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FORMAZIONE Sicurezza Modulo 2 GESTIONALE GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA

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FORMAZIONE

Sicurezza

Modulo 2 GESTIONALE

GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA

SICUREZZA

PERCORSO I criteri e gli strumenti per l’individuazione e la valutazione dei rischi

La considerazione degli infortuni mancati e delle modalità di accadimento degli

stessi

La considerazione delle risultanze delle attività di partecipazione dei lavoratori

Il documento della valutazione dei rischi (contenuti, specificità e metodologie)

I modelli di organizzazione e gestione della sicurezza

Gli obblighi connessi ai contratti di appalto o d’opera o di somministrazione

Il documento unico di valutazione dei rischi da interferenza

La gestione della documentazione tecnico amministrativa

L’organizzazione della prevenzione incendi, del primo soccorso e della

gestione delle emergenze

1. I CRITERI E GLI STRUMENTI PER

L’INDIVIDUAZIONE E LA VALUTAZIONE

DEI RISCHI

Adempimento di legge che spetta al dirigente scolastico, che ne è il responsabile. Tale valutazione ha finalità preventiva, ma anche educativa indiretta (“clima” di attenzione alla sicurezza) e diretta (se coinvolti attivamente gli stessi allievi)

Operativamente l’attività di valutazione viene svolta dal SPP, che può avvalersi di: consulenze interne o esterne personale degli uffici tecnici degli Enti proprietari soggetti della scuola che direttamente o indirettamente hanno compiti riferiti alla

sicurezza (addetti emergenza, preposti, referenti di plesso, DSGA)

L’attivazione di un sistema di referenti interni è il presupposto perché la valutazione dei rischi sia sviluppata in forma di processo

Altre figure-chiave sono: il medico competente (laddove nominato) per la sorveglianza sanitaria il RLS con funzioni di controllo e di coinvolgimento dei lavoratori nel processo

È opportuno coinvolgere gli stessi studenti, insieme ai docenti, in attività riferite sia alla valutazione che alle misure di miglioramento

L’OGGETTO DELLA VALUTAZIONE

FATTORI DI RISCHIO SI POSSONO ORDINARE IN TRE TIPOLOGIE

Si può utilizzare il seguente elenco, indicativo e non esaustivo, come promemoria per individuare quei fattori di rischio che più interessano la realtà dell’Istituto in esame

Strutture

Impianti

Incendio

1. Struttura del fabbricato 2. Aree e spazi di lavoro 3. Porte e portoni 4. Segnaletica di sicurezza 1. Ascensori e montacarichi 2. Impianti elettrici e di

illuminazione 3. Impianto riscaldamento 4. Impianto di ventilazione 5. Climatizzazione dei locali

1. Rischio incendio

Macchine 1. Videoterminali e Personal

Computer

2. Fotocopiatrici e Fax

3. Macchine ed attrezzature varie

4. Attrezzi manuali

1. Microclima

2. Rischio amianto

3. Rischio radon

4. Rischio rumore

5. Rischio biologico

6. Sostanze chimiche

7. Esposizione a radiazioni non ionizzanti

1. Organizzazione del lavoro e dello studio

2. Informazione e formazione

3. Carico di lavoro fisico e mentale

4. Archiviazione e movimentazione dei carichi ed oggetti vari 5. Smaltimento rifiuti 6. Contratti per la fornitura di materiali, mezzi, attrezzature e servizi

7. Utilizzo dei DPI

LE MODALITÀ DELLA

VALUTAZIONE

Acquisire: 1) tutti i documenti afferenti agli edifici

(planimetrie, certificati di agibilità… ); 2) tutte le informazioni sulle misure di prevenzione precedentemente adottate Conoscere: 1) tutti i dati essenziali relativi alle

persone (numero dei lavoratori distribuiti per mansione, numero studenti…);

2) tutti i dati relativi ai prodotti acquistati e a quelli smaltiti Rilevare: caratteristiche di eventi infortunistici

dal registro infortuni o dalle procedure assicurative

Predisporre: gli strumenti di raccolta informazioni, utili alla fase operativa

Il sopralluogo “fotografa” gli aspetti “statici” (strutture e attrezzature), “filma” le attività lavorative

Utilizza come principale strumento l’osservazione anche attraverso strumenti di raccolta di informazioni da ricercare (griglie, check list)

Deve essere effettuato con le attività in corso e programmato in modo da assicurare l’incontro con tutte le figure referenti della sede (compresi i laboratori)

Le interviste ai lavoratori servono per acquisire ulteriori informazioni e

conoscere aspetti connessi alla dimensione soggettiva

Per alcuni fattori di rischio, si deve procedere ad una misurazione (es. fonometria) o comunque una stima del livello di esposizione ad un determinato rischio, utilizzando strumenti standardizzati (es. algoritmi per rischio chimico), ovvero consultando misure e studi realizzati in situazioni analoghe

Acquisite le informazioni, si procede a valutare il

“peso” dei rischi individuati, laddove il criterio

R = P x D

può costituire un orientamento

(R= rischio P=probabilità D=danno)

E’ opportuno che anche questa fase venga svolta

in modo collegiale: per ridurre i margini di soggettività

per incrementare il livello di partecipazione al processo

2) LA CONSIDERAZIONE

DEGLI INFORTUNI MANCATI

E DELLE MODALITA’ DI

ACCADIMENTO DEGLI

STESSI

evento dovuto a carenze organizzative, errori umani e causa

fortuita che ha la potenzialità di condurre ad un infortunio o di

provocare danni alle cose.

INCIDENTE E INFORTUNIO MANCATO

Sin dal 1931 lo studioso H. W. Heinrich, oggi considerato uno

dei padri della moderna scienza della previsione degli infortuni,

teorizzò la nota “piramide della sicurezza”

“Ad 1 infortunio mortale oppure a

29 infortuni gravi o minori,

corrispondono 300 incidenti

(senza infortunio) che non

vengono registrati o analizzati “

Infort.

mortali

Infortuni

gravi

Infortuni

lievi

Medicazioni

Segnalazioni

incidenti mancati

Segnalazioni

condizioni pericolose

Segnalazioni

azioni pericolose

PIRAMIDE DI HEINRICH

n.b.: ogni “fascia”

della piramide

contiene anche

i dati delle fasce

soprastanti

All’origine degli

infortuni c’è sempre

un’azione

pericolosa dovuta a

scarsa informazione-

formazione,

distrazione,

imprudenza,

mancato uso dpi…

Fase

reattiva

l’azione

correttiva

serve solo a

evitare che il

fatto si ripeta

Fase

preventiva

l’azione

correttiva,

rimuovendo la

causa, evita

l’istaurarsi del

pericolo

Ogni 330 incidenti sul lavoro:

