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ESTATE 2015 Direttore: GIOVANNI FOLLI Periodico gargnaneSe di informazione, attualità e cultura 85 Periodico gargnaneSe di informazione, attualità e cultura Autorizzazione Tribunale di Brescia n.10-1994 del 18/4/94 - Stampato da Tipolitografia GARDESANA - Tormini di Roè Volciano - BS Mauro Garnelli Piera Donola Innanzitutto quali sono le motivazioni che vi hanno portato, dopo set- tanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale, a istituire una sezione ANPI pro- prio a Gargnano? La prima è legata alla scomparsa di coloro che furono diretti testimoni della lotta contro il nazi- fascismo, perché questo rischia di lasciare un vuo- to culturale che con il pas- sare del tempo diventerà sempre più difficile da colmare. Il compito che ci prefiggiamo è lo stesso di tutti coloro che fanno par- te dell'Associazione Na- zionale Partigiani: impedi- re che quei valori che hanno dato vita alla nostra Costituzione Italiana, frut- to della Resistenza Civile, culminata dopo l'8 set- tembre del 1943, ma nata sin dagli albori del fasci- smo, non vengano dispersi. E ci riferiamo naturalmen- te all'esperienza della Re- pubblica sociale, a quei 600 giorni che hanno stra- volto la quotidianità di un piccolo paese. La creazio- ne di una sezione gargna- nese nel 70° anniversario della Liberazione, assume quindi un valore simbolico altissimo. Lei è giovane, mi chie- do se la sensibilità a non dimenticare, a te- nere vivo il ricordo di questi ideali sia anche legata alla sua attività di insegnante? Esatto, è proprio così. Nel- la mia esperienza d'inse- gnamento mi confronto quotidianamente con gio- vani che non hanno nessu- na idea di cosa sia stata la Resistenza, di quali lotte siano state fatte per con- quistare la libertà, come se tutto questo facesse parte di una rimozione collettiva.Viviamo infatti in un momento politico ed economico di profonda crisi, dove si corre il ri- schio di soppressione di quei diritti sociali e di convivenza civile che ave- vamo considerato acquisi- ti per sempre: mi riferisco al diritto al lavoro, inteso come garanzia di vita di- gnitosa, al diritto all'istru- zione libera e garantita per tutti, al diritto all'assi- stenza sanitaria. In questo contesto la distanza tra la classe politica e i cittadini si fa sempre più abissale creando un vuoto che di conseguenza provoca frat- ture profonde nella nostra società. Come insegnante sento dunque questa grande re- sponsabilità di educare al ricordo, ad esempi di vita, di coloro che ragazzi, gio- vani, hanno sacrificato lo- ro stessi per la nostra li- bertà. Che tipo di attività ave- te in programma per sensibilizzare su questi temi? Si interverrà a livello sco- lastico con un progetto che coinvolgerà i ragazzi delle scuole medie, per allargarsi poi a tutta la cit- tadinanza proponendo di- battiti, incontri, proiezioni di film finalizzati ad edu- care ad una memoria sto- rica che ha radici profon- de nelle parole della no- stra Costituzione. Il ricor- Avevamo già accennato alla nascita della locale sezione dell'Associazione Partigiani Italiani nel numero precendente del nostro giornale. Ora, dopo il congresso fondativo avvenuto lo scorso 28 marzo, siamo in grado di fornire ulteriori informazioni. A questo proposito abbiamo intervistato la presidente Leila Bonacossa. continua a pagina 11 continua a pagina 15 Gargnano non è un luogo qualunque, la sua storia è in- dissolubilmente legata a una delle pagine più drammati- che della storia italiana, S icuramente si tratta dell'evento più im- portante dell'anno, di portata mondiale. Parliamo, naturalmente, dell'Esposizione Universa- le di Milano 2015, familiar- mente chiamata "Ex- po2015". Inaugurata il 1° maggio, si L'EVENTO DELL'ANNO protrarrà fino al 31 otto- bre; in questi sei mesi la manifestazione esplorerà il tema selezionato: “Nutri- re il pianeta, energia per la vita”, con l'intenzione di includere tutto ciò che ri- guarda l'alimentazione, dall'educazione alimenta- re alla grave mancanza di cibo che affligge molte zo- ne del mondo, alle temati- che legate agli OGM. Argomento centrale è il di- ritto inalienabile ad una ali- mentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abi- tanti della Terra. La preoc- cupazione per la qualità del cibo in un mondo sem- pre più popolato si accom- pagna a scenari di un au- mento dei rischi per la quantità globale dei cibi disponibili in virtù dello sfruttamento intensivo e non sostenibile. Sono quindi chiamate in causa le tecnologie, l'innovazio- ne, la cultura, le tradizioni e la creatività legati al set- tore dell'alimentazione e del cibo. Ad Expo2015 so- no presenti 141 parteci- panti ufficiali e 10 organiz- zazioni della società civile. Personalmente mi sono rammaricato quando, nel marzo 2008, venne asse- gnata la realizzazione di Expo 2015 all'Italia. Non sono un disfattista o un esterofilo a tutti i costi, tut- t'altro. Ma la previsione che ci sarebbero stati in- trallazzi era sin troppo fa- cile da indovinare, come poi si è puntualmente ve- rificato. Abbiamo così avu- to la cementificazione di una nuova zona, vicina ad altre già inutilizzate da an- ni, mentre i costi sono, magicamente come sem- pre, lievitati in maniera ab- norme. Sono stati conte- stati reati contro la pubbli- ca amministrazione al Ge- neral Manager di Expo 2015 S.p.A. e a numerosi esponenti politici, tra i quali il presidente della Regione Roberto Maroni, ma le vicende in questio- ne, logicamente, non sono ancora giunte a conclusio- ne. L'organizzazione del- l'evento è stata caratteriz- zata anche da vicende giudiziarie legate a reati FONDATA A GARGNANO UNA SEZIONE DELL' ANPI

FONDATA A GARGNANO ANPIExpo 2015 all'Italia. Non sono un disfattista o un e s tr of il a uc , - t'altro. Ma la previsione che ci sarebbero stati in-trallazzi era sin troppo fa-cil

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Page 1: FONDATA A GARGNANO ANPIExpo 2015 all'Italia. Non sono un disfattista o un e s tr of il a uc , - t'altro. Ma la previsione che ci sarebbero stati in-trallazzi era sin troppo fa-cil

ESTATE 2015

Direttore: GIOVANNI FOLLI

P e r i o d i c o g a r g n a n e S e d i i n f o r m a z i o n e , a t t u a l i t à e c u l t u r a

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P e r i o d i c o g a r g n a n e S e d i i n f o r m a z i o n e , a t t u a l i t à e c u l t u r a

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Mauro Garnelli

Piera Donola

Innanzitutto quali sonole motivazioni che vihanno portato, dopo set-tanta anni dalla finedella seconda guerramondiale, a istituireuna sezione ANPI pro-prio a Gargnano?La prima è legata allascomparsa di coloro chefurono diretti testimonidella lotta contro il nazi-fascismo, perché questorischia di lasciare un vuo-to culturale che con il pas-sare del tempo diventeràsempre più difficile dacolmare. Il compito che ciprefiggiamo è lo stesso ditutti coloro che fanno par-te dell'Associazione Na-zionale Partigiani: impedi-re che quei valori chehanno dato vita alla nostraCostituzione Italiana, frut-

to della Resistenza Civile,culminata dopo l'8 set-tembre del 1943, ma natasin dagli albori del fasci-smo, non vengano dispersi.

E ci riferiamo naturalmen-te all'esperienza della Re-pubblica sociale, a quei600 giorni che hanno stra-volto la quotidianità di unpiccolo paese. La creazio-

ne di una sezione gargna-nese nel 70° anniversariodella Liberazione, assumequindi un valore simbolicoaltissimo.Lei è giovane, mi chie-do se la sensibilità anon dimenticare, a te-nere vivo il ricordo diquesti ideali sia anchelegata alla sua attivitàdi insegnante?Esatto, è proprio così. Nel-la mia esperienza d'inse-gnamento mi confrontoquotidianamente con gio-vani che non hanno nessu-na idea di cosa sia stata laResistenza, di quali lottesiano state fatte per con-quistare la libertà, comese tutto questo facesseparte di una rimozionecollettiva. Viviamo infatti inun momento politico ed

economico di profondacrisi, dove si corre il ri-schio di soppressione diquei diritti sociali e diconvivenza civile che ave-vamo considerato acquisi-ti per sempre: mi riferiscoal diritto al lavoro, intesocome garanzia di vita di-gnitosa, al diritto all'istru-zione libera e garantitaper tutti, al diritto all'assi-stenza sanitaria. In questocontesto la distanza tra laclasse politica e i cittadinisi fa sempre più abissalecreando un vuoto che diconseguenza provoca frat-ture profonde nella nostrasocietà. Come insegnante sentodunque questa grande re-sponsabilità di educare al

ricordo, ad esempi di vita,di coloro che ragazzi, gio-vani, hanno sacrificato lo-ro stessi per la nostra li-bertà.Che tipo di attività ave-te in programma persensibilizzare su questitemi?Si interverrà a livello sco-lastico con un progettoche coinvolgerà i ragazzidelle scuole medie, perallargarsi poi a tutta la cit-tadinanza proponendo di-battiti, incontri, proiezionidi film finalizzati ad edu-care ad una memoria sto-rica che ha radici profon-de nelle parole della no-stra Costituzione. Il ricor-

Avevamo già accennato alla nascita della locale sezionedell'Associazione Partigiani Italiani nel numero precendente del nostro giornale. Ora, dopo il congressofondativo avvenuto lo scorso 28 marzo, siamo in grado di fornire ulteriori informazioni. A questo proposito abbiamo intervistato la presidente Leila Bonacossa.

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continua a pagina 15

Gargnano nonè un luogoqualunque, lasua storia è in-dissolubilmentelegata a unadelle paginepiù drammati-che della storiaitaliana,

Sicuramente si trattadell'evento più im-portante dell'anno, di

portata mondiale.Parliamo, naturalmente,dell'Esposizione Universa-le di Milano 2015, familiar-mente chiamata "Ex-po2015".Inaugurata il 1° maggio, si

L'EVENTO DELL'ANNO

protrarrà fino al 31 otto-bre; in questi sei mesi lamanifestazione esploreràil tema selezionato: “Nutri-re il pianeta, energia perla vita”, con l'intenzione diincludere tutto ciò che ri-guarda l'alimentazione,dall'educazione alimenta-re alla grave mancanza di

cibo che affligge molte zo-ne del mondo, alle temati-che legate agli OGM.Argomento centrale è il di-ritto inalienabile ad una ali-mentazione sana, sicura esufficiente per tutti gli abi-tanti della Terra. La preoc-cupazione per la qualitàdel cibo in un mondo sem-

pre più popolato si accom-pagna a scenari di un au-mento dei rischi per laquantità globale dei cibidisponibili in virtù dellosfruttamento intensivo enon sostenibile. Sonoquindi chiamate in causale tecnologie, l'innovazio-ne, la cultura, le tradizionie la creatività legati al set-tore dell'alimentazione edel cibo. Ad Expo2015 so-no presenti 141 parteci-panti ufficiali e 10 organiz-zazioni della società civile.Personalmente mi sonorammaricato quando, nelmarzo 2008, venne asse-gnata la realizzazione diExpo 2015 all'Italia. Nonsono un disfattista o unesterofilo a tutti i costi, tut-t'altro. Ma la previsioneche ci sarebbero stati in-trallazzi era sin troppo fa-

cile da indovinare, comepoi si è puntualmente ve-rificato. Abbiamo così avu-to la cementificazione diuna nuova zona, vicina adaltre già inutilizzate da an-ni, mentre i costi sono,magicamente come sem-pre, lievitati in maniera ab-norme. Sono stati conte-stati reati contro la pubbli-ca amministrazione al Ge-neral Manager di Expo2015 S.p.A. e a numerosiesponenti politici, tra iquali il presidente dellaRegione Roberto Maroni,ma le vicende in questio-ne, logicamente, non sonoancora giunte a conclusio-ne. L'organizzazione del-l'evento è stata caratteriz-zata anche da vicendegiudiziarie legate a reati

FONDATA A GARGNANO UNA SEZIONE DELL'ANPI

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Davide Ardigò

La serata, da me pre-sentata, è stata con-dotta da due ornito-

logi bresciani non pro-fessionisti, AlessandroMicheli di Treviso Bre-sciano e Rocco Leo diCollebeato, entrambipossessori di un baga-glio culturale e di un cur-riculum ornitologico nonindifferenti; la loro car-riera nel settore è iniziatanei primi anni Ottanta,

con numerose ricerchesul campo e la partecipa-zione a svariate pubbli-cazioni scientifiche sul-l’argomento. Inoltre, sonoesperti conoscitori dellafauna vertebrata dell’Al-to Garda, territorio checonoscono bene fre-quentandolo da moltotempo. Alternandosi nell’esposi-zione, i relatori hannopresentato composizione(quali specie ci sono) econsistenza (quante cop-pie ci sono) della popola-zione locale di rapacidiurni, oltre a illustrarecon fotografie scattateesclusivamente qui nelParco, i caratteri di ognispecie. Veniamo così asapere che nel territoriodel Parco Alto Garda Bre-sciano sono stimate 105-129 coppie nidificanti e3.900-5.700 rapaci intransito ogni primaveraverso le valli alpine piùinterne e l’Europa cen-

tro-orientale. L’Alto Gar-da infatti si trova propriolungo un’importante rottamigratoria utilizzata dairapaci e da numerose al-tre specie di uccelli: so-prattutto il nostro monteComér è risultato esseremolto “apprezzato” daquesti grandi volatori, inquanto le correnti ascen-sionali che si formanosulle sue pareti roccioserivolte a lago consentono

loro di prendere quota fa-cilmente senza doverspendere troppa energiae quindi veleggiare poiverso nordest.

una via che percorre indiagonale tutta l’Italiasettentrionale e prose-gue oltre lo spartiacque

alpino.Micheli e Leo hanno evi-denziato come il Comérsia un punto di osserva-zione veramente privile-giato in quanto la distan-za relativamente brevealla quale si vedono imigratori consente diapprezzare in dettagliolivree e particolari ana-tomici, quando solita-mente in tutti gli altri im-portanti luoghi di migra-zione (p. es. Stretto diMessina, Arenzano, pro-montorio del Cònero) èpossibile vedere i rapacisolo da sotto e a grandealtezza o distanza nelcielo. Insomma, una veramanna anche per i foto-grafi “al volo”, oltrechéper gli osservatori e glistudiosi. L’attenzione per il mon-te Comér cominciò giàalla fine degli anni No-vanta e ha portato ungruppo di amici appas-sionati di osservazionifaunistiche e birdwat-ching, riuniti nel Coor-dinamento FaunisticoBenacense (CFB), ad unrigoroso studio pianifi-cato del fenomeno, concampagne di osserva-zione estese tra la finedi febbraio e la fine dimaggio, durate parecchianni; i notevoli risultatidi tale campagna di ri-cerche sono stati pub-blicati dai due Autori subollettini e riviste scien-tifiche di portata nazio-nale. Anche in ragione di ciò,il CFB propose all’ER-SAF Lombardia di realiz-zare sulla cima del Filùuna struttura che per-mettesse di godere lamigrazione dei rapacicon modalità più como-

de e sicure; l’unità ope-rativa bresciana dell’ER-SAF ha ritenuto interes-sante una tale propostae nel 2012 ha realizzatol’Osservatorio Avifau-nistico di Cima Co-mér, dal quale si ha unagrandiosa visione di val-li, monti, lago e cielo cir-costanti, ove individuarela provenienza dei gran-di veleggiatori per po-terli poi “accompagna-re” per parte del loroviaggio con l’aiuto di bi-nocoli e cannocchiali.

prima passano poiane esparvieri, poi nibbi, al-banelle e chiudono lastagione, a maggio, fal-chi pecchiaioli e falchicuculi.

Ogni anno il Comér ri-serva delle sorprese, sìdico proprio sorprese,perché qualsiasi gior-nata passata all’osser-vatorio può essere buo-na per vedere specierare o poco comuni nelnostro territorio.Quest’anno ha fatto nuo-vamente visita al Coméril maestoso Grifone, du-rante una delle sue re-golari “passeggiate” trala Francia e la Croazia. A maggio, c’è stata ad-dirittura la visita di ungiovane soggetto diAquila delle steppe, unaspecie dell’estrema Eu-ropa orientale e del-l’Asia che non era maicapitata prima sulle Al-pi italiane!A completamento dellaserata, la giornata suc-cessiva (sabato 9 mag-gio) si è effettuataun’escursione all’osser-vatorio per poter vede-re “dal vivo” i migratoridel momento, i pecchia-ioli, migratori trans-sa-hariani diretti ognunoverso i rispettivi siti dinidificazione a nord del-le Alpi. La coppia di conspecifi-ci locali ha avuto il suobel daffare per segnala-re con “l’applauso” (ra-pido battito d’ali verti-cale) che lì il territorioera già occupato.La ventina di parteci-panti ha potuto così as-sistere al passaggio dipoco più di un centinaiodi rapaci, quasi tuttipecchiaioli, e ai lietisvolazzi di numerose evariopinte farfalle, chehanno fatto corona apeonie, asfodeli e orchi-dee selvatiche in fiore.

raPaci nei cieli del Parco

Quest’anno gli incontri culturali gargnanesi organizzati dall’Assesso-rato alla Cultura e dalla Bibliotecahanno riservato uno spazio alla Natura, in particolare agli uccelli dapreda diurni, sia quelli che si riprodu-cono nel nostro territorio sia quelliche solcano i cieli dell’Alto Garda soltanto nel momento del loro transitoverso i loro luoghi di riproduzione situati oltralpe.

