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Friedrich Nietzsche - Così Parlò Zarathustra (Ed. Rizzoli)

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Friedrich Wilhelm Nietzsche, Così parlò Zarathustra [1885], trad. di S. Giametta, Rizzoli, Milano 1985.

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  • BUR Grandi Classici in ebook

    Alice nel paese delle meraviglieAmleto

    Anna KareninaCandide

    Cime tempestoseCos parl ZarathustraDalla parte di Swann

    Gente di DublinoI fratelli Karamazov

    Il grande GatsbyIl maestro e Margherita

    Il principeIl ritratto di Dorian Gray

    Jane EyreLa coscienza di Zeno

    La metamorfosiLe confessioni

    L'interpretazione dei sogniLo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

    Madame BovaryMoby Dick

    Orgoglio e preguidizioWalden ovvero Vita nei boschi

  • Un libro per tutti e per nessuno recita il sottotitolo dello Zarathustra. Poetico e profetico, lontanodai tecnicismi filosofici, il capolavoro di Nietzsche non smette di interrogare gli studiosi e incantare ilettori. Nella compiuta teorizzazione del superuomo, infatti, non solo trovano sintesi suprema i temiportanti della sua filosofia, ma si realizza anche la forma pi alta di una visione, di una trasfigurazionedella vita in grado di sovvertire i valori morali e religiosi dellOccidente. Un percorso difficile che,promette Nietzsche, sar riscattato da una speranza pi alta, da unesistenza in cui la gioia prevarr suldolore e ogni sentimento vittorioso sar destinato a ritornare eternamente.

    FRIEDRICH NIETZSCHE Il filosofo pi discusso della tradizione europea nasce in un villaggiodella Prussia meridionale nel 1844. Studia teologia e filologia classica. A 34 anni abbandona unacattedra di Letteratura greca per dedicarsi esclusivamente alla filosofia. Dopo molti viaggi e un lungosoggiorno a Torino, tormentato da sempre pi frequenti disturbi nervosi, morir a Weimar il 25 agosto 1900.

  • Propriet letteraria riservata 1985 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano

    1994 R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., Milano 1997 RCS Libri S.p.A., Milano

    ISBN 978-88-58-62991-8

    Prima edizione digitale 2012 daprima edizione BUR Grandi classici maggio 2012

    Titolo originale dellopera:

    Also sprach Zarathustra

    Immagine di coper tina: 2012 Photos .comArt Director: Francesca Leoneschi / theWorldofDOT

    Per conoscere il mondo BUR visita il sito www.bur.eu

    Questa opera protetta dalla Legge sul diritto dautore. vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.

  • COS PARL ZARATHUSTRAUN LIBRO PER TUTTI E PER NESSUNO

  • INTRODUZIONE

    1. noto che, in generale, per studiare e capire strutture e significati di unopera, oltre allattentalettura, sarebbe necessario riuscire a sapere il pi possibile su: 1) collocazione e significato delloperanel contesto dellintera produzione dellautore; 2) genesi e struttura dellopera. Ora, chi volesse seguirequesto metodo per comprendere, in particolare, Cos parl Zarathustra di Nietzsche, non sarebbenecessariamente costretto a leggersi le centinaia di monografie su Nietzsche e le decine di lavori scrittisu questopera. Basterebbe che leggesse direttamente Nietzsche: le sue opere, i suoi frammenti e il suoepistolario. Scoprirebbe cos che i pensieri e le immagini che nello Zarathustra rifulgono come stellefisse non sono luci improvvise, ma risultati di formazioni precedenti, di lunghe gestazioni avvenute neiprimi anni e nei primi scritti della vita intellettuale di Nietzsche, e.le cui origini prime si perdono, maanche si trovano, nelle sapienze presocratiche, nellepicureismo e nello stoicismo, nelle saggezze diMontaigne e di Goethe, nelle filosofie di Spinoza e di Schopenhauer, nelle poesie di Hlderlin e diNovalis, nelle musiche di Wagner e di Bizet. Scoprirebbe inoltre che i giudizi e i paradossi che sullascena dello Zarathustra hanno i tratti di metafore scaturite da intuizioni fulminee, sono in realt esiti disedimentazioni lontane, di lente trasformazioni e di combinazioni spesso casuali. Colli, a questo proposito, ha scritto: Per anni Nietzsche elabor, scarnific le sue sentenze, i suoiaforismi lampeggianti che nascevano come preparazione di unopera suprema; pazientemente raccolse ilsuo orzo triturato, raggruppandolo successivamente in un ordine e in un altro, variandolo,aggiungendo del nuovo e scartando del vecchio, sino a che, nei periodi brevissimi e intermittenti diispirazione, gli riusc di fondere tutto quel molteplice di similitudini e di sentenze nella magia di unracconto favoloso e continuo. (G. Colli, Nota introduttiva a F. Nietzsche, Cos parl Zarathustra, tr.it. Milano 19816) Nietzsche stesso, come vedremo tra poco, smentisce che lo Zarathustra sia il risultatodi un suo intervento diretto, di un suo lavoro di continua e paziente selezione e sistemazione; tuttaviaColli ha individuato giustamente come e quanto sia profonda Fattivit di preparazione che sta allabase di questopera di Nietzsche. Cogliere appieno questa profondit significa per passarenecessariamente attraverso la lettura meditata di tutti gli scritti di Nietzsche nelledizione criticaapprontata dal lavoro, mai troppo lodato, di Giorgio Colli e Mazzino Montinari; tuttavia porre questalettura come condizione necessaria per comprendere lo Zarathustra, appare evidentemente eccessivo:anche il pi entusiasta lettore di questopera e il pi fervido ammiratore di Nietzsche, con tuttaprobabilit sarebbero fortemente indotti ad entusiasmarsi per libri pi semplici e ad ammirare autorimeno prolifici. In tal modo si finirebbe per bloccare in anticipo coloro che non hanno ancora letto lo

  • Zarathustra, e mortificare coloro che lhanno gi letto, ma solo in parte o in superficie. Daltro canto,consigliarne una lettura isolata, proporlo come opera unica, senza radici e senza diramazioni,significherebbe cadere nelleccesso opposto: vorrebbe dire fare dello Zarathustra un libro sacro,unopera profetica, una scrittura ispirata da qualche dio, un testo dettato da una qualche voceoracolare. Allora, per evitare queste due opposte forme di esoterismo, quella dovuta ad un eccesso equella causata da unassenza di scrupoli filologici, si deve per lo meno fornire una piccola masignificativa serie di notizie su questopera di Nietzsche, troppo spesso considerata lopera diNietzsche. 2. Il lavoro sullo Zarathustra dura dallagosto del 1881 fino al maggio del 1885, quando Nietzschemand agli amici copie delledizione, fatta a sue spese, della IV parte. Non qui il caso di addentrarcinella biografia di Nietzsche per riuscire a capire come e quanto la vastit e lintensit dei suoi problemiesistenziali abbiano influenzato la sua produzione intellettuale di questo periodo: chi avesse taleinteresse o curiosit potrebbe contare sul lavoro di Paul Janz Vita di Nietzsche, che a tuttoggi puconsiderarsi la migliore biografia di Nietzsche.A noi sembra pi interessante rivolgerci invece allo stesso Nietzsche, per vedere cosa ci racconta sullagenesi del suo Zarathustra nel capitolo di Ecce homo dedicato a questa sua opera: E ora racconter dello Zarathustra. La concezione fondamentale dellopera, il pensiero delleterno ritorno, la supremaformula dellaffermazione che possa mai essere raggiunta , dellagosto 1881; annotata su di un foglio, in fondo al quale scritto: 6000 piedi al di l delluomo e del tempo. Camminavo in quel giorno lungo il lago di Silvaplana attraverso i boschi;presso una possente roccia che si levava in figura di piramide, vicino a Sur lei, mi arrestai. Ed ecco giunse a me quel pensiero. Se torno indietro di un paio di mesi da quel giorno, trovo come segno premonitore un cambiamento improvviso, profondo,decisivo del mio gusto, soprattutto in fatto di musica. Forse si pu considerare come musica tutto lo Zarathustra-, ecertamente un suo presupposto fu la rinascita nellarte dellascoltare. (Ecce homo) Due sono i fenomeni fondamentali messi in luce da questo fondamentale passo: quello per cui ilpensiero delleterno ritorno che giunge a Nietzsche, e non viceversa; e quello per cui questogiungere avviene grazie alla rinascita nellarte dellascoltare.Il primo di questi due fenomeni risulta particolarmente importante, al punto che Nietzsche, pocodopo, ricorda che anche la parte conclusiva dello Zarathustra fu compiuta allimprovviso e nellecondizioni pi inverosimili, e che lintera opera si comp quasi da sola, nonostante le precariecondizioni di salute e le sfavorevoli condizioni ambientali: Linverno seguente vivevo vicino a Genova, in quellinsenatura graziosa e quieta di Rapallo, intagliata fra Chiavari e ilpromontorio di Portofino. Non ero nel miglior stato di salute; linverno freddo e piovoso; un alberghetto, proprio sulla riva delmare, sicch la notte il mare mosso mi impediva di dormire, tutto questo insieme mi offriva pi o meno lopposto deldesiderabile. Ciononostante e quasi a riprova del mio principio, secondo cui tutto ci che decisivo nasce nonostante tutto,il mio Zarathustra nacque proprio in quellinverno e in quelle sfavorevoli circostanze. (Ecce homo) Il fatto che i nuclei teorici principali dello Zarathustra, e che addirittura lo Zarathustra nel suo insiemesiano giunti a Nietzsche, ha un rilievo eccezionale non solo dal punto di vista della curiositautobiografica, ma anche e soprattutto da quello, pi ampio e insieme pi profondo, del significatofilosofico. Nietzsche, infatti, ne parla, poco pi avanti, quando tratta del fenomeno generale del Lispirazione:

