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Piano Attuativo Comunale di inziativa privata "Punta Olmi"
redatto ai sensi della L.R. 05/07 s.m.i.
titolo elaborato elaborato n°
Relazione geologica e geotecnica G_P12
committente progettista e coordinatore geologia: Punta Olmi S.r.l. dott. Vincenzo Sandalj (amministratore) via Rossini, 14 34132 Trieste p. iva 00526720321
Arch. Giuseppe Giovarruscio Via della Pescheria, 11 34121 Trieste tel 040 3481569 e-mail [email protected]
Dott. Geol. Giovanni Pietro Pinzani Via XXX Ottobre, 19 34122 Trieste Tel/fax: 040 37.00.24 e-mail: [email protected] iscrizione Ordine Regionale dei Geologi n. 220
nome file scala data
G_AP12_ Relazione geologica e geotecnica.doc
- Aprile 2013
Comune di Muggia
Indice1) Premessa....................................................................................................................................12) Normativa e zonizzazione geologica del sito ................................................................................23) Inquadramento morfologico e descrizione interventi di Piano .......................................................44) Geologia, litologia e cenni geostrutturali.....................................................................................205) Idrologia ed idrogeologia............................................................................................................256) Indagini penetrometriche dinamiche...........................................................................................31
6.1) Descrizione della prova................................................................................................316.2) Esiti delle prove eseguite .............................................................................................37
7) Indagini sismiche.......................................................................................................................388) Modelli geologici........................................................................................................................459) Classi di amplificazione sismica topografica in base alle NTC 2008............................................5210) Classi di amplificazione sismica stratigrafica in base alle NTC 2008...........................................53
10.1) Aspetti teorici ...........................................................................................................5310.2) Strumentazione utilizzata .........................................................................................5410.3) Esiti delle indagini e classe sismica del suolo ...........................................................54
11) Parametri geomeccanici ............................................................................................................6312) Equilibrio geostatico attuale dell’area.........................................................................................64
12.1) Versante costiero .....................................................................................................6412.2) Corsi d’acqua principali ............................................................................................6512.3) Fenomeni di soliflusso e creep .................................................................................66
13) Valutazioni geologiche e geotecniche sull’edificabilit� delle aree di Piano e sugli effetti degli interventi...........................................................................................................................................6614) Conclusioni................................................................................................................................71Allegati.................................................................................................................................................i
Documentazione fotografica ..................................................................................................iSchede Frane Piano di Stralcio regione FVG.........................................................................iTabulati DPT............................................................................................................................i
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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1) Premessa
Nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2013, su incarico della Punta Olmi S.r.l., � stato eseguito
dallo scrivente uno studio geologico e geotecnico per il Piano Attuativo Comunale “Punta Olmi”
nell’ambito di un gruppo interdisciplinare di studio e progettazione coordinato dall’arch. Giuseppe
Giovarruscio. Scopo del presente lavoro, � quello di accertare la compatibilit� tra il Piano e le
caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geostatiche del sito, in sintonia con quanto previsto
dalla normativa vigente, valutare la sismicit� del sito ed esprimere delle prime valutazioni di
carattere geotecnico relativo agli interventi ipotizzati. Il lavoro, che si � avvalso anche delle
conoscenze gi� acquisite in occasione della stesura della parte geologica del Rapporto
ambientale finalizzato alla Valutazione Ambientale Strategica del medesimo Piano, redatta dallo
scrivente nell’ambito del medesimo gruppo di progettazione, ha compreso le seguenti fasi:
- esame del Piano per tutto quanto riguarda gli aspetti geologici;
- sopralluoghi sul sito e rilievi geologici di superficie;
- esecuzione di n� 6 prove sismiche a rifrazione su tre sezioni rappresentative per la valutazione
della profondit� e del grado di fratturazione e detensionamento dell’ammasso roccioso
superficiale; prove eseguite in corrispondenza delle aree di nuova edificazione pi� prossime alle
scarpate prospicenti il mare e corrispondenti alle zone pi� critiche gi� individuate in sede di
stesura del Rapporto ambientale;
- esecuzione di n� 13 prove penetrometriche dinamiche DPT in corrispondenza delle principali
zone di edificazione in progetto;
- esecuzione di n� 4 prove sismiche a stazione singola mediante la tecnica dei microtremori per
una prima definizione delle classi sismiche del suolo secondo le NTC 2008;
- elaborazione dei dati acquisiti, definizione di modelli geologici e relativi parametri geotecnici e
considerazioni geotecniche proporzionati alla fase di progettazione in atto;
- valutazioni idrologiche ed idrogeologiche dell’area allo stato attuale ed in condizioni di Piano;
- valutazioni sull’equilibrio geostatico attuale e di Piano;
- redazione del presente documento.
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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2) Normativa e zonizzazione geologica del sito
Per la redazione del presente documento e delle verifiche in esso contenute si � fatto riferimento
al D.M. 14 gennaio 2008 Norme Tecniche per le Costruzioni e successive integrazioni.
Si � fatto inoltre riferimento alle “Norme per lo standard di acquisizioni in campo geologico –
tecnico idrogeologico geomeccanico e geotecnico. Prescrizioni in sede di pianificazione per il
rilascio delle autorizzazioni e concessioni edilizie e di progettazione esecutiva” facenti parte della
Valutazione della situazione geostatica e idraulica a supporto della variante generale al P.R.G.C.
del Comune di Muggia (in estensione agli studi geologici gi� eseguiti) redatto per il Comune di
Muggia dal dott. geol. Luciano Ballarin e dal dott. ing. Roberto Vanon della Geokarst Engineering
S.r.l. nel dicembre del 1988. In base alla perimetrazione del P.R.G.C., l’area oggetto di
edificazione cos� come prevista dal piano rientra nella classe B in cui “rientrano normalmente i
terreni situati su versanti che presentano inclinazioni massime inferiori a 35�, con o senza una
rete fognaria a cui allacciarsi” per le quali la normativa prevede:
1) una verifica puntuale atta a determinare lo spessore del livello di copertura superficiale, il suo
stato di alterazione e la degradabilit�, la capacit� portante in funzione delle fondazioni prescelte e
quindi le pressioni ammissibili; la natura, i rapporti composizionali, e l’andamento giaciturale del
substrato litoide.
2) l’accertamento e la verifica del mantenimento delle condizioni di equilibrio geostatico dell’area
con le opere in progetto. Le verifiche dovranno essere accompagnate e supportate da opportuni
approfondimenti tecnici, anche in situ, programmati e diretti dal professionista incaricato.
3) il divieto di immettere acque reflue nel sottosuolo. L’immissione sar� possibile in casi
eccezionali e solo a seguito della verifica della stabilit� dei versanti direttamente o indirettamente
influenzati dal sistema di subirrigazione, accettando l’ipotesi di un eventuale decremento delle
caratteristiche geomeccaniche dei terreni. Particolare cura dovr� essere posta nell’esecuzione di
eventuali prove di permeabilit� in sito, in funzione delle soluzioni tecniche atte a garantire il
drenaggio delle acque bianche e nere. Nell’eventualit� si decidesse di procedere secondo scavo
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di pozzi e trincee o mediante la realizzazione di dispersori profondi, il professionista incaricato
dovr� giustificare l’efficacia della soluzione prescelta.
Ove sar� possibile, si cercher� di incanalare le acque lungo le principali linee d’impluvio,
allontanandole comunque dall’area di intervento, senza per questo influenzare le aree contermini.
4) la predisposizione in presenza di fronti di scavo di altezze superiori ai tre metri, di opere di
sostegno dei terreni, da realizzarsi in tempi immediatamente successivi alle operazioni di
escavazione e comunque prima della predisposizione delle strutture residenziali o di altro tipo.
Nell’eventualit� dovessero venir impiegati fronti di scavo di altezza superiore ai 5 metri, le opere
di sostegno dovranno venir realizzate per lotti successivi di lunghezza non eccedente i 5 metri,
misurati in senso orizzontale.
Previo accertamento e verifica puntuale si potr� eccezionalmente procedere in modo diverso,
assicurando il mantenimento delle condizioni di equilibrio geostatico dell’area di pertinenza
dell’opera e di quelle circostanti.
5) il divieto a realizzare scarpate con pendenze superiori ai 45�.
