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Anno 32 n.6 novembre 2016 Periodico sostenuto da promotori e lettori * Diretto da franco cilenti * Red. [email protected] Rivista dell’Associazione Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute - Onlus * Dir. resp. fulvio aurora Racconti e Opinioni la la la la lav v vor or or or oro o oe e esalut salut salut salut salute e e www.lavoroesalute.org ROTTAMATORI DI SALUTE Smontano la sanità e i pezzi li smerciano EDITORIALE A PAG. 2 REFERENDUM E SANITA’ pag. 4 UN NO SALUTARE PER L’AMBIENTE E PER I DIRITTI pag. 6 Il NO DEI LAVORATORI pag. 7 La Costituzione è la tua dignità. Difendila con il NO al referendum SANITA’ATORINO Si ritorna all’asl unica: salute più o meno? Eleonora Artesio a pag. 11 Il pericolo dei Fondi sanitari integrativi pagina 12 No violenza sulle donne 26/11 a Roma pagina 5 Obiezione di coscienza e abuso di potere pagina 26 Pensioni Ricorsi all’INPS Dire, fare contro la legge Fornero pagina 52 Tav e rischi per la salute pagina 15 pagine di lavoro, salute, politica, cultura, relazioni sociali O ti racconti O sei raccontato. Scrivi a [email protected] inser inser inser inser inser to cultur to cultur to cultur to cultur to cultur a/e a/e a/e a/e a/e pag. 33 3 - Sanità, un corso per non farsi corrompere? 8 - Assessori di sanità al mercato 9 - Sanità e territorio. Un’esperienza 14 - Le industrie farmaceutiche nel governo 14 - Sanità: la responsabilità dei medici 15 - TAV: maxiprocesso, ingiustizia è fatta 16 - E il contratto del Pubblico Impiego? 17 - Sanità decontrattualizzata 18 - Giovani, analfabeti da Jobs Act 19 - Sindacato del salario o della produttività? 20 - Sicurezza sul lavoro, lettera RLS sanità 22 - Sicurezza sul lavoro: lo smart worching 22 - Infortuni sul lavoro e indennizzi INAIL 24 - Proposta sui medici competenti 27 - Il medico obiettore è sempre un medico? 28 - Hiv: il Congresso di farmacoterapia 42 - Lavoratori USA, genocidio da ricetta 45 - Il diritto alla salute in carcere 46 - Tutti i danni di internet 47 - Vigilantes aziendali ci spiano 49 - Il racconto sui traffici di carne umana 50 - Merci e lavoro, l’alienazione degli ultimi Monologo di un etilista 9° racconto pagina 48

franco cilenti Rivista dell’Associazione fulvio aurora la ... · UN NO SALUTARE PER L’AMBIENTE E PER I DIRITTI pag. 6 Il NO DEI LA VORATORI pag. 7 La Costituzione ... 20 - Sicurezza

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Anno 32 n.6 novembre 2016 Periodico sostenuto da promotori e lettori * Diretto da franco cilenti * Red. [email protected] dell’Associazione Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute - Onlus * Dir. resp. fulvio aurora

Racconti e Opinioni

lalalalalavvvvvorororororoooooeeeeesalutsalutsalutsalutsaluteeeeewww.lavoroesalute.org

ROTTAMATORIDI SALUTE

Smontano la sanitàe i pezzi li smerciano

EDITORIALE A PAG. 2

REFERENDUM E SANITA’ pag. 4

UN NO SALUTARE PERL’AMBIENTE E PER I DIRITTI pag. 6

Il NO DEI LA VORATORI pag. 7

La Costituzioneè la tua dignità.Difendilacon il NO alreferendum

SANITA’ A T ORINOSi ritorna all’asl unica:

salute più o meno?Eleonora Ar tesio a pag. 11

Il pericolo dei Fondisanitari integrativi

pagina 12

No violenzasulledonne26/11a Romapagina 5

Obiezione di coscienzae abuso di potere

pagina 26

PensioniRicorsi all’INPSDire, fare controla legge Fornero

pagina 52

Tav erischi perla salute

pagina 15

pagine di lavoro, salute, politica, cultura, relazioni socialiO ti racconti O sei raccontato. Scrivi a [email protected]

inserinserinserinserinserto culturto culturto culturto culturto cultura/ea/ea/ea/ea/e

pag. 33

3 - Sanità, un corso per non farsi corrompere?8 - Assessori di sanità al mercato9 - Sanità e territorio. Un’esperienza14 - Le industrie farmaceutiche nel governo14 - Sanità: la responsabilità dei medici15 - TAV: maxipr ocesso, ingiustizia è fatta16 - E il contratto del Pubblico Impiego?17 - Sanità decontrattualizzata18 - Giovani, analfabeti da Jobs Act19 - Sindacato del salario o della produttività?20 - Sicurezza sul lavoro, lettera RLS sanità22 - Sicurezza sul lavoro: lo smart worching22 - Infor tuni sul lavoro e indennizzi INAIL24 - Proposta sui medici competenti27 - Il medico obiettore è sempre un medico?28 - Hiv: il Congr esso di farmacoterapia42 - Lavoratori USA, genocidio da ricetta45 - Il diritto alla salute in car cere46 - Tutti i danni di internet47 - Vigilantes aziendali ci spiano49 - Il racconto sui traffici di carne umana50 - Merci e lavoro, l’alienazione degli ultimi

Monologo di un etilista9° racconto pagina 48

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Anatomispacciatori

Duro lavoro questo deiprofessionisti del sezionamentodi un Servizio Sanitario ancorain vita e sono costretti ancheagli straordinari per spacciarei pezzi al mercato nero.Gente dura questa, incurantedelle scie di dolore e sangueche si lasciano dietro.

La Speranzaha due

bellissimi figli:lo sdegno

e il coraggio...Lo sdegno

per la realtàdelle cose,il coraggio

per cambiarlePablo Neruda

2 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e anno 32° n° 6 novembre 2016

di franco cilenti

editoriale

cile542016

In attesa dei due passaggi epocali che,nel tragico caso si compiano,abbatteranno ogni pretesa di diritto allasalute da parte dei cittadini (eventualevittoria del SI al referendum edeventuale firma degli accordi TTIP-CETA-TISA tra Europa, USA eCanadà, con il governo italiano sullebarricate per firmarli) è interessanteconoscere i passaggi in itinere dellaprivatizzazione in atto.I l recente rapporto n° 3 sulmonitoraggio della spesa sanitaria 2016del dipartimento della ragioneriagenerale dello Stato parla dei datistrutturali sulla tenuta finanziaria delsistema sanitario pubblico. Il disavanzoè di 1 miliardo e 200 milioni, taledisavanzo è coperto da nuove tasse,nuovi ticket, uso di altre risorseregionali e aumento delle aliquotelocali e riguarda ben 12 regioni su 21,le quali, a loro volta, per non esserecommissariate hanno coperto i lorodisavanzi con tasse e altre risorse, aspese dei loro cittadini.Nello specifico, per l'assistenza, ilgrado di copertura cala drammatica-mente: la spesa per il personale dal2010 e 2014 ha avuto un calo di 25mila unità e la farmaceutica conven-zionata si riduce dal 9,9%. Diconseguenza, come da programma-zione governativa, cresce l'assistenzaprivata.Quindi il definanziamento della sanitàche il governo Renzi persegue fin dal2014 ha creato 11 milioni di italianiche rinunciano a curarsi per ragionieconomiche e il sistema pubblico staviaggiando velocemente con il silenzio/assenso dei sindacati, verso il declino equindi verso la sua privatizzazione.

Matteo Renzi ha una bella faccia to-sta (e la certezza di parlare a spettatoricreduloni) ad andare in tv come hafatto, a dire a proposito di riformacostituzionale "con il referendum sidecide se lasciare tutta la sanità alleRegioni oppure dare stessi diritti a tuttii cittadini" o a dire, strumentalizzandocinicamente le sofferenze delle persone,"se vincono i sì tutti i malati di cancroavranno gli stessi farmaci

indipendentementedalla Regione in cuivivono".Siccome ha bloc-cato tutto: contratti,turn over, acquisti,a s s u n z i o n i ,dovrebbe spiegarecome si fa, a costo

zero, a curare il cancro e le altremalattie.Un signorotto, al servizio di poteri inchiaroscuro, che si permette dispeculare sulla disperazione dei malatidi cancro dicendo loro di votare "sì"perché in questo modo avranno ifarmaci, è semplicemente ignobile.Intanto in Piemonte gli stessi infermieridipendenti, ma anche gli esterni delleagenzie che arrivano per tappare i larghibuchi negli organici dicono, finalmentee senza più le timidezze del passato"Stanno privatizzando la Sanità".Certamente molto in ritardo sui tagliverificatosi da molti anni e forse senzaquella memoria utile per capire quandonasce e come si sia sviluppata ma, adesempio, rileggendo i precedentinumeri di Lavoro e Salute si ha unquadro completo. Se ne sono accorti alSan Giovanni Bosco di Torino dove seilotti di servizi (reparti di InterventisticaCardiovascolare, Dialisi, TerapiaIntensiva, Radiologia nonché saleoperatorie, pronto soccorso e Mecau)sono stati appaltati a cooperative perl'esternalizzazione del servizioinfermieristico, con una spesa totale dioltre 9 milioni di euro per 36 mesi diincarico, rinnovabili. Cosa risponde ladirigenza dell'ASL? Che è un processoinevitabile.Ovvio che non possono additare il verocolpevole, che è il piano di rientro dellaSanità piemontese. Così come nonpossono dire che la notizia di 250 nuoviposti di lavoro entro l'anno (100 dainfermiere, 80 da medico e 70 da Oss),comunque tutti da verificare nei fatti,che spesso nel recente passato hannofatto a pugni con le promessesbandierate sui giornali, sono una

goccia nel pozzo profondo degliorganici. Spesa totale di oltre 9 milionidi euro per 36 mesi di incarico,rinnovabili.Così come pare un palliativo e non unfarmaco efficace, l'intenzione dellaRegione Piemonte di tassare di piùl'attività privata dei medici.L'Assessorato alla Sanità si è resofinalmente conto di una elementareverità sotto i loro occhi da tanti anni:l’attività privata dei medici dipendentinon ha risolto il problema delle listed’attesa e, anzi, ha privato i reparti e ipronto soccorso di disponibilitàeffettiva. Quindi pare ovvio che esistaun nesso tra le lunghissime liste d'attesaper le prestazioni mediche specialistichepubbliche e l'intramoenia, cioè l'attivitàprivata dei Medici Specialisti delServizio Pubblico, praticata dal 65%degli Specialisti.In regione si afferma che la Deliberasia già pronta ma, a nostro parere, civorrebbe prima un'altra azione: bisognapesantemente tassare quelle strutturedove si pratica l'intramoenia allargata,cioè strutture completamente private,che annoverano nel loro organigrammaSpecialisti del Pubblico, che all'internodi queste strutture praticano attivitàprivata, con tariffe proprie di unaattività privata! Bisogna tassarlepesantemente perché sfruttano perincrementare il loro giro d'affari ilprestigio dei Medici del Servizio

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ROTTAMATORI DI SALUTESmontano la sanitàe i pezzi li smercianonella sanità privata

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anno 32° n° 6 novembre 2016 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 3

Racconti e Opinionidi Lavoro, Salute,Politica, Cultura,Relazioni sociali.

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Sanitario Pubblico, che vi lavoranoprivatamente … ora in quell'Emilia, cheSaitta porta ad esempio, l'intramoeniaallargata non esiste, così come nonesiste in altre Regioni virtuose come laToscana, la Valle d'Aosta, mentre inVeneto e Lombardia è ridotta ai minimitermini … in Piemonte purtroppo lasituazione è ben diversa, come ho giàdetto più volte, da noi questa storturadel sistema sta crescendo.In merito facciamo nostra la propostadi un medico, collaboratore redazionaledi lavoro e Salute, "Personalmentetrasformerei tutti quei Centri dove sipratica l'intramoenia allargata instrutture convenzionate, di modo chele tariffe degli Specialisti scendano,magari diminuendo un po' in questocaso la tassazione sui Medici ed inparte sulle strutture stesse,compensando così almeno in parte lariduzione delle entrate tariffarie.Naturalmente andrebbe regolatol'accesso a queste nuove struttureconvenzionate, aprendone le agendedi prenotazione solo nei momenti incui le liste d'attesa del pubblicofossero troppo lunghe...in questomodo di fatto si trasformerebbel'intramoenia allargata in unaintramoenia classica, cioè all'internodel Sistema Sanitario Pubblico … "Ma gli appalti a gogò non riguardanosolo le professioni sanitarie, ci sonoanche i figli di un dio minore, presenzeinvisibili, quelli dei servizi che vengonoappaltati a ditte private perché non corebusiness, le donne delle pulizie, iguardiani, i centralinisti, tantisportellisti e operatori dei call-center.Conoscendo i loro drammi si capiscemeglio l'orrenda logica delle scelte dirisparmio nel bilancio della Sanità:esternalizzare tutto l'esternalizzabilecon bandi di gara al massimo ribasso,così al massimo da rasentare l'osceno.Pagare poco, anzi meno di poco, ilavoratori e poco importa che unambiente ospedaliero poco sanificato,

ROTTAMA TORIDI SALUTE

Un messaggio sui siti aziendaliinforma che tutti i lavoratori dellasanità dovranno fare un corsoonline sul tema della corruzione.Agli inizi dell’anno ci fu unprotocollo tra la ministra dellasanità Lorenzin e RaffaeleCantone dell’anticorruzione,buona cosa ma per renderlo effi-cace non vediamo come possa es-sere applicato se spalmato acasaccio su tutti i dipendenti, aprescindere dal loro ruolo nellasanità.La corruzione si annida, comestoria italiana insegna, in settorigestionali potenzialmente sensibilialle sirene dei corruttori, ed èproprio in quei settori che non c’èuna di quelle forme di prevenzio-ne che noi individuiamo nella ro-tazione dei dirigenti.Ciò non significa che chi lavorain questi settori gestionali siaantropologicamente corruttibile,ma è certo che, anche in asssenzadi un controllo delle parti sociali,siano esse politiche (opposizionenel Parlamento e nei ConsigliRegionali) o sindacali le possibi-lità diventano automaticamenteconcrete. Di fatto, oggi l’Italia èquella “casa delle libertà”, diberlusconiana memoria, di fareaffari a piene mani, a discapito deicittadini onesti e della stragrandemaggioranza degli operatori ditutte le professioni. Come possonoessere coinvolti altri settori nondirigenziali non si capisce. E sicrea un polverone dicendo chesono permessi 50 euro di “regalia”La sanità pubblica è un bocconeprelibato per molti e lo diventaogni giorno di più con i processi diprivatizzazione in atto, eufemisti-camente definiti dagli autori“processi di razionalizzazione dellespese”, e di questo passo superemodi molto il primato assoluto dicorruzione che oggi abbiamo inEuropa; mentre su 168 paesi nelmondo siamo al 61 posto, peggiodi noi solo la Bulgaria.Se ne trae una sgradevole impres-sione, quella di una mossa allaPonzio Pilato; il protocollo ci dicedi farvi il corso, poi fate voi.

f. c.

Corruzionein sanitàBasta un corsoper non farsicorrompere?

o sanificato male, significhi l'aumentoesponenziale delle infezioniospedaliere, che porteranno al prolun-gamento della degenza del paziente col-pito, del suo rapido ritorno in corsiadopo la dimissione o peggio.Hanno speso fiumi di parole in dichia-razioni e documenti per rassicurarci suitagli che, a loro dire, sarebbero servitiper diminuire gli sprechi, ma guardacaso diminuiscono i servizi ai cittadi-ni, il personale medico e infermieristicoe la dismissione degli ospedali (secon-do Piano Regionale) da svendere ai pri-vati per poi affittare i servizi oggi an-cora erogati dal servizio sanitario pub-blico. Il tutto condito dalla promessa(delibere regionali) di rinforzare la sa-nità territoriale come compensazionedel razionato servizio ospedaliero. Maquesto rinforzo è talmente fatuo daessere nulla e non fa altro che agevola-re sempre di più la sanità privata.Privatizzazione in itinere, ma in formaindiretta, strisciante, sotterranea, èquesta la scelta di assessori e direttorigenerali delle aziende. I nuovi alfieridella modernità che debilitano il lavorodipendente nel servizio sanitario, con iblocchi delle assunzioni e il ricorso alavoratori che considerano solo deitappabuchi, dovrebbero sapere, perruolo, competenze e stipendio, chenessuno è in grado di gestire la sanitàcome un'azienda privata nella quale iprofitti devono superare i costi, a menodi speculare sulla vita e sulla mortedelle persone. E nei loro luoghi èsuperfluo parlare di appropriatezza,professionalità e continuità di cura.

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4 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 32° n° 6 novembre 2016

controriforma si presenta come merostrumento di accentramento di potere.Vediamo con quale esigenza.La propaganda semplifica i problemigestionali promuovendo la centra-lizzazione come salvaguardia della sa-lute dei cittadini all'inno di "centraliz-zazione o diseguaglianza perenne".D'attacco viene presa infatti la prece-dente manovra di regionalizzazionevoluta nel 2001, con l'obiettivo di av-vicinare l'amministrazione dei fondipubblici al popolo, inadeguatamenteapplicata e che ha visto solo un abban-dono delle Regioni da parte dello Sta-to, con l'effetto di aumentare la dispa-rità tra queste e sprechi e corruzione inquelle più disagiate. A volere quellamanovra furono quegli stessi blocchidi potere che, come quindici anni fa,sono tutt'oggi iperappresentati in Par-lamento e al Governo, la riforma nondarà allo Stato il potere di difendere ildiritto alla salute, ma semplificherà aquelli l'ottenimento dei propri interes-si.Appare chiaro come Renzi si aggiungaalla lista di responsabili dell'erosionedei nostri diritti in tema sanitario, cheinclude gli stessi che ci hanno messo15 anni per aggiornare i LEA e quantial governo hanno puntualmente pro-messo l'aumento dei fondi sanitari alle

ControriformaCostituzionale e sanità

L a campagna per il Sì alla Con-troriforma Costituzionale non lasciascampo neppure alla Sanità. Anche que-sto fondamentale diritto infatti, rischiadi essere eroso dalla riforma nonostantela propaganda del governo tenti di rac-contarci che non ci sia nulla di davveropreoccupante, non essendo in discus-sione la modifica dell'articolo 32, quel-lo che dichiara la parità dei cittadininella tutela del diritto alla salute.Purtroppo però, le modifiche al siste-ma sanitario degli ultimi anni si inqua-drano in un progetto di erosione del si-stema che non ha bisogno di passare perla modifica dei diritti etico-sociali del-la Carta e che vede da anni unariorganizzazione del sistema in nomedell'efficienza, che nasconde tagli, ina-sprimento della concorrenza tra il per-sonale ospedaliero, deleghe a realtà ter-ritoriali inesistenti. Il tutto per giusti-ficare una privatizzazione della sanitàche prosegue, come ci confermano gliultimi affari sulla progettazione deinuovi ospedali in Project financing. Lariforma costituzionale altro non fareb-be se non rendere ancora più semplicile manovre del governo in questa dire-zione, senza passare per la modificadell'articolo 32.Analizziamo la propaganda.Secondo i fautori del Sì "Con il Refe-rendum si decide se lasciare tutta la sa-nità alle Regioni oppure dare stessi di-ritti a tutti i cittadini". E ancora: "Sevincono i Sì tutti i malati di cancroavranno gli stessi farmaci, indipenden-temente dalla regione in cui vivono".Renzi propugna dunque una riforma ingrado di rivoluzionare la salute nel no-stro Paese, ma sappiamo che salute esanità sono due cose molto diverse e lariforma riguarda in realtà solo alcunevariazioni in tema di legislazione sani-taria. A essere in discussione è infattil'articolo 117 titolo V.Anche nel settore sanitario dunque la

Regioni per poi ridurre sempre di piùla percentuale di PIL da destinare allasanità pubblica del nostro Paese, Finan-ziaria dopo Finanziaria!Come se non bastasse, oltre alla difesadella salute di tutti contro il male re-gionale, la propaganda per il Sì fa levasu un secondo punto: lacentralizzazione permetterebbe di ab-bassare i costi delle spese di curatumorali, indipendentemente dalle di-sposizioni regionali.Falso. Non è la Costituzione e non sonole Regioni a ostacolare l'equità dei co-sti dei farmaci con l'Azienda per il trat-tamento nella cura al cancro. (control-la perché nell'originale si è mangiatoqualcosa. Immagino però che il sensosia questo) A contrattare per conto delMinistero Autorizzazione dell'Immis-sione in Commercio il "costo" deimedicinali oncologici è l'AIFA (Agen-zia Italiana del Farmaco).Quando vanno ad approvvigionarsi,Regioni e Aziende Sanitarie si trovanodavanti a prezzi già stabiliti a livellocentrale, prezzi che spesso sono solorisibilmente ribassati rispetto a quelli"al pubblico" e pertanto risultano inac-cessibili, soprattutto a causa di quei li-miti alle spese sanitarie, imposti anco-ra una volta a livello centrale. Per ab-bassare i "costi" dei farmaci oncologicinon serve una riforma costituzionale,ma un lavoro atto a ottimizzare il po-tere contrattuale statale rispetto a casefarmaceutiche e privati fornitori di pre-sidi sanitari, partendo magari dall'isti-tuzione di un Centro Unico di Spesaper tutto il territorio nazionale.Oltre la sanità, per la reale tutela delnostro diritto alla salute!Lo abbiamo detto prima: il diritto allasalute è cosa ben diversa da qualsiasipolitica sanitaria. Lo fanno piuttostotutte le azioni politiche, sociali, eco-nomiche, scientifiche, culturali, chevanno a incidere sui "determinanti disalute".Se passasse la riforma costituzionale,ciò che abbiamo visto nel dettaglio perla sanità pubblica sarebbe realtà con-creta in qualsiasi altro ambito. Insiemealla prossima modifica alla legge elet-torale secondo il cosiddetto "Italicum",infatti, si configurerebbe un cambia-mento profondo dell'attuale assetto de-mocratico del Paese, con una riduzio-ne dei nostri spazi diretti di partecipa-zione e decisione, uno svilimento diqualsiasi funzione di opposizione delParlamento e con l'accentramento enor-me del potere nelle mani dell'Esecutivo.

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Le parole del SI e i fatti del NO

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anno 32° n° 6 novembre 2016 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 5

Controriformae sanitàCONTINUA DA PAG. 4

Renzi le nostre vite le ha già minate inogni singolo aspetto, anche quandoqualche brandello di opposizione allesue riforme selvagge, in Parlamento esoprattutto nelle piazze, lo ha avutoeccome! Di cosa sarebbe capace dopouna svolta autoritaria di questo tipo?Basta un mini-bilancio di questi pochianni di governo e farsi le domande giu-ste, per scegliere convintamente di fer-marlo prima che sia troppo tardi!Vogliamo ancora affidare i nostri ter-ritori a chi già in passato li ha inquina-ti, a chi non vuole risanarli, non fa nien-te per bonificarli, a chi ci mandaval'esercito a vigilare sui roghi tossici perpura propaganda, mentre nel frattempoapprovava in Parlamento lo "SbloccaItalia" e sabotava il Referendum con-tro le trivellazioni in mare invitando al-l'astensione?A chi ci vuole privatizzare persino l'ac-qua nonostante abbiamo votato conconvinzione di volerla pubblica, a chiha sempre lavorato nell'interesse di po-chi costruttori, di pochi, grandi impren-ditori, come nel caso della TAV in Pie-monte, dell'Ilva a Taranto, degli scan-dali eterni sulla riqualificazione diBagnoli?A chi spinge sulle speculazioni delleGrandi Opere fregandosene di chi quel-le stesse aree le abita e si avvelena, am-malandosi di tumori e di malattieinvalidanti ed evitabili?La nostra risposta è semplice: NO!Vogliamo affidare la nostra salute a chicon il "Jobs Act" ha ulteriormente peg-giorato le nostre condizioni lavorati-ve, ha reso le nostre vite più instabili eci rende sempre più ricattabili, a chivuole farci lavorare duro fino a vec-chiaia inoltrata negandoci e tagliando-ci le pensioni? A chi ha tagliato e tagliasempre di più qualsiasi modo di incen-tivare la sicurezza sul lavoro, di evita-re infortuni e malattie professionali,spingendo su una "semplificazione" delTesto Unico sulla Salute e Sicurezzasul Lavoro che significa meno controllie meno responsabilità per i nostri pa-droni?La nostra risposta è semplice: NO!Vogliamo affidarci a chi ci racconta chei finanziamenti al nostro Sistema Sani-tario Nazionale sono in aumento dianno in anno, mentre ci basta metterepiede in un ospedale, in un'ASL, in un

qualsiasi ambulatorio medico per ac-corgerci che tutto è stato tagliato e saràancora e ancora tagliato? Vogliamo af-fidare la nostra salute a chi ha fatto inmodo che curarsi sia diventato ormaiun lusso per pochi, a chi ci taglia leesenzioni dal ticket e ci obbliga a do-ver pagare di tasca nostra sempre piùindagini diagnostiche, se sono gli ulti-mi mesi dell'anno e i "tetti di spesa"sono stati raggiunti; a chi ci imponeaumenti del ticket continui, in cambioun'assistenza sempre più scadente escarsa.La nostra risposta è semplice: NO!Vogliamo fidarci ancora di chi sprecafior fior di soldi pubblici per campa-gne inutili e discriminatorie comequelle sul Fertility Day, quando non in-veste un centesimo per metterci nellereali condizioni di affrontare i costi ele responsabilità della genitorialità ouna contraccezione efficace e sicura?Di chi investe poco e niente in preven-zione? Vogliamo fidarci ancora di chi

abbandona e nega una vita dignitosa adisabili, anziani, sofferenti psichici, in-validi, tagliando tutti i servizi socio-as-sistenziali del terzo settore e lasciandosole famiglie su famiglie mentre prov-vedono senza alcuna formazione spe-cializzata all'assistenza dei propri cari?La nostra risposta è semplice: NO!Vogliamo fidarci di chi ha regalato in-teri settori della sanità al mercato deiprivati attraverso continueesternalizzazioni e convenzioni fuoricontrollo, di chi licenzia e precarizza ilavoratori del settore, di chi tratta lanostra salute come una qualsiasi vocedi spesa, come una branca del commer-cio o dell'industria come tante altre?La nostra risposta è semplice: anco-ra una volta NO!Per il pieno rispetto del nostro dirittoalla salute, per la tutela dei nostri terri-tori e dell'ambiente, per una sanità pub-blica, gratuita, di qualità, il 4 dicembrevotiamo NO al ReferendumCostituzionale!

In Italia 6.788.000 donne hanno subito violenza nell’arco della loro vita edall’inizio del 2016 sono già 93 i casi di femminicidio. La maggior partedelle violenze di genere si consuma nel “rassicurante” ambientedomestico per mano di uominiconosciuti e, principalmente,incapaci di accettare scelte diautodeterminazionedelle donne. La violenzadi genere non è fruttodi un raptus, né lamanifestazione diuna patologia,ma un fenomenostrutturale cheorigina daglisquilibri neirapporti di generee sociali.Non è un caso chela maggior partedelle vittime diviolenza siano donneche cercano, ancheattraverso il lavoro,di percorrere la faticosastrada dell’indipendenzae dell’autonomia.Dall'inizio dell'anno decinee decine di donne sono stateuccise in Italia per mano maschile. La violenza maschile sulle donne non èun fatto privato né un'emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversaledella nostra società, un dato politico di prima grandezza che affonda le sueradici nella disparità di potere fra i sessi.

IL 26 NOVEMBRE#NonUnaDiMeno!

nonunadimeno.wordpress.com

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6 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsaluteeeee anno 32° n° 6 novembre 2016

Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute

Nelle tesi dei sostenitoridella "riforma costituzio-nale" vi è quella che non sitoccano i principicostituzionali di base (iprimi tre titoli), tra cuiquello del diritto alla salute,all'ambiente, alla sicurezza.Le modifiche del titolo V,ed in particolare l'art. 117relativo alla distribuzionedi competenze e poteri inparticolare tra lo Stato e leRegioni contengono peròmolti "sassolini" chediventeranno franesoprattutto a fronte dimaggiori poteri attribuiti al-l'esecutivo e una riduzionedel bilanciamento traorgani politici (Camera/Se-nato in primis).Due voci tra tutte in campoambientale : la esclusivitàdei poteri statali su"produzione, trasporto edistribuzione nazionalidell'energia" e sulle "infra-strutture strategiche e gran-di reti di trasporto".Sul tema energetico la dualità di poteri e competenze traStato e regioni finora ha ridotto gli effetti di scelteeterodirette, dalla pioggia di centrali termoelettriche a gasnei primi anni 2000, alle numerose proposte di terminaliper il gas liquefatto trasportato su navi, alle prospezionimarine per la ricerca di idrocarburi (oggetto anche di refe-rendum). La dialettica Regioni/Stato ha permesso di "ridur-re il danno" dovuto alle miriadi di progetti - spesso giàassentiti dagli organi centrali (ministeri) - in cui l'unico in-teresse reale era quello del profitto dei proponenti aprendovarchi estesi condizionando, nei fatti, gli indirizzi energeticidel paese.La questione delle "infrastrutture strategiche" rende ancorapiù evidente questo rischio. Non si tratta "solo" di "grandiopere" come la TAV (e già questo sarebbe sufficiente per faremergere il pericolo di un accentramento delle decisionigià esistente, si pensi alle catastrofiche leggi ad hoc per questeopere a partire da quelle di restrizione delle norme sullavalutazione di impatto ambientale), si tratta di tante "picco-le" opere che - all'esigenza del governo del momento - conl'apposizione della etichetta di "strategiche" vengono impo-ste dall'alto contro la volontà locale ma anche saltando apiè pari ogni valutazione sulla effettiva utilità della singolaopera e sulle alternative disponibili.E' il caso recente della "rete degli inceneritori" in un recen-te decreto in applicazione dell'art. 35 dello "sbloccaitalia"che ha indicato numeri degli impianti ritenuti necessari eimponendone la costruzione alle regioni. Certo, le regioniinteressate scontano ritardi decennali nella attuazione di unagestione dei rifiuti corretta ma l'imposizione di impianti ad

elevato impatto eintrinsecamente rigidi (unavolta costruiti vannoalimentati per decenni) è incontrasto con le alternativedisponibili e che sarannosempre più richieste e indi-cate nelle norme europee(riduzione, prevenzione,riciclo, recupero, riuso)spostando altresì leresponsabilità sui produttoridelle merci.Altro importante snodo èquello della gestione delservizio sanitario pubblico.Anche in questo caso visono regioni che hannocompiuto scelte scellerate(privilegiando le struttureprivate, sprecando risorse,non adeguando i servizi alleesigenze della popolazionesoprattutto nel campo dellaprevenzione), ma la"soluzione" a questoproblema appare esclusiva-mente di tipo economico, dipura ricerca delle "compa-tibilità" bilancio. In questa

direzione la sanità non sarà più una questione di salute maverrà regolata dal Ministero dell'economia, in seconda bat-tuta, per le scelte "tecniche" dal Ministero della Salute e,quali meri esecutori delle scelte centrali, le regioni.Men che meno la modifica proposta e i rapporti Stato/Re-gioni che ne consegue potranno riequilibrare le differenzetra le regioni, in particolare del Sud Italia. Per questo nonoccorre una riforma costituzionale ma una applicazione co-erente dei principi della riforma sanitaria del 1978.La programmazione e organizzazione dei servizi sanitari esociali rimasta in capo agli enti localiappare una pura atti-vità esecutiva residua ove la partecipazione e le richiestedella popolazione saranno, anche più di ora, una voceinascoltata.Un percorso esattamente inverso rispetto a quelloprefigurato dalla riforma sanitaria del 1978, dalle esigenzedel territorio alla pianificazione regionale e nazionale, alladefinizione delle necessità economiche per garantirel'accesso universale ai servizi come a garantire una retelocale con la capacità di intervento diretto sui fattori dinocività nei luoghi di lavoro e di vita.Le proposte contenute nella modifica della Costituzionescalzano nel concreto della organizzazione e definizionedelle competenze e poteri tra gli enti i principi basilari deldiritto alla salute, all'ambiente salubre e alla partecipazionedemocratica nelle scelte di pianificazione di importanti set-tori condizionanti la società. Per questo votare NO è unascelta a favore della salute e dei diritti.

