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GERASA - JERASH

GERASA - JERASH - unibg.it iconografico8.pdf · di Irbid), fondata in età ellenistica da (o in onore di) un re seleucidico di nome Antioco, come mostra l’altro nome, frequente

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GERASA - JERASH

Gerasa (gr. !"#$%$) Antica città della Giordania (od. Jarash , nel distretto di Irbid), fondata in età ellenistica da (o in onore di) un re seleucidico di nome Antioco, come mostra l’altro nome, frequente in quest’epoca, di Antiochia al Crisorroa (gr. !"#$%&'(%) *+,- $. /+012++&3), dal fiume che la traversava. Nel 78 a.C. circa cadde in dominio di Alessandro Ianneo; sotto Pompeo divenne parte della Decapoli, poi dal 160 della provincia di Arabia, e infine della Palaestina secunda; fiorì particolarmente tra la seconda metà del 1° e il 2° secolo. Era importante fortezza e nell’8° sec. fu sede di vescovato. Decadde con l’occupazione araba, e fu rasa al suolo nel 1121 da Baldovino II. Restano imponenti rovine risalenti alla sistematizzazione dell’impianto urbano del 1° e 2° sec.: una grande piazza ovale circondata da portici, un grande ninfeo, i propilei del santuario di Artemide, ottimamente conservato, un arco onorario, un ampio ippodromo, due teatri (sopra il più grande dei quali sorgeva il santuario di Zeus), due tetrapili, terme, altri templi.

Il primo insediamento di una certa importanza avvenne ad opera dei Greci dopo la conquista operata da Alessandro Magno; tuttavia Gerasa divenne veramente importante solo con l'avvento dei Romani. A seguito della conquista della regione operata da Pompeo, nel 64 a.C., Gerasa fu annessa, da parte della Repubblica romana, nella provincia di Siria. Gerasa fece parte di un sodalizio commerciale e militare assieme ad altre nove città denominato Decapolis, che la fecero espandere. Nel corso dei due secoli successivi, Gerasa strinse rapporti commerciali coi Nabatei e grazie ai profitti del commercio e alle ricchezze dell'agricoltura, la città divenne ricca e fiorente. Nel I secolo d.C., la città venne ridisegnata e assunse il classico aspetto del modello romano: una strada colonnata principale in direzione nord-sud (cardo massimo) intersecata da due strade orientate in direzione est-ovest (decumani). Dopo che l'imperatore Traiano, nel 106, aveva annesso il regno nabateo, a Gerasa affluirono molte ricchezze e molti edifici furono abbattuti per essere sostituiti da altri ancora più imponenti. L'opera continuò anche durante il governo di Adriano che, nel 129, visitò la città, ed in suo onore a sud della città venne edificato un Arco di trionfo. Lo schema urbanistico della città è quello classico dell'epoca e dal punto di vista architettonico è tipico del periodo di Adriano e Traiano. Nel 130, la città era abitata da circa 20 000 abitanti.

La città raggiunse il suo apice all'inizio del III secolo, quando a Gerasa fu conferito il titolo di colonia. Dopo la distruzione di Palmira, nel 273, e col contemporaneo decadimento delle vie carovaniere, a causa dello sviluppo del commercio marittimo, iniziò una lenta decadenza (con una breve interruzione durante il governo di Diocleziano, verso il 300), che continuò sino alla metà del V secolo, dopo che il cristianesimo era divenuta la religione principale dell'impero e quindi, nei primi anni dell'era cristiana, si ebbe un nuovo periodo di splendore, con la costruzione di edifici religiosi. E ancora sotto l'imperatore bizantino, Giustiniano (527-565) furono erette sette chiese, anche se si fece uso in buona parte le pietre provenienti dai templi e santuari romani. L'invasione dei sasanidi provenienti dalla Persia, nel 614, e la conquista araba, del 636, accentuarono la ripresa della decadenza, e poi il devastante terremoto del 747, determinò il declino definitivo di Gerasa, la cui popolazione si ridusse ad un quarto di quella originaria.

L’Ippodromo di Gerasa

IPPODROMO DI GERASA

Arco trionfale costruito in onore di Adriano

La via Collonnata

Tetrapilon Nord

Piazza Ovale -

Pavimento musivo della domus

Gli scavi hanno portato alla luce inoltre uno straordinario e importantissimo complesso monumentale di età cristiana dei secoli 4°-7°. La chiesa più antica, forse la cattedrale, è a tre navate, con abside, dietro cui è un’ampia scalea. Su una terrazza più alta è la chiesa di S. Teodoro (494) di tipo basilicale, con atrio colonnato; presso di essa si trovano il battistero, i bagni, costruiti dal vescovo Placco (474), e le abitazioni ecclesiastiche. Esistevano inoltre varie altre chiese: la basilica dei Profeti apostoli e martiri (465), a pianta quadrata con abside; la chiesa di S. Giovanni Battista, rotonda, con 4 nicchie, iscritta in un quadrato e decorata di mosaici, che con quelle vicine di S. Giorgio e dei Ss. Cosma e Damiano forma un gruppo omogeneo eretto nel 529-533. La basilica dei Ss. Pietro e Paolo, con tre absidi, forse della metà del 6° sec., ha importanti mosaici pavimentali. La basilica detta dei Propilei (565) ha utilizzato il santuario di Artemide. La basilica sorta sui resti di una sinagoga (530-553) conserva mosaici pavimentali con scene bibliche.

basilica dei Profeti apostoli e martiri (465)

1. Ss. Cosma e Damiano 2. S. Giovanni Battista 2a. battistero 3. S. Giorgio

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1. Ss. Cosma e Damiano 2. S. Giovanni Battista 3. S. Giorgio

La Cattedrale e la Cappella del Martire Teodoro