Potremmo pa-ragonare il Filù del Comére la relativa ci-ma a una sortadi auto-grillche si trovalungo un’im-maginaria au-tostrada prove-niente dall’Eu-ropa sudocci-dentale e peralcune specie addirittura dall’Africa,

Il Comér per-mette in tuttala bella sta-gione di go-dere della vi-sta di rapacilocali (Bianco-ne, Falco pel-legrino, Falcopecchiaiolo,Gheppio, Nib-bio bruno, Po-iana), oltreche di un pa-norama moz-zafiato, ma è apartire dallafine di febbra-io che è possi-bile vedere iprimi grandimigratori tran-sitare a deci-ne, a voltecentinaia:

Una Poiana nei cieli del Parco con sfondo Muslone foto di Paolo Castellini

Aquila reale foto di Valerio Bollin

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Claudia Dalboni

Ècurioso riconoscerecome eventi e per-sonaggi diversi, nel

contesto temporale e so-ciale dell'illustre Comunitàdi Riviera, testimoniano,tuttavia, esperienze co-muni, relative alla salutepubblica, oggetto di parti-colare attenzione per gliorgani di governo dell'allo-ra Magnifica Patria.Precisa e rigorosa risultaessere tale comunicazio-ne da parte di Zorzi Bem-bo, provveditore e capita-no, rivolta ai comuni di Sa-lò, Cacaver, Volzan, Gar-don, Maderno, Toscolan,Gargnan, Tremosin, Ti-gnale, Muslon e Limon,datata Salò 31 agosto1656, con le seguenti indi-cazioni:

"Zorzi Bembo Provveditore CapitanoLi deputati alla Sanità diRiviera.A precisa dichiarazionedelli ordini nostri ripartiti inproposito de ReligiosiClaustrali, notificano a Si-gnori Deputati alla Sanitàdelli Comuni infrascrittiche li religiosi medesimipossono con le fedi di Sa-nità che specifichino ovepretendono andare dellaGiurisdizione nostra par-tendo d'alcun logo di essae che siino delli descrittinelle famiglie notificate emonasteri praticare ognilogo della istessa Giurisdi-zione, senza che da alcunole sia posto minimo impe-dimento, dovendo però es-si Religiosi volendo usciredella Giurisdizione essereaccompagnati da licenzanostra, altrimenti non siinodi ritorno admessi in essa,in conformità delli ordinipredetti". (1)

Da Gargnano, in data dipoco anteriore alla comu-nicazione sopra trascritta,il 16 luglio 1656, giungedal Convento di San Fran-cesco il seguente elenco,firmato da Fra Camillo so-detto Guardiano, che co-munica la presenza preci-sa di religiosi, ivi residenti,con dettagli in merito allecaratteristiche fisiche dellapersona, quasi fosse undocumento d'identità at-tuale:"Notta de nomi, cognomi,Patria, età con altre circo-stanze de Padri, frati etservitù, che si ritrovano distanza nel Convento diSanto Francesco di Gar-gnano.Primo il Padre Fra CamilloFerla da Crema, Pree etGuardiano del medesimoConvento, sacerdote d'etàd'anni 64, statura ordina-ria con barba canuta.2° Il Padre SebastianoPelliccioni da Proceno,Provincia di Roma, sacer-

dote, d'età di anni 70, bar-ba canuta, statura bassa.3° Il Padre Baccigliere FraLodovico Brichoschi, daPetricovia Polacco, d'etàd'anni 27, statura ordina-ria, pelo biondo, sacerdo-te.4° Il Padre Baccigliere FraAntonio Podio de ChristaFrancese sacerdote, d'etàd'anni 30.5° Fra Patiente Delai laicoet frate del sodetto Con-vento, da Preseie in Valde Sabbio, d'età d'anni 50,testa alquanto canuta,barba tra il biondo e il ca-stagno, statura mediocre.6° Fra Antonio Lucca laicoda segno frate del mede-simo Convento, della Val-le de Non Trentino, de sta-tura ordinaria, d'età d'anni30, pelo castagno, barbachiara.7° Domenico Zuconio daPresene, Val de Sabbiofameio, d'età d'anni 24, pe-lo negro, barba pongiente,statura mediocre". (2)

Tra le carte antiche a ri-guardo della salute pubbli-ca si trovano testimonian-ze, provvedimenti, vicen-de che hanno a che farecon la morte: è il triste ca-so di un bambino di otto

anni, deceduto perchémorso da cane rabbioso:"Illustrissimi Signori Pa-droni ColendissimiQuesta mattina, essendostati avvertiti improvvisa-mente dal Baruffaldi chefu in questa notte chiama-to da domino Tomaso Fer-rari a medicare un suo ni-potino dell'età di anni ottocirca, ed essere stato rico-nosciuto sospetto di rab-bia, dove si siamo portati

personalmente e l'abbia-mo ritrovato in letto, assi-stito da persone d'ettàavanzata, a quali fu da noiimposto di dover usare lamaggior vigilanza sopraqualunque emergente adeffetto di poter provvederea quanto fosse credutonecessario a riparo d'ogniulterior disordine; ed ab-biamo ordinato ai domesti-ci di usare ogni attenzio-ne, accio non entri in ca-mera di esso alcun altro,massime di ettà giovanile.Semmai credesseroV.V.S.S. Illustrissime cheavessimo da passare amaggiori cautele, staremoin attenzione per eseguireimediatamente quantoverrà prescritto. Tanto par-tecipiamo per scarico delnostro uffizio, ed in atten-zione di quello che verràprescritto, con somma sti-ma, e debito ci protestia-mo.Devotissimo e Obbligatis-simo ServitoreGargnano 8 maggio 1791Devotissimi ObbligatissimiServitoriLi Deputati alla Sanità delComune di Gargnano" (3)

E la corrispondenza conti-nua...

"Illustrissimi Signori Pa-droni ColendissimiEssendomi portato questasera circa le 22 ore a Villaper rilevare, cosa sia circalo stato del ragazzino indi-cato nelle lettere di questamattina, l'ho ritrovato ag-gittato, e con smania dafurioso, e perciò ho ordi-nato che sia legato in lettoed ho posto sulla portadella Camera in cui sta ilvice Caporal con altro sol-

dato, a cui ho espressa-mente ordinato alla pre-senza de testimoni di do-ver tenerlo chiuso in Ca-mera, anche a forza, vie-tando a chicche sia l'in-gresso nella medesima eche non venga trasportatodalla stessa cosa alcuna.Questa sera poi circa l'oradi notte mi son nuovamen-te portato alla casa di det-to Ferrari e son stato assi-curato essere spirato ap-punto prima che giunges-si. Ho fatto restare laGuardia coll'incarico stes-so. Tanto rassegno aV.V.S.S. Illustrissime in at-tenzione di quegli ordini,che mi restassero da ese-guire in progresso e consomma stima e venerazio-ne mi protesto.Devotissimo e Obbligatis-simo Servitore

Gargnano 8 maggio 1791circa l'ora e mezza di notteDevotissimo e Obbligatis-simo ServitoreGiovanni Giorni Deputatoalla Sanità del Comune diGargnano" (4)

La vicenda si conclude conl'ultima comunicazione econ una serie di interventi,finalizzati a salvaguardarela salute pubblica:

"Illustrissimi Signori Pa-droni ColendissimiGargnano 10 maggio 1791

Circa le vent'una e mezzaieri dal Fante BartolomeoBorzeghin mi sono staterecate le riveribili lettere diV.V.S.S. Illustrissime delgiorno stesso. In prontaesecuzione di esse, con lepossibili cautele è statofatto il trasporto in due ce-stoni delle lenzuola, cami-cie e tutti i vestimenti iviesistenti del ragazzo peri-to con ogni altra cosa sinonella pubblica strada nellacontrada da Chingarelli,dove è stato il tutto abbru-ciato, sino alla totale suaconsumazione. È statofatto purgare esattamenteil letto, in cui era legato. Èstata fatta rinfrescare lamuraglia della camera con

calce spruzzata replicata-mente sul pavimento dellamedesima. Il cadaverino èstato fatto strascinare inuna casetta ivi approntata,dove inchiodatone il co-perchio è stato dato l'ordi-ne per il trasporto alla se-poltura, alla quale fu fattoaccompagnare dalli duesoldati, ed alla loro pre-senza è stata sepelita lacasetta in cui esisteva.Venendo poi alla causaoriginaria del caso fune-sto: questa fu una picciolamorsicatura sul collo delpiede destro ignudo dauno dei due cagnetti, cheil Ferrari aveva in casaquale è stata sino ai 8 cor-rente trascurata senza ri-flesso. Si dice che sianodallo stesso cagnetto statimorsicati anche altri dueragazzini della stessa ca-sa, quali per altro sino adora per grazia di Dio sonosani. Si rileva ancora es-sere stati morsicati, ben-ché leggermente, altri dueche sono Valentino Berto-lotti di Giacomo e TomasoChiereghini detto Moneri-no, il primo dei quali si di-ce ritrovarsi a Torri a man-dar olivi, l'altro si trova inVilla. Li cagnetti del Ferra-ri sono stati fatti da essosommergere sino da queltempo. Il sig. Andrea Chie-reghini nega costante-mente che la sua cagnettasia stata mai morsicata,ma che ciò non ostante laterrà chiusa in casa. Tantoviene rassegnato aV.V.S.S. Illustrissime in or-dine alle prescrizioni in-giuntemi e con ogni vene-razione ed ossequio miprotesto.Umilissimo, DevotissimoServitoreIl Deputato alla Sanità diGargnano" (5)

(1) - Livi 370, c.c. 336-337(2) - Livi 370, c. 352 (3) - Livi 398, Estraordina-rio 1791-1793, c. 25 (4) - Livi 398, Estraordina-rio 1791-1793, c. 26(5) - Livi 398, Estraordina-rio 1791-1793, c. 27

ANTICHE CRONACHE DA GARGNANODALL'ELENCO DEI FRATI ALLE VICENDE QUOTIDIANE

Il chiostro di San Francesco in una vecchia foto

L’interno del chiostro di San Francesco

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Mauro Garnelli

inostri lettori ricorderan-no che la famiglia Feltri-nelli, tra le altre attività,

aveva realizzato a Bolza-no uno stabilimento per lalavorazione della masoni-te. In questa azienda tro-varono occupazione pa-recchi nostri concittadini,alcuni dei quali si stabiliro-no definitivamente in quel-la zona. Dei gargnanesitrasferiti in quella città fa-ceva parte anche la fami-glia di Giuseppe (Bepi)Giacomini, nato a Boglia-co il 13 gennaio 1921, chevi giungerà nel 1938.I Giacomini trovarono ca-sa in Via Torino, a pochiminuti dal Lido della città,attrezzato con piscine peril nuoto e per i tuffi. Pro-prio questa sistemazioneassumerà un peso rilevan-te nella vita di Giuseppeche, nato sul lago comenuotatore “disimpegnato”,si trasforma in tuffatore.Bisogna tener presenteche negli anni fra il 1931ed il 1939 brilla la stelladell'altoatesino Carlo Di-biasi, miglior tuffatore ita-liano dell'epoca, e tra i piùforti al mondo, che parte-cipò anche alle Olimpiadidi Berlino. Sarà lui, neglianni '60, a fondare a Bol-zano la scuola tuffi doveallenò per anni GiorgioCagnotto e il proprio figlioKlaus, considerato uno deipiù grandi atleti di tutti itempi in questa disciplina.É quindi comprensibile co-me un simile esempio ab-bia potuto spingere il no-stro “Bepi” a cimentarsi inquesta specialità. Accadde poi che, nel '39,Carlo Dibiasi scelse la cit-tadinanza tedesca, trasfe-rendosi in Austria con altrimembri della squadra dituffi di Bolzano. Il nostroGiuseppe ebbe così l'op-portunità di rappresentarela sua città d'adozione aisuccessivi campionati na-zionali del '40. Nonostantela scarsa esperienza, ot-tenne un lusinghiero quar-to posto nei tuffi dalla piat-taforma di 10 metri. A ri-prova della considerazio-ne che raggiunse, riportia-mo alcuni brani tratti daarticoli usciti su “La provin-cia di Bolzano”, “Il Littoria-le” e altri quotidiani o pe-riodici. I testi, naturalmen-te, risentono dello stile ti-pico dell'epoca, ma rendo-no comunque merito al-l'atleta.

La “Bolzano Nuoto”ai campionati di tuffiDomenica prossima avran-no luogo a Roma i cam-pionati assoluti di tuffi, aiquali la «Bolzano Nuoto»partecipa con uno dei piùgiovani e promettenti atle-ti: Giacomini si è subitoimposto all’attenzione deitecnici, oltre che per uncoraggio a tutta prova, per

la particolare facilità dimo-strata nell’apprendere ituffi più difficili, che spessoimpongono ai principiantiun tirocinio di anni. L'annoscorso, per la prima volta,Giacomini ha partecipatoa gare di tuffi della catego-ria juniores. L’esordio èstato soddisfacente, an-che se per diverse causeil rendimento del giovanetuffatore non poté manife-starsi appieno. Promossoalla categoria superiore,Giacomini affronta questoanno il primo serio cimen-to della sua carriera spor-tiva. Infatti la particolaresituazione esistente ha in-dotto la Federazione nuo-to ad unificare le tre mag-giori categorie in una sola,rendendo di conseguenzaassai più severa e difficilela competizione. Egli do-vrà infatti non soltanto ga-reggiare con atleti dellasua categoria, ma anchecon avversari quali Mari-netti, Cozzi e Ferraris. Ma

siamo certi che Giacominisi impegnerà a fondo perben figurare nelle difficiligare che lo attendono.(La Provincia di Bolzano –6/9/1940)

Roma, 8 settembre 1940Nella gara dalla piattafor-ma dei 10 metri, il romanoMarianetti si é presa la ri-vincita su Cozzi e Ferraris.Marianetti ha fatto vera-mente una gara notevoleper precisione e per ele-ganza. Ha sbagliato leg-germente un solo tuffo, alpari di Cozzi. Alla fine del-la gara il distacco tra i dueavversari era di punti 1,23.II napoletano Ferraris èstato invece assai discon-tinuo tanto da essere mi-nacciato da vìcino da Gia-comini che, presente perla prima volta ad una garatanto importante, ha con-quistato il favore del pub-blico e dei concorrenti perla bravura e per il coraggiodimostrato. Giacomini rap-presenta in campo nazio-nale la promessa più sicu-ra di questa difficile spe-cialità. Praticante dei tuffida due anni egli ha com-

piuto tali e tanti progressida rappresentare fino aquesto momento, un peri-colo anche per i migliori.Malgrado la poca espe-rienza di gara e la inevita-bile preoccupazione deiprimi cimenti egli, supera-ta l'ansia iniziale che gli hafatto fallire il primo tuffo,che di solito gli riesce me-glio, ha gareggiato conuna bravura ed una tran-quillità già proprie deicampioni provati. In unasola stagione egli si è por-tato nella scia dei migliori.intendiamo dire Cozzi,Marianetti e Ferraris, su-perando d’un balzo tutti glialtri. Se non gli farà difettola costanza, siamo certiche un altro anno egli sibatterà per il primo postoassoluto. La scuola atesi-na ha trovato il suo nuovoalfiere, promessa sicuraper continuare una tradi-zione che ormai è salda-mente legata a queste no-stre montagne, capaci nonsolo di produrre cordaioli esciatori, ma di dare allosport nazionale atleti insu-perabili anche in questaspettacolare e difficoltosadisciplina: i tuffi.(La Provincia di Bolzano -12 settembre1940)

Come è stato annunciato,domenica si è avuta, al Li-do di Bolzano, l'esibizionedel tuffatore olimpionicoFerraris Franco del R. N.Canottieri di Napoli. Si èconcluso con questa ma-nifestazione il periodo dipermanenza a Bolzanodel forte atleta parteno-peo, uno dei migliori spe-cialisti italiani, durante ilquale ha quotidianamenteperfezionato il suo allena-mento e dimostrata la suaindubbia classe. Dallapiattaforma dei 10 metridopo un impeccabile ca-pofitto in avanti ed un tufforitornato teso, Ferraris hadeliziato il pubblico con undoppio salto mortale emezzo in avanti carpiatoed un salto mortale e mez-zo all'indietro teso. Assie-me a Ferraris si è pure af-fermato il giovane tuffato-re bolzanino Giacomini,uno degli elementi più pro-mettenti in campo nazio-nale ed una sicura spe-ranza anche in campo eu-ropeo. Malgrado la formadi Giacomini non sia anco-ra perfettamente a punto,egli ha tuttavia dimostratodi non temere il confrontodel forte e simpatico anta-gonista, col quale ai cam-pionati italiani, si batteràad oltranza per un'affer-mazione che l'anno scor-so è mancata per unoscarto inferiore ai duepunti. Giacomini, dopo al-cuni tuffi facili e composti,ha eseguito due perfetteverticali, entrando succes-sivamente in acqua con

un salto mortale in avantie col passaggio avanti edun capofitto rovesciato.Anche il doppio salto mor-tale e mezzo avanti è sta-to eseguito assai corretta-mente dal forte tuffatoreatesino. Ma il tuffo che hafatto tenere il fiato sospe-so a tutti gli spettatori, unodei tuffi più difficili del re-pertorio da dieci metri, èstato il doppio salto morta-le e mezzo ritornato. Inquesto tuffo l'atleta passacosì accosto alla piattafor-ma, che quasi la tocca, e,raggomitolato inizia il suovorticoso piroettare. Gia-comini è l'unico tuffatore inItalia capace di eseguirequesto tuffo, che, appuntoper la sua difficoltà, sol-tanto i migliori sanno fare.Pubblico numerosissimoed entusiasta, ottima pro-paganda per lo sport delnuoto e dei tuffi.(La provincia di Bolzano -15 luglio 1941)

Nessuna giuria è stata co-si concordemente e vibra-tamente fischiata comequella che alla piscina co-perta Cozzi - uno dei piùperfetti impianti sportiviitaliani ed europei - ha, an-cora una volta, non si saper quali misteriosi motivi,dimostrato di non sapervalutare e giudicare l'ese-cuzione dei tuffi del brillan-te atleta atesino. Rendia-

mo onore alla competenzadel pubblico milanese eprendiamo nota che queifischi, convalidano la ne-cessità, ripetutamente af-fermata, di rinnovare legiurie italiane, incredibil-mente arretrate, palese-mente insufficienti, a clas-sificare questo bellissimopur tanto difficile sport.Davanti ad una folla, cheletteralmente gremivaogni ordine di posti, elet-trizzata dalle vibranti com-petizioni dei campioni as-soluti di nuoto, la gara dituffi dalla piattaforma deidieci metri ha visto unduello al ferri corti tra Coz-zi, Giacomini e Marianetti,vale a dire fra quanto me-glio possa in questo mo-mento allineare l'Italia inquesta specialità. La folla èstata subito conquistata enon ha mancato di sottoli-neare il suo schietto favoreper il giovane Giacomini,che, appena arrivato allegrandi manifestazioni, èstato artefice di un'impresache a nessuno è riuscita daparecchi anni a questa par-te: superare Marianetti.Quello che soltanto l'annoscorso sembrava un sognoirraggiungibile, la barrierainsormontabile rappresen-tata dalla classe di Cozzi eMarianetti, si trasforma og-gi, per gli eccezionali pro-gressi compiuti in sì brevetempo da Giacomini, in unleggero distacco che la for-tuna e la giuria possono fa-cilmente annullare. Cozziancora una volta è stato al-l'altezza della sua fama.Questo meraviglioso tuffa-tore, che da tanti anni nonconosce sconfitta, ha supe-rato, i suoi competitori invirtù di un'impeccabile ese-cuzione e un rendimentosuperiore. Scultoreo nellastruttura fisica accoppia, adun'agilità formidabile, unaeleganza tutta particolare.Il suo distacco da Giaco-mini non è tuttavia cosìnetto come un tempo. Se-

IL TUFFO INTERROTTO

Al giovanetuffatore, chesi appresta adifendere ilbuon nomedello sportatesino, saràdi sprone edi incitamen-to i l pensierodi quanti prima di luihanno fattoonore allascuola bolzanese.