Medicina DemocraticaMovimento di Lotta per la Salute - Onlus

Un NO salutare, perl'ambiente e peri diritti

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Rsu e Rsa Cgil e Fiom

LE RAGIONI DEI LA VORATORI PER IL NOALLE MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE

Cambiano la Costituzione per continuare una politica economica e sociale che rende i ricchisempre più ricchi, i lavoratori con sempre meno salario e meno diritti e i poveri sempre piùnumerosi. Il taglio delle pensioni e dei servizi sanitari, come la manomissione dello Statuto deilavoratori sono gli ultimi e più clamorosi esempi della loro politica.Cambiano la Costituzione per affermare nella vita politica e nel funzionamento dello Stato,come nella società - nei luoghi di lavoro, nelle scuole - forme di comando in cui poche personedecidono su tutte le altre.E' una deriva autoritaria fondata sulla forza del ricatto sociale e su una informazione ormai inmano esclusivamente a chi ha i soldi.La chiamano "crescita", ma non cresce niente se non la povertà, il disagio sociale, la limitazio-ne dei diritti dei lavoratori e il peggioramento delle condizioni di salute. Aumentano anche gliinfortuni mortali sul lavoro e quasi il 20% dei lavoratori presenta delle inidoneità al lavoro, sista riducendo la vita media degli italiani.Il taglio delle pensioni, l'obbligo a lavorare sino a 70 anni, la riduzione dei servizi sanitaripubblici e gratuiti, la riduzione della spesa per la scuola e l'educazione che ci colloca all'ultimoposto in Europa dopo la Bulgaria concorrono ad aumentare il disagio sociale e le disuguaglianze.E in fondo anche il Jobs Act non è frutto di un improvvisazione bensì è stato anticipato dallavicenda Fiat e dall'attacco al Contratto nazionale.· Con le modifiche allo statuto dei lavoratori chi comanda può oggi disporre di strumenti diricatto e condizionamento dei lavoratori: il licenziamento arbitrario senza obbligo di riassunzione,il controllo a distanza dei lavoratori sia nei luoghi di lavoro che nella vita sociale. Oggi i lavo-ratori sono meno liberi e la loro partecipazione alla vita democratica è condizionata dal ricattodel licenziamento.· Vogliono una scuola in cui il diritto allo studio viene negato ai figli delle famiglie più povere edove si viene educati a "saper obbedire" e a lavorare gratis senza diritti.· Tra i dipendenti pubblici non sono riusciti finora a estendere il licenziamento arbitrario, mastanno cercando di aumentare il potere discriminatorio delle gerarchie interne.

SIAMO CITT ADINI,LAVORATORI,NON SUDDITI!- Con la cancellazione dellenorme del Jobs Act, che costi-tuiscono un ricatto sociale epolitico verso i lavoratori.- Con il ripristino dei dirittidei lavoratori nei luoghi dilavoro.- Con una legge sulla rappre-sentanza che consenta ai lavo-ratori di decidere democrati-camente da chi farsi rappre-sentare.- Con il mantenimento e ilrilancio della contrattazionecollettiva, a partire dal con-tratto nazionale come elemen-to di unificazione e solidarie-tà tra i lavoratori.Rsu e Rsa Cgil e Fiom

seguono firme

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SPESA PER LA SALUTE?ASSESSORI AL MERCATO

Invece di garantireuniformità diprestazionisanitarie e socioassistenzialiassistiamo allacompetizione sullapelle degli ammalatie dispendio di soldipubblici per i gestoridelle asl.

Ormai a titoli cubitali sui giornali eattraverso radio e tv, i Pronto Soccorsodegli ospedali sono chiamati arispondere della così detta malasanità,ore di attesa sulle barelle nei corridoi,strutture inadeguate, personaleinsufficiente, promiscuità che spessoè al limite della salvaguardia delladignità umana.Dopo le denuncie dei parenti per lamancata assistenza ai congiunti e, inalcuni casi, il decesso dei loro cari,sentiamo assessori alla sanità, presidentidi regioni, amministratori, sindaci e laMinistra della Sanità che in corodenunciano la situazione, definitainsostenibile, o inviano ispettori delministero per accertare le cause. Puraipocrisia: sono anni che si tagliano ifondi per la sanità pubblica, sichiudono servizi territoriali, non sifanno funzionare i Distretti SocioSanitari, non si organizzano struttureche facciano da filtro ai ricoveri inOspedale, esempio: Casa della Salute,dove si effettuano le prestazionicongiuntamente con il distretto delterritorio per dare risposta alle esigenzedei cittadini.I tagli producono malattia, il bilancioin pareggio delle ASL o delle AziendeSanitarie Ospedaliere non consentonola funzionalità dei servizi e portano allechiusure di presidi sanitari ecomplicano le attività dell’assistenzadomiciliare. Chi se lo può permetterericorre a prestazioni sanitarie nelprivato. Le diseguaglianze emergonosempre più acute anche nel pubblico,attraverso le visite private in ospedaleche riducono anche i tempi di attesaper visite e prestazioni diagnostiche.La logica del mercato fa si che l’asses-sore alla sanità del Piemonte Saitta,aumenti gli stipendi dei direttori delleAsl e regionali adducendo come moti-vazione che “Il mercato impone gli au-menti altrimenti non si trovano più di-rettori”.Mentre i dipendenti della sanitàaspettano il rinnovo del contratto da 7anni e lavorano in condizione di sottoorganico.Mentre i territori piemontesi vengonosvuotati di servizi. Mentre la RegionePiemonte spenderà 6,5 milioni di Euroin tre anni con l’accordo con le farmacieche offriranno servizi di banco.

Le scelte scellerate di chiudere interireparti ospedalieri in previsione diservizi territoriali efficienti che perònon ci sono, determinano comedenuncia il rapporto del Tribunale deimalati, persone costrette a girovagaretra un Ospedale all’altro con il rischiodi non farcela.Crescono i divari di assistenza sanitariatra le regioni, ad esempio la sanità alSud è praticamente in mano ai privatiper scelta politica, ciò costringe 11milioni di persone ( dati ufficiali) a noncurarsi per l’impossibilità di sostenerele spese oltre i balzelli dei ticket.In questo contesto vi è tutta la partita,Assistenza, Sicurezza Sociale. Fascesempre più vaste di anziani e nonautosufficienti sono privi di interventiatti a consentire una assistenzaadeguata. Il fondo Nazionale per nonautosufficienti è inadeguato, il ricoveroin strutture per non autosufficientidiventa impossibile a causa delle retteche vanno dai 2300 ai 2600 euromensili, spesso la quota sanitaria acarico della sanità non viene integratadalle Regioni causando gravi problemiall’utenza. Un esercito di badanti assistele persone e gli anziani nonautosufficienti nelle proprie abitazioni,

pagati di tasca propria dai famigliari perla mancanza di servizi territoriali sociosanitari. La spesa sanitaria nel 2015risultava di 111,185 miliardi, mentreil finanziamento del SSN risultava di109,7 miliardi, il disavanzo noncoperto dal SSN è stato coperto dalleRegioni con nuove tasse per i cittadini,e di conseguenza sono diminuitipersonale e servizi. I due miliardi in piùprevisti dalla manovra finanziaria peril 2017 alle Regioni, serviranno soloall’acquisto dei vaccini.I l contenuto degli interventi previstidai LEA, dovrà essere verificato poi-ché i livelli essenziali di assistenza do-vrebbero essere in funzione allaestensione e alla qualità delleprestazioni del SSN e non alladiminuzione per contenere la spesa. Laquestione farmaceutica con lo scandalodelle multinazionali denunciato daimedici, renderà impossibile l’acquistodi particolari medicinali e diventeràinsostenibile dal servizio sanitariopubblico, i farmaci non potranno essereprescritti e chi non potrà acquistarli avràproblemi di speranza di vita.La spesa farmaceutica convenzionatasi riduce dal 9,9% nel 2010 al l7,4%nel 2015 con la conseguenza che moltifarmaci devono essere acquistati e nonpossono essere prescritti, anche i salvavita debbono essere pagati dagliammalati. Il sistema sanitario subiscela corruzione data dall’ intreccio mafiapolitica, il cui prodotto sono appaltitruccati, costruzioni fatiscenti diospedali, consulenze pagate milioni diEuro, inutili incarichi di responsabilitàsenza trasparenza, clientelismo nellascelta dei fornitori, negli ordini deifarmaci ecc.L’ assenza totale della prevenzione in-tesa globalmente a partire dall’ambienteper arrivare ai luoghi di lavoro, dove imorti continuano essere dimenticatidopo le prime lacrime, perché la man-canza di sicurezza è ormai endemica, ei lavoratori considerati come merce,mettendo il profitto prima di tutto. Conla manomissione della Costituzioneproposta da Renzi il titolo V affidaal Ministero dell’Economia la gestio-ne economica della sanità di fatto ridu-cendo il ministero della salute ad unpuro esecutore di programmi economi-ci che investiranno sempre meno su pre-venzione e salute.La legge 833, tuttora in vigore preve-de un sistema universale di tutela della

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della salute Prevenzione Cura Riabili-tazione, ma le politiche privatistiche deigoverni degli ultimi 20 anni e il contri-buto decisivo per portare a compimen-to la privatizzazione della sanità del at-tuale Governo, hanno dirottato altro-ve, soldi che ci sarebbero per difendereestendere, qualificare la difesa dellasalute. Assistiamo inoltre al fallimen-to delle Aziende Sanitarie che si basa-no sulla produttività e non sulla quali-tà, considerando i malati come un pro-dotto e non come persone.

ASSESSORIAL MERCATO

Le ASL dovrebbero essere governatedai cittadini, attraverso elezionidemocratiche, i Direttori generalisoppressi e sostituiti da professionalitàinutilizzate in grado di dirigere le ASL.Dovrebbero attuarsi assunzioni urgentidi personale, medici, infermieri,tecnici. Ci sono migliaia di giovani inattesa di occupazione: nei giorni scorsiper un concorso di 8 posti di infermierehanno partecipato in mille.La salute si difende nel territorio conservizi integrati socio assistenzialipotenziati come laboratori di salute didistretto con medici di famiglia eguardia medica.Con piani straordinario di interventocon risorse umane e finanziariesull’ambiente per la prevenzione sul

territorio e nei luoghi di lavoro. Biso-gnerebbe inoltre abolire i ticket.I servizi ambulatoriali dovrebbero es-sere aperti almeno 6 giorni alla setti-mana.In tutte le ASL dovrebbero esserenominati dei Comitati dipartecipazione e controllo dei cittadiniprevisti dall’attuale normativa ancheper porre un freno al dilagare dellacorruzione mafiosa.Occorrerebbe separare le prestazioniINPS che le competono e che sonoprettamente previdenziali dagli ambitipiù propriamente assistenziali.Occorre dunque appliplicare l’art. 32della Costituzione garantendo laqualità di assistenza sociale e sanitariaalla persone non autosufficienti, aglianziani, ai disabili e alle persone chefanno parte delle nuove povertà.Per evitare che attraverso l’utilizzo delreferendum si cancellino diritti chedevono essere esigibili e perché non sipresenti la riforma come un rilancio delWelfare il 4 dicembre per difendereestendere qualificare lo stato socialeè necessario votare NO.

Renato NuccioSegreteria regionale P.R.C.Biella 3.11.2016

A scuola di salute invece del mercato. Una testimonianza professionale

Come integrare ospedale e territorio.Con la Casa della salute.

“C on questo lavoro, silenzioso, poco visibile horecuperato le motivazioni che talora in ospedale èdifficile mantenere. I pazienti e i loro familiarimanifestano soddisfazione, il medico di famiglia ottieneun sostegno diagnostico-terapeutico che consente dicondividere scelte, talora anche difficili mafondamentali. Sicuramente sono stati ridotti ricoveri eprestazioni non necessarie, ma soprattutto credo chestiamo assolvendo a uno dei più alti compiti che lanostra professione ci chiede: quello della cura delpaziente e non solo del suo cuore. ”

un luogo dove poter svolgere una prevenzione più mirata eaggressiva laddove necessario.Così, dal 2012, due volte al mese, dedico la mattina al la-voro presso la Casa della salute di Querceta. Qui, oltre adaver stabilito rapporti molto stretti professionali e persona-li con i medici che ne fanno parte e con il suo coordinatore,dottor Giuseppe Cavirani, ho recuperato quel rapporto pro-fessionale diretto, umano, profondamente empatico chein ospedale diventa difficile mantenere. Il medico di famigliache richiede il mio intervento è il garante della salute a 360

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La scelta di destinare tempo e risorse in prima personapresso la Casa della salute di Querceta(1,2) è arrivata comenaturale. Ho sempre avuto ben presente che la qualità dellecure al paziente cardiopatico si realizzava solo con una forteintegrazione di sforzi comprendenti ospedale e territorio.La costituzione della medicina generale in gruppi, la Sanitàd'iniziativa e infine la formazione delle AggregazioniFunzionali Territoriali (AFT) e delle Case della salute hamostrato e testimoniato la progressiva articolazione e crescitadell'organizzazione territoriale con il medico di medicinagenerale vicino al paziente. L'ospedale, con la sua progressivadestinazione ai soli pazienti acuti, e relativa dotazioneprofessionale e tecnologica avanzata si è invece nel tempoorganizzato per una rapida individuazione delle cause diinstabilità clinica di pazienti complessi o di patologiecomplesse. La risposta dell'ospedale è in genere focalizzatasul problema clinico con azioni rapide, efficaci ed efficienti.La gestione del paziente nella sua interezza è successivamentedemandato al medico curante.Occorreva un luogo di lavoro comune, più vicino alla real-tà locale di appartenenza dei pazienti, di facile accesso, condotazione strumentale sufficiente a garantire un primo esecondo livello di prestazioni, se necessarie. Una sorta diintensità di cura allargato e ampliato al territorio. Ma anche

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NoteNota 1. La Casa della salute di QuercetaLa Casa della salute di Querceta (nel Comune diSeravezza, a pochi chilometri da Forte dei Marmi, inVersilia, tra il mare e le Alpi Apuane), inaugurata edentrata in piena funzione nel luglio 2012, è un'ampiastruttura (vedi foto) che ospita una serie di servizi: dallamedicina generale (8 mmg che lavorano in gruppo)all'assistenza infermieristica, dal consultorio alle attivitàspecialistiche e di riabilitazione, dal CUP ai servizi socialidel Comune. La Casa della salute è di fatto sempre aperta,perché lì operano i servizi di trasporto sanitario, ordinarioe in emergenza, la continuità assistenziale dalle 20 alle 8nei giorni feriali e 24 ore nei festivi e prefestivi, i medici einfermieri del 118, con auto medica H24 per 7 giorni su7. L'attività di prelievi ematici inizia alle 7 dal lunedì alsabato. Almeno uno, ma quasi sempre 2 mmg sono presentidalle 8 alle 20 nei giorni feriali e prefestivi, dalle 8 alle13 il sabato. I mmgvengono supportati nelle loro attivitàda infermieri per un totale di 54 ore settimanali e dapersonale di segreteria per 54 ore settimanali, più, per laSanità d'iniziativa, da 30 ore di infermiera e 30 ore dioperatore sociosanitario. La popolazione di riferimentodella Casa della salutedi Querceta conta circa 15.000abitanti, residenti soprattutto nel comune di Seravezza,ma anche di Forte dei Marmi e Pietrasanta.Nota 2. Il libro: Le Case della Salute. Innovazione e buonepratiche.La testimonianza del Dr. Giancarlo Casolo è tratta da uncapitolo del libro "Le Case della Salute. Innovazione ebuone pratiche, di A. Brambilla e G. Maciocco, CarocciFaber Editore, 2016", dedicato alla Casa della Salute diQuerceta a cura di Enrico Salvatori. Il libro si componedi tre parti. La prima illustra le politiche per la salute e lecure primarie nei contesti nazionale e internazionale; laseconda descrive il percorso intrapreso da Emilia-Romagna e Toscana nell'innovazione delle cure primariee nella costituzione delle Case della Salute, ad oggi tra lepiù avanzate nel contesto italiano; la terza presenta ottocasi di studio, quattro in Emilia-Romagna (Bomporto,Crevalcore, Forlimpopoli e San Secondo Parmense) equattro in Toscana (Castiglion Fiorentino, Empoli,Terricciola e Querceta).

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Come integrare ospedale e territorio.Con la Casa della salute.CONTINUA DA PAG. 9

gradi del paziente, lo colloca nel suo contesto sociale e dimalattia e lo propone a me per un quesito specifico. Dalmio canto, ne assicuro la presa in carico garantendo la salutecardiologica sia evitando procedure inutili sia, al contrario,proponendo interventi complessi non prima di avernecondiviso gli obiettivi con i pazienti e con il medicoproponente. Tutto ciò avviene agevolmente lavorando allaCasa della salute dove, accanto alla comunicazione diretta,mi è stato concesso di poter lavorare sugli strumentiinformatici del medico di medicina generale, potendo cioècondividere la loro cartella clinica. In tal modo hol'opportunità di cogliere informazioni su storia clinica,farmaci assunti, problematiche attive che mi sarebberodifficili da ottenere diversamente. La ricchezza dellavalutazione multidimensionale che mi viene offerta permettedi evitare il potenziale di frammentazione del mio interventose avulso dal contesto reale.Con questo lavoro, silenzioso, poco visibile e forse valuta-to a un primo colpo d'occhio poco importante, ho recuperatole motivazioni di un lavoro che talora in ospedale è difficilemantenere. I pazienti e i loro familiari manifestanosoddisfazione, il medico di famiglia ottiene un sostegnodiagnostico-terapeutico che consente di condividere scelte,talora anche difficili ma fondamentali. Sicuramente sonostati ridotti ricoveri e prestazioni non necessarie, masoprattutto credo che stiamo assolvendo a uno dei più alticompiti che la nostra professione ci chiede: quello dellacura del paziente e non solo del suo cuore. Tuttavia ancheattraverso il cuore.La possibilità di condividere esperienze, conoscenze, sen-sazioni ed emozioni ci ha anche portato a guardare avanti.Abbiamo così identificato ambiti di miglioramento. Grazieall'enorme quantità di informazioni contenute nelle cartelleinformatizzate dei colleghi della medicina generale dellaCasa della salute abbiamo iniziato a studiare l'epidemiologia,la pratica comune, e lo stato di salute della popolazione diriferimento. Abbiamo così verificato che è relativamentesemplice raccogliere dati da decine di migliaia di pazienti,disponendo di un punto di osservazione privilegiato. Il primofrutto di questa collaborazione è stato un lavoro chequest'anno abbiamo presentato insieme a Londra, nelsettembre 2015, al Congresso europeo di cardiologia aLondra della European Society of Cardiology sullaprevalenza e qualità delle cure nella fibrillazione atriale.Credo che il futuro sia puntare sempre più su questa inte-grazione, sulla dotazione di strumenti in grado di migliora-re la diagnostica e la cura già sul territorio, sulla possibilitàdi identificare sottogruppi su cui concentrare le azioni, por-tare avanti azioni di miglioramento promosse da audit gui-dati dall'uso dei database informatici. In questo senso credoanche che la tele-medicina e i suoi sviluppi saranno unadelle principali chiavi per un'assistenza sempre più di sem-plice accesso, sicura, sostenibile e di qualità.

Giancarlo Casolodirettore U. O. di Cardiologia, Ospedale della Versilia.

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ASL UNICA A TORINO. La bozza del direttore/commissario AlbertiL'ospedale Amedeo di Savoia trasformato in un polo territoriale con ambulatori, Sert per le tossicodipendenze eRsa per anziani. L'Oftalmico in un poliambulatorio; il Valdese, che dovrebbe riaprire come casa della salute; il"Marco Antonetto", ex sede dell'Ipab comunale di corso Toscana, diventa poliambulatorio. Rimane inutilizzatal'antica Astanteria Martini. Rimarranno solo tre ospedali: San Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Martini cheopereranno in sinergia "singole discipline" e "Uniformità delle modalità di gestione dei pazienti e reciproco sup-porto in caso di affollamento, attraverso il lavoro in rete dei Pronto Soccorso". Ci sarà un "Unico dipartimento dicontinuità assistenziale dell'adulto e dell'anziano, dopo la fase acuta". Si parte dal 1 gennaio 2017.

Proponiamo una prima considerazione di merito con un contributo di Eleonora Artesio,già Assessore alla sanità della Regione Piemonte

Non si esclude che sia un percorso pos-sibile, semplicemente non riassume lesorti della sanità ne' risolve i problemidella sostenibilità economica, tantomeno della qualità delle prestazioni.I sostenitori delle fusioni promettonoche la riduzione delle eventualiinefficienze e le economie generate dal-la concentrazione di strutture deputateallo stesso compito consentiranno diinnalzare il livello dei servizi, perchéci si indirizzerà allo standard più qua-lificato e al modello più efficace, adesempio per le dimissioni protette, perle cure domiciliari, per la residenzialitàpsichiatrica.È una prospettiva suggestiva, difficileperò che le architetture si sostituisca-no o suppliscano alle finalità, allemetodologie, alle scuole di pensiero,ai protocolli: ovvero le formeorganizzative sono l'esito anche stori-co dei contenuti dell'intervento di cura.I llusorio pensare che il cambio dellainfrastruttura comporterà una evolu-zione delle forme e delle qualità: perqueste ultime occorrono formazionecondivisa dagli operatori, valutazioni

SANITA’ A T ORINOSi ritorna all’asl unica: salute più o meno?I l Presidente della Regione PiemonteSergio Chiamparino dichiara a Quoti-diano Sanità Piemonte, che la prossi-ma sfida della sanità piemontese saràl'accorpamento delle Asl.I l Direttore Generale della asl To2,commissario della To1, dichiara che launificazione non sarà una mera som-ma, ma produrrà standards più elevati,perché sarà dato valore alle attività as-sistenziali, anche grazie ai risparmi de-rivanti dall' accorpamento.L' Assessore Saitta presenta alle com-missioni sanità comunale e regionalel'atto di indirizzo per l'unificazione, rin-viando all'atto aziendale le previsioni ele soluzioni sui singoli presidi e sulledifferenti attività territoriali, premetten-do però che la sola unificazionelogistica delle unità amministrativecomporterà un risparmio da 600.000euro da reinvestire in servizi. Le fusio-ni aziendali, insomma, sono le soluzionicontemporanee alle difficoltà e alle in-sufficienze sofferte dal sistema sanita-rio. Almeno così piace credere e si vuolefar credere.È inevitabile constatare che questa siala strada intrapresa da gran parte delleRegioni e imposta da diversi piani dirientro; altrettanto inevitabile ammet-tere che nel breve periodo si produca-no risparmi, non fosse che per la ridu-zione delle figure apicali. Quelle, però,sono operazioni una tantum irripetibili.Nel medio e lungo periodo si presenta-no le conseguenze strutturali della fu-sione e sono lente e costose.Ridurre a un unico centro di costo e aunica direzione le differenti gestioni delpersonale, degli appalti, dei sistemi in-formativi e quant'altro comporta un la-voro di condivisione, di gestione deicontenziosi, di nuove procedure cheintroduce costi aggiuntivi in attesa dirisparmi futuri e di maggiore efficien-za.

riconosciute degli esiti, incoraggiantidistribuzioni dei budget, coinvolgimentidegli attori istituzionali e sociali, an-che degli utenti e delle loro rappresen-tanze. A questo fine, non è obbligatoriala trasformazione aziendale, bastereb-bero la volontà politica e l'applicazio-ne dei managers sull'obiettivo, certonella paziente costruzione delle relazio-ni interne, coi professionisti del setto-re, ed esterne con le parti sociali. Lafusione aziendale in se', quindi, non èné buona né cattiva, è uno strumentorispetto ai fini dichiarati: il guaio è chenon si dichiarano i fini o, meglio, sem-brano meramente economici e di breveperiodo.Purtroppo viviamo in un periodo incui, direbbe il Prof. Gallino, dominanole "idee ricevute", ovvero le convinzioninon verificate che, solo per il fatto diessere ripetute, vengono giudicate ov-vie e inarrestabili.

Eleonora Ar tesioConsigliera comunaleGruppo consiliare diTorino in Comune - La Sinistra

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La pericolosità per la stabilità del Servizio Sanitario Pubblico dei Fondi Sanitari Integrativi è evidentea chiunque abbia un pò di buonsenso. Chi li sostiene, ad esempio alcuni sindacati, dovrebbe leggereattentamente e riflettere obiettivamente su questo articolo che ci viene segnato e proposto. E’ elementareche privati e assicurazioni per prosperate nella loro logica di profitto non limiteranno la loro invasionesolo alle prestazioni considerate “futili” dai politici di governo, e dai loro gestori locali, e delegabili alprivato per tagliare i costi ma, ovviamente, amplieranno l’offerta ai cittadini, sempre più costretti allasofferenza dentro gli angusti spazi pubblici di prevenzione, cura e riabilitazione. Redazione

Sostenibilità del SSN efondi sanitari integrativiDi fronte alle crescenti difficoltà del servizio sanitarionazionale nel soddisfare i bisogni di salute della popolazionesono in molti ad affermareche la sostenibilità del sistemadebba passare attraverso la creazione di un robusto"secondo" pilastro del welfare, basato sullo sviluppo deifondi sanitari integrativi (FSI). Un assist a favore dei FSI lotroviamo in un post di Nino Cartabellotta recentementepubblicato su questo blog, dove si sostiene che le prestazionia basso value, escluse dai LEA, potrebbero espandere ilcampo d'azione della sanità integrativa.Noi invece crediamo che non servano i FSI, e ancor menole Assicurazioni, per garantire la sostenibilità del SSN.Enumeriamo alcuni motivi di dissenso rispetto a ulterioriespansioni dei FSI e di quanto (pensiamo impropriamente)si definisce secondo e terzo pilastro del Servizio sanitarionazionale.Problemi di equitàOggi usufruiscono dei FSI circa 10milioni di italiani - imprenditori, pro-fessionisti, dirigenti, lavoratori efamiliari - beneficiando di deducibilitàdei contributi versati al FSI fino a •3.615/cad. (e detraibilità della quotaparte di spese sanitarie a carico). Taliagevolazioni sono sussidiate con le tasseanche dei 50 milioni di italiani che nonne usufruiscono, tra cui sono molto piùrappresentati gruppi sociali svantaggiati(senza lavoro/precari…).Problemi di efficienzaLa frammentazione in più di 300 FSI neindebolisce il potere contrattuale versoi fornitori, e i loro apparati devonogestire milioni di transazioni duplicate(oltre a quelle del SSN) con miriadi di organizzazioni e coni sanitari, con costi di transazione connessi, che di per sénon producono salute, anzi sottraggono tempo (costo/opportunità) ai professionisti sanitari.Uno dei sei motiviper cui gli USA spendono in Sanità più di ogni Paese almondo è la frammentazione del sistema in miriadi dierogatori di prestazioni e di assicurazioni sanitarie, con costiesorbitanti di attività amministrative. Olanda e Inghilterrahanno introdotto logiche mercantili e si stanno avvicinandoagli USA, con spese amministrative del 20% e 15,4% delbudget ospedaliero. Invece Canada e Scozia (che non haseguito la strada Inglese) non usano i DRG per le entrate efinanziano gli ospedali a budget globale. L'amministrazionerichiede molto meno personale, competenze menospecialistiche e assorbe il 12,4% dei budget ospedalieri (vedipost Le spese amministrative degli ospedali: confronto trausa e altre 7 nazioni).

Le prestazioni dei FS non sono solo integrative, ma in mag-gioranza sostitutiveLe prestazioni dei cosiddetti FSI sono per più del 50%sostitutive di analoga offerta SSN: proprio ciò che la leggeistitutiva si prefiggeva di evitare.I Fondi diventano induttori di prestazioniPer sopravvivere/assicurarsi il futuro, i FSI tendono, comegli erogatori pagati a prestazione e come molti produttoridi tecnologie mediche, a indurre prestazioni non necessarie,comunque fonte di ricavi/guadagni anche per loro.Ciò include il business dell'offerta di "prevenzione medica"non validata, fonte di disease mongering per eccellenza(check-up, batterie di test che inducono,…). Finiscono difatto per essere nuovi induttori, oltre a quelli strutturali:produttori di farmaci, dispositivi/altre tecnologie sanitarie,ed erogatori pagati a prestazione dal SSN o in liberaprofessione.Prove indirette del verosimile ruolo d'induzione di

prestazioni (e spesa) dei FSI si hannoesaminando la spesa sanitaria pro-capitedei paesi Europei occidentali eNordamericani.Se infatti mettiamo a confronto i paesiche adottano il servizio sanitarionazionale - come i paesi scandinavi,Canada, Gran Bretagna, Irlanda, NuovaZelanda, Australia e paesi del sud Europa- e quelli con sistemi assicurativi (nonprofit, privati profit, e misti, con maggiorpresenza di FSI) - come USA, Svizzera,Olanda, Germania, Lussemburgo,Austria, Belgio, Francia e Giappone - sinota che questi ultimi presentano livellidi costo mediamente superiori ai primisia come spesa sanitaria pro-capite totale,sia come spesa sanitaria come % del PIL,e anche come spesa sanitaria pubblicapro-capite.

