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FRATE SENTIERO - SORA STRADA In cammino sulle tracce di San Francesco da Rimini a La Verna Presentazione Tante le motivazioni: camminare fra gente di ogni età, nazione, fra parrocchiani, campioni di trekking e laici curiosi; ma tutti, ad ogni sosta, aperti alla reciproca comunicazione. Le persone sul Cammino si conoscono meglio e superano insieme le difficoltà, consapevoli di compiere anche un percorso individuale, un Cammino interiore sostenuto da quello fisico. Un percorso che comporta uno sforzo fisico, otre che psicologico. Chi cammina, poco dopo l’inizio si sente meglio di quando è partito perché vive una pace che lo accompagnerà fino alla Verna. Gli stimoli cambiano ogni volta. Di sicuro il carattere spirituale è dominante ma ce ne sono altri come quelli storico-culturali, sportivi, di avventura, di conoscenze degli altri e di se stessi, per mantenere una promessa, per turismo, per fare un percorso di coppia, come terapia contro la routine quotidiana. Difficile capire la misura con cui queste motivazioni entrano nel mixer, ma una buona dose di passione sportiva deve sostenere un impegno fisico severo. La fatica, l’incertezza dei luoghi di riposo, la convivenza con gli altri e le piaghe ai piedi, già sono un sacrificio. Tutti, però, sono disponibili a nuove amicizie, alla comunicazione, al racconto delle proprie esperienze, a fuggire dalla vita di ogni giorno. Il presupposto per capire se ne valga la pena è che la fatica e la sofferenza valorizzino le cose prima non ritenute importanti, scontate, come: un letto, l’acqua, le scarpe … ma, al termine di ogni giorno, ognuno si sente liberato dalla stanchezza. Altri aspetti di questo Cammino sulle tracce di San Francesco, a seconda delle tappe, sono i continui richiami culturali, storici ed artistici e la scoperta di monumenti, leggende e costumi.. i segni della storia di tanti secoli. Ma di certo le cose più belle vengono dal contatto con la mutevole natura della Valmarecchia e dell’Alto Casentino, che in cento chilometri uniscono il mare alla montagna in uno spettacolo unico e sorprendente che contrasta notevolmente con quello delle città dalle quali si proviene. Sul Cammino, poi, si fa qualcosa che oggi non si usa tanto: camminare stando in contatto con la natura, essere solidali con il prossimo, avere solo poche cose, tornare al passato ed incontrare il presente. Oltre a tutto ciò, si percepisce anche qualcosa di particolare: è il bisogno di sacro che riemergere. La Verna da sempre è nell’immaginario di chi ne percepisce qualcosa di non previsto e non voluto, ma spesso cercato, anche da chi è agnostico. Sono le ore passate in silenzio che permettono di pensare, ed anche chi non trova atmosfere mistiche, scopre che Dio è ancora vicino agli uomini: lo vede nelle persone che lo circondano, che gli offrono dell’acqua, che gli curano i piedi. “Non è più ricco chi più possiede, ma chi meno necessita” Buon Cammino ..con noi la fatica non supera il gusto.. e lo stomaco non soffre.. a.s.d. La Pedivella - Rimini Ciclo_turisti per scelta Camminatori per passione Nordicatori liberi Pellegrini gaudenti - 47923 Rimini Tel 3207433000 46 V Bertoloni www.lapedivella.com [email protected]

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FRATE SENTIERO - SORA STRADA

In cammino sulle tracce di San Francesco da Rimini a La Verna

Presentazione

Tante le motivazioni: camminare fra gente di ogni età, nazione, fra parrocchiani, campioni di trekking e laici curiosi; ma tutti, ad ogni sosta, aperti alla reciproca comunicazione.

Le persone sul Cammino si conoscono meglio e superano insieme le difficoltà, consapevoli di compiere anche un percorso individuale, un Cammino interiore sostenuto da quello fisico.

Un percorso che comporta uno sforzo fisico, otre che psicologico. Chi cammina, poco dopo l’inizio si sente meglio di quando è partito perché vive una pace che lo

accompagnerà fino alla Verna. Gli stimoli cambiano ogni volta. Di sicuro il carattere spirituale è dominante ma ce ne sono altri come quelli storico-culturali, sportivi, di

avventura, di conoscenze degli altri e di se stessi, per mantenere una promessa, per turismo, per fare un percorso di coppia, come terapia contro la routine quotidiana.

Difficile capire la misura con cui queste motivazioni entrano nel mixer, ma una buona dose di passione sportiva deve sostenere un impegno fisico severo.

La fatica, l’incertezza dei luoghi di riposo, la convivenza con gli altri e le piaghe ai piedi, già sono un sacrificio. Tutti, però, sono disponibili a nuove amicizie, alla comunicazione, al racconto delle proprie esperienze, a

fuggire dalla vita di ogni giorno. Il presupposto per capire se ne valga la pena è che la fatica e la sofferenza valorizzino le cose prima non ritenute importanti, scontate, come: un letto, l’acqua, le scarpe

… ma, al termine di ogni giorno, ognuno si sente liberato dalla stanchezza. Altri aspetti di questo Cammino sulle tracce di San Francesco, a seconda delle tappe, sono i continui richiami culturali, storici ed artistici e la scoperta di monumenti, leggende e costumi.. i segni della storia di tanti secoli.

Ma di certo le cose più belle vengono dal contatto con la mutevole natura della Valmarecchia e dell’Alto Casentino, che in cento chilometri uniscono il mare alla montagna in uno spettacolo unico e sorprendente

che contrasta notevolmente con quello delle città dalle quali si proviene. Sul Cammino, poi, si fa qualcosa che oggi non si usa tanto: camminare stando in contatto con la natura,

essere solidali con il prossimo, avere solo poche cose, tornare al passato ed incontrare il presente. Oltre a tutto ciò, si percepisce anche qualcosa di particolare: è il bisogno di sacro che riemergere. La Verna da sempre è nell’immaginario di chi ne percepisce qualcosa di non previsto e non voluto,

ma spesso cercato, anche da chi è agnostico. Sono le ore passate in silenzio che permettono di pensare, ed anche chi non trova atmosfere mistiche,

scopre che Dio è ancora vicino agli uomini: lo vede nelle persone che lo circondano, che gli offrono dell’acqua, che gli curano i piedi.

“Non è più ricco chi più possiede, ma chi meno nece ssita”

Buon Cammino

..con noi la fatica non supera il gusto..

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In cammino sulle tracce di San Francesco da Rimini a La Verna

Francesco prese dal fuoco un ramo di cipresso, lo piantò e nacque l’albero gigantesco che ancora svetta nel chiostro del convento francescano di Villa Verucchio; era il 1213 e Francesco percorreva la Valmarecchia.

Dopo ottocento anni si parte da Rimini per raggiungere la Verna. Si percorrono le strade fece San Francesco passando per Vergiano, Villa Verucchio, Sant’Igne, San Leo, località ove il conte Orlando l’8 maggio del 1213 donò a Francesco il monte della Verna. Da qui si prosegue fino al Sacro Monte ove Francesco ricevette le Stigmate. Un cammino di circa 120 chilometri.

PERCORSO A PIEDI Da Rimini - Tempio Malatestiano a Covignano (Santua rio delle Grazie) km 3,5 circa Tempio Malatestiano Uscendo dal Tempio Malatestiano svoltare a sinistra Per procedi su Via IV Novembre fino a Piazza Tre Martiri Svolta a sinistra e imbocca Corso D’Augusto Giunti in prossimità dell’Arco D’Augusto svolta a destra e imbocca via Santa Chiara A 100 mt sulla destra si incontra il Santuario Madonna della Misericordia (S. Chiara) Luogo di sosta di San Francesco, documentato in diversi scritti. Prosegui per via Santa Chiara Svoltare a sinistra su via Garibaldi fino a Piazza Mazzini Attraversare la piazza e imbocca via Saffi Per 2,3 km prosegui per Via Covignano attraversando le due rotonde senza svoltare Prosegui in salita fino ad un parcheggio sulla destra (dell’assassino) * Fontana sulla sinistra Imboccare il piccolo cancello sulla destra che immette nell’area della Via Crucis delle Grazie Percorrere la strada selciata in salita fino al Santuario di Santa Maria delle Grazie. Santuario delle Grazie

