98
Collana Aran Aran Aran Aran Occasional Occasional Occasional Occasional Paper aper aper aper Gestione delle risorse umane e Gestione delle risorse umane e Gestione delle risorse umane e Gestione delle risorse umane e miglioramenti di miglioramenti di miglioramenti di miglioramenti di produttività produttività produttività produttività negli Enti Locali negli Enti Locali negli Enti Locali negli Enti Locali Dicembre 2006

Gestione delle risorse umane e miglioramenti di ... delle... · Capitolo 1 - L’ESPERIENZA SPECIFICA DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE NELLE AUTONOMIE TERRITORIALI E NEI ... interessato

Embed Size (px)

Citation preview

Collana AranAranAranAran Occasional Occasional Occasional Occasional PPPPaperaperaperaper

Gestione delle risorse umane e Gestione delle risorse umane e Gestione delle risorse umane e Gestione delle risorse umane e miglioramenti dimiglioramenti dimiglioramenti dimiglioramenti di produttività produttività produttività produttività negli Enti Localinegli Enti Localinegli Enti Localinegli Enti Locali

Dicembre 2006

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 1

AutorAutorAutorAutoreeee:::: Cesare VignocchiCesare VignocchiCesare VignocchiCesare Vignocchi Le elaborazioni statistiche sulle quali è basato il paper sono state curate da: Nicoletta Barabaschi

CitCitCitCitare questa pubblicazione come:are questa pubblicazione come:are questa pubblicazione come:are questa pubblicazione come: Ref Ricerche Ref Ricerche Ref Ricerche Ref Ricerche ---- Aran (2006),Aran (2006),Aran (2006),Aran (2006), ”Gestione delle risorse umane e miglioramenti di produttività negli Enti Locali” – Aran, Collana Occasional paper http: http://www.aranagenzia.it/index.php/statistiche-e-pubblicazioni/

Collana AraCollana AraCollana AraCollana Aran Occasional Papern Occasional Papern Occasional Papern Occasional Paper La collana Aran Occasional PaperAran Occasional PaperAran Occasional PaperAran Occasional Paper raccoglie brevi contributi a carattere tecnico-scientifico su argomenti e temi collegati alle funzioni istituzionali dell’Aran ed è curata da Pierluigi Mastrogiuseppe, responsabile della Direzione Studi, Direzione Studi, Direzione Studi, Direzione Studi, risorse e servizirisorse e servizirisorse e servizirisorse e servizi dell’Arandell’Arandell’Arandell’Aran.

RiferimentiRiferimentiRiferimentiRiferimenti Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioniAgenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioniAgenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioniAgenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni Direzione Studi, risorse e servizi UO Studi e analisi compatibilità Via del Corso, 476 00186 ROMA EmailEmailEmailEmail: [email protected] webwebwebweb: www.aranagenzia.it (Copyright (C) [(Copyright (C) [(Copyright (C) [(Copyright (C) [2020202006060606] [ARAN]] [ARAN]] [ARAN]] [ARAN] Quest'opera è rilasciata sotto i termini della licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0. Italia License. Per leggere una copia della licenza visita il sito web: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 2

IndiceIndiceIndiceIndice

Capitolo 1 Capitolo 1 Capitolo 1 Capitolo 1 ---- L’ESPERIENZA SPECL’ESPERIENZA SPECL’ESPERIENZA SPECL’ESPERIENZA SPECIFICA DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE NELLE IFICA DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE NELLE IFICA DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE NELLE IFICA DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE NELLE

AUTONOMIE TERRITORIALI E NEI COMUNIAUTONOMIE TERRITORIALI E NEI COMUNIAUTONOMIE TERRITORIALI E NEI COMUNIAUTONOMIE TERRITORIALI E NEI COMUNI 3333

1.1 Introduzione .......................................................................................................................3

1.2 I tratti distintivi delle tre tornate contrattuali ..................................................................6

1.3 La dinamica retributiva di fatto e le sue componenti ................................................... 13

1.4 I livelli retributivi e le loro componenti ......................................................................... 21

1.5 La variabilità fra enti: evoluzione, geografia e dimensione .......................................... 26

1.6 La gestione retributiva vista attraverso il fondo ........................................................... 36

Capitolo 2 Capitolo 2 Capitolo 2 Capitolo 2 ---- LA STRUTTURA DI BILANCIO DEI COMUNILA STRUTTURA DI BILANCIO DEI COMUNILA STRUTTURA DI BILANCIO DEI COMUNILA STRUTTURA DI BILANCIO DEI COMUNI 49494949

2.1 Introduzione .................................................................................................................... 49

2.2 Gli indici di bilancio ......................................................................................................... 55

2.3 I valori pro capite e la dinamica .................................................................................... 63

2.4 Convergenza dei valori pro capite e correlazione ......................................................... 72

Capitolo 3 Capitolo 3 Capitolo 3 Capitolo 3 –––– LE RELAZIONI TRA GRANDEZZE DI BILANCIO E VARIABILI LE RELAZIONI TRA GRANDEZZE DI BILANCIO E VARIABILI LE RELAZIONI TRA GRANDEZZE DI BILANCIO E VARIABILI LE RELAZIONI TRA GRANDEZZE DI BILANCIO E VARIABILI

RETRIBUTIVERETRIBUTIVERETRIBUTIVERETRIBUTIVE 77777777

3.1 Introduzione .................................................................................................................... 77

3.2 La retribuzione totale 2004 ............................................................................................ 82

3.3 La retribuzione accessoria .............................................................................................. 89

3.4 Livelli e dinamica retributiva .......................................................................................... 92

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 3

Capitolo 1 - L’ESPERIENZA SPECIFICA DELLE POLITICHE RETRIBUTIVE NELLE AUTONOMIE TERRITORIALI E NEI COMUNI

1.11.11.11.1 IntroduzioneIntroduzioneIntroduzioneIntroduzione

Il recente passato è stato contraddistinto da un significativo aumento delle

potenzialità e delle capacità di gestione flessibile e strategica delle risorse

umane nelle Pubbliche Amministrazioni. Questo fatto ha senza dubbio

costituito uno dei più rilevanti elementi di innovazione negli assetti negoziali

della PA, elemento tanto più importante, se si pensa che in un contesto a

così alta intensità di lavoro esso costituisce un elemento cruciale su cui

impostare le politiche di cambiamento.

L’ambito nel quale si sono registrate alcune delle innovazioni più rilevanti

riguarda senza dubbio la regolazione della contrattazione decentrata, nella

quale sono impegnate le singole amministrazioni. In questo senso il

comparto nel quale maggiormente si sono dispiegate le potenzialità di

innovazione e la variabilità delle diverse scelte gestionali è costituto dagli

Enti locali. Oltre all’elevato numero di Enti coinvolti, anche l’accentuata

variabilità delle loro condizioni specifiche costituisce il terreno ideale per

analizzare le concrete realizzazioni dell’ampliamento del grado di autonomia

che si è osservato nel corso del tempo.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 4

Il riferimento complessivo resta l’accordo tra le parti sociali del luglio 1993, il

quale ha posto le basi del quadro di regolazione entro cui si svolge il

processo negoziale. In quella sede si è infatti stabilita la cadenza della

contrattazione di parte normativa (quadriennale) e di parte economica

(biennale), il doppio livello di contrattazione nazionale ed integrativo, il

progressivo abbandono di ogni automatismo stipendiale sia a carattere

generale, come la scala mobile, sia a carattere individuale, come gli scatti

automatici di stipendio. È stato inoltre stabilito di collegare i sistemi

retributivi al merito ed alla produttività, di ancorare gli incrementi salariali

all’inflazione programmata relativa al biennio contrattuale, prevedendo la

possibilità di un recupero del differenziale tra inflazione programmata e

reale nel biennio successivo (tenendo conto dell’andamento delle “ragioni di

scambio” ovvero depurandola dell’inflazione importata) e introducendo la

possibilità di erogare un’indennità di vacanza contrattuale.

Nello specifico della PA si è subito posto fra gli obiettivi prioritari quello

dell’accrescimento dell’efficienza complessiva, attraverso lo strumento della

produttività, non disgiunto, tuttavia, dall’esigenza del contenimento dei costi

contrattuali, coerenti con gli stringenti vincoli di finanza pubblica.

In senso più complessivo, si è innanzitutto reso necessario attuare un

processo di tendenziale avvicinamento tra le norme che regolano il lavoro

pubblico e quello privato. La contrattazione nazionale del primo quadriennio

1994 – 1997 rientra in questo ambito. Successivamente l’attenzione è stata

rivolta a dare adeguato riconoscimento al principio di responsabilità degli

enti, cui viene garantita la facoltà di progettare in autonomia strutture,

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 5

meccanismi organizzativi e di gestione del personale. Gli interventi del

secondo e del terzo quadriennio contrattuale possono essere inscritti in

questa fase, nella quale si è assistito all’introduzione della contrattazione

integrativa vera e propria.

Nella pagine che seguono, in primo luogo ci si soffermerà sull’evoluzione del

meccanismo di contrattazione di secondo livello, nel corso dei tre trienni

contrattuali, a partire dal 1994 fino ad arrivare a quello che si è chiuso nel

2005, con un’attenzione particolare alla gestione del fondo per il salario

accessorio.

Successivamente, sulla base del Campione Aran di amministrazioni locali, si

commentano i dati relativi alla dinamica di fatto nell’arco temporale 2000 –

2004. Tale quadro, oltre ad avere un valore informativo per sé, fornisce un

quadro di riferimento per le successive analisi.

L’analisi si focalizza quindi sulle politiche retributive delle amministrazioni

comunali, indagate sul doppio versante delle grandezze retributive, con

riferimento al salario accessorio, e del fondo, con particolare riferimento alle

fonti variabili che sono direttamente legate alle più recenti tornate

contrattuali e agli impieghi in progressioni economiche orizzontale.

Particolare attenzione verrà riservata in entrambi i casi all’analisi della

varianza e dispersione delle grandezze osservate.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 6

1.21.21.21.2 I tratti distintivi delle tre tornate contrattualiI tratti distintivi delle tre tornate contrattualiI tratti distintivi delle tre tornate contrattualiI tratti distintivi delle tre tornate contrattuali

La suddivisione naturale dell’arco temporale che dal 1994 giunge sino ad

oggi è quella per quadrienni normativi, l’ultimo dei quali si è concluso nel

2005. Nel corso di questo lungo periodo i principali mutamenti hanno

interessato il sistema di classificazione del personale, introdotto nel secondo

quadriennio, e la complessiva architettura del meccanismo che regola il

finanziamento del salario accessorio. Nel seguito verranno ricapitolati i tratti

essenziali che hanno caratterizzato le diverse fasi di questo lungo processo di

innovazione. Il lettore potrà trovare ulteriori qualificazioni in Vignocchi

(2006)1 .

Per quanto riguarda il primo quadriennio, 1994 – 1997, la gestione del

salario accessorio prevedeva una regolazione definita in sede di CCNL: per

ciascuna componente del salario accessorio era previsto un fondo specifico,

con standard di finanziamento determinati interamente dal contratto

nazionale. Alla contrattazione di secondo livello veniva quindi demandata la

sola modulazione interna delle risorse di ciascun fondo. Ma l’ammontare di

ciascun fondo era adeguato rigidamente in sede di contrattazione nazionale,

così come l’istituto del salario accessorio cui era dedicato. È la cosiddetta

fase della contrattazione decentrata. Già nel biennio economico 1996 – 1997

si introdusse la possibilità di operare “travasi” di risorse, nella direzione dei

fondi di produttività e risultato, con l’obiettivo di rafforzare questi istituti

1 “Tre tornate di contrattazione sugli Enti locali: cosa salvare di un’esperienza controversa” in C. Dell’Aringa

e Giuseppe Della Rocca (a cura di) “Oltre la contrattazione collettiva”, Rubettino Editore.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 7

contrattuali e di contenere l’impiego dello straordinario. Questo disposto

costituisce quindi un primo passo verso l’ampliamento dell’autonomia e

della responsabilità dei singoli enti. La figura 1.1figura 1.1figura 1.1figura 1.1 riporta una

schematizzazione del meccanismo della contrattazione decentrata.

Figura 1.1 – La struttura della contrattazione decentrataLa struttura della contrattazione decentrataLa struttura della contrattazione decentrataLa struttura della contrattazione decentrata

FONTI

Economie di gestionefino a

Posizione di

responsabilità

Fondo per posizioni di

responsabilità

Fondo per il lavoro

straordinario

IMPIEGHI

Produttività

Turno, rischio,

disagio

Straordinario

Fondo per produttività

collettiva e ind.le

Fondo per specifiche

condizioni di lavoro

Rideterminazioni sui TIP

Risorse aggiuntive

Capacità di bilanciofino a

Risorse decentrate

Con il CCNL del secondo quadriennio, 1998 – 2001, i margini di autonomia

previsti per le amministrazioni locali si ampliano considerevolmente e non si

parla più di contrattazione decentrata ma di contrattazione integrativa.

Viene infatti costituito il fondo unico di amministrazione per il salario

accessorio, lo strumento fondamentale attraverso il quale l’ente gestisce la

contrattazione collettiva di II livello.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 8

Tale fondo ha la caratteristica di essere unico per tutte le finalità, con la sola

eccezione delle risorse destinate al lavoro straordinario che però tendono a

ridursi, e di non avere vincoli interni di destinazione in termini di

corrispondenza tra fonti ed impieghi. Il Fondo è quindi alimentato da:

i) Risorse stabili, ereditate e “stabilizzate” dagli esercizi

precedenti.

ii) Risorse “fresche”, negoziate e definite ogni biennio in sede di

contrattazione nazionale e decentrate al II livello.

iii) Risorse “fresche”, integrate in sede locale sulla base dei disposti

del CCNL.

È di fondamentale importanza avere chiara la distinzione tra le due ultime

tipologie. Nel primo caso si tratta di risorse di ammontare limitato e

sostanzialmente definite in sede nazionale. Nel secondo si ha a che fare con

disponibilità del tutto aggiuntive, il cui ammontare è stabilito in sede

decentrata, secondo tre canali descritti di seguito:

� Attivazione di nuovi servizi ed accrescimento di quelli esistenti (CCNL I

biennio);

� Sponsorizzazioni, convenzioni, servizi a tariffa (CCNL I biennio);

� Disciplina degli indicatori di bilancio (CCNL II biennio) differenziati per

le varie tipologie di ente.

Conviene specificare il funzionamento di tre questi canali di alimentazione

del fondo. In relazione al primo, il maggior carico di lavoro connesso

all’attivazione di nuovi servizi, oppure al miglioramento di quelli esistenti può

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 9

essere riconosciuto attraverso maggiori benefici sul salario accessorio.

Maggiori benefici la cui valutazione viene definita autonomamente dalle

singole amministrazioni. Il secondo canale prevedeva la possibilità di una

integrazione di risorse come quota degli introiti connessi ad attività non

essenziali dell’ente. Si osservi inoltre che esso incorpora fattispecie

abbastanza differenziate come, appunto, le sponsorizzazioni, le convenzioni

ed i servizi a tariffa. Il terzo canale è invece attivabile, con una integrazione di

risorse definita senza alcun vincolo (se non quello delle disponibilità in

bilancio), qualora, in buona sostanza, lo stato di salute finanziario dell’ente

registrasse un miglioramento. Miglioramento che nuovamente veniva

programmato nella sua entità da ogni singolo ente.

Il meccanismo è schematizzato nella figura 1.2figura 1.2figura 1.2figura 1.2. Il fondo così costituito è

destinato a finanziare la produttività collettiva ed individuale, il sistema delle

indennità (turni, disagio, reperibilità, ecc.) le progressioni economiche

orizzontali, e le posizioni organizzative. Questi ultimi impieghi si ricollegano

al fatto che all’inizio del secondo quadriennio fu profondamente riformato il

sistema di classificazione del personale, passando dal precedente sistema,

che prevedeva otto livelli, all’attuale ispirato ad un principio di

“broadbanding per aree”. La normativa abrogata risaliva al 1980 e,

consentendo progressioni economiche esclusivamente sulla base di concorsi

pubblici, aveva prodotto non pochi motivi d’insoddisfazione, specie di ordine

organizzativo, quali ad esempio: la scarsa fungibilità del personale nelle varie

posizioni, le sperequazioni evidenti, una limitata programmabilità della

mobilità professionale e, in generale, un sistema assai rigido e con scarse

possibilità di valorizzazione e sviluppo delle risorse.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 10

Figura 1.2 – La struttura della contrattazione La struttura della contrattazione La struttura della contrattazione La struttura della contrattazione inteinteinteintegrativagrativagrativagrativa

Con l’obiettivo di superare tali problematiche, con un contratto nazionale ad

hoc vennero definite 4 aree (in ordine gerarchico crescente A, B, C, D)

corrispondenti ad altrettanti profili professionali, per ciascuna delle quali si

individuano 4 o 5 sviluppi economici detti “orizzontali”. Le maggiorazioni

retributive rispetto al livello iniziale di ciascuna area gravano sul fondo unico

di amministrazione. Al contrario, le progressioni verticali, quelle che cioè

consentono il passaggio da un’area all’altra, sono pagate al di fuori del

fondo. Si prevede poi la possibilità di assegnare ai dipendenti dell’area

apicale D degli incarichi temporanei revocabili, specificamente retribuiti per

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 11

posizioni di elevata responsabilità: le cosiddette “posizioni organizzative”, il

cui salario accessorio viene ricondotto a due soli e specifici istituti, la

retribuzione di posizione e quella di risultato. L’articolazione è quindi del

tutto analoga a quella del personale dirigenziale.

Il CCNL del terzo quadriennio, 2002 - 2005, introduce ulteriori novità. Viene

istituita l’Indennità di Comparto, finanziata, sebbene si tratti di un istituto

introdotto in sede nazionale, stornando risorse dal fondo. Si tratta, in buona

sostanza, dell’introduzione di una ulteriore voce nella busta paga, a carattere

fisso e modulato per aree di inquadramento. Si configura così una

stabilizzazione di emolumenti variabili in emolumenti fissi. In secondo luogo

viene reintrodotta la corrispondenza tra fonti ed impieghi, sebbene non in

maniera rigida come avveniva in precedenza: il disposto contrattuale

prevede infatti l’impossibilità di destinare ad impieghi stabili, come gli

avanzamenti orizzontali, risorse derivanti da fonti non stabilizzate. Numerosi

osservatori hanno letto queste novità come un ritorno al passato,

identificando in questo il trasferimento di risorse dalla retribuzione

accessoria a quella fissa e l’irrigidimento della gestione del fondo.

In particolare l’introduzione dell’indennità di comparto – e più ancora le

relative modalità di alimentazione – hanno suscitato non poche

preoccupazioni in molte amministrazioni. La valutazione dell’impatto di un

tale storno sulle politiche retributive di secondo livello è funzione della

capienza degli impieghi “non rigidi” del fondo unico. In pratica le

amministrazioni che finora hanno dedicato una quantità di risorse modeste

alla produttività, privilegiando, ad esempio, gli avanzamenti orizzontali,

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 12

hanno incontrato non poche difficoltà nello storno di risorse. In ogni caso,

anche quegli enti che hanno dedicato particolare attenzione a questa leva

retributiva variabile, frequentemente attraverso l’implementazione di

sistemi di valutazione del personale, si possono trovare a dover decurtare la

capienza di questo istituto. Inoltre, in seguito all’introduzione della

corrispondenza tra impieghi e fonti stabili e non stabili, gli impieghi per il

finanziamento dell’indennità di comparto sono compresi fra gli impieghi

stabili, e questo determina un ulteriore irrigidimento degli spazi di manovra

nella gestione del fondo.

