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COSA Community Oriented Service Architecture Un nuovo approccio al sistema informativo, con una GdL-Enterprise 2.0 Un nuovo approccio al sistema informativo, con una rivoluzione copernicana nella sua architettura informatica, abilita le imprese, grandi e piccole, ad affrontare la globalizzazione, contenendo i costi ICT. Giulio Beltrami ……………….. ………………..

GdLENT20 COSA V11

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COSACommunity Oriented Service Architecture

Un nuovo approccio al sistema informativo, con una

GdL-Enterprise 2.0

Un nuovo approccio al sistema informativo, con una rivoluzione copernicana nella sua architettura informatica,

abilita le imprese, grandi e piccole, ad affrontare la globalizzazione, contenendo i costi ICT.

Giulio Beltrami

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Sommario

L’OBIETTIVOChe l’ICT possa aiutare le imprese, grandi e piccole, ad affrontare la globalizzazione dei

mercati: per soddisfare i clienti, per rapportarsi con i fornitori e partner e per fruire dei

collaboratori, avvantaggiandosi sulla concorrenza, nel rispetto delle norme vigenti.

IL PROBLEMANell’ICT a supporto degli affari, le piccole imprese sono anoressiche (contabilità e office),

mentre le grandi soffrono di bulimia (ERP, CRM, SCM, PDM, DMS, BI, BPM, Portali, ...).

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L’AUSPICIOInvero la stessa tecnologia Internet (Email & Web), che ha spinto la globalizzazione, si sta

evolvendo (SOA & Web n.0), per aiutarci a raggiungere l’obiettivo, risolvendo il problema.

LA SOLUZIONEMa solo un nuovo approccio al sistema informativo, con una rivoluzione copernicana nella

sua architettura informatica, garantisce quel livello di capacità & governabilità nelle relazioni

d’affari, necessario alle imprese del terzo millennio, per operare nei mercati globali.

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Il difficile rapporto dell’ICT con le PMI

L'83% delle Intranet punta innanzitutto sui cataloghi e sui listini online e il 74% sulla

messaggistica (secondo Databank).

E' un modello abbastanza diverso da quello propagandato qualche anno fa e basato sui siti-

robot di commercio elettronico - dice Stefano Miceli docente all'università di Venezia e attento

studioso dei processi innovativi nei sistemi d'impresa del Nord-Est - le piccole e medie

imprese vivono di flessibilità continua e di propria identità, spesso personale; mettono sul

WEB il catalogo o il listino, ma gestiscono affari, clienti e catene di partner con un continuo

scambio comunicativo; ed in prima persona, a partire dal titolare

(Il Sole 24 Ore - New Economy - 13 Luglio 2001)

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(Il Sole 24 Ore - New Economy - 13 Luglio 2001)

� Ancor oggi l’ICT è ben lungi da soddisfare i requisiti informativi delle PMI italiane, espressi

nelle precedenti dichiarazioni

� Per le grandi, tutti gli interessati lamentano sprechi di risorse umane e finanziarie,

imprevedibili e incontenibili; a esempio la configurazione e personalizzazione di un ERP (o

CRM o SCM) costa decine di volte il prezzo delle licenze.

� Senza parlare delle complicazioni e dei rischi, nell’integrare applicazioni, o aggiungere

nuove prestazioni al sistema informativo esistente.

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La necessità per le PMI di collaborare

Il 97,8% delle imprese manifatturiere italiane ha meno di 50 addetti. E’ un primato dell’Italia nel

contesto europeo, anche perché le imprese minori forniscono un apporto all’occupazione e alla

creazione di ricchezza sensibilmente superiore alle cugine del Vecchio Continente. Tuttavia, le

migliori di queste sono quelle che hanno imparato ad operare in “rete”, o all’interno dei distretti

oppure riunendosi in gruppo con altre aziende. Tra queste spiccano le 20mila imprese (5mila

in più del 2005) della cosiddetta “Middle class”, cioè piccole aziende che, per propensione ad

investire, per aspetti comportamentali, organizzativi, relazionali e di mercato si comportano già

come le medie imprese. (Rapporto Pmi 2007, di Unioncamere e Istituto Tagliacarne)

