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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica 1 INDICE 1. Introduzione Pag. 2 2. Obiettivi dello studio Pag. 4 3. Aspetti normativi Pag. 6 4. Il territorio del bacino del lago di Iseo Pag. 13 4.1 Inquadramento geografico del bacino idrografico del fiume Oglio Pag. 13 4.2 Il Bacino idrografico – Caratteristiche morfologiche Pag. 13 4.3 Caratteristiche idrografiche del Bacino Pag. 15 4.4 Invasi artificiali Pag. 17 4.5 Caratteristiche geomorfologiche Pag. 20 4.6 Climatologia Pag. 22 4.7 Il lago di Iseo Pag. 22 4.8 Specificità e criticità dell’area Mediterranea e Centrale Europea Pag. 24 4.9 Lago Moro Pag. 27 4.10 Il lago d’Arno Pag. 27 4.11 Aree protette Pag. 28 4.12 Il Modello DPSIR Pag. 33 4.13 Suddivisione del bacino in sottobacini Pag. 34 5. Pressioni sul territorio Pag. 35 5.1 Centri urbani Pag. 35 5.2 Popolazione Pag. 35 5.3 Uso del suolo Pag. 41 5.4 Agricoltura Pag. 43 5.5 Industria Pag. 55 5.6 Turismo Pag. 60 5.7 Collettamnto e trattamento delle acque reflue Pag. 68 5.8 Uso dell’acqua Pag. 69 5.9 Calcolo dei carichi potenziali o generati (analisi preliminare) Pag. 70 6. Stazioni di prelievo, depuratori e misure idrologiche Pag. 74 6.1 Sezioni di riferimento Pag. 74 6.2 Corpi idrici del bacino del lago d’Iseo Pag. 76 6.3 Modalità di campionamento e metodi di analisi Pag. 77 6.4 Metodi di analisi Pag. 79 7. Apporti chimico-fisici dai tributari Pag. 84 7.1 Caratteristiche chimiche e chimico – fisiche Pag. 84 8. Monitoraggio chimico-fisico del lago di Iseo Pag. 102 8.1 Limnologia fisica Pag. 102 8.2 Livello del lago Pag. 103 Stazioni Pag. 104 Anno 2007 Pag. 115 Le Torbiere del Sebino Pag. 119 Eventi particolari Pag. 127 9. Indagini sull’ambiente pelagico Pag. 130 9.1 Popolamenti planctonici Pag. 130 9.1.1 Indagini sul fitoplancton Pag. 130 9.1.2 Struttura dei popolamenti Pag. 131 9.1.3 Variazioni della biomassa Pag. 133 Anno 2007 Pag. 139 9.2 Popolamento di macrofite Pag. 142 10. Considerazioni Pag. 144

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

1

INDICE 1. Introduzione Pag. 2

2. Obiettivi dello studio Pag. 4

3. Aspetti normativi Pag. 6

4. Il territorio del bacino del lago di Iseo Pag. 13

4.1 Inquadramento geografico del bacino idrografico del fiume Oglio Pag. 13 4.2 Il Bacino idrografico – Caratteristiche morfologiche Pag. 13

4.3 Caratteristiche idrografiche del Bacino Pag. 15

4.4 Invasi artificiali Pag. 17 4.5 Caratteristiche geomorfologiche Pag. 20 4.6 Climatologia Pag. 22 4.7 Il lago di Iseo Pag. 22 4.8 Specificità e criticità dell’area Mediterranea e Centrale Europea Pag. 24 4.9 Lago Moro Pag. 27 4.10 Il lago d’Arno Pag. 27 4.11 Aree protette Pag. 28 4.12 Il Modello DPSIR Pag. 33 4.13 Suddivisione del bacino in sottobacini Pag. 34

5. Pressioni sul territorio Pag. 35

5.1 Centri urbani Pag. 35 5.2 Popolazione Pag. 35 5.3 Uso del suolo Pag. 41 5.4 Agricoltura Pag. 43 5.5 Industria Pag. 55 5.6 Turismo Pag. 60 5.7 Collettamnto e trattamento delle acque reflue Pag. 68 5.8 Uso dell’acqua Pag. 69 5.9 Calcolo dei carichi potenziali o generati (analisi preliminare) Pag. 70

6. Stazioni di prelievo, depuratori e misure idrologiche Pag. 74

6.1 Sezioni di riferimento Pag. 74 6.2 Corpi idrici del bacino del lago d’Iseo Pag. 76 6.3 Modalità di campionamento e metodi di analisi Pag. 77 6.4 Metodi di analisi Pag. 79

7. Apporti chimico-fisici dai tributari Pag. 84

7.1 Caratteristiche chimiche e chimico – fisiche Pag. 84

8. Monitoraggio chimico-fisico del lago di Iseo Pag. 102

8.1 Limnologia fisica Pag. 102 8.2 Livello del lago Pag. 103

Stazioni Pag. 104

Anno 2007 Pag. 115

Le Torbiere del Sebino Pag. 119

Eventi particolari Pag. 127

9. Indagini sull’ambiente pelagico Pag. 130

9.1 Popolamenti planctonici Pag. 130 9.1.1 Indagini sul fitoplancton Pag. 130 9.1.2 Struttura dei popolamenti Pag. 131 9.1.3 Variazioni della biomassa Pag. 133

Anno 2007 Pag. 139

9.2 Popolamento di macrofite Pag. 142

10. Considerazioni Pag. 144

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INTRODUZIONE

1. PREFAZIONE

Il territorio è in buona parte modellato dalla presenza umana, risultato storico di una

progressiva espansione degli insediamenti e di un succedersi di esigenze che ne hanno

condizionato le modalità di gestione. Oggi, però, di fronte alle accresciute possibilità

dell’uomo di trasformare il proprio ambiente di vita, diventa sempre più realistico l’impegno

per una lettura, interpretazione e progettazione del territorio orientata su dimensioni zonali e

in grado di considerare le profonde relazioni esistenti tra fattori abiotici, biotici e culturali. E’

questa una prospettiva rispettosa di quel punto di vista ecologico che restituisce al territorio

dimensione unitaria nel rispetto di precisi confini naturali.

Per contro, la dicotomia tra uomo e natura, la mentalità analitica e settoriale che ha guidato,

particolarmente in questi ultimi decenni, gli interventi di trasformazione del territorio, hanno

costituito occasioni per un progressivo scollamento fra ambiente naturale e ambiente umano.

Il risultato è un impressionante aumento della quota di artificialità, la crisi nella disponibilità

di risorse fondamentali, lo scadimento della qualità della vita. Tutto questo in una prospettiva

in cui l’allargamento della quota di territorio antropizzato e l’aumento della richiesta di beni e

servizi è parte del nostro futuro.

In questa realtà, politici e amministratori si trovano ogni giorno più pressati dalla richiesta di

beni ambientali per le attività industriali, l’urbanistica, i servizi, il tempo libero, e non sempre

possono contare su strumenti conoscitivi e decisionali adeguati alla complessità del

problema.

Uno dei compiti della ricerca ambientale diventa, perciò, la messa a punto di strumenti

interpretativi della realtà territoriale, adeguati alla rapidità con cui il territorio è oggetto di

trasformazione e, nel contempo, rispettosi della sua sostanziale unitarietà sia in termini di

struttura che di funzione.

Mentre, quindi, la realtà ambientale si dilata in una rete di rapporti trofici e in un complesso

di flussi energetici sempre più artificiosi occorre recuperare modelli interpretativi capaci di

sintesi e di guidare le linee di tendenza di un progetto che rischia, alternativamente, di

essere solo la risultante di azioni spontaneistiche.

L’obiettivo finale quindi è quello di contribuire alla costruzione di un sistema ecologico umano

in equilibrio dinamico, capace di autoregolarsi e di durare indefinitamente.

In questo lavoro ci si è impegnati a tradurre alcune di queste motivazioni in un modello di

lettura e di interpretazione del territorio del lago di Iseo e del suo bacino idrografico secondo

un linguaggio unitario e, con l’ausilio dell’elaboratore elettronico, in grado di considerare i

fattori abiotici, biotici e culturali delle valli, sia in modo analitico che a diversi livelli di

integrazione.

La proposta è unicamente di tipo metodologico e non intende minimamente esaurire le

possibilità di analisi di questo territorio nè, tanto meno, l’approccio ad un problema che

investe tutto un modo di vivere e di abitare.

Essa si rifà all’esperienza di utilizzazione della cartografia tematica della Regione Lombardia

trasferendo, però, l’attenzione ai principi ecosistemici della progettazione territoriale su una

dimensione operativa costituita dal paesaggio globale. L’unità territoriale di riferimento è il

bacino del lago d’Iseo e del suo principale affluente, il fiume Oglio.

La scelta del confine fisico ha la precisa ragione di restituire all’analisi ambientale dimensioni

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reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali tendono a

perpetuare in modo univoco un criterio economico-politico di gestione del territorio.

La tutela e la protezione dell’ambiente, e delle acque in particolare, presuppone l’acquisizione

di conoscenze approfondite che consentano di valutare eventuali interventi per garantire la

tutela, la riqualificazione e il rispetto della compatibilità ambientale.

L’eccessivo sviluppo delle attività legate all’antropizzazione (turismo, pesca, trasporti, scarico

di reflui urbani non trattati) è causa di un continuo impoverimento della qualità delle acque,

di sovra consumo di risorse, di conversione di spazi naturali o agricoli in strutture di vario

tipo nonché di emissione inquinanti nell’atmosfera.

Le conseguenze di questi fenomeni si manifestano sull’economia delle popolazioni e, nei casi

più drammatici, sulla salute pubblica.

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2 OBIETTIVI DELLO STUDIO

La ricerca si è sviluppata con l’obiettivo di aggiornare e sistematizzare i dati conoscitivi

raccolti nei precedenti studi per la successiva analisi valutativa sull’evoluzione qualitativa dei

corpi idrici superficiali, in relazione alla pressione antropica e naturale.

Per questo motivo, partendo dai numerosi dati raccolti sul campo, si sono predisposte

diverse analisi volte all’individuazione del grado di vulnerabilità dell’ecosistema, che può

essere stimato attraverso la sua fragilità intrinseca e al rischio di perturbazione.

La ricerca inoltre, nel tentativo di soddisfare l’esigenza di monitorare l’ambiente acquatico e

soprattutto di valutare ”lo stato di salute” di alcuni ecosistemi in relazione alle diverse forme

di inquinamento, ha inteso applicare nuovi o consolidati standard d’analisi, affrontando la

complessa problematica in modo funzionale, finalizzandola alla conservazione o alla

riconquista dell’integrità ambientale degli ecosistemi dei corsi d’acqua.

Gli obiettivi generali e specifici della ricerca, che hanno preso in considerazione acqua,

sedimenti e organismi biologici, si possono ricondurre a sintesi e riassumere nel seguente

modo:

1. individuazione di parametri indicatori e prima valutazione del rischio sulle acque e

sugli ecosistemi;

2. definire uno schema operativo per predisporre linee guida e documentazione tecnica;

3. definire le priorità metodologiche e le procedure operative;

4. individuare le attività sperimentali necessarie allo svolgimento del progetto;

5. verificare la validità dei criteri di monitoraggio e classificazione previsti dal

D.Lgs.152/99, dal D.Lgs.152/2006 e dalla Direttiva 2000/60/CE in confronto a diverse

e significative esperienze nazionali e internazionali;

6. verificare la miglior integrazione degli indicatori chimici, biologici e morfologici riferiti

alle diverse componenti del sistema (acqua, sedimenti e biota).

La ricerca, il cui obiettivo era di mettere a punto nuove metodologie di biomonitoraggio delle

acque interne e di mettere a fuoco strategie per il management sul lungo periodo, il controllo

dell’inquinamento nel breve periodo e il monitoraggio integrato di un grande lago profondo

subalpino e del suo bacino imbrifero, ha consentito di sottolineare come l’analisi delle diverse

componenti dell’ecosistema permetta di evidenziare differenti sorgenti di disturbo.

Questi sforzi, supportati da specifiche investigazioni scientifiche necessarie a descrivere le

dinamiche stagionali e annuali e quantificare i principali processi limnologici, hanno

consentito di individuare un set di criteri per sostanziare target di qualità dell’acqua e

dell’ecosistema lacustre e dell’area circostante e definire criteri ecologici addizionali per un

miglior governo delle acque del lago e del suo territorio.

L’analisi dei risultati consentirà infatti di affermare che la componente biologica permette di:

− evidenziare e quantificare i disturbi legati al territorio o all’ambiente circostante il

sistema considerato;

− fornire una descrizione più approfondita e dettagliata degli habitat presenti e delle

loro caratteristiche naturali, attraverso la presenza/assenza delle specie e attraverso

l’uso di bioindicatori capaci di evidenziare variazioni anche minime in grado di fornire

informazioni puntuali sullo stato dell’ambiente.

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I risultati conseguiti e presentati nella relazione costituiscono pertanto lo stato di

avanzamento per ulteriori iniziative e progetti che andranno ad alimentare programmi di

monitoraggio più incisivi ed efficaci per la definizione dello stato ecologico e chimico dei corpi

idrici superficiali e, soprattutto, per verificare l’efficacia dei programmi di tutela e

risanamento delle acque secondo le indicazioni del D.Lgs.152/99, del D.Lgs.152/2006 e della

Direttiva 2000/60/CE.

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3 ASPETTI NORMATIVI

Conoscere l’evoluzione della qualità di un ecosistema lacustre risponde a precise esigenze di

monitoraggio a garanzia del mantenimento e miglioramento dello stato delle risorse idriche.

Recentemente, lo sviluppo delle conoscenze limnologiche ha consentito di definire nuovi

strumenti interdisciplinari rivolti alla definizione della qualità “ecologica” ed al

raggiungimento di obiettivi di risanamento basati su “azioni-chiave” comuni per ciascuno

Stato appartenente all’Unione Europea.

La Direttiva 2000/60/CE (Water Framework Directive, WFD)

L’entrata in vigore della Direttiva per la protezione e il miglioramento di tutte le risorse

idriche dell’Unione Europea ha fissato il quadro comunitario della politica delle acque e

definito l’obiettivo generale da raggiungere entro il 2015 per tutte le tipologie di corpi idrici

superficiali e sotterranei, naturali e artificiali, per le acque dolci, salmastre o marine,

avviando nel contempo una serie di iniziative, a livello amministrativo e tecnico-scientifico,

tese alla sua applicazione in tutti i paesi dell’Unione.

La Commissione Europea, per facilitare le fasi iniziali di implementazione e applicazione della

direttiva in modo uniforme e coerente in tutti i Paesi membri, ha stabilito una strategia con

l’obiettivo di creare linee metodologiche comuni per la sua interpretazione e la sua corretta

applicazione, che richiede un processo graduale di interpretazione, analisi, raccolta ed

elaborazione dati.

Considerato che “L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un

patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale” (Water Framework Directive), il

raggiungimento degli obiettivi della WFD dipende dallo sviluppo di opportuni strumenti

d’indagine e dall’acquisizione del maggior numero di informazioni idromorfologiche ed

ecologiche che richiedono lo sviluppo di specifici strumenti, molti dei quali tecnologicamente

e scientificamente innovativi.

I fattori, che la WFD chiama “Elementi di Qualità”, sono diversi: biologici, idromorfologici,

chimici e fisici. Quelli che assumono particolare importanza sono i fattori biologici.

I principali obiettivi sono (Art. 1):

- impedire un ulteriore deterioramento delle risorse idriche, proteggere e migliorare lo

stato degli ecosistemi acquatici e degli altri ecosistemi da essi direttamente

dipendenti;

- promuovere un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle

risorse idriche disponibili;

- mirare ad una più concreta protezione e al miglioramento dell’ambiente acquatico,

attraverso specifiche misure per la riduzione progressiva, l’arresto e la graduale

eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze pericolose

prioritarie;

- assicurare la graduale riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee, nonché

prevenirne ed impedirne l’aumento;

- mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità.

La Direttiva sancisce il dovere di proteggere le risorse idriche attraverso la riduzione delle

fonti inquinanti presenti nel bacino idrografico dei corpi idrici, in un’ottica di tutela dell’intero

ecosistema, con una particolare considerazione rivolta alle biocenosi che lo popolano.

L’analisi dello stato delle biocenosi diviene quindi strumento di valutazione e

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caratterizzazione orientato al recupero della qualità ecologica degli ambienti acquatici. In tal

modo gli obiettivi ambientali da perseguire riguardano ogni singolo aspetto dell’intero

ecosistema, considerati tutti estremamente importanti per la definizione dello stato

ecologico.

Altro concetto importante ed innovativo introdotto dalla WFD è la necessità di integrare la

protezione e la gestione sostenibile delle acque in altre politiche comunitarie, come la

politica energetica, dei trasporti, agricola, della pesca e del turismo.

Normativa nazionale

La Legge n. 319/76 “Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento” è la prima legge

organica nazionale a cui sono seguite altre leggi (DPR 515/1982 e D.Lgs.130/1992) che,

attraverso la tutela delle acque superficiali destinate al consumo umano e alla valutazione

qualitativa dei corsi d’acqua per l’idoneità della vita dei pesci, mirano a sviluppare specifici

controlli per le acque interne superficiali.

Il D.Lgs.152/2006 disciplina la tutela delle acque superficiali allo scopo di prevenire e ridurre

l’inquinamento, attuare il risanamento e il miglioramento dello stato delle acque, perseguire

l’uso sostenibile della risorsa idrica. Il decreto, nel definire gli obiettivi di qualità ambientale

per i corpi idrici significativi, si basa su analisi effettuate sulla matrice acquosa che

riguardano variabili di base e variabili addizionali: le prime utilizzate per classificare le acque

e per fornire informazioni di supporto all’interpretazione dei fenomeni di alterazione, le

seconde relative ai microinquinanti organici ed inorganici.

La qualità delle acque di un corpo idrico superficiale è quindi definita dallo:

- Stato ecologico: definisce la natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti. Per

la definizione dello stato ecologico dei laghi si utilizzano i parametri chimico-fisici di

base relativi allo stato trofico.

- Stato chimico: stabilisce la presenza di sostanze chimiche pericolose in base al

confronto con opportuni valori soglia. La selezione dei parametri da ricercare si

effettua in base alle criticità presenti sul territorio.

- Stato ambientale: stabilisce, comparando i risultati relativi allo stato chimico ed

ecologico, lo scostamento tra lo stato del corpo idrico in esame e quello di un ipotetico

corpo idrico di riferimento teoricamente immune da impatto antropico. Per lo stato

ambientale di un corpo idrico superficiale sono state definite cinque classi di qualità,

riportate in tabella.

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Tab. 3.1 – Classi per lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali (D.Lgs. 152/2006).

STATO AMBIENTALE

DESCRIZIONE

ELEVATO

Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico-fisici ed

idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impianti

antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo

in condizioni indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una

composizione e un’abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle

condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo. La presenza di microinquinanti,

di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili nei

corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.

BUONO

I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano

bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana e si discostano solo

leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non

disturbate. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in

concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità

biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

SUFFICIENTE

I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano

moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non

disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall’attività umana e sono

sensibilmente più disturbati che nella condizione di "buono stato". La presenza di

microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare

effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di

riferimento.

SCADENTE

Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del

tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano

sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale

inalterato. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in

concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità

biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

PESSIMO

I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale

presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di

norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. La presenza di

microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni tali da causare gravi

effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di

riferimento.

Competenze regionali

Nella definizione delle competenze, il D.Lgs.152/2006 stabilisce che alle Regioni spetta

l’organizzazione di un Centro di Documentazione per ogni bacino idrografico, la cui funzione

è occuparsi dell’accatastamento dei dati e della relativa elaborazione, gestione e diffusione.

La Regione Lombardia ha dato attuazione alle indicazioni della norma approvando il Decreto

“Monitoraggio dei corpi idrici. Programma per la conoscenza e la verifica dello stato

qualitativo delle acque superficiali” (D.G. Tutela Ambientale n.12745, 19 maggio 2000) e

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successivamente con il “Programma per la conoscenza e la verifica dello stato quantitativo e

qualitativo delle acque sotterranee” (D.G. Risorse Idriche e Servizi d Pubblica Utilità n.4872,

6 marzo 2001).

Con l’approvazione dei due Decreti è iniziata di fatto la fase d’indagine per le acque

superficiali e sotterranee, culminata con le campagne di monitoraggio i cui risultati

forniscono le basi per la definizione delle nuove reti di monitoraggio qualitativo e

quantitativo.

La Regione ha definito da tempo gli obiettivi di qualità nel PRRA (Piano Regionale di

Risanamento delle Acque; Consiglio Regionale, 2002) che ha lo scopo di migliorare

l’ecosistema idrico interno alla regione e raggiungere il massimo grado di protezione delle

risorse idriche, compatibili con lo stato di fatto infrastrutturale e con le previsioni di sviluppo.

Nel PRRA si delineano gli obiettivi di qualità per il fosforo totale nei laghi subalpini a partire

dal confronto tra la concentrazione attuale di fosforo con quella naturale, mediante l’impiego

dell’indice MEI (indice morfoedafico), un modello empirico che consente di stimare con

sufficiente precisione il livello trofico naturale di ogni singolo ambiente lacustre, espresso in

termini di concentrazione media di fosforo totale dovuta al solo carico geochimico e

distinguibile dagli apporti dovuti alle attività antropiche.

Riprendendo tale approccio, dato lo scostamento medio osservato tra il valore attuale e

quello naturale, è stato proposto in Regione Lombardia un obiettivo finale per il 2016

coincidente con il raggiungimento della concentrazione naturale di fosforo di ogni corpo

idrico interessato, incrementata del 25%. Parimenti si è fissato un obiettivo intermedio al

2008 che rappresenta una concentrazione di fosforo del 50% dell’obiettivo finale.

E’ stato così formulato il piano di uso e tutela (PTUA, Programma di Tutela ed Uso delle

Acque, L.R. 12 dicembre 2003, n.26, art.45, comma 3) volto ad individuare situazioni

prossime al livello di fosforo naturale come obiettivo massimo raggiungibile (obiettivo

ecologico) e un obiettivo intermedio (obiettivo gestionale) definito come quella

concentrazione di fosforo nell’acqua che ne consenta un uso sociale. Il PTUA contiene, in

particolare, i risultati dell’attività conoscitiva volta a descrivere le caratteristiche dei bacini

idrografici e dei corpi idrici, la sintesi delle pressioni e degli impatti derivanti dall’attività

antropica, la rappresentazione cartografica, la mappa delle reti di monitoraggio,

l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e la sintesi dei programmi di misura.

Questo tipo di approccio consente di esprimere la capacità ricettiva propria di ciascun lago,

superando il concetto generico di “carico pericoloso” e di “carico accettabile”.

Con riferimento all’eutrofizzazione, l’approccio per ecoregione permette di soddisfare

l’obiettivo di ridurre l’arricchimento in nutrienti in rapporto ai loro livelli naturali in ciascuna

ecoregione e di concentrare gli sforzi sulle situazioni che eccedono i livelli naturali.

Da ciò si evince la fondamentale importanza di definire gli obiettivi di qualità attraverso la

valutazione dei livelli naturali dei nutrienti nei singoli bacini e la necessità di differenziare gli

interventi secondo l’approccio per ecoregione.

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IL RACCORDO TRA LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PAESISTICA

Il corso superiore del fiume Oglio con le superfici ad esso adiacenti, a monte del lago d’Iseo,

e alcuni ampi territori che lambiscono lo stesso lago d’Iseo sono stati riconosciuti area di

particolare rilevanza naturale e ambientale ai sensi della l.r. 86/83 in materia di aree

protette. Era questo il risultato ultimo di una segnalazione effettuata all’inizio degli anni ’70

dagli enti locali bresciani, nell’ambito del censimento delle aree di pregio avviato dalla

Regione per l’identificazione di un sistema regionale di aree protette, in un periodo storico in

cui il processo di industrializzazione ed urbanizzazione del fondovalle era già stato avviato,

ma non aveva ancora assunto le dimensioni attuali.

In questo contesto territoriale, dopo oltre venti anni dall’entrata in vigore della l.r. 86/83, un

articolato mosaico di aree protette forma un sistema assai complesso grazie alla risorsa

acqua. Si tratta del parco dell’Adamello, di numerose riserve naturali fra cui quella delle

Torbiere d’Iseo, del parco dell’Oglio nord, di numerosi PLIS fra i quali quello del Lago Moro.

In questo contesto è stato inserito a pieno titolo anche il Corso superiore del fiume Oglio:

esso trova la sua allocazione nella categoria delle aree di particolare rilevanza naturale e

ambientale, formalmente affidate alle proposte di tutela delle Amministrazioni provinciali, ma

sostanzialmente disciplinate dai piani urbanistici comunali, oggi Piani di Governo del

Territorio.

A metà degli anni ’80, la fascia di 150 m dalle sponde del fiume Oglio fu sottoposta a vincolo

paesaggistico dalla legge 431/1985, con l’obbligo di specifica autorizzazione degli interventi

di trasformazione del territorio da parte dell’autorità competente. Questa normativa non

consentì di raggiungere risultati apprezzabili per la riqualificazione del fondovalle.

Il piano territoriale e paesistico regionale (v. D.G.R. 25 luglio 1997, n.6/30195), per la tutela

dei paesaggi delle fasce fluviali e gli ambiti lacuali, pone particolare attenzione alla

vulnerabilità della struttura morfologica naturale dei corsi d’acqua e afferma inoltre la

necessità di dialogo tra tutela dei caratteri naturali e paesistici ed esigenze di difesa idraulica

ed uso delle acque.

Al piano territoriale provinciale viene attribuita la valenza di piano paesistico, ma si afferma

anche il principio di maggior definizione, in base al quale, per ogni parte del territorio, la

disciplina paesistica da rispettare è quella espressa dall’atto più dettagliato in quel momento

vigente.

Inoltre, la direttiva per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di beni ambientali

afferma che il piano regolatore comunale assume la tutela paesistica come suo obiettivo

primario e che la ricomposizione dei paesaggi compromessi, dove le trasformazioni sono

intervenute senza provvedere ad un loro inserimento nel contesto paesistico complessivo,

deve essere un obiettivo da perseguire allo stesso modo della conservazione di equilibrati

assetti di paesaggi integri.

Nel PTCP approvato dalla Provincia di Brescia, si deduce che la zona di rilevanza ambientale

"Corso superiore del fiume Oglio" ha tutti i requisiti per essere considerata un’unità di

paesaggio, ossia un’area ambientale omogenea, risultante da un’integrazione tra matrice

geomorfologica (il fiume), matrice biocenotica (flora e fauna tipiche dei corsi d’acqua e delle

rive), matrice storico-culturale (incisioni rupestri, nuclei e percorsi storici, architetture e

manufatti caratteristici, archeologia industriale).

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Con riferimento agli ambiti di criticità, ossia alle zone problematiche, dove le qualità

paesistiche sono state fortemente compromesse, il PTCP afferma che gli interventi devono

essere finalizzati a rendere coerenti le trasformazioni con le caratteristiche dei luoghi,

mirando al ricupero e alla valorizzazione della loro qualità ed a migliorare i contesti

fortemente antropizzati. In particolare, nelle situazioni di criticità conurbativa, come lungo il

corso dell’Oglio, occorre conservare le attuali soluzioni di continuità, per evitare che avvenga

la saldatura tra singole strutture insediative.

Per avere successo duraturo nel tempo, tali programmi richiedono la valorizzazione di forti

elementi fisici di connessione fra i territori dei singoli Comuni coinvolti, che nel caso specifico

possono essere identificati nel fiume Oglio, nei laghi d’Iseo e Moro e nelle Torbiere d’Iseo

come componente geomorfologica e biologica.

Il 2° Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) adottato nel 1999 completa la precedente

delimitazione del 1997, includendo i principali fondovalle montani, tra cui l’Oglio da Rino

(Sonico) all’immissione nel lago d’Iseo (Costa Volpino).

Le fasce fluviali sono state classificate in tre categorie (A, B, C), con un sistema decrescente

di vincoli e indirizzi alle attività di trasformazione del territorio. La fascia A comprende l’alveo

inciso e una parte delle aree adiacenti, sede prevalente di deflusso della corrente

corrispondente alla piena di riferimento (200 anni). La fascia B è costituita da un’ulteriore

porzione di territorio interessata dall’esondazione, che esplica soprattutto un’azione di

laminazione delle portate e si estende fino alla quota naturale corrispondente al livello idrico

della piena di riferimento (200 anni), ovvero fino alle opere idrauliche esistenti o

programmate. La fascia C, esterna alla precedente, è interessata dalla piena catastrofica

(500 anni).

Nel tratto da Rino al lago d’Iseo, l’Oglio scorre in un fondovalle generalmente pianeggiante,

ma densamente urbanizzato, con numerosi attraversamenti stradali ed opere di derivazione.

Il limite della fascia B ha un’ampiezza molto variabile, compresa tra 40 m e 1000 m,

attestandosi su elementi naturali di contenimento della piena bicentenaria, generalmente

rappresentati da tratti di sponda alta o dallo stesso versante montano, ma più

frequentemente su rilevati stradali con funzione arginale o su rilevati arginali veri e propri, in

numerosi casi oggetto di adeguamento o di nuova realizzazione (in corrispondenza degli

abitati di Cividate C., Cogno, Darfo, Bessino, Castelfranco, Costa Volpino, Zancone). Molto

più ampia è la fascia C, che interessa numerosi centri abitati del fondovalle.

Obiettivi generali del PSFF sono l’equilibrio tra esigenze di contenimento delle piene (per la

sicurezza del territorio adiacente) e di laminazione delle stesse (per non incrementare i

deflussi di valle), la salvaguardia e l’ampliamento delle aree naturali di esondazione, la

promozione dell’evoluzione morfologica naturale dell’alveo, riducendo al minimo le

interferenze antropiche, il recupero ed il mantenimento di condizioni di naturalità,

salvaguardando i sistemi di specifico interesse naturalistico, la promozione di usi del suolo

compatibili con le caratteristiche del sistema idrografico, la conservazione dei valori

paesaggistici, storici, artistici e culturali legati al corso d’acqua.

Si tratta di un’insieme di vincoli, indirizzi e direttive articolati per:

- ambiti territoriali: aree e componenti di interesse naturale e ambientale, storico,

artistico, culturale e paesistico; alveo inciso, demanio fluviale ed aree inondabili, ecc.;

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- settori di attività: manutenzione, regimazione e difesa idraulica; rinaturazione ed

attività agro-forestali; attività estrattive; piani ed interventi urbanistici, infrastrutture

anche ricreative, ecc.

Il PSFF definisce le linee d’intervento sia per gli ambiti territoriali che per i settori di attività

che interessano le tre fasce fluviali (A, B, C) e precisa gli obiettivi da raggiungere, le attività

consentite, i limiti ed i divieti.

Degno di nota, in particolare, è il fatto che il PSFF tende a valorizzare e migliorare la qualità

ambientale e naturalistica delle fasce fluviali, qualificandole come zone sensibili dal punto di

vista ambientale ed assoggettandole alle priorità di finanziamento previste a favore delle

aziende agricole.

Per quanto riguarda il delicato rapporto con gli insediamenti, va rilevato che i centri urbani

esistenti sono esterni alle fasce A e B (soggette alle prescrizioni più restrittive), le quali

comprendono solo insediamenti sparsi (prevalentemente rurali e industriali); sono previste

particolari misure volte a favorire la rilocalizzazione degli edifici esistenti in tali aree a

maggior rischio. In prossimità dei principali centri urbani, le fasce fluviali A e B possono

includere zone di potenziale urbanizzazione, che ovviamente vengono rimesse in discussione.

In ogni caso, i Comuni interessati hanno la responsabilità amministrativa per l’attuazione

degli indirizzi e delle prescrizioni relative al settore urbanistico.

Il piano stralcio di assetto idrogeologico (PAI) identifica per il corso superiore del fiume Oglio

due tipiche situazioni di squilibrio. Nell’alta Valle, fino a Cividate C., le principali

manifestazioni di dissesto sono ascrivibili alla presenza di conoidi attive formate dai tributari,

in corrispondenza delle quali sono localizzati importanti centri abitati, come Vezza d’Oglio,

Cerveno, Ono S.Pietro. Da Cividate C. al lago d’Iseo, il fondovalle è densamente urbanizzato

e l’Oglio attraversa centri abitati con fabbricati molto vicini all’alveo ed in alcuni casi a filo di

sponda, incontrando sul percorso numerosi attraversamenti viari ed opere di derivazione. In

questo tratto, non si verificano particolari condizioni di dissesto, ma il grado di protezione

dalle piene non è sempre adeguato; particolarmente a rischio sono le aree urbanizzate in

prossimità di Cividate C., Esine, Montecchio, Darfo-Boario Terme e Costa Volpino.

Di conseguenza, il PAI detta differenziate linee d’intervento strutturale sull’asta dell’Oglio e i

territori adiacenti dalla sorgente a Cividate C. e da Cividate C. al lago d’Iseo.

Degna di nota è la categoria degli interventi più innovativi (che fruiscono di specifici

finanziamenti) per la riqualificazione ambientale e la rinaturalizzazione, per favorire la

riattivazione e l’avvio di processi evolutivi naturali, il ripristino di ambienti umidi naturali e

delle aree a vegetazione spontanea, il ricupero dei territori perifluviali ad uso naturalistico e

ricreativo. Il PAI definisce anche un pacchetto di interventi nel settore dell’agricoltura e della

gestione forestale, in particolare per favorire gli usi più estensivi (foreste e praterie),

compatibili con le esondazioni.

I Piani di Sviluppo Socioeconomico delle Comunità Montane della Valle Camonica e del

Sebino bresciano hanno come obiettivo rispettivamente la realizzazione di Parco locale

sovracomunale del corso superiore del fiume Oglio e la tutela e valorizzazione del lago d’Iseo

come elementi irrinunciabili dello sviluppo e del turismo sostenibile del proprio territorio.

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4 IL TERRITORIO DEL BACINO DEL LAGO D’ISEO

IL CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

Il territorio e l’ambiente del corso superiore del fiume Oglio, unitamente al territorio del

bacino del lago d’Iseo e del lago Moro e delle Torbiere d’Iseo, costituiscono la struttura

geomorfologica, biologica e storico-culturale che da migliaia di anni caratterizza l’identità

della Valle Camonica, del Sebino bresciano e delle rispettive comunità locali.

La tradizionale importanza economica del fondovalle, come area maggiormente vocata agli

insediamenti e alle attività produttive, negli ultimi decenni ha determinato forme abnormi e

disarmoniche di sviluppo che minacciano l’equilibrio idrogeologico ed ecologico, il paesaggio

e la stessa identità di questo contesto socioeconomico.

Il bacino del lago di Iseo è suddiviso tra le Province di Brescia e Bergamo e comprende 74

comuni.

4.1 Inquadramento geografico del bacino idrografico del fiume Oglio

Il fiume Oglio si distende in territorio lombardo con un percorso di circa 280 km, tra i più

lunghi per i fiumi italiani, e interessa un’area di circa

6.650 km2. Il suo corso è diviso in tre tratti distinti: il

tratto prelacuale, il lago d’Iseo e il comprensorio di

pianura fino alla confluenza nel fiume Po.

Il bacino di interesse per questo studio, di seguito

bacino del lago, coincide con la porzione del territorio

drenata dal tratto prelacuale del fiume Oglio che

percorre la Valle Camonica per poi immettersi nel lago

di Iseo, del quale costituisce il principale immissario.

Il bacino si estende su una superficie complessiva di

circa 1.736 km²; di questi 1.432 km² sono di

pertinenza del bacino imbrifero (F. Oglio immissario),

circa 350 km² dal bacino del lago di Iseo di cui 60,9

km² costituiti dallo specchio lacustre, i restanti dai bacini degli affluenti.

Amministrativamente, l’Oglio immissario ricade nella Provincia di Brescia, il torrente Borlezza

in quella di Bergamo, il lago di Iseo nelle province di Brescia e Bergamo.

4.2 Il Bacino idrografico – Caratteristiche morfologiche

Il bacino, in prevalenza montuoso (altezza media 1.429 m. s.l.m.), presenta una forma

planimetrica alquanto allungata e sviluppata essenzialmente in direzione NE e SW.

Il suo perimetro è segnato dalla presenza di importanti gruppi montuosi tra i quali spiccano

il massiccio dell’Adamello, che con altezza superiore ai 3.500 m s.l.m. costituisce il rilievo

maggiore, il monte Tonale, il monte Fumo e il Corno dei Tre Signori.

Il bacino prelacuale si sviluppa in direzione nord sud e con ampiezza abbastanza uniforme:

lunghezza e larghezza rispettivamente circa 70 km e 30 km.

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Il bacino si contraddistingue per una ampia superficie contribuente totale e per una consistente

variazione di quota compresa tra un

minimo di 186 m s.l.m. ed un massimo

di 3.538 m sl.m. corrispondenti

rispettivamente alla sezione di chiusura

di Costa Volpino e alla cima

dell’Adamello.

Da elaborazioni elettroniche effettuate

con programma GIS si è potuto tracciare

la rete di drenaggio superficiale e

perimetrare lo spartiacque orografico dei

bacini corrispondenti alle sezioni di

chiusura.

Le sezioni considerate sono indicate in

Tab. 4.2.1 e Tab. 4.2.2 unitamente alle

coordinate X ed Y nel riferimento Gauss

Boaga (Roma 1940, fuso Ovest) e alla

quota H.

Le quote medie e le quote mediane sono

alquanto simili tra loro, indicando una

certa simmetria nella distribuzione delle

aree alle varie quote altimetriche.

Tab. 4.2.1 - Sezioni fluviali

SEZIONE X (m)

Y (m)

H (m s.l.m.)

Costa Volpino 1.585.070 5.073.510 186

Oglio a Esine 1.595.510 5.085.990 239

Sezione di chiusura T. Dezzo 1.591.390 5.081.250 212

Sezione di chiusura T. Grigna 1.595.530 5.085.990 240

Sezione di chiusura T. Ogliolo 1.602.990 5.114.030 650

Sez. di chiusura T. Valgrande 1.607.750 6.121.210 998

Tab. 4.2.2 - Caratteristiche morfometriche di tipo planimetrico, altimetrico per le sezioni fluviali

SEZIONE A P L Hmin H max H media I max I med O

km2 km km m

s.l.m. m

s.l.m. m

s.l.m. m/m m/m --

Costa Volpino 1432,45 283,91 91,61 186 3.538 1.589 0,0366 0,0153 4

Oglio a Esine 991,94 228,84 71,90 239 3.538 1.728 0,0459 0,0207 4

Sez. chiusura T. Dezzo 175,59 100,92 31,07 212 2.881 1.476 0,0859 0,0407 3

Sez. chiusura T. Grigna 103,41 61,88 17,39 240 2.672 1.497 0,1388 0,0717 3

Sez. chiusura T. Ogliolo 115,55 66,32 17,52 650 2.742 1.659 0,1203 0,0580 2

Sez. chiusura T. Valgrande 38,25 41,52 10,78 998 3.270 2.157 0,2109 0,1076 2 A = area drenata P = perimetro L = lunghezza asta principale

Hmin = quota minima H max = quota massima H media = quota media

I max = pendenza massima I med = pendenza media O = ordine hortoniano alla sez. chiusura

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4.3 Caratteristiche idrografiche del Bacino

Il bacino imbrifero riceve sia le acque provenienti dai ghiacciai dell’Adamello, sia quelle

relative alle precipitazioni nelle valli, in particolare la Valle Camonica; presenta quindi, per

quanto riguarda gli apporti, un regime nivo-pluviale.