Rispetto a questa articolazione contrattuale, l’obiettivo iniziale del presente

lavoro è quello di fornire una descrizione accurata di quanto è accaduto nel

passato recente in termini di dinamica retributiva relativamente al periodo

2000 – 2004: dati i notevoli ritardi con cui sono stati sottoscritti i CCNL, la

corrispondenza fra dati di fatto e disposti contrattuali di riferimento non è

immediata. In proposito occorre tenere presente che i Conti annuali del

2000 hanno mandato a regime gli adeguamenti del tabellare relativi al primo

biennio della tornata contrattuale 1998–2001. Il relativo CCNL è infatti stato

siglato nell’Aprile 1999, mentre quello successivo (II biennio della stessa

tornata) è giunto nell’ottobre 2001. In modo analogo i Conti annuali del 2004

recepiscono pienamente l’applicazione di quello successivo (I biennio della

tornata 2002-2005), sottoscritto nel gennaio 2004.

L’arco temporale esaminato incorpora in sé due bienni economici, e quattro

tornate di contrattazione integrativa; questo fatto consente di avere una

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 13

buona comparabilità tra i contributi dei diversi momenti contrattuali alla

dinamica complessiva.

1.31.31.31.3 La dinamica retributiva di fatto e le sue componentiLa dinamica retributiva di fatto e le sue componentiLa dinamica retributiva di fatto e le sue componentiLa dinamica retributiva di fatto e le sue componenti

Le elaborazioni che verranno presentate si riferiscono ad un campione

approntato dall’Aran, rappresentativo del comparto delle Autonomie

Territoriali. La base di rilevazione è costituita dal Conto Annuale, lo stesso

trasferito dalle singole amministrazioni all’Igop.

Concentrandosi su un campione di amministrazioni è possibile attuare un

profondo e costante controllo di qualità, tale da consentire un utilizzo delle

singole microvariabili contenute nel Conto Annuale. È così possibile non

limitarsi alle elaborazioni su valori medi ma affrontare analisi prossime alle

tipiche problematiche di gestione del personale che hanno di fronte le

Direzioni risorse umane. Queste elaborazioni di maggior dettaglio verranno

indirizzate alla parte del campione dedicata alle Amministrazioni Comunali.

Come veniva osservato alla fine del precedente paragrafo, nel corso del

periodo 2000-2004 si sono succeduti due contratti di bienni economici:

quello 2000-2001 firmato nell’ottobre del 2001 e quello 2002-2003 firmato

nel gennaio del 2004. Il primo di questi due bienni ha distribuito risorse

complessive per circa il 3,2% mentre il secondo per il 5,66%. A questo vanno

sommate le risorse aggiunte in sede di contrattazione di secondo livello, nei

quattro anni oggetto di analisi. Si configura quindi un confronto perfetto tra

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 14

quattro anni di contrattazione di primo livello e quattro anni di

contrattazione di secondo livello: le risultanze che verranno individuate sono

quindi del tutto comparabili fra loro, e questo costituisce un ulteriore

elemento di rilevanza dell’analisi della dinamica delle retribuzioni di fatto. Le

elaborazioni si riferiscono sia all’insieme dei Comuni oggetto dell’indagine,

sia all’intero comparto delle Autonomie Locali, in entrambi i casi sulla base

del campione Aran.

Complessivamente, nel periodo che dal 2000 giunge sino al 2004, per i

Comuni del campione la variazione della retribuzione è risultata pari al

21,8%, mentre per il complesso degli enti locali si è registrato il 22,6%, come

riportato in tavola 1.1tavola 1.1tavola 1.1tavola 1.1. Le due dinamiche si situano pertanto su ordini di

grandezza simili, anche se i Comuni registrano una variazione inferiore.

Complessivamente si tratta di un dato certamente non modesto,

ampiamente superiore all’aumento del costo della vita nello stesso periodo,

ma anche abbastanza distante da quanto era quantificabile a partire dai

disposti dei due Ccnl citati, sia in ordine agli adeguamenti del tabellare sia

alle risorse espressamente decentrate.

Questo risultato è di per sé difficilmente interpretabile se non attraverso una

scomposizione nei suoi principali driver. Si è proceduto pertanto a

scomporre la dinamica retributiva di fatto in tre componenti sommabili: 1) la

dinamica retributiva delle competenze fisse determinata dal CCNL (a

struttura occupazionale costante), 2) la dinamica dovuta alle competenze

accessorie, 3) la dinamica dovuta all’effetto di carriera e di turnover

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 15

(progressioni verticali ed orizzontali e variazione della struttura professionale

per assunzioni e cessazioni)2.

Tavola 1.1 – La dinamica retributiva proLa dinamica retributiva proLa dinamica retributiva proLa dinamica retributiva pro----capite: 2000capite: 2000capite: 2000capite: 2000----2004200420042004 Variazioni, contributi in punti percentuali – Personale non dirigente

Dinamica di fattoDinamica di fattoDinamica di fattoDinamica di fatto 21,8% 22,6%

Dinamica per competenze fisse da CCNL (1) 12,0% 12,1%

di cui dinamica per indennità di comparto 2,6% 2,6%

Dinamica per competenze accessorie (2) 4,3% 4,0%

Dinamica per carriera e turnover 5,5% 6,5%

Risorse decentrate da CCNLRisorse decentrate da CCNLRisorse decentrate da CCNLRisorse decentrate da CCNL 2,8% 2,8%

Risorse decentrate da CCNL nette Risorse decentrate da CCNL nette Risorse decentrate da CCNL nette Risorse decentrate da CCNL nette ( 3)( 3)( 3)( 3) 0,2% 0,2%

Effetto di slittamento Effetto di slittamento Effetto di slittamento Effetto di slittamento ( 4)( 4)( 4)( 4) 9,6% 10,3%

(1)Dinamica calcolata a struttura occupazionale costante.

(2)Variazione di fatto dell'accessorio.

(3)Differenza tra risorse decentrate e risorse destinate all'indennità di comparto.

(4) Differenza tra la dinamica di fatto e la somma della dinamica per competenze fisse da CCNL e per

risorse decentrate da CCNL.

Autonomie LocaliComuni

In relazione al contributo delle competenze fisse, si registra una crescita

attorno al 12,0% sia per i comuni del campione sia relativamente all’intero

comparto. Questo valore deve tendere ad eguagliare quanto garantito come

aumento della retribuzione di base nel primo biennio (2000-2001), cioè poco

meno del 3,5%, nel secondo biennio (2002-2003), attorno al 4,7%, e come

indennità di comparto (circa il 2,7%) la quale, sebbene venga ricompresa nel

2 Va ricordato che i singoli elementi sono sommabili in quanto si tratta di contributi e non di dinamiche

proprie. Ad esempio, la dinamica delle competenze fisse non misura quanto in % siano cresciute, ma quanto la loro crescita spiega della dinamica retributiva complessiva.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 16

Conto annuale tra gli istituti di retribuzione accessoria, presenta tutti i

caratteri di un emolumento fisso, ed è stata perciò riclassificata come tale.

La differenza tra la quantificazione riportata nella tavola 1.1 e quanto atteso

è di entità modesta e deriva dal fatto che, nel gioco degli arretrati, non tutti

gli enti registravano nel 2000 il valore a regime previsto in sede di Ccnl per il

biennio 1998-1999.

Il contributo alla crescita complessiva della retribuzione dovuto al salario

accessorio (gli istituti retributivi sono tipicamente quelli della retribuzione di

produttività, posizione, risultato, indennità e straordinario) è pari al 4,3%

per le amministrazioni comunali del campione, e del 4,0% in quelle del

comparto: in entrambi i casi si tratta di circa un terzo rispetto a quanto

ottenuto con gli emolumenti fissi. Più differenziata la dinamica per effetto di

carriera e turn over, che si attesta al 5,5% nel caso dei comuni, e del 6,5% in

quelle dell’intero comparto. Questo valore fa riferimento alle progressioni

orizzontali e verticali le quali, spostando verso l’alto la composizione

professionale del personale, innalzano nel corso del tempo il valore medio

del tabellare effettivamente pagato. A questo si aggiunge l’effetto negativo

del turn over determinato dal minore costo dei nuovi assunti rispetto ai

cessati. Giova soffermarsi su questo aspetto in quanto usualmente

l’attenzione al turn over è connessa ai potenziali risparmi ottenibili non

rimpiazzando il personale cessato. In questa sede l’effetto di turn over cui si

allude consiste nella retribuzione della variazione media come conseguenza

del differenziale retributivo fra personale cessato e assunto.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 17

L’operare di questo effetto diviene immediatamente intelligibile in una

ipotetica situazione tipo. Qualora tutto il personale cessato venga sostituito

(saldo occupazionale nullo) la retribuzione media si abbassa in quanto i

trattamenti retributivi del personale più anziano in uscita sono sostituiti con

trattamenti usualmente inferiori del personale giovane in entrata. Quanto

maggiore è questo ricambio tanto più ampio è l’effetto.

Nella situazione tipo di segno opposto, di completo blocco del turn over,

questo effetto calmierante sulla retribuzione media tende a depotenziarsi,

sino al suo annullamento quando il trattamento del personale in uscita

coincide appunto con la retribuzione media.

La distinzione tra effetto di carriera e di turn over pur analiticamente

importante, non deve far dimenticare la loro stretta connessione. Si pensi ad

esempio che a una situazione di blocco del turn over è spesso associata

l’idea di un incremento della retribuzione media in quanto si affievolisce

l’impatto negativo sulla retribuzione media offerto dal ricambio del

personale. Nel frattempo i fenomeni di carriera determinano un

innalzamento della retribuzione media.

Nel caso specifico del comparto delle Autonomie territoriali vi è un elemento

molto importante connesso alla quantificazione del differenziale retributivo

tra personale cessato e assunto. È scorretto pensare che tale differenziale

eguagli il divario esistente tra la retribuzione di fatto percepita dal personale

che va in quiescenza e quello di entrata del nuovo personale. La retribuzione

accessoria non va infatti computata ai fini del calcolo di questo differenziale.

Essa è alimentata dal fondo unico di amministrazione, e la quota percepita

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 18

dal personale cessato rimane nella disponibilità del fondo successivamente

alla cessazione, venendo quindi ridistribuita tra il personale rimasto in

servizio.

Per completare il quadro teorico proposto, è forse utile fornire un esempio.

Nell’ipotesi che tutte le assunzioni avvengano in B3 e tutte le cessazioni in

D1, si determinerebbe un risparmio sulla retribuzione di circa 2.500 euro,

pari ad un decimo circa della retribuzione media del personale delle

autonomie locali. In presenza di un tassi di cessazione e di assunzione

prossimi entrambi al 2,5%, l’effetto di turn over si manifesterebbe in un

risparmio annuo di circa un quarto di punto, in termini di dinamica

percentuale.

Con riferimento nuovamente alla dinamica complessiva e a tutte le sue

componenti, la differenza tra le amministrazioni comunali e l’insieme del

comparto enti locali riguarda quindi l’entità della dinamica per accessorio,

maggiore nel comparto, rispetto a quella per progressioni, maggiore tra i

comuni. Ad un primo livello di analisi è possibile dire che la crescita dovuta a

progressioni ed accessorio insieme in entrambi i casi raggiunge quasi quanto

erogato a livello nazionale per la retribuzione di base.

Tuttavia, è possibile calcolare con precisione l’entità delle cosiddette risorse

decentrate, ovvero di quanto previsto nei due contratti nazionali di biennio

economico per alimentare la contrattazione integrativa. Tale cifra si ottiene

componendo l’1,1% previsto nel biennio 2000-2001 come tetto massimo

nell’ipotesi – forse non lontana dal vero – che tutti gli enti abbiano raggiunto

tale tetto, il complessivo 1,3% previsto dal contratto 2002-2003 e le risorse

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 19

per l’indennità di comparto (circa lo 0,3%). Nell'insieme l’entità delle risorse

decentrate nel periodo si è attestata sul 2,8%. In relazione all’ammontare

delle risorse decentrate vi è un aspetto di estrema rilevanza che deve essere

chiarito. Usualmente sottraendo dalla dinamica di fatto quanto il Ccnl ha

garantito come tabellare e come risorse decentrate si ottiene una stima

robusta di quanto apportato dalla contrattazione integrativa vera e propria.

L’istituzione dell’indennità di comparto complica questa “contabilità” in

quanto si tratta di finanziare un emolumento fisso con risorse

precedentemente stanziate dalle Amministrazioni in sede integrativa. Il Ccnl

“riprende” sui trattamenti fissi una parte delle risorse dedicate alla

retribuzione variabile. È abbastanza intuitivo che questo “rigiro” debba

essere sottratto a quanto il Ccnl ha decentrato nell’intero periodo.

A partire dall’ultimo biennio, il fondo per il salario accessorio di ciascuna

amministrazione ha alimentato l’indennità di comparto, per un ammontare

di circa il 2,6% della retribuzione complessiva. In questo modo, possiamo

ottenere per differenza le risorse decentrate nette del periodo, pari appena

allo 0,2%.

È così possibile quantificare l’ammontare di risorse erogate dalle

amministrazioni in sede di contrattazione integrativa, al netto delle risorse

decentrate e dell’alimentazione dell’indennità di comparto. Si tratta del

cosiddetto effetto di slittamento, che nel periodo è stato pari al 9,6%.

L’analoga stima per il comparto fa osservare un valore del 10,3%, che

consente di affermare che sotto questo profilo non si registrano differenze

rilevanti tra i comuni e la media del comparto.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 20

L’analisi sinora condotta è stata svolta in termini di dinamica percentuale. È

altrettanto importante verificare l’incremento in valore assoluto, cioè in euro

medi pro capite annui, sottesi alle stesse percentuali.

Dalla tavtavtavtavola 1.2ola 1.2ola 1.2ola 1.2, si può vedere così che la retribuzione complessiva pro-capite

è aumentata nei quattro anni di quasi 4.200 euro per i comuni, e di 4.400

per l’intero comparto.

Tavola 1.2 – La dinamica retributiva proLa dinamica retributiva proLa dinamica retributiva proLa dinamica retributiva pro----capite: 2000capite: 2000capite: 2000capite: 2000----2004200420042004 Variazioni in valore assoluto – Personale non dirigente

Dinamica di fattoDinamica di fattoDinamica di fattoDinamica di fatto 4.192 4.400

Dinamica per competenze fisse da CCNL (1) 2.309 2.362

di cui dinamica per indennità di comparto 509 515

Dinamica per competenze accessorie (2) 825 770

Dinamica per carriera e turnover 1.058 1.268

Risorse decentrate da CCNLRisorse decentrate da CCNLRisorse decentrate da CCNLRisorse decentrate da CCNL 539 545

Risorse decentrate da CCNL nette Risorse decentrate da CCNL nette Risorse decentrate da CCNL nette Risorse decentrate da CCNL nette ( 3)( 3)( 3)( 3) 30 30

Effetto di slittamento Effetto di slittamento Effetto di slittamento Effetto di slittamento ( 4)( 4)( 4)( 4) 1.853 2.007

(1)Dinamica calcolata a struttura occupazionale costante.

(2)Variazione di fatto dell'accessorio.

(3)Differenza tra risorse decentrate e risorse destinate all'indennità di comparto.

(4) Differenza tra la dinamica di fatto e la somma della dinamica per competenze fisse da CCNL e per

risorse decentrate da CCNL.

Autonomie LocaliComuni

Con riferimento ai comuni, 2.300 attengono alle competenze fisse, compresi

gli oltre 500 euro per l’indennità di comparto. Le competenze accessorie

sono aumentate di più di 800 euro, mentre mediamente le progressioni di

carriera hanno portato oltre 1.000 euro in più nelle tasche dei dipendenti dei

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 21

comuni. Nel comparto si registrano circa 1.300 euro di aumento per l’effetto

di carriera e turnover, e 800 per la retribuzione variabile. In termini di risorse

integrative raccolte e distribuite dalle amministrazioni (slittamento salariale)

si tratta mediamente di circa 2.000 euro per dipendente (che diventano

1850 nei comuni), un valore di poco inferiore a quanto erogato per la

retribuzione di base dai due contratti nazionali che si sono succeduti.

Concludendo, le risorse raccolte ed erogate dalla amministrazioni comunali e

delle altre amministrazioni del comparto hanno quasi raddoppiato la

dinamica contrattata a livello nazionale, e a loro volta si sono distribuite in

maniera prevalente sulle progressioni: fatta 100 la dinamica totale, 50

vengono dal contratto nazionale, 30 dalle progressioni e 20 dall’accessorio,

essendo in entrambi i casi alimentati in larga parte con risorse reperite dalle

amministrazioni in sede integrativa.

1.41.41.41.4 I lI lI lI livelli retributivi e le loro componentiivelli retributivi e le loro componentiivelli retributivi e le loro componentiivelli retributivi e le loro componenti

Misurare la dinamica retributiva è un primo importante esercizio per capire

come si sia orientata la contrattazione collettiva negli ultimi anni. Come

ricordato in precedenza la politica dei redditi inaugurata nel 1993 è un

sistema di regolazione degli adeguamenti salariali che ha trovato

implementazioni certamente non identiche nei vari comparti del pubblico

impiego e che ha conosciuto un’evoluzione nel corso del tempo circa la sue

concrete modalità applicative. Alla fine il risultato delle varie stagioni

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 22

contrattuali ha determinato dei livelli retributivi e una loro composizione

interna per singolo istituto. È su questo aspetto che ora va indirizzata l’analisi

con riferimento sia ai comuni del campione, sia all’intero comparto degli enti

locali. Con riferimento ai due più recenti anni disponibili, il 2003 e il 2004, è

possibile condurre un’analisi di buon dettaglio. Per quanto attiene quelli

relativi al 2000, il livello di disaggregazione presentato è per il momento

basso, poiché consente unicamente di distinguere tra retribuzione fissa e

accessoria.

Prima di procedere all’esame delle elaborazioni, è opportuno fornire un

quadro definitorio delle principali grandezze oggetto d’indagine. Tutte le

variabili retributive sono calcolate come dati medi annui per dipendente di

ciascun ente: ad esempio, in una data amministrazione comunale,

mediamente i dipendenti percepiscono meno di 24.000 euro di retribuzione

annua lorda. La retribuzione annua lorda, o più semplicemente totale, si

divide in due macro categorie: quella fissa e quella variabile. La parte fissa

comprende lo stipendio tabellare (stabilito nel contratto nazionale e che dal

2004 ha assorbito l’indennità integrativa speciale), la tredicesima, la

retribuzione individuale di anzianità per coloro che ancora la percepiscono. Il

salario accessorio presenta un analogo grado di articolazione: la retribuzione

di posizione e risultato (che riguardano in modo esclusivo ed esaustivo il

personale titolare di posizione organizzativa) la produttività, il sistema delle

indennità, lo straordinario. Tutta la retribuzione variabile viene alimentata

dal fondo per il salario accessorio, tranne lo straordinario; viceversa il fondo

alimenta anche una parte della retribuzione fissa, quella per gli avanzamenti

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 23

orizzontali di carriera. Esistono altri elementi di differenziazione tra il salario

accessorio ed il fondo, che saranno affrontato successivamente.

