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I cento passi I cento passi è un film [2] del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana [3] dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia. 1 Trama Cento sono i passi che occorre fare a Cinisi, per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il giovane Peppino Impastato vive cercando di sfuggire a quest'inesorabile legame con l'ambiente mafioso che il padre, Luigi Impastato, un po' per inerzia, un po' perché ha una moglie da proteggere e due figli da crescere, non ha la forza di rompere. Anche di fronte alla vulnerabili- tà sua e della propria famiglia, Peppino, animato da uno spirito civico irrefrenabile, non esita, con l'involontaria complicità del fratello Giovanni, ad attaccare “don Tano” e a denunciarne pubblicamente le malefatte. Il percorso “controcorrente” di Peppino nasce quando, bambino, ve- de scorrere davanti a sé gli albori della lotta politica con- tro la mafia e il potere a essa colluso, lotta a cui poi pren- derà attiva parte una volta adolescente e poi da adulto. La morte violenta dello zio capomafia, l'incontro con il pittore comunista Stefano Venuti, il rifiuto del padre bio- logico e della famiglia intesa in senso mafioso e il formarsi con il pittore idealista, suo vero “padre etico”, sono i punti di svolta della vita di Peppino bambino, che lo segneran- no per il resto della sua esistenza. La frase “noi comunisti perdiamo perché ci piace perdere” sembra quasi un pre- ludio alla sua tragica morte, che giunge quando ormai è diventato troppo scomodo ai mafiosi e il padre, morto in un oscuro incidente, non lo può più proteggere da don Ta- no. Viene ucciso soprattutto per l'operato dell'irriverente Radio Aut, dai microfoni della quale si è scagliato senza freni a denunciare la mafia e i suoi misfatti. 2 La critica Peppino Impastato muore nel 1978, nel giorno del delitto Moro. Oscurati dalla tragedia nazionale in atto in quei giorni, la sua storia e la sua tragica fine restarono ignoti alla massa per più di vent'anni, sino all'uscita del film. La critica cinematografica ha notato come questo di Gior- dana con la scena finale dei pugni alzati nel saluto comu- nista e le bandiere rosse sventolanti «... potrebbe sembrare un film di propaganda. In realtà è un film di impegno ci- vile (che non si vergogna di citare il Rosi di Le mani sulla città) che si assume il compito di ricordarci che la lotta a quel complesso fenomeno che passa sotto il nome di mafia non appartiene a una “parte”.» [5] Un impegno civile ribadito quasi unanimemente da tutta la critica: «Molto impegno civile. Come, del resto, in altri film di Giordana». [6] Forse il film «... fa ricorso ad eccessive vicende di contorno e a vari personaggi di secondo piano. Quando però si tratta di seguire da vicino il personaggio centrale, i suoi rapporti in famiglia e i suoi scontri con i mafiosi, allora il racconto si fa teso, scattante, addirittura aggressivo e la regia nervosa di Giordana ha modo di vibrare e di far vibrare di giusta indignazione.» (Gian Luigi Rondi, ibidem) Altresì viene riconosciuto come elemento essenziale del successo del film l'interpretazione di «una squadra di at- tori di sorprendente bravura guidati senza sbavature da Giordana» [7] tra cui si distingue quella di Luigi Lo Ca- scio, alla sua prima prova e già premiato con un David di Donatello. Anche per il regista Marco Tullio Giordana questo film rappresenta una sorta di consacrazione che gli permette- rà di continuare quel percorso a lui caro, di rivisitazione della vita del Paese negli “anni bui”, attraverso le espe- rienze di personaggi storici o di fantasia (si pensi a La meglio gioventù del 2003), nel solco tracciato, tra gli altri, da Francesco Rosi, Elio Petri e Ettore Scola. Tipiche di questa sua narrazione sono le citazioni musica- li o il richiamo ad avvenimenti che avendo segnato la loro epoca (il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro in que- sto caso) ci fanno immergere pienamente nell'atmosfera e vivere o rivivere i sentimenti o le angosce di quegli anni. Alcuni osservatori hanno tuttavia riscontrato degli anacronismi tecnici [8] Alcuni critici hanno parlato di “didascalismo” del regista ma ciò non toglie che 3 Colonna sonora Sono tredici le canzoni che accompagnano il film: 1. Aria di Aquilarco - Giovanni Sollima 2. Lamentu - Giovanni Sollima 3. Silouan’s Song - Arvo Pärt 1

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I cento passi

I cento passi è un film[2] del 2000 diretto da Marco TullioGiordana [3] dedicato alla vita e all'omicidio di PeppinoImpastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra,la Sicilia.

