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dal COMUNE Immagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni Comune di Monte San Pietrangeli 09 ALLEGATO - N.01/2012 Fuori envenuti a Monte San Pietrangeli. Immerso nel paesaggio collinare dell’entroterra marchi- giano, su un colle a 241 metri s.l.m., Monte San Pietrangeli domina la vallata del fiume Ete Mor- to, che corre tra i maggiori corsi fluviali del Tenna e del Chienti. Da sempre Monte San Pietrangeli è stato luogo di scambio, di incontri e di scontri: in una posi- zione strategica e altamente fortificato fu scenario di assedi cruenti e distruttivi. Tuttavia grazie alla forza e alla coesione della comunità, questo comune si è sempre saputo ricostruire, mantenendo un livello civi- le, culturale ed artistico molto alto. Segno di forza e di cura estetica dei monsampietrini è il borgo antico, con un impianto urbanistico-architettonico originale (a forma ovale) e ben conservato, che riscopre il suo antico fulgore e la vitalità nelle suggestive mani- festazioni storiche. Il centro storico è altresì scrigno prezioso in cui si custodiscono con orgoglio innume- revoli edifici storici e oggetti d’arte importanti. Non si sa come un comune come questo, che non ha mai superato le 3000 anime, abbia potuto accumulare tanta rilevanza e vale la pena sottolineare l’armonia delle sue forme d’alto valore artistico. Di Monte San Pietrangeli si dice che “è tutti matti”, forse perché nel XV secolo fu l’unico comune delle Marche a contrastare e resistere e ben due assedi degli Sforza. Monte San Pietrangeli è ricordata anche perché diede al grande pittore scultore e architetto Luigi Fontana e all’illustre Don Romolo Murri e inoltre nella storia più recente numerosi sono gli imprendi- tori che hanno saputo distinguersi nel loro mestiere, dall’agricoltura alle nuove imprese, soprattutto calza- turiere, e dei trasporti, con scelte audaci ma vincenti. Certo è che a Monte San Pietrangeli c’è positività: la vita è a misura d’uomo, sana e rispettosa dell’altro, chiunque esso sia e da qualsiasi parte del mondo giunga. Lo sviluppo di questo comune rispetto agli altri limitrofi se anche più lento, si è stabilizzato nel tempo senza regressioni. Non la ricchezza, ma il benessere è diffuso: dal cibo all’aria che si respira, dai rapporti umani al recupero collettivo delle proprie tradizioni. Incredibile? Si, ma tutto vero a Monte San Pietrangeli. Le chiavi della città Saluto del primo cittadino Giulio Conti B LOGISTICA -TRASPORTI I Progetti in Movimento Progetti in Movimento Monte San Pietrangeli Via Toscana, 7/9 Tel. 0734.96091 - Fax 0734.969420 [email protected] www.matricardispa.com

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Comune di Monte San Pietrangeli

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Comune di Monte San Pietrangeli

09ALLEGATO - N.01/2012

Fuori

envenuti a Monte San Pietrangeli. Immerso nel paesaggio collinare dell’entroterra marchi-giano, su un colle a 241 metri s.l.m., Monte

San Pietrangeli domina la vallata del fiume Ete Mor-to, che corre tra i maggiori corsi fluviali del Tenna e del Chienti. Da sempre Monte San Pietrangeli è stato luogo di scambio, di incontri e di scontri: in una posi-zione strategica e altamente fortificato fu scenario di assedi cruenti e distruttivi. Tuttavia grazie alla forza e alla coesione della comunità, questo comune si è sempre saputo ricostruire, mantenendo un livello civi-le, culturale ed artistico molto alto. Segno di forza e di cura estetica dei monsampietrini è il borgo antico, con un impianto urbanistico-architettonico originale (a forma ovale) e ben conservato, che riscopre il suo antico fulgore e la vitalità nelle suggestive mani-festazioni storiche. Il centro storico è altresì scrigno prezioso in cui si custodiscono con orgoglio innume-revoli edifici storici e oggetti d’arte importanti. Non si sa come un comune come questo, che non ha mai superato le 3000 anime, abbia potuto accumulare tanta rilevanza e vale la pena sottolineare l’armonia delle sue forme d’alto valore artistico. Di Monte San Pietrangeli si dice che “è tutti matti”, forse perché nel XV secolo fu l’unico comune delle Marche a contrastare e resistere e ben due assedi degli Sforza. Monte San Pietrangeli è ricordata anche perché diede al grande pittore scultore e architetto Luigi Fontana e all’illustre Don Romolo Murri e inoltre nella storia più recente numerosi sono gli imprendi-tori che hanno saputo distinguersi nel loro mestiere, dall’agricoltura alle nuove imprese, soprattutto calza-turiere, e dei trasporti, con scelte audaci ma vincenti.Certo è che a Monte San Pietrangeli c’è positività: la vita è a misura d’uomo, sana e rispettosa dell’altro, chiunque esso sia e da qualsiasi parte del mondo giunga. Lo sviluppo di questo comune rispetto agli altri limitrofi se anche più lento, si è stabilizzato nel tempo senza regressioni. Non la ricchezza, ma il benessere è diffuso: dal cibo all’aria che si respira, dai rapporti umani al recupero collettivo delle proprie tradizioni. Incredibile? Si, ma tutto vero a Monte San Pietrangeli.