Come mostra la tavola 1.3tavola 1.3tavola 1.3tavola 1.3, la retribuzione complessiva nel comparto è

passata da circa 19.500 euro medi anni per dipendente, a poco meno di

23.900, per una dinamica che abbiamo visto essere pari ad oltre il 22%.

Tavola 1.3 – I livelli retributivi nel Comparto Regioni e Autonomie localiI livelli retributivi nel Comparto Regioni e Autonomie localiI livelli retributivi nel Comparto Regioni e Autonomie localiI livelli retributivi nel Comparto Regioni e Autonomie locali Euro annui medi per dipendente, quota percentuale

2000 2003 2004

Retribuzione totale 19.479 22.138 23.879

Retribuzione fissa 16.796 18.298 20.021

di cui: stipendio e iis 16.324 17.354

tredicesima 1.426 1.526

retr. indiv. anzianità 512 512

indennità di comparto 515

Retribuzione accessoria 3.088 3.841 3.858

di cui: produttività 1.217 1.111

indennità 1.060 1.064

posizione, risultato e resp.tà 811 870

straordinario 572 585

Quota retribuzione accessoria 15,9% 17,3% 16,2%

Il confronto tra gli ultimi due anni fornisce ulteriori informazioni: in primo

luogo che la dinamica 2003-2004 si è attestata poco sotto l’8%, per un

incremento in valore assoluto di circa 1700 euro. Di questi, 500 derivano

dall’indennità di comparto, un emolumento istituito dal contratto 2002-

2003, finanziato dal fondo per il salario accessorio, ma avente entità certa e

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 24

ricorrente, e quindi ricondotto in questa sede alla retribuzione fissa. Inoltre,

come si vede dalla tavola 1.3, anche gli altri aumenti sono riconducibili al

fisso, in particolare allo stipendio (che ha assorbito l’Indennità integrativa

speciale) e di riflesso alla tredicesima. Specularmente, la retribuzione

accessoria è rimasta sostanzialmente inalterata, poiché tutte le nuove risorse

sono state dirottate verso l’indennità di comparto, che come si è detto non

può essere correttamente classificata come retribuzione variabile. Solo la

retribuzione di produttività, tra i più consistenti istituti retributivi che

compongono il salario variabile, ha fatto registrare una diminuzione di circa

100 euro medi l’anno, mentre le altre componenti sono sostanzialmente

stabili. Complessivamente, la quota percentuale di retribuzione variabile è

diminuita dal 2003 al 2004 di un punto percentuale attestandosi sul 16,2%,

un valore comunque superiore a quello di inizio periodo.

Nella tavola 1.4tavola 1.4tavola 1.4tavola 1.4 sono presentate analoghe elaborazioni relative alle sole

amministrazioni comunali. I livelli di partenza e di arrivo sono in questo caso

19.200 e 23.400, in entrambi i casi lievemente inferiori rispetto al comparto.

Questo aspetto è da considerare alla luce dei livelli retributivi delle

amministrazioni regionali, storicamente più elevati di quelli delle altre

amministrazioni, sia nella retribuzione variabile, sia nella retribuzione fissa,

anche per la diversa composizione professionale (con una maggiore

frequenza delle categorie apicali).

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 25

Tavola 1.4 – I livelli retributivi nei ComuniI livelli retributivi nei ComuniI livelli retributivi nei ComuniI livelli retributivi nei Comuni Euro annui medi per dipendente, quota percentuale

2000 2003 2004

Retribuzione totale 19.239 21.813 23.431

Retribuzione fissa 16.452 18.071 20.281

di cui: stipendio e iis 16.163 17.152

tredicesima 1.400 1.496

retr. indiv. anzianità 473 479

indennità di comparto 509

Retribuzione accessoria 2.852 3.742 3.677

di cui: produttività 1.104 983

indennità 1.094 1.076

posizione, risultato, resp.tà 709 758

straordinario 620 638

Quota retribuzione accessoria 14,8% 17,2% 15,7%

La dinamica tra il 2003 e il 2004 si attesta poco al di sopra del 7%, ed è

interamente dovuta alla dinamica degli emolumenti fissi, come visto per

l’intero comparto, con la differenza significativa della dinamica

dell’accessorio, che presenta un segno negativo: anche in questo caso va

richiamata fra le cause certamente l’indennità di comparto, l’entità del cui

finanziamento ha determinato una decurtazione delle risorse per

l’accessorio. Decurtazione che sembra avere avuto un impatto diretto sul

salario di produttività, che è diminuito di oltre 100 euro medi l’anno, a

differenza degli altri istituti del salario variabile, sostanzialmente stabili. La

quota di salario variabile cala dunque dal 2003 al 2004 di un punto

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 26

percentuale e mezzo, attestandosi sul 15,7%, e mantenendosi su valori

comunque superiori a quelli del 2000.

1.5 1.5 1.5 1.5 La variabilità fra enti: evoluzione, geografia e dimensioneLa variabilità fra enti: evoluzione, geografia e dimensioneLa variabilità fra enti: evoluzione, geografia e dimensioneLa variabilità fra enti: evoluzione, geografia e dimensione

Quelli che sono stati presentati sono valori medi, che celano evidentemente

l’aspetto di variabilità tra le amministrazioni. Con riferimento alle

amministrazioni comunali la numerosità del campione è tale da consentire

un’efficace illustrazione di questo aspetto.

Una prima rappresentazione di tali livelli la fornisce il grafico 1.1grafico 1.1grafico 1.1grafico 1.1, che riporta

la retribuzione complessiva 2004 sull’asse delle ordinate, e la popolazione

del medesimo anno sulle ascisse. È certamente cruciale conoscere

l’andamento nel tempo di questa varianza, al fine di verificare il

conseguimento degli obiettivi di ampliamento dei differenziali retributivi

legati in particolare alla fase della contrattazione integrativa, ovvero al

secondo dei quadrienni contrattuali successivi al protocollo del luglio 1993.

La tavola 1.5tavola 1.5tavola 1.5tavola 1.5 presenta alcune misure di variabilità peraltro calcolate con

riferimento all’anno iniziale. Giova precisare che conviene osservare queste

misure di variabilità sia nella versione “assoluta”, sia in quella normalizzata.

In questo secondo modo si depura l’ampliamento della variabilità da quanto

dovuto al crescere delle grandezze di riferimento.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 27

Grafico 1.1 – Dispersione della retribuzione totale Dispersione della retribuzione totale Dispersione della retribuzione totale Dispersione della retribuzione totale 2004200420042004

20000

22000

24000

26000

28000

30000

Popolazione 2004 (sc. Log.ca)

Un esempio chiarisce il fenomeno: dal 2000 al 2004 l’accessorio è

aumentato di 800 euro, e ed anche in assenza di comportamenti

maggiormente differenziati si registra un aumento delle misure di variabilità

imputabile esclusivamente al fatto che la variabile è mediamente aumentata.

Occorre quindi tenere conto di questa maggiore variabilità “fisiologica”,

normalizzando l’indice, ovvero dividendolo per la media.

Per quanto riguarda la retribuzione totale, si osserva un lieve

ridimensionamento delle misure di variabilità normalizzate, più marcato per

la deviazione standard, meno per lo scarto interdecilico. Il dato complessivo

è comunque univoco, e in qualche misura inatteso: la varianza tra le

amministrazioni non è aumentata.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 28

Tavola 1.5 – Media e deviazMedia e deviazMedia e deviazMedia e deviazione standard delle variabili retributiveione standard delle variabili retributiveione standard delle variabili retributiveione standard delle variabili retributive

MediaMediaMediaMedia Dev. Std.Dev. Std.Dev. Std.Dev. Std.Dev. Std. Dev. Std. Dev. Std. Dev. Std.

Norm.taNorm.taNorm.taNorm.ta

Scart i Scart i Scart i Scart i

interd.cointerd.cointerd.cointerd.co

Scarto. Int . Scarto. Int . Scarto. Int . Scarto. Int .

Norm.toNorm.toNorm.toNorm.to

Totale 2000 19.239 1.480 0,08 3.229 0,17 Totale 2002 21.560 1.572 0,07 3.465 0,16 Totale 2004 23.431 1.489 0,06 3.823 0,16

di cui

Accessorio 2000 2.852 1.116 0,39 2.501 0,88

Accessorio 2002 3.618 1.195 0,33 2.839 0,78

Accessorio 2004 3.677 1.122 0,31 2.936 0,80

di cui

Straordinario 2002 487 435 0,89 594 1,22

Straordinario 2004 638 345 0,54 755 1,18

Fisso 2000 16.452 810 0,05 1.552 0,09

Fisso 2002 17.942 690 0,04 1.581 0,09

Fisso 2004 20.281 726 0,04 1.731 0,09

di cui

Tabellare 2000(1) 15.587 486 0,03 1.223 0,08

Tabellare 2004(1) 17.311 634 0,04 1.372 0,08

(1) Ponderazione del tabellare in vigore nell'anno per le mensilità rilevate nel conto annuale del medesimo anno

L’istituzione del fondo unico per il salario accessorio e la contestuale

introduzione del sistema di classificazione per broadbanding del personale,

con un sistema di carriera imperniato sulla duplice scala delle progressioni

orizzontali e verticali avevano come obiettivo quello di ampliare i gradi di

libertà disponibili alle amministrazioni locali, e si sarebbe aspettato dunque

che questo si fosse riflesso in un maggiore sventagliamento circa i livelli

retributivi tra gli enti.

Per capire meglio conviene analizzare questo dato alla luce dell’andamento

della varianza delle componenti della retribuzione totale, a partire

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 29

dall’accessorio. A questo riguardo si conferma una tendenza alla minore

differenziazione tra le amministrazioni, se si guarda alle misure normalizzate.

Al contrario, per quanto riguarda il fisso si riscontra una sostanziale stabilità.

Ad ulteriore riprova è stata effettuata una simulazione ad hoc sul tabellare

vigente nel 2000 e nel 2004, che ha confermato la persistenza dei livelli di

varianza del trattamento fisso.

La differenziazione tra le amministrazioni comunali è dunque diminuita, in

termini di retribuzione totale. Questo fenomeno è particolarmente evidente,

anche sotto il profilo visivo, se si mettono a confronto le dinamiche

percentuali tra il 2000 e il 2004 delle singole amministrazioni, con i livelli di

partenza, ossia quelli del 2000. Il grafico 1.2grafico 1.2grafico 1.2grafico 1.2 mostra tale dispersione, e

consente di osservare come gli enti con i livelli 2000 bassi sono quelli che

hanno avuto i maggiori aumenti percentuali sino al 2004. In buona sostanza,

il combinato disposto di carriera e retribuzione accessoria, lungi dal

determinare una maggiore “apertura” delle retribuzioni, ha determinato una

lieve diminuzione della varianza, convergendo verso un comune livello.

Fenomeno questo che risulta particolarmente significativo e robusto sotto il

profilo statistico.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 30

Grafico 1.2 – Convergenza della retribuzione totaleConvergenza della retribuzione totaleConvergenza della retribuzione totaleConvergenza della retribuzione totale

R² = 0,3026

0

0,05

0,1

0,15

0,2

0,25

0,3

0,35

0,4

0,45

15000 17000 19000 21000 23000 25000

Va

ria

zio

ne

% 0

4/0

0

Livelli 2000

Come accennato, rispetto al fenomeno osservato di convergenza della

retribuzione totale due possono essere in buona sostanza le determinanti:

l’evoluzione del salario accessorio e l’evoluzione della struttura

professionale. Proprio la prima delle due sembra esserne l’effetto

preponderante, come si evince dal ggggrafico 1.3rafico 1.3rafico 1.3rafico 1.3, del tutto analogo al

precedente, con l’unica differenza di riportare i valori relativi alla

retribuzione accessoria. È stato possibile riscontrare che gli enti che

mostravano un valore modesto nel 2000 sono quelli che hanno registrato la

variazione più consistente nel periodo analizzato.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 31

Grafico 1.3 – Convergenza delConvergenza delConvergenza delConvergenza della retribuzione accessoriala retribuzione accessoriala retribuzione accessoriala retribuzione accessoria

R² = 0,1791

-3000

-2000

-1000

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000

In altri termini, gli enti con una retribuzione variabile modesta nel 2000 sono

quelli che hanno avuto maggiori aumenti. Ciò significa che nel corso del

tempo le differenziazioni tendono a chiudersi. L’evidenza grafica è poi stata

sottoposta ad una verifica econometrica: la variazione della retribuzione

accessoria registrata per ciascun ente tra il 2000 e il 2004 è stata regredita

per il livello 2000. La relazione negativa individuata indica che si è verificato

un vero e proprio fenomeno di convergenza: il legame si caratterizza per

elevati livelli di significatività.

Analoghe indagini sul fronte del salario tabellare3 non hanno fatto registrare

risultati analoghi (i risultati sono comunque riportati nel grafico 1.3bisgrafico 1.3bisgrafico 1.3bisgrafico 1.3bis), è

3 E sul costo medio ponderato, inteso come ponderazione delle unità di personale presente in un anno in

ciascuna posizione economica, utilizzando come pesi i tabellari previsti dal più recente contratto nazionale. Una simile elaborazione permette di cogliere unicamente gli effetti dovuti alla variazione della struttura

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 32

quindi plausibile l’ipotesi che siano gli avanzamenti del salario accessorio a

condurre la dinamica retributiva su una rotta di convergenza.

Grafico 1.3 bis – Convergenza del costo medio pConvergenza del costo medio pConvergenza del costo medio pConvergenza del costo medio ponderatoonderatoonderatoonderato

R² = 0,0572

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

15.000 16.000 17.000 18.000 19.000 20.000

var.

cm

p

cmp 2000

Tuttavia si sono osservati altri fenomeni analoghi, limitatamente ad alcuni

sottoinsiemi di comuni, che vengono esaminati di seguito: l’analisi della

variabilità svolta nel paragrafo precedente ha consentito di mostrare l’entità

del fenomeno, come esso si sia evoluto nel corso del tempo ed infine quali

componenti retributive ne siano le determinanti. Sempre in ordine alla

variabilità un altro importante aspetto da chiarire attiene alla domanda se

esistano delle determinanti geografiche o dimensionali.

professionale, intesa come fenomeni di carriera di turn over e soprattutto di carriera, orizzontale e verticale.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 33

Più precisamente si vuole capire se nel corso del quadriennio si sono

sviluppate tendenze omogenee tra gruppi di comuni, che sono stati

individuati sulla base della dimensione e della localizzazione. La tavola 1.6tavola 1.6tavola 1.6tavola 1.6

consente di testare queste regolarità, attraverso i risultati dell’analisi anova,

o analisi della varianza, effettuata per le principali variabili retributive. Tale

metodologia prende infatti in esame le medie non condizionate, ovvero non

controllate per alcun fattore esterno, della retribuzione totale, accessoria e

di quella tabellare.

Tavola 1.6 – Analisi della varianza: macro aree geografiche, 2004Analisi della varianza: macro aree geografiche, 2004Analisi della varianza: macro aree geografiche, 2004Analisi della varianza: macro aree geografiche, 2004

Retr. Totale Retr. Tabellare Retr. Accessoria(1)

Nord Ovest 24.490 18.552 5.028

Nord Est 23.501 18.371 4.300

Centro 23.649 18.466 4.210

Sud 23.198 18.234 4.032

Significatività 0,001 0,061 0,000

(1) La retribuzione accessoria comprende in questo caso l'indennità di comparto.

Il test consente di stabilire se tali medie non differiscono significativamente

tra loro: livelli bassi di significatività indicano una scarsa probabilità di

eguaglianza tra i vari gruppi o, se si preferisce, indicano che l’appartenenza

ad una classe dimensionale o geografica determina un livello medio di quella

variabile differente da quello delle altre classi.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 34

Nel caso della differenziazione territoriale, l’ipotesi di identità è nettamente

rifiutata per la retribuzione accessoria e totale, entrambe maggiori al nord

ovest che nelle altre ripartizioni: lì infatti l’accessorio raggiunge i 5.000 euro,

contro i 4.000 del meridione e i 4.200 – 4.300 del centro e del nord est. Il

differenziale territoriale si amplia con la retribuzione totale, con il nord est

che sfiora i 24.500 euro, mentre il sud si attesta a 23.200, il centro a 23.600

e il nord est a 23.500. In relazione alla retribuzione fissa, come ci si poteva

attendere, il grado di differenziazione è sensibilmente inferiore, in quanto

riflette unicamente la diversa composizione tra le aree e le posizioni

economiche.

Si è quindi cercato di valutare se, oltre ai livelli retributivi, anche gli

addensamenti lungo la struttura professionale fossero in qualche modo

legati alle dimensioni dell’amministrazione o alla sua localizzazione

territoriale.

Per fare questo si è fatto di nuovo ricorso alla retribuzione tabellare4. In

questo caso il livello di significatività non è soddisfacente come quelli

osservati per i valori retributivi dell’accessorio e del totale, ma comunque

appare rilevante. Esso inoltre conferma comunque la differenza, anche in

termini di struttura, a favore delle amministrazioni del nord ovest: facendo

registrare il valore più elevato, pari a 18.500 euro, sono quelle con maggiori

addensamenti nelle categorie e posizioni apicali.

4 Intesa nuovamente come costo medio ponderato. Cfr. nota 2.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 35

Nuovamente è il sud a detenere i livelli più bassi, mentre il centro e il nord

est si situano in posizioni intermedie. Ma resta il fatto che le differenze non

risultano statisticamente significative.

Gli analoghi tentativi effettuati sulla base della dimensione dei comuni, i cui

risultati sono riportati in tavola 1.7tavola 1.7tavola 1.7tavola 1.7, non hanno portato ad individuare

relazioni significative.

Tavola 1.7 – Analisi della varianza: classi dimensionali per numero di abitanti, 2004Analisi della varianza: classi dimensionali per numero di abitanti, 2004Analisi della varianza: classi dimensionali per numero di abitanti, 2004Analisi della varianza: classi dimensionali per numero di abitanti, 2004

Retr. Totale Retr. Tabellare Retr. Accessoria(1)

Fino 15.000 ab.ti 23.766 18.373 4.514

15.000 - 50.000 ab.ti 23.854 18.463 4.378

oltre 50.000 ab.ti 23.274 18.317 4.068

Significatività 0,185 0,564 0,148

(1) La retribuzione accessoria comprende in questo caso l'indennità di comparto.

La dimensione non è quindi un elemento cui siano connessi minori o

maggiori livelli retributivi.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 36

1.61.61.61.6 La gestione retributiva vista attraverso il fondoLa gestione retributiva vista attraverso il fondoLa gestione retributiva vista attraverso il fondoLa gestione retributiva vista attraverso il fondo

L’analisi del fondo per il salario accessorio arricchisce sotto diversi profili

quanto già visto in termini puramente retributivi. Esistono certamente aree

di sovrapposizione tra i due tipi di dati, e delle differenze che è opportuno

tenere in considerazione. Il fondo è infatti la principale fonte di

finanziamento del salario accessorio, ma non vi è identità tra le due

grandezze, e questo per diversi motivi. Più precisamente esistono almeno

cinque differenze tra retribuzione accessoria e fondo, che di seguito si

riportano brevemente: i) la diversa considerazione degli impieghi per

progressioni economiche orizzontali, che sebbene siano presenti nel fondo,

sotto il profilo retributivo alimentano i cosiddetti “sviluppi economici” e

come tali si ritrovano nelle competenze fisse, non in quello accessorie; ii) lo

straordinario, l’unico istituto della retribuzione accessoria che viene

alimentato con risorse esterne al fondo; iii) la natura dei dati – di cassa quelli

retributivi, di competenza quelli relativi al fondo, iv) il riferimento temporale

parzialmente differente, derivante dal fatto che alcune poste di retribuzione

accessoria pagata nell’anno in corso (tipicamente la produttività), vengono

imputate nel fondo dell’anno precedente; v) il diverso riferimento al

personale con contratti di lavoro flessibile, non considerato nella parte

retributiva, incluso invece nei valori riguardanti il fondo.