Giacomini, sul-la più difficilepiattaformad'Italia e da-vanti al pubbli-co milaneseche adora ilproprio assoCozzi, si è lau-reato ieri cam-pione di eleva-tissima classee di splendidoavvenire.

Giuseppe Giacomini

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gno evidente che, essen-do tuttora Cozzi un tuffato-re di classe internazionaleelevata, Giacomini ha no-tevolmente migliorato. AMilano ha compiuto unadelle sue più belle gare,pur non avendo reso ilmassimo delle sue possi-bilità. Infatti tanto nel ritor-nato teso che nel doppiosalto mortale e mezzo ri-tornato, due autentichegemme del suo repertorio,l'emozione lo ha tradito enon gli ha permesso dieseguire i due tuffi con lasolita bravura.Egli ha bisogno di prende-re un po' più di dimesti-chezza, con le gare, di es-sere meno nervoso e me-no preoccupato. Piccolinei che non tarderanno ascomparire per lasciar po-sto ad una completa ma-turità. ... Siamo veramentespiacenti che Giacomininon possa partecipare, aicampionati italiani di tuffiche si svolgeranno dome-nica prossima a Roma,per i quali si era scrupolo-samente allenato. Essen-do egli stato prescelto perl'incontro con la Hitlerju-gend che si effettuerà aBreslavia, la sua presenzaa Roma è stata resa im-possibile. Peccato, perchéla rivincita sarebbe stataemozionante, dato che icampionati si svolgonocon otto tuffi anziché consei, quanti ne aveva la ga-ra di Milano. La formuladei campionati favorisceGiacomini che, essendo ingrado di compiere tutti tuffidifficili ad alto coefficiente,ha maggiori probabilità dibuon piazzamento.(La provincia di Bolzano -25 agosto 1941)

BRESLAVIA, 31Si sono concluse in matti-nata le gare dì nuoto chehanno confermato i risul-tati parziali di ieri. Germa-nia e Ungheria in campomaschile, Germania eOlanda in quello femminileerano infatti le Nazioni piùquotate. Gli Italiani risulta-no terzi, e non si potevaattendere di più dai nostrigiovani che del resto han-no combattuto coraggio-samente e contro il freddoe contro avversari assaiagguerriti. Basta dare unosguardo al tempi per ave-re una idea sul valore de-gli avversari. Dei nostri so-no degni di particolare elo-gio Maragli, Merlo e Gia-comini che nella gara tuffihanno saputo strapparead un noto allenatore te-desco delle esclamazionidi sorpresa ; infine la pic-cola milanese Pautassoha dato meritatamentel'impressione di avere lastoffa necessaria alla suaspecialità. Oggi, gli olan-desi hanno saputo soffiar-ci qualche punto giacchéieri erano piazzati dietro dinoi, ma c'era nella squa-dra una campionessamondiale, la Stjl, sullaquale i dirigenti olandesiavevano puntato la lorocarta. Dopo la Germania el'Ungheria, furono i croati

a mettersi in evidenza. Es-si hanno presentato degliottimi elementi e nellastaffetta abbiamo dovutocedere benché di strettamisura il terzo posto.(Il Littoriale - 1 Settembre1941)

Dopo i Ludi di BreslaviaGiacomini racconta...In un tranquillo, riposanteangolo del nostro Lido,sdraiato sulla tenera er-betta del prato e fra Il ver-de delle siepi, sotto la ca-rezza del sole settembri-no, che ha la delicata ar-monia di un tenero ab-braccio, ho ascoltato labreve, meravigliosa favoladi un giovane tuffatore....

Tuttavia una folla di oltre6.000 persone, con cap-potti ed ombrelli, ha fattocorona all'avvenimento.Giacomlni inizia male lagara. I tre tuffi obbligatorigli sono poco familiari.L’essere stato presceltoall'ultimo momento ed unadolorosa ammaccatura adun piede, conseguenza diun banale incidente, glihanno impedito di prepa-rarsi a dovere su questaparte del programma. Do-po la serie dei tuffi obbli-gatori due tedeschi hannoun vantaggio di dieci pun-ti. Merlo precede Giacomi-ni con quasi cinque puntidi distacco. C’e una brevepausa per la disputa di al-tre gare. Bepi chiama araccolta tutte le energie, ri-scalda i muscoli intirizziticon vigorosi massaggi,impegna ogni più recondi-ta energia per lo sforzodecisivo. Poco dopo si ri-comincia con i tuffi liberi,Giacomini appare trasfor-mato. Non più legato adun programma obbligato-rio ma libero ed ardentecome un cavallo lasciato abriglia sciolta egli piroettanell'aria con la velocità diuna trottola. Due salti mor-tali e mezzo in avanti,doppio salto mortale all'in-dietro, tuffo rovesciato dal-la verticale con passaggioin avanti. Sembra che perun attimo l'aria bruci dallascia incandescente trac-ciata da questo fascio dimuscoli, da questo piccologrande cuore che non co-nosce ostacoli. Gli atletitedeschi sono eguagliati,Merlo, rimontato il distac-co, ha ora sei punti disvantaggio, ungheresi ecroati sono lasciati a con-siderevole distanza. Anco-ra una volta il giovaneatleta è il beniamino dellafolla, di questa cavallere-sca folla che nel suogrembo cela il più grandeasso dell’aviazione mon-diale: il commodoro Möl-ders. Ma quello che più di

ogni altra cosa ha impres-sionato Giacomini sonostati i giudici. Egli affermache l'unanimità di giudiziodei giurati tedeschi è vera-mente sbalorditiva. Non siè mai verificata, fra i cin-que giudici, una differenzadi punteggio superiore almezzo punto. Una solavolta - ed è sembrata unacosa eccezionale - per untuffo di Merlo, quattro giu-rati hanno alzato l'otto edun giudice ha dato dieci.Giacomini è soddisfattodel risultato, ammirato dal-la folla, entusiasta dellagiuria. Il punteggio da luitotalizzato e il più alto fraquelli finora conseguiti ingare del genere. L'averloottenuto in terra straniera,da giudici stranieri è un ti-tolo doppiamente onorificoper il simpatico atleta ate-sino. Con una più adegua-ta preparazione, con unmeno affrettato allena-mento, egli è sicuro di po-ter fare molto meglio. Se èvero che i camerati ger-manici verranno in Italia,forse la buona occasionenon é tanto lontana. Gia-

comini sorride. Il suo voltodi ragazzo serio e buonosi illumina. Nei suoi occhipassa la visione della sfi-lata finale, eseguita allapresenza di 50.000 spet-tatori sul grandioso stadiodi Breslavia, quando i ga-gliardetti del Littorio ed iSigna della G.I.L. hannomarciato in testa alla co-lonna di tutti i partecipantialle gare. E’ stato questo ilmomento più bello di tuttele bellissime giornate pas-sate in Germania. La favo-la è finita e con essa è ter-minata la prima intervistaconcessa da Giacomini,alla quale un angolo tran-quillo e ridente del Lido hatolto il brivido, che di solitoprocurano a tutti gli atleti icolloqui con i giornalisti.(La provincia di Bolzano -07 settembre 1941)

Il 27 ottobre 1941 vieneassegnato, in qualità diaviere nella Regia Aero-nautica, al centro di af-fluenza di Bolzano delcentro leva e reclutamentodella 2^ Z.A.T. (Zona Ae-rea Territoriale) e dal gior-no successivo per periodipiù o meno lunghi asse-gnato ad altra sede. Rie-sce nonostante tutto apartecipare alle gare dituffi fino al settembre1942. Ma il 9 settembre1943, a Bolzano, duranteun rastrellamento vienecatturato dai Tedeschi conmigliaia di altri militari ita-liani che vengono ammas-sati al campo sportivo enel greto del torrente Tal-vera. Il giorno successivoviene caricato su un trenoe deportato in Germaniada dove rientra il 20 mag-gio del 1945.Dal 1946 riprende i tufficon la Canottieri Olona diVarese fino al 1948 circaquando, sfumata la possi-bilità di partecipare alleolimpiadi (tutti i tuffatori enuotatori italiani non par-

teciparono per motivi eco-nomici) e di trovare un la-voro, decide di emigrare inBelgio per lavorare nelleminiere di carbone.

Dopo quanto abbiamoscritto per Schiaffino e perPederzoli, dobbiamo an-cora una volta riprenderel'argomento, che mette nelnostro cuore un velo dimalinconia ed il vuoto del-la solitudine. Il tuffatore Giuseppe Gia-comini, stanco per la vanaricerca di un'occupazione,pressato da inderogabiliesigenze di vita, ha varca-to i confini ed ha firmatoun contratto di lavoro perle miniere di carbone delBelgio. Il destino che lo at-tende non è né facile, neroseo. Ma Giacomini ha latempra e la serietà del-

l'atleta completo, forte neimuscoli, agguerrito nellospirito. Meglio di ogni altraparola, ve lo dimostra lalettera che ci è pervenutada lui e che qui trascrivia-mo:“La nostra non è una vitaflorida, ma senza dubbiomigliore di quello che iosupponessi. Sembrava, alparere di tanti, quasi im-possibile, invece a me pa-re un lavoro come tanti al-tri. Non nego di esserestato un poco impressio-nato il primo giorno, maquesta cattiva sensazioneè ormai del tutto affievoli-ta. C'è in certo qual mododel pericolo, ma nella vitacon un poco di buona vo-lontà tutto si supera. Leore di lavoro sono sei enoi, dopo essere scesi a800 metri, dobbiamo cam-minare per due o tre chilo-metri in galleria per poterraggiungere le vene delcarbone. Questo, è unesercizio davvero acroba-tico: si sale dal piano dellagalleria a 200 e più metria carponi o strisciando ad-dirittura con la pancia ocon la schiena per terra.C'è molta polvere, ma gra-zie a Dio non intacca lasalute. Se vedeste in checondizioni usciamo, sem-briamo dei demoni partori-ti dalle viscere della terra.Le sole lanterne romponol'oscurità che sarebbespaventosa se quel bene-detto lume non ci fosse,impressionante e terribiledavvero, ma così invece èquasi divertente e le orepassano bene.

Anche per il mangiare nonc'è male e chi si lamenta odeve avere lo stomaco adoppiofondo o un palatospeciale oppure si tratta diqualche spaccone, giac-ché io non riesco a consu-mare tutto quello che midanno. Insomma sonocontento di aver presaquesta decisione e mi au-guro che Iddio... mi man-tenga sano e salvo e nonsuccedano altre guerre.Chissà che anch'io nonriesca allora a sistemarmio in Italia o altrove. Certoè che io non mi muoveròdal Belgio fino a quando inItalia non ci sia lavoro pertutti.”

La gara dei tuffidalla piattafor-ma si è svoltaalle 8 del matti-no, con unatemperatura di 12 gradi,pioggia e vento.

L'unico incon-veniente èquello di esse-re mal retribuiti;la paga noncorrispondecertamente almanifesto chemi era statomostrato in Ita-lia. Ma in ognimodo con unpo' di spirito disacrificio, dei ri-sparmi si pos-sono fare.

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Foto di una delle gare di Giuseppe Giacomini

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Alberta Cazzani

grazie anche al patro-cinio e al contributodel Comune di Gar-

gnano, della Parrocchia diSan Martino, del GAL Gar-da Valsabbia, della Pro Lo-co, della Comunità Monta-na Parco alto Garda Bre-sciano, del Comitato perGargnano storica e dellaBanca di Bedizzole TuranoValvestino, è stato possibilededicare tre giornate a quei“frutti d’oro” che nei secolipassati hanno reso Gar-gnano e la Riviera di Salòparticolarmente famosa eapprezzata, tanto che findal 1483 Marin Sanuto scri-veva: “Qui è zardini de ze-dri, naranzari, et pomi da-mo (sic) infiniti: lochi, con-cludendo, amenissimi, gen-tili et soavi, da sir habitatisempre”.Nello specifico si è allestitauna mostra nel magnificochiostro di San Francesco,fulcro dell’evento, consi-stente nella esposizione diagrumi gargnanesi prove-nienti dalle poche limonaieancora attive e tradizional-mente mantenute e da al-cune limonaie oggi ricon-vertite a giardini o a orti.L’obiettivo è stato quello dievidenziare che tante sonoancora le piante di agrumiche caratterizzano il pae-saggio locale e che ancorasono presenti diverse va-rietà, da quelle storiche etradizionalmente molto dif-fuse come il limone mader-nina, il limone lunario,l’arancio amaro, il famosoCedro di Salò, lime e limet-te, a varietà più recente-mente introdotte, quali ilpompelmo, il kumquat, ilcedro di Diamante e altriibridi moderni di provenien-za lontana, coltivati per unapiccola produzione localee/o a scopo decorativo.L’esposizione degli agrumigargnanesi, gentilmenteforniti da una trentina diproprietari di giardini, è sta-ta ulteriormente arricchitacon agrumi rari provenientida Cannero Riviera sul la-go Maggiore, dove l’agru-micoltura non era praticataalla scala industriale comesulla Riviera di Salò, ma inogni giardino erano fin dalXVII secolo presenti agrumia scopo produttivo e deco-rativo. Proprio a CanneroRiviera da una decina dianni si sono sviluppate unaserie di ricerche e iniziativefinalizzate alla promozione

GIARDINI D’AGRUMI A GARGNANO

Terre & Sapori d’Alto Garda

degli agrumi e del paesag-gio che ne deriva, coinvol-gendo anche istituti di ricer-ca per l’analisi scientificadelle diverse varietà. DaCannero Riviera sono statiquindi esposti alcuni agru-mi particolarmente ricerca-ti, quali il limone cedratoCanarone, il cedro arancia-to, l’arancio amaro scan-nellato e l’arancio amarocornuto.Ha completato la rassegnauna selezione di agrumi diantiche varietà medicee.Fin dagli inizi del XVI seco-lo la famiglia Medici a Fi-renze collezionò agrumi divarietà rare e bizzarre, conuno scopo prevalentemen-te decorativo. Si sono quin-di esposti alcuni particolari

frutti, di notevole interessestorico e botanico, qualil’arancio Bizzarria, l’arancioamaro virgolaro o aranciosvizzero, l’arancio amaroscannellato, il Pomo d’Ada-mo cedrato. Il risultato finale ha vistoben 150 piatti su sui eranosistemati i diversi frutti conl’indicazione del nomescientifico e del nome di chili aveva messi a disposizio-ne.Questa esposizione ha evi-denziato come sarebbe op-portuno che in futuro appo-site ricerche scientifichepossano esaminare neldettaglio il patrimonio ge-

netico degli agrumi dellaRiviera di Salò, studiarnel’esatta tassonomia, oltreche - consultando l’anticabibliografia agrumicola - lastoria colturale e culturale.É per esempio risaputo chefino al XIX secolo la produ-zione agrumicola gardesa-na era prevalentemente dilimoni che si esportavanonel Nord ed Est Europa e

che i cedri venivano preva-lentemente venduti agliEbrei che li utilizzavano du-rante la tradizionale ceri-monia dei Tabernacoli o la-vorati dalle distillerie localiper la produzione di rino-mati liquori.Risulterebbe quindi signifi-cativo promuovere la quan-tità e la diversità degli agru-mi oggi presenti su questoterritorio, sperando di risco-prire e valorizzare il patri-monio tradizionale e di di-vulgare anche altre varietào cultivar che qui ben po-trebbero crescere e produr-re.Sempre nel chiostro si so-

no anche esposti una sele-zione degli attrezzi agricolicollezionati con passione ecompetenza da RuggeroFava, con particolare riferi-mento agli attrezzi un tem-po utilizzati nelle operazionidi manutenzione delle limo-naie gardesane. L’ampia collezione di Rug-gero, cui si sono aggiuntianche arnesi e oggetti pro-venienti da altri collezionisti– testimonianza di un patri-monio di grandissimo valo-re storico e culturale - hasaputo dimostrare la com-plessità e la particolaritàdegli interventi necessarialla gestione di una limona-ia, grazie anche alle speci-fiche didascalie descrittivedei diversi utensili predi-sposte per l’occasione daDomenico e Joseph Fava.Grazie a Carlo Altieri, Anni-na Braghieri, Franca Girelli,Elda Franchini in Faustini,Giacomino Samuelli, Alfre-do Zerneri si è potuta alle-stire in un altro lato delchiostro una esposizione dioggetti e documenti riferitialle storiche distillerie diGargnano, in particolare al-la fabbrica di Lodovico Sa-muelli e alla Premiata Di-stilleria Paccagnella Gia-cinto e Figli e ai loro prodot-ti. Si sono così potute am-mirare bottiglie dei diversiliquori un tempo prodotti,etichette, fotografie stori-che.L’esposizione nel chiostro èstata completata da unarassegna fotografica diFrancesco Soletti dedicataalla mediterraneità dei laghilombardi: un centinaio dibellissime fotografie mo-stravano in particolare li-monaie, giardini con agru-mi coltivati con diverse tec-niche e altre piante tipichedel clima mediterraneo pre-senti non solo sul lago diGarda, ma anche sulle co-ste e sulle isole del lagoMaggiore e sulla riviera co-masca e lecchese del lagodi Como.Il Comitato per Gargnanostorica ha inoltre predispo-

sto una serie di pannelli perevidenziare le origini, lo svi-luppo e l’attuale consisten-za delle limonaie gardesa-ne e dei loro prodotti.Nel chiostro si sono inoltreesposti il centinaio di dise-gni realizzati con tanto en-tusiasmo il venerdì daibambini delle scuole ele-mentari di Gargnano e diMonte Gargnano durante ilaboratori didattici specifi-catamente organizzati nelchiostro, con visita di quan-to lì esposto e della limona-ia La Malora.

E’ stato quindi possibilenon solo visitare la straor-dinaria limonaia “La Malo-ra”, ancora perfettamenteconservata e tradizional-mente mantenuta e altre li-monaie ancora struttural-mente complete o di recen-te recuperate, ma ancheresti di limonaie – oggi ri-convertite a giardini o adaree agricole – dove sonoimpiantati agrumi a scopoproduttivo o decorativo.L’obiettivo è stato quello dievidenziare come il pae-saggio delle limonaie siaoggi ricco e variegato: an-che se molte limonaie nonsono più attive e hannoperso alcune delle lorocomponenti architettoni-che, restano una testimo-nianza altamente caratte-rizzante Gargnano e la Ri-viera di Salò. Il percorso divisita si è quindi sviluppatolungo le suggestive via

Lo scorso 11 e 12 aprile per un finesettimana a Gargnano gli agrumi – untempo prodotto portante dell’economialocale – sono tornati ad essere prota-gonisti. L’associazione Terre & Saporid’Alto Garda ha infatti organizzato unamanifestazione dedicata alla riscopertae alla valorizzazione degli agrumi edelle limonaie di Gargnano.