Che i sistemi sanitari basati sulle assicurazioni e con fortesviluppo di FSI abbiano spesa sanitaria maggiore, sia in %del PIL, sia totale, non dovrebbe stupire, perché i FSInascono proprio per attrarre nuovi finanziamenti e aumentarela spesa sanitaria totale, asserendo di dare così "sollievo"alla spesa sanitaria pubblica (NB: ma l'obiettivo vero diproduttori ed erogatori pare piuttosto di non fare i conticon la necessità di ridurre propri prodotti/prestazioni di lowvalue, in quanto per entrambi ciò significherebbe perditadei ricavi connessi).Può sembrare invece paradossale che paesi con sistemiassicurativi e più FSI, in cui oltretutto (salvo che negli USA)prevalgono casse mutue/fondi non profit, abbiano spesesanitarie pubbliche in media maggiori dei paesi con SSN emeno FS.

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merito confermino l'efficacia (almeno probabile), ancorchénon/ non ancora accolte nei LEA;- dovrebbero promuovere educazione sanitaria valida eindipendente ed empowerment + supporti/benefit per renderfacili le scelte salutari.ConclusioneA parte differenti valutazioni sul ruolo di FSI eAssicurazioni, ci sembra che il post di Cartabellotta siacontraddittorio nel proporre:da un lato un condivisibile disinvestimento da interventisanitari sovrautilizzati di low-value(definiti inefficaci/rischiosi/inappropriati) per riallocare risorse in investimentidi high value(efficaci/sicuri/appropriati) sottoutilizzati;dall'altro di riservare interventi di low-value "futili"(ancorché non "negativi") alla spesa privata, terreno dellasanità integrativa.Riteniamo che i FS cosiddetti integrativi, come non si sonoaccontentati di offrire solo assistenza odontoiatrica e

domiciliare (forse le uniche prestazionidavvero integrative e potenzialmenteefficaci), così non accetterannopassivamente di lasciarsi definire"venditori di prestazioni futili", che aquel punto non troverebbero moltiacquirenti. Invece sono e sarannoinfaticabili nel proclamare il value delpiù ampio portafoglio della propriaofferta (per sopravvivere e prosperare),contrastando mediaticamente e conazioni di lobbying coloro chevorrebbero sminuire il value delleprestazioni che offrono, dando aintendere che lo facciano "solo perquestione di costi".Così le prestazioni senza valore

continueranno a essere praticate, promosse, e a consumarerisorse di privati misinformati e della collettività, tramitesgravi fiscali e attraverso l'aumento della stessa spesasanitaria pubblica, per i meccanismi prima sinteticamentedescritti, come mostrano i confronti internazionali. Oltrealla possibile iatrogenesi di interventi futili ma non sempreinnocui a lungo termine.

Alberto Donzelli, Monica SuttiPer Consiglio Direttivo e Comitato Scientifico dellaFondazione Allineare Sanità e SaluteVittorio CaimiPresidente CSERMeG, a nome Centro Studi e Ricerche inMedicina GeneraleErnesto MolaPresidente WONCA Italia, Coordinamento Italiano SocietàScientifiche aderenti a WONCAPiergiorgio DucaPresidente, a nome di Medicina DemocraticaAdriano Cattaneoa nome del Gruppo NoGrazie.Roberto RomiziPresidente di ISDE Italia (Associazione Medici perl'Ambiente)Violetta PlotegherAssessora Regione Trentino-Alto Adige

In rete su: www.saluteinternazionale.info

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Si confronti ad esempio la spesa sanitaria pubblica pro-capitedi paesi europei con sistemi assicurativi come Svizzera,Olanda, Austria, Germania, Francia, Belgio, ricchi di FS(International Profiles of Health Care Systems, TheCommonwealth Fund, Nov 2012): la spesa varia dai 3.473ai 4.711 PPP$.Lo stesso vale per la Danimarca, con SSN ma molti FSI:4.160 PPP$ (e, in Nordamerica 4.672 negli USA e 3.266 inCanada, quest'ultimo con sistema pubblico ma molti FS),rispetto a paesi come UK e Spagna con un SSN (almenoprima di recenti controriforme) e come l'Italia, che hannomeno FSI. La spesa pubblica di questi è molto inferiore:rispettivamente 3.171, 2.204 e 2.470 PPP$.Fa eccezione la Svezia, con SSN, pochiFS ma alta spesa pubblica: 4.375 PPP$(ma ha una spesa sanitaria quasi solopubblica).Dunque i FSI falliscono proprio uno deiprimi obiettivi dichiarati dai lorosostenitori: contenere la spesa sanitariapubblica.L'apparente paradosso si spiega conl'induzione di prestazioni di low value,cui i FSI nel complesso concorrono, cheinfluenza anche l'erogazione nelcontesto pubblico (indotta daprofessionisti con doppia afferenza) e laspesa relativa, almeno nel lungo periodo.[Un esempio tra 100: un ginecologo cuiconviene, per libera professione econtratto con FSI, fare Pap-test, pagato a tariffa, nontriennale ma annuale, "si farà piacere" Linee Guida chegiustificano Pap-test annuali; per "rispetto di sé", cercheràdi tenere/trascinare tale prassi anche nell'Azienda sanitariada cui dipende].Per come sono oggi in genere concepiti, i FSI sono fontedi:- iniquità per le agevolazioni fiscali concesse/pretese perchi vi accede, a scapito degli altri contribuenti;- induzione di consumismo sanitario, poiché non copronosolo servizi alberghieri/trasferte e le (poche) prestazioniintegrative efficaci, ma anche prestazioni d'efficacia nonprovata/improbabile, che il SSN ha buoni motivi per nonoffrire (ma non osa scoraggiare apertamente);- paradossale aumento della spesa sanitaria pubblica, oltreche di (voluto) aumento di quella totale;- lungi dall'alleggerire, in base ai dati, rendono ancor piùprecaria la sostenibilità di un SSN, anche perché, con lacrescente offerta di prestazioni sostitutive, preparanofuoriuscite dal SSN di chi versa più contributi e inproporzione costa meno (con più costi/meno risorse eprotezione per chi resta).La libertà di associarsi per ottenere vantaggi è legittima,ma Stato/Regioni/ASL/USSL/ATS:- non dovrebbero incentivare iniquità o consumismo;- se entrano nella gestione di FSI (soluzione in teoriamigliore, rispetto ad alternative), dovrebbero limitarsi aprestazioni davvero integrative, di cui serie valutazioni di

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Il peso delle industrie farmaceutiche nel governoLeggendo con attenzione gli articoli riguar-danti la sanità si deduce che l'unico soggettoche ha ragione di brindare è l'industria far-maceutica. I casi "biosimilari" e "epatite C".C'è più di un motivo per ritenere che nellascala delle priorità del governo vengano pri-ma gli interessi delle lobby e dopo quelli deicittadini. Questo si legge in un appello sot-toscritto da tutti i sindacati medici che con-testa le scelte del governo contenute nella leg-ge di bilancio presentata in parlamento.Infatti, leggendo attentamente gli articoli riguardanti la sa-nità si capisce che c'è ben poco da rallegrarsi, come all'ini-zio - a scatola chiusa - era sembrato.Vediamo perché:Le intese Stato-Regioni 2.2016 (Legge Stabilità 2016) e7.9.2016 (nuovi Lea) avevano stabilito che il fondo sanita-rio nazionale sarebbe cresciuto per il 2017 da 111 a 113miliardi di euro e per il 2018 da 113 a 115. Per il 2017 eracorsa voce che l'aumento sarebbe stato dimezzato: così nonè stato e tutti si sono rallegrati.Poi si è scoperto che il dimezzamento ci sarà, ma nell'anno2018. Ma anche nel 2017 non è detto che l'aumento siaproprio di 2 mld di euro (e di 1 mld nel 2018): in entrambi

gli anni infatti potrebbero mancare all'appello480 milioni di euro, in base ad accordi traStato e Regioni, in attuazione dell'intesa del11.2.2016. Nel 2017 la metà dell'aumentoè vincolata per l'acquisto di farmaci innova-tivi molto costosi (oncologici e anti-epatiteC) e di vaccini. Anche il miliardo che restaperò è in gran parte vincolato alla fornituradei nuovi livelli essenziali di assistenza(Lea), per i quali servono circa 800 milionidi euro (vedi post Livelli essenziali di assi-

stenza sanitaria e diritto alla salute). Per il personale delSSN rimane ben poco come denunciano i sindacati, dopoanni di tagli, di perdita di migliaia di posti di lavoro e diblocchi contrattuali. "Spiegheremo ai cittadini - si legge nel-l'appello - che i Lea non sono auto-erogabili, come se fos-simo in un virtuale self service della sanità pubblica,separabili da abilità e competenze professionali che fannola differenza tra la salute e la malattia e, non di rado, tra lavita e la morte e che il diritto alla cura non è scindibile daldiritto a curare in dignitose condizioni di lavoro e di eserci-zio professionale".Ovvero, nella legge di bilancio, l'unico soggetto che ha ra-gione di brindare è l'industria farmaceutica.

Redazione

indipendentemente dalle necessità indivi-duali del caso. Il che causerebbe undanno incalcolabile alla qualità della me-dicina e alla sua credibilità.Potremmo avere una medicina appropriataalle linee guida ma inadeguata nei con-fronti delle necessità del malato. E' veroche per ammorbidire la questione è statainserita la frase "salve le specificità delcaso concreto" (proposta che per altro hoavanzato per tempo) ma la legge non dicecome tutelare il medico nel caso in cui egliderogasse dalle linee guida per rispettarela singolarità del caso. Per cui è presumi-bile che i medici assumano le linee guidacome principio precauzionale generaliz-zato. In questo caso dovremmo scordarcila personalizzazione delle cure,l'umanizzazione, ecc.Il quarto è la storia che obbligando ilmalato all'inversione dell'onere della pro-va il medico abbia risolto tutti i suoi pro-blemi, in realtà il medico in un modo onell'altro in tribunale a discolparsi ci do-vrà andare comunque sia in caso di azio-ne diretta nei confronti dell'assicurazioneda parte del paziente danneggiato, inquanto il medico è parte necessaria, siache venga citata la struttura, in quanto ilmedico è obbligato a partecipare, in quan-to parte attiva del procedimento.Il quinto è il terreno paludoso della que-stione assicurativa, della rivalsa, delle co-perture obbligatorie ancora troppo pienodi incognite, con il rischio di scaricare irisarcimenti sul fondo sanitario nazionale(Tiziana Frittelli su "quotidiano sanità"del 15 novembre) cioè di togliere soldi allecure dei malati.

Ivan cavicchi

Cinque punti criticinella riforma

della responsabilitàdel medico

Con la proposta di legge sulla respon-sabilità del medico all'esame dell'aula delsenato,il rischio è che la pezza risulti peg-giore del buco.Quando all'inizio del suo percorsoparlamentare proposi di inserire nel testouna clausola di verifica (non accolta) cioèun termine per fare un bilancio dei pro edei contro, era perché ero e ancora sonoconvinto che la questione in quanto talenon è ne traducibile facilmente in unanorma esaustiva e ne la norma è facilmen-te applicabile nelle prassi ordinarie delleprofessioni. Le situazioni concrete sonomolto ma molto complicate.La legge avrà successo solo se riuscirà aridurre il contenzioso legale, non ad ac-crescere il grado di impunibilità del medi-co o a tutelarlo dagli oneri risarcitori,mentre tanti sono i medici che pensano ilcontrario, cioè che la legge avrà successosolo se garantirà loro una relativaimpunibilità indipendentemente dal pro-blema del contenzioso legale. E già que-sto è un bel problema.Tra i possibili punti deboli della legge, ilprimo è la scelta di campo sbagliata cheha fatto il legislatore: inquadrare il feno-meno del contenzioso legale nel quadrodei problemi della sicurezza delle cure,della prevenzione del rischio, dell'eventoavverso, del risk management.Si tratta di una scelta che non coglie undato di fatto: la gente non denuncia i me-dici perché sbagliano (la fallibilità fa par-te dell'ordine normale delle cose), ma per-ché i medici non sono capaci di avere re-lazioni con i malati e i loro famigliari.Personalmente per prevenire il contenziosolegale avrei agito su una riforma del

consenso informato quindi su una mag-giore corresponsabilizzazione del malatoe di conseguenza avrei correlato la leggecon un forte intervento formativo deimedici.Il secondo è che tutto l'apparato definitoa sostegno di tutte le proposte della legge(difensore civico, osservatorio nazionale,centri, elenchi, ecc) è previsto a costo zero,vale a dire che se le regioni lo voglionofare se lo devono pagare. Questorealisticamente è poco probabile che ac-cada perché le regioni non hanno nean-che più gli occhi per piangere. Per cuisenza supporti tecnici resta come prima ilmedico contro il cittadino.Il terzo è il ricorso alle linee guida pergarantire al medico l'impunibilità da cer-ti reati (non entro nei dettagli). Si corre ilrischio di istituzionalizzare la medicina di-fensiva cioè di indurre il medico a salvar-si con il ricorso ordinario alle procedure

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Medici mobilitati contr o la manovra, il 28 novembre sciopero generale

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TAV E RISCHIPER LA SALUTEI dati diffusi dall'OMS nello scorso mese di Settembre, inquello che è considerato il più dettagliato studio finora maicondotto sull'argomento, lasciano senza parole: l'Organiz-zazione Sanitaria Mondiale dice che il 92% delle personesul globo, cioè oltre 9 persone su 10, respirano aria troppoinquinata, aria che danneggia la salute respiro dopo respiro.I morti che ne conseguono sono milioni, uccisi da solfati,nitrati e carbone che penetrano in minuscoli corpuscoli nelnostro corpo, fino a ucciderlo. I danni peggiori li subisco-no, si sa, vecchi, bambini e donne gravide.Da questo studio si evince che il nostro Paese ha l'aria peg-giore di tutta l'Europa occidentale, nessun angolo del no-stro Paese può vantare zone "verdi", cioè pulite, come inve-ce hanno Francia, Spagna e soprattutto Gran Bretagna e Pa-esi scandinavi.I dati sembrano quindi coincidere con un precedente rapportodell'AEA, l'Agenzia Europea dell'Ambiente, pubblicato nelloscorso anno: il Belpaese ha segnato il record del numero dimorti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita perl'inquinamento dell'aria.Nel 2012, in Italia, si sono avuti 84.400 decessi di questotipo, su un totale di 491.000 in tutta l'Unione Europea.Decessi dovuti a tre killer "sottili": le micro polveri sottili(Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l'ozono, presente neibassi strati dell'atmosfera (O3), a cui lo studio attribuiscerispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature inItalia.L'area più colpita dal problema delle micro polveri siconferma la Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano,ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livelloUE di una concentrazione media annua di 25 microgrammiper metro cubo d'aria, ai livelli record presenti in Cina edIndia. Come ha dichiarato Maria Neira dell'OMS, "l'inqui-namento dell'aria è oggi il peggiore rischio ambientale perla salute, responsabile della morte di una persona su 9". "

L'inquinamento dell'aria continua a crescere - ha continuatoNeira - e compromette le economie e la nostra qualità divita. Si tratta di un'emergenza sanitaria".In questo certamente non confortante quadro generale, siinseriscono le preoccupazioni derivanti dal possibile ulte-riore inquinamento che potrebbe derivare in Val Susa dailavori di costruzione della nuova linea TAV Torino - Lione.La presenza di amianto e uranio, la qualità dell'aria e l'in-quinamento acustico sono tre aspetti che, secondo il fronteostile alla nuova linea, determinerebbero forti rischi per lasalute.Da sempre i medici presenti in Valle hanno lanciato appellie messo in guardia circa i consistenti rischi per la salute chenon riguarda solo i lavoratori. Nella popolazione della Valledi Susa c'è già un'incidenza significativa di mesotelioma (iltumore pleurico che è la principale conseguenzadell'esposizione all'amianto).Questi lavori aumentano significativamente la quota diminerali nell'ambiente. Le stesse previsioni del progettopreliminare parlano di un aumento degli inquinanti, con unrischio di patologie aumentato del 10% per la popolazionesuscettibile. In pratica un maggior rischio cardiovascolare erespiratorio, in particolare per chi già soffre di patologie diquesto tipo o per i soggetti fragili, bambini e anziani inprimis.

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Rinnovodelcontrattopubblicoimpiego?

2. Si insiste che il recupero delle risorse è"da ripartire tra i due livelli dicontrattazione", mentre finora il compitodi difendere il potere d'acquistodall'inflazione era affidato al solo livello"tabellare" del contratto nazionale.Questa sovrapposizione tra i due livellirappresenta un arretramento grave rispettoal modello contrattuale vigente in italia apartire dal 1993, che considerava ilsecondo livello integrativo comeaggiuntivo a quello nazionale, non certosostitutivo. nella piattaforma del compartodelle funzioni centrali bisogna delimitarelo "spazio" riservato al secondo livello dicontrattazione sul tema dei profiliprofessionali, comprendendo in quellesessioni integrative solo la possibilearticolazione. Scongiuriamo certamenteuna semplificazione degli stessi laddove iprofili non riuscissero ad articolarsi nellacontrattazione decentrata.

3. il possibile riconoscimento delle "specificità e peculiarità"dei corpi e Servizi di polizia locale e del personale dei Servizieducativi e Scolastici, così come di altre "professioni"periodicamente attratte da una fuoriuscita dai comparticontrattuali, pur essendo comprensibile per la necessità dinon frammentare ulteriormente le filiere contrattuali,necessita di una considerazione nella quantificazione dellerisorse affinchè le stesse non siano appannaggio esclusivodi questi profili.Si pensi, tra gli altri, ai Servizi della cultura (in particolarealla complessità tecnica e professionale che ha raggiunto illavoro in biblioteca), oggi ritenuti essenziali, maprobabilmente solo ai fini della regolamentazione del dirittodi sciopero. Si pensi ancora a figure come gli assistentisociali e in generale il personale dei Servizi Sociali. oppurealle rincorse che i profili amministrativi hanno dovuto farerispetto alle innovazioni tecnologiche e legislative. o alle

figure tecniche legate alle nuovecompetenze informatiche.4. affinchè la contrattazione integrativasia in relazione con le politicheoccupazionali occorre:- cambiare la legislazione che classificacome "acquisto beni e servizi" leintermediazioni di manodopera, perchéconsente di sottrarre questa spesa agliindici e di aggirare i vincoli di bilancio,incentivando di fatto le esternalizzazioni,anche al minimo ribasso (ovviamentesulla pelle dei lavoratori conl'abbassamento dei salari e dei diritti)- occorre ripristinare - con minoreflessibilità - le norme che limitano glistraordinari e destinare i relativi risparmialle assunzioni dell'anno successivo, inincremento rispetto ai limiti posti al turnover dalle varie finanziarie.- analoga finalizzazione alle assunzioniva prevista per i risparmi dovuti aimpegni part time;

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Lavoro, servizi pubblici e stato sociale

Stop pubblicoSecondo i dati diffusi nelmese di marzo dall'Istatattestano una riduzionedella spesa per redditi dalavoro dipendente di quasi11 miliardi (il 6,3 per centoin meno, cioè ai livelli del2006) annullando, gli incre-menti dovuti alle dueultime tornate contrattuali.E’ il risultato dell'adozionedel blocco del turn over deidipendenti, che hanno pro-dotto un calo dell'occupa-zione nel settore pubblico,con relativa diminuzione dispesa e, del contestualeblocco di ogni incrementoretributivo.

Stando alle dichiarazioni di esponenti del Governo profu-se a mezzo Stampa, Sembrerebbe prossimo l'avvio della con-trattazione per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.Sarebbe davvero positivo Se ciò avvenisse, in ragione delfatto che i contratti per i circa tre milioni di lavoratori delSettore Sono fermi oramai da ottantadue mesi.Le organizzazioni sindacali cgil, cisl, uil hanno deciso quindidi avviare una consultazione tra i lavoratori; in tal sensoauspichiamo che il negoziato si sviluppi anche inconsiderazione della necessità di una profonda modifica delleleggi sul lavoro pubblico, con particolare riferimento aldecreto 165 (il testo unico sul pubblico impiego),ripristinando reali relazioni sindacali e riconoscendo unruolo forte alla contrattazione a partire dai temidell'organizzazione del lavoro e delle professionalità. rispettoalle prime bozze delle piattaforme già circolate tra i gruppidirigenti, riteniamo che sul piano delle rivendicazioni eco-nomiche occorra una nuovaformulazione delle richieste: infattil'attuale modalità di calcole delle risor-se non tiene conto di quanto perso dallelavoratrici e dai lavoratori in termini diperdita del potere d'acquisto in questisette anni di vacanza contrattuale. purcomprendendo la strategia "classica"della presentazione delle proposte sin-dacali, occorrerebbe fare chiarezzarispetto ai quantitativi economici entrocui bisogna sviluppare il confronto.1. il riferimento all'andamento deinegoziati dei comparti privati non puòessere un termine di comparazionepoiché il blocco della contrattazione nelpubblico è pari a 7 anni: questo hadeterminato una perdita complessiva(calcolata con l'indice ipca fino al31.12.2015), pari a circa il 10,2 %.inoltre, gli anni che hanno contribuitomaggiormente a questa perdita sonoquelli più lontani, e compresi nel triennio2010/12.

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- sulla piattaforma delle funzioni centrali occorre eliminareil riferimento riorganizzativo tendente alla soppressione degliuffici.5. Sul salario accessorio la riflessione è ancora insufficientee incoerente. dobbiamo capire se intendiamo preservare lafunzione di autorità salariale del ccnl. in questo caso nonbasta scrivere che occorre superare la distinzione tra partefissa (meglio "stabile") e parte variabile del fondo. leprogressioni orizzontali - per essere finanziate e non andarea detrimento di altri istituti - hanno la necessità diun'alimentazione stabile, che si rinnovi annualmente sullabase di una previsione del ccnl. non può bastare a creareelementi di certezza il "consolidamento delle risorsestoricizzate".6. per quanto concerne le valutazioni dei dipendenti, èpositiva l'intenzione di privilegiare la performanceorganizzativa rispetto a quella individuale così comel'abolizione degli schemi - definiti a priori - dall'ex ministrobrunetta con l'indicazione percentuali dei lavoratori dapremiare e quelli da punire. tutto il resto va affrontato con

Rinnovo del contrattodel pubblico impiego?

maggiore precisione e con la prudenza dovuta ad una fasein cui la contrattazione può facilmente portare a deipeggioramenti normativi.7. esprimiamo un giudizio molto critico rispetto alle ipotesidi "welfare contrattuale" in quanto questo strumento, anzichéessere integrativo (cioè aggiuntivo) rispetto a quello"universalistico" viene in realtà utilizzato per indebolirequest'ultimo.8. lo stesso discorso vale per la proposta di defiscalizzazionedel salario accessorio che ha diverse implicazioni critiche,tra le quali il suo rafforzamento a discapito di quellonazionale. e' una tendenza già in atto che non bisognaincoraggiare in quanto viene utilizzato per svuotareprogressivamente il contratto nazionale spostando ilbaricentro della negoziazione sul livello decentratoQueste indicazioni, quali rilievi alle piattaforme, si limitanoai comparti delle autonomie locali e centrali, mentre conulteriori articoli proporremo altre riflessioni per il compartodella Sanità. aggiungiamo, infine, che occorrerà predisporreuna vera mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, asostegno della maratona sui servizi pubblici già prevista peril 12 di novembre ipotizzando, pertanto, anche forme di lottapiù incisive di carattere generale e nazionale.

Adriano Sgrò - Matteo Gaddi

Settimanale online di Punto Rosso-Lavoro21

SANITÀ DECONTRA TTUALIZZA TASono trascorsi 7 anni dall'ultimo rin-novo contrattuale e parecchi mesidalla sentenza della Corte costituzio-nale che ha sancito il superamento delblocco del contratto del pubblico im-piego e ancora non si apre un verotavolo negoziale con il governo.Lesomme stanziate sono insufficienti,ridicole, praticamente un'elemosina.È la prima volta che viene stanziatoun fondo indistinto che comprende ilrinnovo dei contratti, alcune misureper il comparto sicurezza, riordinodelle carriere, indennità 80 euro e losblocco delle assunzioni. Il rinnovocontratti poi non comprende Medici eInfermieri, le cui sorti dipendono dalfondo sanitario.È stata presentata una bozzacontrattuale che è molto vaga egenerica e del tutto inadeguata, ilsindacato chiede sostanzialmente unacifra intorno alle 150 euro lordemensili. Bisogna innanzituttorespingere i tagli al SSN e laprogressiva privatizzazione dellasanità, anche con il referendumcostituzionale i fautori del SÌ voglionotogliere poteri alle regioni in materiadi sanità per spostarli a livellocentrale, quindi è più che maiimportante VOTARE NO il 4 dicembre.

Brunetta deve essere cancellata nelsuo complesso, i processi diprivatizzazione e esternalizzazionedevono essere osteggiati. Purtroppoperò in questi anni l'azione delsindacato è stata del tutto inadegua-ta e caratterizzata da un'evidentesottomissione ai vari governi che sisono succeduti in questi anni.Basti pensare alla legge Fornero sullepensioni, al Job's act, alla demolizio-ne di quello che resta dell'articolo 18e in ultimo all'accordo con il governosul anticipo pensionistico (APE) cheprevede che il lavoratore, dopo averlavorato 42 anni, accenda un mutuoventennale (un vergognoso quantoesplicito regalo alle banche) :chiediamo con forza che la CGIL ritirila firma da quell'accordo.Bisognerebbe prendere esempio daiSindacati francesi e lottare controquesto governo dei padroni,unificarele lotte dei lavoratori, costruire piat-taforme rivendicative che venganodiscusse con i lavoratori e sottopostea referendum, ricorrere insomma alloSCIOPERO GENERALE.

Giuseppe Saragnese Infermiere(ASST PAPA GIOVANNI Bergamo)RSU-CGIL (il sindacato è un’altra cosa)

Ritornando alla piattaforma, bisognachiedere aumenti contrattuali di 300euro mensili considerando l'inflazionedi questi anni, prevedere aumenti delsalario accessorio, le indennità diturno, notti, festività ecc., limitare illavoro straordinario al minimo, lalibera professione va drasticamentediminuita e va potenziata invecel'attività pubblica, vanno stabilizzatii lavoratori precari e trovati i fondiper sbloccare il turn over.Vanno eliminati i meccanismiindividuali di valutazione, la legge

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Dunque, il tipo di contratto di lavoro della madre sembre-rebbe esercitare almeno un parziale effetto sullo sviluppolinguistico del figlio, nella stessa misura in cui il tipo dicontratto di lavoro condizionerebbe la madre nell'utilizzodei permessi di lavoro giornalieri per l'allattamento[3].E' il caso tuttavia di precisare come questa ricerca sia stataeffettuata tra il 2012 e il 2013, allorché la differenza ditutela tra contratto di lavoro subordinato a tempoindeterminato e contratti atipici era talmente netta, da esseremarcata con il discrimine tra lavoratori insiders e lavoratorioutsiders.Nell'anno di grazia 2016, tuttavia, lo scenario appareradicalmente rivoluzionato dall'universale azzeramento delletutele a favore dei lavoratori. Si tratta dell'appiattimento inun'unica informe categoria di lavoratori poveri sia di tutelesia di retribuzione, attuato dal Jobs Act attraverso l'integraleflessibilizzazione e testimoniato - al di là di ognistrumentalizzazione di parte - dagli eloquenti datisull'aumento dei licenziamenti (+ 31%), dall'esplosione deivoucher (69,899 milioni venduti nell'intero territorionazionale) e dal ritorno del lavoro a cottimo, sebbene"digitale" e mascherato sotto la veste dei bikers di Foodora,di Deliveroo e di altre analoghe iniziative imprenditoriali.Quali sarebbero, oggi, i risultati della stessa ricerca applicataad una madre assunta "a tutele crescenti", o cassiera in regimedi voucher in un grande magazzino o addetta alle consegnedi cibo a domicilio?I l timore di un licenziamento per giusta causa o pergiustificato motivo oggettivo assistito nel migliore dei casida un miserrimo indennizzo, la paura di essere "disconnessa"dall'oggi al domani e senza giustificazione alcuna dalla "app"che gestisce il sistema delle consegne, la prospettiva di nonpoter utilizzare i voucher nel periodo della maternità che

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Sono passati in secondo piano - oscurati dall'accesa di-scussione sui disastrosi risultati del Jobs Act - i clamorosidati di una recente ricerca sociologica condottadall'Università degli Studi di Milano-Bicocca su uncampione di famiglie residenti nel Comune di Milano,pubblicata da Riccardo Bonato nel saggio "La famigliaflessibile - Gli effetti transgenerazionali della flessibilitàlavorativa: il caso di Milano" [1].Lo studio parte da un presupposto assodato nella sociologiae nel diritto del lavoro: l'effettivo esercizio dei dirittipresuppone un effettivo sistema di tutele. Il che si traduce,nel nostro campo d'interesse, in una tanto semplice quantonodale osservazione: il lavoratore o la lavoratrice assunticon contratto di lavoro atipico (ovverosia a tempodeterminato, coordinato e continuativo od occasionale)tenderanno ad utilizzare meno dei colleghi garantiti da unrapporto di lavoro a tempo indeterminato gli istitutiuniversalmente previsti dalla legge a tutela della genitorialità(ovvero l'astensione obbligatoria, l'astensione facoltativa eil permesso per allattamento).È ciò, con ogni evidenza, per il timore di non ottenere ilrinnovo del contratto alla scadenza o per la paura di subireun inaspettato licenziamento da parte del datore di lavoroche vedesse, nell'esercizio dei doveri genitoriali, un ostacoloalla produttività aziendale; evenienza questa che, nel casodel rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato,soprattutto nell'area della cosiddetta "tutela reale" e primadella "riforma" renziana, era efficacemente arginata daldeterrente della reintegra o di un risarcimento di particolarerilievo previsto dall'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.In una parola, il lavoratore atipico è più "vulnerabile"; ed èproprio tale congenita vulnerabilità che, in ogni momento,ne condiziona il modo di vivere ed i comportamenti, conricadute non solo individuali, ma anche e soprattuttofamiliari.Quali sono i risultati della ricerca? Lasciamo la paroladirettamente a Riccardo Bonato:"…la flessibilità lavorativa influenza le tutele dellagenitorialità e la differente fruizione di queste ultime ha unimpatto sulla famiglia, e sulla crescita del bambino. Laricerca quantitativa condotta in occasione di questo studioevidenzia un indicatore che rivela l'esistenza di un impattotransgenerazionale della flessibilità lavorativa: sembraesistere una relazione fra le differenti tipologie contrattualicon cui è assunta la figura di riferimento del bambino(tipicamente la madre) e lo sviluppo del linguaggiodell'infante.…..poco più del 25% delle lavoratrici flessibili,infatti, utilizzano i permessi di allattamento contro il 60%circa delle lavoratrici con un contratto stabile. Questo fattoreha un impatto evidente e drammatico sullo sviluppo dellinguaggio del bambino: la mancata fruizione del permessodi allattamento da parte della figura di riferimento aumentanotevolmente (48% circa) la probabilità che il figlioappartenga al gruppo di bambini nei quali si rileva unrallentamento nello sviluppo linguistico"[2].

