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CORTE DEI CONTI -CODICE UFF . T93
l l l DOC . I NTERNO N.67507424 del 03/10/2017
Deliberazione n. 53/2017/PAR Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019
REPUBBLICA IT AL lANA
LA CORTE DEI CONTI
SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA BASILICATA
Nella Camera di consiglio del 2 ottobre 2017
composta dai magistrati
dr. Rosario Scalia
dr.ssa Vanessa Pinto
dr. Raffaele Maienza
Presidente, relatore
Referendario
Referendario
VISTO l' art. 100, comma 2, della Costituzione;
VISTO il Testo Unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con Re
gio Decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni ed integrazioni ;
VISTE la Legge 14 gennaio 1994, n. 20, e la Legge 20 dicembre 1996, n.
639, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n.
543, recanti : «Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei
conti»;
VISTO il Regolamento per l'organizzazione delle funzioni di controllo
della Corte dei conti, deliberato dalle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000, e
successive modificazioni ;
VISTA la Legge 5 g1ugno 2003, n. 131 recante «Disposizioni per
l' adeguamento dell 'ordinamento della Repubblica alla Legge costituzionale 18
ottobre 2001, n. 3», e, in particolare, l'art. 7, comma 8, come integrato dall'art.
10-bis del decreto-legge n. 113/2016, convertito dalla legge n. 160/2016;
VISTO l' atto d' indirizzo della Sezione delle Autonomie del 27 aprile
2004, avente ad oggetto gli indirizzi e i criteri generali per l'esercizio
dell'attività consultiva, come integrato e modificato dalla deliberazione della
medesima Sezione del 4 giugno 2009, n. 9;
VISTA la deliberazione della Sezione delle Autonomie del 17 febbraio
2006, n. 5;
VISTE le deliberazioni delle Sezioni Riunite in sede di controllo n. 8 del
26 marzo 2010 e n. 54 del 17 novembre 2010;
VISTO l' art. 17, comma 31, del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, con
vertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. l 02;
VISTO l'art. 6, comma 4, del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, con
vertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213;
VISTA la richiesta di parere formulata dal Presidente pro-tempore della
Fondazione Matera-Basilicata 2019 (da ora in poi, Fondazione) in data l o set
tembre 2017, pervenuta alla Sezione il 4 settembre. 2017 e acquisita in atti al
prot. N. 1794;
VISTA l' Ordinanza n. 42/2017 del27 settembre 2017, con la quale il Pre
sidente di questa Sezione di controllo ha deferito la questione ali ' esame collegia
le della. Sezione per l'odierna seduta e ha nominato sé stesso quale re latore;
UDITO il relatore
Ritenuto in
FATTO
La Fondazione di partecipazione, originariamente costituita con atto notari-
nio Di Lizia) ha avanzato richiesta di parere ai sensi dell ' art. 7, c. 8, della L. 5
giugno 2003, n. 131, e successive modificazioni e integrazioni, sottoponendo
ali ' analisi della Corte dei conti uno "schema" di regolamento avente ad oggetto
la disciplina degli incarichi di missione di cui sarebbero destinatarie diverse ca
tegorie di persone, alcune delle quali non aventi alcun rapporto di servizio con
l' istituzione.
Tale documento, cui è stata assegnata la denominazione di "Regolamento
in materia di missioni", risulta essere stato, comunque, approvato nella seduta
del Consiglio di amministrazione della Fondazione tenutasi il 12 aprile 2017 e,
successivamente, modificato nella seduta del 3 agosto 2017.
Nella nota di trasmissione non si forniscono elementi di analisi del testo
elaborato né elementi giustificativi delle due diverse versioni ; si fa, invece, sem
plice riferimento alla decisione, assunta dal Consiglio di amministrazione nella
seduta del 3 agosto 2017, di voler acquisire il parere della Sezione regionale di
controllo della Corte dei conti.
