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Fratres in UnumCompagnia di Maria - Italia Giugno 2019 - Anno 60 Numero 313
Ricordatidi questa compagniadi Padre Mario Belotti
Assemblea dei SuperioriBergamo 11-12 giugnodi Padre Gianangelo Maffioletti
Ricordati di questa com
pagnia!di Padre Mario Belotti - Superiore Provinciale
Assem
blea dei Superiori. Bergam
o 11-12 giugnodi Padre Gianangelo Maffioletti
Il tesoro che abbiamo ricevuto
di Padre Susac Miljenko
Dio agisce nei piccoli
di Padre Mihovil Filipovic
Segni dei tempi
di Padre Giovanni Maria Personeni
Eucaristia e Maria
di Padre Sergio Gaspari
Fermento e segno
La comunità di Arbizzano
Venerdì Santodi Padre Girolamo Dal Maso
Louis-Marie de M
ontfortdi Padre Battista Cortinovis
Consacrati al cuore di M
ariadi Padre Adriano Dalle Pezze
Com
unicazioni
Nom
ine e Obbedienze - Prossim
i appuntamenti
Somm
ario
p. 4
p. 14
p. 16
p. 22
p. 28
p. 32
p. 36
p. 38
p. 42
p. 45
p. 46
p. 47
Trin
ità
Padre Alessandro Leidi
ArbizzanoVetrata della vecchia chiesa del sem
inario monfortano
Fratres in UnumEcce quam
bonum et quam
jucundumhabitare Fratres in unum
Ps 132,1
Co
mp
ag
nia
di M
aria
- Provin
cia
Ita
lian
a
Periodico della Provincia Italiana Missionari MonfortaniVia Legnano 18 24124 Bergamo
035-4124675
AdPerJesuM
Maria
Fratres in Unum - 5
4 - Fratres in Unum
compi altri prodigi; fa’ che sentiam
o l’aiuto del tuo braccio. Tu che puoi trarre da pietre grezze altrettanti figli di A
bramo, pronuncia una sola
parola divina e manda buoni operai
alla tua messe e buoni m
issionari alla tua C
hiesa» (PI 2-3).
Una panoram
ica
di Padre Mario Belotti
Ric
ord
ati d
i qu
esta
co
mp
ag
nia
!
«Signore, realizza i tuoi progetti di m
isericordia. Suscita gli uomini della
tua destra… R
icordati, Dio onnipo-
tente, di questa compagnia! Im
pegna la forza del tuo braccio non certo af-fievolito, per farla nascere e giunge-re alla perfezione. R
innova i segni e
Fratres in Unum - 7
6 - Fratres in Unum
Com
e figli di Montfort, penso che sen-
tiamo un po’ tutti una “ansia” profeti-
co-apostolica a fronte di una chiesa e una com
unità che hanno bisogno di rinnovarsi, crescere e capire quale di-rezione prendere. C
ome M
ontfort, ci m
ettiamo in “attesa” di una concreta
manifestazione del R
egno di Dio nel
nostro tempo; com
e lui eleviamo la
nostra voce in “preghiera” per ringra-ziare, per chiedere luce e per avere il coraggio di osare le vie dello Spirito.D
ue anni e mezzo fa il C
apitolo Provin-ciale ci ha consegnato la responsabili-tà dell’anim
azione e amm
inistrazione della nostra Provincia. N
on ne faccio m
istero, non è stato facile dire di sì – alm
eno per me – consapevole dei m
iei tanti lim
iti. Tuttavia, come C
onsiglio, ci siam
o messi subito al lavoro. Per
grazia di Dio, fatte alcune eccezioni,
mi pare di poter dire che lungo il per-
corso abbiamo generalm
ente mantenu-
to un buon ritmo di lavoro assicurando
attenzione agli eventi e alle persone. Il nostro desiderio è di continuare a sen-tirci m
otivati nel servire la Provincia nelle varie com
petenze e incombenze
a noi assegnate. R
ingraziamo con tutta sincerità le am
-m
inistrazioni precedenti per il lavoro che hanno svolto e per il terreno che ci hanno preparato. Pur sentendoci spro-
nati a guardare in avanti, la nostra pre-m
ura è stata quella di metterci sulla li-
nea della continuità. Pertanto abbiamo
accolto dall’am
ministrazione
prece-dente il grosso pacchetto che illustrava i progetti realizzati, le realtà lasciate in sospeso e bisognose di attenzione e le sfide da affrontare per poter accom
pa-gnare fattivam
ente la Provincia lungo il tem
po del nostro mandato.
In maniera riassuntiva, m
i sembra di
poter dire che finora abbiamo fatto del
nostro meglio, m
a di certo non abbia-m
o sempre risposto alle attese dei sin-
goli, delle comunità, della Provincia
e della stessa Congregazione. Le ina-
dempienze o lentezze da parte dell’am
-m
inistrazione e di tutti noi trovano diverse spiegazioni o cause che vanno dalla tim
idezza da parte nostra alla re-sistenza da parte degli altri, dalla facile accondiscendenza da parte nostra ad una certa inam
ovibilità da parte degli altri, dalle num
erose richieste di cam-
biamento o di trasferim
ento da parte nostra a una diffusa indisponibilità da parte degli altri, da una serie d’im
pre-visti blocchi esterni ai più m
acchinosi blocchi interni, dall’età che avanza alla dem
otivazione spirituale e pastorale, dalla
stanchezza alla
rassegnazione. Infine, non si può ignorare che un gros-so ostacolo alla crescita com
unitaria è
stata, almeno per qualcuno, la scelta
della critica demolitrice, forse ignoran-
do di principio le buone intenzioni, di-stanziandosi da quello spirito fraterno che solo può sostenere una com
unità di destino com
e la nostra, e rifiutando l’invito ad appropriarsi dei fatti per farsene una ragione e per trarne delle opportunità com
uni.
Nel corso del prim
o anno, in seguito al C
apitolo Generale, abbiam
o lancia-to un Program
ma di m
assima per una
revisione di vita e per cercare di rispon-dere ai segni dei tem
pi nelle aree del-la form
azione, dell’evangelizzazione, della spiritualità e delle strutture. Q
ue-sto program
ma chiam
ava e continua a chiam
are in causa i singoli confratelli, le nostre com
unità, le varie comm
is-sioni e, ovviam
ente, la stessa amm
ini-strazione provinciale. Il suo contenuto non intendeva e non intende scendere nei dettagli per quanto riguarda tem
i, attività e scadenze. Piuttosto, il pro-gram
ma si propone com
e l’ambiente
che aiuta ad interpretare le nostre aspi-razioni, che stim
ola la nostra creatività, che aiuta a identificare e a m
ettere in atto le attività più appropriate per la no-stra crescita individuale, com
unitaria e di provincia. È probabile che questo testo non sia stato capito e non abbia
ottenuto l’accoglienza che ci si auspi-cava. Perciò, in m
olti casi, il libretto è balzato quasi subito dalla scrivania alla libreria, quando invece dovrebbe esse-re lo strum
ento abilitato a confrontare e verificare saltuariam
ente il nostro vis-suto personale e spirituale, com
unitario e pastorale.A
ll’interno del Consiglio, sin dall’ini-
zio, si è instaurato e mantenuto un cli-
ma di fraternità, di stim
a e di fiducia reciproca. C
i aiuta molto la qualità di
relazione tra di noi che non obbliga ad assurgere im
mediatam
ente alla dimen-
sione funzionale e professionale ma
che piuttosto si preoccupa innanzitutto di garantire e curare lo spirito di frater-nità attraverso l’esercizio di una m
utua afferm
azione e sostegno nel carattere, nella virtù e nelle rispettive com
peten-ze individuali. I m
embri del consiglio sono i prim
i responsabili delle nostre quattro com
-m
issioni: la spiritualità, l’evangelizza-zione, la form
azione e l’economia. La
partecipazione delle stesse comm
issio-ni alla vita della Provincia garantisce notevolm
ente una visione ampia, varie-
gata e più rispondente ai segni dei tem-
pi negli orientamenti e decisioni che si
prendono in Consiglio. C
erto, bisogna darsi m
olto da fare per evidenziare i tem
i salienti da trattare e per mantener
Fratres in Unum - 9
8 - Fratres in Unum
coinvolti e motivati gli stessi m
embri
delle comm
issioni. In generale, tutta-via, questi organism
i lavorano bene e con vivacità. È un vero peccato che alcuni confratelli in Provincia ignorino persino l’esistenza di tali realtà e, com
e dei dischi rotti – spesso senza cogni-zione di causa – continuino a parlare della nostra vita di Provincia com
e di un
assoluto “appiattim
ento”. Forse,
prima di dem
olirci così rapidamente e
impietosam
ente, bisognerebbe uscire dalla cella della propria rassegnazione individuale e provare ad esporsi, o per-lom
eno a informarsi sulla vita di tutte
le altre nostre comunità sparse in Italia,
in Croazia, in Polonia, in M
alawi e in
Zambia. La perfezione non è da nessu-
na parte, ma per certo, nella stragran-
de maggioranza delle nostre com
unità, si lavora con convinzione, con spirito m
onfortano, con
genuino interesse
verso la Provincia, e non si indugia in aspre critiche dem
olitrici.U
n aspetto significativo della nostra Provincia
è la
comunicazione.
Già
dall’inizio di
quest’amm
inistrazione si è cercato un avvicendam
ento nella direzione della rivista “L’A
postolo di M
aria”. Una priorità, questa, già segna-
lata dalla amm
inistrazione precedente. È un percorso faticoso e non ancora ul-tim
ato, ma si sta intravedendo com
un-
due-tre volte l’anno. Anche le loro ri-
soluzioni vengono puntualmente diffu-
se e/o comunicate tram
ite “Fratres”. A
questo proposito la Com
missione del-
la Spiritualità ha lavorato alacremente
e con competenza nella preparazione
della nuova edizione delle Opere che
uscirà dalle stampe a settem
bre 2019. •
Si è costituita una comm
issione per l’etica e l’integrità nel m
inistero in adem
pimento a quanto indicato nel
documento, “Linee guida per il m
ini-stero verso i m
inori e verso gli adulti”, che è giunto, anche se con m
olta len-tezza, alla fase finale della sua stesura e che dovrà presto essere presentato e consegnato alle nostre com
unità. •
Tutti gli anni, pur lamentando uno
scarso numero di partecipanti, abbia-
mo organizzato gli Esercizi Spirituali
al Centro-Sud e al N
ord. Va notato che la scelta dei predicatori ha riscosso, in generale, un sincero apprezzam
ento da parte di tutti.
