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CORTE DEI CONTI -C ODICE UFF . T93 l l l DOC .IN TERNO N. 6750 7424 del 03/10/2017 Deliberazione n. 53/2017/PAR Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019 REPUBBLICA IT AL lANA LA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA BASILICATA Nella Camera di consiglio del 2 ottobre 2017 composta dai magistrati dr. Rosario Scalia dr.ssa Vanessa Pinto dr. Raffaele Maienza Presidente, relatore Referendario Referendario VISTO l'art. 100, comma 2, della Costituzione; VISTO il Testo Unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con Re- gio Decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni ed integrazioni; VISTE la Legge 14 gennaio 1994, n. 20, e la Legge 20 dicembre 1996, n. 639, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 543, recanti: «Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti»; VISTO il Regolamento per l'organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti, deliberato dalle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000, e successive modificazioni; VISTA la Legge 5 g1ugno 2003, n. 131 recante «Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla Legge costituzionale 18

Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019 … · La legislazione statale in materia di contabilità pubblica ha assegnato, fino dalla data di entrata in vigore delle modifiche

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CORTE DEI CONTI -CODICE UFF . T93

l l l DOC . I NTERNO N.67507424 del 03/10/2017

Deliberazione n. 53/2017/PAR Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019

REPUBBLICA IT AL lANA

LA CORTE DEI CONTI

SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA BASILICATA

Nella Camera di consiglio del 2 ottobre 2017

composta dai magistrati

dr. Rosario Scalia

dr.ssa Vanessa Pinto

dr. Raffaele Maienza

Presidente, relatore

Referendario

Referendario

VISTO l' art. 100, comma 2, della Costituzione;

VISTO il Testo Unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con Re­

gio Decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni ed integrazioni ;

VISTE la Legge 14 gennaio 1994, n. 20, e la Legge 20 dicembre 1996, n.

639, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n.

543, recanti : «Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei

conti»;

VISTO il Regolamento per l'organizzazione delle funzioni di controllo

della Corte dei conti, deliberato dalle Sezioni Riunite in data 16 giugno 2000, e

successive modificazioni ;

VISTA la Legge 5 g1ugno 2003, n. 131 recante «Disposizioni per

l' adeguamento dell 'ordinamento della Repubblica alla Legge costituzionale 18

ottobre 2001, n. 3», e, in particolare, l'art. 7, comma 8, come integrato dall'art.

10-bis del decreto-legge n. 113/2016, convertito dalla legge n. 160/2016;

VISTO l' atto d' indirizzo della Sezione delle Autonomie del 27 aprile

2004, avente ad oggetto gli indirizzi e i criteri generali per l'esercizio

dell'attività consultiva, come integrato e modificato dalla deliberazione della

medesima Sezione del 4 giugno 2009, n. 9;

VISTA la deliberazione della Sezione delle Autonomie del 17 febbraio

2006, n. 5;

VISTE le deliberazioni delle Sezioni Riunite in sede di controllo n. 8 del

26 marzo 2010 e n. 54 del 17 novembre 2010;

VISTO l' art. 17, comma 31, del decreto legge 1° luglio 2009, n. 78, con­

vertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. l 02;

VISTO l'art. 6, comma 4, del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, con­

vertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213;

VISTA la richiesta di parere formulata dal Presidente pro-tempore della

Fondazione Matera-Basilicata 2019 (da ora in poi, Fondazione) in data l o set­

tembre 2017, pervenuta alla Sezione il 4 settembre. 2017 e acquisita in atti al

prot. N. 1794;

VISTA l' Ordinanza n. 42/2017 del27 settembre 2017, con la quale il Pre­

sidente di questa Sezione di controllo ha deferito la questione ali ' esame collegia­

le della. Sezione per l'odierna seduta e ha nominato sé stesso quale re latore;

UDITO il relatore

Ritenuto in

FATTO

La Fondazione di partecipazione, originariamente costituita con atto notari-

nio Di Lizia) ha avanzato richiesta di parere ai sensi dell ' art. 7, c. 8, della L. 5

giugno 2003, n. 131, e successive modificazioni e integrazioni, sottoponendo

ali ' analisi della Corte dei conti uno "schema" di regolamento avente ad oggetto

la disciplina degli incarichi di missione di cui sarebbero destinatarie diverse ca­

tegorie di persone, alcune delle quali non aventi alcun rapporto di servizio con

l' istituzione.