3

La rete può rappresentare una delle migliori

soluzioni al problema dimensionale del

nostro sistema economico in quanto abbiamo

osservato che quando l’impresa leader

acquisisce la consapevolezza di non poter

fare a meno dei partner, inizialmente

formalizza i rapporti mediante contratti e poi

compra le imprese nodali trasformando la

rete in un gruppo di imprese

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Le imprese già oggi operano in comunità d’affari

Ogni impresa, dalla più piccola alla più grande, deve operare abilmente con una ampia

varietà di clienti-fornitori-collaboratori-partner, affrontando apertamente la concorrenza,

nel rispetto delle normative nazionali e internazionali:

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(from Sterling Commerce, an AT&T Company)

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Le tendenze della globalizzazione

10 tendenze 2008 della Supply Chain del settore manifatturiero, secondo gli analisti:

1. Le principali aziende si muovono verso una globalizzazione della Supply Chain.

2. L’IT lavora verso ambienti sempre più collaborativi e aperti alla comunità

3. I modelli di azienda integrata globalmente portano a un rafforzamento delle relazioni

sulla Supply Chain

4. La spesa IT nella Supply Chain si concentrerà sul fulfillment.

5. La gestione del ciclo di vita del prodotto diventerà una strategia aziendale.

6. Gli investimenti in software per la gestione del prodotto saranno verso l’integrazione di

processi e non sull’automazione dei compiti.

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processi e non sull’automazione dei compiti.

7. RFID non ha ancora dimostrato il suo reale valore.

8. A causa della responsabilità sociale e la compatibilità aziendale, i problemi dei fornitori

possono diventare vostri problemi.

9. Le aziende manifatturiere dovranno investire in knowledge management.

10. Le tecnologie senza intervento umano emergeranno come elemento chiave per

migliorare i servizi di consegna.

(Manufacturing Insights, an IDC Company)

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Gli obiettivi della globalizzazione

Tre macro-obiettivi che derivano dai 10 trend (da Sterling Commerce, an AT&T Company):

Crescita profittevole

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“Ordine” perfetto

Agilità negli affari

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Per fortuna l’ICT si sta evolvendo favorevolmente

A fronte della crescita esponenziale (legge di Moore) della capacità elaborativa e trasmissiva

grezza dei sistemi informatici, si è verificata una crescita non più che lineare e incerta della

loro efficacia applicativa, correlata alla capacità del software.

E l’ICT non è percepito come bene di primaria necessità; si pensi all’informatizzazione delle

PMI, della scuola, della comunità civile, della Giustizia, dello Stato, della casa e dell’ambiente.

Le maggiori difficoltà e delusioni si riscontrano nello sfruttamento collettivo del software,

piuttosto che in quello individuale; ma proprio dall’uso del software, per facilitare le relazioni d’affari fra imprese, si attende una soluzione alle sfide della globalizzazione.

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d’affari fra imprese, si attende una soluzione alle sfide della globalizzazione.

Per fortuna oggi partecipiamo ad una rivoluzione tecnologica, con un salto di livello nella

capacità del software, grazie a nuovi paradigmi di connettività universale:

Email e Web Con cui le persone possono comunicare fra loro, in qualsiasi luogo e orario, pubblicando ipertesti e inviando posta elettronica su Internet.

Web Services Con cui sistemi informatici diversi possono comunicare fra loro su Internet (internetelepatia)

Che abilitano le SOA (Service Oriented Architectures), il Web 2.0 e il Web 3.0.

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1. Il paradiso dell’integratore applicativo (SOA)

Ancor oggi si costruisce per blocchi e monoliti, di rado in movimento e per frammenti.