Fatta questa opportuna precisazione, è possibile chiedersi quali siano i profili

sotto i quali il fondo arricchisca le analisi qui proposte. Cominciamo con

l’esaminare la struttura in percentuale degli impieghi nei comuni,

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 37

mettendola a confronto con quella delle regioni. I dati sono riportati nel

grafico 1.4grafico 1.4grafico 1.4grafico 1.4, che riporta le due torte relative alle due tipologie di ente.

Grafico 1.4 – Impieghi del fondo in Comuni e RegioniImpieghi del fondo in Comuni e RegioniImpieghi del fondo in Comuni e RegioniImpieghi del fondo in Comuni e Regioni Valori medi annui per dipendente, in percentuale - 2004

12%

18%

23%10%

18%

19%

Ind. Comp. Prod. P.e.o. Pos. Ris. Resp. Turni dis. Altri util.zi

6%

28%

18%31%

7%10%

Ind. Comp. Prod. P.e.o. Pos. Ris. Resp. Turni dis. Altri util.zi

Regioni

Comuni

Occorre dedicare la giusta attenzione a questo tipo di informazione. I valori

percentuali di cui si compongono le torte segnalano infatti come avviene

l’allocazione delle risorse del fondo: in maniera piuttosto differente per i

comuni e per le regioni. Segnatamente, nei comuni i principali impieghi sono

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 38

le progressioni, la produttività e le indennità di turno e disagio mentre nelle

regioni, oltre alla produttività, è molto rilevante percentualmente

soprattutto la retribuzione per posizione, risultato e specifiche

responsabilità. Il dato fondamentale che viene tuttavia omesso da una simile

rappresentazione, è quello della dimensione complessiva della torta, che a

sua volta consente di tradurre in valori assoluti, in euro, le percentuali prima

viste. Potendo così osservare differenziazioni di cruciale importanza. Il

grafico 1.5grafico 1.5grafico 1.5grafico 1.5 consente di superare quindi le criticità di una lettura che

altrimenti rimarrebbe a un livello superficiale, mostrando i valori medi annui

degli impieghi dei due fondi. Facendo le opportune somme, si viene in

questo modo a scoprire che il fondo delle regioni è capiente circa il doppio di

quello dei comuni, ed avviene così che un importo uguale, quello

dell’indennità di comparto, in entrambi i casi attestato sui 470 euro, si

traduca in un 6% del fondo delle regioni, ed in un 12% del fondo dei comuni;

è analogo il caso degli “altri utilizzi”. Il grafico volutamente conserva la

medesima scala per comuni e regioni, così da rendere evidenti le differenze.

A proposito della produttività, si osserva che in presenza di percentuali non

dissimili, i dipendenti regionali percepiscono mediamente un importo annuo

quasi triplo rispetto ai dipendenti dei comuni. La differenza maggiore si nota

per la retribuzione di posizione, risultato e per specifiche responsabilità: il

rapporto è in questo caso quasi di 1 a 6. Questo fatto tuttavia si spiega con la

particolare struttura professionale delle regioni, con un elevato numero di

dipendenti inquadrato in categoria D e con un diffuso utilizzo delle posizioni

organizzative.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 39

Grafico 1.5 – Impieghi del fondoImpieghi del fondoImpieghi del fondoImpieghi del fondo Valori medi annui per dipendente, in euro - 2004

a) Comuni a) Comuni a) Comuni a) Comuni

b) Regionib) Regionib) Regionib) Regioni

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

Ind. Comp. Prod. P.e.o. Pos. Ris.Resp.

Turni dis. Altri util.zi

474

2.079

1.286

2.309

477

703

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

Ind. Comp. Prod. P.e.o. Pos. Ris.Resp.

Turni dis. Altri util.zi

472

709 888

399 723

736

Più contenuta la differenza in ordine alle progressioni economiche

orizzontali, che valgono quasi 900 euro nei comuni, e quasi 1.300 nelle

regioni. Si tratta in entrambi i casi di un impiego che assorbe una quota

comunque rilevante del fondo (rispettivamente quasi un quarto e un quinto

del totale). Si tratta tra l’altro di quella parte di risorse del fondo che non

alimenta la retribuzione accessoria, ma che si ritrova in quella fissa, come

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 40

differenziale tra la posizione di partenza e di arrivo dopo l’avanzamento di

carriera.

In considerazione della rilevanza di questo importo, giova forse visualizzare il

movimento complessivo della struttura professionale che ha avuto luogo tra

il 2000 e il 2004, principalmente determinato proprio dagli avanzamenti di

carriera. Il grafico 1.6grafico 1.6grafico 1.6grafico 1.6 riporta la composizione percentuale della forza lavoro

dei comuni nei due anni.5 Occorre ricordare che alcune posizioni

economiche non erano ancora state introdotte nell’ordinamento nel 2000, e

che quindi risultano vuote; sono state mantenute nel grafico per facilitare

quanto più possibile il paragone fra i due anni.

In termini di aree appare sostanzialmente inalterato il peso delle due

centrali, la B e la C, che insieme contano oltre i due terzi del personale. Più

sensibili i mutamenti alle “estreme”: è evidente infatti lo svuotamento della

categoria A, ma anche la crescita della categoria D. All’interno delle aree poi,

si nota un maggiore equilibrio, particolarmente nella categoria B, dove tutte

le posizioni economiche, tranne la B6 che è di recente istituzione, hanno la

stessa rilevanza, ma anche nella categoria C, escludendo di nuovo l’ultima

posizione economica; sono le posizioni “alte” delle varie categorie ad essere

state interessate dai maggiori aumenti percentuali, ad eccezione delle

posizioni aggiunte da poco. Proprio in considerazione di queste posizioni

appena introdotte sembra vi siano ancora spazi di manovra per movimenti

ulteriori, nonostante lo slittamento in avanti del personale che si è verificato.

5 Si tratta di valori ponderati ed in questo senso rappresentativi dell’intero universo delle amministrazioni

comunali italiane.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 41

Grafico 1.6 – Composizione del personale per posizione economicaComposizione del personale per posizione economicaComposizione del personale per posizione economicaComposizione del personale per posizione economica Valori percentuali 2000

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

16%

18%

A1 A2 A3 A4 A5 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 C1 C2 C3 C4 C5 D1 D2 D3 D4 D5 D6

Valori percentuali 2004

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

14%

16%

18%

A1 A2 A3 A4 A5 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 C1 C2 C3 C4 C5 D1 D2 D3 D4 D5 D6

Il contratto per il biennio economico 2002 – 2003 ha tuttavia posto un limite

alla quantità di risorse che possono essere destinate alle progressioni

orizzontali, introducendo una distinzione tra fonti stabili e variabili. A partire

dal 2004, il disposto contrattuale ha previsto infatti l’impossibilità di

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 42

destinare ad impieghi stabili, come la gli avanzamenti orizzontali, risorse

derivanti da fonti non stabilizzate. Appare dunque cruciale quantificare e

dettagliare questa differenziazione in ordine alla tipologia di fonti. Prima di

procedere a presentare le misure di sintesi, occorre precisare il percorso

metodologico che ha consentito, in maniera differente per il 2002 e per il

2004, di riclassificare tutte le fonti in stabili e variabili.

Nel 2004 infatti, secondo quanto previsto dall’art. 31 comma 2 del CCNL del

Gennaio 2004 relativo al biennio economico 2002-2003, già nel Conto

Annuale tutte le fonti sono state immediatamente classificate come fonti

stabili e fonti variabili. Più precisamente le prime si compongono dell’eredità

storica stabilizzata, cui devono essere sommati gli incrementi delle risorse

decentrate previsti dal medesimo contratto (per un importo complessivo

pari all’1,3% del monte salari 2003). Rispetto a quanto rilevato nei conti,

sono state svolte alcune verifiche (confrontando i dati 2004 con quelli 2003)

sull’entità delle risorse stabili, al fine di depurare da eventuali aumenti non

giustificati: la sola differenza tra i valori dei due anni riguarda le risorse

decentrate dal contratto, poiché per il resto si tratta di risorse che per

definizione non mutano nel tempo. Gli importi eccedenti che si sono

riscontrati, di entità tutto sommato marginale, possono essere forse

ricondotti all'articolo 15 comma 5 (risorse per attivazione di nuovi servizi o

processi di riorganizzazione), le cui risorse si prevede siano considerate

stabili solo per la parte che abbia dato luogo a nuove assunzioni, di difficile

misurazione.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 43

Per il 2002, anno per il quale la riclassificazione non era stata prevista, si è

proceduto ad una riclassificazione ex-post, aderendo quanto più possibile

alla lettera dell’articolo prima ricordato.6 A questo proposito la tavola 1.8tavola 1.8tavola 1.8tavola 1.8

riporta in dettaglio tutte le modalità di finanziamento del fondo dal 1994 fino

al più recente contratto firmato, che è in vigore per tutto il 2005. La tavola tavola tavola tavola

1.91.91.91.9 mostra il criterio che ha ispirato questa riclassificazione. Il senso

complessivo è quello di aggregare tutte le tipologie di fonti rispetto alle

quale le amministrazioni godono di margini di autonomia gestionale. In

relazione all’articolo 15 comma 5 del Ccnl 1/4/1999 si è deciso di attribuirlo

interamente alla parte integrativa, poiché sarebbe complesso, se non

impossibile, quantificare la parte di risorse legate all’assunzione di nuove

unità di personale. Si ottiene così una grandezza cui è attribuibile un

significato economico gestionale di grande rilevanza. Si tratta delle risorse

con le quali i singoli enti hanno effettivamente integrato il Fondo per la

contrattazione di ente, a partire da disponibilità dei propri bilanci.

6 Si riportano di seguito tutte i dispositivi contrattuali riclassificati come fonti variabili: Ccnl 5/10/01 art.4, c.3 – disposizioni di legge per l’incentivazione; Ccnl 5/10/01

art.4, c.4 – sponsorizzazioni, convenzioni, tariffe; Ccnl 5/10/01 art.5 – indicatori economico finanziari; Ccnl 14/9/00 art. 30, c.4 – economie derivanti dalla

rideterminazione dell’orario dell’attività didattica; Ccnl 1/4/1999 art. 15, c. 1 lett. e – economie per trasformazione rapporti di lavoro full time in part time; Ccnl

1/4/1999 art. 15, c. 1 lett. k – disposizioni di legge per l’incentivazione; Ccnl 1/4/1999 art. 15, c. 1 lett. m – economie derivanti dalla disciplina dello straordinario; Ccnl

1/4/1999 art. 15, c. 2 – integrazione da bilancio per massimo 1,2% del monte salari 1997; Ccnl 1/4/1999 art. 15, c. 5 – attivazione di nuovi servizi o processi di

riorganizzazione finalizzati all’accrescimento dei servizi esistenti.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 44

Tavola 1.8 – Il finanziamento dei fondi a partire dal 1993Il finanziamento dei fondi a partire dal 1993Il finanziamento dei fondi a partire dal 1993Il finanziamento dei fondi a partire dal 1993 Valori percentuali sul monte salari

(1)

Biennio

Descrizione della fonte

1994-95:

rideterminazione 6,0% (1)

integrazione risorse 0,40% (2)

risorse aggiuntive da capacità di bilancio fino a: 0,50% (2)

economie di gestione fino a: 0,20% (2)

1996-97:

rideterminazione 0,25% (4)

risorse aggiuntive da capacità di bilancio fino a: 0,65% (4)

economie di gestione fino a: 0,60% (4)

1998-99:rideterminazione 0,52% (6)

riorganizzazione, produttività e qualità fino a: 1,20% (6)

nuovi servizi o accrescimento degli stessi non definito(6)

convenzioni, sponsorizzazioni e servizi a tariffa non definito(6)

risorse aggiuntive da indicatori (soluzione ponte) fino a: 2,00% (8)

2000-01:

rideterminazione 1,10% (9)

nuovi servizi o accrescimento degli stessi non definito(9)

convenzioni, sponsorizzazioni e servizi a tariffa non definito(9)

risorse aggiuntive da indicatori di bilancio non definito(9)

2002-03:

rideterminazione 0,62% (12)

nuovi servizi o accrescimento degli stessi non definito(9)

convenzioni, sponsorizzazioni e servizi a tariffa non definito(9)

risorse da equilibrio di bilancio (generalizzate) 0,50% (12)

risorse da equilibrio di bilancio (per le alte professionalità) 0,20% (12)

2004-05:

Risorse aggiuntive da equilibrio di bilancio fino a: 1,20% (13)

nuovi servizi o accrescimento degli stessi non definito(9)

convenzioni, sponsorizzazioni e servizi a tariffa non definito(9)

Fonte: elaborazione sui diversi CCNL.(1) Le % sono definite a valere sul monte salari tranne la prima, 6%, che vale sul fondo (DPR 333/90, art.5).(2)

CCNL 15/3/95, rispettivamente art. 31, c.1, art. 31, c.1 alinea a), e art 32, c.1.

(3)CCNL 16/11/95, rispettivamente art. 37, c.1, alinea b), art. 37, c.1 alinea c), e art 38, c.1.

(4)CCNL 16/5/96, rispettivamente art. 2, c.2, art. 3, c.1 e 2.

(5)CCNL 19/12/96, rispettivamente art. 3, c.2, alinea a) e b), e art. 5, c.1 e 2.

(6)CCNL 1/4/99, rispettivamente art.15, c.1, alinea j), art.15, c.2 e 5, art. 15, c.1, alinea d).

(7)CCNL 23/12/99, rispettivamente art.26, c.1, alinea d), art.26, cc.2 e 3, art.26, c.1, alinea b).

(8)Dal 2000, come previsto dal CCNL 14/9/00, all'art.48, c.3.

(9)CCNL 5/10/01, art.4, c.1 e art. 5, c.1.

(10) CCNL 12/2/02, all'art.1, cc.2 e 3, destina le risorse aggiuntive al nuovo tabellare di Lit. 70 milioni.

(11)CCNL 23/12/99, rispettivamente art.26, c.3 e c.1, alinea b).

(12)CCNL 22/01/04, art.32, c.1e segg.

(13)CCNL 9/05/06 art. 4 c. 1 e segg.

Personale delle

aree (ex livelli)

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 45

Tavola 1.9 – Medie delle variabili del fondoMedie delle variabili del fondoMedie delle variabili del fondoMedie delle variabili del fondo

2000200020002000 2002200220022002 2004200420042004

Totale Fondo(1) 2.209 3.010 3.951

di cui:

F. integrative 110 601

F. variabili 1.321

(1) Il differenziale tra il totale del fondo e le fonti variabili/integrative è dato dalle fonti stabili.

Per il 2000 si è operata una stima della media del fondo: a partire dalle fonti

stabili al 2002, sono state sottratte le risorse decentrate previste dal

contratto di biennio economico 2000-2001. A queste fonti stabili depurate si

è aggiunta una stima delle (poche) fonti variabili esistenti al 2000, ottenendo

come valore finale un fondo 2000 pari a circa 2.200 euro medi annui per

dipendente. Questa quantificazione si confronta con un valore del fondo che

nel 2002 ha raggiunto i 3000 euro pro capite.

Come accennato, per il 2004 il Conto annuale presenta una distinzione

analoga, senza pertanto offrire alcuna voce dettagliata che consenta un

qualche riscontro più specifico. Muta anche la denominazione dei due gruppi

di entrate nel fondo: le fonti integrative diventano fonti variabili. Per

riassumere l’evoluzione del fondo e delle tipologie di alimentazione, si sono

riportati i valori medi del 2000 (stimati) e del 2004 (effettivi) nel grafico 1.7.grafico 1.7.grafico 1.7.grafico 1.7.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 46

Dopo aver fotografato l’evoluzione del fondo, occorre comprendere secondo

quali direttrici esso sia evoluto. Il riferimento è all’esistenza di una relazione

tra l’entità delle risorse stabili e quella delle risorse variabili.

Grafico 1.7 – Fonti stabili e variabiliFonti stabili e variabiliFonti stabili e variabiliFonti stabili e variabili Euro annui pro-capite

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

2000 2002 2004

Fonti da CCNL Fonti integrative

Ci si chiede infatti se il passaggio da un sistema accentrato ad uno

decentrato di attivazione almeno di una parte delle risorse quali esiti abbia

avuto. Un’eredità storica rilevante ha condotto ad una maggiore o minore

attivazione di risorse variabili? Oppure, le due tipologie di fonti sono

sostanzialmente indipendenti? Quanto visto in precedenza circa la presenza

di una debole diminuzione della varianza della retribuzione totale dal 2000 al

2004 farebbe propendere per una modesta relazione compensativa sul

versante del fondo.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 47

Come mostra il grafico a dispersione (grafico 1.8grafico 1.8grafico 1.8grafico 1.8), le osservazioni presentano

una disposizione a nuvola che non lascia intravedere alcuna immediata

regolarità. Anche verifiche statistiche più accurate, come l’indice di

correlazione e tentativi di regressione con molteplici specificazioni sembrano

confermano tale conclusione.

Grafico 1.8 – Fonti stabili e variabili 2004Fonti stabili e variabili 2004Fonti stabili e variabili 2004Fonti stabili e variabili 2004 Euro annui medi per dipendente

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

- 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000

Fo

nti

vari

ab

ili

Fonti storiche

Fonti 2004

Va chiarito che si tratta in questo caso del rapporto fra due livelli monetari: il

valore pro capite in euro delle fonti stabili al 2004 con quello delle fonti

variabili. Vi è tuttavia una specifica declinazione quantitativa secondo la

quale si ha una relazione di tipo compensativo. Un fondo storicamente ricco

non ha attivato meno risorse integrative in valore assoluto, ma una minore

percentuale delle stesse risorse. Tale percentuale è calcolata come rapporto

fra fonti variabili e fonti stabili. Un fondo “ricco” non ha attivato meno fonti

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 48

variabili in assoluto, ma meno fonti variabili in senso percentuale; il grafico grafico grafico grafico

1.91.91.91.9 riporta la dispersione delle variabili.

Grafico 1.9 – Percentuale fPercentuale fPercentuale fPercentuale fonti variabilionti variabilionti variabilionti variabili e totale fondo 2004e totale fondo 2004e totale fondo 2004e totale fondo 2004

0%

20%

40%

60%

80%

100%

120%

140%

160%

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000

% F

.ti vari

ab

ili su

sta

bil

i

Fonti stabili

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 49

Capitolo 2 - LA STRUTTURA DI BILANCIO DEI COMUNI

2222.1.1.1.1 IntroduzioneIntroduzioneIntroduzioneIntroduzione

Questo secondo capitolo intende analizzare l’attuale struttura dei bilanci

delle amministrazioni comunali, che fanno parte del campione Aran con

riferimento agli anni 2001 e 2003. Si vogliono in questo modo mettere in

luce alcuni aspetti inerenti la capacità delle amministrazioni comunali circa

una gestione effettivamente autonoma del bilancio, congiuntamente ad

alcuni fattori di criticità e fragilità, che possono risultare rilevanti ai fini delle

determinazioni di politica retributiva degli enti. Alla luce di questa disamina,

tali elementi saranno infatti ripresi nel successivo e ultimo capitolo, per

essere messi direttamente in relazione alle grandezze retributive ed alla loro

evoluzione, precedentemente analizzate.