  • Si ode, non si cerca; si prende, non si domanda da chi ci sia dato; un pensiero brilla come un lampo, con necessit, senzaesitazioni nella forma io non ho mai avuto scelta. (...) Tutto avviene in modo involontario al massimo grado, ma come in unturbine di senso di libert, di incondizionatezza, di potenza, di divinit. (...) tutto si offre come lespressione pi vicina, pigiusta, pi semplice. (Ecce homo)Le parole di Nietzsche sono chiare e dirette, a tal punto che qualsiasi commento sarebbe pleonastico osfocherebbe la loro incisivit. Vi tuttavia un aspetto che va messo in rilievo pi di quanto lo stessoNietzsche non faccia: quello che riguarda la perfetta complementarit del fenomeno del giungere conle modalit dellascoltare. Che egli non abbia cercato i materiali n abbia progettato le strutture formaliper costruire lo Zarathustra, ma che abbia atteso i pensieri e le loro combinazioni come si aspettano ifrutti maturi, entra in perfetta consonanza con lascoltare i suoni delle parole con cui questi pensierisi andavano trasformando in immagini, e con laccogliere senza quasi intervenire gli accordi in cuipensieri ed immagini si andavano spontaneamente disponendo. Su questo riferimento alla dimensione dell ascolto vale la pena di soffermarsi brevemente. LoZarathustra nasce, si sviluppa e si conclude, secondo quanto ci comunica Nietzsche, allinsegna dellamusica: ma, si badi bene, non allinsegna della composizione musicale, ma a quella dellascoltomusicale; lopera non frutto di unarchitettura musicale, ma della disposizione allascolto a cui lamusica invita e costringe. Il biografo di Nietzsche finora pi accurato, Paul Janz, ricorda una lettera cheNietzsche scrive a Peter Gast il 2 aprile del 1883: Sotto quale voce va propriamente annoveratoquesto Zarathustra? Starei per credere, sotto la voce sinfonie. A partire da questo suggerimentodi Nietzsche, Janz si lancia in una puntigliosa analisi formale in base alla quale giunge a stabilire delleanalogie tra le strutture compositive dello Zarathustra e quelle dei poemi sinfonici di Liszt; tuttavia, eper fortuna, lo stesso Janz rileva anche che, se possibile fare questo confronto, necessario anzituttoprescindere completamente dal concetto formale di sinfonia e intendere il termine in un sensogenericamente musicale (P. Janz, Vita di Nietzsche, II). Ora, accogliendo questo rilievo, si pu direche il termine sinfonia usato da Nietzsche non va misurato e sondato alla luce delle fasi evolutivedella storia effettiva della sinfonia, ma va inteso in senso generico come sinonimo di composizione,di consonanza, di ordine, di armonia. Sono tuttavia da precisare due cose: innanzitutto che, nelcaso dello Zarathustra, si pu parlare di consonanza polifonica secondo unaccezione in uso soloverso la fine del secolo XVI, quando sinfonia designava ancora una composizione musicale perstrumenti vari in cui veniva inserita una canzone (Chanson o Lied) polifonica. In secondo luogo, da tener presente che nel caso dello Zarathustra consonanza polifonica immagine che va sempreriferita pi allatto dellascolto che a quello della composizione. Ci detto, si pu affermare che ilcarattere essenziale dello Zarathustra , e non solo dal punto di vista formale, polifonico. Le voci e isuoni che vengono a Nietzsche e che egli in questopera trascrive in immagini e metafore hannoprovenienze e qualit diverse, spesso anche contrastanti: vi si trovano i toni bassi in cui compare tuttoci che Zarathustra detesta, ma anche i toni alti delle sue invettive; si hanno i ritmi larghi e sfumati dellecose sognate, ma anche quelli secchi e serrati del sillogismo e del paradosso; ci sono dissonanze eassonanze che vengono su dal profondo e dal passato, ma anche canzoni e arie che arrivano daimmagini del futuro. Questo ascolto polifonico spesso si traduce, nella narrazione, in policroma: iverdi e i neri della nausea e dello schifo si alternano ai rossi e ai gialli degli inni alla vita e alla gioiasolare; il bianco freddo della luna o dellipocrisia contrasta loro e il viola di ci che felicemente matura,

  • dellautunno e del tramonto.Lo Zarathustra non dunque la realizzazione di un progetto filosofico costruito secondo canoniarchitettonici: cio partendo col porre fondamenti certi; procedendo, con metodi sicuri e materialidefiniti, allo sviluppo delledificio concettuale; e terminando con cupole o guglie come segni delgrande sistema compiuto o della sottile verit raggiunta. Esso risulta invece da un lasciar accumularepensieri e intuizioni, giudizi e desideri, riflessioni e sfoghi, ricordi e presagi che provengono dadirezioni diverse e da diverse temporalit.La dimensione di uno spontaneo ascolto polifonico non interessa solo la genesi e il compimento delloZarathustra, ma Zarathustra stesso: egli non compositore di suoni e voci, ma, piuttosto, spazioaperto in cui essi si raccolgono temporaneamente e dove spontaneamente si dispiegano e compongono;Zarathustra non solo un personaggio, ma anche e soprattutto una scena in cui passano e si alternanomolti personaggi su sfondi sempre diversi e sempre in movimento; egli non soltanto un cristalloattraversato da raggi di luce, ma anche un caleidoscopio dove molti e differenti cristalli, al minimospostamento o alla pi lieve inclinazione, formano molteplici e sempre differenti configurazioni.Chiedersi allora chi o che cosa sia Zarathustra diventa cosa priva di senso e di risposta, perchpresuppone ancora la possibilit di stabilire e di definire un chi e un che cosa secondo il principiodidentit e il metodo dellidentificazione; mentre Zarathustra la testimonianza dellimpossibilit dioperare ancora esclusivamente in base a questo principio e secondo questo metodo: egli non dimostrain modo teoretico questa impossibilit, ma mostra la possibilit di esperire pensieri e cose senzaricorrere a quel principio e a quel metodo. Quella di Zarathustra, infatti, non una teoria da illustrare everificare, o una dottrina da trasmettere, o un sistema da proporre, ma unesperienza da raccontare:lesperienza di uno spontaneo ascolto polifonico. Anzi, pi precisamente, Zarathustra non raccontaquesto ascolto: egli questo ascolto, e come tale si presenta e si rappresenta. 3. Il fatto che Zarathustra si presenti come un campo di forze, come spazio in movimentoattraversato da mutevoli energie e come spontaneo ascolto polifonico, e non presenti, invece, lapropria identit come un vero e proprio qualcuno o come qualcosa di definito, potr apparire, aicultori di qualche razionalismo, un oscuro gioco di prestigio o addirittura un confuso imbroglio daevitare e da combattere; allopposto, i devoti a qualche forma di irrazionalismo lo potranno prenderecome un sublime sortilegio da trasformare subito in rituale magico. In realt, che Zarathustra appaiaprivo di identit e resistente ad ogni identificazione, costituisce un fatto di unimportanza e di unaportata filosofiche enormi: significa infatti la disgregazione del problema del soggetto, ossia ladisintegrazione di quelle millenarie stratificazioni di problemi sedimentate attorno alla costituzione delsoggetto e ai suoi rapporti con altri soggetti, con la natura, con la temporalit, con la divinit. Esignifica quindi, indirettamente, che lintero sapere filosofico occidentale, lentamente e faticosamentecostruito quale immensa massa di tentativi per rispondere a quei problemi, viene intaccato alla base:revocando di fatto la legittimit stessa del concetto di soggetto, Zarathustra sconvolge unintera erageologica della filosofia occidentale, quella che si sedimentata e irrigidita sui problemi irrisolti e,forse, irrisolvibili, che tale concetto trascina con s. Ma, si badi bene: lesperienza testimoniata daZarathustra ha conseguenze filosofiche sconvolgenti pur senza esplicarsi in modo filosofico.Zarathustra non attacca frontalmente il problema del soggetto e tutti quelli che girano attorno ad esso,non produce una critica filosofica del nesso soggetto-oggetto, del rapporto causa-effetto, della

  • relazione principio-fine, del contrasto colpa-innocenza, della tensione immanenzatrascendenza, delconflitto finito-infinito, etc.: far questo, infatti; avrebbe significato ricadere in prospettive definite daterminologie e procedure scolastiche e tradizionali, ossia rientrare inevitabilmente nella ragnatelatessuta dai lunghi e grossi filoni filosofici dellidealismo e del materialismo, del razionalismo edellirrazionalismo, dellempirismo e dello spiritualismo, dellesistenzialismo e del positivismo, etc.Zarathustra, invece, tenta di raccontare come gli sia stato possibile uscire da questa ragnatela e, ancorpi, cerca di descrivere come possa vivere fuori e senza di essa; anzi, anche fuori e senza lodio o lanostalgia per essa: Zarathustra, infatti, parla della sua reazione ai labirinti di problemi e ai colombaridi concetti edificati dalle grandi filosofie, ma soprattutto mostra di potersi liberare da questa stessareazione, dalla nausea e dal risentimento per le storie della metafisica e delle sue ripetizioni.Allora la critica filosofica che Zarathustra fa, anzi, che Zarathustra , non ha nulla a che fare con lemetodiche e sistematiche offensive intraprese e sostenute da maestri e seguaci di alcune scuolefilosofiche contro maestri e seguaci di altre scuole filosofiche: essa erompe autonomamente,saltando le ragioni e le questioni che stanno allorigine di tali secolari contese, e ignorando, moltospesso di proposito, le armi concettuali con cui venivano e ancora vengono condotte; ma, soprattutto,essa non opera, come quelle, con intensit reattiva, con sforzo puntiglioso e con sofferta determinazioneper affermare e far trionfare una propria verit, in quanto sa ed esperisce che la verit non esiste, maesistono solo le verit e i conflitti tra verit. La forza critica di Zarathustra non dunqueparagonabile alla violenza paralizzante o demolitrice di un grande inquisitore, ma alla potenza delgioco creativodistruttivo del fanciullo eracliteo. Una simile potenza, che in grado di fare e disfarevalori come castelli di sabbia, senza troppa passione nel farli ma anche senza troppo accanimento neldisfarli, non dipende dal possesso e dalluso di una forza critica teorica, puramente logica edintellettuale: essa deriva dal godere di una grande salute. Sempre in Ecce homo, Nietzsche,parlando di Zarathustra, scrive infatti che per capire questo tipo, bisogna in primo luogo aver chiaroil suo presupposto fisiologico: che ci che io chiamo la grande salute. (Ecce homo) Per spiegare inche cosa consista questa grande salute, Nietzsche, subito di seguito, richiama laforisma 382 de Lagaia scienza, dove si dice che essa consiste nelle condizioni di uno spirito che ingenuamente, cio suomalgrado e per esuberante pienezza e possanza, giuoca con tutto quanto fino a oggi fu detto sacro,buono, intangibile, divino. Vi qui, detto in mirabile sintesi, tutto ci che abbiamo cercato dispiegare finora: la grande salute, di cui gode Zarathustra, gli d la capacit, la potenza di demolirequalsiasi valore; ma ci avviene in modo spontaneo (ingenuamente) ; e non per vendetta orisentimento, ma per esuberante pienezza e possanza; non, infine, per decisione del suo io, dellasua volont, ma suo malgrado, ossia grazie a quella stessa conformazione psico-fisica che mette ingrado Zarathustra di essere uno spontaneo ascolto polifonico.La grande salute di Zarathustra, la stessa del fanciullo eracliteo, per Nietzsche ci che hacontraddistinto il dionisiaco dei Greci e che caratterizzer il superuomo: la capacit di superare ognivalore posto come eterno e universale, di passare oltre ogni limite delle conoscenze date e dei costumiconvenzionali, di non fissare e adorare nulla come ragione di vita; ma, soprattutto, la capacit digioire dallincessante divenire dei valori, di godere le avventure della conoscenza e la trasgressione deicostumi, di star bene nellassenza di fondamenti e scopi ultimi. Il dionisiaco, a cui Nietzsche accennaanche nella parte di Ecce homo dedicata allo Zarathustra connotato infatti, in un frammento dell85,in questi termini: La filosofia di Dioniso: una concezione che vede nel creare e nel trasformare luomo

  • e le cose il pi alto godimento dellesistenza. (Frammentipostumi 1884-1885, fr. 34.176). Ma ildionisiaco non soltanto questa potenza di creare e distruggere qualcosa: anche e soprattuttocapacit di creare e distruggere se stesso, come risulta da un altro frammento dell85: questo miomondo dionisiaco del perpetuo creare se stesso, del perpetuo distruggere se stesso... (Ivi, fr. 38.12).Questa capacit di superare, oltre che i piccoli e i grandi valori posti, anche se stesso, ossia la potenzadi annullarsi come soggetto, ci che Zarathustra ama nelluomo, il superuomo. Questo, infatti, non un super-soggetto, ma designa una condizione in cui anche il soggetto si supera, in cui esso si d comecampo aperto di forze in divenire, come spazio dascolto polifonico. soprattutto questo che rende loZarathustra unopera pressoch unica nella filosofia occidentale, ed soprattutto questopera che fa diNietzsche non lultimo pensatore della metafisica, come lha definito Heidegger, ma il primo pensatoredi unepoca post-metafisica.Questepoca, tuttavia, sembra ancora, in gran parte, da inventare o da reinventare dal punto di vistafilosofico. Infatti, nel dopo Nietzsche, nonostante numerosi siano i testi in cui si sono potuti rilevareinflussi ed echi dello Zarathustra, le tracce nette e profonde lasciate da questopera non sembranomolte: si pu addirittura affermare che esse siano presenti in modo significativo solamente in Bataille ein Musil.Forse, per trovare qualcosa di simile a ci che fa dello Zarathustra unopera straordinaria, ossia allagioia per la potenza del divenire che dissolve anche il soggetto, bisogna riandare lontano, tornare adEraclito, che Nietzsche conosceva bene e che sempre consider come un suo precursore privilegiato;ovvero bisognerebbe spingersi ancora pi in l, andare addirittura al cuore delle meditazionibuddhiste, che Nietzsche conosceva poco e male. bene notare tuttavia che, rispetto a questultime, loZarathustra presenterebbe unirriducibile differenza: esso infatti, pur essendo un eccezionale resocontodi uneccezionale esperienza, e rimane sempre e soltanto un libro.