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Da Covignano (Le Grazie) a Vergiano (chiesa Santa M aria delle Nevi) km 6 circa Santuario delle Grazie Uscendo dalla cancellata, proseguire in salita su via Versari fino in cima Svoltare a sinistra in via Fonti Romane - Svoltare a desta su via Monte Coronaro Costeggiare piazzale Ruffi tenendo la destra e proseguire per via San Lorenzo Monte per 2 km circa, (sulla destra si incontra la chiese di San Lorenzo attualmente sede di scavi archeologici,). Poco dopo la scalinata della chiesa oltrepassare la via Buonanotte ed imboccare la seconda strada a sinistra e percorrerla fino in fondo, senza entrare in Via Santa Cristina. Svoltare a sinistra in via Calastra che dopo 1 km circa diventa sterrata Proseguire fino in ad incrociare la strada asfaltata e girare a destra per via Carpi Proseguire diritto in via Mirandola attraversando via Santa Cristina Dopo 500 m circa, svoltare a sinistra in via Montigiano Tenendo la destra quando inizia la salita, continua sulla stessa via fino al termine, , Svoltare a sinistra e proseguire per via Motefiorino fino alla chiesa di Santa Maria delle Neve ( qui si racconta di una sosta di Sam Francesco ospite di una ricca famiglia) Da Vergiano (chiese Santa Maria delle Nevi) alla ch iesa di Corpolo’ km 6 circa Chiesa di Santa Maria delle Neve Prosegui in discesa e imbocca via Vergiano. All’incrocio prosegui a sinistra per via Martella Dopo 100mt imboccare la strada sterrata sulla destra in salita, via del Pozzo fino al termine. Svoltare a destra in via Trasversale Marecchia, dopo 500 mt svoltare a sinistra in via Guidi. In fondo tenere la destra ed imboccare la via (sterrata) Cupa Sant’Ermete fino alla fine. Svoltare a sinistra e percorri via Balduccia per circa 1 km Svoltare a destra per San Paolo per 500 mt Svoltare a sinistra in Via Belvedere per 500 mt Svoltare leggermente a sinistra e poi a destra, si arriva sul retro della chiesa di Santa Maria di Corpolo ’ * Fontana Dalla chiesa di Corpolo’ al Convento di Santa Croce (dei frati Minori) KM 3 circa Chiesa di Santa Maria di Corpolo’ Proseguire per via Belvedere dopo 150 mt circa tenere la sinistra per proseguire in via Serravalle Prosegui per circa 2,7 km sulla stessa via che diventa via Valle entrando nel territorio di Verucchio All’incrocio con via Modaini, proseguire diritto per via Convento dopo 100 mt circa sulla destra si arriva al Convento dei Frati Minori LUOGO FRANCESCANO DI INTERESSE, CIPRESSO PIANTATO DAL SANTO LUOGO DI SOSTA PRESSO IL CONVENTO A KM 1 CIRCA (CENTRO DI VILLA VERUCCHIO ) ALIMENTARI BAR RISTORANTI Dal convento di Santa Croce (frati Minori) a Verucc hio km 3 circa Convento dei Frati Minori Proseguire su via Convento fino superare il cimitero di Villa Verucchio Svoltare a sinistra e percorrere la Strada Provinciale 15bis per 150 mt circa Svoltare a destra sulla strada sterrata che sale sul crinale della collina di Verucchio tra i campi fino ad incrociare la via Pieve che diventa asfaltata. Proseguire per circa 300mt ed imboccare via Borgo Raffaneto , tenendo la destra. Oltrepassare l’antico lavatoio fino ed imboccare la strada in ciottoli sulla sinistra, in salita: via Borgo Sant’Antonio. ( da notare la Pieve Romanica ad angolo sulla destra) Proseguire fino ad incontrare una scalinata in pietra che porta di fronte al Museo Archeologico di Verucchio e proseguire in via Sant’Agostino fino a piazza Malatesta. Verucchio LUOGO DI SOSTA E RIFORNIMENTO LUOGO DI INTERESSE STORICO E ARTIASTICO

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Dal convento di Santa Croce a Pietracuta (evitando di salire a Verucchio ) km 6 Convento dei Frati Minori Proseguire su via Convento fino superare il cimitero di Villa Verucchio Svoltare a sinistra e percorrere la Strada Provinciale 15bisin leggera salita per 150 mt circa Svoltare a destra sulla strada sterrata che sale sul crinale della collina di Verucchio tra i campi fino ad incrociare la via Pieve che diventa asfaltata. Proseguire a destra in discesa sulla via Pieve fino alla rotonda sulla SS Marecchiese. Superare la rotonda proseguendo diritto ed imboccare a sinistra la via Ponte che corre parallela alla ss Marecchiese ad un livello più basso. Proseguire per circa 600 mt fino all’incrocio successivo, tenere la sinistra in direzione Ponte Verucchio – San Leo Ponte Verucchio luogo di rifornimento alimentare Bar Ristorante Proseguire per circa 1 km sulla via Ponte leggermente in salita fino alla rotonda sulla ss Marecchiese Tenere la destra e appena superata la rotonda attraversare la ss Marecchiese ed imboccare il passaggio pedonale a monte della strada, nei pressi della fermata dell’autobus di linea, che immette in Via Dogana Proseguire per via Dogana per circa 1700 mt Alla rotonda tenere la destra ed imboccare la via Rivo Fontanelle, in direzione Repubblica di San Marino, per circa 500 mt fino al primo parcheggio sulla destra. Attraversare il ponticello pedonale ed imboccare la strada a destra per 500 mt circa fino all’abitato di Torello – Bar Alimentari_ All’inizio del centro abitato di Torello tenere la sinistra ed imboccare via Grandone, proseguire sempre diritto per circa 1500 mt fino ad incrociare la SS Marecchiese. Attraversare la SS Marecchiese ed imboccare a destra la via Umberto I che porta nel centro abitato di Pietracuta fino alla chiesa BAR ALIMENTARI RISTORANTI - LUOGO DI SOSTA Da Verucchio a Pietracuta km 8 circa Verucchio Da piazza Malatesta proseguire in discesa sulla Provinciale per 15 bis per circa 200mt e svoltare a destra e subito dopo a sinistra in via Viggiolo, proseguendo per la ripida discesa fino ad incrociare la via Borgo. Proseguire sulla sinistra fino alla via ( --- ) e di nuovo a sinistra vino alla Provinciale 15 bis. Appena 100 mt svoltare a destra in discesa per la via Erta e proseguire fino ad incrociare di nuovo la Provinciale, proseguire fino alla rotonda sottostante. In prossimità della rotonda rimane sulla sinistra ed imboccare il passaggio pedonale a monte della strada, nei pressi della fermata dell’autobus di linea, che immette in Via Dogana Proseguire per via Dogana per circa 1700 mt Alla rotonda tenere la destra ed imboccare la via Rivo Fontanelle, in direzione Repubblica di San Marino, per circa 500 mt fino al primo parcheggio sulla destra. Attraversare il ponticello pedonale ed imboccare la strada a destra per 500 mt circa fino all’abitato di Torello – Bar Alimentari_ All’inizio del centro abitato di Torello tenere la sinistra ed imboccare via Grandone, proseguire sempre diritto per circa 1500 mt fino ad incrociare la SS Marecchiese. Attraversare la SS Marecchiese ed imboccare a destra la via Umberto I che porta nel centro abitato di Pietracuta fino alla chiesa – Pietracuta BAR ALIMENTARI RISTORANTI - LUOGO DI SOSTA

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Da Pietracuta a Ponte Santa Maria Maddalena km.4 c irca Pietracuta, RN - Chiesa Costeggiare la chiesa ed imboccare lo stretto passaggio sulla sinistra che immette su via F.lli Kennedy Proseguire superando il centro commerciale sulla destra ( Fontana – Alimentari – Bar) e svoltare a sinistra per via Don Luigi Sturzo e subito dopo a destra per via Pablo Neruda. Proseguire fino al parcheggio sterrato e proseguendo diritto, imboccare il ponte di ferro pedonale. Superato il ponte proseguire diritto in via Pianella per circa 500mt Abbandonare la strada asfaltata quando svolta a sinistra, proseguire diritto ed immettersi nella via Fiume, la strada sterrata che dopo qualche metro devia a destra verso il fiume e imboccare verso sinistra la pista ciclo-pedonale che si raggiunge dopo circa 200 mt Proseguire risalendo il letto del fiume che corre sulla destra vino a sbucare nei pressi della ss Marecchia Tenere la destra costeggiare la statale fino al parcheggio prima del Ponte Santa Maria Maddalena Ponte Santa Maria Maddalena Ristorante Alimentari ( appena attraversato il ponte ) Da Ponte Santa Maria Maddalena a Sant’Igne e San Le o km 7 circa Ponte Santa Maria Maddalena Inizio tappa Dal parcheggio prima del Ponte Santa Maria Maddalena Senza imboccare il ponte, attraversale la ss Marecchiese ed immettersi in via Montefotogno Tutte le strade che si incontrano portano a San Leo risalendo i diversi crinali e sono pressoché equivalenti come difficoltà e lunghezza. Perché più diretto e meno soggetto ad errori, consigliamo di proseguire a destra in discesa al primo incrocio lungo il letto del fiume seguendo le indicazioni per Legnagnone, al bivio successivo invece abbandonare le indicazioni per Legnanone e proseguire per località Gessi ancora in pianura seguendo la strada sterrata che sale ripida per circa 5 km Fino ad incontrare sulla sinistra il Convento di Sant’Igne. Sant’Igne luogo di interesse francescano ( futuro luogo di sosta ) Proseguire tenendo la destra sulla strada che sale verso San Leo ed imboccare la strada principale verso sinistra, che proviene da Secchiano. Al termine della salita tenere la destra e proseguire in discesa per attraversare il ponte e risalire la strada che costeggiando la rupe, entra nel centro storico dalla porta. Proseguire in salita percorrendo la Contrada Montefeltro fino alla piazza Danta Alighieri. San Leo luogo di interesse francescano ( luogo di sosta – R istorante – Alimentari) Da San Leo a Novafeltria km. 10 circa San Leo, RN piazza Alighieri Risalire la piazza e imboccare Via Montefeltro uscire dal paese attraversando la porta e proseguire attraversando il ponte, all’incrocio tenere la sinistra ed imboccare la strada in discesa per circa 5000mt in direzione Secchiano. Attraversare il ungo ponte e poco oltre la metà abbandonarlo per immettersi a sinistra nella pista ciclopedonale sottostante che risale rispetto al corso del fiume. Proseguire lungo la pista sterrata per circa 3 km, in prossimità degli antichi mulini ad acqua proseguire lungo il sentiero che rimane in basso sul letto del fiume e che costeggia il condotto che porta l’acqua a quelli che erano i mulini. Il sentiero si riunisce alla pista ciclo pedonale del Marecchia nei pressi del centro abitato di Novafeltria Novafeltria, RN (luogo di sosta rifornimento alimentari bar)