• A
bbiamo annualm
ente organizzato e condotto l’A
ssemblea dei Superiori
delle comunità m
onfortane. La pano-ram
ica di tutte le nostre comunità, che
ci viene presentata con i dovuti ag-giornam
enti, ci aiuta a superare i no-stri pregiudizi e a trascendere il nostro scontato (a volte m
onotono) vissuto quotidiano per sentirci parte di una
que una svolta significativa. La rivista ci è m
olto cara perché ci rappresenta agli occhi della gente nella nostra spiri-tualità e m
issionarietà.C
i avvaliamo m
olto di “Fratres-Mail”
per comunicare notizie, decisioni, in-
formazioni che riguardano la nostra
vita di Provincia. Continuiam
o a curare il bollettino interno “Fratres” che vie-ne allestito e diffuso tre-quattro volte l’anno. D
’altro canto, dopo un dovuto discernim
ento, si è giunti alla termina-
zione della rivista “Madre e R
egina” sia a causa del suo esiguo num
ero di abbonati sia per la concom
itante de-cisione di chiudere il C
entro Mariano
Monfortano.
Senza calarci nei dettagli, per non ap-parire troppo am
pollosi, ci sembra co-
munque doveroso fare una carrellata
delle attività e/o decisioni che hanno cesellato la vita della Provincia in que-sti ultim
i due anni e mezzo.
• A
bbiamo appena svolto il 15° consi-
glio di provincia, a una media di uno
ogni due mesi. Tutti i verbali dei no-
stri consigli sono inviati e depositati puntualm
ente in archivio. Dagli stessi
verbali si stralciano le comunicazioni
che devono essere diffuse a seguito dei consigli.
• Le quattro C
omm
issioni si incontrano
famiglia più allargata, viva e creativa.
• O
gni anno organizziamo anche gli in-
contri dei giovani preti per la loro for-m
azione continua. Sono giorni vissuti in fraternità, dove si privilegia la con-divisione della propria vita e dove si riflette su un input il più possibile ine-rente sia alla propria fascia d’età sia al proprio specifico am
bito di apostolato. •
In veste di Provinciale, ho visitato tut-te le com
unità in Italia e all’estero. In tali occasioni, generalm
ente si dà pri-m
a spazio agli incontri con i singoli confratelli; segue poi un incontro co-m
unitario per una verifica d’insieme
delle varie attività ed espressioni di apostolato. R
ingrazio i superiori e le varie com
unità per la fraterna acco-glienza che m
i hanno riservato e per lo spirito di apertura al m
omento della
condivisione della propria vita.•
La Provincia s’identifica molto con le
Giornate M
ariane di Loreto (metà set-
tembre); tuttavia, tali “giornate” ven-
gono celebrate anche in altri mom
enti dell’anno e in diverse zone della na-zione. U
n grande ringraziamento va ai
nostri confratelli che vi sono coinvolti in qualità di organizzatori e di anim
a-tori. La larga partecipazione dei laici dim
ostra sempre più che lo spirito di
Montfort continua ad aleggiare sulla
e nella chiesa e che i suoi discepoli
Fratres in Unum - 11
10 - Fratres in Unum
sanno ancora spezzare il suo insegna-m
ento in modo vivace, efficace e edifi-
cante. Il nostro auspicio è che aumenti
sempre più il num
ero dei laici capaci di presentarsi non solo com
e uditori m
a anche come anim
atori e diretti dif-fusori della nostra spiritualità.
• Lo scorso 25 aprile, a M
edjugorje, p. M
ario Belotti, p. A
ngelo Sorti, p. Gio-
vanni Personeni, p. Nikola Tandara e
la consacrata con voti Mariane, hanno
avuto un incontro con il visitatore apo-stolico M
ons. Hoser, durante il quale
ci si è sentiti incoraggiati a pianificare una nostra presenza, in collaborazione con i laici consacrati/associati, per po-ter accom
pagnare i pellegrini nell’ap-profondim
ento della nostra spirituali-tà. La realizzazione di un tale progetto aprirebbe anche la strada a nuove vo-cazioni.
• C
on l’esperienza del 10 giugno 2019, si è avviata l’iniziativa delle giornate di form
azione continua organizzate e condotte dalle com
missioni. La gior-
nata appena svolta è stata animata
dalla Com
missione Evangelizzazione
e ha avuto come tem
a: “Il Fuoco di M
ontfort in Parrocchia”.•
Continua la nostra presenza pastorale
nella diocesi di Locri. Chi ha vissuto
anni di missione “ad gentes” non fa fa-
tica a riscontrare su questo suolo delle
stero, i confratelli riescono a far fronte a questo im
pegno. •
I confratelli che lavorano in Malaw
i e Zam
bia sono ora costituiti in tre com
unità che rispondono direttamen-
te alla Provincia. Le due comunità in
Malaw
i, oltre ad avere un loro rispet-tivo superiore, hanno anche un co-m
une coordinatore. Da circa un anno
è in atto un nuovo organigramm
a nel settore am
ministrativo della M
ontfort M
edia e della Luntha TV, in cui appa-iono com
e diretti responsabili i nostri confratelli della D
elegazione Africana
Anglofona.
• Sul fronte delle strutture, com
e ben sappiam
o, abbiamo scelto B
ergamo
come Sede della Provincia. Per chi ci
vive da un anno e mezzo, la struttura
offre una casa accogliente e funzionale sia per una com
unità locale sia per le attività inerenti alla am
ministrazione.
Inoltre l’esperienza conferma cha da
Bergam
o è facile raggiungere le co-m
unità più lontane sia in treno sia in areo.
• D
a nove mesi abbiam
o riaperto il no-viziato in Italia, che è stato riportato a Santeram
o in Colle. A
nche questa risulta una decisione indovinata, a det-ta soprattutto dei form
atori, dei novi-zi stessi e dei m
embri della com
unità locale, senza m
enzionare il cordiale
sensazioni a loro familiari. È un suolo
che interpella il nostro spirito mon-
fortano e missionario. In una società
che si sta sempre più scristianizzando,
laddove ci è possibile, non possiamo
dire di no agli appelli dei vescovi che ci chiedono un diretto coinvolgim
ento nella pastorale parrocchiale.
• In una sezione della struttura della C
asa della Madonna di R
eggio Cala-
bria è in preparazione il progetto di assistenza ai m
igranti minori senza ac-
compagnam
ento. Oltre a sperare che
questo progetto vada presto in porto, è opportuno anche dom
andarci come,
in questa società che si sta sempre
più impoverendo, possiam
o concre-tam
ente esercitare il ministero della
accoglienza all’interno
delle nostre
strutture.•
Nell’aprile del 2017 abbiam
o firmato
la convenzione con i Fratelli di S. Ga-
briele per l’assunzione della responsa-bilità della casa in C
zestochowa, Po-
lonia. I confratelli che vi compongono
la comunità stanno lavorando bene nei
settori della accoglienza dei pellegrini, della diffusione della spiritualità tra la gente e il clero, e dell’anim
azione vo-cazionale. L’accordo con i Fratelli di S. G
abriele richiede da parte nostra un versam
ento a loro favore di 800 euro al m
ese. Con le entrate del loro m
ini-
riconoscimento da parte del vescovo
di Altam
ura.•
Stiamo
completando
la costruzione
della nuova casa di formazione, a V
ia C
ori. Presto vi risiederà la comunità
del postulandato composta da tre pa-
dri e tre postulanti che entreranno al noviziato nei prim
i di settembre. N
el frattem
po siamo in attesa di altri po-
stulanti provenienti dalla Polonia, dal-la C
roazia e dall’Italia.•
Con un nuovo statuto, la casa di V
ia R
omagna è ritornata sotto la diretta
responsabilità della Provincia Italiana, con la sua specifica identità di “sco-lasticato aperto all’internazionalità”. A
tale riguardo, il Superiore Genera-
le ha approvato la nostra disponibilità ad accogliere scolastici da altre entità e a sostenere econom
icamente quelli
tra di loro disposti a svolgere il loro apostolato in Italia dopo la loro ordi-nazione.
• Sentito più volte il parere dei supe-riori, della com
missione econom
ica e del consiglio, con il perm
esso del Su-periore G
enerale, si è giunti alla chiu-sura della com
unità di Caravaggio.
L’imm
obile è stato messo in vendita e
siamo in attesa del m
iglior offerente. N
el frattempo i due confratelli che vi
risiedevano si sono trasferiti nella co-m
unità di Treviglio.
Fratres in Unum - 13
12 - Fratres in Unum
• Sentito il parere favorevole dell’A
s-sem
blea dei Superiori, tenuti presenti anche alcuni suggerim
enti dei confra-telli, si è proceduto alla definizione del ruolo del nuovo Econom
o Provinciale, nella persona del D
ottor Aldo C
atta-neo. P. Pierluigi N
ava ci ha aiutato in questo percorso, data la sua com
peten-za dal punto di vista giuridico. Il titolo è quello di collaboratore e consulente in am
bito economico ed am
ministrati-
vo della Provincia Italiana Missionari
Monfortani. Il D
ottor Aldo C
attaneo ha per im
mediato referente p. A
ngelo Sorti, C
onsigliere per gli affari eco-nom
ici e Legale Rappresentante, fatte
salve le prerogative del Superiore Pro-vinciale e del suo C
onsiglio. A tal fine,
il Superiore Provinciale ha successiva-m
ente inviato una lettera ai confratelli con una descrizione della nuova con-figurazione giuridica del servizio di Econom
o Provinciale e dei suoi stretti collaboratori.
Quali sfide sta affrontando la nostra
Provincia? Ve ne sono molte di cui al-
cune a noi familiari e inveterate nella
nostra realtà di comunità religiosa ed
ecclesiale, e altre generate dalla evo-luzione dei tem
pi o dalla nuova fi-sionom
ia geo-politica
della società.