    GIANGIORGIO PASQUALOTTO

  • CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE

    1844 Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre a Rcken presso Ltzen, nellaSassonia prussiana, dal pastore protestante Karl Ludwig e da Franziska Oehler,figlia a sua volta di un pastore protestante.

    1846 II 10 luglio nasce la sorella Elisabeth, che morir nel 1935. 1849 Il 27 febbraio nasce il fratello Joseph, che morir il 4 gennaio 1850. Il 30 luglio

    muore il padre. 1850 La madre si trasferisce a Naumburg con i figli, la suocera e le cognate, dalle

    quali poi si separer. 1858 Nietzsche ammesso alla prestigiosa scuola di Pforta, gi frequentata da

    Klopstock, Fichte e Ranke. Vi passer sei anni decisivi per la sua formazione. Trale sue letture: Hlderlin, Byron, Emerson, Sterne, Goethe, Feuerbach. Stringeamicizia con Paul Deussen e Cari Gersdorff. Scrive la sua prima autobiografia.

    1860 Con gli amici Gustav Krag e Wilhelm Pinder fonda lassociazione musicale-

    letteraria Germania, che durer tre anni. 1861 Scrive un componimento appassionato su Hlderlin, allora sconosciuto, di cui

    subisce un influsso tanto forte quanto inconsapevole (Wagner ne ebbe sentore). Ilprofessore di Pforta gli consiglia di rivolgere la sua predilezione a un poeta pisano, pi chiaro, pi tedesco.

    1862 Scrive per lassociazione Germania i due saggi Fato e storia e Libert del

    volere e fato, che denotano gi la sua tendenza antimetafisica.

  • 1864 Supera lesame di maturit con una dissertazione in latino De Teognidemegarensi. Si iscrive a teologia e filologia classica a Bonn. Dopo aver letto La vitadi Ges di David Friedrich Strauss, abbandona la teologia e si dedica agli studiclassici.

    1865 Con Cari von Gersdorff passa alluniversit di Lipsia per seguire il filologo

    Friedrich Ritschl. A novembre trova in una libreria e legge II mondo comevolont e rappresentazione di Schopenhauer, diventandone accesopropagandista.

    1866 Tiene una conferenza su Teognide che gli guadagna la stima di Ritschl. Prende

    a frequentarlo. Studi filologici sul Lessico di Suida, su Diogene Laerzio,eccetera. Contrae in un bordello linfezione luetica che, secondo alcuni interpreti,lo condurr nel 1889 alla pazzia e alla paralisi.

    1867 Amicizia con Erwin Rohde, anchegli studente di filologia classica. Legge la

    Storia del materialismo di F.A. Lange. Lavora su Democrito. Presta serviziomilitare presso un reparto di artiglieria a cavallo di stanza a Naumburg.

    1868 In seguito a una caduta da cavallo e a una ferita al petto interrompe il servizio

    militare. Un suo lavoro sulle fonti di Diogene Laerzio premiato dalluniversitdi Lipsia. Conosce, a casa dellorientalista Hermann Brockhaus, Richard Wagner.

    1869 Senza avere ancora il titolo di dottore, viene chiamato, su proposta di Ritchl e

    Usener, a coprire la cattedra di filologia classica nella piccola universit di Basilea(quattro facolt, 116 studenti). Luniversit di Lipsia gli concede senza esami ildottorato, in base ai lavori pubblicati nel Rheinisches Museum. Per poterinsegnare, rinuncia alla nazionalit prussiana e prende quella svizzera. Previsteanche sei ore settimanali di insegnamento al Padagogium. Prolusione su Omero ela filologia classica. Il 17 maggio prima visita a Richard Wagner e Cosima vonBiilow a Tribschen sul Lago di Lucerna. linizio di una intensa frequentazione edi unamicizia settennale. Conosce Jacob Burckhardt, da cui sar attirato einfluenzato, ma che manterr con lui sempre una certa distanza.

    1870 Conferenze Il dramma musicale greco, Socrate e la tragedia. Scrive La visione

    dionisiaca del mondo. Guerra franco-prussiana. Si arruola come infermierenellesercito prussiano. Si ammala di dissenteria e difterite e viene congedato.Coabitazione e amicizia con Franz Overbeck, professore di teologia. Sar il pi

  • grande e provvidenziale amico di Nietzsche. Segue le lezioni di Jacob Burckhardtsullo studio della storia.

    1871 Lavora a quella che sar La nascita della tragedia. Ne discute una versione con

    Wagner, da cui riceve indicazioni per la sua rielaborazione. Tiene cinqueconferenze Sullavvenire delle nostre scuole. La nascita della tragedia dallospirito della musica, dedicata a Richard Wagner, esce il 29 dicembre, ma con ladata del 1872.

    1872 Pamphlet del filologo Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff contro La nascita

    della tragedia. Replicano Wagner e Rohde. A Bayreuth, dove Wagner si trasferito, Nietzsche conosce, in occasione della posa della prima pietra del teatrowagneriano, Malwida von Meysenbug. A Natale Nietzsche dona a CosimaWagner Cinque prefazioni per cinque libri non scrtti.

    1873 Controreplica di von Wilamowitz-Moellendorf. Nietzsche scrive Su verit e

    menzogna in senso extramorale e La filosofia nellepoca tragica dei Greci, cheappariranno postume. Legge questultima ai Wagner, che per lo spingono a farsicritico della cultura contemporanea. Nasce cos il progetto delle considerazioniintelletuali. Lettura di RJ. Boscovich (teoria atomistica). Pubblica David Strauss,luomo di fede e lo scrittore. Un Appello ai tedeschi chiestogli da Wagner respinto dalle Associazioni wagneriane. Conosce Paul Re, che lo influenzer esar uno dei suoi pi grandi amici. Disturbi agli occhi. Rottura con Ritchl.

    1874 Pubblica la seconda e la terza considerazione intellettuale: Sullutilit e il

    danno della storia per la vita e Schopenauer come educatore. 1876 Per il cattivo stato di salute esonerato dallinsegnamento prima al

    Padagogium e poi alluniversit. Visita la casa di Voltaire a Ferney. PubblicaRichard Wagner a Bayreuth. Progetta una nuova inattuale, Il vomere, chediventer linizio di Umano, troppo umano. Il 23 luglio assiste a Bayreuth alleprove dell Anello del Nibelungo. La pompa e la mondanit del festivalwagneriano lo respingono e lo allontanano da Wagner. Conosce Louise Ott, chesubisce il suo fascino. Ma la relazione ha scarso seguito. Dal 27 ottobre, con Ree A. Brenner, presso Malwida a Sorrento, fino al maggio 1877. Qui, ultimoincontro con i Wagner. Morte di Ritschl.

    1878 Esce, con una dedica a Voltaire, Umano, troppo umano. Un libro per spiriti

  • liberi. Esso provoca la rottura con Wagner, che gli aveva appena fatto avere lapartitura del Parsifal. Wagner lo attacca senza nominarlo sui Bayreuther Bltter.

    1879 Esce Opinioni e sentenze diverse. Peggioramento della salute. Dimissioni

    dalluniversit. Esce Il viandante e la sua ombra, con la data del 1880. Questedue opere saranno pubblicate insieme nel 1886 come secondo volume di Umano,troppo umano.

    1880 Viaggi e soggiorni a Riva del Garda, Venezia, Marienbad, Stresa, Genova.

    Legge Pascal e Stendhal. 1881 Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali. A maggio a Recoaro con Peter Gast.

    Dal 4 luglio al 1 ottobre a SilsMaria. Prima idea delleterno ritorno. A Genovaassiste alla Carmen di Bizet.

    1882 Visita di Re a Genova. Viaggio improvviso a Messina. A Roma, nella basilica

    di San Pietro, conosce Lou von Salom. Con lei e Re progetta un periodo distudi in comune. Tramite Re chiede a Lou di sposarlo, lei rifiuta. Nel viaggio diritorno in Svizzera con Lou, la madre di questa e Re, si ferma con gli altri a Ortae fa con Lou una gita sul Monte Sacro. Pare che tra i due sia scoccato un bacio. InSvizzera Nietzsche rinnova la sua domanda di matrimonio, che viene nuovamenterespinta. In agosto esce La gaia scienza con gli Idilli di Messina. A Tautenburgintensa vacanza con Lou. Di nuovo, dopo la gita sul Monte Sacro, Nietzsche deveessersi sentito vicino alla realizzazione del suo sogno di avere una compagna. MaLou lo seguiva con la mente e non col cuore, e intanto teneva un diario per Re.Rottura con la madre e la sorella a causa di Lou. In ottobre a Lipsia ultimoincontro con Lou e Re. Visita agli Over- beck a Basilea. A Rapallo a novembrescrive la prima parte di Cos parl Zarathustra.

    1883 Apprende la morte di Wagner, avvenuta a Venezia il 13 febbraio. Esce la

    prima parte dello Zarathustra. A Sils-Maria prepara la seconda parte, che esce adagosto. Si riconcilia con la sorella. Rottura definitiva con Lou e Re. Daquestanno, soggiorni estivi a Sils-Maria e invernali a Nizza. A Nizza conosceJoseph Paneth, 1amico Giuseppe nellInterpretazione dei sogni di Freud.

    1885 Quarta parte dello Zarathustra, pubblicata a proprie spese, come tutte le opere

    successive.

  • 1886 Al di l del bene e del male. Preludio di una filosofia dellavvenire. Scriveprefazioni per la ristampa di La nascita della tragedia, Umano, troppo umano,Aurora e La gaia scienza. Viaggi e soggiorni a Venezia, Monaco, Naumburg,Lipsia, Coir, Sils-Maria, Genova, Nizza. Carteggio con Hippolyte Taine.

    1887 Tra Nizza, Sils-Maria e Venezia pubblica il quinto libro della Gaia scienza, con

    I canti del principe Vogelfrei, in gran parte rifacimento degli Idilli di Messina.Compone un lungo frammento Sul nichilismo europeo. Esce la Genealogia dellamorale. Scambio epistolare con Georg Brandes. Legge Baudelaire, Goncourt,Tolstoj, Dostoevskij, Renan.

    1888 A Nizza appunti per La volont di potenza. Tentativo di una trasvalutazione

    di tutti i valori: unopera che, come tale, non sar mai realizzata. Brandes tieneconferenze su Nietzsche alluniversit di Copenhagen. Rottura con Erwin Rohde.Dal 5 aprile a Torino. Prima stesura di II caso Wagner, finita lestate a Sils-Maria.Dal 21 settembre di nuovo a Torino. Escono il Crepuscolo degli idoli eLAnticristo. Termina Ecce homo e II caso Wagner. Attende a Nietzsche contraWagner e ai Ditirambi di Dioniso.

    1889 Scoppio della follia a Torino il 3 gennaio. Biglietti della pazzia a amici,

    principi, politici, Cosima Wagner, Burckhardt. Questi allarma Overbeck, che il 9gennaio va a prendere lamico e lo porta a Basilea. Nietzsche viene poi ricoveratoa Jena.

    1890 Vive con la madre a Naumburg. 1895 Pubblicazione dellAnticristo. 1897 Muore la madre. La sorella, tornata dal Paraguay dopo il suicidio del marito, si

    stabilisce a Weimar, dove nel 1894 aveva fondato 1Archivio Nietzsche, eprende con s il fratello.