L’affluente principale del lago, per bacino e portata, è il fiume Oglio che scorre lungo il solco

vallivo della Valle Camonica.

Il fiume nasce da due sorgenti distinte poste a circa 2.600 m s.l.m. sui versanti meridionale e

occidentale del Corno dei Tre Signori, massiccio delle Alpi Orobiche punto di convergenza di

tre bacini: Adda, Noce, Oglio. I torrenti sono il Frigidolfo, che nasce dal lago Bianco e dal lago

Nero, e l’Arcanello che deriva dai laghetti di Ercavallo nel Parco dello Stelvio.

I due torrenti si uniscono poco più a valle di Pezzo di Ponte di Legno formando l’Oglio vero e

proprio che, dopo aver percorso la stretta e breve valle di Pezzo, riceve le acque del torrente

Narcanello proveniente dal ghiacciaio del Presena.

Dopo aver attraversato l’intera Valle Camonica, il fiume si immette nel lago di Iseo a Costa

Volpino e Pisogne dopo un percorso di 91,6 km.

Il fiume Oglio presenta un andamento altimetrico con pendenze elevate, un notevole

trasporto solido alimentato dai numerosi affluenti, un’accentuata regimazione spondale

dell’alveo a protezione dei molti insediamenti abitativi e produttivi.

Il fiume è interessato da diversi sbarramenti in alveo al servizio di centrali idroelettriche, con

la presenza di due grandi vasche di carico facenti parte del complesso sistema dei laghi alpini

di accumulo ad alta quota.

Anche gli affluenti presentano diversi punti di presa di impianti minori, sia per produzione di

energia, sia per approvvigionamento potabile dei centri abitati.

Lungo il corso dell’Oglio si incontrano affluenti principali, qui elencati in senso orario a partire

da Sud – Est:

- il torrente Dezzo, proveniente dalla Val di Scalve;

- il torrente Ogliolo di Edolo, proveniente dal Passo dell’Aprica;

- il torrente Poia, che raccoglie le acque di un ampio bacino adamellino;

- il torrente Grigna, proveniente dalla valle che conduce al Passo Crocedomini.

Trascurando i bacini minori, altri affluenti importanti sono, nello stesso ordine:

- il torrente Trobiolo di Borno;

- il torrente Lanico di Lozio;

- il torrente Allione dalla valle di Paisco e Loveno;

- il torrente Ogliolo di Monno dalla valle del Mortirolo;

- il torrente Val Grande dall’omonima valle;

- i torrenti Frigidolfo e Narcanello che, confluendo a Ponte di Legno formano il fiume Oglio;

- il torrente Coleasca dalla val d’Avio;

- il torrente Remulo dalla valle del Baitone;

- il torrente Palobbia di Braone.

Le caratteristiche dei bacini indagati sono riportate più diffusamente nelle Tab. 4.2.1 e 4.2.2

Per quanto riguarda il corso principale dell’Oglio, dal punto di vista delle pendenze e della

morfologia complessiva, si possono evidenziare tre zone:

1. dalla sorgente sino a Edolo (confluenza con l’Ogliolo di Edolo), un tratto con

pendenza sostenuta e a carattere torrentizio alpino. Alla sezione di Temù la pendenza

è circa il 15%, per il torrente Ogliolo è di circa il 14%, per il torrente Valgrande di ben

il 21%;

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2. da Edolo alla confluenza con il Grigna, un tratto a pendenza intermedia, il torrente

Grigna ha pendenza di circa il 14% - 12%;

3. dalla confluenza del Grigna sino allo sbocco nel lago, dove il fiume scorre nella più

ampia pianura alluvionale.

Il secondo affluente per importanza è il Borlezza, che scende dall’omonima valle, con

un’estensione del bacino di 135 km2. Gli altri affluenti sono di molto minore importanza, per

portata ed estensione del bacino, essendo in buona parte a regime torrentizio, se non

semplici impluvi. Nella carta sono indicati gli affluenti diretti al lago, in diverso colore a

seconda della loro effettiva esistenza in periodo di asciutta (stagione tardo primaverile, dopo

due settimane di siccità).

Tra le opere di drenaggio artificiali che si aggiungono alla rete idrografica naturale si segnala

la presenza di un importante canale di derivazione, il canale Italsider al servizio dell’impianto

idroelettrico ad acqua fluente di Paravisio. L’opera di presa è posta immediatamente a monte

della sezione di Esine, mentre lo sbocco, dopo un percorso in sinistra Oglio, è diretto nel lago

di Iseo in prossimità di Pisogne. La portata di concessione del canale Italsider è pari a 30,68

m3/s mentre quella realmente derivata è di circa 20,45 m3/s, comunque rilevante se

paragonata alla porta del fiume.

Il corso del fiume Oglio nel comprensorio di pianura segue dapprima una direzione Nord-Sud

per circa 60 km, per poi deviare decisamente verso est secondo la pendenza naturale della

pianura padana, ricevendo due affluenti significativi come il fiume Mella e il fiume Chiese.

Recapita in Po in provincia di Mantova in località Torredoglio nelle vicinanze di Cesole e

Scorzarolo. L’intero bacino idrografico sotteso alla foce ha una superficie complessiva di circa

6.649 km2 ed una lunghezza dell’asta fluviale di circa 280 km.

Fig. 4.3.1- Principali immissari del Lago d'Iseo. Torrente Borlezza

Torrente Zu

Torrente Opol

Rino di Vigolo

Torrente Curtelo

Torrente Trobiolo

Torrente Bagnadore

Rino di Predore

Torrente Foppi

0 10 20 Kilometers

SottobaciniLago d'Iseo3456789

IdrografiaFiume OglioTorrenti immissari

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4.4 Invasi artificiali

La suddivisione “naturale” del corso d’acqua va sovrapposta alla suddivisione artificiale

determinata dalle opere di prelievo dell’acqua a scopi idroelettrici. Lo sfruttamento delle

acque della valle è tradizionalmente intenso, sia ad opera dell’ENEL che di privati, tanto che

le portate di quasi tutti i corsi d’acqua sono dipendenti da regolazione. Da un censimento

dell’ENEL del 1972 il sistema comprende 14 impianti con potenza complessiva di concessione

superiore a 220 kW e una potenza totale installata di circa 880000 kW dei quali circa 690000

kW riconducibili alla stessa ENEL.

La maggior parte di questi impianti viene alimentata da numerosi serbatoi artificiali tra loro

interconnessi e realizzati dove in origine erano laghetti alpini naturali. Il sistema intercetta in

prevalenza i deflussi prodotti in alta quota in sinistra Oglio per poi essere rilasciati a Cividate

dove è situata l’omonima centrale, a monte della presa del canale Italsider.

Tra gli invasi si ricordano in particolare:

SERBATOIO

QUOTA DI

MASSIMO INVASO m s.l.m.

VOLUME DI INVASO

UTILE in Mm3

diga di lago d’Arno 1.816,90 37,99

diga di lago d’Avio e lago d’Avio 1,909,00 17,35

diga e centrale di lago Salarno 2.068,60 17,28

diga e centrale di lago Baitone 2.281,50 16,28

diga e centrale di Pantano d’Avio 2.378,00 12,50

diga di lago Benedetto 1.929,70 7,70

diga di lago Venerecolo 2.539,40 2,50

lago Dosazzo 2.083,00 1,66

laghetto d’Avio 1.868.,72 0.,37

TOTALE --- 113,63

Tali informazioni sono state raccolte presso gli enti autorizzatori (Provveditorato Regionale

alle Opere Pubbliche l’ex Genio Civile per quanto riguarda le grandi derivazioni e la Provincia

per le piccole derivazioni).

Scendendo lungo l’asta dell’Oglio si individuano i seguenti principali sistemi di opere di

derivazione:

- nella valle del torrente Coleasca, le acque raccolte nei cinque bacini artificiali dell’alta

valle unitamente a quelle del torrente Aviolo raccolte nel serbatoio omonimo e ad altri

affluenti minori vengono convogliate alla centrale di Edolo, da cui vengono scaricate

nell’Oglio o accumulate nel bacino di Edolo per essere ripompate a monte durante la

notte;

- a valle dell’abitato di Temù le acque raccolte dallo sbarramento dell’Oglio vengono

inviate alla centrale di Sonico;

- nel bacino del torrente Poia, le acque raccolte dai due bacini del Baitone, dal bacino del

Miller, dai bacini di Salarno, Dosazzo vengono convogliate in galleria nel bacino

artificiale del Lago d’Arno e da qui inviate alla centrale idroelettrica di Cedegolo;

- le acque turbinate dalla centrale di Edolo e da quella di Sonico possono venire

convogliate alla centrale di Cedegolo e qui restituite all’Oglio oppure immagazzinate in

un ulteriore bacino per il ripompaggio nel serbatoio del lago d’Arno;

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- a Cedegolo si ha un ulteriore sbarramento dell’Oglio dal quale si preleva acqua

restituita nei pressi di Cividate;

- a Esine, le acque dell’Oglio vengono convogliate, unitamente ad una discreta quantità

di acqua di altri affluenti in sinistra idrografica, alla centrale elettrica di Pisogne e qui

restituite direttamente al lago d’Iseo attraverso il “Canale Italsider”.

Da quanto esposto emerge che le portate del fiume Oglio sono controllabili su tutta

l’estensione del fiume; si parte infatti dalla confluenza con il torrente che scende dalla Valle

Acquaseria (captate nel bacino dei laghi d’Avio) subito a valle di Pontedilegno fino alla

confluenza con il lago d’Iseo.

Queste derivazioni di portata rilevante, che restituiscono l’acqua spesso al di fuori del

sottobacino di prelievo dopo averla eventualmente accumulata in serbatoi e mescolata con

acque di altri bacini, sono accompagnate da numerose derivazioni che interessano invece

affluenti dell’Oglio. Queste derivazioni, che restituiscono le acque a monte della confluenza o

direttamente nell’Oglio, producono effetti sul sistema fluviale o, principalmente, sui singoli

affluenti anche importanti come il Dezzo e il Grigna che vedono ad esempio l’immissione

della maggior parte delle loro acque al di fuori del punto di confluenza naturale nell’Oglio

(per il T. Dezzo è 100 m a monte e per il Grigna circa 20 km a valle).

L’estensione di tali sistemi di gestione delle acque e le loro numerose interdipendenze vanno

a costituire un ulteriore aumento di complessità alla situazione del bacino e non facilitano la

valutazione della qualità delle acque.

I maggiori apporti d’acqua provengono:

- dall’immissario principale, il fiume Oglio (nome attribuito anche all’emissario) che scorre

lungo il solco vallivo della Val Camonica e si immette nel lago nella sua parte più

settentrionale;

- dal torrente Borlezza che scende dalla Presolana, attraversa la Gola del Tinazzo e,

incanalato artificialmente, sfocia nel lago nei pressi del Comune di Castro;

e da numerosi affluenti di molto minore importanza sia per portata che per estensione del

bacino, in buona parte a regime torrentizio, se non semplici impluvi. I principali sono:

- il torrente Zu che attraversa la valle di Fonteno e sfocia nel lago in prossimità

dell’abitato di Zu;

- il torrente Foppi che attraversa l’omonima valle e sfocia nel lago in prossimità della

frazione di Portirone;

- il Rino di Vigolo che sfocia a Tavernola;

- il Rino di Predore;

- il torrente Trobiolo che sfocia, incanalato, nei pressi di Pisogne;

- il torrente Bagnadore che scende dalla Val del Gasso e sfocia, incanalato, a Marone;

- il torrente Opol che sfocia, incanalato, a Marone;

- il Curtelo di Iseo.

Si può ritenere infine che, data la struttura calcarea di tutto il territorio montuoso delle

sponde, il lago sia alimentato da sorgenti subacquee.

In Tab. 4.4.1, Tab. 4.4.2 e nella Fig.4.3.1 sono indicati i principali affluenti del lago, le loro

caratteristiche geografiche e idrografiche.

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Tab. 4.4.1 – Affluenti del lago di Iseo

Sponda occidentale Sponda orientale

Oglio immissario Canale Italsider Borlezza Trobiolo

Zu Bagnadore

Foppi Opol

Rino di Vigolo Curtelo

Rino di Predore

Tab. 4.4.2 - Principali caratteristiche geografiche e idrografiche dei bacini imbriferi degli affluenti del lago di Iseo

Nome Lunghezza Superficie

(km) (km2)

Oglio immissario 91,61 1.432,45

Borlezza 25,07 135,35

Zu 6,00 10,97

Foppi 3,01 3,85

Rino di Vigolo 7,20 15,20

Rino di Predore 3,24 3,03

Trobiolo 5,58 9,95

Bagnadore 7,91 20,08

Opol 5,48 6,30

Curtelo 3,38 4,05

Anche il lago di Iseo, sbarrato artificialmente a Sarnico dal 1933, è regolato artificialmente dal

Consorzio dell’Oglio. Presenta escursioni dei livelli contenute in 140 cm intorno allo zero

idrometrico, corrispondente ad un volume utile di circa 85 milioni di m3 d’acqua. La regolazione

tende a migliorare il regime degli afflussi (serbatoi alpini), che in particolare diluiscono gli

scarichi dei numerosi depuratori comunali, e dei deflussi per soddisfare le esigenze dei

numerosi utenti, soprattutto agrari, a valle del lago.

Dati idrologici

Lago di Iseo

Superficie

Bacino imbrifero km2 1.736

Lago km2 60,9

Livelli *

Massima piena storica m 2,370

Media del periodo 1933-1996 m 0,560

Minimo m - 0,570

Livelli di regolazione

Massimo m 1,10

Minimo m - 0,30

Escursione (corrispondente a 85,4 mil. di m3) m 1,40

Fiume Oglio

Portata massima giornaliera di afflusso m3/s 780,0

Portata massima di deflusso m3/s 450,0

Portata naturale media annua del periodo 1933-2007

m3/s 56,8

* riferiti al livello idrometrico di Sarnico (187,39 m. s.l.m.)

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4.5 Caratteristiche geomorfologiche

Dati sulla geologia del bacino del lago di Iseo si possono trovare in forma generale nei Fogli

geologici a scala 1:100.000 del Servizio Geologico Nazionale.

Nel bacino prelacuale dell’Oglio si possono riconoscere quattro aree litologicamente

omogenee.

La prima è quella che interessa la parte superiore della Valle Camonica, costituita da rocce

metamorfiche di tipo cristallino austroalpino, gneiss, micascisti e quarziti, con presenza di

masse intrusive dell’età terziaria. Nella parte più settentrionale si individuano la linea del

Mortirolo e la linea del Tonale.

La seconda unità, che si identifica nel territorio a sud della linea del Tonale, è l’area delle Alpi

meridionali costituite da cristallino subalpino e sedimentario subalpino che entrano in

contatto lungo la linea Orobica che si prolunga nella linea della Gallinera.

La terza unità è caratterizzata da rocce intrusive riferibili al plutone dell’Adamello sul versante

nord est, delimitato dalla linea del Tonale a nord e dalla linea delle Giudicarie ad est.

La quarta unità è costituita da affioramenti micascistosi del substrato subalpino nella zona

del Maniva.

I depositi superficiali, abbondanti nel fondovalle e sui versanti della valle dell’Oglio e delle

valli laterali, sono legati in prevalenza all’azione dei ghiacciai, dei corsi d’acqua e della

gravità. Sono costituiti in prevalenza da depositi fluvioglaciali sciolti e morenici, accumuli di

frane e falde detritiche, conoidi di deiezione, alluvioni di fondovalle e depositi torbosi

glaciolacustri e fluviopalustri.

A monte della sezione dove l’Oglio confluisce nel lago sino a quella di capo di Ponte, la

morfologia delle rocce è dominata da forme erosive dovute all’azione dall’antico ghiacciaio

camuno.

Dal punto di vista geologico e riferendosi alle sponde del fiume Oglio, si individuano

grossolanamente quattro zone:

- in sponda destra idrografica dell’Oglio, dalla foce sino alla confluenza con il torrente

Allione, la tipologia è quella delle rocce metamorfiche delle formazioni degli scisti

sudalpini ed austroalpini;

- in sponda sinistra, sino alla confluenza con la valle del Grigna (Breno), si ha il

massiccio dioritico dell’Adamello;

- in sponda destra dalla Concarena sino alla fine della Valcamonica e su entrambe le

sponde del lago, si hanno formazioni sedimentarie a natura prevalentemente

calcarea, con gessi nella zona nord del lago, su entrambe le sponde;

- in sponda sinistra, dalla Valle del Grigna sino a circa Pisogne, le formazioni

sedimentarie metamorfosate del Verrucano Lombardo.

L'eterogeneità litologica che caratterizza la Valle Camonica la rende unica nel suo genere.

Le formazioni litologiche caratteristiche del bacino del lago appartengono all’era Secondaria o

Mesozoica dal Triassico inferiore (valle del Trobiolo, Pisogne) al Cretacico superiore

(Sarnico).

Le differenze tra le formazioni rocciose del Sebino sono dovute alla diversità delle condizioni

ambientali di deposizione: circa i 2/3 delle rocce sono di ambiente decisamente marino; 1/3

riflette invece le caratteristiche di un ambiente transizionale tra mare e terra ferma; solo due

formazioni, le più antiche, riflettono un'origine continentale.

Il solco vallivo camuno, che si prolunga nella conca del Sebino, seziona questi affioramenti

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partendo dai termini paleozoici presenti nella parte settentrionale del lago, a Rogno e

Pisogne, fino a giungere a quelli mesozoici ai quali sono riferibili le rocce delle più basse

increspature montuose del bacino sebino che si stemperano nella pianura, per perdersi poi,

alla fine, sotto le coltri detritiche.

Questo a grandi linee, trascurando ulteriori affioramenti e litotipi che caratterizzano vallate

laterali.

Per quanto attiene i territori montuosi immediatamente contigui al lago, i rilievi sono più

modesti di quelli delle Alpi vere e proprie poste più a settentrione; le elevazioni maggiori

sono rappresentate, ad occidente, dal M. Bronzone (1.334 m), in territorio bergamasco e, ad

oriente, in territorio bresciano, dai monti Guglielmo (1.949 m) e Punta Almana (1.391m).

Con la loro altitudine e posizione geografica queste vette rappresentano un balcone

panoramico sul lago e sulla vasta pianura che si perde oltre le colline a sud del lago.

Il Lago d’Iseo, o Sebino, appartiene alla catena dei grandi laghi subalpini assieme al Lago di

Garda, al Lago Maggiore, al Lago di Como. In comune con essi presenta una morfologia

allungata in senso Nord–Sud ed un’evidente sbarramento morenico a valle.

La morfogenesi di questi laghi è legata ad una primitiva escavazione fluviale, che va fatta

risalire a periodi di chiusura del bacino del Mediterraneo, con conseguente abbassamento del

livello del mare. L’antico fiume Oglio, scorrendo nel solco di quello che ora è il Lago d’Iseo,

raggiungendo il mare a quota molto inferiore a quella attuale, si scavò una profonda forra;

per tale motivo, il fondo dei laghi è ancor oggi, nonostante la deposizione di sedimenti, molto

al disotto del livello del mare (-65 m per l’Iseo; -123 m per il Garda; -300 m addirittura per il

Lago di Como).

Il secondo evento morfogenetico che determinò l’attuale forma della conca lacustre è la

successiva ricopertura glaciale, con conseguente escavazione e sbarramento morenico. Uno

dei palesi testimoni di tale azione è la forma di Monte Isola, tipicamente modellata da

escavazione glaciale.

La morfologia glaciale risulterebbe quindi sovraimposta su una morfologia fluviale più antica.

Questo lago è quindi caratterizzato, oltre che dalla rilevante estensione, da una

considerevole profondità.

Le glaciazioni quaternarie succedutesi fino a 11.000 anni fa sono state fondamentali nel

definire l'aspetto morfologico del territorio camuno.

Il ghiacciaio, ritirandosi, ha conferito alla Valle la tipica forma ad U, la sua azione di sovra

escavazione ha originato dei veri e propri salti morfologici, dei gradoni che creano le

cosiddette "valli pensili" o sospese con spettacolari laghetti glaciali d'alta quota, come, ad

esempio, il lago d'Aviolo (1.930 m), il lago della Vacca (2.357 m), il lago Baitone (2.249 m), il

lago Salarno (2.070 m), ma anche, a quote più accessibili, il lago di Lova (1.299 m) e il lago

Moro (600 m). L'azione di erosione a monte e di deposito a valle del ghiacciaio ha formato gli

anfiteatri morenici, resti dei quali oggi si possono osservare a Cislano (le piramidi di Zone) e

a Lozio.

La lenta erosione prodotta dal fiume Oglio e dai torrenti che scorrono lungo le valli ad esso

attigue hanno contribuito, assieme ai depositi fluvio-glaciali che appartengono alla storia

geologica recente, alla formazione del Bacino del Sebino.

In particolare l'ultima lingua glaciale camuna, ancora presente diecimila anni or sono, ha

prodotto l'abrasione delle rocce, il trasporto e la sedimentazione di depositi grossolani e di

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massi erratici, levigando e assottigliando i fianchi rocciosi. In seguito a quest'ultima azione le

valli laterali sono rimaste "sospese" sulla valle principale, tanto che le loro acque giungono al

lago attraverso cascate.

I ghiacciai depositavano sulle pendici meno impervie del bacino lacustre enormi quantità di

detriti particolarmente evidenti sul versante bresciano del Sebino, tra Sale Marasino e Iseo,

dove tali depositi sono conformati in balze. Sul fronte del ghiacciaio i detriti si disponevano in

cordoni e archi morenici come è particolarmente evidente nella zona della Franciacorta.

Con il ritiro dei ghiacci, in prossimità del lago si sono formate estese paludi ricche di vita

biologica che erano ancora presenti in età preistorica. Quegli ambienti umidi ospitano le

"Torbiere del Sebino".

4.6 Climatologia

Quasi tutta la regione del bacino dell’Oglio ha un clima continentale, la termometria varia

rapidamente con le stagioni al variare della radiazione solare. L’effetto di attenuazione

termica da parte del lago è molto minore rispetto agli altri laghi prealpini più estesi e

profondi.

L’andamento delle temperature nel bacino imbrifero del Sebino è influenzato soprattutto

dall’altimetria: il gradiente medio annuo è 0,518 °C ogni 100 m di quota. La temperatura

media annua è 13 °C nella fascia collinare, 10 °C nella fascia bassa prealpina, 6 °C nella

fascia prealpina più elevata.

Come in quasi tutti i laghi prealpini la sponda Ovest, esposta a una maggiore insolazione, è

in condizioni termiche migliori della sponda Est.

Sul lago si alternano ogni giorno due venti regolari: Ora (dal lago al monte, nelle ore 10-17)

e Vento (dal monte al lago, nelle ore 22-8); questi sono separati da due periodi di calma.

I temporali estivi vengono spesso da Ovest, passano sulla depressione di Sarnico e si

scatenano sulla costa Est tra Iseo e Sale Marasino; oppure passano attraverso la Sella di

Solto (Val Cavallina) e si scaricano sui monti da Pisogne a Marone.

I valori medi di piovosità misurati nel Sebino sono 1500-2500 mm all’anno; l’intensità oraria

media annua va da 1,51 a 1,75 mm. Nel bacino dell’Oglio le aree di massima piovosità sono:

la zona dell’Adamello, l’alto Dezzo a ridosso delle Alpi Orobiche e la zona centrale, tra la Val

Trompia e l’alta valle del Mella. Le precipitazioni, più abbondanti nella parte meridionale dei

rilievi, sono dovute alle masse d’aria umida provenienti da Sud che portano abbondanti

piogge nel periodo estivo e autunnale. La parte settentrionale del bacino è soggetta a

precipitazioni di minore entità.

La neve, portata da masse d’aria fredda provenienti da Nord, è frequente nel tardo inverno a

quote sopra gli 800 m, aumenta in media di 3,3 cm ogni 100 m di quota; è maggiore nei

versanti esposti a Nord e mediamente maggiore in quelli esposti a Est.

4.7 Il lago di Iseo

La forma flessuosa del lago si interpone al corso dell’ Oglio fra le Province di Brescia e

Bergamo.

Nel mezzo del lago si eleva Montisola, la più grande e la più elevata delle isole dei laghi

prealpini; si estende infatti per 4 km2 e s’innalza fino a 599 m s.l.m., cioè di 414 m sul livello

medio delle acque del lago. Montisola è accompagnata, rispettivamente a Nord e a Sud, dagli

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isolotti di Loreto e San Paolo.

Nel primo tratto più settentrionale, lungo circa 4 km, l’asse longitudinale del lago è diretto da

NNE a SSO, in continuazione con la Valle Camonica. Dove il fiume Oglio entra nel lago la

sponda è piatta e quasi rettilinea, orientata da NO a SE e larga circa 3 km. Il lago poi si

restringe fino a circa 2 km. in corrispondenza del limite meridionale di questo primo tratto in

cui la profondità del lago aumenta fino a raggiungere i 220 m nei pressi del suo limite

meridionale.

Nel secondo tratto, tra il “Bògn” di Zorzino e il corno di Predore ad occidente e tra il Corno

Trentapassi e Capo Cervo di Monte Isola ad oriente, l’asse longitudinale si piega allineandosi

da Nord a Sud. La larghezza passa da 2 a 3 km in corrispondenza del tratto tra Punta della

Pietra e Marone; in seguito il lago si restringe nuovamente fino a meno di 1,5 km tra

Gallinarga e Capo Cervo di Montisola. Le sponde sono molto ripide, sia nella parte emersa

che in quella sommersa. Il fondo è pressoché piatto, compreso per la maggior parte entro

l’isobata di 250 m di profondità. Tra Tavernola e Porto di Siviano è situato il punto più

profondo (258 m). Montisola e la riva bresciana sono separati dal cosiddetto Canale di Sale,

largo circa 1 km e con il fondo racchiuso per la maggior parte entro l’isobata di 90 m di

profondità con il massimo intorno a 102 m.

Nel tratto più meridionale, una lunga montagna isolata emerge dalla piana e divide questo

tratto di lago in due golfi adiacenti: il golfo di Iseo, in Provincia di Brescia, e il golfo di

Sarnico, parzialmente in Prvincia di Bergamo. L’asse longitudinale piega decisamente verso

Ovest e la profondità decresce gradualmente. Lo specchio lacustre è qui limitato verso

meridione da colline costituite da successioni rocciose giurassico - cretacee. L’apparato

morenico frontale del ghiacciaio Camuno, che ha modellato nel Quaternario l’attuale

depressione lacustre, è conservato solo più a Sud - Est, nell’area di Corte Franca. Lo sbocco

del lago avviene in corrispondenza dell’estremità occidentale del golfo di Sarnico, dove

l’emissario, Oglio, ha scavato un solco profondo tra le morene e i detriti alluvionali del

Quaternario.

La Tab. 4.7.1 presenta le principali caratteristiche morfometriche e idrologiche del lago di

Iseo e del suo bacino.

Dall’analisi della curva ipsografica (Fig. 4.7.1) si osserva come la cuvetta lacustre dell’Iseo

sia caratterizzata da un ampio plateau di fondo a profondità superiore ai 220 m, che occupa

circa il 30% della superficie del lago.

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Tab. 4.7.1 - Principali caratteristiche morfometriche e idrologiche del lago di Iseo

Regione Lombardia Provincia Brescia, Bergamo

BACINO

Bacino idrografico Oglio Latitudine (media) 45° 44’ N Longitudine 10° 04’ E Area bacino imbrifero (lago compreso) Km2 1736 Altitudine media m 1429 Altitudine max m 3.554 (Adamello) Abitanti residenti 168377 Abitanti fluttuanti 246490 Tipo naturale regolato Affluenti principali fiume Oglio, Borlezza Emissario fiume Oglio Portata media annua dell’emissario m3/s 58,7

LAGO

Area del lago km2 60,9 Area delle isole km2 4,298 Area di Montisola km2 4,282 Livello medio delle acque m slm 186 Profondità max m 258 Profondità media m 122 Criptodepressione m 72 Lunghezza max km 20,2 Larghezza max km 3 Sviluppo costiero del lago km 63,5 Sviluppo costiero di Montisola km 9,0 Volume d’acqua m3 · 106 7.569 Indice sinuosità 2,28 Indice sinuosità (Montisola compresa) 2,62 Area bacino imbrifero / Area lago 28,49 Tempo teorico di ricambio anni 4,1 Tempo medio di residenza anni 15 - 18 T. medio di residenza nel mixolimnio anni 2,75 Utilizzazione * I, P, N, T

* I = ittica, IN = industriale, P = potabile, N = navigazione, T = turismo

Fig. 4.7.1 – Curva ipsografica del Lago d'Iseo (PTUA, Allegato 16).

Area (% dell'area del lago)

-250

-200

-150

-100

-50

0

020406080100

profondità (m)

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4.8 Specificità e criticità dell’area Mediterranea e Centrale Europea

La Direttiva 2000/60/CE richiede per tutte le componenti biologiche lo studio della

composizione e dell’abbondanza tassonomica della comunità, rapporto tra taxa sensibili e

taxa tolleranti e il livello di diversità della comunità.

I dati disponibili nel monitoraggio del nostro Paese non rispondono a tutte le richieste poiché

ad esempio non è possibile valutare un’abbondanza assoluta, ma solo relativa ai siti e al

momento del campionamento. Per quanto riguarda i taxa sensibili e tolleranti i lavori dei

GIGs centrale, Alpino e mediterraneo per questa tipologia di acque sono ancora in corso

d’opera e quindi non disponibili le liste di riferimento.

Un’altra criticità riguarda l’individuazione della distanza tra i siti di riferimento e lo stato dei

siti studiati; in questo caso infatti per il nostro Paese non sono ancora definiti i siti di

riferimento se non quelli del registro dell’intercalibrazione che non rispondono a tutte le

necessità provenienti dal monitoraggio. Di conseguenza abbiamo una definizione di stato

delle acque che proviene dalla nostra normativa nazionale, non essendo recepita la Direttiva

nella fase di impostazione del progetto e comunque non avendo ancora gli elementi chiave

per una corretta applicazione delle nuove norme.

Una specificità Mediterranea, che interessa anche bacini come quello dell’Oglio, posti in aree

di transizione tra la zona Mediterranea e la zona Centrale-Baltica e Alpina, è la presenza di

eventi meteorologici estremi che portano a problematiche connesse alla scarsità d’acqua

(lunghi periodi di siccità) e al rischio di inondazioni.

Il bacino dell’Oglio, in particolare, dal 2003 è interessato da crisi di disponibilità idrica,

instauratesi nella stagione invernale-primaverile, protrattasi ed evidenziata maggiormente nel

periodo estivo.

Con lo scopo di illustrare le caratteristiche del fenomeno si riporta, al fine di una prima

caratterizzazione climatica, l’analisi dell’andamento delle piogge cumulate, su un insieme di

stazioni distribuito sul

bacino e considerate

significative, i cui

risultati sono riportati

nelle Fig. 4.8.3.

Fig. 4.8.3 - Confronto pioggia cumulata media 1983-1992, anno 2003 e anno 2005 per il Bacino dell’Oglio prelacuale e del lago d’Iseo

L’analisi degli andamenti delle cumulate mensili nelle stazioni considerate evidenzia che,

come per il 2003, il periodo da gennaio a giugno 2005 è stato caratterizzato da una

diminuzione della piovosità accompagnata da apporti nevosi modesti che ha determinato una

riduzione delle disponibilità idriche.

Si riportano ora in Figg. 4.8.4 e a titolo indicativo degli afflussi meteorici l’andamento delle

piogge totali mensili e cumulate per il bacino prelacuale per il periodo settembre 2005

marzo 2006.

P iogg ia cum ula ta (m m )

0

100

200

300

400

500

600

apr m ag giu lug ago

Media 1961-1990

20032005

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Fig. 4.8.4 - Andamento mensile da settembre 2005 a marzo 2006 delle piogge totali mensili per sottobacini del bacino dell’Oglio

Oglio pre lacuale

0

100

200

300

400

settembre '05

ottobre '05

novembre '05

dicembre '05

gennaio '06

febbraio '06

marzo '06

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4.9 Lago Moro

E’ situato a una decina di chilometri a Nord del Sebino a quota 380

m s.l.m. Le caratteristiche di questo corpo d’acqua sono riassunte

nella tabella seguente. Area del Lago Km2 0,17

Zero idrometrico m slm 189

Profondità massima m 40,5

Lunghezza massima km 800

Larghezza massima Km 300

Sviluppo costiero km 2

Volume d’acqua m3 x 10

6 38

Indice di sinuosità 1,37

Rapporto area bacino / area lago 9,0

La sua giacitura in una conca glaciale costituita da rocce quarzose bruno rossastre, che

potrebbero essere all'origine del nome, fa si che il lago Moro sia, come i tre maggiori laghi

bresciani, un efficace documento della potenza di escavazione espressa dai ghiacciai nelle

valli bresciane. Il Lago è alimentato da un piccolo ruscello, ma soprattutto da fredde sorgenti

sublacustri di profondità. Ciò dà origine al singolare fenomeno della meromissi, ovvero del

mancato rimescolamento della acque. Queste tendono a formare due strati: uno superficiale

di circa 20 m che risente delle variazioni stagionali e uno profondo dove le acque

mantengono una temperatura costante attorno a 6° C.

L'altitudine modesta del lago, m 380 s.l.m., consente in alcuni tratti delle sue sponde lo

sviluppo della cannuccia di palude, mentre sui vicini versanti rocciosi meno soleggiati

vegetano due rare felci: la Osmunda regalis ed il Blechnum spicans.

Il laghetto ospita diverse specie di pesci tra le quali il pesce persico, la tinca, il cavedano, la

carpa e l'anguilla. E’ amministrativamente diviso tra due comuni bresciani, Angolo Terme e

Darfo Boario Terme.

Il Lago Moro è, in estate, balneabile; la zona circostante è diventata Parco intercomunale nel

2000 (Aprile).

4.10 Il lago d’Arno

E’ un tipico invaso d’alta quota (1.800 m s.l.m.) di origine glaciale da escavazione valliva.

La sua superficie, 0,85 km2, lo rende il più grande lago alpino della Val Camonica.

Area del Lago km2 0,99

Zero idrometrico m slm 1.817

Profondità massima m 87

Profondità media m 44,7

Lunghezza massima km 1.900

Larghezza massima km 600

Sviluppo costiero km 6

Volume d’acqua m3 x 10

6 38

Indice di sinuosità 1,70

Rapporto area bacino / area Lago 14,7

Tempo teorico di ricambio anni 2,57

Condizioni trofiche oligomittico

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4.11 Aree protette

L’area in studio per ampio tratto è caratterizzata da Parchi Naturali, che complessivamente

interessano una superficie di circa 102.601 ettari (1.026.005.797 m²).

Riportiamo un breve elenco delle aree protette e alcune informazioni di carattere generale:

Parco dell’Adamello

Gestore: Comunità Montana di Valle Camonica

Superficie: 50.935 ha

Altimetria: h min 390 m slm - h max 3.545 m slm

Province: Brescia

Comunità Montana: Valle Camonica

Legge istitutiva: l.r. 16 settembre 1983, n.79

Il Parco si trova al centro della catena alpina, nelle

Alpi Retiche e comprende tutto il versante

lombardo del gruppo dell’Adamello in cui è

presente il ghiacciaio più grande d’Italia. La

vegetazione comprende boschi di latifoglie, conifere e, ancora più in alto, pascoli, arbusti e la

tipica vegetazione d’alta quota con specie di particolare interesse botanico.

Parco Nazionale dello Stelvio

Gestore: Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio (Settore Alto Atesino, Settore Lombardo,

Settore Trentino)

Superficie: 134.620 ha di cui 60.126 ha nel settore lombardo, 55.094 ha nel settore

altoatesino, 19.350 ha nel settore trentino.

Altimetria: h min 640 m slm - h max 3.905 m slm

Province: Bolzano, Brescia, Sondrio e Trento

Comunità Montane: n. 21 dell'Alta Valtellina, n. 5 dell'Alta Valcamonica

Istituzione: R.D. 24.4.1935, n. 740

Regolamento di applicazione: D.P.R. 30.6.1951, n. 1178

Ampliamento del Parco: D.P.R. 23.4.1977

Vincolo idrogeologico: R.D.L. 3267/23; Vincolo bellezze naturali. Legge 1497/39

Il Parco nazionale dello Stelvio rappresenta la

più vasta area protetta del nostro Paese e una

delle maggiori d'Europa.

Il suo territorio si estende sull'intero gruppo

montuoso dell'Ortles-Cevedale e confina a

Nord con la Val Venosta e la Valle Monastero

nonché col confine svizzero; a Est con lo

spartiacque della Val d'Adige, tra Laces e la

Val d'Ultimo e dalle testate della Val Rabbi e

Pejo; a Sud dall'Alta Val Camonica, tra Edolo

e Ponte di Legno e dalla Val di Sole, tra il Tonale e Malè; a Ovest dalla Valtellina, tra Sondalo

e Livigno. All'interno di questo vastissimo comprensorio si trovano 102 ghiacciai, centinaia di

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

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cime montuose, oltre 40.000 ha di foreste di conifere, una cinquantina di laghi di origine

glaciale.

Nel Parco predomina l'ambiente di alta montagna avendo circa il 72 % del suo territorio a

quote che vanno da 2.000 ad oltre 3.000 m di altezza. Tra i numerosi ghiacciai il più

imponente è quello dei Forni che, con i suoi 2.000 ha, è il più esteso ghiacciaio di tipo

himalaiano dell'arco alpino. Altri maestosi ghiacciai si trovano sul Monte Cevedale e

sull'Ortes.

Le rocce del parco si possono dividere in due grandi gruppi: il complesso cristallino composto

da filladi, gneiss e micacisti ed il complesso calcareo composto da calcari, dolomie, marne e

gessi.

Nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio sono state censite circa 2300 specie di fiori,

molti dei quali possono essere ammirati nell'Orto botanico di Bormio. Tutti i fiori sono

protetti. Il periodo di massima fioritura si ha tra giugno e luglio, quando Crochi (Crocus

vernus), Non ti scordar di me (Myosotis) e Viole, lasciano posto alle Genziane sia blù

(kochiana e verna) che gialle ( lutea e punctata) ed alle rare e protette primule rosa (irsuta,

minima e daonensis).Tra le specie rare vi sono la Scarpetta di Venere e il Giglio martagone.

Ad alta quota fioriscono numerose specie, che a volte formano incantevoli cuscinetti

incastonati tra le rocce tra questi le Sassifraghe e la Silene acaulis. Nelle zone umide, come

le torbiere alpine sono frequenti i piumini degli Eriofori, la rara Paludella squarrosa o le

carnivore Pinguicola alpina e le Drosere.

Le specie arboree prevalenti sono l'Abete rosso e il Larice mentre Pino mugo, Pino cembro, Pino

silvestre e Abete bianco sono meno frequenti. Le latifoglie sono poco presenti all'interno del

parco tranne gli Ontani, soprattutto quello verde.