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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3) Inquadramento morfologico e descrizione interventi di Piano
L’area oggetto di Piano � situata sulla fascia costiera del Comune di Muggia, verso il confine
occidentale con la Slovenia, ed � costituita da un promontorio che a partire dal mare, a Nord, si
estende verso Sud elevandosi fino alla ‘Fortezza’ e all’abitato di San Floriano. Si va da una quota
di 1.5 m s.l.m. a Nord ad una quota di 122.5 m s.l.m.m. verso Sud. Sono presenti due principali
corsi d’acqua di cui uno centrale con tre rami superiori ed uno sul confine orientale. Il perimetro
dell’area interessata � individuato con una linea sull’estratto della Carta tecnica regionale alla
scala 1:5000 riportato alle pagine seguenti (Fig. 1).
Le pendenze medie dell’area sono pi� acclivi ai margini e pi� dolci in posizione mediana,
comprese fra i 12� ad Ovest e i 9.6� ad Est, passando per i 7.75� nella fascia centrale. Quelle
massime si ritrovano a Nord nella fascia prospiciente il mare, in particolare sul lato occidentale, e
in corrispondenza degli impluvi, ove l’incisione da parte dell’acqua � stata cos� rilevante da
determinare spesso fenomeni di franamento con sponde ad elevata pendenza che a tratti
raggiungono la subverticalit�.
Come messo in evidenza all’interno dello Studio geologico allegato ad un precedente P.R.G.C.
redatto nel 1980 dal geol. B. Pellicciari, che si riferiva all’intero territorio muggesano, ‘…le
dinamiche morfoevolutive operanti nella zona in esame sono altres� ascrivibili a molteplici
processi geomorfologici (pr. di versante in clima temperato, pr. fluviali, pr. marini, ecc.) o pi�
spesso da loro combinazioni complesse, nelle quali gli stessi non risultano pi� singolarmente
differenziabili’.
Fra i processi di versante in clima temperato lo studio di Pellicciari annovera i calancamenti, cio�
‘solchi erosivi in terreni (rocce o suoli) facilmente erodibili, (…) particolarmente diffuse in
corrispondenza delle scarpate a mare per via della sua costituzione prevalentemente marnosa,
(…) e ai versanti di valette di erosione di molti torrenti ad alveo parzialmente o totalmente
marnoso’; il ruscellamento diffuso, ‘..sviluppato e attivo in corrispondenza della testa di vallette di
erosione’; i depositi colluviali, ‘depositi di materiali fini ‘asportati dalle rocce affioranti ad opera del
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NFigura 1 : Estratto C.T.R. ‘Punta Sottile’- scala 1:5000 - elemento 110132 e ubicazione area di intervento
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dilavamento delle acque liberamente ruscellanti (non incanalate)’; i franamenti, ‘in parte provocati
dall’opera stessa dell’uomo, mediante scalzamento al piede dei versanti marnosi, a notevole
acclivit�, ancora alla ricerca di una loro “curva” di pendio stabile, e in parte provocati dall’erosione
fluviale; fra i processi morfologici fluviali, di cui costituiscono una concausa, vanno ricordate le
sorgenti ‘… sgorganti dal terreno con portate generalmente modeste. In passato tali emergenze
d’acqua a giorno erano decisamente pi� numerose e diffuse e caratterizzate da portate maggiori
di quelle attuali. Le attuali ‘polle’ si presentano per lo pi� come una serie di spandimenti
delocalizzati o come minuscole scaturigini diffuse. Il fenomeno pu� essere attribuito – almeno in
parte – alla progressiva impermeabilizzazione del suolo a seguito dell’espansione antropica sia in
senso agricolo che insediativo e alla conseguente riduzione delle acque di infiltrazione e della
portata della falda sotterranea nelle fasce dominanti dei singoli bacini imbriferi.. Ne deriva – in
particolare – un incremento del ruscellamento superficiale (e dei suoi effetti erosivo – distruttivi) e
del ristagno localizzato (stato di avanzamento di imbibizione e possibile plasticizzazione di
spessori rimaneggiati di terreno di coltre), con conseguenze dannose nei confronti delle opere
antropiche stesse’.
I processi morfogenetici sopra descritti, oltre ad avere agito in passato nel modellamento di tutta
l’area, risultano ancora pienamente agenti, determinando gli effetti pi� marcati sulle due unit�
geomorfologiche pi� sensibili fra quelle in cui si pu� distinguere l’area: la fascia costiera e le aste
degli impluvi dei corsi d’acqua temporanei, caratterizzate da fenomeni pi� o meno marcati di
dissesto idrogeologico, e per questo perimetrale all’interno dello studio geologico allegato al
P.R.G.C. come “aree inedificabili”.
Altre unit� geomorfologiche significative possono essere individuate nelle aree terrazzate
utilizzate in passato per l’attivit� agricola, spesso terrazzate artificialmente a ‘pastini’, e in quella
che pu� essere definita come una ‘spianata’, situata all’estremit� settentrionale del promontorio,
immediatamente a ridosso della scarpata costiera.
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Fig. 2: Carta geomorfologica applicata e idrogeologica, estratta dalla Carta geologico – tecnica del Friuli Venezia Giulia edita dal Servizio geologico della Direzione centrale dell’ambiente e dei lavori pubblici del
Friuli Venezia Giulia
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Come si � visto la fascia costiera � caratterizzata da pendenze elevate, anche superiori a 35�, ed
� costituita dalla zona che dal ciglio del promontorio degrada fino alla Strada per il Lazzaretto
situata al livello del mare.
Nel settore occidentale, al di fuori del perimetro del Piano, tale fascia si presenta pi� ampia,
anche per effetto dell’assetto stratigrafico a franapoggio meno inclinato del pendio. Si tratta di
un’area dissestata soggetta a fenomeni di erosione rilevante da parte dei corsi d’acqua
temporanei che dalla fascia a monte, quella prospiciente il forte, convogliano le acque superficiali
verso il mare. Gli impluvi si presentano numerosi, tutti a regime temporaneo e orientati secondo
la direttrice Sud-Est/Nord-Ovest, e quando si attivano sono caratterizzati da elevata energia,
dando luogo a morfologie molto acclivi, a tratti sub verticali, in particolare modo sui fianchi delle
aste degli impluvi. La complessit� della situazione di dissesto � accresciuta dalla presenza di
diversi edifici di civile abitazione e condomini, raggiungibili con ascensori a cremagliera o con
stradine a tornanti, costruiti sulle pendici del versante lungo la Strada del Lazzaretto, in direzione
dei quali si dirigono le linee di impluvio ricercando il proprio naturale sbocco verso il mare,
innescando fenomeni erosivi e situazioni di instabilit� dei manufatti.
In questo stesso tratto, ancora pi� a Ovest e ben all’esterno ed ancora pi� lontano rispetto
all’area sottoposta a Piano, � presente anche il versante costiero caratterizzato nel passato dai
pi� evidenti fenomeni di instabilit�: dalla stessa Strada per il Lazzaretto sono visibili la nicchia di
distacco di un importante frana e le opere di messa in sicurezza. A monte della nicchia di
distacco, laddove il versante si fa molto meno acclive, la ‘Carta geologico – formazionale e
strutturale con elementi di geomorfologia’ redatta dal geol. B. Pellicciari nell’ambito dello Studio
geologico per il Piano Regolatore Comunale individua anche un’area soggetta a fenomeni di
creep e soliflusso. Rientrando nel sedime di progetto, il P.R.G.C. vigente ha collocato su tutta
l’area ricompresa fra la strada ed il ciglio della scarpata un vincolo di inedificabilit� (Figg. 3-4-5-6)
e pi� a monte di questa una fascia “assoggettata a fenomeni erosivi concentrati con associati
processi gravitativi”.
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Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
13
Tale fascia coinvolge anche parzialmente il perimetro di progetto ed in particolare tre lobi che si
estendono verso monte e che mettono in evidenza, in assenza di opportuni interventi di
prevenzione e protezione, il rischio di un progressivo arretramento dei processi di dissesto pi�
significativi.
Il settore orientale della fascia costiera, pur essendo caratterizzati da processi in parte analoghi a
quelli che contraddistinguono la fascia occidentale, presenta una situazione con rischi minori, sia
per la presenza di un numero ridotto di edifici lungo le pendici del versante e lungo la strada
costiera, sia perch� di ampiezza inferiore.