    1900 Muore a Weimar il 25 agosto. 1908 Pubblicazione di Ecce homo.

  • PROEMIO DI ZARATHUSTRA 1

    Al compimento del trentesimo anno, Zarathustra lasci la sua patria e il lago della- sua patria e and suimonti. Qui godette del suo spirito e della sua solitudine e per dieci anni non se ne stanc. Ma alla fineil suo cuore si trasform e una mattina, alzatosi con laurora, si fece al cospetto del sole e cos gliparl:

    O grande astro, che cosa sarebbe la tua felicit se tu non avessi coloro a cui risplendi?Per dieci anni sei venuto quass alla mia caverna: della tua luce e di questo cammino ti saresti

    saziato senza di me, della mia aquila e del mio serpente.Ma noi ti abbiamo aspettato ogni mattina, ti abbiamo preso il tuo superfluo e ti abbiamo per ci

    benedetto.Vedi: io sono tediato della mia saggezza, come lape che ha accumulato troppo miele, ho bisogno di

    mani che si protendano.Vorrei donare e distribuire, finch i savi tra gli uomini tornassero a rallegrarsi della loro follia e i

    poveri della loro ricchezza.Per questo devo scendere in basso: come fai tu la sera, quando vai dietro il mare e porti ancora luce

    al mondo infero, tu astro straricco!Devo, al pari di te, tramontare, come dicono gli uomini tra i quali voglio discendere.E allora benedicimi, occhio placido, che senza invidia puoi contemplare anche una troppo grande

    felicit!Benedici il calice che vuol traboccare, affinch dorata ne fluisca lacqua, recando ovunque il riflesso

    della tua giocondit!Vedi: questo calice vuol ridiventare vuoto, e Zarathustra vuol ridiventare uomo.Cos cominci il tramonto di Zarathustra.

    2

    Zarathustra discese solo dalla montagna senza incontrare nessuno. Ma giunto che fu nei boschi, si trovimprovvisamente di fronte a un vegliardo, che aveva lasciato la sua pia capanna per cercar radici nelbosco. E cos il vegliardo parl a Zarathustra:

    Questo viandante non mi sconosciuto: pass di qui vari anni fa. Si chiamava Zarathustra; ma si trasformato.

    Allora portavi la tua cenere sul monte: vuoi oggi portare il tuo fuoco nelle valli? Non paventi il

  • castigo riservato agli incendiari?S, riconosco Zarathustra. Puro il suo occhio, e il disgusto non si annida nella sua bocca. Non

    incede egli simile a un danzatore?Zarathustra trasformato, Zarathustra diventato un fanciullo, Zarathustra un risvegliato: che

    cosa cerchi mai presso i dormienti?Vivesti nella tua solitudine come nel mare, e il mare ti port. Ahi, vuoi ora scendere a terra? Ahi,

    vuoi tornare a trascinare da te il tuo corpo?Zarathustra rispose: Io amo gli uomini.E perch mai disse il santo io mi sarei ritirato nella solitudine delle foreste? Non fu forse perch

    amavo troppo gli uomini?Ora amo Dio: gli uomini non li amo. Luomo per me una cosa troppo imperfetta. Lamore per gli

    uomini mi ucciderebbe.Zarathustra rispose: Perch mai ho parlato damore! Io porto agli uomini un dono.Non dar loro nulla, disse il santo. Piuttosto prendi tu qualcosa da loro e portalo con loro

    questo a loro far bene pi di tutto: semprech faccia bene anche a te!E se proprio vuoi dar loro qualcosa, non dar loro pi di unelemosina, e prima lascia che

    mendichino, per essa!No rispose Zarathustra non faccio elemosine. Per questo non sono abbastanza povero.Il santo rise di Zarathustra e cos parl: E allora bada che accettino i tuoi tesori! Essi diffidano

    degli eremiti e non credono che noi veniamo per donarenostri passi risuonano troppo solitari ai loroorecchi nei loro vicoli. E, come quando la notte sentono, nei loro letti, passar fuori qualcuno moltoprima del sorgere del sole, si domandano certamente: Dove andr questo ladro?

    Non andare dagli uomini e resta nel bosco! Va piuttosto dagli animali! Perch non vuoi essere,come me, un orso tra gli orsi e un uccello tra gli uccelli?

    E che cosa fa il santo nel bosco? domand Zarathustra.santo rispose: Faccio canzoni e le canto, e quando faccio canzoni, rido, piango e borbotto: cio

    lodo Iddio.Cantando, piangendo, ridendo e borbottando lodo Iddio, che il mio Dio. Ma tu, che cosa ci porti

    in dono?Udite che ebbe queste parole, Zarathustra salut il santo e disse: Che cosa mai non avrei da darvi!

    Ma che io vada via subito, acciocch nulla vi prenda! E cos i due si separarono, il vegliardo e luomo,ridendo come possono ridere due ragazzi.

    Ma quando fu solo, cos Zarathustra parl al suo cuore: mai possibile? Questo santo vegliardonon ha ancora sentito dire, qui nel suo bosco, che Dio morto!

    3

    Arrivato nella citt pi vicina, che sorgeva ai margini della foresta, Zarathustra vi trov una gran follaradunata sulla piazza del mercato: perch avevano detto che si sarebbe visto un uomo camminare sullacorda. E Zarathustra cos parl alla folla:

    Io vi insegno il superuomo. Luomo qualcosa che deve essere superato. Che cosa avete fatto voiper superarlo?

  • Tutti gli esseri hanno finora creato qualcosa al di sopra di se stessi: e voi volete essere il riflusso diquesto grande flusso e tornare piuttosto allanimale che superare luomo?

    Che cos la scimmia per luomo? Una risata o una dolorosa vergogna. E proprio ci devessereluomo per il superuomo: una risata o una dolorosa vergogna.

    Voi avete fatto la strada dal verme alluomo, e molto c ancora in voi del verme. Una volta eravatescimmie, e ancora adesso luomo pi scimmia di qualunque scimmia.

    Ma anche colui che pi saggio tra voi, non che un dissidio, un essere ibrido fra la pianta e Iospettro. Ma vi ordino io di diventare spettri o piante?

    Vedete, io vi insegno il superuomo!Il superuomo il senso della terra. La vostra volont dica: sia il superuomo il senso della terra!Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di speranze

    ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no.Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra stanca: se ne

    vadano pure!Una volta il sacrilegio contro Dio era il sacrilegio pi grande, ma Dio morto, e sono morti con

    Dio anche quei sacrileghi. Commettere sacrilegio contro la terra ora la cosa pi spaventosa, e faredelle viscere dellimperscrutabile maggior conto che del senso della terra!

    Un tempo lanima guardava al corpo con disprezzo: e allora questo disprezzo era la cosa pi alta:essa lo voleva macilento, orribile, affamato. Cos pensava di sfuggire ad esso e alla terra.

    Oh, questanima era essa stessa ancora macilenta, orribile e affamata: e la crudelt era la volutt diquestanima!

    Ma anche voi, fratelli, ditemi: che cosa rivela il vostro corpo della vostra anima? Non la vostraanima povert e sporcizia e un miserabile benessere?

    In verit, un fiume lutulento luomo. E bisogna essere un mare, per poter accogliere un fiumelutulento senza divenire impuri.

    Vedete, io vi insegno il superuomo: esso questo mare, in cui pu inabissarsi il vostro grandedisprezzo.

    Qual lesperienza pi grande che potete fare? Essa lora del grande disprezzo. Lora in cui anchela vostra felicit vi nausea, e cos pure la vostra ragione e la vostra virt.

    Lora in cui dite: Che importa la mia felicit? Essa povert e sporcizia, e un miserabile benessere.E la mia felicit dovrebbe giustificare la stessa esistenza?

    Lora in cui dite: Che importa la mia ragione? Ha essa fame di sapere come il leone del suo pasto?Essa povert e sporcizia e un miserabile benessere!

    Lora in cui dite: Che importa la mia virt? Essa non mi ha reso ancora furibondo. Come sonostanco del mio bene e del mio male! Tutto ci povert e sporcizia e un miserabile benessere!

    Lora in cui dite: Che importa la mia giustizia? Non vedo che io sia brace ardente. Ma il giusto brace ardente!

    Lora in cui dite: Che importa la mia piet? Non la piet la croce sulla quale viene inchiodatocolui che ama gli uomini? Ma la mia piet non una crocifissione.

    Parlaste gi cos? Gridaste gi cos? Oh, se vi avessi gi sentito gridare cos!Non il vostro peccato, ma la vostra moderazione grida vendetta al cielo, la vostra avarizia nello

    stesso vostro peccato, grida vendetta al cielo!Dov la folgore che vi lecchi con la sua lingua? Dov la follia che vi si dovrebbe inoculare?

  • Vedete, io vi insegno il superuomo: esso questa folgore, esso questa follia!Quando Zarathustra ebbe cos parlato, uno di tra la folla grid: Abbiamo ascoltato il funambolo

    abbastanza; adesso vogliamo anche vederlo!. E tutta la folla rise di Zarathustra. Da parte sua ilfunambolo, credendo che quelle parole fossero rivolte a lui, si mise allopera.

    4

    Zarathustra invece guard la folla meravigliato. Poi cos parl:Luomo una corda, annodata tra lanimale e il superuomo una corda tesa sopra un abisso.Un pericoloso andare al di l, un pericoloso essere in cammino, un pericoloso guardarsi indietro,

    un pericoloso rabbrividire e fermarsi.Quel che grande nelluomo che egli un ponte e non un fine: quel che si pu amare nelluomo

    che egli un passaggio e un trapasso.Io amo coloro che non sanno vivere se non come quelli che vanno in rovina, perch essi sono quelli

    che vanno oltre.Amo i grandi disprezzatori, perch essi sono i grandi veneratori e frecce del desiderio dellaltra riva.Amo coloro che non stanno a cercar prima una ragione dietro le stelle per sacrificarsi e perire: ma

    che si sacrificano alla terra perch la terra sia un giorno del superuomo.Amo colui che vive per conoscere e che vuole conoscere perch viva un giorno il superuomo. E cos

    vuole la propria fine.Amo colui che lavora e inventa, per costruire la casa al superuomo e preparargli la terra, lanimale e

    la pianta: giacch cos egli vuole la propria fine.Amo colui che ama la propria virt: giacch la virt volont di perire e una freccia del desiderio.Amo colui che non serba per s neanche una goccia di spirito, ma vuol essere in tutto lo spirito

    della sua virt: cos egli passa come spirito sopra il ponte.Amo colui che fa della sua virt la sua inclinazione e la sua fatalit: cos egli vuole, per amore della

    sua virt, vivere ancora e non vivere pi.Amo colui che non vuole avere molte virt. Una virt pi virt di due, perch pi nodi a cui

    annodata la fatalit.Amo colui la cui anima si dissipa, che non vuole ringraziamenti e che non restituisce: giacch egli

    dona sempre e non vuole conservarsi.Amo colui che si vergogna se il dado riesce a suo favore e che allora si domanda: sono forse un

    baro? giacch egli vuole perire.Amo colui che getta parole doro davanti alle sue azioni e sempre mantiene ancor pi che non

    prometta: giacch egli vuole la propria fine.Amo colui che giustifica gli uomini dellavvenire e redime quelli del passato: giacch egli vuole

    perire ad opera degli uomini del presente.Amo colui che castiga il suo dio, perch ama il suo dio: giacch egli dovr perire per la collera del

    suo dio.Amo colui la cui anima profonda anche quando ferita e che pu perire per una piccola vicenda:

    cos egli passa volentieri sopra il ponte.Amo colui la cui anima stracolma, sicch dimentica se stesso, e tutte le cose sono in lui: cos tutte

  • le cose diventano la sua fine.Amo colui che ha libero spirito e libero cuore: cos la sua testa non che le viscere del suo cuore,

    ma il suo cuore lo spinge alla rovina.Amo tutti coloro che sono come gocce grevi, le quali cadono a una a una dalla nuvola scura

    incombente sugliuomini: essi annunciano larrivo del fulmine e, come annunciatori, periscono.Vedete, io sono un annunciatore del fulmine e una goccia greve che cade dalla nuvola: ma questo

    fulmine si chiama il superuomo. 5

    Quandebbe pronunciato queste parole, Zarathustra guard di nuovo la folla e tacque. Eccoli qua,disse al suo cuore, eccoli che ridono: non mi capiscono, io non sono la bocca per queste orecchie.

