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16 10/03 17 10/03 Parlare dei Dream Theater ha sempre un gusto particolare ed ogni volta che ci si imbatte in questa band alla vigilia di una nuova release si rimane sem- pre con il fiato sospeso grazie al genio creativo del quintetto che di volta in volta reinventa se stesso con dischi di altissima qualità. Anche questa volta la collaborazione tra Rock Hard e l'Italian Dreamers ha dato i suoi buoni frut- ti, e con una perfetta sinergia nelle persone di Marco Petrini, vice presiden- te dell'official fan club della band che ringraziamo per la gentile e preziosis- sima collaborazione, e il nostro Andrea Schwarz, abbiamo raggiunto la band nella persona di Jordan Rudess, in occasione del suo minitour italiano, per una lunga conversazione in esclusiva per tastare un po' il terreno su cosa ci stanno riservando i Dream Theater per il futuro! Ma lasciamo che sia lo stesso Rudess a guidarci … Ciao Jordan, prima di tutto una domanda di rito ed un po' frivola: come mai questo cambio di look cosi drastico? Prima fu Mike a tagliarsi i capelli nel '97, seguito da James e poi da John Petrucci nel 2001… ma tu ti sei proprio rasato a zero!!! "Bella domanda!!! Personalmente credo che quando sei all'interno del music business anche l'aspetto esteriore sia una cosa che un'artista deve curare. Ho sempre pensato come poteva essere l'idea di svegliarmi una mattina ed essere completamente pelato, pensa che durante l'ultimo tour i ragazzi della band hanno sempre provato ad incoraggiarmi ma io sono sempre stato restio all'idea. Poi il giorno di capodanno di questo 2003 ho deciso che era ora di fare un cambio totale di look." Questi ultimi due mesi vi hanno visti impegnati sul palco con i Fates Warning e i Queensryche con dei concerti spettacolari per i veri fans del progressive metal. Cosa ci dici di questa esperienza? "Per tanto tempo i Dream Theater hanno sognato di andare in tour con i Queensryche. Come ben sapete, ci sono stati dei momenti di tensione alcuni anni fa tra le due band, ma poi pian piano i rapporti si solo rilassati e alla fine, vale a dire quest'anno, è arrivato l'invito a far parte di questa terna per un tour negli Stati Uniti. Posso dire che per un vero fan del progressive metal, si è trattato di un'occasione più unica che rara di vedere sul palco le migliori prog band del mondo tutte nella stessa serata. Dal mio punto di vista personale posso dire di non essere mai stato un fan accanito dei Fates o Queensryche, ma passarci l'estate insieme 'on the road' è stata un'esperienza magnifica, sono tutti persone simpatiche e ognuna speciale, e altamente professionali al tempo stesso. Sicuramente per me è stata anche un'occasione per apprezzare e capire meglio anche musica di band che ho sempre ascoltato poco." Il vostro tour era soprannominato "Escape From The Studio", un'idea rubata a un'altra band famosa di cui non facciamo nomi… Come mai avete deciso di non suonare nessun brano registrato in quello studio da cui siete scappati per due mesi? di Marco "Petrus" Petrini e Andrea Schwarz "Perché abbiamo deciso di tenere tutto top secret, anche solo suonare un brano o due avrebbe creato sicuramente l'inizio di una discussione lunghis- sima tra tutti i fans… Non ci si può fare un'idea su di un nuovo album sol- tanto ascoltando uno o due pezzi suonati dal vivo, e poi inevitabilmente i pezzi avrebbero iniziato a circolare su internet, con tutte le speculazioni che ne sarebbero potute derivare. Preferiamo dare una grande sorpresa a tutti i fans e vedere le loro discussioni sui vari siti web dal giorno in cui l'album uscirà ufficialmente nei negozi, non prima." Tornando ai Queensryche, ti sei divertito durante la jam che avete fatto alla fine di ogni concerto? "Penso che i fan si siano veramente divertiti! Ogni sera a fine concerto i due gruppi salivano insieme sul palco, suonando brani dell'uno o dell'altro, ma anche cover di altre band! In tanti mi hanno detto che è stata un'esperienza magnifica e che certe cose succedono una sola volta nella vita. Personalmente credo che sia stato veramente difficoltoso dare un impatto sonoro di un buon livello quando ti trovi in 10 su un palco. Non hai più i tuoi suoni così come i tuoi settaggi per gli strumenti; nei monitor non senti più i tuoi volumi e tutto risulta molto più difficile. Io sono molto pignolo in queste da 16 a 33ok.qxd 21/09/2003 21.37 Pagina 1

"Fuggendo dallo studio" Rock Hard 2003

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Intervista a Jordan Rudess - Fuggendo dallo Studio. Pubblicata su Rock Hard - settembre 2003 A cura di Marco Petrini

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Parlare dei Dream Theater ha sempre un gusto particolare ed ogni volta checi si imbatte in questa band alla vigilia di una nuova release si rimane sem-pre con il fiato sospeso grazie al genio creativo del quintetto che di volta involta reinventa se stesso con dischi di altissima qualità. Anche questa voltala collaborazione tra Rock Hard e l'Italian Dreamers ha dato i suoi buoni frut-ti, e con una perfetta sinergia nelle persone di Marco Petrini, vice presiden-te dell'official fan club della band che ringraziamo per la gentile e preziosis-sima collaborazione, e il nostro Andrea Schwarz, abbiamo raggiunto la bandnella persona di Jordan Rudess, in occasione del suo minitour italiano, peruna lunga conversazione in esclusiva per tastare un po' il terreno su cosa cistanno riservando i Dream Theater per il futuro! Ma lasciamo che sia lostesso Rudess a guidarci …