Considerato in
DIRITTO
In via preliminare, sull'ammissibilità
l. La funzione consultiva delle Sezioni regionali di controllo della Corte
dei conti è prevista dall ' art. 7, comma 8, della Legge 5 giugno 2003 , n. 131 , che,
innovando nel sistema delle tradizionali funzioni della Corte dei conti, dispone
che le Regioni possano chiedere alle Sezioni regionali di controllo della Corte
dei conti , oltre ad ulteriori forme di collaborazione ai fini della regolare gestione
finanziaria e dell'efficienza ed efficacia dell ' azione amministrativa, pareri in
materia di contabilità pubblica.
La Sezione, preliminarmente, è chiamata a verificare i profili di ammissibi-
quesito alla materia della contabilità pubblica, generalità ed astrattezza del que
sito proposto, mancanza di interferenze con altre funzioni svolte dalla magistra
tura contabile o con giudizi, anche potenzialmente attivabili presso altre magi
strature).
2. Requisito soggettivo
Sotto il profilo soggettivo, le richieste di parere possano essere formulate
soltanto dai massimi organi rappresentativi degli Enti Territoriali (Presidente
della Giunta regionale, Presidente della Provincia, della Città metropolitana,
Sindaco di Comune o, nel caso di atti di normazione, Presidente del Consiglio
regionale, provinciale, comunale), come precisato - tra l'altro - nel citato docu
mento approvato dalla Sezione delle Autonomie nell'adunanza del 27 aprile
2004.
Nel caso m esame, la richiesta di parere proviene dal Presidente pro
tempore della Fondazione, di cui la Regione è socio fondatore e una delle istitu
zioni pubbliche contributrici attive.
In considerazione di ciò, la richiesta di parere deve considerarsi inammissi
bile sotto il profilo soggettivo in quanto l' interlocutore della Corte dei conti è
stato individuato, in generale, in via esclusiva nell ' organo di vertice politico del
le istituzioni richiamate. In tal modo la Corte dei conti assolve al ruolo di organo
ausiliario del Governo nei riguardi dei livelli in cui si articola il potere esecutivo
(art. 117, Cost.), così come nei riguardi del potere legislativo (Parlamento e As
semblee regionali) .
Nella fattispecie avrebbe dovuto essere la Regione, nella persona del suo
legale rappresentante, cioè del Presidente pro-tempore, ad assumere l' iniziativa
di attivare la richiesta di parere alla Sezione regionale di controllo.
Il Presidente della Regione rientra, infatti, tra gli Organi di vertice, rappre-
sciplinato nell ' art. 4 del d.lgs . 30 marzo 2001 , n. 165, sono responsabili dell '
applicazione del principio di legalità (art. 25, Cost.) e di quello del buon anda
mento (art. 97, Cost.) nel perimetro costituito dalle istituzioni che si individuano
come facenti parte sia d eli' "amministrazione diretta" che dell ' "amministrazio
ne indiretta" della Regione.
Per tale via e così agendo si sarebbe venuto a creare quel circuito virtuoso
che la legislazione statale ha richiesto fosse realizzato da tempo e che avrebbe
ben potuto trovare, nella elaborazione della stessa legislazione regionale, il ne
cessario punto di forza (in senso conforme, cfr. Sez contr. Basilicata, n.
43/2017).
Da qui la necessità di approntare, da parte della Regione, un sistema infor
mativo fondato sul monitoraggio e tale da consentire agli amministratori della
Regione di tenere sotto controllo anche l' "amministrazione indiretta" così sinte
ticamente rappresentata; sistema necessario se si intende assicurare tempestività
di segnalazione delle eventuali anomalie alla Corte dei conti (art. 71 , d.lgs. n.
118/2011).
Ciò che qui conta sottolineare è il fatto che la responsabilità dell 'Ente Re
gione sulle "proprie aziende, società od altri organismi controllati" non può es
sere letta in maniera diversa da quella che essa ha avuto e continua ad avere ver
so gli enti pubblici e non da essa vigilati.
Nei riguardi di questi ultimi, infatti , la Regione è stata da sempre tenuta a
svolgere un attento e costante controllo per impedire l' utilizzo di risorse in modo
non conforme ai criteri di sana gestione sia finanziaria che amministrativa.
