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Periodico trimestrale dell’ADSINT - Associazione Donatori di Sangue - Istituto Nazionale dei Tumori - Onlus - Anno XXXIV - Settembre 2010 - numero 130 - spedizione in Abb. P. art.2, comma 20/c, legge 662/88 settembre 2010 Fotografo: Damiano Basanisi

Fotografo: Damiano Basanisi · 2014. 4. 15. · Gli articoli firmati o siglati rispecchiano il pensiero dell’autore e non impegnano il giornale. Pubblicazione trimestrale, registrazione

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Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

Direttore ResponsabileGiovanna Ferrante

Vice DirettoreAlfredo Dovera

Comitato di RedazioneFlavio Arienti, Damiano Basanisi, Stefania Bortolotti, Stefano Cozzaglio, Laura Fugnoli, Floriana Guida

Segreteria di RedazioneStefano Lanfranchi

Hanno collaborato a questo numeroGiuseppe Manzi e Anna Laura Naborri

Periodico trimestrale dell’ADSINTAssociazione Donatori di SangueIstituto Nazionale Tumori - Onlus

Direzione, Redazione e AmministrazioneVia Venezian, 1 20133 Milano (MI)

Tel 02 2390 3172 - 02 2390 3173www.adsint.mi.it email: [email protected]

Tiratura8600 copie

Grafica e impaginazioneKEROSENE creative lab

StampaTipolitografica CS s.r.l.

Il Globulo settembre 2010Il Globulo è una rivista trimestrale dell’ADSINT gratuita ai Soci.

Il Globulo è una rivista trimestrale dell’ADSINT gratuita ai soci. Viene inoltre inviata, sempre gratuitamente, ai soggetti che effettuano una donazione non inferiore a € 10,00.Le donazioni possono essere effettuate a mezzo assegno o tramite bollettino postale sul conto corrente n° 11647203

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano il pensiero dell’autore e non impegnano il giornale.

Pubblicazione trimestrale, registrazione presso il Tribunale di Milano del 20.04.1977 n° 165.Spedizione in abbonamento postale Art.2, comma 20, lettera c, Legge 23/12/1996 n° 662 – Milano

2-3 IL GLOBULO settembre 2010

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Vita associativa Medicina Conoscere e sapere

AttenzioneCaro Associato,se volessi ricevere un solo numero de “il Globulo” per nucleo famigliare danne comunicazione scritta o telefonica. Inoltre, conserva la ricevuta postale o bancaria della tua offerta alla nostra Associazione: potrai dedurla con la prossima dichiarazione dei redditi in base all’art. 13 D. Lgs n° 460/97. L’ADSINT è iscritta all’anagrafe delle ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale).

Sommario

Orari e indicazioni 4

Editoriale Giovanna Ferrante 5

ADSINT news 6

Lettere alla redazione: Donatore per sempre 7

Reportage festa di Vaiano Cremasco Damiano Basanisi 8

A domanda... risponda Flavio Arienti 12

Associazione Garavaglia 15

Una vita all’insegna della vera solidarietà: Mino Damato Fabrizio Villani 16

Bruxelles Stefania Bortolotti 18

Naso all’insù Floriana Guida 20

Collane Anna Laura Naborri 23

La fotografia del mese Damiano Basanisi 24

Un salto sul tetto del Duomo di Milano Alfredo Dovera 26

Eugenio ed Eros Pellini. Scultori Stefano Cozzaglio 28

Out Off Giovanna Ferrante 31

Camera oscura Giovanna Ferrante 32

È complicato: per le signore (e i signori) che non si arrendono mai Laura Fugnoli 34

Marcia UISP 35

Vita associativa

Medicina

Conoscere e sapere

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Si può donare dalle ore 7.30alle ore 12.30 dal lunedì al venerdìNei sabati di apertura dalle ore 7.30 alle ore 12.00Sabati di apertura5 – 19 giugno3 – 17 – 31 luglio7 – 28 agosto11 – 25 settembre

Orari e indicazioni per la donazione di sangueChi dovesse effettuare gli esami di sangue annuali o di controllo potrà presentarsi dalle ore 7.30 alle ore 12.00 a completo digiuno dalla mezzanotte. Le donne in età fertile non possono effettuare esami o donazione in periodo mestruale. Gli esami strumentali (Elettrocardiogramma – Rx Torace – Visita cardiologica) si effettuano la mattina tra le 8.30 e le 11.00 su appuntamento previa richiesta da parte del medico del Centro trasfusionale.

Dopo la donazioneComprimere con un batuffolo di cotone la zona del prelievo, senza piegare il braccio, in attesa della fasciatura. Rimanere sdraiati per qualche minuto. Rialzarsi senza fretta. Recarsi in mensa per un piccolo spuntino. In caso di malessere avvisare il personale sanitario.Evitare di fumare o bere alcolici per almeno un’ora dopo la donazione.Nel corso della giornata astenersi da attività fisiche intense.

La dieta del donatorePrimaSi consiglia, a chi dovesse effettuare la sola donazione di sangue (senza esami) di consumare una leggera colazione che potrà comprendere i seguenti alimenti: te o caffè zuccherati, frutta fresca, succo di frutta, spremuta d’arancia, biscotti secchi, fette biscottate, pane, marmellata, miele. Sono sempre da ESCLUDERE IL LATTE e i suoi DERIVATI. DopoLa donazione di sangue non costituisce un’eccessiva perdita di energia pertanto non è necessario sovralimentarsi con cibi particolarmente sostanziosi e pesanti. È invece indispensabile reintegrare i liquidi persi durante la donazione bevendo molta acqua, o in alternativa te, spremute etc. evitando possibilmente l’assunzione di alcolici.

Prenota la tua donazioneAccedendo al sito www.adsint.mi.it e registrandosi a “EmoWeb”, è possibile prenotare la donazione, modificare i dati anagrafici e le modalità di convocazione.In alternativa è possibile prenotare la donazione telefonando ai numeri 02.2390.2885 - 02.2390.3172. La PRENOTAZIONE DELLA DONAZIONE DI SANGUE INTERO NON È OBBLIGATORIA, ma per chi desiderasse programmare la donazione eliminando gli inevitabili tempi di attesa, ora è possibile.La PRENOTAZIONE della donazione di PLASMA DA AFERESI rimane come sempre indispensabile, anche essa gestibile da Internet o semplicemente per telefono ai numeri sopraindicati.Per un ulteriore supporto “tecnico”, la segreteria rimane a disposizione.

Informazioni per l’aspirante donatorePrima di dedicarsi alla donazione di sangue è opportuno conoscere i requisiti fondamentali per essere ammessi:- avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni- peso uguale o superiore a i 50 kg- buona salutePresentarsi a completo digiuno dalla mezzanotte, tra le ore 7.30 e le ore 12.30, senza appuntamento dal lunedì al venerdì e nei sabati di apertura entro le 12.00. Verranno effettuati: il primo prelievo di sangue per gli esami di idoneità ed il colloquio con il medico previa attenta lettura delle situazioni di non idoneità temporanea e definitiva alla donazione.Se donne presentarsi lontane dal periodo mestruale (5 giorni prima / dopo).Portare con sé i propri documenti: carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria (se residenti in Lombardia).

Per informazioni:ADSINT Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori – ONLUSVia Venezian, 1 20133 Milano (MI)Tel. 02 2390 2885 – 02 2390 3172Fax 02 2390 2969 e-mail [email protected]

Orari e indicazioni

Giovanna FerranteGiornalista.

Milanesissima, ha caratterizzato

la sua professione raccontando la città

che ama, la sua storia e i suoi protagonisti

con la pubblicazione di diversi libri e

tenendo conferenze su temi milanesi.

Donatrice di sangue presso l’Istituto dei

Tumori è stata Vice Presidente ADSINT.

Attuale Direttore de “il Globulo” vorrebbe

che la testata diventasse un “salotto”

per rinsaldare i vincoli d’amicizia fra tutti

i Donatori.

Edito

riale

Volete apparire anche voi in copertina?

Contattate la segreteria di redazione al numero

02.2390.2856

Attualità, solidarietà nel ricordo di un grande giornalista, Vaiano porta-bandiera di un concetto di donazione amichevole e festosa, le risposte personalissime che ci fanno conoscere un po’ di più i professionisti a cui

ci affidiamo durante la nostra esperienza di donazione; e ancora, cinema, arte, teatro, turismo, Milano.