Riserva naturale parziale paesistica "Valli di S. Antonio"

Gestore: Comune di Corteno Golgi

Superficie: 222 ha

Altimetria: da 1000 a 1700 m. slm circa

Provincia: Brescia

Comunità Montana: Valle Camonica

Istituzione: L.R. 30/11/1983, n. 86; DCR n. 1902 del 5.2.1985

In alta Valle Camonica, seguendo la via che da Edolo conduce

al Passo dell’Aprica, si apre la Valle di Corteno, attraversata dal

fiume Ogliolo. Superato il paese di Corteno Golgi si trova la

frazione di S. Antonio incastonata tra le acque di due torrenti

che si uniscono a valle del centro abitato originando il breve,

impetuoso torrente S. Antonio, affluente dell’Ogliolo. I due

torrenti sono il Campovecchio e il Brandet e danno il nome a

due splendide vallate creando un paesaggio di tale bellezza da

meritarsi la creazione della “ Riserva Naturale Paesistica delle

Valli di S. Antonio”.

Nonostante l’area tutelata interessi esclusivamente gli invasi dei

tre torrenti, fino ad un’altitudine variabile tra i 1.200 e i 1.700

m., tutti gli ambienti ad altitudine superiore sono interessanti e

di grande pregio naturalistico soprattutto per le evidenti tracce

lasciate dai ghiacciai del Quaternario, tra cui numerose morene e circhi glaciali nei quali si

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sono originati vari suggestivi laghetti alpini, quali il Torsolazzo, il lago Piccolo e i laghetti del

monte Culvegla.

Il graduale sviluppo altitudinale della riserva consente di osservare il naturale

avvicendamento delle specie arboree tipiche delle Alpi, intervallato da zone che l’uomo ha

disboscato per fare spazio ai pascoli, ai prati da sfalcio e alle caretteristiche abitazioni rurali.

Partendo da fitti boschi di Abete rosso con gruppi isolati di Abete bianco si passa, salendo,

ad un’associazione di Abeti e Larici. Questi ultimi prendono decisamente il sopravvento man

mano ci si avvicina al limite superiore dell’orizzonte montano (verso i 1.900 m.), dove, dopo

la lariceta rada, troviamo ancora qualche isolato e contorto esemplare di questa specie tra gli

arbusti di Rododendro e Mirtillo. Ad altitudini superiori anche gli arbusti contorti scompaiono

per fare posto ai pascoli d’alta quota e alle rocce spesso ingentilite dalla tipica vegetazione

alpina.

Parco del Lago Moro

Parco Locale di Interesse Sovracomunale

Gestore: Comune di Angolo Terme

Superficie: 131 ha

Provincia: Brescia

Comunità Montana: Valle Camonica

Istituzione: D.G.R. n. 49730 del 27.4.2000

Il parco, oltre all'interesse naturalistico, riveste importanza

etnologica per le antiche tradizioni conservate al suo interno.

Rilevanti sono le testimonianze antropiche, archeologiche e

paleioiconografiche. un po' ovunque sono sparse rocce

incise: alcune ospitano manifestazioni preistoriche, altre d'epoca cristiana. Il paesaggio è

dominato da prati e boschi, soprattutto castagneti.

Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Palline

Gestore: Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste

Sede: ERSAF - Via N. Copernico, 38 - 20125 Milano (MI)

Direzione della Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Palline, Breno (BS)

Superficie: 675,00 ha

Provincia: Brescia, Bergamo

Altimetria: 800-1800 m.

Istituzione: 25 marzo 1985, L.R. 30/1 1/83, n° 86

La riserva è collocata all'estremità orientale delle Alpi Orobie.

L'assetto geologico della Riserva é costituito da formazioni

sedimentarie Triassiche con prevalenza di depositi argillo - marnosi facilmente erodibili che

danno luogo a forme arrotondate e pendii poco acclivi, e per brevi tratti da depositi calcareo-

marnosi meno degradabili affioranti nelle zone più ripide.

La copertura vegetazionale della Riserva è caratterizzata da almeno tre tipi: i boschi, i

cespuglieti e le praterie.

L’interesse per i boschi e soprattutto per i consistenti popolamenti di formica rufa che li

caratterizzano, zona del Giovetto, nei comuni sia di Azzone (BG) che di Borno (BS), hanno

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consentito di dichiarare nel 1980 i boschi del Giovetto di Paline "Biotopo" ai sensi della L.R.

27 luglio 1977 n°33, e qualche anno dopo alla creazione di una Riserva Naturale Regionale,

con analoga perimetrazione.

Nel 1980, i boschi del Giovetto di Paline sono stati dichiarati "biotopo". Successivamente la

L.R. 30 novembre 1983, n. 86, istituiva delle aree protette, ha dichiarato il biotopo "Boschi

del Giovetto di Paline" "Riserva Naturale Regionale".

In seguito, con delibera del Consiglio Regionale, si è stabilito il regime definitivo della

Riserva. In particolare, essa è stata classificata come "parziale biogenetica" e la sua gestione

è stata affidata all’Azienda regionale delle Foreste.

Parco dell'Alto Sebino

Parco Locale d'interesse sovracomunale

Gestore: Comunità Montana Alto Sebino

Superficie: 4.727 ha

Provincia: Bergamo

Istituzione: Deliberazione della Giunta Provinciale di Bergamo n. 292 del 17.05.2004

Il Parco racchiude valori ambientali di grande interesse; si affaccia sul profondo ed ampio

solco vallivo camuno protendendosi verso la Val Borlezza e racchiudendo entro il suo

perimetro il monte Pora. Al suo interno i rilievi e le valli secondarie creano un paesaggio

vario e articolato ricco di ambienti ad elevata biodiversità e dove i caratteri geologici

stupiscono per l'eterogeneità delle formazioni rocciose, per la suggestione delle impronte

glaciali e carsiche e per la natura delle strutture determinate dalla declinazione locale dei

grandi eventi orogenetici alpini. Il quadro naturalistico generale, di grande rilevanza, è reso

ulteriormente complesso dagli effetti della profonda e secolare presenza umana che ha

mutato gli assetti vegetazionali originari. Anche questi segni dell'uomo rappresentano un

valore ambientale, al pari di quelli naturali, che non possono essere ignorati o considerati

secondari.

Parco delle Orobie Bergamasche

Gestore: Consorzio Parco delle Orobie

Bergamasche

Superficie totale: 63.000 ha

Altimetria: h min 260 m slm - h max 3.050 m

slm

Province: Bergamo

Comunità Montane: Valle Brembana, Valle di

Scalve, Valle Seriana Superiore

Istituzione: l.r. 15 settembre 1989, n. 56

Il Parco si estende sul versante valtellinese delle

Alpi Orobie e presenta importanti motivi di interesse naturalistico e paesaggistico. La

vegetazione è composta da boschi di latifoglie alle quote inferiori, di abete rosso più in alto e

di praterie ricche di flora tipica delle altitudini maggiori.

Riserva Regionale Torbiere del Sebino (o d'Iseo)

Gestore: Consorzio per la gestione delle Torbiere del Sebino

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Superficie: 324,6 ha

Altimetria: h 185 m slm

Provincia: Brescia (Comuni di Iseo, Provaglio d’Iseo, Corte Franca)

Comunità Montana: del Sebino bresciano

Istituzione: L.R. 30/11/1983, n. 86; DCR n. 1846 del 19/12/1984

E' ubicata a sud della sponda meridionale del lago di Iseo e costituisce la zona umida più

importante per estensione e significato

ecologico della provincia di Brescia.

Questo ambiente, dichiarato "Zona umida di

importanza internazionale" secondo la

Convenzione di Ramsar, ha avuto origine

dall'attività di estrazione della torba, usata

come combustibile fossile dalla fine del '700

fino all'ultima guerra. Nelle vasche

originatesi dagli scavi si e' ricreato

l'ambiente palustre esistente all'epoca

dell'ultima glaciazione, con la ricchezza di

vita animale e vegetale tipica delle zone umide protette. Nei canneti e nei cariceti si

riproducono numerose specie di uccelli acquatici. Il paesaggio vegetale è improntato e

dominato dalla cannuccia di palude, da differenti specie di giunchi e da altre specie ancora

associate a costituire cinture di vegetazione ben individuabili. Tra le specie vegetali la più

vistosa è la ninfea bianca che durante la fioritura, da maggio a settembre, offre uno

spettacolo incomparabile sulle acque delle Torbiere, oltre al nannufaro giallo. Rilevante è la

presenza di specie di notevole valore floristico quali Hottonia palustris, Sagittaria, Butomus,

Menyanthes trifoliata (a rischio di estinzione nella Pianura Lombarda), Allium angulosum,

Thelipteris palustris e altre ancora. La vegetazione arborea delle Torbiere, da ultimo, è

caratterizzata da ontani (tipici delle zone umide), pioppi, platani (in filari di vecchia data) e

salici.

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33

4.12 Il Modello DPSIR

L’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha ideato il modello

PSR (Pressione, Stato, Risposta) basato sul rapporto di causalità tra attività antropiche ed

effetti ambientali, comunemente usato come schema concettuale per organizzare gli

indicatori.

Il modello PSR si può così descrivere: le attività antropiche esercitano Pressioni sull’ambiente

inducendo modificazioni nella qualità e nella quantità delle risorse naturali e quindi nello

Stato; la società risponde a tali modificazioni attraverso politiche ambientali, di economia

generale e di settore, le Risposte, che tendono a modificare le Pressioni.

Il modello PSR è stato ripreso e ampliato dall’AEA, Agenzia Europea per l’Ambiente, che ha

proposto il modello DPSIR (Determinanti, Pressione, Stato, Impatto, Risposta) introducendo

due ulteriori fasi: quella delle cause generatrici (attività antropiche) primarie, chiamate

Drivers, e quella degli Impatti.

Questo modello rappresenta un passaggio fondamentale dal monitoraggio per conoscere,

cioè il rilevamento dello stato dell’ambiente solo a fini conoscitivi, al monitoraggio per

governare, cioè di supporto alle scelte politiche per elaborare le Risposte e verificare la loro

efficacia.

Il significato specifico da attribuire alle categorie Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto,

Risposta varia a seconda del contesto in esame.

Fig. 4.12.1 - Schema del modello DPSIR applicato al presente studio.

DETERMINANTISettore civile (residenti e turisti)

Settore industrialeSettore agricolo (agricoltura e allevamenti)

RISPOSTELegislazione su inquinanti, prelievi ed usi

Monitoraggio ARPASanzioni

DepurazioneTutela aree naturali protetteInterventi su specie alloctone

STATOQualità acque superficiali

(fiumi e laghi)

IMPATTIEutrofizzazione

Alterazioni comunità animali e vegetaliPerdita di habitat e biodiversità

Restrizioni agli usi della risorsa acquaEffetti sulla salute umana

PRESSIONI

Carichi effettivi o sversati

Carichi potenziali o generati

Autodepurazionenaturale

DETERMINANTISettore civile (residenti e turisti)

Settore industrialeSettore agricolo (agricoltura e allevamenti)

RISPOSTELegislazione su inquinanti, prelievi ed usi

Monitoraggio ARPASanzioni

DepurazioneTutela aree naturali protetteInterventi su specie alloctone

STATOQualità acque superficiali

(fiumi e laghi)

IMPATTIEutrofizzazione

Alterazioni comunità animali e vegetaliPerdita di habitat e biodiversità

Restrizioni agli usi della risorsa acquaEffetti sulla salute umana

PRESSIONI

Carichi effettivi o sversati

Carichi potenziali o generati

Autodepurazionenaturale

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4.13 Suddivisione del bacino in sottobacini

Ai fini dello studio si è ritenuto opportuno definire 7 sottobacini con punto di chiusura

coincidente con i 7 punti di prelievo dei campioni per il monitoraggio mensile previsto nel

D.Lgs.152/1999.

L’individuazione degli spartiacque è avvenuta prima osservando le isoipse della CTR e

tracciando manualmente l’andamento stimato in shapefile con il programma ArcView GIS 3.2

e poi utilizzando shapefile già definiti (progetto di Cartografia Geoambientale prodotto dalle

Comunità Montane della zona) che rappresentano bacini imbriferi di diversi ordini delimitati

da confini tracciati con una

notevole precisione. I

sottobacini individuati,

aggregando di volta in

volta gli opportuni bacini

imbriferi, sono quelli

rappresentati in Fig. 4.13.1

e sono chiamati per

semplicità con i numeri da

1 al 7, secondo l’ordine dei

rispettivi punti di chiusura

in direzione nord sud.

Rimangono escluse da

questa divisione Montisola

(numero 9) e le due

sponde del lago: quella

occidentale in provincia di

Bergamo e quella orientale

in provincia di Brescia,

indicate come sottobacino

numero 8.

Fig. 4.13.1 - Suddivisione in sottobacini con punti di chiusura corrispondenti alle sezioni di campionamento

#

#

##

#

#

#

F. Oglio-Vezza d'Oglio

F. Oglio-Esine

T. Dezzo-Darfo

F. Oglio-Costa Volpino

T. Borlezza-Castro

T. Grigna-Esine

T. Ogliolo di Edolo-Edolo

0 10 20 30 40 50 Kilometers

SottobaciniLago d'Iseo123456789

IdrografiaFiume Oglio

# Punti monitoraggio

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5 PRESSIONI SUL TERRITORIO

5.1 CENTRI URBANI

Lungo la Valle Camonica i centri urbani di maggiore importanza sono, da Sud a Nord, Darfo

Boario Terme, Breno, Edolo e Pontedilegno; nella valle del Borlezza il centro di maggiore

rilievo é Castione della Presolana, in testa alla valle.

Sulle sponde del lago i centri di maggiore importanza sono Lovere (BG), Pisogne e Iseo (BS).

Dal punto di vista della viabilità le due sponde del lago sono percorse da strade rivierasche:

quella bresciana, di maggior traffico e di più rapida percorribilità, è stata affiancata da una

superstrada a mezza costa; quella bergamasca è in buona parte scavata nella roccia e

presenta problemi di caduta massi e frane occasionali. Per l’accesso alla valle dalla sponda

bergamasca è preferita la parallela valle del Lago d’Endine, percorsa dalla SS 42. La Valle

Camonica è percorsa dalla SS 42, che raggiunge il Passo del Tonale, che la collega alla Val di

Sole (TN). Il tratto basso della strada, unitamente alla strada rivierasca bresciana è da un

decennio in corso di ammodernamento, ma in gran parte i lavori non sono ancora

completati. La SS 42 ha lungo la valle ramificazioni di una certa importanza: nell’ordine, da

Sud a Nord: il collegamento con la Val di Scalve (Passo della Presolana, raggiunge Castione

della Presolana); il Passo Crocedomini (da Breno collega con la valle di Bagolino e da lì con le

valli Giudicarie (TN), oppure con l’alta Valle Trompia attraverso il Passo del Maniva); il passo

dell’Aprica (con la Valtellina, il collegamento forse più importante). Di minore importanza,

anche per la quota elevata con conseguente chiusura stagionale, il Passo del Mortirolo

(collega con Mazzo di Valtellina) e il Passo del Gavia (S. Caterina Valfurva, sempre in

Valtellina).

5.2 POPOLAZIONE

La popolazione del bacino imbrifero del Lago d'Iseo (Tab. 5.2.1) è di 176.740 abitanti al

31/12/2007, con una densità di circa102 abitanti per chilometro quadrato. Tale popolazione

risulta in crescita in tutti i censimenti, fatta eccezione per gli anni dal 1931 al 1936, in cui si

registra un incremento nullo; si registra una flessione pure nel decennio 2000/2007, mentre

il periodo di maggiore incremento è dal 1936 al 1951.

Tab. 5.2.1 - Popolazione del bacino

anno Totale Bacino Oglio V.Camonica V.di Scalve sponda BG sponda BS V.Borlezza

1861 96.374 59.055 57.538 4.877 12.121 14.693 8.053

1871 100.606 61.922 61.120 5.324 12.425 15.255 8.291

1881 105.533 64.744 59.347 5.397 12.817 16.139 8.828

1901 114.683 67.753 62.512 5.241 15.255 18.903 9.122

1911 131.141 76.225 70.444 5.781 18.366 21.329 10.993

1921 136.982 77.990 72.250 5.740 20.188 22.240 11.945

1931 142.410 79.766 74.270 5.496 21.743 23.682 11.993

1936 142.018 80.089 74.890 5.199 21.768 24.051 10.915

1951 164.558 93.339 87.221 6.118 25.027 27.714 12.479

1961 169.809 95.183 89.026 6.157 27.187 28.801 12.331

1971 172.783 93.816 88.461 5.355 29.151 30.000 13.058

1981 179.123 96.251 91.532 4.719 29.908 30.611 14.737

1991 180.555 96.265 91.772 4.493 28.940 40.095 15.255

2000 185.712 97.270 92.780 4.490 29.419 32.713 16.730

2007 176.740 99.243 94.820 4.423 29.826 32.346 15.325

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I dati raccolti possono essere organizzati in quattro sottogruppi in relazione al loro impatto

sul lago:

− il bacino dell'Oglio pre–lacuale (punti d'immissione: fiume Oglio a Costa Volpino e

depuratore consortile di Costa Volpino),

− il bacino del Borlezza (punto d'immissione: Castro),

− la sponda occidentale del lago (in provincia di Bergamo)

− la sponda orientale con Montisola che

si trova amministrativamente in

provincia di Brescia ed è collettata

verso il depuratore consortile di

Capriolo, con recapito nel fiume Oglio

a valle del lago.

Il 56% circa della popolazione insiste sul

Evoluzione della popolazione residente nel bacino d el lago d'Iseo

0

50.000

100.000

150.000

200.00018

61

1881

1911

1931

1951

1971

1991

2007

abita

nti r

esid

enti

totale Bacino Oglio sponda BG

sponda BS V.Borlezza

Evoluzione della densità di popolazione nel bacino del lago d'Iseo

0

50

100

150

200

250

300

1861

1881

1911

1931

1951

1971

1991

2007

dens

ità d

i pop

olaz

ione

(ab

/Km

q)

totale Bacino Oglio sponda BG

sponda BS V.Borlezza

Residenti 20010 - 10001000 - 50005000 - 1000010000 - 15000

Aree idriche

Densità di popolazione per aree di studio

0

100

200

300

Borlezza

Sponda BG

Sponda BS

Valcamonica

Totale

Ab./Km²

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bacino dell'Oglio pre–lacuale; il 18% circa sulla sponda bresciana; il 9% circa sulla valle del

Borlezza e il restante 17% sulla sponda bergamasca.

Dal grafico della densità si nota che la Val Camonica, pur ospitando la maggior parte della

popolazione del bacino, è la zona a minore densità, circa un quarto rispetto alla sponda

bergamasca che è invece la zona a maggiore densità abitativa. Le due sponde del lago,

anche per la relativa esiguità del territorio, presentano una densità maggiore di quella media

del bacino.

La serie storica complessiva di tutto il territorio è riportata nel grafico sopra riportato, ove la

popolazione dal 1861 ad oggi viene suddivisa per le aree indicate. Negli ultimi quaranta anni

si osserva un andamento generalmente in crescita per la valle del Borlezza e le sponde del

lago, nonostante la generale stabilità in Valle Camonica soprattutto nel periodo dal 1960 ad

oggi. La zona rivierasca del lago sembra dunque degna di particolare attenzione non solo per

la maggiore densità abitativa, ma anche per la tendenza all'aumento della popolazione più

marcato che nelle altre zone.

Variazioni della popolazione in funzione dell’altitudine

La bassa densità di popolazione in Valle Camonica dipende dall'esteso territorio montano e

dallo spopolamento dei comuni in quota. Il territorio è il fattore di maggiore importanza,

trattandosi di una zona montana con grandi estensioni inabitabili; si osserva tuttavia una

maggiore presenza dei comuni ad elevato numero di abitanti a quote più basse. I comuni

con la sede sita oltre i 950 m s.l.m

hanno tutti meno di 2000 abitanti.

Correlazione

altitudine/spopolamento

Nel grafico si osserva che nel

secondo cinquantennio del ‘900 i

comuni siti a quote inferiori

presentano una tendenza

all’aumento demografico, mentre

quelli con la sede a quote maggiori

tendono allo spopolamento.

Dall’analisi dei dati si osserva nei

comuni di quota superiore ai 500

m s.l.m. un aumento sostanziale solo in quelli a spiccata vocazione turistica.

Variazione degli abitanti per classi di popolazione

Osservando la distribuzione della popolazione suddivisa per comune dal 1861 ad oggi si

evidenzia (anno 2000) che la media dei comuni con una popolazione inferiore ai 1.000

abitanti (19 comuni), ha mostrato un continuo calo degli abitanti a partire dal 1951. I comuni

con popolazione tra i 1.000 e i 2.000 abitanti (26 comuni) hanno subito un lieve calo. In

crescita sono invece i comuni tra i 2.000 ed i 5.000 abitanti (22 comuni), mentre quelli ad

Evoluzione della popolazione residente per quota di altitudine

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

1951 1961 1971 1981 1991 1996 2000

anno

ab. residenti

200 - 350 m 351 - 500 m 501 - 650 m

651 - 800 m 801 - 950 m 951 - 1100 m

> 1100 m

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38

oggi più popolosi (9 comuni) hanno avuto un incremento del 30%. Si può supporre quindi

uno spopolamento dei comuni più piccoli a favore dei centri maggiori.

Lo spopolamento si osserva principalmente nei

centri minori; si evidenzia anche una decrescita

spiccata in tutti i comuni della Valle Camonica che

hanno il capoluogo non sul fondovalle e, in genere,

in tutti i comuni della media e alta valle; i comuni

della bassa valle presentano un aumento della

popolazione. La popolazione della sponda

bergamasca del medio lago si trova in una

situazione di decrescita o di stabilità; gli abitanti

della sponda bresciana a monte di Iseo non

mostrano variazioni sensibili; la crescita si

concentra nei comuni più a Sud.

Fasce di età

La diversa tipologia della popolazione nelle zone di

studio è evidenziata dalla rappresentazione in

grafico dell'indice di vecchiaia, dato dal rapporto

tra abitanti sopra i 65 anni e sotto i 14. Dal

raffronto si evidenzia la maggiore percentuale di popolazione in età avanzata che caratterizza

la sponda bergamasca del lago. La valle del Borlezza risulta caratterizzata da una minore

percentuale di anziani rispetto al resto del bacino.

La popolazione nei Comuni

Darfo Boario Terme è il comune con il maggior numero di abitanti (13.590), seguito da Costa

Volpino (8.460), Iseo (8410), Pisogne (7.716) e Lovere (5.437); tutti gli altri Comuni hanno

meno di 5.000 abitanti, ben 19 ne hanno meno di 1.000.

Si deve sottolineare che alcuni comuni (Sarnico, Corte Franca, Paratico, Provaglio d’Iseo)

ricadono solo parzialmente nell’area di studio, quindi il numero di abitanti rappresentato è il

valore stimato di residenti nel bacino, ovviamente inferiore al totale comunale. Si è anche

determinata l’estensione delle aree urbanizzate presenti nella porzione di interesse e

l’estensione dell’intera area urbanizzata comunale e di calcolare il rapporto tra questi due

valori per ottenere un coefficiente da moltiplicare per il numero totale di abitanti del

Comune. In tal modo si è stabilita la popolazione residente all’interno dei confini del bacino,

con la necessaria assunzione che sia distribuita in modo omogeneo sulle aree urbanizzate.

Bovegno e Gandino rappresentano due casi limite: solo una piccola parte del loro territorio

ricade nell’area di studio, questa inoltre non comprende alcuna area urbanizzata, quindi il

numero di residenti, secondo il calcolo appena descritto, risulta zero. Questi Comuni vengono

comunque indicati nell’elenco in quanto non saranno trascurabili nel calcolo di altri tipi di

carico.

La popolazione nei sottobacini

Per tutti Comuni interamente compresi in un sottobacino si è sommato il numero dei

residenti.

Evo luzione del n° di abitanti per intervalli di popo lazione

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

anno

Popo lazione media inferiore a 1000 Ab

Popo lazione media tra 1000 e 2000 Ab

Popo lazione media tra 2000 e 5000 Ab

Popo lazione media oltre 5000 Ab.

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Nel caso di Comuni divisi tra due o più sottobacini si è risaliti al numero di abitanti, in modo

simile a quanto descritto sopra,

basandosi sui valori delle aree

urbanizzate presenti in ogni

porzione rapportati all’intera

area urbanizzata comunale; in

tal modo si è attribuita una

percentuale di popolazione, con

la necessaria assunzione che sia

distribuita in modo omogeneo, a

ciascun sottobacino.

1= Vezza d’Oglio; 2= Ogliolo di Edolo; 3= Oglio a Esine; 4= Grigna a Esine; 5= Dezzo a Darfo; 6= Costa Volpino;

7= Borlezza a Castro; 8= sponde del lago; 9= Montisola

Considerazioni riassuntive

Nel complesso la situazione presenta, più che un calo della popolazione negli ultimi anni, uno

spostamento della popolazione verso valle con una concentrazione nei centri maggiori.

La densità abitativa del territorio è bassa nelle zone montane, mentre è più elevata, con

caratteristiche diverse nella popolazione, sulle sponde del lago: la popolazione della parte

occidentale ha un’età media maggiore rispetto a quella della sponda bresciana. La

popolazione della valle del Borlezza, che presenta attualmente una densità inferiore, mostra

una costante tendenza alla crescita. Spiccata è comunque l'influenza dell'orografia sui dati di

densità, che, connessa ad un generale spopolamento dei comuni in quota, determina una

ridotta pressione antropica sulla valle Camonica. La popolazione tende dunque a concentrarsi

in pochi centri a maggiore densità abitativa: a livello di gestione dell'inquinamento, se ciò da

un lato facilita il collettamento e la depurazione, risulta tuttavia meno sostenibile per la

salute dell'ecosistema fluviale ove vi sia assenza di trattamento dei reflui.

0 10000 20000 30000 40000 50000

numero

1

2

3

4

5

6

7

8

9

sottobacino

Popolazione residente in ogni sottobacino nel 2001

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Fig. 5.2.1 - Densità di abitanti residenti nei sottobacini (N residenti/km2).

17.63

72.11

22.71

41.12

66.23

231.34145.78

282.68

408.98

0 10 20 30 40 50 Kilometers

Densità residenti nei sottobacini 2001125437689

Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo

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41

5.3 USO DEL SUOLO

Per i bacini degli affluenti indagati, si è misurata la superficie occupata da ogni tipologia

d’uso del suolo, come individuate dalla Cartografia Geoambientale della Regione Lombardia

alla scala di 1:10.000 (Carta dell’uso del Suolo ad orientamento vegetazionale) ottenendo

l’estensione della superficie di ogni bacino, suddivisa nelle seguenti tipologie:

− Boschi

− Prati e pascoli

− Aree urbane

− Vegetazione naturale

− Aree occupate da fiumi

− Aree occupate da laghi

− Aree estrattive (cave)

− Seminativi

− Aree non occupate da vegetazione, aree glaciali, aree non determinate

Nella tabella seguente sono esposte le percentuali di uso del suolo nelle quattro aree: per le

sponde bergamasca e bresciana si utilizzano le medie, Zu e Rino di Tavernola e di Trobiolo e

Bagnadore.

Oglio Sponda bresciana

Sponda bergamasca

Area complessiva bacino (Km²) 1433,86

Uso del suolo (%)

Seminativo 1,28 2,19 1,88

Vegetazione naturale 8,91 0,45 0,00

Prati e pascoli 47,82 40,85 42,50

Boschi 37,10 53,47 53,65

Aree urbane 2,14 2,38 1,94

Laghi 0,36 0,04 0,00

Fiumi 0,19 0,11 0,00

Aree glaciali e non classificate 2,21 0,49 0,04

Aree estrattive 0,01 0,02 0,00

La percentuale di vegetazione naturale che assume un certo rilievo è solo in Valcamonica; ciò

in virtù della lunga tradizione di utilizzo del territorio sulle sponde del lago. In valle le aree

naturali restano confinate alle zone difficilmente accessibili, restando comunque al di sotto

del 10% del totale.

La forma prevalente d’uso del suolo è il bosco sulle sponde del lago ed il prato–pascolo in

Valcamonica; ciò è verosimilmente determinato dalle estese superfici occupate dai pascoli di

alta quota, che sono meno presenti sulle sponde del lago in virtù della minore quota.

Da notare anche la piuttosto elevata percentuale di superficie occupata da laghi in

Valcamonica, dovuta ai numerosi bacini a scopo idroelettrico: gli unici laghi di un certo rilievo

che non sia interessato da opere di sbarramento sono il Lago Moro ed il lago di Piccolo (alta

valle Brandet).

Le aree glaciali sono limitate alla sola Valle Camonica; i valori nelle altre zone si riferiscono

unicamente a piccole aree non classificate.

Le aree estrattive occupano aree assai ridotte, com’è lecito aspettarsi; il dato della sponda

bresciana è da considerarsi una sovrastima rispetto al totale, dovuta alla presenza della cava

della Dolomite Franchi a Marone nel bacino del Bagnadore e alla cava di gesso di Pisogne nel

bacino del Trobiolo.

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La superficie occupata da seminativo o legnose agrarie (castagneti esclusi) è minore in valle

rispetto al lago, probabilmente per via delle superfici dedicate agli oliveti; in genere

comunque il clima montano ovviamente non si presta a seminativi, che restano quindi

confinati in poche aree di fondovalle.

Le aree urbane occupano circa il 2% del totale; ciò ben inquadra la tipologia del paesaggio,

in cui le zone abitate hanno importanza solo nelle ristrette aree di fondovalle o rivierasche.

Nel complesso quindi, a livello generico si può affermare che l’uso del suolo prevalente nel

bacino appartiene a tipologie caratterizzate da un ridotto apporto inquinante (boschi e prati–

pascoli), non richiedendo utilizzi massicci di fertilizzanti e pesticidi. A ciò si aggiunge la

ridotta estensione dei terreni a seminativo (teoricamente caratterizzata da agricoltura

intensiva a maggior impatto inquinante) e di aree urbane.

31.168 ettari di SAU (anno 2000) su un totale di 180.000 ettari 77.900 ettari di boschi 9.600 ettari di aree idriche 5.900 ettari di aree urbanizzate

DUSAFaree idricheboschilegnose agrarievegetazione naturalepratiaree steriliseminativiaree urbanizzate

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43

5.4 AGRICOLTURA

Per la definizione delle aziende agricole si sono utilizzati i dati ISTAT del 5° Censimento

Generale dell’Agricoltura 2000, già organizzati in tavole.

I valori dell’estensione della SAU (Superficie Agraria Utilizzata) e delle superfici non coltivate

sono riferiti alle aziende agricole i cui confini non sempre coincidono con quelli comunali; la

superficie totale, somma delle superfici di tutte le aziende di un Comune, spesso non copre

tutto il territorio amministrativo, mentre in alcuni casi risulta più vasta.

Il problema è stato superato ricavando gli stessi dati dal DUSAF (Destinazione d’Uso dei Suoli

Agricoli e Forestali) le cui basi informative sono ottenute da fotointerpretazione di ortofoto

digitali a colori con restituzione cartografica alla scala 1:10.000. I limiti di rilevazione sono:

l’area minima rappresentata è 1.600 m2, la dimensione lineare minima è 20 m.

Si è proceduto poi, con l’ausilio di un software, a calcolare le aree dei poligoni che delimitano

geograficamente il territorio in porzioni classificate consentendo di ottenere una suddivisione

sia grafica che numerica della superficie di ogni Comune utile per le successive elaborazioni.

Confrontando i valori totali di SAU risultanti dalle due fonti non si è però trovato un buon

accordo, infatti:

− secondo i dati ISTAT si ha SAU = 38.873 ha

− secondo la cartografia DUSAF si ha SAU = 31.168 ha

Questa differenza è dovuta in buona parte alle approssimazioni che si sono necessariamente

fatte per calcolare la SAU nei Comuni ricadenti solo parzialmente nel bacino idrografico

partendo dai dati ISTAT che si riferiscono all’intero territorio comunale. La SAU totale di ogni

Comune è stata moltiplicata per un coefficiente, compreso tra 0 e 1, risultante dal rapporto

tra l’area totale e l’area compresa nel bacino dello stesso Comune. Dalla somma dei valori

così determinati è risultata una SAU complessiva pari a 38.873 ha. Questo tipo di calcolo ha

probabilmente portato ad una sovrastima della SAU interna poiché i territori prossimi allo

spartiacque sono spesso montani e quindi prevalentemente incolti e coperti da vegetazione

naturale.

Agricoltura nei Comuni

Sommando i valori delle aree, relativi ad ogni comune per la parte di territorio interna al

bacino, delle classi di uso del suolo così raggruppate:

− seminativi, legnose agrarie e prati per ottenere la SAU;

− tutte le restanti: vegetazione naturale, aree sterili, aree idriche, aree urbanizzate per

ottenere la “non SAU”.

e ponendo i comuni in ordine di estensione territoriale decrescente, si ricava in quali comuni

la percentuale di SAU è più rilevante rispetto a quella non coltivata. In generale la SAU non

supera mai il 40%, che viene raggiunto o quasi solo in tre comuni: Artogne, Cividate Camuno

e Corte Franca. Negli ultimi due casi si tratta di superfici molto piccole.

Superano il 30% Vigolo, Pian Camuno, Solto Collina, Fonteno, Bossico e Pianico.

L’estensione della SAU in questo bacino idrografico prevalentemente collinare e montano è

chiaramente assai meno rilevante rispetto ai comuni di pianura.

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44

Agricoltura nei sottobacini

La stesso raggruppamento delle

classi DUSAF in SAU e “non SAU” è

stato effettuato per ottenere la

Fig. 5.4.1 riferita ai sottobacini e

Fig. 5.4.3

1= Vezza d’Oglio; 2= Ogliolo di Edolo; 3= Oglio a Esine; 4= Grigna a Esine; 5= Dezzo a Darfo; 6= Costa Volpino; 7= Borlezza a Castro; 8= sponde del lago; 9= Montisola

Fig. 5.4.1 - Coperture percentuali per classe di uso del suolo in ogni sottobacino.

In Fig. 5.4.2 sono rappresentate le percentuali relative alle singole classi DUSAF per

evidenziare l’importanza relativa di ciascun tipo d’uso del suolo rispetto alla superficie totale

di ogni sottobacino.

In genere i boschi e la vegetazione naturale rappresentano più del 50% del territorio.

I prati mantengono una buona importanza occupando dal 10 al 20% circa in tutti i

sottobacini.

Le legnose agrarie sono più estese rispetto ai seminativi, in particolare sono più diffuse sulle

sponde del lago e soprattutto a Montisola (sottobacino 9).

Per riassumere, i risultati ottenuti riguardo all’uso del suolo in Fig. 5.5.3 si rappresentano le

estensioni delle otto classi DUSAF sull’intero territorio considerato, espresse in percentuale

rispetto all’area totale.

Fig. 5.4.2 - Coperture percentuali per classe di uso del suolo sull’intero bacino del Lago d’Iseo.

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

1 2 3 4 5 6 7 8 9

sottobacini

area (ettari)

SAU non SAU

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45

Fig.5.4.3 - Classi di uso del suolo (DUSAF 2000).