E poiché queste architetture non sono state provviste di alcun elemento che le aiutasse a

essere continuamente aggiornate, sono destinate a incanutire dal giorno immediatamente

successivo alla loro inaugurazione.

Di rado reggono al peso dell'invecchiamento: con il tempo, finiscono di somigliare a quelle

anziane prostitute che si sforzano di offrire l'immagine di una giovinezza sempre più penosa.

(da "Tutto è paesaggio" di Lucien Kroll, Universale Architettura, Maggio 1999)

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L’ integrazione è sempre stata un punto dolente dei sistemi informativi, a fronte dello sviluppo

caotico delle applicazioni aziendali e interaziendali e con la crescita di complessità delle

architetture ICT, a partire dal mainframe, per arrivare ad Internet, attraverso il client/server.

Peraltro gli approcci adottati sono progrediti nel tempo, fino alla SOA (Service Oriented

Architecture), che offre semplici ma efficaci meccanismi di integrazione flessibile di servizi

informatici, intra e inter-aziendali: REST, SOAP, WSDL, UDDI, BPEL, BPEL4People.

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2. Gli utenti e sviluppatori collaborano “urbi et orbi” (Web 2.0)

I sei concetti del Web 2.0:

1. Servizi, non software pacchettizzato.

2. Il servizio migliora automaticamente, se più persone lo utilizzano.

Sfruttare l’Intelligenza CollettivaIl principio centrale che sta dietro al successo dei giganti nati nell'era del Web 1.0 che sono

sopravvissuti per guidare l’era del Web 2.0 sembra essere questo: che hanno abbracciato

la potenza del web per sfruttare l’intelligenza collettiva.

Tim O'Reilly, “Cos'è Web 2.0”, 2005

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2. Il servizio migliora automaticamente, se più persone lo utilizzano.

3. I servizi vanno progettati in modo da essere riutilizzabili.

4. Gli utenti devono essere trattati come co-sviluppatori dell'applicazione.

5. I servizi devono essere resi fruibili a svariate tipologie d'utenza e piattaforme (PC,

smart-phone, palmari, riproduttori digitali audio/video, ecc..).

6. Non esistono rilasci bensì continui aggiornamenti ai servizi.

Un servizio Web 2.0 va immaginato in uno stato di beta perpetuo.

Dalla Newsletter settimanale System i News - 19/02/2008 della Duke Italia (http://www.duke.it/)

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3. La globalizzazione del sapere e del saper fare (Web 3.0)

Il proliferare dei contenuti dovuto al Web 2.0 e Enterprise 2.0 rende sempre più opportuno

La società si basa non sulla comunicazione, ma sulla registrazione.

Poiché nulla di sociale esiste fuori del testo, le carte, gli archivi e i documenti costituiscono

l’elemento fondamentale del mondo sociale. La società non si basa sulla comunicazione,

ma sulla registrazione, che costituisce la condizione per la creazione di oggetti sociali.

Maurizio Ferraris, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, 2009

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Il proliferare dei contenuti dovuto al Web 2.0 e Enterprise 2.0 rende sempre più opportuno

integrare world-wide le basi di dati e di conoscenza con le applicazioni di business,

beneficiando della tecnologia semantica, che ha raggiunto un primo grado di maturità con le

raccomandazioni W3C per il Semantic Web (RDF, SPARQL, OWL, …).

Questo nuovo Web è stato chiamato Web 3.0, che potrebbe anche riguardare il business di

una ipotetica Enterprise 3.0, anche se tale sigla non si è ancora affermata.

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Ma il progresso dell’ICT non basta …

Ci vuole un nuovo approccio “olistico” al sistema informativo:

che migliori la capacità di fare affari dell’impresa, usando:

CAPACITA’ GOVERNABILITA’

Relazione

Semantica

Emulazione

S.I.

