuovacittpianificataperunasocietnuova,erimaseadesempiopermolti successiviinterventiinmoltecittitalianeedestere,ancheselintentoeraindirizzato unicamenteasoddisfareleesigenzedellanobilt(lepiazzeedigiardinieranoun salotto a cielo aperto per la corte estense) e non prendeva in minima considerazione le necessitdelpopolo(noneranoprevistepiazzecommercialidovetenereilmercatoo negozi ai piani terra degli edifici).

fig. 3 .Espansione di Ercole I d'Este (1492)

12 1.2.2 Analisi della situazione esistente DuranteisecolidigovernodelloStatoPontificio Ferraradivenneunaprovinciadi confine,dimenticatadallamministrazionecentraledi Romaeabbandonataspesso ase stessa.Questorappresentdaunlatounafortunaperlacitt,checonservfinoalla secondametdellOttocentoicaratteriquasiinalteratidelperiodorinascimentale estense,madallaltroleimpeddisvilupparelecaratteristicheinnovativedellegrandi citt europee che durante quel secolo si erano evolute per accogliere una nuova societ di massa. ConlannessionealRegnodItalialecosenoncambiarono,inparteacausadella forte componente rurale e poco industriale del territorio ferrarese, in parte a causa della vicinaBologna,pienamentesviluppatacomecittottocentesca,chepolarizzava lattenzione su di se, mettendo in secondo piano le citt vicine. Diquestiprimidecennidel1900sideveperricordarelacostruzionediun quartieredistampofineottocentesconellazonaoccidentaledellemura(dovesi trovavanoirestidiungrossobaluardodifensivodifatturapontificia).Ilquartiere "Contini" (1933), dal nome del progettista che lo ide alla fine del secolo precedente, si sviluppatocosattornoallagrandepiazzadell'acquedotto,eoggirappresental'unico esempio a Ferrara di una pianificazione tipica ottocentesca, con ampie strade alberate e prospettive monumentali. fig.4 . Addizione Contini (1933)

13 Perilrestolacittrimaseinalterataefusolonelsecondodopoguerra,quandoil boomeconomicoedemograficoimposerounarapidacrescitadellecittitalianeed europee, che Ferrara riprese a svilupparsi. Allinterno delle vecchie mura rinascimentali inveceiprincipaliinterventifuronoquellidiricostruzionedegliedificibombardati durantelaguerra,cospercorrendovialeCavourecorsoGioveccasipunotareuna varietdistilidiversi,dalrinascimentodeipalazziquattrocenteschialmodernismodi edificiresidenzialieamministrativideglianni60e70,senzadimenticarealcuni esempi significativi del neoclassicismo degli anni 30 come il palazzo delle Poste o lex palazzo del Fascio, oggi sede del Catasto. Analizzandolecarteurbanedegliultimi50anni,sipunotarecheampiezone dellAddizione Erculea orientale non erano state costruite ed erano invece rimaste aree agricoleallinterno dellemura.Negli anni 70 poi questezoneerano state occupateda edificidelpoloospedaliero,daalcunefacoltdellUniversitdiFerraraedaalcuni edificiresidenziali,senzatuttaviaunpianourbanisticorigorosochesipreoccupasse delladisposizionedegliedificiedelladensitabitativadiquellazona,lasciandocos ampi spazi inutilizzati.Lespansionedellacittsiquindiconcentrataunicamenteversoleareerurali esterne, dimenticandosi di queste zone interne alla cerchia muraria, il che ha creato una bassa densit in quartieri che invece hanno una domanda sempre crescente di alloggi. fig. 5. Quartiere dellAddizione Erculea orientale oggi

14 2.La Legge Urbanistica Regionale della Regione Emilia Romagna 2.1 Ilquadro generale Ildirittourbanistico,ossiaquelcontenitoreditutteleleggi,regolamentienorme emanatenelcorsodegliannicontemailgovernodelterritorio,regolatodaun principio fondamentale: la gerarchia delle leggi; lorgano giuridico che sta pi in alto detta le regole agli enti che, in termini di dipendenza istituzionale, sono collocati pi in basso. Con il D.P.R. n. 8 del 1972 9 10, le funzioni (e quindi anche il potere di legiferare) inmateriadiurbanistica,vengonotrasferitedalMinisterodeiLavoriPubblicialle Regioni;questofu unpassoimportanteperchdaquiche parteunnuovomododi fare urbanistica, non pi centralizzato al governo, ma pi vicino a chi in realt conosce veramente il territorio. Ogniregionesidovettedotarediunaproprialeggeregionale(ogniregionecon tempidiversi),confunzionidistrumentoquadrodiindirizzoatuttiglistrumenti urbanisticiprovinciali,comunali,gerarchicamentedipendenti.Inpratica,qualsiasi piano urbanistico, regolamento ecc. emanato da una provincia o da un comune, oltre a rispettare il proprio iter di approvazione, deve essere in linea con lo strumento quadro diindirizzodellapropriaregione,cheemanalineeguidasucontenuti,ambitidi applicazione, tempistiche. LaregioneEmiliaRomagnarisultaunadelleregioniconunagrandesensibilit sullargomento,cheapartiredallaleggefondamentalen.1150del194211,hatenuto sempre in costante aggiornamento le proprie leggi. Lattuale Legge Urbanistica Regionale in vigore nellEmilia Romagna laLegge n.20del24marzo2000,macheincontinuoaggiornamentoconnumerose modifiche e integrazioni, lultima risalente al 200912.Laleggeaffrontainoltrelamateriadellapianificazioneterritorialeconnuova originalit dando spazio in particolare alle tematiche ambientali; questo significanon solounpassoavantideglistrumentinormativiregionali,conlintroduzionedifatto dellasostenibilitterritorialeeambientale,maanchelapossibilitdiapplicaread

9 D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 - art. 82 - commi 1-2 , c.d. decentramento amministrativo 10del15gennaio1972,TrasferimentoalleRegioniastatutoordinariodellefunzioni amministrativestataliinmateriadiurbanisticaediviabilit,acquedottielavoripubblicidi interesse regionale e dei relativi personali ed uffici" 11del 17 agosto 1942; il PRG obbligatorio solo per alcuni comuni in apposito elenco. 12LR23/2009Normeinmateriaditutelaevalorizzazionedelpaesaggio.Modificadella Leggeregionale24marzo2000,n.20(Disciplinageneralesullatutelael'usodelterritorio)e norme transitorie in merito alla Legge regionale 30 ottobre 2008, n.19 (Norme per la riduzione del rischio sismico)".