    Bisogna prima romper loro i timpani, perch imparino a udire con gli occhi? Bisogna strepitarecome tamburi o come predicatori di penitenza? O credono solo ai balbuzienti?

    Hanno qualcosa di cui vanno orgogliosi. Come chiamano ci di cui vanno orgogliosi? Cultura, lochiamano, esso li distingue dai caprai.

    Perci sentono pronunciare malvolentieri la parola disprezzo nei loro riguardi. E allora io parleral loro orgoglio.

    E allora parler loro dellessere pi spregevole: e questo lultimo uomo.E cos Zarathustra parl alla folla: tempo che luomo si assegni la sua meta. tempo che luomo pianti il seme della sua pi alta

    speranza.Ancora il suo terreno a ci ricco abbastanza. Ma questo terreno diventer un giorno povero e

    addomesticato, e nessun alto albero potr pi crescere in esso.Ahim, verr il tempo in cui luomo non scaglier pi il dardo del suo desiderio al di l delluomo,

    e la corda del suo arco avr disimparato a vibrare!Io vi dico: bisogna avere ancora il caos in s per poter partorire una stella danzante. Io vi dico: voi

    avete ancora il caos in voi.Ahim, verr il tempo in cui luomo non partorir pi nessuna stella! Ahim, verr il tempo

    delluomo pi spregevole, che non potr pi disprezzare se stesso!Vedete, io vi mostro lultimo uomo!Che cos lamore? Che cos la creazione? Che cos il desiderio? Che cos la stella? cos

    domanda lultimo uomo e ammicca.La terra sar allora diventata piccola, e su essa salteller lultimo uomo, che far tutto piccolo. La

    sua razza inestirpabile, come la pulce di terra; lultimo uomo quello che ha la vita pi lunga.Abbiamo inventato la felicit dicono gli ultimi uomini e ammiccano.Hanno lasciato le contrade in cui era duro vivere: perch si ha bisogno di calore. Si ama inoltre il

    vicino e ci si strofina a lui: perch si ha bisogno di calore.Ammalarsi e diffidare per loro una colpa: si procede con circospezione. Stolto chi ancora

    inciampa in pietre o uomini!Un po di veleno di tanto in tanto: ci fa fare sogni piacevoli. E molto veleno alla fine, per un

  • piacevole morire.Si lavora ancora, perch il lavoro intrattiene. Ma si cura che lintrattenimento non noccia.Non si diventa pi poveri e ricchi: sia luna che laltra cosa troppo fastidiosa. Chi vuole ancora

    governare? Chi ancora obbedire? Sia luna che laltra cosa troppo fastidiosa.Nessun pastore e un solo gregge! Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono uguali: chi sente

    diversamente, se ne va da s al manicomio.Una volta erano tutti matti dicono i pi raffinati e ammiccano.Si intelligenti e si sa perfettamente come sono andate le cose: cos non c fine al motteggiare. Si

    litiga ancora, ma ci si riconcilia subito altrimenti ci si rovina lo stomaco.Si ha il proprio piacerino per il giorno e il proprio piacerino per la notte: ma si sta attenti alla

    salute.Noi abbiamo inventato la felicit dicono gli ultimi uomini e ammiccano. E qui fin il primo discorso di Zarathustra, che si chiama anche il proemio: giacch a questo

    punto lo interruppe il clamore e il piacere della folla. Dacci questultimo uomo, Zarathustra cosgridavano facci diventare questultimo uomo! E noi ti regaleremo il superuomo! E tutta la follaesult schioccando la lingua. Ma Zarathustra si fece triste e disse al suo cuore:

    Non mi capiscono: non sono la bocca per queste orecchie.Certo ho vissuto troppo sulla montagna, ho ascoltatotroppo ruscelli e alberi: ora parlo a loro come ai caprai.Immota la mia anima e chiara come la montagna al mattino. Ma essi credono che io sia freddo e

    un dicitore di orribili facezie.E ora mi guardano e ridono: e ridendo mi odiano per di pi. Nel loro riso c il gelo.

    6

    Ma allora accadde qualcosa che fece ammutolire tutte le bocche e strabuzzare tutti gli occhi. Nelfrattempo cio il funambolo si era messo allopera: era uscito da una porticina e camminava sulla corda,che era tesa fra due torri, cos che era sospesa al di sopra del mercato e della folla. Ma quando eragiusto a met del percorso, la porticina si riapr e ne salt fuori un tipo variopinto simile a un buffone,il quale and a rapidi passi dietro al primo. Muoviti, sciancato grid con voce terribile muovitipoltrone, impostore, faccia sbiancata! Se non vuoi che ti solletichi col mio calcagno! Che stai a fare quifra le due torri? Dentro la torre, dovresti stare, l ti si dovrebbe rinchiudere, te che sbarri la strada auno che migliore di te! E a ogni parola che diceva gli si faceva pi vicino. Senonch, quando non erapi che a un passo da lui, avvenne la cosa terribile, che fece ammutolire tutte le bocche e strabuzzaretutti gli occhi: cacci un urlo da indemoniato e super con un balzo quello che gli impediva ilcammino. Ma laltro, vedendosi superato dal rivale, perse la testa e lequilibrio; lasci cadere lasta eschizz, pi veloce di questa, gi nel vuoto con un mulinello di braccia e gambe. La piazza e la follasembrarono il mare quando investito dalla tempesta: tutti fuggivano da tutte le parti, ma poi siritrovavano a calpestarsi, e ci soprattutto l dove stava per schiantarsi il corpo.

    Zarathustra invece rimase fermo, e proprio accanto a lui venne a cadere il corpo, malridotto espezzato ma non ancora morto. Dopo un momento, lo sfracellato riprese coscienza, e vide Zarathustra

  • inginocchiarsi accanto a lui. Che cosa fai tu qui? disse infine; sapevo da un pezzo che il diavolo miavrebbe dato lo sgambetto. Ora mi trascina allinferno: vuoi forse impedirglielo?

    Sul mio onore, amico rispose Zarathustra niente di quello che dici esiste: non esiste il diavolo enon esiste linferno. La tua anima morir prima ancora del corpo: non aver dunque pi paura diniente!

    Luomo guard Zarathustra con diffidenza. Se tu dici la verit disse poi allora io perdendo lavita non perdo niente. Non sono molto pi di un animale a cui stato insegnato a ballare, a forza dibastonate e di bocconi striminziti.

    Ma no disse Zarathustra tu hai fatto del pericolo il tuo mestiere, e in ci non c nulla dadisprezzare. Ora perisci per il tuo mestiere: per questo ti seppellir con le mie mani.

    Quando Zarathustra ebbe detto ci, il moribondo non rispose pi; ma mosse la mano, comecercando la mano di Zarathustra per ringraziarlo.

    7

    Frattanto si andava facendo sera e la piazza del mercato veniva avvolta dalloscurit: allora la folla sidisperse, giacch anche la curiosit e la paura si stancano. Zarathustra invece rimase seduto a terraaccanto al morto, sprofondato nei suoi pensieri: e cos non si accorse del tempo che passava. Ma allafine si fece notte, e un vento freddo si mise a soffiare sul solitario. Allora Zarathustra si alz e disse alsuo cuore:

    In verit, una bella pesca ha fatto oggi Zarathustra! Non ha preso nessun uomo, sibbene uncadavere.

    Un mistero inquietante lesistenza umana e ancor sempre senza senso: un buffone pu esserlefatale.

    Voglio insegnare agli uomini il senso del loro essere: che il superuomo, il fulmine che scaturiscedalloscura nube uomo.

    Ma ancora sono lontano da loro, e quel che io sento non parla ai loro sensi. Per gli uomini io sonoancora qualcosa di mezzo tra un pagliaccio e un cadavere.

    Oscura la notte, oscure sono le vie di Zarathustra. Vieni, freddo e rigido compagno! Ti porter inun luogo dove ti seppellir con le mie mani.

    8

    Detto che ebbe ci al suo cuore, Zarathustra si caric il cadavere sulle spalle e si mise in cammino. Manon aveva fatto ancora cento passi che un uomo gli si accost di soppiatto e prese a sussurrare al suoorecchio e, guarda, colui che parlava era il buffone della torre! Va via da questa citt, Zarathustradisse; troppi qui ti odiano. Ti odiano i buoni e giusti, chiamandoti loro nemico e disprez- zatore; tiodiano i seguaci della fede verace, chiamandoti il pericolo della moltitudine. stata la tua fortuna chesi sia riso di te: e veramente, hai parlato come un buffone. stata la tua fortuna che tu ti siaaccompagnato a questo cane morto; abbassandoti cos, per oggi ti sei salvato. Ma va via da questa citt o domani salter al di sopra di te, un vivo al di sopra di un morto. E detto ci, luomo spar; ma

  • Zarathustra continu a camminare per i vicoli bui.Alla porta della citt incontr i becchini: essi gli fecero luce in viso con la fiaccola, riconobbero

    Zarathustra e lo schernirono molto. Zarathustra porta via il cane morto: ma bravo, Zarathustra si fatto becchino! Perch le nostre mani sono troppo pulite per questo arrosto. Vuole forse Zarathustrarubare al diavolo il suo boccone? Ebbene, buon pr! E buon appetito per il pranzo! Purch il diavolonon sia miglior ladro di Zarathustra! Purch non li rubi entrambi, non li divori entrambi! Esghignazzavano tra loro, celiando e confabulando.

    Zarathustra non stette a rispondere e continu per la sua strada. Dopo aver camminato per due ore,accanto a boschi e a paludi, e aver troppo udito laffamato ululare dei lupi, venne anche a lui fame.Quindi si ferm a una casa solitaria in cui brillava un lume.

    La fame mi assale come un predone, disse Zarathustra. In boschi e paludi mi assale la mia fame enel pieno della notte.

    Strani capricci ha la mia fame. Spesso mi viene solo dopo il pasto, e oggi per tutto il giorno non mi venuta: dove se ne stava dunque?

    E cos dicendo Zarathustra buss alla porta della casa. Apparve un vecchio che aveva in mano unlume; domand: Chi viene da me e dal mio cattivo sonno?

    Un vivo e un morto, disse Zarathustra. Datemi da mangiare e da bere, durante il giorno me nesono dimenticato. Chi d da mangiare agli affamati ristora la propria anima: cos dice la saggezza.

    Il vecchio and dentro e torn subito dopo offrendo a Zarathustra pane e vino. Questo unbrutto posto per gli affamati, disse; perci io abito qui. Animali e uomini vengono da me,dalleremita. Ma di anche al tuo compagno di mangiare e bere, egli pi stanco di te. Zarathustrarispose: Il mio compagno morto, avr difficolt a convincernelo. Ci non mi riguarda disse ilvecchio arcigno; chi bussa alla mia porta deve anche prendere ci che gli offro. Mangiate e statemibene!

    Dopo di ci Zarathustra cammin per altre due ore, confidando nel sentiero e nel chiarore dellestelle: per abitudine era infatti nottambulo e amava guardare in faccia le cose che dormono. Ma quandocominci ad albeggiare, Zarathustra si ritrov nel profondo di una foresta, in cui non si vedeva pialcun sentiero. Allora depose-H morte nella cavit di un albero, allaltezza della sua testa volendoproteggerlo dai lupi e si stese egli stesso per terra, sul muschio. E subito si addorment, col corpostanco ma con lanima immota.