2.1. La legislazione statale in materia di contabilità pubblica ha assegnato,
fino dalla data di entrata in vigore delle modifiche apportate al testo della Carta
costituzionale dalla L. co st. 20 aprile 2012, n. l, al!' Ente Regione un potere di
istituzioni da essa stessa dipendenti o/e vigi lati (c.d. "amministrazione indiret
ta") che non presenta eguali nella storia delle pubbliche istituzioni italiane.
A conferma di tale assunto, si richiamano le disposizioni contenute nel de
creto-legge 31 maggio 20 l O, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30
luglio 20 l O, n. 122, nel decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e, ancora, nel
decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7
agosto 2012, n. 135.
Disciplina quest'ultima che ha trovato uno specifico rafforzamento nel po
tere di controllo affidato dal Legislatore nazionale alla Corte dei conti dall'art. l,
comma 6, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modifica
zioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213.
Un aspetto rilevante di questa riforma è, comunque, rappresentato dalla
predisposizione di un insieme di informazioni utili alla governance. Con la novi
tà che i documenti di bilancio, compresi quelli degli Enti/Agenzie/Aziende re
gionali e delle Società partecipate, non sono più un allegato al bilancio dell 'Ente
Regione, ma ne costituiscono parte integrante e consolidata.
3. Requisito oggettivo
Sotto il profilo oggettivo, poi, la funzione consultiva della Corte dei conti è
circoscritta alla "materia di contabilità pubblica".
A tal riguardo, la Sezione richiama l' attenzione sul fatto che la perimetra
zione del significato e della portata del!' espressione "materia di contabilità pub
blica" è stata oggetto di specifici interventi - in chiave ermeneutica - della Corte
dei conti (cfr. , tra le altre, la deliberazione della Sezione Autonomie del 27 apri
le 2004 così come integrata e modificata dalla deliberazione della medesima Se
zione del 4 giugno 2009, n. 9; la deliberazione della Sezione Autonomie n.
5/2006; la deliberazione delle Sezioni Riunite in sede di controllo n. 54 del
deliberazione della Sezione Autonomie n. 3/2014 ).
Alla luce dei suddetti approdi ermeneutici, si è inteso come la "materia del
la contabilità pubblica" non vada intesa come semplice tenuta delle scritture
contabili e/o come normativa avente per oggetto le modalità di acquisizione del
le entrate e di erogazione delle spese, ma che non possa neppure estendersi sino
a ricomprendere tutti i vari ambiti dell 'azione amministrativa in quanto "ciò non
solo rischierebbe di vanificare lo stesso limite imposto dal legislatore, ma com
porterebbe l'estensione dell'attività consultiva delle Sezioni regionali a tutti i
vari ambiti dell'azione amministrativa con l'ulteriore conseguenza che le Sezioni
regionali di controllo della Corte dei conti diventerebbero organi di consulenza
generale delle autonomie locali. In tal modo, la Corte verrebbe, in varia misura,
inserita nei processi decisionali degli enti, condizionando quell'attività ammini
strativa su cui è chiamata ad esercitare il controllo che, per definizione, deve
essere esterno e neutrale" (Sezione delle Autonomie, deliberazione n. 5/2006 del
17. 02.2006) ".
Rientrano, quindi , nel perimetro di tale materia "la normativa ed i relativi
atti applicativi che disciplinano in generale l 'attività finanziaria che precede o
che segue i relativi interventi di settore, ricomprendo in particolare la disciplina
dei bilanci ed i relativi equilibri, l 'acquisizione delle entrate, l 'organizzazione
finanziaria-contabile, la disciplina del patrimonio, la gestione delle spese,
l 'indebitamento, la rendicontazione ed i relativi controlli " (cfr. deliberazione
della Sezione Autonomie n. 5/2006).