Lavoro e stato socialeI figli dei lavoratori flessibili hanno più probabilità di sviluppare un rallentamento linguistico: i clamorosirisultati di una recente ricerca sociologica dell'Università di Milano svelano l'inquietante realtà nascostadietro la retorica delle recenti "riforme" del lavoro

Analfabeti da Jobs Act

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effetto potranno esercitare sulla scelta della lavoratrice diaccudire il proprio figlio e, conseguentemente, sullosviluppo linguistico dello stesso?Domande retoriche che svelano dinanzi a noi, in contrastocon la propaganda dei cortigiani del Principe, un paesaggiosconcertante.E' il deserto del totalitarismo neoliberista il cui homo novus(homo oeconomicus)[4], soggetto completamenteindividualizzato e totalmente chiuso nell'angusto recinto delproprio interesse economico (interesse ormai assurto amisura universale della razionalità moderna), appareincapace di dialogare, avendo quasi del tutto atrofizzata lafunzione del linguaggio, ridotto a meri simboli (emoticon)e a monosillabiche espressioni: la frenesia del calcolo sisostituisce alla riflessiva lentezza del dialogo.

Analfabeti da Jobs Act Del resto, se è vero che la parola è espressione del pensiero(tanto che i Greci ne esprimevano l'unione in un unicotermine, il logos), l'atrofia del linguaggio reca con sél'inevitabile impoverimento del pensiero.Sono gli analfabeti del Jobs Act, inerme generazione allamercé di una tanto cinica quanto spregiudicata "manoinvisibile".

Domenico Tambasco

NOTE[1] R. Bonato, La famiglia flessibile - Gli effettitransgenerazionali della flessibilità lavorativa: il caso diMIlano, Milano, Franco Angeli, 2016.[2] R. Bonato, La famiglia flessibile, cit., p. 8-9.[3] R. Bonato, La famiglia flessibile, cit., p. 94.[4] Si rimanda alla illuminante analisi di Frank Schirrmacherin Ego. Gli inganni del capitalismo, Torino, Codice Edizioni,2015.

In rete su Micromega online 24 ottobre 2016

I talia ultima in Europa quan-to a produttività del lavoro,agli ultimi posti per innova-zione e laureati in rapportoalla popolazione Sono questii dati incontrovertibili chehanno determinato la crisi delsistema Italia.Da due anni la produttività inItalia è in calo, calano le oredi lavoro ma soprattutto il va-lore aggiunto, dal punto divista dei salari, del prodotto edella distribuzione diricchezza\redditi la situazionedel nostro paese è particolar-mente grave, anzi siamo i soli adavere perso produttività del lavoroquando altri paesi in crisievidenziavano segnali di ripresa. Lacrisi è legata alla stagnazione del-la ricerca, agli scarsi risultati delprogresso tecnico\tecnologico cheinveste il terziario, i servizi di infor-mazione e comunicazione, la ripre-sa in ambito industriale e nei tra-sporti assume connotati alquantomodesti e macchia di leopardo Sepoi guardiamo le dinamiche sala-riali, in Usa e Germania i redditi dalavoro crescono mentre in Italia per-diamo solo colpi.L'Italia resta quindi un paese inca-pace di affrontare le nuove sfide tec-nologiche, con una forza lavoro fem-minile ridicola, un numero di

Sindacato del salario osindacato della produttività?

legare il costo del lavoro (perquesto i contratti nazionalivengono giudicati desuetidai padroni) alla produttivi-tà, i salari siano quindi va-riabile dipendente dai pro-fitti, anzi i profitti crescanoliberamente che a tenerebassi i salari ci penserannole Leggi del GovernoDelocaliz-zazioni emonocommittenza hannocombinato solo guai, ricor-diamo che il 65,4% delleimprese italiane è specializ-zato in un unico prodotto eappena lo 0,8 ne produce 10tipi diversi.Contratti aziendali, aumen-ti per pochi sono la ricettadel Governo e di Confindu-stria, una ricetta che con al-

cune variabili si ripresenterà ancheper i 3 milioni di dipendenti pub-blici. E per abbattere i costi a cari-co dello stato arriverà il welfareaziendale e parte degli aumenti sa-ranno indirizzati a tale scopo, ov-viamente mentre si procederà allosmantellamento del welfare da noiconosciuto fino ad oggi, welfare in-completo e imperfetto ma senza dub-bio migliore di quello che ci vannopropinando per i prossimi anni. Inquesto scenario la collaborazionedel sindacato con il Governo gio-cherà un ruolo determinante per in-gabbiare i lavoratori e le lavoratri-ci indebolendone il potere di acqui-sto e di contrattazione.

Federico Giusti

laureati insufficiente(strano che anessuno venga in mente di criticaregli esiti delle riforme universitariedegli ultimi anni), con una ancora altavocazione manifatturiera, e con l'au-gurio di Confindustria che la prossi-ma manovra economica porti gli in-vestimenti richiesti al premier RenziUn paese, il nostro, con profondidisuguaglianze e un sistema produt-tivo pieno di falle. Ma , strano a dirsi,le ricette per gli industriali sono sem-pre uguali ,le stesse che da anni pro-ducono scelte dimostratesi fallimen-tari: aprire crediti finanziari alle im-prese, ridurre il costo del lavoro (maiche ci si chieda gli effetti delladeregulation in materia di diritto dellavoro...), crediti e defiscalizzazioni.L'idea vecchia ma sempre in auge è

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Per non dimenticarei propri diritti e doveri!NEWSLETTER PER LA

TUTELA DELLA SALUTEE DELLA SICUREZZA

DEI LAVORATORIConsulenze gratuite su

tematiche relative a salutee sicurezza sui luoghi di lavoro.

a cura diMarco Spezia

Marco Spezia - [email protected]

Sono un rsldella sanitàSalve Marco,ti scrivo perché vedo lesi i miei dirittidi RLS in azienda e dei lavoratori chegiornalmente si rivolgono a me perrisolvere i problemi.Sono stato formato con tanto di corsonel 2012 e ho sempre svolto concoscienza il mio ruolo. Lavoro comeinfermiere in un ospedale classificatoprivato (CCNL in allegato) e sonostato designato all'interno delle RSAfirmatarie di contratto. Ora dall'altroanno, causa fuoriuscita dalla siglafirmataria di contratto, svolgo la miaattività sindacale in una OS nonfirmataria del CCNL, la quale mi hacomunque designato suo RLS inospedale. Sempre l'anno scorsol'azienda per cui lavoro è stata ceduta(cessione ramo d'azienda ex articolo47 della Legge 428/90) a un nuovoproprietario (una srl) il cuiAmministratore Delegato non miriconosce come RLS, affermando aparole che il sindacato che mi hadesignato non è firmatario dicontratto applicato in azienda equindi, avendo già i 3 RLS dellatriplice che sono rimasti gli stessianche nel trasferimento d'azienda,non ha bisogno del quarto (aziendacon più di 200 dipendenti).Ho chiesto di poter visionare il DVRe non mi è stato concesso, ho fattovarie segnalazioni senza riscontro. Lasituazione in ospedale lascia molto adesiderare potendo ben immaginarequale sia la libertà di agire dei treRLS della triplice.Il TUSL non mette un limite al numero

massimo di RLS, ma parla solo di mi-nimo (nel mio caso 3 essendo l'azien-da con più di 200 dipendenti).Il sindacato che mi ha designato comeRLS ha seguito lo stesso iter(comunicazione della mia nomina daparte del Segretario provincialeall'Amministrazione), che ha invecetenuto la triplice senza mai fare leelezioni, come invece andrebbe fatto.Sono formato e ho tanto dicertificazione come RLS dal 2012, hofirmato il DVR con il precedente datoredi lavoro, ho svolto sempre al meglioil mio compito, denunciando alla ASLSpresal le carenze e facendointervenire gli ispettori. Forse questonon è stato gradito dal padrone, manon me ne mai importato nulla. Ho

subito intimidazioni e pressioni con-tinue, ma ho sempre resistito e ho di-feso la sicurezza dei lavoratori e i lorodiritti sul posto di lavoro.Adesso il nuovo datore di lavoro pensache si è finalmente tolto dai piedi unrompiscatole, negandomi l'accessoalla funzione di RLS.Avevamo pensato insieme allaSegreteria provinciale di convocarel'azienda in Direzione Territoriale delLavoro per questa vicenda. Secondote potrebbe essere la strada buona?Secondo te cosa dovrei fare per farmiriconoscere il ruolo di RLS e potertutelare i miei colleghi infermieri e ilavoratori tutti sul posto di lavoro?Hai consigli da darmi?Ti saluto.

Ciao,innanzitutto comprendo in pieno la tuaincazzatura nei confronti dell'aziendache non vuole riconoscere il tuo ruolo,ma anche nei confronti dei RLS dellatriplice che non fanno quello che lalegge permette loro (e imponemoralmente) di fare.Seguo personalmente o indirettamentedecine di casi simili al tuo in cui i RLSche si impegnano vengono boicottati e/o minacciati più o meno velatamentedalle aziende e in cui altri RLS fannovita tranquilla perché se ne fregano dellatutela dei lavoratori.Il tuo è un caso complesso, andando ainteressare non solo il D.Lgs. 81/08(Decreto), ma anche CCNL e variaccordi sindacali.Parto allora dal Decreto che definiscele linee guida per la designazione equindi la legittimazione dei RLS.I criteri generali di elezione odesignazione del RLS sono definiti, peraziende come la tua con più di 15lavoratori dall'articolo 47, comma 4 delDecreto:"Nelle aziende o unità produttive conpiù di 15 lavoratori il rappresentantedei lavoratori per la sicurezza è elettoo designato dai lavoratori nell'ambito

delle rappresentanze sindacali in azien-da. In assenza di tali rappresentanze, ilrappresentante è eletto dai lavoratoridella azienda al loro interno".Le modalità di elezione o designazionedel RLS sono invece demandate dalDecreto alla contrattazione collettiva,ai sensi del successivo comma 5:"Il numero, le modalità di designazioneo di elezione del rappresentante deilavoratori per la sicurezza, nonché iltempo di lavoro retribuito e glistrumenti per l'espletamento dellefunzioni sono stabiliti in sede dicontrattazione collettiva".Il Decreto non stabilisce un numeromassimo di RLS, ma come dicigiustamente te, solo un numerominimo, al comma 7 del solito articolo:"In ogni caso il numero minimo deirappresentanti di cui al comma 2 è ilseguente:a) un rappresentante nelle aziendeovvero unità produttive sino a 200lavoratori;b) tre rappresentanti nelle aziendeovvero unità produttive da 201 a 1.000lavoratori;

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anno 32° n° 6 novembre 2016 lalalalalavvvvvorororororoooooesalutsalutsalutsalutsalute e e e e 21

Iniziative nella sanità, lotte per la sicurezza sul lavoro,inchieste sull’ambiente. Appr ofondimenti scientifici.

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scaduto.Una tua eventuale nuova designazioneal momento attuale non potrebbe essereinoltre essere fatta "nell'ambito dellerappresentanze sindacali in azienda", inquanto la tua OS, come mi sembra diavere capito, non è riconosciuta comeRSA o RSU dalla tua azienda.In questi termini la tua azienda haquindi effettivamente e purtroppo lapossibilità di non riconoscerti,appellandosi, in maniera strumentale acavilli legislativi e contrattuali.Questa è la mia interpretazione diquanto disposto a livello legislativo econtrattuale.In ogni caso non lascerei intentata lainiziativa di convocare l'azienda allaDirezione del Lavoro, ma prima di farequesto passo, ti consiglio di rivolgertialla ASL Servizio di Prevenzione dellaSicurezza nel Luoghi di Lavoroterritorialmente competente, in quantotale organo è incaricato della correttaapplicazione del Decreto e dellanormativa ad esso collegato, ai sensidell'articolo 13, comma 1 del decretostesso:"La vigilanza sull'applicazione dellalegislazione in materia di salute esicurezza nei luoghi di lavoro è svoltadalla azienda sanitaria localecompetente per territorio e, per quantodi specifica competenza, dal Corponazionale dei Vigili del Fuoco".Ti consiglio di richiedere formalmentealla ASL un'opinione sulla validità omeno del tuo ruolo come RLS alla lucedella normativa richiamata.In assenza di una risposta da parte dellaASL, ma anche in aggiunta alladomanda alla ASL, potrete rivolgere,come OS, il medesimo quesito allaCommissione degli Interpelli di cuiall'articolo 12, comma 2 del Decreto.Una convocazione dell'azienda allaDTL alla luce di un'interpretazionenormativa da parte della ASL o, meglioancora, della Commissione degliInterpelli avrebbe sicuramente unamaggiore valenza, anche "politica".Rimango a tua disposizione perulteriori chiarimenti.Un caro saluto.

Marco Spezia

Risposta a un RLSCONTINU DA PAG. 20

c) sei rappresentanti in tutte le altreaziende o unità produttive oltre i 1.000lavoratori. In tali aziende il numero deirappresentanti è aumentato nella misuraindividuata dagli accordiinterconfederali o dalla contrattazionecollettiva".Quindi da quest'ultimo punto di vistale affermazioni della tua azienda sonodel tutto pretestuose.La tua azienda potrebbe invece avereragione in merito alla modalità della tuaelezione e della durata del tuo mandato.E mi spiego a seguire.In merito alle modalità di dettaglio dielezione o designazione del RLS, aseguito dell'articolo 6 comma a)dell'Accordo del 9 aprile 2015 relativoalla cessione del ramo di azienda, èancora valido quanto stabilito dalCCNL che mi hai inviato.Tale CCNL prevede all'Allegato 6,articolo 1 che:"Entro il 31 dicembre 1996, in tutte lestrutture sanitarie aderenti alleAssociazioni datoriali firmatariesaranno promosse le iniziative, con lemodalità di seguito indicate, perl'elezione del rappresentante deilavoratori per la sicurezza. Sono fattesalve le nomine del rappresentante disicurezza già effettuate alla data disottoscrizione del presente Accordo,fermo restando quanto previsto dalsuccessivo articolo 4".Inoltre all'articolo 6, il medesimoAllegato 6 del CCNL stabilisce che:"La durata dell'incarico è di 3 anni".Metto in evidenza che tale CCNL faancora riferimento al D.Lgs. 626/94,che però in termini di elezione odesignazione del RLS è del tutto simileal Decreto, prevedendo all'articolo 18,comma 3 che:"Nelle aziende, ovvero unità produttive,con più di 15 dipendenti ilrappresentante per la sicurezza è elettoo designato dai lavoratori nell'ambitodelle rappresentanze sindacali inazienda. In assenza di talirappresentanze, è eletto dai lavoratori

dell'azienda al loro interno", del tuttoanalogo a quanto disposto dal Decreto.Tale CCNL non specifica altro inmerito alla elezione o designazione delRLS.Pertanto da quanto previsto dal Decreto(ma anche da quanto era previsto dalD.Lgs. 626/94), combinato con quantoprevisto dal CCNL discende che, per latua azienda:- il RLS deve essere eletto o designatoall'interno delle rappresentanzesindacali aziendali;- il mandato del RLS ha una durata ditre anni.Visto cosa dice la normativa e il CCNL,nel tuo caso particolare possonosorgere i seguenti problemi.Da quello che ho capito tu sei statodesignato nel 2012, all'interno delleRSA in quel momento riconosciutedall'azienda.Secondo il CCNL, il tuo incaricoscadeva quindi nel 2015.Se tu sei stato nuovamente designatonel 2015 e quindi il tuo incarico è statorinnovato fino al 2018, l'azienda deveper forza riconoscerti come RLS, inquanto sei stato designato, comeprevisto dall'articolo 47, comma 4 delDecreto "nell'ambito dellerappresentanze sindacali in azienda",cioè all'interno delle RSA che nel 2015erano riconosciute dall'azienda.E ciò fino al 2018, data in cui scadrà iltuo mandato come RLS.Se tu invece non sei stato rinnovato nel2015 come RLS, la tua azienda si puòappellare al fatto che il tuo mandato sia

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INFORTUNI SUL LAVORO:COME OTTENERE

INDENNIZZIE RENDITE DALL'INAILL' indennizzabilità del danno, l'indennità giornaliera, larendita, il risarcimento del danno biologico, la denuncia diinfortunio e le altre prestazioniL'infortunio sul lavoro è quello che si verifica per causaviolenta in occasione di lavoro, comportando, per illavoratore, la morte, l'inabilità permanente assoluta oparziale al lavoro, l'inabilità temporanea totale per più di 3giorni o un danno biologico.LA CAUSA VIOLENT A E L'OCCASIONE DILAVOROCome accennato, un infortunio è indennizzabile dall'INAILanzitutto se imputabile a una causa violenta. Si tratta, neifatti, di un'aggressione esterna all'indennità psico-fisica dellavoratore, intensa e concentrata nel tempo. Non sono,invece, indispensabili i requisiti della straordinarietà, del-l'accidentalità o dell'imprevedibilità del fatto lesivo.Proprio le caratteristiche della causa violenta permettonodi distinguere l'infortunio dalla malattia, caratterizzata,invece, da una causa lenta.La causa violenta deve, poi, verificarsi in occasione dilavoro. Ciò vuol dire che tra l'attività lavorativa el'infortunio deve sussistere un rapporto, diretto o indiretto,di causa-effetto, senza che sia sufficiente che l'evento siverifichi durante il lavoro.Se l'infortunio è connesso a una condotta riconducibileall'attività lavorativa, l'indennizzabilità non è compromessadal comportamento imprudente, negligente o privo di periziadel lavoratore, mentre restanoesclusi dalla tutela gli infortunile cui conseguenze siano dolosamente aggravate dallavoratore o che derivino dall'abuso di sostanze alcoliche edi psicofarmaci, dall'uso non terapeutico di stupefacenti eallucinogeni o dalla mancanza della patente di guida.L'INFOR TUNIO IN ITINERESi considera verificatosi durante il lavoro anche il cosiddetto"infortunio in itinere", ovverosia quello che avviene duranteil tragitto compiuto per raggiungere, dalla propria abitazione,il luogo di lavoro o quello compiuto per recarsi da un luogodi lavoro a un altro o, infine, quello necessario per laconsumazione dei pasti in assenza di mensa aziendale.Se l'infortunio si verifica durante eventuali deviazionirispetto ai predetti tragitti, esso è risarcibile dall'INAIL solose tali deviazioni siano necessarie per accompagnare i figlia scuola, conseguenza di una direttiva del datore di lavoroo dovute a causa di forza maggiore, ad esigenze assistenzialiimprorogabili o ad obblighi penalmente rilevanti. In caso disosta il risarcimento è riconosciuto solo se essa sia breve enon alteri le condizioni di rischio.Occorre tuttavia chiarire che il tragitto percorso conl'utilizzo di un mezzo privato è coperto dall'assicurazionesolo se tale uso sia indispensabile, come ad esempio nelcaso in cui il mezzo sia fornito o prescritto dal datore dilavoro per esigenze lavorative o nel caso in cui il luogo dilavoro non possa essere raggiunto, o non possa essereraggiunto in tempo utile, con l'utilizzo dei mezzi pubblici.

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Smart working?" Un modo come

un altro per aggirarele norme sulla

sicurezza sul lavoro"“ I dati ufficiali indicano una costante riduzione degliinfortuni sul lavoro negli ultimi anni e una crescita,seppur contenuta e sottostimata, delle malattieprofessionali; in realtà, sono due facce della stessamedaglia che tracciano un quadro per nullarassicurante. Di lavoro si muore ogni giorno: provane sono i tanti eventi quotidiani che avvengonolontano dai riflettori delle cronache giornalistiche.Quelli che fanno crescere l’ansia e l’incertezza nelfuturo tra chi si sente dimenticato, lasciato solodavanti al dramma della disoccupazione o dellaprecarietà del lavoro”.Lo scrive su Rassegna Sindacale Lisa Bartolidell’Inca, riprendendo anche le riflessioni di SilvinoCandeloro della presidenza del patronato della Cgil.In Italia, sono 60 mila le denunce di malattieprofessionali, ma solo nel 34 per cento dei casi l’Inailriconosce il nesso causale con il lavoro. “Unapercentuale molto bassa – spiega Candeloro – cheindica come sia difficile il percorso per accedere alletutele antinfortunistiche previste per legge e chegetta più di qualche ombra sull’azione di tuteladell’Inail”.Il quadro si complica ulteriormente a causa dellenuovi rapporti si lavoro. Con lo smart working, ilcui ricorso si sta affermando in Italia, il lavorosconfina dai perimetri dei capannoni, deglistabilimenti tradizionali, dei palazzoni, attorno aiquali si sono sviluppate intere città, mascherandoprecarietà, lavoro sommerso e soprattutto ilmancato rispetto delle norme sulla sicurezza e perla prevenzione. Per il sistema imprese, invece, sitratta di una modalità di lavoro innovativa, basatasu un alto livello di flessibilità, che interessa letecnologie digitali, policy organizzative (orari e sedidi lavoro), spazi fisici aziendali e stili di vita. Madietro la presunta libertà di esercitare la propriaattività ovunque, si cela la volontà di aggirare lenorme contro gli infortuni e le malattie professionali,riconducendo la causa di un eventuale incidenteesclusivamente sulla “cattiva condotta” dellavoratore.

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SALUTE E SICUREZZANEGLI OSPEDALIManuale d’uso per i lavoratorie le lavoratrici ospedalieriVADEMECUM INCA CGILdigita: web_vademecum_ospedali.pdf

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L'INDENNIZZABILIT A' DEL DANNOIl danno derivante dall'infortunio sul lavoro è indennizzabilesolo laddove sia di particolare rilevo e comporti, quindi,una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 16%,un danno biologico quantificato in minimo 6 puntipercentuali, un'inabilità assoluta temporanea al lavoro.In particolare se il danno permanente è:-inferiore al 6%, non si ha diritto ad alcun indennizzo;-di entità compresa tra il 6% e il 15%, si ha dirittoall'indennizzo in capitale del danno biologico;-di entità compresa tra il 16% e il 100%, si ha diritto a unarendita a titolo di indennizzo sia del danno biologico sia deldanno patrimoniale.L'INDENNIT A' GIORNALIERA PER LA INABILIT A'TEMPORANEANel caso in cui dall'infortunio sia derivata al lavoratoreun'inabilità al lavoro temporanea e assoluta, egli avrà dirittoa un'indennità giornaliera corrisposta dall'INAIL a partiredal quarto giorno (i primi tre giorni sono a carico del datoredi lavoro) e pari al 60% della retribuzione per i primi 90giorni e al 75% dal novantunesimo giorno in poi.Terminato il periodo di inabilità temporanea, il lavoratore èsottoposto a visita medico-legale dall'INAIL al fine divalutare la presenza di eventuali postumi.LA RENDITA DIRETTANel caso in cui dall'infortunio sia derivata al lavoratoreun'inabilità permanente, assoluta o parziale, fino al 25 luglio2000 egli aveva diritto ad una rendita corrispostamensilmente.Essa spetta ancora oggi ai lavoratori che abbiano subito uninfortunio prima di tale data ed è subordinata alla circostanzache l'inabilità derivata fosse almeno pari all'11%.La rendita è incompatibile con le pensioni di inabilità e gliassegni di invalidità erogati per il medesimo eventoinvalidante ma è cumulabile con le pensioni di vecchiaia edi anzianità.IL RISARCIMENTO DEL DANNO BIOLOGICOPer gli infortuni avvenuti a partire dal 25 luglio 2000 èprevisto il risarcimento, da parte dell'INAIL, del dannobiologico subito dal lavoratore a seguito di infortunio sullavoro.Esso è influenzato nel suo ammontare dal tipo e dallapercentuale di menomazione che ne è derivata e soggiacealle stesse incompatibilità previste per la rendita diretta.Bisogna quindi fare riferimento, congiuntamente, alla tabelladelle menomazioni e alla tabella di indennizzo del dannobiologico.Se la menomazione è inferiore al 6% il danno biologico,come visto, non è riconosciuto, se essa è compresa tra il6% e il 15% comporta l'erogazione di una somma in

capitale, una tantum, influenzata anche dal sesso e dall'etàdel danneggiato.Se, infine, la menomazione è superiore al 16% dà luogo auna rendita corrisposta tramite l'INPS e influenzata, nel suoammontare, oltre che dalla percentuale di invalidità, anchedallo stipendio e da un coefficiente di maggiorazione.In tale ultime ipotesi il lavoratore può anche ottenere ilrisarcimento del danno patrimoniale subito, calcolatoriferendosi alla cosiddetta tabella dei coefficienti.LA DENUNCIA DI INFORTUNIOIl lavoratore è tenuto a denunciare immediatamentel'infortunio al datore di lavoro, il quale deve a sua voltadenunciarlo all'INAIL entro due giorni.In ogni caso per poter ottenere l'erogazione delle prestazioni,il lavoratore deve fare espressa domanda all'INAIL entro treanni e centocinquanta giorni dall'evento dannoso,compilando un modulo scaricabile online o recandosi pressole sedi dell'istituto.ALTRE PRESTAZIONI.La tutela previdenziale prevede ulteriori prestazioni oltre aquelle fondamentali sopra analizzate.Ad esempio, al lavoratore che benefici della rendita e,invalido al 100%, non sia in grado di far fronteautonomamente alle esigenze di vita quotidiana, spetta ancheun assegno per l'assistenza personale continuativa.E' previsto, poi, un assegno di incollocabilità corrisposto allavoratore che, a causa delle conseguenze riportate a seguitodell'infortunio, stimate in almeno il 34% di invalidità, nonpossa usufruire del sistema di collocamento obbligatorio.Si pensi, inoltre, alla rendita corrisposta ai superstiti nel casoin cui dall'infortunio sia derivata la morte del lavoratore, dadividersi pro quota tra il coniuge e i figli, in mancanza tragli ascendenti se a carico del defunto o, in subordine, a fratellie sorelle conviventi e a carico del defunto.

Valeria ZeppilliDa Studio Cataldi

www.studiocataldi.it

INFORTUNI SUL LAVORO

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PROPOSTADI LEGGESU MEDICOCOMPETENTESi pubblica il commento del Dr.Ramistella, coordinatore della sezionetematica della SIMLII dedicataall'attività professionale dei medicidel lavoro e medici competenti sullarecente proposta di legge presentataalla Camera dei deputati (primifirmatati on.li Ribaudo e Boccuzzi) inmerito a un nuovo ruolo del medicocompetente. Nell'articolo vieneriportato il disegno di legge ecommentate le possibili ripercussioni,comprese alcune proposte concretegià ipotizzate nell'ambito della sezionetematica e della stessa Societàscientifica. Viene dato, infine,appuntamento alla prossima"Convention MC 2017", ove questaproposta - assieme alle altre chel'hanno preceduta - verràampiamente discussa e approfondita,confidando nella partecipazioneattiva di tutti i colleghi interessati edelle stesse parti politiche, sindacalie datoriali.