All’interno nostro la più grande sfida
bisogno di lezioni accademiche m
a di tanto vangelo, di quello stesso vangelo per cui abbiam
o lasciato tutto e su cui fondiamo la nostra
predicazione. E neppure ha bisogno di gesti tanto eclatanti; basta ab-bracciare e vivere l’ordinario “con gentilezza”; basta abituarci a un m
odo “cordiale” di ascoltarci, di parlarci, di salutarci, di interessarci l’uno all’altro, di anticiparci nei bisogni, di riconoscerci nelle nostre doti e virtù, di scusarci dei nostri sbagli o sviste, di correggerci con serietà m
a anche di saper riderci sopra, di cercarci e di incoraggiarci sem
pre. U
n’altra sfida è l’attenzione agli anziani. Il numero aum
enta di anno in anno e presto la nostra entità sarà più rappresentata dal gruppo degli anziani e m
olto-anziani che dal gruppo dei giovani-anziani, re-lativam
ente giovani e giovani. Abbiam
o una struttura che accoglie i nostri anziani-am
malati e che accudisce ai loro bisogni, m
a tutti sappiam
o che ciò non basta. La grossa sfida è quella di far sì che i confratelli anziani non si sentano soli e inutili. Spesso ci si dim
entica che lo scopo della seconda m
età della vita non è quello di spegner-ci m
a di aprirci alla possibilità di essere il meglio di noi stessi. La
vecchiaia non è il tempo in cui si sm
ette di crescere. Piuttosto è il tem
po in cui si cresce in nuovi modi. Le ricerche neurologiche con-
fermano, oggi, che i cervelli degli anziani sono intellettualm
ente non m
eno competenti rispetto ai cervelli dei giovani. In qualche m
odo, in term
ini di riflessione e di creatività, sono persino meglio. Perciò,
il problema dell’invecchiam
ento non è l’età; è la pietrificazione, la rigidità dell’anim
a, l’inflessibilità. Infatti, è l’apprendimento perm
a-nente che fa la differenza tra l’invecchiare bene e l’invecchiare m
ale. È questo che determ
ina il grado di soddisfazione nella nostra vita e che ci rende persone interessanti, di valore, ancora capaci di dare la vita agli altri.
A proposito di vita, approfitto per augurare a tutti i confratelli
una buona stagione estiva. Che il m
eritato periodo di vacanza ci ritem
pri nel corpo e nello spirito!
è la conversione alla fraternità e a una visione più serena della vita. C
iò che preoccupa m
aggiormente in m
ezzo a noi è il fenom
eno di un forte ripiega-m
ento su se stessi accanto ad un ina-sprim
ento dell’animo che sem
bra vada di pari passo con l’avanzare degli anni. Si invecchia bene quando si sm
ette di lottare con le differenze e le forze op-poste e si guarda a tutto con gli occhi della benevolenza e con lo spirito della riconciliazione. La recrim
inazione, la tendenza a im
porre i propri “assoluti”, il tono duro, tagliente e offensivo che spesso si sente sulla bocca dei confra-telli rivela forse un ram
marico più per
i propri sogni disattesi e i fallimenti
personali che per le pecche della co-m
unità o della provincia. Allora, in-
vece di proiettare rabbia e pregiudizi sugli altri, è forse più salutare fare un esercizio quotidiano di auto-perdono e di accoglienza della propria storia. O
ccorre lasciarsi diminuire nella im
-m
agine del proprio ego per crescere nel proprio sé interiore. O
ccorre dis-sociarsi dall’arram
picata esterna per dedicarsi al parto della persona interna. O
ccorre perdonarsi e perdonare perché solo il perdono rim
ette insieme la vita
e dà la misura del divino in noi. La pra-
tica della fraternità, come scrivevo già
nell’ultimo num
ero di Fratres, non ha
Fratres in Unum - 15
14 - Fratres in Unum
Assem
blea dei SuperioriB
ergamo 11-12 giugno
di Padre Gianangelo Maffioletti
quest’ultimo anno pastorale. P. A
ldo B
olis, a
nome
della C
omm
issione Evangelizzazione, ci ha aiutati a leg-gere i risultati del Sondaggio M
issione, che era stato presentato nel 2018, e che riguardava i differenti settori in cui i confratelli hanno svolto nel passato e svolgono attualm
ente il loro ministero.
Si è avuto modo di trattare, con la com
-petenza del D
ottor Aldo C
attaneo, al-cune questioni di carattere econom
ico: il processo di vendita degli im
mobili di
Rom
a-via Prenestina e di Caravaggio;
la possibile riqualificazione di altre nostre strutture. C
i si è dati del tempo
per valutare insieme alcune proposte,
emerse anche dalla C
omm
issione Eco-nom
ica, circa la gestione del persona-le di servizio e del parco m
acchine. Il Procuratore delle M
issioni, p. Angelo
Maffeis, non presente, ha lasciato una
relazione scritta sul lavoro della Procu-ra, l’anim
azione missionaria e la realtà
delle nostre missioni.
L’assemblea si è conclusa nella tar-
da serata di mercoledì 12 giugno, con
l’intervento di p. Luigi Gritti che ci ha
invitati a prendere in esame gli ultim
i orientam
enti della Santa Sede e della C
EI per completare le “Linee guida”
verso i minori e gli adulti vulnerabili
e renderci sempre più consapevoli del
problema degli abusi.
vincia (cfr p. 4). Nel pom
eriggio, ogni superiore ha fatto una presentazione della propria com
unità, della situazio-ne presente, delle sfide e delle speranze che accom
pagnano la nostra vita frater-na e il nostro apostolato. Possiam
o dire che dallo scam
bio è emersa una situa-
zione generalmente positiva, anche se
con elementi di fatica e fragilità. Le pa-
role speranza e fiducia sono risuonate più volte sulla bocca dei presenti.N
ella seconda giornata sono state date alcune inform
azioni sul camm
ino della nostra Provincia e della C
ongregazio-ne. Sono stati ricordati alcuni appun-tam
enti importanti, com
e il centenario di fondazione della com
unità di Berga-
mo-V
illa Santa Maria e l’A
nno Con-
tinentale d’Europa nel 2020, durante il quale ci sarà la V
isita Canonica del
Consiglio G
enerale. L’Assem
blea dei Superiori d’Europa e il C
onsiglio Ge-
nerale Straordinario (CG
E) si terranno a C
zestochowa, nel m
ese di maggio del
2020. La visita Canonica avrà inizio
con la chiusura del Convegno di Lore-
to, il 13 settembre 2020.
I referenti delle quattro Com
missio-
ni (Evangelizzazione,
Spiritualità, Form
azione, Economia) hanno avu-
to modo di rendere edotti i confratelli
sul camm
ino svolto nei vari ambiti, in
modo particolare, per quanto riguarda
crato sono la ricerca radicale di Dio e
il vivere un’esistenza imitativa e con-
formativa di C
risto. Ogni autorità trae
la sua origine nell’autorità di Cristo ed
è prima di tutto un’autorità spirituale
al servizio dei fratelli. Un’autorità che
rende partecipi e stimola alla sinodali-
tà. Si dovrebbe sempre più lavorare per
far crescere all’interno delle comunità
religiose il senso di corresponsabilità, non solo nella gestione del tem
po pre-sente, m
a anche e soprattutto nel pen-sare, cercare, vedere e ripensare con un orizzonte più am
pio che vada al di là del proprio io e renda ciascuno capace di passare dal “ciò che è bene per m
e” al “ciò che è bene per la com
unità”. La R
egola è lo “spazio” dove ci si muove.
Il superiore e i confratelli non “occupa-no” lo spazio con prepotenza, m
a ci si m
uove nel rispetto di tutti. Dom
Gior-
dano Rota ha concluso il suo interven-
to con una citazione del teologo Johann A
dam M
ohler: «Non vorrem
mo m
orire né asfissiati per estrem
o centralismo,
né assiderati per estremo individuali-
smo. N
é uno può pensare di essere tut-ti, né ciascuno può credere di essere il tutto, m
a solo la diversità e l’unità di tutti è una totalità».La prim
a mattinata si è poi conclusa
con la relazione del Superiore Provin-ciale sulla situazione della nostra Pro-
L’11 e il 12 giugno scorso si è svolta a B
ergamo-V
illa Santa Maria l’annua-
le Assem
blea dei Superiori di Com
u-nità. Tem
a centrale dell’incontro è stato quello della leadership. E
rano presenti anche p. M
ihovil Filipovic per la com
unità di Czestochow
a, p. L
uigi Fratus per i confratelli dello Z
ambia e p. Z
rinko Nikolic per la
comunità di Z
agabria.N
ella prima giornata è stato invitato
Dom
Giordano R
ota, Abate di Pontida
e Vicario Episcopale per la V
ita Consa-
crata per la diocesi di Bergam
o, che ha svolto una relazione dal titolo: “Il ser-vizio dell’autorità e l’accadere di D
io”. L’A
bate di Pontida ha ricordato che i due obiettivi principali di ogni consa-
Fratres in Unum - 17
16 - Fratres in Unum
La comunità dei M
issionari Monfortani
a Zagabria - Croazia
di Padre Susac Miljenko
Storia della nostra spiritualitàe della fondazione in C
roazia
Com
e è capitato spesso nella nostra storia, il santo di M
ontfort ha prece-duto i suoi m
issionari. La spiritualità di M
ontfort è da tempo presente nella
storia della Chiesa del popolo croato.
Tutto è cominciato nel 1891, quando
l’arcivescovo di Sarajevo del tempo,
Mons. Josip Stadler, oggi servo di D
io, ha tradotto il “Trattato della Vera D
e-vozione” in croato. D
a allora sono state fatte diverse riedizioni del Trattato e sono stati pubblicati altri libri di M
on-tfort in croato. M
olti vescovi, sacerdo-ti, religiosi e laici hanno vissuto la con-sacrazione a G
esù Cristo per m
ezzo di M
aria. In modo particolare bisogna ri-
cordare il beato cardinale Stepinac che ha vissuto e ha cercato di diffondere la consacrazione nei m
omenti più diffici-
li, durante la seconda guerra mondiale,
nel 1943. Nel santuario nazionale di
Maria B
istrica ha consacrato la Chiesa
ed il popolo croato a Maria.
Nel 1976 p. Luka C
irimotic entra nella
Com
pagnia dei Missionari M
onforta-ni com
e primo croato. Q
ualche anno dopo lo seguirà p. Ivan M
agdic. Da
allora hanno lavorato in Croazia. N
ella C
ompagnia sono entrate altre persone
e attualmente ci sono otto padri croati
Carissim
i confratelli, con gioia voglia-m
o condividere con voi queste rifles-sioni sul passato, sul presente e sul fu-turo della nostra com
unità a Zagabria.
Il t
eso
ro
ch
e
ab
bia
mo
ric
evu
to
Nella fotoSantuario Nazionale di
Maria Bistrica
Fratres in Unum - 19
18 - Fratres in Unum
e due giovani in formazione. N
el 2000 ufficialm
ente è stata fondata la comu-
nità dei missionari m
onfortani a Zaga-bria.