Peraltro, in una visione dinamica della materia che abbia per oggetto non
solo la gestione del bilancio, ma anche la tutela dei suoi equilibri e della finanza
pubblica in generale, la funzione consultiva delle Sezioni regionali della Corte
dei conti può estendersi sino a ricomprendere tutti quei "quesiti che risultino
connessi alle modalità di utilizzo delle risorse pubbliche, nel quadro di specifici
obiettivi di contenimento della spesa sanciti dai principi di coordinamento della
7
finanza pubblica contenuti nelle leggi finanziarie, in grado di ripercuotersi di
rettamente sulla sana gestione finanziaria dell 'Ente e sui pertinenti equilibri di
bilancio " (cfr. deliberazione delle Sezioni Riunite in sede di controllo n.
54/20 l 0), e ciò anche se tali materie risultino estranee nel loro nucleo originario
alla "materia della contabilità pubblica".
Nell'ambito della medesima pronuncia, le Sezioni Riunite in sede di con
trollo hanno precisato che "talune materie (quali quella concernente il persona
le, l'attività di assunzione, cui è equiparata quella afferente le progressioni di
carriera, la mobilità, gli incarichi di collaborazione con soggetti esterni, i con
sumi intermedi ecc.) - in considerazione della rilevanza dei pertinenti segmenti
di spesa, che rappresentano una parte consistente di quella corrente degli Enti
locali, idonea ad influire sulla rigidità strutturale dei relativi bilanci - vengono
a costituire inevitabili riferimenti cui ricorrere, nell'ambito della funzione di
coordinamento della finanza pubblica, per il conseguimento di obiettivi di rie
quilibrio finanziario. cui sono, altresì, preordinate misure di contenimento della
complessiva spesa pubblica, nel quadro dei principi individuati dalla giurispru
denza costituzionale. Ne consegue la previsione legislativa di limiti e divieti
idonei a riflettersi, come detto, sulla sana gestione finanziaria degli Enti e sui
pertinenti equilibri di bilancio".
Alla luce di quanto sopra, pertanto, dovranno ritenersi inammissibili le ri
chieste di parere concernenti valutazioni su casi o atti gestionali specifici, tali da
determinare un'ingerenza della Corte dei conti nella concreta attività del! 'Ente e,
in ultima analisi, una compartecipazione all ' amministrazione attiva, incompati
bile con la posizione di terzietà e di indipendenza della Corte dei conti quale or
gano magistratuale.
In altri termini , qualora la Sezione si esprimesse su una specifica e concreta
questione posta dall'Ente istante, la funzione consultiva ad essa intestata sarebbe
interpretata come funzione "consulenziale" sull'attività
8
coinvolta; ciò determinerebbe una impropria ingerenza nell'amministrazione at
tiva, incompatibile con le funzioni attribuite alla Corte dal vigente ordinamento
e con la sua fondamentale posizione di indipendenza e neutralità quale organo
magistratuale al servizio dello Stato-comunità ( cit. Sezione Autonomie 5/2006,
nonché Sez. controllo Basilicata 4/2011; Sez. controllo Lazio 22/2011).
"A fortiori", se pure la Sezione si pronunciasse limitatamente alla interpre
tazione della normativa in materia, non potrebbe comunque prescindere dalle
specifiche ipotesi amministrativo-gestionali prospettate dall'ente (cfr. Sez. con
trollo Campania, del/par 15/2009 del 24 aprile 2009; del/par n. 15/2008 del l O
luglio 2008 e del/par 2/2007 del 25 gennaio 2007; Sez. controllo Lazio, Delibe
razione n. 47/2011 /PAR).
Non potranno ugualmente ritenersi ammissibili richieste di parere per la cui
soluzione "non si rinvengono quei caratteri - se non di esclusività - di specia
lizzazione fi),nzionale che caratterizzano la Corte in questa sede, e che giustifz
cano la peculiare attribuzione da parte del legislatore" (cfr. Sezione Autonomie
delibera n. 3/2014 ), né istanze che, per come formulate, si so stanzino - come si
è avuto modo di chiarire -- in una richiesta di consulenza generalizzata in merito
a tutti i vari (e, in alcuni casi, specifici)ambiti dell'azione amministrativa.