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Da Novafeltria a Sant’Agata Feltria km. 8 circa Novafeltria, RN Proseguire sulla pista ciclopedonale che costeggia il fiume per circa 3 km In prossimità dell’impianto di potabilizzazione dell’acquedotto svoltare a destra e risalire fino ad incrociare la ss Marecchiese. Attraversare con cautela e proseguire per la strada asfaltata di fonte in salita, che indica Torricella. Proseguire in salita per circa 900 mt attraversando il centro abitato di Villanova. Al termine del rettilineo svoltare a sinistra in direzione Le Ville, proseguire senza abbandonare mai la strada principale che continua a salire, cercando di individuare le apposite indicazioni del cammino tracciate con vernice azzurra o le frecce apposte nei punti più soggetti ad errore. La strada diventa sterrata e dopo circa 3 km, svoltare a sinistra per una carrettiera in salita che dopo poco diventerà un sentiero. Proseguire senza abbandonarlo passando in mezzo ad un bosco di castagni, in prossimità di primi insediamenti, la strada si allarga e passa in mezzo ad un gruppo di case ristrutturate, sede di una comunità terapeutica. Proseguire fino a sbucare sulla strada provinciale Pericara - Sant’Agata in località Botticella. (luogo di rifornimento alimentari bar) Giunti sulla provinciale svoltare a sinistra, proseguire dopo il valico per circa 1 km ed imboccare il sentiero a destra in prossimità della chiesa della Madonna del Soccorso. Proseguire lungo il sentiero in discesa, che piega leggermente a sinistra, staccandosi dalla strada sterrata, di fronte alla chiesa, fino a raggiungere il centro abitato di Sant’Agata Feltria Sant'agata Feltria, RN (luogo di sosta rifornimento alimentari bar ristorante) Da Sant’Agata a Pereto km. 6 circa Sant'agata Feltria, RN Dal parcheggio appena fuori il centro abitato imboccare Via San Girolamo seguendo le indicazioni per Pereto Palazzo. Dopo 1,5 km circa, in prossimità del valico, tenere la destra e proseguire sulla strada principale seguendo le indicazioni Pereto Palazzo. Proseguire per Pereto-Palazzo per circa 3 km fino a Pereto L’abitato si trova a circa 500 mt svoltando sulla strada sinistra, facilmente raggiungibile in caso di bisogno per rifornimento alimentari e ristorante. Pereto (bar ristorante) Se non si ha bisogno di fermarsi, proseguire sulla strada tenendo la destra seguendo le indicazioni per Palazzo Da Sant’Agata a Pereto con deviazione per località Piani (punto di interesse storico Francescano) Dal parcheggio appena fuori il centro abitato imboccare la sp in direzione di Sarsina dopo circa 500 mt imboccare la via ___ a sinistra seguendo le indicazioni “Itinerari Francescani” __________. La strada diventa sterrata e alla fine svoltare a destra per immettersi sulla sp __ fini a Pereto Pereto (bar ristorante) Da Pereto a Palazzo km. 4 circa Pereto, RN Tenendo la destra, proseguire senza abbandonare la strada principale per circa 3,8 km Giunti mei pressi del piccolo centro abitato tenere la destra e proseguire sulla strada che sale. (bar ristorante) Il ristorante Il Palazzo di Batani Donatella si trova a pochi metri sulla strada che scende. Palazzo, RN

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Da Palazzo a Fragheto (incrocio 3,8) luogo di sosta km. 4 circa Palazzo Proseguire sulla strada che sale tenendo la destra per circa km. 3,8 fino ad un incrocio che indica la località Fragheto. A circa 1 km lungo la strada che scende ripida sulla sinistra si incontra il paese di Fragheto e dopo il piccolo cimitero Casa Fragheto, luogo di eventuale pernottamento con possibilità di cenare su prenotazione al nr…. Da Fragheto a Balze km. 8 circa Fragheto Se non si deve alloggiare, proseguire sulla strada che in alcuni tratti è al limite della percorribilità per gli automezzi per circa 3,5 km, all’incrocio con la strada proveniente da Cesena-Alfero svoltare a sinistra e continuare per altri 3 km. All’incrocio successivo con la strada che da sale da Rimini-Novafeltria tenere la destra e continuare per circa 1 km fino al centro abitato di Balze ( FC) Balze, FC (luogo di sosta rifornimento alimentari bar ristorante)

Da Balze a Pratieghi km 6 circa Balze, FC Dalla piazza principale del paese, proseguire seguendo la strada che lo attraversa in direzione Pratieghi – Verghereto – Roma. Dopo m. 300 circa svolta a sinistra e imbocca la strada seguendo le indicazioni Pratieghi. Percorrere la strada provinciale 37 per circa 5 km, fino al paese successivo Pratieghi Pratieghi (luogo di sosta rifornimento alimentari bar ristorante) Da Pratieghi a Valdazze km 5 circa Pratieghi Dal centro del paese proseguire nella stessa direzione, alla fine del centro abitato imboccare la strada sulla destra che indica località Valdazze. Proseguire per circa 4,5 km senza abbandonate mai la strada principale che in alcuni tratti diventa piuttosto stretta, fino al piccolo centro abitato di Valdazze. Valdazze (luogo di sosta rifornimento alimentari bar ristorante) Da Valdazze al Passo di Viamaggio km 5,5 circa Proseguire sulla stessa strada seguendo le indicazioni per Pieve Santo Stefano per circa 2 km Svoltare a destra ed imbocca SP Nuova Sestinese per circa 500 mt All’incrocio svoltare a sinistra e continuare per circa 2,5 km seguendo le indicazioni valico di Viamaggio. Da questo punto fino a Pieve (circa 2,5 ore) non ci sarà la possibilità di rifornirsi di acqua o cibo, che possono essere acquistati al ristorante Imperatore, a poca distanza dall’incrocio. Passo di Viamaggio (luogo di sosta rifornimento alimentari bar ristorante)

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Da Passo di Viamaggio a Pieve Santo Stefano km. 5 circa Passo Viamaggio Circa 100mt prima dell’incrocio con la ss Marecchiere, svoltare a desta per la strada sterrata in discesa. Imboccata la strada tenere la destra e proseguire per il sentiero che si stacca dalla strada principale, indicato dalla freccia azzurra e dai cartelli di altri cammini. Seguire il sentiero sempre verso Pieve Santo Stefano facendo riferimento anche alle indicazioni dei segnali del CAI e di altri cammini. Dopo aver attraversato diversi pascoli chiusi da cancelli elettrificati (lasciarli aperti o chiusi come li si incontrano) si arriva in prossimità del centro di Pieve Santo Stefano. Attraversare il ponte per giungere al centro. Pieve Santo Stefano, AR (luogo di sosta rifornimento alimentari bar ristorante) Da questo punto per circa 15 km di strada, quasi sempre in salita e fino al Santuario de la Verna, non ci sarà la possibilità di rifornirsi di acqua o cibo. È quindi indispensabile procurarseli e portare il necessario per 4/5 ore di autonomia. Da Pieve Santo Stefano a La Verna km. 15 circa Pieve Santo Stefano, AR - Da piazza Europa imboccare la sp Tiberina verso destra in direzione E45 – Cesena ( ignorando la strada provinciale 208 che indica La Verna di fronte) Proseguire per circa 200mt e svoltare a sinistra per via Della Casina. Dopo circa 2 km tenere la destra all’incrocio verso Grigliano. Continuare sulla strada sterrata che prosegue oltre i centro abitato fino alla sua fine. Imboccare il sentiero segnalato con le frecce azzurre e proseguire fino alla sommità del Monte Calvano. Proseguire fino al passo e proseguire seguendo le frecce fino a superare la Croce Continuare fino ad incrociare la strada provinciale che proviene da Chiusi alla Verna. Santuario Della Verna, Via del Santuario, Chiusi de lla Verna (AR)