Tale documento, cui è stata assegnata la denominazione di "Regolamento

in materia di missioni", risulta essere stato, comunque, approvato nella seduta

del Consiglio di amministrazione della Fondazione tenutasi il 12 aprile 2017 e,

successivamente, modificato nella seduta del 3 agosto 2017.

Nella nota di trasmissione non si forniscono elementi di analisi del testo

elaborato né elementi giustificativi delle due diverse versioni ; si fa, invece, sem­

plice riferimento alla decisione, assunta dal Consiglio di amministrazione nella

seduta del 3 agosto 2017, di voler acquisire il parere della Sezione regionale di

controllo della Corte dei conti.

Considerato in

DIRITTO

In via preliminare, sull'ammissibilità

l. La funzione consultiva delle Sezioni regionali di controllo della Corte

dei conti è prevista dall ' art. 7, comma 8, della Legge 5 giugno 2003 , n. 131 , che,

innovando nel sistema delle tradizionali funzioni della Corte dei conti, dispone

che le Regioni possano chiedere alle Sezioni regionali di controllo della Corte

dei conti , oltre ad ulteriori forme di collaborazione ai fini della regolare gestione

finanziaria e dell'efficienza ed efficacia dell ' azione amministrativa, pareri in

materia di contabilità pubblica.

La Sezione, preliminarmente, è chiamata a verificare i profili di ammissibi-

quesito alla materia della contabilità pubblica, generalità ed astrattezza del que­

sito proposto, mancanza di interferenze con altre funzioni svolte dalla magistra­

tura contabile o con giudizi, anche potenzialmente attivabili presso altre magi­

strature).

2. Requisito soggettivo

Sotto il profilo soggettivo, le richieste di parere possano essere formulate

soltanto dai massimi organi rappresentativi degli Enti Territoriali (Presidente

della Giunta regionale, Presidente della Provincia, della Città metropolitana,

Sindaco di Comune o, nel caso di atti di normazione, Presidente del Consiglio

regionale, provinciale, comunale), come precisato - tra l'altro - nel citato docu­

mento approvato dalla Sezione delle Autonomie nell'adunanza del 27 aprile

2004.

Nel caso m esame, la richiesta di parere proviene dal Presidente pro­

tempore della Fondazione, di cui la Regione è socio fondatore e una delle istitu­

zioni pubbliche contributrici attive.

In considerazione di ciò, la richiesta di parere deve considerarsi inammissi­

bile sotto il profilo soggettivo in quanto l' interlocutore della Corte dei conti è

stato individuato, in generale, in via esclusiva nell ' organo di vertice politico del­

le istituzioni richiamate. In tal modo la Corte dei conti assolve al ruolo di organo

ausiliario del Governo nei riguardi dei livelli in cui si articola il potere esecutivo

(art. 117, Cost.), così come nei riguardi del potere legislativo (Parlamento e As­

semblee regionali) .

Nella fattispecie avrebbe dovuto essere la Regione, nella persona del suo

legale rappresentante, cioè del Presidente pro-tempore, ad assumere l' iniziativa

di attivare la richiesta di parere alla Sezione regionale di controllo.

Il Presidente della Regione rientra, infatti, tra gli Organi di vertice, rappre-

sciplinato nell ' art. 4 del d.lgs . 30 marzo 2001 , n. 165, sono responsabili dell '

applicazione del principio di legalità (art. 25, Cost.) e di quello del buon anda­

mento (art. 97, Cost.) nel perimetro costituito dalle istituzioni che si individuano

come facenti parte sia d eli' "amministrazione diretta" che dell ' "amministrazio­

ne indiretta" della Regione.

Per tale via e così agendo si sarebbe venuto a creare quel circuito virtuoso

che la legislazione statale ha richiesto fosse realizzato da tempo e che avrebbe

ben potuto trovare, nella elaborazione della stessa legislazione regionale, il ne­

cessario punto di forza (in senso conforme, cfr. Sez contr. Basilicata, n.

