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Fondamenti di Meccanica Arbitrale - Comitato Italiano ... membri della Squadra/01---Arbitri... · meccanica arbitrale, probabilmente uno degli aspetti più estesi e complessi da trattare

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Fondamenti di Meccanica Arbitrale

Situazione 1: Copertura del campo nelle posizioni fondamentali di arbitro Coda e arbitro Guida.

Situazione 2: Copertura del campo in situazione di gioco del post nella zona dei rettangoli 5 / 6. L’arbitro Guida effettua l’attraversamento dell’attrezzo e l’arbitro Coda adegua il proprio angolo visuale e le relative competenze.

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Situazione 3: Copertura del campo in situazione di pressing forte o raddoppio di marcatura nella zona del rettangolo 3 “basso”. L’arbitro Coda adegua la propria posizione, l’arbitro Guida compensa con una maggiore attenzione sul lato debole.

Situazione 4: Copertura del campo in situazione di gioco del post nella zona dei rettangoli 4 / 5. Penetrazione dell’arbitro Coda che “stringe” sotto canestro.

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Le situazioni illustrate negli esempi non hanno la pretesa di essere un manuale completo sulla meccanica arbitrale, probabilmente uno degli aspetti più estesi e complessi da trattare. Ma costituiscono un valido riferimento per cogliere il senso della posizione e del movimento dell’arbitro in campo. Sono 4 esempi di situazioni frequenti in una partita di pallacanestro, nelle quali agli arbitri sono richiesti continui movimenti, adeguamenti di posizione e cambi di attenzione visiva dettati dalla posizione dei giocatori e, ovviamente, della palla. Lo scopo primario di una corretta applicazione della meccanica è portare l’arbitro a osservare dunque valutare un’azione alla giusta distanza per poter prendere la giusta decisione e nello stesso tempo renderla il più possibile credibile. I concetti portanti sono: cercare sempre lo spazio tra i giocatori, condizione essenziale per poter stabilire se un contatto è avvenuto o meno; avere una posizione il più possibile “aperta”, ovvero mantenere con il busto un’angolazione che consenta all’arbitro di controllare la più vasta zona di competenza possibile; dinamicità in campo: le posizioni relative dei due arbitri sono dettate dai movimenti dei giocatori e della palla, questi non sono mai fermi ma sempre in movimento nel costruire il gioco: ne segue che l’arbitro deve essere sempre dinamico per adeguarsi correttamente all’azione che si sta svolgendo. E’ importante altresì avere sempre una precisa consapevolezza di ciò che sta osservando il collega, per evitare che si creino conflittualità nella gestione delle competenze e che zone del campo rimangano scoperte.

• Situazione 1. Sono le posizioni “fondamentali” dell’arbitro coda e dell’arbitro guida in campo. Dunque le responsabilità primarie del gioco: il coda copre i rettangoli 1 / 2 / 3 / 6. Fermo restando che zone come il 3 basso o il 5 alto rimangono di “doppia competenza” e vanno gestite azione per azione in base allo svolgimento del gioco. Fondamentale per un corretto lavoro di coppia è un buon colloquio pre-gara, nel quale prendere accordi proprio sulla gestione di queste zone del campo.

• Situazione 2. Gioco del post nei rettangoli 5 / 6. Una situazione molto frequente nella

pallacanestro e in cui diventa indispensabile per una corretta valutazione dell’azione il lavoro dell’arbitro guida. Questo, durante la “presa di posizione” da parte del giocatore attaccante in post deve eseguire dapprima un “adeguamento”, cioè avvicinarsi sotto l’attrezzo per osservare il gioco senza palla, poi al momento del passaggio verso il post, l’arbitro guida deve prontamente eseguire un completo attraversamento dell’attrezzo per portarsi di fronte ai due giocatori e poter osservare al meglio lo svolgersi del gioco. L’arbitro coda ovviamente dovrà spostare la propria attenzione visiva sulle zone del campo che vengono lasciate scoperte dall’attraversamento del guida. Ovvero tutto il gioco sul lato debole, i tagli, e i primi posizionamenti a rimbalzo. All’esaurirsi della situazione di gioco del post, i due arbitri devono ritornare alle proprie posizioni fondamentali dunque a osservare nelle proprie zone di competenza, o adeguarsi velocemente a una nuova situazione particolare che si viene a creare.

• Situazione 3. Altra situazione comune, e tra le più difficili da gestire proprio per com’è

strutturata la meccanica del doppio arbitraggio è il raddoppio di marcatura, o comunque una situazione di pressing forte nel rettangolo 3. Questa è la zona più lontana generalmente da entrambi gli arbitri, dunque la più difficile da osservare attentamente. Il principio fondamentale che deve sempre essere tenuto presente è il seguente: “l’arbitro ha facoltà di andare ovunque sia necessario per osservare meglio l’azione”. Dunque, seppure sempre consapevoli delle posizioni fondamentali che vanno mantenute nel corso della gara, in

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situazioni speciali quali il pressing forte nel rettangolo 3, si chiede che l’arbitro coda adegui la propria posizione in campo avvicinandosi all’azione quanto necessario perché riesca a vedere gli spazi tra i giocatori ed effettuare una valutazione il più possibile aderente alla realtà. L’arbitro guida nel frattempo, leggendo la situazione di gioco e l’intervento del collega nel modificare la posizione in campo, effettuerà un adeguamento aprendosi maggiormente verso le zone del campo scoperte dal collega, cercando di ottimizzare in particolare la copertura del lato debole e sotto canestro.

• Situazione 4. Il gioco del post nei rettangoli 4 / 5. Il guida nella propria posizione

fondamentale è già predisposto alla valutazione ottimale dell’azione. In questa situazione viene però impegnato molto dal gioco della palla in post, dunque l’arbitro coda dovrà fornire un valido aiuto nella gestione del lato debole e sotto canestro, effettuando una “penetrazione” verso la linea di fondo per portarsi più vicino al gioco e valutare meglio.

In tutte le situazioni in cui sono previsti movimenti particolari degli arbitri, come l’attraversamento del campo da parte del coda o l’attraversamento dell’attrezzo da parte del guida, è importante che l’arbitro, all’esaurirsi della situazione di gioco che ha richiesto l’adeguamento, torni a occupare la propria posizione “prevalente” o la posizione che la successiva situazione di gioco richiede per una corretta valutazione. Tutti i movimenti vanno eseguiti nel minor tempo possibile, e comunque raffinati continuamente nel corso dello svolgersi dell’azione per cercare sempre la visuale ottimale. I due arbitri mai devono trovarsi a osservare la stessa situazione, mai devono lasciare zone del campo scoperte. Fondamentale dunque un buon lavoro di coppia, perseguibile solo attraverso un corretto colloquio pre-gara, una profonda conoscenza del gioco e, non meno importante, una corretta sensibilità verso la meccanica arbitrale. Marco Pierantozzi