• 300 non danno luogo a infortuni, sono “mancati infortuni”

• 27 provocano infortuni lievi per cui è sufficiente la medicazione

• 3 danno luogo ad infortuni di una certa gravità con assenza dal lavoro

DATI INAIL

INCIDENTI O INFORTUNI

Perché avvengono gli infortuni? Per una serie di elementi collegati: fattori personali: problemi familiari che comportano distrazione

dall’attività lavorativa azioni pericolose: atti non sicuri condizioni tecniche di pericolo: cavi di tensione, attrezzi in cattivo stato,

condizioni atmosferiche avverse, rumore, utilizzo prolungato di videoterminali

incidente dall’ambiente operativo: l’ambiente, il contesto operativo, il luogo di lavoro (pavimento

sdrucciolevole, microclima inadatto…)

La Norma UNI definisce una serie di indicatori

Indice di incidenza: quanti infortuni si sono

verificati in un anno in base al numero di

lavoratori

Indice di frequenza: quanti infortuni si sono

verificati, per ogni milione di ore lavorate, in

un determinato periodo e/o in un determinato

ambito a livello aziendale, confrontabili con

quelli INAIL elaborati per ambito territoriale e

di comparto

Indice di gravità: numero di giornate di assenza

per infortuni verificatisi in un certo periodo di

tempo e/o ambito

REGISTRO INFORTUNI

E’ obbligatorio per tutte le aziende nelle quali siano occupati lavoratori subordinati

(art.3 comma 4 D.lvo 81/2008) e deve essere tenuto a disposizione dell’organo di

vigilanza

Raccoglie, cronologicamente, tutti gli eventi infortunio sul posto di lavoro

(compresi quelli in itinere, escluse le malattie professionali) che comportano una

assenza dal lavoro di almeno un giorno escluso quello dell’evento

Criteri di tenuta e conservazione (DM 12 settembre 1958):

• deve essere conservato sul luogo di lavoro almeno per quattro anni

dall'ultima registrazione e, se non usato, dalla data in cui fu vidimato

• deve essere intestato alla azienda alla quale si riferisce, legato e

numerato in ogni pagina, vidimato

• deve essere tenuto senza alcuno spazio in bianco e scritto con

inchiostro indelebile;

• non deve contenere abrasioni ed eventuali rettifiche o correzioni

devono eseguirsi in modo che il testo sostituito sia leggibile;

• deve essere costantemente aggiornato a cura dell'azienda.

STATISTICHE INFORTUNI

Analisi dell'andamento del fenomeno infortunistico, delle malattie e della

sorveglianza sanitaria (art. 35 c.2 lett. B del D.Lvo 81/2008) durante la riunione

periodica del servizio prevenzione e protezione (almeno annuale)

Tale analisi riguarda i dati dell’istituto (le scritture del registro, i casi di mancati

incidenti, i rapporti di indagine…)

Per ogni infortunio va analizzato:

1. la sequenza delle azioni e degli eventi

2. le condizioni organizzative e di contesto che hanno concorso a causare

l'evento

3. l’analisi delle attività dei singoli operatori eventualmente coinvolti

4. l’ analisi e individuazione della causa e concause dell'evento.

Elaborare statistiche significative consente di tenere sotto controllo

l'andamento degli eventi infortunio e di intervenire nelle aree che

evidenziano aspetti critici

MANCATO INFORTUNIO

Evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un infortunio, danno alla

salute (malattia) o morte, ma solo per puro caso non lo ha prodotto: un evento

quindi che ha in sé la potenzialità di produrre un infortunio

Rientrano anche gli infortuni lievi che non portano a giorni di assenza da lavoro

oltre quello in cui si è verificato l'evento

Il verificarsi di un evento dannoso significativo è sempre associato al verificarsi di

numerose anomalie che producono danni solo lievi o nulli: su 1000 incidenti,

3 sono infortuni con conseguenze rilevanti, 88 con effetti minori e i restanti sono

cosiddetti quasi infortuni

I quasi infortuni vanno considerati come indicatori di rischio e analizzati per

prevenire:

• la messa in atto di comportamenti pericolosi

• il mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro • le eventuali carenze strutturali, organizzative e tecniche

3. LA CONSIDERAZIONE DELLE

RISULTANZE DELLE ATTIVITA’ DI

PARTECIPAZIONE DEI

LAVORATORI

Semplice, ma essenziale, processo bilaterale in base al quale i datori di lavoro e i lavoratori/rappresentanti dei lavoratori: si parlano; ascoltano gli uni le preoccupazioni degli altri; ricercano e condividono opinioni e informazioni; discutono i problemi senza indugio; tengono in considerazione ciò che gli altri hanno da dire; prendono decisioni comuni; si manifestano fiducia e rispetto reciproci.

In sintesi, i lavoratori ricevono formazione/informazione, sono consultati e coinvolti nel processo decisionale

QUADRO PER LA PARTECIPAZIONE DEI

LAVORATORI

Obbligo per i datori di lavoro di consultazione dei lavoratori e/o dei loro

rappresentanti per permettere di partecipare in maniera equilibrata alla

definizione degli aspetti correlati alla sicurezza e alla salute sul lavoro

Diritto dei lavoratori/rappresentanti dei lavoratori di veder adottate misure

adeguate e di poter formulare proposte

Dovere da parte dei lavoratori di rispettare le istruzioni e le indicazioni

impartite

Le leggi e/o le pratiche nazionali fissano requisiti specifici per il dovere di

informazione ai lavoratori e per l’obbligo di consultazione

PARTECIPAZIONE: OBBLIGO DATORI DI

LAVORO

I datori di lavoro, in quanto responsabili della gestione della salute e

della sicurezza sul lavoro, si accertano che i lavoratori siano protetti da

qualsiasi potenziale danno, controllando in maniera efficace i rischi

A tal fine hanno l’obbligo di:

consultarsi con i lavoratori in merito agli aspetti di salute e sicurezza

sia in modo diretto sia attraverso l’intermediazione del

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)

promuovere una cultura in cui gli aspetti della salute e della sicurezza

siano integrati nei ruoli di tutti

incoraggiare un dialogo aperto e agire di conseguenza

Obbligo di collaborazione con il datore di lavoro in materia di salute e sicurezza:

prestando attenzione alla sicurezza e alla salute propria e a quella altrui;

attenendosi agli insegnamenti e alle istruzioni impartite nei corsi di formazione in relazione allo svolgimento sicuro delle attività e a un uso corretto di macchinari, strumenti, sostanze;

comunicando (al datore di lavoro o al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) eventuali dubbi e segnalando qualsiasi aspetto che possa mettere a repentaglio la sicurezza e la salute di qualcuno

riferendo infortuni, infortuni mancati o qualsiasi altro evento che ritengono poco sicuro o che rappresenta un ostacolo all’attività lavorativa

Con la partecipazione i lavoratori aiutano a impedire che si verifichino infortuni e, conoscendo i rischi presenti sul lavoro, contribuiscono a gestirli.