43/2017).

Da qui la necessità di approntare, da parte della Regione, un sistema infor­

mativo fondato sul monitoraggio e tale da consentire agli amministratori della

Regione di tenere sotto controllo anche l' "amministrazione indiretta" così sinte­

ticamente rappresentata; sistema necessario se si intende assicurare tempestività

di segnalazione delle eventuali anomalie alla Corte dei conti (art. 71 , d.lgs. n.

118/2011).

Ciò che qui conta sottolineare è il fatto che la responsabilità dell 'Ente Re­

gione sulle "proprie aziende, società od altri organismi controllati" non può es­

sere letta in maniera diversa da quella che essa ha avuto e continua ad avere ver­

so gli enti pubblici e non da essa vigilati.

Nei riguardi di questi ultimi, infatti , la Regione è stata da sempre tenuta a

svolgere un attento e costante controllo per impedire l' utilizzo di risorse in modo

non conforme ai criteri di sana gestione sia finanziaria che amministrativa.

2.1. La legislazione statale in materia di contabilità pubblica ha assegnato,

fino dalla data di entrata in vigore delle modifiche apportate al testo della Carta

costituzionale dalla L. co st. 20 aprile 2012, n. l, al!' Ente Regione un potere di

istituzioni da essa stessa dipendenti o/e vigi lati (c.d. "amministrazione indiret­

ta") che non presenta eguali nella storia delle pubbliche istituzioni italiane.

A conferma di tale assunto, si richiamano le disposizioni contenute nel de­

creto-legge 31 maggio 20 l O, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30

luglio 20 l O, n. 122, nel decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e, ancora, nel

decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7

agosto 2012, n. 135.

Disciplina quest'ultima che ha trovato uno specifico rafforzamento nel po­

tere di controllo affidato dal Legislatore nazionale alla Corte dei conti dall'art. l,

comma 6, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modifica­

zioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213.

Un aspetto rilevante di questa riforma è, comunque, rappresentato dalla

predisposizione di un insieme di informazioni utili alla governance. Con la novi­

tà che i documenti di bilancio, compresi quelli degli Enti/Agenzie/Aziende re­

gionali e delle Società partecipate, non sono più un allegato al bilancio dell 'Ente

Regione, ma ne costituiscono parte integrante e consolidata.

3. Requisito oggettivo

Sotto il profilo oggettivo, poi, la funzione consultiva della Corte dei conti è

circoscritta alla "materia di contabilità pubblica".

A tal riguardo, la Sezione richiama l' attenzione sul fatto che la perimetra­

zione del significato e della portata del!' espressione "materia di contabilità pub­

blica" è stata oggetto di specifici interventi - in chiave ermeneutica - della Corte

dei conti (cfr. , tra le altre, la deliberazione della Sezione Autonomie del 27 apri­

le 2004 così come integrata e modificata dalla deliberazione della medesima Se­

zione del 4 giugno 2009, n. 9; la deliberazione della Sezione Autonomie n.

5/2006; la deliberazione delle Sezioni Riunite in sede di controllo n. 54 del

deliberazione della Sezione Autonomie n. 3/2014 ).

Alla luce dei suddetti approdi ermeneutici, si è inteso come la "materia del­

la contabilità pubblica" non vada intesa come semplice tenuta delle scritture

contabili e/o come normativa avente per oggetto le modalità di acquisizione del­

le entrate e di erogazione delle spese, ma che non possa neppure estendersi sino

a ricomprendere tutti i vari ambiti dell 'azione amministrativa in quanto "ciò non

solo rischierebbe di vanificare lo stesso limite imposto dal legislatore, ma com­

porterebbe l'estensione dell'attività consultiva delle Sezioni regionali a tutti i

vari ambiti dell'azione amministrativa con l'ulteriore conseguenza che le Sezioni

regionali di controllo della Corte dei conti diventerebbero organi di consulenza

generale delle autonomie locali. In tal modo, la Corte verrebbe, in varia misura,

inserita nei processi decisionali degli enti, condizionando quell'attività ammini­

strativa su cui è chiamata ad esercitare il controllo che, per definizione, deve

essere esterno e neutrale" (Sezione delle Autonomie, deliberazione n. 5/2006 del

17. 02.2006) ".