1 Trama

Cento sono i passi che occorre fare a Cinisi, per colmarela distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella delboss mafioso Gaetano Badalamenti.Il giovane Peppino Impastato vive cercando di sfuggirea quest'inesorabile legame con l'ambiente mafioso che ilpadre, Luigi Impastato, un po' per inerzia, un po' perchéha una moglie da proteggere e due figli da crescere, nonha la forza di rompere. Anche di fronte alla vulnerabili-tà sua e della propria famiglia, Peppino, animato da unospirito civico irrefrenabile, non esita, con l'involontariacomplicità del fratello Giovanni, ad attaccare “don Tano”e a denunciarne pubblicamente le malefatte. Il percorso“controcorrente” di Peppino nasce quando, bambino, ve-de scorrere davanti a sé gli albori della lotta politica con-tro la mafia e il potere a essa colluso, lotta a cui poi pren-derà attiva parte una volta adolescente e poi da adulto.La morte violenta dello zio capomafia, l'incontro con ilpittore comunista Stefano Venuti, il rifiuto del padre bio-logico e della famiglia intesa in sensomafioso e il formarsicon il pittore idealista, suo vero “padre etico”, sono i puntidi svolta della vita di Peppino bambino, che lo segneran-no per il resto della sua esistenza. La frase “noi comunistiperdiamo perché ci piace perdere” sembra quasi un pre-ludio alla sua tragica morte, che giunge quando ormai èdiventato troppo scomodo ai mafiosi e il padre, morto inun oscuro incidente, non lo può più proteggere da don Ta-no. Viene ucciso soprattutto per l'operato dell'irriverenteRadio Aut, dai microfoni della quale si è scagliato senzafreni a denunciare la mafia e i suoi misfatti.

2 La critica

Peppino Impastato muore nel 1978, nel giorno del delittoMoro. Oscurati dalla tragedia nazionale in atto in queigiorni, la sua storia e la sua tragica fine restarono ignotialla massa per più di vent'anni, sino all'uscita del film.La critica cinematografica ha notato come questo di Gior-dana con la scena finale dei pugni alzati nel saluto comu-nista e le bandiere rosse sventolanti «... potrebbe sembrare

un film di propaganda. In realtà è un film di impegno ci-vile (che non si vergogna di citare il Rosi di Le mani sullacittà) che si assume il compito di ricordarci che la lotta aquel complesso fenomeno che passa sotto il nome di mafianon appartiene a una “parte”.»[5]

Un impegno civile ribadito quasi unanimemente da tuttala critica: «Molto impegno civile. Come, del resto, in altrifilm di Giordana».[6]

Forse il film «... fa ricorso ad eccessive vicende di contornoe a vari personaggi di secondo piano. Quando però si trattadi seguire da vicino il personaggio centrale, i suoi rapportiin famiglia e i suoi scontri con i mafiosi, allora il racconto sifa teso, scattante, addirittura aggressivo e la regia nervosadi Giordana ha modo di vibrare e di far vibrare di giustaindignazione.» (Gian Luigi Rondi, ibidem)Altresì viene riconosciuto come elemento essenziale delsuccesso del film l'interpretazione di «una squadra di at-tori di sorprendente bravura guidati senza sbavature daGiordana» [7] tra cui si distingue quella di Luigi Lo Ca-scio, alla sua prima prova e già premiato con un David diDonatello.Anche per il regista Marco Tullio Giordana questo filmrappresenta una sorta di consacrazione che gli permette-rà di continuare quel percorso a lui caro, di rivisitazionedella vita del Paese negli “anni bui”, attraverso le espe-rienze di personaggi storici o di fantasia (si pensi a Lameglio gioventù del 2003), nel solco tracciato, tra gli altri,da Francesco Rosi, Elio Petri e Ettore Scola.Tipiche di questa sua narrazione sono le citazioni musica-li o il richiamo ad avvenimenti che avendo segnato la loroepoca (il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro in que-sto caso) ci fanno immergere pienamente nell'atmosferae vivere o rivivere i sentimenti o le angosce di queglianni. Alcuni osservatori hanno tuttavia riscontrato deglianacronismi tecnici[8]

Alcuni critici hanno parlato di “didascalismo” del registama ciò non toglie che

3 Colonna sonora

Sono tredici le canzoni che accompagnano il film:

1. Aria di Aquilarco - Giovanni Sollima

2. Lamentu - Giovanni Sollima

3. Silouan’s Song - Arvo Pärt

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2 8 COLLEGAMENTI ESTERNI

4. Aeolian Suite for Guitar and Small Orchestra - JohnWilliams

5. Sinfonia n°2 in do minore - Gustav Mahler

6. Minor Swing - Quintette du Hot Club de France

7. Nel blu dipinto di blu - Domenico Modugno

8. Ballroom Blitz - Sweet

9. The House of the Rising Sun - The Animals

10. Suzanne - Leonard Cohen

11. Morning Praise - India/Traditional

12. Summertime - Big Brother and the Holding Compa-ny

13. A Whiter Shade of Pale - Procol Harum

4 Riconoscimenti

5 Note[1] Marco Tullio Giordana, Claudio G. Fava; Monica Zapelli,

I cento passi, Feltrinelli, 2001, p. 58.

