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Foto a pagina intera · 2020. 8. 1. · “assetare” i Romani. E questi ultimi, murarono in più punti gli sbocchi degli acquedotti per impedire che i Goti penetrassero in città

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Annachiara , Disma , Massimo

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Capitolo 5 – Ragazzi, la storia! - IL NOSTRO CAPITOLO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Flavio, al settimo cielo per il bel pomeriggio trascorso con Camille, si avvia verso casa. I suoi occhi continuano a immergersi nell’azzurro degli occhi di Camille e lo

splendore dei suoi capelli gli fanno vedere un sole ancora alto e luminoso, anche se ormai sta calando verso Occidente. La sua mente ritorna alle parole di Camille, ripensa a

Giuturna, a Enea e alla sua missione di fondare una nuova stirpe.

“Certo” riflette “Camille è proprio preparata sulla storia di Roma! E poi la racconta in modo così affascinante! Domani però voglio fare anch’io la mia bella figura; in fin dei

conti vivo a Roma e ho il dovere di conoscere più a fondo la storia della mia città. Appena arrivo a casa, chiedo a mamma qualche libro di quando era studentessa e vado a

cercare notizie sul Lacus Curtius. Chissà, magari mi appassiono anch’io alla storia di Roma!”

“Accidenti! Si sta facendo tardi e… ho una sete! Ecco la fontanella sotto casa. Ma che fila! Ancora senz’acqua!? Ma siamo proprio sicuri di essere i discendenti di quegli

antichi Romani che avevano costruito ben sedici acquedotti!?”

Rassegnato il povero Flavio si mette in fila fra gente sbuffante, bottiglie e taniche.

Finalmente, dopo decine e decine di recipienti ricolmi, può dissetarsi… e tornare a casa!

«Mamma scusami tanto, lo so, ho fatto tardi».

«Chiudi la porta e fila a tavola: è tutto pronto» ribatte seccata la mamma.

Dopo cena Flavio chiede alla mamma un libro sull’antica Roma.

«Ma sei proprio tu? Mio figlio Flavio? Da quando ti interessa la storia di Roma? Roma antica, per giunta!»

«Mamma, da oggi… ti stupirò con effetti speciali! Oggi scoprirò il motivo per cui siamo ritornati a prima della costruzione di tutti quegli acquedotti».

La mamma di Flavio, dopo averci pensato un po’, si ricorda di aver conservato in soffitta alcuni libri di storia che erano appartenuti al suo papà, il nonno di Flavio,

appassionato di storia romana. Quindi consegna al suo piccolo storico “in erba” una pila di libri polverosi, curiosa su come Flavio affronterà la ricerca.

Ma ecco arrivare la peste che, con fare canzonatorio, dice: «Che fai? Stai studiando per fare colpo sulla tua fidanzatina? Flaviuccio l’innamorato!»

Flavio, ormai insensibile agli sfottò del fratellino, si chiude nella stanza e studia, studia tutta la notte…

La mattina seguente, all’alba – sorpresa delle sorprese – la mamma trova Flavio già vestito e pronto per andare a scuola.

«Lo sai mamma che questa notte ho fatto un viaggio straordinario? Grazie ai libri del nonno, sono andato nel glorioso Impero Romano, ai tempi della sua inesorabile

decadenza, esattamente nel 534 quando i Goti distrussero gran parte degli acquedotti romani. Infatti, durante l’assedio della città, i Goti danneggiarono le condutture per

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“assetare” i Romani. E questi ultimi, murarono in più punti gli sbocchi degli acquedotti per impedire che i Goti penetrassero in città attraverso i condotti dell’acqua ormai

vuoti» conclude soddisfatto Flavio.

La mamma lo guarda meravigliata e, con un sorriso di approvazione, ascolta attenta il resto della spiegazione.

«Mamma, lo sai che da quel momento in poi Roma sarà privata delle sue acque per quasi mille anni? E durante tutto il Medioevo, la popolazione rimasta a Roma tornò ad

approvvigionarsi all’acqua del Tevere. E’ proprio allora che si affermano i cosiddetti acquari o acquarioli che prendevano l’acqua dal fiume, la filtravano e, una volta riempiti

i barili caricati sui muli, la portavano in giro per la città o a domicilio».

«Quindi non c’era più nessun acquedotto funzionante?» chiede la mamma interessata.

«No mamma, l’unico funzionante era quello dell’”Acqua Virgo” e vennero scavati dei pozzi nei pressi di ospedali, conventi e chiese» risponde Flavio, compiaciuto per

l’interesse mostrato dalla mamma.

Ormai si è fatta l’ora di andare a scuola…

Flavio si avvia desideroso di iniziare le lezioni, soprattutto quella di storia.

“Che strano!” pensa “non mi era mai capitato di andare a scuola con un cuore così leggero! Sono addirittura impaziente di vedere l’espressione sadica della prof. di storia

mentre scorre con il suo ditone sullo schermo del pc touch”.

A scuola la professoressa di storia inizia la lezione con una comunicazione che, nell’ultimo periodo, è stata ripetuta frequentemente.

«Ragazzi, anche oggi a scuola manca l’acqua. Pertanto, per bere userete le vostre bottigliette e per i servizi cercheremo di prestare maggiore attenzione per il fatto che

sappiamo che non saranno pulitissimi».

A Flavio non sembra vero! Quale occasione miglior?!

«Professoressa, io so perché ai giorni nostri, così moderni e tecnologici, a Roma manca l’acqua!»

«Davvero, Flavio? Allora raccontacelo!»

Flavio, rosso in volto per l’emozione, comincia a raccontare così come ha fatto con la mamma. I compagni, stupiti da tanta conoscenza, lo guardano, quasi a volerlo

riconoscere, e seguono con interesse le vicende di Roma ai tempi dell’invasione dei Goti e del loro re, Vitige.

«Bravo, Flavio! Come mai tanto interesse per questo argomento?»

«Professoressa, il mio interesse nasce dal bisogno quotidiano che dai nostri rubinetti scorra regolarmente l’acqua!»

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«Valido motivo e ottimo lavoro!» poi si rivolge a tutta la classe. «Ragazzi, però dovete sapere che la nostra carenza di acqua non è dovuta ai Goti perché poi, nel ‘600, grazie

ai Papi, ci fu nuovamente acqua in abbondanza per tutti gli usi quotidiani e anche per le molte fontane che abbellivano la città».

«Davvero, professoressa?! Allora devo ancora studiare! Non avrei mai pensato che fra noi e il nostro passato ci fosse un legame così forte!»

«Proprio così, ragazzi. Adesso cominciate a capire quanto sia utile studiare la storia?»

Il resto della mattinata a Flavio sembra che passi molto velocemente: inglese, italiano, musica… non si era mai accorto che fossero materie così interessanti e tenta di trovare

in ciascuna di esse collegamenti tra passato e presente, mentre continua a guardare tutte le meravigliose espressioni di Camille.

Fine delle lezioni! Flavio e Camille si avviano insieme verso casa.

«Sai, sono contenta di non essere più l’unica sapientona della classe. Oggi il tuo racconto sui Goti è stato davvero interessante! Sei pronto, quindi, anche per andare a scoprire

i segreti del Lacus Curtius? È bello condividere i nostri interessi!»