15 unterritoriouniconellesuecaratteristicheimportantielementidinovit.Lalegge affronta la questione della disciplina generale sulla tutela e luso del territorio, cos come recita il titolo13; significativo il fatto che la pianificazione territoriale, secondo larticolo6,pusubordinarelattuazionedegliinterventiditrasformazionealla realizzazionedidotazioniecologicheeambientali.Vengonoinoltrespecificati nellarticoloA-6apropositodistandarddiqualiturbanaecologicoambientale quelli che potenzialmente sono interventi di riequilibrio territoriale e mitigazione degli impatti negativi delle attivit umane: le infrastrutture ecologiche e ambientali. 2.2Gli Strumenti e i contenuti della Pianificazione IltestodellaLeggeUrbanisticaRegionalen.20/2000Disciplinageneralesulla Tutela e luso del Territorio, costituito da quatto Titoli: Titolo I, II, III, IV (Principi generalidellaPianificazione,Strumentiecontenutidellapianificazione,Opere pubbliche e accordi di programma, Disposizioni transitorie e finali) e da 52 articoli pi 27 articoli degli allegati. Gliobiettivifissatidallalegge,inattuazionedeiprincipidellaCostituzioneedello Statuto regionalee in conformitalle leggi della Repubblica ed ai principi della L.R. 21 aprile 1999, n. 314 sono quelli di : realizzareunefficaceedefficientesistemadiprogrammazioneepianificazione territoriale che operi per il risparmio delle risorse territoriali, ambientali ed energetiche alfinedelbenessereeconomico,socialeeciviledellapopolazioneregionale,senza pregiudizio per la qualit della vita delle future generazioni; promuovereunusoappropriatodellerisorseambientali,naturali,territorialie culturali; riorganizzarelecompetenzeesercitateaidiversilivelliistituzionaliepromuovere modalitdiraccordofunzionaletraglistrumentidipianificazione,inattuazionedel principio di sussidiariet; favorirelacooperazione tra Regione, Province eComuni evalorizzarelaconcertazione conleforzeeconomicheesocialinelladefinizionedellesceltediprogrammazionee pianificazione; semplificareiprocedimentiamministrativi,garantendonelatrasparenzaeil contraddittorio. La legge individua i c.d. livelli di pianificazione, articolandoli in tre livelli: Regionale,ProvincialeeComunale,cherappresentalagerarchiadellecompetenzecitatein

13vedi Legge Urbanistica Regionale Emilia Romagna, n. 20 del 2000. 14cit. art. 1 L.R. 20/2000, modificato da LR 6/2009, art. 10, comma unico.

16 precedenza.Inparticolare:sonoconferiteaiComunituttelefunzionidigovernodel territoriononesplicitamenteattribuiteaglialtrilivellidipianificazione;nelcasodi Comuni di minoredimensionedemografica, possono esercitare le funzioni pianificatorie informaassociata.Inpi,competeaiComuni,inriferimentoallespecifichesituazioni locali,specificare,approfondireeattuareicontenutiproprideglistrumentidi pianificazione territoriale (aumento di autonomia dei comuni). Lapartedeltestodellaleggeregionalecheinteressapidavicinolostudiodello strumento urbanistico di Ferrara, il Titolo II15, in cui viene messo al dettaglio la struttura dellapianificazioneequalistrumenti,alivelloregionale,provincialeecomunalesono previsti con i relativi iter di approvazione, di cui per brevit, si citano in elenco: A livello Regionale sono previsti: -Piano Territoriale Regionale (PTR) -Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) A livello Provinciale previsto: -Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Infine,alivellocomunale,vengonodemandatiunaseriedistrumentiinnumero maggiorerispettoaiduelivellisuperiori,checonambitiefunzionidifferenti, garantiscono il governo, la pianificazione e lo studio del territorio. A livello Comunale sono previsti: -Piano Strutturale Comunale16 (PSC) -Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE) -Piano Operativo Comunale (POC) -Piani Urbanistici Attuativi (PUA)

15Strumenti e contenuti della pianificazione capo I, II, III. 16cit.LR20/2000:Elostrumentodipianificazioneurbanisticageneralechedeveessere predispostodalComune,conriguardoatuttoilproprioterritorio,perdelinearelescelte strategichedi assetto esviluppo eper tutelarel'integrit fisica ed ambientaleel'identit culturale dello stesso.

17 3.La pianificazione Comunale di Ferrara 3.1 Il passaggio dal PRG al PSC Andando a ritroso nella storia urbanistica di Ferrara, si scopre che si ha a che fare con un comunein cui limportanzadel territorio edel suo governo, non risale aqualcheanno fa.IlprimoPRGrisaleal1960edilprimoadestendersiatuttoilterritoriocomunale, essendoterminatalastagionediemergenzadeipianidiricostruzione.Vienefavoritala crescitaresidenzialelungogliassigiconsolidatimentrevieneintrodottoilvincolodi verde agricolo, un vincolo alla edificazione per spazi aperti verdi pubblici eprivati entro e fuori le mura.Negli anni a seguire, il comune intraprendendo una politica di rinnovamento e riassetto urbanisticonelterritorio,apportdiversipianidivariante17,incuiinizianoadelinearsi indirizzi di recupero del verde e del grande patrimonio monumentale. Lultimo PRG redatto ed approvato prima dellentrata in vigore dellattuale PSC, del 1995,incuilAmministrazionecomunalediFerrarariprendelesceltestrategiche sottolineandolimportanzadi unapolitica di difesadellambienteedellerisorse locali. Si configuraunfuturoperlacittlegatoallariqualificazioneealladifesadivaloriormai consolidati: a tal proposito viene dato ampio spazio a indagini sui segni naturali e antropici stratificatinelterritorio,alsistemaidrico,agricoloegeomorfologico.Il territorio ferrarese viene riconosciuto come addizione verde e quindi come nuova forma urbis della citt.