Totale Km. 110 circa

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Probabili luoghi di sosta e accoglienza

(tutti da verificare, al momento non sono stati sti pulati accordi di alcun tipo)

Santuario delle Grazie di Covignano (in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) Madonna delle Nevi (punto di interesse storico per il passaggio di San Francesco -sosta). Corpolò chiesa – sosta. Monastero Santa Croce Villa Verucchio (punto storico per il passaggio di San Francesco -in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) Ponte Verucchio (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante) Torello (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta) Pietracuta -chiesa (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante) Ponte Santa Maria Maddalena (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante) Sant’Igne (punto di interesse storico per il passaggio di San Francesco -in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) San Leo - piazza (punto storico per il passaggio di San Francesco - punto di accoglienza ai pellegrini) Secchiano – ponte sulla deviazione per la pista ciclabile in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) Novafeltria (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) Torricella (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante) Poggiorimini chiesa Madonna del Soccorso Sant’Agata (punto storico per il passaggio di San Francesco - punto di accoglienza ai pellegrini, rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante -) Piani (punto di interesse storico Francescano) Bivio Pereto-Palazzo Palazzo - Località Palazzo (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante) Fragheto (in futuro punto di accoglienza ai pellegrini, luogo di sosta) Balze paese (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) Pratieghi (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza ai pellegrini) Valdazze (in futuro punto di accoglienza ai pellegrini Incrocio strada provinciale Viamaggio (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante) Carrabile e sentiero in discesa. Pieve Santo Stefano (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - punto di accoglienza ai pellegrini). Carrabile e sentiero in salita a volte ripida senza possibilità di rifornirsi di acqua o viveri da procurarsi prima di iniziare. Santuario de La Verna . (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - punto di accoglienza ai pellegrini).

..con noi la fatica non supera il gusto..

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FRATE SENTIEROFRATE SENTIEROFRATE SENTIEROFRATE SENTIERO ---- SORA STRADASORA STRADASORA STRADASORA STRADA In cammino sulle tracce di San Francesco da Rimini a La Verna

Cenni storici su alcuni luoghi che si incontrano sul tracciato

Tratto : Rimini – Villa Verucchio Rimini - Partenza dal Tempio Malatestiano, Via IV Novembre. - Sosta al Santuario delle Grazie di Covignano (punto di accoglienza ai pellegrini) Spadarolo - Vergiano – 44°02′23″N - 12°30′01″E. Chiesa della Madonna delle Nevi (punto d’interesse storico per il passaggio di San Francesco). E’ una frazione dell'entroterra riminese che conta circa 1.500 abitanti. Sita a 7,0 km dal centro di Rimini e 9,0 km dalla spiaggia, Vergiano si sviluppa principalmente ai lati della via Marecchiese con il "Borgo dei Ciliegi", il "Ghetto Randuzzi" ed il "Ghetto Montanari", mentre nella parte più interna si estende tra le vie Mirandola e Rodella, oltre che nella zona denominata "Gaiofana di Vergiano". Diocesi di Rimini, alla base di uno dei deliziosi colli riminesi. Prese il suo nome da Fondo Virgiliano della famiglia Virgilia della colonia romana di Rimini. Secondo gli storici, il nome Vergiano deriva dal terreno posseduto dalla Gente Virgilia, antica famiglia romana, che ebbe la sua sede proprio in queste zone. Probabilmente è una leggenda, tramandatasi nei secoli; pare che dopo avere subito la confisca dei terreni di Mantova, peregrinando verso il suo esilio romano, il sommo poeta Virgilio abbia soggiornato in una locanda di Vergiano che ha preso il nome di "Virgiliana". Fino a pochi anni fa quel locale, che era un circolo ricreativo e si è trasformato in "Ristorante Le Ruote" era chiamato Cooperativa "Virgigliana".

Vicino alla Madonna delle Nevi, sorge una villa che fu costruita a metà '800 per volontà del marchese Audiface Diotallevi, che si servì dell'ing. Luigi Poletti dello Stato Pontificio. Egli abbellì Rimini, regalandogli il "Teatro Galli", fu incaricato della costruzione di questa villa che tuttora si erge bellissima, immersa nel verde. Oggi, ristrutturata, è location riservata ed esclusiva. Al suo interno vi sono ambienti raffinati, in grado di ospitare fino a 200 ospiti. Tutt'intorno, un superbo parco su cui si affaccia il salone Diotallevi.

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Nei pressi di Vergiano si evince dalle fonti storiche che la Tomba di Vergiano era presente sin dal 1485; dotata di torre e di un cortile, era circondata da un frutteto. Le tombe erano fattorie fortificate ed avevano funzione di controllo del territorio agricolo. Sorgevano spesso su un'altura da cui dominare il paesaggio (per questo venivano chiamate anche tumulus), ma anche in pianura, talvolta circondate da aree acquitrinose. Nel medioevo assieme a palazzi e torri hanno costituito un passaggio significativo nel popolamento delle campagne. La Tomba (metà del XIV sec.) oggi è una torre alta circa m. 22, sormontata da una merlatura ghibellina, sopravvissuta all' incuria del tempo a ricordo di un più vasto complesso fortificato. San Martino dei Mulini Centro agricolo ed artigianale a 10 km da Rimini, sulla strade statale n. 258 e provinciale: 410, nel territorio comunale: Santarcangelo. Frazione assai importante come snodo stradale. Sul suo territorio sono presenti commercianti, artigiani ed agricoltori. Il toponimo rimanda alla fiorente arte molitoria che con i suoi molini un tempo caratterizzava la Valle del Marecchia. Da visitare la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo (XVIII sec.) che sorge sui resti di un antico tempietto pagano. All' interno, tele del XVII sec., un paliotto in scagliola del XVII sec., un fonte battesimale in pietra realizzato riutilizzando un capitello bizantino (VII sec.) ed un Crocifisso in cartapesta (seconda metà XVIII sec.); – Corpolò, latitudine 44°01'17"N – longitudine 12°27'24'E. A 63 m. s.l.m. Abitanti 967. Chiesa – sosta. Diocesi di Rimini. Frazione del Comune di Rimini situato sulla strada da Rimini per Verucchio. Frazione del Comune di Rimini da cui dista km. 10,33 – Convento di Villa Verucchio (punto di interesse storico per il passaggio di San Francesco -in futuro punto di accoglienza ai pellegrini). Diocesi di Rimini. Ai piedi della doppia collina di Verucchio alla destra del Marecchia.. La Villa è una frazione del comune di Verucchio, adagiata sulla riva sinistra del fiume Marecchia a 91 m. slm. Verucchio Ponte Verucchio La frazione di Ponte Verucchio appartiene al comune di Verucchio da cui dista 1,67 chilometri. Ponte Verucchio sorge a m. 122 slm. I residenti sono 181 abitanti. – Torello Luogo di sosta - Pietracuta Chiesa - Coordinate 43°57′09″N - 12°22′13″E; m. 165 slm; Giorno festivo: 29 giugno (San Pietro). Abitanti 1436. E’ una frazione del comune di San Leo in provincia di Rimini, posto lungo la Via Marecchiese a circa 20 km da Rimini. L’attuale centro abitato è stato costruito da poche decine di anni mentre la più antica comunità si trovava a monte, dove resta l’interessante convento di San Domenico, abbandonato dal 1812 ora in via di recupero per ospitare il centro di studi e ricerche Pharos dedito alla filosofia, l'arte e la scienza. Sulla rupe si ergono anche i resti della Rocca di Pietracuta, un tempo detta di Pietragùdola, ricordata dal 962, quando l’Imperatore Ottone I la donò, con altri possessi, a Ulderico di Carpegna. Fu rifatta da Francesco di Giorgio Martini, per ordine di Federico da Montefeltro; nel 1462-1463, quando questi era in guerra con Sigismondo Malatesta, servì d’asilo alla duchessa Battista Sforza. Più tardi appartenne per circa settant’anni, alla Repubblica di San Marino ma poi volle ritornare sotto la giurisdizione di San Leo. Nel 2006 anche a Pietracuta, in quanto parte del comune di San Leo, si è tenuto il referendum popolare consultivo per il distacco dell'Alta Valmarecchia dalle Marche e la sua aggregazione all'Emilia-Romagna. Dopo la netta affermazione del SÌ e il parere delle regioni interessate, l'iter legislativo è stato completato il 29 giugno 2009, e dal 15 agosto seguente la variazione territoriale è divenuta effettiva.