In generale è possibile affermare che la situazione di bilancio dei comuni

italiani appare variegata, sia in relazione alla localizzazione territoriale, sia in

relazione alla variabile dimensionale, intesa come popolazione residente. Si

prospetta cioè l’esistenza di una accentuata variabilità gestionale in termini

di bilancio, la cui esistenza non va tuttavia disgiunta dalla considerazione

dell’ineguale distribuzione della ricchezza e del reddito e dall’attuale

tendenza all’ampliamento delle competenze delle amministrazioni comunali.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 50

L’analisi si avvia con il tradizionale approccio degli indici di bilancio

(Autonomia fiscale effettiva, Autonomia tributaria, Autonomia gestionale,

Autonomia finanziaria, Dipendenza erariale, le cui definizioni sono riportate

schematicamente nella Tavola 2.1Tavola 2.1Tavola 2.1Tavola 2.1) prendendone in considerazione la

distribuzione e la dispersione, le statistiche di sintesi e di variabilità, e la

differenziazione per macro aree e dimensioni delle amministrazioni.

Tavola 2.1 – Definizione degli indici di bilancioDefinizione degli indici di bilancioDefinizione degli indici di bilancioDefinizione degli indici di bilancio

Indici aventi natura di competenzaIndici aventi natura di competenzaIndici aventi natura di competenzaIndici aventi natura di competenza

Indici aventi natura di cassaIndici aventi natura di cassaIndici aventi natura di cassaIndici aventi natura di cassa

Indice di dipendenza

erariale Entrate correnti

Trasferimenti dall'erario +

compartecipazione irpef

Entrate per proventi da servizi pubblici +

entrate tributarie - compartecipazione irpefIndice di autonomia

finanziaria Spese correnti

Entrate per proventi da servizi pubblici +

entrate tributarie - compartecipazione irpefIndice di autonomia

fiscale effettiva Entrate correnti

Indice di autonomia

fiscale Entrate correnti

Entrate per proventi da servizi pubblici +

entrate tributarie - compartecipazione irpef

Entrate tributarie - compartecipazione irpef

Entrate correnti

Indice di autonomia

tributaria

Indice di autonomia

gestionale

Entrate per proventi da servizi pubblici

Entrate correnti

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 51

Gli indici di bilancio sono definiti usualmente come quote rispetto ad uno

stesso totale (le entrate o le spese correnti). Questo consente di avere valori

normalizzati suscettibili di confronto fra realtà dimensionalmente diverse. La

loro somma è tuttavia costretta all'unità e questo impedisce robuste analisi

di correlazione: un'alta quota di entrate tributarie tende ovviamente a

produrre una bassa quota di entrate per trasferimenti erariali.

Verranno anche esaminati i valori pro capite per abitante, che hanno il

vantaggio di costituire di nuovo misure normalizzate e quindi confrontabili,

senza il problema di essere tra loro inversamente correlate per costruzione.

Inoltre, nelle varie specificazioni che verranno proposte, esse rappresentano

anche una precisa misura dello sforzo fiscale richiesto ai cittadini (e

all’erario) dal lato delle entrate, e del totale della spesa corrente dall’altro

lato. Infine, le statistiche pro capite verranno analizzate in un’ottica

dinamica, che consentirà di coglierne le tendenze di sviluppo nel recente

passato.

Quanto ai motivi della scelta degli anni, il 2003 è l’anno disponibile più

recente, mentre il 2001 consente una buona confrontabilità della struttura

di bilancio pur avendo una significativa differenza: a quell’epoca infatti non

era ancora stata introdotta la compartecipazione dei comuni all’Irpef,

aspetto sul quale ci si soffermerà nel prosieguo del capitolo. Recentemente

l’Istat ha diffuso la Rilevazione Rapida sui Conti Consuntivi dei Bilanci

Comunali del 2004. Ma non tutti i comuni del campione Aran sono compresi

nell’ambito di questa rilevazione.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 52

Tuttavia, prima di procedere a tali analisi di dettaglio è utile illustrare i macro

effetti di tale fenomeno che hanno interessato la composizione delle entrate

correnti dei comuni del campione, nel passaggio dal 2001 al 2003. Come si

vede nel grafico 2.1grafico 2.1grafico 2.1grafico 2.1, ad inizio periodo la quota maggiore delle entrate

correnti era costituita dai trasferimenti, pari al 43%, e quella minore dalle

entrate extratributarie, che si attestavano al 20%.

Grafico 2.1 – La struttura delle entrate correntiLa struttura delle entrate correntiLa struttura delle entrate correntiLa struttura delle entrate correnti

37%

43%

20%

Composizione entrate correnti 2001

E. tributarie Trasferimenti E. extratributarie

50%

29%

21%

Composizione entrate correnti 2003

E. tributarie Trasferimenti E. extratributarie

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 53

Nel 2003 le entrate tributarie sono ancora la quota meno rilevante (ed anche

la loro percentuale è costante), ma l’entità dei trasferimenti è radicalmente

ridimensionata, al 29%, mentre le entrate tributarie costituiscono ormai la

metà delle entrate correnti (mentre prima erano il 37%). Tale rovesciamento

di fronte è interamente determinato dall’introduzione della

compartecipazione Irpef, avvenuta nel corso dell’arco temporale

considerato, che ha sostituito una rilevante quota di trasferimenti erariali.

Tuttavia, come verrà successivamente specificato, poiché a questa

sostituzione non ha ancora fatto riscontro una reale maggiore autonomia di

gestione del bilancio da parte delle amministrazioni, si preferisce d’ora in

avanti considerare la compartecipazione Irpef alla stregua di un

trasferimento erariale, e come tale verrà trattata di seguito.

Prima di procedere nell'analisi, è forse utile riportare brevemente gli esiti del

confronto fra i dati relativi agli indici di bilancio del campione che qui si

analizza, con quelli riferiti all'intero universo per il 2003, sebbene per un

ristretto panel di indicatori. Occorre ricordare che il campione qui analizzato

è tarato su variabili retributive, con la finalità esplicita di misurare con un

buon grado di precisione la dinamica retributiva dell'universo degli oltre

8000 Comuni italiani.

Nell’utilizzo del Campione per stimare i livelli retributivi ci si deve

accontentare di un minimo grado di precisione statistica. Va segnalato

comunque che le verifiche effettuate hanno evidenziato esiti del tutto

soddisfacenti anche sotto questo profilo. Quello che si vuole sottolineare è

che ben diverse appaiono a priori le garanzie di rappresentatività del

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 54

campione sotto il profilo degli indicatori di bilancio. Non è infatti neppure

richiesto dal disegno della ricerca che i valori misurati nel campione siano

generalizzabili. L'obiettivo dell'indagine è osservare quali valori di bilancio

sono associati a determinati dinamiche o livelli retributivi,

indipendentemente dal fatto che i livelli riscontrati degli indici siano

rappresentativi dell'universo. In ogni caso sembra importante presentare,

alcuni elementi di paragone tra i valori di bilancio del campione e quelli

rilevati nell'universo, relativamente ai tre più importanti indici di bilancio. Per

quanto riguarda l'autonomia tributaria, il valore riscontrato nel campione è

pari al 39%, contro il 43% dell'universo. Con riferimento all'autonomia

gestionale, a fronte di un 11% nel campione, in complesso gli oltre 8000

comuni italiani arrivano al 13%. Diversamente, la dipendenza erariale appare

di poco superiore nel campione, laddove si attesta al 47%, rispetto

all'universo, 44%. Appare dunque che, nonostante il disegno del campione

non fornisse nessuna garanzia teorica di rappresentatività dei valori di

bilancio, di fatto gli scostamenti siano sostanzialmente contenuti. In termini

operativi, ciò significa che i risultati ottenuti nel Capitolo 3 non sono inficiati

dal fatto di basarsi su di un Campione distorto sul versante degli equilibri di

bilancio.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 55

2.22.22.22.2 Gli indici di bilancioGli indici di bilancioGli indici di bilancioGli indici di bilancio

L’autonomia di bilancio di cui dispone un ente è uno dei principali indicatori

che si osservano al fine di valutarne l’affidabilità finanziaria. Essa è

rappresentata dall’Autonomia tributaria, ovvero la quota delle entrate

tributarie proprie (esclusa la compartecipazione Irpef) rispetto alle entrate

correnti. Tanto maggiore è l’Autonomia tributaria, tanto maggiore è la

capacità di far fronte al pagamento dei debiti, senza dover dipendere dai

trasferimenti erariali.

La prima figura riportata nel grafico 2.2grafico 2.2grafico 2.2grafico 2.2 ne mostra la densità di frequenza:

sulle ascisse sono riportati intervalli di pari ampiezza dei valori assunti dalla

variabile, sulle ordinate il numero di osservazioni per ciascuno degli intervalli

dei valori. Il range di valori è davvero elevato, poiché la maggioranza delle

osservazioni si situa tra il 20% e il 60%, sia nel 2001, sia nel 2003.7

Il secondo grafico illustra la dispersione dei valori osservati, ordinati in senso

crescente rispetto alla popolazione8. Nel caso specifico si osserva una nuvola

di punti, a testimoniare l’assenza di correlazione con la dimensione dell’ente.

Nella tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2 vengono poi riportate tutte le medie, complessive e

partizionali, per entrambi gli anni, ed i rispettivi coefficienti di variazione. Per

il solo totale nazionale viene riportato anche lo scarto interdecilico, ovvero lo

scarto fra il minimo e il massimo considerando l'80% centrale delle

7 Giova ricordare che tale indice non tiene conto della compartecipazione Irpef, fatto questo che spiega la

sua stabilità nel tempo.

8 La popolazione, riportata sull’asse delle ascisse, è presentata in scala logaritmica.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 56

osservazioni (in altri termini, escludendo le code nella misura del 10% delle

osservazioni per ciascuna di esse). Rispetto alla media nazionale del 39%,

stabile nel periodo esaminato, i valori del centro e del nord (tra il 41% e il

46%) risultano maggiori rispetto al sud, (31% nel 2001) il quale tuttavia nel

2003 ha lievemente visto ridursi la distanza, raggiungendo il 33% di

Autonomia tributaria. I livelli di variabilità di questo indicatore, misurati dal

coefficiente di variazione attestato su 0,36 e stabile nel tempo, sono

significativamente divaricati tra i comuni piccoli,9 tra i quali raggiungono lo

0,41, rispetto agli enti di maggiori dimensioni, laddove rimangono allo 0,29.

Minori le divergenze tra i coefficienti di variazione delle macro aree, con il

massimo nel meridione (0,37) e il minimo al nord est (0,27). Un ulteriore

modo per valutare l’effettiva capacità di gestione autonoma del bilancio è

rappresentato dall’Autonomia gestionale, ovvero il rapporto tra i proventi

dei servizi pubblici e le entrate correnti. In questo caso le figure della densità

di frequenza nel grafico 2.3grafico 2.3grafico 2.3grafico 2.3 mostrano che per la maggioranza dei comuni il

livello di Autonomia gestionale si situa al di sotto del 25%, anche in questo

caso con una dispersione a nuvola che indica l’assenza di una netta

correlazione con la popolazione. Sembra tuttavia di poter osservare come

per un certo numero di amministrazioni di dimensioni intermedie

l’Autonomia gestionale si ponga su valori decisamente più elevati.

9 I comuni sono stati classificati in "piccoli" e "grandi" sulla base della soglia dei 20mila abitanti, risultata

rilevante in precedenti analisi econometriche.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 57

Grafico 2.2 – Autonomia tributariaAutonomia tributariaAutonomia tributariaAutonomia tributaria Densità di frequenza e dispersione

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2001

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2003

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Grafico 2.3 – Autonomia gestionaleAutonomia gestionaleAutonomia gestionaleAutonomia gestionale Densità di frequenza e dispersione

Valori dell'indice Popolazione (sc. Log.ca)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2001

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2003

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 58

Ta

vola

2.2

- G

li i

nd

ici

di

bil

an

cio

,T

avo

la 2

.2 -

Gli

in

dic

i d

i b

ila

nci

o,

Ta

vola

2.2

- G

li i

nd

ici

di

bil

an

cio

,T

avo

la 2

.2 -

Gli

in

dic

i d

i b

ila

nci

o,

Co

mu

ni d

el c

am

pio

ne

(med

ie e

co

effi

cien

ti d

i va

ria

zio

ne)

med

ia

CV

sca

rto

(1)

med

ia

CV

m

edia

C

V

med

ia

CV

m

edia

C

V

med

ia

CV

m

edia

C

V

20

01

20

01

20

01

20

01

Au

ton

om

ia t

rib

uta

ria

0,3

9

0,3

5

0

,34

0,4

6

0,2

7

0,4

3

0,2

2

0,4

3

0,2

9

0,3

1

0,4

1

0,4

0

0,2

8

0,3

8

0,4

1

Au

ton

om

ia g

esti

on

ale

0,1

4

0,7

5

0

,19

0,1

5

0,6

9

0,1

8

0,7

3

0,1

6

0,6

6

0,1

0

0,7

6

0,1

3

0,7

2

0,1

5

0,7

7

Au

ton

om

ia f

isca

le e

ff.

0,4

6

0,4

3

0

,52

0,5

7

0,2

6

0,5

9

0,2

0

0,5

3

0,3

5

0,3

2

0,5

3

0,5

0

0,3

6

0,4

4

0,4

8

Dip

end

enza

era

rial

e0

,48

0

,44

0,5

5

0

,35

0

,36

0

,34

0

,34

0

,41

0

,47

0

,65

0

,26

0

,44

0

,44

0

,51

0

,43

Au

ton

om

ia f

inan

ziar

ia0

,55

0

,30

0,4

3

0

,65

0

,22

0

,64

0

,16

0

,60

0

,21

0

,43

0

,34

0

,55

0

,25

0

,56

0

,34

Inci

den

za s

pes

a p

erso

nal

e0

,38

0

,24

0,2

4

0

,34

0

,21

0

,34

0

,17

0

,38

0

,20

0

,43

0

,23

0

,38

0

,20

0

,39

0

,27

20

03

20

03

20

03

20

03

Au

ton

om

ia t

rib

uta

ria

0,3

9

0,3

6

0

,34

0,4

6

0,3

3

0,4

3

0,2

7

0,4

1

0,3

2

0,3

3

0,3

7

0,4

1

0,2

9

0,3

9

0,4

1

Au

ton

om

ia g

esti

on

ale

0,1

1

0,6

4

0

,17

0,1

3

0,5

4

0,1

4

0,5

9

0,1

2

0,5

6

0,0

9

0,7

3

0,1

1

0,5

6

0,1

2

0,6

8

Au

ton

om

ia f

isca

le e

ff.

0,4

4

0,4

1

0

,45

0,5

2

0,3

2

0,5

4

0,2

6

0,4

6

0,3

7

0,3

4

0,4

9

0,4

7

0,3

6

0,4

2

0,4

6

Dip

end

enza

era

rial

e0

,47

0

,40

0,4

6

0

,37

0

,37

0

,35

0

,35

0

,42

0

,37

0

,60

0

,28

0

,44

0

,39

0

,49

0

,40

Au

ton

om

ia f

inan

ziar

ia0

,55

0

,34

0,4

3

0

,65

0

,28

0

,62

0

,24

0

,56

0

,30

0

,45

0

,35

0

,55

0

,28

0

,55

0

,37

Inci

den

za s

pes

a p

erso

nal

e0

,38

0

,26

0,2

2

0

,33

0

,24

0

,35

0

,25

0

,37

0

,25

0

,44

0

,22

0

,38

0

,26

0

,39

0

,27

Fon

te: E

lab

ora

zio

ni r

ef.

ref.

ref.

ref.

su

Cer

tifi

cati

di c

on

to c

on

sun

tivo

.(1

)Sc

arto

inte

rdec

ilico

ITA

LIA

ITA

LIA

ITA

LIA

ITA

LIA

sud

sud

sud

sud

gra

nd

ig

ran

di

gra

nd

ig

ran

di

pic

coli

pic

coli

pic

coli

pic

coli

no

rd e

stn

ord

est

no

rd e

stn

ord

est

no

rd o

vest

no

rd o

vest

no

rd o

vest

no

rd o

vest

cen

tro

cen

tro

cen

tro

cen

tro

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 59

Le medie, riportate in tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2, fanno osservare che si è passati dal 14% del

2001 all’11% del 2003, un calo generalizzato che ha interessato tutte le

partizioni, sebbene in misura inferiore il meridione. Questa tuttavia si

conferma come la zona con i livelli più bassi di Autonomia gestionale, pari al

9% nel 2003, un dato di una certa gravità se considerato congiuntamente ai

bassi livelli di Autonomia tributaria. Sono i comuni del nord-est quelli con la

maggiore Autonomia gestionale (18%). Le differenziazioni tra comuni grandi

e piccoli non sembrano rilevanti. Al contrario, il coefficiente di variazione

registra ovunque valori piuttosto elevati.

Può essere utile esaminare la situazione appena delineata in conto

competenza sul versante della cassa. L'Autonomia fiscale effettiva misura la

quota di riscossioni sia dei tributi propri sia per servizi erogati, in rapporto al

totale delle entrate. Il grafico 2.4grafico 2.4grafico 2.4grafico 2.4 riporta le consuete figure su densità di

frequenza e dispersione rispetto alla popolazione. In tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2 sono

riportate le medie e i coefficienti di variazione per il 2001 e il 2003. L'indice

tra i due anni presenta una dinamica leggermente negativa, passando dal

46% al 44%. Tale dinamica è diffusa in tutte le partizioni considerate, ed è

più marcata nei comuni del centro. Diversamente, nel meridione si ha una

evoluzione positiva, dal 32% al 34%: nonostante ciò il sud rimane la zona con

la minore Autonomia fiscale effettiva. I livelli di variabilità sono moderati, e

non particolarmente differenziati con eccezione ancora del meridione, che

presenta un coefficiente di variabilità pari a 0,49. I comuni caratterizzati da

bassa Autonomia tributaria e bassa Autonomia gestionale sono di

conseguenza contraddistinti da un’elevata quota di trasferimenti rispetto

alle entrate correnti, o Dipendenza erariale. Le medie, riportate in tavola 2.2,

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 60

mostrano una sostanziale invarianza a livello nazionale. Ad un primo esame

tale dato appare in contraddizione con quanto visto in apertura di capitolo,

laddove si osservava che tra il 2001 e il 2003 la quota di trasferimenti sul

totale delle entrate correnti è diminuita, per l’introduzione dell’istituto della

compartecipazione delle amministrazioni comunali all’imposta sul reddito.

Così non è, e l’apparente contraddizione è spiegata dal fatto che l’indice di

Dipendenza erariale per il 2003 è stato calcolato sommando anche l’importo

relativo alla compartecipazione Irpef, proprio come accennato all’inizio.