Rientrano, quindi , nel perimetro di tale materia "la normativa ed i relativi

atti applicativi che disciplinano in generale l 'attività finanziaria che precede o

che segue i relativi interventi di settore, ricomprendo in particolare la disciplina

dei bilanci ed i relativi equilibri, l 'acquisizione delle entrate, l 'organizzazione

finanziaria-contabile, la disciplina del patrimonio, la gestione delle spese,

l 'indebitamento, la rendicontazione ed i relativi controlli " (cfr. deliberazione

della Sezione Autonomie n. 5/2006).

Peraltro, in una visione dinamica della materia che abbia per oggetto non

solo la gestione del bilancio, ma anche la tutela dei suoi equilibri e della finanza

pubblica in generale, la funzione consultiva delle Sezioni regionali della Corte

dei conti può estendersi sino a ricomprendere tutti quei "quesiti che risultino

connessi alle modalità di utilizzo delle risorse pubbliche, nel quadro di specifici

obiettivi di contenimento della spesa sanciti dai principi di coordinamento della

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finanza pubblica contenuti nelle leggi finanziarie, in grado di ripercuotersi di­

rettamente sulla sana gestione finanziaria dell 'Ente e sui pertinenti equilibri di

bilancio " (cfr. deliberazione delle Sezioni Riunite in sede di controllo n.

54/20 l 0), e ciò anche se tali materie risultino estranee nel loro nucleo originario

alla "materia della contabilità pubblica".

Nell'ambito della medesima pronuncia, le Sezioni Riunite in sede di con­

trollo hanno precisato che "talune materie (quali quella concernente il persona­

le, l'attività di assunzione, cui è equiparata quella afferente le progressioni di

carriera, la mobilità, gli incarichi di collaborazione con soggetti esterni, i con­

sumi intermedi ecc.) - in considerazione della rilevanza dei pertinenti segmenti

di spesa, che rappresentano una parte consistente di quella corrente degli Enti

locali, idonea ad influire sulla rigidità strutturale dei relativi bilanci - vengono

a costituire inevitabili riferimenti cui ricorrere, nell'ambito della funzione di

coordinamento della finanza pubblica, per il conseguimento di obiettivi di rie­

quilibrio finanziario. cui sono, altresì, preordinate misure di contenimento della

complessiva spesa pubblica, nel quadro dei principi individuati dalla giurispru­

denza costituzionale. Ne consegue la previsione legislativa di limiti e divieti

idonei a riflettersi, come detto, sulla sana gestione finanziaria degli Enti e sui

pertinenti equilibri di bilancio".

Alla luce di quanto sopra, pertanto, dovranno ritenersi inammissibili le ri­

chieste di parere concernenti valutazioni su casi o atti gestionali specifici, tali da

determinare un'ingerenza della Corte dei conti nella concreta attività del! 'Ente e,

in ultima analisi, una compartecipazione all ' amministrazione attiva, incompati­

bile con la posizione di terzietà e di indipendenza della Corte dei conti quale or­

gano magistratuale.

In altri termini , qualora la Sezione si esprimesse su una specifica e concreta

questione posta dall'Ente istante, la funzione consultiva ad essa intestata sarebbe

interpretata come funzione "consulenziale" sull'attività

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coinvolta; ciò determinerebbe una impropria ingerenza nell'amministrazione at­

tiva, incompatibile con le funzioni attribuite alla Corte dal vigente ordinamento

e con la sua fondamentale posizione di indipendenza e neutralità quale organo

magistratuale al servizio dello Stato-comunità ( cit. Sezione Autonomie 5/2006,

nonché Sez. controllo Basilicata 4/2011; Sez. controllo Lazio 22/2011).