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- Ponte Santa Maria Maddalena La frazione di Ponte Santa Maria Maddalena appartiene al comune di Novafeltria da cui dista km.7,72. La frazione di Ponte Santa Maria Maddalena sorge a m. 175 slm. e vi risiedono 182 abitanti. Pianacci La frazione di Pianacci appartiene al comune di San Leo (prov. Di Rimini) da cui dista km. 6,07. Le seguenti frazioni distano da San Leo: Agenzia km 4,89; Castello di Montemaggio 6,76 km; Castelnuovo 1,68 km; Libiano 6,47 km; Montefotogno 3,99 km; Montemaggio 6,77 km; Pietracuta 7,15 km; Pietramaura 3,52 km; Pausano 4,07 km; Torello 9,11 km.; Villanova 6,16 km. La frazione di Pianacci sorge a 189 metri sul livello del mare. I residenti sono solo 52 abitanti. Da questo punto inizia una serie di piccole creste che permettono una visione panoramica costante a 360 gradi. Si vede quasi tutta la Valmarecchia, la Valle del Mazzocco, San Marino, parte della Valle del Conca, San Leo ed il Monte Carpegna sullo sfondo. - Sant’Igne Sant'Igne fu costruita nell'anno 1244, nello stesso luogo dove San Francesco d’Assisi (1182-1226) la sera del 7 maggio 1213, nel recarsi a San Leo, vide un fuoco "igne" (santo fuoco) che lo confortò. A Lui è attribuita la fondazione del Convento.

La travolgente spiritualità di Francesco conquistò Bonconte di Montefeltrano che pensò bene di offrirgli un luogo di sosta nel suo dominio: Santegna, una selva in aperta campagna, dinanzi all’altissima rupe ove si trovava il suo castello, che oggi è noto a tutti come Sant’Igne. Nel corso dei secoli, sull’originaria denominazione di questo luogo è prevalsa la tradizione, riportata da San Bonaventura nella Leggenda Maggiore, che racconta dell’apparizione miracolosa del ’sacro fuoco’ (ignis = fuoco) che indicò a San Francesco il sentiero che conduceva al Monte Feretro. Tuttavia, il miracolo è narrato come avvenuto tra la Lombardia e la Marca Trevigiana, presso il fiume Po; inoltre, la notizia non trova alcun riscontro in Tommaso da Celano, primo biografo del Santo. Ad accrescere l’equivoco contribuì sicuramente il toponimo Santegna che denominava il territorio ove sorse il convento francescano. Il dono di Bonconte fu gradito a Francesco ed ai suoi frati che erano soliti trascorrere le ore di preghiera fuori dal centro abitato, dove essi si recavano di buon mattino, per compiere l’opera d'evangelizzazione. Come recita la primitiva Regola francescana, il convento si trova fuori le mura del centro medioevale, lungo una delle direttrici d’accesso. Oggi il convento è in luogo romito. Il suo nome evoca qualcosa di misterioso, di strano, ed è attestata nella forma originaria in Santegna fin dall’anno 1300, in una pergamena in cui si stipula una riappacificazione fra ilo vescovo del Montefeltro ed alcuni suoi territori. Santegna dunque, e non Sant’Igne, cioè fuoco sacro, come vuole la leggenda, diffusa già dal XVI secolo, che lega il luogo al miracolo di un’apparizione luminosa che avrebbe indicato la giusta via a San Francesco. E’ probabile che la fondazione francescana, conseguente la presenza dello stesso San Francesco in San Leo nel 1223 (Francesco era già stato sul masso feretrano nel 1213), venisse ad affiancarsi ad una preesistente cappella edificata dai monaci cistercensi. Ma il luogo di Sant’Igne divenne ben presto Convento francescano: tra il 1215 e il 1223 fu edificata una piccola costruzione in pietra con dormitorio, refettorio ed una cappellina dedicata alla Vergine. Nel 1230, per volontà del vescovo Ugolino, figlio di Bonconte, la chiesetta fu ampliata, conservando l’originaria dedicazione alla Vergine. L’aula è unica, con la zona presbiteriale innalzata. In una nicchia laterale si trova un affresco raffigurante la Madonna con Bambino con i Santi Giuseppe e Antonio da Padova (1535). Nel lato destro del transetto, è conservato un segmento del tronco dell’olmo sotto il quale Francesco predicò a San Leo, abbattuto nel 1662. Da una porta si accede al chiostro, delimitato da venti colonnine con capitelli; il tetto spiove sul giardino interno; un campanile a vela con due campane; sul fronte vi è uno lo stemma di Federico da Montefeltro. Sul lato del chiostro si accede alla sala capitolare, caratterizzata dalle finestre che avevano la funzione di far assistere al capitolo anche i conversi e famigli che non avevano diritto di accesso all’aula. Nel 1244 la nuova chiesa francescana di Sant’Igne fu consacrata, come testimoniato da una lapide, oggi conservata nel Palazzo Della Rovere: "Nell’anno del Signore 1244 al tempo di papa Innocenzo IV e di Ugolino Vescovo di San Leo". (Alessandro Marchi, Anna Rita Nanni, Vittoria Rappa

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San Leo – Diocesi del Montefeltro. Punto d’interesse storico per il passaggio di San Francesco. In futuro punto d’accoglienza per i pellegrini. L'antichissima città fu il capoluogo (dall'origine alla fine) della contea del Montefeltro e teatro di battaglie civili e militari per circa due millenni. San Leo si trova su uno sperone di roccia della Valmarecchia tutt’intorno invalicabile. La sua rocca, una celebre fortezza, si trova in cima ad un pittoresco colle, alto m. 675 isolato fra il Rio Maggio ed il Rio Mazzocco (due affluenti di destra del Marecchia). Un pò più in basso, a 583 metri slm., a 32 km. da Rimini, vi è la cittadina in cui si entra, come per il passato, per una sola porta, per la quale si va pure alla Rocca, con un'unica strada tagliata nella roccia. Nel IV sec. fu evangelizzata da San Leone. Caduto l'impero romano, venne contesa tra Goti e Greci, Longobardi e Franchi; poi passò alla chiesa. Nel 962/964 Berengario II, che la elesse capitale d'Italia, vi sostenne due battaglie contro Ottone I, imperatore tedesco. Vi si eressero: la diocesi, la contea, la repubblica, il vicariato ed infine la provincia feretrana. Nel 1155, Montefeltrano I dette origine alla casata dei Montefeltro. San Leo fu tenuta poi dai Malatesta, cui fu tolta nel 1441 dal futuro Federico III da Montefeltro; nel 1502/1503 dal Valentino; nel 1516 da Lorenzo de Medici, che la tolse a Francesco Maria I della Rovere (che la riavrà nel 1527); dal 1631 al 1860 dallo Stato della Chiesa, eccezione fatta del periodo napoleonico e dei moti del 1831. I monumenti sono: il Forte (XV sec.) opera di Francesco di Giorgio Martini (su ordine dello stesso Federico): "Il più bello e grande arnese di guerra della regione"; oggi è sede di Museo e Pinacoteca; la Pieve (IX-XI sec.) e il Duomo, 1173. Furono suoi ospiti Dante Alighieri, "Vassi in San Leo..." e San Francesco, "Tanto è il bene ch'io m'aspetto..." che qui ebbe in dono il Monte della Verna (1213). L’8 maggio 1213 San Francesco sostò a San Leo. Egli tenne una predica sui versi di una canzone del tempo: “Tanto è il bene che io m’aspetto che ogni pena m’è diletto”. Tra i presenti alla cerimonia vi era anche il Conte Orlando de’ Cattani, signore di Rocca di Chiusi nel Casentino il quale gli offrì i propri possedimenti sul monte della Verna, luogo adatto alla contemplazione, dove il Santo ricevette la Sacre Stimmate. L’incontro tra il Santo e il suo benefattore avvenne in una stanza del Palazzo dei Conti Nardini, oggi adibita a cappella. La donazione venne effettuata in uso libero il 2 luglio 1274 dai figli del Conte Orlando, poiché San Francesco nulla accettava in proprietà. Notevole il patrimonio architettonico: l’antichissima Pieve di Santa Maria Assunta, sorta su un tempio pagano anteriore al 1173, epoca della costruzione della nuova Cattedrale romanica di Santa Maria Assunta con cripta ed avanzi di sculture antiche, veramente magnifica. Interessante anche il Palazzo Mediceo rifatto da Lorenzo de’ Medici nel secolo XVI. Il panorama che si gode da San Leo è uno dei più belli e caratteristici della regione poiché la vista spazia sui monti circostanti e lungo, la vallata del Marecchia, fino al mare. Nel forte, trasformato in prigione durante il dominio pontificio, furono rinchiusi il Conte di Cagliostro, che vi morì nel 1795 e Felice Orsini (1844). Altre personalità legate a San Leo sono state: Berengario II (circa 900-966); Guido da Montefeltro (1223-1298); Federico III da Montefeltro (1422-1482); Umberto Eco (1932), cittadino onorario dal 2011. Nell'Italia unita il comune di San Leo è appartenuto alle Marche (provincia di Pesaro e Urbino) fino al 15 agosto 2009, quando se ne è distaccato con altri sei comuni dell'Alta Valmarecchia per entrare nella provincia di Rimini. Interessanti sono il panorama e l'ambiente che si fondono con gli aspetti architettonici. Tratto San Leo – Sant’Agata Feltria San Leo - Partenza dalla piazza di San Leo, si prosegue per la rotabile e; dopo un paio di curve e dopo circa 600 metri, si raggiunge la strada asfaltata Secchiano - San Leo. Si percorre quest'ultima fino al bivio "località Quattroventi" sotto l'imponente masso calcareo sul quale poggia l'inespugnabile fortezza.. - Secchiano (ponte sulla deviazione per la pista ciclabile) - Diocesi del Montefeltro. Alla sinistra del Marecchia a 3,5 km da Talamello. E’ una frazione che si trova a km. 4 da Novafeltria, proprio sulla via Marecchiese (SS 258) in direzione Rimini. Fino alla creazione del comune stesso nel 1910, faceva parte con altre frazioni (Sartiano, Torricella, Perticara e Uffogliano) del comune di Talamello. Secchiano, in contrasto con il resto del Montefeltro, fu caratterizzato da uno sviluppo economico legato alla proprietà terriera, testimoniata da alcune residenze signorili: Villa Carboni, detta il Palazzo; Villa Menghini; Villa Acquaviva; Villa Muratori-Cappelli; Ca' di Giano; Ca' di Vico; Palazzo Barulli e Palazzo Ravaioli Travanelli. A Secchiano sono presenti i ruderi del castello, che comprende rovine medioevali, un bastione di fine Quattrocento - inizio Cinquecento e un borgo ora in rovina. Importante la Pieve di Santa Maria in Vico, situata nelle campagne di Secchiano, vicino al cimitero, conserva delle ancone lignee del XVII secolo, vari dipinti di epoche diverse ed un affresco con una Madonna della misericordia. Vanno infine segnalate un'area archeologica con rovine di epoca romana, la Chiesa di Santo Stefano, risalente al XVII secolo, ed i resti di due mulini. – Novafeltria, (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza per i pellegrini). Coordinate 43°53′43.″N e 12°17′26″E, a m. 275 slm con 7.380 abitanti. Frazioni: Miniera, Perticara, Sartiano, Secchiano, Torricella e Uffogliano. Il comune, denominato sino al 1941 Mercatino Marecchia, venne costituito nel 1907, dall'unione di frazioni staccate dal comune di Talamello.