    9

    Zarathustra dormi a lungo, e non solo laurora pass sopra il suo viso, ma anche la mattinata. Alla fineper riapr gli occhi. Guard meravigliato la foresta e il silenzio, guard meravigliato in se stesso. Poi silev di scatto, come un navigante che scorga a un tratto la terra, ed esult: giacch aveva scorto unaverit nuova. E cos parl allora al suo cuore:

    Mi si fatta luce dentro: ho bisogno di compagni e di uomini vivi non di compagni morti e dicadaveri da portare con me dove voglio.

    Ma di compagni vivi, ho bisogno, che mi seguano perch vogliono seguire se stessi e l dove iovoglio.

    Mi si fatta luce dentro: non alla folla parli Zarathustra bens a dei compagni! Non diventi

  • Zarathustra pastore e cane di un gregge!Per stornare molti dal gregge per questo sono venuto. Adirarsi dovranno con me folla e gregge:

    predone vuole essere chiamato Zarathustra dai pastori.Pastori, dico, ma essi si chiamano i buoni e giusti. Pastori, dico, ma essi si chiamano i seguaci della

    fede verace.Guarda i buoni e giusti! Chi odiano essi di pi? Colui che spezza le loro tavole dei valori, colui che

    infrange, che delinque: ma questi colui che crea.Guarda i seguaci di tutte le fedi! Chi odiano di pi? Colui che spezza le loro tavole dei valori, colui

    che infrange, che delinque: ma questi colui che crea.Compagni cerca chi crea e non cadaveri, e neanche greggi e adepti. Uomini che creino con lui cerca

    chi crea, uomini che scrivano nuovi valori su nuove tavole.Compagni cerca chi crea, e uomini che raccolgano con lui: ch tutto in lui maturo per il raccolto.

    Ma a lui mancano le cento falci: cos strappa spighe adirato.Compagni cerca chi crea, e compagni che sappiano affilare le loro falci. Essi saranno chiamati

    distruttori e spregiatori del bene e del male. Ma essi sono coloro che raccolgono e, dopo, festeggiano.Compagni nel creare cerca Zarathustra, nel raccogliere e nel festeggiare: che cosa ha egli a che

    vedere con greggi e pastori e cadaveri?E tu, mio primo compagno di cammino, stammi bene! Bene ti ho seppellito nel tuo albero cavo,

    bene ti ho nascosto ai lupi.Ma ora mi separo da te, il tempo trascorso. Tra aurora e aurora sorta in me una nuova verit.Non pastore dovr essere, non seppellitore di morti. Mai pi vorr ancora parlare alla folla; e per

    lultima volta ho parlato a un morto.Mi accompagner a chi crea, a chi raccoglie e a chi festeggia: mostrer loro larcobaleno e tutte le

    scale del superuomo.Canter il mio canto ai solitari e ai solitari a due; e a chi ha ancora orecchie per linaudito, a costui

    far il cuore pesante con la mia felicit.Proceder verso la mia meta, andr per il mio cammino; i tardi e gli esitanti li salter a pi pari. E

    cos segni il mio passo il loro trapasso!

    10

    Ci Zarathustra aveva detto al suo cuore quando il sole era nel meriggio: poi si mise a scrutare il cielo giacch aveva sentito sopra il suo capo lacuto strido di un uccello. E, guarda, unaquila descrivevaampi cerchi nellaria, e da essa pendeva un serpente, non come una preda bens come un amico: giacchesso si teneva attorcigliato intorno al collo dellaquila.

    Sono i miei animali! esclam Zarathustra e si rallegr di cuore.Lanimale pi superbo sotto il sole e lanimale pi astuto sotto il sole sono usciti in

    perlustrazione.Vogliono vedere se Zarathustra ancora vivo. E in verit, vivo io ancora?Ho trovato pi pericoli tra gli uomini che tra le bestie. Per vie pericolose va Zarathustra. Siano i

    miei animali le mie guide!Detto ci, Zarathustra si ricord delle parole dettegli dal santo nel bosco, sospir e cos parl al

  • suo cuore:Ah, se io fossi pi accorto! Potessi essere cos profondamente astuto come il mio serpente!Ma sto chiedendo una cosa impossibile: e allora chieder al mio orgoglio che vada sempre insieme

    con la mia astuzia!E se un giorno la mia accortezza mi abbandoner ahim, essa ama volarsene via! che se ne voli

    via allora anche il mio orgoglio con la mia follia! Cos cominci il tramonto di Zarathustra.

  • PARTE PRIMADISCORSI DI ZARATHUSTRA

  • DELLE TRE METAMORFOSI_

    Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventi cammello, e leone il cammello, efanciullo alla fine il leone.

    Molte cose pesanti ci sono per lo spirito, per lo spirito forte e paziente che alberga la venerazione:la sua fortezza chiede pesi da portare, e i pesi pi gravi.

    Che cosa pesante? Cos domanda lo spirito paziente, cos si inginocchia, simile al cammello, evuol essere ben caricato.

    Che cosa pi pesante di tutto, o voi eroi? Cos domanda lo spirito paziente. Perch io possaprenderlo su di me ed essere lieto della mia fortezza.

    Non : abbassarsi, per far male alla propria superbia? Far brillare la propria stoltezza, per deriderela propria saggezza?

    O : separarsi dalla propria causa, quandessa celebra la sua vittoria? Salire su alti monti, pertentare il tentatore?

    O : nutrirsi delle ghiande e dellerba della conoscenza e, per amor della conoscenza, soffrire lafame nellanima?

    O : essere malato e rimandare a casa i consolatori e stringere amicizia con i sordi, che mai odonoquel che tu vuoi?

    O : scendere in acqua sporca, quando lacqua della verit, senza respingere da s le rane fredde ei rospi bollenti?

    O : amare coloro che ci disprezzano, e porgere la mano al fantasma quando vuol farci paura?Tutte queste cose pesantissime prende su di s lo spirito paziente; come il cammello che corre

    carico nel deserto, cos corre anchesso nel suo deserto.Ma nel deserto pi solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone. Esso

    vuole impossessarsi della libert ed essere signore nel suo deserto.Si cerca qui il suo ultimo signore: vuol diventargli nemico, a lui e al suo ultimo dio, vuole lottare

    per la vittoria con il grande drago.Qual il grande drago che lo spirito non vuol pi chiamare signore e dio? Tu devi si chiama il

    grande drago. Ma lo spirito del leone dice: Io voglio.Il Tu devi gli sbarra il passo, scintillando come loro. un animale squamato, e su ogni squama

    splende come loro il Tu devi!Valori millenari brillano su queste squame, e cos parla il pi possente di tutti i draghi: Ogni

    valore delle cose risplende in me.Ogni valore fu gi creato, e ogni valore creato sono io. In verit, non ci devessere pi alcun Io

    voglio! Cos parla il drago.Fratelli, perch c bisogno del leone nello spirito? Perch non basta la bestia da soma che rinuncia

  • e venera?Creare nuovi valori ci non pu fare ancora neanche il leone: ma crearsi libert per un nuovo

    creare ci pu la potenza del leone.Crearsi libert e un santo No anche di fronte al dovere: per questo, fratelli, c bisogno del leone.Prendersi il diritto per nuovi valori questo il pi terribile prendere per uno spirito paziente e

    pieno di venerazione. In verit, questa per esso una rapina e laffare di un animale di rapina.Come la sua cosa pi sacra egli amava un tempo il Tu devi: ora deve trovare vaneggiamento e

    arbitrio anche nelle cose pi sacre, per rapinare libert al suo amore: c bisogno del leone per questarapina.

    Ma dite, fratelli, che cosa sa fare ancora il fanciullo che neanche il leone sapeva fare? Perch deveancora il leone predatore diventare fanciullo?

    Innocenza il fanciullo e oblio, un ricominciare, un gioco, una ruota che ruota da sola, un primoimpulso, un santo dir s.

    S, per il gioco del creare, fratelli, c bisogno di un santo dir s: ora lo spirito vuole la sua volont,il perduto-per-il-mondo conquista per s il suo mondo.

    Tre metamorfosi vi ho nominato dello spirito: come lo spirito divenne cammello, e leone ilcammello, e il leone alla fine fanciullo.

    Cos parl Zarathustra. E allora si trovava nella citt che si chiama Vacca Pezzata.

    DELLE CATTEDRE DELLA VIRT_

    A Zarathustra fu vantato un saggio che sapeva parlar bene del sonno e della virt: per questo, si diceva,egli riceveva molti onori e ricompense, e tutti i giovani andavano a sedersi ai piedi della sua cattedra.Zarathustra and da lui, e si sedette con tutti i giovani ai piedi della sua cattedra. E il saggio cos parl:

    Onorate e rispettate il sonno! Questa la prima cosa! Ed evitate tutti quelli che dormono male estanno svegli la notte!

    Perfino il ladro ha rispetto per il sonno: sempre sguscia via silenzioso nella notte. Senza rispetto invece il guardiano notturno, senza rispetto egli porta il suo corno.

    Quella di dormire non unarte minore: per ci gi necessario star svegli tutto il giorno.Dieci volte devi vincere te stesso durante il giorno: ci procura una buona stanchezza ed papavero

    per lanima.Dieci volte devi riconciliarti con te stesso; giacch il vincersi amarezza, e chi non si riconcilia non

    dorme bene.Dieci verit devi trovare durante il giorno: altrimenti cerchi la verit anche di notte, e la tua anima

    resta affamata.Dieci volte devi ridere ed essere allegro durante il giorno: altrimenti la notte avrai disturbi di

    stomaco, questo padre dellafflizione.Lo sanno pochi: ma per ben dormire bisogna avere tutte le virt. Far falsa testimonianza?

    Commetter adulterio?

  • Mi indurr a concupire la serva del vicino? Tutto ci si concilia male col buon sonno.E anche quando si hanno tutte le virt, bisogna saper fare ancora una cosa: mandare a dormire, al

    momento opportuno, anche le virt.Affinch non litighino tra loro, le care donnine! E a tue spese, sventurato!Pace con Dio e col vicino: questo vuole il buon sonno. E pace anche col diavolo del vicino!

    Altrimenti verr a trovarti di notte.Onore allautorit e obbedienza, anche allautorit storta! Cos vuole il buon sonno. Che cosa posso

    farci se la potenza cammina volentieri con le gambe storte?Per me il miglior pastore sar sempre quello che porta la sua pecora nel prato pi verde: questo si

    accorda bene con il buon sonno.Non voglio molti onori n grandi tesori: ci infiamma la milza. Ma non si dorme bene senza un

    buon nome e un piccolo tesoro.Una compagnia piccola mi pi gradita di una cattiva: ma essa deve saper andare e venire al tempo

    giusto. Questo si accorda con il buon sonno.Mi piacciono molto anche i poveri di spirito: essi conciliano il sonno. Essi sono beati, specialmente

    se si d loro sempre ragione.Cos trascorre il giorno per il virtuoso. Quando poi viene la notte, mi guardo bene dallinvocare il

    sonno! Non vuole essere invocato, il sonno, che il signore delle virt!Ma penso a ci che ho fatto e pensato durante il giorno. Ruminando mi interrogo, paziente come

    una vacca: quali sono stati allora i tuoi dieci superamenti?E quali sono state le dieci riconciliazioni e le dieci verit e le dieci risate con cui il mio cuore ha fatto

    bene a se stesso?Meditando tali cose e cullato da quaranta pensieri, sono a un tratto assalito dal sonno, il non

    chiamato, il signore delle virt.Il sonno bussa ai miei occhi: e questi si fanno pesanti. Il sonno mi tocca la bocca: e questa rimane

    aperta.In verit, su soffici calzari esso viene a me, il pi caro dei ladri, e mi ruba i miei pensieri: ed io resto

    l stupido come questa cattedra.Ma allora non resto pi a lungo in piedi cos: e gi sono sdraiato.Sentendo cos parlare il saggio, Zarathustra rise in cuor suo: perch intanto gli si era fatta luce

    dentro. E cos egli parl al suo cuore:Un matto per me questo saggio qui con i suoi quaranta pensieri: ma credo che sintenda bene del

    sonno.Felice gi chi abita in vicinanza di questo saggio! Un tale sonno contagia, contagia anche attraverso

    una parete spessa.Un incantesimo si sprigiona gi dalla sua cattedra. E non invano sedettero i giovani davanti al

    predicatore della virt.La sua saggezza dice: star svegli per ben dormire. E veramente, se la vita non avesse senso e io

    dovessi scegliere linsensatezza, anche per me questa sarebbe linsensatezza pi degna di essere scelta.Ora capisco chiaramente che cosa una volta si cercava soprattutto, quando si cercavano i maestri di

    virt. Un buon sonno, si cercava per s, e a ci virt oppiacee!Per tutti questi vantati saggi delle cattedre la saggezza era il sonno senza sogni: essi non

    conoscevano un miglior senso della vita.