Ha suscitato parecchio interesse tra imedici competenti, compreso un certoscalpore, la proposta di legge recente-mente presentata alla Camera (AttoCamera n. 4095 del 30 settembre 2016)che vede come primi firmatari gli on.liFranco Ribaudo e Antonio Boccuzzi(PD), assieme a molti altri deputati, in-titolato "Modifica all'articolo 39 deldecreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81,concernente la designazione del medi-co competente in materia di tutela del-la salute e della sicurezza nei luoghi dilavoro". Si tratta di un testo molto bre-ve che, come indica il titolo, disponedi cambiare solamente l'articolo 39 delnoto D.Lgs. 81/08 (impropriamente de-finito "testo unico" per la salute e sicu-rezza sul lavoro), anzi in particolare,esclusivamente una sua parte. Secon-do la proposta citata, il comma 2dell'art. 39 del D.Lgs. 81/08 dovrebbeessere integralmente sostituito da quelloche segue:"2. Ai fini della individuazione del me-dico competente, il datore di lavoro sirivolge all'azienda sanitaria competen-te territorialmente, la quale provvedealla designazione nell'ambito deglielenchi dei professionisti in possesso

dei requisiti di cui all'articolo 38,attingendo dall'albo specialistico am-bulatoriale tenuto presso la medesimaazienda sanitaria locale.2-bis. Il medico competente rispondedel proprio operato all'azienda sanitariacompetente territorialmente.2-ter. Gli oneri per le prestazioni assoltedal medico competente sonodeterminati dall'azienda sanitariacompetente territorialmente e sonointegralmente posti a carico del datoredi lavoro".Il testo di tale emendamento al D.Lgs.81 viene preceduto da una breveintroduzione in cui vengono esplicitatele motivazioni che hanno condotto allaproposta. Va da sé che l'ipotesitratteggiata, qualora dovesse venirepresa in considerazione perl'approvazione, dovrebbe essereulteriormente dettagliata sul piano del-la tecnica legislativa, allo scopo di ren-derla coerente con gli altri articoli delDecreto 81/08 e s.m.i. con i quali an-drebbe in conflitto. ativa.Si impongono, al riguardo, alcune ri-flessioni.Intanto occorre premettere che è moltoimportante rilevare che la "politica" (fi-nalmente ...), dopo un lungo intervallodi tempo, abbia di recente ripreso ini-ziative volte alla revisione della nor-mativa in materia di tutela della salutee sicurezza nei luoghi di lavoro.Questo disegno di legge, infatti, è il ter-zo provvedimento, dopo quellip r e -sentati al Senato dalla senatriceSerenella Fucksia e dal senatore

Maurizio Sacconi (di cui è stato riferi-to nelle scorse settimane), segno cheforse ormai i tempi sono maturi perquelle integrazioni e modifiche legisla-tive della normativa in materia , invo-cate inutilmente molte volte nel passa-to.La relazione introduttiva è certamenteindicativa dell'area socio-politica diprovenienza e portatrice di alcunigiudizi e generalizzazioni sull'attivitàdei medici competenti non accettabiliin quanto tali, poiché sembra quasi cheil medico competente venga individuatocome una figura professionale presso-ché subordinata al datore di lavoro, dicui condivide le problematiche econo-miche e, talora addirittura rinunciatariodella sua stessa attività sanitaria pre-ventiva in favore di considerazioni dialtra natura.La proposta, tuttavia, che come già dettodovrebbe essere meglio definita edettagliata anche sul piano legislativo,contiene spunti meritevoli diapprofondimento che vanno, benchéparzialmente, nella direzione che datempo la nostra sezione tematicaAProMel, dedicata proprio all'attivitàprofessionale dei medici del lavoro emedici competenti, sta esplorando. Laproblematica posta da Ribaudo,Boccuzzi e dagli altri firmatarièinteressante e lascia intravedere pos-sibili effetti positivi, se non a breve al-meno a medio termine.Infatti è ormai acclarato che il medicocompetente si configura oggi come unasorta di ibrido, del tutto peculiare incampo sanitario, in quanto trattasi diprofessionista sanitario "privato" (nel-la maggioranza dei casi libero-profes-sionista o dipendente di aziende non sa-nitarie), che viene retribuito direttamen-te (o indirettamente nel caso di societàdi servizi) dal datore di lavoro che loha nominato ma che svolge un ruolofrancamente pubblicistico, essendo po-sto a tutela di un bene costituzional-mente rilevante quale la tutela della

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salute del cittadino/lavoratore.Sono anni che questo paradosso vienesottolineato e che si cerca di escogitareadeguate soluzioni, presentate ediscusse anche in svariate occasionipubbliche quali seminari, convegni econgressi locali e nazionali. A taleproposito, anche in occasione dellaprossima "Convention MC 2017", chesi terrà a Roma nei primi mesi dell'anno,una parte molto ampia sarà dedicataall'analisi di queste tematiche e a quantopossa esserci di vicendevolmentecostruttivo negli ultimi disegni di leggepresentati, anche al Senato.Quest'ultima proposta di legge èsicuramente foriera di tematiche chevanno adeguatamente discusse eaffrontate, quali: difficile compatibilitàtra l'attività di vigilanza svolta da partedelle ASL e il nuovo ruolo attribuitoalle stesse, criteri di indicazione deimedici competenti da parte dellastruttura ASL per oggettive differenzenella struttura e nella complessità delleaziende da seguire, problemi di tariffeda ricondurre ai rischi e alle complessitàdelle varie aziende etc. Proprio diquesto si occuperà una intera sessionedella nostra Convention, nell'ambitodella quale sarà sicuramenteinteressante il confronto con le partipolitiche, sociali e datoriali che sin d'orasono invitate alla discussione e alconfronto.A tale riguardo, da tempo il nostrogruppo, nel tentativo di superare leattuali criticità, ha proposto di ridefinireil medico competente quale "MedicoOccupazionale" e ha teorizzato lapossibile creazione di una "AgenziaNazionale dei Medici Occupazionali",cioè di una struttura pubblica o semi-pubblica, di carattere nazionale e sog-getta a controllo governativo (Ministe-ro della Sanità congiuntamente al Mi-nistero del Lavoro), istituita con l'obiet-tivo di individuare un costante rappor-to di collaborazione tra medici compe-tenti e SSN per le possibili sinergie e irisparmi economici che tale sintoniapuò comportare. L'Agenzia potrebbeavere un ruolo di sovrintendenza e ga-ranzia sia dei liberi professionisti chedelle società di servizi, vigilando sullivello qualitativo delle prestazioni esui meccanismi competitivi, garanten-do pari opportunità a tutti. Si tratta,

PROPOSTASU MEDICOCOMPETENTE

come risulta evidente, di una ipotesiche può presentare molti vantaggi ma,al tempo stesso, che comporta evidenticomplessità di ideazione e gestione eproprio all'approfondimento di questaproposta sarà dedicato ampio spazionella Convention 2017, cercando di ri-vestire di concreti contenuti l'idea tuttiinsieme con i partecipanti all'evento.Ci si auspica, in definitiva, che questorinnovato "attivismo" sul piano parla-mentare possa condurre a un confron-to concreto, serrato e approfondito - che

è poi quello che da sempre auspichiamo- con l'obiettivo riconosciuto di giun-gere a una ideazione condivisa che possafungere da supporto indispensabile alLegislatore per consentire di approva-re, in tempi brevi, un testo di legge checonsenta la soluzione alle criticità po-ste dalla attuale normativa.

Ernesto RamistellaCoordinatore NazionaleAProMel-SIMLII

www.diario-prevenzione.itcronache, studi e inchieste di sicurezza sul lavoro

notizie, inchieste, conflitti, lottein tempo reale

digita www.controlacrisi.org

Elena Mazzoni,Monica Di Sisto,Paolo FerreroDeriveApprodi2016,pagg.18013 euro

In libr eria

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italiani da quando ha registrato unacrescente tendenza a dichiararsi atei,sono le inchieste condotte dalla chiesaa smentire che stiamo vivendoun'onda di rinnovata spiritualitàreligiosa.A luglio 2016 il Consiglio d'Europaha accolto un esposto della Cgil se-condo cui il personale medico che nonfa dichiarazione di obiezione di co-scienza è soggetto "a diversi tipi disvantaggi lavorativi diretti e indiret-ti" e ha riconosciuto in Italia un'og-gettiva difficolta' di accesso alla 194che viola i diritti umani.I l Parlamento Europeo nel 2015 havotato a favore dell'aborto volonta-rio riconoscendone la pienalegittimittà in virtù del diritto delledonne ad avere il controllo del pro-prio corpo in ambito sessuale e ripro-duttivo.In 25 stati membri dell'UE l'aborto èconsiderato un diritto; in Svezial'obiezione di coscienza non ècontemplata e agli studentispecializzandi in ginecologia-ostetricia viene consigliato di scegliereun'altra specialità se dimostrano diavere problemi di qualche genere neiconfronti dell'aborto. In generale èammesso unamimemente che lo statoche si dichiara laico non può tollerarel'obiezione di coscienza sanitaria.Mentre la ministra Lorenzin lancia ilFertilityDay e declassa alcuni farma-ci anticoncenzionalidalla fascia A,l'assessore alla sanità del Piemontepropone di escludere la contraccezio-ne orale dai Lea, i livelli essenziali diassistenza garantiti dalla sanità pub-blica a carico del servizio sanitarionazionale. Questa mossa farebbe ri-sparmiare alla sanità piemontese 1milione di euro, scaricando l'onere ,ancora una volta, sulle donne, in par-ticolare sulle fasce meno tutelate.A questi evidenti attacchi al dirittodella donna di gestire il proprio cor-po portati avanti dalle istituzioni, bi-sogna aggiungere la tracotanza concui i "movimenti per la vita" sono pe-netrati nei consultori in qualità diagevolatori della gravidanza, snatu-randone la funzione sociale stabilitadalla legge 405/1975, che istituiva iconsultori famigliari affermando ilprincipio della gratuità del servizio edella contraccezione.Tra il diritto del medico a fare obie-zione e il diritto del nascituro ad esse-re messo al mondo, l'unica a non ave-re diritti ancora una volta è la donna.

Chiara MarzocchiSegreteria PRC Piemonte

L'obiezione di coscienzaè un abuso di poterelegittimato dallo StatoNon è corretto parlare di obiezionedi coscienza in merito ai mediciantiabortisti, in quanto l'obiezione dicoscienza implica che al rifiuto dicompiere un'azione imposta giuridi-camente in virtù di proprie convinzio-ni etiche o religiose corrisponda unasanzione.I l diritto all'obiezione di coscienzavenne introdotto in Italia nel 1972 inrelazione al servizio di leva obbliga-torio e prevedeva la sostituzione del-l'anno di leva con un analogo perio-do di servizio non armato e non retri-buito presso strutture pubbliche o pri-vate.I l personale sanitario che impediscea una donna di accedere legittima-mente all'IVG o si rifiuta di sommini-strare la pillola del giorno dopo nonè considerato sanzionabile quindicompie semplicemente un abuso dipotere.L'obiezione di coscienza, contempla-ta dalla 194, è prevista a fronte di in-terruzione volontaria della gravidan-za, non è applicabile nei casi di abor-to terapeutico.I l recente caso della donna di Cata-nia, morta di setticemia alla 19ma set-timana di gravidanza, in seguito alrifiuto di un ginecologo obiettore, diinterrompere la gravidanza gemellarea causa di una gravissima sofferenzafetale, che avrebbe provocato (comepoi è successo) conseguenze anchealla madre è evidentemente un caso

IPOCRISIA CONTRO IPPOCRATE

di omicidio colposo e si annovera trai tanti casi di negligenza medica.I l problema dell'obiezione di coscien-za, incivilmente diffusa tra il perso-nale ostetrico/ginecologico, sta ren-dendo inagibile l'applicazione della194 soprattutto al sud, dove la per-centuale dei medici religiosamente im-possibilitati ad eseguire un abortochirurgico è del 83%, in alcuni casi èaddirittura l'intera struttura sanitariaa dichiararsi indisponibile a pratica-re l'IVG (l'obiezione di struttura nonè prevista dalla legge).Mediamente, in Italia, solo 3 medicisu 10 si dichiarano disponibili all'ap-plicazione della legge.Sulla base di questo dato, 7 italianisu 10, nella fascia di scolarizzazionepiù alta, sarebbero quindi cattoliciosservanti. Seppure l'ISTAT abbiasmesso di censire la religione degli

In Italia non solo l'obiezione di coscienza ma anche l'abuso di obiezionedi coscienza mette a rischio la salute delle donne e lede i loro diritti ses-suali e riproduttivi. Cosa si intende per abuso di obiezione di coscienza?Gli anestesisti non fanno le anestesie, gli attrezzisti di sala non preparanoi ferri per gli interventi abortivi, le infermiere non trasportano barellecon pazienti che devono effettuare l'interruzione di gravidanza, con ladiretta conseguenza che i pochi medici non obiettori di coscienza devonoespletare anche queste attività, togliendo tempo al lavoro vero e pro-prio. "L'obiezione riguarda attività legate in maniera indissolubile, insenso spaziale e cronologico e tecnico, all'intervento abortivo, cosicchècon esse non sia più data la possibilità di desistenza dalla volontà di abor-tire". Deve trattarsi cioè di un atto tipico della sola procedura abortiva enon comune ad altri interventi sanitari. Non è legittima l'obiezione per lecondizioni preparatorie, di routine per molteplici interventi, nonspecificatamente e necessariamente dirette all'effettuazione di un abor-to che è procedura successiva. Siano imposti limiti all'obiezione al fine dinon permettere disoneste forme di boicottaggio atte a perpetuare il benpiu' remunerativo mercato degli aborti clandestini!

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Alcuni anticoncezionali a pagamento da vietareI l prof. Roberto Suozzi, utilizzando anche la letteratura scientifica internazionale, ha scoperto chealcuni anticoncezionali sono pericolosi! Andrebbero vietati e tolti dal commercio e invece restanoin circolazione, a pagamento. Le donne che li utilizzano non sono state informate di nulla, nonsono state fornite loro indicazioni su eventuali anrticoncezionali sostitutivi. Un ministero fa farecassa alle multinazionali del farmaco, ma se ne frega della salute, soprattutto quella delle donne.

Lo puoi leggere sul giornale online www.contropiano.org

Integralismo VS saluteMA IL MEDICO"OBIETT ORE"È SEMPREUN MEDICO?Discutiamo di un principio generale: un medico "obietto-re di coscienza" rimane un medico a tutto tondo? Oppure, aseconda dei casi che gli si presentano, cessa d'esserlo e sitrasforma in un momentaneo assenteista dalla professione,causando, magari, anche danni irreparabili?Un uomo che viene chiamato alle armi e fa obiezione dicoscienza, chiaramente, si rifiuta di imbracciare un fucile equindi non diviene un militare. Ma un medico, che è giàtale, che ha giurato con le parole di Ippocrate di salvarequalsiasi vita, nel momento in cui rifiuta di intervenire suun parto che può causare la morte della madre fino a che ilbambino non è morto, per non contravvenire alle sue con-vinzioni di credente - cattolico, in quell'istante si può direche sia ancora, appunto, un medico?L' obiezione di coscienza in questo frangente lo fa automa-ticamente decadere, proprio nella concretezza della funzio-ne che svolge, da medico: rifiutarsi di curare una persona,di prestarle quelle cure che da protocollo medico e scienti-fico le possono salvare la vita al costo di negarla ad unessere vivente, ma non ancora pienamente cosciente dellapropria vita, non è un atto contro la vita stessa? Non puòessere considerato tutto questo una omissione di soccorsoal pari di un automobilista che, dopo aver investito un pas-sante, fugge senza curarsi delle conseguenze?Se stiamo ad un mero rapporto di causa ed effetto, se lacausa è un atto che provoca l'effetto-morte, la similitudinepurtroppo funziona, calza a pennello.Quindi, il punto centrale della riflessione è questo: può lalegge, può la Repubblica tollerare l'obiezione di coscienzain campo medico?Medici cattolici ne esistono molti e hanno i loro diritti:possono e devono pensarla come credono in merito a deter-minate problematiche che intrecciano scienza medica e fede.Ma più importante rimane la preservazione del diritto alladifesa della salute di ogni cittadino, di ogni cittadina: sitratta di un diritto universale, non rifiutabile a seconda delmedico che possiamo incontrare in un pronto soccorso o inuna sala operatoria di un qualsiasi ospedale.Abbiamo il diritto di sapere, anzi dobbiamo avere la certez-za che, una volta ricoverati, avremo tutte le cure del caso eche il medico non potrà obiettare nulla in merito all'appli-cazione delle cure necessarie per evitare la morte con ognistrumento, metodo e cura che non vada contro la decisione

del paziente, dei suoi parenti o dal suo compagno o compa-gna.A nessun altro spetta la scelta se salvare la madre da unpericolo di morte in seguito ad un parto rischioso fino a cheil bambino non risulti più non salvabile perché morto. Nonsi può invocare nessuna giustificazione di carattere medicoper un comportamento che disciplina autonomamente, inbase ad una coscienza religiosa, ad una precisa etica checontrasta con l'esercizio della professione medica nella suaespressione più semplice e quindi anche più meticolosa, un"ordine di salvezza".Accade che si debba scegliere: salvare la madre o il bambi-no? La scelta non la fa l'etica cattolica attraverso la co-scienza di un medico credente. La scelta tocca professional-mente al medico che può suggerire ai parenti , sulla basedelle sue competenze, quale via sia meglio seguire per ga-rantire la sopravvivenza di entrambi oppure di una delle duecreature. Entrano in gioco fattori emotivi immediati, pres-santi, impossibili da ricondurre solamente a norme giuridi-che o codici deontologici.Ma se la scelta drammatica, appunto, resta tale e non è faci-le, non è ammissibile che un medico si rifiuti di pensarla inbase alle sue funzioni che derivano dai suoi studi e, quindi,dal ruolo di consigliere che deve avere in quel momento pergli attoniti famigliari che, altrimenti, resterebbero catatoniciin un limbo di indecisione comprensibilmente legata allavoglia ancestrale e umana di salvare tutte e due le vite. Pro-prio come vorrebbe la "coscienza" cattolica del dottore inquestione, ma a volte ci si trova nella totale impotenza, nel-la situazione del bivio e una scelta va fatta. L'obiezione dicoscienza, in questi casi, è il contrario di ciò che vuole rap-presentare: non salva delle vite, ma le nega portandole allamorte.Per questo, come cittadini abbiamo il diritto di esigere dinon trovarci davanti ad un dottore che, nel momento d'unascelta di questa portata, si scopra obiettore di coscienza e,non badando alla nostra coscienza e a quella dei nostri cari,ci conduca, con tutto il carico aggiunto della aderenza aduna fede solo sua, ad una morale solo sua, verso la portadella morte. E non per grazia ricevuta, ma per obiezionesubita.Marco SferiniPRC Savona

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È oggi possibile trattare HIV, epatite virale e tubercolosi(TBC) al costo di soli 90 dollari l’anno per ognuna: paroladel dott. Andrew Hill, che ha tenuto in intervento in materiaal Congresso Internazionale sulla Farmacoterapianell’infezione da HIV 2016 (HIV Glasgow), svoltosi dal23 al 26 ottobre a Glasgow, Regno Unito.I l costo di un ciclo semestrale di terapia per la TBC è giàinferiore ai 90 dollari, ed anche alcune combinazioni difarmaci generici per l’HIV disponibili nei paesi povericostano già meno di 90 dollari l’anno.Stanno diminuendo anche i costi delle terapie per epatite Bed epatite C. Il costo di una terapia efficace contro l’epatiteB potrebbe scendere sotto i 90 dollari dal 2017; per quantoriguarda l’epatite C, invece, sarà possibile produrrecombinazioni di sofosbuvir e ledipasvir per cicli di 12settimane di trattamento a soli 96 dollari.Sono ormai in scadenza i brevetti per svariati farmaci car-dine per la terapia dell’HIV, e di conseguenza diverrannopresto disponibili versioni generiche molto meno costose.I brevetti di efavirenz e lamivudina sono già scaduti, mentrequelli di abacavir/lamivudina e ritonavir/lopinavir scadrannoentro la fine dell’anno corrente. Nel 2017 sarà il turno deibrevetti di emtricitabina e tenofovir; seguiranno atazanavir/ritonavir nel 2018 e darunavir nel 2019.I l dott. Hill ha segnalato però anche che in Europa c’è scar-sa consapevolezza in materia di generici, sia da parte di co-loro che determinano le politiche di acquisto dei farmaciche da parte degli stessi soggetti acquirenti.“Pochi servizi sanitari sono informati di quanto sonoeconomici da produrre questi farmaci. Occorre maggioretrasparenza sui prezzi, per innescare un effetto a cascata cheinteresserà via via tutti gli ambiti terapeutici”, ha affermatolo studioso.L’ eliminazione di una malattia, che si tratti di HIV, epatitevirale o TBC, è possibile solamente se i farmaci per trattarlasono disponibili a prezzi accessibili per i sistemi sanitari,ha ricordato il dott. Hill. Senza una riduzione dei prezzinon si potranno raggiungere gli obiettivi globali fissati perl’eliminazione di queste patologie, e la disponibilità di unagamma sempre più ampia di generici non potrà che rimetterein discussione le politiche di prezzo dei farmaci di marca,ha concluso.Link collegatiResoconto completo su aidsmap.comPagine di NAM dedicate a HIV Glasgow 2016

Nuove strategie terapeutiche: regimi a due farmaci al-tamente efficaciUn regime a due farmaci composto da un inibitore dellaproteasi potenziato con ritonavir più lamivudina si èdimostrato altamente efficace in pazienti che effettuavanolo switch terapeutico dopo aver ottenuto l’abbattimento dellacarica virale con la tradizionale triplice terapia.La terapia semplificata presenta svariati vantaggi, tra cuicosti inferiori e un minor rischio di effetti collaterali; questoregime infatti non comprende il tenofovir, che può causaredisfunzioni renali e perdita di densità ossea.I l regime è stato sperimentato in contesti sia ricchi che po-veri di risorse, dimostrando potenziali vantaggi in entrambii casi.In Italia, un gruppo di pazienti che avevano ottenuto lasoppressione virale stabile con la triplice terapia sono statirandomizzati per ricevere il regime semplificato a base diatazanavir/ritonavir più lamivudina oppure atazanavir/ritonavir più due nucleosidici della trascrittasi inversa(NRTI). A distanza di due anni, coloro che hanno ricevutola terapia a due farmaci presentavano un tasso di fallimentoterapeutico significativamente inferiore rispetto a quellitrattati con la triplice, ed erano anche meno soggetti arebound sostenuti della carica virale (1 contro 7%). Anchela funzionalità renale è risultata leggermente più elevata neipazienti che assumevano il regime semplificato.Uno studio separato ha confermato l’efficacia del regimecon un inibitore della protesi potenziato più lamivudina.Un gruppo di pazienti in terapia di seconda linea stabilesono stati randomizzati per ricevere questo regime oppureuna monoterapia con solo un inibitore della proteasipotenziato con ritronavir. I risultati sono stati nettamente afavore del regime a due farmaci. Dopo 48 settimane, solo il3% dei pazienti trattati con quest’ultimo erano andatiincontro a un fallimento terapeutico, contro quasi un quartodi quelli che avevano assunto la monoterapia. Il regime adue farmaci è risultato migliore anche in termini di aumentodella conta dei CD4.

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LILA Onlus - Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids, in collaborazione conNAM, è lieta di fornirti la copertura scientifica ufficiale on-line del CongressoInternazionale sulla Farmacoterapia nell’infezione da HIV 2016 (HIV Glasgow2016), che si è tenuto a Glasgow, Regno Unito, dal 23 al 26 ottobre 2016.

Congresso Internazionalesulla Farmacoterapianell’infezione da HIV

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LILA NazionaleTel. 031 268828Fax 031 [email protected] PiemonteTel./Fax 011-4361043C.so Regina Margherita190/E, [email protected]

Infezioni Sessualmente TrasmesseAmbulatorio IST Ospedale Amedeo di Savoia

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lun/mart/giov/vener: 8,30-10,00 Disponibili 15 postiPadiglione RUDIGOZ - Ritiro a libero accesso:

lun/mart/giov/ven 13,00 - 14,30; mer 9,00 - 11,00Attività: prelievi, terapie post visita

Senza prenotazione; nè impegnativa del medicoA richiesta è garantito l'anonimato; visita senza ticket

Disponibilità di mediatori culturali

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In un terzo studio, il trattamento semplificato con darunavir/ritonavir più lamivudina è risultato non meno efficace delregime standard a tre farmaci con darunavir/ritonavir piùdue nucleosidi. Il darunavir/ritonavir è l’unico inibitore dellaproteasi potenziato raccomandato come opzione elettivanelle linee guida dell’European AIDS Clinical Society e ne-gli Stati Uniti.Dopo 48 settimane di trattamento, l’89% dei pazientirandomizzati per ricevere il regime a due farmaci erano riu-sciti ad abbattere la carica virale a < 50 copie/ml, contro il93% dei pazienti trattati con triplice terapia. Tra i due brac-ci dello studio, inoltre, non sono state registrate sostanzialidifferenze in termini di eventi avversi.Da un ulteriore studio arriva invece conferma dell’efficaciadi una combinazione di farmaci composta da un inibitoredella fusione sperimentale più un inibitore della proteasipotenziato.Questo nuovo inibitore della fusione, denominatoalbuvirtide, è attualmente in fase di messa a punto in Cina,e viene somministrato una volta alla settimana per infusio-ne intravenosa. I partecipanti allo studio sono statirandomizzati per ricevere il farmaco sperimentale in com-binazione con un inibitore della proteasi potenziato oppurela terapia standard a tre farmaci. Dopo 48 settimane, avevaraggiunto l’abbattimento della carica virale ben l’80% deipazienti trattati con albuvirtide, contro solo i due terzi dicoloro che assumevano la triplice terapia.Il farmaco è risultato ben tollerato, causando solo effetticollaterali lievi. L’albuvirtide è attualmente allo studio inCina come ulteriore opzione terapeutica a basso costo perla terapia di seconda o terza linea. La FrontierBiotechnologies, che lo produce, sta lavorando a unaformulazione iniettabile per via sottocutanea e ha espressointeresse in una collaborazione con altre case farmaceuticheche stessero mettendo a punto farmaci antiretroviraliiniettabili per tentare delle sperimentazioni di questi prodottiin combinazione.Link collegatiResoconto completo degli studi sull’impiego dei regimi adue farmaci risultati efficaci quanto la triplice terapia, suaidsmap.comResoconto completo dello studio sull’impiego didarunavir/ritonavir più lamivudina, su aidsmap.comResoconto completo dello studio sull’impiegodell’inibitore sperimentale della fusione albuvirtide piùun inibitore della proteasi potenziato, su aidsmap.comEffetti collaterali del dolutegravir sul sistema nervosocentraleIl tasso di effetti collaterali a carico del sistema nervosocentrale (SNC) causati dal dolutegravir risulta molto piùelevato nella pratica clinica di routine che nei trial clinici.Il dolutegravir (Tivicay, anche in combinazione con abacavir/lamivudina nel Triumeq) è un inibitore dell’integrasi diseconda generazione raccomandato per la terapia di primalinea. Il farmaco ha un buon profilo di tollerabilità, e neglistudi clinici sui quali era stata basata la sua approvazioneera stato osservato un tasso molto basso di effetti collaterali

a carico del SNC (insonnia, disturbi del sonno, depressionee altri disturbi dell’umore).Alcuni medici in Germania, tuttavia, hanno rilevato che il5,6% dei loro pazienti ne interrompevano l’assunzione nel-l’arco di 12 mesi proprio a causa di questo tipo di effetticollaterali: si tratta di un dato notevolmente superiore ri-spetto a quello osservato per altri inibitori dell’integrasi.I disturbi riferiti più frequentemente sono stati insonnia edisturbi del sonno. Un numero più ridotto di pazienti halamentato vertigini, cefalee, formicolii, depressione e diffi-coltà a concentrarsi o a ragionare.Sono risultati più soggetti a soffrire di effetti collaterali acarico del SNC le donne, i pazienti più anziani e quelli cheassumevano il dolutegravir in combinazione con l’abacavir.I ricercatori della ViiV Healthcare, la casa farmaceutica pro-duttrice del farmaco, hanno riesaminato i dati sugli effetticollaterali a carico del SNC rilevati nei trial clinici che ave-vano preceduto l’immissione sul mercato del farmaco, con-dotti su oltre 2500 pazienti di cui circa la metà assumeva ildolutegravir.Praticamente in tutti i bracci di tali studi erano stati osser-vati bassi tassi di effetti collaterali sul SNC, e molti eventierano solo di lieve entità. I tassi di effetti collaterali talmen-te gravi da portare il paziente ad abbandonare la terapia ri-sultavano inferiori al 5% in tutti gli studi condotti.L’ unica eccezione era rappresentata da uno studio in cuiben il 17% dei pazienti trattati con dolutegravir aveva rife-rito uno o più effetti collaterali a carico del SNC: un dato,tuttavia, pur sempre inferiore a quello osservato con il far-maco di confronto, l’efavirenz.Link collegatiResoconto completo su aidsmap.com http://www.aidsmap.com/Dolutegravir-and-central-nervous-system-side-effects-abacavir-older-age-increase-the-risk/page/3094507/

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Indagine sull’acquisto online di farmaci per la PrEP: nes-sun falso, buoni i livelli ematiciChi si procura online farmaci a base di tenofovir/emtricitabina per la profilassi pre-esposizione (PrEP) puòfarlo più a cuor leggero: probabilmente non sta comprandodei falsi. Lo svela un’indagine condotta a Londra.L’accesso alla PrEP nel sistema sanitario nazionale britan-nico è molto limitato, e lo stesso vale anche per quasi tutti ipaesi europei. In un centro per la salute sessuale e riprodut-tiva di Londra, però, è stato offerto un servizio gratuito dimonitoraggio a un gruppo di persone che acquistava questifarmaci in rete: i prodotti sono stati innanzitutto controllatiper verificare che non fossero dei falsi, e i partecipanti han-no potuto sottoporsi a esami del sangue per controllare chei livelli ematici di farmaco fossero sufficienti a proteggeredall’infezione da HIV. In più, sono stati offerti ai parteci-panti anche dei controlli della salute sessuale.Gli autori hanno monitorato oltre 200 persone, trovandoadeguati livelli ematici in tutti coloro che avevano assuntoversioni generiche di tenofovir/emtricitabina; nessuno deipartecipanti ha inoltre contratto l’infezione da HIV.Link collegatiResoconto completo dell’indagine sull’acquisto di PrEPonline su aidsmap.comArticolo sull’assunzione “selvaggia” della PrEP a causadell’inerzia in materia dei decisori politici, suaidsmap.comEfficaci i generici di alcuni antivirali ad azione direttaper l’epatite CIn India, Bangladesh ed Egitto stanno venendo prodotte ver-sioni generiche di alcuni farmaci antivirali ad azione diretta(direct-acting antivirals, o DAA) impiegati per il trattamen-to dell’epatite C. La loro produzione è possibile o in virtùdi accordi di licenza volontari con i detentori del brevetto,oppure perché avviene in zone dove non valgono le restri-zioni brevettuali. Anche se le aziende produttrici sono noteper produrre generici di elevata qualità acquistati anche dalFondo Globale per la lotta contro AIDS, TBC e Malaria,nessuno dei farmaci per l’epatite C è ancora passato al va-glio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (un proces-so noto come ‘prequalificazione’).Questi DAA generici non possono essere acquistati dagoverni o istituti sanitari in paesi dove vigono le restrizionibrevettuali, ma possono essere importati in modo del tuttolegale da singoli individui che li acquistano online o licomprano di persona all’estero. I prezzi per un ciclo ditrattamento della durata di 12 settimane oscillano tra i 700e i 900 dollari.Da alcuni studi presentati a HIV Glasgow risulta che questiprodotti generici sono altrettanto efficaci e hanno tassi dicura simili a quelli ottenuti nei pazienti trattati con farmacidi marca.Sono stati esaminati gli outcome virologici di pazienti chesi sono procurati i DAA con l’aiuto di gruppi auto-organizzati di compratori (i cosiddetti buyers’ clubs) attiviin Australia, Sud-Est asiatico e Europa orientale. È statochiesto alle persone che avevano acquistato farmaciattraverso questi canali di fornire dati virologici tramite gli

specialisti presso cui erano in cura, allo scopo di calcolarequanti di loro riuscivano ad ottenere una risposta virologicasostenuta (SVR) al trattamento.Il gruppo da cui è stato possibile ottenere la mole più gran-de di dati è il FixHepC Buyer’s Club: tra i pazienti che sisono procurati i farmaci per suo tramite è stata ottenuta unaSVR a 12 settimane in 283 casi. È stata ottenuta la SVR12dall’87% dei pazienti che hanno assunto sofosbuvir/ledipasvir e dall’81% di quelli che hanno assuntosofosbuvir/daclatasvir. I tassi di cura sono risultati inferiorinel secondo gruppo perché la combinazione sofosbuvir/daclatasvir è stata assunta da pazienti con il genotipo 3, piùdifficile da trattare.Tra i pazienti dei buyers’ clubs nel Sud-Est asiatico e inRussia il numero di coloro che sono già arrivati alla 12°settimana dall’inizio del trattamento è per ora inferiore, main entrambi i gruppi i tassi di cura sono risultati elevati.I pazienti di Sud-Est asiatico ed Europa orientale sono staticurati dall’epatite C a un costo complessivo compreso tra i700 e i 900 dollari.Link collegatiResoconto completo su aidsmap.com HIV e invecchiamen-to: quando i bisogni sanitari si fanno più complessiDue studi mettono a nudo tutta la complessità dei bisognimedico-sanitari che le persone HIV-positive sviluppanocon l’invecchiamento.Grazie ai progressi compiuti in materia di trattamento e curadell’HIV, nei paesi ricchi le persone colpite da questo virusoggi hanno un’aspettativa di vita normale o quasi. Molti,però, vivono in condizioni di salute cronicamente precarie.Un gruppo di ricercatori in Svizzera ha riscontrato che nellepersone HIV-positive le comorbidità tendono a sommarsi,quindi si osservano sovrapposizioni tra HIV, depressione estati di sofferenza, oppure HIV, depressione e mancata ade-renza terapeutica, o ancora HIV, ipertensione emalattiecardiovascolari.Anche uno studio condotto da alcuni ricercatori francesiha fatto luce sul carico di malattia che grava su molte personeHIV-positive dalla mezza età in avanti.