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Novafeltria si trova sulla SS 258 Marecchiese al centro dell’Alta Valmarecchia, il bacino del fiume Marecchia che sfocia in Adriatico, a Rimini. Essa deve la sua importanza alla sua posizione strategica al centro della valle fra le regioni Marche, Toscana ed Emilia-Romagna. All'anno 950 d.C. si fa risalire il primo nucleo, con la chiesa di San Pietro e l'oratorio di Santa Marina. Scelto come dimora dai Conti Segni di Bologna, che nella prima metà del seicento vi edificarono una sontuosa villa, oggi palazzo municipale, Novafeltria divenne centro agricolo e commerciale. Oggi la cittadina è centro di convergenza di tutte le attività economiche della Valmarecchia. Sul monte che la sovrasta, Monte Pincio (m. 900 slm), si trovano un castagneto ed una pineta, che ospita il parco "Avventura". Il territorio comunale è dotato di ottime strutture per il tempo libero, tra le quali il teatro recentemente restaurato, la biblioteca, discoteca, piscina coperta, palestra, campi da tennis, campi sportivi, pista motocross, pista ciclabile lungo il fiume Marecchia, camping. Dal 1922 al 1960 Novafeltria è stata collegata a Rimini con una piccola ferrovia, ora sostituita da autobus. Novafeltria era in provincia di Pesaro da cui si è distaccato con altri sei comuni dell'Alta Valmarecchia nel2006. Alimentari e/o luogo di sosta Bar Ristorante – Villafranca - Uscita dalla pista ciclo pedonale vicino impianto potabilizzazione Hera, località Villafranca. Si attraversa la Marecchiese salendo in direzione Torricella – Libiano – Botticella/Poggiorimini). Prima per strade secondarie, poi per scalette si arriva alla piccola bellissima piazza del borgo di Talamello che si attraversa continuando su strada verso il crinale di Perticara. Torricella La frazione di Torricella appartiene al comune di Novafeltria da cui dista km. 3,11. Del comune di Novafeltria fanno parte anche le frazioni di Ca' del Vento (2,33 km), Libiano(4,93 km), Miniera di Perticara (5,48 km), Montecchio (6,80 km), Perticara (5,22 km), Ponte Baffoni (3,06 km), Ponte Santa Maria Maddalena (7,72 km), Sartiano (1,99 km), Secchiano (3,96 km). La distanza è quella dal comune di Novafeltria. La frazione di Torricella sorge a m. 363 slm. Gli abitanti sono solo 39. Sul crinale arriviamo poi all’inizio della discesa verso Poggio Rimini, in località Botticella. Libiano Botticella (Poggio Rimini) La frazione di Botticella appartiene al comune di Sant'Agata Feltria (Rn) e dista km. 3,45 dal capoluogo comunale. Di esso fanno pure parte le frazioni di: Badia Mont'Ercole (2,78 km), Maiano (3,62 km), Palazzo (5,33 km), Pereto (3,27 km), Pereto - Molino S Antino (6,12 km), Petrella Guidi (4,74 km), Rocca Pratiffi (3,77 km), Sant'Antimo (6,12 km). La distanza è quella dal Comune di Sant’Agata. Botticella sorge a m. 781 slm ed i residenti sono 13 abitanti. – Poggiorimini, chiesa Madonna del Soccorso Proprietà della Diocesi di Rimini gestita dall’Opera Poggiorimini, in comune di Sant’Agata Feltria (RN). A m. 850 slm. Ha circa 65 posti letto oltre a vari posti tenda. Per usufruirne contattare la referente Giuliana Zangheri (tel. 339-3334391§) o Paola Zangheri (tel. 0541-28840); e-mail: [email protected]. La casa è facilmente accessibile, perché si trova sulla strada provinciale santagatese (S.P. 8) ed è servita da corriere in partenza da Rimini, Novafeltria e S’Agata Feltria. Essa è molto grande ed accogliente: è costituita, oltre che dalle camerate con i relativi servizi, da un refettorio, una cucina ed un salone. All’esterno vi sono attrezzature per lo svago, ampi piazzali da cui si gode un’ottima vista sulla vallata (c.d. “Belvedere”). Dai piazzali si accede direttamente ad un ampio bosco privato di castagni che si estende alle spalle della casa; in esso si trovano anche spazi in cui è possibile piantare le tende ed una Chiesetta.

Ancora 3 km e prima per strada poi su sentiero, arriviamo a Sant’Agata Feltria, terra di tartufi, su cui svetta, imponente la rocca Fregoso.

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- Sant’Agata (punto d’interesse storico per il passaggio di San Francesco - in futuro punto di accoglienza per i pellegrini - punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante ). Diocesi del Montefeltro. 43°51′50″N 12°12′30.53″E. abitanti 2.316. Si trova, in provincia di Rimini, sulla cresta tra il Savio e il Marecchia a m. 602 s.l.m. Abbastanza ben conservata l’antica rocca, cinta in gran parte di mura e posta in cima ad un macigno. Il 4 settembre 2007 è stato riconosciuto come comune onorario dalla provincia di Genova in virtù dei legami storici, economici e culturali con il capoluogo ligure.