[2] Ispirate dal film e dedicate a Peppino Impastato sono lecanzoni intitolate I cento passi dei Modena City Ramblers,pubblicata nell'album ¡Viva la vida, muera la muerte! del2004 e Centopassi cantata da Pippo Pollina. Al titolo delfilm fa riferimento anche l'azienda vinicola Centopassi,costituita in provincia di Palermo da due cooperative delprogetto Libera Terra che gestiscono beni confiscati a bossdi Cosa Nostra.

[3] Al film ha collaborato come aiuto regista PierfrancescoDiliberto (in seguito divenuto famoso come Pif nella po-polare trasmissione televisiva Le Iene e nel suo programmaIl testimone)

[4] Marco Tullio Giordana dalle Note di regia in Cinemato-grafo 2007

[5] In sito “Mymovies”

[6] Gian Luigi Rondi, 'Il tempo', 1º settembre 2000

[7] Irene Bignardi, la Repubblica, 1º settembre 2000

[8] Eccone una serie:

• quando il padre di Peppino osserva gli aereiall'aeroporto la telecamera inquadra un MD-11dell'Alitalia. Il film si svolge negli anni '70, e queltipo di aereo è stato messo in commercio solo nel1990;

• su un pilone stradale si vedono dei graffiti in stileHip Hop, decisamente fuori luogo negli anni '70;

• in alcune scene si notano degli oggetti e dei simboliche negli anni '70 non esistevano.

[9] Fabio Ferzetti, in Il Messaggero, settembre 2000

6 Bibliografia• Claudio Fava, Marco Tullio Giordana, MonicaZapelli, I cento passi, Feltrinelli, 2001, ISBN88-07-81650-4.

7 Altri progetti

• Wikiquote contiene citazioni di o su I centopassi

8 Collegamenti esterni• (EN) I cento passi in Internet Movie Database,IMDb.com Inc..

• I Cento Passi, canzone dei Modena City Ramblerscon alcune frasi del film

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9 Fonti per testo e immagini; autori; licenze

9.1 Testo• I cento passi Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/I%20cento%20passi?oldid=68696377 Contributori: Gianfranco, Shaka, TierrayLibertad,Maximianus, Guam, Moroboshi, Fiaschi, Cerrigno, Pietrodn, Vipera, Senpai, Zappuddu, Bala79, Qbert88, Tranese, Llorenzi, Ginosal,El Tarantiniese, Ft1bot, Thijs!bot, Furriadroxiu, .jhc., Gim²y, Gacio, BimBot, Bart ryker, L.V., Quatar, Sirabder87, Ermanon, TekBot,Yerul, Gierre, Snow Blizzard, Matafione, Asdf1234, Gaetangelo, Tirinto, Giampiero86, Andre86, Ferlin28, VolkovBot, Ripepette, Rbc-st87, Gawain78, Fr.caste, SanniBot, SieBot, Rosalbissima, Bongalone, SuperBot, Læti, Superpiffer, FixBot, Figiu, Giuseppe129, Fresco-Bot, MapiVanPelt, AttoBot, Maksim-bot, Euphydryas, Melkor II, L736E, B3t, TobeBot, The Polish, Dega180, Steven Chiefa, Michi81,Snaggy, GnuBotmarcoo, Taueres, Shivanarayana, Johnnyvac, Miky87, Atarubot, Ciuffettina, Aplasia, Nnvu, Baby Cucciola, Pil56-bot,Lorenzorandazzo, Botcrux, IndyJrBot, WikiRulez, AlessioBot, AMDM12, ValterVBot, Euparkeria, Liampayne34 e Anonimo: 86

9.2 Immagini• File:I_cento_passi.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/0/02/I_cento_passi.png Licenza: ? Contributori: ? Artistaoriginale: ?

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• File:Wikiquote-logo.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fa/Wikiquote-logo.svg Licenza: Public domainContributori: ? Artista originale: ?

9.3 Licenza dell'opera• Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0