La ricca collezione di attrezzi agricoli un tempo utilizzatinelle operazioni di manutenzione delle limonaie gardesanein mostra nel chiostro.

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La mostra delchiostro è stataaffiancata da unpercorso che haaccompagnato ivisitatori a sco-prire giardini pri-vati dove veni-vano e vengonoancora coltivatigli agrumi.

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Piera Donola

L'asparago (Aspa-ragus OfficinalisL.) veniva coltiva-

to in Grecia, Egitto e Me-dio Oriente fin dall'anti-chità. Galeno, il celebremedico greco, lo ritenevaun diuretico e Plinio ilVecchio un afrodisiaco.Agli imperatori romanigli asparagi piacevanocosì tanto, che pare aves-sero creato delle navi ap-posite per andar a racco-glierli, navi che avevanocome denominazioneproprio quella dell'aspa-rago ("asparagus").L'asparago rimase iscrit-to in molte farmacopeefino al XIX secolo comerimedio per gli edemi(detti idropisie), per lagotta ed i reumatismi. Se-condo il Mattioli, medicosenese attivo nel '500, "L'asparago è volgarmente

Giorgio Minelli

PIANTE CURATIVE

l'asParaGo

noto. Le cui cime cottemollificano il corpo, e fan-no orinare. La decottionedelle radici una volta be-vuta, giova all'orina rite-nuta, à trabocco di fiele,alle malattie dei reni e al-le sciatiche. La decottionefatta nel vino giova ai den-ti doloranti. Le cime pestee bevute con vino biancolevano il dolore ai reni".Il componente principaleè l'asparagina a cui è do-vuto il caratteristico odo-re delle urine dopo l' in-gestione e l' assimilazio-ne.Il genere Asparaguscomprende numerosespecie, coltivabili e spon-tanee; tutte prediligonoterreni sabbiosi con pocaumidità e tutte possonocrescere dall'altezza delmare fin alla prima colli-na. La pianta è un'erba-

cea perenne alta 60 - 130cm con un rizoma cortoda cui hanno origine igermogli commestibili,foglie piccole e ramifica-te, fiori piccoli bianchi everdi e bacche rosse diforma globosa. Il periododi fioritura va da Maggioa Luglio.La medicina tradizionaleattribuisce alle radici edal rizoma essiccati pro-prietà depurative e diu-retiche. Una volta raccoltied essiccati venivanofrantumati e preparatisotto forma di infuso odecotto. Le radici di aspa-rago venivano utilizzateper la preparazione di uncelebre sciroppo diureti-co, lo "sciroppo delle cin-que radici" con asparago,sedano selvatico, pungi-topo, finocchio e prezze-molo.

Dopo lo scambio traadulti avvenuto ne-gli anni scorsi, que-

st'anno è stato il turno deibambini di Gargnano eWaakirchen, comune te-desco di circa 5.500 abi-tanti situato nel land dellaBaviera.

Appartenente all'Ammi-nistrazione Comunale, ilComitato per i Gemellag-gi di Gargnano, costituitocon lo scopo di program-mare e coordinare le va-rie iniziative volte a cura-re la diffusione di una co-scienza europea tra i cit-tadini, ha organizzato inprimavera uno scambioculturale con un gruppo

di bambini di Waakir-chen, cittadina tedescacon cui Gargnano è ge-mellata dal 2012 e a cui lascuola si è aggregata.Ideatrice del progetto, ladirigente scolasticadott.ssa Marialuisa Or-landi che, con grande en-tusiasmo, ha coinvoltoalunni, genitori e inse-gnanti in questo scambio,in totale una quarantinadi bambini del paese edel Monte, appartenentialle classi quarta e quintaelementare. L'iniziativa svoltasi in tregiorni, dall'11 al 13 mag-gio, è iniziata con l'arrivodei bambini tedeschi,una quarantina anche lo-

ro, accompagnati dal pre-side e dagli insegnanti,che arrivati in paese conil battello da Riva delGarda, sono stati accoltida quelli italiani e dal co-mitato di benvenuto pres-so l'Oratorio GiovanniPaolo II dove è stato or-ganizzato un gioco a cop-pie che prevedeva unoscambio di bandierine,poi alla sera tutti insiemeper la classica pizza epernottamento con il sac-co a pelo in oratorio ospi-ti della parrocchia. Ilgiorno successivo al ri-sveglio, il gruppo bavare-se ha avuto la sorpresa ditrovare il Comitato per ilgemellaggio intento alla

preparazione di una verae propria colazione tede-sca, dopodiché i bambinidelle quarte hanno rea-lizzato dei disegni dal vi-vo, mentre quelli dellequinte hanno visitato la li-monaia di GiuseppeGandossi.

la giornata è terminatacon una cena offerta dal-l'Amministrazione comu-nale. Dopo pochi giorni èstato il turno dei gargna-nesi di partire alla con-quista delle terre tede-sche. Capitanato dalla di-rigente scolastica, ilgruppo, con insegnanti egenitori al seguito, dopoun viaggio di sette ore inpullman, è arrivato aWaakirchen dove è statoaccolto con grandi fe-steggiamenti seguiti dauna cena con canti e balli

bavaresi. Anche per i no-stri niente albergo mapernottamento in pale-stra della scuola ospitan-te. Il giorno successivo ibambini italiani sono statiinseriti nelle attività sco-lastiche con partecipa-zione alle lezioni, il po-meriggio è stato invecededicato alla visita delcastello di Herrenchiem-see e alla sera cena inpizzeria italiana. La visitasi è conclusa con un pic-colo scambio di doni tra ibimbi: i gargnanesi han-no regalato un braccialet-to dell'amicizia, mentre itedeschi una matita conscritto il nome della lorocittà. Ben vengano dun-que questi scambi cultu-rali, anche se ci si chiedecome avranno fatto i bim-bi a comunicare tra loro,dal momento che néquelli italiani conosceva-no la lingua tedesca, néquelli tedeschi l'italiano,ma sottolinea la dott.ssaOrlandi “si sono fatti ca-pire con qualche paroladi inglese imparata fino-ra, ma al di là dell'aspettolinguistico, l'importante èla socializzazione perchéil gioco, il disegno e lamusica sono elementi cheutilizzano un linguaggiouniversale senza bisognodi traduzione”. Una bella esperienza dun-que, formativa, non soloper i piccoli partecipantima anche per gli adulticoinvolti.

GemellaGGio dei raGazzi

Dopo il pranzoofferto dai ge-nitori italiani,nel pomeriggiotutti insiemeper un escur-sione al castel-lo Scaligero diMalcesine chetanto è statodecantato daGoethe comeemblematicodella realtàgardesana;

Foto di gruppo a Waakirchen

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Mauro Feltrinelli

La sognante Monica Pal-ma è sicuramente e dinuovo riuscita nella suamissione: trasportare ilpubblico in una dimensio-ne esterna al mondo con-tingente, irreale, esoterica.Le parole - scomposte nelloro elemento base, il suo-no - non comprensibili nelsenso ma solo nel valore,nel "peso" di ognuna e nelcollegamento, nel gioco,nel rimbalzo fra di esse.La musica di Giorgio Ci-gno Signoretti (chitarraelettrica), di Massimo Me-notti (chitarra acustica),

SOSTA POETICACUSTICA

Davide Negrini (corno danebbia, percussioni, vo-ce), ed Enrico Caimi (Per-cussioni), con la parteci-pazione dell'ospite - Mau-ro Feltrinelli - al teleco-mando della gru ha rical-cato e sottolineato passopasso la scarnificazionedel linguaggio operata dal-l'autrice vicentina.Pochi i riferimenti ricono-scibili, sia nel detto chenel suonato. Utili solo a ri-portare cosciente l'atten-zione dello spettatore. Peril resto il fluire liquido edenso - a tratti spigoloso -

Dopo essere stato presentato in altre località, tra cuiMantova e Milano, ha fatto tappa a Gargnano unevento molto particolare, dal titolo “Sosta poeticacu-

stica causata e nominata in Nn, da Lady EnneEnne diMonica Palma”. La particolarissima location individuataper ospitare la performance è stata quella del CantiereFeltrinelli. Ve ne presentiamo un breve commento.

dei suoni chiedeva solo direndersi permeabili ad es-so, di lasciarsi attraversa-re. Al termine dell'ora emezza di viaggio, il silen-zio. Riflessione, sorpresa,un lieve e scomodo (imba-razzante) sgomento. Lun-go, non finiva più, quel si-lenzio. Poi l'applauso libe-ratorio ha destato tutti daquella sorta di ipnosi.Subito dopo una luna qua-si piena – di invidia – hafatto capolino dalBaldo/Fuji, spettacolarenella sua veste arancio.Grazie Monica, a presto. Un momento della performance

con queste poche righe voglio ricordare una personache è venuta a mancare la primavera scorsa a Bo-gliaco; sto parlando della cara Zeffira Fortini, giovane

centenaria, chè da pochi mesi aveva raggiunto l’età secola-re. La “Zeffi” é nata a Bogliaco in una casa in quel dei ContiBettoni che guardava il lago e trascorso buona parte dellasua vita in una casa vicina che guardava ai monti; pratica-mente una bogliachese DOC . Da molto tempo non uscivadi casa a causa delle sue condizioni di salute. L’ultima voltache l’ho vista era affacciata alla sua finestra mentre guarda-va la sfilata degli alpini che si muoveva verso Gargnano.Chissà quanti ricordi e quanti rimpianti nell’osservare quelfestoso corteo visto che suo marito, un graduato degli alpini,l’ha portata a vivere in diversi luoghi, dall’Alto Adige all’Africa.Ricordo volentieri Zeffira, per la sua affabilità e serenità;quando si recava in paese per fare la spesa accompagnatadalla figlia Marzia o dai nipotini, aveva sempre un fare genti-le, nobiliare, non l’ho mai sentita alzare la voce; quando poioccasionalmente era accompagnata dal suo “Padre Ludovi-co” (priore dell’abbazia cistercense a Piona sul ramo lecche-se del lago di Como) per andare alla messa prefestiva eraaddirittura raggiante. La prendevo in giro per il nome, so-prattutto quando c’era un po’ di vento e allora le piaceva inparticolar modo ricordare che in gioventù uno spasimante lachiamava “dolce zeffiro gentil”. Immagino, vista la bella fa-miglia numerosa, abbia raggiunto questo traguardo per losprono dei suoi che le dicevano, “mamma devi diventarenonna; nonna devi diventare bis; ora devi fare i cento”. Haaccolto e sempre vinto la sfida. Senz’altro i familiari avrannostorie di nonna Zeffira più interessanti da raccontare, soprat-tutto dei periodi più travagliati del nostro paese.Questo non è che un semplice omaggio a una persona delmio paese che ricordo con piacere. Si dice che sia la genteche fa la storia; di certo Zeffira l’ha vissuta.

Davide

A RICORDO DELLACARA ZEFFIRA

Crocefisso e via San Gia-como, con la possibilità digodere di straordinari scor-ci panoramici, di apprezza-re la complessità del pae-saggio agrario con olivetiterrazzati, orti e vigneti e divisitare una decina di giar-dini privati con piante diagrumi.L’esperienza di visita è sta-ta anche arricchita da labo-ratori di approfondimentodedicati alle tecniche di col-tivazione degli agrumi e al-le pratiche di innesto e dauna conferenza divulgativainerente le limonaie dell’al-to Garda e gli antichi agru-mi. Presso il porto di Gar-gnano si è inoltre propostoun mercato di prodotti localidove si potevano gustare eacquistare non solo articolia base di agrumi, ma an-che olio di oliva, capperi,miele, formaggi, salumi diproduzione artigianale e diqualità. La manifestazione– grazie anche a delle gior-nate di bellissimo sole – haavuto un grande successo,non solo per una significa-tiva presenza di turisti, maanche per una grande par-tecipazione di locali. Sicuramente poter visitareluoghi di solito inaccessibiliin quanto privati è stata unagrande occasione per farapprezzare Gargnano el’eccezionalità di alcuni siti.Il contributo di tanti volonta-ri è stato essenziale per labuona riuscita dell’eventoche ha davvero coinvoltotutti i partecipanti e i visita-tori che hanno mostrato ap-prezzamento ed entusia-smo, esprimendo com-

menti molto positivi. Dato il successo e l’interes-se suscitato si pensa di ri-petere “Giardini d’Agrumi” ilprossimo aprile, preveden-do diverse iniziative, miglio-rando alcuni aspetti consi-derando i diversi suggeri-menti ricevuti, ma confer-mando certamente l’espo-sizione di agrumi locali e lavisita a limonaie e giardini

di Gargnano. Grazie anco-ra a tutti quanti hanno datoil loro contributo per l’orga-nizzazione e la realizzazio-ne della manifestazione egrazie fin da ora a tuttiquelli che collaborerannocon noi alla buona riuscitaanche del prossimo appun-tamento.

Alberta Cazzani

I 150 piatti su cui erano esposti gli agrumi gargnanesi di diverse varietà

GIARDINI D’AGRUMI A GARGNANO

segue da pagina 6

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e'questo il titolo del-l'evento che il Co-mune di Gargnano

e l'Associazione Pro Locohanno organizzato dal 30aprile all'8 maggio, in col-laborazione con il Ministe-ro della Cultura della Fe-derazione Russa, la Dire-zione dei programmi Inter-nazionali e la FondazioneRussa della Cultura, unaricca serie di eventi dedi-cati all'arte e alla Culturarussa. La manifestazioneha avuto inizio giovedì 30aprile con un concertoeseguito dall'orchestra delCollegio Musicale Accade-mico presso il Conserva-torio statale di Mosca “P.Ciajkovskij”, nella chiesadi San Martino Vescovo aGargnano. Guidati dalbravissimo direttore artisti-co Anatoly Levin, sonostati eseguiti brani di Ros-sini, Ciajkovskij e Proko-fiev con la straordinariaesibizione del violoncelli-sta vincitore del concorsointernazionale I. Scanavi.Oltre alla musica, tre gior-nate sono state dedicate

PRIMAVERA RUSSA SUL LAGO DI GARDAPiera Donola

al cinema con una serie diproiezioni di cartoni ani-mati per i più piccoli al po-meriggio presso il Cinema“Il Teatrino”, mentre allasera gli adulti hanno avutola possibilità di vedere deifilm russi presso la salaCastellani; lavori, in parti-colare questi ultimi, chehanno dato testimonianzadella realtà russa ai tempidell'ex Unione Sovietica.Durante questa settimanasi potevano inoltre incon-trare per le vie di Gargna-no artisti forniti di pennellie colori intenti a riprenderegli scorci più suggestivi delnostro paese, lavori suc-cessivamente esposti alpubblico in una mostrapresso l'ex Palazzo Muni-cipale.Per concludere non pote-va mancare il folklore coni tipici balli russi eseguitidal gruppo “Volkresenie”, icui partecipanti, vestiti coni tradizionali costumi han-no piacevolmente intratte-nuto il pubblico presentein piazza Nazario Sauro aBogliaco.

Chi ha detto cheGargnano è unacittadina assopita

e incapace di rinnova-mento politico?MdS Comitato Gargnane-se Municipalità di Servi-zio, costituitosi con as-semblea pubblica il 13marzo 2015 grazie alla te-nacia e perseveranza dialcuni cittadini che cre-dono nei valori della de-mocrazia applicati allaquotidianità, ha mostratonella sua recente assem-blea pubblica dell’8 giu-gno di essere contenitoreideale per le istanze ditutti i cittadini gargnanesia prescindere dalle ap-partenenze a schiera-menti politici e fazioni. Un numero crescente dicittadini, conformementealle finalità statutarie del-l’Ente Comune di Gar-gnano, desidera parteci-pare all’amministrazionepubblica non tanto perambizioni personali (po-litica di potere) ma permettere le proprie com-petenze al servizio dellacomunità (Politica di ser-vizio) ove la P maiuscolaè la novità di cui esserefieri!MdS è appena nato e giàrappresenta un eventostorico: le sue primeazioni sono infatti esclusi-vamente indirizzate a col-

mare evidenti lacunenormative a futuro van-taggio di tutti i futuri go-vernanti e governati. La redazione di un rego-lamento comunale sullapartecipazione popolareconsente la piena attua-zione dei principi e deglistrumenti dello StatutoComunale quali la peti-

dinamismo Politico a GarGnano

zione, il forum dei cittadi-ni, il referendum (vederele illustrazioni qui di se-guito).La redazione di un rego-lamento sul bilancio par-tecipato consente ai citta-dini di facilmente influen-zare le scelte di spesapubblica. La redazione di un rego-lamento sul testamentobiologico sancisce il

principio che i diritti indi-viduali sono una prioritàassoluta. La redazione di un docu-mento programmaticosulle iniziative da intra-prendere a favore dei no-stri giovani è esempio diazione pubblica basatasul riconoscimento deibisogni primari della co-

munità e l’adozione distrategie conseguenti.Queste iniziative sonoben diverse dalle solitevuote promesse tipichedella politica di potere enon intendono essere innessun modo critica pergli amministratori in cari-ca, bensì risorsa a lorodisposizione attraversoquesta che è offerta pub-blica di collaborazione.Se saranno adottate finoin fondo, rappresenteran-no un ragguardevole ri-sveglio civico per Gar-gnano, caso quasi uniconel mondo dei piccoliComuni italiani. Non piùsommessi borbottii al barsu questioni mal capiteper mancanza d’informa-zione, ma pubbliche di-scussioni per migliorarela trasparenza e la qualitàdella democrazia.

che verranno di volta involta comunicati tramitevolantini e manifesti.Benvenute e Benvenutinel Comitato MdS daparte di tutti i membridel Coordinamento MdSGiorgio Ceruti, PieroGiorgi, Marco Baroldi,Mauro Bommartini, Fa-bio Gandossi, ErnestoPenna, Luigi Venturelli..

A sostegnodell’adozionedei 3 regola-menti citati inprecedenzaverrà avviatauna campagnareferendariabasata su in-contri con i cit-tadini di Gar-gnano centro e dellefrazioni

Per chi volesse scriverea Giacomini — e gli faràcosa sempre gradita —indichiamo il suo indiriz-zo: Rue de la Chaussée82 — Forchies la Mar-che Hainaut Belgique).(testata sconosciuta –1948)

E la sua lettera conclusi-va fa capire anche lagrandezza morale di unragazzo che, dopo es-sersi dovuto trasferireuna prima volta a soli 17anni, giunto a 27 vedechiudersi tutte le prospet-tive sportive che sembra-vano aprirgli le porte diun futuro glorioso. E lo fasenza piangersi addos-so, senza recriminazioni.Un campione autentico,anche e soprattutto inquesto!