Il territorio di Sant'Agata Feltria è vasto e, per estensione è il secondo comune della provincia di Rimini (dopo il capoluogo) e il primo della Comunità Montana Alta Valmarecchia. Il suo terreno è formato in prevalenza da un complesso caotico noto come "argilla scagliosa" e da "marne argillose grigiastre, bianco-sabbiose nella parte più bassa, talvolta con intercalazioni di “molasse". Il territorio comunale è attraversato da due affluenti del Rio Maggio: uno è il torrente Marecchiola e l’altro è il Fanante. La cima più alta del territorio santagatese è il monte Pian di Rote (m. 961 slm), seguito dal monte Ercole. Il santuario della Madonna del Soccorso è a m. 771 slm, mentre la chiesa ed il convento di San Girolamo sono a m. 591. Nell'Italia unita il comune di Sant'Agata Feltria è appartenuto alle Marche (provincia di Pesaro e Urbino) fino al 15 agosto 2009, quando se ne è distaccato con altri sei comuni della Valmarecchia per entrare nella provincia di Rimini.

La facciata della collegiata di Sant'Agata - Palazzo Fregoso - Rocca Fregoso: l'ingresso

La Collegiata di Sant'Agata è sorta nel X secolo per volere di Raniero Cavalca dei conti di Bertinoro feudatario di Sant'Agata sul sito di un antico oratorio cristiano, secondo una leggenda popolare abitato dalla stessa sant'Agata. Un nuovo volto fu dato alla chiesa nel 1520 per volere del feudatario Ottaviano Fregoso, ma l'aspetto attuale deriva dai restauri tardo barocchi del 1776. L'interno è a tre navate con altari laterali: tra le opere d'arte di qualche pregio qui conservate, vi è la pala raffigurante Maria, il Bambino Gesù, Sant'Antonio da Padova, San Lorenzo e Sant'Agata, un "Cristo Redentore" della seconda metà del Seicento ed un crocefisso ligneo di scuola gotica lombarda. Sotto la chiesa si trova una cripta ottagonale (già detta "scurolo") dell'VIII secolo. Accanto alla chiesa si eleva il caratteristico campanile rotondo a cuspide alto 35 metri con cella campanaria ottagonale costruito nel 1885 dall'architetto Santi Botticelli in sostituzione del precedente campanile romanico crollato nel 1865.

La Chiesa di San Francesco della Rosa sorge accanto alla rocca Fregoso e si riallaccia ad una visita di San Francesco d'Assisi a Sant'Agata durante un suo viaggio a Bologna, ed alla presenza antica di frati francescani nel territorio di Sant’Agata, in località Cella Fausti. A causa della rovina di questo convento, nel 1781 la Comunità assegnò ai francescani come residenza la rocca, che rimase tale fino al 1820: essi edificarono la chiesa, ad una navata, reimpiegando materiali dell'antico convento abbandonato come un'acquasantiera del 1532.

La Chiesa e il convento di San Girolamo, costruita nel 1560 dai Fregoso sotto l'intitolazione della Madonna delle Grazie ed il convento fu abitato dai padri gerolamini solo dopo il 1604. La chiesa fu intitolata a San Girolamo nel 1610, anno in cui venne commissionata la "Pala del Santo" per l'altare maggiore a Pietro da Cortona. L'interno è ad una navata, mentre all'esterno il campanile ha subito rimaneggiamenti nel 1875 da parte dell'architetto Santi Botticelli. Chiesa e convento dei Cappuccini sono stati fondati nel 1575 per volere di Lucrezia Vitelli Fregoso ed affidato ai frati minori cappuccini sotto l'intitolazione di Sant'Antonio da Padova. Nello spoglio interno ad una navata è conservata una "Immacolata" del pittore locale Angelo Angeloni di Pennabilli datata 1786, che secondo la tradizione mosse gli occhi in alcune occasioni tra il 1796 ed il 1850. Per questo oggi la chiesa è nota anche come santuario della Madonna dei Cappuccini. L'attuale facciata è stata realizzata nel 1990.

La Chiesa e convento delle Clarisse, monache di stretta osservanza, che si trasferirono nella sede attuale solo dopo la distruzione del vecchio convento in seguito ad una frana nel 1561. La comunità religiosa non abbandonò mai Sant'Agata, tranne che nel periodo di soppressione napoleonica e tra il 1866 ed i primi anni del Novecento. Oggi la chiesa è stata ricostruita dopo un devastante incendio avvenuto nel 1951, che ha distrutto un affresco di scuola giottesca.

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Il Santuario della Madonna del Soccorso fu costruito nel 1520 lungo l'antica strada per Perticara e Rimini, nel luogo di una leggendaria vittoria dei santagatesi contro un esercito invasore, evento che ha dato la denominazione al luogo di culto. L'interno ad una navata si presenta con caratteri romanici.

Palazzo Fregoso, costruito nel 1605 da Orazio Fregoso come sede delle magistrature locali, chiude la piazza Giuseppe Garibaldi. All'interno della sua mole ospita il teatro "Angelo Mariani".

Il Teatro "Angelo Mariani", sito all'interno di palazzo Fregoso, fu costruito tra il 1723 ed il 1743-1753 dall'architetto Giovanni Vannucci. Nel 1986 è diventato di proprietà del Comune di Sant'Agata Feltria, che tra il 1994 ed il 2002 ha eseguito importanti lavori di risistemazione della struttura.

La Rocca Fregoso, simbolo del paese, è aggrappata alla "pietra arenaria", che secondo la leggenda rovinò in tempi antichissimi dalle pendici di monte Ercole. Il primo nucleo risale al XII secolo, ed è composto dalla torre poligonale "di Simonetto Fregoso. Successive espansioni quattrocentesche furono commissionate da Federico da Montefeltro forse con la partecipazione dell'architetto Francesco di Giorgio Martini. In seguito la rocca fu adattata a residenza dei Fregoso, ed abbellita con affreschi ed ornamenti come gli affreschi cinquecenteschi della cappella esagonale. Dal 1781 al 1820 ospitò i frati francescani, prima di essere abbandonata del tutto. Il mastio crollò nel 1835, ed interventi di consolidamento dell'arenaria su cui poggia furono eseguiti nel 1877. Nel 1961 si è distaccato un masso di arenaria che ha lasciato in bilico sul precipizio l'angolo a nord dl'edificio. Dal 1974 ospita un museo permanente.

All'interno del centro storico si snoda il "percorso delle fontane", un itinerario attraverso le vie del paese alla ricerca di tre fontane opera di artisti moderni e contemporanei. La “Fontana della Lumaca”, nata da un'idea di Tonino Guerra e realizzata da Marco Bravura, in piazzale Martiri d'Ungheria; “La Luna nel Pozzo”, opera di Marco Bravura, e collocata in piazza Fabbri; “Le Impronte della Memoria”, opera di Marco Bravura, posta ove erra il vecchio abbeveratoio all'ingresso del paese, in piazza Padre Agostino da Montefeltro. Alimentari e/o luogo di sosta Bar Ristorante

Tratto: Sant’Agata Feltria – Pratieghi Sant’Agata Feltria - Partenza dalla Piazza. In lontananza spiccano San Marino, San Leo, monte Carpegna, Sasso Simone ed il Simoncello. Sullo sfondo la sagoma dell’Alpe della Luna. Davanti a noi il Fumaiolo il monte da cui sgorgano il Tevere ed il Marecchia. Già da lontano è visibile l’incisione in cui si colloca l’eremo di Sant’Alberico. Località Piani (punto d’interesse storico Francescano) Bivio Pereto- Palazzo Palazzo (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante). Frazione di Sant’Agata Feltria sulla cresta, origine della Marecchiola a m. 780 slm, a 2 km da Cajoletto, a 4,5 da Casteldelci ed a 2 km a nord del Poggio della Villa di Fragheto. Fragheto è una piccolissima frazione del comune di Casteldelci che fu vittima, il 7 aprile 1944, di una strage nazi-fascista nella quale persero la vita 30 persone, in maggioranza bambini, donne ed anziani. Fragheto, che ha vissuto atroci sofferenze, diventa così il luogo simbolo per l’incontro di tutti quelli che vogliono far crescere la pace, la cultura dei diritti umani, della giustizia e della solidarietà. Si segue la strada di crinale passando vicino a Pereto ed a Palazzo; poi la strada diventa più dissestata ma con ampie viste sulle vallate. luogo di sosta Incrocio strada provinciale. La strada continua in salita fra pascoli e vedute sulla Valmarecchia fino ad incrociare, già in vista dei costoni delle Balze di Verghereto, la strada asfaltata che scende verso Capanne; s’imbocca svoltando a destra, in discesa, fino ad arrivare, dopo un’ampia curva a sinistra, alla deviazione per l’eremo di Sant’Alberico. Poco meno di un km e si raggiunge una zona attrezzata per il pic-nic da cui, su un sentiero segnalato dal CAI, inizia una comoda mulattiera per la salita all’Eremo che si raggiunge dopo un quarto d’ora. Balze - paese (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza per i pellegrini). Diocesi del Montefeltro. Frazione ad 8 km ad est di Verghereto posta sul Monte Aquilone alle origini del Senatello, affluente superiore del Marecchia. Alimentari e/o luogo di sosta Bar Ristorante Pratieghi – chiesa (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza per i pellegrini). Diocesi di Borgo San Sepolcro. Frazione ad 8 km. Ad ovest di Badia Tebalda, alle origini del Marecchia. Alimentari e/o luogo di sosta Bar Ristorante