Perché questa è la vita, fatta di assaggi di tante pietanze diverse, e così il nostro Globulo. Accanto alla donazione di sangue, scelta principale condivisa da tutti noi (e ci auguriamo da molti altri, ogni giorno di più!), tanti argomenti, tanti contributi da numerosi amici, un modo per continuare a chiacchierare. Perché le sue pagine rappresentano le nostre voci, percorse dai mirabili intrecci di qualcosa che ci può incuriosire e magari appassionare.

Ho scritto, più sopra, “un modo per continuare a chiacchierare”.Avete voglia di farlo anche con un altro mezzo?

Prendete nota della mia e-mail, teniamoci in contatto, coltiviamo questo dialogo. Vi aspetto.

[email protected] Ferrante

Complimential Globulo!!!Iniziamo a vedere i primi frutti

Carissimi, volevo complimentarmi per la nuova veste del nostro giornale, che mi piace un sacco! Sono contenta anche del gruppo delle “draculine” che conosco da anni e sono donne meravigliose. Cosa aggiungere? Vi voglio bene perché fate il vostro lavoro in maniera splendida!

La donatrice Nicoletta

Alla redazione del Globulo,mi piace molto. È questo che volevo dirvi sulla nuova realizzazione del periodico che è la voce della nostra Associazione. A tutti voi buon lavoro,e avanti così

Maria

Il nostro giornale è proprio bello. Lo leggo e lo faccio leggere. Mi piace com’è cambiato e sono molto belle anche le immagini.Aspetto il prossimo numero.

Giuseppe

Vita associativa Medicina

IL GLOBULO settembre 2010

Conoscere e sapere

4-5

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P ermettetemi di raccontarvi come mi sono avvicinato alla realtà della Donazione. Circa 30 anni orsono, mia moglie subì un intervento chirurgico presso questo Istituto, fu infatti operata dal Prof. Umberto Veronesi per due grossi adenomi alla tiroide. L’intervento sarebbe dovuto

durare circa 2 ore, ma dopo oltre 4 ore ero ancora senza notizie di mia moglie, quando finalmente apparve il Prof. Veronesi che mi disse che l’intervento, pur con qualche problematica, era andato bene e che mia moglie si trovava in camera di rianimazione per delle trasfusioni, al fine di recuperare le forze ed il sangue perduto durante l’intervento stesso.La lunga attesa ed i timori avuti mi portarono a pensare che qualcuno aveva dato il proprio sangue per aiutarla ed io non ero nella condizione di ringraziarlo. Alcuni mesi dopo, mi presentai presso l’Associazione Donatori certo di essere accettato a braccia aperte, ma così non fu: mi sottoposero, infatti, ad accurati controlli e colloqui al fine di determinare la mia idoneità alla donazione, solo successivamente avrei capito l’importanza di tutte queste attenzioni. Grazie anche all’amichevole accoglienza e collaborazione di tutto il personale dell’Associazione, iniziai quindi a donare il mio sangue, con slancio e con tanta riconoscenza verso coloro che avevano aiutato mia moglie. Queste mie donazioni mi hanno avvicinato ad un mondo di sofferenze, sino ad allora per me sconosciuto, che coinvolge Uomini, Donne e anche tanti Bambini e ciò fa sentire questo piccolo mio gesto un vero atto d’amore. Non mi sento un eroe ma posso affermare che il dono del sangue mi ha dato tante grandi ed intime soddisfazioni molte delle quali vissute in particolare in tardo autunno o in inverno, allorché facevo la donazione il sabato mattina per evitare le lunghe attese che a volte si incontravano nel corso della settimana. Arrivavo in Associazione molto presto la mattina e dopo la Donazione, scendevo in mensa per rifocillarmi e dopo un buon caffè uscivo dall’Istituto per ritrovarmi per strada, nella nebbia solo soletto. Solo, che sensazione! Solo certo, ma GRANDE.Voglio concludere questa mia con un ultima considerazione, forse immodesta ma certamente veritiera: Gesù Cristo ha dato il suo sangue per l’umanità ed i Donatori di Sangue sono da sempre suoi Discepoli.

Giuseppe Manzi

LetteraDonatoreper sempreA Maggio 2010, per raggiunti limiti di età, ho fatto la mia ultima donazione ma se ciò non mi consentirà più di essere un Donatore effettivo, continuerò ad essere nel mio cuore, un Donatore per sempre.

Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO settembre 20106-7

Benemerenze 2010 da ritirareSi ricorda a tutti i Donatori che non hanno potuto partecipare all’Assemblea del 23 maggio scorso o che non hanno ancora ritirato la propria benemerenza, che queste sono disponibili in Segreteria. Per chi invece avesse ritirato la benemerenza in assemblea è possibile ritirarela foto della propria premiazione.

ADSINT e UISP di nuovo insieme all’Acquario Civico di MilanoMercoledì 23 giugno alle ore 18.00 presso l’Acquario Civico Milano si è svolto l’incontro “Milano in movimento: Città Pubblica, spazi verdi urbani e sportpertutti” promosso dal Comitato Provinciale UISP di Milano in collaborazione con il Comitato Regionale UISP Lombardo. Una serata di riflessioni aperta sul ruolo di “Milano - città pubblica”.L’aria “pulita” e il rispetto dell’ambiente in cui viviamo sono priorità che, insieme alle opportunità di lavoro e abitative, concorrono alla qualità della vita, di tutti.

ADSINT: estate all’IdroscaloNei Mercoledì e Domenica di Luglio, la zona tribune dell’Idroscalo ha ospitato il gazebo della nostra Associazione, posto per sensibilizzare alla Donazione di Sangue gli spettatori degli spettacoli estivi proposti dalla Provincia di Milano. Lo slogan: “Non farti succhiareil sangue dalle zanzare: DONALO!”. Grande affluenza di pubblico e speriamo anchedi futuri Donatori di sangue.

La Segreteria ADSINTADSINT news

1_ ADSINT e UISP all’acquario civico di Milano.2_ L’idroscalo di Milano.

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foto di Damiano Basanisi

IL GLOBULO settembre 2010

Conoscere e sapereMedicinaVita associativa

8-9

La grande festa di Vaiano, dal 10 al 15 giugno, fra cene, musica, balli, lotterie. Il lavoro di donne e uomini di un paese

intero che si stringono attorno all’ideale della donazione di sangue in un festoso abbraccio d’amicizia.

Vaiano

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Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO settembre 2010

10-11

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Flavio ArientiDopo la laurea

in Medicina e Chirurgia ha svolto in Istituto per circa

10 anni attività di ricerca nell’ambito

dell’immunoterapia dei tumori umani. É specializzato in Oncologia e dal

1996 lavora presso il Centro Trasfusionale dove è responsabile

dell’Area di Immunoematologia.

A domanda...risponda

testo di Flavio Arienti

Nata a Udine Gallipoli Milano

Compleanno 20 luglio 1971 9 giugno 1971 3 novembre

Segno zodiacale Cancro Gemelli Scorpione

Studi di Medicina e chirurgia Maestra di asilo nido Geometra

Lavori precedenti Studente Nessuno Nessuno

Attuale funzione Dirigente medico Infermiera Segretario ADSINT

Il tratto principale del suo carattere

Ordinata Solarità e sincerità Semplicità

La qualità che preferisce in un uomo

Un bel sorriso spontaneo Onestà e allegria Carisma

E in una donna Anche Simpatia Simpatia

Il suo principale difetto Ansietà Poca pazienza Inaffidabilità

Il suo sogno di felicità Non lo dico... così si avvera Nessuno, sono già felice cosìLa guarigione di un’amica

dalla leucemia

Il suo rimpiantoNon essere stata di più

all’estero per lavoroNon poter essere vicina alla mia

famiglia d’origineAver mantenuto una promessa a

mio discapito

Il giorno più felice della sua vita Quello del mio matrimonio Quelli della nascita dei miei figli12/09/2009 al termine del successo

del music festival che ho organizzato con degli amici

E il più infelice L’ho rimosso Quello della morte di mio padre Il giorno del funerale di mio nonno