17varianti al PRG dal 1960:1968, Studio per la variante generale al PRG, alla luce della l.n. 765/67 sugli standardurbanistici; 1975,Variante al PRG relativa alledificazione nelle zone rurali e ai centri urbani del forese; 1977, Variante generale al Piano Regolatore; 1985, Variante al PRG relativa al territorio comunale con esclusione del centro storico; 1987, Progetto preliminare di Piano Regolatore;

18 3.2La struttura e i contenuti del PSC 18 IlPianoStrutturaleComunale(PSC)lostrumentodipianificazioneurbanistica generalechedeveesserepredispostodalComune,conriguardoatuttoilproprio territorio, per delineare le scelte strategiche diassetto e sviluppo e per tutelare l'integrit fisica ed ambientale e l'identit culturale dello stesso19 20.A tal fine il PSC si propone i seguenti obiettivi generali: lariqualificazioneeilcompletamentodellacittedegliinsediamentiesistenti,con particolare riguardo alle parti della citt contemporanea e alle frazioni; lestensione dei caratteri di qualit urbana del centro storico ai quartieri periferici; lacostruzionedinuoveretieconnessionisulterritorioedinparticolareperquanto riguarda gli spazi verdi e le aree rurali limitrofe ai centri urbani, le attrezzature pubbliche, i percorsi pedonali e le piste ciclabili; latuteladelcentrostoricoedelpatrimonioculturalerappresentatodalterritorio ferrarese; lasalvaguardiadeivalorinaturalieambientalieilmiglioramentodellostato dellambiente; ilcontenimentodeiconsumienergeticineitessutiurbani,lavalorizzazionedellefonti rinnovabiliedassimilatedienergia,lapromozionedelladotazioneefruibilitdialtri servizienergeticidiinteresselocale,anchenell'ambitodegliinterventidiriqualificazione del tessuto edilizio e urbanistico esistente. IlPSC,inquantostrumentodipianificazionegenerale,dettanormeperlaformazione deglistrumentidipianificazioneprevistidallaLRn.20/2000(RegolamentoUrbanistico Edilizio(RUE)ePianiOperativiComunali(POC)assiemeaiqualicostituisceilNuovo Piano Urbanistico Comunale di Ferrara. Contenuti del PSC: gli Elaborati IlPSC,oltrechedallepresentiNormeTecniche,costituitodaunaseriedielaborati graficichesiarticolanoinillustrativienormativiinfunzionedellivellodi prescrittivitdeicontenuti.Glielaboratiillustrativihannoloscopodirappresentaree descrivereleprincipalisceltedelPSC;atalfineessinonhannocontenuticogentima costituisconounvalidostrumentoperunacorrettainterpretazionedelleprevisionidi Piano.

18entrato in vigore il 03/06/2009. 19art. 28 comma1 capo III, sez I, della legge urbanistica regionale n. 20/2000.20art. 2delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PSC di Ferrara.

19 Sono elaborati illustrativi: 1: QUADRO CONOSCITIVO; 2: RELAZIONE ILLUSTRATIVA; 3: POSTERPLAN.Glielaboratinormativicontengonolenormechedisciplinanolaformazionedei successivistrumentiurbanistici:RUEePOC.Glielaboratinormativisiarticolanointre livellicaratterizzatidaomogeneitdiintenzioniedaobiettivicomuni.Ilivellinormativi del PSC sono: CONTENUTI (in questo livello vengono identificati obiettivi e prestazioni del Piano) LUOGHI ed AZIONI (in questo livello vengono disciplinate le trasformazioni previste del piano) GESTIONE (in questo livello vengono definiti i diritti e le procedure).Importante, sotto laspetto restrittivo ed impositivo del piano, la parte riguardante i vincoli urbanistici, raggruppati sotto la dicitura: Diritti e procedure del PSC21 che contiene:tavole 6.1 - CARTE DEI VINCOLI: - tavola 6.1.1.n - TUTELA STORICO CULTURALE E AMBIENTALE, scala 1:10.000; - tavola 6.1.2 -TUTELA STORICO CULTURALE NEI CENTRI STORICI, scala 1:5.000; - tavola 6.1.3.n - VINCOLI IDRAULICI E INFRASTRUTTURALI,scala 1:10.000; Struttura del PSC: sistemi e ambiti IcontenutiegliobiettividelPSC,sonotradottiinunasuddivisionedelterritorioper sistemieambiti,coscomedefinitidalTitoloIdelleNTA22,eriportatineglielaborati grafici:tavola 4.1: I SISTEMI, scala 1:25.000; tavola 4.2: GLI AMBITI, scala 1:25.000; tavole 4.3.n: SCHEDE DEGLI AMBITI. La disciplina dei Sistemi definisce gli obiettivi e le prestazioni che il PSC prevede per le diversepartiditerritoriocosindividuate.LadisciplinadegliAmbitidefinisceicaratteri dimensionali e le criticit ambientali di tali previsioni con riferimento alle unit territoriali individuate. LadisciplinadegliAmbiti,nelledisposizionigenerali,poneunimportante classificazione urbanistica del territorio comunale. Nella tavola 4.2 il PSC classifica il territorio ai sensi dellart.28 della LR 20/2000 in: territorio urbanizzato;

21vedi nel dettaglio Norme Tecniche di Attuazione (NTA). 22TITOLO I delle Norme Tecniche di Attuazione: DISPOSIZIONI PRELIMINARI del PSC.

