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The magazine Arte Navale published a portfolio on Francesco Rastrelli
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Nella pagina precedente, in testa
d’albero su Alfa Romeo 2, al Palmavela
Hublot nell’aprile dello scorso anno
durante un’uscita in mare aperto poco prima della regata. «Venni issato con
un bansigo», spiega Rastrelli, «e rimasi per una ventina di minuti appoggiato
alle crocette, in attesa che salisse anche il marinaio
da fotografare. Solo alcune ore dopo mi resi conto di avere
incrinato due costole. Quando guardai
quelle immagini al sul monitor della
macchina fotografica scoppiai in lacrime, non sapevo se per
l’emozione che suscitavano in me o per il dolore al
torace».In basso a sinistra,
Francesco Rastrelli. A lato, Atalanta II sullo sfondo dei faraglioni di Capri, durante la Regata dei Tre Golfi
di cui Rastrelli è fotografo ufficiale.
«Mi trovavo a bordo di My Song di Pigi Loro Piana», dice
Rastrelli, e verso le sei del mattino si diffuse, in una quiete irreale, questa luce magica».A destra, un mosaico di Villa Protiro, nella
città sommersa di Baia. Rastrelli conserva
la primitiva passione per la fotografia
subacquea, precedente a quella per il mondo
della nautica.
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Nelle pagine precedenti, a sinistra,
Paolino Viacava, pluricampione
nella classe Dinghy, regata a Portofino
per la conquista del Bombolino d’Oro, il prestigioso trofeo
messo in palio annualmente dalla
Siad. A destra, l’occhio di una Rana pescatrice (Lophius piscatorius). «L’immagine», spiega
Rastrelli, «è stata realizzata nel mare
di Amalfi. Era un bell’esemplare di una ventina di chili ed ho trovato il suo occhio un vero universo di
colori».Qui a sinistra, una “passerella”, feluca siciliana per la pesca del pesce spada con
l’arpione, fotografata al largo di Messina dalla postazione
generalmente occupata dagli
“antinneri” (avvistatori).
L’”antenna” di queste imbarcazioni può
raggiungere anche i 35 metri di altezza.
A destra, un cumulo di “gargoulette”, piccole anfore di terracotta usate per pescare il
polpo, su una spiaggia delle isole Kerkennah,
in Tunisia. «È qui», dice Rastrelli, che si concentra il più alto numero al mondo di
vele latine».
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A destra, Antonio Alfonsetti, pescatore di Scilla, lancia l’arpione per colpire un pesce spada. La piccola barca sulla quale si trova
è un “luntri”, uno scafo destinato a coprire l’ultima fase della pesca, dopo l’iniziale
avvistamento dei pesci da parte delle più grandi feluche. Anche sul “luntri” si trova una piccola “antenna” di avvistamento. Si
noti come, in questo delicato momento, l’avvistatore stia rannicchiato per ridurre gli
sbandamenti della barca.Nella pagina accanto, il marchese Roberto
Mottola, presidente del Circolo del Remo e della Vela Italia di Napoli, affianca con il suo Riva il My Song di Pigi Loro Piana durante la
Regata dei Tre Golfi.
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Nella pagina accanto, in alto, il galeone di Venezia si appresta a vincere l’ultima edizione della Regata delle Repubbliche Marinare, ad Amalfi. Sotto, Futura durante il Trofeo Presidente della Repubblica di Stintino. Qui sopra, la prua di Velsheda e, sullo sfondo, Cambria, all’edizione 2007
di Les voiles de Saint-Tropez. Disegnate entrambe da Charles Nicholson, queste due JClass hanno preso il mare rispettivamente nel 1933 e nel 1927.
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Un’immagine dell’85’ Roma fotografata alla Regata dei Tre
Golfi. Costruita da Latini Marine, è stata disegnata da un team di
grandi firme del settore nautico: Farr Yacht Design, Lazzaroni Pickering
Architetti e Vittorio Mariani.
Harold Standaert tra la randa e la top sail di Lulworth, imbarcazione mito della nautica mondiale. Lulworth è stata recentemente riportata allo splendore originale e Rastrelli è stato il fotografo ufficiale di quello che è stato definito, nel mondo nautico, “il restauro del secolo”.
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A sinistra, un Cavalluccio marino
(Hippocampus guttulatus)
avvinghiato a uno Spirografo (Spirographis
spallanzani) che regge anche un piccolo
Paguro. «L’immagine è stata
scattata di notte al largo di Reggio
Calabria. Lo Stretto di Messina», spiega Rastrelli, «è secondo me il posto più bello del mondo quanto a
fondali e possibilità di riprese subacquee». A destra, Lulworth alle
Regate dell’Argentario nel 2006. «Mi piace trattare le immagini in bianco e nero, in bicromia, o con certi
viraggi», dice ancora il fotografo napoletano. «Vengo dalla camera
oscura e conservo una vera passione per l’elaborazione
cromatica»