La materia scolastica preferita Letteratura italiana o straniera Italiano Storia

Città preferita Londra Nessuna preferita Fra tutte quelle visitate, Siviglia

Il colore preferito Rosso Blu Rosso

Il fiore preferito Girasole OrchideaNessuno, non mi piacciono

particolarmente

Animale preferito Nessuno Cane Cammello

Bevanda preferita Birra Acqua naturale Birra

Il piatto preferito Fiorentina Pizza Pasta

Libro letto di recente che consiglierebbe

Come mi batte forte il cuoredi B. Tobagi

Il codice Da VinciLa biblioteca dei morti

di Glenn Cooper

Libro preferitodi sempre

I promessi sposi Mille splendidi soli I pilastri della terra di K. Follett

Cantante preferito Vasco Renato Zero Ligabue

Film cult Boh A beautiful mind Radiofreccia

Attore e attrice preferiti Boh NessunoJohnny Depp,

Giovanna Mezzogiorno

Se dovesse cambiare qualcosa del suo fisico, che cosa cambierebbe

L’altezza Niente Niente

Che cosa detesta di più La falsità La bugia Perdere tempo

Paola ColucciaAnche lei è uno dei medici che i donatori hanno imparato a conoscere. Per un po’ di tempo non la vedremo perché il suo “sogno di felicità” nel frattempo, si è avverato. Auguri!

Filomena FedeleSolare e amabile come la terra di Puglia da cui arriva, ha saputo trovare un posto speciale nel cuore di molti donatori che la cercano... anche quando non c’è

Stefano LanfranchiÈ ormai da anni segretario dell’ADSINT che ha frequentato all’inizio durante il suo servizio civile... e ha deciso di rimanere!È davvero sempre presente anche quando non sembra!

Cari donatori, anche in questo numero tre persone che senza dubbio avete avuto modo di incontrare, aprono

una piccola finestra nel loro privato per voi.

Come nei numeri precedenti, ho basato la mia scelta in funzione di mantenere un rappresentante del ruolo medico, uni di quello infermieristico e di quello amministrativo.Anticipo sin d’ora che non tutte le persone che operano con e per i donatori si “lasceranno andare” in queste pagine: alcune di loro hanno scelto di non rispondere alle domande proposte per “pudore”, per timidezza, per riservatezza o altro. A nulla sono valse le mie povere doti “seduttive”. Rispettiamo comunque pienamente le scelte di ciascuno con l’assoluta evidenza che è il loro lavoro la “carta d’identità” con cui si possono far conoscere. Da queste pagine a loro il mio personale grazie, comunque.

Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO settembre 201012-13

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Il dono di natura che vorrebbe avere

La pazienza La salute Comandare il tempo

Il regalo più bello che abbia mai ricevuto

Tanti, nessuno in particolare Il mio lavoroUn peluche a forma di cammello,

non per il regalo ma per la persona e il motivo per cui me l’ha regalato

Si piace interiormente? Sì, ma posso migliorare Sì, molto Sì

E esteriormente? Sì, ma non posso migliorare Abbastanza Sì ma non è una mia priorità

Misura di scarpe? 36 41 43

Numero preferito? 3 5 11-7-3

Tipo di musica preferita? Pop-rock Moderna Rock

Doccia o bagno? DocciaDoccia, perché ho sempre

poco tempoDoccia

Quale dei suoi amici vive più lontano?

Tanti Chantal che vive a TorontoLa maggior parte vive

in provincia di Bergamo

Cosa cambierebbe nella sua vita?

Vorrei avere un lavoro più creativo NienteNiente, potrebbe essere una scelta

di cui mi pentirei

Proverbio preferito? Chi la fa l’aspetti Ride bene chi ride ultimoChi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel lascia ma non sa quel che trova

Di cosa ha paura? Di tante cose Della morte Dei cambiamenti

La prima cosa a cui pensa quando si sveglia?

Oddio, sono di turno alle 7.30 dai donatori!

Devo sbrigarmi a fare tutto A spegnere la sveglia

Film preferito? La mia Africa Il gladiatoreIl signore degli anelli,

L’Ultimo Boyscout

Un posto dovele piacerebbe andare?

Australia Non ho un posto preferito Irlanda

Sport preferito? Nuoto Atletica leggera Purtroppo il calcio

Timido o estroverso? Timida Timida ed estroversa Timido

Stile? Classic Normale Nessuno in particolare

Mare o montagna? Mare Mare Mare

Ha paura della morte? Sì... Sì Sì, di quella degli altri

A che ora va a letto di solito? 23.30 TardiSempre troppo tardi

rispetto a quanto vorrei

Fuma? No No Chi??? Io???

Soprannomi? Chiedetelo ai miei colleghi! NessunoDipende dalla persona: tesorino,

stif, lambruschi, ste

Un ricordo bello e uno bruttoTanti ricordi belli,i brutti li rimuovo

Il mio matrimonio, l’intervento a mia figlia Sofia

10/09/2005 mega concerto di Ligabue,i racconti di mio nonno

Cosa vuole direalle persone che leggerannole sue risposte?

CiaoSiete tutti splendidi per quello che fate

Grazie

Le Associazioni in istituto

ASSOCIAZIONE BIANCA GARAVAGLIAONLUS

Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO settembre 201014-15

L’Associazione Bianca Garavaglia Onlus nasce il 13 aprile 1987 e prende il nome da Bianca,

bambina dolcissima, colpita all’età di 5 anni da una rara forma di neoplasia.L’iniziativa nasce dalla personale e diretta esperienza dei genitori, posti a contatto con i problemi e le necessità di chi opera nel campo dei tumori infantili; problemi spesso affrontabili solo con interventi diretti e immediati di sostegno delle strutture già esistenti. L’Associazione ha lo scopo di “promuovere studi scientifici e cure mediche in materia di tumori dell’età infantile nonché aiutare e sostenere direttamente sul piano finanziario ed operativo iniziative in detto campo”, si tratta di fornire ad Enti e Istituzioni che operano nel settore, mezzi ed aiuti senza passaggi intermedi o rallentamenti burocratici.L’Associazione Bianca Garavaglia da 23 anni offre il suo sostegno e raccoglie fondi e per la Struttura complessa di Oncologia Pediatrica della Fondazione

IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, uno dei maggiori centri di ricerca e cura nel campo dei tumori dell’età infantile.La realizzazione degli scopi che l’Associazione si prefigge comporta il finanziamento di progetti, alcuni dei quali, come la ricerca di base, hanno dei tempi molto lunghi, con impegno di risorse sia umane che economiche importanti. In questi anni sono stati finanziati progetti scientifici indispensabili per potenziare la ricerca clinica di base, borse di studio per oncologi che hanno così potuto operare all’interno dell’ospedale, operatori e psicologi che hanno rivolto grande attenzione all’assistenza ai piccoli malati e alle loro famiglie.Tra l’Associazione Bianca Garavaglia e l’Istituto Tumori di Milano ogni tre anni viene stipulata una convenzione che regola i reciproci rapporti per promuovere e facilitare la realizzazione di progetti e programmi di ricerca. Con 250 nuovi giovani pazienti accolti per diagnosi e terapie ogni anno (dato 2008), oltre 800 ricoveri, 1000 day-hospital e oltre 10000 prestazioni ambulatoriali la Pediatria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è una delle realtà italiane di eccellenza; è Centro di riferimento per i tumori solidi dell’età pediatrica; richiama giovani pazienti da tutta la Penisola (solo il 60% è lombardo) e talvolta, anche da altri Paesi; per le attività cliniche si avvale di un supporto multi-specialistico: oncologo, radiologo, patologo, chirurgo, radioterapista, medico nucleare, endocrinologo, neurologo, psicologo e biologo lavorano insieme.

1 Ogni anno solo in Italia, circa 1600 bambini fra 0 e 16 anni si ammalano di tumore, ovvero un bambino ogni 350.

2 I tumori infantili hanno specificità proprie, che necessitano di studi dedicati.

3 La relativa rarità delle neoplasie infantili rispetto a quelle dell’adulto rende l’oncologia pediatrica un mercato poco interessante per le imprese ed una priorità meno “conclamata” per le istituzioni. Questo limita grandemente le risorse impegnate nella ricerca.