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Gli autori hanno analizzato i profili medici di oltre 2000pazienti nel 2004 e poi di nuovo nel 2014, rilevando nel-l’arco del decennio dei miglioramenti nei marker dell’HIV,carica virale e conta dei CD4.Tuttavia è stato riscontrato anche un significativo aumentodella percentuale di pazienti colpiti da patologie tipiche del-l’invecchiamento, come la fragilità ossea e le conseguentifratture, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione e il dia-bete. Un quinto dei soggetti considerati è stato ritenuto adalto rischio di infarto cardiaco nell’arco di cinque anni, e il50% di loro presentava un elevato punteggio di rischio dimalattia renale.Complessivamente, questi dati indicano che per la cura del-la persona HIV-positiva è necessario un approcciomultidisciplinare, e che va tenuto debito conto del rischiodi comorbidità nel momento in cui si seleziona il regimeantiretrovirale.Link collegatiResoconto completo su aidsmap.comLa lipodistrofia non ha avuto conseguenze a lungotermine sulla salute.Uno studio condotto su un arco di tempo di 20 anni haevidenziato che i pazienti che hanno manifestato segni dilipodistrofia – un’anomala ridistribuzione del grasso cor-poreo – a causa di alcuni antiretrovirali di vecchia genera-zione in realtà hanno avuto outcome sanitari migliori, nellungo termine, rispetto a chi non ha mai sviluppato questotipo di effetto collaterale.La lipodistrofia è stata riconosciuta come effetto collateraledella terapia anti-HIV poco tempo dopo che sono stati residisponibili i primi trattamenti altamente attivi, a metà deglianni ’90. È stato infine appurato che a causarla erano prin-cipalmente i farmaci della classe degli NRTI (inibitorinucleosidici della trascrittasi inversa), in particolare lastavudina (d4T), la didanosina (ddI) e la zidovudina (AZT).L’accumulo anomalo di grasso (lipoipertrofia) è stato inve-ce associato all’assunzione di un inibitore della proteasi incombinazione con due NRTI.

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Un gruppo di ricercatori spagnoli, nel timore che questoeffetto collaterale potesse causare problemi di salute nellungo termine, hanno monitorato circa 500 pazienti che han-no iniziato ad assumere la triplice terapia tra il 1996 e il1999, con particolare attenzione ai tassi di mortalità.Nel complesso, la percentuale di pazienti che ha sviluppatomanifestazioni lipodistrofiche è stata il 46%. I tassi di mor-talità annui sono risultati inferiori nei pazienti conlipodistrofia rispetto a quelli che non l’avevano mai mani-festata (1 contro 2%). Chi veniva colpito dalla lipodistrofia,inoltre, risultava anche meno soggetto a sviluppare un altroevento AIDS-correlato (1,5 contro 2,88%).Questi pazienti erano pur sempre a rischio più elevato diipertensione, e tendevano a presentare alti livelli ditrigliceridi nel sangue; anche il rischio di malattiacardiovascolare risultava leggermente superiore. Ma adesempio le malattie epatiche, le fratture ossee e il deteriora-mento neurocognitivo risultavano tutti meno frequenti neipazienti con lipodistrofia.Lo studio ha infine mostrato che la corretta aderenza alleterapie anti-HIV ha avuto indubbi benefici a lungo terminesulla salute, per quanto la lipodistrofia fosse un effettocollaterale tra i più impattanti sulla vita della persona, e trai più stigmatizzanti.Link collegatiResoconto completo su aidsmap.comLanciato il nuovo sito internet ‘About HIV / Pro VICH’Al congresso di Glasgow è stato lanciato un nuovo sito,‘About HIV / Pro VICH’, specificamente pensato per le per-sone che vivono con l’HIV in Europa orientale e Asia cen-trale. Il sito offre al suo interno una serie di opuscoli infor-mativi su argomenti chiave in fatto di HIV. Il materiale èattualmente disponibile in lingua armena, inglese, georgiana,cosacca, russa e ucraina.Link collegatiSito di About HIV / Pro VICH

La versione completa – in formato pdf – del bollettino èdisponibile cliccando su www.lila.it

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'VIT A E BENESSERE'NEL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO

Salve, sono Franco Milone, ho un posto bellissimo sul Gargano inPuglia Italia e lo propongo a quelle persone single o coppie che,stanche della vita di città, del freddo del nord, della solitudine inmezzo a tanta gente, vogliono cambiare vita totalmente e invece di

chiudersi in quattro mura grige o in un condominio affollato da estranei, o addirittura in un pensionatoper vecchi, amano la vita all'aperto in campagna, insieme a pochi loro simili e totalmente indipendenti.Un posto dove ritrovare se stessi nella dimensione da sempre sognata, e nel contempo serviti in ogninecessità, una residenza per persone autosufficienti e benestanti, che possono permettersi questo 'lusso'nella seconda o terza perte della propria vita.Un parco di 20 ettari nel Parco Nazionale del Gargano tra boschi di lecci e roverelle, olivi secolari,frutteto, orto, grandi spazi liberi da vivere, a poca distanza dal mare e dalla laguna del Varano, in unambiente esclusivo: campagna mediterranea, aria dolce tutto l'anno, temperature che non scendono maiallo zero, possibilità di lunghe passeggiate, di nuotare in una grande piscina, campi da tennis, bar e saleconviviali, un ristorante a completa disposizione e capace di ogni tipo di cucina e ancora corsi praticidi cucina, di pittura, di lingue, escursioni e molte altre attività tra cui l'università della ragione.In una cornice naturalistica di grande pregio, per single o coppie autosufficienti per soggiorni annuali,a medio-lungo termine, metto a disposizione camere arredate conletto matrimoniale, armadio, scrittoio e frigo-bar, bagno con doccia,climatizzazione caldo/freddo, ingresso indipendente, utenze incluse etrattamento di pensione completa. Il progetto partirà subito, primadella fine dell'anno.Per informazioni contattare Franco Milone [email protected]

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L'incidenza dell'intrusione,Goro, Gorino, razzismo e dintorniFra passato e presente, un Paese in Zona CesariniAttraverso il NO al referendumLegge 194 e obiezione di coscienzaLa coscienza degli obiettoricronache marziane di scuola quotidianaQuando c’è la poesia c’è tuttoLa pelle p arla di noi,è lo specchio delle nostre emozioniChiedi di Massimo T roisiIl battito del tempo malato

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La copertina di questo insertola dedichiamo alle donne e agliuomini che hanno sofferto e spesola loro vita per ridare a questo Paesela dignità di un popolo libero.Con delle regole di convivenza scrittenella Costituzione, oggi in pericolocon il referendum di un governo chevuole completare il progetto dellaLoggia massonica P2, messo incampo da Berlusconi nel 1994.

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/eevidenzia la provenienza del crimine esempre meno il reato. Quasi impossi-bile leggere in prima pagina: italianostupra una donna di colore; forse per-ché alle donne di colore non è concessodenunciare?Solitamente siamo i primi a indignarci,quando i giornali stranieri utilizzano lametafora italiani=mafia, per cui nonconcordo sullo slogan goro-gorino=razzismo. Tutto sommato, po-trei accettarlo da politici rozzi e da in-servienti del potere, non da studiosi difenomeni sociali, tanto meno da oliatieditorialisti. Il fenomeno va esaminatoa fondo, come se parlassimo di un grup-po, di un nucleo, di una fetta della torta.Allen disse che la destra è pericolosa,perché da risposte semplici a domandecomplesse, noi siamo Marxisti, siamo

diversi.Per spiegare "l'incidenza dell'intrusione" prende-remo spunto dalla psicologia, nello specifico dallaterapia di gruppo. Il terapeuta riunisce un gruppodi cinque persone, tutte con problemi di alcolismo.Dopo un anno si accorge che questo gruppo nonha fatto passi avanti, in più i cinque alcolisti sonoentrati anche in accettazione, quindi ognuno na-sconde le sue bevutine in tacito accordo con l'al-tro. In questo caso si potrebbero utilizzare gli in-trusi: persone nuove con "abusi differenti" che siaggiungono al gruppo. Non sempre il risultato èapprezzabile, qualcuno di essi potrebbe abbando-nare la terapia, altri potrebbero chiudersi o sbraita-re. In ogni caso riceverebbe una scossa concretaper iniziare a uscire dal guscio, uscire da quelledinamiche negative assimilate.L' incidenza dell'intruso apporta disordine, speciein una situazione di negatività. Questa volta nondovremmo parlare di razzismo, anzi sarebbe co-modo liquidare la questione con questa accusa. Seandassimo a fondo, scopriremmo che Gorino è ilcomune con la più bassa percentuale di dichiarantiIRPEF (33,3%) nella Regione Emilia-Romagna,nonostante sia un posto dove girano molte partiteIVA.Ora immaginate il gruppo di alcolisti, pensate al-l'incidenza, all'interferenza dell'intruso e quanta equale paura nasconda quel muro costruito dagliuomini; da persone convinte d'esser proprietarie ebeneficiarie assolute della terra e del mare pubbli-co. L'egoismo è solo l'anticamera del razzismo, delfascismo, del nazismo, i quali sono concomitantiper natura e ideologia, infatti questi "atteggiamen-ti" vanno a braccetto quando l'intruso potrebbe ro-vinare l'assetto dei privilegiati. Nulla di particola-re, possibile che gli abitanti di Goro e Gorino ab-biano scambiato gli immigranti per la guardia difinanza, forse per colpa di quei giubbotti catari-frangenti con cui addobbiamo gli intrusi di colore,noi che non lo siamo mai stati.

Antonio Recanatini

L'incidenza dell'intrusione,Goro, Gorino,razzismoe dintorni

M olti avranno sentito parlare di intrusione,ormai è una parola molto gettonata da analisti,sociologi e studiosi di fenomeni sociali, il cosid-detto pericolo dell'intrusione.Solitamente, gli intellettuali evitano di affondarela lama nei fenomeni sociali, specie quando si parladi razzismo. In questi casi, il limite acque sicure èproprio a ridosso della riva, per cui è consigliabilenon avventurarsi e rischiare di passare per razzistao, viceversa, per buonista, semplicista, superficia-le. E' doveroso aggiungere, che la disonestà intel-lettuale è sempre la punta avvelenata dei paesiguerrafondai, di ogni società basata sulla morte,la base di un progetto senza fondamenta. Quindi,tanto più un paese si abbevera nei piani dellasubcultura o sottocultura, della rozzezza, tanto piùtrasmette razzismo, intolleranza e la stupidità dicui è vittima.La discriminazione è il frutto di un illogico pro-gresso, concepito con il commercio, con l'econo-mia sostenibile e insostenibile, con la capacità dioffrirsi sul mercato. I fatti di Goro e Gorino hannoportato alla luce, la tendenza dell'essere umano achiudersi, ad alzare barricate, quando teme "l'inci-denza dell'intrusione".Sarebbe opportuno citare Julius Evola, non di cer-to perché comunista, ma perché più di altri, provòa giustificare il razzismo, puntando il dito versol'intruso .Di sicuro, noi non proviamo rancore verso ifiancheggiatori, i sostenitori, i sobillatori della lottatra poveri, ma verso chi si interpone nell'immedia-to come pericolo. Questo fenomeno non va sotto-valuto e, se permettete, neanche liquidato con l'ac-cusa di razzismo o, meglio, non solo. Basterebberipassare a memoria alcuni titoli di cronaca: ra-gazzi Albanesi stuprano una ragazza, romeni ubria-chi distruggono un locale, extracomunitari deru-bano una vecchietta, 3 giovani provenienti dal Ma-rocco sorpresi a rubare-. L'ultimo letto era affasci-nante: arrestato spacciatore Nigeriano. A volte, levittime vengono nominate quasi per caso, si

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Riunire i cocci è complicato,specie in un paese diviso percontraddizioni storiche, passivoe distante da ogni crisid'identità, pronto a distinguersisolo all'ultimo minuto, quandola fine sfiora la certezza o la cer-tezza sfiora la fine: il doppiosenso da noi è a senso unico.Il dibattito sull'ingloriosopassato accende gli animi eancora troviamo un modo,un'occasione per dividerci.Questo è un paese di santi, nonun paese di eroi, moltiCompagni, me compreso, do-vrebbero ripeterselo ogni gior-no, magari all'inizio e alla finedi ogni malaugurato giorno.Siamo gli unici a riconoscere ilnobile valore della soluzione inextremis, abbiamo anche una lo-cuzione con una figura retorica,quasi funge da copertina dellanostra storia: Zona Cesarini,dapprima Caso Cesarini.Si tratta di un giocatore dicalcio che, spesso e volentieri,riusciva a far gol negli ultimiminuti della partita. Nellanostra storia, i cambiamentiepocali vanno di pari passo conle tardive prese di coscienza,tardive reazioni, guerre mondia-li incluse. Siamo critici, contrarie, al tempo stesso, legati aorigini e tradizioni, legati a unanazione che pare debbascomparire, anzi per qualcunoè già scomparsa.I o, da perfetto uomoqualunque, allego qui le miesensazioni, dopo aver parte-cipato a qualche manifestazio-ne per il NO al referendum co-stituzionale, referendum in cui sidecide se l'Italia debba rimanerenazione semi-libera o l'anfitea-tro di una dittatura mondiale.Le distanze tra noi che rappre-sentiamo "l'uomo qualunque", ilcittadino, la massa, sono dav-vero tante e, spesso e volentieri,inconcepibili.Vedo tante isole infelici, ognunocon il suo eroe da difendere,ognuno con i suoi "chiari"

ideali da utilizzare persconfessare le altrui credenze,le altrui convinzioni; in praticaun gioco al massacro, un giocoper darla vinta al padrone aprezzi ridicoli, la tipica guerratra poveri presenti e poverifuturi.Distinti e separati, fedelissimidella Carbonara di mammà, lamigliore in assoluto, le altre ri-cette son tutte brutte copie,latrati, imitazioni dell'originale.Riunire i cocci del dissenso èl'opera da compiere, forseun'opera più grande di noi, maval la pena tentare per non dirsiun giorno "avrei potuto".La zona Cesarini è già allenostre spalle, il tempo direcupero dobbiamo conquistar-lo. Il dissesto sociale, la disoc-cupazione, la miseria cheallarga le maglie, il timore di unconflitto mondiale che incombe,la straripante corruzione, i men-tecatti al comando, le fratellan-ze massoniche vincenti a colpidi maggioranza, l'ipocrisiacattolica di fondo, la mania dicompetere, rendono il nostropaese un luogo indecente, dovela funzione della malvagitàrientra in canoni previsti dallalegge.Non parteggiamo, siamo sem-plicemente tifosi che, quando laloro squadra perde, malediconol'arbitro a priori. Siamo tifosi diun passato glorioso/inglorioso:Staliniani o trotskisti, giusti-zialisti o liberisti, mediatori opresunti rivoltosi, antifascisti osinistroidi, belli o brutti, radicalchic o proletari, un fritto mistosenza anima.Siamo, più o meno, soggettisporchi di borghesia, perchédiventiamo borghesi, dal mo-mento in cui percorriamo stradeche portano al conflitto trapoveri, alla famosa guerra trapoveri. Il Borghese è dentroognuno di noi, dentro noi checerchiamo appigli perrinunciare, cerchia-mo appigliper puntare il dito, pur di non

correre insieme ad altri dispera-ti. Il cammino da fare è lungo,forse qualcuno ancora soprav-vive, qualcuno ancora può de-cidere di denigrare le altre pre-senze, qualcuno può ancora sce-gliere di vivere a parte e senzafar leva sull'unità di intenti,qualcuno può ancora danzaresotto la pioggia; ma tanti, tan-tissimi NO.Da adesso, da subito, da ieri,bisogna abbassar la guardia eimparare ad ascoltare. Chi saascoltare deve insegnare il suosegreto e non farsene un vanto,

chi sa interpretare i segnali illu-mini il viale a chi non vede più,chi ha coraggio sostenga chil'ha consumato per strada, chicoglie la poesia spolveri e facciarisplendere il sentimentocomune, chi sa cantare sproni glialtri a seguire il coro dei piùdeboli, chi ama a prescinderesieda vicino a chi non crede più.Siamo tutti dentro lo stesso sta-gno, uscire dalla nostra quoti-diana e inessenziale isola devetornare a essere un bisognoprimario. Capisco i rigurgitipersonali e impersonali, capiscole varie congetture, ma non con-cepisco la resa al sistema. L'in-felicità è un lusso che nonpossiamo più permetterci, il NOè il primo passo da compiere.Per arrivare in cima, meglioiniziare dal primo gradino, giàtroppe volte ci siamo persi involo. Chi vuole la primavera diPraga, pensi prima allaRivoluzione d'Ottobre, altri-menti apprestiamoci a voltare lespalle a figli e figliastri.

A. R.

Fra passato e presenteun Paese in Zona Cesarini

Attraverso il NO

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privilegiati. L’interruzione di gravidanza è un dirittodella donna, un diritto della coppia, quindil’ostacolo dell’ipocrisia “made in Italy” è il veronoccio della questione.Nel 2013, la Cassazione ha confermato la con-danna a un anno di carcere, per omissione di attid’ufficio, con interdizione dall’esercizio della pro-fessione medica, una dottoressa di un presidioospedaliero in provincia di Pordenone, che, comemedico di guardia la sera in cui la paziente haabortito, si era rifiutata di visitare e assistere ladonna, nonostante le richieste di interventodell’ostetrica che temeva un’emorragia. il dirittodi obiezione di coscienza non esonera il medicodall’intervenire durante l’intero procedimento, inquanto «il diritto dell’obiettore affievolisce, finoa scomparire, di fronte al diritto della donna inimminente pericolo a ricevere le cure per tutelarela propria vita».Ancor oggi, la discussione prosegue in parlamento,la coscienza degli obiettori non si ferma, l’ideastantia dei cattolici sul diritto alla vita è moltopiù fuorviante dell’idea di pregare l’ingannostorico. La religione è un’armeria, dove itrasgressori possono acquistare espedienti perdecidere la sorte dell’umanità, non è un semplicecostume, una rilevanza culturale. Lo stato laicodovrebbe garantire a ogni cittadino, il diritto di farescelte sul proprio futuro.La chiesa si ostina a presentare miracoloseinvenzioni e suppellettili vari, compreso il diavolotentatore e l’aborto come peccato mortale. Entrarein merito alla questione è già un passo indietro.Spesso e volentieri, dietro queste obiezioni dicoscienza, ci sono le cliniche private che spingonoil dottore “coscienzioso” negli ospedali pubblici,a prestar servizio “incosciente” per un pugno dieuro in più, magari sottobanco, in privacy. Non èun pregiudizio il mio, la galanteria cattolica nonriconosce i disastri, come riconosce le fonti direddito.Personalmente, fatico molto ad accettare l’abortocome soluzione, sia per l’esperienza vissuta cheper la violenza che intravedo. Sono, altresì,convinto che questi miei pregiudizi siano datati,logori, antiquati; quindi è d’obbligo rispettare lescelte altrui e il nuovo disagio che incombe. Allenostre spalle, la storia ancora parla di feti perduti,nascosti, bruciati sempre in privato, tra le muraamiche dell’ipocrisia, perché l’aborto era vietatoal pubblico.

Antonio Recanatini

La coscienza degli obiettori

Non dovrebbe essere un segreto, quelli comeme non accettano che ci si possa sottrarre dai doveriprofessionali per motivi religiosi, soprattutto inmedicina. La locuzione obiezione di coscienzaindica la possibilità di rifiutare di ottemperare a undovere, imposto dall'ordinamento giuridico econtrario alle convinzioni di una persona, sia eticheche religiose.I l diritto all'obiezione di coscienza nellalegislazione italiana venne introdotto per la primavolta dalla legge 15 dicembre 1972, n. 772 chericonobbe il diritto all'obiezione contro il serviziomilitare di leva in Italia per motivi morali, religiosie filosofici, introducendo quindi la possibilità dirifiutare il servizio militare sostituendolo con unservizio non armato. Tuttavia la legge del 1972comminava pesanti limitazioni agli obiettori, chesaranno poi superate dalla legge 8 luglio 1998, n.230, che sancì il pieno riconoscimento giuridicodell'obiezione di coscienza inteso come diritto dellapersona: i giovani possono scegliere di difenderela Patria, con il servizio militare o con il serviziosostitutivo civile.A dire il vero, fa un po’ senso parlare di diritto diobiezione di coscienza sul campo di lavoro, comese un antennista si rifiutasse di salire sul tetto o unautista di guidare, sembra sciocco il paragone, ma“stranamente” il rifiuto di ottemperare ai propridoveri, spesso diventa l’asso nella manica dei

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cronache marziane di scuola quotidiana

QUANDO C'E' LA POESIAC'E' TUTTOE' tempo di uccidere...qualsiasi forma dipensiero monolitico sui giovani d'oggi.Sono privi di fantasia, non hanno capacitàironiche non sanno nulla della vita insommatanti orpellosi pensieri distruttivi che trovanotroppo spazio nelle menti dei figli del babyboom oramai nonni.Ai nostri tempiiiiii...si sente riecheggiare neimeandri delle case...Siamo oramai ad anno scolastico inoltrato sisente già l'odore dei piedi nudi incorniciati dasandali improbabili fatti di lacci che avvolgo-no polpacci tatuati ora con effigi di centurioniora con farfalle che non riescono a spiccare ilvolo eppure l'amore aleggia tra queste paretiscrostate piene di scritte inneggianti ...l'amoretenero quello fatto di sguardi languidi insom-ma quello che ricordiamo anche noiparrucconi che ci aggiriamo in questi corridoiiumidi di sudore mal versato.

Siamo in quel momento dell'anno scolasticonel quale si iniziano a tirar le somme, in qual-che caso catastrofiche di mesi e mesi trascorsia rimeggiar su Dante, Ungaretti e Montale apensare come ben accostare il bilancio d'im-presa al finger food.I l fremito in istituto è tanto e palpabile, grandeevento alle porte, cucina vegan alta cucina ungrande chef verrà ad illustrare come la cucinadi qualità possa proporre ricette vegane senzafar torto alcuno alla tradizione anzisublimando l'aspetto territoriale.......uaoooo

File di studenti armati dismartphoneregistranti si accalcano alle portedella sala-laboratorio di cucina per prenderposto , qualcuno scettico ed incontrapposizione sventola panini imbottiti conaffettati di grassa tradizione contadina altrisono contenti e basta fossaltro per il datocerto...si salta la lezione di poesiacrepuscolare...al crepuscolo preferiscol'orto...perchè so' chef professorè mica poeta!A professorè io so un poeta chef....e ride unarisata grassa come un guanciale fresco giustogiusto per un'amatriciana.Seeee sei poeta anvedimo' sei diventato poeta eda quando?...Da quando?..non lo so me so svejato poetastamattina prima del corso di cucina vegan...A proff...da quando la donna l'ha accannato èdiventato strano....Le delizie dell'orto e non solo ci vengono espo-ste e cucinate all'impronta, giornata piacevole

all'insegna di una cultura alimentare diversa laclasse è contenta anche se per molti versi anco-ra scettica.... la metafora.... a professorè la me-tafora è quella cosa che si dice una cosa ma sene intende un'altra giusto?.... si insomma con-cetto un po' impreciso ma in linea di massima cisiamo....ecco che v'avevo detto sopoetaaaaaaaaaaaa altro che Eugenio ( leggiMontale) e giù risate!!!So' il genio della rima baciata.....risateUn foglietto gira fra le loro mani...qualcuno lostrappa dalle mani di una ragazza chearrossisce...allora mi preoccupo.... DATEMIQUEL FOGLIO ... me lo portano ceRcandoinvano di renderlo illeggibile lo apro e leggoANCHE ALLE VEGANE PIACE IL MIOSALAME....Dante è ammutolito, Foscolo sinasconde, Montale scende le scale da solo...Ti metto 2 !! VEGANE-SALAME non è una rimabaciata ASINO!!

by A. A. Conrad

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L a Pelle è il nostro confine,l'interfaccia fra noi e il mondo. SullaPelle ritroviamo scritta la nostra sto-ria, rappresenta un confine labile tranoi e gli altri ed è la prima parte adessere colpita o amata. Sulla Pelle isegni restano ben visibili o diventareun' ombra sensibile al tatto che ci cir-conda qualcosa che forse vorrem-mo dimenticare.

La Pelle come corazza che sfida l'al-tro e il mondo con cicatrici, sfoghi,piccole piaghe e spesso chiazze cheparlano al nostro posto, raccontan-doci senza parole. La Pelle è un im-portante organo di difesa capace distrutturarsi a seconda delle esigenzedell' individuo diventando una vera epropria spia del nostro stato di salu-te che dobbiamo imparare ad ascol-tare e a leggere con attenzione amo-revole. Per questo rappresenta il luo-go dove i nostri modi d'essere si le-gano con il mondo, dove la nostravita "dialoga" con l'esterno. E' un or-gano con grande capacità di espres-sione.

Nessun altro organo del nostro cor-po reagisce così rapidamente comea stress psichici. Sulla sua pelle sievidenziano sensibilità, stress e turbeemotive, ma anche difetti metabolici(intolleranza al glutine o al lattosio)ed errori dietetici (regimi sbilanciati,poveri in acidi polinsaturi, vitamineC ed E, calcio). Già i Latini usavanol’aggettivo Sensibilis per riferirsi aqueste due diverse dimensioni. Ci-cerone infatti sosteneva: “Omneanimal sentit”.Cioè, ogni essere animato percepi-sce sensazioni, e' sensibile dal puntodi vista fisiologico e cutaneo. Ma lostesso filosofo insegnava anchecome nel mondo vi fosse il sensum,la sensibilita' mentale, opposta allarationem.Resta quindi aperto il quesito perchèi Latini, tanto esperti di retorica (l’artedel parlare bene), abbiano scelto diutilizzare il medesimo termine per in-dicare due così diverse attributi del-la natura umana, invece di avvalersidi due diverse espressioni.

La risposta stanell’interazionecontinua fra somae psiche che siconcretizza proprionel termine “pellesensibile”.Una condizione per cuiparticolari soggetti avvertono,sul viso o altre parti del corpo,sensazioni di bruciore, prurito,pizzicore, dovuta a stimoli divaria natura: cosmetici, detergenti,oppure provocate da condizioni efenomeni ambientali, come il freddo,il caldo, la fioritura primaverile, maanche a seguito di emozioni e statid’animo.

I soggetti più colpiti da “sensitiveskin” e' il sesso femminile, lo stessoche viene anche convenzionalmenteconsiderato come il sesso più sensi-bile dal punto di vista psicologico,perchè è quello che più rispetto agliuomini, risente dei cambiamenti, siaambientali che situazionali, il più in-cline a manifestare i diversi stati del-l’anima, il più timido e volubile.E forse e' proprio questo che i Lati-ni, nella loro saggezza erano stati ingrado di comprendere che gli aspetticutanei e quelli psicologici sono traloro strettamente correlati, e che unparticolare stato emotivo può gene-rare importanti riflessi sulla fisiolo-gia corporea, ed essere la causa del-l’insorgere di fenomeni diipersensibilità.E, allo stesso modo, manifestazionicutanee, come psoriasi, arrossamentie bruciori della pellesi manifestanospesso in concomitanza di situazio-ni legate a stress, a stanchezza espossatezza fisica ma anche interio-re. Ogni reazione del nostro corpo,ogni insolita reattività a fenomeni delmondo che ci circonda, dovrebbesuggerirci perciò di dare uno sguar-do anche dentro noi stessi, perchè auna estrema sensibilità fisica ecutanea, molto probabilmente corri-sponderà uno stato di profonda sen-sibilità emotiva e psicologica a cuidovremmo cercare, prima di tutto,

di porre rimedio.

I l nostro corpo e' infatti lo specchiodi ciò che e' racchiuso nella nostramente “mens sana, in corpore sano”:una mente sana si trova soltanto inun corpo altrettanto sano.

Anni fa un luminare delladermatologia ci regalò un'affermazio-ne lapidaria: «Cute e sistema nervo-so sono due gemelli che si separanoprima della nascita e si cercano poiper tutta la vita». Rimane, quindi, unfortissimo legame "di sangue" traquesti tessuti, che la medicina tradi-zionale ha dimenticato.Cute e sistema nervoso originanodall'ectoderma, cioè da cellule madriidentiche, che nel feto si differenzia-no per dare origine ai suddetti organial momento della nascita. Questostretto grado di parentela spiega leevidenti correlazioni tra patologiecutanee e nervose: lo stress emotivopeggiora sensibilmente le patologiecutanee e allo stesso modo le malat-tie delle pelle possono rappresentareuna notevole fonte di stress per l'in-dividuo.

Numerose malattie cutanee peggio-rano sotto stress, innescando undeleterio circolo vizioso "dermatite -> stress -> dermatite" che si mordela coda come un serpente,autoalimentandosi. Un meccanismosimile è ritrovabile nell'asma in cui leinfluenza nervose svolgono un ruoloimportante sul piano generale dellamalattia.Lo stress, le forti emozioni e in ge-nerale tutte le interferenze nervosecondizionano sia negativamente, sia

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La pelle parla di noi,è lo specchiodelle nostreemozioni

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sul corpo eliminando le rughe dalvolto, aggrappandosi così all’illusio-ne di giovinezza eterna. facili giudizi,alla ricerca di un’etichetta con cuicatalogare individui che volontaria-mente compiono attraverso la pelleuna completa metamorfosi. Sarebbeinvece opportuno tenere a mente chele ragioni di questi cambiamenti ra-dicali vanno cercate nell’irriducibileunicità dell’essere umano e delle suescelte.