Le chiavi della cittàSaluto del primo cittadino Giulio Conti

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2Monte San Pietrangeli

Da ritrovamenti di alcuni antichi reperti storici si può desumere che l’origine di Monte San Pietrangeli risale all’epoca romana. Tuttavia i primi dati storici documentati risal-gono al 720, quando il Duca di Spoleto Faraoldo II, donò ai monaci di San Pietro in Valle di Ferentillo vaste proprietà terriere di questa area. Dal nome dell’abbazia venne quello del comune: Monte San Pie-tro. Della loro permanenza rimase la cinta muraria, con la quale “Mon-te San Pietrangeli” poté gloriarsi col nome di Castello. Nel 1270 i monaci lasciarono il posto agli umili seguaci di San Francesco, che vi si insediarono sino al XX secolo. Durante il periodo feudale, Monte San Pietro fu vittima di assogget-tamenti di molte signorie, tra cui svettò Fermo, con cui si mostrò tenacemente ostile. In due occa-sioni il piccolo Castello riuscì ad opporsi alla supremazia fermana, difendendo la propria libertà. Nel 1443 Francesco Sforza, signore di Fermo, punì l’indomito comune con un assedio, senza trovare vittoria e successivamente fallì di nuovo gra-zie all’alleanza che i montesanpie-trini strinsero con Ascoli Piceno (1458). È datato 1483 lo statuto che il piccolo Castello di Montis Sancti Petri Alleis (Monte San Pie-

tro degli agli) istituì per organizzar-si amministrativamente. Nel 1533 i fermani tornarono all’attacco e ripresero il comando del comune. Segnò un’ultima sanguinosa rivolta e nelle rappresaglie e nella resa che ne seguì fermo distrusse tutto ad eccezione della Torre Civica, facendo un ecatombe degli abitanti. La tradizione tramanda che una delegazione di Montesampietrini si recò a Roma da papa Paolo III e tolse Monte San Pietrangeli dalla giurisdizione di Fermo liberando il paese da un così drammatico servaggio. Il 29 settembre 1537, giorno di San Michele Arcangelo, con Bolla papale a perenne ricordo della liberazione dai fermani, l’ef-fige del Santo fu inquartata nello stemma del comune e al nome di Montis Sancti Petri fu aggiunto anche Angelorum, che italianizzato divenne Monte San Pietrangeli. Dalla pianta topografica del paese si capisce che la ricostruzione del borgo antico, dal 1500 in poi, fu legata ad un piano urbanistico ben ponderato. La disposizione lascia intravedere un’ampia via centrale e due vie laterali leggermente ricur-ve, tagliate trasversalmente dalla via che congiunge le due porte, da Bora e da Sole. La struttura ovale del borgo antico include la larga

piazza ed i diversi edifici fabbricati dalle famiglie benestanti dell’epoca e “ Palazzi nobili” e culmina nei due estremi con magnifici campa-nili degli edifici religiosi maggiori: la Chiesa di San Francesco (con convento e pozzo) e la Collegiata di San Lorenzo e San Biagio. La prima, conserva al suo interno un polittico di scuola umbro-marchi-giana, un affresco del XV secolo e un prezioso Organo Callido; la seconda è decorata al suo interno da dipinti del Lucchi e da quelli del pittore, scultore ed architetto di fama, nato in loco nel 1827, Lui-gi Fontana. Nel Palazzo Fontana oltre a conservarsi pregevoli opere del pittore, è stata portata alla luce una collezione di artistici “pupi” di fine secolo. Due di questi, “Mengo-ne Torcicolli e Lisetta”, sono stati valorizzati, diventando le maschere simbolo del Carnevale fermano.Attorno all’attuale piazza Umber-to I sorsero la Torre Civica con il Palazzo del Podestà, alcuni palazzi gentilizi e quello comunale. Dopo il Palazzo del Preposto, in cui si conservava l’urna cineraria del Veterano Caio Vezzio (46 d.C.), si incontra la Torre Civica in cui si scorgono l’affresco cinquecentesco raffigurante l’Annunciazione ed altre decorazioni. Annessa alla Torre. Lo

storico ed artistico Palazzo Comu-nale settecentesco, realizzato nel 1763 e rimaneggiato dal Fontana, fu rinnovato ed abbellito nel vestibolo e nella scala, e custodisce opere pittoriche, il codice pergamenaceo ed una preziosa icona della Madon-na della Misericordia, assegnata a Paolo Venanzio (XIV secolo).Delle quattordici chiese presenti nel territorio del Comune ne rimango-no sei: San Francesco, la Colle-giata, San Giovanni, San Rustico, la Chiesa-Santuario della Madonna del Buoncuore e la piccola chiesa di Santa Rosa. La chiesa privata di San Biagio ricorda invece la presenza di un monastero di monaci farfensi.