La casa e la com
unità dei missionari
monfortani a Z
agabria
La prima com
unità ha vissuto nella nostra vecchia casa in via Sveti D
uh 164. Q
uesta abitazione era piccola e non adatta alla vita della com
unità. N
el 2009 è iniziata la costruzione del-la nuova casa nel quartiere di Zagabria che si chiam
a Blato. L’anno seguente è
stata ultimata e benedetta dal Vescovo
ausiliare Pozaic.A
ttualmente fanno parte di questa co-
munità p. Zdravko B
aric che è superio-re, p. Ivan M
agdic, p. Miljenko Susac
e p. Petar Zrinko Nikolic. R
icordiamo
altri padri croati, p. Kristijan Zlender
che sta a Monte M
ario a Rom
a, mentre
p. Mihovil Filipovic, p. N
ikola Tandara e p. M
iro Ravlic sono in Polonia.
L’apostolato che i padri svolgono e la particolare attenzione alla spirituali-tà m
onfortana
Nel 2000 il padre M
ihovil e il padre M
iljenko hanno cominciato a vivere
nella comunità di Zagabria. D
opo qual-
che anno si sono associati anche il pa-dre Zdavko e il p. Ivan. E si sono fatte delle scelte che hanno segnato la vita e la vicenda m
onfortana in Croazia fino
a nostri giorni.Q
ueste scelte si possono riassumere in
due slogan. Il primo: «C
he Montfort
vada avanti» e il secondo: «Inseri-m
ento nella Chiesa locale».
Che M
ontfort vada avanti. Vale a dire che abbiam
o deciso di fare tutto il possibile perché gli scritti, la vita e la spiritualità m
onfortana della con-sacrazione si diffondessero su larga scala.
Abbiam
o deciso
questo per-
ché eravamo convinti, e lo siam
o an-che adesso, che gli scritti di san Luigi hanno in se stessi una forza spirituale tale che attraggono il lettore all’am
o-re verso G
esù, la Madonna e spingono
alla consacrazione. Ci siam
o messi in
contatto con una piccola casa editrice cattolica, e guarda caso, o m
eglio la Provvidenza, il proprietario di questa è consacrato a G
esù per mezzo di M
a-ria. Q
uesto signore ci ha stampato libri
a buon prezzo e lui stesso diffonde gli scritti di M
ontfort nelle librerie cat-toliche. N
el giro di due anni abbiamo
pubblicato, in formato tascabile, tutti
gli scritti del nostro fondatore, com-
presi i Cantici. La diffusione è stata
rapida, sono state vendute migliaia di
copie. Oltre agli scritti di M
ontfort, p. M
iljenko ha dedicato molto tem
po allo studio e alla diffusione della spiritualità m
onfortana. Ha scritto la prim
a biogra-fia di M
ontfort in croato, le meditazioni
in preparazione alla consacrazione, l’e-sposizione sistem
atica della nostra spi-ritualità e un libretto di preghiere per la diffusione della devozione a san Luigi stesso. I libri hanno ottenuto un grande successo, soprattutto le m
editazioni in preparazione alla consacrazione, che vengono ristam
pate di continuo. Una
delle case editrici più conosciute, in collaborazione con i Padri, ha pubbli-cato le sei opere principali di M
ontfort in croato. Sin dall’inizio un am
ico ci ha aiutato e abbiam
o aperto la pagina web
dei missionari m
onfortani a Zagabria. In questa pagina w
eb, oltre le solite no-tizie, abbiam
o messo tutti gli scritti di
san Luigi e tutto ciò che ha scritto pa-dre M
iljenko. Tutti possono accedere gratis e scaricare gratuitam
ente i testi.U
n’altro modo per diffondere la spiri-
tualità monfortana era, ed è tuttora, il
lavoro di predicazione dei padri negli incontri con le persone e i gruppi che chiedono la nostra anim
azione. I padri hanno guidato m
olti ritiri e giornate di spiritualità per le persone consacrate, i laici e i m
ovimenti. Tra questi voglia-
mo ricordare in m
odo particolare la “Legio M
ariae” che vive e cerca di dif-fondere la nostra spiritualità. Per anni, una volta alla settim
ana, i padri hanno anim
ato un incontro di preghiera e di catechesi su tem
i monfortani.
Inserimento nella C
hiesa locale. Con
questo intendiamo dire che abbiam
o avvertito il bisogno di entrare nel tessu-to ecclesiale della C
roazia e di collabo-rare con i vescovi e i sacerdoti, perché ci sem
brava di essere al di fuori delle realtà im
portanti della vita della Chie-
sa in Croazia. O
ltre alla collaborazione con diversi parroci per la predicazio-ne e le confessioni dom
enicali, i padri hanno preso degli incarichi pastorali là dove m
ancava il clero. Padre Ivan è stato parroco in diverse parrocchie nel-la diocesi di D
ubrovnik, padre Miljen-
ko per tre anni e stato parroco e rettore di un santuario m
ariano nella diocesi di Licko Senjska.In m
odo particolare bisogna ricorda-re la collaborazione con l’ordinariato m
ilitare croato. Tutti i padri, in diversi m
omenti e per diversi periodi, hanno
svolto il servizio di cappellano militare.
Bisogna precisare che i padri im
piegati in questo servizio vivono in com
unità e vanno in caserm
a ogni giorno. Ogni
sabato e domenica sono liberi. In que-
Fratres in Unum - 21
20 - Fratres in Unum
sto modo possono svolgere anche tante
altre attività. Attualm
ente p. Zrinko e p Zdravko sono cappellani m
ilitari. Pa-dre M
iljenko è parroco in una parroc-chia vicina, su richiesta del cardinale di Zagabria, che ha chiesto una collabo-razione.
Com
e sono visti i padri monfortani
dalla Chiesa locale.
I monfortani sono bene accolti e sono
visti dalla Chiesa locale com
e coloro che cercano di vivere e diffondere la spiritualità della consacrazione. N
ella nostra casa c’è un continuo andirivieni di persone che cercano la confessione e la direzione spirituale. D
iverse per-sone e gruppi vengono e chiedono di consacrarsi a G
esù per mezzo di M
aria. I padri che hanno assunto servizi pasto-rali ricevono consensi dal clero. Sono ben accolti dalla gente e apprezzati dai vescovi e dagli altri sacerdoti.
Quale futuro si prospetta per la pre-
senza monfortana in C
roazia
Il futuro è nelle mani di D
io ma, per
quanto ci riguarda, è nostro desiderio continuare sulla strada intrapresa e nel-la stessa direzione. Indubbiam
ente ci vorrebbero più persone per fare di più
e per vivere meglio alcune realtà che
appartengono al nostro carisma e alla
nostra identità e che ci stanno a cuo-re. Q
ueste sono: un maggiore im
pegno nell’apostolato itinerante, un m
aggior accom
pagnamento dei gruppi, un la-
voro più sistematico nella prom
ozio-ne vocazionale. Q
uesta strada è tutto-ra aperta, m
a la direzione della nostra congregazione ha deciso di trasferire in Polonia tre nostri padri croati che
avrebbero potuto impegnarsi in questo
e in altro qui in Croazia. Q
uindi per noi m
onfortani croati la fondazione in Po-lonia è stata un m
omento di gioia, m
a anche di sofferenza perché la fonda-zione croata, che prom
etteva tanto, si è indebolita. M
a siamo contenti per il
lavoro che i padri fanno in Polonia e per i bei frutti m
onfortani che là già si vedono. N
oi aspettiamo che altri giova-
ni croati in formazione diventino preti
monfortani e ritornino nella loro patria.
In questo modo potrem
o fare di più e realizzare tanti progetti che ci stanno a cuore. Intanto la cosa più im
portante è che la passione per il grande tesoro che noi abbiam
o, cioè la nostra spiritualità, non si indebolisca né nei padri, né nel-le richieste della gente. Tutto il resto lo affidiam
o a Dio Solo, fiduciosi nell’in-
tercessione della Regina dei cuori, di
san Luigi e della beata Maria Luisa.
Fratres in Unum - 23
22 - Fratres in Unum
Fedeli al nostro carisma
La comunita di C
zestochowa
di Padre Mihovil Filipovic
benedetta dell’arcivescovo della dioce-si M
ons. Stanislaw N
owak e da allora
è in uso. All’inizio era stata destinata
agli gli studenti che frequentavano l’U-
niversità Polonia di Czestochow
a dove i Fratelli insegnavano francese e spa-gnolo. Q
uesto ha funzionato per due anni e poi per m
ancanza di studenti, la casa ha com
inciato ad assumere un’al-
tra finalità: accoglienza di gruppi, di singoli pellegrini e di gruppi per ritiri. N
el 2018, i Fratelli dopo 20 anni, hanno portato a term
ine la loro missione e la
loro presenza in Polonia. La casa è ri-m
asta di loro proprietà. L’arrivo dei Pa-dri M
onfortani a Czestochow
a è datato nel novem
bre del 2010 con la venuta di p. M
ihovil Filipovic. La sua presenza è stata legata alla com
unità dei Fratel-li, anche se non ufficialm
ente. Tale si-tuazione è durata fino al 2016, quando in occasione del 300.m
o anniversario della m
orte di san Luigi di Montfort è
stata ufficialmente costituita la com
u-nità dei M
issionari Monfortani. C
on il perm
esso e la benedizione dell’Arcive-
scovo locale, Mons. W
aclaw D
epo, alla viglia della solennità dell’Im
macolata
Concezione della B
eata Vergine Maria,
alla presenza dell’allora Provinciale p. A
ngelo Epis, p. Mihovil ha fatto la pro-
messa di fedeltà com
e primo superiore
della Com
unità Monfortana. A
ltri padri
Storia della casa/comunità
La storia della casa di Cestochow
a è legata alla presenza dei Fratelli di san G
abriele che sono arivati in Polonia nel 1998. La loro prim
a residenza è stata in una casa in affitto e poi hanno co-struito l’attuale edificio. La casa è stata
Dio
ag
isc
e
ne
i pic
co
li
Fratres in Unum - 25
24 - Fratres in Unum
che costituiscono la Com
unità sono p. N
ikola Tandara dal 2016, p. Miro R
a-vlic dal 2017. Q
uesto è il terzo anno della nostra presenza e siam
o arricchiti dalle prim
e vocazioni: attualmente due
postulanti a Rom
a e due candidati a C
zestochowa. R
ingraziamo D
io per la sua bontà e providenza m
anifestate in questi anni.
Com
e sono arrivati i Monfortani
La nostra presenza in Polonia ha co-m
inciato a maturare e a svilupparsi
attraverso l’idea dei Superiore dei Fra-telli di san G
abriele, Fratel Ivan, e il nostro Superiore G
enerale del tempo,
p. Santino Brem
billa. Hanno pensato di
fare un proposta per rendere più visibi-le la presenza della Fam
iglia Monforta-
na in Polonia. Questo è stato m
otivato da una incerta prospettiva da parte dei Fratelli di san G
abriele di rimanere al-
tri anni ancora in Polonia, per la man-
canza di vocazioni e per l’impossibilità
di cambi, vista l’età dei Fratelli stessi.