20 territorio urbanizzabile; territorio rurale. Viene posta una definizione di ambito23 come: - descrizione della localizzazione dellambito rispetto al territorio; -appartenenzadellambitoalsistemaoalsubsistemaalfinedelladefinizionedegli obiettivi generali. PerogniAmbitoilPSCstabilisceiparametrididimensionamentodarispettarenelle successivefasidipianificazione(RUEePOC)eperleverifichedellaVALSAT24,le infrastrutture e i servizi necessari, nonch le criticit ambientali riconosciute e gli interventi peraffrontarle.Gliambitisonoindividuatinellatavola4.2:-GLIAMBITI.Essisono articolati in: - Centri storici - Ambiti urbani consolidati - Ambiti da riqualificare - Ambiti per nuovi insediamenti - Ambiti consolidati specializzati per attivit produttive - Ambiti specializzati per nuovi insediamenti per attivit produttive - Poli funzionali - Ambito aree di valore naturale e ambientale - Ambito agricolo di rilievo paesaggistico - Ambito ad alta vocazione produttiva agricola - Ambito agricolo periurbano Sono infine individuate nella stessa tavola 4.2:,le principali infrastrutture di progetto e le infrastrutturedariqualificarenonchirispettivicorridoiinfrastrutturali25.Itracciatiele localizzazionidelleinfrastruttureindividuatenellatavola4.2sonoindicativieverranno precisatiinsedediPOC.Gliinterventineicorridoidelleinfrastrutturediprogettoeda riqualificare sono disciplinati dal RUE.

23vedi art. 14 , capo II, Disciplina degli Ambiti, delle NTA. 24VALSAT:VALUTAZIONEPREVENTIVADELLASOSTENIBILITA'AMBIENTALEETERRITORIALE previstodallart.5dellaL.R.n.20/2000.,cherecita:[LaRegione,leProvinceeiComuni provvedono,nell'ambitodelprocedimentodielaborazioneedapprovazionedeipropripiani,alla valutazionepreventiva della sostenibilita'ambientalee territorialedegli effetti derivanti dalla loro attuazione, anche con riguardo alla normativa nazionale e comunitaria]. 25obiettivo e tematica richiamata e approfondita nel Piano di Viabilit e Trasporti (vedi par. 4.1).

21 3.3 I Vincoli Urbanistici 26 27 Il PSC riporta e specifica nelle tavole della serie 6.1: CARTE DEI VINCOLI, le aree soggetteavincoliderivantidallanecessitdituteladelsuoloedellambiente,dalle caratteristichemorfologicheegeologichecherendonoincompatibiliiprocessidi trasformazione,dallapresenzadifattoridirischioambientaleedallavulnerabilitdelle risorsenaturali,dalleinfrastrutture,dallecaratteristichestorico-architettonicheequelli derivanti dai piani territoriali. Pi in particolare le tavole della serie 6.1 si articolano individuando:vincoliditutelapaesaggisticaeambientale,storico-architettonica,culturalee testimoniale; vincoli di tutela idraulica e idrogeologica e di rispetto delle infrastrutture. Il RUE e i POC recepiscono i vincoli individuati nelle tavole della serie 6.1.-Vincoliditutelapaesaggisticaeambientale,storico-architettonica,culturalee testimoniale28 IlPSCindividuanellatavola6.1.1:TUTELASTORICOCULTURALEE AMBIENTALE,nonch,conriguardoaicentristorici,leareesoggetteavincolo.In particolare,tutelailpaesaggioinquanto rappresentazionematerialeevisibiledell'identit collettiva, riconoscendo, salvaguardando e recuperando i valori culturali che esso esprime. -Vincoli per la tutela dei siti UNESCO IndividualeareericonosciutePatrimoniodellumanitdallUNESCOinquantodi eccezionalevalore,essendocittrinascimentale,progettatainmodounico,cheha mantenuto la struttura urbana virtualmente intatta e ha influito in modo eccezionale sulla cultura del Rinascimento e sul paesaggio naturale 29. -VincoliperEdifici,insediamentieinfrastrutturediinteressestoricoearchitettonicoe manufatti storici Comprendonoedificiemanufattichecostituisconotestimonianzastoricadellevoluzione del territorio ferrarese -VincoliperParchistorici:Iparchistorici,comeindividuatinellatavola6.1.1,sono assoggettati a tutela ai fini del loro ripristino e mantenimento.

26EstrattodalPOC-ElaboratoQC12.2-SCHEDADEIVINCOLI;approvatoil07/04/2014con delibera consigliare PG 20451/14. 27Dlgs 42/04 28vedi art. 25 delle NTA. 29cit. art. 25.1 delle NTA.

22 3.3.1Larea di rispetto del centro storico Nellaredazionedel nuovo PSC, si cercato in primo luogo di fissarenuovepolitiche perilcentrostorico,indirizzatenonsoloalrecuperoerestaurodiedifici,monumentie spaziaperti,maancheallamessaapuntodimodidusoediassettispazialilegatiadun ulteriore possibile sviluppo di questa parte di citt. A Ferrara, le problematiche tipiche degli ambiti storici, legate alla compresenza di usi e necessitdellacittcontemporaneaconspazieluoghiderivatidallastratificazionedella citt storica, assumono un aspetto rilevante soprattutto per il ruolo che la citt murata ha nei confronti del resto del territorio. Obiettivo del PSC allora forzare il passaggio da centro conununicocentro,incuiilsistemaspazialeDuomo-Castellorappresentailpunto nevralgico della citt storica, a centro policentrico in cui una pluralit di aree e edifici di rilievo concorrono ad articolare lintera parte interna alle mura.Taleobiettivoperseguitoattraversolaconnessionespaziale-funzionaledialcuni importantiedificimonumentali,ilrecuperoelatrasformazionediareeparzialmenteo totalmente inutilizzate o in via di dismissione, infine attraverso una diversa organizzazione dellacircolazioneautomobilistica,dellaccessibilitalcentro,oltrechedeglispaziperla sosta.Le NTA30, definisce larea c.d. di centro storico come: a) le aree della citt riconosciute dallUnesco come patrimonio dellumanit e in particolare quelle allinterno delle mura, del Borgo di S.Giorgio e quelle del Barco del Duca; b) le zone centrali di Francolino. Per le aree comprese allinterno di tali ambiti il PSC si pone a: conservareifabbricati,imanufattieglispaziapertidivalorestoricotestimonialeele strutture urbanistiche delle parti medioevali e rinascimentali; valorizzare il patrimonio edilizio esistente attraverso il recupero degli edifici e delle aree dismesse,nellotticadigarantireunadeguataarticolazionefunzionalechepreveda,oltre alla destinazione residenziale anche quelle per servizi, commerciali, turistico ricettive. La salvaguardiae laconservazionedel patrimonio architettonico eil contesto urbanistico, sonoinoltrerichiamatinelRUEenelPOC,pergliambitiCentriStorici,alfinedi realizzare e recepire quanto indicato nelle NTA.