L' ausilio consultivo, inoltre, non può costituire un'interferenza con le fun
zioni requirenti e/o giurisdizionali ovvero di controllo di questa Corte ovvero di
altri organi magistratuali e deve essere preventivo rispetto ali ' esecuzione da par
te dell'Ente di atti e/o attività connessi alla/e questione/i oggetto di richiesta di
parere. Non sono, quindi , ammissibili fonne di esercizio ex post della funzione
consultiva.
3.1. Si rende necessario premettere, ad avviso del Collegio, come - doven
dosi evidenziare un sostanziale peso de li 'Ente Regione nelle scelte decisionali
della Fondazione - l'unità economica della Repubblica si debba perseguire at-
9
traverso e per mezzo di un sistema integrato e condiviso di norme che devono
non solo tendere al rispetto del principio di legalità, ma soprattutto formare og
getto di applicazione effettiva e uniforme sull'intero territorio nazionale 1•
Esigenza questa che è divenuta ancora più cogente interessando e rendendo
responsabili i diversi livelli di governo, nessuno escluso, dopo la L. cost. 20
aprile 2012, n. l.
Infatti, la applicazione differenziata della normativa attinente alla disciplina
del settore del lavoro pubblico, che ritrova nello strumento del d.lgs. 30 marzo
2001 , n. 165, evidenti elementi di corretta unificazione giuridica per l'impatto
che la disciplina in questione ha sulla tenuta dei bilanci in termini di equilibrio,
non può essere più ammessa.
Né può essere ammessa, per l'impegno che si deve ricercare nel rendere ef
fettivamente operante il principio del buon andamento (art. 97 Cost.), nei diversi
segmenti in cui la normativa si articola; in particolare, la disciplina riguardante
le missioni ritrova ben fissati nella legislazione statale i principi e i criteri cui le
diverse istituzioni sono tenute a conformare le loro scelte decisionali in sede di
autodeterminazione quale risulta prevista dali ' art. 26 della legge 18 dicembre
2 1973,n. 836.
Ne consegue una sostanziale autolimitazione da parte della Sezione a forni-
In tal senso va letto l' art. 8, comma 6, della legge n. 13 1/2003, che soll ecita il Governo a «promuovere la stipula di intese in sede di Conferen::a Stato-Regioni o di Conferen::a unificata, direi/e a favorire l 'armoni::::a::ione delle rispettive legisla::ioni o il raggiungimento di posi:: ioni unitarie o il conseguimento di obiettivi comuni ... >> .
L'art. 26 cit. dispone: «2. Il trattamento di mi ssione e di trasferimento del personale di ruolo e non di ruolo, compresi i salariati , degli enti locali , degli enti parastatali ed in genere degli enti ed istituti di diritto pubblico, anche con ordinamento autonoma, e degli enti ed istituti comunque sottoposti a vigilanza o tutela dello Stato ovvero al cui mantenimento lo Stato contribuisca in via ordinaria, non può comunque eccedere quello stabilito per i dipendenti dello Stato di qualifica o categoria parificabili. 3. I dipendenti statali che compiano mi ss ioni per conto degli enti ed istituti di cui al precedente comma. od anche per conto di privati , conservano il proprio trattamento. Qualo ra essi svolgano, invece, missioni in qualità di am ministrator i o di si ndaci o revisori di dett i ent i ed istituti hanno diritto al trattamento di cui a l comma successivo. 4. Agli ammi ni st ratori ed a i sindaci o revisori degli enti cd istituti di cui a l secondo comma del presente articolo è attribuito, per le mi ssioni compiute in dipendenza della loro carica, un trattamento di missione stabilito con deliberazione di ciascun ente od istituto da approvarsi dalle amministrazioni vig il anti. Detto trat-tamento non può eccedere quello previsto per i dipendenti dello Stato con qua lilìca di dirigente generale » . .---~
* SEZ!o,.y
-~-/~~~' l O Af __ !' 'J:•\r _ 'j_ii .<P'''.i"l_,/ ~. c\~. ,. ; .. ; ..\. ~~'' ~u~ : ; ::.l r.4t~-~-.;, 1>:- o ~-
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....... _ ___ t-:_·~- ~~~-:-'_ ...... -~
re il parere richiesto, ma non può fare a meno dell 'obbligo istituzionale di segna
lare, alla luce della recente legislazione posta a contenimento della spesa (v. par.