Allora ci si è proposti di fare insiem
e un tentativo circa la presenza m
onfor-tana. Il prim
o passo è stato nel novem-
bre del 2008, quando i Fratelli di san G
abriele hanno visitato la nostra casa a Zagabrria: fratel C
ristian Bison e fratel
Gennaro de Fresino. D
opo due giorni
di conoscenza sulla questione, siamo
partiti insieme per la Polonia con p.
Santino. Per tre giorni abbiamo pregato
e discusso sulla realtà e qualche pos-sibile iniziativa di collaborazione per rendere più certo il futuro della presen-za m
onfortana, oppure chiudere tutto, visto che la presenza si era resa m
olto fragile. A
bbiamo deciso di fare qualche
passo concreto, e così abbiamo proget-
tato un ritiro di tre giorni sulla spiritua-lità m
onfortana nel maggio del 2009,
a Czestochow
a. A questo ritiro erano
presenti circa 30 persone. Una signora
polacca che abita a Zagabria traduceva le m
editazioni dettate da p. Mihovil.
L’animazione dei canti in croato è stata
gestita da un amico croato di p. M
iho-vil, D
ragutin Hrastovic. N
ello stesso anno, nel m
ese di agosto, abbiamo fat-
to un’altro passo: l’organizzazione di un cam
po estivo sull’isola di Krapanj
in Croazia. V
i hanno partecipato circa 70 persone. M
età erano polacchi e gli altri croati. La stessa signora A
leksan-dra D
umanow
ska traduceva le medita-
zioni di p. Mihovil. N
el novembre del
2010 è arrivato p. Mihovil, segnando
un passo avanti della presenza dei Mis-
sionari Monfortani in Polonia, a C
ze-stochow
a. Un ricordo personale: la m
ia prim
a presenza in Polonia nell’agosto del 1998, da pellegrino, dopo il m
io
ritorno da Rom
a, nel 1997. In questo pellegrinaggio portavo con m
e una co-pia della statuetta della Vergine M
aria, scolpita da san Lugi de M
ontfort e che il santo m
issionario portava con sé sul suo bastone di pellegrino. E quando siam
o stati ad Auschiw
itz, ho avuto la forte ispirazione di lasciare questa statua della M
adonna presso le suore C
armelitane, con la richiesta di pregare
affinché i Missionari M
onfortani po-tessero arrivare in Polonia. Forse non è una casuale coincidenza che proprio in quell’anno siano arrivati in Polo-nia i Fratelli di san G
abriele. Dopo 18
anni si è realizzato questo desiderio e grazie anche alle preghiere delle suore C
armelitane. Però possiam
o dire con certezza il nostro prim
o grazie a Dio e
alla Vergine Maria che ci hanno dato la
possibilità di venire in Polonia, e poi al nostro santo Fondatore, san Luigi, che intercede per noi perché siam
o in grado di ascoltare e rispondere alle ispirazio-ni divine. E infine grazie anche a m
olte preghiere di tanti confratelli.
L’apostolato che i padri vi svolgono
L’apostolato che i Padri svolgono è variegato. A
lcune attività sono pro-gram
mate ed altre sono occasionali a
seconda di come si propone la divina
Provvidenza. A casa offriam
o acco-glienza a gruppi e a singoli pellegrini che chiedono l’alloggio e vitto per due o tre giorni. A
bbiamo program
mato ri-
tiri mensili in preparazione alla C
onsa-crazione a G
esù per le mani di M
aria. In questi ritiri siam
o coinvolti tutti sia per le conferenze sia per le confessio-ni o direzione spirituale. A
ltre attivi-tà sono occasionali, com
e guidare i gruppi nei pellegrinaggi a M
edjugorje e celebrazione delle M
esse dalle suo-re a C
zestochowa o W
arszawa con le
confessioni e direzione spirituale. Altre
sono le risposte alle richieste di fare ri-tiri spirituali di 3-4 giorni nelle parroc-chie in alcune diocesi oppure ai gruppi dei diversi M
ovimenti (Legio M
ariae, R
innovamento
nello Spirito,
Istituti Secolari). L’attività si è allargata anche al di fuori della Polonia: in C
roazia, G
ermania,
Svezia, Inghilterra. A
ltre attività sono la diffusione della spiri-tualità attraverso gli scritti di M
ontfort, la cura delle vocazioni e la form
azione dei laici. Lavoriam
o anche con i mem
-bri dell’A
ssociazione di Maria R
egina dei C
uori. Per adesso gli iscritti si ag-girano attorno ai 1250. Program
miam
o una volta all’anno un incontro a C
ze-stochow
a per approfondire la nostra Spiritualità e un pellegrinaggio (ogni uno o due anni). N
el 2017 abbiamo
Fratres in Unum - 27
26 - Fratres in Unum
raggiunto Fatima con p. M
ihovil e p. M
iro; e quest’anno siamo andati in Ter-
ra Santa con p. Mihovil e p. N
ikola. Le richieste sono m
olte e non riusciamo
rispondere a tutte.
Com
e siamo visti dalla chiesa locale
Nella diocesi siam
o visti bene, grazie anche alla nostra presenza nel M
ovi-m
ento Carism
atico, di cui già da 8 anni p. M
ihovil è il responsabile. Ogni anno
abbiamo diverse attività nella diocesi,
grazie alle quali abbiamo occasione di
incontrarci con il nostro vescovo (3-4 volte ufficialm
ente). Partecipiamo agli
esercizi spirituali che la diocesi orga-nizza. A
gli esercizi spirituali che orga-nizziam
o in casa, vi partecipano suore e sacerdoti; poi questi ci chiam
ano a fare conferenze e ritiri nelle loro com
u-nità o nelle parrocchie. Siam
o presenti negli incontri della C
onferenza dei Su-periori M
aggiori, due volte all’anno. Inoltre abbiam
o da tre anni nella nostra casa gli incontri (2 volte all’anno) dei sacerdoti legati al M
ovimento Sacer-
dotale Mariano, ispirato da don Stefano
Gobbi. Sono presenti i sacerdoti dalle
diverse diocesi di Polonia. È un ten-tativo di ravvivare questo M
ovimento
tra i sacerdoti (sono incontri a livello nazionale).
Quale futuro si prospetta
Guardiam
o al futuro con speranza e m
olto entusiasmo. Vediam
o che Dio
è grande e agisce attraverso piccole e discrete forze, e noi non G
li vogliamo
mettere im
pedimenti. A
nzi, preghiamo
di essere fedeli al nostro carisma che
è molto bello e dinam
ico, così che co-m
inci ad affascinare anche gli altri e per questo ci aspettiam
o molte altre
vocazioni dalla Polonia. Dunque siam
o principalm
ente concentrati sul lavoro con i laici e sulle vocazioni, attraverso la diffusione della nostra spiritualità. N
el futuro pensiamo di fare qualcosa
per le persone che vogliono legarsi di più alla nostra com
unità attraverso i voti privati, sull’esem
pio della comu-
nità di Trinitapoli. Siamo aperti e pre-
ghiamo perché si realizzi una m
aggiore condivisione e lavoro di insiem
e con le altre entità: con le nostre com
unità e i laici legati all’A
ssociazione Maria R
e-gina dei C
uori, per il bene della Chiesa
in tutta Europa. Abbiam
o una buona esperienza della presenza dei laici, in qualche m
odo inseriti nella Com
unità, com
e volontari (come è nelle case di
missione dei padri B
ufalotti). Dobbia-
mo forse cercare di fare qualcosa per
dare alle comunità delle indicazioni
su come gestire questa orm
ai sentita
e sperimentata realtà. Sicuram
ente nel futuro si apriranno altre possibilità di attività e dobbiam
o chiederci come ri-
spondere nel miglior m
odo possibile. N
oi ci prospettiamo di form
are delle “équipes internazionali” per l’evange-lizzazione dell’Europa, specialm
ente a partire da M
edjugorje. Infatti dall’anno scorso ho com
inciato a fare con i grup-pi della Polonia un ritiro di tre giorni
in preparazione alla Consacrazione a
Gesù per le m
ani di Maria, a M
ajcino Selo. Q
uest’anno sarà il secondo anno che accom
pagnerò il gruppo della Po-lonia e siam
o aperti anche ad altre per-sone che vogliono aggregarsi per questi tre giorni. N
el futuro forse si potrebbe tentare di inserire la traduzione sim
ul-tanea per venire incontro alle diverse nazionalità? Perché no?
Fratres in Unum - 29
28 - Fratres in Unum
Al term
ine dell’anno mariano, 1987,
Giovanni Paolo II, nell’Enciclica R
e-dem
ptoris Mater additava il Santo di
Montfort quale “testim
one e maestro di
spiritualità mariana” (n. 48), in quanto,
nel suo Trattato della Vera Devozione
a Maria, propone un cam
mino di per-
fezione cristiana con la Madre del Si-
gnore. Trentadue anni dopo, un’altra voce originaria della Polonia, indica nel Trattato di M
ontfort una guida si-cura per i tem
pi di oggi.È ciò che è successo il giorno 2 gennaio 2019. Eravam
o a Medjugorie con circa
30 pellegrini della nostra Associazione
Maria R
egina dei Cuori dalla Puglia.