30vedi art. 14.1 delle NTA centri storici.

23 3.3Il Regolamento Urbanistico ed Edilizio31 (RUE) IlRegolamentoUrbanisticoEdilizio(RUE)lostrumentodidettagliocherende operativelescelteterritorialistrategicheindividuatedalvigentePianoStrutturale Comunalerelativeagliinsediamentiurbaniesistentiealterritorioruraleechenon richiedono interventi rilevanti di trasformazione(demandati ai Piani Operativi Comunali), ma sono affidati ad interventi di ordinaria gestione del territorio e del patrimonio edilizio. Il RUE, a norma della L.R. 20/2000, contiene: - le norme attinenti alle attivit di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, ivi comprese le norme igieniche di interesse edilizio; -la disciplina degli elementi architettonici e urbanistici, degli spazi verdi e degli altri elementi che caratterizzano lambiente urbano; - la disciplina degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione; - gli interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente nel centro storico e negli ambiti da riqualificare; - gli interventi negli ambiti specializzati per attivit produttive -lemodalitdiinterventoperlefficienzaenergeticaelemodalitdicalcolodegli eventualiincentivi;infine,stabilisceladisciplinaparticolareggiatadiusietrasformazioni ammissibili per le ampie parti del territorio individuate dal PSC e ad esso demandate. LapropostadiRUEarticolataintreparti,cuicorrispondonoaltrettantepartizionidelle Norme Tecniche di Attuazione: -laprimapartecomprendeleregolegeneralisulleprocedureperlaprogettazione, lesecuzione, i controlli finali ed in corso dopera e la certificazione delle opere edilizie; le definizionidiinteressetecnicoedilizioedurbanisticoeglielenchideidocumentida presentare in allegato alle istanze, soggetti ad atti di coordinamento regionale, sono portati in allegato a questa prima parte, definendone specifiche modalit di aggiornamento; -lasecondapartecontiene leregolegenerali per laqualitdegli edifici edegli spazi apertiurbani;sonoallegateaquestapartedelRUEleschederelativealleprestazioni ambientali degli edifici; -laterzaparte,inconformitalleprevisionidel PSC,stabilisceladisciplinarelativa alletrasformazionineidiversiluoghispecifici,utilizzandoseicartografietematiche;le modalit di calcolo degli incentivi per promuovere il miglioramento delle prestazioni degli edifici,inparticolarequelleenergetiche;ladisciplinadelcontributodicostruzione;le

31Approvato con delibera consigliare P.G. 39286 del 10/06/2013.

24 modalitdicalcolodellemonetizzazionidelledotazioniterritoriali,conlutilizzodiuna ulteriore cartografia tematica. 3.4Il Piano Operativo Comunale (POC) 32 33 IlPianoOperativoComunale(POC)lostrumentourbanisticocheindividuae disciplinagliinterventiditutelaevalorizzazione,diorganizzazioneetrasformazionedel territorio da realizzare nell'arco temporale di cinque anni. Trascorso tale periodo, cessano diavereefficacialeprevisionidelPOCnonattuate,siaquellecheconferisconodiritti edificatori sia quelle che comportano l'apposizione di vincoli preordinati all'esproprio 34. IlprocessodiformazionedelPianoOperativodisciplinatodall'art.7 35dellenorme tecniche di attuazione del PSC. Il Consiglio Comunale, dopo una fase di consultazione degli Ordini professionali e delle Associazionidelsettore,condeliberaP.G.56628del19/07/2010,haapprovatoil documentodegliobiettivi delprimoPianoOperativoComunale,che dettaindirizziperla redazione del POC. In data 28/10/2013 il Consiglio Comunale, con delibera P.G. 82532/2013, ha adottato il primo Piano Operativo Comunale; Nella seduta del 07/04/2014 il Consiglio Comunale, con delibera PG. 20451/2014 ha deciso le osservazioni e approvato definitivamente il POC, che entratoinvigoreil18/06/2014conlapubblicazionesulB.U.R.Nellastessasedutadel 07/04/2014,ilConsiglioComunale,condeliberaPG.22885/2014,haadottatounaprima variante al POC. Le tematiche ambientali hanno avuto ruolo importante nella redazione del POC, sia negli elaboratidelQuadroConoscitivo36cheneglielaboratidiprogetto,inparticolarenelle Schede di Comparto37, e nel Rapporto Ambientale (RA)38

32adottato il 28/10/2013 con delibera consiliare PG. 82532/13. 33approvato con deliberaPG. 20451/2014 ed entrato in vigore il 18/06/2014. 34art. 30 comma1, legge urbanistica regionale emilia-romagnan. 20/2000. 35 che recita: [....I POC dovranno avere i contenuti previsti dallart.30 L.R. 20/2000.Essi daranno attuazione alle proposizioni guida del presente piano..] a seguire [..La formazione dei POC dovr essereconformealleproceduredicuiallart.34dellaLR20/2000][ladozionedelPOC dovr obbligatoriamente essere preceduta dallattivazione di procedure di evidenza pubblica..] 36contiene:lapprofondimentodelquadrogeologico-geotecnicoesismico;conoscenzeinmerito alla contaminazione dei suoli e delle acque sotterranee. 37contengonounapartededicataagliaspettiambientalicheanalizzapuntualmentelecriticit presenti, i possibili impatti negativi, le potenzialit e le prescrizioni per la fase attuativa. 38sioccupatodiraggruppareesintetizzareglielementidicriticitemersinelleschededi comparto, di approfondire tematiche e relazionarle con i criteri di sostenibilit.