Questo per tenere conto del fatto che tale istituto ha semplicemente

sostituito una quota dei trasferimenti, senza nessun ampliamento della

effettiva capacità di gestione autonoma del bilancio da parte delle

amministrazioni. Viene così spiegata la stabilità dell’indice di Dipendenza

erariale, stabilità che si ripresenta in tutte le partizioni, con la sola eccezione

del meridione, dove si osserva una lieve flessione. In ogni caso, i livelli di

Dipendenza erariale tra le partizioni geografiche appaiono molto

differenziati: se il settentrione si situa tra il 35% e il 37%, il sud nel 2003

arriva al 60%; il centro è in linea con la media nazionale. Bassa al contrario la

differenziazione legata alle dimensioni, e il grafico 2.5grafico 2.5grafico 2.5grafico 2.5 conferma l’assenza di

un legame diretto con la popolazione. I valori del coefficiente di variazione

appaiono non eccessivi, e pari nel 2003 a 0,40 su base nazionale. Non si

riscontrano forti divaricazioni tra le partizioni, con valori che oscillano tra

0,28 del meridione e il 0,40 dei Comuni al di sotto dei 20mila abitanti.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 61

Grafico 2.4 – Autonomia fiscale effettivaAutonomia fiscale effettivaAutonomia fiscale effettivaAutonomia fiscale effettiva Densità di frequenza e dispersione

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2001

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2003

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Grafico 2.5 – Dipendenza erarialeDipendenza erarialeDipendenza erarialeDipendenza erariale Densità di frequenza e dispersione

Valori dell'indice Popolazione (sc. Log.ca)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2001

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2003

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 62

È inoltre molto rilevante, per valutare la sostenibilità dell’esposizione

debitoria di un comune, il rapporto tra entrate proprie e spese correnti, o

Autonomia finanziaria, che sta ad indicare il livello di copertura autonoma

che il comune è in grado di dare rispetto alle dimensioni della spesa pubblica

corrente che viene erogata. Il grafico 2.6grafico 2.6grafico 2.6grafico 2.6 mostra che la maggioranza dei

Comuni presenta livelli di autonomia finanziaria compresi tra il 30% e l’80%,

una situazione quindi molto differenziata, e non direttamente legata alla

numerosità della popolazione. Se si osservano le medie, in tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2tavola 2.2, si nota

che il valore medio è costante tra il 2001 il 2003, e pari al 55%, ma con livelli

di variabilità in crescita in tutte le partizioni. Nessuna differenziazione si

osserva tra comuni di diversa dimensione, mentre si registra una

diminuzione della media dei comuni del centro Italia, dal 60% al 56%, ed una

lieve crescita di quelli del meridione, dal 43% al 45%, fatto questo che

tuttavia non modifica la caratterizzazione del meridione come macro area

con i livelli più bassi. Ciò significa che il sud non solo ha un basso livello di

attivazione di entrate proprie rispetto alle entrate correnti (come visto nel

caso dell’Autonomia tributaria e dell’Autonomia gestionale) ma anche

rispetto alle spese correnti si verifica un’arretratezza dei livelli delle entrate

proprie.

Appare infine utile focalizzare l’attenzione su uno dei settori della spesa

corrente caratterizzati da maggiore rigidità e senza dubbio rilevante in

termini quantitativi: quello della spesa per il personale, misurata in rapporto

al totale della spesa corrente (o Incidenza della spesa per personale). I livelli

dell’indice non sono per nulla differenziati su base dimensionale, mentre

alcune divaricazioni si colgono lungo la penisola: i valori più bassi sono quelli

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 63

del nord, che oscillano nel 2003 tra il 33% e il 35%, mentre quelli più alti si

osservano nel meridione, dove nel 2003 si sono attestati mediamente sul

44%. Anche i livelli di variabilità sono fra i più contenuti ed indifferenziati tra

quelli di tutti gli indicatori esaminati, a parziale riprova della forte rigidità di

questo elemento di spesa. Il grafico 2.7grafico 2.7grafico 2.7grafico 2.7 mostra una distribuzione a nuvola

per l’indice di dipendenza della spesa per il personale rispetto alla variabile

dimensionale, e valori che per la maggior parte dei comuni sono compresi

tra il 30% e il 60%.

2.32.32.32.3 I I I I valori pro capite e la dinamicavalori pro capite e la dinamicavalori pro capite e la dinamicavalori pro capite e la dinamica

L’analisi tradizionale impiega gli indici di bilancio, i quali sono quote rispetto

al totale delle entrate o delle spese correnti, e non consente di apprezzare

una informazione sostanziale, che occorre tenere in considerazione se si

vuole fornire un quadro esauriente della struttura di bilancio dei comuni:

l’entità delle voci totali rispetto a cui si calcolano tali percentuali. In altri

termini, riflettere sempre sulle "fette di una torta" porta a non considerare la

grandezza della torta, e di conseguenza anche la grandezza relativa degli

spicchi di torte differenti.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 64

Grafico 2.6 – Autonomia finanziariaAutonomia finanziariaAutonomia finanziariaAutonomia finanziaria Densità di frequenza e dispersione

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2001

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2003

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Grafico 2.7 – Incidenza spese per il personaleIncidenza spese per il personaleIncidenza spese per il personaleIncidenza spese per il personale Densità di frequenza e dispersione

Valori dell'indice Popolazione (sc. Log.ca)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,15 0,30 0,45 0,60 0,75 0,90

2001

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60

2003

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 65

È questa la ragione per la quale viene proposta ora un’analisi dei valori pro

capite delle stesse grandezze esaminate nel precedente paragrafo, secondo

il medesimo ordine ma con un focus sul valore assoluto pro capite10.

Il grafico 2.8grafico 2.8grafico 2.8grafico 2.8 riporta la densità di frequenza e la dispersione delle entrate

tributarie11 nel 2001 e 2003. La figura che riporta la densità di frequenza

mostra che tra i due anni si osserva una lieve diminuzione del grado di

concentrazione: se nel 2001 i valori massimi oscillavano entro i 600 euro

annui pro capite, nel 2003 tale soglia viene superata, sebbene in un numero

limitato di casi. Uno sguardo alla tavola 2.3tavola 2.3tavola 2.3tavola 2.3, che riporta le medie e i

coefficienti di variazione totali e partizionali in ambedue gli anni (e lo scarto

interdecilico per la sola media nazionale), conferma questo dato: la media

nazionale è passata dai 301 euro ai 333 pro capite, ed anche il coefficiente di

variazione segna un aumento di analoga entità. L’aumento è molto marcato

al nord ovest, dove si passa dai 374 ai 433 euro medi pro capite, ed anche al

sud, con un incremento da 207 a 241 euro. I livelli di variabilità sono più

elevati al nord. Inoltre, osservando il grafico a dispersione, a differenza degli

indici tradizionali di bilancio, appare una qualche relazione fra il valore delle

entrate tributarie pro capite e la dimensione municipale. In effetti, anche le

medie indicano una frattura fra comuni grandi e piccoli, con una differenza

di circa 70-80 euro a favore dei centri di maggiori dimensioni. Sempre sotto

profilo dimensionale, si osserva come nel 2003 si siano tuttavia colmate le

differenze tra i livelli di variabilità dei due gruppi di enti.

10 Si è utilizzato per la popolazione il dato medio riferito agli anni 2001 e 2004.

11 Al netto della compartecipazione Irpef.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 66

Grafico 2.8 – Entrate tributarie proEntrate tributarie proEntrate tributarie proEntrate tributarie pro----capitecapitecapitecapite Densità di frequenza e dispersione

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

50 150 250 350 450 550 650

2001

R² = 0,1477

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0 150 300 450 600 750 900

2003

R² = 0,1294

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Grafico 2.9 – Proventi per servizi pubblici proProventi per servizi pubblici proProventi per servizi pubblici proProventi per servizi pubblici pro----capitecapitecapitecapite Densità di frequenza e dispersione

Euro procapite Popolazione (sc. Log.ca)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0 100 200 300 400 500 600

2001

0

100

200

300

400

500

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0 100 200 300 400 500 600

2003

0

100

200

300

400

500

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 67

Per quanto attiene i proventi da servizi pubblici, si registra una diminuzione

del valore pro capite medio tra i due anni, che passa da 115 euro a 97.

Questo trend, comune a tutte le partizioni, è particolarmente brusco nel

nord est, dove si passa da una media di 168 euro medi annui pro capite a

129. Nonostante questo tuttavia il nord est rimane la partizione con il livello

massimo di questa tipologia di entrate. Al contrario, la diminuzione è meno

marcata al sud, che passa da 78 a 71, confermandosi come la macro area

con il minor livello di proventi per servizi pubblici. Le differenziazioni rispetto

alla dimensione degli enti appaiono invece inesistenti, a conferma di quanto

mostra la figura a dispersione, disposta secondo una nuvola di punti,

riportata nel grafico 2.9grafico 2.9grafico 2.9grafico 2.9. Anche la rappresentazione della densità di

frequenza mostra come la maggior parte delle amministrazioni comunali

presenti un valore ben al di sotto dei 200 euro. La variabilità appare in decisa

diminuzione, con un coefficiente di variazione complessivo che passa dal

104% al 74%. Unica eccezione il meridione, laddove la diminuzione è di

appena due punti percentuali, attestandosi sull’86%.

La somma di questi due primi indicatori costituisce la pressione locale,

ovvero lo sforzo fiscale che le amministrazioni comunali richiedono ai propri

concittadini. Appare utile analizzare la distribuzione di questa grandezza

poiché le sue caratteristiche non sono indagabili come mera somma delle

due osservate in precedenza. L’andamento opposto delle medie complessive

dei due addendi (le entrate tributarie in aumento, le entrate per proventi da

servizi pubblici in diminuzione) si sintetizzano in una leggera crescita della

pressione locale, che passa dai 423 euro medi annui pro capite ai 436, con

un livello di variabilità complessivamente stabile. Questa rappresentazione

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 68

sintetizza tuttavia situazioni partizionali fortemente divaricate: al centro e al

nord est si registra infatti una diminuzione sensibile: rispettivamente da 486

a 474, e da 552 a 518. Al contrario nelle altre zone si ha un aumento, brusco

al nord ovest, dove si passa dai 506 ai 553 euro medi annui pro capite: in

questo modo nel 2003 è il nord ovest la macroarea con i maggiori livelli di

pressione locale. La pressione locale è inoltre differenziata sulla base della

distinzione tra comuni grandi (483 euro nel 2003) e piccoli (398) ma gli

andamenti nel periodo 2001-2003 sono in entrambi i casi lievemente

crescenti. La figura riportata nel grafico 2.10grafico 2.10grafico 2.10grafico 2.10 mostra comunque come non sia

rinvenibile un legame così netto con la popolazione, mentre la figura della

densità di frequenza mostra che la maggioranza degli enti ha un livello della

pressione locale compreso tra i 200 euro e i 700 euro medi annui pro capite.

Analizziamo quindi, come ultima voce, l’entità dei trasferimenti erariali.12 Le

figure della densità di frequenza riportate nel grafico 2.11grafico 2.11grafico 2.11grafico 2.11 mostrano che

nella maggioranza delle amministrazioni comunali i valori medi pro capite

oscillano tra i 200 e i 600 euro. Le figure a dispersione non mostrano una

relazione tra popolazione ed entità dei trasferimenti. La distinzione

dicotomica tra grandi e piccoli riportata nella tavola 2.2 consente di cogliere

una qualche differenziazione, con i comuni con una popolazione residente

inferiore ai 20mila abitanti hanno un livello di trasferimenti dall'erario

mediamente pari a 332 euro pro capite, contro i 345 dei comuni di maggiori

dimensioni. Una maggiore differenziazione si osserva, sempre a proposito

della dimensione, per quanto attiene i livelli di variabilità: il coefficiente di

12 Il dato comprende i valori relativi alla compartecipazione Irpef.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 69

variazione dei comuni piccoli è di 0,72, mentre quello dei comuni oltre la

soglia dei 20mila è del 38%, a fronte di un coefficiente medio del 59%. La

dinamica 2001-2003, osservabile a partire dai dati presentati nella medesima

tavola 2.3, vede un incremento dai 321 euro di inizio periodo fino ai 338

euro pro capite del 2003. Tale dinamica positiva si riscontra in tutte le

partizioni, su valori intorno ai 20 euro, con la sola eccezione delle regioni

meridionali, dove l'incremento è di appena 4 euro, per un valore di fine

periodo pari a 417 euro, di gran lunga il livello più alto riscontrato. Viceversa,

il livello inferiore si osserva nel nord est, dove nel 2003 ci si attesta sui 268

euro medi annui pro capite. Per quanto attiene le misure di variabilità, tutte

le partizioni geografiche si attestano su livelli analoghi a quello complessivo,

con l'eccezione del centro, con un valore di 0,34.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 70

Tav.

2.3

- M

edie

e c

oef

fici

enti

di

vari

azio

ne

dei

val

ori

pro

cap

ite

di b

ilan

cio

Tav.

2.3

- M

edie

e c

oef

fici

enti

di

vari

azio

ne

dei

val

ori

pro

cap

ite

di b

ilan

cio

Tav.

2.3

- M

edie

e c

oef

fici

enti

di

vari

azio

ne

dei

val

ori

pro

cap

ite

di b

ilan

cio

Tav.

2.3

- M

edie

e c

oef

fici

enti

di

vari

azio

ne

dei

val

ori

pro

cap

ite

di b

ilan

cio

med

ia

cv

sca

rto

inte

rdec

ilico

m

edia

cv

med

ia

cvm

edia

cv

med

ia

cvm

edia

cv

med

ia

cv

2001

Ent

rate

trib

utar

ie p

ro c

apite

301

0,

57

32

7

342

0,

37

37

1

0,69

374

0,

45

20

7

0,40

341

0,

47

26

8

0,65

Pro

vent

i da

serv

izi p

ubbl

ici p

ro c

apite

115

1,

04

21

4

134

0,

81

16

8

1,08

125

0,

99

78

0,88

112

0,

93

11

8

1,12

Pre

ssio

ne lo

cale

pro

cap

ite42

3

0,57

447

48

6

0,36

552

0,

66

50

6

0,44

285

0,

40

46

0

0,46

391

0,

66

Tras

ferim

enti

pro

capi

te32

1

0,59

360

27

7

0,38

250

0,

48

25

5

0,58

413

0,

55

32

9

0,42

314

0,

71

2003

Ent

rate

trib

utar

ie p

ro c

apite

333

0,

63

32

7

360

0,

35

37

7

0,57

433

0,

72

24

1

0,40

379

0,

64

29

5

0,59

Pro

vent

i da

serv

izi p

ubbl

ici p

ro c

apite

97

0,

74

15

7

105

0,

57

12

9

0,74

111

0,

57

71

0,86

96

0,

60

97

0,84

Pre

ssio

ne lo

cale

pro

cap

ite43

6

0,59

450

47

4

0,35

518

0,

54

55

3

0,63

314

0,

40

48

3

0,58

398

0,

58

Tras

ferim

enti

pro

capi

te33

8

0,59

361

31

0

0,34

268

0,

51

27

5

0,59

417

0,

57

34

5

0,38

332

0,

72

Fo

nte

: E

lab

ora

zio

ni ref.

su

Cert

ific

ati

di co

nto

co

nsu

nti

vo

.

pic

coli

no

rd e

stn

ord

ove

stIT

AL

IAce

ntr

osu

dg

ran

di

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 71

Grafico 2.10 – Pressione locale proPressione locale proPressione locale proPressione locale pro----capitecapitecapitecapite

Densità di frequenza e dispersione

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

50 200 350 500 650 800 950

2001

0

250

500

750

1000

1250

1500

1750

2000

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

50 200 350 500 650 800 950

2003

0

250

500

750

1000

1250

1500

1750

2000

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Grafico 2.11 – TrasferTrasferTrasferTrasferimenti proimenti proimenti proimenti pro----capitecapitecapitecapite Densità di frequenza e dispersione

Euro procapite Popolazione (sc. Log.ca)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0 200 400 600 800 1000 1200

2001

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

22

0 200 400 600 800 1000 1200

2003

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

100 1000 10000 100000 1000000 10000000

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 72

2.42.42.42.4 Convergenza dei valori pro capite e correlazioneConvergenza dei valori pro capite e correlazioneConvergenza dei valori pro capite e correlazioneConvergenza dei valori pro capite e correlazione

Un altro modo per offrire una rappresentazione di tipo dinamico di queste

variabili è quello di porre in relazione la variazione intercorsa fra il 2001 e il

2003 con i loro valori al 2001. Questa ulteriore analisi è mostrata nei grafici nei grafici nei grafici nei grafici

2.12 e 2.132.12 e 2.132.12 e 2.132.12 e 2.13 in relazione ai due indicatori pro capite principali, e cioè la

pressione locale e i trasferimenti. L'idea è quella di verificare se si sia

manifestata una qualche tendenza a convergere verso valori più simili tra i

vari comuni. In questo caso, nelle amministrazioni con una elevata pressione

locale dovrebbe riscontrarsi una crescita più contenuta (o una diminuzione

più consistente). Come si può vedere dal grgrgrgrafico 2.12afico 2.12afico 2.12afico 2.12 non appare alcuna

evidenza di regolarità. Nella maggior parte dei casi le variazioni intercorse si

pongono fra più e meno 100 euro. Per le amministrazioni con una pressione

maggiore nel 2001 si osservano mutamenti di entità, in un senso o nell'altro,

con una frequenza simile.

Ciò sembra avvalorare la tesi che non abbia operato alcun meccanismo di

imitazione o comparazione fra comuni, ma che ciascuno abbia seguito una

propria politica tributaria indipendente. La stessa conclusione vale anche per

le singole componenti della pressione locale, cioè le entrate tributarie ed i

proventi dei servizi pubblici (non illustrati graficamente).

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 73

Grafico 2.12 – Pressione locale proPressione locale proPressione locale proPressione locale pro----capitecapitecapitecapite Livelli 2001 e variazione 2001-2004 (euro pro-capite)

Livelli 2001

-300

-200

-100

0

100

200

300

400

0 200 400 600 800 1.000

Il grafico 2.13grafico 2.13grafico 2.13grafico 2.13 propone la stessa analisi per i trasferimenti pro capite. In

questo caso la relazione, prima del tutto assente, sembra trovare un parziale

riscontro. Se si eccettuano alcuni valori al margine in alto a destra, pare di

non poter escludere che le diminuzioni più sostenute si presentino a carico

delle amministrazioni con trasferimenti più cospicui nel 2001. Questa

tendenza, pur non apparendo caratterizzata da un'elevata robustezza, indica

la messa in atto nel periodo di una certa restrizione verso le amministrazioni

che potevano disporre nel 2001 di maggiori trasferimenti dal centro. Si

avvalora in questo modo l'idea che nelle amministrazioni si vada senza più

affermando una percezione di poter far conto in modo diverso sulle varie

voci di entrata.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 74

Grafico 2.13 – Trasferimenti proTrasferimenti proTrasferimenti proTrasferimenti pro----capitecapitecapitecapite Livelli 2001 e variazione 2001-2004 (euro pro-capite)

Livelli 2001

-300

-250

-200

-150

-100

-50

0

50

100

150

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900

Può essere infine utile verificare l'esistenza di eventuali relazioni di

correlazione tra alcuni dei valori pro capite esaminati. Ci si riferisce in questo

caso ai valori del 2003, e l'elaborazione è stata svolta, oltre che per l'insieme

dei comuni, anche per i due sottoinsiemi legati alla dimensione. I risultati

sono riportati nella tavola 2.4tavola 2.4tavola 2.4tavola 2.4. Con riferimento all'intero campione, si osserva

un discreto livello di correlazione tra le entrate tributarie, al netto della

compartecipazione Irpef, e i proventi per i servizi erogati, pari a 33%, con

buoni livelli di significatività. Tuttavia, distinguendo per dimensione, si

registra un legame più forte tra i comuni piccoli, del 43%, ed una relazione

più debole per gli enti di dimensioni maggiori, in entrambi i casi comunque

con livelli di significatività molto alti. In altri termini, esiste una certa

associazione tra livelli elevati di entrate tributarie pro capite e proventi

derivanti dai servizi erogati, e viceversa, più forte nei comuni con

popolazione inferiore ai 20mila abitanti. In generale si osserva quindi che le

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 75

amministrazioni che hanno attivato un elevato livello di entrate tributarie

locali tendono ad applicare la medesima politica in termini di proventi

ottenuti dall'erogazione di servizi a pagamento. Non appare assolutamente

un rapporto di sostituzione tra le due tipologie di entrata.