Un doveroso ringrazia-mento alla nostra affezio-nata lettrice Maria LuisaGiacomini, che mi hagentilmente dato lo spun-to e fornito una mole no-tevole di materiale docu-mentario.

Mauro Garnelli

segue da pagina 5

IL TUFFO INTERROTTO

Gli articoli cheabbiamo ripor-tato illustranosenza ombradi dubbio laparabola spor-tiva di un cam-pione cui man-cò l'occasionedi mostrarepienamente lesue capacità.

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ASTERISCHI GARGNANESI a cura di Enrico Lievi

Proposta, così, a bru-ciapelo, la doman-da: “Ti ricordi

quando è stato dipinto ilquadrante dell’orologiodi San Francesco e sonostate collocate le lancet-te?” La risposta che, al-l’inizio, sembrava facile equasi banale, mi rimaseracchiusa tra le labbra, si-mile a quella di uno sco-

il quadrante dell’oroloGio di san Francesco

laro che deve rispondereal suo insegnante quandola risposta, anziché fluirelibera e sciolta, si ritieneall’ultimo momento, allor-chè ci si accorge di direuna castroneria. Anch’iomi trattenni dubbioso erisposi al mio interlocuto-re: “Un momento… la-sciami pensare… proprionon lo so”.

Analoga risposta fu datada altre persone, da certi gargnanesi che credonodi sapere sempre tuttopoiché, a dire il vero, chipoteva saperlo, probabil-mente, ha già fatto le vali-gie per l’aldilà, dato il tem-po ormai trascorso. Il no-stro amico, che tutti cono-sciamo e che vediamospesso nei pressi del vec-chio municipio a fare il pia-seròt, si pone sempre mol-te domande, a volte perpassione, per pura curiosi-tà o solo per gli affari suoi.Egli ama farsi spesso diquesti interrogativi e rom-persi le corna fino a chenon raggiunge l’obiettivoche ha nella mente. Voi di-rete di no ma a noi sembrache, in fondo a questa suacocciutaggine abiti curio-

sità, interesse, una verapassione ed un autenticolegame con il paese.Dagli anni ’30 in poi, Gar-gnano è stata interessatada tre importanti avveni-menti: il prolungamentodella linea tramviaria finoda noi, (inaugurata il 12 di-cembre 1922), la costruzio-ne della Gardesana, termi-nata nel 1931 e fino aquesto punto la docu-mentazione fotograficaesistente non lascia alcu-na traccia di orologi e diquadranti e, per ultimo, lademolizione della cimi-niera della lauriva allaLago di Garda, per inizia-tiva del Comune, alloscopo di ampliare l’en-trata e l’uscita del paesein lato Sud.L’utima operazione sopra

descritta, comprese leplanimetrie ed i disegnirealizzati dal Geom.Breggia, portano la datadel 6 maggio 1968 ed ilcampanile, con il suo bra-vo orologio e le relativelancette, a vederlo dallafoto, sembrano lì a farci leboccacce e ridere di noi,dato che l’enigma non èstato ancora svelato. In compenso, Gargnanoha perso per semprel’edificio più antico, piùimportante e più preziosodi tutti, in cambio di unaspeculazione ediliziache, i “foresti”, comesempre avviene, riesco-no a soffiarci sotto il naso,perché noi siamo sempremolto ma molto furbi…e,probabilmente, anche in-telligenti.

Sandro e Carlino Fel-trinelli, (quest’ultimoassai più noto a tutti

come “il Carlino Cikèt) dicomune avevano un certaoriginalità, intesa come lasi vuole intendere a Gar-gnano, giacché, se vo-gliamo rivolgerci al dizio-nario, avremmo l’idea diqualcosa di unico, chenon si può ripetere o du-plicare. Quindi, per la lin-gua italiana, il Sandro e ilCarlino non sarebberostate persone originali peril solo fatto di essere indue e quindi, già duplica-te: il Sandro già duplicatodal Carlino, o viceversa,mentre, per il dialetto loca-le tutto è possibile e che, inostri due amici, fosseroanche originali.Ed, in effetti, lo erano perdavvero, per quel loro ca-rattere di persone semplicie perbene, come lo sono,quasi sempre, le personelegate alla terra, anche secon ruoli diversi: il Carlino,quale salariato agricolo, ilSandro, per alcuni anni,responsabile di aziendeagricole nel bergamasco

(fattore in altre tenute epoderi). Di temperamentopiù aperto il secondo, unbuon bicchiere di vino loportava a battute sagacied inaspettate; di lui hogià scritto, in altra occasio-ne: era il tipo che, incon-trandoti per strada, era ca-pacissimo di accoglierticon una nota romanza liri-ca del tipo: “Se un guerrierio fossi, se il mi sogno siavverasse, un esercito diprodi da me guidato….“mentre i passanti, allibitidal timbro e dal tono di vo-ce dell’imprevisto tenore,in genere, si complimenta-vano con l’autore o ap-plaudivano.

Il loro più forte legame,che incrementò a lungo la

loro amicizia, era forse do-vuto all’identico cognomeche li legava: Feltrinelli; uncognome molto diffuso aGargnano, pur senza vin-coli di recente parentela,forse perduta nel corsodei secoli.Quando, in tempi ormailontani, decidemmo, conalcuni (all’epoca) amici diproporre una lista civicaper le future elezioni co-munali (era la prima listacivica a Gargnano ed intutta la provincia di Bre-scia, per cui l’episodio as-sunse i connotati di ungrosso fatto politico ed ilconseguente shock per ilpaese fu notevole). Sce-gliemmo il campanile dellachiesa di San Martino co-me simbolo della nostra li-sta e l’operazione ebbe unforte successo. Il giornodello spoglio delle schede,Sandro e Carlino, che sitrovavano a ripulire un ter-reno in un’area posta so-pra il seggio elettorale e,da forti sostenitori dellanostra compagine qualierano, si accordarono: unodi scendere a curiosare,

l’altro di rimanere, in attesadi riprendere il lavoro.La scena che si verificònon potrà mai essere rac-contata o descritta daqueste parole, tanto fubuffa ed unica nel suo ge-nere: l’uomo sceso nei lo-cali del seggio, uscitone,si sbracciava come un for-sennato, imitando coluiche tira la corda di unacampana e cercando ditradurre, con i gesti dellebraccia, il distacco che ciseparava dai nostri avver-

sari, come voler spiegareall’amico… “ addiritturaannientati,...distrutti..!” El’amico, in alto, che sob-balzava dalla felicità e dal-la contentezza per il risul-tato che stavamo raggiun-gendo. D’altra parte, co-s’altro ci si può attendereda due Feltrinelli , originalie neppure duplicabili per-ché irripetibili, che pongo-no sulla via che porta allaloro casa, la lapide che ri-produciamo? Assoluta-mente nulla!

SANDRO E CARLO FELTRINELLI

Il Sandrino, no,lui era menosfacciato dell’amico masi sa… andan-do con il lupo,non si impara,forse, ad ulula-re?

Anni venti, il complesso della Società Lago di Garda nella sua integrità. Da notare il campanile della chiesa senza il quadrante dell’orologio

1968 la demolizione della ciminiera in occasione dell’ampliamento per l’ingresso al paese. Da notare il campanile con il quadrante dell’orologio

Foto

tratta

da “L’Infor

mator

e Com

unale

” 1968/19

69

Foto

tratta

da “IL TRA

M A SA

LÒ” di

Mario

Ebranati -

Fausto

Sardini

Edit

ore

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ASTERISCHI GARGNANESI a cura di Enrico Lievi

costui non è gargna-nese (lo erano invecei suoi avi). Lo avevo

capito da subito, sin daquando, quotidianamente,lo incontravo nel tratto Gar-gnano Toscolano o vicever-sa, in sella ad una bici unpo’ vecchiotta alla quale de-ve tenere in modo partico-lare, essendo il suo unicomezzo di locomozione. Ba-roldi, abitudinario e precisonei suoi orari di passaggioe persino nella sua dondo-lante cadenza del corpoche si alza e si abbassa adogni singola pedalata, miaveva colpito ed incuriosito,e, confesso, a volte avevoanche temuto per la sua in-columità fisica, allorchè lovedevo superato da auto-mobilisti indisciplinati chescambiano spesso la Gar-desana per la pista di Mon-za. Con il passare del tem-po, lo avevo visto frequen-tare anche il paese, neglistessi identici percorsi esempre con le solite tap-pe, dove, da persona mori-gerata e parsimoniosa qua-le egli è, si concede il solitocaffè, mentre adocchia ilgiornale. Da questi fugaciincontri stradali, era poiscaturita una specie di ami-chevole simpatia reciproca,iniziata prima con un saluto,appena accennato con ilcapo e poi addirittura ver-bale, fino a qualche chiac-chierata che mi ha consen-tito di sapere, da curiosoquale mi sono riscoperto,molte altre cose di questapersona. Così ho appreso,da amici di Toscolano, cheil Baroldi è un appassionatoed un accanito lettore di li-bri, ne possiede centinaia e,

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dopo averli letti, li tiene ac-catastati tutti quanti in casacome un prezioso patrimo-nio e del quale non sareb-be, mai e poi mai, dispostoa privarsi. Ammetto chequesta sua qualità, comealtre che, a naso, ho verifi-cato in lui, come l’onestà, lasemplicità di carattere, il ri-spetto delle altrui posizioni,il concetto del vivere e la-sciar vivere, senza romperele corna ad altri, la sua stes-sa morigeratezza legata al-la condizione di dover vive-re senza troppo scialare, miavevano ulteriormente con-vinto della sua buona fedee dell’onestà di fondo di cuidava prova.Come dicevo all’inizio, il no-me di battesimo non è gar-gnanese. Il cognome, inve-ce, lo è fino in fondo.

Giovanni, Antonio, Pietro,Carlo, Andrea, Giuseppe eFrancesco (idem per lefemmine, dove era possibi-le, con l’aggiunta di Maria,Anna e Teresa). Nomi dibattesimo, gargnanesi finoall’osso e bellissimi. Ma nonerano ancora arrivate le “te-

lenovele” americane, por-tando ai figli di non pochigenitori, anche gargnanesi,nomi di battesimo pronun-ciati con il suono della lin-gua di quel paese (e questoè il massimo della scioc-chezza e del provincialismonostrani) come: Maicol,Gerri, Gimmi, Gessica emolti altri. Tornando a Giu-liano Baroldi, come vedia-mo nella foto che riprodu-ciamo, viaggia sempre “ar-mato” di un nodoso bastoneda viaggio, il cui scopo nonè solo quello di sorreggerloquando cammina, ma diusarlo come arma da offe-sa allorchè lo superano ilunghi e pesanti torpedonidella SIA, oltre agli automo-bilisti dei quali dicevo prima.Ma, ascoltandolo dalla suaviva voce, sembra di tornareal neorealismo del primodopoguerra, dove scene edialoghi avevano la funzio-ne di proporre un paesenella sua nuda realtà di ognigiorno, senza falsi abbelli-menti o finzioni. E’ così cheparla Giuliano Baroldi, dopouna specie di filippica pre-paratoria o di preludio, neiquali elenca una serie infini-ta di… cattivi auguri all’indi-rizzo di coloro che guidanoquei veicoli che lo sorpassa-no e lo sfiorano solamentedi pochi centimetri, mentrelui trattiene il fiato e si rac-comanda al padreterno, do-po avere perfino interrottoquel suo pedalare ritmico,ora a destra ora a sinistra,che caratterizza i suoi quoti-diani percorsi gardesani.Queste filippiche partonosempre da molto lontano ecoinvolgono una serie infini-ta di antenati progenitori di

questi sciagurati guidatori egiù giù fino a giungere all’ul-tima generazione (che sa-rebbero poi i loro stessi ge-nitori), investendoli di titoliirripetibili e non pronuncia-bili, senza mettere nei guaiil direttore di questo nostrogiornale (cosa che non fa-remmo mai). Il senso di taliepiteti riporta sempre allacondizione (delle madri diquesti antenati) che, secon-do il Baroldi, avrebberosempre esercitato quelloche, ancora oggi, viene de-finito il mestiere più anticodel mondo. Né miglior de-stino sarebbe riservato agliuomini (i padri) di costoro,che oltre ad essere definiti

porci, ladri e vigliacchi, a lo-ro volta, sarebbero pursempre figli generati da ma-dri… con le caratteristichecome sopra descritte. Equesto è solo il preludio; la-scio a voi immaginare l‘in-tero contenuto di tuttaquanta l‘opera che, lì per lì,stenterei a definire buffa,tragica, comica od altro.Tu, intanto, caro Giuliano,continua ad essere pruden-te quando percorri la Gar-desana. Nel frattempo, pos-siamo definirti “amico diGargnano”, dal momentoche lo stai frequentandocon tanta assiduità? Forse,anche inconsapevolmente,le tue origini lo reclamano.

GIULIANO BAROLDI

Una ricerca,realizzata presso l’archi-vio parrocchia-le, mi ha con-sentito di verifi-care che, negliultimi quattrosecoli di storialocale, i nomipiù comuni deinostri concitta-dini erano stati:

do va spontaneo al sa-crificio di Mario Boldiniche, tradito da alcuniabitanti del posto, vennearrestato e fucilato dalletruppe nazi-fasciste nonlontano dal centro stori-co del nostro comune,diventando, suo malgra-do, simbolo della lottadi liberazione a Gargna-no.A questo proposito co-me sezione avete par-tecipato ad una mani-festazione pubblicaper il 25 aprile?Come associazione AN-PI abbiamo aderito aduna iniziativa promossadall'Assessore alla Cul-tura Fernanda Bertellain collaborazione con laBiblioteca Civica che haorganizzato una passeg-giata partendo da piaz-zale Boldini e passando

per via Rimembranza, hapermesso di visitare i luo-ghi teatro delle drammati-che vicende che coinvol-sero il partigiano nostroconcittadino, escursioneguidata dal professor Bru-no Festa che con la con-sueta precisione ha fornitotutte le informazioni ne-cessarie. Per noi è stato un momen-to emozionante, l'occasio-ne per presentarci alla co-munità e far conoscere lanostra esistenza intonandoalla fine il canto per eccel-lenza della Resistenza: “O bella ciao”.Quanti iscritti ha la vo-stra sezione e soprattut-to sarebbe interessanteconoscere la loro etàmedia.Attualmente contiamo cir-ca una quarantina di iscrit-ti, e per quanto riguarda

l'età è eterogenea, ab-biamo infatti anche moltigiovani che hanno aderi-to all'Associazione,smentendo così l'ideadiffusa che l'ANPI e laResistenza siano cosevecchie legate al passa-to, ma non è così. Sono leideologie che invecchia-no nutrendosi di sé stes-se, ma la Resistenza nonsarà mai un'ideologia. Nata tra i giovani, media-mente i partigiani aveva-no poco più di vent'anni,seguiva ideali che sonotuttora a fondamento del-la nostra società, idealiche troviamo scritti nonsolo nella nostra Costitu-zione, ma anche nella Di-chiarazione Universaledei diritti dell' uomo.

Piera Donola

FONDATA A GARGNANO UNA SEZIONE DELL'ANPI

segue dalla prima pagina

Giuliano Baroldi in sella alla sua inseparabile bicicletta

a tutti gli abbonati al nostro giornale la redazione, alloscopo di mantenere la propria autonomia e indipen-denza, ha scelto, da molti anni, di rinunciare a qualsiasiforma di pubblicità e di sovvenzioni a qualsiasi titolo.ancora oggi, “en Piasa”, vive solo dell’abbonamentodei propri lettori. chi non lo avesse ancora effettuatoè invitato a farlo inviando l’importo al solito indirizzo:associazione culturale ulisse 93 c/c postale n° 12431250

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Eugenio Bazoli

LA MIA... AUSTRALIASeconda Parte

APPUNTI DI VIAGGIO

Pensiamo di fermarcial prossimo distribu-tore, credendo di

trovarlo più vicino, ma ledistanze australiane nonperdonano. La prossimastazione di servizio si tro-

va 260 chilometri più in là,c’è poco da fare. Giunti aRocklands ci concediamoun”half runp” – una bistec-ca dal taglio indefinito, dichissà quale bestia, moltobuona però! La nostra ulti-ma meta per oggi è MountIsa, un paese che fa pen-sare a cowboy, cappelli alarghe falde e camicie ascacchi… e invece trovia-mo solo ciminiere e fabbri-che ovunque.Finalmente sistemati in unostello e dopo aver cena-to, Lara non perde l’occa-sione per prendermi in gi-ro: dice che mentre guidoe mi guardo attorno in cer-ca di canguri, la mia testasomiglia ad una sorta diradar ultrapercettivo checon scatti veloci scrutal’orizzonte. A proposito dicanguri, effettivamente neabbiamo visti tanti, tutti in-vestiti però! Solo oggi neho contati 11 in otto chilo-metri di percorso, e per irestanti 200 non è statomolto diverso. Inoltre lafauna australiana sembra-va avercela con noi, unfalco che stava mangian-do la sua preda a centrostrada, alzandosi in volo ciha quasi colpiti, poi è statala volta di un airone cheinvece è partito da un lato.Martedì ci svegliamo allesette e subito è chiaro chenon sarà una bella giorna-ta: il cielo è nuvoloso e tiraun vento che ti porta via.Comincia a piovere pochiminuti dopo che siamo sa-liti sulla moto, ma ugual-mente teniamo duro per iprimi 200 chilometri; alme-no il paesaggio è cambia-to, siamo in collina, questomi ha permesso di fare undiscreto slalom tra le car-casse dei canguri investitie le roulotte che avanzanoa passo di lumaca.Alle tante ci fermiamo aduna stazione di servizioper fare rifornimento e in-dossare le tute da pioggia

– debole deterrente dalmomento che sotto siamocomunque bagnati fradici!Gli occhi incuriositi dei ca-mionisti in sosta ci scruta-no, siamo motorbike pa-recchio temerari.

Quando ripartiamo la stra-da torna monotona, conrettilinei interminabili. Co-steggiamo la ferrovia e sa-luto i treni di passaggioche rispondono con unpaio di fischi. A Hughen-den ci fermiamo in un mo-tel e Lara si fionda sottouna doccia bollente; temoche sia al limite dell’ipoter-mia nonché della soppor-tazione. Dice di non sen-tirsi più le estremità e, pre-sa dal panico, si è com-prata una borsa dell’acquacalda. E meno male che ciavevano detto che sareb-be stata una stagione ari-da!