Coscienza

Intelligenza

Diligenza

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1. La relazione d’affari, come fattore d’impresa

2. La semantica, come collante delle relazioni d’affari

3. La emulazione, come rincorsa alle prassi migliori

e migliori la governabilità dell’impresa, per consentirne il successo, favorendo:

1. La consapevolezza (awareness) nell’operare quotidiano.

2. La intelligenza (intelligence) nel valutare e prevedere le prestazioni.

3. La diligenza (compliance) nel prevenire difetti e abusi di comportamento.

che migliori la capacità di fare affari dell’impresa, usando:

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1. La relazione d’affari come fattore d’impresa

“1 Il mondo è tutto ciò che accade.

1.1 Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.”

Ludwig Wittgenstein, “Tractatus logico-philosophicus”, 1922

Bisogna concepire sistemi informativi “relazionali”, orientati alle relazioni d’affari fra imprese

(pratiche), invece che alle risorse della singola impresa, a cui fa riferimento il paradigma ERP.

Nell’impresa, che opera nella sua comunità d’affari:

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• Invece di partire dalle risorse organizzative (ruoli,

norme e procedure), per stabilire uno schema

esaustivo ma rigido della base dati.

• Si parte dalle relazioni d’affari, per concepire uno

schema aperto di deposito (repository) dei fattori

gestionali (business object) persistenti, rispetto alla

dinamica degli affari passati, correnti e previsti.

Nell’impresa, che opera nella sua comunità d’affari:

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2. La semantica come collante delle relazioni d’affari

“La nozione di gioco linguistico è legata all'idea che il significato della parola risieda nel suo

uso. Wittgenstein utilizza l'idea del gioco come un'analogia, un'analogia con una particolare

parte del linguaggio: un buon esempio potrebbe essere rappresentato dallo stringere un

accordo con qualcuno, dal firmare un contratto.”

David Pears, “Wittgenstein e i giochi linguistici”

Bisogna concepire sistemi informativi “semantici”, per permettere la negoziazione e lo

espletamento di forniture e collaborazioni, fra le diverse imprese della comunità d’affari.

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In particolare ogni impresa esibisce un “contratto di servizio” - con i ruoli del personale, le

norme produttive e le procedure esecutive vigenti - formulato in un linguaggio convenuto fra le parti, per facilitare le relazioni d’affari - entro e fra - le imprese della comunità.

Infatti è la semantica del contratto a governare ogni relazione d’affari, per il personale addetto

(work management) e per i servizi d’automazione (process management) a supporto.

Un adeguato supporto semantico è indispensabile, quando si superi la concezione Cuetrain,

dei mercati come “conversazioni”, per quella Biztrain dei mercati come “negoziazioni”.

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3. La emulazione come adozione delle prassi migliori

“L’imitazione ha una duplice conseguenza per l’apprendimento fra organizzazioni che

competono entro lo stesso campo: la soluzione che viene copiata porta a diminuire il vantaggio

competitivo di chi l’aveva inventata, ma nel contempo beneficia del processo di diffusione che

le assicura una maggiore legittimazione.”

S. Gherardi e D. Nicolini, “Apprendimento e conoscenza nelle organizzazioni” 2004

Sapendo che:

� il bene della comunità d’affari consegue dall’emulazione fra le imprese partecipanti

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� il bene della comunità d’affari consegue dall’emulazione fra le imprese partecipanti

� il bene dell’impresa consegue dall’emulazione fra i suoi addetti

bisogna concepire sistemi informativi “mimici”, per favorire una corretta emulazione, come

motore di miglioramento delle imprese e della comunità d’affari, nel suo complesso.

Anche le “competenze” professionali e le “missioni” imprenditoriali emergono da forme di

emulazione, ai corrispondenti livelli di partecipazione, nella comunità d’affari.

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4. La governabilità come condizione di successo negli affari

Per favorire il successo negli affari, senza detrimento per la comunità, bisogna concepire

sistemi informativi di “governo” dell’impresa, in termini di:

a) intelligenza (intelligence) nel valutare e prevedere le proprie prestazioni.

b) diligenza (compliance) nel prevenire eventuali difetti e abusi.