Tavola 2.4 – Correlazione dei valori proCorrelazione dei valori proCorrelazione dei valori proCorrelazione dei valori pro----capitecapitecapitecapite Dati al 2003

Complesso del campioneComplesso del campioneComplesso del campioneComplesso del campioneIndice di

correlazione

Probabilità di non

correlazione

Entrate tributarie

Proventi da servizi pubblici

Pressione locale

Trasferimenti

Comuni piccoliComuni piccoliComuni piccoliComuni piccoliIndice di

correlazione

Probabilità di non

correlazione

Entrate tributarie

Proventi da servizi pubblici

Pressione locale

Trasferimenti

Comuni GrandiComuni GrandiComuni GrandiComuni GrandiIndice di

correlazione

Probabilità di non

correlazione

Entrate tributarie

Proventi da servizi pubblici

Pressione locale

Trasferimenti

0.334** 0,000

-0.208** 0,005

0.284** 0,009

0,704-0,043

0,0000.426**

-0.304** 0,002

Questa sostituibilità si riscontra invece tra pressione locale e trasferimenti.

Tuttavia, se complessivamente si registra una correlazione negativa del 21%,

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 76

la statistica relativa ai comuni grandi indica una totale mancanza di

correlazione. Al contrario, tra i comuni piccoli l'indice di correlazione si

attesta su livelli appena superiori al 30%, con elevati livelli di significatività, e

segno negativo. Ciò significa che nei comuni piccoli a livelli elevati di

pressione locale pro capite, si accompagno spesso livelli bassi di

trasferimenti erariali, e viceversa. Un legame invece del tutto assente tra i

comuni più grandi.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 77

Capitolo 3 – LE RELAZIONI TRA GRANDEZZE DI BILANCIO E VARIABILI RETRIBUTIVE

3.13.13.13.1 IntroduzioneIntroduzioneIntroduzioneIntroduzione

I capitoli precedenti sono stati dedicati a delineare i contorni del quadro che

ora si vuole sintetizzare. In particolare, il primo capitolo ha consentito di

esaminare i livelli retributivi e la loro dinamica riferiti al campione dei comuni

Aran, nel periodo 2000-2004: prendendo avvio dal quadro contrattuale

passato di riferimento, oggetto di analisi sono stati anche la variabilità fra gli

enti in termini geografici e dimensionali, e la gestione del fondo per il salario

accessorio. Il secondo capitolo verteva sull'analisi dei bilanci del medesimo

insieme di comuni, con dati riferiti agli anni 2001-2003; in questo caso si

sono presi in considerazione i tradizionali indici di bilancio per quote, a cui si

è affiancata un'analisi dei valori pro capite, della loro dinamica e delle

correlazioni individuate.

Si tratta ora di approfondire l'esame dei comportamenti delle

amministrazioni, verificando l'esistenza di relazioni statisticamente

significative tra le due tipologie di variabili considerate in precedenza. La

strumentazione impiegata è quella dell'analisi econometrica. La domanda

che a prima vista sembrerebbe importante porsi è se le variabili di bilancio

influenzino in qualche misura la conduzione della politica salariale dei singoli

enti. In certa misura la domanda è tuttavia malposta in quanto è ragionevole

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 78

pensare che fra politica salariale e di bilancio corra un rapporto di

codeterminazione. Questa constatazione è banale se si pensa alle voci di

spesa del bilancio, fra le quali evidentemente compaiono anche quelle

dedicate al personale. Tuttavia, anche il versante delle entrate, per le voci

che ricadono nell'autonomia impositiva e tariffaria in buona misura

provengono da uno stesso processo decisionale, all'interno del quale si

forma anche la politica salariale, stante un vincolo di quadratura del bilancio.

Non si può escludere ad esempio che decisioni di inasprimento fiscale sul

territorio derivino dall'esplicita volontà di mettere in atto una politica di

buoni salari per i propri dipendenti. Questo processo decisionale dovrebbe

quindi essere studiato alla luce di una serie di variabili di fondo che

caratterizzano il contesto nel quale operano le singole amministrazioni. La

politica salariale andrebbe quindi analizzata alla luce non tanto dell'entità dei

tributi propri, ad esempio l'Ici, ma dell'ammontare di ricchezza immobiliare

presente sul territorio. L'individuazione di coerenti variabili di contesto, se da

una parte sembra un inutile allungamento di un processo causale, in realtà

garantisce di legarsi a grandezze predeterminate rispetto alle politiche del

personale.

Pur con queste precisazioni di metodo, la ricerca di correlazione fra salari e

bilancio mantiene un suo interesse, connesso anche al fatto che sempre con

maggiore interesse si sta perseguendo l'idea di collegare più strettamente gli

spazi di autonomia contrattuale dei singoli enti con gli esiti sul versante di

bilancio. Le analisi di regressione presentate nel seguito vanno quindi

confinate allo studio della struttura correlativa che esiste fra i due gruppi di

variabili. La domanda posta all'inizio va dunque riformulata nella seguente, e

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 79

cioè a quale struttura di bilancio corrisponda una politica salariale di minori o

maggiori salari.

Sotto questo profilo, due sono le tipologie di dati attraverso cui illustrare le

differenziazioni fra le diverse amministrazioni ed avanzare delle ipotesi. Da

un lato è possibile utilizzare come variabile salariale quella rappresentata dai

livelli retributivi più recenti. Tentativi in questo senso verranno fatti

impiegando la retribuzione totale e quella accessoria, in entrambi i casi

riferite al 2004. Dall'altro è possibile tentare di studiare la dinamica

registrata nel periodo.

È evidente, in ogni caso, che il fenomeno cui si è interessati attiene alla

contrattazione di secondo livello, che si aggiunge al momento nazionale, cioè

il Ccnl, eguale per tutte le Amministrazioni. Sotto questo profilo, in

precedenti analisi era stato utilizzato l'ammontare delle fonti variabili

procapite presenti nel fondo. Trattandosi di una tipologia di poste di recente

costituzione, introdotte a partire circa dal 2000, questa grandezza ha natura

dinamica ed è strettamente legata alla stagione della contrattazione

integrativa.

In questa sede si è invece preferito utilizzare la dinamica retributiva, in

quanto tale opzione appare contabilmente più robusta. In effetti le fonti

variabili utilizzate in precedenti analisi erano determinate come somma di

una serie di fonti contrattualmente statuite, tutte singolarmente rinvenibili

nel Conto annuale 2003. Dall'anno successivo, al contrario, nel Conto

annuale si trova un unico importo relativo alle fonti variabili, che risente: i) di

un minore grado di verificabilità in generale e ii) di una rilevante differenza

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 80

nel computo delle risorse ex art.15 comma 5 in particolare. Infatti, solo una

parte di queste risorse sono state riclassificate dalle amministrazioni come

fonti variabili (nella fattispecie quelle che non hanno dato luogo ad

assunzioni di personale, secondo quanto previsto dal contratto nazionale) -

mentre la restante parte è stata computata tra le risorse stabili. Al contrario

in precedenza era stato considerato variabile l'intero importo relativo

all'articolo 15 comma 5. Tutti questi motivi inducono quindi a focalizzare

l'attenzione sulla dinamica della retribuzione piuttosto che sulle fonti

variabili. Resta ora da chiarire a quale retribuzione ci si intende riferire, in

particolare se a quella fissa, variabile, o totale.

È evidente che riferirsi alla sola dinamica della sola retribuzione fissa poco

direbbe circa le scelte gestionali degli enti, trattandosi in larga parte13 di un

incremento stabilito a livello nazionale ed uguale fra tutte le

amministrazioni. Anche riferirsi alla dinamica della sola retribuzione variabile

risulterebbe limitativo, poiché escluderebbe dalle elaborazioni gli effetti

retributivi delle scelte degli enti in materia di politiche di carriera, sviluppo e

turn over, che non impattano sulla retribuzione variabile ma su quella fissa, e

costituiscono una parte assai rilevante del fondo unico di amministrazione.

L’idea è dunque quella di produrre ambedue le analisi, nell’intento di

studiare le diverse determinanti della parte fissa e della parte variabile della

retribuzione. Oltre a ciò sarà utile analizzare anche la dinamica della

retribuzione totale, la quale comprende in sé gli effetti di tutte le politiche

13 La restante parte dell'incremento della retribuzione fissa, come più volte ricordato, riguarda le

progressioni orizzontali e verticali ed il turn over.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 81

degli enti rilevanti sotto il profilo retributivo (politiche incentivanti, politiche

di carriera, politiche di turn over) oltre ad una parte comune dovuta agli

incrementi determinati dal contratto nazionale, Prima di approfondire tutti

questi aspetti, riepiloghiamo quali variabili retributive saranno oggetto di

analisi.

Livelli della retribuzione totale 2004 - Si tratta della variabile con il maggior

grado di complessità poiché riflette sia la storia dell'ente (in termini di

struttura professionale, entità delle risorse stabili del fondo, politiche

gestionali passate) sia le scelte di politica del personale più recenti

(attivazione delle risorse integrative, politiche di carriera e incentivanti, turn

over).

Livelli della retribuzione accessoria 2004 - Si circoscrive in questo modo il

campo delle determinanti a fenomeni quali l'entità del fondo (nella sua

componente di risorse stabili e di attivazione delle risorse integrative) e le

scelte di politica incentivante. Viene escluso tutto quanto riguarda turn over

e progressioni di carriera.

Dinamica della retribuzione totale 2000/2004 – E’ la variabile retributiva più

immediatamente analizzabile poiché riflette le politiche incentivanti e di

carriera relative al periodo 2000-2004, nonché la componente comune,

connessa al riadeguamento dei tabellari.

Dinamiche della retribuzione fissa e di quella variabile 2000/2004 – Si tratta

della semplice scomposizione della dinamica totale nelle sue due

componenti.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 82

In ordine alla variabili dinamiche, va rimarcato che si tratta di crescite

cumulate nell'intero periodo e non dei singoli tassi annuali. Questa scelta

specifica si spiega a partire da diversi fattori. Innanzitutto la dinamica dei

singoli anni ha natura abbastanza erratica, connessa alla tempistica di

effettiva applicazione della contrattazione di secondo livello, abbastanza

disomogenea fra i singoli enti. D'altro canto, volendo correlare valori

retributivi con grandezze di bilancio va tenuto conto del fatto che queste

ultime hanno una variabilità tutto sommato modesta nei singoli anni, e

l'informazione che offrono attiene ad una condizione di ordine più

strutturale. Si tratta quindi di una grandezza di cui non è parso utile sfruttare

la dinamica dei singoli anni. Si commenterà nel seguito se il segnale è meglio

colto dalla dinamica complessiva del periodo o piuttosto dai valori di arrivo

del 2004.

3.23.23.23.2 La retribuzione totale 2004La retribuzione totale 2004La retribuzione totale 2004La retribuzione totale 2004

La tavola 3.1tavola 3.1tavola 3.1tavola 3.1 riporta le specificazioni che mettono a destra dell'equazione gli

indici di bilancio, ovvero le quote riferite alle varie tipologie di entrate:

tributarie, per proventi, per trasferimenti, complessive. Occorre precisare

che le variabili sono espresse in logaritmo, ad eccezione di quelle espresse

già come quote percentuali: in questo modo i coefficienti di regressione

possono essere letti come misure dell'elasticità - o semielasticità laddove

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 83

sono presenti quote percentuali - della variabile dipendente rispetto a

ciascuna variabile indipendente.

Tavola 3.1 – Retribuzione totale e indici di bilancioRetribuzione totale e indici di bilancioRetribuzione totale e indici di bilancioRetribuzione totale e indici di bilancio Variabile dipendente: retribuzione totale pro-capite 2004

(1) (2)

Costante 10,0 10,0 10,1 10,0 10,0

(626.4) *** (671.7) *** (1094.1) *** (619.7) *** (362.8) ***

Auton. fiscale (3)

0,08 - - - -

(3.61) ***

Auton. tributaria (3)

- 0,15 - - 0,18

(4.40) *** (3.12) ***

Auton. gestionale (3)

- - -0,01 - -

(-0.15)

Auton. finanziaria (3)

- - - 0,10 -

(3.66) ***

Popolazione (1)

- - - - -0,006

(-2.13) **

Nordovest (4)

- - - - 0,08

(1.93) *

Auton. Trib. x NW (5)

- - - - -0,13

(-1.40)

Nordest (4)

- - - - -0,10

(-1.65) *

Auton. Trib. x NE (5)

- - - - 0,22

(1.56)

Centro (4)

- - - - 0,07

(1.46)

Auton. Trib. x C (5)

- - - - -0,15

(-1.31)

N. di osservazioni 182 182 182 182 182

Adjusted R-square 0,062 0,097 -0,005 0,064 0,138

Fonte: Elaborazioni ref.ref.ref.ref. su Campione Aran e Certificati di conto consuntivo.(1) Variabile espressa in logaritmo.(2) In parentesi sono riportati i t-statistici. Gli asterischi indicano che il coefficiente è significativamente diverso da zero

con il 90% (*), 95% (**) o il 99% (***) di probabilità.(3) Variabili espresse come quote (il 100% è espresso come unità), 2003.(4) Effetti fissi geografici.(5) Effetti fissi geografici incrociati con l'Autonomia tributaria.

I III VIII IV

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 84

La prima variabile rispetto alla quale si è regredita la retribuzione totale 2004

è l'autonomia fiscale. Rispetto ad essa si riscontra una relazione di segno

positivo, con una significatività molto buona, testimoniata da un valore della

statistica t attorno a 3.6. Come si è visto nel capitolo precedente,

l'autonomia fiscale è il rapporto tra entrate proprie e proventi da servizi

pubblici, rispetto al totale delle entrate correnti, con un valore medio nel

campione utilizzato pari a circa 0,69.14 Il coefficiente stimato è prossimo a

0.08, e trattandosi di una semi elasticità ciò significa che un innalzamento di

10 punti di autonomia fiscale induce un salario più elevato dello 0,8%, cioè

poco meno di un punto percentuale. Avendo a mente che lo scarto

interdecilico di questo indicatore è pari a circa 0,5, il differenziale retributivo

che diversi equilibri di bilancio sono in grado di attivare (a parte i valori

estremi) è attorno al 4%, pari a poco meno di 950 euro pro capite annui (cfr

Tav. 1.4). Considerando anche i valori più estremi si superano i 1500 euro.

Poiché l'autonomia fiscale ha natura composita, è naturale chiedersi se

relazioni simili per significatività si riscontrano per entrambe le sue

componenti, rispettivamente l'autonomia tributaria e l'autonomia

gestionale.

Con riferimento alla prima i risultati che si riscontrano sono ancora migliori,

con una statistica t oltre 4, e con un coefficiente stimato che quasi

raddoppia. Ciò implica che dieci punti in più di Autonomia tributaria

corrispondono ad un maggiore salario di circa l'1,5%, cioè 350 euro. D’altro

14 Le entrate proprie sono al netto della compartecipazione Irpef.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 85

canto, poiché lo scarto interdecilico dell'Autonomia tributaria è di circa 0,35,

il differenziale retributivo implicato si aggira su 1200 euro annui pro capite.

Per avere un ulteriore “dimensionamento” di questo valore, si può ricordare

che dal 2000 al 2004 (cfr. tav. 1.2) la retribuzione totale dei comuni è

cresciuta di circa 4000 euro. A parità di tutto il resto, i differenziali retributivi

associati alla variabilità empiricamente riscontrata dall'Autonomia tributaria

costituiscono valori di dimensione rilevante. Un altro raffronto illuminante

consiste nel ricordare che lo scarto interdecilico della retribuzione totale si

poneva nel 2004 a circa 3800 euro.

Passando poi alla relazione con l'autonomia gestionale si ottiene una stima

assolutamente non significativa: emerge dunque che il buon risultato

dell'autonomia fiscale è dovuto alla componente delle entrate tributarie,

non a quella dei proventi per i servizi erogati. Oltre a questi indici è stato

testato anche quello di autonomia finanziaria, ovvero il rapporto tra entrate

tributarie e proventi da servizi rispetto al totale delle spese correnti

(diversamente da quanto visto in precedenza, laddove al denominatore si

trovavano le entrate correnti). Anche questo indice ha dato risultati

apprezzabili, sebbene in misura inferiore rispetto a quello di autonomia

tributaria.

L'interrogativo successivo riguarda l'esistenza di peculiarità legate alla

dimensione ed alle specificità geografiche. La dimensione, che nelle

statistiche incondizionate del Capitolo 1 non pareva rilevante, trova ora un

certa significatività, con segno negativo. L’effetto misurato dal coefficiente

appare modesto, ma occorre pensare che questa leva va applicata ad una

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 86

escursione della variabile su cui agisce, cioè la popolazione, estremamente

elevata. A parità di tutto il resto, passando ad esempio da un comune di

5.000 abitanti ad uno di 50.000, si stima una minor retribuzione procapite

attorno al 5%.

Circa il ruolo giocato dall’appartenenza alle quattro grandi ripartizioni, si

osservano effetti al limite della significatività. Contemporaneamente la

perdita di significatività della variabile di Autonomia tributaria è del tutto

contenuta e ciò mostra come essa non colga semplicemente l’associazioni di

soldi bilanci e buone retribuzioni prevalenti storicamente in alcune regioni

del paese. Questo è un risultato di tutto rilievo che avvalora la capacità

esplicativa – o comunque la valenza descrittiva – di tale variabile.

Circa gli effetti geografici, a prescindere dalla loro non elevata significatività,

si osservano alcuni tratti interessanti. Per il Nord-Ovest l’effetto fisso stima

retribuzioni mediamente più elevate attorno all’8%. E’ quanto già osservato

nel Capitolo 1, relativamente alle statistiche incondizionate. L’effetto

dell’Autonomia tributaria trova invece un netto depotenziamento rispetto

alla media nazionale. Per il Nord-Est vale l’esatto contrario: retribuzioni

mediamente più basse, con invece un innalzamento dell’effetto esercitato

dall’Autonomia tributaria. Per il Centro vale un configurazione analoga a

quella del Nord-Ovest, mentre per il Sud si osserva simile a quello medio

nazionale.