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46

SAU Totale V, Camonica Sponda BS Sponda BG V. Borlezza

1982 53.677,8 41.271,1 4.521,6 2.794,8 5.090,3

1990 48.125,1 37.671,7 3.506,8 2596,7 4.349,9

2000 40.615,1 32.843,6 2.470,6 1.858,8 3.442,2

SAU non utilizzata

Totale V, Camonica Sponda BS Sponda BG V. Borlezza

1982 6.047,8 5.139,2 198,8 134,1 575,7

1990 10.825,2 10.235,9 277,3 34,6 277,4

2000 17.880,3 16.872,5 319,8 168,8 519,2

altra SA Totale V, Camonica Sponda BS Sponda BG V. Borlezza

1982 8.110,0 6.700,1 591,8 181,5 636,6

1990 13.700,4 12.337,1 203,4 147,1 1.012,9

2000 3.042,1 1.881,1 753,1 130,8 277,2

Valle Camonica

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

SAU SAU non

utilizzata

altra SA

ha

1982 1990 2000

Val Borlezza

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

SAU SAU nonutilizzata

altra SA

ha

1982 1990 2000

Sponda Bergamasca

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

SAU SAU nonutilizzata

altra SA

ha

1982 1990 2000

Sponda Bresciana

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

SAU SAU nonutilizzata

altra SA

ha

1982 1990 2000

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Uso del suolo in ettari - Fonte ISTAT 2000, Censimento Agricoltura

Comune SAU

Seminativi (ha)

SAU Coltivazioni

legnose agrarie (vite, olivo, agrumi, fruttiferi) (ha)

SAU: Prati permanenti e pascoli

(ha)

SAU: Totale (ha)

SA NON Utilizzata

Totale (ha)

SA NON utilizzata

e destinata ad attività ricreative

(ha) Boschi

(ha) altra SA

(ha)

TOTALE

Bossico 2 2,37 539,84 544,21 55,4 1,5 260,25 1,9 861,76

Castione della Presolana 0,76 0,23 1554,84 1555,83 405,61 10 730,52 70,69 2762,65

Cerete 5,45 0 120,24 125,69 0 0 8,76 0,17 134,62

Fino del Monte 2,44 0 85,19 87,63 0,6 0 161,24 9,69 259,16

Onore 2,25 0 315,09 317,34 2,2 2,2 193,96 180,65 694,15

Pianico 1,26 2,09 153,3 156,65 0,87 0,3 168,67 3,47 329,66

Songavazzo 12,13 0 262,45 274,58 54,07 0 388,6 1,08 718,33

Sovere 8,65 15,44 356,14 380,23 0,5 0 553,93 9,5 944,16

BORLEZZA 34,94 20,13 3387,09 3442,16 519,25 14 246 5,93 277,15 6704,49

Castro 0 0 4 4 0 0 0 0 4

Costa Volpino 35,67 1 141,21 177,88 0 0 38,65 16,98 233,51

Fonteno 1,09 0 243,02 244,11 134,29 0,23 219,75 18,25 616,4

Lovere 0,07 0,5 16,43 17 0,45 0,45 1,53 0,19 19,17

Parzanica 0,31 9,17 91,77 101,25 2,17 0,05 237,07 44,69 385,18

Predore 0,37 29,64 101,43 131,44 2,41 0 445,1 4,59 583,54

Riva di Solto 12,99 46,07 57,6 116,66 18,52 0,43 67,64 24,59 227,41

Sarnico 17,42 11,26 57,36 86,04 2,33 0 163,7 3,24 255,31

Solto Collina 15,76 7,36 403,97 427,09 0 0 259,24 0,98 687,31

Tavernola Bergamasca 1,65 43,53 127,43 172,61 0,72 0 293,37 1,55 468,25

Vigolo 0,41 4,08 376,22 380,71 7,9 1 627,23 15,75 1031,59

LAGO SPONDA BG 85,74 152,61 1620,44 1858,79 168,79 2,16 2353,28 130,81 4511,67

Iseo 107,23 36,51 112,94 256,68 11,27 7,52 129,84 13,54 411,33

Marone 1,97 34,59 553,02 589,58 9,57 0 381,67 592,48 1573,3

Monte Isola 6,55 6,05 66,82 79,42 0,13 0 26,26 1,44 107,25

Paratico 97,96 30,96 48,06 176,98 1,3 0 989,54 4,18 1172

Pisogne 42,78 13,19 619,78 675,75 116,37 0 1374,1 1,81 2168,03

Sale Marasino 5,24 28,96 248,31 282,51 180,28 0 502,41 4,35 969,55

Sulzano 28,31 41 257,79 327,1 0,32 0 337,34 18,06 683,17

Zone 1,12 0,5 81,01 82,63 0,6 0,6 921,31 117,21 1121,75

LAGO SPONDA BS 291,16 191,76 1987,73 2470,65 319,8 4 8,12 4662,47 753,07 8206,38

Azzone 0 0 277,32 277,32 0 0 0 0,08 277,4

Colere 0 0 31 31 0 0 0 1,49 32,49

Rogno 52,36 2,99 320,14 375,49 154,1 0 264,06 5,46 799,11

Schilpario 0,02 2,26 672,57 674,85 0 0 45,07 0,12 720,04

Vilminore di Scalve 0 0 2616,99 2616,99 0,32 0 0 5,81 2623,12

Angolo Terme 0 0 491,06 491,06 0 0 859,18 12,69 1362,93

Artogne 33,26 61,09 770,05 864,4 22,04 0 527,33 9,78 1423,55

Berzo Demo 52,66 79,46 953,26 1085,38 756,54 0,39 1246,01 9,63 3097,56

Berzo Inferiore 7,35 8,91 711,87 728,13 6,73 0 487,08 21,52 1243,48

Bienno 1,2 4,53 315,67 321,4 1098,16 0 919,64 205,91 2545,11

Borno 1,2 8,05 1044,73 1053,98 2079,18 1,02 3854,44 3,59 6991,19

Braone 8,76 0,6 194,28 203,64 0,31 0 401,95 60,97 666,87

Breno 13,66 4,78 4573,11 4591,55 103,12 0 3252,23 917,46 8864,36

Capo di Ponte 83,16 2,75 1022,18 1108,09 290,51 0 96,58 2,3 1497,74

Cedegolo 3,41 2,1 1006,82 1012,33 400,71 0,05 515,18 50,2 1978,42

Cerveno 3,3 3,44 292,12 298,86 438,8 0 539,59 193,27 1470,52

Ceto 6,44 0,77 114,59 121,8 1762,16 0 811,46 14,23 2709,65

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48

Comune SAU:

Seminativi (ha)

SAU: Coltivazioni

legnose agrarie (vite, olivo, agrumi, fruttiferi) (ha)

SAU: Prati permanenti e pascoli

(ha)

SAU: Totale (ha)

SA NON Utilizzata

Totale (ha)

SA NON utilizzata

e destinata ad attività ricreative

(ha) Boschi

(ha) altra SA

(ha)

TOTALE

Cevo 0 0 267,76 267,76 406,03 0 968,44 1,72 1643,95

Cimbergo 1,2 2,81 334,1 338,11 1042,79 0 590,21 9,79 1980,9

Cividate Camuno 2,56 4,94 15,13 22,63 24,9 24,81 197,56 2,26 247,35

Corteno Golgi 0 0 1051,22 1051,22 1628,55 0 2563,44 56,6 5299,81

Darfo Boario Terme 53,59 12,36 467,75 533,7 144,1 0 1499,09 1,66 2178,55

Edolo 3,21 1,02 927,05 931,28 1080,56 0 1690,81 2,52 3705,17

Esine 39,36 6,76 339,15 385,27 181,32 15 442,88 58,61 1068,52

Gianico 20,05 29,75 445,42 495,22 58,73 0 619,7 15,65 1189,3

Incudine 0,68 0 410,58 411,26 0,95 0 652,23 1,32 1065,76

Losine 3,72 3,9 21,14 28,76 8,7 3,7 280,44 0,56 318,69

Lozio 0,11 0,09 55,69 55,89 0 0 0,38 0,24 56,51

Malegno 1,88 0,74 81,82 84,44 1,42 0 72,18 1 159,04

Malonno 9,06 0,63 1307,46 1317,15 305,34 0 1018,36 13,68 2655,23

Monno 1,48 0 807,21 808,69 5,58 0 624,8 2,6 1441,67

Niardo 7,95 2,43 996,71 1007,09 0,41 0 408,36 1,63 1418,79

Ono San Pietro 11,03 4,22 133,53 148,78 2,84 0 59,78 2,64 217,63

Ossimo 0,02 0 110,45 110,47 0 0 1,15 0,46 112,08

Paisco Loveno 0 0 37,92 37,92 0 0 678,69 0,11 716,72

Paspardo 0,01 1,58 819,81 821,4 200 0 480,6 0,1 1502,1

Pian Camuno 52,02 1,4 245,8 299,22 9,19 0,2 98,15 5,99 412,55

Ponte di Legno 0,01 0 1946,34 1946,35 953,01 0 2003,73 7,85 4910,94

Prestine 2,27 0,1 75,35 77,72 30,94 0,1 457,13 0,74 566,53

Saviore dell'Adamello 0 0 1399,96 1399,96 0,16 0 1003,26 2,68 2406,06

Sellero 1,51 47,77 196,46 245,74 61,3 2,1 783,34 1,92 1092,3

Sonico 1,24 0,4 121,04 122,68 297,13 27,41 2184,74 0,89 2605,44

Temu' 0,46 0 1179,16 1179,62 1500,9 0 959,92 0,9 3641,34

Vezza d'Oglio 0,8 0 1557,7 1558,5 1357,61 3,47 1457,23 3,91 4377,25

Vione 0,06 0 986,44 986,5 199,49 0 817,7 1,08 2004,77

Piancogno 56,14 9,31 248,47 313,92 257,83 0,7 794,24 167,44 1533,43

VALCAMONICA 537,2 311,94 31.994,38 32.843,52 16.872,46 78,95 37.228,3 1.881,06 88.831,92

Totale complessivo 949,04 676,44 38.989,64 40.615,12 17.880,34 103,23 46.710 3.042,09 108.254,5

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49

ALLEVAMENTI

Anche i dati della zootecnia, censiti per ogni Comune del bacino il numero dei capi totali,

suddivisi in categorie, sono stati raccolti da ISTAT (5° Censimento Generale dell’Agricoltura,

anno 2000).

Allevamenti nei Comuni

Dall’esame del numero dei capi emerge che nei Comuni considerati i valori dei cinque gruppi

rappresentati nei grafici presentano un andamento decrescente piuttosto regolare.

In generale il numero di equini e suini è molto ridotto rispetto agli altri gruppi ad eccezione

di alcuni Comuni come Esine, Capo di Ponte, Cedegolo, Sellero. La categoria degli ovini e

caprini prevale in molti Comuni superando le 1.000 unità a Castione della Presolana, Rovetta,

Ceto, Azzone, Corteno Golgi e Schilpario; In Valle Canonica si assitse ad un costate aumento

del numero di questi animali.

In buona parte dei Comuni il gruppo più rappresentato, pur in forte decremento, è quello dei

bovini, che comunque supera i 1.000 capi solo a Bovegno, Artogne, Esine e Gianico. Dal

grafico emerge la presenza di consistenti allevamenti avicoli nei Comuni di Paratico, Gianico,

Iseo, Provaglio d'Iseo, Artogne e Rogno; in diminuzione in quasi tutti i settori è evidente

l’aumento nella parte bresciana del lago. Il numero di capi è stato poi rapportato all’area del

territorio comunale espressa in km2 per ottenere il valore di densità degli allevamenti.

Il valore più elevato è a Pianico, che si avvicina ai 500 capi, seguito da Gianico e Onore.

La Fig. 5.4.4 rappresenta i Comuni con una scala di colori associata alle classi di densità,

calcolata come numero totale di capi di bestiame presenti nel territorio di ogni comune; in

questo caso si considerano tutte le categorie.

BOVINI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza

1982 50.941 31.972 5.327 7.360 6.282

1990 48.649 31.991 4.210 6.697 5.751

2000 19.734 14.139 1.353 2.585 32.525

SUINISUINISUINISUINI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza

1982 10.805 7.663 1.024 1.445 673

1990 10.298 8.441 673 720 464

2000 5.183 4.225 272 553 133

OVINI E OVINI E OVINI E OVINI E CAPRINICAPRINICAPRINICAPRINI

Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza

1982 20.962 11.484 734 1.050 7.694

1990 20.991 12.485 813 1.167 6.526

2000 19.927 14.080 1293 965 3.385

SUINISUINISUINISUINI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza

1982 10.805 7.663 1.024 1.445 673

1990 10.298 8.441 673 720 464

2000 5.183 4.225 272 553 133

AVICOLIAVICOLIAVICOLIAVICOLI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza

1982 335.791 171.949 70.849 76.755 16.238

1990 230.519 128.535 25.580 67.628 8.776

2000 287.088 120.181 9.304 153.904 3.699

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50

Numero di bovini

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

Totale

V. Camonica

Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

n° capi

1982 1990 2000

Numero di ovini e caprini

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

Totale

V.

Camonica

Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

n° capi

1982 1990 2000

Numero di suini

0

200

400

600

800

1.000

1.200

Totale

V. Camonica

Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

n° capi

1982 1990 2000

Numero di avicoli

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000Totale

V.

Camonica

Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

n° capi

1982 1990 2000

Numero di equini

0

200

400

600

800

1.000

1.200

Totale

V.

Camonica

Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

n° capi

1982 1990 2000

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51

Numero di capi di animali allevati - Fonte ISTAT 2000, Censimento Agricoltura

Comuni BOVINI Capi

BUFALINI Capi

SUINI Capi OVINI Capi

CAPRINI Capi

EQUINI Capi

AVICOLI Capi

Bossico 293 0 30 163 18 9 96

Castione della Presolana 122 0 22 1491 24 23 351

Cerete 198 0 4 13 0 7 132

Fino del Monte 110 0 5 30 0 3 64

Onore 212 0 0 972 19 69 290

Pianico 181 0 13 94 20 19 468

Songavazzo 132 0 2 18 0 1 40

Sovere 409 0 57 443 80 45 2258

BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA 1657165716571657 0000 133133133133 3224322432243224 161161161161 176176176176 3699369936993699

Castro 3 0 4 0 0 0 20

Costa Volpino 311 0 75 131 101 7 1915

Fonteno 74 0 46 64 120 21 1639

Lovere 36 0 0 0 0 0 62

Parzanica 64 0 17 46 32 16 694

Predore 69 0 2 69 36 31 826

Riva di Solto 39 0 16 4 20 31 666

Sarnico 73 0 14 32 82 6 468

Solto Collina 142 0 25 675 36 42 662

Tavernola Bergamasca 134 0 6 0 14 12 278

Vigolo 408 0 67 0 35 29 2074

LAGO SPONDA BGLAGO SPONDA BGLAGO SPONDA BGLAGO SPONDA BG 1353135313531353 0000 272272272272 1021102110211021 476476476476 195195195195 9304930493049304

Iseo 300 0 152 134 36 13 41161

Marone 491 0 88 40 73 13 1485

Monte Isola 51 0 41 38 85 4 1272

Paratico 84 0 48 0 24 3 107316

Pisogne 853 0 50 259 25 8 513

Sale Marasino 286 0 40 41 92 5 955

Sulzano 447 0 122 76 15 5 1051

Zone 73 0 12 0 27 23 151

LAGO SPONDA BSLAGO SPONDA BSLAGO SPONDA BSLAGO SPONDA BS 2585258525852585 0000 553553553553 588588588588 377377377377 74747474 153904153904153904153904

Azzone 11 0 4 1249 151 8 599

Colere 32 0 0 0 0 0 0

Rogno 359 0 10 54 18 0 13062

Schilpario 278 0 23 976 72 7 17

Vilminore di Scalve 540 0 12 516 187 22 10

Angolo Terme 371 0 20 73 190 69 48

Artogne 1464 0 285 168 132 54 23586

Berzo Demo 279 0 71 55 127 32 557

Berzo Inferiore 213 0 9 56 3 11 458

Bienno 271 0 130 21 145 28 226

Borno 730 0 84 652 255 38 717

Braone 76 0 15 0 0 0 30

Breno 674 0 54 26 122 38 759

Capo di Ponte 465 0 481 100 29 10 595

Cedegolo 100 0 386 193 257 17 481

Cerveno 64 0 4 13 43 6 357

Ceto 154 0 18 1455 0 2 114

Cevo 166 0 108 148 582 7 4

Cimbergo 41 0 4 98 0 3 0

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52

Comuni BOVINI Capi

BUFALINI Capi

SUINI Capi OVINI Capi

CAPRINI Capi

EQUINI Capi

AVICOLI Capi

Cividate Camuno 8 0 14 21 63 23 425

Corteno Golgi 355 0 24 1015 126 21 206

Darfo Boario Terme 682 0 171 30 181 43 634

Edolo 276 0 30 261 115 11 312

Esine 1220 6 1474 53 198 39 782

Gianico 1025 0 232 143 112 10 70848

Incudine 4 0 0 81 6 0 0

Losine 27 0 9 6 6 0 106

Lozio 29 0 5 0 32 8 24

Malegno 239 0 20 26 15 6 110

Malonno 909 0 89 430 145 17 1688

Monno 248 0 16 22 48 11 29

Niardo 261 0 16 31 40 7 260

Ono San Pietro 97 0 56 49 80 4 385

Ossimo 55 0 11 6 6 7 83

Paisco Loveno 43 0 11 33 90 18 48

Paspardo 34 0 3 0 53 0 7

Pian Camuno 710 0 9 227 99 14 825

Ponte di Legno 48 0 8 57 15 0 10

Prestine 201 4 22 30 101 10 495

Saviore dell'adamello 157 0 35 126 356 4 131

Sellero 112 0 174 42 49 13 361

Sonico 200 0 30 113 157 1 134

Temu' 98 0 10 210 42 0 267

Vezza d'oglio 537 0 27 223 59 2 98

Vione 139 0 9 278 83 9 0

Piancogno 137 0 2 54 70 22 293

VALCAMONICAVALCAMONICAVALCAMONICAVALCAMONICA 14139141391413914139 10101010 4225422542254225 9420942094209420 4660466046604660 652652652652 120181120181120181120181

TOTALE TOTALE TOTALE TOTALE 19.19.19.19.734734734734 10101010 5.1835.1835.1835.183 14.25314.25314.25314.253 5.6745.6745.6745.674 1.0971.0971.0971.097 287.088287.088287.088287.088

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53

Fig. 5.4.4 - Densità del numero totale di capi di bestiame per ogni comune (N capi/km2).

0 10 20 30 40 50 Kilometers

Densità bestiame nei comuni 20001.37 - 1010 - 2525 - 5050 - 100100 - 200200 - 500500 - 10001000 - 20002000 - 50005000 - 17381.55

Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo

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54

Capi bovini0 - 500500 - 10001000 - 15001500 - 2000

Aree idriche

Capi di pollame0 - 10001000 - 1000010000 - 5000050000 - 110000

Aree idriche

53.000 capi di bestiame: bovini, equini, suini e caprini 300.000 capi di pollame

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

55

5.5 INDUSTRIA

Addetti nei comuni

Per determinare il numero di addetti

presenti nel territorio del bacino del Lago

d’Iseo nel caso di comuni solo

parzialmente compresi si è dovuta

effettuare una stima moltiplicando il

numero totale di addetti del Comune, in

ogni divisione economica, per la

percentuale di superficie interna al

bacino. Si tratta di un’approssimazione

grossolana, ma che è stata utilizzata solo

per il calcolo dei carichi potenziali, mentre

per i carichi effettivi si sono utilizzati dati

più dettagliati.

La Fig. 5.5.1 si riferisce a valori di densità

di Abitanti Equivalenti Industriali, numero

ricavato partendo dai numeri di addetti

per Comune moltiplicati per i coefficienti

di conversione specifici per ciascuna

divisione economica.

Fig. 5.5.1 - Comuni rappresentati per classi di densità di Abitanti Equivalenti Industriali (AEI/km2).

anno Totale V.

Camonica Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

1996 60.308 35.514 10.618 10.494 3.682

2001 46.602 25.812 8.435 8.272 4.083

In totale nel bacino del lago sono presenti circa 20.000 unità industriali che danno lavoro a

20500 persone.

La maggior parte è situata nelle zone limitrofe al go e nella bassa Valle Camonica.

0 10 20 30 40 50 Kilometers

Densità AEI nei comuni 20010 - 2525 - 5050 - 7575 - 100100 - 150150 - 200200 - 300300 - 10001000 - 20002000 - 2902

Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo

Abitanti Equivalenti Industriali0 - 50005000 - 1000010000 - 1500015000 - 2000020000 - 2500025000 - 3000030000 - 35000

Aree idriche

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56

Poche sono le informazioni sul recapito finale dello scarico idrico delle differenti attività: circa

70 unità scaricano direttamente in acqua superficiale dopo trattamento, metà di queste

direttamente nel lago.

Nell’intorno del lago sono presenti 4 siti industriali a rischio (Direttiva Seveso)

Comune Tipologia di attività industriale

Costa Volpino Industria galvanica

Costa Volpino Stoccaggio idrocarburi

Sovere Industria farmaceutica

Pian Camuno Stoccaggio GPL

Addetti in tutto il bacino

I settori con il maggior numero di addetti, nell’intero bacino, sono: la fabbricazione e

lavorazione di prodotti di metallo

(escluse macchine e impianti), le

industrie tessili e la produzione di

metalli e loro leghe. Altre sei

divisioni si mantengono sopra i

1.000 addetti, mentre numerose

delle rimanenti categorie non

raggiungono i 500 addetti.

I valori che più interessano al fine

del calcolo dei carichi sono quelli

degli Abitanti Equivalenti

Industriali (AEI); alcuni settori,

che sembravano a prima vista

irrilevanti, sono diventati invece

importanti per il nostro studio:

l’esempio più evidente è la

fabbricazione di pasta-carta, carta

e prodotti di carta. Il numero massimo di abitanti equivalenti viene raggiunto dalle industrie

alimentari e delle bevande, seguite da industrie tessili, fabbricazione di prodotti chimici e

fibre sintetiche e artificiali.

Considerazioni sui dati

Calcolando un indice di occupazione come rapporto tra numero di abitanti residenti e addetti

totali per ogni Comune si ottengono valori molto vari da un minimo di 0,06 per Paspardo ad

un massimo di 0,55 per Cividate Camuno.

La media in tutto il bacino risulta 0,31 addetti per abitante residente; questo valore lascia

supporre una situazione di generale carenza di offerta lavorativa e la presenza di attività

agricole a carattere familiare, non considerate imprese. D’altra parte gli spostamenti della

popolazione alla ricerca di lavoro verso le città di Brescia e Bergamo e verso l’hinterland

milanese sono evidenti anche a livello di traffico giornaliero.

La densità di Abitanti Equivalenti Industriali per km2 varia da 0,04 nel Comune di Paisco

Loveno, a 2.900 in Cividate Camuno, Comune di circa 3 km2 con più di 9.500 AEI.

Numero di addetti nell'industria

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000Totale

V.

Camonica

Sponda BG

Sponda BS

V. Borlezza

n° addetti

1996 2001

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Nei Comuni di Gandino, Bovegno, Collio e Provaglio d’Iseo, che ricadono nel bacino con una

porzione molto piccola del loro territorio, il valore risulta zero per assenza di AEI nella

porzione di interesse.

Nell’intero bacino sono stati censiti 41 siti contaminati in 25 diversi comuni. Nessuno di

questi siti compare nell’elenco dei siti di interesse nazionale, ma rappresentano comunque

situazioni localizzate e di piccole dimensione che potrebbero arrecare danno grave al

comparto idrico.

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Addetti alle Unità Locali delle imprese, delle istituzioni pubbliche e delle imprese no profit rilevate al censimento industria e servizi per sezione di attività economica - Fonte ISTAT – 2001

Comune Agricoltura

Pesca

Estrazione

minerali

Industria

manifatturiera

Energia, gas,

acqua

Costruz.

Comm. e

riparazioni

Alberghi e

ristoranti

Trasporti

magazz.

comunicazioni

Interm

ed.

monetaria e

finanziaria

Attività

professionali

Pubblica

ammistraz.

Istruzione

Sanità servizi

sociali

Altri servizi

Bossico 0 0 0 65 0 78 13 14 5 2 13 4 16 6 1

Castione Presolana 12 0 0 134 0 212 159 178 32 15 57 23 59 9 36

Cerete 1 0 5 279 0 61 43 4 6 0 11 6 16 6 26

Fino del Monte 0 0 0 9 0 45 13 18 2 1 9 4 16 1 9

Onore 1 0 1 55 0 46 10 26 4 1 8 4 11 0 2

Pianico 0 0 0 109 0 30 43 10 18 4 19 6 16 5 9

Songavazzo 0 0 0 130 0 28 37 15 6 2 10 2 8 0 2

Sovere 0 0 6 467 0 242 155 24 92 26 89 22 66 42 39

Borlezza 14 0 12 1248 0 742 473 289 165 51 216 71 208 69 124

Castro 0 0 0 21 0 27 23 17 2 2 13 10 5 20 5

Costa Volpino 1 0 5 1476 0 418 430 79 192 53 235 40 115 57 104

Fonteno 0 0 0 2 0 36 11 6 1 0 2 4 3 1 2

Lovere 3 0 0 1001 12 243 263 164 31 105 365 76 370 497 90

Parzanica 0 0 1 9 0 14 4 2 2 1 0 4 0 2 0

Predore 0 0 0 98 0 125 45 21 14 5 28 7 35 60 14

Riva di Solto 0 0 0 12 0 17 17 24 6 1 21 4 3 2 6

Sarnico 5 0 0 648 0 164 368 145 47 109 365 63 167 238 72

Solto Collina 0 0 7 123 0 92 36 11 7 9 21 6 25 3 6

Tavernola Bergamasca

0 0 20 274 0 73 43 18 23 9 15 9 27 14 6

Vigolo 0 0 0 17 0 37 13 4 10 3 10 4 9 1 0

Sponda BG 9 0 33 3681 12 1246 1253 491 335 297 1075 227 759 895 305

Iseo 11 15 0 437 50 176 671 469 223 118 488 66 348 550 95

Marone 0 0 0 480 0 54 67 42 14 11 58 15 64 53 13

Monte Isola 0 1 0 57 0 47 53 51 13 5 15 14 33 9 7

Paratico 1 0 6 899 0 108 206 93 59 13 59 24 43 25 42

Pisogne 0 0 3 936 30 395 254 100 80 53 164 43 128 102 62

Sale Marasino 4 0 0 668 0 98 92 57 21 15 41 29 44 41 15

Sulzano 1 0 0 28 0 47 73 49 17 12 36 6 15 10 8

Zone 0 0 0 129 0 40 17 29 1 5 5 7 9 2 2

Sponda BS 17 16 9 3634 80 965 1433 890 428 232 866 204 684 792 244

Azzone 0 0 0 16 0 65 5 3 8 0 0 4 8 1 0

Colere 0 0 0 160 0 114 51 34 10 5 15 5 22 2 18

Rogno 3 0 9 494 0 390 306 27 90 16 62 11 23 9 33

Schilpario 0 0 0 67 0 69 38 38 6 4 22 8 45 24 13

Vilminore di Scalve 3 0 0 243 5 33 24 51 8 5 39 16 37 6 5

Angolo Terme 0 0 0 86 2 77 55 44 8 5 13 9 35 8 25

Artogne 1 0 0 346 0 248 148 68 73 12 65 13 66 27 34

Berzo Demo 0 0 0 338 0 107 69 20 18 5 11 7 38 8 5

Berzo Inferiore 0 0 0 218 0 103 77 8 23 8 18 8 26 0 32

Bienno 1 0 0 243 0 228 117 36 23 19 65 7 41 67 15

Borno 2 1 0 82 4 116 124 87 24 4 61 13 71 43 21

Braone 0 0 0 59 0 26 46 9 16 0 13 3 10 0 10

Breno 1 0 0 754 87 160 322 95 59 176 353 186 185 498 75

Capo di Ponte 0 0 7 67 0 111 103 28 10 3 49 7 74 12 38

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Comune

Agricoltura

Pesca

Estrazione

minerali

Industria

manifatturiera

Energia, gas,

acqua

Costruz.

Comm. e

riparazioni

Alberghi e

ristoranti

Trasporti

magazz.

comunicazioni

Interm

ed.

monetaria e

finanziaria

Attività

professionali

Pubblica

ammistraz.

Istruzione

Sanità servizi

sociali

Altri servizi

Cedegolo 0 0 0 57 129 78 47 17 8 17 41 53 46 31 11

Cerveno 0 0 0 148 0 5 13 5 47 1 8 4 11 2 3

Ceto 0 0 0 324 0 78 85 39 40 10 24 27 22 17 13

Cevo 0 0 0 1 0 19 25 17 4 3 8 8 23 1 4

Cimbergo 0 0 0 9 0 20 10 7 5 1 1 4 2 1 0

Cividate Camuno 0 0 1 1056 0 107 145 29 34 10 45 14 53 9 23

Corteno Golgi 4 0 1 121 0 206 67 48 19 5 29 12 33 3 16

Darfo Boario Terme 8 0 1 1168 37 1095 1244 387 162 228 1296 166 586 480 265

Edolo 12 0 0 385 90 236 267 110 51 50 159 39 298 204 51

Esine 2 0 0 768 4 366 215 140 61 50 68 18 74 709 29

Gianico 0 0 16 233 0 162 245 41 31 5 33 9 27 68 8

Incudine 0 0 0 14 0 5 9 3 2 0 2 2 9 0 0

Losine 0 0 0 14 0 1 4 1 4 0 3 3 5 7 0

Lozio 0 0 0 3 0 14 5 4 1 2 1 4 13 5 0

Malegno 0 0 0 227 6 121 102 19 9 8 30 7 50 46 28

Malonno 0 2 8 396 0 179 106 35 14 13 57 12 44 30 11

Monno 0 0 0 6 1 16 8 18 5 1 11 3 5 3 1

Niardo 0 0 0 59 0 198 94 31 9 7 16 7 95 3 7

Ono San Pietro 0 0 0 21 0 27 20 7 3 1 2 3 25 0 2

Ossimo 0 0 0 14 0 62 31 12 6 6 7 6 27 1 4

Paisco Loveno 1 0 0 1 0 5 1 3 1 0 2 3 8 3 0

Paspardo 0 0 0 7 0 11 9 9 3 1 1 4 14 1 1

Pian Camuno 0 0 14 1315 0 189 188 69 63 9 113 16 42 9 17

Ponte di Legno 0 0 0 51 0 157 149 143 54 22 82 44 77 32 40

Prestine 0 0 0 21 0 19 7 8 1 0 5 4 0 3 3

Saviore dell'Adamello

0 0 0 4 0 27 13 14 4 1 0 9 24 2 2

Sellero 4 0 0 274 0 15 39 20 7 0 6 6 13 2 6

Sonico 0 0 3 207 8 44 61 20 3 1 8 9 7 1 21

Temu' 0 0 1 11 0 96 29 35 7 2 28 11 11 3 48

Vezza d'Oglio 0 0 0 86 2 71 59 36 14 3 20 14 28 8 38

Vione 0 0 0 4 0 53 10 11 2 0 13 11 8 1 3

Piancogno 0 0 0 497 42 246 241 48 56 20 91 16 70 68 20

Valcamonica Totale 42 3 61 10675 417 5775 5033 1.93 4 1106 739 2996 845 2431 2458 999

Totale Complessivo 82 19 115 19.238 509 8.728 8.192 3.604 2.034 1.319 5.153 1.347 4082 4.214 1.672

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

60

5.6 TURISMO

Il turismo rappresenta uno degli aspetti più importanti dell’economia della Valle Camonica e

delle zone rivierasche e influenza notevolmente il carico organico che viene riversato

primariamente nell’Oglio e quindi indirettamente o direttamente nel recettore finale (il lago

d’Iseo).

Per quanto riguarda la Valle Camonica e la Val di Scalve si osserva un flusso turistico

notevole in estate unitamente ad un’alta affluenza durante l’inverno in zone sciistiche, poiché

l’area dispone di strutture recettive invernali apprezzabili. Non così per i Comuni rivieraschi,

sia della sponda bresciana che bergamasca, dove è soprattutto il turismo dei mesi caldi ad

aver maggior peso sull‘economia.

Nella presente analisi, si è voluto teorizzare l’impatto inquinante dovuto all’aumento della

popolazione dovuto al turismo. Si tratta di un problema complesso in quanto la raccolta dei

dati risulta essere alquanto difficoltosa e la successiva elaborazione avviene con

l’introduzione di variabili a volte non giustificate.

Il totale dei turisti è stato diviso in due gruppi:

− popolazione fluttuante, in esercizi alberghieri e complementari;

− popolazione nelle seconde case.

Considerando che il censimento è avvenuto in ottobre, uno dei mesi con minima presenza

turistica nell’area di studio, questo dato è sembrato il più attendibile, tra tutti quelli

disponibili, per essere usato come numero di seconde case; probabilmente si tratta di una

sovrastima, in quanto una parte delle abitazioni possono essere sempre vuote, ma non si

sono trovati altri dati più attendibili.

Assumendo che in media i nuclei familiari occupanti queste strutture siano composti da

quattro persone, una quantificazione della popolazione in seconde case per ogni Comune è

stata ottenuta così:

n° Abitazioni vuote * 4

Per quanto riguarda la popolazione fluttuante i dati sono stati richiesti alle Province di

Bergamo e Brescia che hanno fornito i dati di arrivi e presenze di turisti, distinti in esercizi

alberghieri e complementari e riguardanti solo i Comuni con più di 4 esercizi.

Come popolazione fluttuante per Comune si è quindi scelto di considerare la media dei

numeri di presenze totali di turisti.

Nel caso della popolazione fluttuante, al contrario rispetto alle seconde case, si ha quindi un

valore totale sottostimato.

I turisti nei Comuni

Il picco di massima presenza turistica si è registrato a Iseo, sulla sponda sud orientale del

lago, mentre, per quanto riguarda il bacino dell’Oglio, il flusso turistico è stato rilevante nelle

zone sciiistiche, come Ponte di Legno, Borno, Monte Campione (comune di Artogne) e Darfo

B.T. dove il turismo è soprattutto legato alla presenza delle Terme.

Il turismo di Pontedilegno si riversa soprattutto nelle seconde case e negli alberghi così come

a Borno (dove vi è anche un campeggio) e Monte Campione; a Darfo sono le attività

alberghiere ad essere preponderanti.

Nella valle del Borlezza, la più alta presenza turistica si è registrata a Castione. Nel comune

di Rovetta non è stata registrata presenza turistica sebbene la presenza di un residence (31

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

61

posti letto).

La sponda occidentale (bergamasca) del lago rivela bassa affluenza turistica. Il massimo si

registra a Predore, ben attrezzato per la ricezione turistica, con posti in campeggio, alberghi

e seconde case.

Per quanto riguarda la sponda bresciana del Lago, si è già detto che il picco di presenze è a

Iseo mentre gli altri Comuni si mantengono al di sotto delle 5.000 presenze l’anno. La

ricettività turistica di Iseo è data sia dall’elevato numero di posti in alberghi che, soprattutto,

dalla disponibilità di posti per campeggio.

Il grafico 6 presenta i comuni nello stesso ordine del precedente, ma riporta il numero

stimato di turisti in seconde case. Si nota come Iseo e Darfo B. T. siano di gran lunga

superati dai Comuni montani di Ponte di Legno, Artogne, Borno, Castione della Presolana,

Corteno Golgi, Temù e Vezza d’Oglio, che si distinguono per una notevole variazione di

popolazione presente nel proprio territorio tra periodi di alta e bassa stagione turistica nel

corso dell’anno. Tutti hanno infatti un numero di abitanti residenti contenuto rispetto al

flusso turistico che attirano.

I dati sono stati ulteriormente elaborati ed organizzati.

La “massima presenza turistica prevedibile” è calcolata sommando il numero di posti letto in

strutture alberghiere disponibili nel Comune, il numero di seconde case per vacanze, il

numero di posti in

campeggio e il numero di

appartamenti e residence

tutti moltiplicati per quattro.

In tal modo si calcola il

numero di posti letto

disponibili per eventuali

turisti o comunque abitanti

non residenti stabilmente.

I dati sono ottenuti

nell’ipotesi che quattro sia un

numero ragionevole di

occupanti per le strutture in

esame.

Non esistono raffronti con dati reali, non disponibili; pertanto si ritiene più opportuno

esaminare questi dati come offerta turistica più che come reale popolazione fluttuante, visto

che non è dato sapere quale percentuale di seconde case per vacanze sia occupata e con

quale numero di occupanti. In ogni caso, è presumibile che esista una correlazione tra la

popolazione fluttuante ed il numero così ottenuto.

indice di vocazione turistica

19,69

8,60

3,8657,75

Borlezza Sponda BG Sponda BS Val Camonica

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Valutazio

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i soste

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riche nel co

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ebino brescia

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elle Torbiere di Ise

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ella Valle Camonica

62

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ferio

re, o

molto

inferio

re, a

quella m

assim

a tu

ristica stim

abile.

Numero di posti le

tto e seconde case normalizzati per numero di abitanti

0 1 2 3 4 5 6 7 8

PianicoSovereBossicoCerete

Fino Del MonteSongavazzo

OnoreCastione Della

BORLEZZA

Costa VolpinoSarnicoLovere

TavernolaCastroFontenoPredore

Solto CollinaVigolo

Riva Di SoltoParzanica

LAGO SPONDA

MaroneIseo

PisogneParatico

Sale MarasinoMonte Isola

SulzanoZone

LAGO SPONDA

MalegnoCividate CamunoBerzo Inferiore

SelleroBreno

Ono San PietroBerzo Demo

GianicoEsine

PiancognoBienno

Capo Di PonteBraoneNiardo

Darfo B.T.RognoCeto

MalonnoIncudineLosineAzzoneEdolo

CedegoloMonno

Pian CamunoSonico

CervenoOssimoCevo

Angolo TermePaspardoColereSaviore

Vezza D'oglioCimbergo

LozioVilminore

VioneSchilparioPrestineArtogne

Paisco LovenoBorno

Corteno GolgiTemu'

Ponte Di LegnoOGLIO

TOTALE LAGO

Abitazioni per v

acanze x 4/numero di

abitanti d

el comune

Posti le

tto in albergo/numero di abitanti

del comune

Numero di posti letto e seconde case normalizzati per numero di abitanti

0 1 2 3 4 5 6 7 8

PianicoSovereBossicoCerete

Fino Del MonteSongavazzo

OnoreCastione Della

BORLEZZA

Costa VolpinoSarnicoLovere

TavernolaCastroFontenoPredore

Solto CollinaVigolo

Riva Di SoltoParzanica

LAGO SPONDA

MaroneIseo

PisogneParatico

Sale MarasinoMonte Isola

SulzanoZone

LAGO SPONDA

MalegnoCividate CamunoBerzo Inferiore

SelleroBreno

Ono San PietroBerzo Demo

GianicoEsine

PiancognoBienno

Capo Di PonteBraoneNiardo

Darfo B.T.RognoCeto

MalonnoIncudineLosineAzzoneEdolo

CedegoloMonno

Pian CamunoSonico

CervenoOssimoCevo

Angolo TermePaspardoColereSaviore

Vezza D'oglioCimbergo

LozioVilminore

VioneSchilparioPrestineArtogne

Paisco LovenoBorno

Corteno GolgiTemu'

Ponte Di LegnoOGLIO

TOTALE LAGO

Abitazioni per v

acanze x 4/numero di

abitanti d

el comune

Posti le

tto in albergo/numero di abitanti

del comune

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63

Nella valle Camonica si osservano sia valori estremamente bassi rispetto alla media, sia i

maggiori picchi (fatta esclusione per Castione della Presolana, nella valle del Borlezza). Per

quanto riguarda la distribuzione altitudinale, abbiamo un centro di forte attrazione a bassa

quota (Darfo Boario Terme, mentre Pian Camuno e Artogne mostrano valori alti dovuti alla

stazione sciistica in quota, lontana dal centro abitato), una fascia di mezza quota con valori

molto bassi, ed, a quote più elevate: le due stazioni (in valli laterali) di Borno e Corteno

Golgi, la valle di Scalve con i valori elevati di Schilpario e Vilminore, ed i centri turistici

dell’alta valle (Temù e Pontedilegno). Caratteristica costante dei comuni in quota (da Borno

in su) è la popolazione residente inferiore al valore di massima presenza turistica prevedibile.

Si suppone quindi la spiccata vocazione turistica di tali località, in cui il venire meno delle

tradizionali fonti di reddito favorisce anche la vendita di terreni per la costruzione di case per

vacanze.

Per quanto riguarda la Valle del Borlezza, con l’aumentare della quota si osserva un aumento

del valore di massima presenza turistica, indipendentemente dall’andamento della

popolazione residente. Il valore di Castione della Presolana è eccezionalmente alto,

derivando in particolare dall’ingente presenza di seconde case in questa località che è

tradizionale destinazione degli abitanti di Milano ed hinterland.

La sponda bresciana ha valori medi, ed in particolare sempre inferiori a quelli della

popolazione residente. Anche per la sponda bergamasca si osservano valori medi, tuttavia in

alcuni casi superiori alla popolazione residente; l’andamento rispetto alla quota non è

evidente Il valore per località situate in collina è paragonabile a quello di altre sul lago; il

comune di Castro, pur essendo sul lago, ha una bassa ricettività turistica legata alla

tradizionale vocazione industriale.

Nel complesso, le zone in cui è lecito aspettarsi una maggiore fluttuazione della popolazione

legata ad attività turistiche sono alcuni comprensori della Valle Camonica (Borno, Valle di

Scalve, Montecampione, Aprica, Alta valle Camonica) e l’alta valle del Borlezza.

Si noti infine che il rapporto su tutto il bacino del lago è prossimo a uno.

I turisti nei sottobacini

Il procedimento seguito per determinare i due valori di popolazione fluttuante e popolazione

in seconde case per ciascun sottobacino è analogo a quello descritto per gli abitanti residenti.

Il grafico visualizza i risultati: in questo caso è stato possibile rappresentare le due serie

affiancate, anche se i valori

minori, dei sottobacini 4 e 9

non sono facilmente leggibili.

Bisogna sottolineare che si

tratta di dati non

direttamente confrontabili in

quanto i dati sui turisti

fluttuanti sono riferiti al

numero di giorni di presenza

in un anno, mentre per le

seconde case si indica il

numero di persone stimato in

un anno.

Come prevedibile i Comuni

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

4.500.000

1 2 3 4 5 6 7 8 9

numero giorni

popolaz. fluttuante (presenze) popolazione 2° casa (presenze)

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delle due sponde lacustri, sottobacino 8, accolgono il maggior numero di turisti fluttuanti.

Assumendo che le abitazioni vuote vengano occupate in media 90 giorni l’anno, si possono

stimare le presenze anche per i turisti in seconde case (Fig. 5.6.1).

In tutti i sottobacini si ha una netta prevalenza di presenze turistiche in seconde case; l’unica

area dove la differenza si riduce è quella che comprende il sottobacino 4 e Montisola

(sottobacino 9).

Dal numero, rispettivamente di seconde case e di posti letto in albergo suddivisi per Comune

si apprezza invece spazialmente quanto già osservato nell’analisi precedente; in particolare,

nella zona della media Valle Camonica caratterizzata da una ridotta vocazione turistica. In

alcuni comprensori si concentrano le strutture ricettive: l’alta valle Camonica, la Valle di

Scalve, l’alta valle del Borlezza, la zona di Montecampione (Artogne - Piancamuno), il passo

dell’Aprica (Corteno Golgi), Borno.

Si apprezza in particolare la differente struttura della ricettività: a Darfo (la zona turistica è

legata alle terme di Boario) si osserva un numero di posti letto in albergo elevato rispetto al

bacino, mentre il numero di case per vacanze è meno rilevante, l’opposto si osserva a Borno.

Nel complesso comunque il numero di seconde case è maggiore del numero di posti letto in

albergo.

Considerazioni sui dati

Il turismo, che rappresenta uno degli aspetti più importanti dell’economia della Valle

Camonica e delle zone rivierasche, influenza in modo significativo il carico organico generato.