Alle ore 11,00 la Santa M
essa in Italia-no nella C
hiesa Parrocchiale. I sacerdo-ti si preparano già sul presbiterio e così anche noi dalla sacrestia entriam
o sul presbiterio e per raggiungere il nostro posto passiam
o accanto all’ambone sul
quale notiamo con stupore, accanto al
Lezionario, una copia del Trattato del-la vera devozione a M
aria. Finalmente
la Santa Messa ha inizio e con le note
del canto di ingresso entra il celebran-te principale, l’A
rcivescovo polacco, H
enryk H
oser, Visitatore
apostolico perm
anente, inviato da Papa Francesco per la cura pastorale dei fedeli che si recano a M
edjugorje. Sappiamo che
Hoser era grande am
ico di Giovanni
Paolo II e che conosce anche la spiri-tualità m
onfortana. L’attesa per le sue parole è grande e non rim
ane delusa.Il Vangelo del giorno è quello di G
v 1,19-28, la testim
onianza di Giovanni,
che confessa: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: rendete diritta la via del Signore». N
ell’omelia H
oser de-
Montfort, H
oser e Medjugorje
La chiamata della Vergine
di Padre Giovanni Maria Personenie Associazione Maria Regina dei Cuori
Se
gn
i de
i te
mp
i
Fratres in Unum - 31
30 - Fratres in Unum
nuncia il vento della scristianizzazione e lo spirito del m
ondo contrario a quello di D
io. Le sue parole riecheggiano e at-tualizzano il grido di G
iovanni Battista
che sono un invito alla conversione in un tem
po e in un luogo di grazia come
è quello di Medjugorje. Ed è a questo
punto che Mons. H
oser, sottolineando la testim
onianza di San Giovanni Pao-
lo II, un altro profeta del nostro tempo,
prende tra le mani il Trattato della vera
devozione a Maria di San Luigi M
aria di M
ontfort, nell’edizione italiana e dice: “Vorrei indicare questo libro, il Trattato della Vera D
evozione a Ma-
ria, libro tanto amato da San G
iovanni Paolo II, che ha portato con sé questo libretto dalla sua gioventù fino alla sua m
orte”. “Questo libro” - ha con-
tinuato – “mostra il ruolo della Santa
Madre di D
io, Maria Santissim
a, … il
suo ruolo nella grande opera di salva-re il m
ondo, il mondo di oggi. …
Da
questo libro impariam
o come lei è in-
viata da Dio per avvicinarci, condurci
a suo Figlio”. Poi fissando gli occhi sul Trattato che teneva in m
ano e di nuovo sollevandolo alla vista dei fedeli ha ag-giunto: “Q
uesto libro deve essere com-
pagno della nostra vita”. Un brusio ha
percorso la chiesa parrocchiale di San G
iacomo. C
erto non pochi sacerdoti o sem
plici fedeli conoscono e stimano il
libro di Montfort e chi non sa chiede al
vicino spiegazioni. A
lla gioia di ascoltare quelle parole è seguita la consapevolezza di un chiaro invito dello Spirito a riscoprire e vive-re con entusiasm
o il dono ricevuto, un dono non solo per noi, m
a anche per altri, se pensiam
o al fatto che secondo M
ons. Hoser a M
edjugorje è iniziata la nuova evangelizzazione.N
ei giorni seguenti abbiamo incontra-
to Mons. H
oser ringraziandolo per le sue parole. L’A
rcivescovo è convinto della validità e della necessità degli insegnam
enti del Montfort per nutri-
re e far crescere il popolo di Dio nella
conoscenza e nell’amore di M
aria e in quell’occasione ha chiesto di conosce-re m
eglio la realtà della Com
pagnia di M
aria e dell’Associazione M
aria Re-
gina dei Cuori ad essa legata. D
opo aver inviato, con il Padre Provinciale, la docum
entazione informativa, abbia-
mo chiesto un incontro ufficiale a cui
ha partecipato una delegazione della Provincia d’Italia e della A
ssociazio-ne. L’incontro si è svolto il m
attino di G
iovedì 25 aprile: eravamo presenti: P.
Mario B
elotti, Superiore Provinciale, p. A
ngelo Sorti, Consigliere, P. N
ikola Tandara da C
zestochowa, a rappresen-
tanza anche degli altri padri della Cro-
azia, io e Mariane M
agalhães de Souza,
Consacrata con Voti dell’A
ssociazione M
aria Regina dei C
uori di Trinitapoli. Il Provinciale ha presentato la C
ongre-gazione dei M
issionari Monfortani, i
numeri, i luoghi di presenza, la M
is-sione e le M
issioni, l’attualità della Spiritualità con il best-seller del Trat-tato di M
ontfort. Abbiam
o presentato i cam
mini di C
onsacrazione, il lavoro che si svolge in Italia, e p. N
ikola il lavoro dei Padri croati nella diffusione della spiritualità in C
roazia e Polonia con la traduzione com
pleta delle opere del M
ontfort, adesso anche in lingua polacca. A
bbiamo esposto il lavoro
dell’Associazione
Maria
Regina
dei C
uori già presente con una sua sede a M
edjugorje. Padre Mario ha spiegato
il ruolo importante dei laici nella testi-
monianza e nell’aiuto che possono dare
nella diffusione della spiritualità mon-
fortana, insieme a noi Padri, nell’unica
missione di instaurare il regno di G
esù per m
ezzo di Maria.
Mons. H
oser è apparso interessato e anche contento. E’ desiderio dell’A
rci-vescovo che siam
o presenti in maniera
fissa a Medjugorje in aiuto ai pellegrini.
Padre Mario ha espresso il desiderio di
poter rispondere a questo appello che appare, in realtà, com
e una chiamata
dello Spirito. Oggi, la C
hiesa in uscita di Papa Francesco, chiede alla C
ompa-
gnia di Maria il m
eglio di sé, il tesoro che il M
ontfort ha lasciato in eredità. Se la Vergine M
aria ha un ruolo chiave per la salvezza del m
ondo, e ce lo inse-gna M
ontfort, anche i Missionari M
on-fortani devono essere al crocevia della storia, con la convinzione che “M
aria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, affinché per m
ezzo suo sia conosciuto, am
ato e servito Gesù
Cristo” (V
D 49).
Tocca a noi riconoscere i “segni dei tem
pi”, tocca a noi muoverci “al più
piccolo soffio dello Spirito Santo” (VD
57), intuendo com
e in un mom
ento forse non facile per la C
hiesa e la vita consacrata, la Santa Vergine vuole, in m
odo particolare, i figli di Montfort
accanto a sé per la grande sfida della nuova evangelizzazione annunciata da San G
iovanni Paolo II e confermata da
Papa Francesco. Prim
a di congedarci e chiedere la sua benedizione abbiam
o lasciato alcuni doni a M
ons. Hoser: la copia fotogra-
fica del Manoscritto originale del Trat-
tato di Montfort, una copia della pic-
cola Statua della Vergine scolpita da S. Luigi da M
ontfort, una imm
agine della C
roce di Poitiers, il libro di P. Alfio
Mandelli, Totus Tuus, e la traduzione
in polacco delle Opere del M
ontfort, scritti spirituali.
Fratres in Unum - 33
32 - Fratres in Unum
Convegno a Loreto del M
ovimento
Mariano “C
onsecratio Mundi”
di Padre Sergio Gaspari
Abbiam
o invitato il vescovo della Pre-latura di Loreto per benedirci e salu-tarci. R
iferendosi alla sua adolescen-za, quando nel paese natale in Veneto frequentava l’oratorio parrocchiale, ci ha ricordato i tre am
ori bianchi di cui parlava s. G
iovanni Bosco: l’Eucaristia
(pane bianco), la Madonna (Im
maco-
lata) e il Somm
o Pontefice (vestito di bianco).C
ome introduzione al convegno io,
citando il card. beato I. Schuster, ho m
ostrato com
e l’Eucaristia
ci “im
-parenta” con M
aria; in essa la Madre
del Signore «riconosce in noi qualche cosa che è sua e che le appartiene». D
el resto «Caro C
hristi caro Mariae»,
esplicitava l’abate Am
brogio Autperto
(+781). Il santo di Montfort sottoline-
ava: «Dopo la santa M
essa, il rosario è la preghiera e l’azione più santa che si possa com
piere, essendo mem
oriale e celebrazione di quanto G
esù Cristo
ha operato e sofferto per noi» (Metodi
per recitare il rosario 38). Non dim
en-ticando che «la devozione alla Vergine santa, dopo quella a N
ostro Signore nel SS.m
o Sacramento, è la più santa e la
più solida di tutte» (VD
99). S. Vincen-
zo de’ Paoli aveva dichiarato: «Dopo la
Messa, la devozione al rosario ha fatto
scendere nelle anime più grazie che tut-
te le altre devozioni, e con le sue ‘Ave
Giuseppe D
aminelli per la relazione di
profilo monfortano, il sottoscritto quale
assistente spirituale del Movim
ento, e il postulante polacco D
aniel Logutko. La gente ci ha letteralm
ente assediati di dom
ande, richieste, promesse di pre-
ghiera per le vocazioni monfortane...
Un giovane ci ha confidato: «ogni gio-
vedì recitiamo, per questo scopo, con
mia m
amm
a la Preghiera Infocata di San Luigi M
aria». I partecipanti si sono m
ostrati molto in-
teressati ai vari mom
enti di liturgia e di preghiera. M
enzioniamo in particolare
sabato sera, 23 marzo, la recita del ro-
sario in lingue con processione e fiac-colata, organizzata dal santuario della Santa C
asa e presieduta dal vescovo Fabio D
al Cin. Poi l’atto di consacra-
zione alla Vergine, domenica 24 m
arzo. D
avanti alla statua della Vergine, posta sull’altare, ogni partecipante ha bacia-to la bibbia, per indicare che la consa-crazione m
ariana esprime l’im
pegno di vivere il vangelo alla presenza santifi-catrice della R
egina dei cuori; quindi ognuno ha deposto sul braciere acceso ai piedi dell’altare, un grano di incen-so, segno dell’offerta della propria vita quale sacrificio di lode eucaristica; poi l’aspersione dell’assem
blea con l’ac-qua benedetta in ricordo del battesim
o; infine il solenne atto di consacrazione.
Eu
ca
ris
tia
e M
aria
Dal 23 al 25 m
arzo 2019, a Loreto si è svolto il Convegno
annuale del Movim
ento Mariano C
onsecratio Mundi, dal ti-
tolo, “I due amori della C
hiesa: l’Eucaristia e la Madonna”.
I partecipanti sono stati circa 130, quelli residenziali, a cui vanno aggiunti altri 30, quelli diurni provenienti dai paesi lim
itrofi a Loreto. Di noi m
onfortani hanno partecipato p.
Nella fotoM
ons. Fabio Dal CinVescovo di Loreto
Fratres in Unum - 35
34 - Fratres in Unum
Maria’ com
pie più miracoli di ogni al-
tra preghiera». Da secoli due assiom
i popolari conferm
ano: «Messa e rosa-
rio a ogni mal va contrario» e «M
es-sa e corona dal m
al ti scampa e ben ti
dona». Nella lettera del 12 aprile 1970
Lucia di Fatima chiedeva: «A
parte il tem
po da dedicare alla Santa Messa,
dobbiamo anche trovarne per recitare
il Rosario... dobbiam
o e possiamo fare
entrambe le cose».
Riassum
o in modo, purtroppo sog-
gettivo, le quattro relazioni.