25 4. Il Piano di Viabilit e Trasporti 4.1Le infrastrutture e la dotazione urbana dei servizi Ildirittoallamobilitealrelazionarsiconaltrerealturbane,semprealcentrodi qualunqueprogettodipiano,specieseproiettatoaduncambiamento,adunasvolta, specie se andr a incidere sullevoluzione di vita di una citt. Ferrarasemprestataattentaallagestionedellamobilitinternaallacitt,chepur essendononeccessivamenteestesa,presentaunaconformazioneesoprattuttounforte intreccio con lanatura, taledarenderecomplesso,per alcunearee,lamessa in campo di sistemi di trasporto urbano di tipo tradizionale. Per dotazione urbana dei servizi, viene inteso tutto limpianto dei trasporti operante nel territorio comunale, scaturito dallinterconnessione dei sistemi su gomma, ferro e ciclabile. Da questa definizione generica, di vera competenza e gestione del PSC, ricadono i mezzi di trasportosugomma,oggigestitidallasocietA.M.I.(aziendamobilitimpianti) 39eil trasporto privato e autonomo su bicicletta, di cui parleremo a seguire. IlPianodiViabiliteTrasportiopianodellamobilit40,parteintegrantedelPSC attualmenteinvigore41,confunzionidistrumentodiindirizzoperladefinizionedegli assetti di viabilit interna del Comune. Il disegno generale della mobilit proposto dal PSC muove da alcune questioni, tra le quali: 1.Lintroduzionedinuoviassidiscorrimento(tangenziali,circonvallazioni,ecc.) alternativiaitracciatistoricidicollegamentocontribuisce,daunlatoaridurreil sovraccaricoditrafficoediruoliriconosciutocomeaspettoproblematico,dallaltroad alleggerire la sovrapposizione tra luoghi e spazi di relazione. 2.Comelospazioedificato,ancheglispaziper ilmovimentoelacircolazionesembrano esserecaratterizzatidafortediscontinuitpresentandosisemprepicomeframmentiche necessitano di essere connessi tra loro. 3.Latendenzaascomporrelemodalitdi spostamentosecondodifferentitemi (trasporto pubblico,trasportoprivato,movimentidellemerci,sosta,pedonalizzazione,ecc.),nonha prodotto nel PSC lidentificazione di una priorit di scelte, quanto piuttosto la definizione di un quadro di coerenza generale entro cui i diversi aspetti non entrano in conflitto tra loro.

39Inriferimentoall'art.19dellaL.R.30/98eall'art.31delD.Lgs18Agosto2000n.267il30 settembre2002statacostituital'AgenziaperlaMobilit eilTrasportoPubblicoLocaledella provinciadiFerrara,unconsorziotralaProvinciadiFerraraemoltialtricomunibeneficiaridella convenzione. 40Tavola n.5.4 degli elaborati del PSC approvato. 41Approvato con delibera PG n. 21901/09 ed entrato in vigore il 03/06/2009.

26 A Ferrara questi aspetti generali hanno assunto connotati ben precisi legati alla crescita recentedellacittasudeadovest,alladimensioneeallaformadellacittantica,alla presenza di alcuni assi di collegamento con larea vasta, al Po e al sistema fluviale e, non ultimo, allimportanza che assume, nel bilancio complessivo del traffico, la circolazione in bicicletta. Precisando che non scopo del paragrafo offrire unanalisi o studio sul piano di viabilitmaesclusivamenteunabrevepresentazionedeicaratteriprincipali,nonpunon essere dato cenno allimportanza del trasporto privato su bicicletta. Ferrara la Citt delle biciclette42 unimmagine che deriva dallutilizzo della bicicletta comemezzo di circolazione pervasivo e frequente. A Ferrara la bicicletta rappresenta non solo unalternativa allautomobile, ma anche e soprattutto ai mezzi pubblici. Le ragioni di questa realt dipendono da una molteplicit di fattori che vanno dalla forma e dimensione della citt, e in particolare del suo centro, alla localizzazione dei principali servizi e luoghi collettivi, e da una forte tradizionale affezione allutilizzo di questo mezzo di locomozione. Non dimentichiamo, chelo sviluppo di questa modalit di trasporto in grado di dare un contributo non irrilevante al miglioramento della qualit dellaria e al risparmio energetico.Quanto allaretedei percorsi ciclabili, il PSC recepiscelaReteProvincialedei percorsi ciclabilielacompletaconpercorsidirangocomunale,conparticolareattenzionealla continuit della rete e alle sue connessioni alle fermate della metropolitana, nellottica del raggiungimentodellac.d.massimacapillaritdelserviziocheraggiungaungradodi aderenza elevato con le reali esigenze del cittadino. Il sistema della mobilit completato dallapresenzadiadeguatiluoghidiinterscambiochegrazieallutilizzodimezzipi adeguatigarantiscanounalleggerimentodeglispostamentiincitt.Allinternodiquesta logica si collocano: -laprevisionediduepiattaformelogisticheperlemercianord(incorrispondenzadella zona artigianale ad ovest del Petrolchimico) e a sud (a sud della zona Fiera) -lalocalizzazionediduenodidiinterscambioperiltrasportopubblicoadest(in corrispondenza dellarea scolastica) e ad ovest (a ridosso della stazione ferroviaria). Per completezza,sono attualmente in fase di studio, da giugno 2014, nuove proposte di viabilit ad oggetto, aree oggi non totalmente coperte dai trasporti pubblici.