4 Guarire non vuol dire semplicemente sconfiggere il cancro, ma anche assicurare una buona qualità di vita in un futuro che, per i bimbi, si presume ancora lungo. E purtroppo, le terapie ad oggi disponibili non sempre lo consentono.

5 La ricerca sui tumori pediatrici ha consentito significativi progressi anche nella comprensione delle patologie dell’età adulta.

6 ... ed infine, non possiamo dimenticare il grande credito nei confronti della vita di questi piccoli pazienti. Tiziano Terzani, famoso scrittore e giornalista malato di tumore, parlando dei bimbi ricoverati nello stesso ospedale in cui si trovava, dice: “Io ero fortunato: avevo già vissuto una vita; loro no”. (Tiziano Terzani, “Un altro giro di giostra”)

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IL GLOBULO settembre 2010

Questa volta voglio fare una eccezione e me ne scuso ma sento il dovere di dedicare alcuni pensieri in ricordo di una persona eccezionale che

ho avuto il piacere di conoscere e con la quale, tramite il club rotariano cui appartengo, ho avuto rapporti negli ultimi cinque anni a sostegno della Fondazione da lui voluta e che ho avuto modo di incontrare in Italia e in Romania presso il centro pilota da lui fondato per l’accoglienza di bambini, spesso orfani, affetti da Aids. Mi riferisco al giornalista Mino Damato scomparso il 16 luglio scorso. La sua esperienza di vita negli ultimi venti anni è stata improntata e guidata da un solo principio conduttore quello della solidarietà e dell’impegno personale.La scoperta dopo la caduta di Ceausescu della spaventosa diffusione dell’Aids in Romania spinge Mino Damato prima a inviare farmaci, denaro, vestiario per i piccoli ospiti dell’ospedale di malattie infettive di Bucarest e poi ad entrare personalmente in campo.Arriva così a far ristrutturare con i fondi da lui raccolti i

padiglioni ospedalieri dedicati a questa patologia presso l’Ospedale per malattie infettive Victor Babes di Bucarest e quindi a creare case di accoglienza, di assistenza e cura.Nascono così Casa Doru (dal bimbo cui aveva promesso una nuova sistemazione che però mai vide perché prematuramente morto); casa Andreia, dal nome della bambina che Mino Damato aveva adottato nei primi anni novanta e che morì di Aids, la Fondazione Bambini in Emergenza (ente morale riconosciuto nel 1997); una

16-17

Una vita all’insegnadella vera solidarietà:Mino Damato Ho accettato con molto piacere l’invito del Direttore Giovanna Ferrante a scrivere articoli di carattere medico sanitario.

casa famiglia ottenuta ristrutturando un ospedale abbandonato; due nuovi centri in questo centro pilota (chiamati Casa Luna e Casa Sole), un laboratorio analisi di standard europeo per il monitoraggio della replicazione virale e quindi per il controllo della risposta alle terapie antivirali; la collaborazione con la congregazione della Suore Missionarie Francescane di Assisi che assumono il compito di seguire educare e formare i bambini del centro; un nuovo centro dedicato a Santa Chiara ove vengono alloggiati i bambini più piccoli appena arrivati; la prima simbolica Ambasciata dei Bambini che sistema in un edificio donatogli; una nuova casa accoglienza con annessi frutteti per i bambini più grandi da avviare ad un mestiere in agricoltura e all’allevamento degli animali; il Villaggio Sorriso nato dalla ristrutturazione e dall’ampliamento di una struttura in decadenza, Come si vede una serie di grandi traguardi ottenuti con una forza d’animo fuori dal comune.Mino Damato era persona apparentemente dolce ed arrendevole in realtà di una forza d’animo eccezionale, energico, schietto come il suo interloquire che ignorava i preamboli. Era un personaggio straordinario, fuori dal comune e cioè capace di essere nel contempo sia generale che progetta, pianifica, guida ma anche di avere la capacità di essere in prima linea a fianco dei suoi collaboratori e volontari, tra loro come uno di loro.Era un autentico interprete della solidarietà: è questo un concetto spesso invocato, sulla bocca di molti, forse troppi, più che usato, abusato, al quale molto spesso si ricorre come viatico per ottenere approvazione e consenso.Ma la solidarietà, quella vera , come l’ha definita Padre Di Liegro “non è un vago sentimento di compassione, nè si fonda su un sentimento di altruismo ingenuo, ma nasce dalla analisi della complessità sociale, dai guasti del sistema sociale disordinato, dal degrado morale e culturale provocato dalla legge del più forte, dalla carenza di etica collettiva”. La solidarietà, come la carità, prima di essere un dovere è uno stato di fatto, una constatazione, significa sentirsi legato a qualcuno, condividere la sua sorte, mettersi nei suoi panni, compatire cioè patire con.I miei incontri diretti con Mino Damato sono stati pochi ma ciò che ho captato ed assorbito dalla sua personalità è rimasto indelebilmente in me.

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Fabrizio VillaniMedico Chirurgo,

specialista in cardiologia e

pneumologia. Assistente

universitario presso la Cattedra di Farmacologia

dal 1969 al 1975. Dal 1976 al 2010

ha lavorato presso l’Istituto

dei Tumori di Milano ricoprendo

negli ultimi dieci anni il ruolo di responsabile

dell’unità operativa di

Pneumologia e Fisiopatologia. Ha fatto parte per 17 anni del Consiglio

dell’ADSINT ricoprendo le

cariche prima di Segretario e poi di

Presidente finoal 1997.

testo di Fabrizio Villani

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La scelta della città, quale sede delle principali istituzioni europee (l’Unione Europea di cui la città può considerarsi la culla e la Nato che qui ha il suo quartier generale), vale come un riconoscimento alla sua

particolare natura di punto d’incontro fra diverse culture, accrescendone il carattere di capitale cosmopolita. Città in continua evoluzione è ricca di monumenti, musei e teatri, ma anche parchi e giardini che ne fanno una delle metropoli più verdi d’Europa. Il complesso urbanistico più omogeneo è la Grand-Place, la piazza principale (una delle più celebri d’Europa), cuore della città vecchia, “patrimonio mondiale” dell’UNESCO e protagonista anche di uno spettacolare mercato dei fiori in tutte le stagioni. Nella Grand-Place, si trova anche la facciata del quattrocentesco Hotel de Ville (il Municipio), una struttura in stile gotico e una

delle poche sopravvissute al bombardamento del 1695. Si tratta di uno dei gioielli della piazza la cui guglia pare un elaborato merletto che si arrampica verso il cielo... Poco distante, il monumento simbolo della città vecchia, quella celebre fontana del puttino che fa la pipì chiamato Manneken-Pis, che secondo la tradizione ricorda un fanciullo che si era servito del mezzo più naturale per spegnere la miccia di una bomba. L’Atomium invece è il simbolo della Bruxelles moderna. Fuori dal centro storico, nell’area del grande Parco di Laeken, svetta questo gigantesco monumento, costruito nel 1958 per l’Esposizione Universale. Raffigura un atomo ingrandito 165 miliardi di volte. Al suo interno, un ascensore che in 23 secondi raggiunge la vetta del monumento, alto 102 metri.

La cosmopolita metropolibelga è tutta da scoprire.

Merita una visita anche la casa che l’architetto Victor Horta, uno dei massimi esponenti ed interprete dell’architettura Art Nouveau, costruì per se stesso, progettando sia l’esterno che gli arredi. E poi? È il regno delle nuvole, la capitale belga. Sono bianche quelle che si riflettono sugli edifici e che arrivano con i venti del Nord. E sono le nuvole “parlanti” delle Bandes Dessinées, come chiamano i fumetti qui, nel Paese numero uno in Europa per la creazione di storie a strisce. Ma soprattutto sono le nuvole della pittura di René Magritte.E, a proposito di dipinti, il Musée Magritte Museum, ne è una importante testimonianza. (Rue de la Régence, 3 - Orario: da martedì a domenica 10-17; mercoledì 10-20 – Info: www.musee-magritte-museum.beDuemilacinquecento metri quadrati. La più grande collezione di opere di René Magritte al mondo. Una collezione che copre tutti i periodi della vita dell’artista. E, per finire? Il cioccolato: quello belga è tra il più apprezzato e amato dai gourmet di tutto il mondo perché si distingue per la nobiltà dei suoi ingredienti, tutti naturali. Il burro di cacao, infatti, non viene sostituito – come accade in altri Paesi – con grassi vegetali. Leggero come una nuvola, delicato come una carezza, regala momenti di indimenticabile piacere...