In definitiva, i risultati ottenuti utilizzando gli indici classici di bilancio sono

senz'altro interessanti. L'idea che si coglie è che una buona salute finanziaria

di bilancio, in particolare in termini di una elevata autonomia tributaria, vada

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 87

di pari passo con più elevati salari per i dipendenti. L'autonomia tributaria

sembra giocare un ruolo che richiama quello dell'ability to pay dei settori

privati. I differenziali retributivi implicati da questo indice - e commentati

sopra - sono quelli caratterizzati da maggiore robustezza statistica rispetto a

quanto visto per gli altri.

Resta tuttavia il dubbio che questa possibile lettura, a forte valenza

comportamentale, ne celi una molto più semplice e di minor valenza

esplicativa. E cioè che semplicemente siano i Comuni "più ricchi" quelli che

riescono a pagare meglio i propri dipendenti. L’Autonomia tributaria

coglierebbe questo più immediata condizione di maggiori disponibilità. Per

verificare questa ipotesi occorre passare alle variabili di bilancio normalizzate

per la popolazione: nessuno degli indici visti in precedenza è

immediatamente riconducibile ad una idea di disponibilità in valore assoluto.

La tavola 3.2tavola 3.2tavola 3.2tavola 3.2 riporta le specificazioni che vedono a destra dell'equazione le

variabili in valore pro capite; espresse in termini logaritmici. Sono

nuovamente le entrate tributarie a risultare l'elemento cruciale fra tutte le

tipologie di entrata, con un valore della statistica t oltre 4. Questa

complessiva linea interpretativa che pare emergere risulta fortemente

rafforzata dal fatto che i Trasferimenti procapite appaiono significativi, ma

con il segno negativo, ed un coefficiente non troppo diverso dal quello delle

Entrate tributarie. L’effetto congiunto (compensativo) esercitato da queste

due tipologie di entrate spiega la pressoché totale insignificanza delle

Entrate correnti (totali), come illustra l’equazione I della ttttavola 3.2avola 3.2avola 3.2avola 3.2.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 88

Tavola 3.2 – Retribuzione totale ed entrate di bilancio proRetribuzione totale ed entrate di bilancio proRetribuzione totale ed entrate di bilancio proRetribuzione totale ed entrate di bilancio pro----capitecapitecapitecapite Variabile dipendente: retribuzione totale pro-capite 2004

(1) (2)

Costante 10,1 9,9 10,09 10,25 10,0 10,0

(104.6) *** (186.7) *** (307.8) *** (170.7) *** (108.0) *** (156.8) ***

Entrate correnti (3)

0,00 - 0,01

(0.28) (0.74)

Entrate tributarie (3)

- 0,04 0,01

(4.09) *** (0.89)

Entrate per servizi (3)

- - 0,00

(0.24)

Trasferimenti (3)

- - -0,03

(-2.72) ***

Auton. tributaria (4)

- - 0,17 0,14

(4.84) *** (2.57) **

Popolazione (1)

-0,003 -0,007 -0,003 -0,003 -0,006 -0,006

(-1.30) (-2.67) *** (-1.29) (-1.24) (-2.34) (-2.41) **

N. di osservazioni 182 182 182 182 182 182

Adjusted R-square -0,002 0,084 -0,002 0,038 0,110 0,111

Fonte: Elaborazioni ref.ref.ref.ref. su Campione Aran e Certificati di conto consuntivo.(1) Variabile espressa in logaritmo.(2) In parentesi sono riportati i t-statistici. Gli asterischi indicano che il coefficiente è significativamente diverso da zero con

il 90% (*), 95% (**) o il 99% (***) di probabilità.(3) Variabile procapite (in termini di popolazione) espressa in logaritmo, 2003.(3) Variabili espresse come quote (il 100% è espresso come unità).

I III V VIII IV

Resta da sciogliere il dubbio avanzato: sono le disponibilità ad "influenzare"

la politica retributiva oppure la composizione di queste disponibilità? Il test

proposto circa la genuina valenza esplicativa dell’Autonomia tributaria è

senz’altro superato positivamente. Formalmente il test è proposto

nell’equazione V della stessa Tavola, ove la variabile di livello (pro-capite)

costituita dalle Entrate correnti è considerata congiuntamente all'indice di

Autonomia tributaria.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 89

Assodato che è l'elemento di autonomia tributaria a mostrare una elevata

correlazione con le politiche retributive, resta il dubbio se di nuovo risulti più

adeguata una specificazione in termini di quota di bilancio oppure di valore

pro capite. Stimando una regressione che le comprenda entrambe

(equazione VI) si vede che è l’effetto di composizione ad emergere, senza

dubbio, come prevalente. La robustezza della specificazione fondata

sull’Autonomia tributaria è confermata indirettamente anche dal fatto che il

coefficiente della popolazione dell’equazione VI della Tavola 3.2 è lo stesso

ottenuto nell’equazione V della Tavola precedente.

3.33.33.33.3 La retribuzione accessoriaLa retribuzione accessoriaLa retribuzione accessoriaLa retribuzione accessoria

Il medesimo impianto visto per il salario totale viene ora proposto per la

retribuzione accessoria. Nella tavola 3.3tavola 3.3tavola 3.3tavola 3.3 sono riportati i risultati delle

regressioni con gli indici di bilancio. Anche in questo caso, la specificazione

con l’indice di Autonomia tributaria risulta quella assolutamente dominante,

con una statistica t oltre 5. Del tutto irrilevante appare l'Autonomia

gestionale, come visto in precedenza per il salario totale.

Il confronto fra quanto ottenuto per il salario totale e quanto emerge per la

retribuzione accessoria rivela un aspetto che va sicuramente posto in luce.

L’aumento di 10 punti percentuali di Autonomia tributaria è associato con un

valore più elevato del salario totale per l’1,5%. Questo effetto vale in termini

monetari 350 euro annui pro-capite. Sul versante del solo salario accessorio,

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 90

gli stessi 10 punti in più di Autonomia tributaria corrispondono ad un effetto

dell’8%, che vale in termini monetari poco meno di 300 euro. Si raggiunge

così un’ulteriore importante conclusione. Una maggiore Autonomia

tributaria è associata a migliori trattamenti salariali conseguiti

prevalentemente sul versante dell’accessorio. Si delinea una “costellazione

di comportamenti” che verrà ulteriormente messa a fuoco analizzando la

dinamica retributiva. Una migliore Autonomia tributaria favorisce – o va di

pari passo – con maggiori risorse integrative, stanziate al livello contrattuale

di Ente, le quali esplicano i loro effetti prevalentemente sul salario

accessorio. L’ultima colonna della ttttavola 3.3avola 3.3avola 3.3avola 3.3 riporta la specificazione più

ampia che include anche gli effetti geografici, sia fissi, sia incrociati con la

variabili di Autonomia tributaria. Il quadro differenziale fra le diverse

ripartizioni geografiche è lo stesso commentato a proposito del salario

totale. Si può infine aggiungere che, se come è stato fatto nel paragrafo

precedente, si testano parallelamente le variabili di bilancio pro capite, le

conclusioni che si raggiungono sono le stesse. Non è la disponibilità di

entrate tributarie ad "influenzare" la politica retributiva quanto la loro quota

sul totale. Per non appesantire la trattazione le corrispondenti stime non

sono state riportate.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 91

Tavola 3.3 – RetribuzioneRetribuzioneRetribuzioneRetribuzione accessoria e indici di bilancioaccessoria e indici di bilancioaccessoria e indici di bilancioaccessoria e indici di bilancio Variabile dipendente: retribuzione accessoria pro-capite 2004

(1) (2)

Costante 8,30 8,28 8,47 8,25 8,20

(69.64) *** (71.11) *** (68.53) *** (66.53) *** (67.58) ***

Auton. fiscale (3) 0,43 - - - -

(4.37) ***

Auton. tributaria (3) - 0,80 - - 1,00

(5.13) *** (3.92) ***

Auton. gestionale (3) - - 0,18 - -

(0.61)

Auton. finanziaria (3) - - 0,53 -

(4.35) ***

Popolazione (1) -0,03 -0,03 -0,02 -0,02 -0,03

(-2.44) * (-2.53) ** (-1.43) (-2.01) * (-2.58) **

Nordovest (4) - - - - 0,53

(2.92) ***

Auton. Trib. x NW (5) - - - - -0,99

(-2.41) *

Nordest (4) - - - - -0,32

(-1.21)

Auton. Trib. x NE (5) - - - - 0,70

(1.12)

Centro (4) - - - - 0,24

(1.12)

Auton. Trib. x C (5) - - - - -0,66

(-1.29)

N. di osservazioni 182 182 182 182 182

Adjusted R-square 0,097 0,129 0,003 0,097 0,169

Fonte: Elaborazioni ref.ref.ref.ref. su Campione Aran e Certificati di conto consuntivo.(1) Variabile espressa in logaritmo.(2) In parentesi sono riportati i t-statistici. Gli asterischi indicano che il coefficiente è significativamente

diverso da zero con il 90% (*), 95% (**) o il 99% (***) di probabilità.(3) Variabili espresse come quote (il 100% è espresso come unità), 2003.(4) Effetti fissi geografici.(5) Effetti fissi geografici incrociati con l'Autonomia tributaria.

VII IVI III

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 92

3.43.43.43.4 Livelli e dinamica retributivaLivelli e dinamica retributivaLivelli e dinamica retributivaLivelli e dinamica retributiva

Come visto nel paragrafo precedente la natura della politica retributiva al

2004 è abbastanza ben definita, caratterizzata dal trinomio Autonomia

tributaria - Fonti integrative – Retribuzione accessoria. Si pone ora la

questione di capire se questa connessione si sia andata formando nel corso

degli ultimi o se fosse già presente prima delle ultime tornate contrattuali. A

questa domanda si può rispondere attraverso l’analisi della dinamica

retributiva registrata nel periodo, ma anche osservando la configurazione

esistente all’inizio del periodo.

Come già osservato nel Capitolo 1, la fase delle Contrattazione integrativa è

stata costruita con il CCNL normativo per il quadriennio 1998-2001 (Aprile

1999), preceduto da un altro CCNL (Marzo 1999) dedicato unicamente al

nuovo sistema di classificazione del personale. A rigore la “fotografia” della

situazione preesistente andrebbe presa nel 1999. I dati a disposizione nel

Campione Aran prendono avvio in modo strutturale a partire dal 2000, ma

questo non sembra costituire un rilevante problema: è stata necessario un

certo lasso di tempo affinché le nuove logiche di politica retributiva

potessero entrare effettivamente in azione.

La prima domanda cui pare opportuno rispondere è se la costellazione di

comportamenti vista in precedenza fosse comunque già presente all’inizio

della nuova stagione. Le stime riportate nella ttttavola 3.4avola 3.4avola 3.4avola 3.4 affrontano tale

questione, e la risposta è abbastanza chiara. Esisteva un qualche relazione

fra Retribuzione accessoria ed Autonomia tributaria ma di significatività

decisamente inferiore a quella osservata nel 2004: la statistica t si abbassa

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 93

da 5,13 a 2,86. Questa minore correlazione sul versante dell’accessorio non

riesce a tradursi in alcunché di significativo in termini di Retribuzione totale

(cfr. I colonna della Tavola 3.4). Se ne deduce che l’affermazione di una

politica retributiva condotta in congiunzione con gli equilibri di bilancio sia

un elemento che si è andato decisamente rafforzando nel periodo che dal

2000 giunge sino al 2004. L’analisi della dinamica retributiva presentata nel

seguito conferma questa conclusione.

Tavola 3.4 – Retribuzioni eRetribuzioni eRetribuzioni eRetribuzioni e indici di bilancioindici di bilancioindici di bilancioindici di bilancio Variabile dipendente: retribuzione pro-capite totale e accessoria, 2000

(1) (2)

Costante 9,87 7,76

(326.35) *** (49.81) ***

Autonomia tributaria (3)

0,06 0,57

(1.62) (2.86) ***

Popolazione (1)

-0,002 -0,01

(-0.73) (-0.36)

N. di osservazioni 177 177

Adjusted R-square 0,005 0,034

Fonte: Elaborazioni ref.ref.ref.ref. su Campione Aran e Certificati di conto consuntivo.(1) Variabile espressa in logaritmo.(2) In parentesi sono riportati i t-statistici. Gli asterischi indicano che il coefficiente è significativamente

diverso da zero con il 90% (*), 95% (**) o il 99% (***) di probabilità.(3) Variabili espresse come quote (il 100% è espresso come unità), 2001.

Retribuzione

totale

Retribuzione

accessoria

Prima di commentare i risultati va chiarito qual è il di più di informazione

offerto dall’applicazione di una analisi dinamica. Operando in via

semplicemente algebrica sui risultati ottenuti per il 2000 e per il 2004 è

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 94

possibile rinvenire l’effetto specifico offerto dal mutamento di politica

retributiva, nel suo legame con le variabili di bilancio.15 Da questo punto di

vista con l’analisi dinamica si giunge immediatamente al risultato che si vuole

ottenere . Ma vi è di più.

Studiando la crescita retributiva è possibile tenere conto anche di un altro

aspetto altrettanto interessante. Si può cioè affrontare la questione se nel

corso del tempo si sia manifestato un fenomeno di convergenza nei livelli

retributivi, oppure se la stagione della contrattazione integrativa abbia

prodotto anche maggiori differenziali fra le diverse Amministrazioni

comunali. A questa domanda si è già data una prima risposta nel Capitolo 1,

giungendo alla conclusione che, in ogni caso, i differenziali non si sono

ampliati. Questa risultato è ottenuto osservando statistiche standard come

varianza e scarto interdecilico, normalizzati o meno. Una diminuzione, nel

corso del tempo, di queste statistiche configura quella che gli economisti

chiamo sigma-convergence (sigma è il simbolo della varianza). Si tratta di un

concetto “forte” di convergenza, mentre spesso si è interessati ad una

proprietà più debole, denominata beta-convergence. In questo secondo caso

ci si “contenta" del fatto che (nella fattispecie analizzata) le Amministrazioni

che all’inizio presentavano una retribuzione più bassa siano quelle a hanno

registrato la crescita percentuale più sostenuta. La beta-convergence non

implica sigma-convergence in quanto pur manifestandosi questa regolarità, il

15 Impiegando a sinistra dell’equazione una variabile (retributiva) dinamica ci si attenderebbe anche a

destra di avere una variabile connessa al mutamento degli equilibri di bilancio. Come già osservato, gli Indici di bilancio mostrano modeste ed erratiche variazioni nel periodo analizzato. A questo aspetto si dedicheranno comunque ulteriori approfondimenti futuri.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 95

fenomeno è “disturbato” da elementi casuali che non consentono alla fine di

restringere la varianza misurata.

In definitiva nelle equazioni riportate in ttttavola 3.5avola 3.5avola 3.5avola 3.5 sono due le determinanti

della dinamica salariale indagate: le condizioni di bilancio e l'effetto di

convergenza tra amministrazioni.

Tavola 3.5 – Convergenza retributiva ed autonomia tributariaConvergenza retributiva ed autonomia tributariaConvergenza retributiva ed autonomia tributariaConvergenza retributiva ed autonomia tributaria Variabile dipendente: dinamica retributiva pro-capite 2004/2000

(1) (2)

Costante 5,27 6,07 5,03

(9.80) *** (15.28) *** (8.35) ***

Retribuzione totale, 2000 (3)

-0,52 - -

(-9.46) ***

Retribuzione accessoria, 2000 (3)

- -0,71 -

(-14.29) ***

Retribuzione fissa, 2000 (3)

- - -0,51

(-8.15) ***

Autonomia tributaria (4) 0,13 0,59 0,05

(4.34) *** (4.09) *** (2.31) **

Popolazione (1)

-0,004 -0,03 0,00

(-1.91) * (-2.62) *** (0.83)

N. di osservazioni 175 175 175

Adjusted R-square 0,357 0,544 0,300

Fonte: Elaborazioni ref.ref.ref.ref. su Campione Aran e Certificati di conto consuntivo.(1) Variabil dipendenti espresse in differenza logaritmica.(2) In parentesi sono riportati i t-statistici. Gli asterischi indicano che il coefficiente è significativamente diverso da zero con

il 90% (*), 95% (**) o il 99% (***) di probabilità.(3) Variabile espressa in logaritmo.(4) Variabili espresse come quote (il 100% è espresso come unità), 2003.

Dinamica

retributiva fissa

Dinamica

retributiva

totale

Dinamica

retributiva

accessoria

Nella prima colonna la variabili dipendente è rappresentata dalla dinamica

retributiva, le cui differenziazioni fra Enti dipendono dagli esiti della

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 96

contrattazione integrativa, essendo costante (cioè invariabile tra le diverse

amministrazioni) l'effetto della contrattazione nazionale. Si riscontra

innanzitutto una solida relazione tra l'autonomia tributaria e la dinamica per

dipendente, quella che nelle stime precedenti intercorreva rispetto al livello

retributivo 2004. La significatività resta elevata ed il coefficiente è analogo a

quello visto in precedenza. L’associazione fra retribuzioni e “buona salute” si

è andata strutturando in questi 4 anni.

Per verificare il secondo fenomeno cui si accennava sopra, quello della beta-

convergence, secondo cui le retribuzioni medie percepite nelle varie

amministrazioni tendono a convergere verso un comune valore obiettivo, è

stato inserito nella regressione anche il livello delle retribuzioni nel 2000,

ovvero all'inizio del periodo preso in considerazione per il calcolo della

dinamica. Il segno che ci si attende di trovare è negativo, a significare che un

ente con un elevato valore medio della retribuzione 2000 ha registrato una

crescita inferiore rispetto ad un ente con un livello iniziale più basso. In

effetti, la tavola mostra proprio il segno meno di fronte al coefficiente della

retribuzione totale riferita al 2000. Non si può dunque escludere che sia

intervenuto un comportamento mutuamente imitativo fra Amministrazioni.

Si osserva peraltro un valore di significatività davvero elevato, con una

statistica t poco sotto a 10. In questo caso vale anche osservare un R2

aggiustato di tutto rispetto, 0,357. Questo indica che i due fenomeni presi in

considerazione, e cioè salute del bilancio e convergenza spiegano oltre 1/3

della dinamica registrata nel periodo.

Aran

Occasional Paper Dicembre 2006 Pag. 97

La seconda colonna della tavola si rivolge alla sola componente accessoria.

Quanto visto per la variabile totale risulta si conferma con maggiore forza o,

meglio, l’andamento della retribuzione totale è in buona misura “timonato”

da quanto si determina sul versante dell’accessorio. Anche in questo caso

vale la pena di osservare che il valore del coefficiente davanti all’Autonomia

tributaria è molto vicino a quanto ottenuto dalla regressione statica riferita

al 2004: 0.59 contro 0,80. Si ha una nuova conferma che l’associazione fra

retribuzioni e “buona salute” si è andata strutturando in questi 4 anni.

La terza colonna mostra infine la stessa specificazione applicata alle sole

componenti fisse della retribuzione. Ci si poteva attendere che quanto visto

in termini di totale fosse esclusivamente prodotto dalla componente

accessoria, ma così non è. Anche la dinamica della retribuzione fissa risente

della buona salute del bilancio, anche se, naturalmente, con un coefficiente

molto più contenuto, che appare comunque significativo. Lo stesso vale per

l’effetto di convergenza, che in questo caso presenta un valore del tutto

simile a quella ottenuto per la retribuzione totale.