Ciao Jordan, prima di tutto una domanda di rito ed un po' frivola:come mai questo cambio di look cosi drastico? Prima fu Mike atagliarsi i capelli nel '97, seguito da James e poi da John Petruccinel 2001… ma tu ti sei proprio rasato a zero!!!"Bella domanda!!! Personalmente credo che quando sei all'interno del musicbusiness anche l'aspetto esteriore sia una cosa che un'artista deve curare.Ho sempre pensato come poteva essere l'idea di svegliarmi una mattina edessere completamente pelato, pensa che durante l'ultimo tour i ragazzi dellaband hanno sempre provato ad incoraggiarmi ma io sono sempre statorestio all'idea. Poi il giorno di capodanno di questo 2003 ho deciso che eraora di fare un cambio totale di look."Questi ultimi due mesi vi hanno visti impegnati sul palco con i FatesWarning e i Queensryche con dei concerti spettacolari per i veri fans

del progressive metal. Cosa ci dici di questa esperienza?"Per tanto tempo i Dream Theater hanno sognato di andare in tour

con i Queensryche. Come ben sapete, ci sono stati dei momenti ditensione alcuni anni fa tra le due band, ma poi pian piano i rapporti si

solo rilassati e alla fine, vale a dire quest'anno, è arrivato l'invito a far partedi questa terna per un tour negli Stati Uniti. Posso dire che per un vero fandel progressive metal, si è trattato di un'occasione più unica che rara divedere sul palco le migliori prog band del mondo tutte nella stessa serata.Dal mio punto di vista personale posso dire di non essere mai stato un fanaccanito dei Fates o Queensryche, ma passarci l'estate insieme 'on the road'è stata un'esperienza magnifica, sono tutti persone simpatiche e ognunaspeciale, e altamente professionali al tempo stesso. Sicuramente per me èstata anche un'occasione per apprezzare e capire meglio anche musica diband che ho sempre ascoltato poco."Il vostro tour era soprannominato "Escape From The Studio", un'idearubata a un'altra band famosa di cui non facciamo nomi… Come maiavete deciso di non suonare nessun brano registrato in quello studioda cui siete scappati per due mesi?

di Marco "Petrus" Petrini e Andrea Schwarz

"Perché abbiamo deciso di tenere tutto top secret, anche solo suonare unbrano o due avrebbe creato sicuramente l'inizio di una discussione lunghis-sima tra tutti i fans… Non ci si può fare un'idea su di un nuovo album sol-tanto ascoltando uno o due pezzi suonati dal vivo, e poi inevitabilmente ipezzi avrebbero iniziato a circolare su internet, con tutte le speculazioni chene sarebbero potute derivare. Preferiamo dare una grande sorpresa a tutti ifans e vedere le loro discussioni sui vari siti web dal giorno in cui l'albumuscirà ufficialmente nei negozi, non prima."Tornando ai Queensryche, ti sei divertito durante la jam che avetefatto alla fine di ogni concerto? "Penso che i fan si siano veramente divertiti! Ogni sera a fine concerto i duegruppi salivano insieme sul palco, suonando brani dell'uno o dell'altro, maanche cover di altre band! In tanti mi hanno detto che è stata un'esperienzamagnifica e che certe cose succedono una sola volta nella vita.Personalmente credo che sia stato veramente difficoltoso dare un impattosonoro di un buon livello quando ti trovi in 10 su un palco. Non hai più i tuoisuoni così come i tuoi settaggi per gli strumenti; nei monitor non senti più ituoi volumi e tutto risulta molto più difficile. Io sono molto pignolo in queste

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cose, soprattutto quando si tratta di fare ascoltare la propria musica."Ieri in macchina abbiamo parlato del nuovo album, che si intitolerà"Train Of Thought"... visto che non circolano voci in rete e visto chec'è il più assoluto top secret… perché non ci dai qualche notiziaesclusiva per i lettori di Rock Hard?"Posso dirti che è stata una esperienza nuova, diversa da tutte le altre insie-me ai ragazzi della band, dai tempi del Liquid Tension o di "Scenes..." in cuientravamo in studio e creavamo nuova musica. Questa volta è stato un po'come tornare a scuola, quando si suonava chiusi in una stanza con i volu-mi al massimo. Infatti prima di entrare in studio per registrare i brani cisiamo effetivamente chiusi in una stanza per alcuni giorni, per dare un'im-pronta finale a tutti i brani che avevamo già pronti. Volevamo dare un'im-pronta molto grezza a questo nuovo album, qualcosa di veramente forte…e ci siamo riusciti!!"Riguardo alla composizione dei brani, hai appena detto che nonsiete entrati in studio per creare nuova musica, ma solo per registra-re brani già pronti… quando sono stati creati questi brani?"Durante i sound check! Sembrerà strano ma è verissimo. Abbiamo passa-to tantissimo tempo a fare jam durante i sound check, avevamo pronti tan-tissimi brani per questo ultimo tour e ci annoiavamo a suonarli anche duran-te i sound check; allora abbiamo iniziato prima a mischiare i nostri branivecchi (cosi è nato il famosissimo instrumedley, suonato dal vivo, per ora,solo durante i tour americani e in alcune occasioni durante i concerti dell'ul-timo World Tourbulence che però non ha toccato l'Italia) e poi abbiamo ini-ziato a buttare giù alcune nuove idee. Cosi facendo, registrando gli stessisound check, ci siamo trovati a fine tour con tanta nuova musica pronta peressere ritoccata e registrata."Sappiamo per certo che non avete registrato al solito BearTrack manon sappiamo null'altro sulle registrazioni…"Quello che posso dirti è molto poco… lo studio in cui abbiamo registratoè un nuovo studio a Long Island, poco lontano dal centro di New York, pro-prio dove la band ha mosso i suoi primi passi. Le registrazioni si sono svol-te in diverse sessioni; dopo aver affinato i pezzi tutti insieme, abbiamo deci-so di entrare in studio uno alla volta per fare il proprio strumento. Se nonsbaglio il primo ad entrare è stato proprio John Petrucci, insieme a Mike,seguiti da John Myung. Io sono entrato in studio dopo un paio di settimanee ho registrato tutte le mie parti. Dopo il tour di questa estate, nelle settima-ne centrali di agosto, è entrato James a registrare le parti vocali, in quantoi testi sono stati scritti durante il tour con i Queensryche. Il mixaggio è ini-ziato proprio in questi giorni e terminerà a fine settembre."Pensi che la base di fan potrà crescere dopo quest'album e che lavostra popolarità possa aumentare?"Credo proprio di si, da un certo punto di vista quest'album sarà molto piùheavy e l'audience sarà sicuramente maggiore, abbiamo mixato insieme unbuon progressive con dell'ottimo metal. Penso che il nostro bacino futuro difans possa tranquillamente raccogliere i metal fans, gli adoratori del progrock e tutti i giovani che suonano uno strumento, quelli che dicono "vorreisuonare la chitarra come John Petrucci" (ridendo, nda). Il resto credo chesia in capo al nostro management, alla promozione che ci farà la casadiscografica. Quello che possiamo fare noi è creare della musica speciale,e l'abbiamo sicuramente fatto!"Ogni volta che i Dream entrano in studio creano un piccolo angoloin cui ascoltare alcuni cd che ogni membro della band si porta die-tro, questo angolo è chiamato inspiration corner. Questa volta cosaavete portato con voi?"Niente, non abbiamo portato niente di particolare in studio, le maggiori ispi-razioni ci sono venute durante il tour mentre studiavamo i brani dei Metallicae degli Iron Maiden. Credo che più che cercare nel passato questa voltaabbiamo voluto utilizzare il maggior tempo possibile a creare qualcosa dinuovo. Io ad esempio ho passato tantissimo tempo a creare nuovi suoni per