Come riportato all’interno del Rapporto ambientale, “in assenza di interventi antropici la tendenza
evolutiva della fascia costiera � quella di una accentuazione dei processi di dissesto oggi
esistenti: � possibile prevedere infatti la prosecuzione e l’accentuazione dei processi di
modellamento qui descritti, ovverossia il progressivo arretramento del ciglio della scarpata di
erosione che delimita le aree a maggiore instabilit�, i processi di erosione marcata lungo le linee
di impluvio e l’attivazione di frane nella massa rocciosa sub verticale situata lungo le aste dei
corsi d’acqua temporanei, nonch� l’attivazione di nuovi movimenti di massa simili a quello che ha
caratterizzato l’estremo margine occidentale dell’area di studio”.
Le aste degli impluvi costituiscono la seconda tipologia geomorfologica caratterizzata da intensi
fenomeni di dissesto idrogeologico locale. Nell’area di studio sono presenti due grandi rii
principali; il primo, orientato in direzione Sud-Ovest / Nord–Est, nel settore centro orientale e
caratterizzato da tre rami superiori i quali si unificano fra loro nella fascia mediana per dare
origine al Rio Ronchi. Il secondo rio, ancora pi� a est, lambisce il confine del Piano. Gli impluvi
sono solcati da corsi d’acqua temporanei, che fatta eccezione per alcune sorgenti collocate nel
medio - basso corso, si attivano esclusivamente in occasione degli eventi meteorici pi�
significativi in termini di quantit� e di durata di pioggia caduta: per la maggior parte dell’anno si
presentano quindi asciutti e risultano caratterizzati da un regime stagionale tipicamente
torrentizio. Non si � osservata invece alcuna associazione fra la posizione delle tre aste principali
degli impluvi e la differenziazione litologica determinata dalla ripetuta alternanza di tre diverse
facies litologiche (quelle arenacea, marnosa e marnoso-arenacea del Flysch). Le aste fluviali
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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risultano collocate, infatti, in posizione non correlata specificatamente a qualcuno dei tre litotipi
presenti nell’area.
Nella fascia a monte, dove avvengono i processi di alimentazione, le aste sono caratterizzate da
minore acclivit�, ed alcune zone dei bacini in passato sono stati anche utilizzati per l’attivit�
agricola: qui la dinamica morfologica appare tuttora poco incisiva, tanto che i processi di
ruscellamento superficiale rendono spesso difficoltosa l’individuazione di un’asta principale di
alimentazione; nella fascia centrale gli impluvi sono caratterizzati da processi morfodinamici
molto marcati testimoniati dalla presenza di scarpate di erosione laterale molto ripide, a tratti
anche subverticali, soggette sovente a frane anche di crollo, che determinano un progressivo
arretramento dei cigli sia ai lati che verso monte ed un progressivo allargamento dell’area di
impluvio. A valle le zone di deposizione, collocate in prossimit� della linea di costa e della Strada
per il Lazzaretto, presentano una tipica forma a conoide e si sovrappongono l’una sull’altra in
prossimit� dell’antico sbocco a mare: utilizzate in parte e in un passato anche recente per l’attivit�
agricola, presentano pendenze tenui e zone di ristagno testimoniate anche dalla presenza di un
ampio canneto.
Anche in questo caso in assenza di interventi di manutenzione ordinaria e di messa in sicurezza
dei tratti caratterizzati dai pi� importanti fenomeni di dissesto, la tendenza evolutiva delle aree
occupate dagli impluvi � quella di un’accentuazione dei processi morfodinamici gi� in atto: il
progressivo approfondimento del letto dei tre alvei esistenti e dei rii secondari di alimentazione;
l’aumento della pendenza delle scarpate laterali ed un progressivo arretramento verso monte dei
cigli delle scarpate di erosione e crollo sono infatti tendenze evolutive prevedibili che, rispetto alla
velocit� avuta in passato, potranno anche venire accentuate ed accelerate dai cambiamenti
climatici, che ci fanno attendere per i prossimi anni una intensificazione della frequenza di
fenomeni meteorici un tempo considerati eccezionali e caratterizzati dalla concentrazione di
ingenti precipitazioni in archi temporali sempre pi� circoscritti.
Cos� come per la fascia costiera, anche in questo caso il P.R.G.C. vigente ha collocato sulle aste
principali, ed anche oltre, prevedendone il possibile arretramento a monte, un vincolo di
inedificabilit�; e anche in questo caso lungo le aste sono state individuate tre ‘aree assoggettate
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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a fenomeni erosivi concentrati con associati processi gravitativi’ che costituiscono il perimetro
delle aree caratterizzate fino a questo momento dai maggiori fenomeni di dissesto idrogeologico.
Le aree terrazzate caratterizzano gran parte delle aree non boscate poich�, sebbene essa non
venga pi� esercitata da decenni, in passato gran parte dell’area oggetto del Piano venne
ampiamente utilizzata per l’attivit� agricola e, trattandosi di un’area acclive, vennero realizzati
diversi terrazzamenti costruendo muretti di sostegno in pietra e procedendo ad interventi di sterro
e riporto. Nell’area di studio si possono distinguere tre aree principali in cui sono ancora evidenti
gli interventi di terrazzamento: la prima � quella collocata all’estremit� occidentale dell’area
sottoposta a piano; la seconda � collocata al limite meridionale immediatamente a valle del
centro abitato di San Floriano; la terza � collocata al margine Nord – orientale dell’area di
intervento immediatamente a monte dell’area privata dove sorgeva il ‘Bagno della Polizia’. Si noti
che le prime due aree terrazzate sono collocate immediatamente a monte di due aree soggette a
forte dissesto (rispettivamente la fascia costiera occidentale e l’asta principale del Rio Ronchi), e
che ne costituiscono, dunque, l’area naturale di alimentazione e raccolta delle acque meteoriche
superficiali e sotterranee. A questo proposito va ricordato che, a parit� di altre condizioni
geologiche del sottosuolo legate alla tipologia dei riporti, alla litologia ed alla giacitura, rispetto ad
analoghe aree contermini le aree terrazzate si presentano generalmente come pi� permeabili,
essendo soggette a minore corrivazione e dilavamento in quanto a pendenza ridotta, ed essendo
il terreno meno costipato per gli interventi di sterro e riporto, fatto che agevola la penetrazione
delle acque superficiali nel sottosuolo. Come nei casi delle altre due unit� geomorfologiche
analizzate in precedenza, anche in questo caso la tendenza evolutiva delle aree terrazzate �
quella di un’accentuazione dei processi di dissesto gi� in atto: � possibile prevedere infatti la
prosecuzione dei piccoli processi di dissesto dei muri a secco che sorreggono i terrazzi
abbandonati, ed un loro progressivo collassamento che � destinato ad avere come soluzione
finale la demolizione completa del terrazzo e il ristabilirsi di in versante privo di rotture di
pendenza cos� come si presentava nella situazione originaria.
In corrispondenza della estremit� settentrionale di punta Ronco, immediatamente a monte della
fascia costiera, ad una quota compresa fra 52 e 31 m s.l.m., � presente un’area caratterizzata da
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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bassa pendenza (5�, orientamento Sudest- Est / Ovest – Nordovest) che, rispetto alle morfologie
pi� acclivi delle aree vicine, si configura come una ‘spianata’. Nella ‘Carta geologico –
formazionale e strutturale con elementi di geomorfologia’ redatta dal geol. B. Pellicciari
nell’ambito dello Studio geologico per il Piano Regolatore Comunale di Muggia tale area veniva
definita come una ‘spianata inattiva’ derivante da ‘processi litorali’, ma tale interpretazione
morfogenetica non poteva tenere conto degli studi recenti sulle variazioni del livello marino nel
golfo di Trieste, secondo le quali il livello medio del mare attuale � prossimo ai massimi livelli
raggiunti nel quaternario. Un’altra ipotesi � che si tratti di una spianata di origine antropica, cos�
come riportato nella Carta geomorfologica allegata alla Carta geologico-tecnica alla scala 1:5.000
della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, presumibilmente legata all’attivit� agricola o
all’utilizzo a fini bellici per il controllo della costa durante l’ultimo conflitto mondiale, anche se la
sua ampiezza risulta consistente per essere spiegata da una tale eventualit�. In conclusione su
tale morfologia non esiste ad oggi una causa certa. Al riguardo va comunque ricordato che
esistono diverse evidenze del fatto che l’area di Punta Ronco (o Punta Olmi) oggetto del presente
Piano fu utilizzata per scopi militari: ci� � testimoniato non solo dalla presenza della Fortezza
(Forte Olmi), costruito nel 1864, ma anche dalle testimonianze circa la presenza, sull’intero arco
del ciglio del promontorio, di trincee per la difesa antiaerea e il controllo dell’accesso al Porto di
Trieste costruite dalle truppe tedesche nel corso della II guerra mondiale.