  • Ancora oggi ce ne sono alcuni, come questo predicatore della virt, e non sempre cos onesti: ma illoro tempo trascorso. Ed essi non stanno in piedi pi a lungo: e gi sono sdraiati.

    Beati sono questi sonnacchiosi: perch presto saranno appisolati. Cos parl Zarathustra.

    DI COLORO CHE ABITANO UN MONDO DIETRO IL MONDO_

    Una volta anche Zarathustra lanci la sua illusione al di l delluomo, come tutti coloro che abitano unmondo dietro il mondo. Opera di un dio sofferente e tormentato mi sembrava allora il mondo.

    Un sogno mi sembrava allora il mondo e il poema di un dio; fumo colorato davanti agli occhi di undivino scontento.

    Bene e male e piacere e dolore e io e tu fumo colorato mi sembrava davanti ad occhi creativi. Ilcreatore voleva distogliere lo sguardo da s allora cre il mondo.

    Un ebbro piacere per il sofferente distogliere lo sguardo dal proprio soffrire e perdersi. Un ebbropiacere e un voler perdersi mi sembr una volta il mondo.

    Questo mondo, leterno imperfetto, immagine di uneterna contraddizione e immagine imperfetta un ebbro piacere per il suo imperfetto creatore tale mi sembr una volta il mondo.

    Cos una volta lanciai anchio la mia illusione al di l delluomo, come tutti coloro che abitano unmondo dietro il mondo. Davvero al di l delluomo?

    Oh, fratelli, questo dio che io creai era opera delluomo e della follia delluomo, come tutti gli dei!Era un uomo, e solo un povero frammento di uomo e di Io: dalla mia propria cenere e brace venne

    a me, questo spettro, veramente! Non mi venne dallaldil!Che cosa avvenne poi, fratelli? Vinsi me stesso, il sofferente, portai la mia cenere sul monte, mi

    inventai una pi chiara fiamma. E, vedi, lo spettro si allontan da me!Una sofferenza sarebbe ora per me e un tormento nella guarigione, credere a tali spettri: una

    sofferenza sarebbe ora per me e unumiliazione. Cos io parlo a coloro che abitano un mondo dietro ilmondo.

    Fu sofferenza e impotenza ci cre tutti i mondi dietro il mondo; e quella breve follia di felicitche solo il pi sofferente conosce.

    Stanchezza, che vuole arrivare con un salto alle ultime cose, con un salto mortale, una povera ignarastanchezza, che non vuole neanche pi volere: essa cre tutti gli dei e i mondi dietro il mondo.

    Credete a me, fratelli! Fu il corpo che disper del corpo esso tast con le dita dello spiritoraggirato le pareti ultime.

    Credete a me, fratelli! Fu il corpo che disper della terra esso sent il ventre dellessere che gliparlava.

    E alloravolle sfondare con la testa le pareti ultime, e non solo con la testa per passare al di l, inquel mondo.

    Ma quel mondo ben nascosto alluomo, quel mondo disumanato inumano, che un celestenulla; e il ventre dellessere non parla affatto alluomo, se non come uomo.

  • In verit, difficile da dimostrare ogni essere e difficile da far parlare. Ditemi, fratelli, non sidimostra nel modo migliore anche la pi stramba di tutte le cose?

    S, questo Io e la contraddizione e il groviglio dellIo parlano ancora nel modo pi onesto del loroessere, questo Io che crea, che vuole, che assegna valore, ed la misura e il valore delle cose.

    E questo essere onestissimo, lIo, parla del corpo, e vuole ancora il corpo, anche quando poeta efantastica e svolazza con ali spezzate.

    LIo impara a parlare sempre pi onestamente: e quanto pi impara, tanto pi trova parole peronorare il corpo e la terra.

    Un nuovo orgoglio mi insegn il mio Io, ed io lo insegno agli uomini: di non ficcare pi il caponella sabbia delle cose celesti, ma di portarlo libero, un capo terreno che d senso alla terra!

    Una nuova volont insegno io agli uomini: volere questa via che luomo ha finora percorso allacieca, e approvarla e non discostarsene pi furtivamente come fanno gli ammalati e i moribondi!

    Malati e moribondi furono coloro che disprezzarono il corpo e la terra e inventarono il regnoceleste e le gocce di sangue redentrici: ma anche questi dolci e foschi veleni essi presero dal corpo edalla terra!

    Volevano sfuggire alla loro miseria, e le stelle erano per loro troppo lontane. Allora sospirarono:Oh, se ci fossero strade celesti, per penetrare in un altro essere e in unaltra felicit! e allora siinventarono le loro vie segrete e le loro pozioncelle di sangue!

    E sillusero di essere ormai sottratti al loro corpo e a questa terra, gli ingrati. Ma a chi dovevano lospasimo e la delizia della loro sottrazione? Al loro corpo e a questa terra.

    Mite Zarathustra coi malati. Veramente, egli non si adira per i loro modi di consolarsi e di essereingrati. Possano essi guarire e vincersi e crearsi un corpo migliore!

    Nemmeno Zarathustra si adira col convalescente, quandegli guarda con tenerezza alla sua illusionee a mezzanotte si aggira furtivo intorno alla tomba del suo dio: ma malattia e corpo malato restano perme anche le sue lacrime.

    Molta gente malata c sempre stata fra coloro che poetano e smaniano di Dio; essi odianofuriosamente luomo della conoscenza e quella virt nuovissima che si chiama: onest.

    Guardano sempre allindietro, verso epoche buie: certo allora fede e illusione erano unaltra cosa; ildelirio della ragione era somiglianza con Dio, e il dubbio peccato.

    Fin troppo bene conosco questi simili a Dio: essi vogliono che si creda in loro, e che il dubbio siapeccato. Fin troppo bene so anche in che cosa essi stessi credono di pi.

    In verit non a mondi dietro il mondo e a gocce di sangue redentrici: bens al corpo credonoanchessi pi di tutto, e il loro corpo per essi la cosa in s.

    Ma una cosa malata il corpo per loro: e volentieri essi uscirebbero dalla propria pelle. Percistanno a sentire i predicatori di morte ed essi stessi predicano i mondi dietro il mondo.

    State piuttosto a sentire, fratelli, la voce del corpo sano: questa una voce pi onesta e pi pura.Pi onesto e puro parla il corpo sano, il corpo perfetto e squadrato: ed esso parla del senso della

    terra. Cos parl Zarathustra.

  • DEI DISPREZZATORI DEL CORPO_

    Ai disprezzatori del corpo voglio dire la mia parola. Per me essi non devono ricominciare daccapo aimparare e a insegnare, ma devono solo dire addio al loro corpo e ammutolire per sempre.

    Io sono corpo e anima cos parla il fanciullo. E perch non si dovrebbe parlare come ifanciulli?

    Ma il risvegliato, il sapiente dice: io sono in tutto e per tutto corpo, e niente al di fuori di esso; eanima solo una parola per un qualcosa del corpo.

    Il corpo una grande ragione, una molteplicit con un unico senso, una guerra e una pace, ungregge e un pastore.

    Strumento del tuo corpo anche la tua piccola ragione, fratello, che tu chiami spirito, un piccolostrumento e giocattolo della tua grande ragione.

    Tu dici Io, e sei orgoglioso di questa parola. Ma una cosa pi grande, a cui tu non vuoi credere, il tuo corpo e la sua grande ragione: questa non dice Io, ma fa Io.

    Ci che il senso sente, ci che lo spirito conosce, non ha mai il suo fine in s. Ma senso e spiritovorrebbero convincerti di essere il fine di tutte le cose: tanto son vanitosi.

    Strumenti e giocattoli sono senso e spirito: dietro a loro sta ancora il S. Il S cerca anche con gliocchi dei sensi, ascolta anche con le orecchie dello spirito.

    Sempre il S ascolta e cerca: confronta, costringe, conquista, distrugge. Domina ed anche ildominatore dellIo.

    Dietro i tuoi pensieri e sentimenti, fratello, sta un possente imperatore, un saggio sconosciuto sichiama S. Abita nel tuo corpo, il tuo corpo.

    C pi ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza. E chi sa mai per che cosa il tuo corpoha bisogno proprio della tua saggezza?

    Il tuo S ride del tuo Io e dei suoi salti orgogliosi. Che cosa sono mai questi salti e voli delpensiero? esso si dice. Una via traversa verso il mio scopo. Io sono la danda dellIo e il suggeritoredei suoi concetti.

    Il S dice allIo: Qui senti dolore! E quello soffre e riflette a come non soffrire pi e perquesto appunto deve pensare.

    Il S dice allIo: Qui senti piacere! E quello gioisce e riflette a come gioire ancora molte volte e per questo appunto deve pensare.

    Ai disprezzatori del corpo voglio dire una parola. Che essi disprezzino, dovuto al fatto cheapprezzano. Che cos che ha creato apprezzare e disprezzare e valore e volont?

    Il S creatore si creato lapprezzare e il disprezzare, si creato il piacere e il dolore. Il corpocreatore si creato lo spirito come una mano della sua volont.

    Anche nella vostra stoltezza e nel vostro disprezzo, o disprezzatori del corpo, voi servite il vostroS. Io vi dico: lo stesso vostro S vuole morire e si ritrae dalla vita.

    Non riesce pi a fare ci che ama fare pi di tutto: creare al di l di s. Ci esso ama pi di tutto,questo tutto il suo fervore.

    Ma a ci si fatto per esso troppo tardi: e cos il vostro S vuole perire, o disprezzatori del corpo.Perire vuole il vostro S, e perci siete diventati disprezzatori del corpo! Perch non riuscite pi a

    creare al di l di voi stessi.

  • E perci anche provate rabbia contro la vita e la terra. Uninconsapevole invidia nel torvo sguardodel vostro disprezzo.

    Io non vengo per la vostra strada, o disprezzatori del corpo! Voi non siete per me ponti verso ilsuperuomo!

    Cos parl Zarathustra.