"A fortiori", se pure la Sezione si pronunciasse limitatamente alla interpre­

tazione della normativa in materia, non potrebbe comunque prescindere dalle

specifiche ipotesi amministrativo-gestionali prospettate dall'ente (cfr. Sez. con­

trollo Campania, del/par 15/2009 del 24 aprile 2009; del/par n. 15/2008 del l O

luglio 2008 e del/par 2/2007 del 25 gennaio 2007; Sez. controllo Lazio, Delibe­

razione n. 47/2011 /PAR).

Non potranno ugualmente ritenersi ammissibili richieste di parere per la cui

soluzione "non si rinvengono quei caratteri - se non di esclusività - di specia­

lizzazione fi),nzionale che caratterizzano la Corte in questa sede, e che giustifz­

cano la peculiare attribuzione da parte del legislatore" (cfr. Sezione Autonomie

delibera n. 3/2014 ), né istanze che, per come formulate, si so stanzino - come si

è avuto modo di chiarire -- in una richiesta di consulenza generalizzata in merito

a tutti i vari (e, in alcuni casi, specifici)ambiti dell'azione amministrativa.

L' ausilio consultivo, inoltre, non può costituire un'interferenza con le fun­

zioni requirenti e/o giurisdizionali ovvero di controllo di questa Corte ovvero di

altri organi magistratuali e deve essere preventivo rispetto ali ' esecuzione da par­

te dell'Ente di atti e/o attività connessi alla/e questione/i oggetto di richiesta di

parere. Non sono, quindi , ammissibili fonne di esercizio ex post della funzione

consultiva.

3.1. Si rende necessario premettere, ad avviso del Collegio, come - doven­

dosi evidenziare un sostanziale peso de li 'Ente Regione nelle scelte decisionali

della Fondazione - l'unità economica della Repubblica si debba perseguire at-

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traverso e per mezzo di un sistema integrato e condiviso di norme che devono

non solo tendere al rispetto del principio di legalità, ma soprattutto formare og­

getto di applicazione effettiva e uniforme sull'intero territorio nazionale 1•

Esigenza questa che è divenuta ancora più cogente interessando e rendendo

responsabili i diversi livelli di governo, nessuno escluso, dopo la L. cost. 20

aprile 2012, n. l.

Infatti, la applicazione differenziata della normativa attinente alla disciplina

del settore del lavoro pubblico, che ritrova nello strumento del d.lgs. 30 marzo

2001 , n. 165, evidenti elementi di corretta unificazione giuridica per l'impatto

che la disciplina in questione ha sulla tenuta dei bilanci in termini di equilibrio,

non può essere più ammessa.

Né può essere ammessa, per l'impegno che si deve ricercare nel rendere ef­

fettivamente operante il principio del buon andamento (art. 97 Cost.), nei diversi

segmenti in cui la normativa si articola; in particolare, la disciplina riguardante

le missioni ritrova ben fissati nella legislazione statale i principi e i criteri cui le

diverse istituzioni sono tenute a conformare le loro scelte decisionali in sede di

autodeterminazione quale risulta prevista dali ' art. 26 della legge 18 dicembre

2 1973,n. 836.

Ne consegue una sostanziale autolimitazione da parte della Sezione a forni-

In tal senso va letto l' art. 8, comma 6, della legge n. 13 1/2003, che soll ecita il Governo a «promuovere la stipula di intese in sede di Conferen::a Stato-Regioni o di Conferen::a unificata, direi/e a favorire l 'armoni::::a::ione delle rispettive legisla::ioni o il raggiungimento di posi:: ioni unitarie o il conseguimento di obiettivi comuni ... >> .