42dal 1995, adesione alla rete europea Cities for Cyclists. dal 1996, costituzione dellUfficio Biciclette presso lAssessorato allAmbiente.

27 4.2 Ferrara Citt Parco. Il verde come infrastruttura 43 44 L immagine di Ferrara Citt-Parco si va consolidando lungo un grande arco temporale chevadallametdeglianni70allafinedeglianni80ecomparenellerelazioniperil PRGdel1993comeelementosignificativodelPiano.Sifariferimento,inparticolare,a quelsistemadiParchiesistentiodiprogettochecomincianoacostituireilpresupposto, assiemeallaqualiteallivellodiintegritdelCentroStorico,perquellacheoggiviene riconosciuta come la qualit del vivere ferrarese.Risalendoindietronegliannipossibilericondursiallaintroduzionedivincolialla edificazione,allinternodelPRGdel1960,chehannoriguardatoqueglispaziresiduali apertisucuinoneraprevistaunaparticolareutilizzazione,echehapermessoinparteil mantenimentodivalorilegatiallatutelaambientale.Questo,assiemeallariconosciuta sensibilitdellacittversoilpatrimoniostorico,componelimmagineemersadalrecente preliminaredipianodiFerraracittdellatutelaedellavalorizzazionedelpatrimonio storico e ambientale. AllalucedeirecentiriconoscimentiUNESCO,ilpercorsostoricochehaportatoalla attuale situazione, assume particolare importanza, in parte perch legandosi a uno sviluppo industriale e residenziale minore che altrove, ha conferito a Ferrara, nella sua marginalit, uncaratterediunicit,inparteperchlimmaginechelacittstapromuovendosi arricchiscepipermancanzecheperaggiunte:mancanzediespansioniresidenzialia macchia dolio in tutte le direzioni,in primo luogo. L idea di Citt-Parco giunge fino ad oggi rafforzata, condivisa e in parte mutata.Dalla Bozza del documento preliminare del nuovo Piano Strutturale, Ferrara emerge come citt verde,equestodovutoinparteallamancatasaturazionedispaziurbanidiconsistenti dimensioni,inparteamancatifenomenidicittdiffusaomegliodicampagna urbanizzatachehannoconsegnatounterritorioagricoloextra-urbano,seppurfortemente industrializzato, caratterizzato da grandi vuoti di pianura.Laleggeregionale20/2000dellaEmilia-Romagna,cheallabasedellaredazione dellattualepiano,introducetuttaviaimportantinovitnellapianificazionecomunalein materiaambientaleepaesaggistica,chepotrebberoimplementareirisultatifinora

43CENTROINTERNAZIONALEDISTUDISUIPAESAGGICULTURALI,cit.Consulenzascientificain materiadipaesaggioperlaredazionedelnuovostrumentourbanisticodellacittdiFerrara, novembre 2003. 41 tematica citata per la sua importanza riscontrata nei documenti urbanistici nonchnella relazione dipianodelPSC,nelpianodiViabilit,neidocumentiUNESCOeinmoltiprogettidi riqualificazioni in atto e in progetto nella Citt nonch in progetti presso il polo del dipartimento di Ingegneria dellUniversit di Ferrara.

28 raggiunti;seaquestosiaggiungeilriconoscimentoUNESCO45,chedavalore internazionalealterritorioferrarese,sembradipoteraffermarecheesistanoipresupposti percostruireunnuovoquadrodisensoorganicoentrocuicollocareitemilegatial paesaggio,allecologiadelpaesaggio,allambiente,alterritorioinquantoespressionedi un riconosciuto paesaggio culturale.

45www.rivistasitiunesco.it/ferrara - riconoscimento avvenuto nel 1995, con la dicitura: Ferrara Citt del Rinascimento e il suo Delta del Po.

29 5.Conclusioni finali / collegamento al Corso di Tecnica Urbanistica 5.1PSC Ferrara e PRG Messina a confronto. In sintesi 46 REGIONE EMILIA ROMAGNA - PSC FerraraREGIONE SICILIA - PRG Messina -Anno di approvazione PSC: 2009 -Legge Urbanistica Regionale: SI-Legge quadro di riferimento: L.R. n.20 del 2000 -Norme in materia ambientale: SI L.R. n.23/2009 Norme in materia di tutela e valorizzazionedelPaesaggiocheintegra laL.R.20/2000,recepitadalPSCconi vincoli ambientali e del paesaggio; -Norme speciali di salvaguardia del Patrimonio: SI AreadirispettoperisitiUNESCOdi Ferrara; -StrumentiUrb.AttuativiComunaliaggiornatialla legge Regionale:SI RUE (Regolamento. Urb. Ed Edilizio) POC (Piano Operativo Comunale) NTA (Norme Tecniche di Attuazione) -AnnodiapprovazioneVARIANTEdelPRG: DeliberaComunaledel06/04/1998e approvato con decreto regionale il 02/09/2002. -Legge Urbanistica Regionale. NON AGGIORNATA-Leggequadrodiriferimento:Leggedel 27/12/1978 n. 71 che recepisce la legge n.1150 del1942,nonchilDPRn.8del1972(Auton. Regionale) -Norme in materia Ambientale: SIL.R.n.6/2009recepitadalPRGconi vincoli ambientali; -Norme speciali di salvaguardia del Patrimonio: SI Legge/vincolo a carattere Regionale; -Strumenti Urb. Attuativi Comunali Agg. alla legge Regionale:NO-sonopresentiglistrumenti dettati dalla legge 1150/42 legati al PRG: Regolamento Edilizio NTA (Norme Tecniche di Attuazione) ei relativi strumenti urb. attuativi; zonizzazione delle aree legge n.1444 del 1968;