Il giorno dopo si prean-nuncia un’altra giornata dispostamenti e per fortunac’è il sole! Lara si sbizzar-risce tra video e fotografieche fa a 110 chilometriorari perché io non mi fer-mo finché è ora di pranzo.Ci fermiamo al Mc Do-nald’s di Charters Towersdove il caso ci fa conosce-re una cassiera italiana ilcui fratello ha lavorato alGrand Hotel Fasano, eora è direttore all’Hotel Le-gend a Gold Coast. Ripar-tiamo e quando giungiamoa Townsville, cittadina cheoffre un lato all’oceano,troviamo un bel motel incui sistemarci. Per oggibasta moto, 385 chilometrisono stati abbastanza, ora

facciamo i turisti e cammi-niamo sul lungomare. Ciattendono altri tre giorni dispostamenti. Dopo Tow-nsville il paesaggio è cam-biato, giovedì scendiamoverso sud e si sente l’ariadel mare, la vegetazione èlussureggiante, il desertolascia posto a sterminaticampi di canna da zuc-chero, frutteti e alleva-menti di bestiame. Vedia-mo Airlie Beach, con lasua bellissima baia, poi lastrada si inoltra di nuovonell’entroterra. A Mackaygli alloggi sono tutti alcompleto, così ci fermia-mo in un campeggio chedista circa tre chilometri.Venerdì Lara vuole visita-re Town of 1770, (pensosia attratta dal nome, chepoi è anche la data di

fondazione della città), percui facciamo tutta una tira-ta dal campeggio fino a lì,schivando carcasse di ani-mali spiaccicati sull’asfal-to, salutando motociclisti,sorpassando selvaggia-mente qualsiasi mezzo misi pari davanti… e sfioran-do anche una multa pereccesso di velocità! Alla fi-ne troviamo da dormire adAgnes Water perché, acausa della bassa stagio-ne, Town of 1770 era bellama troppo morta! Comun-que sabato si riparte epuntiamo direttamente suSunshine Beach che, a di-spetto del nome, non è al-

tro che una località persurfisti. Lasciamo la motoe ci dirigiamo verso laspiaggia prendendo il sen-tiero. Qui incontriamo unafamiglia di italiani, lui lavo-ra a Brisbane e sono aSunshine Beach per fareun giro. Dice che la sera,con la bassa marea, sipuò percorrere la battigiasu un mezzo a motore perben 40 chilometri e il bikerche è in me ha un moto diprofonda invidia. Oh sì,certo che mi piacerebbesfrecciare in sella alla miaamata KTM a pochi metridalle onde! Ad ogni modo,dopo un giro sulla spiag-gia, ci rimettiamo in viag-gio alla volta di Noosa,un’altra cittadina sull’ocea-

no che si raggiunge solodopo aver percorso unavia interna ricca di acqua,frutteti e colline.La mattina del 15 ripartia-mo da Noosa che sono ledieci. Oggi non ci aspettauna marcia particolarmen-te lunga, 285, 300 chilo-metri al massimo a circa110 chilometri orari, cosìgiungiamo a Byron Bay in-torno a mezzogiorno. Laspiaggia è splendida e se-mi deserta, mollati i baga-gli in ostello decidiamo difare una lunga passeggia-ta in riva all’oceano ed è lìche, ad un certo punto, in-crociamo un surfista dicorsa. Lo guardo, lo ri-guardo, ed è come se nel-la mia testa partisse ilflash di una macchina fo-tografica! Ma io lo cono-

sco! Nicola!! Ah, non ciposso credere, è NicolaFranzoni, il figlio di Luigi-no! Non sapevo che vi-vesse in Australia! Consuo padre, compagno dimille camminate in monta-

gna, ho insegnato ginna-stica per dieci anni! Anchelui si gira, mi riconosce egrida il mio nome. È dav-vero incredibile, ai limitidel surreale! Lara ci guar-da senza parole, sta anco-ra cercando di capirecos’è successo mentre ioe Nicola ci salutiamo, fra-stornati dall’accaduto. Cispiega che stava facendosky surf, poi il vento ècambiato e l’ha costrettoad abbandonare la tavolasulla spiaggia, in un puntomolto lontano rispetto adove aveva parcheggiato.Ora stava andando a re-cuperare l’auto per carica-re l’attrezzatura abbando-nata e, in pratica, se tuttofosse andato come dove-va, lui non sarebbe dovutoessere lì a piedi, in quel

momento. Pazzesco!Stasera siamo invitati acasa di Nicola per bereuna birra e fare due chiac-chiere, ci presenta la suafamiglia, ci parla della suavita in Australia e mentre

Pausa caffè e rifornimento carburante

Decisione sulla via da percorrere

Townsville scorci sull’oceano

A Mackay gli alloggi sono tutti al completo

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lo ascolto, ancora stento acredere che fra tutti i postidi questo immenso conti-nente, fra tutte le spiaggee fra tutte le persone chenon abbiamo visitato e vi-sto, oggi ci siamo imbattutiproprio in lui!Il giorno dopo ci alziamo dibuonora perché alle setteabbiamo appuntamentocon Nicola e sua moglie.Saliamo insieme fino al fa-ro, poi passeggiamo perammirare la costa dall’al-to. È una giornata splendi-da e riusciamo ad avvista-re persino dei delfini equalche balena. Inizio acapire perché Nicola ab-bia deciso di vivere qui, inquesto posto, Byron Bay,è magnifico, finora è la lo-calità che si affaccia sul-l’oceano più bella che ab-biamo visitato. Alle dieci ioe Lara ripartiamo, salutia-mo Nicola che chissàquando rivedrò e via, in di-rezione di Port Macquarie. Troviamo un ostello parti-

colarmente carino in cen-tro, parcheggiamo, scari-chiamo i bagagli e poiusciamo per una passeg-giata, ma sembra che aPort Macquarie ci sia il co-prifuoco: dopo le 17.00tutti i negozi chiudono finoalle 10.00 del giorno dopoe in giro non si vede piùnessuno! Ceniamo in unposto chiamato Hog’s Bre-ath Cafe, mangiando tral’altro molto bene (la carneaustraliana è sempre diottima qualità!), infine tor-niamo nel nostro alloggioper quella che si prean-nuncia essere una notte

tranquilla. Ma non lo è. Mi sveglio intorno alle1.30 fradicio di sudore edolorante. Ho delle fittelancinanti all’addome, ap-pena sopra l’appendice.Lara va nel panico, perfortuna si ricorda di avercomprato la borsa dell’ac-qua calda e me la prepa-ra. Prendo un antidolorifi-co e dopo un bel po’ miriaddormento mentre lei,agitata, non chiude più oc-chio. La mattina dopo sipreannuncia sciagurata finda subito. Ci alziamo, fac-ciamo colazione, carichia-mo i bagagli sulla moto,ma sto male di nuovo, nonce la faccio a partire, cosìfilo di nuovo in stanza, pie-gato a metà dai dolori. Ri-vedo quello che ho man-giato per colazione e forseanche parte della cena diieri. O dello scorso Natale,non so. Lara corre a cer-care una farmacia dove ledicono che probabilmenteho una colica renale, mapossono darle solo un an-tidolorifico, poca cosa, co-sì inizia ad informarsi ri-guardo il sistema sanitarioaustraliano. Nessuno sembra cono-scere il numero di un me-dico che faccia visite pri-vatamente e lei è costrettaa telefonare in ospedale.Un’infermiera, preparatis-sima, le fa un sacco di do-mande e le chiede di de-scrivere ogni mio sintomo.Alla fine raggiungono uncompromesso: si aspettafino a domani per vederecome sto, nel caso peg-giori le dice di richiamareche parte un’ambulanzaper venirmi a prendere al-l’istante. Ugualmente Laranon sa se sia il caso diportarmi in ospedale in ta-xi (possibilità che boccioseduta stante, non ho in-tenzione di farmi ricovera-re), o ascoltare l’infermie-ra e vedere come passo lanotte. Nel frattempo ingoioun Voltaren 100 e per for-tuna la indovino! Cado ad-dormentato verso le20.00, sotto lo sguardo vi-gile di mia moglie. Merco-ledì mi sembra di staremeglio, così decidiamo diripartire. La preoccupazio-ne di Lara e il buonsenso

mi convincono a fraziona-re il percorso verso Syd-ney, anziché un giorno cene metteremo due, per-tanto puntiamo su Newca-stle. Nei pressi dei grandicentri abitati, la strada sifa più movimentata, au-mentano le corsie e, diconseguenza il traffico.Lara controlla che non ec-ceda con l’acceleratore,non è per niente convinta,forse si aspetta di vedermistramazzare al suolo daun momento all’altro! Piùtardi mi confessa che lesembravo un dobermancon il guinzaglio corto! Adogni modo arriviamo aNewcastle senza intoppi,verso le 14.00. Dato il miostato di salute non ancoraeccellente, sentiamo il bi-sogno di più comodità, co-sì cerchiamo una camerain qualche hotel e scopria-mo che, a causa di uncongresso, non c’è postoda nessuna parte! Devoammettere che in questicasi Lara si trasforma inun segugio dal fiuto so-praffino. Dopo qualche mi-nuto di ricerca in rete rie-

sce a scovare un hotel difronte al mare, dove cipiazziamo immediatamen-te. Oggi solo 251 chilome-tri, ma non ho potuto stra-fare! Giovedì sto bene, lastanza di hotel dotata diogni comfort ci ha rigene-rato quel tanto che bastaper riprendere il viaggio eaffrontare il traffico di Syd-ney. So che Lara è preoc-cupata al pensiero, ma or-mai guido a sinistra condisinvoltura! Partiamo, ri-spetto a quelli che abbia-mo macinato nei giorniscorsi sono solo una man-ciata di chilometri, 173 perla precisione, così alle11.30, senza intoppi, arri-viamo al negozio in cuidobbiamo riconsegnare laBMW. Finalmente il sedilecomodo di un taxi e via,alla volta dell’hotel che ab-biamo prenotato primadella partenza dall’Italia.Lara non vede l’ora dipasseggiare per Sydney,ammirare le vetrine e per-dere tempo, invece la ma-lasorte sembra non ab-bandonarmi perché vengovigliaccamente assalitodalla febbre! Be’, tuttosommato mi è andata an-che bene, siamo quasi al-la fine del viaggio, tra unpaio di giorni saremo a ca-sa, sarebbe stato peggiose mi fosse capitato all’ini-zio… Più o meno è a que-sto che penso mentre mi

infilo sotto le coperte, ab-battuto e dolorante. Miamoglie esce a compraredel pane che mangiucchiosenza troppa convinzione,poi dormo.La nostra prima sera aSydney si conclude concena in camera e un filmvisto sul pc, ma per fortu-na la febbre non è salita enon sono ricomparsi i do-lori che avevo a Newca-stle.Venerdì 20 sto bene (in-somma, nella media diuno che ha avuto la feb-bre, senza contare che lodicevo anche ieri!), cosìmi costringo ad uscire, do-po tutto è il nostro ultimogiorno in Australia, nonposso passarlo a letto! La-ra è felice di visitare la cit-tà anche se le sue occhia-te vigili non mi mollano unsecondo. Pensa a stanot-te, a quando ci dovremosvegliare alle due per an-dare in aeroporto ed im-barcarci sul volo del ritor-no. Ma sto bene, davvero,non stramazzerò tra i se-dili, a più di 9000 metri dialtitudine! Segue una gior-

nata da turisti, visitiamo ilcentro di Sydney, l’OperaHouse (come ignorarla?),passiamo anche per ilquartiere cinese. Acqui-

stiamo souvenir e regalinivari, pure una valigia inpiù da imbarcare al mo-mento della partenza. Lasera arriva in un momen-to, Lara mi osserva men-tre faccio i bagagli, riem-piendo geometricamenteogni centimetro quadratodi quelle borse. Dormiamoun po’, giusto per imma-gazzinare qualche ora disonno che probabilmenteperderemo tra uno sposta-mento e l’altro, poi alledue e mezza ci viene aprendere il taxi che abbia-mo chiamato per andareall’aeroporto.Ore 2.50, aeroporto chiu-so (ma va?!?). Aspettiamodi fuori con le altre perso-ne, poi, finalmente le portesi aprono intorno alle 3.20e possiamo entrare. Dopoil check-in Lara viene fer-mata al metal detector, lefanno leggere un foglio incui c’è scritto che è statascelta per un controllocampione, così una tizia indivisa inizia a palparla unpo’, mentre un altro tizio,sempre in divisa, si occu-pa della sua borsa. Nonmale come inizio! Il restodel viaggio prosegue sen-za intoppi e dopo 14 ore emezza di volo facciamoscalo a Dubai dove stavol-ta ci dobbiamo fermareper poco, poi altre 6 ore fi-no a Malpensa. A mezza-notte - ora italiana - siamoa casa. Lara si fionda nelletto, si prenderà due gior-ni di completo relax duran-te i quali probabilmenteuscirà dalla porta solo perfare la spesa. Io fra 36 oretorno al lavoro. Ma ci vadocon la KTM. Già la sento protestare dal

garage, povera piccola, di-ce che l’ho lasciata sola,che l’ho tradita. Ci sono ri-chiami che è impossibileignorare!

Ci aspetta unaltro sposta-mento piuttostomonotono, quila via che uni-sce le città chesi affaccianosull’oceano èsempre interna,mai sulla costa,comunque, do-po 401 chilo-metri arriviamoalla meta.

Nicola con la moglie

A Newcastle sento il bisogno di più comodità

Sydney, riconsegnamo la moto

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Piera Donola

Si è svolta il 28 marzolungo la Bassa Viadel Garda questa

gara podistica molto impe-gnativa che ha avuto ilcoinvolgimento di un nu-mero di partecipanti quasidoppio dello scorso anno.Primo nella classifica ma-schile Matteo Lucchese, in8h02'06'', mentre in quellafemminile, la prima a ta-gliare il traguardo è stataMartina Chialvo in10h22'20''.Grande successo dunqueper questa manifestazionepodistica organizzata dalgruppo “La Variante”, dalGS (Gruppo sportivo)Monte Gargnano, dallaTRB Trail Running Brescia(l'associazione sportivabresciana specializzata inqueste gare) e dalla limo-nese ASL per il solo ap-poggio esterno, testimo-niato dal gran numero diiscritti, 560, rispetto ai 320del 2014. La parte del leo-ne è stata naturalmentefatta dagli italiani, lo sonoinfatti i vincitori, ma buonaè stata anche l'affluenzastraniera, che oltre ai solititedeschi, inglesi, francesie spagnoli, ha avuto lapartecipazione di 5 unghe-resi e tre neozelandesi. Adifferenza del precedente,quest'anno la gara è statadivisa in tre parti, la piùlunga la Bvg Trail che daSalò conduce a Limonecon un percorso di 74 km,la Marathon+ di 47 km, daBogliaco a Limone e laRun di 27 km da Salò aBogliaco, percorso piùbreve per permettere aiprincipianti di avvicinarsi aquesta disciplina.

GRANDE SUCCESSO PER LA SECONDA EDIZIONE DELLA BVG TRAIL

Molti i commenti positivisulla manifestazione daparte dei partecipanti, an-che stranieri, apparsi sullapagina Facebook del sito(www.facebook.com/bvgtrail), alcuni di loro hannopubblicato anche dei vi-deo della manifestazione,facendo apprezzare ilpaesaggio del Garda che,partendo dal lato più me-diterraneo del basso lagofino alla parte più a nord,qualcuno, da una parte haparagonato ad un fiordonorvegese grazie alla pre-senza delle nevi del Mon-te Baldo, dall'altra al “colo-re che ci metteva Cezan-ne dipingendo la sua ama-ta Provenza”. “L'entusiasmo con cui èstata accolta questa se-conda edizione fa sperarein un ulteriore prosegui-mento per il futuro”, infor-ma Franco Ghitti ideatoree presidente della BvgTrail, “la nostra pagina Fa-ce-book può essere con-sultata anche da chi non èiscritto ai social net-work;tenuta costantemente ag-giornata si pone l'obiettivodi valorizzazione del terri-torio facendo scoprirenuovi scorci panoramiciper la pratica di attivitàsportive all'aria aperta.Recentemente sul sito èstato pubblicato anche ilbellissimo filmato con leimmagini più spettacolaridella gara, un filmato piùparticolareggiato verrà in-vece proiettato subito do-po l'estate nell'ambito del-la presentazione dellaprossima edizione che siterrà il 9 aprile 2016”. Daquesto punto di vista Inter-

net è uno strumento formi-dabile per fornire tutte leindicazioni riguardanti lagara, con l'aggiornamentoin tempo reale la rete per-mette infatti di tenere co-stantemente vivo l'interes-se. Prossimamente il sitoverrà esteso all'aspettopiù strettamente escursio-nistico per fornire suggeri-menti e indicazioni perpubblicizzare l'itinerario.

“Dal punto di vista orga-nizzativo Gargnano que-

st'anno ha avuto il ruoloprincipale” prosegue Ghit-ti, “perché è qui che sonostati distribuiti i pettorali, viè stato l'arrivo della BvgRun e la partenza dellaMarathon+. La costiera daBogliaco a Gargnano èstata inoltre punto di pas-saggio sulla fascia a lagoda Bogliaco e Briano, so-pra la baita degli Alpini, èstato il punto più elevatotoccato dalla manifesta-zione. Preziosissima è stata lacollaborazione degli oltre300 volontari dislocati lun-go il percorso, di cui unasettantina solo nel territo-rio del nostro comune, perl'assistenza logistica, lepostazioni di ristoro e ilcontrollo dei punti di pas-saggio dei concorrenti:senza il loro appassionatosostegno la gara non sa-rebbe infatti stata possibi-le”. Altri soggetti hanno inoltrecollaborato all'organizza-

zione dell'evento, comel'Amministrazione Comu-nale che ha fornito il ten-done di Bogliaco ed il pul-mino per il trasporto e ilCircolo Vela Gargnano ela Marina di Bogliaco, acui va un ringraziamentoparticolare da parte degliorganizzatori per avermesso a disposizione i lo-ro locali per il pernotta-mento con i sacchi a peloe i servizi per coloro cheavevano bisogno di ritem-prarsi con una doccia.In conclusione, per chi de-sidera saperne di più sullesensazioni riportate lungola gara, come l'improvvisoodore di stalla ormai cosìraro, tale da eccitare i sen-si, o la poetica immaginedi una vecchina che tornaa casa portando in spallauna fascina, suggeriamodi leggere il bell'articolo diEnrico Viola pubblicato sulnumero di maggio dellaquotata rivista di settore“Spirito Trail”.

La manifesta-zione ha avutoun buon risulta-to anche sulversante turisti-co, dato il buonnumero di pre-senze registra-te nelle struttu-re ricettive del-la zona.

Il vincitore Matteo Lucchese nei pressi della baita alpini di Briano

Oreste Cagno

Tancc agn fa pasàa ‘l dé a Toscolàen barbù che se ciamàa Masölaèl pulegiàa ‘n tèra, de ché, de làe, de spès, en banda ‘na sargiöla.