L'art. 26 cit. dispone: «2. Il trattamento di mi ssione e di trasferimento del personale di ruolo e non di ruolo, compresi i salariati , degli enti locali , degli enti parastatali ed in genere degli enti ed istituti di diritto pubbli­co, anche con ordinamento autonoma, e degli enti ed istituti comunque sottoposti a vigilanza o tutela dello Stato ovvero al cui mantenimento lo Stato contribuisca in via ordinaria, non può comunque eccedere quello stabilito per i dipendenti dello Stato di qualifica o categoria parificabili. 3. I dipendenti statali che compiano mi ss ioni per conto degli enti ed istituti di cui al precedente comma. od anche per conto di privati , conservano il proprio trattamento. Qualo ra essi svolgano, invece, missioni in qualità di am ministrator i o di si ndaci o revisori di dett i ent i ed istituti hanno diritto al trattamento di cui a l comma successivo. 4. Agli ammi ni st ratori ed a i sindaci o revisori degli enti cd istituti di cui a l secondo comma del presente ar­ticolo è attribuito, per le mi ssioni compiute in dipendenza della loro carica, un trattamento di missione sta­bilito con deliberazione di ciascun ente od istituto da approvarsi dalle amministrazioni vig il anti. Detto trat-tamento non può eccedere quello previsto per i dipendenti dello Stato con qua lilìca di dirigente generale » . .---~

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re il parere richiesto, ma non può fare a meno dell 'obbligo istituzionale di segna­

lare, alla luce della recente legislazione posta a contenimento della spesa (v. par.

3 .2), gli scostamenti dalla disciplina in questione; scostamenti che sono sicura­

mente forieri di determinare incrementi di spesa non giustificati e di ridurre il li­

vello di certezza delle previsioni annuali di bilancio.

L 'adozione di misure di contenimento della spesa pubblica si è avuta, in li­

nea generale, con le disposizioni introdotte dal decreto legge 2 marzo 2012, n.

16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, recante "Di­

sposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e

potenziamento delle procedure di accertamento", dal decreto legge 7 maggio

2012, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 2012, n. 94 re­

cante "Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica", dal

decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7

agosto 2012, n. 1358, recante "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa

pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" e, da ultimo, dalla legge 24 di­

cembre 2012, n. 228 (Legge di stabilità).

Da ciò consegue come tutte le istituzioni pubbliche, nonché gli organismi

da esse vigilati (comprese le Fondazioni di partecipazione), siano tenuti ad adot­

tare comportamenti in linea con i suddetti obiettivi prefissati e, nello specifico,

di porre in essere le opportune iniziative affinché, nel predisporre i bilanci di

previsione, si proceda ad un'impostazione previsionale improntata al rigore fi­

nanziario e secondo criteri volti principalmente al contenimento delle spese, va­

lutando attentamente la possibilità di procedere ad un'oculata riduzione degli

stanziamenti complessivi per le spese diverse (e tali sono quelle all'esame) da

quelle obbligatorie ed inderogabili.

3.2. Il vigente quadro normativo che regola il trattamento econom1co di

missione dei dipendenti pubblici si fonda sulla legge 29 giugno 1951 , n. 4~;·~-~0 1/

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sulla legge 15 aprile 1961, n. 291, sulla legge 18 dicembre 1973, n. 1973, n. 836,

sulla legge 26 luglio 1978, n. 513.

La citata normativa prevedeva una disciplina organica caratterizzata da di­

versi istituti volti a rimborsare forfettariamente, mediante indennità, le spese di

vitto e di alloggio e quelle per l'uso del mezzo proprio, sostenute dal dipendente

in trasferta, ovvero in alternativa, a rimborsare le spese di albergo e le spese ef­

fettivamente sostenute per il viaggio su mezzi di trasporto di linea, riducendo la

relativa indennità giornaliera del 30% o del 50%.

Il citato quadro, nel corso degli anni ha subito una progressiva evoluzione,

da ultimo con il decreto legge 31 maggio 20 l O, n. 78, convertito, con modifica­

zioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Infatti, con la soppressione di alcuni istituti riconosciuti dalla previgente

normativa, è stato introdotto un sistema di trattamento economico di missione

che si dimostra molto più versatile e rivolto, più che altro, alle mutate esigenze

delle Pubbliche amministrazioni, la cui ratio è il contenimento della spesa per le

missioni; contenimento della spesa che il Legislatore aveva ritenuto di dover in­

trodurre nell'ordinamento nazionale già da tempo con la legge n. 266/2005 (art.

l, c. 214 e 216).

D'altra parte, non si può fare a meno di richiamare le indicazioni contenute,

in ordine alla disciplina delle missioni, nella deliberazione della Corte dei conti

a Sezioni Riunite n. 21/CONTR/2011 3 che ha confermato l'orientamento

espresso nella precedente deliberazione n. 8/CONTR/11.