Diritto ad una corretta e periodica

formazione/informazione

Diritto di fornire suggerimenti

Diritto di partecipare a eventuali attività di

consultazione

Diritto di proporre miglioramenti nelle procedure

organizzative e nei processi lavorativi;

Diritto di essere rappresentati (RLS) e di

partecipare alle attività organizzate (riunioni,

sondaggi…)

LISTA DI CONTROLLO PER UNA PARTECIPAZIONE EFFICACE DEI

LAVORATORI

4. IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE

DEI RISCHI

(CONTENUTI, SPECIFICITA’ E

METODOLOGIE)

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (DVR)

D.Lvo 81/08, art. 28, comma 1

La valutazione di cui all’art. 17, comma 1, lettera a, anche nelle

scelte delle attrezzature di lavoro e delle sostanze e dei

preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei

luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza

e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di

lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati

allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo

europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in

stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto

legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle

differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e

quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso

cui viene resa la prestazione di lavoro

CHI LO REDIGE (art. 29)

Il Dirigente Scolastico, con la collaborazione del Responsabile

del Servizio di Prevenzione e Protezione e il Medico

Competente (laddove nominato), previa consultazione del

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

Con la circolare n. 119 del 29 aprile 1999, il MIUR ha fornito un

modello guida per la valutazione dei rischi.

Deve essere aggiornato in occasione di modifiche del processo

produttivo o dell’organizzazione del lavoro o in relazione al

grado di evoluzione della tecnica o a seguito di infortuni

significativi o dei risultati della sorveglianza sanitaria

CARATTERISTICHE GENERALI DI

CONSERVAZIONE

Copia del Documento di Valutazione dei Rischi deve essere presente

in ogni plesso, anche su supporto informatico

Deve essere disponibile per chiunque voglia estrarne copia

Deve essere munito di “data certa” o attestata dalla sottoscrizione del

documento, ai soli fini della prova della data, da parte del RSPP,

RLS e del medico competente, ove nominato

Nel caso si scelga la redazione su supporto informatico, la data certa

può essere assicurata con l’apposizione della c.d. marca

temporale o con il registro di protocollo informatico

Relazione su tutti i rischi, precisando i criteri di valutazione

Indicazioni delle misure di prevenzione e protezione, compresi i Dispositivi

di Protezione Individuale (DPI)

Programma delle misure per garantire il miglioramento nel tempo della

sicurezza

Individuazione delle procedure e dei ruoli aziendali (leggi scolastici) per

l’attuazione delle misure

Indicazione dell’ organigramma aziendale (leggi scolastico) della sicurezza

Individuazione delle mansioni che espongono a rischi specifici e che

richiedono specifiche competenze ed esperienze

COSA CONTIENE (art. 28)

QUALI TECNICHE E QUALI

STRUMENTI DI OSSERVAZIONE E

MISURA ADOTTARE

misure strumentali (rumore, polveri, solventi)

registri acquisto o scarico

osservazione delle lavorazioni (tempo di esposizione e numero di

esposti, disponibilità e utilizzo di misure di protezione, comportamenti

lavorativi)

interviste ai lavoratori (percezione dei rischi)

registro infortuni e relazione sanitaria (probabilità e gravità del danno)

schede tecniche di sicurezza dei prodotti

manuale d’istruzione e d’uso di macchine ed impianti

Dettagliata ispezione dell’edificio e dello stato delle relative strutture e degli

impianti

Sopralluogo nei laboratori e nelle officine della scuola

Rilevazione di eventuale inadeguatezza degli impianti ( quello elettrico interno ai

laboratori, generalmente è di competenza della scuola e non dell’ente locale)

Rilevazione di macchine o strumentazioni obsolete dal punto di vista della

sicurezza che sono però ancora in uso o potenzialmente usabili

Rilevazione di carenze nell’uso e nella custodia di sostanze tossiche o nocive

Controllo delle procedure di smaltimento dei rifiuti

Controllo della segnaletica anche al fine del piano d’esodo

N.B. l’elenco è indicativo e non esaustivo

INDICAZIONI OPERATIVE PER LA

RACCOLTA DI INFORMAZIONI

Verificare l’esistenza agli atti della certificazione riguardante l’edificio.

In particolare: • agibilità /abitabilità • destinazione d’uso • collaudo statico • prevenzione incendi • conformità dell’impianto elettrico e termoidraulico • funzionalità dell’impianto di protezione contro le scariche elettriche

(parafulmine) • libretto della centrale termica e dell’ascensore (se presente)

La certificazione mancante va immediatamente richiesta, in originale o copia autentica, all’Ente locale competente con procedura documentabile

In caso di inerzia dell’Ente Locale competente reiterare la

richiesta, ponendo un termine ragionevole per l’adempimento; • scaduto il termine, persistendo l’inerzia, segnalarla alla

Procura della Repubblica competente per territorio

QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO NELL’ELABORAZIONE

DEL DVR

La quantificazione del Rischio deriva dalla possibilità di definire il RISCHIO (R)

come prodotto della PROBABILITA’ (P) di accadimento dell’evento indesiderato

per la gravità (entità) del DANNO (D) che il medesimo è in grado di produrre:

R = P x D

Ridurre il RISCHIO (R) significa intervenire sia sul fattore PROBABILITA’ (P)

che sul fattore entità del DANNO (D) adottando idonee misure precauzionali

Le misure per ridurre il RISCHIO (R) mediante la riduzione della sola

PROBABILITA’ (P) viene comunemente chiamata “PREVENZIONE”

Le misure per ridurre il RISCHIO (R) mediante la riduzione della sola entità del

DANNO (D) viene chiamata “PROTEZIONE” (esempi fornitura di Dispositivi

Individuali di Protezione, estintori, idranti, scale di sicurezza…)

5. I MODELLI DI ORGANIZZAZIONE

E GESTIONE DELLA SICUREZZA

COSA È UN SISTEMA DI GESTIONE

E’ l’insieme delle regole e dei processi di funzionamento di un’organizzazione. Comprende:

la struttura organizzativa le risorse (umane, finanziarie e produttive) le regole e i metodi di lavoro, i percorsi di

approvazione e autorizzazione, di comunicazione e le prassi in uso

la documentazione utilizzata

un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro è un “sistema organizzativo finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza aziendale”

il principale riferimento normativo esistente su questo tema è la norma British Standard OHSAS 18001:2007