L’era ‘n brao omasì, sèmper alégherda putì l’era no mia pudìt nà a scölael gh’ia dré ‘na bòsa de chèl négher‘na pìpa de tabach e‘n tochèl de robiöla.

La còla l’era la sò stansa da lèt che, per lü, l’era mei d’en castelètma se‘l fiocàa nèl finìl del Piero Setal cald de i bò se sbàtia zo, cuntét.

Sul per rèndiga ‘l mondo amò piö bèl en bröt dì i g-à tajat le àle a la so libertàe i l’à casàt en d’èna bèla ca’ a pulsà l’era isì bèla che… ‘l g-à tirat ‘l sgarlèt.

el barbù masöla

In Toscolano, tantianni fa, strappavale pagine della sua

nomade vita un senza-tetto volontario, un clo-chard diremmo oggi,ma che nel suo paese,a quel tempo, era soloe soltanto el Barbù Ma-söla il quale dalla co-munità istituzionale eprivata rifiutò semprel’offerta di un comodogiaciglio, preferendocoricarsi nei prati odove meglio capitavapurché avesse cometetto il cielo. Se cade-va neve o se il freddosi incattiviva, solo allo-ra si stanava nel tiepi-do fienile di Pietro Set-ti, il mezzadro parroc-chiale, che caritativa-

mente lo accoglieva. Alla fine, per tutelare ildecoro del paese, le Au-torità comunali lo co-strinsero ad accettare il

ricovero in una Casa diRiposo alle cui splendi-de e sconosciute como-dità però non soprav-visse.

Disegno di Remo Franzoni

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quali associazione a delin-quere, turbativa d'asta etruffa, nelle quali sono sta-ti coinvolti i vertici di Infra-strutture Lombarde e diMantovani S.p.A., asse-gnataria di numerose ope-re pubbliche sul territoriolombardo. Gli appalti perla realizzazione dell'espo-sizione sono stati inoltreoggetto di un'indagine an-ticorruzione della magi-stratura milanese, che hacondotto a numerosi arre-sti ed all'affidamento dellasorveglianza degli stessial commissario governati-vo Raffaele Cantone, pre-sidente dell'Autorità Na-zionale Anticorruzione.Oltretutto credo che non

sarà certo Expo a risolve-re i problemi dell'alimenta-zione mondiale. Alla finerisulterà solo un'esposizio-ne, bella finché si vuole,ma inutile da questo puntodi vista. La gente la visite-rà, ammirerà, degusterà, ese ne tornerà a casa sod-disfatta. Punto. Il mio pa-rere è senz'altro irrilevan-te, ma molte sono le vociche si sono alzate controExpo, anche da parte dipersonalità di rilievo, ri-guardo a molti aspetti, mane parliamo più avanti.Adesso parliamo invecedelle molte cose positiveche Expo2015 offre.Presenta ad esempio al-cune notevoli innovazionidal punto di vista dellestrutture espositive. Glieventi precedenti avevanosempre visto una rigida di-visione dei padiglioni inbase agli Stati partecipan-ti. Qui invece, per la primavolta, compaiono anchequattro padiglioni tematici,che sviluppano i temi dellanutrizione e della sosteni-bilità secondo differentiambiti: l’esperienza del ci-bo e il futuro, il legame trala nutrizione e l’infanzia, lapossibilità di un cibo so-stenibile, il rapporto tra ilcibo e l’arte, la modalità diproduzione del cibo. Nelsuo complesso, l'area èstrutturata in due assi per-pendicolari che richiama-

no le due strade principalidelle antiche città romane,il cardo e il decumano. Sulgrande decumano, laWorld Avenue, lungo 1,5km e largo 35 metri, si af-facciano i vari padiglioninazionali, mentre il cardoospita gli spazi dedicati al-le Regioni e Province ita-liane, oltre che alle eccel-lenze del territorio. All'in-crocio dei due assi si creauna grande piazza, PiazzaItalia. A nord del cardosorge il Palazzo Italia, ov-vero il padiglione del Pae-se organizzatore. All'estre-mità ovest del sito si trovail Padiglione Zero, portaled'accesso e introduzionealla visita, il quale ospita il

contributo delle NazioniUnite e la raccolta dellemigliori esperienze edesempi sul tema della nu-trizione. In particolare so-no state selezionate quel-le nella gestione sostenibi-le delle risorse naturali,nell'aumento della quanti-tà e miglioramento dellaqualità dei prodotti del-l’agricoltura, nello sviluppodelle piccole comunità ru-rali e nei modelli di consu-mo alimentare: dieta, am-biente, società, economiae salute. Altre zone illu-strano la varietà della Vitaed il tema dell'evoluzionedella filiera alimentare eprototipi di luoghi del futu-ro quali una casa, un risto-rante ed un supermercato,ma anche una VerticalFarm e una Algae UrbanFarm.Altra innovazione è la di-versa organizzazione deipadiglioni collettivi: i Paesiche nelle precedenti edi-zioni non avevano unospazio singolo venivanoraggruppati per area geo-grafica: qui, invece, neicosiddetti cluster sono riu-niti secondo criteri di iden-tità tematica o di comunefiliera alimentare.L'ideazione del sito espo-sitivo è stata affidata aprogettisti di esperienza ea giovani neolaureati dellaSocietà Expo 2015 S.p.A.,con il supporto di architetti

di fama internazionale.Sempre di livello interna-zionale sono i numerosimembri del comitatoscientifico di cui si avvaleper garantire l'aderenza altema proposto.Il logo dell'Expo Milano2015 è il risultato di unconcorso pubblico apertoa studenti laureandi e neolaureati delle facoltà di Ar-chitettura, Design e Arti,Moda, Grafica Pubblicita-ria e Disegno Industriale.Una commissione giudica-trice, appositamente crea-ta, ha selezionato e valu-tato le proposte; le primedue proposte sono statesottoposte a una votazio-ne pubblica attraverso unagiuria popolare. È risultatavincitrice la proposta diAndrea Puppa: rappre-senta una scritta multico-lore in cui si sovrappongo-no le lettere che formano

la parola EXPO e le cifreche compongono l'anno2015.Con queste premesse, sicapisce bene che si trattadi un'occasione importan-te per far conoscere le ec-cellenze italiane, e queste,a loro volta, possono vei-colare turismo nelle zoneche meglio si sappianopresentare al pubblico. Intal senso si muovono, perquanto ci riguarda, Regio-ne Lombardia, Provinciadi Brescia, Consorzio Gar-da Unico e Comunità delGarda. L'obiettivo è quellodi convincere il visitatoreche transiterà per Expo,specialmente nei giorni incui la Leonessa avrà ilmonopolio di PadiglioneItalia (7 maggio, 4 e 25giugno, 17 settembre, 1 e15 ottobre), che vale lapena spostarsi da Milanoa Brescia e dintorni. Il La-go di Garda viene propo-sto come base strategicaper vivere l'appuntamentoin modo originale e rilas-sato. Il Benaco sarà puntonodale anche per visitarele località d'arte e di cultu-ra del territorio, come Ve-nezia, Verona, Mantova,Brescia, Trento e Rovere-to, oppure per conoscereda vicino i prodotti tipici lo-cali o, ancora, per faresport, relax o vivere i pia-ceri delle spiagge. Am-biente e territorio fanno da

filo conduttore: il nostro èun territorio unico ed il te-ma dell'Expo sembra dise-gnato su di esso, che co-niuga tutela dell'ambientee produzione di alimenti diqualità nel pieno rispettodella natura. L’associazio-ne “Strada dei vini e deisapori del Garda”, dalcanto suo, ha creato ilblog “Gardaexpo”, un sitoche mira ad essere unavetrina per le eccellenze,ideata per raggiungere lagrande utenza globale.Punta su ristoranti stellatie itinerari enogastronomi-ci, ma sullo sfondo pre-senta tante photogallerysuggestive, dalla Rocca diManerba alla penisola diSirmione, dal golfo di Salòalla cornice di Limone,bellezze che colpiscono ilturista senza bisogno ditante didascalie. Lo sco-po, quindi, è anche in que-sto caso quello di stupire ituristi. Sul sito anche glihotel più belli, come il Le-fay Resort di Gargnano,con un approfondimentosull’ultimo premio vintodalla direzione del presti-gioso albergo dell’Alto la-go. All'esposizione sarà rap-presentato un territorio va-sto, ricompreso idealmen-te tra le città di Verona eMantova a Sud, Roveretoe Tione a Nord, le Vallidell'Adige a est e le Vallidel Chiese, delle Giudica-rie e Brescia ad ovest. Unareale ampio e variegato,comprendente il più gran-de bacino d'acqua dolced'Italia, un ambiente ricco

di cultura e di giacimentienogastronomici di quali-tà, tra indimenticabili pae-saggi di pianura, collina emontagna. Vino, olio, or-taggi, frutta, latte e for-maggi della zona sarannotra i protagonisti dei seimesi di durata dell'Expo.Tra i programmi della Co-munità, anche una “Botte-ga del Gusto” dove i visi-tatori possano assaggiaretutti i prodotti di qualità,molti dei quali Dop, grazieanche alla collaborazionedelle scuole alberghieredei nostri territori, oltre adallestire specifici pacchetti

turistici di 3–5 giorni pervenire a conoscere diret-tamente i territori dove siproducono.Nell'ottica poi che è impor-tante parlare di “cose”,cioè i prodotti e i frutti dellavoro, ma soprattutto di"persone", ovvero la so-stanza che c’è dietro lecose, si muove anche Col-diretti. La considerazionedi base, su cui si basa ilsuo operato, è che gli agri-coltori locali potranno so-pravvivere all'omologazio-ne solamente facendo le-va sulla tipicità dei loroprodotti. E questo saràpossibile solo facendo co-noscere e capire al pubbli-co il loro prodotto con tuttoquello che ci sta dietro. Iprodotti di qualità vannoraccontati, altrimenti è dif-ficile capire perché costa-no di più. Spiegare cosac’è dietro un piatto di pa-sta o una bottiglia di vinonon è solo un raccontoculturale ma anche un in-vestimento economico, ein questa direzione si de-ve muovere tutta la filiera,dai produttori ai ristoratoridi tutte le tipologie chepropongono questi prodot-ti di qualità.E nel suo padiglione, nellazona sud del cardo, l'8maggio Coldiretti ha ospi-tato una rappresentanzaqualificata dei produttori diBrescia. Tra questi erapresente anche il nostroValerio Giacomini, con ilsuo olio biologico e i suoicapperi, a tenere alto il no-me di Gargnano. Insiemea lui, come tipicità del Bre-

sciano, anche olio biologi-co del Sebino, il vino dellaValtenesi, lo zafferano diPozzolengo. A campeg-giare sulla facciata del pa-diglione erano le foto deiproduttori, a rappresenta-re la concretezza della fi-liera corta. Il chiaro mes-saggio era: "noi siamoquesti, questo è il nostrolavoro e questi i risultati".Discorso che chiaramentela grande distribuzione hadifficoltà a trasmettere eche, solo, può tradursi in

L'EVENTO DELL'ANNOsegue dalla prima pagina

continua a pagina 17

L’albero della vita

Valerio Giacomini (primo a sinistra) con il gruppo della Coldiretti

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Milena Rodella

“la sua mente èun labirinto...” èil titolo del recen-

te romanzo di Cesare Lie-vi, una frase compiuta chenel libro, a pagina 138, sicompleta: “la sua mente èun labirinto in cui è più dif-ficile entrare che uscire”.Nell’enigma di questo sin-tagma trovo una chiave dilettura di questo testo do-ve la madre diventa per-sonaggio principale cheesprimendosi in primapersona in lunghi soliloqui,dà voce ad un suo ordinesimbolico, rivelando unaidentità nuova che mette ilfiglio in secondo piano, aimargini della scena, quasispettatore a volte incredu-lo. Il romanzo non è soloun racconto di un senti-mento filiale o di un rap-porto madre-figlio ma untentativo di renderle giusti-zia, mettendo a fuoco ilvissuto di una donna chenon è solo “la madre” maNerina, una figura con unagrande personalità chedall’Emilia Romagna, su-bito dopo la guerra, vienea vivere a Gargnano, conla sua famiglia. Da unostatus quo benestante do-ve avrebbe potuto prose-guire gli studi “avrei volutofare la professoressa”, di-ce ad un certo punto, Ne-rina è costretta a fuggiredalla campagna emilianacon la sua famiglia sulGarda e quindi iniziare alavorare in fabbrica aCampione che raggiunge-va in bicicletta, poi, doposposata, nel negozio dellafamiglia Lievi. L’autore faparlare la madre rimetten-dola alla luce valorizzan-done le capacità intelletti-ve calate in un esperirequotidiano. Una donnaenergica quindi la cui luci-dità emerge negli ultimianni della sua vita senzarisparmiare critiche a nes-suno. Nerina ha un suomodo di vedere il mondouna Weltanschaung detta-ta dalla vita e da un sensopratico che viene messo afuoco nelle prime paginedel romanzo, quando, re-darguendo il figlio Andrea,che ha gettato via le cosedi famiglia accatastate ingarage, spiega: “Le cose sono sante, cipermettono di stare in pie-di, di tenere i piedi a terrae di guardare dove voglia-mo, in su in giù, dietro, da-vanti, di camminare con ipiedi ben saldi, perchéquesto è l’importante: ave-re sempre i piedi a terra,camminare con le coseche ci tengono legati a ter-ra, così che nessuno pos-sa darci uno spintone, but-tarci giù, calpestarci” (18). Questo mondo, legato alle

“DIRE LA MADRE” NEL ROMANZO DI CESARE LIEVI, “LA SUA MENTE È UN LABIRINTO” (Marsilio, Venezia, 2015)

cose, non è un mero ma-terialismo ma matura dallaprivazione, dai sacrifici dicoloro ai quali è stato toltotutto durante la guerra, eda chi ha vissuto in primapersona uno sradicamen-to culturale costringendoloa resettare la propria vita.La sua filosofia parte daun lato pratico denso diquell’intensità che sa dareil giusto valore alle cose eagli accadimenti. Cosìparla Nerina: “Venivo dalla Romagna,non conoscevo le abitudinie la mentalità della gentedi qui. Qui si fa la polenta,lo spiedo, io non sapevoneanche cosa fossero.Qui le donne andavano alavare sulla spiaggia in ri-va al lago e quando ave-vano finito, si fermavanoin piazza a ciacolare. Quid’estate si faceva il bagno,ma io non sapevo nuota-re. Qui si parla un dialettoche ancora oggi stento acapire. Qui ci sono lemontagne mentre là dadove venivo, c’è la pianu-ra. Qui la gente era pove-ra, chiusa e oppressa daipreti, mentre io ero statabattezzata e cresimatadue settimane prima disposarmi. Io ero abituataai ritmi della campagna,qui invece, dovevo aiutaremio marito a gestire unnegozio (...) il cui funzio-namento mi era del tuttoestraneo” (49).

“Tua nonna mi fece capirecosa significava fare i con-ti. Quelli coi numeri e quel-li senza numeri, i più im-portanti, i più decisivi. Miinsegnò a farli con la real-tà, con me stessa e tutti glialtri, a essere severa, de-cisa e, nel limite del possi-bile giusta. Se ero delusa,frustrata e di cattivo umo-re andavo da lei e lei, conla sua capacità particolaredi fare i conti con tutto etutti, mi rimetteva in sesto.

Non sei sola al mondo, midiceva, devi capire ciò chevuoi e ciò che vogliono glialtri, creare un pareggio epoi tirare avanti. Il pareg-gio è la cosa più importan-te e dal pareggio cercareil tuo vantaggio, il tuo gua-dagno. Senza pareggionon c’è guadagno, c’è so-lo l’illusione del guadagno.Tu devi avere il tuo inte-resse, ma anche gli altridevono averlo. Tu devi es-sere contenta, ma anchegli altri devono esserlo. Senon lo fai, fai delle rapinee le rapine si pagano pri-ma o poi....” (51).Questo romanzo di Lievinon racconta la madrecon compassione ma ele-va la figura materna a per-sonaggio epico, quelloche dice ha la funzionemetafisica di mostrare unaltro lato della realtà, co-me la figura di Cassandra,dice quello che deve diresenza mezzi termini: “Nonvi ho messo al mondo perpiegarvi e tenervi prigio-nieri. Non vi ho mai ricat-tato. Vi ho detto sempre:cercate di capire ciò chevolete essere, diventare,fare e, se posso, vi aiute-rò. La testa, usa la testa.Essere libero. Guarda vici-no e guarda lontano” (63). Nerina s’impone comeuno specchio di fronte alfiglio divenendo quasi al-ter ego dell’autore stessorivelandogli momenti dicruda verità, con luciditàmette a nudo pregi e difettidi tutti: “Tuo fratello era ungenio. Anche se chiac-chierava troppo per il miogusto e aveva la bruttatendenza a prendere lecose troppo sul serio. (…)Tu un genio non lo sei maistato, ma avresti volutoesserlo ...” (68). Oppure inaltre occasioni diventa an-cora più spietata quando ilfiglio Andrea cerca di con-vincerla a tenere Olga co-me badante, ma Nerina fadi tutto per cacciarla e ildialogo con il figlio diventaun monologo e il suo giu-dizio su Andrea diventa fe-roce, quasi un tentativodoloroso di spezzare gliultimi legami rimasti con lepersone e con il mondo:“È strano, ti conosco dacinquant’anni e non ho an-cora capito se sei un uo-mo forte o debole. A volteti imponi con energia, avolte cali le brache, diventiun ramo di fico: ci metti suun piede e subito si spac-ca. È il desiderio di esserebuono a farti agire così! Ildesiderio di essere unbravo ragazzo. Eppure tunon sei un bravo ragazzo.Forse ne hai l’aria, l’aspet-to, ma sotto sotto..(...).Tumenti. Tu menti volentieri.