Per quanto riguarda i processi morfodinamici prevedibili, anche in questo caso va sottolineato
che, a parit� di altre condizioni, rispetto alle aree contermini quest’area caratterizzata da minore
pendenza si presenta pi� permeabile, e risulter� pertanto essere soggetta a fenomeni meno
intensi di corrivazione e dilavamento rispetto alle altre zone che compongono l’area sottoposta a
proposta di piano.
Le rimanenti aree interessate dalla proposta di piano non sono caratterizzate da altri elementi
distintivi particolari dal punto di vista morfologico: come si evince dalla Carta dell’uso del suolo
riportata di seguito, dal computo delle unit� geomorfologiche descritte in precedenza rimangono
escluse una zona centrale ed una orientale, campite con colori marrone e verde chiaro e
destinate in passato in parte a seminativo e in parte a prato, su cui nel corso degli anni �
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cresciuta per� della vegetazione spontanea, e un’area centrale ed una nordorientale che oltre
alle tipologie precedenti in passato sono state in parte destinate anche a vigneto (colore viola) e
in parte sono tuttora ricoperte da bosco (colore verde scuro).
In assenza di interventi antropici la tendenza evolutiva delle aree in questione � quella della
normale prosecuzione dei processi di degradazione sotto l’azione degli agenti di modellamento
fisici gi� in atto.
Il piano prevede di sviluppare cinque (5) Comparti Unitari d’intervento denominati C.U. con
numero progressivo dall'1 al 5 (Figg. 3-4-5-6 ed elaborato grafico G_P01 Planivolumetrico di
progetto) sulle aree di propriet� e ricomprese nel Complesso Turistico "G" di Punta Ronco.
Il primo Comparto Unitario (C.U.1) � destinato a servizi ed attrezzature per il tempo libero e la
ricreazione, zona di pre-parco per avvio di escursioni ciclopedonali. Questo comparto non
prevede volumetrie, possono essere realizzate solo attrezzature anche sportive all’aperto e
attrezzature di servizio per gli escursionisti;
Il secondo e il terzo Comparto Unitario (C.U.2 e 3) sono destinati alla categoria G1B1: strutture
ricettive all’aria aperta (villaggi turistici) e a carattere sociale (Alberghi o ostelli per la giovent�,
Case per ferie, Foresterie, Centri per soggiorni sociali) secondo le indicazioni e le prescrizioni di
seguito descritte, su cui saranno realizzate un complesso di edifici pari ad una volumetria max. di
mc 28.000. Pi� precisamente nel C.U. 2 sono previsti mc.10.000 e nel C.U.3 mc. 18.000.
Delle tipologie previste dalla normativa regionale conformemente alle prescrizioni del P.R.G.C.
sono state previste tre taglie dimensionali delle unit� abitative:
1. 60% di strutture ricettive con superficie utile non superiore a mq 40 (140 unit�)
2. 30% di strutture ricettive con superficie utile non superiore a mq 60 (46 unit�)
3. 10% di strutture ricettive con superficie utile non superiore a mq 80 (11 unit�)
Nei due comparti sar� possibile intervenire con dei lotti minimi dimensionati su mc. 5.000 fino alla
concorrenza della massima volumetria realizzabile. I lotti finali d’intervento potranno avere
dimensioni inferiori, commisurati alla volumetria residua edificabile.
Il quarto Comparto Unitario (C.U. 4) � destinato alle Strutture Ricettive alberghiere (categoria
G1C): alberghi o hotel, motel, villaggi albergo, residenze turistico alberghiere o aparthotel o hotel
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residence, alberghi diffusi, country house e residenze rurali, secondo le indicazioni e le
prescrizioni di seguito descritte, su cui sar� realizzato un complesso di edifici pari ad una
volumetria massima di mc 50.000. In questa volumetria sono previste sia le quote prettamente
ricettive che quelle complementari dei servizi per il tempo libero, lo sport ,il benessere della
persona, la cultura e lo svago, per le attivit� commerciali e di promozione turistica.
Il P.R.G.C. destina la tipologia ricettiva alberghiera ad un turismo dichiaratamente marino; si
ritiene che l’utilizzo del mare entrer� senz’altro tra le attrattivit� di queste aree, tuttavia non sar�
la principale, perlomeno non fino a quando la costa non avr� beneficato di quella
infrastrutturazione, sia balneare che viabilistica, tale da renderla facilmente accessibile.
Nel Comparto C.U.4 � possibile intervenire con dei lotti minimi dimensionati su mc. 7.500 fino alla
concorrenza della massima volumetria realizzabile.
Il Comparto Unitario (C.U.5) , che ricomprende la totalit� delle zone agricole E4 ed E6 per una
superficie di mq 122.226, si caratterizzer� per un Turismo rurale ed ambientale, con il previsto
recupero dell’attivit� produttiva agricola. All’interno del comparto sono previsti alloggi per i
coltivatori, attrezzature per lo stoccaggio delle attrezzature e dei prodotti agricoli, per la
manipolazione e conservazione degli stessi, per la promozione e commercializzazione, nonch� le
attivit� consentite dalle normative regionali vigenti in materia di accoglienza agrituristica.
Le volumetrie consentite sono quelle del P.R.G.C. dal quale vengono mutuate tutte le altre norme
regolamentari per le zone E4 ed E6.
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Fig. 7: Carta dell’uso del suolo (tratta da VAS-elaborati grafici forniti dal dott. Parmeggiani)
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4) Geologia, litologia e cenni geostrutturali
La litologia della zona � caratterizzata dalla nota formazione del Flysch (Eocene medio p.p.,
Luteziano medio e superiore), presente con una sequenza alternata di strati arenacei e marnosi
in livelli pluricentimetrici, talora decimetrici e pi� raramente pluridecimetrici in fitta ed irregolare
alternanza.
Come riportato nella Carta litostratigrafica del sottosuolo edita dal Servizio geologico della
Direzione regionale dell’Ambiente, riprodotta di seguito, nell’ambito dell’area interessata dal
Piano affiorano tutte e tre le litofacies caratterizzanti il Flysch eocenico.
Figura 8: estratto della Carta del sottosuolo della Carta geologico tecnica digitale edita dal Servizio geologico della Direzione centrale dell’ambiente e dei lavori pubblici del Friuli Venezia Giulia
La situazione rappresentata nella cartografia della regione � per� in parte diversa da quella
rappresentata nella ‘Carta geologico – formazionale e strutturale con elementi di morfologia’
allegata alla indagine idrogeologica del territorio comunale redatta dal dott. Pellicciari nel 1980,
che, rispetto alla cartografia regionale in cui la facies marnosa presenta una copertura pi� ampia,
Areniti prevalenti
Alternanze pelitico arenacee
Peliti prevalenti
Alluvioni
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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individua zone pi� estese caratterizzate dalla presenza della facies marnoso – arenacea ed
arenacea. Al di l� della difficolt� a stabilire con sicurezza i limiti fra le diverse litofacies,
soprattutto per effetto della estensione e continuit� della copertura vegetazionale ed eluvio –
colluviale che caratterizza tutta l’area, va sottolineato come, ad esclusione del culmine del
promontorio di Punta Ronco – su cui la carta regionale individua la presenza esclusiva della
litofacies marnosa, sulle aree in cui � prevista la nuova edificazione non ci sono differenze
significative fra le due carte tematiche. Partendo dalla cartografia sopra citata, integrando con i
rilievi di superficie, � stata redatta la carta geologica di fig. 9.