la mia tastiera per dare un'impronta più dura al sound dei Dream Theater."Sappiamo che potremo ascoltare "Train Of Thought" ad inizio novem-bre, mentre a febbraio e già previsto il tour; pensi che sia un buonincastro di tempi?"Si, sicuramente. Con Six Degrees è stato molto più complicato, l'album èuscito praticamente il giorno in cui il primo tour europeo è iniziato e non sitrattava di un normalissimo album ma di due cd completamente diversi,sperimentazione uno e semi-concept l'altro. Due cose diverse ma ugual-mente complicate da digerire, da comprendere ed andare sul palco cosipresto per noi è stato abbastanza difficile in quanto i fans ancora non ave-vano recepito la nuova musica. Con questo album in uscita non abbiamovoluto fare lo stesso errore, abbiamo pensato che dare ai fans almeno 3mesi di anticipo rispetto al tour sarebbe stato un ottimo periodo per loro perinteriorizzare la nuova musica che abbiamo scritto."Da quest'anno è stata lanciata una nuova campagna discograficadirettamente dalla band, chiamata "Official Bootlegs"; è una mossastrategica per combattere i vari bootleggers o c'è qualche "losco"affare sotto?"(ride!, nda) Haha, beh, non sarebbe una grande idea per fare più soldi! Piùche altro è stata un'idea di Mike, che è un grande fan della sua stessa band.In casa ha un archivio con tutte le registrazioni su DAT di tutti i concerti fattidai Dream Theater dai primi tempi. La funzione di questi official bootlegs èsolo di dare a tutti i fans una maggiore panoramica su quello che è il grup-po sia in studio che dal vivo. Sicuramente è un modo per combattere i boot-leggers ed evitare ai fans più accaniti di spendere soldi inutilmente per regi-strazioni pirata che a volte fanno veramente schifo. Si tratta di registrazionitutte da soundboard, sia dal vivo che in studio e l'idea è quella di pubblica-re con il tempo sia i concerti più belli che tutti i vari making degli album conuna qualità audio sensibilmente superiore di tutti i vari bootlegs in circola-zione. Solitamente Mike decide quale materiale pubblicare, solo lui hauna reale panoramica di tutte le registrazioni, anche se credo cheormai non si renda più conto di quante cose sui Dream Theater abbiain casa. Ha una cantinetta piena zeppa di cimeli; non a caso si staspostando in una nuova casa."Avete creato una vera etichetta per fare questa operazio-ne, la YtseJam Records."E' un'etichetta a cui fanno capo Mike e John Petrucci, una cosanata già da anni da quando entrambi hanno voluto essere pro-duttori degli album dei Dream. Dopo 'Falling Into Infinity' nessunosi fidava più di persone decise dall'etichetta discografica a farcida produttori; spesso si trattava di gente che non conosceva ilnostro range musicale e che non faceva quasi mai gli interessidella band. Così Mike e John hanno affrontato di petto le alte sferedella label e hanno deciso di produrre i dischi avendo così un totalecontrollo sull'attività musicale del loro stesso gruppo."Vero, in fondo questo dovrebbe essere il vostro ultimo album perla Elektra… potrebbe essere una mossa per il futuro..."No, non è così, infatti questo non è l'ultimo album per l'Elektra, ne abbiamoancora un altro!"…. E poi? Cosa accadrà?"Questa è una domanda importante. E' qualcosa di cui stiamo già discuten-do adesso perché l'industria musicale viaggia molto veloce e non sai qualepuò essere il futuro per una band come i Dream Theater. Si stanno aprendonuovi orizzonti musicali davanti a noi, come ad esempio il caso di internet,e sicuramente passeremo al vaglio tutte le possibilità prima di prendere unadecisione. Senza ombra di dubbio tutti noi siamo molto contenti di essereliberi e indipendenti, fuori da vincoli con una major."Quindi lascerete l'Elektra definitivamente?"E' ancora tutto da vedere, ne stiamo discutendo ma è ancora presto, chipuò saperlo… sicuramente, visto il panorama musicale di oggi, dubito che

una major prenda in considerazione una band di nicchia come la nostra perspingerci ad alti livelli. Ma non si può mai dire... l'importante è la nostravoglia di fare musica, di farla ascoltare ai nostri fans e questo ci basta comestimolo per andare avanti."E riguardo le attività dei fan club? Cosa ne pensi come mezzo di pro-mozione? "Dopo aver visto cosa siete capaci di organizzare in questi ultimi giorni direiche sono rimasto molto toccato dal livello degli eventi che siete riusciti acreare qui in Italia. Il supporto che state dando ai Dream Theater è impres-sionante e la devozione dei ragazzi che hanno suonato ieri sera alla festa neè la testimonianza. Il loro livello musicale è impressionante e i DreamTheater devono essere fieri di avere una cover band come gli Astra in Italia."Sei al corrente delle attività di ogni fan club?"Mike è quello più a contatto con tutti i fan club ma io ricevo tutte le fanzinee le mail che vi scambiate. Penso che essere in Italia ed aver partecipato aquesti tre eventi completamente diversi l'uno dall'altro sia stato molto emo-zionante sia per tutti i fans che sono venuti a vedermi che per me e per lamia famiglia. L'Italia è un paese magnifico e credo che in futuro ci sarannosicuramente altri eventi del genere."Durante gli ultimi anni siete stati tutti coinvolti in parecchi progetti