    DELLE PASSIONI GAUDIOSE E DOLOROSE_

    Fratello, se hai una virt, ed la tua virt, allora non lhai in comune con nessuno.Certo, tu vuoi chiamarla per nome e accarezzarla: vuoi tirarle lorecchio e scherzare con essa.Ma, vedi, ora hai il suo nome in comune col popolo e sei diventato popolo e gregge con la tua

    virt!Faresti meglio a dire: Inesprimibile e senza nome ci che d tormento e dolcezza alla mia anima

    ed anche la fame delle mie viscere.Sia la tua virt troppo alta per la familiarit dei nomi: e se devi parlare di essa, non ti vergognare di

    balbettarne.Cos parla e balbetta: Questo il mio bene, questo io amo, cos esso mi piace interamente, cos

    solo voglio questo bene.Non lo voglio come legge di un dio, non lo voglio come un canone e una necessit degli uomini:

    non sia per me un indicatore di sovramondi e di paradisi.Una virt terrena quella che io amo: c in essa poca avvedutezza e meno di tutto la ragione degli

    altri.Ma questo uccello si fatto il nido da me: perci io lo amo e lo vezzeggio ora cova da me le sue

    uova doro.Cos devi balbettare e lodare la tua virt.Una volta avevi delle passioni e le chiamavi cattive. Ma ora non hai che le tue virt: esse si sono

    sviluppate dalle tue passioni.Raccomandasti caldamente a queste passioni la tua meta pi alta: ed ecco che esse sono diventate le

    tue virt e gioie.E che tu fossi della razza dei collerici o di quella dei lussuriosi o dei fanatici religiosi o dei

    vendicativi.Alla fine tutte le tue passioni sono diventate virt e tutti i tuoi demni angeli.Una volta avevi cani feroci nei tuoi sotterranei: ma alla fine essi si sono trasformati in uccelli e

    amabili cantatici.Dai tuoi veleni ti sei distillato il tuo balsamo; hai munto la tua vacca afflizione e ora bevi il dolce

    latte della sua mammella.E niente di male potr per lavvenire pi crescere da te, se non il male che cresce dalla contesa delle

    tue virt.Fratello, se hai fortuna, hai una virt e non di pi: cos passerai pi leggero sopra il ponte.

  • grande distinzione avere molte virt, ma un destino pesante; e pi duno and nel deserto e siuccise, perch era stanco di essere una battaglia e un campo di battaglia delle virt.

    Fratello, male la guerra e la battaglia? Ma questo male necessario, necessaria linvidia e ladiffidenza e la calunnia fra le tue virt.

    Guarda come ciascuna delle tue virt anela alla vetta suprema: ciascuna vuole tutto il tuo spirito,perch sia il suo araldo, vuole tutta la tua forza nella collera, nellodio e nellamore.

    Ogni virt gelosa dellaltra, e una cosa tremenda la gelosia. Anche le virt possono perire digelosia.

    Chi avvolto dalla fiamma della gelosia rivolge alla fine, simile allo scorpione, laculeo avvelenatocontro se stesso.

    Oh, fratello, non hai mai visto ancora una virt calunniare se stessa e trafiggersi?Luomo qualcosa che devessere superato: e perci tu devi amare le tue virt giacch perirai

    per esse. Cos parl Zarathustra.

    DEL DELINQUENTE PALLIDO_

    Voi non volete uccidere, giudici e sacrificatori, prima che lanimale abbia assentito col capo? Guardate,il delinquente pallido ha fatto il cenno: dai suoi occhi parla il grande disprezzo.

    Il mio Io qualcosa che devessere superato: il mio Io per me il grande disprezzo delluomo:cos parlano i suoi occhi.

    Che egli abbia giudicato, se stesso, stato il suo momento pi alto: non fate che il sublime ritorninella sua bassezza!

    Non c redenzione, per colui che cos soffre di se medesimo, se non in una rapida morte.Il vostro uccidere, giudici, devessere una piet e non una vendetta. E, uccidendo, fate in modo da

    giustificare voi stessi la vita!Non basta che vi riconciliate con colui che uccidete. La vostra tristezza sia amore del superuomo:

    cos giustificherete il vostro continuare a vivere!Dovete dire nemico ma non malvagio; dovete dire malato ma non furfante; dovete dire

    pazzo ma non peccatore.E tu, giudice rosso, se tu volessi dire ad alta voce tutto quello che hai gi fatto in pensiero, tutti

    griderebbero: Via questa sozzura, via questo verme velenoso!Ma una cosa il pensiero, unaltra latto e unaltra ancora limmagine dellatto. La ruota della causa

    non gira fra di loro.Unimmagine ha reso pallido questuomo pallido. Egli era allaltezza del suo atto, quando Io

    commise: ma non ne sopport limmagine, una volta commessolo.Da allora si consider sempre lautore di un unico atto. Pazzia chiamo io ci: leccezione si

    capovolse in lui in essenza.

  • La striscia tracciata per terra paralizza la gallina; il colpo da lui inferto paralizz la sua poveraragione e questa io la chiamo la pazzia dopo latto.

    Sentite, giudici! Unaltra pazzia c ancora: ed la pazzia prima dellatto. Oh, voi non avetestrisciato abbastanza a fondo in questanima!

    Cos parla il giudice rosso: Perch questo delinquente assassin? Egli voleva rapinare. Ma io vidico: la sua anima voleva sangue, non rapina: egli agognava la felicit del coltello!

    Ma la sua povera ragione non comprese questa pazzia e lo convinse. Che importa il sangue?disse. Non vuoi almeno fare anche una rapina? Prenderti una vendetta?

    Ed egli ascolt la sua povera ragione: come piombo gravava su di lui il suo discorso e allorarapin, quando assassin. Non voleva vergognarsi della sua pazzia.

    E ora, di nuovo, grava su di lui il piombo della sua colpa, e di nuovo la sua povera ragione cosrigida, cos impedita, cos pesante.

    Se soltanto potesse scuotere il capo: il suo carico rotolerebbe gi: ma chi scuote questo capo?Che cos questuomo? Un cumulo di malattie che attraverso la mente si riversano nel mondo: qui

    esse vogliono fare la loro preda.Che cos questuomo? Una matassa di serpenti furiosi che raramente se ne stanno in pace tra loro

    e allora se ne vanno ciascuno per conto proprio a cercar preda nel mondo.Guardate questo povero corpo! Ci che esso pat e bram, questa povera anima lo interpret lo

    Interprete come piacere di uccidere e avidit della felicit del coltello.Chi oggi malato, viene assalito dal male- che oggi male: egli vuole far male, con ci che fa male a

    lui. Ma ci furono altri tempi e un altro bene e male.Una volta era male il dubbio e la volont del S. Allora il malato diventava un eretico o una strega:

    come eretico o strega, pativa e voleva far soffrire.Ma ci non vuole entrarvi nelle orecchie: ai vostri buoni nocivo, mi dite. Ma che importa a me dei

    vostri buoni?Molte cose, nei vostri buoni, mi fanno schifo, e pervero non il loro male. Vorrei che avessero una

    pazzia e di essa perissero, come questo delinquente pallido!Veramente vorrei che la vostra pazzia si chiamasse verit o fedelt o giustizia: ma essi hanno la loro

    virt per vivere a lungo e in un miserabile benessere.Io sono una ringhiera accanto al fiume: si afferri a me chi pu afferrarsi! Ma io non sono la vostra

    gruccia. Cos parl Zarathustra.

    DEL LEGGERE E SCRIVERE_

    Di tutto quanto stato scritto io amo solo quel che uno scrive col suo sangue. Scrivi col sangue: evedrai che il sangue spirito.

    Non affatto facile, capire il sangue altrui: odio gli oziosi che leggono.Chi conosce il lettore, non fa pi niente per il lettore. Ancora un secolo di lettori e lo spirito stesso

  • puzzer.Che tutti possano imparare a leggere, rovina alla lunga non solo lo scrivere, ma anche il pensare.Una volta lo spirito era Dio, poi si fece uomo, e ora si va facendo addirittura plebe.Chi scrive col sangue e per sentenze, non vuole essere letto, ma imparato a memoria.In montagna la via pi breve quella di vetta in vetta: ma per questo devi avere le gambe lunghe.

    Le sentenze devono essere vette: e coloro a cui si parla, grandi e grossi.Laria fina e pura, il pericolo vicino e lo spirito pieno di allegra cattiveria: queste cose stanno bene

    insieme.Voglio avere intorno a me coboldi, perch sono coraggioso. Il coraggio, che fuga gli spettri, crea a

    se stesso coboldi il coraggio vuol ridere.Io non sento pi con voi: questa nuvola che vedo sotto di me, questa nerezza e pesantezza, di cui

    rido proprio questa la vostra nuvola di temporale.Voi guardate in su, quando cercate elevazione. E io guardo in basso, perch sono sopraelevato.Chi di voi pu insieme ridere ed essere elevato?Chi sale sui monti pi alti ride di tutte le tragedie e tragicommedie.Coraggiosi, noncuranti, beffardi, violenti cos ci vuole la saggezza: essa femmina e ama sempre

    e solo il guerriero.Voi mi dite: La vita difficile da sopportare. Ma perch mai avreste la mattina il vostro orgoglio

    e la sera la vostra rassegnazione?La vita difficile da sopportare: ma non mi fate troppo i delicati! Noi siamo tutti quanti dei begli

    asini e asine da caricare.Che cosa abbiamo in comune col bocciuolo di rosa, che trema perch su di esso si posata una

    goccia di rugiada? vero: noi amiamo la vita non perch siamo abituati alla vita ma perch siamo abituati allamore.C sempre un po di follia nellamore. Ma c anche sempre un po di ragione nella follia.E anche a me, che voglio bene alla vita, sembra che le farfalle e le bolle di sapone e quanti tra gli

    uomini sono della loro specie ne sappiano di pi sulla felicit.Veder svolazzare queste animule leggere scioccherelle leggiadre e volubili ci fa sgorgare a

    Zarathustra lacrime e canti.Crederei solo a un dio che sapesse danzare.E quando vidi il mio demonio, lo trovai serio, meticoloso, profondo, solenne: era lo spirito di

    gravit a causa sua cadono tutte le cose.Non con la collera ma con il riso si uccide. Ors, uccidiamo lo spirito di gravit!Ho imparato a camminare: da allora mi lascio correre. Ho imparato a volare: da allora non voglio

    essere spinto per muovermi.Ora sono leggero, ora volo, ora mi vedo sotto di me, ora danza un dio attraverso di me. Cos parl Zarathustra.

    DELLALBERO SUL MONTE_

  • Locchio di Zarathustra aveva notato che un giovane lo evitava. E mentre una sera se ne andava solo super i monti che circondano la citt che detta Vacca Pezzata: guarda, incontr sul suo cammino questogiovane, il quale sedeva appoggiato a un albero e contemplava la valle con sguardo stanco. Zarathustraafferr lalbero presso il quale era seduto il giovane e cos parl:

    Se io volessi scuotere questalbero qui con le mie mani, non potrei farlo.Ma il vento, che noi non vediamo, lo squassa e lo piega come vuole. Peggio di tutto ci piegano e

    squassano mani invisibili.Allora il giovane si alz, sbigottito, e disse: Sento Zarathustra e stavo proprio pensando a lui.

    Zarathustra replic:E per questo ti spaventi? Ma delluomo come dellalbero.Quanto pi egli vuole elevarsi e andare verso la luce, tanto pi fortemente le sue radici aderiscono

    alla terra, tendono in basso, verso loscurit, il profondo verso il male.S, verso il male! esclam il giovane. Come possibile che tu abbia scoperto la mia anima?Zarathustra sorrise e disse: Certe anime non saranno mai scoperte se non saranno prima

    inventate.S, verso il male! esclam ancora il giovane.Hai detto la verit, Zarathustra. Non ho pi fiducia in me stesso, da quando cerco di elevarmi, e

    nessuno ha pi fiducia in me come pu accadere ci?Io mi trasformo troppo rapidamente: il mio oggi confuta il mio ieri. Spesso salto i gradini, quando

    salgo e ci nessun gradino me lo perdona.Quando sono in alto mi ritrovo sempre solo. Nessuno parla con me, il gelo della solitudine mi fa

    rabbrividire. Che cosa vado cercando, l in alto?Il mio disprezzo e il mio anelito crescono luno con laltro; quanto pi salgo, tanto pi disprezzo

    colui che sale. Che cosa va cercando, l in alto?Come mi vergogno del mio salire e incespicare! Come derido il mio violento ansimare! Come odio

    chi vola! Come sono stanco di stare l in alto!Qui il gio