3 .2), gli scostamenti dalla disciplina in questione; scostamenti che sono sicura
mente forieri di determinare incrementi di spesa non giustificati e di ridurre il li
vello di certezza delle previsioni annuali di bilancio.
L 'adozione di misure di contenimento della spesa pubblica si è avuta, in li
nea generale, con le disposizioni introdotte dal decreto legge 2 marzo 2012, n.
16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, recante "Di
sposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e
potenziamento delle procedure di accertamento", dal decreto legge 7 maggio
2012, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 2012, n. 94 re
cante "Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica", dal
decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7
agosto 2012, n. 1358, recante "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa
pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" e, da ultimo, dalla legge 24 di
cembre 2012, n. 228 (Legge di stabilità).
Da ciò consegue come tutte le istituzioni pubbliche, nonché gli organismi
da esse vigilati (comprese le Fondazioni di partecipazione), siano tenuti ad adot
tare comportamenti in linea con i suddetti obiettivi prefissati e, nello specifico,
di porre in essere le opportune iniziative affinché, nel predisporre i bilanci di
previsione, si proceda ad un'impostazione previsionale improntata al rigore fi
nanziario e secondo criteri volti principalmente al contenimento delle spese, va
lutando attentamente la possibilità di procedere ad un'oculata riduzione degli
stanziamenti complessivi per le spese diverse (e tali sono quelle all'esame) da
quelle obbligatorie ed inderogabili.
3.2. Il vigente quadro normativo che regola il trattamento econom1co di
missione dei dipendenti pubblici si fonda sulla legge 29 giugno 1951 , n. 4~;·~-~0 1/
.'·· ._< · /~O cl '''<."'
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sulla legge 15 aprile 1961, n. 291, sulla legge 18 dicembre 1973, n. 1973, n. 836,
sulla legge 26 luglio 1978, n. 513.
La citata normativa prevedeva una disciplina organica caratterizzata da di
versi istituti volti a rimborsare forfettariamente, mediante indennità, le spese di
vitto e di alloggio e quelle per l'uso del mezzo proprio, sostenute dal dipendente
in trasferta, ovvero in alternativa, a rimborsare le spese di albergo e le spese ef
fettivamente sostenute per il viaggio su mezzi di trasporto di linea, riducendo la
relativa indennità giornaliera del 30% o del 50%.
Il citato quadro, nel corso degli anni ha subito una progressiva evoluzione,
da ultimo con il decreto legge 31 maggio 20 l O, n. 78, convertito, con modifica
zioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.
Infatti, con la soppressione di alcuni istituti riconosciuti dalla previgente
normativa, è stato introdotto un sistema di trattamento economico di missione
che si dimostra molto più versatile e rivolto, più che altro, alle mutate esigenze
delle Pubbliche amministrazioni, la cui ratio è il contenimento della spesa per le
missioni; contenimento della spesa che il Legislatore aveva ritenuto di dover in
trodurre nell'ordinamento nazionale già da tempo con la legge n. 266/2005 (art.
l, c. 214 e 216).
D'altra parte, non si può fare a meno di richiamare le indicazioni contenute,
in ordine alla disciplina delle missioni, nella deliberazione della Corte dei conti
a Sezioni Riunite n. 21/CONTR/2011 3 che ha confermato l'orientamento
espresso nella precedente deliberazione n. 8/CONTR/11.