Per quanto concerne l’assetto giaciturale, esso si presenta prevalentemente costante in tutta
l’area sottoposta al Piano, con strati immergenti prevalentemente verso Nord-Est ed inclinazione
media compresa fra 10 e 24� ad eccezione di un tratto a N-E dove localmente l’inclinazione
raggiunge i 50�. Da quanto sopra ne deriva, rispetto all’andamento prevalente del versante nord,
un assetto dominante a franapoggio pi� o meno inclinato del pendio, mentre nel versante ovest
prevale una condizione a traverpoggio. Naturalmente la morfologia complessa del sito e
l’articolazione delle orientazioni locali influenzate dalla tettonica e dalle pieghe locali fa s� che in
diverse aree non sia questo l’assetto giaciturale della stratificazione rispetto all’orientamento dei
versanti: questo avviene in particolare lungo le aste degli impluvi, nella fascia pi� ripida della
scarpata costiera e laddove l’assetto locale del versante non mantiene la propria immersione
verso Nord – Est. In tali contesti si passa infatti sovente ad assetti a traversopoggio e a
franapoggio meno inclinato del pendio, quest’ultimo meno favorevole alla stabilit�, oppure a
reggipoggio, in particolare lungo le sponde delle incisioni degli impluvi collocate in destra
idrografica.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei due litotipi costituenti il Flysch, si pu� sottolineare
quanto segue:
- arenarie: sono costituite da una matrice carbonatica inglobante una frazione detritica costituita
in prevalenza da calcite, quarzo ed altri silicati; alla rottura sono caratterizzate da un colore grigio-
azzurro scuro, ma nei primi livelli, causa alterazione, presentano un colore giallo-ocra con
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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pigmentazioni rossastre; dotate di una certa permeabilit� secondaria in relazione alla giacitura
stratigrafica, al grado di fratturazione e all'aperura delle discontinuit�;
- marne: rocce carbonatico-argillose di colore grigio, spesso sfogliettate, caratterizzate da toni
ocracei quando alterate; sono generalmente impermeabili e contraddistinte dalla potenziale
plasticizzazione per dissoluzione della frazione carbonatica con conseguenti effetti negativi sulle
caratteristiche geotecniche dell' ammasso roccioso.
In merito ai lineamenti tettonici, in prossimit� dell’area in esame la bibliografia mette in luce la
presenza di un lineamento presunto, di posizione non precisamente accertata, ad orientamento
antidinarico Nord – Est / Sud Ovest che lambirebbe a Nord l’area di intervento. In fig. 9 viene
riportato il limite della fascia di maggiore probabilit� in cui potrebbe essere effettivamente
collocato tale allineamento, la cui presenza non � stata per� effettivamente accertata nel corso
del rilievo di campagna ma che potrebbe ricollegarsi agli esiti delle indagini geofisiche. Come gi�
evidenziato nei capitoli precedenti, tale andamento � peraltro coerente con la direzione dei
principali rii ed impluvi presenti nell’area di intervento, che potrebbero essersi impostati lungo
lineamenti tettonici secondari ma coerenti al medesimo sistema di sforzi e orientati lungo la
medesima direzione.
In particolare nel corso del rilievo di campagna in una stazione di osservazione collocata
all’interno del Rio Ronchi, misurazioni su un orizzonte di arenaria compreso all’interno di una
affioramento di alternanze di marne e arenarie, oltre alla stratificazione Ks 042�/15�
(orientamento polare 0� Sud), coerente con i dati disponibili nella citata bibliografia, sono state
rilevati due sistemi di discontinuit� K1 328�/89� e K2 048�/89�. Si noti che la direzione
corrispondente al sistema di discontinuit� K1 � precisamente quella che caratterizza gli impluvi
principali presenti nell’area a cui si accennava in precedenza: l’ipotesi � che l’assetto strutturale
ed il sistema plicativo della massa rocciosa abbia condizionato i processi erosivi pi� importanti e
che le principali linee di impluvio si siano impostate proprio lungo la direzione rispetto alla quale
l’acqua ha potuto incontrare una minore resistenza al suo potenziale erosivo.
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l PA
C -
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4000
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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Fig. 10: Carta strutturale e dell’intensit� della suddivisione delle masse rocciose estratta dalla Carta geologico – tecnica del Friuli Venezia Giulia edita dal Servizio geologico della Direzione centrale
dell’ambiente e dei lavori pubblici del Friuli Venezia Giulia. Si noti che le principali linee di impluvio sono impostate secondo la direttrice Sud – Sud Ovest / Nord – Nord Est, che ricalca il sistema di discontinuit� K1
che caratterizza la massa rocciosa nell’area.
Infine, dai dati presenti in bibliografia (cfr. Carta strutturale e dell’intensit� della suddivisione delle
masse rocciose estratta dalla Carta geologico – tecnica del Friuli Venezia Giulia edita dal Servizio
geologico della Direzione centrale dell’ambiente e dei lavori pubblici del Friuli Venezia Giulia,
riportata in Fig. 10), il grado di separazione della massa rocciosa risulterebbe abbastanza
omogeneo su tutta l’area sottoposta a piano, con un volume unitario compreso fra il cmc ed il
dmc. In realt�, sulla base dell’esperienza dello scrivente e delle osservazioni in sito, si ritiene che
il limite superiore sia ben superiore come visibile lungo i versanti e lungo le aste degli impluvi; in
tali zone infatti si rinvengono blocchi blocchi di arenaria di dimensioni comprese fra 1 dmc e 1 mc.
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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5) Idrologia ed idrogeologia
Nel corso del presente studio particolare impegno � stato dedicato all’analisi dell’idrografia
superficiale che caratterizza l’area e che condiziona, come si � visto, i fenomeni di instabilit�
esistenti o potenziali nell’insieme dell’area presa in esame. A questo fine, gi� in sede di
acquisizione delle osservazioni e dei dati necessari per la redazione del rapporto ambientale,
oltre all’esame di tutti i dati bibliografici presenti all’interno dello Studio geologico allegato al
P.R.G.C., era stata rivolta una particolare cura per individuare sul terreno, ad una scala inferiore
a quella dello stesso P.R.G.C., le evidenze riconducibili alla dinamica delle acque superficiali in
modo da identificare con maggiore dettaglio possibile i principali fenomeni di dissesto esistenti e
potenziali presenti e di poter prevedere i processi evolutivi del versante con e senza la
realizzazione del piano.
Nella Carta geomorfologica allegata al Rapporto ambientale sono stati riportati, oltre ai corsi
d’acqua rappresentati nella Carta della rete idrografica allegata allo Studio geologico del
P.R.G.C., le ulteriori linee di impluvio e le principali tracce di ruscellamento superficiale che
caratterizzano l’area.
Come gi� descritto nei capitoli precedenti, l’area sottoposta a Piano � solcata da due rii
caratterizzati tutti da un regime torrentizio ed in cui la presenza di acqua � funzione
dell’andamento delle precipitazioni: uno, orientale, delimita la propriet� da monte a valle e si
colloca a distanza di sicurezza dalle aree destinate agli insediamenti ed agli interventi antropici
previsti dal Piano; uno centrale, con tre rami che attraversano la propriet� da monte a valle con
un andamento orientativamente antidinarico da Sud - Ovest a Nord – Est, lambendo ad Est il
comparto C.U. 2 (Fig. 6), parte della viabilit� ciclo-pedonale esistente e parte della nuova viabilit�
di accesso prevista dal Piano.
Nell’ambito degli assi degli impluvi sono state rilevate anche due sorgenti, anch’esse
probabilmente non permanenti ma legate all’andamento delle precipitazioni. Per la loro posizione
collocata in quello che attualmente non � l’apice dell’incisione valliva, ma un settore mediano, le
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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due sorgenti possono essere una testimonianza dell’andamento regressivo dei processi erosivi,
destinati a proseguire verso monte, e conseguentemente del carattere ‘giovanile’ dei due impluvi.