In Valle Camonica e in Val di Scalve si ha flusso turistico sia in estate, con presenza di

strutture recettive estive apprezzabili, che in inverno, soprattutto nei Comuni con impianti

sciistici. Per i Comuni di entrambe le sponde del lago, invece, i mesi turistici sono soprattutto

quelli caldi.

Per le seconde case sarebbe forse più corretto parlare di “offerta turistica” piuttosto che di

“numero di turisti”, visto che non sono disponibili dati ufficiali né di percentuale di case vuote

effettivamente utilizzate per le vacanze né del numero di occupanti.

La distribuzione altitudinale è evidente. Esistono a bassa quota tre centri di forte attrazione:

Darfo Boario Terme, Pian Camuno e Artogne; gli ultimi due mostrano valori alti dovuti alla

stazione sciistica in quota, lontana dal centro abitato.

C’è poi una fascia di Comuni a quote intermedie con valori molto bassi, mentre salendo di

quota si riscontrano presenze turistiche elevate a Borno, Corteno Golgi, Schilpario e

Vilminore di Scalve, e nei centri turistici dell’alta Valle Camonica (Vezza d’Oglio, Temù, Ponte

di Legno).

Il valore dei turisti in seconde case per Castione della Presolana è eccezionalmente alto, in

quanto tradizionale destinazione degli abitanti di Milano e hinterland

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Fig. 5.6.1 - Densità di turisti in seconde case nei sottobacini (N turisti/km2).

127.44

128.44

69.20

76.73

21.41

327.75

131.21

129.55

387.48

0 10 20 30 40 50 Kilometers

Densità 2° case nei sottobacini 2001435128679

Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo

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Numero di presenze dei turisti italiani e stranieri negli esercizi ricettivi. Fonte Regione Lombardia e ISTAT

Comune 2001 2002 2003 2004 2005

Bossico 5481 5206 5022 4505 4698

Castione della Presolana 82268 58960 58142 55740 68766

Cerete 0 0 0 0 0

Fino Del Monte 2941 3764 3585 3059 4093

Onore 13918 18267 23326 21675 21220

Pianico 0 0 0 0 0

Songavazzo 0 0 0 0 0

Sovere 683 198 197 105 39

BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA 105.291105.291105.291105.291 86.39586.39586.39586.395 90.27290.27290.27290.272 85.08485.08485.08485.084 98.81698.81698.81698.816

Castro 0 991 793 1834 347

Costa Volpino 523 581 1292 656 506

Fonteno 0 2342 180 1800 2035

Lovere 12250 15063 16825 17771 24258

Parzanica 0 0 0 0 103

Predore 26053 26006 32058 26208 25752

Riva di Solto 15793 21969 14595 10584 6578

Sarnico 7247 15010 10198 17092 11987

Solto Collina 6400 2861 963 902 563

Tavernola Bergamasca 0 0 0 0 0

Vigolo 0 0 0 0 0

SPONDA BGSPONDA BGSPONDA BGSPONDA BG 68.26668.26668.26668.266 84.82384.82384.82384.823 76.90476.90476.90476.904 76.84776.84776.84776.847 72.12972.12972.12972.129

Iseo 339866 348919 380256 373722 375201

Marone 18641 22364 21370 17705 21127

Monte Isola 13757 15936 16635 13980 15346

Paratico 37705 33668 29173 30888 24871

Pisogne 16247 13165 12744 11160 13484

Sale Marasino 24917 22340 23797 21110 19801

Sulzano 14812 8705 8032 6723 4930

Zone 9971 11457 13229 13800 11567

SPONDA BSSPONDA BSSPONDA BSSPONDA BS 475.916475.916475.916475.916 476.554476.554476.554476.554 505.236505.236505.236505.236 489.088489.088489.088489.088 486.327486.327486.327486.327

Azzone 0 0 0 0 0

Colere 4973 3927 5270 3749 5116

Rogno 0 0 0 0 0

Schilpario 13869 13462 14955 15034 15309

Vilminore di Scalve 1405 700 1056 1470 1113

Angolo Terme 28189 31479 25224 23737 23145

Artogne 82919 69566 69896 65758 26098

Berzo Demo 243 504 203 1100 314

Berzo Inferiore 0 0 0 0 0

Bienno 0 922 211 350 136

Borno 66365 57509 64178 57243 54508

Braone 0 325 32 167 0

Breno 11874 9555 9704 14493 15087

Capo di Ponte 1940 5030 3041 8847 5944

Cedegolo 47 586 75 27 22

Cerveno 0 104 50 106 335

Ceto 1024 1714 824 1732 570

Cevo 3514 2175 2101 2027 1881

Cimbergo 1152 1104 1022 921 653

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Comune 2001 2002 2003 2004 2005

Cividate Camuno 1293 3205 2641 1779 2791

Aorteo Golgi 0 59840 57127 70080 52591

Darfo Boario Terme 198318 191385 187080 176282 179581

Edolo 15924 18646 17871 16889 17898

Esine 6868 2445 2045 1324 1308

Gianico 0 0 0 0 0

Incudine 0 0 0 0 0

Losine 0 0 0 0 0

Lozio 0 0 0 0 0

Malegno 0 920 1337 222 0

Malonno 2343 3724 2392 2719 2213

Monno 3171 2143 2963 4440 3696

Niardo 0 2247 1736 1356 706

Ono San Pietro 715 522 372 374 50

Ossimo 0 0 0 0 0

Paisco Loveno 0 0 0 0 728

Paspardo 0 83 0 0 0

Pian Camuno 3099 2716 2563 2541 825

Ponte di Legno 172771 174845 201119 239288 248668

Prestine 0 837 2698 1717 1064

Saviore dell'Adamello 8071 6885 7188 6067 7332

Sellero 735 622 262 109 142

Sonico 3091 3649 3576 2952 3590

Temu' 26239 28743 28709 29608 27582

Vezza d'oglio 7063 10263 9368 6218 7348

Vione 4132 4186 3696 3596 2898

Piancogno 13531 16069 12775 12392 11305

VALCAMONICA VALCAMONICA VALCAMONICA VALCAMONICA 684878684878684878684878 732637732637732637732637 745360745360745360745360 776714776714776714776714 722547722547722547722547

TOTALE TOTALE TOTALE TOTALE 1.334.3511.334.3511.334.3511.334.351 1.380.4091.380.4091.380.4091.380.409 1.417.7721.417.7721.417.7721.417.772 1.427.7331.427.7331.427.7331.427.733 1.379.8191.379.8191.379.8191.379.819

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5.7 COLLETTAMENTO E TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE

Sistema di colletta mento

Si stimano approssimativamente 840 km circa di reti fognarie miste e 70 km di reti fognarie

separate che, per la maggior parte, si trova nelle zone urbane in vicinanza del lago.

Nel bacino sono complessivamente presenti 275 sfioratori e non si conoscono in dettaglio le

quantità di liquame scaricate in tempo di pioggia.

Nel complesso circa il 90% della popolazione è collegata al sistema fognario.

Fognatura mista 841 km

Fognatura separata 70 km (47 fog. nere e 23 fog. bianche)

Recettore finale IDA 148.459 AE trattati

in corso d’acqua: 52.345 abitanti (di cui 12.350 scaricano direttamente a

lago)

Sfioratori 275

Componente industriale il contributo si valuta nel 10% del contributo civile

Trattamento delle acque reflue urbane

Attualmente nel bacino si trovano 35 impianti di depurazione (IDA) che trattano scarichi civili

e industriali per complessivi circa 150.000 AE; sono presenti anche 8 vasche Imhoff che

trattano 1.100 AE circa.

I trattamenti sono indicati nella tabella.

Tipologia N. impianti AE

Trattamento primario 4

Trattamento secondario 24

Trattamento terziario 7

Totale 35 148.459

Tre impianti (42.900 AE) scaricano a lago mentre i rimanenti nel reticolo idrico, solo alcune

vasche Imhoff su suolo.

Data l’assenza di informazioni precise su ingressi e uscite agli impianti di trattamento, si

stima che l’efficienza teorica di rimozione sia del 78% e del 88 per COD e BOD

rispettivamente e del 45% e 47% per Azoto e Fosforo.

Sarà quindi necessario migliorare l’efficienza degli impianti per adeguarsi al dettato del Piano

di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) della Lombardia che prevede una rimozione dei nutrienti

del 75%.

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5.8 USO DELL’ACQUA

Sul lago di Iseo sono presenti due prese per il prelevamento delle acque per il consumo

umano: Montisola e Riva di Solto per un totale prelevato di 0,57 Mm3/anno.

Nell’intero bacino il prelievo di acqua per uso pubblico ammonta a 79,57 Mm3/anno che

corrisponde ad un utilizzo pro capite di circa 1047 litri /abitante.

Sono presenti anche 5 prese a lago per scopo industriale e 1 per scopo sanitario.

In totale dal lago vengono prelevati 27 Mm3/anno.

Considerato che l’apporto del maggior affluente al lago (fiume Oglio) è di circa 1800

Mm3/anno, si può ritenere che il prelievo diretto dal lago non influisca significativamente

sull’intero ecosistema.

Nell’intero bacino si prelevano annualmente circa 4699 Mm3/anno: il 90 % per uso industriale

(in particolare per produrre energia), il 6% circa per l’irrigazione e solo il 2% per il pubblico

consumo.

Quantitativo di acqua estratta nel bacino

Uso Volume (Mm3/anno)

Irrigazione 297,50

Uso industriale 50,35

Produzione di energia 4210,82

Uso potabile 79,57

Altri usi 30,56

Totale 4688,80

6% 1%

90%

1%

2%

Irrigazione Uso industriale Produzione di energia Uso potabile Altri usi

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70

5.9 CALCOLO DEI CARICHI POTENZIALI O GENERATI (Analisi preliminare) Per determinare, almeno in via preliminare, il carico sversato dal fiume Oglio nel lago d’Iseo

si è proceduto al calcolo dei carichi potenziali e dei carichi effettivamente generati in Valle

Camonica.

I coefficienti unitari per la stima dei carichi sono stati ripresi da:

� Regione Lombardia. Piano di Tutela ed Uso delle Acque (PTUA) della Lombardia

(D.Lgs. 152/1999, art. 44, L.R. 26/2003, art. 45)

� Autorità di Bacino del fiume Po. Progetto di piano stralcio per il controllo

dell’eutrofizzazione (PsE). (L. 183/1989, art. 17, comma 6 ter).

� Pagnotta R, Barbiero G, 2003. Stima dei carichi inquinanti nell’ambiente marino

costiero. Ann. Ist. Sup. Sanità, 39: 3-10.

� ARPA Emilia-Romagna. Completamento del quadro conoscitivo sui carichi puntuali e

diffusi e verifica ed aggiornamento del catasto degli scarichi. (D.Lgs. 152/1999, art.

44, L.R. 3/1999, art. 115).

I parametri considerati sono quattro e precisamente: BOD5, COD, azoto totale (N) e fosforo

totale (P).

Per il calcolo dei carichi potenziali si è proceduto nel seguente modo:

Popolazione residente: il numero di abitanti residenti di ogni comune è stato moltiplicato per i

coefficienti di generazione, usati nel PTUA della Lombardia (metodologia IRER), dei quattro

parametri considerati.

Industria: il numero di addetti, per ciascuna divisione economica rilevante per l’inquinamento

da nutrienti in acque superficiali, e per ogni comune, è stato moltiplicato per i coefficienti di

equivalenza proposti dall’IRSA e riportati in Pagnotta e Barbiero per determinare il numero di

Abitanti Equivalenti Industriali. Si ricorda che per i comuni solo parzialmente compresi nel

bacino si è stimato il numero di AEI ricadenti all’interno come proporzionale alla percentuale

di territorio di interesse.

Si elencano di seguito i coefficienti utilizzati per i differenti settori presi in considerazione.

Settore civile e industriale (gAE*d) BOD COD N P AEC = Abitanti Equivalenti Civili 60 129 12,3 1,8 AEI = Abitanti Equivalenti Industriali 60 129 10 0

Agricoltura: Nella metodologia del PTUA si trovano i fattori di carico relativi ai dieci gruppi

colturali del Progetto di Piano Stralcio per il controllo dell’Eutrofizzazione (PsE) dell’Autorità di

Bacino del fiume Po e alcune aggregazioni in categorie più ampie; per le classi di SAU

individuate nella Cartografia DUSAF si sono considerati i seguenti coefficienti di generazione.

Coefficienti di generazione per tipologia di SAU (kg/ha*y)

Tipologia N P

seminativi, cereali 200 40

coltivazioni legnose 100 30

prati, pascoli, foraggere 40 40

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Zootecnia: Si assume che tutti gli allevamenti sversino i liquami allo spandimento e che

questo venga effettuato all’interno del comune di appartenenza (questa assunzione è anche

nel PTUA che segue la procedura del SP 2.1). In Lombardia secondo il Regolamento

attuativo della L.R. 37/1993 lo spandimento è concesso sui terreni che ricadono all’interno

di un raggio di 8 km dall’azienda e il Piano di Utilizzazione Agronomica dei reflui zootecnici

(PUA) deve contenere informazioni utili alla valutazione della compatibilità del carico

animale allevato rispetto alla zona in cui ricade l’allevamento.

Ai numeri di capi, per ogni categoria di bestiame e per ogni Comune, si sono applicati i

coefficienti di generazione riportati in tabella.

Fattori di carico specifici per categoria di bestiame (kg/capo*y)

Categoria BOD COD N P

bovini e bufalini 200 430 60 9

Suini 90 193,5 15 4,5

ovini e caprini 55 118,3 7 2,8

Equini 200 430 58 9

Pollame 1 2,2 0,5 0,2

Per presentare i carichi potenziali per ogni settore considerato relativi all’intera area di

studio si riportano in tabella i risultati.

Pressione BOD COD N P

Residenti 2001 3701 7956 759 111

Fluttuanti 82 177 17 2

2° case 1058 2275 217 32

Totale 4841 10409 992 145 Settore civile: carichi potenziali in t/y

Pressione N P

legnose agrarie 158 47

prati 1158 1158

seminativi 130 26

Totale 1445 1231

Settore agricolo: carichi potenziali in t/y

Carichi potenziali generati nel bacino (t/y)

Settore BOD COD N P

Civile* 4.841 10.409 992 145

Industriale 2.665 5.729 444 (1)

Agricolo** (2) (2) 1.445 1.231

Zootecnico 5.995 12.902 1.586 313

Totale complessivo 13.501 29.040 4.468 1.689

Carichi potenziali: sintesi dei risultati espressi in t/y (1) Compreso in quello del settore civile (2) Non previsto * Comprende anche il carico generato dai turisti ** Solo carichi generati dalla SAU

CALCOLO DEI CARICHI EFFETTIVI O SVERSATI

Per poter stimare i carichi effettivamente rilasciati nell’ambiente acquatico è stato analizzato

in dettaglio il sistema delle reti fognarie e degli scarichi, e considerate tutte le possibili vie

che portano le acque reflue ai corpi d’acqua superficiali. Per effettuare una stima dei carichi

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sversati si sono quindi raccolti ulteriori dati che verranno specificati per ogni settore

considerato.

Determinante BOD COD N P Depuratori 316 1039 303 44 Residenti pf - cis 1143 2458 234 34 Residenti suolo 180 387 37 5 Industrie cis 294 831 76 (1) Territorio (2) (2) 765 32 Sfioratori 1098 2515 118 37 Totale complessivo 3032 7231 1534 153

Carichi effettivi: sintesi dei risultati espressi in t/y

(1) Compreso in quello del settore civile (2) Non previsto; * Comprende gli apporti da suoli coltivati e incolti, tranne le aree urbanizzate che sono considerate nel calcolo dei carichi da sfioratori.

E’ interessante riportare i totali complessivi di carichi potenziali ottenuti per poter fare un

confronto e calcolare per ogni parametro le percentuali di carico effettivo rispetto al

potenziale.

L’abbattimento appare notevole per il fosforo totale, mentre l’azoto totale risulta persistere

per quasi il 35% di tutto quello generato.

Carichi BOD COD N P Potenziali 13501 29040 4468 1689 Effettivi 3032 7231 1534 153 Differenza 10470 21809 2934 1537 % effettivi 22,5 24,9 34,3 9,0

Confronto carichi potenziali e carichi effettivi totali stimati per tutto il bacino idrografico del

lago d’Iseo.

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STATO

Si presenta di seguito l’andamento dei carichi annui (2002) transitati nelle tre sezioni

monitorate lungo il fiume Oglio. Si evidenzia che proseguendo verso il lago il fiume veicola carichi sempre maggiori; in particolare mentre tra la stazione di Vezza d’Oglio e Esine il carico aumenta mediamente di quattro volte per COD e azoto totale e di due volte per il fosforo totale, nell’ultimo tratto da Esine a Costa Volpino i carichi aumentano notevolmente. In particolare il fosforo totale aumenta di ben 10 volte da Vezza d’Oglio a Costa Volpino. Nel capitolo del monitoraggio chimico-fisico saranno fornite ulteriori e più approfondite informazioni sulle concentrazioni dei differenti parametri esaminati.

Punto COD N P

Vezza d'Oglio 210 103 4

Esine 796 448 8

Costa Volpino 2275 2116 40

carichi COD t/y

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

2000 2001 2002 2003 2004

Vezza d'Oglio Esine Costa Volpino

Carichi annui transitati lungo il fiume Oglio riferiti agli anni 2000 - 2004

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6. STAZIONI DI PRELIEVO, DEPURATORI E MISURE IDROLOGICHE

Le stazioni a lago sono: Bisogne - Castro 1584595 EST 5072556 NORD

Monte Isola - Tavernola 1582673 EST 5063785 NORD

Predore 1579895 EST 5058244 NORD

6.1 Sezioni di riferimento

Le caratteristiche ambientali di un corso d’acqua sono molto diverse e in rapido

cambiamento da monte a valle. Lungo un fiume occorre quindi individuare sezioni di

riferimento, in corrispondenza delle quali effettuare tutte le analisi, da quelle legate

all’ambiente fisico (morfometria e idrologia) a quelle legate al carico antropico, alla qualità

delle acque e al patrimonio ittico.

Per l’ubicazione delle stazioni di prelievo per le indagini chimico–fisiche, microbiologiche e

biologiche la suddivisione più spontanea del bacino è quella in sottobacini, individuando

dapprima gli affluenti più importanti del lago e poi i principali affluenti a quest’ultimi. Per

estensione del bacino e portata, l’unico affluente il cui è bacino è meritevole di ulteriore

suddivisione è quello dell’Oglio.

Ogni sezione è individuata in posizioni immediatamente a monte di confluenze significative,

oppure in corrispondenza di confini inferiori di territori comunali e in base ad incrementi

sostanziali degli areali dei bacini imbriferi. Ove ritenuto di interesse sono state riprese le

sezioni utilizzate in precedenti studi, quali la Carta Ittica Provinciale (Provincia di Brescia,

1991; Provincia di Bergamo, 2002), il Censimento dei Corpi Idrici (Regione Lombardia), il

programma di monitoraggio della Regione Lombardia (2001) e quelle dotate di stazioni di

misura delle portate del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (già Servizio

Idrografico Nazionale, 1913 ÷ 1977).

Ogni sezione viene ritenuta rappresentativa di tutto il tratto di asta fluviale a monte fino alla

precedente sezione, mentre per i corsi d’acqua di limitata lunghezza ne è stata prevista una

sola in corrispondenza della foce. Sul reticolo idrografico del bacino del fiume Oglio si sono

individuate 7 sezioni, alle quali occorre aggiungerne 6 su corsi d’acqua minori e 2 sull’ asta

fluviale dell’Oglio. Ciò significa 15 sezioni di riferimento su tutto il territorio interessato.

Relativamente ad ogni sezione di riferimento sono stati determinati i principali parametri

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morfometrici e idrologici; essi hanno costituito una base utile di supporto e di

interpretazione dei dati derivati dai campionamenti relativi alla qualità chimica e biologica

delle acque. I parametri biologici si sono ricercati immediatamente a monte dell’ubicazione

delle sezioni in condizioni in cui tali rilievi erano rappresentativi di tutto il frammento di asta

fluviale fino alla sezione immediatamente a monte. Tale condizione è generalmente nella

norma se non sono presenti impatti antropici quali, soprattutto, prelievi idrici (per fini irrigui,

idroelettrici, potabili,...) e inquinamenti che alterano, talora anche in modo sostanziale, le

condizioni biologiche degli alvei.

Punti di campionamento

Gli operatori addetti ai prelievi

avevano il compito di individuare

sul frammento d’asta

rappresentato da una determinata

sezione ed in presenza di

alterazioni ambientali, il sito che

più rappresentava le condizioni

medie biologiche, anche nel caso

di collocazione in punti non vicini

alla ubicazione della sezione o

anche in più siti, dato che le

descrizioni ambientali generali,

morfometriche e idrologiche di

ogni sezione vengono ritenute

significative per tutto il frammento

di asta fluviale di competenza.

I rilevatori, infine, hanno posto

particolare attenzione nel

segnalare, con la migliore

precisione possibile, le alterazioni

dovute ad impatti antropici,

specificando quali porzioni dei

frammenti di aste fluviali erano

interessate da sottrazioni idriche

significative (cioè tali da

condizionare in modo evidente gli

aspetti biologici) o quali

interessate da inquinamenti.

In sostanza la lettura finale dell’insieme di tutte le schede originali dei rilievi su tutto il

reticolo idrografico prelacuale e circumlacuale, sia per quanto riguarda lo stato di salute

ambientale delle acque, doveva rendere possibile operare distinzioni e classificazioni allo

scopo di raggruppare insiemi di sezioni con caratteristiche omogenee di qualità delle acque,

in modo da ottimizzare la rappresentatività delle elaborazioni con le variabili ambientali,

morfometriche e idrologiche.

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6.2 Corpi idrici del bacino del lago d’Iseo

Nel periodo di studio sono stati monitorati mensilmente otto corsi d’acqua, appartenenti al

bacino del lago d’Iseo, che non rientrano nella rete di monitoraggio della Regione

Lombardia secondo quanto indicato dal D.Lgs.152/99 e s.m.i.

Le stazioni di campionamento sono:

Corso d’acqua Comune Stazione

1. Torrente Allione Berzo Demo prima dell’immissione nel F. Oglio

2. Torrente Trobiolo Pisogne prima dell’immissione nel lago d’Iseo

3. Canale Italsider Pisogne prima dell’immissione nel lago d’Iseo

4. Torrente Zu Riva di Solto prima dell’immissione nel lago d’Iseo

5. Torrente Bagnadore Marone prima dell’immissione nel lago d’Iseo

6. Torrente Opol Marone prima dell’immissione nel lago d’Iseo

Sono stati inoltre monitorati alcuni punti sull’asta del fiume Oglio allo scopo di integrare le

informazioni mensilmente raccolte nelle stazioni della rete regionale, in particolare:

1. Fiume Oglio a Cedegolo

2. Fiume Oglio a Cividate Camuno

Nel presente rapporto si sono presi in considerazione i seguenti parametri: portata,

temperatura, pH, solidi sospesi, conducibilità, azoto totale, azoto ammoniacale, azoto

nitroso e nitrico, ossigeno disciolto (mg l-1 e percentuale di saturazione), durezza, fosforo

totale e ortofosfato, BOD5, COD, cloruri, solfati ed Escherichia coli (batteri di origine fecale).

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6.3 Modalità di campionamento e metodi di analisi

Frequenza e modalità di campionamento

Sono di seguito elencate le metodologie utilizzate nel corso delle campagne di indagine

limnologica condotte tra il 2005 e il 2007 sul lago di Iseo, per la raccolta e il trattamento dei

campioni, nonché le metodiche analitiche specifiche seguite per la loro valutazione sia in

termini qualitativi che quantitativi.

I campionamenti sono stati eseguiti, con cadenza mensile, dal Dipartimento ARPA di

Brescia; i punti campionati sono:

- nel punto denominato “Montisola”, sito tra Tavernola e Siviano (Montisola), al centro

del plateau di massima profondità del lago, a 255 m circa di profondità.

- nel punto denominato “Pisogne", sito al centro del sottobacino settentrionale del lago,

alla profondità di 120 m circa.

- nel punto denominato “Iseo”, a mezzavia tra Iseo e Predore, da ritenersi

rappresentativo delle condizioni della parte meridionale del bacino lacustre, quella a

minore profondità e con le sponde a minore pendenza; la stazione ha una profondità

massima di circa 80 metri.

Altri prelievi sono stati effettuati in occasione di

particolari situazioni che hanno interessato il lago

poiché si è ritenuto interessante seguire con

maggiore frequenza l’evoluzione delle caratteristiche

qualitative delle acque lacustri che, soprattutto nella

stagione estiva, sono fortemente influenzate da

intensa attività algale.

I prelievi lungo la colonna d’acqua sono effettuati

mediante l’impiego di una bottiglia di profondità tipo

Niskin (Fig.6.3.1) ed un verricello manuale o

elettrico (quando disponibile) a seconda delle

profondità da raggiungere.

Fig. 6.3.1: bottiglia di profondità tipo Niskin

I campioni integrati nello strato 0÷20 m, destinati alla ricerca della clorofilla e del

fitoplancton, sono raccolti con l’ausilio di un dispositivo

costituito da un tubo di gomma lungo 20 m, provvisto di

un manicotto zavorrato ad una estremità e di un rubinetto

all’altra (Fig.6.3.2). Immergendo tale dispositivo si

intercetta quindi una colonna d’acqua di spessore pari alla

lunghezza del tubo. Alternativamente il campione integrato

è ottenuto dalla miscela di uguali volumi prelevati a diverse

profondità per mezzo della bottiglia Niskin. Il numero di

aliquote dipende dalla profondità della colonna. Fig. 6.3.2: dispositivo per campionamenti

su profondità integrate

Bottiglia in posizione di “APERTO ”

Bottiglia in posizione di “CHIUSO ”

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Durante le operazioni di campionamento vengono inoltre effettuate quelle determinazioni

che, per ragioni di stabilità del parametro indagato, devono essere completate nel più breve

tempo possibile o, meglio, sul posto.

Nella descrizione dei metodi tali determinazioni sono contrassegnate come “effettuate in

campo”.

Per l’acquisizione di alcuni dei parametri determinati in campo ci si avvale della sonda

multiparametrica autoregistrante CTD Ocean Seven 316 Idronaut (Fig. 6.3.3), in grado di

raccogliere i dati in continuo durante la fase di immersione della sonda stessa. Al termine

delle registrazioni, mediante software dedicato, è possibile

convertire i dati raccolti in un file di testo o altri formati utili

all’elaborazione successiva. Queste determinazioni saranno

contrassegnate come “effettuate in campo mediante sonda

multiparametrica”.

Fig. 6.3.3: sonda multiparametrica CTD IDRONAUT Ocean Seven 316

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6.4 METODI DI ANALISI

Determinazioni chimico-fisiche

Per ogni parametro sono sinteticamente indicati i metodi impiegati, il principio su cui si

fondano e i rispettivi intervalli di utilizzazione.

Per ogni ulteriore dettaglio circa caratteristiche e applicazione degli stessi si rimanda alla

letteratura specializzata.

Trasparenza

E’ un parametro importante, correlato alla produttività

del lago. Viene misurato con il disco di Secchi

(Fig.6.4.1). Consiste nella rilevazione della profondità di

scomparsa alla vista dell’operatore di un disco metallico

bianco, calato dall’imbarcazione, di diametro pari a 30

cm. Il dato è espresso in metri.

La trasparenza varia notevolmente con la stagione e

dipende dalle particelle e dagli organismi sospesi in

acqua oltre che dalle sostanze disciolte.

Fig.6.4.1 – Disco di Secchi

Temperatura, Conducibilità, Ossigeno, pH

Una serie di parametri sono determinati in campo, e sull’intera colonna d’acqua, con

l’impiego di una sonda multiparametrica, in grado di registrare i dati rilevati dai propri

sensori (Fig.6.4.2) mentre viene calata verso il fondo. Grazie

ad apposito software dedicato i dati sono resi disponibili per

le successive elaborazioni.

La temperatura è importante per la conoscenza dei

movimenti verticali delle acque, l’ossigeno è uno dei

parametri più importanti per la caratterizzazione delle

condizioni fisiche e dello stato trofico delle acque del lago, la

conducibilità - legata al bacino imbrifero dal quale vengono

dilavati i sali - permette di ottenere indicazioni sulle

caratteristiche chimiche di base della acque.

Fig.6.4.2 - Dettaglio sensori sonda multiparametrica

Di seguito si indicano le caratteristiche specifiche relative a ciascun parametro così

acquisito.

Determinazione Descrizione sintetica

Temperatura Determinazione effettuata in campo mediante termocoppia inserita nella sonda multiparametrica. Dato espresso in °C.

Conducibilità Determinazione conduttimetrica effettuata in campo mediante sonda multiparametrica. Dato espresso in µS⋅cm-1 riferito a 20 °C.

Ossigeno disciolto e in saturazione

Determinazione polarometrica effettuata in campo mediante sonda multiparametrica. Dato espresso in mg/l O2 e % di saturazione.

pH Determinazione potenziometrica effettuata in campo mediante sonda multiparametrica. Dato espresso in unità pH.

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Alcalinità (mg/l Ca(HCO3)2 )

Determinazione mediante titolazione potenziometrica, utilizzando quale titolante HCl 0,01 N.

Azoto totale (1 mg N = 4,43 mg NO3- = 1,29 mg NH4

+)

L’azoto totale comprende l’azoto inorganico (ammoniaca, nitriti e nitrati) e l’azoto organico

(proteine, aminoacidi, acidi nucleici, urea, ecc.). La sua determinazione fornisce utili

indicazioni sulla sua disponibilità per la componente biologica.

Dato espresso in mg N/l

Azoto ammoniacale (mg N/l)

L’ammoniaca presente in un’acqua reagisce con una soluzione alcalina di iodo-mercurato di

potassio (reattivo di Nessler) per formare un complesso colorato la cui assorbanza è

misurata alla lunghezza d’onda di 420 nm. Per la lettura si impiega uno spettrofotometro

UV-VIS. Dato espresso in mg N/l.

Azoto nitroso (µg N/l)

Determinazione spettrofotometrica a 520 nm del cromoforo prodotto per reazione di

diazocopulazione tra acido solfanilico e α-naftilammina in presenza di nitriti.

Lo strumento impiegato per la lettura delle soluzioni è uno spettrofotometro UV-VIS.

Azoto nitrico, Cloruri, Solfati

Determinazione cromatografia mediante cromatografo.

Azoto nitrico dato espresso in mg N/l

Cloruri dato espresso in mg Cl-/l

Solfati dato espresso in mg SO4--/l

Fosforo ortofosfato (P-PO4)

Gli ioni ortofosfato reagiscono con il molibdato di ammonio ed il potassio antimonil tartrato,

in ambiente acido, formando un eteropoliacido che viene ridotto con acido ascorbico a blu di

molibdeno, intensamente colorato, la cui assorbanza viene misurata alla lunghezza d’onda

di 882 nm. Il dato è espresso in µg P/l

Fosforo totale (1 mg P = 3,06 PO4)

Il fosforo totale comprende il fosforo particolato e il fosforo solubile sia reattivo (fosforo

ortofosfato) che non reattivo (fosforo organico disciolto in soluzione, polifosfati inorganici).

La sua determinazione è di notevole importanza per conoscere stato trofico del lago,

rappresentando l’indice di trofia più sicuro e attendibile. Il dato è espresso in µg P/l

Durezza (mg/l di CaCO3 )

La durezza totale si determina mediante complessazione con l’acido etilendiammino

tetraacetico (EDTA), operando su un campione di acqua in presenza di nero eriocromoT

(NET) usato come indicatore.

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Clorofilla “a”

La clorofilla a è considerata uno dei parametri chimico-biologici più efficaci per la

caratterizzazione dello stato trofico di un ambiente lacustre in quanto rappresenta

l’espressione della densità fitoplanctonica e quindi della biomassa algale.

Determinazione spettrofotometrica (Lorenz, 1967).

Indagine sul popolamento fitoplanctonico

Riconoscimento e conteggio specie fitoplanctoniche

Di seguito si indicano gli strumenti utilizzati e le tecniche di riconoscimento e conteggio del

fitoplancton, oltre al metodo di calcolo del biovolume.

Strumentazione

� Microscopio invertito

� Fotocamera collegata al microscopio

� PC dedicato e software acquisizione e gestione immagini

� Camere di sedimentazione

Modalita’ di esecuzione

Sono stati analizzati campioni di fitoplancton relativi allo strato 0 – 20 m, prelevati con

frequenza mensile nel punto di massima profondità del corpo idrico.

I campioni subito dopo il prelievo sono fissati con Lugol acetico e, portati in laboratorio,

sono stati conservati al buio, in apposito armadio.

Preparazione della camera di sedimentazione

Il giorno precedente al riconoscimento e al conteggio, dopo opportuna omogeneizzazione,

un’aliquota del campione, di volume adeguato in funzione della presunta concentrazione

delle specie fitoplanctoniche, viene posta nella camera di sedimentazione. Sono disponibili

camere da 10 ml e da 25 ml. Il tempo di sedimentazione del campione corrisponde a un

numero di ore pari all’altezza in centimetri della cella utilizzata.

Riconoscimento delle specie

L’analisi quanti-qualitativa del campione viene effettuata con un microscopio invertito

Olympus, mod XI71 con ingrandimento 200X e 400X.

L’identificazione delle specie avviene tramite l’utilizzo di chiavi dicotomiche specifiche per

ciascun gruppo algale. In particolare, sono state utilizzate le monografie delle serie

Sőβwasserflora von Mitteleuropa, di A. Pascher, e Das phytoplankton des Sőβwassers, di G.

Huber-Pestalozzi.

A supporto dell’attività di riconoscimento, si dispone di un software che permette

l’acquisizione delle immagini tramite fotocamera collegata direttamente al microscopio.

Sono state rinvenuti i seguenti gruppi algali:

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Cyanobacteria Cryptophyta

Crysophyceae Chlorophyta

Bacillariophyceae Conjugatophyceae

Dinophyceae

Conteggio delle specie

Posizionata la camera di sedimentazione sul piano mobile del microscopio invertito si

procede dapprima ad un’osservazione generale del campione per il riconoscimento delle

specie presenti e quindi al conteggio.

Viene effettuato un primo conteggio con ingrandimento 400X, contando da 25 a 75 campi

fino ad arrivare almeno a 100 individui della specie più abbondante. Per le specie rare si

procede al conteggio di metà superficie della cella di sedimentazione utilizzando un

ingrandimento 200X.

Una volta enumerati i campi e gli individui di ogni singola specie si procede al calcolo della

densità cellulare secondo la formula seguente:

xx

tot

VC

CnN

⋅××= 1000

dove:

N = numero di individui per litro di ciascuna specie

n = numero di individui contati

Ctot = numero totale di campi della cella

Cx = numero di campi contati

Vx = volume della cella utilizzata

Determinazione del Biovolume

Oltre alla determinazione della densità cellulare, per le specie fitoplanctoniche più

abbondanti è stato calcolato anche il volume cellulare (biovolume), utilizzando le formule

geometriche proposte da Rott e Schroeder (Rott, 1981, Hillebrand, 1999).

Il biovolume algale viene calcolato assimilando le alghe a forme geometriche semplici,

quindi calcolandone il volume. rispetto al semplice conteggio della densità algale permette

di stimare la quantità di biomassa algale, diminuendo il peso delle specie piccole, che

possono essere molto numerose ma comunque di ridotto volume complessivo.

Le misure sono state effettuate utilizzando un oculare provvisto di scala micrometrica.

La biomassa, espressa in mm3/m3, è stata quantificata come volume cellulare di ciascuna

specie moltiplicato per il numero totale di individui appartenenti alla specie. Il volume è

stato ricalcolato a seconda delle dimensioni delle alghe.

Registrazione dei risultati

I risultati, raccolti mediante foglio di conteggio quando non sia possibile l’utilizzo diretto del

database, vengono inseriti nel database dedicato predisposto.

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Indagine sui sedimenti

La campagna d’indagine effettuata nel 2006 ha previsto la caratterizzazione del sedimento

del lago nelle tre stazione di monitoraggio ufficiale e delle Torbiere di Iseo per la ricerca di

alcuni parametri fisici e chimici.

I prelievi sono stati effettuati con benna modello Ekman-Birge ed il campione è stato

suddiviso in due aliquote per le analisi chimiche e per le prove di tossicità.

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7. APPORTI CHIMICO-FISICI DEI TRIBUTARI

7.1 Caratteristiche chimiche e chimico – fisiche Negli anni considerati sui corsi d’acqua oggetto d’indagine e sull’Oglio immissario sono stati eseguiti 12 campionamenti con frequenza mensile. Le caratteristiche chimiche di base sono indicate nelle tabelle seguenti.