Storia e Beni Culturali/Le guerre contro Fermo, i tanti gioielli d’arte

Tracce di un passato indomito

Due personaggi di primo piano ebbero i natali a Monte San Pietrangeli. Romolo Murri (1870 – 1944) fu sacerdote, filosofo, teologo e uomo politico di alto livello. Illu-stre esponente del modernismo cattolico, nel 1894 fu tra i promotori della fondazio-ne nel 1901 della Democrazia cristiana italiana e nel 1905 della Lega Democra-tica Nazionale, fu deputato alla Camera

nel 1909 e, dopo la Grande guerra, aderì al fascismo, e prese una discostante pole-mica dal Concordato del 1929. L’ostilità delle gerarchie ecclesiastiche (fu addirittu-ra scomunicato nel 1909, e la scomunica ritirata solo nel 1943), sposò una signora norvegese.Luigi Fontana (1827 – 1908) fu pittore, scultore e architetto, annoverato tra i più

grandi artisti del XIX secolo, anche se non godette di grande fama tra i suoi contem-poranei. Oltre che nella Collegiata di Monte San Pietrangeli, dove numerose sono le sue opere pittoriche, e nel palazzo comu-nale, possiamo ammirare suoi capolavori (prevalentemente di soggetto religioso) in molte città delle Marche e nel Lazio a cominciare da alcune cattedrali di Roma.

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Immersa nel distretto calzaturiero più importante d’Europa, Monte San Pietrangeli non poteva non adeguarsi nel dopoguerra all’assetto economico che le nuove esigenze di mercato imponevano. All’inizio parte dei montesanpietrini abbandonò le campagne per andare a lavorare nelle fabbri-che, principalmente calzaturiere, in un secondo momento, l’industria calzaturiera si estese e concentrandosi a Monte San Pietrangeli. Nel paese oggi sono operanti rinomate aziende calzaturiere e artigianali che realizzano pro-dotti di raffinata eleganza ma non manca l’alta specializzazione ed una matura affidabilità di coloro che operano settori: dei trasporti, ecc. Anche le aziende agricole, grazie anche alle nuove generazioni che sanno rispondere più effi-cacemente alle esigenze di un mercato, possono essere annoverate tra le risorse economiche di Monte San Pietrangeli. Il paese è ricco di attività di ristorazione, alloggi, alimentari e di servizi tali da garantire la massima ospitalità. Nonostan-te la criticità di alcuni periodi, la disoccupazione rimane sempre molto bassa.Oltre al patrimonio storico-culturale già descritto, in cui si scorgono i campanili dei vicini comuni e lo sguardo spazia da un tenue lembo dell’Adria-tico sino alla bella catena dei Sibillini, Monte San Pietrangeli si fa ricordare per le sue eccellenze culinarie. Una cucina ricca e basata su pro-dotti genuini e di produzione locale; oltre alle pietanze tipiche marchigiane (come tagliatelle, vincisgrassi, cannoli, polenta, fagioli con le coti-

che, il baccalà o stoccafisso con le patate, i salu-mi, gli arrosti misti alla brace, le olive ed i cremini ripieni), le specialità montesanpietrine più rino-mate sono: “li caciù de fava”, “lu serpe” (dolce tipico natalizio), “lu fristingu” e “lo zampetto de maiale in porchetta”. Per gli amanti della buona tavola non c’è che l’imbarazzo della scelta. Una menzione speciale va all’Accademia delle erbe e delle piante spontanee: con sede nel palazzo storico (Barbarossa) un’iniziativa nata dall’esi-genza di perpetuare la conoscenza e l’uso del-l’”erbe trovate”, che rischia di perdersi nel mondo cosiddetto globale che diffida delle tradizioni ora-li. Un progetto dunque volto alla valorizzazione della cultura d’origine collegata alla gastronomia locale, in cui coinvolgere imprenditori agricoli, ristoranti, esperti botanici con tutti coloro che possono e vogliono non dimenticare il buon uso di un alimento naturale.Monte San Pietrangeli è un comune eviden-temente unico per tante ragioni ed lo spirito di aggregazione ne è una prova. Oltre trenta associazioni in un comune così piccolo testi-moniano l’importanza di dare seguito alle molte passioni a cui ci si può dedicare, dal teatro alla solidarietà, agli sport che possono essere pra-ticati, alla religione.... con la voglia di rendere le manifestazioni più sentite veri e propri eventi comunitari la processione del Venerdì Santo il Patrono San Biagio ed il Palio San Pietro.A Monte San Pietrangeli, sotto le buone regole della convivenza, tutto è possibile.

dal dalCOMUNEFuori

COMUNEFuori

3Monte San Pietrangeli

Appuntamenti

1ª domenica dopo il 3 febbraioFiera del Patrono San BiagioVenerdì SantoRievocazione storica: Processo e CrocefissioneLunedì di Pasqua- Festa e Fiera di Mammaussu- Mostra mercato di prodotti tipici locali e delle erbepresso località San Biagio3ª Domenica di Luglio- Festa della Trebbiaturapresso Frazione San Rustico2ª Domenica di SettembreFesta della Madonna del BuoncuoreOttobreCastagnata

Servizi e comunità/Uno spiccato spirito imprenditoriale e tanta voglia di stare insieme

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