“Il Signore può perdonare, quelli che non sanno quello che fanno; la Globalizzazione no!”

(Anonimo 2015)

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Peraltro la globalizzazione dei mercati e delocalizzazione delle imprese sono una vera sfida

per una intelligenza & diligenza negli affari, che sia rispettosa degli usi & costumi locali.

Ove presupposto a tutto ciò è la consapevolezza (awareness) negli affari, intesa come

conoscenza di chi possa-fare / stia-facendo / abbia-fatto cosa e come (quando, dove, ...)

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Il rischio di inefficienza del sistema informatico a supporto

Il nuovo approccio al sistema informativo rischia di scontrarsi con l’inefficienza del sistema

informatico a supporto:

OPERAZIONIUTENZA AFFARI

INTELLIGENZA

DILIGENZA

Pratiche

&

Prodotti

ETL COSCIENZA

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in cui tradizionalmente si privilegia l’attività produttiva (operazioni), mescolando i dati di

produzione con quelli di gestione.

Mentre l’esercizio coscienzioso, dell’intelligenza e diligenza nella conduzione degli affari, si

riduce ad un macchinoso controllo ex-post, estrapolando le “evidenze” dai dati operazionali,

con procedure ETL.

Anche l’illusione, di soddisfare il complesso del sistema informativo con l’ERP, è offuscata

dall’arrembaggio dei vari CRM, SCM, DMS, BIS, BPM, ecc..

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Una rivoluzione copernicana del sistema informatico

Solo una rivoluzione copernicana del sistema informatico, abilitata dalla SOA, ne garantisce

l’efficacia, a fronte delle nuove prestazioni richieste:

OPERAZIONICOSCIENZA AFFARI

INTELLIGENZA

DILIGENZA

ProdottiPratiche WS

“conti”

rendi-conti

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ove l’attività produttiva (operazioni) è supportata da specifici Servizi-Web (WS), nell’ambito di

una cosciente-intelligente-diligente gestione degli affari correnti.

Portare in primo piano la gestione degli affari (pratiche), intesi come “rendi-cont-azione”

sistematica degli stessi, garantisce la necessaria coscienza-intelligenza-diligenza nella

operatività quotidiana, a partire dal controllo d’accesso utente al sistema informativo.

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Arriva il Web pragmatico (COSA)

Il Web, dalla concezione originaria di base di conoscenza universale, disponibile quando ci

serve, è destinato a diventare un ambiente di lavoro virtuale, ove condurre i nostri affari

quotidiani, secondo le prassi ivi definite (Web pragmatico).

Per ottenere ciò bisogna coniugare i vantaggi del Web 2.0/3.0 e della SOA in una COSA(Community Oriented Service Architecture), in cui i servizi siano considerati componenti

collaborativi, e non solo una paccottiglia di subroutines e oggetti programmatici in rete o di

applicazioni per l’utente finale (secondo la vulgata dei Web-Service).

In cui i Servizi Web, indipendentemente dai criteri di fornitura e modalità di elaborazione:

a) Automatica, nell’accezione classica di Web-Service.

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a) Automatica, nell’accezione classica di Web-Service.

b) Manuale, con strumenti di produttività individuale (data entry, office automation, ecc.).

c) Applicativa, tramite specifici moduli software, interagenti con il Browser dell’utente.

d) Fisica, tramite dispositivi d’interfaccia, sensori e attuatori.

siano “orchestrati” da un Community Business Server che ne:

a) Pubblichi le prestazioni attese, nella base di conoscenza della comunità d’affari.

b) Mantenga lo stato e contesto di esecuzione, per gli addetti, umani e/o automatici.

c) Raccolga i risultati prodotti, nella base di esperienza, condivisa dai partner d’affari.

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1. La “coscienza” dell’impresa (Community Business Server)

“..Libertà non è uno spazio libero, Libertà è partecipazione...”