INDAGINI SUGLI AFFLUENTI Punti di campionamento

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Torrente Allione a Berzo DemoTorrente Allione a Berzo DemoTorrente Allione a Berzo DemoTorrente Allione a Berzo Demo

Superficie bacino (km2): 56.8

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 501

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1601273 Y 5104719

Quota massima bacino (m s.l.m.) 2733

Quota media bacino (m s.l.m.) 1740

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 1.7

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TORRENTE ALLIONE - 2006/2007Berzo Demo

0

1

2

3

4

5

6

feb-

06

mar

-06

apr-0

6

ma

g-0

6

giu

-06

lug

-06

ago

-06

set-

06

ott-0

6

nov-

06

dic

-06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-0

7

ma

g-0

7

giu

-07

lug

-07

ago

-07

set-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

set-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 ml

I.B.E. IIIClasse II

II

7,97,9 8,0

2216

7,7 8,18,0 7,6 5,1 7,2

III

10,1

8,2 8,1 7,6 7,5 8,3 7,9

0 0n.d. 98 60 8136 1 00 0 10 0

11,5 11,46,9 n.d. 4,0 4,314,0 13,0 5,7 16,614,0 15,2 9,0 7,2

2,0 2,0 2,52,4 n.d. 0,4 0,72,0 1,8 0,4 1,84,0 4,2 2,0 1,2

<0,01 0,01 <0,01<0,01 0,01 0,05 <0,010,24 0,01 <0,01 <0,010,01 <0,01 0,05 0,04

<0,01 0,01 <0,01<0,01 <0,01 <0,01 <0,010,12 <0,01 <0,01 <0,01<0,01 <0,01 0,03 0,03

16,0 <5 <5<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5

<3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3

101,0 89,0 98,897,4 98,7 97,0 86,0101,0 107,0 102,0 90,097,0 95,0 93,2 120,0

9,7 7,7 9,49,7 9,6 10,2 9,39,6 10,5 9,9 8,210,7 11,5 11,0 12,9

0,9 1,2 1,30,7 n.d. 0,6 0,71,2 1,2 0,6 1,81,6 1,2 1,6 0,9

<0,02 <0,02 0,1<0,03 <0,03 <0,02 0,04<0,03 <0,03 <0,03 <0,03<0,03 <0,03 <0,03 0,04

2,9 1,3 1,31,7 n.d. 0,6 0,83,1 3,9 1,8 2,97,6 11,2 4,3 3,0

59 68 68180 90 33 32100 180 90 8540 150 50 75

108 95 106140 155 67 70159 512 160 150147 193 136 102

7,6 14,7 10,39,3 7,7 9,4 8,717,0 17,3 14,0 14,13,8 3,0 8,2 8,2

7,2 <1 <1<1 <1 <1 <1<1 <1 <1 1,5

1,1 4,5 1,22,2 0,2 5,1 5,20,3 0,3 0,8 0,31,4 1,2 1,3 0,5

<1 <1 <1 3,0

Page 87: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

87

Fiume Oglio a CedegoloFiume Oglio a CedegoloFiume Oglio a CedegoloFiume Oglio a Cedegolo

Superficie bacino (Km2): 752.3

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 402

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1604520 Y 5102534

Quota massima bacino (m s.l.m.) 3534

Quota media bacino (m s.l.m.) ND

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 6.8

Page 88: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

88

FIUME OGLIO - 2006/2007Cedegolo

0358

1013151820

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-0

6

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

set-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

set-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 mlI.B.E.Classe

14,1

17329

<5

0,02

0,02

3,8

1,3

10,7

100,1

<3

106

65

1,5

0,1

4,3

7,6

<1

10,3

3,7 2,5 4,6 7,7 8,6 4,2 6,6 9,4 5,8 14,7 9,54,2 4,1 4,4 14,4

n.d. <1 <1 1,5 <1 <1 1,2 10,0 <1 9,5 <12,0 1,5 1,4 <1

2,7 5,5 6,5 4,7 9,0 15,5 16,9 16,0 10,5 15,4 14,714,6 10,6 10,0 11,5

180 163 205 168 107 149 120 130 104 113 102140 150 180 114

70 70 170 60 80 115 80 85 46 60 6990 75 85 49

2,7 3,2 3,7 3,3 2,5 2,9 2,1 2,3 1,2 1,2 1,61,7 2,6 2,2 2,5

0,20 0,03 0,05 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 0,03 0,12 0,05<0,03 <0,03 <0,03 0,22

1,5 1,7 1,6 1,7 0,7 1,3 1,1 1,2 0,9 1,0 1,30,7 1,0 1,2 1,9

10,8 11,4 10,8 10,7 9,9 8,3 9,0 9,3 9,8 9,7 9,28,9 9,8 9,7 10,0

94,0 97,4 100,0 95,0 93,5 87,8 93,0 98,3 95,0 103,0 96,092,0 99,4 99,2 98,0

<3 <3 3,0 <3 <3 <3 4,0 3,5 <3 <3 <3<3 3,7 <3 <3

<5 5,2 5,2 5,6 <5 <5 6,5 5,6 <5 14,3 <55,3 5,5 <5 <5

0,03 0,05 0,27 0,26 0,04 0,13 0,03 0,03 0,02 <0,01 0,030,03 0,02 0,02 <0,01

0,06 0,10 0,50 0,57 0,07 0,26 0,06 0,08 0,03 0,05 0,040,05 0,03 0,04 0,03

8,1 5,4 5,0 4,4 2,0 4,0 3,7 1,6 2,5 2,78,4 3,0 3,2 3,0

43,5 18,0 17,6 11,0 8,1 15,0 20,2 9,4 13,612,0 14,0 14,6 17,4

>24192 >24192 19863 10462 >2419215531 n.d. >24192 749

7,6 8,3

4611 >24192>24192 24192 >24192 >24192

9,2 15,8

8,3 8,2 8,0 7,9 7,2 7,67,8 7,6 8,5 n.d.

III

1,6

8,07,7 7,7

III III

Page 89: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

89

Fiume Oglio a CividateFiume Oglio a CividateFiume Oglio a CividateFiume Oglio a Cividate Superficie bacino (km

2): 963.3

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 260

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1598421 Y 5088266

Quota massima bacino (m s.l.m.) 3534

Quota media bacino (m s.l.m.) ND

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 10.1

Page 90: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

90

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

apr-

07

giu-

07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 mlI.B.E.Classe

n.d. <1 1,5 <1

9,9 7,5 7,5 10,1 12,0 14,1 13,4 8,6 10,3 12,3 11,514,1 6,7 6,4 9,0

<1 <1 1,5 1,8 <1 <1 <12,0 2,3 1,2 13,5

3,5 8,8 8,0 8,2 10,9 17,3 13,8 15,3 11,6 12,1 11,613,5 11,6 11,1 12,7

473 386 466 346 357 193 179 180 348 283 197170 160 200 398

350 110 400 150 200 150 140 90 196 169 15285 190 115 120

12,8 10,8 4,3 4,3 3,5 3,1 1,2 2,2 1,4 1,9 1,32,1 1,1 2,9 2,3

0,30 <0,03 0,06 <0,03 <0,03 0,03 <0,03 <0,03 0,02 0,08 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 0,04

10,8 1,9 1,7 1,2 0,2 0,9 0,1 1,2 1,1 0,7 1,11,3 0,1 1,5 2,3

11,6 11,3 10,7 11,2 9,9 9,2 9,1 9,7 11,4 9,1 9,58,9 9,8 9,5 9,6

99,0 104,1 102,3 104,5 103,6 100,6 97,0 98,0 107,8 91,2 91,091,0 100,4 98,0 93,5

3,0 3,0 4,0 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3

5,1 6,7 6,0 <5 <5 <5 <5 <5 6,3 <5 <5<5 <5 <5 5,5

0,07 0,05 0,02 0,06 0,04 0,03 0,02 0,03 0,02 0,01 <0,010,03 0,02 0,04 0,01

0,10 0,09 0,03 0,13 0,07 0,06 0,05 0,06 0,04 0,02 0,020,05 0,05 0,07 0,02

45,5 8,8 4,8 2,5 0,4 3,0 1,8 2,0 2,3 1,7 2,23,5 0,5 14,8 4,8

729,0 95,0 154,0 60,0 7,7 27,7 31,3 52,8 25,0 7,7 88,0 168,0

> 24192 5172 >24192 19863

7,9 8,1

>24192 488419863 n.d. 15531 13617330 17330

8,1 8,5 8,2 8,3 8,4 8,27,8 8,2 8,1 8,3

76,0 72,6

8,17,8 7,8

435212033 2282

III

8,6

8,3

<1

12,3

263

197

1,5

<0,02

1,1

10,9

109,0

<3

<5

<0,01

0,02

2,1

72,5

4106

III

54,6

FIUME OGLIO - 2006/2007Cividate Camuno

0

5

10

15

20

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-0

6

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-0

6

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-0

7

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

Page 91: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

91

Canale Italsider a PisogneCanale Italsider a PisogneCanale Italsider a PisogneCanale Italsider a Pisogne

Superficie bacino (km2): ND

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 186

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1586114 Y 5073583

Quota massima bacino (m s.l.m.) ND

Quota media bacino (m s.l.m.) ND

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 33.8

Page 92: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

92

CANALE ITALSIDER - 2006/2007Pisogne

0

10

20

30

40

50

60

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-0

6

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-0

6

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

set-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 ml

8,37,9 8,2 7,9 7,97,6 7,9 8,5 8,0

2,0

8,3 7,7 7,9 7,8 7,3 7,5

7701 54758481 6488 >24192 7270

21,8 41,0

770110462 7270 12997 46115099 3654 17329 5475

30,852,8 28,1 66,0 104,012,6 73,0 29,0 34,165,5 29,5 71,0 32,7

1,9 1,73,9 3,8 5,4 3,82,2 63,0 4,2 3,25,1 5,0 5,0 4,0

0,05 0,02 0,050,04 0,03 0,03 0,030,03 0,04 0,02 0,070,30 0,04 0,16 0,06

0,03 <0,01 0,020,02 0,15 0,02 0,010,02 0,02 <0,01 0,020,10 0,02 0,10 0,02

8,6 <5 7,6<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5

<3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3

101,9 102,7 85,095,0 94,6 82,5 92,595,0 96,0 101,0 96,086,0 90,0 91,0 96,0

10,6 10,6 8,18,9 9,8 8,7 10,19,4 10,4 9,2 9,010,2 10,6 9,9 10,4

0,8 0,8 1,01,6 1,2 1,4 2,00,8 1,0 0,8 0,90,8 1,3 <0,2 1,2

0,23 0,06 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,030,06 <0,03 0,04 <0,03

1,3 0,9 1,23,4 3,0 2,7 2,01,5 2,1 3,2 3,01,4 2,6 11,3 2,3

57 97 8890 85 100 80100 120 75 100150 90 310 95

127 192 112155 150 170 176160 150 190 170213 187 370 270

11,5 12,8 14,412,7 9,8 10,4 10,710,5 25,0 14,6 15,24,2 4,7 7,4 8,6

4,9 <1 <12,0 2,5 <1 <11,0 1,8 2,5 3,2n.d. <1 <1 <1

n.d. 29,7 47,514,1 20,9 27,3 38,258,8 34,6 35,1 11,718,9 20,0 21,3 30,7 37,9

7,9

<1

14,1

164

85

1,1

<0,02

0,9

10,1

102,0

<3

39,9

7701

<5

<0,01

0,02

1,5

Page 93: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

93

Torrente Trobiolo a PisogneTorrente Trobiolo a PisogneTorrente Trobiolo a PisogneTorrente Trobiolo a Pisogne

Superficie bacino (km2): 10.2

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 188

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1585955 Y 5072399

Quota massima bacino (m s.l.m.) 1410

Quota media bacino (m s.l.m.) 900

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 0.120

Page 94: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

94

TORRENTE TROBIOLO - 2006/2007Pisogne

0,0

0,5

1,0

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-0

6

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-0

6

ott-0

6

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

set-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 ml

923

613

<5

<0,01

0,01

5,9

1,4

9,7

102,0

<3

1570

959

1,7

<0,02

0,1

7,9

20,0

16,3

0,0 0,1 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 0,2 0,0 0,1 0,00,1 0,2 0,4 0,1

n.d. <1 4,0 <1 <1 1,5 2,0 2,3 52,0 29,0 45,01,5 2,0 1,3 36,0

4,4 6,6 10,0 11,4 10,0 25,0 19,5 15,3 14,5 14,7 16,517,8 13,5 8,2 12,1

1160 1363 933 1367 1338 1400 1270 1170 1570 1440 10911100 1000 1100 1790

800 850 800 950 1000 1200 850 1000 1092 1192 1426950 870 850 1203

1,7 14,0 3,9 6,0 4,8 5,4 3,4 3,4 1,8 1,2 1,03,7 3,3 2,4 2,0

<0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 0,76 0,22 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 0,10

1,2 2,0 1,5 1,2 1,0 1,4 0,9 1,3 1,0 1,0 0,91,8 1,6 1,2 1,8

11,3 10,9 10,4 9,7 9,0 8,8 9,0 9,4 9,9 10,6 8,48,7 8,5 8,7 10,1

97,0 98,0 101,0 95,0 94,0 91,0 97,0 99,4 100,7 107,2 87,096,3 90,0 82,5 95,0

<3 <3 8,0 3,2 3,0 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3

<5 <5 14,0 5,7 6,2 5,2 <5 <5 <5 <5 7,3<5 <5 <5 <5

0,01 0,01 <0,01 <0,01 0,02 0,02 <0,01 0,02 <0,01 <0,01 <0,010,02 0,02 0,01 <0,01

0,03 0,02 <0,01 <0,01 0,03 0,03 0,03 0,07 0,03 0,02 0,010,05 0,04 0,02 0,02

6,4 6,6 4,5 22,0 5,0 6,3 4,8 6,7 4,2 4,429,0 5,9 8,0 9,3

186 800 5 677 820 633 1213 771 1256872 68 1026 2251

30 12 888 30 150013 187 52 464

7,9 7,6

6131 408150 389 0 31

515 993

8,4 8,3 8,1 8,5 8,1 8,28,3 8,3 8,2 8,1

5,7

8,18,2 8,6

Page 95: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

95

Torrente Zu a Riva di SoltoTorrente Zu a Riva di SoltoTorrente Zu a Riva di SoltoTorrente Zu a Riva di Solto Superficie bacino (km

2): 11.0

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 200 Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1580651 Y 5068007

Quota massima bacino (m s.l.m.) 1310 Quota media bacino (m s.l.m.) 870 Portata media anni 2006-2007 (m

3 s

-1) 0.090

Page 96: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

96

dic-

05

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 mlI.B.E.Classe

<1 n.d. <1 <1

0,02 0,01 0,08 0,20 0,37 0,18 0,12 0,05 0,030,01 0,02 0,04 0,06

<1 <1 <1 <1 <1<1 <1 <1 <1

3,8 1,6 6,6 7,5 6,8 12,9 13,4 15,3 18,228,0 18,5 n.d. 11,8

380 346 395 358 375 350 325 315 261400 391 380 340

220 320 180 300 175 190 199 173 213220 200 190 165

2,7 4,2 2,5 n.d. 4,2 3,1 3,5 2,6 2,33,4 2,6 5,6 2,2

<0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 0,04 0,04 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,02

0,9 2,4 0,0 0,0 2,2 1,3 3,4 2,6 2,01,6 0,1 3,6 2,2

11,8 12,6 11,2 9,4 11,1 11,5 8,5 10,3 6,99,3 8,9 n.d. 9,9

99,5 99,0 96,0 81,2 99,0 102,4 96,2 105,9 79,091,7 103,0 n.d. 92,7

<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 3,4 <3 <3

<5 <5 <5 <5 <5 <5 7,0 <5 <5<5 6,0 5,2 <5

0,04 0,05 0,03 0,01 0,01 <0,01 0,04 0,01 <0,010,01 0,09 0,07 0,01

0,07 0,10 0,05 0,02 0,02 <0,01 0,04 0,01 <0,010,03 0,16 0,15 0,03

2,5 11,7 4,0 11,1 5,6 6,0 6,2 5,5 5,68,6 9,0 8,4 4,9

7,2 31,3 56,0 18,2 15,0 16,8 28,0 28,4 20,3 19,3

0 0 5 272

8,5 8,2

1785 84>24192 1039 3873 60170 60

8,3 8,6 6,6 7,0 8,5 8,48,5 8,7 n.d. 8,4

II

57,4 21,3

8,5

II

173

II

0,03

8,3

<1

16,2

395

211

4,0

<0,02

3,6

9,8

104,2

<3

5,3

<0,01

0,01

6,6

25,3

2

28,9

TORRENTE ZU - 2006/2007Riva di Solto

0,0

0,5

1,0

dic-

05

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (

mg/

l)

Portata Fosforo totale

Page 97: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

97

Torrente Bagnadore a MaroneTorrente Bagnadore a MaroneTorrente Bagnadore a MaroneTorrente Bagnadore a Marone

Superficie bacino (km2): 18.4

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 191

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1584960 Y 5065800

Quota massima bacino (m s.l.m.) 1933

Quota media bacino (m s.l.m.) 1080

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 0.320

Page 98: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

98

TORRENTE BAGNADORE - 2006/2007Marone

0,0

0,5

1,0

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-0

6

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-0

6

ott-0

6

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

set-

07

Q (

m3/s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 ml

19,2

8164

<5

<0,01

0,01

2,8

1,3

11,2

109,5

<3

341,0

191

1,4

<0,02

0,1

8,3

<1

12,4

0,1 0,2 0,3 0,4 0,6 0,2 0,2 0,2 0,3 0,2 0,10,5 0,8 0,7 0,3

n.d. <1 <1 <1 1,5 <1 <1 <1 6,0 <1 <1<1 1,5 <1 9,5

7,2 7,4 9,2 11,0 12,0 25,0 16,8 14,0 14,4 13,5 15,914,5 12,7 11,7 12,2

327 373 338 402 385 340 300 260 347 298 287240 220 235 324

300 185 270 320 200 200 210 180 203 207 177175 160 150 113

2,5 3,4 3,9 3,2 2,2 3,0 3,7 3,1 2,3 1,6 1,63,4 3,1 2,9 2,6

0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,02 0,05 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,02

1,3 1,9 1,7 1,4 0,7 1,5 1,5 1,0 2,3 1,4 1,31,8 1,6 1,7 2,6

10,8 10,9 10,0 9,9 8,7 9,8 9,2 9,3 8,9 11,3 8,99,7 8,6 9,4 9,8

97,6 98,0 102,0 99,6 93,0 99,8 99,0 98,0 92,1 103,0 94,098,0 88,5 98,0 92,0

<3 <3 <3 <3 3,0 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3

<5 <5 <5 <5 5,0 <5 <5 <5 7,6 <5 <5<5 <5 <5 <5

<0,01 0,02 0,24 0,02 <0,01 0,15 0,01 0,02 0,03 0,01 <0,010,01 0,02 0,01 <0,01

0,01 0,04 0,50 0,04 0,02 0,02 0,02 0,03 0,10 0,02 <0,010,04 0,02 0,03 0,03

4,0 6,6 4,0 3,7 2,3 7,2 6,0 5,6 3,6 3,85,2 5,8 7,6 6,0

86,0 33,0 62,0 18,0 18,0 24,0 146,0 19,4 22,422,0 26,0 23,0 48,8

435 201 228 97 42620 933 6867 323

7,6 7,5

10462 4130 906 2602 530

25,3 21,0

8,5 8,4 8,2 8,6 8,2 8,37,8 8,2 8,3 8,1

6,7

8,48,6 8,5

Page 99: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

99

Torrente Opol a MaroneTorrente Opol a MaroneTorrente Opol a MaroneTorrente Opol a Marone

Superficie bacino (km2): 6.2

Quota punto campionamento (m s.l.m.) 186

Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):

X 1584870 Y 5065487

Quota massima bacino (m s.l.m.) 1440

Quota media bacino (m s.l.m.) 870

Portata media anni 2006-2007 (m3 s

-1) 0.084

Page 100: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano delle Torbiere di Iseo della Valle Camonica

TORRENTE OPOL - 2006/2007Marone

0,0

0,5

1,0

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-0

6

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-0

7

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Q (

m3 /s

ec)

0,0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

P (m

g/l)

Portata Fosforo totale

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

giu-

06

lug-

06

set-

06

nov-

06

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Portata m3/secpH

Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3

Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5

mg/l O2

COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4

Escherichia coli UFC/100 ml

n.d. 2,0 <1 <1

0,05 0,12 0,18 0,23 0,05 0,03 0,11 0,02 0,050,07 n.d. n.d. 0,02

<1 <1 1,5 <1 <1<1 <1 <1 <1

2,9 5,1 8,0 11,0 25,0 22,8 18,2 10,7 16,812,3 14,9 16,4 19,2

340 452 416 500 520 187 250 330 473418 398 369 221

310 200 370 400 390 210 185 270 258200 247 188 271

0,7 2,4 4,1 2,5 2,0 2,7 3,7 1,5 1,21,0 1,9 1,2 1,2

<0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,02<0,02 0,08 0,08 <0,02

0,3 1,0 1,5 1,2 0,8 0,5 1,9 0,8 1,11,0 1,6 1,1 0,9

11,0 11,2 n.d. 10,4 8,7 10,3 8,9 9,2 10,611,1 9,9 10,1 8,4

83,0 97,0 n.d. 107,0 99,0 102,0 95,0 99,0 113,5107,0 102,0 108,0 90,8

<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3

6,0 <5 <5 <5 <5 <5 <5 5,2 5,9<5 8,6 <5 9,7

0,09 <0,01 0,01 0,03 0,02 0,01 0,01 0,07 0,02<0,01 0,04 0,01 0,04

0,15 0,01 0,03 0,05 0,04 0,03 0,04 0,10 0,04<0,01 0,04 0,02 0,05

1,0 4,0 3,2 2,9 2,7 3,2 3,8 3,2 3,32,8 3,3 2,4 2,6

31,0 53,0 60,0 62,0 60,6 64,0 74,0 63,0 77,5 69,2 69,1 65,3

6867 909 4106 2359

8,0 8,0

15536488 3873 2909 19863>24192 19863

7,2 8,8 8,5 8,6 8,68,8 8,5 8,6 8,5

70,0

8,3 8,7

5794 2046

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

101

La classificazione dello Stato Ecologico (S.E.C.A) per i corsi d’acqua corrente si effettua incrociando il dato risultante dai Macrodescrittori (L.I.M.) con il risultato dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.), attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore tra quelli derivati dalle valutazioni relative ad I.B.E. e Macrodescrittori. Dall’analisi del dato chimico emerge una situazione di sostanziale omogeneità nell’arco di tutto il bacino, che vede assegnata una classe II (stato di ecologico BUONO). Il dato biologico (I.B.E.) conferma il quadro generale, con l’eccezione del valore insolitamente alto della classe del Borlezza. Va tuttavia considerato che la suddetta stazione ricade in un tratto fortemente artificializzato ed interessato da una derivazione. Per quanto concerne i corsi d’acqua che recapitano direttamente a lago, si segnala la carica batterica media del torrente Opol e del canale Italsider, rispettivamente di 6.300 e 7.600 UFC./100 ml di Escherichia coli. Si riporta di seguito la tabella comparativa, integrata con i dati della rete di monitoraggio regionale (anno 2006).

Rete di monitoraggio corsi idrici superficiali - anno 2006

Corso d'acqua Comune L.I.M. I.B.E. S.E.C.A.

2006 TOTALE CLASSE MEDIA CLASSE

T. Ogliolo Edolo 405 2 8,1 2 2

T. Allione Berzo Demo 405 2 8,2 2 2

T. Dezzo Angolo Terme 420 2 7,0 3 3

T. Grigna Esine 410 2 6,3 3 3

F. Oglio

Vezza d’Oglio 385 2 8,1 2 2

Cedegolo 385 2 6,0 3 3

Cividate Camuno 405 2 6,6 3 3

Esine 410 2 6,1 3 3

Costa Volpino 420 2 6,3 3 3

T. Zu Riva di Solto 385 2 8,4 2 2

T. Borlezza Castro 390 2 3,0 5 5

Canale Italsider Pisogne 405 2

T. Trobiolo Pisogne 385 2

T. Bagnadore Marone 425 2

T. Opol Marone 405 2

In grassetto i dati raccolti nel corso del presente studio.

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

102

8 MONITORAGGIO CHIMICO-FISICO DEL LAGO D’ISEO

8.1 Limnologia fisica

Proseguendo le indagini degli anni precedenti si sono analizzati i parametri fisici principali che

hanno caratterizzato le acque del lago di Iseo.

I parametri scelti hanno consentito di verificare gli aspetti più importanti dell’idrodinamica

lacustre e, in particolare, di accertare la profondità raggiunta dal mescolamento tardo

invernale, di valutare gli eventi idrologici importanti, di definire attraverso la valutazione del

bilancio termico i meccanismi di stratificazione e destratificazione termica delle acque. Tutto

ciò grazie alla disponibilità dei dati del ciclo stagionale riguardanti le temperature, le

concentrazioni di ossigeno lungo l’intera colonna e la variazione del livello del lago, cioè gli

aspetti che intervengono con maggiore efficacia nel regolare lo scambio energetico

all’interfaccia acqua del lago - atmosfera.

Per il lago si riportano afflussi (sia giornalieri che cumulati), le altezze idrometriche, i volumi

giornalieri disponibili cumulati, le portate erogate (giornaliere e cumulate).

Confronto tra Afflussi e Portate erogate per i primi 8 mesi del 2005 per il lago d’Iseo

Confronto tra Afflussi e Portate erogate per i mesi estivi 2005 per il lago d’Iseo

Dal 1 aprile al 31 agosto 2005, gli afflussi medi giornalieri si sono sempre mantenuti al di

sotto degli afflussi medi giornalieri storici, approssimandosi all’andamento dei minimi storici.

Bilancio 2005 - Lago d'Iseo (m3/s)

0

20

40

60

80

100

120

140

gen feb mar apr mag giu lug ago

portate erogate

afflussi

Bilancio SICCITA' 2005 - Lago d'Iseo (m3/s)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

mag giu lug ago

portate erogate

afflussi

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103

Gli afflussi al lago nel periodo aprile - agosto sono stati complessivamente inferiori anche

rispetto allo stesso periodo del 2003.

Fig. 7.1.3 - Bilancio Cumulato per i mesi estivi 2005 per il Lago d’Iseo

Infine le portate medie giornaliere erogate durante il periodo considerato sono state inferiori

rispetto alle medie giornaliere storiche, e per il periodo dal 10 al 30 giugno inferiori anche

rispetto ai minimi storici. Il confronto con lo stesso periodo del 2003 mostra che le

erogazioni sono state sempre inferiori a quelle del 2003, ad esclusione di una decina di

giorni intorno alla metà di luglio.

8.2 Livello del lago

L’analisi dei livelli idrometrici medi giornalieri del lago mostra come anch’essi si sono

mantenuti al di sotto delle medie giornaliere storiche durante tutto il periodo esaminato, pur

rimanendo superiori a quelli del 2003.

Fig. 7.1.4 - Confronto livelli mensili del Lago d’Iseo degli anni 2003 e 2005

Bilancio Cumulato SICCITA' 2005 - Lago d'Iseo (m3/s)

0

2.000

4.000

6.000

8.000

mag giu lug ago

portate erogate

afflussi

Livelli - Lago d'Iseo

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

100

120

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

cm

2003

2005

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104

Stazione di Monteisola-Tavernola

La colonna d’acqua nel punto di massima profondità del lago raggiunge una profondità di

circa 250 m.

Trasparenza e clorofilla a

Il parametro trasparenza presenta i valori più alti nei mesi invernali, con gli 11 m misurati nei

mesi di febbraio e marzo 2006 e gli 8 m raggiunti a febbraio nel 2007. Nei mesi primaverili

ed estivi, con l’aumento della produzione algale, la misura della trasparenza subisce un

notevole calo (3.2 m misurati ad agosto in entrambi gli anni di studio).

L’analisi della clorofilla a ha messo in evidenza valori del pigmento fotosintetico inversamente

correlati con quelli della trasparenza. Basse concentrazioni di clorofilla a sono state registrate

nei mesi invernali, i

meno produttivi,

mentre i valori più alti

sono in corrispondenza

dei mesi primaverili. Le

massime concentrazioni

di clorofilla a si sono

misurate ad aprile e

maggio 2006 (circa 9

µg l-1). In generale, si

evidenziano valori più

bassi della clorofilla a nel 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006. In particolare, a maggio

2007, il parametro fotosintetico risulta al di sotto del limite di rilevabilità mentre nello stesso

mese del 2006 il valore di clorofilla a registrava un picco di massimo.

Il biovolume algale è positivamente correlato con i valori della clorofilla.

A maggio 2006, la misura di tale parametro ha raggiunto il valore di circa 3.700 mm3 m-3

mentre nello stesso mese dell’anno successivo si è attestato a circa 1.700 mm3 m-3.

Temperatura

Il profilo della temperatura registrato

con sonda multiparametrica nel punto

di massima profondità ha evidenziato

un periodo di completa isotermia che

ha interessato l’intera colonna d’acqua

nei mesi di febbraio e marzo 2006. Ciò

indica la completa circolazione delle

acque lungo la colonna d’acqua in

questa stazione, così come era

avvenuto durante lo stesso periodo del

2005. Questo evento è causato

principalmente dalle temperature rigide invernali.

Nel 2007, la condizione di isotermia non si ripete a causa delle temperature invernali

piuttosto miti.

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Monte IsolaTRASPARENZA E CLOROFILLA a

02468

1012141618

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Clo

rofil

la a

g/l)

0

2

4

6

8

10

12

Tra

spar

enza

(m

)

Clorofilla a Trasparenza

Lago d'Iseo 2006Stazione di Monte Isola-Tavernola

TEMPERATURA

0

50

100

150

200

250

5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25

°C

Pro

fond

ità (

m)

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

nov-06

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105

La temperatura degli strati

superficiali si mantiene al di

sopra dei 7°C nei mesi di

gennaio e febbraio.

Ossigeno

La misura dell’ossigeno lungo tutta la colonna nel punto di massima profondità ha consentito

di documentare l’avvenuta completa circolazione delle acque con evidente riossigenazione

degli strati più profondi della colonna, dopo l’evento registrato a febbraio 2006. Il valore di

saturazione dell’ossigeno si attesta intorno al 53% su tutta la colonna e rimane al di sopra

del 20% durante la stratificazione estiva negli strati più profondi.

Nel corso del 2007, la sonda multiparametrica non ha registrato l’omogenizzazione lungo la

colonna d’acqua della percentuale di saturazione dell’ossigeno disciolto. In superficie questo

parametro si mantiene sopra un minimo del 95% (gennaio), mentre sul fondo passa dal 30%

circa di maggio ad una percentuale di circa il 6.5% nei tre mesi successivi. Si osserva quindi

una rapida tendenza all’anossia degli strati più profondi, con un peggioramento localizzato

negli ultimi 50 m.

Conducibilità elettrica specifica (a 20°C)

In generale nell’arco dell’anno la

concentrazione degli ioni nelle acque

aumenta con l’aumentare della

profondità.

A fine inverno, quando le condizioni

climatiche favoriscono la circolazione dei

laghi della fascia subalpina, in caso di

completa circolazione si osserva una

conducibilità pressoché costante lungo

tutta la colonna d’acqua. Tale condizione

è stata raggiunta nel 2006 a febbraio, interessando per il secondo anno consecutivo l’intera

colonna d’acqua nel punto di massima profondità con valori medi di 281 µS cm-1.

Lago d'Iseo 2007Stazione di Monte Isola-Tavernola

TEMPERATURA

0

50

100

150

200

250

5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25

°C

Pro

fond

ità (

m)

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006Stazione di Monte Isola-Tavernola

OSSIGENO DISCIOLTO %

0

50

100

150

200

250

0 50 100 150O2%

Pro

fond

ità (

m)

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

nov-06

dic-06

Lago d'Iseo 2007Stazione di Monte Isola-Tavernola

OSSIGENO DISCIOLTO %

0

50

100

150

200

250

0 50 100 150O2%

Pro

fond

ità (

m)

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006Stazione di Monte Isola-Tavernola

CONDUCIBILITA' (a 20°C)

0

50

100

150

200

250

200 250 300 350 400µS cm-1

Pro

fond

ità (

m) feb-06

set-06

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

106

Nel 2007, non si è verificata la piena

circolazione e la conducibilità lungo la

colonna d’acqua non si uniforma nel

periodo tardo invernale. Nelle acque

profonde la curva della conducibilità

rimane sostanzialmente invariata da

febbraio ad agosto.

Fosforo totale

Il trend generale della concentrazione di fosforo totale mostra un progressivo aumento dagli

strati superficiali verso quelli

profondi, con una modifica di

tale andamento nel periodo di

rimescolamento delle acque

tardo invernale (stagione

2005/06) quando le

concentrazioni tendono ad

uniformarsi su tutta la colonna. I

mesi di febbraio e marzo 2006

vengono interessati dalle più alte

concentrazioni con valori medi

rispettivamente intorno a 230 µg l-1 e 170 µg l-1 su tutta la colonna. A luglio 2007 la concentrazione del fosforo totale misurata sul fondo risulta essere di circa

400 µg l-1, valore assoluto più elevato durante il periodo monitorato. Va osservato che una

concentrazione così elevata è probabilmente legata ad un movimento del sedimento di fondo

durante le operazioni di prelievo, e non è quindi comparabile con gli altri risultati.

Nell’intero periodo d’indagine, la concentrazione media di fosforo totale in superficie è di

circa 35 µg l-1, mentre sul fondo si attesta su valori intorno a 142 µg l-1. La media di tutte le

misure, indicata in grafico, è di 71 µg l-1.

Azoto totale

Tra le forme dell’azoto

presenti nelle acque

lacustri, quelle inorganiche

(azoto nitrico, nitroso e

ammoniacale)

costituiscono dal 10 al

100% dell’azoto totale a

tutte le profondità.

Le maggiori fluttuazioni

quantitative dell’azoto

totale sono perciò legate

Lago d'Iseo 2007Stazione di Monte Isola-Tavernola

CONDUCIBILITA' (a 20°C)

0

50

100

150

200

250

200 250 300 350 400µS cm-1

Pro

fond

ità (

m) feb-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Monte IsolaFOSFORO TOTALE

0

100

200

300

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

nov-

06

dic-

06

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

µg/

l

Superficie

25 m

50 m

100 m

200 m

Fondo

Effetto circolazione tardo-invernale

71 µg/l

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Monte IsolaAZOTO TOTALE

0,0

0,5

1,0

1,52,0

2,5

3,0

3,5

4,0

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

mg/

l

Superficie

25 m

50 m

100 m

200 m

Fondo

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107

all’andamento delle concentrazioni di questi tre composti, in particolare dell’azoto nitrico e

dell’azoto ammoniacale.

La percentuale rimanente è costituita essenzialmente dalla componente organica.

L’ammoniaca, assente in acque ben ossigenate, viene misurata sul fondo nella stazione di

Monteisola (circa 1.2 mg l-1) quando la percentuale di saturazione dell’ossigeno è al di sotto

del 10% (giugno 2007), mentre nelle ultime analisi eseguite, il contenuto di azoto

ammoniacale nelle acque profonde si assesta intorno al 1.5 mg l-1 (con una percentuale di

saturazione dell’ossigeno intorno al 6%).

In generale, nella stazione di maggiore profondità del lago d’Iseo, dove l’evento di

circolazione delle acque non si presenta con frequenza annuale, negli stati superficiali è

maggiore l’apporto dell’azoto nitrico al valore dell’azoto totale, mentre negli strati più

profondi, in particolar modo quando l’ossigeno comincia a diminuire, è l’azoto ammoniacale a

fornire il maggior contributo

In generale, l’azoto totale nella stazione di Monteisola si attesta su valori medi di circa 1 mg

l-1 negli stati superficiali e di circa 2 mg l-1 negli strati più profondi.

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108

Stazione di Pisogne-Castro

La colonna d’acqua nella stazione più a nord del Sebino raggiunge una profondità di circa

120m.

Trasparenza e clorofilla a

Nella stazione di

Pisogne-Castro, il valore

della trasparenza, oltre

ad essere influenzato

dall’attività

fitoplanctonica, dipende

anche dalla presenza

dell’immissario principale

del lago d’Iseo, il fiume

Oglio, in territorio di

Costa Volpino.

Generalmente la

trasparenza in questa stazione risulta essere più bassa rispetto ai valori misurati nelle due

stazioni del lago, a sud.

I valori più elevati di trasparenza si sono misurati nel periodo invernale di entrambi gli anni di

studio.

Il massimo di trasparenza (9.50 m) si verifica a febbraio 2006, il minimo si rileva a luglio

2007 (1.50 m).

Ad aprile 2006 il valore della trasparenza arriva a 2.50 m quando si evidenzia un massimo

del valore della clorofilla a dovuto principalmente alla presenza delle specie fitoplanctoniche

appartenenti al taxon delle Bacillariophyceae. Il valore minimo raggiunto nel 2007 (1.50m a

luglio) è probabilmente dovuto alla presenza delle acque dell’immissario che aumentano la

torbidità delle acque in questa stazione.

Temperatura

Nel periodo tardo invernale 2005/06 si

è verificato l’evento di piena

circolazione delle acque. Il grafico del

profilo della temperatura mostra la

completa isotermia della colonna

intorno ai 5.9°C e il successivo inizio

del riscaldamento delle acque

superficiali a partire dal mese di aprile

che porterà alla completa

stratificazione termica della colonna a

fine estate.

L’inverno 2006/2007 è stato caratterizzato da temperature molto miti. Ciò non ha permesso il

rilascio del calore accumulato durante il periodo estivo e di conseguenza il raggiungimento

della condizione di isotermia su tutta la colonna della stazione di Pisogne-Castro, con la

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Pisogne - Castro TRASPARENZA E CLOROFILLA a

0

24

6

8

10

12

14

16

18

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

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06

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06

ago-

06

set-

06

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

Clo

rofil

la a

g/l)

0

2

4

6

8

10

12

Tra

spar

enza

(m

)

Clorofilla a Trasparenza

Lago d'Iseo 2006 - Stazione di Pisogne-CastroTEMPERATURA

0

20

40

60

80

100

120

5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25

°C

Pro

fond

ità (

m)

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

nov-06

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

109

mancata circolazione (e quindi

riossigenazione degli strati più

profondi) della colonna d’acqua.

La temperatura del fondo rimane

pressoché invariata per tutto il periodo

studiato e si attesta intorno ad un

valore di circa 6°C.

Ossigeno

La concentrazione dell’ossigeno

misurata nel periodo d’indagine 2006-

2007 presenta, a partire dal mese di

aprile, valori di sovra saturazione

nell’epilimnio dovuti all’attività

fitoplanctonica. Si può notare come in

entrambi gli anni i valori aumentino

progressivamente al sopraggiungere

della stagione calda, in particolare si

registra un picco in maggio 2006 del

153%. E’ possibile che la maggiore

attività fotosintetica primaverile sia

dovuta alla maggior presenza di

nutrienti disciolti in acqua in quanto

ridistribuiti lungo la colonna dal

rimescolamento delle acque. Il valore

minimo è stato misurato sul fondo nel

mese di gennaio 2006 (circa 40%)

prima del rimescolamento delle acque

che ha portato alla riossigenazione degli strati più profondi. La piena circolazione delle acque,

registrata nei mesi di febbraio e marzo 2006, mostra valori di saturazione omogenei su tutta

la colonna (attorno al 60%). Nello stesso periodo del 2007 il profilo verticale della

concentrazione dell’ossigeno disciolto

mostra che le acque non hanno circolato.

Conducibilità elettrica specifica (a

20°C)

Il profilo della conducibilità mostra un

andamento simile a quanto già visto per

la stazione di Monteisola-Tavernola. La

concentrazione degli ioni nelle acque di

Pisogne-Castro nel mese di febbraio

2006 si uniforma su tutta la colonna al

momento del rimescolamento delle acque (281 µS cm-1). A settembre 2006, il valore medio

Lago d'Iseo 2007 - Stazione di Pisogne-CastroTEMPERATURA

0

20

40

60

80

100

120

5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25

°C

Pro

fond

ità (

m)

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006 - Stazione di Pisogne-CastroOSSIGENO DISCIOLTO %

0

20

40

60

80

100

120

0 50 100 150

O2%P

rofo

ndità

(m

)

gen-06

feb-06

mar-06

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mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

nov-06

Lago d'Iseo 2007 - Stazione di Pisogne-CastroOSSIGENO DISCIOLTO %

0

20

40

60

80

100

120

0 50 100 150

O2%

Pro

fond

ità (

m)

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006 - Stazione di Pisogne-CastroCONDUCIBILITA' (a 20 °C)

0

20

40

60

80

100

120

200 250 300 350 400

µS cm-1

Pro

fond

ità (

m)

feb-06

set-06

Page 110: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

110

della conducibilità nei primi strati è circa 252 µS cm-1, mentre al di sotto dei 25 m si

mantiene costante su tutta la colonna (circa 285 µS cm-1).

In febbraio 2007 si evidenziano due diversi valori abbastanza netti di conducibilità: 265 µS

cm-1 circa per i primi 40 m e 285 µS cm-

1 circa per i restanti; ciò dimostra una

situazione diversa dall’anno precedente,

dove era presente un rimescolamento

completo delle acque su tutta la

colonna.

In agosto 2007 si riscontrano valori di

conducibilità minori per le zone

superficiali (circa 225 µS cm-1) che

raggiungono i medesimi valori di

febbraio oltre i 50 m.

Fosforo totale

Le concentrazioni medie di fosforo totale registrate in superficie, a 25 m e a 50 m di

profondità, sono rispettivamente di 33 µg l-1, 44 µg l-1 e 64 µg l-1. Al di sotto dei 100 m di

profondità la concentrazione media di fosforo è di circa 80 µg l-1.

I valori più elevati della concentrazione di fosforo totale si sono registrati a febbraio e marzo

2006 su tutta la colonna durante il periodo di piena circolazione delle acque. In tale periodo,

la concentrazione di fosforo si omogeneizza lungo tutta la colonna d’acqua attorno a un

valore compreso tra 150 e 180 µg l-1. Ma già a partire dal mese di aprile si riscontrano valori

minori in superficie e progressivamente in aumento verso il fondo seguendo l’avanzare della

stratificazione. Questa tendenza viene mantenuta per tutto il restante periodo investigato.