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Tratto Pratieghi – La Verna Valdazze Incrocio strada provinciale. Valdazze è una località nel comune di Pieve Santo Stefano (Arezzo), sorta nel 1964 per opera del Cav. Silvio Giorgetti, che voleva farne un'importante località turistica, detta "Il villaggio del cantante". In pochi anni, in un’area disabitata, vennero costruiti la chiesa, un condominio, un ristorante-albergo, attrezzature sportive, negozi e villette. Il terreno venne offerto ai cantanti Gianni Meccia, Jimmy Fontana, Bobby Soloe Checco Marsella de i Giganti, con l'obbligo di costruzione entro due anni. Il progetto proseguì con la costruzione di diverse ville private e attualmente nel villaggio sono presenti una trentina di abitazioni di uso solo estivo. Gran parte delle strutture turistiche però, ora giacciono in stato di abbandono. Tutt'ora nelle province di Arezzo, Rimini e Forlì-Cesena, sui bordi delle principali strade che conducono verso l'Appennino, campeggiano decine di grandi scritte, fatte a mano dallo stesso Giorgetti, con la parola "Valdazze" e la freccia che indica la direzione per il paesino. Passo di Viamaggio (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante). Diocesi di Borgo San Sepolcro. Viamaggio è una frazione a 5 km di Badia Tebalda sulla strada per Pieve Santo Stefano. Il Passo è situato a m. 983 slm lungo la Strada Regionale Mareccchiese, la n. 258, che collega Sansepolcro a Badia Tedalda. Il toponimo deriva da via major, in riferimento alla strada di maggior comunicazione che di qui passava ai tempi dei Romani, la Via Major, che, nel tratto che collegava Arezzo a Rimini, assumeva la dizione di Via Ariminensis (congiungeva, appunto, Aretium, Arezzo, ad Ariminum, Rimini) fu costruita nel 208 a.C. da Livio Salinatore. Il Valico, quindi, e' conosciuto e frequentato fin dall'antichità. In tre ore di cammino di giunge a Pieve Santo Stefano per un dislivello di m. 548. Con una breve deviazione dal percorso si può anche visitare l'Eremo di Cerbaiolo, famoso per aver ospitato San Francesco e che ricorda, in piccolo, il Santuario de La Verna tanto che esiste il detto: “Chi ha visto La Verna e non ha visto Cerbaiolo, ha visto la mamma e non ha visto il figliolo” Alimentari e/o luogo di sosta Bar Ristorante Cerbaiolo La frazione di Cerbaiolo appartiene al comune di Pieve Santo Stefano (Ar) da cui dista km. 5,22. Eremo di Cerbaiolo E’ un edificio sacro che si trova nella località omonima nel comune di Pieve Santo Stefano. L'eremo è un esempio di insediamento religioso in ambiente impervio. Sorse come monastero benedettino nell'VIII secolo, dal 1216 al 1783 fu abitato dai Francescani, divenendo poi parrocchia col titolo di Sant'Antonio. Dalle origini al 1520 ha fatto parte della Diocesi di Città di Castello, nel 1520 è entrato a far parte della Diocesi di Sansepolcro.

Dopo i pesanti danni subiti durante la Seconda guerra mondiale (l'eremo fu teatro di ripetuti scontri a fuoco tra partigiani locali e le truppe naziste che tentarono di impadronirsene per usarlo come base di operazioni subendo ripetute sconfitte), è stato totalmente restaurato e ospita, dal 1967, un Istituto Secolare Francescano, cui l'eremo è stato ceduto dal vescovo di Sansepolcro. Il complesso si articola attorno ad un chiostro seicentesco a grossi pilastri ed archi depressi con isolati corpi di fabbrica (chiesa, sacrestia, refettorio, cappella, celle). La chiesa, con portali settecenteschi ed abside poligonale, conserva tre altari rinascimentali in pietra. Rilevante è la cappella di Sant'Antonio, edificio a torre del 1716 con il fianco occidentale poggiante sulla nuda roccia. Pieve Santo Stefano (punto di rifornimento alimentari e/o luogo di sosta – ristorante - in futuro punto di accoglienza per i pellegrini). Provincia di Arezzo. Abitanti 3.249. Altitudine m. 433 slm. Patrono: Santo Stefano - 26 dicembre. Coordinate 43° 40' 20,64'' N - 12° 2' 31,92'' E Sorge in una valle circondata da monti, protetta dall'Appennino, famosa per essere diventata dal 1984 la "Città del diario". Il paese antico è stato distrutto nel 1944 dall’esercito tedesco, che, prima della ritirata, qui aveva tracciato un tratto della Linea Gotica. La ricostruzione del dopoguerra ne ha cancellato l’antica personalità architettonica. Si conservano tuttavia alcune preziose testimonianze del passato. All'interno del Cinquecentesco Palazzo Pretorio, una terracotta di Girolamo Della Robbia La Samaritana al Pozzo (1510), accoglie il visitatore, prima dell'ingresso alla scoperta dei manoscritti conservati nell’Archivio dei diari, luogo ideato da Saverio Tutino, in cui più di 5000 persone hanno lasciato traccia delle loro vite. Proprio grazie all'Archivio Pieve, dopo aver vista cancellata la memoria del proprio passato, è diventata la capitale della memoria. Fuori dalle stanze del Palazzo Pretorio, nella piazza adiacente, si trova la Collegiata di Santo Stefano (costruita nel 1844) che ospita anche una terracotta della bottega dei Della Robbia raffigurante l'Assunzione della Madonna tra Santi (1514). All'ingresso sud del paese è la Chiesa della Madonna dei Lumi (1590). Tutt'oggi la sua Celebrazione, l'8 settembre, è la festa più importante di Pieve e il culto religioso, caratterizzato dalla processione dei Lumi, si è arricchito di Giochi di Luce che i rioni di Pieve organizzano attirando molti visitatori. Pieve è il primo paese traversato dal Tevere che in passato ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo economico del borgo. A sud il Tevere alimenta un bacino artificiale, il Lago di Montedoglio. Nel centro storico è possibile visitare il Centro della Civiltà Contadina, che riproduce la vita quotidiana e il lavoro di quel mondo. Appena fuori dal centro, in una passeggiata lungo il Tevere, si raggiunge il Tempietto del Colledestro, a forma ottagonale, il monumento più antico di Pieve Santo Stefano, di origine pagana, dalla datazione ignota. All'interno del

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Tempietto, nel 1636, durante i lavori di restauro, fu rinvenuta una lapide di epoca romana in cui era scritto che l'edificio veniva dedicato al dio Tevere e alle Ninfe Tiberine da un certo Publio Sulpicio e da sua moglie Cellina. Alimentari e/o luogo di sosta Bar Ristorante Carrabile e sentiero in discesa, poi sempre in salita talvolta molto ripida senza alcuna possibilità di rifornimento di acqua o viveri da procurarsi prima di iniziare. Attraversando un paio di cancelli si sale lentamente al Monte Calvano per poi scendere alla base del sasso de La Verna che si raggiunge dopo un’ora e mezzo. Santuario de La Verna - arrivo. La Verna. Per tutti i francescani e simpatizzanti di San Francesco La Verna è un irrinunciabile meta di pellegrinaggio. Per costoro i frati della Verna da secoli danno, oltre all'assistenza spirituale, anche la possibilità di ristorarsi e fermarsi per qualche giorno nella foresteria

Il santuario della Verna si trova sull'Appennino Toscano. Il monte, ricoperto da una monumentale foresta di faggi e abeti, è visibile da tutto il Casentino e dall'alta Val Tiberina ed ha una forma inconfondibile con la sua vetta (m 1283) tagliata a picco da tre parti. Sopra la roccia ed avvolto dalla foresta si trova il grande complesso del Santuario che dentro la sua massiccia ed articolata architettura custodisce numerosi tesori di spiritualità, arte, cultura e storia. Nell'estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio e preghiera. Durante la sua permanenza chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore. Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua passione. Francesco divenne così anche esteriormente immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita tanto assomigliava. L'evento delle stimmate e l'esempio di vita sono il bene più prezioso che Francesco consegna ai frati della Verna. L'impegnativa eredità di San Francesco oltre che coinvolgere personalmente ogni frate diventa anche il principale messaggio che la comunità desidera trasmettere a tutti coloro che visitano

Per i viaggi organizzati da La Pedivella ed per i gruppi, è obbligatoria la prenotazione per pianificare i pernottamenti ed i punti di incontro. Info e prenotazioni: tel. 320-7433000 Vinicio - [email protected]