I rii possono essere schematicamente suddivisi in tre settori da monte verso valle: quello pi� a
monte, meno inciso, in cui si raccolgono le acque di scolo provenienti da un bacino imbrifero di
alimentazione pi� vasto, a pendenza relativamente non elevata, in cui iniziano i processi erosivi
per effetto dei fenomeni di ruscellamento superficiale sul versante; quello intermedio, dove
agiscono maggiormente i processi erosivi e sono pi� diffusi i fenomeni di dissesto geostatico dei
versanti contermini, caratterizzati da pendenze molto elevate, a tratti subverticali, creatisi anche
per effetto di processi gravitativi, ribaltamenti e crolli i cui resti, quando coinvolgono orizzonti
arenacei, sono rinvenibili in alveo sotto forma di blocchi di volume unitario di ordine
pluridecimetrico e talora metrico; e quello terminale, a valle e in prossimit� dello sbocco a mare,
dove le pendenze diminuiscono e i processi di deposizione prevalgono su quelli di erosione e
trasporto, e dove sono presenti anche aree di ritenzione idrica, in particolare sul conoide
prospiciente al mare, messe in evidenza anche dalla presenza di canneti e in cui in passato �
stata svolta un’attivit� agricola di cui resta ancora la testimonianza rappresentata dalla presenza
di alcune baracche fatiscenti. Va messo in evidenza anche come in tale tratto terminale sia stata
rilevata la presenza abbondante di rifiuti ingombranti abbandonati, con i conseguenti rischi legati
all’ostacolo al normale deflusso dei corsi d’acqua verso la foce e dell’intasamento quasi completo
della volta del ponte della strada costiera (Foto 10). Deve essere altres� osservato che lo stato di
abbandono in cui versa da anni l’area soggetta a Piano ha fatto s� che la vegetazione presente, e
in particolare il bosco proprio lungo l’asta dei tre rii, non sia stata oggetto di manutenzione per
molto tempo: tutte le aste allo stato attuale sono caratterizzate da numerosissimi tronchi di alberi
caduti che in occasione di piene possono contribuire in misura rilevante ad ostacolare un regolare
deflusso delle acque.
In sede di stesura della parte geologica del Rapporto ambientale erano stati eseguiti dei rilievi di
campagna per cartografare le ulteriori fasce di impluvio, i principali fenomeni di ruscellamento e le
aree di probabile ristagno delle acque caratterizzate dalla presenza di canneti non descritti in
modo esaustivo nella cartografia allegata allo Studio geologico del P.R.G.C..
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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I principali fenomeni di dissesto gravitativo che si verificano nell’area di studio, anche in
prossimit� di alcune delle aree soggette a nuova edificazione o alla realizzazione di nuove opere
quali la rete stradale, hanno infatti origine da fenomeni di erosione accelerata causati dall’azione
di corsi d’acqua temporanei secondari che si attivano in occasione delle precipitazioni pi�
significative. Questo fenomeno � particolarmente accentuato nel pendio che costeggia la Strada
per il Lazzaretto e nelle zone di affluenza dei rii principali, ma ha origine in zone ancora molto pi�
stabili collocate pi� a monte come quelle meno acclivi dove si innescano i fenomeni di scolo e di
ruscellamento, interessate invece direttamente ai progetti di urbanizzazione previsti dal piano (cfr.
in particolare alle due zone di nuova edificazione collocate ad Ovest e a Sud del comprensorio).
Al fine di individuare e delimitare zone di possibile maggiore ristagno di acqua e imbibizione dei
terreni tali da avere delle conseguenze sulla staticit� delle opere da realizzare, nel corso nel
Rapporto ambientale erano state pure individuate e cartografate le aree caratterizzate da una
presenza diffusa di canneti. Il pi� importante di essi ai fini dell’interazione con le opere l� previste
risulta collocato sulla propaggine settentrionale del promontorio di Punta Ronco.
Tutti i corsi d’acqua superficiali individuati nell’area di intervento afferiscono ad un unico ed
autonomo sistema di piccoli bacini imbriferi in cui le acque vengono convogliate direttamente
verso il mare. Le acque meteoriche che ricadono all’interno dell’area di intervento non
contribuiscono all’alimentazione dei principali bacini che costituiscono il Comune di Muggia: n�
quello collocato ad Est ed afferente al Torrente Fugnan, n� quello collocato a Sud che afferisce al
Torrente Almerigotti.
Anche dal punto di vista dell’idrogeologia sotterranea la situazione si presenta coerente, anche
se non coincidente con quella del bacino imbrifero: secondo Pellicciari, infatti, � possibile s�
ipotizzare un sistema di falde idriche collocate ad Occidente della zona di Muggia che apportano
un proprio contributo idrico al bacino idrogeologico del T. Fugnan, per effetto dell’assetto
stratigrafico della massa rocciosa immergente verso Nord-Est; ma la zona in cui ci� pu�
accadere – quella Sud-orientale dell’area, appunto - non � sottoposta ad alcun intervento
antropico previsto dal Piano, e pertanto non si ritiene che esista alimentazione superficiale della
falda idrica sotterranea proveniente dalle aree destinate a nuova edificazione o all’attivit� agricola
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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che afferiscano a tale bacino e che possano quindi avere implicazioni sulla qualit� delle acque di
falda destinate al consumo umano.
Nel corso dello studio realizzato per la stesura della presente relazione non sono state calcolate
le portate dei rii che attraversano la zona di intervento: resta inteso che in sede di progettazione
definitiva tutte le opere interagenti con le zone occupate dagli alvei dovranno essere
dimensionate in funzione delle effettive portate previste sia in occasione di eventi meteorici
ordinari che in occasione di eventi meteorici straordinari, tenendo conto anche degli effetti dei
cambiamenti climatici sulle precipitazioni attese in futuro. Come citato da Pellicciari nel suo
studio, deve essere tenuto presente che gi� in passato si sono verificati eventi ‘eccezionali’ che
hanno determinato un’accellerazione consistente dei fenomeni di dissesto, e che che tali
fenomeni non sono cos� eccezionali: come ricorda lo stesso Pellicciari nel suo studio, infatti, nei
100 anni antecedenti al 1982 si erano verificati 4 eventi di questo tipo, mediamente uno ogni 25
anni.
E’ nel corso di tali eventi che si verificano i pi� intensi fenomeni erosivi di presa in carico di
materiale solido dai versanti e di trasporto a valle; ed � nel corso di tali eventi che si determinano
quindi i principali fenomeni di dissesto idrogeologico legati al deflusso delle acque superficiali,
particolarmente importanti dal punto di vista del rischio complessivo non solo lungo le aste dei rii
presenti all’interno dell’area di intervento, ma soprattutto nella fascia di territorio ad elevata
instabilit� collocata lungo il tratto di costa ad Ovest di Punta Ronchi.
Si tenga anche presente che, a causa della permeabilit� della roccia, non tutta l’acqua
superficiale fluisce lungo i versanti attraverso le vie di scorrimento preferenziale che nel tempo si
crea, ma una quota di essa, attraverso i processi di infiltrazione, va ad alimentare la falda
sotterranea. La permeabilit� come � noto � legata sia alla porosit� della massa rocciosa che al
suo grado di separazione per effetto delle superfici di discontinuit� stratigrafica, di quelle di
origine tettonica e soprattutto al loro grado di decompressione da cui deriva il carattere ‘beante’
delle fratture. Come nota Pellicciari nel suo studio, ‘la formazione del Flysch muggesano rivela un
comportamento spiccatamente eterogeneo e diversificato da punto a punto nei confronti del
coefficiente di permeabilit�’, con influenze nella capacit� di infiltrazione legate in primo luogo
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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all’alternanza dei litotipi arenacei e marnosi che la costituiscono. Le arenarie infatti, oltre ad una
porosit� ‘naturale’ relativa maggiore rispetto alle marne, presentano anche una maggior
permeabilit� secondaria lungo i piani di frattura.
Nelle zone caratterizzate da litotipi flyschoidi le acque piovane trovano un primo orizzonte di
scorrimento preferenziale al contatto fra il letto del primo orizzonte di deposito di origine eluvio
colluviale e il bed-rock, rappresentato dal tetto dei primi orizzonti flyschoidi; questo si presenta
normalmente molto detensionato, alterato e ricoperto da orizzonti limo – argillosi frutto dei
processi di alterazione superficiali; ulteriori vie di scorrimento preferenziale sono rappresentate
dai giunti di strato sottostanti, in particolare al contatto fra le marne e le arenarie, sovente
collegati fra loro da sistemi complessi di discontinuit� di origine tettonica che le intercettano
trasversalmente: si viene cos� a creare un sistema di falde sospese che convoglia, dato l’assetto
stratigrafico con immersione orientata verso Nord – Ovest - il sistema delle acque verso il mare.
