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GIACOMO LEOPARDI GIACOMO LEOPARDI Recanati 1798-Napoli 1837 Recanati 1798-Napoli 1837

GIACOMO LEOPARDI Recanati 1798-Napoli 1837. Lo sfondo storico La Rivoluzione francese LImpero napoleonico La Restaurazione LItalia divisa in stati, alcuni

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GIACOMO LEOPARDIGIACOMO LEOPARDIRecanati 1798-Napoli 1837Recanati 1798-Napoli 1837

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Lo sfondo storicoLo sfondo storico

•La Rivoluzione francese•L’Impero napoleonico•La Restaurazione•L’Italia divisa in stati, alcuni sotto la dominazione austriaca•Movimenti liberali e patriottici

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L’infanzia Adelaide Antici e conte Monaldo 11 fratelli (Carlo, Paolina,e gli altri…) Ambiente familiare severo e povero d’affetti 10 anni: senza necessità di maestro

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Gli amatissimi fratelliGli amatissimi fratelli

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I comunione e permesso di usare biblioteca paterna

14 anni: sa il greco, il latino, l’ebraico, il francese, l’aramaico

Vastità di conoscenze (tragedie e saggi, Storia dell’astronomia)

Isolamento e derisioneGertrude Cassi (Diario del primo

amore)17-18 anni: dall’erudizione al bello

(Orazio, Virgilio, Omero, Dante, Alfieri, Foscolo)

1816: legge Madame de Stael

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LUOGHI LEOPARDIANILUOGHI LEOPARDIANI

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La gioventùLa gioventù

1817: inizia corrispondenza con 1817: inizia corrispondenza con Pietro Giordani (“Qui tutto è Pietro Giordani (“Qui tutto è morte”, “Sono come una canna morte”, “Sono come una canna secca”)secca”)

Inizia a scrivere lo Inizia a scrivere lo Zibaldone Zibaldone ( fino al 1832)( fino al 1832)

1818: conosce Pietro Giordani1818: conosce Pietro Giordani1819: 1819: dal bello al vero dal bello al vero (dalla (dalla

poesia alla filosofia)poesia alla filosofia)dal buiodal buio L’infinito L’infinito tentata fuga e intercettazione tentata fuga e intercettazione

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La “matura” giovinezzaLa “matura” giovinezzadai piccoli ai grandi idillidai piccoli ai grandi idilli

1820: 1820: La sera del dì di festaLa sera del dì di festa 1819-211819-21: I piccoli Idilli: I piccoli Idilli 1822: a Roma (circa un anno) 1822: a Roma (circa un anno) Le canzoni filosofiche: Le canzoni filosofiche: Ultimo canto di Ultimo canto di

SaffoSaffo ritorno nella gabbia dorata, al caro sepolcroritorno nella gabbia dorata, al caro sepolcro 1823- 24: 1823- 24: Le operette moraliLe operette morali (il silenzio (il silenzio

poetico)poetico) 1825-26 : Milano e Bologna (Stella e 1825-26 : Milano e Bologna (Stella e

Cicerone)Cicerone) Rifiuto collaborazione “Antologia” Rifiuto collaborazione “Antologia” dopo 15 mesi ritorno a Recanatidopo 15 mesi ritorno a Recanati 1827-28: Bologna, Firenze (Ranieri e Manzoni)1827-28: Bologna, Firenze (Ranieri e Manzoni) 1828: 1828: A SilviaA Silvia

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Via da RecanatiVia da Recanati

Dalla solitudine e dall’abbandonoDalla solitudine e dall’abbandono le sue più grandi le sue più grandi poesie (Recanati)poesie (Recanati)

Il passero solitario, Le ricordanze, La quiete Il passero solitario, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Il dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Il canto notturno di un pastore errante nell’Asiacanto notturno di un pastore errante nell’Asia