è uno strumento organizzativo che permette di gestire in “modo organico e sistematico” la sicurezza dei lavoratori “senza sconvolgere la struttura organizzativa aziendale”

SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA:

DEFINIZIONE OPERATIVA

L’insieme delle azioni (proceduralizzate o non) e delle persone in esse coinvolte, che hanno rispettivamente attinenza e ruolo con

la realizzazione delle attività quotidiane sulla sicurezza, in conseguenza e coerenza con i contenuti e il dettato del DVR

ESEMPIO CONCRETO

Scala esterna con gradini scivolosi

SGS

valutazione del rischio individuazione delle misure atte a ridurlo (antisdrucciolo,

asciugatura costante, informazione)

individuazione dei tempi d’attuazione delle misure

chi applica gli antisdrucciolo chi verifica (e quando) che gli antisdrucciolo siano in

ordine chi (e quando) istruisce i collaboratori a tenere asciutti i

gradini quando piove o nevica chi tiene asciutti i gradini quando piove o nevica chi (e quando) informa il personale e gli studenti del

rischio chi verifica che ogni anno (almeno) venga riproposta

l’informazione

Il modello organizzativo e gestionale deve prevedere:

l’individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi reati;

idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle varie attività di prevenzione e protezione

un’articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio,

un idoneo sistema di controllo sull’attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate con eventuale riesame e modifica

un sistema idoneo di sanzioni per il mancato rispetto delle misure indicate nel modello

specifici protocolli diretti a programmare la formazione/informazione e l'attuazione delle decisioni in relazione ai reati da prevenire;

modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati;

Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa, deve assicurare l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi a:

a) rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici;

b) attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti

c) attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

d) attività di sorveglianza sanitaria

e) attività di informazione e formazione dei lavoratori

f) attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in materia di sicurezza da parte dei lavoratori

g) acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge

h) periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate

RISPETTO DEGLI STANDARD TECNICO STRUTTURALI DI LEGGE

RELATIVI ATTREZZATURE, IMPIANTI, LUOGHI DI LAVORO, AGENTI

CHIMICI, FISICI E BIOLOGICI

(Art. 30, comma 1, lett. a), D.Lgs 81/2008)

Il Modello di Gestione e Organizzazione deve assicurare un sistema aziendale che controlli il rispetto degli standard tecnico strutturali fissati dalla legge: • in occasione di acquisti (ad esempio di macchine, impianti, DPI, materie prime, etc.) • in fase di mantenimento della conformità di macchine, attrezzature, impianti, luoghi di lavoro

L’azienda, deve predisporre modalità che garantiscano l’aggiornamento alle prescrizioni legislative applicabili alla propria realtà aziendale secondo lo schema sotto riportato.

ATTIVITÀ DI

VALUTAZIONE

DEI RISCHI E

DI

PREDISPOSIZI

ONE DELLE

MISURE DI

PREVENZIONE

E PROTEZIONE

CONSEGUENTI

(Art. 30, comma 1, lett. b), D.Lgs 81/2008)

ATTIVITÀ DI NATURA ORGANIZZATIVA, QUALI GESTIONE DELLE

EMERGENZE E PRIMO SOCCORSO (art. 30, c. 1, lett. c), D.lgs 81/2008) (1)

Il Datore di lavoro o un suo incaricato pianifica la gestione delle emergenze come

segue:

designa i lavoratori, previa consultazione del RLS e del Medico Competente,

ove presente, incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione e lotta

antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro, di primo soccorso e,

comunque, di gestione dell’emergenza

Gli addetti, prima d’essere adibiti a tali mansioni, devono essere formati ed

addestrati come previsto dalla legge

Gli addetti devono essere disponibili all’occorrenza; la pronta disponibilità è

intesa come presenza fisica, sempre assicurata, all’interno degli ambienti di

lavoro

L’elenco degli addetti antincendio/primo soccorso viene reso noto a tutti i

lavoratori e messo loro a disposizione ad esempio tramite apposita lista

affissa in bacheca o simili

Il Datore di lavoro o un suo incaricato:

definisce le necessarie misure organizzative e gestionali da attuare in caso di Emergenza e, nelle aziende con più di 9 dipendenti, redige il Piano di emergenza

organizza le modalità di comunicazione con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione delle emergenze

stabilisce le modalità di diramazione dell’allarme (es.: sonoro, vocale, luminoso ecc.)

informa i lavoratori circa le misure predisposte e i comportamenti da adottare

garantisce la presenza di planimetrie chiare, con l’indicazione delle vie di fuga e dei presìdi antincendio

organizza esercitazioni con cadenza periodica, simulando le emergenze possibili, identificate e riportate, ove presente, nel piano di emergenza

ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 30, comma 1, lett. d), D.Lgs 81/2008)

il Datore di Lavoro nomina il Medico Competente per l’effettuazione della

sorveglianza sanitaria nei casi previsti dalla legge, verificando il possesso dei titoli

necessari per legge (art. 38 e 39 del decreto legislativo n. 81/2008)

il Medico Competente collabora con il Datore di Lavoro e con il Responsabile SPP

alla valutazione dei rischi, programma ed effettua la sorveglianza sanitaria

attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici; partecipa alle

riunioni periodiche

la periodicità dei controlli tiene conto delle normative applicabili e dei livelli di

rischio.

Il Medico Competente visita almeno una volta all’anno (o con cadenza differente,

stabilita in funzione della VDR) gli ambienti di lavoro dell’azienda; il sopralluogo

prevede la redazione di un apposito verbale.

ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI (art. 30, comma 1, lett. e, D.Lgs 81/2008)

Il Datore di Lavoro o un incaricato definisce le modalità per una efficace e

corretta gestione delle attività di informazione e formazione dei lavoratori

pianifica, predispone ed attua il “Programma annuale di formazione, informazione

e addestramento”, per tutte le figure aziendali e lo aggiorna in occasione della

revisione ed eventuale rielaborazione della valutazione dei rischi, nel caso di

modifiche legislative, di nuove assunzioni, di cambiamenti nelle mansioni, nei

cambiamenti di attività o processi (nuove macchine, attrezzature, impianti, nuove

modalità operative, ecc.)