solisti, paralleli o semplici partecipazioni in album di altri artisti:cosa significano per voi queste esperienze musicali?"Dal canto mio è veramente importante avere progetti solisti, o collaborazio-ni a livello musicale... i Dream Theater per me sono una grandissima cosa,una parte incredibile della mia vita, ma non possono per ovvi motivi per-mettermi di esprimermi a 360° come musicista. Mi piace suonare tantissi-mi stili musicali, e sento spesso il bisogno di esplorare mondi musicali checon questa band non potrei vedere. Suonare con altri artisti è un'esperien-za che fa crescere musicalmente, ed è per questo che ognuno di noi si creaaltri spazi o si lascia coinvolgere in altri progetti, per apprendere sempre dipiù nuove concezioni musicali, nuovi stili, anche per portare queste novitàcome nuovo bagaglio all'interno della grande avventura chiamata DreamTheater." E' vero che hai iniziato i lavori per un nuovo album solista?"In un certo senso sì... ho solo preparato quello che sarà il nuovo studiopoco prima di partire per l'Italia. Al mio ritorno inizierò a pensare a come svi-luppare certe idee musicali e poi penso che darò inizio alle registrazioni."Sarà un seguito di "Feeding The Wheel"?"Si, sarà un altro rock album sulla scia di 'Feeding...' Non ci saranno tantis-simi ospiti, per la maggior parte saranno strumenti suonati da me, con l'aiu-to di un batterista e uno o due chitarristi."Ti cimenterai a suonare la chitarra questa volta? Chi saranno gliospiti?"Vuoi che suoni io le chitarre? Ancora non lo so se lo farò, vedremo!Riguardo agli ospiti per ora sono quasi certo di coinvolgere Rod(Morgenstein), con cui sono sempre in stretto contatto. Purtroppo nonriusciamo a trovare il tempo per fare un secondo capitolo del nostro proget-to/duo, ma credo che averlo alla batteria in alcuni brani possa aiutare un po'a creare l'atmosfera giusta."Osa ne pensi dei progetti paralleli dei tuoi compagni?"Mi piace quello che ha fatto Mike su O.S.I., lavorando ancora con KevinMoore e sperimentando sonorità molto tendenti all'elettronica. Mike haavuto modo di fare proprie certe cose e di trasmetterle anche noi all'internodella band. Tutto ciò che hanno fatto gli altri ragazzi della band mi è piaciu-to, io sono sempre stato abituato a suonare con altri artisti, mentre fino allanascita di Liquid Tension Experiment nessuno della band aveva mai fattoqualcosa di concreto. Penso che certe ventate di aria nuova all'interno della

band siano molto formative. Anche quando io stesso sono entrato a farparte dei Dream Theater è stato qualcosa di nuovo; il gruppo aveva bisognodi nuovi stimoli, di una nuova ricerca musicale, ed è quello che è accadu-

to."Hai detto che probabilmente il tuo arrivo nella band, questo cam-

bio, forse era necessario. Non credi che entrare nei DreamTheater sia stato uno degli step più grandi della tua carriera?

"Assolutamente si, non c'è dubbio sia dal punto di vista del busi-ness che dal punto di vista creativo e musicale. Prima dei DreamTheater, in pochissimi conoscevano la mia attività come solistae come tastierista sugli album di Vinnie Moore, SpeedwayBoulevard etc… Adesso ci sono tanti fan che si stanno adden-trando nei meandri della mia musica, ed è bello sentire il lorofeedback e sapere che apprezzano le mie creazioni. Dall'altrocanto per me è bellissimo fare parte di questa grande famiglia,con cui facciamo buona musica e con cui giriamo il mondo, por-

tando le nostre composizioni sui palchi di tutto il mondo. Si, èstato un grande passo per la mia vita."

Parlando ancora di Dream Theater, per quanto tempo pensiche la band possa continuare a fare dischi?

"E' veramente difficile prevedere queste cose. Di certo non siamo unafashion band, siamo una band che porta avanti un progetto da più di 10

anni, e credo che si andrà avanti finché ci sarà un saldo legame musicaletra di noi. Ad esempio, se John Petrucci un giorno dovesse ricevere unachiamata dalla Universal Records per un contratto come solista da milionidi dollari, nessuno può dire cosa potrebbe decidere di fare. Comunque ras-sicuro i fan, al momento sarebbe impossibile, dato che oltre al legamemusicale c'è anche un forte legame interpersonale, e non ci sono segni dirotture all'interno della band."Ok, prendiamo l'esempio che John Petrucci accetti questo contrattoe lasci i Dream Theater. Credi che la band possa cambiare line-up opensi che sia la fine per i Dream Theater?"Credo che all'interno dell'industria musicale ci sia un certo pensiero chedice che non è importante il singolo nella band, ma il complesso totale.Forse è un concetto un po' duro da affrontare per un vero fan, ma ognuno

lo interpreta a modo suo. Immagina che io lasci la band; Emanuele degliAstra potrebbe benissimo entrare a far parte della band e suonare con iDream Theater. Magari non ha le mie stesse qualità, ma potrebbe avernetante altre. Nel caso che John Petrucci lasci la band ci potrebbe essereSteve Morse per esempio; guarda proprio i Deep Purple! Sto parlando perassurdo, sia chiaro, non accetterei mai che John se ne andasse, come nes-suno accetterebbe mai l'idea che Mike stesso se ne andasse. Ma alcunicambiamenti possono sempre essere possibili."Alla fine di questa lunghissima settimana, come ti senti a doverripartire dall'Italia?"Mia moglie non vuole più partire, so che ha già preso contatti con voi perrimanere qui (ride, nda)!! A parte gli scherzi, è stato tutto molto entusia-smante. Quando all'inizio ho letto la vostra e-mail con la proposta di un cli-nic, un concerto e un Italian Dreamers Party pensavo che sarei arrivatodistrutto alla fine della settimana e che non mi sarei goduto quasi per nien-te il vostro paese. Non è stato assolutamente cosi, l'Italia è un paese mera-viglioso e con la mia famiglia abbiamo avuto modo di girare parecchie cittàe di provare tantissimi ristoranti. Tantissimi fan sono venuti agli eventi in pro-gramma, e ho sentito veramente la loro devozione mentre suonavo, è statoincredibile! Come ho già detto, si tratta solo di una prima tra le tante volteche tornerò in Italia con la mia famiglia!"