46dati estrapolati personalmente dai rispettivi documenti urbanistici comunali/regionali in fase di ricerca; vedi inrif. bibliografici/sitografici per le fonti. tabella 1 conclusioni PSC Ferrara/PRG Messina in sintesi

30 5.2Conclusioni finali della ricerca Ilpresenteelaborato,fruttodiunaricercabibliograficaesitografica,ha inevitabilmente prodotto dei risultati, sia sul piano personale che soprattutto in termini di esitodellaricercaedegliobiettiviraggiuntiprefissatiinpartenza.Sicuramente,lunico riscontrosulpianopersonale,unapiccolaesperienzaacquisitaperlaprimavolta,in merito allimpostazione di una ricerca bibliografica e sitografica scientifica; come cercare unlibro,concherequisiti,lattenzioneallefonti,laloroattendibilit,pianificareun lavoro di ricerca e molti altri aspetti, di sicuro prima non mi erano noti.Sulpianostrettamentetematicodellaricerca,lurbanisticaeilPSCdiFerrara, possibilemuoverediverseconclusioni,ognunadellequalisarebbesolodicarattere personaleeunripeterediinformazioni,senonconfrontateconaltretematichedipari attendibilitedipariargomento.Lobiettivodellaricercaraggiunto,statoquellodi raccogliereinformazioni,moltedicarattereesclusivamentenormativo,inerenti levoluzione urbanistica di Ferrara e lo stato attuale degli strumenti urbanistici in vigore.Ma allobiettivo, si aggiunge lo scopo conclusivo; partendo dalle informazioni ottenute dalla ricerca (quindi una realt urbanistica diversa dalla nostra) trarre il maggior numero di differenze, attraverso un confronto in parallelo tra le due realt. Dato il numero elevato diinformazionidariportareinformadiscorsiva,hopreferitosintetizzarliinunatabella allapaginaprecedente(veditabella1);quiriprendosoloalcuniaspettidicarattere generale. Sicuramente,quellocheapparesubito,unelevatadistanzainterminidianni,fragli strumentiurbanisticielaleggeregionalediFerrara(Pscdel2009,L.R.del2000)ela realt siciliana e di Messina (variante PRG del1998, L.R. del 1978) che per ovvi motivi, presentanoimpostazionigeneralidifferentiesensibilitsuargomentidifferenti,senon assenti. Da una rapida lettura delle leggi emanate fino ad oggi, si individuano molti buchi normativi, parecchi anni o decenni, in cui non si legiferato, posticipando adeguamenti e aggiornamentiaventineltempo.LinteroimpiantourbanisticodelPRGdiMessina, fruttodiquestoritardoesievincechiaramentelimprontadellaleggefondamentalen. 1150 del 1942, tranne per la L.R. n.6 del 2009 riguardante norme in materia ambientale, poco affrontate con la legge 1150. Bisogna aggiungere, inoltre, la presenza di un numero elevatodivariantialPRGenumerosirinviinormativisoprattuttonellambitoregionale, chepermoltiaspetti,rendonodifficoltosopotertracciareconchiarezzaunpercorso normativo lineare.Altroaspettoimportante,conseguenzadellimpostazionedelPRG,laconsolidata ormai suddivisione del territorio comunale attraverso la zonizzazione operata dalla legge n.1444 del 1968, che se soddisfava pienamente le esigenze di sviluppo di massa degli anni 70, oggi non pi praticabile anche a causa diuna quasi saturazione del territorio e di nuovepoliticheurbanistichechesiscontranoconlavecchiasuddivisionea compartimenti del territorio, privilegiando aree a discapito di altre. In netta differenza, apparso il contesto urbanistico dellEmilia Romagna e di Ferrara, moltoaggiornate,entrambesempreattenteesensibiliallepoliticheambientali,vincoli urbanisticieedunagrandeattenzioneallusocorrettodelsuolo,elutilizzodello strumentodistudiopreventivodelPSCodelPOC,primadellafasediapprovazionee adozionefinale.Unasuccessionenormativacostanteconaggiornamentierecepimentidi L.R. in tempi inferiore allanno, hanno sicuramente permesso uno studio molto pi lineare e una ricostruzione molto pi semplice di molti aspetti urbanistici di Ferrara e dellEmilia Romagna.

31 Riferimenti Sitografici www.comune.fe.it/governodelterritorio/ufficicomunali/ufficiodipiano/pscwww.regione.emilia-romagna.it/urbanistica/materiale www.ferraraterraeacqua.it/it/ferrara/unesco www.rivistasitiunesco.it/ferrara www.planum.net Riferimenti Bibliografici F. SCAFURI, Levoluzione Urbanistica di Ferrara, 2011. F. SCAFURI, Cenni Storici su alcuni antichi accessi di Ferrara, Palazzo Bonacossi, Ferrara 2011. F. SCAFURI, COMUNE di FERRARA, LICEO STATALE ROITI, Passeggiando per Ferrara,collana di pubblicazioni, Ferrara 2014. F. SCAFURI, COMUNE di FERRARA, LICEO STATALE ROITI - Architettura del Novecento a Ferrara, collana di pubblicazioni, Ferrara 2014. CENTRO INTERNAZIONALE di STUDI SUI PAESAGGI CULTURALI, Consulenzascientificainmateria di paesaggio per la redazione del nuovo strumento urbanistico della citt di Ferrara,Ferrara 2003. Ferrara, voci di una citt. Rivista semestrale di cultura, informazione e attualit della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara. Anno 14, numero27, Dicembre 2007. B. SECCHI, Prima Lezione di Urbanistica, edizioni Laterza, pp.200,2007 B. SECCHI, Le forme della citt, Ferrara 17 aprile 2008, atti del convegno. letti brevemente per interesse avuto sullautore:B. SECCHI, La Citt del ventesimo secolo, edizioni Laterza, Roma-Bari, 2005; B. SECCHI, Le condizioni sono cambiate, saggio sulla Rivista Casabella, n. 489/9, gennaio-febbraio 1984; stampa_consegna_del_04/12/2014