Al termine degli interventi formativi deve essere verificato il grado di

apprendimento e deve essere registrata la presenza dei partecipanti

La formazione deve anche riguardare gli aspetti principali del Modello

Organizzativo Gestionale della Sicurezza e i ruoli, compiti e responsabilità di

ciascuna figura in esso coinvolta.

ATTIVITÀ DI VIGILANZA CON RIFERIMENTO AL RISPETTO DELLE

PROCEDURE E DELLE ISTRUZIONI DI LAVORO IN SICUREZZA DA PARTE DEI

LAVORATORI

(art. 30, comma 1, lett. f D.Lgs 81/2008)

Il datore di lavoro deve:

dare direttive per la realizzazione di un sistema di controllo sul rispetto e la corretta

attuazione delle procedure e delle istruzioni di lavoro sulla salute e sicurezza

Il preposto sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute,

controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale

potere di iniziativa

L’eventuale utilizzo della delega di funzioni non esclude l’obbligo di vigilanza in capo al

delegante in relazione al corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni

trasferite

Gli incarichi conferiti devono essere comunicati ai lavoratori ed ai soggetti interessati

L’obbligo di vigilanza si intende assolto in caso di adozione ed efficace attuazione del

sistema di controllo.

ACQUISIZIONE DI DOCUMENTI E CERTIFICAZIONI OBBLIGATORIE PER

LEGGE (art. 30, comma 1, lett. g, D.Lgs. 81/2008).

Il Datore di Lavoro o un suo incaricato deve adeguatamente gestire e custodire i

documenti e le certificazioni obbligatorie per legge

Di seguito alcuni esempi, non esaustivi, di documentazione obbligatoria per legge:

Valutazione e gestione del rischio (DVR, DUVRI)

Stato architettonico dell’immobile (agibilità, certificazione energetica…)

Conformità impianti elettrici (messa a terra, scariche atmosferiche, ecc.)

Conformità di impianti produttivi, impianto elevatore, termico, di

condizionamento, antincendio, nuove istallazioni…

Macchine e attrezzature (certificazione CE, libretti uso e manutenzione, …)

Appaltatori (autocertificazione del possesso dei requisiti tecnico-professionali,

iscrizione alla CCIA…)

PERIODICHE VERIFICHE DELL’APPLICAZIONE E DELL’EFFICACIA DELLE

PROCEDURE ADOTTATE

(art. 30, comma 1, lett. h, D.Lgs 81/2008).

Le verifiche periodiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate o

dei modelli sono un requisito importante e determinante del Modello

Organizzativo Gestionale

Il processo di verifica dell’applicazione delle procedure/modelli si realizza in

diverse fasi che possono essere riconducibili essenzialmente a sorveglianza,

misurazione o monitoraggio

Il processo di verifica dell’efficacia delle procedure/modelli deve tener conto

almeno dei seguenti elementi:

Infortuni

Incidenti, situazioni pericolose

Non conformità, Azioni correttive ed Azioni preventive.

REGISTRAZIONE DELL’AVVENUTA EFFETTUAZIONE

DELLE ATTIVITÀ DI CUI AL COMMA 1 ART. 30 (art. 30, comma 2, D. Lgs n. 81/2008).

Il Datore di lavoro o un suo incaricato:

definisce le modalità di gestione e documentazione per fornire l’evidenza del

funzionamento del Modello Organizzativo e gestionale al fine di disporre di

documenti comprensibili, corretti, aggiornati.

In particolare stabilisce:

le modalità di redazione ed approvazione della documentazione

il sistema di conservazione e controllo

le modalità di revisione, necessarie specialmente in caso di cambiamenti

organizzativi, tecnici, strutturali, dei processi…

chi/coloro ha/che hanno la responsabilità di gestione

la data di emissione e di aggiornamento.

PRESENZA DELLE COMPETENZE TECNICHE E DEI POTERI NECESSARI PER

LA VERIFICA, VALUTAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DEL RISCHIO

(art. 30, comma 3, D. Lgs 81/2008)

Il Datore di Lavoro non può delegare le attività di valutazione dei rischi, la

redazione del relativo documento (o della modulistica prevista dalle procedure

standardizzate) e la designazione del Responsabile SPP

Sono delegabili le altre funzioni, con chiara attribuzione di compiti e funzioni, rese

note a tutti ed effettivamente adottate

Ruoli da individuare:

Responsabile del SPP, nei casi in cui i compiti del Servizio di Prevenzione e

Protezione non siano svolti direttamente dal Datore di Lavoro;

Preposti

Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione

Addetti alle Emergenze ed al Primo Soccorso

Medico competente

Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

SISTEMA DISCIPLINARE IDONEO A SANZIONARE IL MANCATO

RISPETTO DELLE MISURE INDICATE NEL MODELLO (art. 30, comma 3, D.lgs. 81/2008)

L’azienda deve definire modalità per individuare e sanzionare comportamenti che

costituiscono o che possono favorire:

violazione/elusione del sistema di controllo

mancato rispetto delle procedure e prescrizioni previste dal Modello

Organizzativo Gestionale

mancato rispetto degli obblighi previsti dalla legislazione in materia di salute e

sicurezza

commissione di reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime,

commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e

della salute sul lavoro

L’azienda definisce e formalizza il sistema disciplinare e lo

comunica a tutti i soggetti interessati

SISTEMA DI CONTROLLO (art. 30, comma 4, D.lgs. 81/2008)

Un idoneo sistema di controllo si fonda sulla combinazione di due processi:

Audit: esame sistematico, documentato e indipendente per determinare se

quanto pianificato e predisposto è efficacemente attuato, ed è idoneo e

coerente con la politica in materia di salute e sicurezza.

Riesame periodico per: controllare efficacia, valutare le prestazioni complessive,

programmare le attività per il miglioramento continuo

RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA

Art- 6 D.Lgs 231/2001

L'ente non risponde se prova che:

l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della

commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a

prevenire reati della specie di quello verificatosi

il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli e di

curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell'ente

dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo (nel caso di enti di

piccole dimensioni i compiti possono essere svolti direttamente

dall'organo dirigente)

le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i

modelli di organizzazione e di gestione

non è stata omessa o non si è verificata insufficiente vigilanza

GESTIONE APPALTI

Il Datore di Lavoro o un suo incaricato deve assicurarsi, nella selezione degli

appaltatori e nella gestione degli appalti, che vengano applicati i principi di

salvaguardia della sicurezza e della salute dei lavoratori

Necessario:

selezionare gli appaltatori, sia lavoratori autonomi sia imprese, previa

verifica dell’idoneità tecnico professionale

se i lavori ricadono nel campo d’applicazione del art. 26 del D. Lgs. 81/08

redigere il DUVRI, ovvero avvalersi, nei casi previsti dallo stesso articolo,

della possibilità di individuare un incaricato responsabile della

cooperazione e del coordinamento

comunicare all’appaltatore o agli appaltatori la propria politica e, se

necessario, il soggetto di riferimento per l’attività oggetto dell’appalto

6. GLI OBBLIGHI CONNESSI AI

CONTRATTI DI APPALTO

O D’OPERA

O DI SOMMINISTRAZIONE

APPALTO (art.1655 C.C.)