Lago d'Iseo 2007 - Stazione di Pisogne-CastroCONDUCIBILITA' (a 20 °C)

0

20

40

60

80

100

120

200 250 300 350 400

µS cm-1

Pro

fond

ità (

m) feb-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Pisogne - Castro FOSFORO TOTALE

0

50

100

150

200

gen-

2006

feb-

2006

mar

-200

6

apr-

2006

mag

-200

6

giu-

2006

lug-

2006

ago-

2006

set-

2006

nov-

2006

dic-

2006

feb-

2007

mar

-200

7

apr-

2007

mag

-200

7

giu-

2007

lug-

2007

ago-

2007

µg/

l

superficie

25 m

50 m

100 m

fondo

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

111

Azoto totale

La concentrazione di azoto totale in superficie presenta valori che vanno da un minimo di

0.52 mg l-1 misurati a luglio 2006, ad un massimo di 1.96 mg l-1 misurato nel mese di marzo

2006. La media della

concentrazione si mantiene,

ad ogni profondità della

colonna d’acqua, intorno a

1.4 mg l-1.

Da maggio 2007 la

concentrazione di azoto

totale su tutta la colonna è

relativamente omogenea

(compresa tra 0.5 a 1 mg l-1).

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Pisogne - Castro AZOTO TOTALE

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

gen-

2006

feb-

2006

mar

-200

6

apr-

2006

mag

-200

6

giu-

2006

lug-

2006

ago-

2006

set-

2006

nov-

2006

dic-

2006

gen-

2007

feb-

2007

mar

-200

7

mag

-200

7

giu-

2007

lug-

2007

ago-

2007

mg/

l

superficie

25 m

50 m

100 m

fondo

Page 112: FINALE ISEO CM Sebino ISEO CM Sebino.pdf · L’unità territoriale di riferimento è il ... reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali

Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

112

Stazione di Iseo-Predore

La colonna d’acqua nella stazione di Iseo-Predore, punto di prelievo più a sud del lago,

raggiunge una profondità di circa 80 metri. La circolazione delle acque su tutta la colonna nel

periodo 2001-2005 si è verificata ogni anno nel periodo tardo invernale.

Trasparenza e clorofilla a

Nel primo semestre d’indagine l’andamento generale di questi due parametri è analogo a

quello delle precedenti stazioni. I dati di trasparenza risultano più alti nei mesi invernali

diminuendo nei mesi primaverili in corrispondenza della maggiore attività fitoplanctonica e

correlandosi inversamente con quelli della clorofilla a.

I valori assoluti, rispetto ai bacini centrale e settentrionale del lago, sono sensibilmente

diversi, frutto di una

differente dinamica

fitoplanctonica. I valori

medi di trasparenza e

clorofilla a sono

rispettivamente 6.3m e

1.9 µg l-1. Il più alto

valore di clorofilla a si è

registrato a gennaio 2006

(5 µg l-1).

Temperatura

L’andamento delle termiche

lacustri nella stazione più

meridionale è analogo a quelli

precedenti ma con valori

sensibilmente inferiori durante

l’isotermia tardo invernale relativa

all’anno 2006 (circa 5.8°C

sull’intera colonna d’acqua) e

superiori nei mesi tardo primaverili

in cui l’inizio della stratificazione

termica fa registrare temperature

intorno ai 17.3°C negli strati più

superficiali. Questo differente

comportamento è imputabile alla

minore profondità della stazione

indagata rispetto alle stazioni di

Monteisola-Tavernola e Pisogne-

Castro.

Il 2007 non è stato interessato da

circolazione completa delle acque,

ed il lago ha mantenuto la

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Iseo - Predore TRASPARENZA E CLOROFILLA a

02468

1012141618

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

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06

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06

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06

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

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07

ago-

07

Clo

rofil

la a

g/l)

0

2

4

6

8

10

12

Tra

spar

enza

(m

)

Clorofilla a Trasparenza

Lago d'Iseo 2006 - Stazione di PredoreTEMPERATURA

0

20

40

60

80

100

5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25

°C

Pro

fond

ità (

m)

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

nov-06

Lago d'Iseo 2007 - Stazione di PredoreTEMPERATURA

0

20

40

60

80

100

5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25

°C

Pro

fond

ità (

m)

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

113

stratificazione anche nei mesi più freddi, avvicinandosi comunque all’isotermia nei mesi di

gennaio e febbraio 2007 nei primi 50m. Ciò è indicatore dell’eccezionale mitezza dell’inverno

2006-2007 visto che la circolazione delle acque almeno nei primi 75 metri di profondità si era

sempre verificata dal 1978 al 2006.

Ossigeno

La stazione di Iseo-Predore, similmente

a quella più settentrionale di Pisogne-

Castro, negli strati ipolimnici non

raggiunge mai situazioni di completa

anossia. Il più basso valore di

percentuale di ossigeno (circa 34%) si

è misurato sul fondo ad agosto 2007.

Durante il periodo di rimescolamento

delle acque, avvenuto su tutta la

colonna nel tardo inverno 2006, si

osservano percentuali di saturazione dell’ossigeno del 70% circa a febbraio e del 75% a

marzo.

Gli eventi di sovrasaturazione,

conseguenza di una maggiore attività

fotosintetica primaverile, raggiungono i

massimi valori misurati in tutto il lago,

circa 158%, a maggio 2006 alla

profondità di 10 m.

Conducibilità elettrica specifica (a 20°C)

L’andamento della conducibilità lungo la

colonna d’acqua in febbraio 2006 è

identico a quanto riscontrato nelle

precedenti stazioni, ma con valori

inferiori. Nel periodo di circolazione

delle acque il parametro si uniforma su

tutta la colonna attestandosi intorno a

279 µS cm-1 a febbraio.

A settembre la conducibilità mostra

valori intorno ai 220 µS cm-1 negli strati

superficiali, mentre in profondità i valori

si attestano intorno ai 285 µS cm-1.

Nel 2007 la mancata circolazione totale

della colonna d’acqua ha mantenuto

invariati i valori di conducibilità degli

strati più profondi (285 µS cm-1),

mentre in superficie si passa dai circa

Lago d'Iseo 2006 - Stazione di PredoreOSSIGENO DISCIOLTO %

0

20

40

60

80

100

0 50 100 150

O2%

Pro

fond

ità (

m)

gen-06

feb-06

mar-06

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mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

nov-06

dic-06

Lago d'Iseo 2007 - Stazione di PredoreOSSIGENO DISCIOLTO %

0

20

40

60

80

100

0 50 100 150O2%

Pro

fon

dità

(m

)

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

Lago d'Iseo 2006 - Stazione di PredoreCONDUCIBILITA' (a 20 °C)

0

20

40

60

80

100

200 250 300 350 400

µS cm-1

Pro

fond

ità (

m) feb-06

set-06

Lago d'Iseo 2007 - Stazione di PredoreCONDUCIBILITA' (a 20 °C)

0

20

40

60

80

100

200 250 300 350 400

µS cm-1

Pro

fond

ità (

m) feb-07

ago-07

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114

270 µS cm-1 di febbraio ai 220 µS cm-1 nell’agosto 2007.

Fosforo totale

Nel periodo d’indagine si osserva un regolare aumento della concentrazione del fosforo totale

con la profondità. A febbraio e marzo la concentrazione media di fosforo negli strati

superficiali (superficie e 25 m) è rispettivamente di 128 µg l-1 e 115 µg l-1.

Nello stesso periodo del 2007 è rispettivamente di 35 µg l-1 e 77 µg l-1, valori nettamente

inferiori che si correlano alla mancata circolazione dei nutrienti dal fondo verso la superficie

del lago.

In generale, nel 2007 si è rilevata una diminuzione dei valori di fosforo totale negli strati

superficiali mentre al di sotto dei 50 m di profondità la concentrazione di tale parametro

rimane pressoché uguale al periodo precedente.

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di PredoreFOSFORO TOTALE

0

50

100

150

200

gen-

2006

feb-

2006

mar

-200

6

apr-

2006

mag

-200

6

giu-

2006

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2006

ago-

2006

set-

2006

nov-

2006

dic-

2006

feb-

2007

mar

-200

7

apr-

2007

mag

-200

7

giu-

2007

lug-

2007

ago-

2007

µg/

l

Superficie

25 m

50 m

Fondo

Azoto totale

Nel periodo indagato la concentrazione di azoto totale in superficie presenta valori più bassi

rispetto agli strati a maggiore profondità, con una media di circa 1 mg l-1.

I valori massimi vengono

raggiunti alla profondità di 50

m, con medie nel periodo di

circa 1.7 mg l-1.

Da maggio 2007 i valori di

azoto totale, su tutta la

colonna d’acqua, si

stabilizzano su concentrazioni

che vanno da 0.5 a 1 mg l-1.

Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Predore AZOTO TOTALE

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

gen-

2006

feb-

2006

mar

-200

6

apr-

2006

mag

-200

6

giu-

2006

lug-

2006

ago-

2006

set-

2006

nov-

2006

dic-

2006

gen-

2007

feb-

2007

mar

-200

7

mag

-200

7

giu-

2007

lug-

2007

ago-

2007

mg/

l

Superficie

25 m

50 m

Fondo

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

115

Anno 2007

Andamento di alcuni parametri chimico-fisici

Ossigeno disciolto

Nel corso dell’anno le acque

ipolimniche hanno risentito

dell’assenza di completa circolazione

dell’inverno 2006-2007. Nell’inverno

eccezionalmente mite del 2007 il

lago non ha circolato nemmeno a

Predore (-80 m); l’ultimo episodio di

circolazione completa risale

all’inverno precedente (marzo 2006).

Le concentrazioni di ossigeno nelle

acque profonde, in prossimità del

fondo a Montisola, presentano una rilevante anossia (novembre 2007: meno di 0,5 mg l-1).

Dopo la circolazione completa del 2006 il lago presentava una diversa percentuale di

saturazione dell’ossigeno nelle acque ipolimniche (65% circa per l’Iseo pari a 7,5 ppm). Il

consumo di ossigeno in 20 mesi sul fondo del lago è stato di ben 7 mg l-1.

La maggiore richiesta di ossigeno nelle acque profonde dell’Iseo richiede ulteriori indagini;

tuttavia ben si correla con lo stato trofico prossimo all’eutrofìa.

Il consumo di ossigeno evidentemente si concentra in prossimità del sedimento, come si

nota dai profili ottenuti dalla sonda multiparametrica.

Si osserva una certa anossia profonda anche nelle stazioni di Castro e Predore, che

raggiungono sul fondo il 30% circa di saturazione di ossigeno (attorno ai 4 mg l-1).

Il valore massimo di sovrasaturazione estiva, legato alla crescita del fitoplancton, è stato

misurato a Castro (quasi 130%, giugno) che si conferma – come si noterà anche dagli indici

fitoplanctonici e come evidenziato dalla trasparenza – la stazione con lo stato trofico

peggiore.

Alcalinità

L’alcalinità media del lago d’Iseo è attorno ai 185 mg l-1 Ca(HCO3)2, pari a 2,3 mEq l-1.

Montisola Alcalinità

Data 0m 25m 50m 100m 200m fondo

21/3/07 166 170 170 190 182 182

12/6/07 156 153 237 190 222 242

7/8/07 154 159 174 179 184 187

13/11/07 162 178 186 195 203 219

Castro Alcalinità

Data 0m 25m 50m 100m fondo

21/3/07 170 162 170 178 170

12/6/07 186 187 242 208 191

7/8/07 170 175 178 186 207

13/11/07 146 162 186 186 195

Predore Alcalinità

Data 0m 25m 50m fondo

21/3/07 162 170 182 186

12/6/07 156 185 217 251

7/8/07 175 165 185 194

13/11/07 146 162 162 195

MontisolaOssigeno disciolto (% saturazione)

0

20

40

60

80

100

0 25 50 75 100 125 150

Pro

fond

ità (

m)

marzo

giugno

agosto

novembre

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

116

Ortofosfato e fosforo totale

Il fosforo ortofosfato in superficie è prossimo ai valori di rilevabilità (5 µg l-1) con un valore

massimo di 20 µg l-1 (Predore, marzo). Sul fondo di Montisola si osservano valori massimi

attorno ai 240 µg l-1. mentre nei primi 25 m l’ortofosfato è in media circa il 40% del fosforo

totale. Nelle acque dai -50 m al fondo l’ortofosfato è in media l’80-90% del totale.

In media i valori più alti a Montisola sono evidentemente legati alle alte concentrazioni

formatesi nelle acque più profonde in relazione all’anossìa.

La media complessiva annuale di fosforo totale per la stazione di Montisola è 85 µg l-1.

Sul fondo a Montisola (-250 m) si registra una media annuale di ben 260 µg l-1 di fosforo. Si

può supporre il rilascio di fosforo dai sedimenti in anossia (carico interno) dato che a 200 m

di profondità la media annuale è circa 90 µg l-1 e che la concentrazione di fosforo in

circolazione a marzo 2006 era attorno ai 150 µg l-1 su tutta la colonna.

I valori di fosforo totale osservati comportano, secondo la classificazione di Vollenweider

(OCSE, 1968), uno stato eutrofico.

Ortofosfato Montisola 2007

0

50

100

150

200

250

300

350

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Ortofosfato Castro 2007

0

20

40

60

80

100

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

fondo

Fosforo totale Castro 2007

0

20

40

60

80

100

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

fondo

Fosforo totale Montisola 2007

0

50

100

150

200

250

300

350

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Fosforo totale Predore 2007

0

20

40

60

80

100

120

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

fondo

Ortofosfato Predore 2007

0

20

40

60

80

100

120

21/3 12/6 7/8 13/11

µg L-1

0 m

25 m

50 m

fondo

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

117

Composti dell’azoto

La presenza di azoto ammoniacale nei laghi profondi può essere dovuta principalmente a

scarichi diretti a lago oppure a riduzione

negli strati profondi. Nel caso dell’Iseo il

collettamento pressoché completo degli

scarichi a lago si riflette in bassi valori in

superficie; tuttavia le acque profonde

(Montisola) raggiungono valori molto alti

(da 0,50 fino a 1,4 mg l-1), dato che ben si

correla alle condizioni di pesante anossia già

messe in evidenza.

In superficie le concentrazioni di azoto

ammoniacale sono solitamente prossime al

limite di rilevabilità, con valori fino ad un

massimo di 0,04 mg l-1 in novembre.

Le concentrazioni misurate di azoto nitroso

sono quasi sempre inferiori al limite di

rilevabilità di 5 µg l-1; valori di un certo

rilievo si osservano solo in superficie a

Castro (da 11 a 37 µg l-1) e molto elevati sul

fondo di Montisola in novembre.

La presenza costante di nitriti in superficie a

Castro richiama l’attenzione sulla presenza

dei principali affluenti (Oglio, Canale ex

Italsider e Borlezza) in prossimità della

stazione di campionamento.

I valori medi di azoto nitrico sono attorno a

0.6 mg l-1, con poca variabilità nei diversi

campionamenti. Va messa in evidenza la

deplezione dei nitrati sul fondo di Montisola,

da giugno sempre inferiori ai limiti di

rilevabilità, indice di condizione

pesantemente anossica.

La media annuale dell’azoto totale è attorno ad 1 mg l-1.

Azoto nitroso Montisola 2007

0

20

40

60

80

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Azoto nitrico Castro 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

fondo

Azoto nitroso Castro 2007

0

4

8

12

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

fondo

Azoto nitroso Predore 2007

0

8

16

24

32

40

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

0 m

25 m

50 m

fondo

Azoto nitrico Predore 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg

L-1

0 m

25 m

50 m

fondo

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

118

Azoto nitrico Montisola 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Silice

La media ponderata su tutta la colonna presenta valori più elevati nelle stazioni più profonde, dato l’utilizzo da parte delle alghe negli strati superficiali. Il valore medio delle acque profonde (Montisola, profondità pari o superiore a 100m) è di 3.1 mg l-1 di SiO2.

Il valore medio delle acque profonde (Montisola,

profondità pari o superiore a 100m) è di 3.1 mg l-

1 di SiO2.

Azoto totale Montisola 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Azoto totale Castro 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L-1

0 m

25 m

50 m

100 m

fondo

Azoto ammoniacale Montisola 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Azoto totale Predore 2007

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

fondo

Silice Montisola 2007

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

200 m

fondo

Silice Castro 2007

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

100 m

fondoSilice Predore 2007

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

21/3 12/6 7/8 13/11

mg L

-1

0 m

25 m

50 m

fondo

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

LE TORBIERE DEL SEBINO

ARPA Lombardia - Dipartimento di Brescia

TORBIERE D'ISEO

SCALA 1:10000

0 100 200 300 400 500 metri

PUNTI DI CAMPIONAMENTO

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120

Superficie Superficie Fondo Superficie Superficie Fondo Superficie Superficie Fondo Superficie Fondo22-nov-06 23-giu-07 23-giu-07 22-nov-06 23-giu-07 23-giu-07 22-nov-06 23-giu-07 23-giu-07 03-lug-06 03-lug-06

pH

Temperatura(°C)Conducibilità µS/cm (20°C)Ossigeno disciolto mg/LOssigeno disciolto % saturazioneAlcalinità mg/L Ca(HCO3) 2

Azoto totale mg/L Azoto nitrico mg/L Azoto nitroso µg/L Azoto ammoniacale mg/LOrtfosfatiµg/L PFosforo totale µg/L PClorofilla a µg/LSilice reattivamg/LBOD5

mg/LCOD mg/LSolidi sospesi mg/LDurezza mg/l CaCO3Alluminioµg/lFerro µg/lZincoµg/lRame µg/lManganeseµg/lNichel µg/lPiombo µg/lCadmio µg/lMercurio µg/lArsenico µg/l

LAME 3 LAMETTE A

10,5

8,2 7,8

LAME 1 LAME 2

7,7

10,3 23,2 23,8 25,0 24,7 11,3 22,4 25,3 27,1 27,1

468 301 296 472 328 322 430 274 274 601 601

9,9 5,3 4,5 10,9 7,2 6,7 8,2 7,5 8,4 9,1 9,1

88,1 61,5 53,8 97,8 88,3 82,5 74,8 92,9 103,3 114,0 114,0

122,0 181,8 203,1 122,0 209,9 208,0 122,0 175,7 157,4 146,4 170,8

n.d. 1,8 2,2 n.d. 1,7 1,8 n.d. 1,5 1,7 1,8 1,8

n.d. <0,2 <0,2 n.d. <0,2 <0,2 n.d. <0,2 <0,2 0,3 0,1

20,0 <10 <10 <20 <10 <10 <20 <10 <10 12,0 7,0

<0,03 0,10 0,11 0,04 0,18 0,19 0,04 <0,02 0,04 <0,03 0,07

70 <10 <10 70 <10 <10 90 <10 <10 86 64

200 52 59 150 33 36 250 18 20 160 120

3,6 26,2 5,3 21,5 3,0 3,5 5,6

<0,5 2,7 3,6 0,1 2,5 3,4 <0,5 <0,5 <0,5 0,1 0,1

6,0 3,3 <3 8,0 3,1 <3 <3 <3 <3 8,0 10,0

9,0 11,2 12,3 11,7 10,9 12,8 6,3 <5 <5 11,0 13,7

3,2 33,0 28,0 4,0 13,0 37,0 12,0 9,0 10,0 2,0 6,0

157 162 165 160 150181 188 163

11,0 5,0 8,7 9,2 21,0 23,0

13,0 5,0 <5 <5 <5 5,3

<5 <5 <5 <5 6,2 <5

<5 <5 <5 <5 <5 <5

<5 <5 <5 <5 <5 <5

<5 <5 <5 <5 <5 <5

<5 <5 <5 <5 <5 <5

<2 <2 <2 <2 <2 <2

<0,5<0,5 <0,5

<5 <5

<0,5

7,8

<5 <5<5 <5

<0,5 <0,5

8,3 8,6 8,08,0 8,0 7,8 8,2

Fosforo nelle acque superficialiTorbiere del Sebino - 2006/2007

0

75

150

225

Luglio 06 Novembre 06 Giugno 07

P (µ

g/l)

LAME 1 LAME 2 LAME 3 LAMETTE A

Ortofosfati nelle acque superficialiTorbiere del Sebino - 2006/2007

0

75

150

225

Luglio 06 Novembre 06 Giugno 07

P (µ

g/l)

LAME 1 LAME 2 LAME 3 LAMETTE A

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121

Le Torbiere del Sebino sono suddivise tra i comuni di Provaglio d’Iseo, Iseo ed in minima

parte Corte Franca.

Dal punto di vista naturalistico la riserva naturale è la zona umida più importante per

estensione e significato ecologico della provincia di Brescia; rappresenta un ambiente unico

nel panorama lacustre dei grandi laghi subalpini.

Durante il biennio di studio sono stati eseguiti campionamenti sia sulla matrice acqua sia sui

sedimenti in quattro punti all’interno della riserva naturale.

In campo sono stati misurati parametri chimico-fisici quali temperatura dell’acqua, pH, ossigeno

disciolto (mg l-1 e % di saturazione), in laboratorio sono state eseguite sulle acque analisi di

base (tabella 10 allegato 1 del D.Lgs.152/99), determinazione delle specie fitoplanctoniche,

conteggio e calcolo del biovolume algale, analisi dei metalli pesanti e di ecotossicità sui

sedimenti.

La concentrazione di fosforo totale nelle acque delle Torbiere è in media più elevata rispetto

alle concentrazioni misurate nelle tre stazioni del lago. Il valore medio della concentrazione di

fosforo nelle Lame è intorno a 200 µg l-1 a novembre 2006, mentre a giugno 2007 il valore

medio è intorno a 34 µg l-1.

La concentrazione di ortofosfato, frazione direttamente utilizzabile dal fitoplancton, è circa il

35-40% della concentrazione di fosforo totale nelle Lame, mentre nelle Lamette la

percentuale di ortofosfato sale a circa il 55% del valore di fosforo totale.

La chimica delle acque delle Torbiere e l’elevata variabilità dei parametri misurati sono legati

alla stagionalità e alle peculiarità di questo particolare ambiente di acque basse e stagnanti,

che si conferma estremamente vulnerabile e poco resistente a perturbazioni esterne.

Popolamento algale

L’analisi quali-quantitativa della comunità fitoplanctonica condotta tra il 2006 e il 2007 mette

in luce una notevole densità algale ed un’ampia diversità di specie.

Nel complesso si

sono individuate

ben 9 divisioni

algali per ogni

punto campionato,

con un numero

massimo totale di

77 unità

sistematiche

censite nella

stazione di LAME

2.

La classe con il

maggior numero di

taxa è rappresenta

dalle Chlorophyta

che sono costituite

da un minimo di 15 unità tassonomiche per le Lamette a un massimo di 31 in LAME 2, segue

la classe Cyanobacteria che arriva a ben 17 unità nella stazione di LAME 1.

GRUPPI ALGALI TORBIERE 2006-2007

9

17 16

4

15

25

31

19

3 5 6 42 3 4 42 1 256 7 9

23 3 3 426 4 22 2 1

42

69

77

45

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

LAMETTE LAME 1 LAME 2 LAME 3

Num

ero

Uni

tà S

iste

mat

iche

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTA

CRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE EUGLENOPHYCEAE

XANTHOPHYCEAE Unità sistematiche totali

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122

Sia i Cyanobacteria che le Chlorophyta sono rappresentate generalmente da specie di

dimensioni modeste che non riescono ad incidere in modo preponderante sul biovolume

totale, nonostante l’elevata densità.

Le Bacillariophyceae, a fronte di alti valori di biovolume riscontrati in particolare nel mese di

novembre 2006, sono invece caratterizzate da valori inferiori di densità e risultano

rappresentate da un numero modesto di taxa, oscilla tra minimo di 2 in LAME 3 a un

massimo di 9 per LAME 2.

Nella tabella seguente sono elencate le specie rinvenute tra il 2006 e il 2007 nella stazione

con maggiore biodiversità, LAME 2.

Torbiere del SebinoBiovolume algale e Clorofilla a - 2006/2007

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

Lamette A Lame 1 Lame 2 Lame 3 Lame 1 Lame 2 Lame 3

mm

3 / m

3

0

5

10

15

20

25

30

35

µg/l

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYSOPHYCEAE

CRYPTOPHYTA BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE EUGLENOPHYCEAE

HETEROKONTAE CLOROFILLA

Luglio 2006 Novembre 2006 Giugno 2007

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123

TORBIERE DEL SEBINO - LAME 2 - 2006-2007

Elenco delle specie fitoplanctoniche identificate

Cyanobacteria Conjugatophyceae

Aphanizomenon/anabaena Closterium pronum

Chroococcus sp. Cosmarium bioculatum

Coelosphaerium kuetzingianum Cosmarium sp.

Jaaginema geminata Mougeotia sp.

Limnothrix redekei Staurastrum sp.

Merismopedia punctata

Merismopedia tenuissima Crysophyceae

Microcystis aeruginosa Dinobryon sociale

Microcystis flos-acquae Synura sp.

Microcystis sp.

Microcystis wesenbergi Cryptophyta

Oscillatoria limnetica Cryptomonas erosa

Planktolyngbya limnetica Cryptomonas marssonii

Snowella sp. Cryptomonas ovata

Woronichinia naegeliana Rhodomonas minuta

Woronichinia sp.

Bacillariophyceae

Chlorophyta Achnanthes catenata

Actinastrum hantzschii Asterionella formosa

Ankistrodesmus falcatus Aulacoseira granulata

Chlamydomonas sp. Aulacoseira italica

Chlorella sp. Cocconeis sp.

Chodatella armata Cyclotella sp.

Coelastrum astroideum Nitzschia sp..

Crucigenia fenestrata Surirella linearis

Crucigeniella pulcra Synedra acus

Dictyosphaerium ehrembergianum

Kirchneriella obesa Dinophyceae

Monoraphidium contortum Ceratium hirundinella

Monoraphidium griffithii Peridinium umbonatum var. elpatiewskyi

Nephrochlamys subsolitaria Peridinium willei

Pediastrum boryanum

Pediastrum duplex Euglenophyceae

Pediastrum symplex Euglena acus

Pediastrum tetras Phacus pirum

Scenedesmus acuminatus Phacus tortus

Scenedesmus acutus Phacus sp.

Scenedesmus armatus

Scenedesmus platydiscus Xanthophyceae

Scenedesmus quadricauda Centritractus sp.

Selenastrum bibraianum Ophiocytium capitatum

Sphaerocystis schroeterii

Tetraedron caudatum

Tetraedron limneticum

Tetraedron minimum

Tetraedron muticum

Tetraedron regolare

Tetraetron incus

Tetrastrum triangulare

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124

INDAGINI SU SEDIMENTI

Concentrazioni in mg Kg-1 di sostanza secca

* % inibizione luminescenza ° % mortalità e/o immobilizzazione

Analisi dei sedimenti Lago d'Iseo e Torbiere del Sebino - 2006

0

50

100

150

200

250

300

Castromar-06

Monteisolamar-06

Predoremar-06

Castronov-06

Monteisolanov-06

Predorenov-06

Lame 1nov-06

Lamette Anov-06

mg/

Kg

SS

NICHEL

RAME

ZINCO

CROMO totale

Limiti:D.Lgs 152/06

allegato 5 Tab.1Zona A

361

Cu - Ni

Zn - Cr

Lamette A Lame 115-mar-06 21-nov-06 15-mar-06 21-nov-06 20-mar-06 21-nov-06 03-lug-06 22-nov-06

C org (%) 8,7 10,6 6,7 C org (%) 69,6 22,9pH 7,2 7 7,1 pH 7 7,3Co 1,3 1,1 0,8 Co <1 10Cr Tot 8,6 2,6 3 2,7 3 3,3 Cr Tot 33,4 31,5Hg 0,022 0 0,01 0 0,01 0 Hg 1,3 0,2Ni 7,2 3,9 3,3 4,6 2,3 4,1 Ni 31,3 36Pb 7,3 2,3 6,1 4,1 7,5 7 Pb <1 21Cu Tot 9,3 4,8 4,6 4,8 4,9 7,4 Cu Tot 360,9 36,4Zn 31,8 11,3 26,4 13,7 28,5 32,6 Zn 33,4 55Fe 8746,5 2428,7 2184 1817,6 1237,5 1610,4 Fe 210,7 18287,3Mn 142,1 48,2 157,6 137,2 28,5 39,4 Mn 50,1 588,3Mo 1,1 1,8 1,4 Mo <1 14,1Al 1811,3 1842,7 1768,4Sb <0,1 <0,1 <0,1As 0,1 0,1 0,1Be 1,2 1,1 1Cd <0,1 <0,1 0,1 <0,1 0,2 0,1 Ca 98056,7 37219,2Se <0,2 <0,2 <0,2 Na 1251,8 519,8Sn <0,1 <0,1 <0,1 K 6509,3 5718Tl <0,1 <0,1 <0,1B 1,5 0,9 0,2Ba 43,2 22,6 20,9P 49,3 45,9 26,4PCB 0,005 <0,001 0,009 <0,001 0,027 <0,001Lumistox* 0 21,5 0 0 Lumistox* 0 0Daphnia magna° 0 0 0 0 Daphnia magna° 0 0

TORBIERE del SEBINO

LAGO ISEO Monte Isola Pisogne - PredoreIseo - Castro

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125

I valori riportati nei grafici si riferiscono a campionamenti effettuati: sul sedimento di fondo

nelle tre stazioni lacustri. Il campione “LAMETTE A” è stato prelevato da barca nel punto

indicato in cartina, al centro dello specchio d’acqua; il punto “LAME 1” è costituito da fango

prelevato a ridosso della riva.

I campioni sono stati prelevati mediante benna tipo Ekmann-Birge.

I grafici su esposti evidenziano una contaminazione dei sedimenti prelevati nelle Torbiere che

presenta valori notevolmente più elevati di quelli misurati sui sedimenti lacustri; in particolare

per quanto concerne la presenza di metalli.

La concentrazione di rame nei sedimenti delle Lamette (punto “LAMETTE A”) supera i limiti di

legge della tabella 1 dell’allegato 5 del D.Lgs 152/2006, riferiti alla destinazione d’uso “verde

pubblico”. In assenza di limiti di legge definiti per i sedimenti lacustri, si è scelto di indicare i

limiti più restrittivi.

Zinco, nichel e cromo totale sono presenti in concentrazioni di un certo rilievo.

Si rilevano concentrazioni significative di mercurio (LAMETTE A: 1.3 mg Kg-1), anche

eccedenti i limiti della tabella di legge sopra citata.

Per comprendere l’impatto ambientale, la distribuzione e le origini di tali contaminazioni sono

auspicabili ulteriori indagini di dettaglio.

Analisi dei sedimenti Lago d'Iseo e Torbiere del Sebino - 2006

0

0,25

0,5

0,75

1

1,25

1,5

Castromar-06

Monteisolamar-06

Predoremar-06

Castronov-06

Monteisolanov-06

Predorenov-06

Lame 1nov-06

Lamette Anov-06

mg/

Kg

SS

MERCURIO

Limi te:D.Lgs 152/06

allegato 5Tab.1Zona A

1,3

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126

La tabella che segue indica i valori di SEL (Stato Ecologico del Lago) nei diversi anni di

monitoraggio.

anno Castro Montisola Predore

2003 3 3 4

2004 4 5 3

2005 3 4 3

2006 4 4 4

2007 4 3 3

La qualità delle acque del lago non raggiungono mai valori elevati, ma si mantengono quasi

costantemente tra la classe sufficiente (SEL 3) e la classe scadente (SEL 4). Solo nel 2004

nella stazione di Montisola si raggiunge lo stato di pessimo (SEL 5).

Negli ultimi anni la qualità delle acque del lago è stazionaria; in ben due stazioni (Montisola e

Predore) però nel 2007 la qualità sta migliorando con valori che si attestano su SEL 3

corrispondente allo stato di sufficiente. Non sono ben note le cause che hanno portato a

questa situazione, ma sicuramente hanno contribuito il collettamento delle acque reflue di

gran parte dei paesi rivieraschi, il rimescolamento completo delle acque del lago del 2005 e

2006 e, soprattutto, una maggior attenzione dell’uomo nella salvaguardare un bene collettivo

tanto amato anche dai turisti.

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127

EVENTI PARTICOLARI

Il Programma di uso e tutela delle acque (PTUA) approvato dalla Giunta Regionale con la

DGR n°7/19359 del 12/11/2004 prevede per il lago d’Iseo il raggiungimento di una

concentrazione media di fosforo di 16 µg l-1 entro il 2018. La concentrazione tuttavia si è

spostata dai 40 µg l-1 stimati nel 2004 agli attuali circa 60 µg l-1.

Va osservato che in sede di PTUA, per la stima del raggiungimento dell’obiettivo, il Lago

d’Iseo era stato considerato come meromittico, ipotesi poi smentita dalle due circolazioni

verificatesi nel 2005 e nel 2006. L’allegato 16 alla relazione generale a tal proposito recita

(pag. 59): “Se nel lago si dovesse completare l’omogeneizzazione verticale, il raggiungimento

dello stato buono sarebbe manifestatamente impossibile da soddisfare nei tempi indicati”.

L’impegno di ARPA è teso a verificare, dall’analisi dei dati raccolti sul campo, sia le dinamiche

di circolazione della massa d’acqua che le risposte dell’ecosistema lacustre agli eventi di

circolazione. A titolo di esempio si riportano di seguito i grafici dei profili della temperatura, della

concentrazione di ossigeno e della conducibilità elaborati dalla sonda multiparametrica nelle

tre stazioni di monitoraggio. I grafici, ottenuti nelle uscite del marzo 2006, evidenziano con

chiarezza la distribuzione uniforme su tutta la colonna, anche nella stazione più profonda, dei

parametri considerati.

Si è così potuto verificare direttamente sul campo l’evento di circolazione profonda.

PREDORE (70m) MONTE ISOLA – TAVERNOLA (245m) CASTRO (110m)

MARZO 2006 Un evento di piena circolazione viene registrato dai sensori della sonda multiparametrica in tutte e 3 le stazioni di monitoraggio.

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

128

Quali sono le risposte del lago agli eventi di circolazione?

Dal grafico proposto, nel quale si espongono i valori della percentuale di saturazione di

ossigeno sul fondo nella stazione di massima profondità nel quinquennio 2002-2007, si nota

come fino all’evento di circolazione del 2005 fosse presente anossia completa (percentuale di

ossigeno: 0%). La discesa di acque ossigenate che si verifica con la circolazione del 2005

provoca un immediato innalzamento della concentrazione fino ad oltre il 50%; l’ulteriore

ossigenazione del 2006 fa raggiungere una percentuale del 60% circa.

Desta interesse la rapidità con cui la percentuale di ossigeno delle acque in prossimità del

fondo scende nel tempo, fino a far registrare una percentuale attorno al 7% (pari a meno di

1 ppm) nei mesi di agosto e settembre 2006.

Considerando che questo calo si verifica in modo non omogeneo, essendo localizzato negli

strati più prossimi al fondo (ultimi metri), e che sembra accompagnato da un lieve aumento

di temperatura e salinità, è ora di massimo interesse la studio dell’interfaccia acqua-

sedimento.

ARPA si muove in tal senso con l’esecuzione di analisi sui sedimenti lacustri e con

l’attivazione di un nuovo progetto che prevede tra l’altro l’analisi dei macroinvertebrati

bentonici.

Percentuale di saturazione di ossigeno sul fondoStazione di Montisola2002/2007

0

10

20

30

40

50

60

lug-

02

set-

02

dic-

02

feb-

03

apr-

03

giu-

03

ago-

03

ott-

03

dic-

03

feb-

04

apr-

04

giu-

04

ago-

04

ott-

04

dic-

04

feb-

05

apr-

05

giu-

05

ago-

05

ott-

05

dic-

05

feb-

06

apr-

06

giu-

06

ago-

06

ott-

06

dic-

06

feb-

07

mag

-07

lug-

07

% O

2

Eventi di circolazione 2005 e 2006

LAGO D'ISEO INTERFACCIA ACQUA/SEDIMENTO E RUOLO DELLA CIRCOLAZIONE

Quali scenari possibili?

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

129

CONCLUSIONI

Lo studio idrobiologico del lago d’Iseo e dei suoi affluenti principali, ad integrazione della rete

di monitoraggio regionale, ha portato alla raccolta di dati di significativa importanza che

descrivono lo stato evolutivo delle dinamiche inerenti l’ecosistema lacustre.

Nel 2005, e successivamente nel 2006, sono stati registrati due eventi di piena circolazione

delle acque della colonna nel punto di massima profondità (stazione di Monteisola -

Tavernola). In questa stazione, episodi di completa circolazione non si sono più verificati

dalla metà degli anni ’80 e dal 1994 è stata registrata anossia al di sotto dei 200 m. Pertanto

il lago d’Iseo, considerato dalla letteratura scientifica avviato verso la meromissia, in realtà

ha mostrato la tipica dinamica di circolazione dei grandi laghi profondi della fascia subalpina.

Nel 2007 nessuna delle tre stazioni di monitoraggio è stata interessata dalla completa

circolazione delle acque; in particolar modo nemmeno la colonna meno profonda della

stazione meridionale ha raggiunto l’isotermia ed il rimescolamento su tutta la colonna. La

mancanza di tale evento, documentato in questa stazione ogni anno fin dal 1978, è da

imputare alle temperature miti dell’inverno 2006/2007.

Desta interesse la rapidità con cui gli strati più profondi hanno raggiunto uno stato di anossia

dopo due soli anni dalla piena circolazione.

E’ noto come la dinamica delle successioni fitoplanctoniche annuali sia legata ad una

concomitanza di fattori climatici, fisico-chimici e biologici i cui meccanismi d’interazione non

sono ancora stati completamente spiegati. In quest’ottica il fitoplancton si rivela un utile

strumento d’indagine dell’ecosistema lacustre.

Ad ogni modo l’analisi della comunità algale del lago d’Iseo nell’ultimo triennio non ha

evidenziato una immediata correlazione tra eventi di circolazione completa della colonna

d’acqua e sviluppo di eventuali fioriture algali in seguito alla disponibilità di nutrienti rimessi

in circolo. Nel 2005 e nel 2006 l’accresciuta disponibilità di fosforo, considerato elemento

limitante nello sviluppo algale, in seguito alla sua mobilitazione dagli strati profondi verso la

zona fotica, non ha originato visibili fenomeni di proliferazione della componente

fitoplanctonica. Viceversa il 2004 è stato interessato da fioriture della specie potenzialmente

tossica Anabaena flos-aquae (Cyanobacteria) su tutta la superficie del lago.

Le Torbiere del Sebino, dato il loro particolare habitat,,si confermano un ambiente

estremamente vulnerabile agli impatti antropici. Le analisi chimiche condotte sulla colonna

d’acqua evidenziano la presenza di nutrienti in concentrazione decisamente superiori rispetto

al lago d’Iseo.

Una preliminare ricerca sui sedimenti ha evidenziato contaminazione da metalli al di sopra

dei limiti del D.Lgs.152/06, Allegato 5 Tabella 1 Zona A, in particolare mercurio e rame.

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130

9. INDAGINI SULL’AMBIENTE PELAGICO

9.1 POPOLAMENTI PLANCTONICI

9.1.1 INDAGINI SUL FITOPLANCTON

Nelle tre stazioni considerate, Monte Isola-Tavernola, Pisogne-Castro e Iseo-Predore, tra

gennaio 2006 e settembre 2007 sono stati effettuati con frequenza mensile sopralluoghi con

prelevamento di campioni d’acqua nello strato 0-20 m.