I nostri sentiti ringraziamenti allo Staff Italian Dreamers, fan club

ufficiale italiano della band per la disponibilità.

Altri ringraziamenti particolari vanno a: (in ordine sparso) Denis,

Lorella e tutta la cricca di Esse Music Shop; Marco, Francesco e tutti i

ragazzi dell’Associazione Giacomo Spanò; Andrea Pavanello, Elio Bordi,

Sandro Amadei per aver prestato la sua tastiera a Jordan, gli Astra e

tutto il loro seguito compresi gli equilibristi, gli Empyrios, Simon e

quel pazzo di Michael Bitter del fan club ufficiale tedesco The Mirror

che ha condiviso con me tutto il viaggio al seguito di Jordan e tutta

questa lunghissima intervista.

Ricordate il sito www.italiandreamers.net

JORDAN RUDESS ITALIAN TOUR La fine dell' estate 2003 ha segnato un importante tappa per il fan club ufficiale dei Dream Theater in Italia. Infatti, l'Italian Dreamers, che fasegnare quest'anno il suo decimo anno di attività, ha festeggiato la sua prima decade nel migliore dei modi. Non solo una festa nel giardino diuno dei più bei club in Italia con la presenza della cover band ufficiale, gli Astra, e con Jordan Rudess direttamente dall'America come specialguest... con la collaborazione di Esse Music Store, Associazione Giacomo Spanò e Andrea Pavanello è stato organizzato un vero e propriomini tour del tastierista dei Dream Theater! Ma veniamo ai dettagli...Il tutto è iniziato il 27 agosto ad EsseMusic, un negozio di strumenti musicali immenso, con una marea di strumenti esposti; lo stessonegozio che ha già ospitato per ben due volte Mike Portnoy e John Petrucci. Quasi inutile dire che anche per Jordan Rudess il negozio (che alsuo interno si può permettersi di allestire un piccolo auditorium) era letteralmente stracolmo di fan entusiasti! Circa 350 persone pronte per unclinic che ha lasciato tutti di stucco. Jordan ha deciso di dividere la serata in due parti, durante i primi 40 minuti ha allietato il pubblico con dellamusica inedita, suonata ad ispirazione momentanea usando come supporto la sua Kurzweil K2600 e la nuova entrata Korg Karma. Durante irestanti 40 minuti Jordan ha invece intervallato risposte a domande fatte dal pubblico con esecuzione di alcuni soli di brani dei Dream Theater!29 Agosto: nella cornice del castello di Este Jordan si esibisce per quasi due ore in un concerto acustico suonando uno splendido piano-forte a coda Steinway e alternandolo per alcuni brani con la sua inseparabile Kurzweil. Anche qui si è trattato di musica completamente inedita,brani toccanti intervallati da veri e propri virtuosismi al synth e ai campionatori. Da notare l'esecuzione al pianoforte di alcuni brani del LiquidTension Experiment, seguiti da "The Dance Of Eternity" sempre al pianoforte e da una lunghissima "The Spirits Carries On" cantata ad altavoce da tutti i partecipanti al concerto.30 agosto: Il Symbol club di San Marino è già pieno alle sette di sera, l'ingresso è riservato a tutti i soci dell'Italian Dreamers, gli unici chepotranno incontrare Jordan e sentirlo suonare in questa serata. Un'ora e mezzo circa di musica e domande, per poi passare alla solita fila per gli auto-grafi di rito. La serata continua anche per i non soci, e davanti a circa 750 persone si esibiscono prima gli Empyrios (una band locale con ottime poten-zialità) e a seguire la cover band ufficiale per l'Italia dei Dream Theater, gli Astra. La formazione capitolina esegue in un paio d'ore di repertorio deiDream Theater brani tra i quali "A Change Of Season", "Take The Time", "Metropolis", "Learning To Live" ed una splendida "The Spirits Carries On", conJordan Rudess al pianoforte.

TRAIN OF THOUGHT: L'attesa è (quasi) finita!!Un ascolto veloce non renderebbe gloria a questi 7 brani che già dai titoli sembrano promettere molto. Ormai manca poco, non è il caso di rovinare lafesta a nessuno; già nel prossimo numero ci sarà una multirecensione, e sicuramente se ne parlerà fino alla prossima estate di questa nuova musica;musica che faremo nostra prima ascoltando il disco e poi gustandola dal vivo con tre concerti che si prospettano spettacolari e intensi; visto che i DreamTheater e la Barley Arts hanno scelto i tre palazzetti più grandi d'Italia. Dal punto di vista stilistico musicale si può solo dire che le tracks suonerannocome qualcosa di potente, potente sì ma anche complicato al punto che i virtuosismi del Liquid Tension Experiment saranno ampiamente superati! Forsetutto un tour trascorso a preparare due album come "Master Of Puppets" dei Metallica e "Number Of The Beast" degli Iron durante i soundcheck hadefinitivamente contagiato la band, portandola a spostarsi su un sound più pesante che tanto potrebbe ricalcare le già conosciute note di "Glass Prison".Non è novità che Petrucci e soci abbiano focalizzato le loro menti su influenze più heavy, senza dimenticare mai le loro origini; e sicuramente con lavoglia di dare ai fans qualcosa che stanno dimenticando: il sound dei vecchi Metallica, dei Pantera e di altre band che sono sparite o hanno ampiamentedeluso negli ultimi tempi. Sette brani, intensi, un brano strumentale, lunghissimo, un brano molto "mellow" sullo stile di "Wait For Sleep" e testi toccantiche andranno analizzati a fondo dai più accaniti. Un ritorno alle origini riguardo la composizione dei brani e una formazione che non si cambia, compresicoloro che stanno dietro ai bottoni: Doug Oberkircher come ingegnere del suono, Kevin Shirley ai livelli del mixaggio e i soliti Mike Portnoy e JohnPetrucci come produttori. C'è ancora poco da dire su questo "treno" in arrivo…!ON TOUR:Feb 05th Milan, Italy - FilaforumFeb 06th Bologna, Italy - Palamalaguti Feb 07th Rome, Italy - Palalottomatica Italian Tour supported by Rock Hard