L’appalto è il contratto con il quale una parte assume,

con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a

proprio rischio, il compimento di un’opera o di un

servizio verso un corrispettivo in denaro

Vengono inclusi anche i “subappalti” e le attività di “fornitura e

posa in opera”

CONTRATTO D’OPERA (art. 2222 c.c.)

Nel contratto d’opera una persona (il prestatore

d’opera) si obbliga, verso un corrispettivo, a compiere

un’opera o un servizio con il lavoro prevalentemente

proprio e senza vincoli di subordinazione nei confronti

del committente

CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE

(art. 1559 c.c.)

Con il contratto di somministrazione una parte si

obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, ad eseguire,

a favore di un’altra, prestazioni periodiche o

continuative di cose

OBBLIGHI CONNESSI AI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA O DI SOMMINISTRAZIONE D.Lgs. 81/08 - Art. 26

il Dirigente Scolastico deve verificare l’idoneità tecnico-professionale delle imprese o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori che intende affidare loro (quindi quando è l’istituto stesso che chiama la ditta)

GESTIONE DEGLI APPALTI (1)

GESTIONE DEGLI APPALTI (2) il Dirigente Scolastico deve Fornire alle imprese e ai lavoratori autonomi che vengono ad eseguire un lavoro in istituto dettagliate informazioni sui rischi esistenti negli ambienti in cui andranno a lavorare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in istituto Cooperare con il datore di lavoro della ditta esterna per attuare le misure di prevenzione e protezione dai rischi prodotti dal lavoro della ditta esterna sulle attività dell’istituto

il Dirigente Scolastico deve Coordinarsi con il datore di lavoro della ditta esterna per effettuare gli interventi di prevenzione e protezione dai rischi prodotti dall’interferenza tra il lavoro della ditta esterna e le attività dell’istituto Non è necessario invece che si preoccupi di cooperare e di coordinarsi con il datore di lavoro della ditta esterna per quanto attiene ai rischi propri del lavoro della ditta esterna stessa

GESTIONE DEGLI APPALTI (3)

Una ditta mandata dalla Provincia viene a cambiare tutti i vetri delle finestre di un’intera ala della scuola

N. 1 Bisogna intanto stabilire se è bene che la ditta riceva le informazioni sui rischi e sulle misure adottate dall’istituto ed eventualmente quali (quanto tempo dura il lavoro? in che periodo del giorno lavorano gli operai? in che ambienti lavorano? dove mettono le loro attrezzature? ecc.)

UN ESEMPIO CONCRETO

UN ESEMPIO CONCRETO

N. 2

In secondo luogo bisogna capire con la ditta quali rischi introduce

questo lavoro nei confronti del personale scolastico, degli studenti e

degli ospiti (movimentano lastre di vetro? tengono utensili in cima a

scale o sui davanzali? producono scarti taglienti? lavorano dove

normalmente si ricevono i genitori? ecc.)

N. 3

Infine bisogna capire con la ditta se le modalità con cui effettuerà il

lavoro possono introdurre nuovi rischi in relazione alle modalità con

cui si svolgono abitualmente le attività in istituto (movimentano a

mano le lastre di vetro mentre i bidelli puliscono i pavimenti con

l’acqua? o mentre i ragazzi escono dalle aule per la ricreazione? o

durante il ricevimento generale dei genitori?)

UN ESEMPIO CONCRETO

Non è necessario invece occuparsi dei rischi propri del

lavoro degli operai (si possono tagliare con un vetro rotto?

possono cadere dalla scala? possono ferirsi con un

cacciavite? ecc.)

Mentre è auspicabile che si chieda agli operai di non dare

cattivo esempio ai ragazzi e al personale scolastico

(usare i guanti, usare bene le scale, movimentare

correttamente i carichi, ecc.)

7. IL DOCUMENTO UNICO DI

VALUTAZIONE DEI RISCHI DA

INTERFERENZA

Art. 26 del D.Lgs. 81/08 Modifiche all’art. 7 del D.Lgs. 626/94

(“Contratto di appalto e contratto d’opera”)

Modifiche:

obbligo del committente (nel nostro caso il Dirigente Scolastico) di promuovere la cooperazione ed il coordinamento con la ditta esterna mediante la stesura di uno specifico Documento di Valutazione dei Rischi che indichi le misure adottate per eliminare le interferenze tra le attività della scuola e quelle della ditta (DUVRI)

Si definiscono “interferenti” tutti i rischi presenti nei luoghi di lavoro e NON causati da impianti, attrezzature o attività dell’azienda alla quale appartiene il lavoratore che li subisce (sono cioè i rischi incrociati)

DUVRI

Il DUVRI deve essere unico (da cui l’acronimo) per tutti gli appalti che comportano rischi tra loro interferenti (caso di più ditte che operano contemporaneamente nella scuola)

Il DUVRI deve essere completo e autonomo, cioè deve contenere tutte le informazioni necessarie, senza rimandare ad altri documenti (deve comprendere quindi anche i criteri utilizzati per la valutazione dei rischi)

DUVRI Se il committente è l’Ente proprietario dell’edificio (Comune o

Provincia):

la stesura del DUVRI e’ di competenza dell’Ente (sulla

base di una ricognizione dei rischi standard relativi alla

prestazione)

il Dirigente Scolastico integra il DUVRI riferendolo a rischi

specifici d’interferenza dei luoghi in cui si svolgerà l’opera

L’obbligo di redigere il DUVRI non si applica a:

servizi di natura intellettuale (consulenze, esperti

esterni…)

mere forniture di materiali o attrezzature (fornitori abituali,

ditte di distribuzione di generi alimentari…)

lavori o servizi di durata non superiore ai 2 giorni (salvo

casi molto particolari)

A titolo esemplificativo si riportano alcune casistiche tipiche della

scuola

Caso A. Appalti definiti dall’Ente proprietario, come ad esempio: manutenzione

ordinaria, riparazioni di guasti (impianto di illuminazione- porte ecc..); servizi di

pulizia e/o di mensa.