1) “La salvezza dell’umanità e la don-
na: il Pane di vita e la Theotòkos”. R
elazione tenuta dal Prof. Giuseppe
Lipari, dottorando in Mariologia Ecu-
menica, presso l’Istituto Ecum
enico San N
icola (Bari). S. Efrem
Siro (+ 373), il prim
o dottore e poeta mariano,
cantava: «Maria ci ha dato il pane che
conforta, al posto del pane che affatica datoci da Eva». Eva disobbediente por-ge all’uom
o il frutto mortifero, M
aria sorgente della vita, elargisce ai fedeli il frutto del suo grem
bo imm
acolato: C
risto pane di vita e farmaco d’im
-m
ortalità. In apertura, Lipari, citando il m
agistero, aveva spiegato: «Maria…
assunta al dialogo con D
io, dà il suo consenso attivo e responsabile non alla
soluzione di un problema contingente,
ma a quella ‘opera dei secoli’, com
e è stata giustam
ente chiamata l’Incarna-
zione del Verbo» (Paolo VI, M
C 37). E
Giovanni Paolo II: «La novità assoluta
del Vangelo» è la stipulazione dell’al-leanza con una donna (M
ulieris digni-tatem
, 11). Pertanto, impegnata nella
storia salvifica, la Vergine «si trova al punto chiave della storia dell’uom
o sulla ter-ra» (ivi, 3).
2) Nella m
ia relazione, “I misteri di
Cristo contem
plati con Maria nel rosa-
rio”, ho evidenziato come i m
isteri del Signore, celebrati nella santa M
essa e cantati nella liturgia delle O
re, si pro-lungano e riecheggiano in com
unione con M
aria nella recita del rosario. Pa-olo V
I precisava: «Sia pure su piani di realtà essenzialm
ente diversi, l’anam-
nesi della liturgia (Eucaristia) e la me-
moria contem
plativa del rosario, hanno per oggetto i m
edesimi eventi salvifi-
ci compiuti da C
risto» (MC
48). Non
invano il rosario è definito “breviario di tutto il Vangelo” e per Leone X
III è «com
pendio del culto che si deve a M
aria».
3) P. Giuseppe D
aminelli ha presenta-
to “Il Segreto Meraviglioso del Santo
Rosario per convertirsi e salvarsi, di s.
Luigi Maria di M
ontfort”. Il Santo di M
ontfort scrive agli abitanti di Mont-
bernage: «Ricordatevi [...] di am
are ar-dentem
ente Gesù C
risto e di amarlo per
mezzo di M
aria [...]. Non m
ancate di adem
piere e mantenere fedelm
ente le prom
esse del battesimo e le pratiche, e
di dire tutti i giorni il rosario in pubbli-co o in privato, di frequentare i sacra-m
enti almeno tutti i m
esi» (LM 2). Poi
Montfort rileva: «Il cristiano, che non
medita sui m
isteri del rosario, dà prova di m
olta ingratitudine verso Gesù C
ri-sto e rivela d’aver poca stim
a per quan-to il divin Salvatore ha sofferto per la salvezza del m
ondo» (SAR
70). E pre-cisa: «Q
uesta recita del saluto angelico (Ave M
aria) mi piace ancor di più se
coloro che la praticano vi uniranno la m
editazione della vita, della passione e della gloria di G
esù Cristo, poiché
tale meditazione è l’anim
a di questa preghiera. Infatti, senza la m
editazione dei sacri m
isteri della nostra redenzio-ne, il rosario sarebbe quasi com
e un corpo senz’anim
a, una materia eccel-
lente priva di forma, poiché è proprio
la meditazione che distingue il rosario
dalle altre devozioni» (SAR
61). Pao-lo V
I, nel 1974 nella Marialis C
ultus, conferm
ava che è necessaria «la con-tem
plazione. Senza di essa il rosario è un corpo senz’anim
a, e la sua recita ri-
schia di divenire meccanica ripetizione
di formule» (M
C 47).
4) La quarta relazione sul libro: “Il ro-sario. La salvezza del m
ondo nella pre-ghiera m
ariana” di H. U
. von Balthasar,
Jaka Book, M
ilano 1978, è stata affida-ta a p. Sergio R
aiteri, Oasi della G
ioia, C
ivitavecchia.Von Balthasar scriveva:
«Il rosario. Una preghiera antica che
rischia di scomparire» perché «tacciata
di essere poco teologica, di non render sufficientem
ente conto del mistero di
salvezza di Cristo, di essere una devo-
zione ormai superata». M
a von Baltha-
sar non la pensava così. Neppure Lucia
di Fatima. N
ella lettera del 16 settem-
bre 1970, parlando dell’attacco al Ro-
sario e della riduzione del ruolo di Ma-
ria nel disegno della salvezza interna alla C
hiesa, rilevava: «È il Rosario che
alimenta la piccola fiam
ma della Fede,
che ancora non si è spenta del tutto in m
olte coscienze. Anche per quelle
anime che pregano senza m
editare, il sem
plice atto del prendere la corona per pregare è già un ricordo di D
io, del Soprannaturale…
Perciò il demonio gli
ha fatto tanta guerra. La cosa peggiore è che è riuscito a illudere e a ingannare anim
e piene di responsabilità per via della carica che occupano! Sono ciechi che guidano altri ciechi!».
Fratres in Unum - 37
36 - Fratres in Unum
in un assetto di collaborazione e impe-
gno all’interno dell’Unità Pastorale di
Negrar. È un progetto pilota che la dio-
cesi di Verona vuole diffondere, perché in ogni U
nità Pastorale ci sia una pre-senza fem
minile della vita consacrata,
segno e testimonianza del R
egno di D
io.Tutto questo “m
ovimento” ha in qual-
che modo rinnovato anche il nostro es-
sere religiosi in confronto con la realtà locale e ha fatto sì che i rapporti tra cle-ro locale e consacrati si siano rafforzati e consolidati. Q
uesto è un grande se-gno di “speranza” per il futuro: proprio in un m
omento di “crisi” num
erica, m
a non solo, della vita consacrata, la C
hiesa ci offre l’opportunità di aprirci a nuovi orizzonti e a nuovi cam
mini si-
nodali di feconda collaborazione.Pensando alle prospettive future della nostra com
unità, sentiamo forte l’ur-
genza, data l’assenza prolungata di p. Eugenio per il m
inistero itinerante, la presenza di un altro confratello per il m
inistero locale e per la gestione della nostra casa.Lo Spirito santo e la intercessione della B
eata Vergine Maria, regina dei C
uori, ci renda capaci di essere “ferm
ento e segno” di com
unione e collaborazione in questa C
hiesa dove ci troviamo ad
operare…
La comunità di A
rbizzano
Fe
rm
en
to
e s
eg
no
e vita religiosa. Il servizio parrocchiale è affidato a padre A
ngelo e padre Got-
tardo come co-parroci di entram
be le parrocchie. G
ià da diversi anni le due com
unità parrocchiali collaborano per la pastorale adolescenti, per la C
aritas, per il C
RE estivo, oltre che per alcu-
ni appuntamenti celebrativi…
quali il giorno dei defunti, la chiusura del m
ese di m
aggio, la festa del nostro santo fondatore…
Nelle due com
unità i pa-dri svolgono anche il m
inistero della riconciliazione secondo le necessità e i bisogni. Inoltre una parrocchia, San-ta M
aria in Progno, è anche Santuario m
ariano, dedicato alla Madonna del
Carm
ine, legato quindi alla spiritualità m
ariana del nostro fondatore, San Lui-gi M
aria di Montfort. G
ià da quest’an-no abbiam
o “lanciato” i primi sabati
del mese, per tutta l’U
nità Pastorale, com
e invito a coltivare la spiritualità m
ariana e a far conoscere anche la no-stra spiritualità m
onfortana.D
i grande spessore è stata la festa del M
ontfort celebrata quest’anno insieme
dalle due comunità parrocchiali che ha
visto la presenza di tanta gente e ancor più del nostro padre Provinciale.E ancora dal m
ese di settembre scorso,
la canonica di Santa Maria in Progno
ha accolto tre “sorelle della Sacra Fa-m
iglia” della Beata Leopoldina N
odet,
nistero nei dintorni e nelle cappellanie delle suore. U
n confratello, p. Eugenio, in particolare si dedica a “tem
po pie-no” alla predicazione itinerante in varie zone dell’Italia, ove sia richiesta la pre-senza per l’annuncio della B
uona No-
tizia. Un altro confratello, p. Luigi, si
occupa della propaganda e della diffu-sione della rivista, oltre che dell’econo-m
ia e dell’amm
inistrazione con l’aiuto del superiore.La nostra casa ogni giorno, dal lune-dì al sabato, accoglie un gruppetto di persone per la preghiera delle lodi e la celebrazione della Santa M
essa. La no-stra com
unità è un punto di riferimento
anche per il ministero delle confessioni
e la direzione spirituale. Inoltre alcuni padri sono im
pegnati altresì nell’ani-m
azione mariana dei gruppi di “consa-
crati monfortani”, oltre che ad A
rbizza-no, anche a Saccile, Fiesso e B
ologna.D
ue anni fa siamo stati chiam
ati dal Vescovo di Verona, M
ons. Giuseppe
Zenti al servizio costante di due co-m
unità parrocchiali, Arbizzano e Santa
Maria in Progno, nelle quali è situata
la nostra comunità religiosa. È stato
un gesto di grande stima e fiducia nei
nostri confronti e di apertura della dio-cesi alla vita consacrata. È certam
en-te un “segno” sinodale da leggere in m
odo positivo nel dialogo tra vescovi
La Com
unità dei Missionari M
onfor-tani di A
rbizzano (VR
) è presente da circa 60 anni nella D
iocesi di Verona, prim
a com
e Sem
inario m
inore, fin
verso la fine degli anni ’90, poi come
Postulandato per le vocazioni giovanili fino al 2012, e ora da alcuni anni com
e “C
omunità apostolica”. C
omunità de-
dita alla evangelizzazione secondo di-versi stili e form
e come anche lo Spiri-
to suggerisce…A
ttualmente in com
unità siamo sei con-
fratelli con mansioni diverse, m
a tutte convergenti nell’annuncio del Vangelo. D
ue sono parroci di Arbizzano e Santa
Maria in Progno, due sono im
pegnati nell’evangelizzazione
e predicazione
e due, p. Tulio e p. Marino, fanno m
i-
Fratres in Unum - 39
38 - Fratres in Unum
Il fuoco dello Spirito
che purifica e rinnova
di Padre Girolamo Dal Maso
no, lui ha la sua misericordia. Q
uesta lui può e deve ricordare nel m
omento
più buio della storia. C’è una preghiera
di s. Luigi da Montfort, tutta di fuoco,
in cui lui chiede alla Trinità, al Padre, al Figlio e allo Spirito, dei m
issionari che si consum
ino per rinnovare il mon-
do e la chiesa. Per 8 volte, riprendendo le parole di un salm
o, dice a Dio (4 al
Padre, 2 al Figlio e 2 allo Spirito) “Ri-
cordati della tua comunità”. N
on chie-de nulla per sé, la com
unità non è sua m
a di Dio. È lui che si deve dare da fare
perché tutto non vada in rovina. C’è un
mom
ento, in questa preghiera molto in-
tensa e appassionata, in cui ripercorre le tappe della storia della salvezza.«Il regno speciale di D
io Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un di-luvio d’acqua. Il regno di G
esù Cristo
è terminato con un diluvio di sangue.
Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del
Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco d’am
ore e di giustizia. Q
uando verrà questo diluvio di fuoco del puro am
ore, che devi accendere su tutta la terra in m
odo così dolce e veem
ente da infiamm
are e converti-re perfino i m
usulmani, i pagani e gli
ebrei? Nulla si sottrae al suo calore. Si
accenda dunque questo divino fuoco, che G
esù Cristo è venuto a portare sul-
la terra, prima che divam
pi quello della
Con questa sobria preghiera abbiam
o iniziato la celebrazione della passio-ne del Signore. O
meglio l’abbiam
o iniziata prostrati nel silenzio, l’unico m
odo forse per prepararci all’ascolto della parola del Signore oggi.R
icordati, Padre: ci siamo affidati a
Dio, è lui che si deve ricordare della sua
misericordia, non abbiam
o altro a cui aggrapparci. O
ggi vediamo, in questa
liturgia, le estreme conseguenze delle
nostre azioni. Guardando la croce que-
sto solo possiamo ricordare. M
a Dio
Ve
ne
rd
ì Sa
nto
20
19
Ricòrdati, Padre, della tua m
isericordia; santifica e pro-teggi sem
pre questa tua famiglia, per la quale C
risto, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il m
istero pasquale.
Fratres in Unum - 41
40 - Fratres in Unum
tua ira che ridurrà in cenere tutta la ter-ra. M
andi il tuo Spirito e tutti sono cre-ati, e rinnovi la faccia della terra. Invia sulla terra questo Spirito tutto fuoco e crea sacerdoti tutto fuoco! D
al loro mi-
nistero sia rinnovato il volto della terra e riform
ata la tua Chiesa».
Nella sua preghiera M
ontfort esprime
una esperienza concreta molto vivida
della situazione dramm
atica in cui (in ogni epoca: queste sono parole scritte 300 anni fa) versa il m
ondo e la chiesa: «Lasciam
i allora gridare dappertutto: A
l fuoco! al fuoco! al fuoco!... Aiuto!
aiuto! aiuto!... C’è fuoco nella casa di
Dio! C
’è fuoco nelle anime! C
’è fuoco perfino nel santuario... A
iuto! stanno assassinando il nostro fratello!... A
iuto! stanno uccidendo i nostri figli!... A
iuto! stanno pugnalando il nostro buon pa-dre!».A
lla fine, questa invocazione, questo grido apocalittico, quasi disperato, di-venta preghiera fiduciosa…«Sorga D
io, i suoi nemici si disperda-
no! Svegliati, perché dormi, Signore?
Déstati! Signore, alzati! Perché fingi di
dormire? A
lzati con tutta la tua onni-potenza, m
isericordia e giustizia. For-m
ati una compagnia scelta di guardie
del corpo, per proteggere la tua casa, difendere la tua gloria e salvare le ani-m
e, affinché ci sia un solo ovile e un
solo pastore e tutti possano glorificarti nel tuo tem
pio. Am
en».Q
ueste parole e queste imm
agini mi
hanno ricordato un evento che ha col-pito tutti in questi giorni, l’incendio di N
otre-Dam
e. Quando ero a Parigi an-
davo abbastanza spesso a Notre-D
ame,
per il canto dei vespri domenicali, per
ascoltare lo straordinario organo, per i colori delle vetrate…
Riuscivo sem
pre a trovare un tem
po di tranquillità e di ritiro in quello spazio insiem
e impo-
nente e familiare. L’ho sem
pre trovato m
olto “umano” e – com
e tutte le cose um
ane – peribile. Abbiam
o tutti visto cosa può fare il fuoco che divora e di-strugge. U
n vero e proprio campo di
battaglia. Non è un caso che i vigili del
fuoco siano stati considerati – come av-
viene sempre in occasioni del genere –
degli eroi. In realtà non c’è stato nulla di eroico da parte loro se non l’eserci-zio fedele e attento (per quanto possi-bile) e rischioso (questo certam
ente sì) del loro lavoro, svolto quotidianam
ente quasi sem
pre nel nascondimento, fuo-
ri dalle prime pagine dei giornali. R
i-prendendo l’im
magine del cam
po di battaglia m
i torna alla mente quella –
cara a papa Francesco – dell’ospedale da cam
po, per rappresentare l’azione della chiesa nel m
ondo. C’è stata, a
proposito dell’incendio di Notre-D
a-
me, una bellissim
a testimonianza del
cappellano dei pompieri. A
ssicuratosi con i suoi colleghi che non c’era più nessuno nella struttura, è stata sua pre-m
ura cercare di portare in salvo le cose più preziose: la reliquia della corona di spine e il SS. Sacram
ento: «sono entrato nell’inferno di N
otre-Dam
e e ho salvato la corona di spine». C
ome
sono simili le parole di M
ontfort! Ecco, ci vuole sem
pre qualcuno che si sforzi di salvare in m
ezzo all’inferno ciò che conta, ciò che è im
portante e che vale più della propria stessa vita. La corona di spine ci ricorda il sacrificio di G
esù che oggi celebriam
o: Lui l’inferno l’ha vissuto dentro, si è lasciato bruciare dai nostri peccati. Eppure lui, il salvatore, ha bisogno di qualcuno che lo porti in salvo! Sappiam
o prenderci cura di lui?C
’è un altro gesto molto bello – appa-
rentemente m
arginale se non addirittu-ra inutile – che il cappellano ha com
-piuto. Prim
a di uscire dalla cattedrale con il Santissim
o in mano, quando già
il fuoco divampava dall’alto e com
in-ciavano i crolli (un’atm
osfera di guerra e apocalissi), si è voltato è ha benedet-to col Santissim
o la chiesa ormai deva-
stata, quasi ad indicare: «noi, piccolo drappello di vigili del fuoco, ti por-tiam
o in salvo, ma non possiam
o fare m
olto di più, pensaci tu Signore a sal-
vare la tua chiesa, solo tu lo puoi fare». Sulla guglia e il tetto orm
ai in cenere è stato com
piuto un ultimo gesto non
di disperazione (anche se questo senti-m
ento, misto a dolore, rabbia, angoscia
e paura, c’era di sicuro) ma di benedi-
zione. Anche nel buio più devastante e
opprimente possiam
o compiere un ge-
sto di tenerezza e amore.
Sempre il cappellano ricordava che
abbiamo iniziato la quaresim
a con il gesto delle ceneri, a ricordare la nostra fragilità e pochezza. M
a si tratta di un cam
mino che porta a Pasqua, al triduo
dei Signore morto, sepolto e risorto.
Così, in questi giorni, è stato anche per
Notre-D
ame. Possiam
o vederlo come
un segno per la chiesa, per ciascuno di noi che siam
o pietre vive della chiesa. N
on ci dobbiamo spaventare degli in-
cendi e dei crolli, noi abbiamo il tesoro
più prezioso e più grande: Gesù e la sua
misericordia.
Infine, Montfort ci ricorda che non c’è
solo il fuoco che divora e distrugge portando m
orte. C’è anche il fuoco del-
lo Spirito, che purifica e rinnova. Acco-
gliamo questo dono dalla croce, com
e G
iovanni accanto a Maria, per essere
anche noi vigili al mom
ento opportu-no, essere vigili del fuoco per spegnere il fuoco che distrugge e portare quello dello Spirito.
Fratres in Unum - 43
42 - Fratres in Unum
Il cuore mi ha dettato tutto ciò che ho scritto,
con gioia particolare, per mostrare che la divina M
arianon è stata finora conosciuta
di Padre Battista Cortinovis
va, san Bruno di Segni, santa B
rigida di Svezia, sant’Ignazio di A
ntiochia, sant’Ignazio di Loyola, san M
artino di Tour e altri ancora. L’argom
ento quindi non basta, anzi per quantità di esem
pi depone più a favore del di M
ontfort.Tuttavia, per trovare il senso della scel-ta che Luigi M
aria fece di assumere il
nome di M
ontfort, credo si debba parti-re dalla testim
onianza che ci ha lasciato B
lain, il quale scrive (p. 271 del ms.):
«… M
ontfort-la-Cane, dont il prit le
nom, à l’exem
ple de Saint Louis, par respect et par reconnaissance pour la grâce du baptêm
e qu’il y reçut».
Pe
rta
nto
:
• Sia pure nel contesto di com
patibi-lità con la lingua italiana, sarebbe banale
intendere “de
Montfort”
solo come indicazione di una pro-
venienza geografica.
Uscirà in settem
bre, per l’Editrice An-
cora di Milano, la 3° Edizione delle
Opere di San Luigi M
aria di Montfort,
o da Montfort? Q
uesto è il problema!
La prima edizione (1977) diceva “di
Montfort”, la seconda edizione (1990)
usava invece “da Montfort”; questa ter-
za edizione ha deciso di riprendere il “di M
ontfort”. Perché? Com
e tradurre il “de M
ontfort” francese in italiano?C
hi propone il da Montfort fa subito
appello a modelli già in uso nella no-
stra lingua, come C
aterina da Siena, B
onaventura da Bagnoregio, Pio da
Pietrelcina e altri. Ma la forza di que-
sto argomento è neutralizzata dai nu-
merosi casi in cui invece si usa il di;
esempi tratti dal calendario liturgico: il
Dam
asceno è tradotto con san Giovan-
ni di Dam
asco, poi abbiamo san C
irillo di G
erusalemm
e, san Francesco di Sa-les, san N
icola di Flue, sant’Agostino
di Canterbury, sant’A
ntonio di Pado-
Lo
uis
-Ma
rie
Mo
ntfo
rt
“Il cuore mi ha dettato tutto ciò che ho scritto, con gioia particolare, per m
ostrare che la divina M
aria non è stata finora conosciuta, e che è una delle ragioni per cui Gesù Cristo non è conosciuto com
e deve esserlo.Se dunque, com
e è certo, la conoscenza e il regno di Gesù Cristo devono venire nel mondo, ciò
sarà necessaria conseguenza della conoscenza e del regno della santissima Vergine M
aria, che l’ha m
esso al mondo la prim
a volta e lo farà risplendere la seconda”.
Trattato della Vera Devozione a Maria
Fratres in Unum - 4