Stefania BortolottiGiornalista, con una lunga presenza sulle pagine di Selezione

del Reader’s Digest dove ha scritto di salute come argomento principale. Tema questo che l’ha sempre interessata e

appassionata e che segue tuttora per altre testate. Quando non scrive e non insegue personaggi da intervistare, si regala piacevoli soste a Santa Margherita, il mare che ha nel cuore.

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IL GLOBULO settembre 201018-19

Bruxellesrelazione di Stefania Bortolotti

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Naso all’insù

testo di Floriana Guida

Usi bellici, all’esordio, la Francia rivoluzionaria se ne avvalse e un corpo analogo – gli aerostieri - venne creato

dal Presidente americano Lincoln durante la Guerra di Secessione. Palloni frenati furono usati in guerra sino all’avvento degli aeroplani. Il Novecento preferì i dirigibili, peraltro infiammabilissimi. Il boom delle mongolfiere come mezzo sportivo, turistico e pubblicitario è storia recente, risale agli anni Sessanta dell’altro secolo, grazie agli statunitensi che usarono i giganti dell’aria come veicolo promozionale, ben visibile, non inquinanti (il propano che ne garantisce il volo è il più pulito tra i combustibili fossili). In Italia i palloni ad aria calda hanno una federazione sportiva (la FITA) che le tutela, con un calendario articolato di gare, tra le quali l’appassionante “Caccia alla volpe”: la volpe è una mongolfiera che si alza in volo un quarto d’ora prima delle altre e atterra in un luogo segreto dove va a disegnare una X, simbolo del suo nascondiglio. Gli equipaggi in gara tentano di centrare la zona X lanciando markers appositamente ideati; sembra facile, ma in realtà è un’impresa perché venti e correnti rischiano di allontanare i palloni dal campo di gara e farli atterrare necessariamente distanti dalla “volpe”.Sei anni fa la Provincia e il Comune di Ferrara hanno ideato e organizzato il Balloons festival: un evento che ha saputo introdurre il mondo degli aerostati all’interno dell’offerta turistica

L’aerostato è italiano, si deve a Padre Francesco Lana che lo ideò nel Seicento, ma furono i fratelli Montgolfier a creare il primo pallone ad aria calda, nel 1783.

Floriana GuidaRomana per nascita ma meritevole dell’Ambrogino d’oro in qualsiasi edizione glielo volessero assegnare, è una sagace bibliofila che sin dall’infanzia ha coltivato il teatro tra le sue priorità. In ordine di passione la danza, il melodramma, la prosa, il varietà. Il teatro delle marionette le si è dischiuso dopo il trasferimento a Milano, dove ha messo su famiglia, quando ha avuto modo di frequentare assiduamente la famiglia Colla, con la quale ha diviso molte gioie e il piacere della loro compagnia. Anche con la C maiuscola.

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IL GLOBULO settembre 201020-21

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della città, diventando in breve tempo il più importante Festival delle mongolfiere in Italia e uno dei più prestigiosi d’Europa. La strategia perseguita fin dall’inizio è stata quella di coinvolgere il tessuto imprenditoriale locale, di attivare importanti partnership con soggetti privati e allargare la partecipazione a tutte le realtà associative, culturali e sportive ferraresi. Grazie a queste collaborazioni il Festival è cresciuto di anno in anno, ha acquisito una dimensione internazionale e consolidato nel contempo una forte identificazione locale.Anno dopo anno all’interno del Parco urbano “G. Bassani”, gioiello del Rinascimento e Patrimonio dell’Umanità UNESCO a due passi dal centro storico di Ferrara, enormi palloni colorati prendono forma, si confondono tra le nuvole e il cielo di Ferrara si trasforma in un variopinto caleidoscopio. Equipaggi di diverse nazionalità si sfidano in avvincenti competizioni aerostatiche; voli ed esibizioni di mongolfiere di ogni forma e varietà, spettacoli notturni, voli vincolati aperti al pubblico, esibizioni di aquiloni, voli aerei sulla città e sul Delta del Po, possibilità di lanci con paracadute in tandem regalano a tutti emozioni uniche e coinvolgenti. Una magia che si ripete e attrae sempre più visitatori da tutta Europa: i fratelli Montgolfier ne andrebbero fieri.

BALLONS FESTIVALa Ferrara dal 17.09.10 al 26.09.10Ingresso gratuito.www.ferrarafestival.it

1_ Lo spettacolo del decollo: assistere al gonfiaggio dei giganti dell’aria, osservare le manovre dei piloti, sentire il rumore e il calore dei bruciatori e vedere infine le mongolfiere accendersi e alzarsi in volo è uno spettacolo indimenticabile. Le mogolfiere prendono lentamente forma nell’aria quieta del primo mattino o nella luce dorata del tramonto, e silenziosamente popolano il cielo.2_ Si chiamano Special Shapes: sono le mongolfiere che, anziché avere la caratteristica forma “a lampadina”, riproducono forme naturali o artificiali di qualunque tipo (dinosauri, tigri, pavoni, mele e arance...).Non si tratta di un’invenzione recente; furono utilizzate in occasione di feste particolari fin dagli albori del volo aerostatico. Il Ferrara Balloons Festival 2009 ha ospitato 13 forme speciali cha hanno contribuito a colorare il cielo della città .3_ Si comincia a salire e poi è il vento che indica la strada da seguire per soddisfare la voglia di emozioni inconsuete.

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Finchè, proprio in occasione di questa fiera, mentre mi aggiravo incuriosita sono entrata in uno dei tanti spazi espositivi, attratta dagli innumerevoli fili di file di pietre preziose e semipreziose appesi alle pareti ed ho preso da un vassoio alcuni pezzi di quarzo rosa dalla forma particolare. Ne ho scelti alcuni ed ho provato ad accostarli tra loro, finchè il risultato mi è apparso soddisfacente e una commessa si è complimentata per la composizione che ne era uscita. Da quel primo tentativo il passo è stato breve ed oggi ho una bella collezione di collane che mi diverto ad abbinare ai vari capi d’abbigliamento e che suscita la curiosità di amiche e colleghe, tanto

che a volte mi chiedono di preparare qualcosa di particolare per loro o di pensare ad un possibile dono (nel periodo natalizio in particolare vengo sommersa da richieste di bracciali, orecchini, ma quest’anno intendo proporre anche spilloni da cappotto, vedremo). Ancora oggi è per me emozionante la ricerca del pezzo particolare, proprio quello che può dare il tocco speciale ad una collana, oppure capita di essere colpita da qualcosa di imprevisto, che allora porto a casa e metto da parte, sicura che prima o poi si presenteranno i compagni adatti da allineare sul filo. Perché ogni collana deve essere un po’ speciale, avere un suo carattere, trasmettere una sensazione, provocare un non so che in chi la guarda ed adattarsi perfettamente a chi la deve indossare. Per questo cerco di consigliare, mi permetto di chiedere anche di osare qualcosa di non banale. Personalmente preferisco tra le pietre la corniola per il suo colore caldo (pare che sia molto indicata per le arieti), l’ametista, il quarzo ialino (cristallo di rocca), l’acquamarina, il lapislazzulo o, sempre stando sul blu, la meno pregiata sodalità. Le ultime nate, quest’estate, sono collane che definirei etnico-chic: pezzi etnici (corno, ottone, madreperle, vetri, conchiglie fossili dei Naga, con intrusioni di turchese e corallo, ...), ma rivisti con il nostro gusto. Un aspetto interessante di questa mia passione è capire la personalità che si ha davanti e cercare di offrire qualcosa di appropriato, magari creato apposta per lei. Spesso il primo approccio avviene esaminando insieme le collane, molto semplici, un po’ superate, che giacciono da anni in un cassetto e decidere di dare loro nuova vita, con l’aggiunta di qualche pezzo d’argento o argentone, o anche di pietre diverse. È un bel passatempo girare per mercatini domenicali cercando pezzi particolari, magari provenienti da altri Paesi, oppure prendere qualche spunto girando per vetrine! Sono convinta, e ne ho spesso la dimostrazione, che una bella collana, non per forza costosa, ma adatta all’abito, un paio di orecchini azzeccato, un bracciale intonato diano un tocco speciale, capace di mettere in risalto anche un abbigliamento non ricercato... L’ultima occhiata davanti allo specchio, prima di uscire, ve lo confermerà!