Il DUVRI deve essere:

elaborato dall’Ente proprietario, dopo aver acquisito dalla scuola le

informazioni utili per la redazione del documento (es: articolazione orario

scolastico, attività didattiche particolari, informazioni sulla gestione delle

emergenze…).

NB. Per opere di tipo edilizio l’Ente proprietario deve nominare il Coordinatore per

la sicurezza in fase di progettazione, il quale ha il compito di elaborare il Piano di

Sicurezza e Coordinamento che tiene conto dei rischi di interferenza tra le attività;

in tal caso il Piano di Sicurezza e Coordinamento sostituisce il DUVRI.

Quando le opere edili vengono eseguite da una unica impresa, il D.Lgs. 81/2008

non prevede l’obbligo di nominare il coordinatore; in tal caso non viene elaborato

il Piano di Sicurezza e Coordinamento e diventa necessario redigere il DUVRI.

Caso B. La scuola definisce e gestisce direttamente l’appalto come ad

esempio: servizio pulizia, servizio mensa…

Il DUVRI deve essere elaborato direttamente dalla scuola sotto la

responsabilità del Dirigente Scolastico in qualità di committente delle opere

Caso C. Lavori eseguiti direttamente da personale dipendente dall’Ente

proprietario dell’edificio, come ad esempio piccole manutenzioni su strutture o

arredi, indipendenti dalla durata.

Non è necessario elaborare il DUVRI ma l’Ente proprietario deve acquisire

dalla scuola tutte le informazioni utili ad individuare le misure di prevenzione e

protezione dai rischi (es: articolazione orario scolastico, attività didattiche

particolari, informazioni sulla gestione delle emergenze, ecc.).

Caso D. La scuola definisce e gestisce direttamente una fornitura come ad

esempio distributori automatici, forniture materiali vari…

Non è necessario elaborare il DUVRI ma la scuola fornisce le informazioni

utili allo svolgimento in sicurezza dell’attività (informazioni sulla gestione delle

emergenze, ecc.)

ESEMPIO CONCRETO

ELABORAZIONE DUVRI PER SERVIZIO MENSA INTERNO ALLA SCUOLA

L’ appalto per il servizio mensa, oggetto dell’ esempio, è gestito dal Comune, il quale è anche proprietario

dell’edificio scolastico.

La Ditta di Ristorazione esterna, vincitrice dell’ appalto, avrà il compito di preparare i pasti all’ interno della

cucina esistente all’ interno dell’ edificio scolastico e poi distribuirlo agli studenti in un refettorio attiguo alla

cucina.

All'interno della cucina opereranno esclusivamente gli addetti della Ditta di Ristorazione, mentre nel

refettorio, oltre agli addetti della Ditta di Ristorazione, saranno presenti allievi, insegnanti e personale ATA.

1. Nel caso di Bandi Pubblici, il DUVRI deve essere allegato al bando di gara stesso;

viene pertanto redatto in una fase in cui la Ditta di ristorazione affidataria non è ancora

stata individuata

Questa prima stesura del DUVRI dovrà necessariamente essere integrata dopo

l’ aggiudicazione della Ditta di Ristorazione.

L’ attività oggetto di appalto deve essere scomposta in fasi (es. ricezione delle derrate

alimentari, preparazione dei cibi in cucina, apparecchiatura dei tavoli, trasporto e

somministrazione piatti caldi, sparecchiatura, pulizia dei locali …. ).

2. Elaborazione di una “valutazione ricognitiva dei rischi standard” con riferimento

agli ambienti oggetto di appalto (cucine, refettori, nonché tutte le zone di

passaggio di persone e mezzi). Individuazione nella planimetria della scuola di tutte le zone interessate da

queste attività (es. cortile per il carico e scarico derrate, la cucina per la

preparazione dei cibi, il refettorio, l’apparecchiatura dei tavoli e la

somministrazione dei piatti, eventuali porte o corridoi dove è previsto l’accesso

e il passaggio di persone coinvolte nelle attività oggetto di appalto…)

3. Indicazione in una tabella di una serie di rischi presenti «intrinsecamente»

nei locali (quali ad esempio il rischio elettrico, inciampo , incendio, urto per la

presenza di arredi …) e le misure di prevenzione e protezione adottate per

ridurli, in relazione alle attività svolte nell’ambiente stesso (es. impianti elettrici

e prese a norma, presenza di adeguate uscite di sicurezza e presidi

antincendio, …. )

Queste indicazioni sono state inviate dal Comune al Dirigente Scolastico, in qualità di

Datore di Lavoro “gestore” della scuola e quindi “soggetto presso il quale deve essere

eseguito il contratto” ed inserite nella prima stesura del DUVRI, in modo da informarne la

Ditta di ristorazione vincitrice dell’ appalto.

4. Richiesta da parte del Comune al Dirigente Scolastico della scuola di fornirgli

tutte le informazioni utili alla redazione del DUVRI (es. organigramma della

sicurezza della scuola, procedure di accesso del personale “esterno”,

Planimetrie di Evacuazione, procedure di emergenza e di primo soccorso,

norme comportamentali generali, orari ed organizzazione delle attività

scolastiche, eventuali attività svolte da personale della scuola nelle aree

oggetto di appalto o in aree ad esse limitrofe …)

Anche queste indicazioni sono inserite nella prima stesura del DUVRI, in

modo da informarne la Ditta di ristorazione vincitrice dell’ appalto

5. Elaborazione da parte del Comune dell’ipotesi dei principali rischi

trasmissibili dall’attività lavorativa oggetto dell’appalto alla scuola (es.

inciampo, scivolamenti e cadute a livello, investimento durante il

carico/scarico merci …) e proposto le soluzioni organizzative da adottate per

ridurre i rischi dovuti alle interferenze (es. vietare l’ accesso alle cucine al

personale non autorizzato, divieto di deposito del materiale sulle vie di fuga e

in prossimità delle uscite, segnalazione dei pavimenti bagnati dopo il

lavaggio, delimitazione con transenne…)

6. Quantificazione dei costi necessari per la gestione delle interferenze tra le attività

(es. segnaletica di divieto di accesso alla cucina ai non addetti ai lavori,

cartellonistica a terra per segnalare i pavimenti bagnati, transenne per delimitare in

cortile aree di carico e scarico, tempo per le riunioni di coordinamento tra i soggetti

responsabili, attività di formazione/informazione del personale…)

7. Condivisione con il Dirigente Scolastico del DUVRI, mediante riunione di

coordinamento, in cui discutere le osservazioni ed integrazioni proposte ed infine

approvazione con l’ apposizione della firma di tutti i soggetti responsabili. Il DUVRI

approvato è stato così inserito nel percorso di gara d’appalto

8. Individuata la Ditta di Ristorazione vincitrice dell’ appalto, rielaborazione del DUVRI

con inclusione di tutti i dati anagrafici della ditta appaltatrice, l’ elenco del personale

impiegato per lo svolgimento delle attività; rivalutazione dei rischi trasmissibili

dall’attività lavorativa oggetto dell’appalto alla scuola, tenendo conto delle

specifiche modalità organizzative, temporali ed esecutive proprie dalla Ditta

Esecutrice

9. Condivisione e firma del DUVRI, così integrato e completato, da parte di tutti i

soggetti responsabili mediante Riunione di Coordinamento tra Comune, Dirigente

scolastico e Datore di Lavoro della Ditta di ristorazione vincitrice dell’ appalto.