Il Collegio è consapevole del fatto che un eventuale parere sull'intero im­

pianto del "Regolamento" in esame potrebbe interferire altresì con le valutazioni

future dalla stessa Sezione, con l'effetto di trasformare la funzione consultiva in

La Corte dei conti ha ritenuto possibile "il ricorso a rego/amenta::ioni interne volte a disciplinare, per i soli casi in cui l 'utili:::: o del me::::o proprio risulti economicamente più conveniente per l'A mministra::ione, for­me di ristoro del dipendente dei costi dallo stesso sostenuti che, però, dovranno necessariamente tener con­to delle finalità di contenimento della spesa introdotte con la manovra estiva e degli oneri che in concreto avrebbe sostenuto l'Ente per le sole spese di trasporto in ipotesi di utili:::: o dei me:::: i pubblici di traspor/o ". ~ __., _ __,_

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una patente preventiva in ordine alla legittimità di atti, valutazioni e/o compor­

tamenti posti in essere dagli Organi della Fondazione (in proposito, tra le altre,

le deliberazioni 1112008 Sezione Regione Siciliana, 5/2009 Regione Basilicata,

6112009 Regione Puglia, 6/2007, 15 e 23/2008 di questa Sezione), avendo preci­

puo riguardo a quanto affermato nella deliberazione n. 50/CONTR/201 O delle

Sezioni Riunite in sede di controllo nella quale si afferma tra l'altro che "in base

ad un costante orientamento (cfr. , ex multis, Sezione delle autonomie n.

51 AUT /2006 del 17 febbraio 2006) non possono ritenersi ammissibili, al fine di

scongiurare possibili interferenze e condizionamenti, i quesiti che formano og­

getto di esame da parte di altri Organi ".

In considerazione del fatto che la richiesta per come formulata è da consi­

derarsi inammissibile, ci si riserva, comunque, di segnalare nella sede istituzio­

nale propria (attivata, cioè, ai sensi e per gli effetti dell'art. 3, c. 4, della legge n.

20/94) quelle - tra le diverse disposizioni elaborate - che presentano aspetti di

contrasto con i principi e i criteri fondamentali posti dalla legislazione statale ri­

chiamata.

Il Collegio coglie l' occasione per ribadire la necessità, a suo tempo segna­

lata, che la Fondazione proceda - come effettivamente ha proceduto - alla messa

a punto di una disciplina della materia de qua, ma non può fare a meno di stig­

matizzare il ritardo che si è accumulato nell ' assumere una decisione, fondamen­

tale per il buon funzionamento dell ' istituzione, cioè, quella di approvare il Re­

golamento di organizzazione, - al cui interno la disciplina delle missioni avrebbe

potuto trovare da tempo naturale collocazione- previsto dall ' art. 15 dello Statuto

in ragione del fatto che esso rientrava tra i compiti di spettanza del Direttore ge­

nerale ai sensi del paragrafo "categoria e funzioni" del contratto individuale di

lavoro stipulato in data 24 aprile 2015

L'evidente ritardo nella necessaria assunzione di un processo elaborativo di

scelte che, possono, confliggere con lo spirito di perseguimento del buon anda­

mento nella legalità, cui è informata la legislazione di settore.

P.Q.M.

La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Basilicata dichiara

la richiesta formulata dal Presidente pro-tempore della Fondazione, con nota in

epigrafe citata, inammissibile sotto il profilo soggettivo nonché sotto il profilo

oggettivo.

DISPONE

che copia della presente deliberazione sia trasmessa, a cura della Segreteria della

Sezione, ali ' Amministrazione richiedente e, per quanto di competenza, al Presi­

dente della Regione.

Così deciso in Potenza, nella Camera di consiglio del 2 ottobre 20 l 7.

IL PRESIDENTE E RELA TORE

Depositata in Segreteria il 3 ottobre 2017

IL FUNZIONARlO PREPOSTO AI SERVIZI DI SUPPORTO

Dott. Giovann~/)el).<n

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