Come � anche intuibile il sistema sopra descritto risulta molto influenzato dalle precipitazioni
meteoriche; il sistema di falde sovrapposte compare in occasione delle precipitazioni e pu� anche
esaurirsi in occasione di periodi di prolungata siccit�.
Ci� � testimoniato anche dalle caratteristiche delle sorgenti che compaiono nella zona, che
rappresentano il punto di intersezione fra un sistema di discontinuit� permeato d’acqua che
attraversa la massa rocciosa e il piano campagna: anche quelle individuate da Pellicciari
presumibilmente come permanenti, e rappresentate nella Carta della rete idrografica allegata allo
Studio idrogeologico, in seguito a periodi di prolungata siccit� come quello dell’inverno –
primavera 2011-2012, risultavano non attive, con i corsi d’acqua interamente prosciugati, come �
emerso nel corso del rilievo eseguito nella primavera del 2012, ad eccezione della parte
terminale del Rio Ronchi dove � stata rilevata la presenza di un rigagnolo alimentato da una
risalita d’acqua che viene a giorno direttamente in alveo laddove questo incide direttamente il
proprio conoide costituito dalle proprie alluvioni che verso il mare diventano via via pi� fini e meno
permeabili. Da ci� si pu� desumere che anche il sistema di sorgenti che alimenta i rii collocati sul
versante meno stabile, quello Nord-occidentale, sia molto influenzato dal regime delle
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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precipitazioni, e che la presenza di acqua nell’ambito degli impluvi che precipitano verso il mare
si attivi in occasione delle precipitazioni e sia regolata da queste.
L’assenza di una falda freatica vera e propria non ha impedito nel passato, tuttavia, lo
sfruttamento delle acque sotterranee presenti nella zona: ne sono testimoni alcuni pozzi che
caratterizzano la zona, in particolare l’attuale zona boscata che in passato, prima della crescita
della vegetazione arborea, era utilizzato a fini agricoli, e alcune costruzioni che in passato
dovevano venire utilizzate per l’attivit� agricola.
Dalle considerazioni fin qui svolte si pu� trarre la conclusione che nell’area in esame il sottosuolo
non � caratterizzato dalla presenza di un vero e proprio acquifero, bens� da un sistema di falde
sospese e sovrapposte che si attiva in occasione delle precipitazioni, e rimane attivato nei periodi
successivi a seconda della loro intensit� e durata; che tale sistema non � correlato con la falda
del T. Fugnan ma convoglia le acque direttamente in mare; e che, conseguentemente, le falde
potenzialmente suscettibili per uno sfruttamento presenti in Comune di Muggia non hanno una
vulnerabilit� potenziale connessa con il sistema ipogeo soggiacente l’area di intervento.
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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6) Indagini penetrometriche dinamiche
Per avere un quadro pi� ampio della profondit� dei primi livelli del substrato roccioso e definire le
propriet� meccaniche almeno dei terreni investigati sono state eseguite 13 prove penetrometriche
dinamiche DPT (Figg. 4-5-6) i cui esiti riassunti in tabulati vengono riportati in allegato.
6.1) Descrizione della prova
La prova penetrometrica dinamica in sito (DPT), consiste nell’infiggere verticalmente nel terreno
una punta conica metallica posta all’estremit� di un’asta di acciaio, prolungabile con l’aggiunta di
successive aste. L’infissione avviene per battitura, facendo cadere da un’altezza costante un
maglio di dato peso Fig.11. Si contano quindi i colpi necessari alla penetrazione di ciascun tratto
di lunghezza stabilita. La resistenza del terreno � funzione inversa della penetrazione per ciascun
colpo e, diretta del numero di colpi (Ndp) per una data penetrazione. Dopo un’opportuna taratura
i risultati delle prove DP possono essere utilizzati per ottenere indicazioni relative a parametri
geotecnici quali: densit� relativa, compressibilit�, resistenza al taglio e consistenza.
Nello specifico il penetrometro dinamico leggero Penni 30 con sistema di campionatura in
continuo ha la funzione di effettuare prove di resistenza meccanica nei terreni sciolti valutandone
le caratteristiche pi� evidenti della stratigrafia ed individuandone lo spessore complessivo fino a
profondit� di 10 -15 m dal p.c.., localizzando anche il livello della falda acquifera, se presente.
Fig.11: Esempio di strumentazione utilizzata per prove DPT
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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Tra i dati caratteristici che si possono ricavare a seguito dell’utilizzo di tale strumentazione vi
sono:
Rpd (resistenza di rottura dinamica alla punta): parametro dello stato di addensamento di un
terreno incoerente e della consistenza di un terreno coesivo, valutabile con la nota “formula degli
Olandesi”:
Rpd = M�*h / A*e* (M+P+Pp) = (Kg/cm�)
con
M = peso massa battente: 30 Kg H = Altezza caduta libera: 20 cm
A = Area base punta conica:10 cm� e = Infissione per colpo (rifiuto) =10/Ncm
(ove N = al numero di colpi per ogni approfondimento di 10cm)
P = Peso aste per metro: 2,9 Kg/m Pp = Peso sistema di battua: 12kg
Qad (carico ammissibile) con coefficiente di sicurezza variabile fra 15 e 25 ottenibile mediante il
rapporto:
Qad = Rd/15 � 25
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Fig.12: Relazione tra N e Rd
a)Maglio da 20Kg
b)Maglio da 30Kg
c)Maglio da 20Kg e N<10
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Prova penetrometrica standardizzata (SPT)
La prova penetrometrica dinamica piÄ diffusa (standard penetration test SPT) consente di
determinare la resistenza che un terreno offre alla penetrazione dinamica di un campionatore
infisso a partire dal fondo di un foro di sondaggio. Tale resistenza � funzione delle caratteristiche
e del tipo di terreno. Il numero di colpi N necessario per una penetrazione del campionatore pari
a 300 mm � il dato assunto come indice della resistenza alla penetrazione Nspt. Tale prova
appartiene tipicamente a quel gruppo durante le quali il terreno segue dei percorsi efficaci diversi
ed i risultati della prova possono essere correlati solo empiricamente con le specifiche propiet�
dei terreni in sito (Jamiolkowski e al., 1988).
Utilizzo dei risultati Nspt
I risultati della prova SPT vengono spesso utilizzati per descrivere pi� compiutamente le
formazioni attraversate con i sondaggi ed in particolare per completare la stratigrafia con
indicazioni sullo stato di addensamento-consistenza del deposito.
Va ricordato inoltre che le prove penetrometriche sono state ideate per lo studio dei terreni
incoerenti; pertanto i dati elaborati per gli strati coesivi sono da considerarsi utili per un primo
inquadramento del problema.
Conoscendo la natura del terreno e N10 si pu� ricavare Nspt dalla seguente tabella (Vannelli e
Benassi, 1983).
Terreni prevalentemente coesivi Terreni prevalentemente granulari
N10/Nspt≥0.7-0.8 per 8≤N10≤14 N10/Nspt≥0.95-1.0 per 8≤N10≤15
N10/Nspt≥0.8-1.0 per 14≤N10≤18 N10/Nspt≥1.0-1.2 per 15≤N10≤30
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COMPATTEZZA DEI TERRENI IN BASE ALLA PROVA SPT
Nei terreni granulari, in base al valore Nspt � possibile determinare lo stato di addensamento
riferendosi alla classifica orientativa sotto riportata :
Definizione
Terzaghi-Peck 1948
SPT
N
Molto sciolto
Sciolto
Medio
Denso
Molto Denso
<4
4 � 10
10 � 30
30 � 50
>50
Adattata da AGI, 1977
In terreni prevalentemente coesivi � possibile determinare indicativamente lo stato di consistenza
come segue:
Definizione
Terzaghi-Peck 1948
SPT
N
Privo di consistenza
Poco consistente (molle)
Moderatamente consistente
Consistente
Molto consistente
Estremamente consistente (duro)
<2
2 � 4
4 � 8
8 � 15
15 � 30
>30
Adattata da AGI, 1977
Tuttavia � da sottolineare che tali tabelle non tengono in considerazione lo stato tensionale
efficace agente che invece ha una notevole influenza sulla resistenza del terreno alla
penetrazione.
Un abaco che legga il n� di colpi SPT in funzione della tensione verticale efficace σ’v � riportato
nella fig.13. Esistono abachi analoghi per ricavare la densit� relativa Dr.