1830: invito amici di Toscana1830: invito amici di Toscana Pubblicazione Pubblicazione CantiCanti a Firenze vita di societàa Firenze vita di società Fanny Targioni Tozzetti Fanny Targioni Tozzetti (Il ciclo di Aspasia)(Il ciclo di Aspasia)

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La sua ultima cittàLa sua ultima città

Antonio RanieriAntonio Ranieri 1833: a Napoli con 1833: a Napoli con

RanieriRanieri 1835: edizione 1835: edizione

editore Saverio editore Saverio StaritaStarita

1836: 1836: La ginestraLa ginestra

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La fineLa fine 14 giugno 1837 Fuorigrotta14 giugno 1837 Fuorigrotta 1900: tomba monumento a Torre del Greco1900: tomba monumento a Torre del Greco Cripta di San Vitale nazionale ( violato!!!)Cripta di San Vitale nazionale ( violato!!!) 1939: collina di Posillipo1939: collina di Posillipo PARCO VIRGILIANOPARCO VIRGILIANO

AL CONTE GIACOMO LEOPARDI RECANATESEAL CONTE GIACOMO LEOPARDI RECANATESEFILOLOGO AMMIRATO FUORI D’ITALIAFILOLOGO AMMIRATO FUORI D’ITALIASCRITTORE DI FILOSOFIA E DI POESIA SCRITTORE DI FILOSOFIA E DI POESIA

ALTISSIMOALTISSIMODA PARAGONARE SOLAMENTE COI GRECIDA PARAGONARE SOLAMENTE COI GRECI

CHE FINI’ DI XXXIX ANNI LA VITACHE FINI’ DI XXXIX ANNI LA VITAPER CONTINUE MALATTIE MISERISSIMAPER CONTINUE MALATTIE MISERISSIMA

FECE ANTONIO RANIERIFECE ANTONIO RANIERIPER SETTE ANNI FINO ALLA ESTREMA ORA PER SETTE ANNI FINO ALLA ESTREMA ORA

CONGIUNTOCONGIUNTOALL’AMICO ADORATO.ALL’AMICO ADORATO.

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Tre opposizioni/chiave nel pensiero di LeopardiTre opposizioni/chiave nel pensiero di Leopardi

Nel pensiero di Leopardi possono evidenziarsi alcuni nuclei tematici che costituiscono le strade Nel pensiero di Leopardi possono evidenziarsi alcuni nuclei tematici che costituiscono le strade maestre della sua riflessione. Ne segnaliamo tre, che prendono la forma di contrapposizioni maestre della sua riflessione. Ne segnaliamo tre, che prendono la forma di contrapposizioni

dense di significato e ricorrono più volte cambiando fisionomia nel corso degli annidense di significato e ricorrono più volte cambiando fisionomia nel corso degli anni

im m aginazioneragione

vitaesistenza

piacerenoia

Per amor proprio, ogni individuo aspira al piacere che può essere inteso solo come

MATERIALE, nel senso che deve soddisfare i bisogni dell’uomo mentre vive. In

assenza del piacere e della felicità si è catturati dalla noia, che può manifestarsi anche quando non si prova dolore.

L’esperienza del dolore è preferibile alla noia

La vita è distinta dall’esistenza: per L.

l’esistenza coincide con l’esserci tutto esterno, mentre la vita designa

l’ambito della coscienza. All’inizio egli pensa che

quanto più c’è vita, tanto più forte è l’infelicità. In seguito

(pessimismo cosmico) ritiene che si è infelici per il solo fatto di esistere e che quindi tutti gli esseri viventi

sono infelici

Nel 1818 L. preferisce la poesia degli antichi perché

espressione della immaginazione, tipica dei

primitivi e dei fanciulli. Incolpa la ragione di aver svelato le

illusioni della Natura, condannando i moderni

all’infelicità. Dopo il 1820, pensa che la sofferenza sia un

dato costante dell’umanità e che la ragione serva a scoprire

questa verità

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Il pessimismo di LeopardiIl pessimismo di LeopardiL’esperienza soggettiva del dolore fisico, del disagio familiare e della L’esperienza soggettiva del dolore fisico, del disagio familiare e della

insofferenza nei confronti dell’ambiente sociale di Recanati determinano in insofferenza nei confronti dell’ambiente sociale di Recanati determinano in L. una visione pessimistica della condizione umana, che si articola in tre fasi L. una visione pessimistica della condizione umana, che si articola in tre fasi fondamentalifondamentali