Produced by John Petrucci and MikePortnoyEngineered by Doug OberkircherMixed by Kevin ShirleyRelease date: 7 or 11 november 2003

TRACKLIST:1. As I Am2. This Dying Soul3. Endless Sacrifice4. Honor Thy Father5. Vacant6. Stream Of Consciousness7. In The Name Of God

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Nel mese di luglio 2002, durante la seconda parteeuropea del World Tourbolence, l'Italian Dreamers hapubblicato una fanzine speciale di ben 72 paginededicata completamente a Six Degrees of InnerTurbulence. Le sei parti in cui si snodava tale fanzineabbracciavano tutti i vari risvolti di quel complicatissi-mo doppio album: percorso guidato al disco, tradu-zione dei testi, analisi significativa, la strumentazione el'esecuzione dei brani dal vivo. Traendo spunto, abbia-mo voluto approfondire l'aspetto strumentale deiDream Theater. Eccovi dunque una panoramicaapprofondita e completa, tratta dalla fanzine (laquarta parte, dedicata appunto alla strumentazione)e riadattata dalla nostra redazione, per capire almeglio la musica della band, anche attraverso la stru-mentazione! Per i Dream Theater gli impegni dal vivorappresentano una sorta di doppia incombenza: oltreal dover dare il massimo, la band è sempre alla ricer-ca di una qualità sonora per i fan presenti che sia pari,se non addirittura superiore, a quella del loro lavoro instudio. La difficoltà non è rappresentata solo da parti-ture ai limiti dell'impossibile o cose simili, ma anche dalriuscire ad avere una strumentazione in di riprodurrefedelmente i suoni creati in studio. Cosa utilizzano iDream Theater? Abbiamo esaminato da vicino pertutti i lettori musicisti (e non solo) tutta la strumentazio-ne da palco di Portnoy e soci, cercando di cogliereanche i minimi particolari... buona lettura!

JOHN PETRUCCIJohn Petrucci è uno dei chitarristi più conosciuti sulpiano mondiale, non solo per la sua tecnica maanche per la sua infinita strumentazione. "C'è un lavoro immenso dietro al mio sound; cercosempre di modellare il suono, al fine di avere unamigliore resa sonora dei brani anche dal vivo." (John Petrucci)

LE CHITARREDal 2000 la Music Man può vantare tra i musicisti dellasua scuderia anche John Petrucci, e non c'è volutomolto tempo perché la casa Americana fondata daLeo Fender realizzasse un'intera serie di strumenti"signature" per il chitarrista dei Dream Theater.Analizziamo la chitarra :

I legni: il corpo è costruito con il Basswood (Tiglio), cheinfonde alla chitarra un suono abbastanza brillante,mentre il manico è costituito da Acero selezionato e latastiera è in Palissandro.

Il ponte, dotato del tremolo, è un modello realizzatodalla casa Ernie Ball in collaborazione con John e aquanto pare dovrebbe fornire ampie possibilità con laleva, senza però incorrere negli svantaggi che colpi-scono i classici Floyd Rose; le corde, poi, non sono bloc-cate all'altezza dellapaletta, come accadecon molti sistemi mobili,ma per garantire la stabi-lità dell'accordatura lachitarra è stata dotata dimeccaniche Schaller M6-IND con l'autobloccag-gio.

Si può inoltre optare peruna versione di questoponte dotato del sistemaPiezo, che consente lariproduzione del suono diuna chitarra acustica.

Elettronica: anche perquanto riguarda i Pick-UpPetrucci è stato puntiglio-so: i due Humbucking pre-senti sui suoi modelli"signature", infatti, sonostati realizzati dalla DiMarzio in base a sue precise richie-ste.

Per la scelta del Pick-Up è stato montato un selettore atre livelli: la funzione della posizione centrale non è pre-stabilità ma può essere decisa dall'utente. Sono inoltrepresenti un controllo del volume ed uno dei toni.

Come segna tasti sono stati utilizzati degli scudetti, ilprimo dei quali di dimensione notevole ed inciso con leiniziali "JP". La firma di John è anche presente sullapaletta.

La chitarra Music Man JP Model èdisponibile sia in versione a seicorde che a sette corde ed in varicolori.Oltre alla nuova linea di chitarreErnie Ball/Music Man signature,John può contare su un arsenale diamplificatori effetti e casse, ecconello specifico :

AMPLIFICATORI/PREAMPLIFICATORIMesa/Boogie: Mark IIC+, TriAxispreamp, 2:90 power amp, Mark IV,Formula, Dual Rectifier,Heartbreaker, e Nomad.