Giorgio Gaber “La Libertà” 1973

Il Community Business Server è un SaaS (Software as a Service) per la gestione pratiche (case

management), nell’ambito di comunità d’affari (business community) comunque estese e articolate,

di enti pubblici e aziende private, ma anche di piccole imprese, associazioni e studi professionali.

Il lavoro degli addetti è facilitato dalla conoscenza della

propria impresa e della comunità d’affari in cui opera e dalla

esperienza delle pratiche in corso e passate.

Vige una sorta di “thai-ci” auto-poietico, per cui: Governano

RisorseRisorseRisorse CONOSCENZA

IMPRESA

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• Le pratiche sono governate dalle risorseorganizzative, interne (ruoli, norme, procedure) ed

esterne (clienti, fornitori, partner) dell’impresa;

• Le risorse si sviluppano in base alle esigenze

delle pratiche sopravvenenti, dettate dal mercato.

Vige una sorta di “thai-ci” auto-poietico, per cui:

In ogni impresa della comunità è sempre chiaro chi faccia cosa

e come, ed è possibile conoscere in tempo reale l’avanzamento, la storia e la consistenza delle

pratiche, per ricavarne criteri di miglioramento continuo dell’organizzazione aziendale stessa.

Addetti

Governano

le PraticheSviluppano

le Risorse

PratichePratichePraticheESPERIENZA

Comunità d’affari

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2. La “intelligenza” dell’impresa (Business Intelligence)

Il Community Business Server fornisce le “dimensioni” (risorse) ed i “fatti” (pratiche) ad un

sotto-sistema Business-Intelligence/Performance-Analysis:

“Information obtained from analyzing and evaluating live business processes provides an

important leading indicator for a company’s performance and value creation activities. Merely

collecting KPIs on a data-driven basis without linking them to processes does not boost business

performance, however. Process-oriented performance management tools are required that

seamlessly enable day-to-day business management at the strategic, tactical, and operational

level.”

IDS Scheer AG

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� Incorporato (embedded) nella piattaforma gestionale.

� Orientato alle pratiche (process oriented)

� Governato dalle procedure (process driven)

La COSA aiuta le imprese a reagire e prevenire in tempo utile gli eventi del mercato,

traducendo la Business-Intelligence in Intelligent-Business.

che trasforma la BI centrata sui dati, in cui contano solo i risultati, in una BI centrata sui processi, che tiene conto anche di come i risultati sono ottenuti.

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3. La “diligenza” dell’impresa (Business Risk & Compliance)

Il Community Business Server fornisce le KPI (risorse) ed i “fatti” (pratiche), rilevanti per il sotto-

sistema Business RC (Risk & Compliance), che risulta quindi:

� Incorporato (embedded) nella piattaforma gestionale.

� Orientato alle pratiche (process oriented)

“The risk-based definition of effective controls, documentation of these and monitoring of how up-

to-date and effective they are in a constantly changing, dynamic GRC and business environment

is a major challenge facing companies today.”

IDS Scheer AG

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� Orientato alle pratiche (process oriented)

� Governato dalle procedure (process driven)

Semplificando così l’implementazione e l’uso e soddisfacendo le imprese che vogliano assicurarsi

la prevenzione di eventuali errori e abusi di comportamento, in sintonia con la normativa vigente.

La COSA permette di evolvere da una sicurezza governata dai dati, basata su parametri e

chiavi ad hoc, ad una sicurezza governata dai processi, che ad esempio tiene conto anche

dei “ruoli effettivi” assegnati agli addetti, nell’ambito delle procedure esecutive vigenti.

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La COSA incorpora una eXtended-Enterprise Architecture (XEA)

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Risorse

Pratiche

RisorseRisorse

PratichePratiche

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La COSA potrebbe influenzare certi principi di management !?

CXO 2.0

Management 2.0

Our enterprises have 21st-century, Internet-enabled business processes,

mid-20th-century management processes,

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GdLENT20 COSA V11

mid-20th-century management processes, all built atop 19th-century management principles