"pessim ism ostorico"

"pessim ism ocosm ico"

"pessim ism oeroico"

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pessimismo storico: causa del nostro soffrire è la pessimismo storico: causa del nostro soffrire è la Ragione. La Natura madre benevola e premurosa, Ragione. La Natura madre benevola e premurosa, nasconde all’uomo la sua vera condizione, nasconde all’uomo la sua vera condizione, generando in lui le illusioni. La Ragione scopre generando in lui le illusioni. La Ragione scopre l’inganno, facendo apparire la realtà di sofferenza l’inganno, facendo apparire la realtà di sofferenza e di dolore della vita umana. Felice l’età della e di dolore della vita umana. Felice l’età della fanciullezza, età delle illusioni e dei sogni fatti in fanciullezza, età delle illusioni e dei sogni fatti in assenza della ragione. Questa condizione si perde assenza della ragione. Questa condizione si perde con l’età adulta, e ne subentra un’altra di perenne con l’età adulta, e ne subentra un’altra di perenne sofferenza. Alla fanciullezza degli individui sofferenza. Alla fanciullezza degli individui corrisponderebbe quella dei popoli. Le età antiche corrisponderebbe quella dei popoli. Le età antiche furono dominate dalla fantasia e dalle illusioni, furono dominate dalla fantasia e dalle illusioni, non avendo conosciuto il razionalismo dei tempi non avendo conosciuto il razionalismo dei tempi moderni gli antichi erano felici; infelici gli uomini moderni gli antichi erano felici; infelici gli uomini dell’età presente, ormai dominata dalla ragione. dell’età presente, ormai dominata dalla ragione.

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Tornando sul problema, il poeta, si chiede da dove Tornando sul problema, il poeta, si chiede da dove vengano le illusioni, e ribalta il suo giudizio sulla vengano le illusioni, e ribalta il suo giudizio sulla Natura, arrivando a pensare che essa stessa le Natura, arrivando a pensare che essa stessa le farebbe nascere negli uomini per un suo gioco farebbe nascere negli uomini per un suo gioco perverso e maligno. La Natura, non la ragione, perverso e maligno. La Natura, non la ragione, sarebbe la vera causa dell’infelicità dell’uomo, poiché sarebbe la vera causa dell’infelicità dell’uomo, poiché gli fa sperare, intravedere, sognare una felicità che gli fa sperare, intravedere, sognare una felicità che non potrà mai raggiungere; essa dunque non sarebbe non potrà mai raggiungere; essa dunque non sarebbe una madre benevola, bensì una matrigna. Gli uomini una madre benevola, bensì una matrigna. Gli uomini sono stati infelici in tutte le epoche storiche, e non sono stati infelici in tutte le epoche storiche, e non solo nella presente. Questa infelicità non è solo solo nella presente. Questa infelicità non è solo dell’umanità, ma di tutti gli esseri viventi animali e dell’umanità, ma di tutti gli esseri viventi animali e vegetali, e non solo in questo mondo, ma in tutto vegetali, e non solo in questo mondo, ma in tutto l’universo. Il dolore sarebbe condizione universale e l’universo. Il dolore sarebbe condizione universale e cosmica. Di qui la denominazione di questa fase del cosmica. Di qui la denominazione di questa fase del pensiero leopardiano come del pessimismo cosmico pensiero leopardiano come del pessimismo cosmico