CASSE:Mesa/Boogie Rectifier Traditional4×12 con coni Celestion Vintage 30

MONITOR:Mesa/Boogie Custom 2×12 wedge(passati in disuso con l'utilizzo delsistema "in hear")

EFFETTI:Tutti gli effetti sono organizzati in uno o più rack (in baseal tour) disegnato da Mark Snyder il tecnico personaledi John Petrucci:Boss NS-2 Noise Suppressor; Bradshaw Pedal Board, dbxcompressor/gates, Dunlop 535 Wah, Dunlop RackMount Cry Baby Wah, Ernie Ball Volume Pedals,Eventide GTR4000, a Korg Digital Delay, Korg Toneworkstuner, Lexicon MPX 1, Lexicon MPX G2, Lexicon PCM 70,Lexicon PCM 80, TC Electronic 2290."Il mio sistema e' un animale in continua evoluzione. Ilconcetto base, comunque, rimane un suono pulito cheesce dritto da un ampli ed un suono effettato che escedall'altro, cosi posso miscelare bene il tutto. L'uscita"slave" dall'ampli principale e' dedicata ai differentieffetti, in questo modo, con il mio pedale d'espressione,posso controllare la quantità d'effetto da mandare allecasse. Di solito uso il tempo a disposizione nel sound-

check per controllare che tutto funzionibene. Dopo un concerto mi segno chesuono mi e' piaciuto e quale no, ed, ilgiorno dopo, sempre al soundcheck,regolo quello che non va, sono proprioun maniaco di queste cose!. La tecnicaha un ruolo importante nel controllo delsuono, qualche volta, quando suonovicino al ponte della chitarra, mi piacelavorare con il pedale del volume perdare più o meno gain, mi piace pensa-re al mio rack come ad un leone indo-mabile!" (John Petrucci)

JORDAN RUDESSA differenza di altri tastieristi che si pre-sentano live con tantissime tastiere,Jordan Rudess utilizza solo una KurzweilK2600X sul palco. Ovviamente parte deisuoi suoni sono caricati all'interno di que-sta tastiera mentre altri suoni, campioni esynth provengono da librerie caricate in

altri due rack K2600 e un rack Korg Triton che sono dis-locati sul palco dietro a Jordan. Dal tour di "Six Degreesof Inner Turbulence" Jordan porta sul palco, nascostadietro i rack, una Korg Karma dalla quale prende gli ini-mitabili synt creati da questa marca di tastiere. Tutte letastiere passano attraverso un mixer Makie 1604-VLZ Pro"Le tastiere Kurzweil danno un controllo profondo delmezzo e della creazione dei suoni. Come ben sapetecollaboro con questa ditta per la sviluppo delle lorotastiere in modo da essere ancora più coinvolto nellavoro che faccio. Tutto ciò che puoi fare per costruirei suoni, con l'architettura di queste tastiere, è semplice-mente fantastico." (Jordan Rudess)

MIKE PORTNOYDefinire la batteria diPortnoy è impossibile perchiunque. Anche qui ci tro-viamo di fronte ad unasorta di piccolo mostro incostante crescita. Daitempi di una batteria a360gradi di Awake siamoarrivati al doppio set-upunito in uno e portato sulpalco.

Cercando di emulare i duekit utilizzati in studio già daitempi di "Falling into Infinity",Mike ha deciso di creare,dapprima in studio con isuoi pezzi, e poi, aiutatodalla Tama di cui èEndorser, un kit chiamato"Siamese Monster". "Sul lato sinistro prendeposto un kit a doppia cassa

sullo stile dello Starclassic che ho sempre avuto, sulladestra invece ho un kit molto più sperimentale con unacassa da 20", octobans e tom. Negli ultimi anni saltavoda un kit all'altro durante le registrazioni in studio e poiavevo problemi per riprodurre gli stessi suoni dal vivo,cosi ho deciso di realizzare questo doppio kit e di por-tarmelo anche sul palco." (Mike Portnoy) Inizialmente esisteva un solo kit "Siamese Monster" ilquale, dopo il concerto di New York al BB King è statospedito in Inghilterra e da li ha seguito tutta la primaparte del tour. Al momento (come per tutti gli altri vec-chi kit di Mike) esistono tre set differenti localizzati in trediversi continenti: Europa, America e Asia. MikePortnoy, oltre ad essere Endorser ufficiale di Tama, utiliz-za piatti Sabian (tra cui i suoi 'signature'), bacchette Pro-Mark e pelli Remo.

Guardiamo il "Mostro" da vicino :

PIATTI (da sinistra a destra guardando il kit da dietro)15 " HHX Studio Crash18" HHX Chinese18" HHX Studio Crash14" AAX Stage Hats7" Max Splash9" Max Splash10" Medium Max Stax (con 7" TB Radia Cup Chime al disopra)18" AA Medium Thin Crash22" HH Rock Ride20" HHX Chinese12"/14" Low Max Stax19" HHX Fierce Crash13" HHX Groove Hats7 " Max Splash11" Max Splash17" HH Thin Crash8" High Max Stax sopra una 12" Ice Bell20" HH Chinese8" Max Stax cymbal bottoms X 2 (piazzato come Hi-Hatsotto gli Octobans di destra)Triple Hat composto da due 14" e un 10" AA16 " HHXtreme Crash20" Sabian Zodiac gong (piazzato sopra un flight casedietro Mike)

MP ha appena firmato, alla fine di gennaio, un contrat-to di endorsement con una ditta di nome "Slicknut", laquale produce dei fermi per i piatti a sgancio rapidoche rimpiazzano il feltrino e la vite sopra al piatto, sull'a-sta. Gli Slicknuts sono a misura di qualsiasi asta piatto,eccetto per le combinazioni: 10" Medium Stax/Cupchime e per l'8" High Stax/12" Ice Bell. In questi due casinon avanza abbastanza 'gambo' per fissarci gliSlicknuts, quindi Mike usa le normali viti ferma-piatto diplastica della Tama.

TAMBURI2 casse da 22" x 18" (kit grande)1 cassa da 20" x 18" (kit piccolo)4 Octobans sul lato sinistro in alto (kit grande) - per lesessions ai Beartracks studios c'erano solo 2 octobanssul lato sinistro del kit2 Octobans a destra in alto (kit piccolo)1 Timbalito "Tito Puente" sopra il timpano da 16" (kitgrande) 3 Toms montati a rack, da 8", 10", 12" (kit grande)2 Toms montati a rack da 13" e 10" (kit piccolo)1 rullante MP1455 Melody Master 14" (kit grande)1 rullante MP125 Melody Master 12" (kit piccolo)1 Gong Bass Drum 20" (su gambe fisse, non sul solitosostegno con le ruote - anche se ai Beartracks neaveva uno montato su sostegno con ruote...)1 Tymp Tom 10" con doppie pelli, fatto artigianalmente(posto tra i due kits) con viti non fissate al fusto.