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Fig.13: Correlazione tra il N di colpi Nspt e l’angolo di attrito ǿ (adattata da Viggiani,1993).
Va inoltre ricordato che numerosissimi sono i fattori che possono influenzare i valori di Nspt,
connessi rispettivamente con modalit� di esecuzione della prova, pressione del terreno
sovrastante, il dispositivo di battitura e caratteristiche del terreno.
Ne consegue che solo attraverso opportune procedure di correzione si ottengono i valori di Nspt
normalizzati, utilizzati nella comparazione dei vari parametri (automaticamente implementate
anche nel software utilizzato per il Penny 30).
Correlazioni tra le due strumentazioni
E’ possibile passare dal n� di colpi del Penny 30 al n� di colpi della prova SPT (Prova di
penetrazione dinamica standard) tramite il coefficiente di riferimento che si ricava dalla
seguente relazione:α = Q1/Q2 = m1*h1*e2*A2 / m2*h2*e1*A1
con m1;h1;e1;A1 = dati riferiti al Penetrometro SPT
m2;h2;e2;A2 = dati Penetrometro Penni 30
Pertanto, calcolato il coefficiente , il numero di colpi corrispondenti all’SPT (Nspt) � dato da:
Nspt = N/α
con N corrispondente al numero di colpi dello strumento Penni 30
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6.2) Esiti delle prove eseguite
Le prove penetrometriche eseguite sono state concentrate in quattro settori del PAC come meglio
specificato nelle Figg. 4-5-6. Come si evince dai tabulati in allegato, il rifiuto all’avanzamento,
ricollegabile alla presenza dei primi livelli di roccia alterata, � stato riscontrato alle seguenti
profondit�:
ZONA 1 sez. A: comprese fra -2,4 m a monte e -5.8 m dal p.c. al centro
ZONA 2 sez. B: comprese fra - 2,2 m a valle e - 3.8 m dal p.c. a monte
ZONA 2 sez. C: comprese fra -3.5 m a monte e -4,9 m dal p.c. al centro
ZONA 3 sez. D: comprese fra 0.9 m e 1.1 m dal p.c.
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7) Indagini sismiche
Nel corso dello studio propedeutico alla stesura della presente relazione sono state realizzate sei
indagini sismiche a rifrazione su tre sezioni rappresentative per valutare la profondit� e il grado di
fratturazione e detensionamento dell’ammasso roccioso superficiale in corrispondenza delle aree
di nuova edificazione pi� prossime alle scarpate prospicienti il mare, corrispondenti alle zone pi�
critiche gi� individuate in sede di stesura del Rapporto ambientale (Figg. 4-5 e 6).
L’indagine sismica a rifrazione si basa sulla produzione di una perturbazione elastica (onda
sismica), generalmente mediante percussione di una massa battente o un’esplosione, in un
punto al suolo e sulla rilevazione e registrazione, in pi� punti generalmente equi-spaziati lungo un
profilo, dei tempi di propagazione dell’onda generata. Tale onda subisce il fenomeno della
rifrazione nel propagarsi attraverso le superfici di discontinuit� costituite dalle interfacce tra
sismostrati contraddistinti da diverse velocit� di propagazione della perturbazione elastica. Il
metodo della sismica a rifrazione � applicabile se la velocit� di propagazione aumenta con la
profondit� poich� con questa condizione le onde generate in superficie e rifratte dalle interfacce
tra i sismostrati si propagano nuovamente verso la superficie e possono cos� essere rilevate.
Dalla misurazione dei tempi di percorso dalla stazione energizzante ad una successione di
stazioni riceventi, rappresentate ciascuna da un geofono, si deduce la velocit� di propagazione
della perturbazione sismica e gli spessori degli orizzonti in cui si propaga la stessa e quindi si
ottengono informazioni sulla natura e sulla struttura del sottosuolo. I tempi di percorso vengono
dedotti dall’analisi dei sismogrammi registrati in campagna, individuando il primo arrivo dell’onda
diretta o rifratta. I tempi cos� ricavati vengono diagrammati in un grafico tempi – distanze dei
geofoni (dromocrone), consentendo di individuare le velocit� di propagazione della perturbazione
sismica ed i parametri necessari per il calcolo delle profondit� dei rifrattori (discontinuit�
sismostratigrafiche). Le interfacce individuate, che sono quindi caratterizzate da variazione della
velocit� di propagazione delle onde elastiche, non coincidono necessariamente con un cambio
litologico, ma con una variazione dei parametri elastici dinamici, funzione della natura litologica o
granulometrica del terreno e del suo stato di addensamento, nel caso di terreni sciolti, o dello
stato di suddivisione della massa rocciosa, nel caso di terreni litoidi.
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Per l’esecuzione delle indagini sono state impiegate onde sismiche di compressione (tipo “P”).
Sono stati impiegati, per la registrazione dei sismogrammi in campagna, un sismografo PASI
16SG24 a 24 canali e geofoni Geo Space OYO verticali a frequenza naturale di 4.5 Hz. Per
l’energizzazione del terreno � stata impiegata una mazza da 10Kg e piattello di battuta di
alluminio. Per le presenti indagini sono stati realizzati dei profili con le configurazioni descritte di
seguito lungo le tracce riportate in Fig. 4-5 e 6.
-tomografia sismica S1 (settore sud-occidentale, verso Lazzaretto):
- numero geofoni: 24;
- spaziatura geofoni: 1.5 m;
- punti di energizzazione: 10, di cui due esterni al profilo;
- lunghezza del profilo: 34.5 m.
-tomografia sismica S2 (settore sud-occidentale, verso Lazzaretto, stessa origine della tomografia
sismica E):
- numero geofoni: 24;
- spaziatura geofoni: 3 m;
- punti di energizzazione: 10, di cui due esterni al profilo;
- lunghezza del profilo: 69 m.
-tomografia sismica S3 (settore centrale):
- numero geofoni: 24;
- spaziatura geofoni: 1.5 m;
- punti di energizzazione: 10, di cui due esterni al profilo;
- lunghezza del profilo: 34.5 m.
-tomografia sismica S4 (settore centrale, stessa origine della tomografia sismica C):
- numero geofoni: 24;
- spaziatura geofoni: 3 m;
- punti di energizzazione: 10, di cui due esterni al profilo;
- lunghezza del profilo: 69 m.
-tomografia sismica S5 (settore nord-orientale, verso Muggia):
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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- numero geofoni: 24;
- spaziatura geofoni: 1.5 m;
- punti di energizzazione: 10, di cui due esterni al profilo;
- lunghezza del profilo: 34.5 m.
-tomografia sismica S6 (settore nord-orientale, verso Muggia, stessa origine della tomografia
sismica A):
- numero geofoni: 24;
- spaziatura geofoni: 3 m;
- punti di energizzazione: 10, di cui due esterni al profilo;
- lunghezza del profilo: 69 m.
Tutti gli stendimenti sismici sono stati successivamente rilevati con stazione totale integrata per
determinare il profilo altimetrico dello stesso, ponendo arbitrariamente la quota 0 m in
corrispondenza dell’origine (primo geofono).
L’elaborazione dei sismogrammi acquisiti � stata eseguita con il metodo tomografico, che
prevede la suddivisione del sottosuolo in celle, di forma generalmente rettangolare, e la
creazione di un modello iniziale di velocit�. Tale modello, costituito da una distribuzione discreta
di celle a velocit� costante, viene rappresentato mediante linee di uguale velocit�. Questa
rappresentazione consente di definire dei sismostrati (strati caratterizzati da una sostanziale
omogeneit� della velocit� di propagazione delle onde sismiche) individuando le zone a maggior
gradiente di velocit�.
I risultati dell’elaborazione tomografica vengono presentati mediante una sezione
sismostratigrafica, nella quale � rappresentata, in ordinata, la quota relativa ed in ascissa la
distanza progressiva dal primo geofono. Nelle pagine a seguire vengono riportati gli esiti
dell’indagine rimandando ai capitoli sui modelli geologici e sulle problematiche geostatiche tutte le
considerazioni sull’interpretazione dei risultati.
Muggia Punta Ronco PAC GEO 2013 STUDIO PINZANIgeologia-geotecnica-geomeccanica
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Figura 14: elaborazione a celle S1
Figura 15: elaborazione a contour S1
Figura 16: elaborazione a celle S2