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L’ultimo periodo, o del pessimismo eroico, è L’ultimo periodo, o del pessimismo eroico, è caratterizzato da un atteggiamento nuovo del caratterizzato da un atteggiamento nuovo del poeta che, cessando di lamentare la scoperta poeta che, cessando di lamentare la scoperta infelicità sua come di tutti gli esseri viventi, non infelicità sua come di tutti gli esseri viventi, non si piega più su se stesso a piangere il suo si piega più su se stesso a piangere il suo dolore, né impreca contro la malvagità della dolore, né impreca contro la malvagità della natura, ma è animato da un desiderio di vita e natura, ma è animato da un desiderio di vita e di lotta, pur nella coscienza della inevitabile di lotta, pur nella coscienza della inevitabile sconfitta; afferma la volontà di lottare contro la sconfitta; afferma la volontà di lottare contro la Natura, dando vita ad una forma di titanismo; Natura, dando vita ad una forma di titanismo; invita tutti gli uomini alla solidarietà e a invita tutti gli uomini alla solidarietà e a coalizzarsi per combattere quella che sola coalizzarsi per combattere quella che sola considerava la comune nemica, cioè la Natura. considerava la comune nemica, cioè la Natura. Questo il suo estremo messaggio lanciato con Questo il suo estremo messaggio lanciato con “La Ginestra”. “La Ginestra”.

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LA TEORIA DEL PIACERELA TEORIA DEL PIACERE

  Profondamente radicato nell’uomo è il desiderio di felicità. Ogni Profondamente radicato nell’uomo è il desiderio di felicità. Ogni uomo tende per legge di natura verso ciò che gli sembra bene, e uomo tende per legge di natura verso ciò che gli sembra bene, e poiché poi gli sembra bene tutto ciò che gli procura piacere, egli poiché poi gli sembra bene tutto ciò che gli procura piacere, egli cerca naturalmente il soddisfacimento dei suoi desideri. Ma cerca naturalmente il soddisfacimento dei suoi desideri. Ma questa soddisfazione non può essere che momentanea, di breve questa soddisfazione non può essere che momentanea, di breve durata. Subito dopo aver soddisfatto un desiderio l’uomo desidera durata. Subito dopo aver soddisfatto un desiderio l’uomo desidera di nuovo qualcosa, tornando nella precedente situazione di di nuovo qualcosa, tornando nella precedente situazione di sofferenza, determinata dalla mancanza di ciò che si desidera. Il sofferenza, determinata dalla mancanza di ciò che si desidera. Il piacere pertanto sarebbe costituito da una breve parentesi tra piacere pertanto sarebbe costituito da una breve parentesi tra momenti successivi, ma non contigui, di sofferenza. Da una momenti successivi, ma non contigui, di sofferenza. Da una momentanea interruzione del dolore, tale da non poter durare nel momentanea interruzione del dolore, tale da non poter durare nel tempo. Ma anche quando non esistano ragioni esterne a tempo. Ma anche quando non esistano ragioni esterne a determinare la sofferenza dell’individuo, questi si troverebbe in determinare la sofferenza dell’individuo, questi si troverebbe in una situazione di infelicità, l’animo umano infatti sarebbe una situazione di infelicità, l’animo umano infatti sarebbe costantemente dominato dalla noia. L’uomo riuscirebbe a trovarsi costantemente dominato dalla noia. L’uomo riuscirebbe a trovarsi in una situazione di piacere solo nel momento in cui si liberasse in una situazione di piacere solo nel momento in cui si liberasse da questa sua condizione. Ma non c’è via di scampo, essendo ciò da questa sua condizione. Ma non c’è via di scampo, essendo ciò possibile solo con la morte, eterna quiete, cessazione di tutto, possibile solo con la morte, eterna quiete, cessazione di tutto, oppure, non volendo morire, in ciò che alla morte maggiormente oppure, non volendo morire, in ciò che alla morte maggiormente somiglia, cioè o il sonno naturale, o lo stato di incoscienza somiglia, cioè o il sonno naturale, o lo stato di incoscienza procurato dall’oppio. Soluzioni però che Leopardi rifiuta sia procurato dall’oppio. Soluzioni però che Leopardi rifiuta sia concretamente che ideologicamente. concretamente che ideologicamente.