Lo fai anche con me. Diciuna cosa e invece è un’al-tra. Dici di sì invece è no.(...).C’è molta cattiverianella tua bontà” (87).Più avanti, sempre nellostesso paragrafo, la ma-dre solleva altri aspetti delcarattere di Andrea: “Con te non si può mai sta-re tranquilli. Con te tuttopuò cambiare da un mo-mento all’altro. È il grano dipazzia che hai dentro! Ungrano bel grosso, pesante.Tu ami l’ordine, le cosechiare e i confini certi soloper spazzarli via. Tu ami ildisordine, il caos, la confu-sione solo per poi creareordine, confini definiti, limitisicuri. Tu ami una cosa e ilsuo contrario. Il bianco e ilnero. E li ami assieme. Maidistintamente. In fondo nonsai amare. Non puoi e nonsai amare nessuno. Eccet-to me” (88).

come se per anni Nerinaavesse tenuto tutto per sée fosse arrivato finalmenteil momento di “dire”, diesprimere la propria visio-ne del mondo, in modo di-staccato, severo, giusto. E se anche questo potreb-be essere un libro sul rap-porto tra madre e figlio, co-

me spiega il testo di coper-tina: “un figlio che osserval’inesorabile invecchiaredella madre, il decadere delcorpo e della mente, l’affie-volirsi della memoria fino ascomparire, la perdita dicapacità fisiche come ilmovimento e l’articolazionedel linguaggio culminantenell’afasia e in una presso-ché totale immobilità”.La malattia, la vecchiaia, te-mi cari all’autore, diventanoun pretesto per osservarela realtà finalmente da unaltro punto di vista, lucido espietato. Il romanzo si fatragedia e dando alla ma-dre un ruolo autorevole chedefinisce il mondo proprioquando lo sta per lasciare eproprio nel momento in cuiquesta autorevolezza co-mincia a sgretolarsi. In que-sto consiste il commoventefilo conduttore del testoche dal genere del roman-zo, che incarna la madrecon lunghi monologhi en-trando nel labirinto dei suoipensieri e della sua vita, di-venta la madre stessa, sfu-ma, si affievolisce nella tra-gica sorte di colei che staperdendo il legame con lavita, il romanzo si fa teatro,diventa afasico, quasi bec-kettiano. Il testo si riducenella sua parte finale inversi di poche righe, a po-chi personaggi, poetico,sintetico riducendo la suasintassi arriva alla fine spe-gnendosi insieme alla figu-ra della persona amata. Al-la morte. Dove regna soloil silenzio ed ogni spiega-zione, ogni parola diventainutile sforzo, un gesto or-mai senza senso.

Nerina si affidaalla figura auto-ritaria dellasuocera, che lasa accogliere,donna capaceche la istruiscealla mentalitàgargnanese insegnandole i rudimenti delmestiere comeil far di conto,che diventanouna metafora di come affrontare la vita stessa;

Sono parecchii momenti in cuibrevi dialoghi sitrasformano inun discorso ci-clico che tornasu se stesso,parla di sé edel mondo,

La copertina del romanzo

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Milena Rodella

XX° EDIZIONE 2015INTERNATIONAL CHAMBER MUSIC FESTIVAL CALENDARIO CONCERTI GARGNANO

Domenica 12 Luglio ore 21.00Gargnano s/G Convento San Tommaso RECITALRenato Samuelli, ChitarraMusiche di Schubert-Barrios-Piazzolla(Entrata libera)

Domenica 19 Luglio ore 21.00Gargnano Palazzo Bettoni DUO RETORICAMusiche di Mozart-Prokofiev-Halvorsen(accesso SOLO PER GLI ASSOCIATI, oppure facendouna donazione libera su prenotazione)

Venerdi 31 Luglio ore 21.00Bogliaco Terrazza della Villa del Golf Club RECITAL AL CHIARO DI LUNAAdrian Nicodim, PianoforteMusiche di Beethoven-Chopin-Debussy(Entrata libera)

concerti di musica classica dell’associazione cultura in musica limes

Anche quest’annol’associazione Cul-tura in musica Li-

mes, che a Gargnano con-ta un ricco numero di as-sociati e amici della musi-ca, propone un fitto nu-mero di serate musicali. Èinfatti su richiesta di alcu-ni gargnanesi che si è vo-luto invitare il noto chitar-rista Renato Samuelli, na-tivo di Gargnano, per il 12luglio. Nuova la locationdel Golf di Bogliaco conun recital al chiaro di lu-na, il 31 luglio, di un pia-nista veronese emergen-te sulla scena internazio-nale. Uno dei concerti piùimportanti di tutta la ras-segna 2015 avrà luogonella bellissima chiesa diS. Pier D’Agrino il 22 ago-sto, scoperta nella scorsa

edizione grazie ad unconcerto sempre conl’orchestra sinfonicaHaydn di Trento e Bolza-no. Significativa la pre-senza, il 19 luglio a Palaz-zo Bettoni, di due virtuosevioliniste inglesi. Infinecon “Il sogno e la danza”in un pomeriggio autun-nale nell’accogliente cor-nice di Villa Sostaga sichiuderà il fitto numero diben 22 eventi che avran-no luogo in tutto l’AltoGarda. I dettagli dei pro-grammi musicali, con ivari curriculum dei musi-cisti, nonché la tematicalegata alla strada, le sug-gestive fotografie presein prestito dall’archivioGiovanni Negri, e delperché di una scelta simi-le intitolata ‘Meandro’ è

Per informazioni e prenotazioni si prega di tel a: 338.3246226

L’iscrizione all’Associazione Cultura in Musica Limes e donazionisono possibili tramite un bonifico bancario sul conto di Cultura inMusica Limes IBAN: IT 16 S 08016 54640 0000 07330538presso Cassa Rurale Alto GardaBIC:CCRTIT2104P comunicando l’iscrizione via email: [email protected]; oppure prima dei concerti. www.culturainmusicalimes.com

Sabato 22 Agosto ore 21.00GARGNANO CHIESA SAN PIER D’AGRINO ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTODirettore: Min ChungMusiche di Haydn-Dvorak-Stravinskij(Entrata libera)

Domenica 11 Ottobre ore 17.00Navazzo di Gargnano Villa Sostaga RECITAL IL SOGNO E LA DANZAMusiche di Schubert-Ciajkovski-Borodin(accesso SOLO PER GLI ASSOCIATI, oppure facendouna donazione libera su prenotazione)

visibile nel libretto, che ac-coglie tutti i dettagli delle

serate ai quali non potre-te mancare, disponibile

nell’ufficio informazionituristiche di Gargnano.

una speranza per il futuro.Quindi la strada è obbliga-ta: lavoro di grande impe-gno con risultati di qualità,che bisogna abituare lagente a capire ed apprez-zare, anche con la giustaremunerazione. Ma chi didovere avrà anche l'obbli-go di impegnarsi a fondocontro la contraffazione.Solo così si salveranno leeccellenze, si realizzerà lasostenibilità e si sfuggiràall'omologazione verso cuici portano le onnipresenti(anche ad Expo!) multina-zionali.Parlavo all'inizio di alcunevoci contrarie alla realizza-zione di Expo. Alcune era-no inquadrate in vari comi-tati contrari per motivi diprincipio. Un certo scalpo-re ha sollevato anche lapresenza, tra i partner uffi-ciali, di alcune ben notemultinazionali dell'alimen-tazione che non sembrano

certo molto in linea con iltema della nutrizione cor-retta e responsabile. Par-liamo infatti, per intender-ci, di Coca Cola e McDo-nald's.Ci sono poi state alcuneprese di posizione su pun-ti più specifici come, prin-cipalmente, la scarsa coe-renza tra il tema propostoe i costi sostenuti per par-larne.Ad esempio, Jacques Her-zog, architetto di famamondiale, è stato uno deiprogettisti dell'esposizio-ne, ma ha lasciato in cor-so d'opera, in polemicacon gli organizzatori. Ilprogetto, infatti, non soloprevedeva una strutturabasata sulla griglia di car-do e decumano, che èstata realizzata, ma imma-ginava anche che i padi-glioni dei Paesi avrebberodovuto essere strutturetemporanee standardizza-

te. Ogni Paese parteci-pante avrebbe avuto unostesso "peso" e sarebbestato percepito solo attra-verso il proprio contributoalla sfida di produrre ciboin modo sostenibile a livel-lo mondiale. Avrebberodovuto differenziarsi attra-verso i contenuti, non at-traverso fantasie architet-toniche da rivista di de-sign. La vera visione die-tro il progetto, il ripensa-mento radicale di Expo,non è stata portata a com-pimento, per lasciare spa-zio alle solite dispendioserealizzazioni individuali.Uno stravolgimento, an-che in termini di sprecoeconomico, che l'ha spintoa lasciare. A mantenerel'impianto progettuale ini-ziale è stato solo il padi-glione di Slow Food, chedà l'idea di quale aspettoavesse pensato Herzogper tutti gli altri.Carlo Petrini, creatore del-l'associazione, sottolineadi avere apprezzato lascelta di questo stile quasimonastico, con moduli di

legno che potranno esse-re smontati e rimontatinelle scuole lombarde o inAfrica, come aule o comecapanni per gli attrezzi.Nel contempo critica il fat-to che anche quest'Exposi è ridotta ad una straor-dinaria impresa tecnica edestetica, perdendo unagrande opportunità di farecultura sul cibo e di tra-smetterla. Oltretutto, so-stiene Petrini, le scelte dialcuni Paesi sono depre-cabili, visto che ostentanoopulenza in un mondo incui tanta gente muore difame.Lo scrittore argentino Mar-tín Caparrós, che ha ap-pena pubblicato in Italia"La Fame", un reportageduro e appassionato tra lepovertà più estreme, criti-ca il fatto che per discute-re della fame nel mondo sispendano dodici miliardi,cioè più o meno la metà diquanto la Fao ritiene ne-cessario, ogni anno, pernutrire quella parte delpianeta che non ha nullada mangiare.

Una parziale ammissionedi colpa è implicita in unadichiarazione del ministrodell'Agricoltura MaurizioMartina, che fa parte delcomitato di gestione. Hainfatti sostenuto comemolte iniziative "che stan-no animando dal basso ilconfronto sul tema crucia-le della lotta alla fame nelmondo e sugli impegniconcreti da assumere perraggiungere questo obiet-tivo" propongono a tuttiuna piattaforma di con-fronto unica, e chi ha lacuriosità di visitare l'espo-sizione troverà tracce con-crete di questa esperien-za, frutto del lavoro di tan-te persone coinvolte. Ilproblema è proprio nel fat-to che si tratti di iniziativenate "dal basso" e non da-gli enti preposti...Ma adesso, nonostante ipunti discutibili, godiamociquesto grande evento eproviamo a farlo "fruttare",termine che più adattonon si può!

Mauro Garnelli

L'EVENTO DELL'ANNOsegue da pagina 15

Terza galleria Eutenia, inizio della strada dei Dossi verso Tignale, veduta di GargnanoDal libro “La strada nella roccia” - Fondazione Negri - pag. 85

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STORIE E PERSONAGGI GARGNANESI

Enrico Lievi

GioVanni neGri a GarGnano: non solo FotoGraFo ma molto altro ancora

Ogni persona cheviene al mondodispone di un nu-

mero veramente infinitodi qualità e generi con iquali descrivere la pro-pria vita, anche se poi,per farlo, si serve di unnumero limitatissimo ditermini (come bella,brutta, difficile, faticosa…e pochissimi altri) datoche, alla fine, ci pensanoil destino o il caso o lasorte a giocare con la no-stra stessa vita, modifi-candone il percorso e lasua evoluzione. Ciò chedi certo rimane fisso edimmutato, resta solo il fat-to che siamo nati e che,alla fine, dobbiamo mori-re, ignorando il dove, ilquando ed il perché ditale naturale parabola.Chi mai poteva immagi-nare che un certo Gio-vanni Negri, nato a Pavianel 1865, al termine diuna vita movimentata ericca di lavoro e di suc-cessi, sarebbe finito aGargnano, il cui cimiteroaccoglie, ancora oggi,dopo 96 anni, le sue spo-glie? Neppure era imma-ginabile che, dopo tantianni, giungesse proprio aGargnano, la persona chedi lui ha raccolto l’ereditàed il patrimonio moraleed intellettuale, creandouna Fondazione destinataa salvare ed a preservarenon solo la storia, intesacome narrazione di avve-nimenti del passato, maarricchita di tutte quelleinfinite componenti chesono lo specchio dell’uo-mo, dei suoi valori, delsuo pensiero e del suoagire umano.Tale persona è Costanti-no Squassoni che, a suavolta, sposa Anna, la ni-pote del figlio di Giovan-ni Negri ed in tal modosopravvive per la quartagenerazione una gloriosatradizione di fotografi aBrescia. E’a lui che si de-ve quella paziente operadi catalogazione delle 95mila lastre dell’archivioche porta il nome delsuo ideatore e destinatea diventare ricco docu-mento di storia, di cultu-ra, di tradizioni e di co-stume che il suo obiettivoavrebbe poi immortala-to.Anche noi, quando ci po-niamo questo genere didomande, non possiamonon riconoscere gli effet-ti del caso, o della sorte,anche se, intimamente,vorremmo che qualcosadi noi e di questo nostropaese, avesse magari

qualche piccola respon-sabilità nelle scelte ope-rate del destino. Ma sia-mo davvero certi che cosìnon sia avvenuto? Cer-chiamo di scoprirlo. Il figlio di Giovanni Ne-gri, Umberto (Bre-scia,1892-1954) continuala via tracciata dal padre,vale a dire diventa foto-grafo, mostrando capaci-tà e passione notevoli sea soli 16 anni merita unamedaglia d’argento inuna mostra fotografica.Ma è proprio in questianni che il padre prendela via di Gargnano, doveapre uno studio fotografi-co, pur continuando aspostarsi di continuo inmolte altre località italia-ne e straniere: Venezia,Milano, Roma, Torino, Niz-za, Monaco, Lugano, Pari-gi sono solo alcune loca-lità che egli visita, soddi-sfacendo il suo intimo de-siderio di avventura e diprofonda curiosità.

È a questo punto che lascelta di Gargnano, tra lemolte località gardesane,non è più casuale e for-tuita ma legata alla possi-bilità di studiare meglio ilpaesaggio locale e, quin-di, di renderlo nei suoiaspetti più tipici e sugge-stivi. Le riprese effettuateinteressano svariate ve-dute e sono sempre niti-de e chiare, l’inquadratu-ra è perfetta, il ritocco, alquale fa ampio ricorso,rende le immagini piùpreziose e suggestive,come le riprese dei lavo-ratori nelle limonaie o

nei frantoi, la gente perstrada, o le regate sul la-go.Nel frattempo la fotogra-fia si era molto evoluta siaper quanto riguarda latecnica che le attrezzatu-re a disposizione (mac-chine fotografiche conobiettivo girevole, teleo-biettivo) o l’introduzionedel collodio a secco checonsentiva lo sviluppodella lastra anche dopoparecchie ore dall’espo-sizione nella cameraoscura. Negri raggiunsela fama e la celebrità nonsolo per il suo uso magi-strale della macchina fo-tografica, ma anche peril suo attento interesse edintuito verso ogni formadi novità legata all’evolu-zione del costume e delprogresso che egli docu-mentò nel corso di tuttala sua vita. Questo aspet-to tipico del lavoro di Ne-gri, lo portò ad intuire,prima ancora di molti al-tri, i futuri successi del tu-rismo e di ciò che, in se-guito, lo avrebbe accom-pagnato nel suo sviluppo.Quindi, oltre alle immagi-ni dei primi alberghi del-la Riviera del Garda, sidedica alla produzione dicartoline, di depliants, dicataloghi e di raccolteche egli cura e lancia an-che con evidente riscon-tro economico commer-ciale.Risale al 1909 la ricorren-za del 50° anniversariodei fatti di San Martino eSolferino. Egli riprendequei luoghi in un album ene fa dono al presidentedella Repubblica franceseed al Re d’Italia i quali rin-graziando, non fanno cheaccrescere il prestigio e lafama di questo personag-gio, ormai considerato eritenuto figlio di Brescia. IlRe, al quale era anchepervenuta una raccolta difotografie del lago di Gar-da, a sua volta, ricambiò ildono con una spilla d’oroed il riconoscimento delsuo notevole “merito arti-stico”. Anche al ministrobresciano Zanardelli in-

vierà una raccolta di car-toline dei suoi luoghi na-tali quando egli è costret-to a risiedere a Roma.

i suoi vasti interessi e l’in-nato desiderio di sapere edi conoscere lo porteran-no ad inserirsi nel dibatti-to culturale della secondametà dell’800. D’altra parte, non potevanon essere così: questasua apertura sul futuro,questa sua impaziente at-tesa di novità e di pro-gresso non potevano li-mitarlo ad un ruolo disemplice comparsa. Le immagini che usciva-no dal suo obiettivo do-vevano servire anche adare una rappresentazio-ne nuova della nazioneda poco unita e costituita-si. Ed è questo l’aspettopiù avvincente ed inte-ressante della sua perso-nalità. Negli anni del suo sog-giorno sul Garda, sonopresenti immagini che ri-producono l’interno deiprimi grandi alberghi instile Liberty, segno chel’economia aveva apertoall’industria turistica.Altro atteggiamento chesuscita una certa curiosi-tà nei suoi confronti, è da-to dal fatto che, alla suamorte, le sue spoglie sia-no state poste in una tom-ba un tempo riservata a

famiglie benestanti o apersone di particolareimportanza. Tale scelta, apparente-mente di scarso rilievo, fapensare che qualcuno diimportante per quei tem-pi, (non dimentichiamoche siamo nella Gargna-no del 1919) abbia impo-sto o consigliato questasoluzione.A questo punto, dato chesiamo appassionati e cu-riosi della nostra “picco-la” storia locale (quellaarricchita dalla umanità,dal cuore e dai sentimen-ti della nostra gente) pri-ma che se ne perda lamemoria rispetto a quel-la ufficiale, riportata dailibri di testo, penso chealcuni tra i nostri lettorisiano interessati a cono-scere dove si trovasse aGargnano lo studio foto-grafico di Giovanni Ne-gri, come, a mia volta, hoappreso dai racconti difamiliari longevi.Il locale, oggi ristruttura-to, era quello rappresen-tato nella foto riportata. Lo studio mostrava, al suoingresso, l’immagine, ingrandezza naturale, diuna donna a seno scoper-to. Tale immagine dovevaavere non poco turbato esconvolto la morale delpaese, se, dopo brevetempo, venne ritirata esostituita con altra, menochiacchierata.Rimane, comunque, il fat-to che, alla morte di Gio-vanni Negri, il suo corporimase qui, dove è tuttorasepolto e dove, ci augu-riamo, i futuri ammini-stratori locali vorranno,ancora, mantenerne il ri-cordo come fatto da tutticoloro che li hanno pre-ceduti nel passato rinno-vando, di nuovo, i terminidella concessione relati-va alla sua sepoltura. Pare, infatti, e non solo anoi, che Giovanni Negriabbia acquisito il meritodi aver portato le imma-gini di Gargnano, dellesue attività e della vitadella sua gente, ben oltrei confini di questo paesee se pensiamo che nonha ancora finito di farlo…

InizialmenteNegri predili-ge la profes-sione di foto-grafo ritratti-sta, ma in se-guito passeràalla paesaggi-stica che risul-terà essere lasua attività piùimportante.

Come prean-nunciato nel titolo, GiovanniNegri non si limitò solo ad esercitare la professione di fotografo:

L’edificio che ospitava lo studio Negri

La lapide al cimitero di Gargnano, dove è sepolto