Tuttavia, può essere utile interrogar-si sul vissuto che accompagna un talecomportamento: che significato ha iltatuaggio per quella persona? Si pos-

sono pertanto definire due stati d’ani-mo differenti che accompagnanocolui che pratica la modificazionecorporea: da una parte ci sono lepersone che, cambiando l’aspettodella propria pelle, rispondono a undesiderio: allora quel segno diventaespressione di libertà e di scelta; al-tre volte invece la pratica di modifi-cazione corporea viene messa in attoperché la persona non può fare altri-menti: è un bisogno a cui è impossi-bile rinunciare, espressione di unaproblematica identitaria, funzionale almantenimento dell’integrità del vis-suto corporeo; spesso queste per-sone modificano senza tregua la pro-pria pelle senza mai essere del tuttocontente del risultato finale, perchéin realtà l’insoddisfazione corporeaviene da dentro: a essere sofferentee bisognosa di cambiamento non èla pelle, ma la psiche.

E’ di nuovo il tema del rapporto traMente e Pelle. In quei casi è proba-bile che la pelle non sia portatrice dimessaggi di vita e veicolo di contat-to con l’altro, ma il luogo su cui in-furia una battaglia che il soggetto

La pelle parla di noiCONTINUA DA PAG. 38positivamente l'andamento dell'asmastessa. D'altronde, se la pelle è il no-stro biglietto da visita, ciò che mo-striamo agli altri (e a noi stessiquando ci guardiamo e ci specchia-mo) come può non influenzare e nonessere influenzato dal nostro statod'animo?

Si ripropone l'eterno dilemma del-l'uovo e della gallina: è la dermatiteche peggiora lo stato d'animo? Osono i conflitti mentali che peggio-rano la cute? La risposta è irrilevan-te: ciò che importa è considerareentrambe come gemelle e curarlecontemporaneamente, proprio comei gemelli omozigoti, che soffrono inmodo inspiegabile del dolore patitodal fratello. Per ogni malattia dellapelle esista un corrispettivo distur-bo psicologico -emozionale o affet-tivo, per cui la cura consiste nell'in-vertire la direzione e creare un cir-colo virtuoso "relax -> guarigione -> relax", mettendo in pratica il vec-chio ma sempre attuale adagio menssana in corpore sano, che è statospesso considerato solo nella suaseconda parte, tralasciando la prima.Ciò che i Romani ci hanno traman-dato è uno dei primi messaggi"psicosomatici": libera la mente estarai bene, vivrai in buona salute e ituoi organi funzioneranno meglio,cute compresa.

Se così non fosse, le spese perl'estetica non andrebbero di paripasso con le spese di psicofarmaci:più aumenta il ritmo di lavoro e divita nei nostri paesi (e quindi lostress), più aumenta la spesa perfarmaci ipnoinducenti (contro l'in-sonnia), ansiolitici, antidepressivi,parallelamente alle spese di medicinae chirurgia estetica. Se si ammala ungemello, l'altro ne soffre, inevitabil-mente. Da qui la necessità di non tra-scurare mai questo importantegemellaggio, anzi, di sfruttarlo favo-revolmente per ottenere un duplicebeneficio: diagnostico e terapeutico.Impariamo quindi a leggere la pelleper conoscere così anche lo statodi salute di sorella psiche; per curar-le entrambe, insieme, e sfruttare unasinergia d'azione che riduca sia i tem-pi di guarigione che l'utilizzo di far-maci.

La Pelle diventa rappresentante deltempo che passa: la nostra pellemostra per prima i segni dell’invec-chiamento, così malvisto nella so-cietà di oggi, in cui il corpo deveaderire a canoni di bellezza rigida-mente imposti, essere dinamico, ve-loce. Spesso si cerca di combatterel’invecchiamento e tutti i suoi segni

compie all’insaputa di se stesso, con-tro il proprio corpo. La Pelle e dellemetamorfosi che essa può subiresembra prendere corpo nel mito diApollo e Dafne: il dio è innamoratodella ninfa ma lei lo respinge e, men-tre si dà alla fuga nei boschi inseguitada Apollo, invoca l’aiuto della ma-dre terra; così, nel momento in cuiApollo sta per afferrare la ninfa perfarla sua, lei si trasforma in una pian-ta di alloro: le braccia diventano rami,le dita foglie: la mano del dio sul pet-to di Dafne riesce a cogliere gli ultimibattiti del cuore della ninfa, mentre lasua pelle viene catturata per sempredalla corteccia. Il mito di Apollo e

Dafne descrive una metamorfosi chesegna il passaggio da un corpo chesente (sente se stesso, sente l’altro)a un corpo che, coperto da una spes-sa corteccia, si chiude in sé.

Questa trasformazione sembra rac-chiudere il doppio status della pelle ela sua realtà cangiante: può essere unluogo di scambio e comunicazione,oppure può diventare barriera con-tro cui si infrangono i tentativi di con-tatto. Questo dipende da ciò che bat-te sotto la pelle, e dall’ininterrotto dia-logo sotterraneo tra Mente e Pelle.Se consideriamo la Pelle come il con-fine del nostro mondo interiore com-prendiamo la grande importanza cheha la qualità del tocco donato e rice-vuto: una calma e calda mano su diuna spalla in un momento difficile,conta più di mille parole. La delica-tezza e il calore del gesto sono stru-menti fondamentali di comunicazio-ne in grado di raggiungere immedia-tamente l’interiore della persona.Come affermava Paul Valéry “Quelche c’è di più profondo nell’uomo èla pelle”.

Marilena Pallareti

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Il battito deltempo malatoUna volta pensavo al tempo,al tempo che poteva fuggirmi dimano e avevo paura, ora no,temo l’arresto.Sapevo di dover bruciare letappe e godermi poco.Non conoscevo le bandiere delmondo e non c’erano troppepanchine qui, sorridevo alla vitaovunque fossi. C’era un tempo in cui ero felice,un tempo non conoscevo la fine,ovunque fossi.Guardate che mi sto forzando aparlare italiano, io non dovreiconoscere sta lingua vostra!Pensavo a come è strano,saper d’esser stati parcheggiatial mondo, che tutto era statodeciso, prima che potessiscegliere.Ho imparato a sorridere, perchémi gratificava, non il mio, maquello che riuscivo a strappare.La vita mi ha reso strano, volevofare il poeta e mi sono ritrovatocomico e Napoletano.Sono nato pigro e nel tempo sonpeggiorato, non ho maidenunciato chi mi derubavaquel che avevo apparteneva aglialtri.Non sono stato come gli altrigiullari.Non sapevo cantare, a memoriaricordavo solo i nomi, alla fineè stato il tempo a decidere tutto.Ad un tratto la favola è finita eTutti i napoletani so tornatibastardi, io non posso difenderlida qui, “sapreì bene cosà ricereio a chisti”.No, non tengo più rancore, simuore per riposare, nun ppe fa’atre guerrè.Ma se è risorto Cristo,pecché nun dovrébbe risorgerMassimo Troisi?

Chiedi di Massimo TroisiNon è mai fuori tempo parlare di un artista, di un teatrante, di unuomo che seppe congiungere e non mescolare, la poesia alla comicità,la comicità alla poesia. Se sei giovane, chiedi a tuo padre di MassimoTroisi, sicuramente ti risponderà sorridendo. A quel tempo moltisogni parevano ancora possibili, noi di quella generazione avevamola fortuna di poter ammirare un nuovo Pulcinella in prima serata.Entrava nelle case dalla tv e il silenzio intorno sembrava infinito. .Al primo cenno, si sentiva qualcuno ridacchiare, il riso si propagavae accompagnava ogni mossa, ogni parola di Troisi. Il teatro, il cabaret,il cinema, la tv e la poesia, ovunque cospargeva talento, arte e lanapoletanità, mai troppo decantata e mai tralasciata.La vita, i modi, l’eleganza, l’ironia di quel comico nato a San Giorgioa Cremano, le sue prime uscite con La Smorfia, insieme a LelloArena e Enzo Decaro rimarranno per sempre impresse a chi, comeme, sognava un mondo migliore e, intanto, rideva di cuore, proprioquel cuore che lo tradì da giovane.Se sei giovane, chiedi a tuo padre di Massimo Trosi, si fermerà apensare a quel mondo così diverso, a quella maschera blasfema, mamai offensiva, a quel disprezzo artistico verso la borghesia,accompagnato dalla risata collettiva. “Troisi che ne pensi delterremoto in Campania?”“Picchè tu i visti mai nu terremoto a Montecarle?”A lui serviva poco, gli bastava aprire l’album dei ricordi per trovareil volo da offrire a quell’Italia, non senza il rispetto dovuto per larabbia dell’uomo qualunque. Il suo “dialogo con dio”, la scanzonataanima da ribelle, l’innato senso dell’umorismo e la pausa comemomento folgorante, dipinsero di bei colori l’entusiasmo el’ambizione di noi fuori dal coro.“Gli americani per aiutare il cinema, fanni li guerre e quande nifanne li invendine, come guerre stellari; tenne pure o presidentech’ere n’attore: Reagan”.Se sei giovane, chiedi a tua madre di Massimo Troisi, avrà unsussulto, perché ricorderà dei dialoghi tra il postino e Pablo Neruda,la poesia e la grandezza di un mito, mai troppo fuori dagli schemiperché seguiva la sua direzione e colpiva duramente l’anima delsistema.A volte mi sembra di esagerare quando parlo di lui, ma non ricordopersone che l’abbiano denigrato. A quel tempo dalle mie parti, ogniestate veniva una famiglia napoletana in vacanza. Entrarono subitonelle abitudine del posto, subito si conquistarono la simpatia di tuttoil quartiere. Un’estate dei miei 13 anni, un giornalino pubblicòparecchi miei lavori, di cui un po’ mi vergogno ancora oggi. A parteil misero successo tra gli amici, potevo contare sul consenso diquesta famiglia napoletana, anzi del padre di Nicola, Augusto. Ungiorno afoso di tanti anni fa, mi fece un appunto “ma hai scritto maiuna poesia per Massimo Troisi?”M i piacque subito l’idea, ma non credevo d’essere all’altezza. Ognivolta che tornavano in vacanza, Augusto mi chiedeva “ma hai scrittola poesia per Troisi?” e ogni volta inventavo una scusa.L’anno dopo la sua morte, finalmente la scrissi. Era il 1995, maquell’estate la famiglia napoletana non venne, per motivi da tenerein un cassetto, infatti anche la poesia finì in un cassetto.Ho immaginato Trosi, con quella calzamaglia nera a parlare con glialtri defunti, in un giardino immaginario delle sue parti.

di Antonio Recanatini

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PODERE RIGOPESCIChi SiamoSono Carla e, insieme alla miafamiglia, vi offro ospitalità in unPodere ristrutturato in Vald'Orcia, precisamente aMonticchiello di Pienza, un an-tico borgo medioevale, erede ecustode della cultura contadinache ancora resiste in questomeraviglioso luogo.Dal nostro Bed&Breakfast po-trai ammirare un panoramamozzafiato, godere di un piace-vole silenzio o di un riposorigeneratore in camere moltoconfortevoli e ben arredate; nonavrai problemi di parcheggio epotrai raggiungere a piedi il cen-tro storico del paese.Dormire a Monticchiello saràun esperienza indimenticabile;in pochissimo tempo potrai ar-rivare a Pienza, fare un bagnotermale a Bagno Vignoni oppu-re andare a visitare le cantinevitivinicole sparse sul territorio.Siamo innamorati di questo pa-esaggio di straordinaria bellez-za, considerato PatrimonioMondiale dell'Unesco e cerche-remo in tutti i modi di trasmet-tervi tutto quello che potrà ren-dere il vostro soggiorno indi-menticabile.Vi consiglieremo cosa vedere,itinerari poco frequentati e digrande fascino paesaggistico, viracconteremo le storie degliuomini e delle donne che persecoli hanno percorso le stradee coltivato le terre dellaValdorcia ed infine vi indiche-remo le cucine che non trove-rete su nessuna guida.L'aspetto più bello del nostro la-voro è quello di incontrare per-sone interessanti, scambiaredue parole con i nostri ospiti,discutere e, magari, condivide-re insieme una bottiglia di vino

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Nessuno conosce il numero totale didecessi di cittadini statunitensiprovocati, negli ultimi 20 anni, daoverdose di farmaci e dall'interazionefatale tra medicinali, soprattuttonarcotici per il dolore prescritti daimedici o di altra provenienza, mapartiamo da una cifra tonda prudenzialedi 500.000 vittime appartenenti allaclasse lavoratrice, in maggioranzabianchi e sfidiamo l'autorità a forniredelle statistiche autentiche, condefinizioni reali. Il numero, di fatto,potrebbe essere molto più elevato, sesi includono le morti causate dallapolifarmacia e da "errori dimedicazione" che si verificano inospedali e case di riposo.Essenzialmente, questa epidemia è statapromossa, sovvenzionata e protetta dalGoverno a tutti i livelli e riflette laprotezione di un mercato medico -farmaceutico privato selvaggio chemassimizza il profitto.In nessun'altra parte del mondo siverificano questi fatti, per esempio,nonostante la sua inclinazione perl'alcool, l'obesità e il tabacco, lapopolazione britannica è statarisparmiata da questa epidemia,essenzialmente perché il sistemasanitario nazionale è regolato efunziona con un'etica differente: ilbenessere del paziente è valutato al disopra dei meri profitti; tutto questo,probabilmente, non si sarebbesviluppato negli Stati Uniti se si fosseimplementato un sistema sanitarionazionale unificato.I n questo documento, siidentificheranno:1) le conseguenze a lungo termine dellemorti indotte da farmaci su vasta scala2) la dinamica della "transizionedemografica tramite overdose"3) l'economia politica della dipendenzada oppiacei. Non saranno citati cifre orapporti, poiché sono ampiamentedisponibili, pur essendo dispersi,incompleti e in generale privi di unastruttura teorica utile a comprendere oaffrontare il fenomeno.Concluderemo discutendo se ciascuna"morte per ricetta" debba essere vistacome una tragedia individuale, dapiangere in privato o come un crimine

delle corporation alimentato dall'avi-dità o anche come un modello su vastascala del "darwinismo sociale" guidatodall'apparato decisionale di una élite.Dall'avvento dei grandi cambiamentipolitico-economici indotti dalneoliberismo, la classe oligarchicadegli USA si scontra con il problemadi una estesa popolazione di milioni dilavoratori emarginati e potenzialmenteconflittuali, ex membri declassati dellaclasse media, resi superflui dalla"globalizzazione" e di una popolazionerurale di poveri che affonda sempre piùnella miseria.Un modello simile era emerso agli inizidella crisi dell'AIDS, quando il governodi Reagan ignorò deliberatamente lemorti in aumento tra i giovani statu-nitensi, specialmente tra le minoranze,

adottando un approccio moralista voltoa colpevolizzare le vittime, fino aquando l'influente e organizzatacomunità omosessuale pretese che ilgoverno agisse.Escalation e portata delle morti dafarmaci.Agli inizi della crisi medici e patologierano in maggioranza propensi allanegazione e sottoposti a pressioniaffinché certificassero i decessiimprovvisi come "naturali dovuti acondizioni pregresse", nonostante leincontestabili evidenze di prescrizioniesagerate da parte dei medici locali.Quindici o venti anni fa, le famigliedelle vittime, isolate nei loro piccolipaesi, potevano trovare un piccoloconforto a breve termine nel leggere iltermine "naturale" abbinato alla mortedei loro cari; è comprensibile che unadiagnosi di morte per overdose disostanze comportasse una tremendavergogna personale e sociale tra imembri delle famiglie rurali e dellepiccole città della classe lavoratricebianca che avevano sempre associato inarcotici con le minoranze urbane e conla popolazione criminale.Negli ultimi decenni, sotto ilneoliberismo, i budget sanitari dellecontee rurali sono stati saccheggiati permezzo di imprese promotrici diprogrammi di austerità. Al loro posto,

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LAVORATORI USA, GENOCIDIOTRAMITERICETTA

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il governo federale ha ordinato chefossero implementati piani assurdi ecostosissimi per fare fronte al"bioterrorismo".Le recenti tendenze dimostrano che lemorti per farmaci (dovute sia aoverdose di oppiacei, sia a interazionifatali con altri farmaci e alcool) hannoavuto un forte impatto sullacomposizione della forza lavoro locale,sulle famiglie, sulle comunità e suiquartieri; ciò è riscontrabile nelle vitedei lavoratori, la cui vita personale elavorativa è stata pesantemente alteratadalla delocalizzazione delle fabbriche,ristrutturazioni aziendali, tagli deisalari e dei benefit sanitari. I tradizionalisistemi di supporto che fornivano aiutoai lavoratori danneggiati da questetendenze, quali sindacati, assistentisociali e servizi di salute mentale sonostati o incapaci o privi della volontà diintervenire sia prima, sia dopo lacomparsa del flagello della dipendenza.L a dinamica demografica dellamorte indotta da farmaciQuasi tutti i rapporti pubblicatiignorano la demografia e la differenzadi impatto in funzione delle classisociali dei decessi relativi a farmaciprescritti; la maggioranza dei morti perdroghe illegali era in precedenzadipendente da narcotici legali prescritti.La maggior parte delle vittime ècomposta di persone con bassi salari,disoccupati o sottoccupati della classelavoratrice bianca.Qualsiasi sogno di stabilire una vitafamigliare in salute con un solo salarionel "cuore dell'America" sarebbeaccolto da una risata. Si tratta diun'enorme fetta della popolazionenazionale che ha sperimentato un fortecalo dei suoi standard di vita a causadella deindustrializzazione. Le vittimedi overdose fatali sono in maggioranzamaschi bianchi in età lavorativa, ma c'èanche un'ampia proporzione di donnedella classe lavoratrice, spesso madricon bambini. C'è stato pochissimodibattito sull'impatto di un decesso daoverdose di una persona in etàlavorativa sulla famiglia allargata, checomprende le nonne sulla cinquantina;in questo segmento demografico, ledonne spesso forniscono coesione e

membri della sua famiglia che sivergognano della sua debolezza.Dopo decenni di lotte per i diritti civili,le minoranze sono probabilmente piùdisinibite nel far valere i loro diritti inrelazione alla fruizione di tali risorsepubbliche; può anche esserci unacultura della solidarietà più forte nellaprestazione di assistenza tra leminoranze emarginate o una maggiorecoscienza delle conseguenze derivantidal non portare un vicino al prontosoccorso; questi meccanismi disopravvivenza urbana sono stati, ingrande misura, assenti nelle zone ruralibianche.Tutto ciò è prodotto di decisioniesecutive private:1) delocalizzazione delle impreseproduttive dagli USA all'estero o inzone distanti e non sindacalizzate delPaese;2) costringere i lavoratori prima benremunerati ad accettare posti di lavorocon salari più bassi;3) sostituzione dei lavoratoristatunitensi con immigrati qualificati enon qualificati o con mano d'operatemporanea malpagata;4) eliminazione dei benefit relativi apensioni e sanità;5) introduzione di nuove tecnologie(compresi i robot) che tagliano la manod'opera rendendo superflua laprestazione dei lavoratori umani; questicambiamenti nelle relazioni tra capitalee lavoro hanno creato enormi profittiper gli alti dirigenti e per gli investitori,mentre producono esuberi nella forzalavoro, il che comporta una pressioneancora maggiore sui lavoratori al primoimpiego e su coloro che hanno giàun'anzianità di servizio.Non ci sono stati programmi efficacidi protezione del lavoro e/o dicreazione di posti di lavoro sostenibiliper affrontare i decenni di calo dellavoro ben remunerato; i buoni lavorisono stati sostituiti con quelli a salariominimo nei servizi, i cosiddetti MacJobs o con lavori temporanei a bassosalario nelle manifatture, senza benefitné protezione.In tutta questa devastazione, programmipubblicizzati in maniera estremamentedispendiosa, come Start-Up New York,hanno fallito nel creare posti di lavorodecenti, mentre i politici dello Statohanno goduto di pubblicità gratuita,poiché le spese di centinaia di milioniper la promozione di questi programmisono state coperte con denari pubblici.

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stabilità a diverse generazioni a rischio.I n apparenza, la popolazionestatunitense appartenente alleminoranze è, per il momento, sfuggitaall'epidemia. Neri e ispanici sono statidepressi ed economicamente emarginatiper molto più tempo e il minore tassodi decessi per farmaci da ricetta fra laloro popolazione potrebbe riflettereuna maggiore resilienza; sicuramente,riflette un minore accesso al settoremedico privato tendente all'eccesso diprescrizioni, un lugubre paradosso peril quale l'abbandono medico potrebbeessere definito "benigno".Sebbene nel campo della sanitàpubblica e nei dipartimenti di studiuniversitari sulle minoranze vi sianopoche ricerche sociologiche basate sulleclassi sociali che studiano e comparanole tendenze al decesso per overdose trale minoranze urbane e rurali o le piccolecittà bianche, l'evidenza aneddotica el'osservazione personale suggerisconoche le popolazioni urbane delleminoranze hanno più probabilità difornire assistenza a un vicino o a unamico vittima di sovradosaggio rispettoalla comunità bianca, dove è piùprobabile che chi è dipendente dasostanze sia isolato e abbandonato da

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Parallelamente all'aumento didipendenze da oppiacei, c'è stato unaumento astronomico nellaprescrizione di medicinali psicotropi eantidepressivi, anche questi altamenteredditizi per la grande industriafarmaceutica; la modalità di prescriveretali potenti e potenzialmente pericolosimedicinali che alterano l'umore agliamericani che sperimentano unamobilità sociale al ribasso, per "trattare"o attenuare normali stati d'ansia ereazioni al deterioramento delle lorocondizioni materiali, ha avuto profondeconseguenze.Mentre un lavoro dignitoso con unsalario decente avrebbe potuto trattarecon efficacia e senza effetti collateralisgradevoli o pericolosi la disperazionedei lavoratori emarginati, la comunitàmedica e i servizi di salute mentalehanno sistematicamente indirizzato iloro pazienti verso la grande industriafarmaceutica; come risultato, le analisitossicologiche post mortemevidenziano, nei casi di decesso daoverdose di oppiacei, l'assunzione dimolteplici medicinali psicotropi eantidepressivi prescritti, oltre che dinarcotici.La politica economica delle morti peroverdoseQuando i resti di una vittima dioverdose giovane (uomo o donna),appartenente alla classe lavoratrice, èportato all'obitorio, il decesso èclassificato come "autoinflitto" o"accidentale" per overdose di oppiaceie si mette in motto una grande macchinadi copertura. La sequenza che hacondotto al decesso è avvolta nelmistero e non si tenta neppure dicomprenderne in profondità i fattorisocioculturali ed economici; invece, siincolpa la vittima o la sua cultura peril risultato finale di una complessacatena di decisioni dell'élite economicae di manovre politiche, delle quali lamorte prematura di un lavoratore è soloun danno collaterale. La comunitàmedica, in questo processo, si è limitataa funzionare da cinghia di trasmissioneinvece di essere un soggetto al serviziodel pubblico.La grande maggioranza delle vittimedi morte per overdose è, in realtà,

GENOCIDIOTRAMITERICETTA

composta da vittime di decisioni eperdite ampiamente fuori dal lorocontrollo; le loro dipendenze hannoabbreviato le loro vite, così come hannooffuscato la loro comprensione degliavvenimenti e minato la loro capacitàdi impegnarsi nella lotta di classe perinvertire questa tendenza; è stata unasoluzione perfetta per i prevedibiliproblemi demografici del brutaleneoliberismo negli USA.La produzione di massa di narcotici daparte dell'industria è stata uno degliaffari più redditizi; le catene di farmaciesoddisfano le ricette prescritte da decinedi migliaia di dottori, dentisti,infermieri e assistenti medici che hannosolo una quantità limitata di tempo peresaminare un lavoratore infortunato.Le condizioni di lavoro deterioratecreano la lesione e i lavoratori sitrasformano in consumatori del sollievomiracoloso fornito dalla grandeindustria farmaceutica (l'ossicodone osimili), promosso per un decennio daivenditori come farmaco che non dàdipendenza; una lunga lista diprofessionisti con alto livello diistruzione, tra i quali vi sono medici,esaminatori medici e patologi, provvedea nascondere con cura la causa reale,

cioè le decisioni delle grandi imprese,allo scopo di mettersi al riparo dalleloro rappresaglie nel caso dovessero farscattare l'allarme. Dietro la facciatascientifica, si nasconde un "darwinismosociale" che pochi sono disposti adaffrontare.Solo recentemente, in seguito ad unnumero incredibile di ricoveri e mortida overdose di narcotici, il governo fe-derale ha cominciato a stanziare fondiper la ricerca; i ricercatori universitarihanno iniziato a raccogliere ediffondere dati sulla crescente epidemiadi morti per oppiacei e fornisconomappe scioccanti delle contee e delleregioni più colpite; si uniscono al coroche chiede alle agenzie federali e statalidi partecipare più attivamente alla solitapanacea fatta di "educazione eprevenzione". Questo fervore diattivismo arriva con due decenni diritardo e puzza di cinismo.I fondi per la ricerca su questofenomeno non porteranno ad alcunprogramma efficace a lungo termine perfare fronte a queste piccole "crisi delcapitalismo" che colpiscono lacomunità; non c'è nessuna istituzionedisposta ad affrontare le causefondamentali: la devastazione dellerelazioni tra capitale e lavoro negli StatiUniti capitalisti del nuovo millennio,la natura corrotta dei vincoli tra stato ecorporation farmaceutiche e il caratterecaotico del nostro sistema sanitarioprivato, orientato al profitto.Pochissimi scriveranno che un serviziosanitario nazionale, pubblico e unicoavrebbe in tutta evidenza evitato, sindall'inizio, l'epidemia.ConclusioniPerché le élite capitaliste dello stato ele industrie farmaceutiche sostengonoun processo che ha elevato a grandescala le morti a lungo termine deilavoratori e dei loro famigliari negliUSA rurali e nelle piccole città?Le corporation ottengono miliardi didollari di profitti dal "declino naturale"dei lavoratori licenziati: la riduzionedell'occupazione e delle prestazionisociali (piani sanitari, pensioni, ferie oprogrammi di formazione al lavoro)permette ai datori di lavoro diaumentare profitti, capital gains ebonus per i dirigenti; si eliminano iservizi pubblici, si riducono le imposte,si riducono i lavoratori e, quandoservono, li si può importare dall'estero(completamente formati), per

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impiegarli temporaneamente in un"libero mercato del lavoro".I capitalisti guadagnano ancora di piùcon i benefici della tecnologia (robot,informatizzazione, ecc.) assicurandosiche i lavoratori non godano di riduzionidell'orario di lavoro né di aumento delleferie come risultato della loro maggioreproduttività: perché condividere irisultati dell'aumento di produttivitàcon i lavoratori quando li si puòsemplicemente eliminare? I lavoratoriinsoddisfatti possono ripiegarsi su séstessi o "prendersi una pastiglia", mamai organizzarsi per riprendere ilcontrollo della loro vita e del lorofuturo.Gli esperti in elezioni e le autoritàpolitiche possono affermare che ilavoratori statunitensi bianchi rifiutanoi principali partiti del sistema perchésono "arrabbiati" e "razzisti"; sono ilavoratori che ora guardano a DonaldTrump. Tuttavia, un'analisi piùapprofondita rivelerebbe il loro rifiutorazionale verso leader politici che sisono rifiutati di condannare losfruttamento capitalista e di affrontarel'epidemia di morti per overdose.Questo vero e proprio genocidioattraverso i narcotici in corso contro ilavoratori bianchi e i disoccupati nellepiccole città e nelle zone rurali degliUSA ha una base classista, è lasoluzione perfetta delle corporation aun'eccedenza di forza lavoro; è ora chei lavoratori americani e i loro leader sisveglino rispetto a questa crudele realtàe che resistano a questa guerra di classeunilaterale, altrimenti continueranno apiangere altre morti premature nel lorostesso silenzio intorpidito dai farmaci.Ed è ora che la comunità medica chiedaun sistema pubblico e nazionaleresponsabile della salute, che metta alprimo posto il paziente, che facciaprevalere il servizio sul profitto e laresponsabilità sul silenzio complice.

Di James Petrase Robin Eastman-AbayaArticolo originale:http://petras.lahaine.org/?p=2091

Sintesi redazionale- Traduzione diGorri per “Lavoro e Salute”

GENOCIDIOTRAMITERICETTA Sanità negata

Il diritto alla salutein carcere

Nelle carceriitaliane, dati aggior-nati al 1° aprile2016, si svolgonoattività di consu-lenza e di tratta-mento sanitario sucirca 22.500 dete-nuti, con la seguen-te ripartizione:- Come attività di consulenza, vi èl’osservazione della personalità su14.912 detenuti (in stato di detenzio-ne, internati e condannati in stato dilibertà). Inoltre, si svolgono indaginisocio/familiari su un totale di 6.213casi.- Circa l’attività di trattamento sani-tario è svolto su 647 condannati instato di detenzione, su 328 famigliee su 404 casi non ulteriormentespecificati.Un detenuto su due soffre di una ma-lattia infettiva, mentre uno su tre diun disturbo psichiatrico.Nei piani del Legislatore del 2008, lariforma della sanità penitenziariadoveva perseguire l’obiettivofondamentale di equiparare il dirittoalla salute dei detenuti a quellogarantito ai cittadini liberi.Ma, a distanza di otto anni, troppisono i casi di salute negata. Solo nelcarcere di Massa Carrara, all’iniziodel 2015, è stato avviato un progettopilota grazie al quale i detenutipossono scegliere il medico di fidu-cia tra quelli operanti all’interno del-la struttura, mentre uno sportello in-formativo sanitario consente ai fami-liari di monitorare le condizioni di sa-lute del congiunto in carcere, attra-verso colloqui con i medici, previoconsenso dell’interessato.I l giuramento di Ippocrate dice:"medico, ricordati che il malato nonè una cosa, o un mezzo, ma un fine,

un valore, e quindi comportati di con-seguenza" In carcere il malatodetenuto è un malato sfortunato.Una persona in libertà quando è am-malata riceve cure e assistenza e, dinorma, può essere sicura di ricevereattenzione dalla propria famiglia,mentre al paziente in carcerel’attenzione si trasforma in disprez-zo, il male in vergogna.I l prigioniero malato non gode dellapur minima protezione e gli si fa pureuna colpa della sua malattia. Al mi-nimo lamento e tentativo di confortoper un motivo normalmente dinessuna importanza, la malattia gliviene rinfacciata come una colpa eviene additato come simulatore.Viene cacciato dal gruppo dei veriammalati perché bugiardo, cattivo,meschino, senza valore. E qualunquedisturbo possa lamentare, ormai nongli si crede più. Purtroppo il detenutomalato è come un cieco a cui si rim-provera di non vedere. In carcere pernon affogare devi lottare, devi lottareper qualsiasi cosa e scrivere per farsentire la tua voce.Nell’Ordinamento Penitenziario, al-l’ar ticolo 11, si legge: “L’assistenzasanitaria è prestata, nel corso dellapermanenza nell’istituto, con perio-dici e frequenti riscontri, indipenden-temente dalle richieste degli interes-sati”. In realtà, la sanità in carcere ècattiva, mostruosa, sadica.