Questa passione ha avuto inizio qualche anno fa, inizialmente come un’attrazione verso le collane che vedevo esposte nelle vetrine o negli stand della Fiera dell’Artigianato, però abbastanza costosa da mantenere.

Collane

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IL GLOBULO settembre 201022-23

Anna Laura Naborriè nata Milano sotto il segno dell’Ariete. Laureata in Filosofia, di professione insegnante.È sposata con Alfonso Nociti, attivo consigliere ADSINT e hanno una figlia. Anna ama leggere e altri suoi hobby, oltre a realizzazionedi monili, come vi ha raccontato, sono la cucinae il giardinaggio.

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IL GLOBULO settembre 2010

Vita associativa Medicina Conoscere e sapere

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Un salto sul tettodel Duomo di Milano

È un’esperienza da provare più volte, da assaporare e rigustare come una cosa dolce e piacevole che più la si fa e più la si vorrebbe rifare.Certo, salire su per le scale è faticoso (201 gradini non sono pochi ma

chi vuole può usare, con pochi euro, l’ascensore) ma quando si sbuca sul tetto del Duomo, tra le guglie che si slanciano verso il cielo, la sensazione di grandezza e di bellezza del simbolo di Milano ti prende il cuore.Arrivando sul punto più alto, aperto al pubblico, ci si guarda intorno e si vede lo spettacolo di una Milano diversa. Mille tetti, terrazze, cupole e campanili si affacciano alla nostra vista e si comincia a riconoscere il campanile di S. Ambrogio, quello di S. Maria delle Grazie e, giù più a sud, quello della basilica di S. Lorenzo. Mi giro a nord e vedo “el Pirelun” che si slancia verso l’azzurro con sullo sfondo le montagne delle alpi lombarde. Che spettacolo, ad ogni angolo, ad ogni cunicolo, su ogni guglia, un mondo di statue, doccioni, rosoni e ghirigori che mi lasciano a bocca aperta se penso a quando è stato costruito ed a quante mani e schiene hanno sofferto per creare questo tempio dedicato alla religione cristiana (dedicato più esattamente a Santa Maria Nascente).Provate a passeggiare sul tetto del Duomo, guardando il cielo, e non potrete che sentire un senso di libertà e grandezza che è difficilmente percepibile nella vita quotidiana. Percorro il tetto col naso al’insù ed ogni guglia mi sembra una lancia che vola verso l’infinito; mi ritrovo a passare sotto ai ponticelli che si sviluppano in una sintonia allegorica che fa tutt’uno con le guglie ed i pinnacoli e mi sembra di camminare in altri secoli, in altri momenti, in altre realtà.Poi, quasi senza accorgermi, mi trovo sotto la guglia principale, alzo la testa e vedo lassù la “Madunina” in tutta la sua imponente bellezza dorata, che si staglia tra le bianche nuvole e l’azzurro del cielo infinito e mi comincia a battere forte il cuore!

“ O mia bèla Madunina, che te brilet de luntan tüta dòra e piscinina, Ti te dòminet Milan

”O mia bela Madunina, quanto sei bella, quante cose belle hai visto da

Siete mai saliti, in una giornata di sole e di cielo sereno, sul Duomo di Milano?

lassù! Il mondo che cresceva, Milano che cambiava, le persone che nascevano, crescevano e poi, in silenzio ti raggiungevano lassù nell’azzurro del cielo. Hai visto la tua bella Milano svilupparsi, crescere a dismisura e diventare la grande Milano che ospiterà l’Expo del 2015. Hai visto la tua amata Milano piangere e soffrire, offesa dai bombardamenti dell’ultima guerra, con lacerazioni e morti che facevano pensare ad una Milano distrutta per sempre ed invece la forza, la tenacia e l’amore dei Milanesi per la loro città hanno fatto sì che rinascesse più forte e bella di prima. Guardo ancora il cielo azzurro e la Madunina tüta dòra e piscinina e Le rivolgo una preghiera,esprimendo un desiderio:“O mia bela Madunina, quando non potrò più stare qui tra i vivi sulla terra, fammi stare al tuo fianco, anche solo per un attimo, ma fammi vedere con i tuoi occhi, qui tra l’azzurro del cielo, la mia bella Milano che si sveglia al mattino, che corre per tutto il giorno come un’ape operosa, che si addormenta la sera sotto una coperta di stelle, fammi vedere ed abbracciare.

testo di Alfredo Dovera

Alfredo DoveraMilanese per nascita e

per convinzione. Svolge la libera professione

di Commercialista, è Revisore Contabile e

Perito del Tribunale di Milano. Appassionato

di Formula Uno, di automobilismo e di

motociclismo, ama il mare ed il navigare.

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IL GLOBULO settembre 201026-27

108,50 metri altezza della Madonnina dal suolo

4,16 metri altezza della Madonnina

56,50 metri altezza della facciata al centro

45 metri altezza della navata maggiore

158 metri lunghezza esterna

148 metri lunghezza interna

67,90 metri larghezza della facciata principale

57,60 metri larghezza interna delle 5 navate

93 metri larghezza esterna al transetto

66 metri larghezza esterna ai fianchi

11.700 m2 superficie interna

52 colonne interne

135 guglie

3400 statue, di cui 2300 all’esterno (senza contare le mezze figure negli sguanci delle finestre, i 96 giganti sui doccioni e gli altorilievi)

24 metri altezza delle colonne interne

3,4 metri diametro della colonne interne

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28-29 IL GLOBULO settembre 2010

Eugenio ed Eros Pellini Scultori

testo di Stefano Cozzaglio

A Milano, in via Siracusa n. 6 esiste ancora lo Studio Pellini che è stato utilizzato sia da Eugenio Pellini che da suo figlio Eros, ed è tuttora arredato come negli anni della loro attività

artistica. Io l’ho visitato. E mi piace raccontare la loro storia .Eugenio Pellini Nato a Marchirolo, in provincia di Varese, il 17 novembre 1864 da Andrea e Carolina Pellini, nel 1878 si trasferisce a Milano presso il fratello Oreste e inizia l’apprendistato nella bottega del marmista Biganzoli, dove lavora il marmo e la pietra. Partecipa al clima attivo della scapigliatura e fa sue le idee socialiste, sperimentando personalmente fatica, miseria e difficoltà di lavoro e di vita. Nel 1884, anno in cui realizza Lo spazzacamino, è allievo di Ambrogio Borghi a Brera nel corso di scultura. Nel 1891 gli viene assegnato il premio triennale Oggioni che prevede la specializzazione all’Accademia di Roma. Inizia, allora, un lungo viaggio attraverso l’Italia, cui fa seguito un soggiorno a Parigi. A questi anni risale l’incontro con l’opera di Medardo Rosso e Auguste Rodin, che risulterà fondamentale per lo sviluppo del suo linguaggio. Sono gli anni del Fanciullo di Nazaret, 1891, opera di rara potenza espressiva che, nell’arco di due anni, verrà esposta anche a Chicago e premiata. Gli anni del Cesto d’uva, 1893, di Pagine d’album, 1894, e delle prime importanti commissioni monumentali: L’angelo del dolore per la tomba Macario, 1894, il Cristo nel Getsemani per la tomba Lardera, 1895, e la tomba Merli Maggi, 1910. Nel 1897 l’assegnazione del premio Tantardini per la scultura Madre lo consacra artisticamente in maniera definitiva. Quest’opera sarà premiata anche all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, a Barcellona nel 1907, ed esposta a Firenze nel 1911. Pellini vive in prima persona la repressione antisocialista di Bava Beccaris ed è costretto a lasciare Milano per due anni, rifugiandosi a Parigi e, poi, a Varese, pur continuando

Raramente capita di potere visitare degli studi di scultori sia perchè queste tecniche sono molto complesse sia perché spesso, una volta mancato l’artista, la parte più industriale dell’atelier viene disfatta anche in ragione del grande spazio che richiede.