PELLILe pelli battenti dei tom sono ora delle Remo Emperor,eccetto per il Tymp-Tom che ha una Pinstripe. LeDiplomat sono invece sul lato riflettente di tutti i tom.Le tre casse hanno tutte delle PowerStroke3, con iRemo Falam Slam come protezione nella zona del bat-tente (ce n'è uno sempre singolo anche sulla cassa da20" col doppio pedale).Le Coated CS Ambassador sono montate sui rullanti,col Black Dot di rinforzo sul lato opposto.La versione 12" non è un modello a stock in Inghilterra,ma presumibilmente è disponibile negli Stati Uniti.

PEDALIPedali Tama Iron Cobra, incluso gli Hi-Hat (standard e'remote', cioè rinviati col cavo) e doppio pedalePower-Glide montato sul kit piccolo. Mike è passato oraagli IronCobra, e praticamente non usa più nessunpedale di marca DW... L'asta del Triple-Hat di Sabian, èmontata e controllata con un pedale a cavo all'estre-ma sinistra del kit; poi abbiamo il pedale che coman-da, sempre a cavo, il Groove-Hats da 13" sul kit picco-lo (non c'era abbastanza spazio per montare un'astareggi Hi-Hat per ognuno di questi due); poi troviamo ilpedale sinistro del doppio pedale PowerGlide, del kitpiccolo; gli 8" Custom Hi-Hat sono comandati da unnormale stand IronCobra (la parte superiore dell'astache solitamente avanza dai piatti è stata tagliata persistemarlo più comodamente sotto gli Octobans didestra).

PERCUSSIONI1 LP Barchimes da 35 elementi alla sinistra di Mike (kitgrande)1 LP Barchimes da 25 elementi alla destra di Mike (kitpiccolo)LP Granite Blocks (sopra il Gong Bass Drum) (kit picco-lo)1 Tambourine LP Cyclops, alla sinistra dell'Hi-Hat 14" (kitgrande)1 Tambourine LP Cyclops sotto l'HH Thin Crash 17"1 Lp Ridge Rider Cowbell (kit piccolo)

Entrambi i rullanti sono fissati a supporti attaccati al rack(niente stand Air-Ride)Tutti i tom (eccetto gli Octobans) hanno le placchettemetalliche 'Starclassic' al posto della consueta grafica(le placchette metalliche sono normalmente usate suikit Starclassic "Performer", in betulla). Il simbolo grafico"Majesty" è su tutti i tamburi (eccetto l'MP125, il quale

ha già di serie questa grafica). E' nella versione stan-dard in bassorilievo sul rullante da 14" e in color porpo-ra 'brillante' su tutti gli altri. Dei reggi-bibite sono dispo-sti in giro per il kit, e c'è un tavolino per bibite e bac-chette sulla sinistra del timpano da 16". Tutte e tre lepelli riflettenti delle casse hanno differenti grafiche diSDOIT. Le borse per le bacchette sono fissate al timpa-no da 16" (kit grande) ed al Gong Bass Drum (kit pic-colo). C'è anche un reggi-bacchetta Pro-Mark (unasorta di 'tubo') appena al di sotto del Tymp Tom 10",che starebbe alla destra di Mike dietro al kit grande.Un normale reggibacchette Pro-Mark è fissato allostand dell'Hi-Hat del kit grande, come lo era prima sulvecchio "monster". Tutti i tamburi sono sorretti da unsistema Rack di Tama; i due Octobans più piccoli sonosorretti da braccetti di fattura artigianale (identicasoluzione dei precedenti kit Porpora/Rosso/Verde). Glialtri quattro sono fissati su dei normali Tama HW119 (fis-sati anch'essi al rack). Tutte le posizioni sono registratecon delle 'memorie' meccaniche ed anche buonaparte dei microfoni sono fissati sempre al sistema aRack, in modo da evitare problemi di posizionamentodovuti all'incrociarsi delle gambe delle varie aste... Itom sul rack hanno microfoni "clip-on", cioè con la clipdi fissaggio (i microfoni sopra le pelli, tra l'altro, sonocambiati tra la parte europea e quella americana del"World Tourbulence Tour").

JOHN MYUNG

Anche John Myung segue la via dei suoi compagni diband ed è in continua evoluzione. Sono ormai 5 anniche John Myung è endorser ufficiale Yamaha, e dacinque anni che il nostro bassista suona sempre lo stes-so basso, lo YAMAHA RBX6JM Signature. Lo strumentoviene prodotto in due soli colori, rosso rubino a cuiJohn è affezionato per i tour europei e blu turchese,che possiamo vedere in azione durante il Dvd di "LiveScenes…". Il corpo ha una forma classica, la serie RBXè nota per il taglio a doppia spalla, si appoggia inmodo naturale sul corpo del musicista ed ha, sostan-zialmente, un buon bilanciamento, cosa utile nel casosi deve suonare per molto tempo in piedi. Il pontedorato da un tocco di classe all'estetica, mentre ilmanico, nonostante abbiamo di fronte un sei corde,rimane compatto ed estremamente veloce. Il top delmanico è in ebano sul quale spunta il simbolo dell'in-finito disegnato con punti incastonati di abalone, ildisegno parte dal 12° tasto ed è stato progettato aitempi di "Falling…". Il confort è eccellente, il peso tota-le si avvicina a quello di un Fender Jazz Bass a 4 corde.Suonato unplugged, la cosa che salta subito all'orec-chio è il suono cristallino ed il lungo sustain.Ricordando che nelle sellette del ponte è posizionatoun pick up piezo, attacchiamo il jack all'ampli e ci tro-viamo di fronte ad una miriade di suoni possibili.John utilizza una linea di amplificatori e casse dellaMesa/Boogie tra cui dei preamplificatori a rack TriAxis,un Bass Amp 400+, uno Strategy 500 power amp edelle casse Powerhouse 1000 8x10.

Speciale strumentazioneSUL PALCO DEI DREAM THEATER!

Dati raccolti da Marco "Petrus" Petrini con l'aiuto di Simone Fabbri, Marco Poderi, Alan Muirden e Stefano Tappari

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