8. LA GESTIONE DELLA

DOCUMENTAZIONE TECNICO

AMMINISTRATIVA

TENUTA DELLA DOCUMENTAZIONE

ART. 53 D.Lgs.81/08

Consentito l’impiego di sistemi di elaborazione automatica dei dati per la memorizzazione di qualunque

tipo di documentazione prevista dal decreto legislativo

Le modalità di memorizzazione dei dati e di accesso al sistema di gestione della predetta

documentazione devono essere tali da assicurare che:

l’accesso alle funzioni del sistema sia consentito solo ai soggetti a ciò espressamente abilitati dal

datore di lavoro;

la validazione delle informazioni inserite sia consentito solo alle persone responsabili in funzione

della natura dei dati;

le operazioni di validazione dei dati siano univocamente riconducibili alle persone responsabili che le

hanno effettuate mediante la memorizzazione di codice identificativo autogenerato dagli stessi;

le eventuali informazioni di modifica siano solo aggiuntive a quelle già memorizzate;

sia possibile riprodurre su supporti a stampa, sulla base dei singoli documenti le informazioni

contenute nei supporti di memoria;

le informazioni siano conservate almeno su due distinti supporti informatici di memoria e siano

implementati programmi di protezione;

sia redatta una procedura in cui siano dettagliatamente descritte le operazioni

necessarie per la gestione del sistema medesimo.

TENUTA DELLA DOCUMENTAZIONE

ART. 53 D.Lgs.81/08

Se le attività sono articolate su vari sedi geografiche, l’accesso ai dati può

avvenire mediante reti di comunicazione elettronica fermo restando quanto

previsto relativamente alla immissione e validazione dei dati da parte delle

persone responsabili.

La documentazione, sia su supporto cartaceo che informatico, deve essere

custodita nel rispetto di quanto previsto in materia di protezione dei dati

personali.

La documentazione rilevante in materia di igiene, salute e sicurezza sul

lavoro e tutela delle condizioni di lavoro può essere tenuta su unico supporto

cartaceo o informatico.

9. L’ORGANIZZAZIONE DELLA

PREVENZIONE INCENDI, DEL PRIMO

SOCCORSO E DELLA GESTIONE

DELLE EMERGENZE

Il Datore di Lavoro deve:

adottare tutte le misure tecniche di prevenzione e protezione,

segnalazione, intervento in relazione ai rischi gravi possibili

(anche esterni);

installare e mantenere l’efficienza dei presidi antincendio,

rilevatori, segnaletica e quant’altro deriva dalla valutazione del

rischio incendio;

identificare e addestrare gli addetti alla gestione delle

emergenze;

eseguire periodiche prove generali di esodo coinvolgendo tutti i

presenti;

redigere e mettere a disposizione il Piano di Gestione delle

Emergenze e suoi estratti.

Piano Emergenza = documento ove è indicato

CHI FA COSA in relazione alle varie situazioni che

potrebbero crearsi (infortunio, incendio, incidenti a

impianti o eventi naturali come alluvione,

terremoto…).

DISPOSIZIONI GENERALI Art. 43 D.Lgs. 81/2008

riportate le disposizioni generali che il datore di lavoro deve rispettare per

adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e

dell’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché in caso di pericolo grave e

immediato (art. 18, comma 1, lettera t)

Individuati gli “obblighi preventivi, essenzialmente di natura procedimentale,

che si indirizzano sia verso l’esterno, in quanto attinenti all’organizzazione dei

rapporti con istituzioni e servizi pubblici competenti in materia di emergenze”

che verso l’interno, “riguardando la pianificazione ed attuazione di procedure

ed azioni idonee a garantire la sicurezza dell’ambiente di lavoro anche a fronte

di eventi straordinari ed imprevisti”

Particolare importanza assume la designazione preventiva dei

lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta

antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e

immediato, di salvataggio, di primo soccorso e di gestione dell’emergenza.

ADDETTI ALLE EMERGENZE

Il comma 3 dell’art. 43 prescrive che tali lavoratori non possono rifiutare la

designazione: ne deriva la natura forzosa dell’incarico, con conseguente

impossibilità di sottrarvisi se non per giustificati motivi (es. comprovate ragioni di

salute). In caso di rifiuto ingiustificato il lavoratore è passibile di conseguenze

penali (art. 59, comma 1, lett. a D.Lgs. n. 106/2009 ) e disciplinari

Questi lavoratori devono ricevere un’adeguata e specifica formazione, integrata

da un aggiornamento periodico, che, con particolare riferimento alla prevenzione

incendi, dovrà seguire le prescrizioni dettate dal D.M. 10 marzo 1998

Devono essere in numero sufficiente e disporre di attrezzature adeguate,

tenendo conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell’azienda o dell’unità

produttiva.

La prescrizione di queste condizioni essenziali per il corretto svolgimento della

funzione sembra concludere nel senso della legittimità di una rinuncia se

motivata dalla carenza di almeno uno dei requisiti richiesti

PRIMO SOCCORSO

Non si registrano eclatanti novità tra il D.Lgs. 81/2008 e il D.Lgs. 626/1994, al di là

della diversa denominazione («primo», anziché «pronto») che, maggiormente in

linea con il concetto di first aid proprio delle direttive comunitarie, fa leva più sulla

parzialità dell’intervento che non sulla tempestività del medesimo, oltre ad

eliminare ogni ambiguo richiamo al soccorso sanitario qualificato riconducibile al

Servizio di urgenza ed emergenza medica (118)

Il datore di lavoro, sentito il medico competente ove nominato:

prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza

medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui

luoghi di lavoro

stabilisce i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei

lavoratori infortunati (art. 45, comma 1)

Il D.M. 15 luglio 2003 n. 388 “Regolamento recante disposizioni sul pronto

soccorso aziendale» identifica le caratteristiche minime delle attrezzature di primo

soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in

relazione alla natura dell’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di

rischio