Stefano CozzaglioNato nel 1954. Architetto. Appassionato di manifestazioni

di tipo artistico e culturale e in particolare di storia, sceneggiatura, fumetto, fotografia ed incisioni d’arte.

Collabora con “il Globulo” dal 1995, prima in maniera saltuaria poi sempre più continuativa sviluppando articoli di argomento

storico, arte, evoluzione del costume militare, sociologia.

foto di Damiano Basanisi

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IL GLOBULO settembre 201030-31

Fra le quinte

L’Out Off nasce nel 1976 nella storica cantina di viale Montesanto.

testo di Giovanna Ferrante

L’Out Off - fondato nel 1976 nella storica cantina di viale Montesanto a Milano - da subito si propone come una realtà teatrale

attenta a quanto avviene di nuovo sulle scene, nella drammaturgia, nella danza, nella musica, nelle arti visive. Nel 2007 il Teatro ha ricevuto dal Comune di Milano l’ Ambrogino d’oro per la sua attività trentennale e dal 2008 è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali “Teatro Stabile di Innovazione”. “Out Off, (fuori, anzi, più fuori) significava per noi allora, e continua a voler dire ancora di più oggi, stare in disparte, evitare di inseguire il facile consenso, stare esclusivamente dalla parte degli artisti per conoscere, capire e interpretare meglio il presente”. Così il fondatore e direttore artistico Mino Bertoldo, definisce il significato di quella doppia negazione (Out Off) e di quel simbolo, la X, divenuti per tutti un segno emblematico del nuovo teatro. Dopo la chiusura nel 1979 della sede di via Montesanto, l’Out Off attraversa un periodo “nomade” alla continua ricerca di spazi per proporre la propria attività. Questo limite diventa un terreno di lavoro e la mancanza di un luogo scenico deputato finisce per rientrare nelle poetiche dei lavori stessi caratterizzando il periodo 1980 - 1986

Per pranzare, per cenare, per bere un aperitivo, per ascoltare un monologo, per assistere ad una lettura scenica, per conversare, per stare in compagnia dilatando le ore della notte in un piacevolissimo dopo-teatro. Tutto questo succede a “Le Quinte”, ristorante, enoteca e molto altro, posto proprio nel foyet del Teatro Out Off, luogo dentro un altro luogo come in una scatola magica. Appena entrati chiedere di Francesco, il proprietario, l’uomo dalle mille sorprese.

come una vera e propria drammaturgia degli spazi. Emblematico è lo spettacolo “Tartarughe dal becco d’ascia” di Antonio Syxty realizzato all’interno di una cella frigorifera con il pubblico avvolto in coperte per resistere al freddo autentico, elemento fondamentale della rappresentazione. Nel maggio 1987 viene aperta la nuova sede di via Dupré, un vecchio capannone ristrutturato a sala teatrale con una capienza di 100 posti. Con la sede di via Duprè l’Out Off diventa a tutti gli effetti un Teatro con una programmazione continuativa di prosa, mantenendo però l’identità originaria di progetto aperto. e diventa la casa di decine di gruppi e artisti che presentano le loro realizzazioni e vi trovano una sponda produttiva. Il nuovo Out Off è stato inaugurato il 2 novembre del 2004 con uno spettacolo evento per Milano: “The Crying body”. La nuova sede è in via Mac Mahon, nei locali dell’ex cinema Eolo di proprietà comunale. Il Teatro dispone di una sala a scena integrata (senza palcoscenico rialzato) con 200 posti. Uno spazio neutro, grigio, senza quinte, senza sipario. Rigoroso ed essenziale dove non c’è separazione tra platea e spazio scenico che come in un teatro greco aspetta solo di essere riempito dall’azione degli attori.

Lorenzo LorisAd incarnare il progetto artistico del teatro Out Off è il regista stabile Lorenzo Loris. uno tra i registi più apprezzati della sua generazione, che ha lavorato molto all’estero, con esperienze di regia anche in Russia. “Il Corso di formazione alla Scuola del Piccolo Teatro, il mio maestro Carlo Cecchi, assistente di Eduardo De Filippo, i testi di Pinter come - La Serra -, il linguaggio del ‘900, lo studio e l’analisi della parola, tutto questo è alla base del mio lavoro.L’arte scenica non va cercata lontano, anzi spesso l’assoluto viene indicato dalla semplicità dei mezzi. La suggestione scaturisce dall’essenzialità.Ricordiamoci che, come diceva Eduardo, il teatro non deve fare altro che riprodurre la vita. A questo imperativo, alla vita di periferia, mi sono attenuto ad esempio affrontando la messa in scena de “La Gilda del Mac Mahon” di Giovanni Testori. La parola scritta diventa azione sul palcoscenico perché è il testo che suggerisce la strada da intraprendere”.

a lavorare. A causa delle sue scelte politiche, nei concorsi pubblici viene sempre osteggiato, in particolar modo da Bistolfi, come nel caso di quello per il Monumento ai Mille allo Scoglio di Quarto di Genova, a Giuseppe Verdi a Milano, 1911, e quelli per le porte laterali del Duomo di Milano. Di contro ha un forte riconoscimento da parte di committenti privati, che vedono in lui una delle personalità artistiche più rappresentative della Milano dei primi del Novecento. Dal 1905 espone a tutte le Biennali veneziane, alla Secessione Romana del 1914 e del 1915, alla Triennale di Brera. All’estero è presente a Buenos Aires, nel 1910, e a San Francisco nel 1915. Dal 1900 inizia ad insegnare alla Scuola degli Artefici del Castello Sforzesco a Milano. Nel 1903 incontra Dina Magnani, che diventerà sua moglie; due anni dopo nasce Nives, più volte ritratta nelle opere di questi anni, in particolare nell’Idolo; nel 1909 nasce Eros e nel 1911 Silvana. Eugenio Pellini muore a Milano il 28 maggio 1934.Eros Pellini Nato a Milano nel 1909 da Eugenio e Dina Magnani, Eros Pellini incontra l’arte in età giovanissima, a volte facendo da modello al padre con le sorelline Nives e Silvana, altre volte aiutandolo nella lavorazione del marmo.La notevole differenza di età e la lunga malattia del padre non gli consentono di vivere una giovinezza spensierata. Lavora come incisore e incassatore di pietre e frequenta la scuola serale di Brera. Nel 1930 si iscrive all’Accademia, dove ha per maestro lo scultore Adolfo Wildt e per compagni Fontana, Broggini, Melotti e Rosa Cerri, che sposerà nel 1936. L’incontro con Wildt sarà importantissimo per la sua formazione artistica, al punto che dalla morte del maestro, nel marzo 1931, non frequenterà più le aule dell’Accademia per diventare autodidatta. Nel 1939 inizia, per il santuario di Santa Rita a Cascia, le sculture che lo vedranno impegnato per oltre dieci anni: i rilievi in travertino della facciata, la Via Crucis, il bassorilievo dell’Ultima cena. Ma è a Milano, dove ha sempre abitato, nello studio grande e luminoso di suo padre, che realizza la Ragazza velata, del 1947, il Ritratto della moglie la Ragazza pavese, del 1948. Nella stessa città è chiamato ad esporre alle Biennali, le mostre sindacali, le mostre d’Arte Sacra all’Angelicum. Nel dopoguerra è presente anche alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, alla mostra del bronzetto a Padova, al premio Internazionale del bronzetto a Campione d’Italia, alla Biennale d’Arte Sacra di Novara.Gli giungono importanti commissioni di arte sacra e monumentale: nel 1953 la fontana delle Quattro Stagioni in

piazza Giulio Cesare a Milano, le Opere di misericordia spirituale per la Cappella Alemagna al Cimitero Monumentale, le formelle con le Storie della vita di Gesù per il Vaticano nel 1958, le sculture per la chiesa di San Gaetano a Milano nel 1959, per la chiesa del Seminario di Como nel 1960, per il Municipio di Campione nel 1971, il bronzo degli Innamorati per il Muretto di Alassio nel 1978, i bassorilievi per San Francesco di Sales a Milano nel 1979. A queste commissioni affianca una produzione di sculture di atelier: le Ragazze, le Ballerine, le Pattinatrici, gli Acrobati, i Personaggi, la Famiglia dell’architetto.Eros Pellini è anche chiamato a ad assumere incarichi di responsabilità e, per l’obiettività dei suoi giudizi, a far parte di numerose giurie: commissario all’Angelicum, consigliere alla Società di Belle Arti e Permanente di Milano, commissario alla X Triennale. Gran parte della sua vita è dedicata all’insegnamento: dal 1942 è alla Scuola d’Arte del Castello di Milano, passerà poi a Brera alla Scuola degli Artefici, al Liceo Artistico e, nel 1970-71 all’Accademia. Nel 1973 inizia il suo lungo rapporto con Nanda e Orlando Consonni della Galleria Ponte Rosso di Milano, dove partecipa a molte collettive e dove gli verranno dedicate molte esposizioni personali. Nel 1991 Silvano Colombo organizza la mostra “Di padre in figlio. Eugenio ed Eros Pellini”. Eros Pellini muore a Milano l’8 ottobre 1993.