Il Collegio è consapevole del fatto che un eventuale parere sull'intero im
pianto del "Regolamento" in esame potrebbe interferire altresì con le valutazioni
future dalla stessa Sezione, con l'effetto di trasformare la funzione consultiva in
La Corte dei conti ha ritenuto possibile "il ricorso a rego/amenta::ioni interne volte a disciplinare, per i soli casi in cui l 'utili:::: o del me::::o proprio risulti economicamente più conveniente per l'A mministra::ione, forme di ristoro del dipendente dei costi dallo stesso sostenuti che, però, dovranno necessariamente tener conto delle finalità di contenimento della spesa introdotte con la manovra estiva e degli oneri che in concreto avrebbe sostenuto l'Ente per le sole spese di trasporto in ipotesi di utili:::: o dei me:::: i pubblici di traspor/o ". ~ __., _ __,_
/* SEz10 / ---~-..........:1' (' . 't'~"\ .. L ' .· cl '"-'
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{ ~? f~ .r:,:~': •. Yt'- :'L. '1 (!l·~ l..:~ ~'t:!) ,;;· , l;!, ::,,:.~
"~!{~t~ì
una patente preventiva in ordine alla legittimità di atti, valutazioni e/o compor
tamenti posti in essere dagli Organi della Fondazione (in proposito, tra le altre,
le deliberazioni 1112008 Sezione Regione Siciliana, 5/2009 Regione Basilicata,
6112009 Regione Puglia, 6/2007, 15 e 23/2008 di questa Sezione), avendo preci
puo riguardo a quanto affermato nella deliberazione n. 50/CONTR/201 O delle
Sezioni Riunite in sede di controllo nella quale si afferma tra l'altro che "in base
ad un costante orientamento (cfr. , ex multis, Sezione delle autonomie n.
51 AUT /2006 del 17 febbraio 2006) non possono ritenersi ammissibili, al fine di
scongiurare possibili interferenze e condizionamenti, i quesiti che formano og
getto di esame da parte di altri Organi ".
In considerazione del fatto che la richiesta per come formulata è da consi
derarsi inammissibile, ci si riserva, comunque, di segnalare nella sede istituzio
nale propria (attivata, cioè, ai sensi e per gli effetti dell'art. 3, c. 4, della legge n.
20/94) quelle - tra le diverse disposizioni elaborate - che presentano aspetti di
contrasto con i principi e i criteri fondamentali posti dalla legislazione statale ri
chiamata.
Il Collegio coglie l' occasione per ribadire la necessità, a suo tempo segna
lata, che la Fondazione proceda - come effettivamente ha proceduto - alla messa
a punto di una disciplina della materia de qua, ma non può fare a meno di stig
matizzare il ritardo che si è accumulato nell ' assumere una decisione, fondamen
tale per il buon funzionamento dell ' istituzione, cioè, quella di approvare il Re
golamento di organizzazione, - al cui interno la disciplina delle missioni avrebbe
potuto trovare da tempo naturale collocazione- previsto dall ' art. 15 dello Statuto
in ragione del fatto che esso rientrava tra i compiti di spettanza del Direttore ge
nerale ai sensi del paragrafo "categoria e funzioni" del contratto individuale di
lavoro stipulato in data 24 aprile 2015
L'evidente ritardo nella necessaria assunzione di un processo elaborativo di
scelte che, possono, confliggere con lo spirito di perseguimento del buon anda
mento nella legalità, cui è informata la legislazione di settore.
P.Q.M.
La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Basilicata dichiara
la richiesta formulata dal Presidente pro-tempore della Fondazione, con nota in
epigrafe citata, inammissibile sotto il profilo soggettivo nonché sotto il profilo
oggettivo.
DISPONE
che copia della presente deliberazione sia trasmessa, a cura della Segreteria della
Sezione, ali ' Amministrazione richiedente e, per quanto di competenza, al Presi
dente della Regione.
Così deciso in Potenza, nella Camera di consiglio del 2 ottobre 20 l 7.
IL PRESIDENTE E RELA TORE
Depositata in Segreteria il 3 ottobre 2017
IL FUNZIONARlO PREPOSTO AI SERVIZI DI SUPPORTO
Dott. Giovann~/)el).<n
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