I campioni sono stati analizzati in laboratorio per i conteggi, l’identificazione delle specie e il

calcolo della biomassa (biovolume) utilizzando tecniche già utilizzate in passato per l’analisi

quali–quantitativa della componente fitoplanctonica del lago.

Per la determinazione della clorofilla a

si è seguita la metodica di estrazione

e lettura spettrometrica.

Il numero totale dei taxa censiti è di

59 unità, appartenenti a sette

divisioni; di queste alcune compaiono

solo sporadicamente e con un numero

esiguo di individui, mentre altre sono

presenti in quasi tutti i mesi e

risultano abbondanti tanto da incidere

in modo preponderante sul valore del

biovolume.

A titolo di sintesi dei dati raccolti, si sono analizzati i campionamenti effettuati mese per mese

per evidenziare quali gruppi algali costituiscano, da soli, almeno l’ottanta per cento del

biovolume complessivo.

Il numero di taxa che nel corso di un anno sono stati presenti almeno una volta tra i

dominanti, sono conteggiati nella tabella a seguire come “specie dominanti”. I “gruppi algali”

del grafico corrispondono al numero totale di specie determinate.

Come si può notare, il numero di specie non è molto elevato (max 60 nel corso di un anno

intero); in particolare quelle dominanti sono all’incirca una ventina, ad indicare una

complessiva ripetitività del popolamento fitoplanctonico.

Nel primo periodo d’indagine (gennaio-dicembre 2006) l’andamento della densità totale nelle

tre stazioni campionate risulta simile: valori bassi sono stati rilevati nei mesi invernali con un

minimo simultaneo a febbraio 2006, mentre valori massimi si ritrovano nella stagione estiva

ed invernale.

Tra gennaio e marzo la densità totale si presenta di modesta entità e risulta costituita in

particolare dal taxon dei Cyanobacteria, rappresentati quasi esclusivamente dal complesso

Planktothrix agardhii/rubescens.

Ad aprile il contributo dei Cyanobacteria diminuisce, ed il lieve aumento dei valori di densità

totale è dovuto ad altri gruppi algali, quali Bacillariophyceae, Chlorophyta e Cryptophyta.

I tre mesi successivi (da maggio a luglio) sono caratterizzati dai massimi valori di densità

totale su cui torna ad essere basilare il contributo dei Cyanobacteria; tra agosto e settembre

Monteisola-Tavernola Gruppi algali dominanti 2003/2007

0

10

20

30

40

50

60

70

2003 2004 2005 2006 2007

gruppi algali specie dominanti

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

131

la densità di tale gruppo algale diminuisce notevolmente, con un aumento delle Chlorophyta

e delle Conjugatophyceae.

Infine nei mesi di novembre e dicembre si riscontrano valori simili al periodo estivo grazie al

contributo dei Cyanobacteria.

Diversa la situazione a livello di biovolume totale su cui incidono maggiormente i taxa delle

Bacillariophyceae e delle Conjugatophyceae, presenti con un minor numero di cellule per litro

rispetto a quelle dei Cyanobacteria, ma caratterizzati da valori maggiori di biovolume delle

singole cellule.

Si nota una massiccia presenza delle Bacillariophyceae, in particolare nei mesi invernali e

primaverili: tra gennaio e febbraio domina la specie Tabellaria fenestrata, tra marzo e aprile

Aulacoseira spp., mentre a maggio prende il sopravvento Fragilaria crotonensis.

A partire dal mese di giugno, le Bacillariophyceae subiscono una forte calo che si ripercuote

sui valori di biovolume totale, in cui si fa predominante il contributo in primo luogo dei

Cyanobacteria e secondariamente delle Conjugatophyceae.

Il mese di agosto si distingue per il massimo valore di biovolume totale registrato

contemporaneamente nelle tre le stazioni, favorito dal taxon delle Conjugatophyceae che,

grazie all’apporto del genere Mougeotia, raggiunge quasi il 90% del totale.

Nel mese successivo si osserva il crollo del biovolume totale, mentre tra novembre e

dicembre, così come evidenziato a livello di densità totale, è stato registrato un nuovo

aumento grazie all’apporto fornito dai Cyanobacteria.

Nel secondo periodo d’indagine compreso tra gennaio e settembre 2007 la densità totale

mostra un tipico andamento con valori moderati nei mesi invernali a cui segue un forte calo

in primavera ed una successiva ripresa tra luglio ed agosto, mesi nei quali si registrano i

valori massimi dell’intero periodo di studio per il contributo fornito dai Cyanobacteria.

Tale gruppo algale incide notevolmente sulle oscillazioni stagionali della densità totale, grazie

all’apporto fornito dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens nella stagione invernale e

dalle specie Planktolyngbya limnetica e Microcystis aeruginosa nei mesi di luglio ed agosto.

L’andamento del biovolume totale appare inverso rispetto a quello della densità totale: bassi

valori si registrano nei primi mesi dell’anno, mentre nella stagione primaverile aumentano

fino a raggiungere i valori più alti dell’intero anno, per poi nuovamente calare nel periodo

tardo estivo.

I gruppi algali che maggiormente influiscono sul biovolume totale sono i Cyanobacteria e le

Bacillariophyceae tra gennaio e aprile, le Conjugatophyceae e Chlorophyta nei mesi di

maggio e giugno, mentre a partire da luglio torna ad essere importante il contributo fornito

dai Cyanobacteria. Le Dinophyceae dominano nel mese di settembre quando grazie alla

specie Ceratium hirundinella raggiungono quasi il 50% della biomassa.

9.1.2 Struttura dei popolamenti

Stazione di Monteisola-Tavernola

La densità algale totale misurata tra gennaio e dicembre 2006 mostra bassi valori nei mesi

invernali con un minimo a febbraio (2.350.000 cell l-1), mentre i valori più alti sono inerenti

alla stagione estiva e tardo autunnale con massimi nei mesi di maggio (17.220.000 cell l-1) e

novembre (17.670.000 cell l-1).

Importante risulta il contributo fornito dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens,

appartenente al taxon dei Cyanobacteria, che domina in tutti i mesi campionati eccetto ad

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132

aprile e agosto quando prendono il sopravvento rispettivamente i taxa delle

Bacillariophyceae, Chlorophyta e Coniugatophyceae.

Tra gennaio e settembre 2007 il valore minimo di densità, pari a 5.610.000 cell l-1, è stato

misurato ad aprile, mentre il massimo di 37.300.000 cell l-1 a luglio.

Preponderante, per ogni mese campionato, risulta il contributo dei Cyanobacteria,

rappresentati in gran parte dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens nel periodo

invernale e dalle specie Microcystis aeruginosa e Planktolyngbya limnetica nei mesi di luglio

ed agosto.

Stazione di Pisogne-Castro

Nel 2006 la densità algale totale è caratterizzata da valori bassi tra gennaio e aprile con un

minimo a febbraio di 3.070.000 cell l-1, e due picchi misurati nei mesi di luglio e dicembre di

rispettivamente 14.270.000 cell l-1 e 21.280.000 cell l-1.

I Cyanobacteria, costituiti essenzialmente dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens,

rappresentano il taxon dominante per ogni mese campionato, eccetto ad aprile ed agosto,

ove prendono il sopravvento rispettivamente le Cryptophyta e le Conjugatophyceae.

Nel 2007 la densità totale presenta un andamento simile all’anno precedente, ma con valori

assoluti mediamente più alti. Ad agosto è stato misurato il valore massimo dell’intero periodo

Lago Iseo 2006-07 - Stazione di Monteisola-Tavernol a- Densità

-

5.000.000

10.000.000

15.000.000

20.000.000

25.000.000

30.000.000

35.000.000

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

ott-06

nov-06

dic-06

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

set-07

cellu

le l

-1

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTACRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE

Lago Iseo 2006-07 - Stazione Pisogne-Castro - Densi tà

-

5.000.000

10.000.000

15.000.000

20.000.000

25.000.000

30.000.000

35.000.000

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

o tt-06

nov-06

dic-06

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

set-07

cellu

le l

-1

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTACRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

133

di studio pari a 3.140.000 cell l-1, grazie alla massiccia presenza del taxon dei Cyanobacteria

e in particolare delle specie Microcystis aeruginosa e Planktolyngbya limnetica.

Stazione di Iseo-Predore

Come nelle stazioni precedenti, nel 2006 i valori di densità algale totale mostrano un

andamento tipico con valori inferiori nei mesi invernali e un minimo registrato a febbraio pari

a 2.760.000 cell l-1.

La densità totale tende poi ad aumentare nei mesi successivi fino a raggiungere il valore

massimo di 16.560.000 cell l-1 a giugno costituito per ben il 92% dal taxon dei

Cyanobacteria, che rappresenta il gruppo algale dominante per ogni mese campionato,

eccetto ad agosto.

Tra luglio e settembre i valori di densità totale calano in modo graduale e varia la

composizione algale: diminuisce l’apporto dei Cyanobacteria, mentre si registra un

simultaneo aumento delle Chlorophyta e delle Conjugatophyceae. In particolare, quest’ultime

dominano ad agosto, grazie al contributo del genere Mougeotia.

A partire dal mese di novembre torna ad essere importante il contributo dei Cyanobacteria

che incidono sull’ aumento dei valori di densità totale.

Il taxon dei Cyanobacteria rappresenta, anche per tutto il 2007, il gruppo algale dominante a

livello di densità totale per ogni mese eccetto a giugno, quando prendono il sopravvento le

Chlorophyta. I massimi valori di densità sono inerenti agli ultimi tre mesi oggetto di studio

con un picco di 28.080.000 cell l-1 misurato a luglio e rappresentato in massima parte dai

Cyanobacteria ed in particolare, come nelle stazioni precedenti, dalle specie Microcystis

aeruginosa e Planktolyngbya limnetica.

9.1.3 Variazioni della Biomassa

Stazione di Monteisola-Tavernola

Nel mese di agosto 2006 è stato misurato il valore più alto di biovolume, relativo al primo

anno d’indagine, pari a 4.250 mm m-3, mentre il minimo è stato rilevato nel mese di marzo

(430 mm m-3), con media annua di 2.300 mm m-3

In termini di biovolume i taxa più rappresentati sono:

Bacillariophyceae, Cyanobacteria e Conjugatophyceae.

Lago Iseo 2006-07 - Stazione di Iseo-Predore - Dens ità

-

5.000.000

10.000.000

15.000.000

20.000.000

25.000.000

30.000.000

35.000.000

gen-06

feb-06

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mag-06

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ago-06

set-06

ott-06

nov-06

dic-06

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

set-07

cellu

le l

-1

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTACRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE

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134

I primi dominano a gennaio, febbraio e aprile, mese in cui raggiungono il valore massimo di

2.880 mm m-3, grazie all’apporto fornito dalla specie Aulacoseira italica che da sola misura

ben 2.280 mm m-3.

Il forte amento di biovolume delle Bacillariophyceae in questo periodo dell’anno è stato

probabilmente favorito dalla maggiore disponibilità di nutrienti (fosforo ed azoto) nello strato

epilimnico a causa della circolazione delle colonna d’acqua verificatesi tra febbraio e marzo.

Importante è anche la maggiore disponibilità di silice, essenziale per la formazione dei

frustoli delle Bacillariophyceae.

Tale situazione è evidenziata

dal grafico che mette in

relazione la concentrazione di

silice reattiva misurata nel

2006 con il biovolume delle

Bacillariophyceae.

Le Conjugatophyceae risultano

presenti tutto l’anno, ma nei

mesi tardo estivi costituiscono

il taxon principale, in

particolare nel mese di agosto

raggiungono il valore massimo

di 3.770 mm m-3, per il contributo fornito dal genere Mougeotia.

In questo mese si sono misurati bassi valori di silice reattiva e moderati valori di fosforo e ciò

conferma la capacità di Mougeotia sp. di svilupparsi in condizioni di basso rapporto Si/P.

Inoltre tale specie risulta favorita nei mesi estivi di massima stratificazione della colonna

d’acqua.

Infine i Cyanobacteria dominano nei restanti mesi con un picco pari 2.950 mm m-3 misurato

a novembre.

Nel secondo periodo di indagine il valore medio di biovolume totale è pari a 910 mm m-3, con

un minimo (490 mm m-3 ) registrato ad agosto ed un massimo (1.690 mm m-3 ) misurato a

maggio.

Tra gennaio ed aprile dominano i Cyanobacteria e le Bacillariophyceae, rappresentate in gran

parte dalle specie Aulacoseira spp. e Asterionella formosa.

A partire da maggio diminuisce il contributo fornito dalle Bacillariophyceae, mentre aumenta

quello di altri gruppi algali quali: Chlorophyta, Conjugatophyceae, Crysophyceae e

Dinophyceae.

Stazione di Pisogne - Castro

Tra gennaio e dicembre 2006 i valori più alti di biovolume totale sono stati misurati nei mesi

di agosto (4.000 mm m-3) e dicembre ( 4.120 mm m-3), mentre il minimo a marzo (580 mm

m-3), con una media annua pari a 2.020 mm m-3.

Le Bacillariophyceae dominano da gennaio a maggio, mese nel quale raggiungono il picco di

2.050 mm m-3, costituito per il 74% dalla specie Fragilaria crotonensis e dal 21% Tabellaria

fenestrata.

Nei due mesi successivi, prendono il sopravvento i Cyanobacteria, rappresentati

essenzialmente dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens, mentre ad agosto e

Andamento biovolume Bacillariophyceae e Silice reat tiva Monteisola-Tavernola - 2006

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

gen-

06

feb-0

6

mar-0

6

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6

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6

giu-0

6

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ago-

06

set-0

6

nov-0

6

mm

m3

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

1,4

mg/

l

Bacillariophyceae Silice reattiva(epilimnio)

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

135

settembre dominano rispettivamente le Conjugatophyceae, con Mougeotia sp, e le

Dinophyceae, con la specie Ceratium hirundinella.

Infine nei mesi di novembre, ed in particolare a dicembre, il valore di biovolume totale

aumenta in modo consistente e torna ad essere importante il contributo fornito dai

Cyanobacteria.

Nel 2007 i valori di biovolume totale risultano tendenzialmente più bassi, è stata misurata

infatti una media annua quasi dimezzata (1.220 mm m-3) rispetto al periodo precedente. Il

valore massimo di biovolume pari a 4.030 mm m-3 è stato misurato a marzo, di cui 85%

rappresentato dalle Bacillariophyceae e in particolare dalla specie Aulacoseira spp.

Nel mese di settembre è stato misurato il valore di biovolume più basso in assoluto pari a

320 mm m-3.

Stazione di Iseo-Predore

Il valore più alto di biovolume totale del primo periodo d’indagine si è misurato ad agosto

(5.020 mm m-3) mentre il più basso a marzo (620 mm m-3). La media annua è pari a 2.100

mm m-3.

Tra gennaio e aprile le Bacillariophyceae rappresentano il gruppo algale dominante e

raggiungono il valore massimo di biovolume (1.980 mm m-3 ) nel mese di febbraio, grazie al

contributo della specie Tabellaria fenestrata che da sola misura ben 1804 mm m-3.

Nei tre mesi successivi i valori di biovolume mostrano una graduale flessione causata dal

minor apporto fornito dalle Bacillariophyceae; in compenso si nota un aumento del contributo

del taxon dei Cyanobacteria che dominano nei mesi di giugno e luglio.

In seguito il contributo dei diversi gruppi algali varia nuovamente: ad agosto prendono il

sopravvento le Conjugatophyceae, mentre a settembre le Dinophyceae.

Lago Iseo 2006-07 - Stazione Pisogne-Castro - Biovo lume

0

1000

2000

3000

4000

5000

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago -06

set-06

o tt-06

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gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

set-07

mm

3 /m

-3

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTA

CRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

136

Infine tra novembre e dicembre, come avviene a livello di biovolume totale, sono i

Cyanobacteria a rappresentare il gruppo algale dominante.

Diversa la situazione che si presenta nel 2007, la media annua è decisamente inferiore

rispetto al periodo precedente essendo pari a 780 mm m-3, con un massimo registrato a

maggio (1.490 mm m-3) e un minimo a settembre (360 mm m-3).

In conclusione dall’analisi quali-quantitativa della componente algale 2006-07 appare

evidente che nel secondo periodo d’indagine e per ogni stazione campionata, a fronte di un

leggero aumento della densità totale, si è verificata una sensibile riduzione della biomassa

totale.

Il lago d’Iseo fa parte dei grandi laghi profondi e, come tale, presenta una certa costanza nei

parametri chimico-fisici e ambientali; anche la successione della componente fitoplanctonica,

in gran parte influenzata dalle caratteristiche climatiche, appare ciclica e stabile.

La sostanziale variazione della biomassa tra un anno e l’altro dovrebbe pertanto essere

ricercata nella eventuale variazione delle caratteristiche trofiche del lago stesso.

L’inverno del 2005 è stato particolarmente rigido e ciò ha favorito il totale ricircolo delle

acque avvenuto a marzo 2006 anche nella stazione più profonda di Monte Isola - Tavernola,

con conseguente distribuzione dei nutrienti dall’ipolimnio all’epilimnio.

Per contro, l’inverno 2006 è stato caratterizzato da temperature miti che hanno comportato

una stratificazione

termica continua

della colonna con

un conseguente

mancato ricircolo

anche nella

stazione meno

profonda di Iseo-

Predore.

Da quanto sopra

esposto si

potrebbe

Lago Iseo 2006-07 - Stazione di Iseo-Predore - Biov olume

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

gen-06

feb-06

mar-06

apr-06

mag-06

giu-06

lug-06

ago-06

set-06

ott-06

nov-06

dic-06

gen-07

feb-07

mar-07

apr-07

mag-07

giu-07

lug-07

ago-07

set-07

mm

3 /m

-3

CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTA

CRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE

Andamento gruppi algali dominatistazione di Monte Isola - Tavernola 2006/2007

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

gen-

06

feb-

06

mar

-06

apr-

06

mag

-06

giu-

06

lug-

06

ago-

06

set-

06

ott-

06

nov-

06

dic-

06

gen-

07

feb-

07

mar

-07

apr-

07

mag

-07

giu-

07

lug-

07

ago-

07

set-

07

Planktothrix agardhii/rubescens Tabellaria fenestrata Fragilaria crotonensis Mougeotia sp.

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137

ipotizzare una relazione tra il rimescolamento completo delle acque e gli alti valori di

biomassa, verosimilmente grazie alla maggiore disponibilità di nutrenti algali mobilitati dagli

strati più profondi e resi disponibili negli strati eufotici.

Nel complesso tra gennaio e settembre 2007 è assente un singolo gruppo algale nettamente

dominante in grado di raggiungere almeno l’80% della biomassa totale, eccetto per la

stazione di Pisogne - Castro a marzo, dove le Bacillariophyceae arrivano all’85% del

biovolume totale di cui il 75% fornito dalla specie Aulacoseira spp.

Inoltre, come evidenzia il grafico, mancano i picchi di biovolume delle specie Fragilaria

crotonensis, Tabellaria fenestrata, Mougeotia sp. e del complesso Planktothrix

agardhii/rubescens riscontranti nel periodo d’indagine precedente.

I dati raccolti sulla componente fitoplanctonica hanno messo in evidenza la presenza

costante e con valori di biovolume importanti di Planktothrix agardhii/rubescens e Mougeotia

sp. per quasi tutti i campionamenti.

I Cyanobacteria sono presenti durante tutto l’anno e risultano ben rappresentati nel periodo

estivo e tardo estivo, in gran parte grazie al contributo del complesso Planktothrix

agardhii/rubescens.

La dominanza delle Bacillariophyceae, in primavera e in autunno, si spiega con la presenza di

fattori favorevoli al loro sviluppo che permettono di vincere la competizione con altre specie

algali.

Nei mesi primaverili, per esempio, l’insolazione risulta aumentata rispetto al periodo

invernale, ma non è ancora così forte come nel periodo estivo; si ha una maggiore

disponibilità di nutrienti a causa della circolazione della colonna avvenuta nel tardo inverno e

inoltre è presente, a causa degli spostamenti delle masse d'acqua, una certa turbolenza che

permette a queste alghe di sedimentare meno velocemente. Da fonti bibliografiche risulta

che le Bacillariophyceae sfruttano la circolazione per mantenersi a galla, mentre in acque

ferme tenderebbero a sedimentare dato il loro peso; sono dunque avvantaggiate nei periodi

di circolazione. Inoltre sono in grado di crescere anche a basse radiazioni luminose e hanno

elevati tassi di crescita. Anche l’abbondante presenza della silice, rilevata soprattutto nel

mese d’aprile, rappresenta sicuramente un fattore positivo per il loro sviluppo. Normalmente

le Bacillariophyceae subiscono un calo in corrispondenza di situazioni di aumentata stabilità

della colonna d’acqua e di diminuzione della disponibilità della silice, come avviene infatti tra

giugno e settembre sia nel 2006 e che nel 2007.

Nel periodo di stratificazione, si rendono necessari meccanismi di galleggiamento per evitare la

sedimentazione e in queste condizioni sono avvantaggiate le alghe coloniali filamentose che,

sono in grado di accumulare efficacemente i nutrienti ormai poco concentrati nella zona

eufotica oltre ad essere meno edibili delle Bacillariophyceae.

Le Conjugatophyceae dominano infatti nei mesi caratterizzati da buona stratificazione e sono

rappresentate principalmente da Mougeotia sp.. Il grande sviluppo di quest'alga risulta

favorito dalla sua buona capacità di competere per il fosforo e dalla sua resistenza sia alla

predazione (grazing) che alla tendenza a cadere verso il fondo (sinking). Nel mese di agosto,

che corrisponde al momento di maggior sviluppo di quest'alga, e per ogni stazione

campionata si sono registrati valori bassi di silice reattiva e moderati di fosforo ortofosfato;

ciò confermerebbe la capacità di quest’alga, com’evidenziato in vitro, a competere per il

fosforo in condizioni di basso rapporto Si/P.

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138

Per concludere si evidenzia che dal punto di vista del monitoraggio della qualità biologica, i

dati su composizione ed abbondanza del fitoplancton sono raccolti a partire dal 2003.

E’ allo studio la verifica della risposta di questo indicatore alle condizioni trofiche del lago e

agli eventi di circolazione, sia nell’ambito di un progetto europeo di intercalibrazione nella

zona alpina (insieme a specialisti di Germania, Austria, Slovenia e Francia), che in

correlazione alle indagini sulle fioriture di alghe potenzialmente tossiche (cianobatteri).

giu-

03ag

o-03

ott-0

3di

c-03

feb-

04ap

r-04

giu-

04ag

o-04

ott-0

4di

c-04

feb-

05ap

r-05

giu-

05ag

o-05

ott-0

5di

c-05

feb-

06ap

r-06

giu-

06ag

o-06

ott-0

6di

c-06

feb-

07ap

r-07

giu-

07ag

o-07

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

biov

olum

e m

m3 m

-3

Biovolume Algale Montisola

CHLOROPHYTA

CRYPTOPHYTA

CRYSOPHYCEAE

BACILLARIOPHYCEAE

CONJUGATOPHYCEAE

DINOPHYCEAE

CYANOBACTERIA

LAGO D'ISEO

FITOPLANCTON E FIORITURE ALGALI

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139

Anno 2007

Andamento componente biologica Andamento componente biologica Andamento componente biologica Andamento componente biologica

Fitoplancton

Montisola

Il valore medio di biovolume è pari a

0,8 mm3 l-1 con un massimo registrato

in giugno (1,1 mm3 l-1) e un minimo in

novembre (0,2 mm3 l-1).

Dal grafico è visibile la massiccia

presenza in marzo del taxon

Cyanobacteria rappresentato dal

complesso Planktothrix

agardhii/rubescens.

La concentrazione media di clorofilla pari a 2g Chl a l-1 è inferiore rispetto alle altre stazioni

di prelievo.

Castro

Castro è la stazione in cui è stato misurato sia il più alto valore medio di biovolume pari a 1,2

mm3 l-1 che il massimo valore medio di clorofilla di 3 g Chl a l-1.

Dal grafico è possibile notare in marzo la massiccia presenza del taxon Bacillariophyceae

rappresentato da Aulacoseira spp. e dal taxon Cyanobacteria costituito dal complesso

Planktothrix agardhii/rubescens.

Clorofilla Montisola 2007

0,0

1,0

2,0

3,0

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

Montisola - Biovolume anno 2007

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

2,00

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

mm

3 l-1

DINOPHYCEAE 0,022163 0,026207 0,104640 0,068300 0,286301 0,004536

BACILLARIOPHYCEAE 0,469661 0,400644 0,110981 0,020635 0,042012 0,146339

CRYSOPHYCEAE 0,000106 0,009600 0,015769 0,002988

CRYPTOPHYTA 0,018643 0,047882 0,049046 0,060542 0,027997 0,039484

CONJUGATOPHYCEAE 0,040582 0,206082 0,275447 0,000662 0,011269 0,001729

CHLOROPHYTA 0,014240 0,010219 0,485784 0,176455 0,132404 0,007247

CYANOBACTERIA 0,488462 0,210474 0,041981 0,147247 0,078544 0,021707

marzo aprile giugno agosto settembre novembre

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140

Castro - Biovolume anno 2007

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

2,00

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

mm

3 l-1

DINOPHYCEAE 0,018091 0,057525 0,051417 0,086953 0,145419 0,018653

BACILLARIOPHYCEAE 3,451835 0,404903 0,370297 0,049553 0,031773 0,022398

CRYSOPHYCEAE 0,000106 0,005286 0,066067 0,002833

CRYPTOPHYTA 0,027274 0,049010 0,084107 0,106426 0,031436 0,034565

CONJUGATOPHYCEAE 0,071616 0,171325 0,898733 0,002747 0,010644 0,001201

CHLOROPHYTA 0,030231 0,064120 0,401276 0,168355 0,036860 0,008196

CYANOBACTERIA 0,428487 0,114048 0,070280 0,192160 0,063523 0,009955

marzo aprile giugno agosto settembre novembre

Predore

Il valore medio di biovolume è pari a 0.7 mm3 l-1con valore minimo registrato in novembre

pari a 0.2 da correlare allo sprofondamento del termoclinio e alla conseguente diluizione del

fitoplancton lungo la colonna d’acqua (come si osserva anche nelle altre due stazioni). Il

valore massimo di biovolume è registrato in marzo grazie alla rilevante presenza del taxon

Bacillariophyceae rappresentato da Aulacoseira spp.

Il valore medio di clorofilla è 2 g Chl a l-1 tale concentrazione è sempre molto vicina al

limite di rilevabilità.

Clorofilla Castro 2007

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

21/3 12/6 7/8 13/11

g L

-1

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141

Predore - Biovolume anno 2007

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

2,00

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

mm

3 l-1

DINOPHYCEAE 0,005875 0,035197 0,090286 0,081655 0,117947 0,009073

BACILLARIOPHYCEAE 0,964808 0,148599 0,102594 0,034344 0,035566 0,099909

CRYSOPHYCEAE 0,002541 0,014886 0,005710 0,002988 0,019831

CRYPTOPHYTA 0,015063 0,049867 0,051296 0,066137 0,031752 0,023667

CONJUGATOPHYCEAE 0,033988 0,070153 0,536459 0,000498 0,009579 0,001729

CHLOROPHYTA 0,014319 0,026955 0,417906 0,178876 0,069431 0,008163

CYANOBACTERIA 0,284150 0,042317 0,035953 0,083186 0,095878 0,046033

marzo aprile giugno agosto settembre novembre

Clorofilla Predore 2007

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

21/3 12/6 7/8 13/11

g L-1

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

142

9.2 POPOLAMENTI DI MACROFITE Nel corso dell’estate 2007 è stata svolta una campagna d’indagine sul popolamento

macrofitico (piante sommerse). Considerato che per completare la raccolta dei dati sarà

necessario utilizzare una telecamera subacquea da imbarcazione, sono state indagate

numerose stazioni lungo tutta la costa del lago, Monteisola compresa. Per ogni stazione (40

in tutto) sono stati effettuati prelievi da riva a distanze predeterminate mediante rampino,

integrati da indagini subacquee.

E’ stato quindi possibile realizzare un mappaggio della distribuzione di specie nella fascia

costiera. La fascia interessata dalla crescita di macrofite si estende dal livello minimo delle

acque del lago (difficilmente viene colonizzata dalle piante acquatiche la zona periodicamente

emersa) sino ad una profondità massima di sei metri circa. Tale profondità è evidentemente

legata alla trasparenza delle acque. In accordo anche con studi precedenti effettuati sul

basso lago le specie predominanti nell’intero lago sono sostanzialmente tre:

Lagarosiphon major

Vallisneria spiralis

Myriophyllum spicatum

Molto frequenti, ma non ubiquitarie come le precedenti, sono le specie

Ranunculus trichophyllus

Ceratophyllum demersum

In totale sono state raccolte 20 specie diverse, di cui alcune rinvenute soltanto in ambiente

di canneto nel basso lago (in particolare

Potamogeton lucens, Lemna minor,

Riccia fluitans, Utricularia sp.).

Per quanto concerne le Charales, alghe

incluse nelle macrofite per via delle loro

rilevanti dimensioni ed in virtù della

buona funzione di indicatore ecologico,

sono state raccolte due specie, Chara

globularis e Nitella flexilis.

Una valutazione complessiva è ancora

prematura, ma va comunque

evidenziato come tutta la quasi totalità

delle specie ritrovate appartiene a taxa

molto tolleranti, se non infestanti.

Anche le due Charales ritrovate

confermano il quadro generale di un

elevato livello di trofia; si tratta infatti di

due specie ad ampio spettro trofico,

probabilmente le due meno esigenti tra

tutte le Charales.

Per riassumere i dati, si allega in figura

una mappatura delle stazioni indagate,

con evidenziato il numero complessivo

di specie per ogni stazione,

indipendentemente dalla loro tolleranza

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143

come indicatori. Si osserva che le situazioni di minore diversità si riscontrano nell’alto lago, in

prossimità della foce dell’Oglio. Un ridotto numero di specie si rileva anche in tutta la fascia

spondale ovest, da Riva di Solto verso nord.

Una situazione di elevata diversità si osserva invece nella zona di maggiore “naturalità” delle

sponde lacustri, ossia in corrispondenza della Punta della Pietra sulla sponda bergamasca e

nella zona della Corna Trentapassi sulla sponda bresciana. Anche il basso bacino, che è

senz’altro la zona ove si hanno le maggiori estensioni coperte da macrofite per via della

limitata pendenza delle rive, fa registrare un alto numero di specie.

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Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica

144

10. CONSIDERAZIONI Il lavoro ha preso in esame i difficili rapporti tra la disciplina della pianificazione territoriale e

il tema della protezione ambientale, con particolare riguardo alla tutela dei corsi d’acqua

superficiali in un bacino interamente lombardo.

Le strette relazioni tra le lo sviluppo di attività antropiche sul territorio e il ciclo dell’acqua

evidenziano la necessità di una pianificazione territoriale a scala di bacino idrografico che

possa affrontare il problema della tutela e dell’uso ottimale delle risorse idriche in termini non

solo di intervento puntuale, ma anche di uso del territorio.

Il presente lavoro ha voluto esercitare la funzione di verifica dello stato funzionale del lago e

del suo bacino e diventare uno strumento da utilizzarsi nell’ambito progettuale e decisionale

nel momento di pianificazione territoriale, gestione ecologica degli ecosistemi e salvaguardia

delle condizioni funzionali e naturali del lago stesso.

Utilizzando i nuovi indirizzi metodologici nel campo della bioindicazione, improntati su modelli

di valutazione funzionale dell’ambiente e basati sull’interrelazione tra i caratteri significativi

dei comparti biotico e abiotico, si sottolinea che il lago è un ecosistema complesso e

diversificato, dove non solo sono importanti le dinamiche interne del lago, ma anche la

struttura, la funzione e l’utilizzo dei territori immediatamente adiacenti, in particolare delle

zone perilacuali, in considerazione degli usi plurimi del bene acqua e delle esigenze di

pianificazione.

Gli ecosistemi lacustri, dove i meccanismi di ciclizzazione si risolvono con dinamiche di

trasformazione interna e passaggio di energia da un comparto ad un altro secondo le regole

della termodinamica, sono alimentati anche da forme energetiche che provengono

dall’esterno, come luce e nutrienti, che possono influire sui processi di resilienza, cioè sulla

capacità dell’ecosistema di assorbire gli impatti e di tornare allo stato originario.

E’ evidente che, a fronte di parametri costanti difficilmente controllabili o non controllabili,

l’input di nutrienti può variare, normalmente in aumento, per effetto della presenza

dell’uomo che, con le sue attività, modifica sensibilmente l’uso del territorio.

Il giudizio pertanto che emerge dalle informazioni raccolte sull’attuale trofia del lago è

supportato sia dall’analisi recente dei nutrienti, in particolare del fosforo, sia dalle

osservazioni sul fitoplancton, che hanno evidenziato nell’ultimo decennio significative fioriture

di alghe.

E’ quindi importante poter intervenire sulle fonti di apporto dei nutrienti, in particolare del

fosforo, per poterle ridurre (per esempio aumentando il livello di depurazione dei reflui); è

similmente importante e strategico, però, poter controllare l’efficacia degli interventi realizzati

per il raggiungimento degli obiettivi ambientali prefissati.

Controllo significa monitoraggio. Per questo si ritiene importante monitorare correttamente e

nel tempo il lago e i due principali affluenti del lago: il fiume Oglio e il torrente Borlezza.

E’ fondamentale inoltre, al fine di condurre una corretta analisi del sistema per la stima del

bilancio di massa, monitorare anche l’uscita dal lago per valutare la capacità del lago di

ridurre i carichi di fosforo, comportamento già valutato nel passato e che è bene tenere

costantemente sotto osservazione.

Per quanto riguarda l’analisi qualitativa dei principali affluenti diretti al lago d’Iseo, si osserva

dai dati sperimentali della Regione Lombardia come l’Oglio presenti condizioni di qualità delle

acque sufficienti, mentre il Borlezza è in condizioni pessime.

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145

E’ importante ricordare però che un apporto importante a lago è rappresentato dal Canale ex

Italsider che, sia per la portata addotta che per il carico trasportato, è da considerare un

importante affluente del lago. Si rammenta infine che il Torrente Borlezza, che spesso risulta

deficitario d’acqua in prossimità del lago, è campionato in un tratto pesantemente derivato e

fortemente modificato.

Consci della consistenza delle implicazioni ambientali e del bisogno di integrare, attraverso

una visione aperta e pluridisciplinare, l’analisi attuale con altri punti di approfondimento delle

necessità da affrontare e dei problemi legati a questo ecosistema, si ritiene doveroso

elencare alcune criticità ambientali e riportare l’attenzione sul significato e il valore che

l’ecosistema acquatico rappresenta per la sostenibilità di questo territorio.

Dall’analisi conoscitiva della documentazione raccolta in merito alle problematiche relative

agli ecosistemi acquatici del lago d’Iseo si può affermare, in sintesi, che le alterazioni

ambientali che più influenzano l’ecosistema acquatico sono principalmente dovute:

1. a realizzazione di strutture

2. ad altre attività antropiche

In particolare le alterazioni ambientali di origine strutturale sono dovute alla realizzazione di

strutture come:

� sbarramenti fluviali: a seconda della dimensione e soprattutto dell’altezza del

salto, le traverse e le briglie presenti lungo i tributari con vocazione per la fauna ittica

(F. Oglio a Costa Volpino - località Ponte Bardotto, a Darfo B.o T. - località Iper,

confluenza T. Dezzo e a Sarnico), possono costituire una barriera invalicabile per la

fauna ittica migratoria, impedendo il raggiungimento delle zone di caccia e di

riproduzione, situate a monte dell’opera di sbarramento. Per alcune specie la

segregazione spaziale può anche pregiudicarne la sopravvivenza.

� opere di artificializzazione di sponda: la pressione antropica lungo le rive del lago, dovuta essenzialmente alla presenza di aree residenziali, strade, aree

produttive, zone portuali e infrastrutture turistiche, ha portato ad una sostanziale

alterazione della naturalità delle sponde. Tali artificializzazioni, rappresentate per lo

più da scogliere o massicciate (a secco/cementate) o da opere in cemento (muri/pali)

o da pali in legno, riguardano in genere l’intero litorale lacustre.

� opere di artificializzazione dei tributari: i tratti terminali di alcuni tributari minori

del lago (T. Valle di Novali, T. Valle di Marasino e T.Rino) sono stati artificializzati e

rettificati. La mancanza di una foce naturale non consente il formarsi di spiagge

naturali, preziose per la frega di alcune specie come alborella, agone, coregone e

cavedano. Le alterazioni ambientali dovute ad attività direttamente svolte sia in ambito lacustre che

lungo il reticolo idrico del bacino idrografico hanno nel lago il recettore finale. In particolare

si ricorda:

� la regolazione artificiale dei livelli del lago, che determina da un lato notevoli

escursioni dei livelli nel corso dell’anno (superiori alle potenziali oscillazioni naturali),

dall’altro un drammatico abbassamento globale dei livelli minimi col rischio di una

seria compromissione del successo riproduttivo delle specie a frega litorale in acque

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146

basse, quali alborella, agone e coregone, portando anche ad una banalizzazione degli

habitat delle rive. Tale situazione è all’origine anche di erosione attiva delle strutture.

� l’immissione di acque inquinate nel bacino lacustre. La presenza di scarichi urbani

e industriali, non sempre collettati, e il non efficiente trattamento delle acque reflue

(sia lungo gli immissari che nel lago stesso), ha portato all’attuale stato di meso-

eutrofia delle acque, che naturalmente dovrebbero essere in uno stato oligotrofo.

� le operazioni di dragaggio; l’attività, svolta con cadenza in genere quinquennale,

interessa principalmente le aree portuali di valle del lago (Sassabanek, Clusane,

Sarnico, Predore e Tavernola), il primo tratto dell’Oglio emissario e una zona di monte

(Pisogne). Nelle aree di valle, il materiale dragato è costituito in prevalenza da

materiale fine di tipo limoso, mentre a monte risulta in parte mescolato a ghiaia. Tra i

principali impatti provocati dal dragaggio c’è la torbidità indotta dal rimaneggiamento

dei materiali di fondo.

La prolungata torbidità delle acque nelle aree interessate dal dragaggio e la

rideposizione in altre aree del bacino lacustre comporta, oltre ad effetti negativi sulla

fauna ittica, un’accelerazione del trasporto e del deposito nelle aree di valle rendendo

necessario ripetere più frequentemente l’operazione.

� gli sfalci delle aree di canneto; è un’attività praticata soprattutto in passato, per

limitare l’espansione della Cannuccia di palude soprattutto lungo le rive in aree

prospicienti le zone residenziali e/o a fruizione pubblica. Considerato che il canneto

riveste diverse funzioni ecologiche importanti per molte biocenosi, la sua riduzione

e/o frammentazione ha comportato anche la riduzione di un habitat importante di

frega per l’ittiofauna (luccio, tinca e scardola) e una zona di rifugio per l’avifauna

legata agli ambienti lacustri.

Per concludere è bene ricordare che da una conoscenza approfondita dello stato del sistema

territoriale e dell’ecosistema idrico risulta chiaramente quanto lavoro e tempo siano ancora

necessari per raggiungere gli standard proposti dalle normative vigenti e per la salvaguardia

di un territorio così importante come il bacino dell’Oglio.