Ringraziamenti Signora Matelda Pellini, Via privata Siracusa, 6 - Milano (Italia) [email protected] Fondazione della Biblioteca di via Senato per le visite organizzate presso lo Studio Pellini. La Dottoressa Eleonora Marta Andina per la sua tesi sull’argomento [email protected] Ponte Rosso sita a Milano in via Brera n. 2 per i cataloghi pubblicati sull’argomento. Il signor Damiano Basanisi per le immagini che accompagnano l’articolo.

La Gilda di Mac Mahon di Giovanni Testori.

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Diventerà famosissimo e assai ricco con il nome d’arte di Lewis Carroll, l’autore di “Alice nel Paese delle

meraviglie”. “Camera oscura”, libro estremamente documentato e corredato di fotografie, lo si deve alla penna e alle ricerche della sua autrice, non a caso avvocato che ha fondato a Londra lo Studio Hornby e Levy, specializzato in diritto di famiglia e dei minori.Già, perché su Lewis Carroll, anche pioniere della fotografia, c’è molto da indagare e sono ancora irrisolte le

accuse per la sua passione di ritrarre le bambine, figlie di amici di famiglia, non molto vestite e spesso addirittura nude. Il suo soggetto preferito sarà Alice Liddell, bambinetta di sette anni, per la quale coltiverà una infatuazione e alla quale nel 1863 farà dono del manoscritto di “Alice nel Paese delle meraviglie”. Poi questo rapporto verrà bruscamente interrotto dalla famiglia Liddell. Ma in generale le bambine venivano incoraggiate e perfino spinte dai genitori a frequentare il famoso scrittore; tutte le famiglie aristocratiche si sentivano onorate di ricevere la richiesta d’amicizia di Carroll e il permesso di ritrarre le proprie figlie spogliate, vista la sua fama internazionale e il fatto che venisse addirittura ricevuto a Corte. Anche se lo stesso, con dubbio gusto pretendeva che le piccole, rigorosamente una per volta, prima delle pose si recassero da lui per alcuni tete-a-tete “Le mie amichette sono contente qui da me, nel mio appartamento”.Il dilemma dei posteri riguarda la sua insaziabile ricerca di bambine amiche carine. Esteta? Artista? Pedofilo?

Sopra: alcune immagini tratte dal film “Alice in Wonderland” di Tim Burton.

Lui è Charles Dodgson, terzogenito e primo figlio maschio degli undici figli di un curato del Nord dell’Inghilterra.

Camera oscuratesto di Giovanna FerranteIl segnalibro

CAMERA OSCURASimonetta Agnello HornbySkira EditorePag. 102

Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO settembre 201032-33

Camera oscura Alice nel Paese delle meraviglie

“Ruth si spogliava nello studio mentre lui miscelava le sostanze chimiche.La fotografava in varie pose, sempre sdraiata. Lei se stendeva sul divano e aspettava. La toccava con dita leggere come piume rapido e preciso. Quando era soddisfatto della posa, andava sotto il telo nero. Poi si riavvicinava a lei mettendo il dito sulle labbra per intimarle di non rompere la magia del silenzio.”

“Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far niente;aveva una o due volte data una occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure - e a che serve un libro pensò Alice – senza dialoghi né figure? E si domandava alla meglio (perché la canicola l’aveva mezza assonnata e istupidita) se per il piacere di fare una ghirlanda di margherite mettesse conto di levarsi e raccogliere i fiori, quand’ecco un coniglio bianco dagli occhi rosei passarle accanto, quasi sfiorandola...”

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Cinema in casa

Nancy Meyers, la regista, ci avvisa subito: amarsi a sessant’anni non è per niente semplice, tanto più

se si vive una storia d’amore triangolare, o addirittura a quattro. Ma una ventata di speranza per tutte le signore over 50 questo film appena uscito anche in DVD la dà. Ragazze attempate non farcitevi di botox e vedrete che con un po’ di verve sarete affascinanti, soprattutto quando non andate appositamente a caccia, perché è proprio quando avete messo i remi in barca che la vita vi dà il meglio.Nel film È complicato la sessantenne è Jane (Meryl Streep), che incontra il suo ex marito imbolsito Jake (Alec Baldwin) e come a volte accade, soprattutto nei film, se ne rinnamora, anche se lui nel frattempo si è risposato con la giovane stangona Agnes. Complici parecchie bottiglie di vino, i due si ritrovano tra le lenzuola come due giovinetti. Inizia così una complicata relazione extraconiugale tra gli ex coniugi. È proprio il fatto di essere ex che li rende disinvolti e per nulla imbarazzati. Già che la vita amorosa di Jane ha un sussulto di ritrovato vigore, tanto vale esprimerlo fino in fondo: così il fascino maturo della vispa signora accalappia anche l’architetto

Adam che ristruttura casa (Steve Martin). Insomma Nancy Meyers ci descrive la femminilità crepuscolare così piacevole che vien voglia di invecchiare anzitempo. Che la regista ci descriva la vita vera o che sia puro sogno è difficile dirlo; di solito ci si ritrova piene di rughe, zeppe di nipoti e zero uomini, ma almeno nella finzione ci godiamo questa favola. Si ride

e anche molto. Soprattutto Meryl Streep sghignazza per almeno due terzi del film, con quella ridarola autoironica irresistibile: gran battute su lifting e improbabili cure contro la fertilità. Gli ambienti, così come nell’altro film della Meyers Tutto può succedere con Diane Keaton e Jack Nicholson, sono sempre meravigliosi: chiunque vorrebbe vivere nelle case di queste signore ricche, con giardini curatissimi e vista sull’oceano. È un film dove si parla anche molto di cibo: Jane è una cuoca eccezionale (sarà per questo che attira i suoi uomini?) e le specialità francesi le vengono sempre divinamente. Ha una pasticceria e dei croissants al cioccolato che riempiono lo schermo sembra anche di percepirne il profumo. Se Steve Martin appare nel film un po’ defilato e Baldwin fa da spalla, è perché l’esplosiva e incontenibile Meryl Streep li sovrasta di un palmo, come se dal ruolo effervescente in Mamma mia, l’attrice non ne sia mai più uscita. «Le attrici coetanee di Meryl sono tutte troppo disperate o troppo liftate per reggere la fiaccola della speranza - ha spiegato la regista - lei è una donna vera in cui tutte possono rispecchiarsi». Meryl, sei tutte noi!

È Complicatotesto di Laura Fugnoli

per le signore (e i signori) che non si arrendono mai.

IL GLOBULO settembre 201034-35

Laura Fugnoli, Giornalista de “La

Repubblica”, ama la montagna e gli sport avventurosi. Quando la fatica ha il sopravvento

Laura si immobilizza a casa davanti a un bel film. In salotto ha uno

schermo gigante e un impianto home theater, indispensabile

per fare il cinema “vero” a casa.

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Il Globulo settembre 2010

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ti hanno smarrito la valigia?sei tornato a lavorare?

ora ti chiediamo anche il sangue!

Fossero questi i veri problemi.Oggi c’è invece un’emergenzasu cui non si può ironizzare:è l’emergenza sangue!Passa in Adsint. E dona.Il modo migliore per ripartirenella vita di tutti i giorniè aiutare quella degli altri.