Marilena Pallareti1234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234123456789012345678901234567890121234567890123412345678901234567890123456789012123456789012341234567890123456789012345678901212345678901234

Con questo libro si cerca di gettareuno sguardo coraggioso sullanatura del potere, affiancando adun'analisi della criminologia e dellasociologia una vasta serie di altrisaperi; dalle scienze politiche allaletteratura, dall'economia allafilosofia, prendendo spunto ancheda pensatori e scrittori del passato.Contesta le analisi più consolidatedella sociologia e della criminologia.

Perchè i potentidelinquono

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"Mi connetto…ergo sum"Tutti i danni di internet

Confusione, smarrimento, ansia. In-sonnia. Tremore e totale mancanza diconcentrazione. Ti parlano, ma stai pen-sando ad altro, oppure non pensi affat-to. Non sei in grado di farlo. Non sitratta di mal d'amore, né di tasse in sca-denza, neanche di Alzheimer precoce.Succede che la ram dello smartphonenon risponda più alle funzioni, iniben-do l'utilizzo di tutte le app. O che lascheda madre del pc sia danneggiata. Pergiorni in assistenza e la nostra vita con-nessa si ferma. Può succedere, in parti-colari condizioni di dipendenza, che citroviamo ad essere colpiti dallo Iad,acronimo di "Internet AddictionDisorder". Una vera patologia causatadall'eccessivo uso dei mezzi informa-tici che offrono la connessione internet.Una sindrome non rara. Chi trascorrela maggior parte del suo tempo nellarete potrebbe esserne colpito. Il proble-ma non sta nelle app, né nel sistemaAndroid, o nell'Iphone, ma nell'usosmodato che si fa di questi strumenti.Come se la nostra vita si sdoppiasse indue realtà, la reale e la virtuale, ma forsenon è ancora questo il problema checonduce allo Iad, è che la vita virtualeinquina le sinapsi a tal punto da supe-rare quella reale, diventando poi ineso-rabilmente l'unica realtà.Come si finisce nell'obnubilamento delreale e nell'interruzione spasmodica delnormale scorrere delle attività dellanostra giornata per navigare nella rete?Quale virus che genera una così fortedipendenza si è inserito e radicato nel-la nostre pulsioni, sì da non poter farea meno di connetterci per leggere l'ul-tima mail? O controllare quanti likeapprovano i nostri post o visualizzare imsg su whatsapp, l'ultimogettonatissimo prodotto digitale? Sichiama disturbo compulsivo ossessivo,

problema con difficile soluzione, tran-ne che con la volontà.Come siamo finiti nella tagliola dellarete non è poi così misterioso e nonoccorrerebbe uno stuolo di esperti deicomportamenti umani con il lungoelenco dei disturbi derivanti dall'usodelle tecnologie, per capire le motiva-zioni del disturbo. Basterebbe osserva-re e analizzare la realtà e ciò che avvie-ne abitualmente nel tessuto sociale incui viviamo, specie nelle metropoli.Sarebbe sufficiente visitare uno storecenter e entrare in quei mega,ultratecnologici esercizi pubblici, doveper effetti allucinogeni, dovuti all'ulti-mo modello della "mela", si dimenti-cano tutti gli effetti della crisi econo-mica mondiale.Nell'era della globalizzazione, illuso-rio fenomeno di mercato che offre atutti le stesse possibilità diacquisto,smartphone, tablet e pc sonogià inseriti nelle culle, così che anche ilattanti possano essere connessi, oltreche alla "tetta" materna, contempora-neamente al touch screen.Da dove ha origine questa dipenden-za? Quali gli apparenti apporti positivinella nostra vita personale e nelle rela-zioni sociali? Perché la frequentazionedella rete spesso ci dà euforia esaltan-do i nostri sensi e ci offre prontaautostima, bypassando così, almenofino allo Iad, la parcella dello psicolo-go? "Elementare Watson", per dirla alla

Sherlock Holmes. È' chiaro che lo Iadassale particolarmente le persone piùfragili emotivamente e socialmente.Inoltre s'instaura facilmente nella fasciad'età giovanile ove la personalità è piùattaccabile da impulsi esterni che of-frono sfere ludiche a gogò, piuttostoche oneri, impegni e problematiche.I l battesimo della rete, avviene con l'ac-cessibilità rapida. Tutti vi possono ac-cedere, perché tutti possono facilmen-te possedere quegli strumenti. Ne na-scono anche fenomeni di "malaeducacion" evidenti. Pensiamo al bim-bo, nella primissima infanzia, che vie-ne letteralmente imboccato da nonnepremurose e madri ansiogene, mentregioca con le ultime app scaricate sulcostosissimo Iphone paterno. Accetta dinutrirsi solo a questa condizione.La dipendenza dalla rete è in agguato ecrescerà insieme al pargolo, che sarà sì,ben pasciuto, ma rischierà loIadnell'adolescenza. O pensiamo anchea un convivio in cui ognuno deicommensali sta guardando il suowhatsapp. Ne derivano, in tal caso, an-che boutade che sfiorano l'assurdo e chepossono tramutarsi in fenomenipestiferi nei rapporti di coppia, scate-nando perfino rotture coniugali. Senzavoler toccare il triste fenomeno delcyberbullismo, che nutre le cronachenere di agghiaccianti episodi.Alla rete si accede ovunque c'è un

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La quasi totalità delle notizie degli organi d’informazione, anche nella rete, servonoper a incanalare l’immaginazione delle persone in un percorso recintato di argomenti,imposti dalle sfere dei potenti per suggestionare le coscienze ed evitare la creazione diun pensiero critico sulla realtà. Una elementare ma efficace forma di controllo.La dipendenza da internet provoca disturbi della personalità. E le patologie sono semprepiù frequenti fra gli eternamente connessi alla rete. Come accorgersi di essere diventatiinternauti borderline e tornare ad apprezzare le meno intriganti, ma sicuramente piùvere e salutari abitudini della realtà quotidiana?

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rete, invertendo in modo psicotico ilreale dal virtuale, tantoché, a chi si am-mala di Iad, può accadere di non distin-guere la dimensione in cui si trova,scambiando per vera una dimensioneimmaginaria.Infine la dipendenza dalla connessionein rete si può addurre al forte grado diemozioni che procura. La continuamole di stimoli visivi e i contatti al buioproducono più endorfine di un chilo dicioccolata divorata in un battibaleno.É lo "Young Ace (access controlencryption) Pattern", una formadi"ecstasy" che induce a restare il più alungo possibile nella rete e a distaccar-sene, quando si è costretti dalla realtàcircostante, malvolentieri, ma è ancheil craving, quel desiderio compulsivo eingestibile che solo chi ha una dipen-denza fortissima può generare.Come accorgersi di essere diventatiinternauti borderline e tornare ad ap-prezzare le meno intriganti, ma sicura-mente più vere e salutari abitudini del-la realtà quotidiana? Come sopporta-re, senza l'uso della rete/ecstasy, il vi-cino "rompi", il datore di lavoro fasci-sta, il canone Rai e Renzi che vuolecambiare la Costituzione?Se si avvertissero quegli strani sinto-mi, citati all'inizio dell'articolo, è pro-babile che siamo in Iad e allora il letti-no dello psicologo può essere una so-luzione per disintossicarsi.Se invece il fenomeno dellaconnettività non è perpetuo, siamoancora in tempo a salvare le sinapsi,dedicandoci, oltre alla navigazioneonline, anche alla lettura di un buonlibro o a salutari relazioni sociali.Pillole di saggezza e concretezza, quel-le dell'abitudine alla lettura dei libri, diun grande scrittore e filosofo, premioNobel, recentemente scomparso,Umberto Eco. Che non aveva poi tuttii torti quando a Torino, nel 2015, nelcorso di una lectio magistralis sullacomunicazione attaccando i socialnetwork, disse "I social della rete dannodiritto di parola a legioni di imbecilliche prima parlavano solo al bar dopoun bicchiere di vino, senza danneggiarela collettività. Venivano subito messi atacere, mentre ora hanno lo stesso dirittodi parola di un Premio Nobel. Èl'invasione degli imbecilli".Scatenò l'inferno nei media, ma, pro-babilmente aveva ragione.

Alba Vastano

In rete su www.lacittàfutura.it

Tutti i dannidi internetCONTINUA DA PAG. 46

telefonino (ma non doveva servire soloal "Call"?) o un pc o un tablet e in unattimo qualsiasi azione dellaquotidianità non può più essere unimpedimento, anche la più intima. Una"deregulation" dell'uso degli strumentidigitali, a tutti gli effetti.A ltro aspetto che induce allafrequentazione compulsiva della rete èl'onnipotenza del controllo. La comu-nicazione in rete è totalmenteautogestita. Possiamo entrare e uscirea nostro piacimento, controllando alnanosecondo e in tutti dettagli i nostriinterventi, ma soprattutto, nel caso dialcuni network, fra cui emergeFacebook, possiamo controllare la vitadegli altri. Questo aspetto ci fa sconfi-nare dalla vita reale, ove spesso siamoo ci sentiamo, out.La possibilità di controllo della vita al-trui, sbirciando foto, controllando pa-role, pensieri, opinioni degli altri, sen-za l'obbligo di intervenire, ci fa sentireal sicuro e potenti. Spiamo dal bucodella serratura o ci esponiamo eccessi-vamente agli utenti connessi, selezio-nando l'immagine che vogliamo mo-strare e che spesso non corrisponde allarealtà. Il top più indicativodell'onnipotenza del controllo consistenel cancellare con un click chi non gra-diamo. Il contrario? Provoca spessosudorazioni, crisi d'ansia e di ricono-scimento.Anche restare a guardare dietro le quin-te provoca esaltazione. L'occhio gigan-tesco del "big brother" in cui ci rifu-giamo sistematicamente per sentircipotenti, cosa impossibile nella realtà.Questo è l'aspetto più pericoloso chegenera la massima dipendenza dalla

I controlli a distanzasui lavoratori

VIGILANTESAL COMANDO

Dal secco depotenzianamentodell'Art.4 dello Statuto dei lavo-ratori fino al Jobs Act (e in mezzol'accordo del 2011 con il gover-no Berlusconi tra Confindustriae Sindacati) il divieto di control-lo a distanza dentro i luoghi dilavoro, già mistificato in questianni con accordi aziendali checon la scusa della sicurezza, èstato trasformato in dovere dei la-voratori e lavoratrici di poter es-sere liberamente spiati durantel'orario di lavoro. In tal modo c'èil monitoraggio degli atti quoti-diani dei lavoratori, in particola-re di quelli politicizzati e sinda-calizzati.Un'altra battaglia dei sindacatinon combattuta e quindi persa inpartenza, sull'assillo petulantedelle aziende e dei vari governisuccedutosi negli ultimi vent'an-ni, senza soluzione di continuità,per aumentare la produttività delsingolo lavoratore, a prescinderedall'organizzazione di lavoro,dalla sicurezza sul lavoro, dagliorganici sempre più ridotti.Viatico per operare questa mano-missione della privacy di un mon-do del lavoro, come quello italia-no, che ha già da decenni il re-cord di produttività in Europa, èstata il cieco consenso dei sinda-cati maggiori sulla condivisionedell'aumento della produttivitàcollettiva, negandosi di fatto ilcontrollo contrattuale sulla pres-sione concreta e psicologica sulsingolo, giustificato da un siste-ma salariale di incentivi aziendalisempre più individuale corruttivodel bisogno materiale.Se non vogliamo definirlomobbing di massa, come lo decli-niamo?

Red.

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Stati d’animo e vissuto di sconfittidalla volontà ma non dalla ragione.Racconto per Lavoro e Salutedi Antonio Recanatini

monologodi un etilista

parte 9

vecchio squilibrato? Andiamo dovevuoi tu. Se hai da fare non mi offen-do, ripasserò domani-.Lei diede un'occhiata all'orario erispose "ho da fare per un po', aspet-tami al bar. Verrò sicuramente!"I l maestro si riappropriò del vociareinterno e si diresse dove la suaGiulietta aveva indicato. Entrò den-tro il bar e Romeo, dopo aver dirot-tato un bicchiere di whisky al fega-to, lo prese di mira "Professò, tu amiDario Fo? Certo che lo ami.Voi saputi non ricordate quello chesuccesse dopo Piazza Fontana edopo che Pinelli volò dal balcone.Io lo ricordo bene. Tutta la sinistradei professori puntò il dito versoCalabresi e lasciarono in sospesoPiazza Fontana, ne parlavano poco,molto meno di quel commissariosfigato.Questo non lo dite mai, voi sietequelli che cadono sempre in piedi.Quelli come te potevano manovrarela rabbia della gente e vi siete ven-duti".Renato bevve il primo bicchiere dirosso e rispose "mi vedi bene? Ioneanche so quello che successe.Adesso mi porta solo dolore ripen-sarci. Fatti un altro bicchiere allamia salute". Romeo accettò di tener-gli compagnia "pago io il primo, sepermetti! Noi proletari siamo sempre

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Massimo ci rise sopra "gli annipiù belli, proprio quelli destinati arimanere un ricordo. Giusi è unabrava persona. Sei tu a non crederepiù in te. Quella donna ti vuolebene".Renato alzò il bavero dell'imperme-abile e si staccò dalla discussione,non prima d'aver risposto a tono "loso, lo so benissimo! Io non bevo perdimenticare, forse lo fanno gli altri;io bevo per trovare il coraggio diperdonarmi. Su Giusi non saprei piùcosa dirti, ci penserò. Ciao Massi-mo. In ogni caso, tu sei semprel'amico immaginario più rompipalledel pianeta.. Sparisci per un po'".Riprese la via del ritorno, deciso ariconquistare la porta di casa, pur-troppo un lampione lo illuminò piùdel dovuto. Si fermò sul posto, misele mani in tasca e invocò i suoi de-moni "Possiamo disperarci all'infi-nito, collegare il malumore a quelche intorno gira, rovesciare i princi-pi e accontentarci delle briciole,dell'illusione iniettata a gocce. Pos-siamo staccare la spina dalla realtàe sviolinare invettive più o menoillustri, abituarci a servire comefarebbero gli schiavi, sottoporci alletorture e convincerci di aver scelto lavia migliore.Non di sole parole e non di solaazione è stato concepito l'uomo, percui a ogni lamento seguirà unatentazione, un obbligo o un vezzo,vittimismo o negazione. Facciamoattenzione cari, di questo passo ciritroveremo ad applaudire il pas-saggio dei soldati, appena usciti dauna battaglia con il popolo".Aprì l'impermeabile e riprese il cam-mino, sommerso da un'ondata dicalore, immaginando Giusi sotto lecoperte. A casa si addormentò vesti-to, quella era una delle tante nottisenza volante, le peggiori.Qualche sera dopo, uscì dopo cena esi diresse verso casa di Giusi. Laserata era limpida, il sole parevanon voler uscire di scena, mentre laluna sfilava come una modella tra lestelle. Prima di citofonare, fece ungiro tra le sue ossessioni e decise chechiamarla non rientrava tra i suoi

bisogni impellenti, forse solo pernon urtare vecchie ferite.Deviò il passo e superò l'ostacolo,ma non la premonizione concessaalle sole donne. Lei lo vide dallafinestra e lo chiamò "Professò, mastate a fare le finte? Io costo poco ea lei faccio pure lo sconto".Renato, preso in castagna, non sep-pe far altro che ammettere "ho pen-sato di venirti a prendere per uscireinsieme. Volevo portarti in un bardiverso, più chic del nostro. Uno diquelli che stanno in centro, ma nonho la macchina, mi hanno ritiratola patente, quindi sono sempre ilsolito sfigato. Scusami, amica mia!"A quelle scuse, seguì il saluto e unveloce, sontuoso, sonoro e umiliantedietrofront, a testa bassa. Giusi nonera una donna da poco, conoscevail maestro come conosceva il suobisogno primario: di sentirsi impor-tante come presenza e non comedileggio, possesso e addio. Lo ri-chiamò a sé con il tono di voce cre-sciuta in strada, sopra le righe "pro-fessò, adesso manco più ti fermi asentire la risposta? State nervoso?"Renato arrestò la sua fuga e la fissò,sembrava che quel passaggio dal tual voi, cadenzava il suo mutamentoda uomo a rimbecillito.Le disse poco meno di quel chel'arrovellava "ricominciamo allora!Giusi, ti va di uscire con questo

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Prima n. 3 - giugno 2015Seconda n. 4 - settemb. 2015Terza n. 5 - novembre 2015Quarta n. 1 gennaio 2016Quinta n. 2 marzo 2016Sesta n. 3 maggio 2016Settima n. 4 luglio 2016Ottava n. 5 settembre 2016

anno 32° n° 6 novembre 2016 lavorolavorolavorolavorolavoroesalute salute salute salute salute 49

Poeta, scrittore.La sua poesia è atta a risollevareil sentimento della periferia,all'orgoglio di essere proletarie anticonformisti.Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

AntonioRecanatini

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monologodi un etilista

loro, danno gli anni come stesserodando caramelle". Daniele aggiunsedel suo "ho fatto tre processi pertruffa con le assicurazione, mentei signori politici la passano lisciaper reati come gravi. Mai credutoalla giustizia". Renato avrebbepotuto dire molto, raccontare di sé,ma il whisky non era la sua bevan-da, per cui si curvò su se stesso.Romeo lo tenne su, Nico avvicinòuna sedia, ma niente il maestro cad-de a terra esausto, abbattuto comeun albero durante una forte tempe-sta. Il bar intero ebbe una scossa,ognuno apportò un consiglio perso-nalissimo "sollevategli la testa","copritegli il collo", "adesso che staa terra alzategli le gambe".Daniele decise per l'ambulanza.Arrivò dopo dieci minuti, scesero treragazzi con le tute rosse e si avvici-narono a Renato disteso a terra.Dopo un primo controllo, lo carica-no in barella per portarlo all'ospe-dale. Giusi mancava.

ultimi, almeno per il primo brindisivoglio il posto d'onore".La risata coinvolse anche Danieleche di unì al brindisi "allora andia-mo a whisky stasera". I brindisi sisusseguirono alla velocità di unoscippo, infatti s'inserì un noto ladrodi professione, amico d'infanzia"voglio starci pure io a sta bevuta"."Prego Nico, sei di nostri". RisposeRomeo, senza chiedere consensi.La discussione si accese sulla temagiustizia, molto sentito in periferia eil nuovo arrivato aveva molto darecriminare "io devo ancora sconta-re sei anni per rapina a mano arma-ta. Giorni fa, un tipo gli hanno datotre anni per lo stesso reato.Questi giudici non sanno neanche

Il traffico di organi umani, soprattutto di minori va a gonfie vele. Non a caso, proprio in Italia sono svaniti nel nulladurante l'anno 2015, più di 6 mila fra bambini e adolescenti. Si tratta di migranti non accompagnati sbarcati nelbelpaese senza nessun familiare, collocati dai tribunali per i minori nelle strutture di accoglienza. Per il governotricolore sono ormai "irreperibili". Nessuno li cerca e non risulta che abbiano varcato la frontiera in senso contrario;insomma non sono andati all'estero e non ci sono stati ricongiungimenti familiari.

Col cuore coperto di neve.Il racconto sui traffici di carne umana

Segnaliamo l'uscita dell'ultimo lavoro di Silvestro Montanaro "COL CUORECOPERTO DI NEVE". Silvestro Montanaro è un giornalista che abbiamo avutomodo di apprezzare per avere con coraggio raccontato i lati nascosti dellaglobalizzazione neoliberista e del colonialismo vecchio e nuovo che i nostrimedia tendono a rimuovere. La sua trasmissione C'era una volta, vergognosa-mente chiusa dalla Rai nel 2013, era una finestra aperta sui tanti sud del mondo.La sua controinformazione, mai faziosa ma sempre non allineata, evidentementeera troppo atipica nell'attuale panorama informativo.Per questo segnaliamo il suo nuovo lavoro. "COL CUORE COPERTO DINEVE" racconto denuncia, con una bella prefazione di Fiorella Mannoia, suitraffici di carne umana, il turismo sessuale e la pedofilia. "Un libro che vi faràpiangere e arrabbiare, ma che aprirà gli occhi ed il cuore all'unica speranza.L'impegno di ognuno di noi".Col cuore coperto di neve. Non trovate il libro nelle librerie.E' possibile acquistarlo in due versioni. Quella e-book e quella cartacea.E-BOOK: Amazon libriLIBRO CARTACEO: scrivere una mail a [email protected],indicare il proprio indirizzo e arriverà direttamente a casa con posta tracciata

dopo il versamento di 12 euro (10 per il libro e 2 per spese di spedizione) da effettuare usando le seguenti soluzioni:POST PAY: numero carta 5333 1710 3181 8129 codice fiscale, se richiesto, mntsvs54c26i838xPAYPAL: [email protected] BONIFICO BANCARIO: IBAN IT85W0306903355010997690278 intestato asilvestromontanaroPer organizzare incontri di presentazione del libro "perché divenga uno strumento nella lotta a chi fa scempio di tante vitee della nostra umanità" potete contattare l'autore mandando una mail ([email protected]) o sulla sua pagina facebook.

Maurizio Acerbo www.rifondazione.it

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Lavoro, alienazione degli ultimiMERCI E LA VORO

Alcuni degli ARTICOLI, delle INCHIESTEe delle ESPERIENZE in questo numerodella rivista cartacea di MD

Per la Morte del Compagno Luigi Maraa cura delle Lavoratrici e dei Lavoratori dellaex Montedison di Castellanza e del Centroper la Salute Giulio A. MaccacaroI complessi rapporti tra alcolismo e povertàDOSSIERDonna, Salute, LavoroLa Costituzione Italiana e il Jobs ActUna indagine su valutazione dei rischi dei lavoratorie di genere: l'esperienza del Gruppo Donne Salute eLavoro di Milano con delegate e R.L.SDonne e mobbingGruppo di auto aiuto per il disagio lavorativoStorie di mobbing sulle donneMaternità e nascita in Italia: è tempo di cambiareVi racconto il mio aborto, l' ospedale, il trauma,Medici Italiani Contraccezione e AbortoLETTURELidia Menapace:"Io, partigiana - La mia Resistenza"

www.medicinademocratica.it

I banconi dei supermercati straripa-no di "buona" frutta, ma anche di tan-ti altri prodotti. E spesso sono anchea prezzo stracciato: per un chilo diuva 99 centesimi, per uno di banane,provenienti da ogni angolo del mon-do, 69 centesimi, meno di 1 euro e 50per portarsi via un chilogrammo dikiwi!Noi ci riforniamo lautamente, igno-rando chi è costretto a recuperare gliavanzi dalle pattumiere, perché anchea quei prezzi non può permettersi diacquistarli, ma anche chi ha coltiva-to, raccolto e trasportato quella mer-ce, per pochissimi centesimi o frazio-ne di essi. E così il coltivatore/racco-glitore sfruttato (dal padrone, da ca-porale, dal distributore, …) ci lasciala pelle. Ed è così, per pochi spiccioli,che ci lasciano la pelle (e non solo inmodo figurato) gli operatori della"logistica":settore alla ribalta per ilpiù alto grado di sfruttamento e di vio-lazione dei diritti sindacali e "uma-ni", a partire da quello principe: ildiritto alla vita!Ecco spiegata l'assurda morte per in-vestimento del 53enne egiziano, pa-dre di 5 figli, che mentre partecipava

a Piacenza ad una mobilitazione sin-dacale per rivendicare proprio queidiritti, è stato travolto da un camioncondotto da un suo co-sfruttato, aiz-zato dal padrone di turno. Ed eccospiegata la non meno assurda perdi-ta della vita del 57enne di Lucca, in-vestito e trascinato da un autoar-ticolato in manovra guidato da unautista, suo compagno di sventura neltrasporto di frutta "fresca" dai portidi importazione toscani agli innume-revoli centri di distribuzione sparsinell'hinterland milanese (e di tutta lanazione), in perenne lotta contro iltempo e la produttività: sacro totemdei nostri tempi.L' esigenza di approvvigionamento dimerci di ogni tipo, in sempre minortempo e sempre più fino a casa nostraha trasformato il settore trasporti elogistica in un vero e proprio inferno,in cui i vari operatori sono costretti a

sgomitare, con il proprio camion o conquello del padrone (non saprei pro-prio dire chi è più sfigato), per strin-gere i tempi di trasporto, violando lalegge, mettendo a rischio la propria ealtrui incolumità e magari con qual-che "aiutino farmacologico" per te-nersi sveglio e reattivo. E, una voltagiunti a destinazione, accelerare leoperazioni di posizionamento in ri-balta, di scarico e di esaurimento delleprocedure burocratiche, per essereimmediatamente pronti per un nuovo"viaggio" verso una nuova piattafor-ma logistica diventata più pericolosadi un porto di mare e che, come que-sto, necessiterebbe di un elevatissimocoordinamento tra i diversi attori (inrealtà inesistente) e, perché no, di ma-novratori autonomi che, al pari deirimorchiatori nel porto, veicolino adestinazione i containers privati del-la motrice!I controlli degli organi di vigilanzasulla sicurezza sul lavoro sono sem-pre più rari e sempre più spesso impe-gnati ad appurare le cause a poste-riori, quando il danno, compresa lamorte del lavoratore, è fatto. Nell'ul-timo episodio in ordine di tempo, ladinamica degli eventi, dicono le cro-nache, è ancora in corso, ma le cau-se, quelle vere, le conosciamo tutti!

Claudio Mendicinomedico (pubblico) del lavoro, Milano

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Anno XXXIIPeriodico fondato e diretto daFranco CilentiDistribuito gratuitamente.Finanziato dai promotori e dai lettoricon contributo facoltativoRedazione: [email protected] redazionali:Roberto Bertucci - Deborah CartaMarco Spezia - Fiorenza ArisioMarco Prina - Antonio RecanatiniRenato Fioretti - Gino RubiniMarilena Pallareti - Renato NuccioAlessandro Rossi - Marisa ChiarettaArnaldo Sanità - Laura Nanni

Supplemento alla rivista nazionaleMedicina DemocraticaAutoriz. Tribunale Milano n° 23-19/1/77 Reg. naz. stampa (Legge 58/81n° 416, art. 11) 30/10/1985Direttore Resp: Fulvio AuroraIl materiale originale è riproducibilecitando testata, data e autore.Posta: inviare, cartaceo e mail, confirma e numero di telefono.Firma non pubblicata su richiesta.N. chiuso in redazione: 18-11-2016Suppl. rivista M. D. - n° 225/226Stampa: via Brindisi 18/c To

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32° anno digiornalismo nel lavoroper la sanità pubblica

Pubblicati 228 numeri- 13 speciali - 7 n. tematici- 1 referendum nazionale su contratto sanità- 1 questionario regionalesu piano sanitario piemonteseScritto da 1698 autori- 1201 operatori sanità- 171 sindacalisti- 63 esponenti politici- 236 altriStampate 722mila copie- 511mila ospedali e ambulatori- 135mila luoghi vari- 72mila copie distrib. nazionale

Scrivi aScrivi aScrivi aScrivi aScrivi a Lavoro e Salute Lavoro e Salute Lavoro e Salute Lavoro e Salute Lavoro e Salute

O ti racconti O sei raccontatoO ti racconti O sei raccontatoO ti racconti O sei raccontatoO ti racconti O sei raccontatoO ti racconti O sei raccontato

Racconti e OpinioniRacconti e OpinioniRacconti e OpinioniRacconti e OpinioniRacconti e Opinioni

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Dire, fare contro la Legge Fornero

Rifondazione organizzai ricorsi all'INPS perrecuperare il maltoltosulle pensioniL a controriforma Fornero delle pensioni harappresentato uno dei più violenti attacchi alle condizionidi vita delle lavoratrici e dei lavoratori, delle donne, deigiovani, degli ultimi decenni.L' aumento fino a oltre 6 anni dell'età pensionabilesignifica per molte e molti non riuscire a sopportare lafatica quotidiana di un lavoro che si prolunga fino a 67ed anche fino a 70 anni. Le donne pagano il prezzo piùalto per la cosiddetta "equiparazione" a tappe forzatementre continua a gravare su di loro il doppio lavoroproduttivo e riproduttivo. I giovani vengono tenuti fuoridal mondo del lavoro perché la controriforma habloccato il ricambio generazionale: negati nellapossibilità di costruirsi una vita e un futuro.La controriforma Fornero ha rappresentato anche unattacco alle condizioni di vita di coloro che erano giàpensionate e pensionati con il blocco delle rivalutazionisulle pensioni in essere, se queste pensioni erano nel 2012superiori a tre volte la minima, cioè superiori a 1405 eurolorde, circa 1200 euro netti. Un blocco che ha interessatonon solo il 2012 e 2013, ma ha reso permanente nel tempola riduzione del valore delle pensioni.La Corte Costituzionale con la sentenza del 30 aprile2015 ha dichiarato illegittimo il blocco delle rivalutazioni.Il governo per rispondere alla sentenza della Corte havarato un provvedimento a maggio 2015 che in nessunmodo consente di recuperare il reddito perduto. A frontedi "risparmi" pari a circa 17 miliardi ne sono statirestituiti poco più di 2.

Per questo Rifondazione Comunista organizza nei suoicircoli i ricorsi all'Inps per recuperare il maltolto.Questo per noi è parte di una mobilitazione più generaleper la cancellazione della controriforma Fornero. I prov-vedimenti annunciati dal governo Renzi per la prossimalegge di bilancio confermano l'impianto della leggeFornero, con eccezioni limitate e non risolutive deiproblemi drammatici creati dalla controriforma, né èaccettabile in nessun modo che le persone si indebitinocon le banche per poter andare in pensione con lacosiddetta Ape.

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