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1816/20: dopo la conversione dall’erudito al bello, 1816/20: dopo la conversione dall’erudito al bello, considera la ragione come una limitazione della considera la ragione come una limitazione della Natura, benigna dispensatrice di illusioni. Distingue Natura, benigna dispensatrice di illusioni. Distingue due fasi nella storia umana: due fasi nella storia umana:

primitiva e felice (coincidente con l’infanzia del primitiva e felice (coincidente con l’infanzia del singolo individuo); singolo individuo);

moderna e infelice (che rimanda alla maturità)moderna e infelice (che rimanda alla maturità)

1821/29: in nome del materialismo nega valore alla “consolazione” cristiana e rovescia il giudizio sulla Natura, ora considerata matrigna crudele perché

condanna all’infelicità non solo l’uomo (che aspira vanamente al piacere) ma tutti gli esseri viventi, sottoposti al ciclo meccanicistico di una Natura

indifferente1830/37: nell’ultimo periodo della sua vita, L. vede nella ragione l’unico strumento per raggiungere una coraggiosa consapevolezza del vero. Va

combattuto ogni vacuo ottimismo che nasconde la reale precarietà dell’esistenza, che egli attribuisce a fattori biologici. La via per fronteggiare

il dolore della vita non è da affidare a stampelle spiritualistiche, ma alla solidarietà fra persone che si sostengono reciprocamente

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Le poetiche di LeopardiLe poetiche di LeopardiDal 1816, quando partecipa al dibattito fra classicisti e romantici, L. va elaborando una Dal 1816, quando partecipa al dibattito fra classicisti e romantici, L. va elaborando una

sua concezione della poesia. In parallelo con le evoluzioni del suo pensiero, sua concezione della poesia. In parallelo con le evoluzioni del suo pensiero, anch’essa assume aspetti diversi nel corso del tempo anch’essa assume aspetti diversi nel corso del tempo

La poetica delle “rimembranze”: i canti pisano-recanatesi

Dalla critica alla poesia sentimentale alla poetica del “vago” e dell’ “indefinito”Nella poesia degli antichi il contatto con la vitalità del mondo naturale esaltava

l’immaginazione. Il raziocinio dell’età moderna consente ai poeti solo di rielaborare consapevolmente i sentimenti, che sono però malinconici e dolorosi. Imitare gli antichi non basta più: il poeta può colmare la tendenza al piacere infinito dell’uomo, descrivendo una

realtà naturale percepita in modo “vago” e indeterminato. Le immagini che ne scaturiscono sono “bellissime in poesia”.

La poetica della fase “eroica”

Durante il silenzio poetico (1823-27) L. sembra rinunciare alla poesia idillica: la poetica del “vago” viene modificata coi Grandi idilli del 1827-28 dove la poesia dell’indefinito è messa in relazione con l’esperienza soggettiva della memoria. Le cose per quanto belle non suscitano

impressioni poetiche, se non attraverso il filtro delle “rimembranze” capaci di caricarle di suggestioni emotive “poeticissime”.

La nuova poetica data dal “Canto notturno del pastore errante nell’Asia”: l’esperienza del mondo circostante e l’affermazione di sé nel presente (amore per la Targioni Tozzetti) fanno abbandonare i temi del rimpianto e della memoria. A L. preme ora difendere la sua filosofia eroica contro le sciocche illusioni con cui la società crede di incamminarsi verso il progresso

e la felicità. Con la Ginestra diffonde la dura verità dell’accettazione del dolore.