68
COPIA GRATUITA Nuovi volti dello spettacolo I progetti di Manuel Casella Palazzo Trecchi Antico alloggio di principi e re Cuore brasiliano Ayrton Senna ricordato in un film documentario Nuovo movimento femminile Se non ora quando? Cortei nelle piazze italiane per eliminare definitivamente la disparità tra uomo e donna Il Carnevale veneziano L'Ottocento e il mondo femminile sono i temi che segnano le maschere dell'edizione 2011 COPIA GRATUITA Anno 5 - n. 1 febbraio - marzo 2011 Falco a metà Il volo di Gianluca Grignani

Gianluca Grignani

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Gianluca Grignani

Citation preview

Page 1: Gianluca Grignani

COPIA GRATUITA

Nuovi volti dello spettacoloI progetti di Manuel Casella

Palazzo TrecchiAntico alloggio di principi e re

Cuore brasilianoAyrton Senna ricordatoin un fi lm documentario

Nuovo movimento femminile

Se non ora quando?Cortei nelle piazze italiane

per eliminare definitivamentela disparità

tra uomo e donna

Il Carnevaleveneziano

L'Ottocentoe il mondo femminile

sono i temi che segnano le maschere

dell'edizione 2011

COPIA GRATUITA

Anno 5 - n. 1 febbraio - marzo 2011

Falco a metàIl volo di Gianluca Grignani

Page 2: Gianluca Grignani
Page 3: Gianluca Grignani

n.1 - febbraio - marzo 2011by

Gianluca GrignaniNote d'autore

Carnevale di VeneziaTra Romanticismo e Risorgimento

Se non ora quando?Il nuovo movimento rosa

Cultura PaveseLa parola all'Assessore Facchinotti

Teatro FraschiniRitorno alle origini

Pavia BaroccaMusica per tutta Europa

Speciale CasaUn futuro ecocompatibile

Expo 2015Un faro per l'economia mondiale

Palazzo TrecchiL'antica dimora dei principi transitanti

Manuel CasellaL'ex isolano famoso si racconta

Ayrton SennaFenomenologia di un campione

&Co. Magazinepubblicazione periodica registrata presso il Tribunale di Pavia il 18 marzo 2007 - n. 675EDITORE: Adverum S.r.l.Via Defendente Sacchi 8, 27100 Paviatel. (+39) 0382 309826, fax (+39) 0382 308672www.adverum.net - [email protected]: tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati

PRESIDENTE: Stefano Spalla

DIRETTORE RESPONSABILE: Tommaso MontagnaCAPO REDATTORE: Luigi FranchiVISUAL DESIGNER: Chiara BoglianiSUPPORTO GRAFICO: Ivan Abonante

RESPONSABILE MARKETING: Monica PallaCOLLABORAZIONI

Alessia Benaglio, Luigi Franchi, Alberto Fiori, Jacopo FranchiAndrea Pestoni, Roberta Tacchinardi, Irina TurcanuRossana Trespidi, Chiara Pelizza, Simona Rapparelli

STAMPA:Pv Print s.r.l.V.le della Libertà, 11 - 27100-Pavia

LAYOUT PUBBLICITARI E IMPAGINAZIONE:Adverum S.r.l.

www.adverum.netwww.andcomagazine.it

P St f S

Management

DRedazione

Produzione

p partistica sono riservati

611142022192845545862

6

SO

MM

AR

IO

28

14

1162

Page 4: Gianluca Grignani

©Ad

veru

m

Page 5: Gianluca Grignani

5

EDITORIALE

Regni in bilico

Tommaso MontagnaDirettore

L’Africa, Nera o Bianca che sia, si scrolla di dosso la polvere, così come il Medio Oriente, suo vi-

cino di casa. Egitto, Marocco, Yemen, Kuwait, Giordania, Algeria e parecchi altri Paesi, da ultimo la Libia, sono stati messi a ferro e fuoco dalla folla di civi-li che si organizza in sit-in o lanciando pietre o facendo terra bruciata intorno, marciando nelle piazze e per le strade contro un governo che non riesce più a riconoscere. Dalla barricata opposta, dai Palazzi, arrivano le risposte a suon di mazzate, stragi o tentativi di mediazio-ne, dove si può. Cosa si è rotto? In un in-granaggio tanto delicato, in un equilibrio sottile, retto sulla fi ducia e sul sostegno dati (anche da parte delle grandi poten-ze) ai vari regnanti di turno, alcuni dei quali saliti al soglio grazie a plebisciti o colpi di stato, qualcosa è andato storto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è simboleggiata dall’aumento del prezzo del pane in Egitto, epicentro delle som-mosse. Come già accaduto in passato, i bisogni primari, uniti all’ideologia detta-ta e fomentata dai capi della rivolta, no-velli giacobini e girondini, sono stati la molla verso la sollevazione po-polare. Attraverso la memoria storica, possiamo quindi ritrova-re una forte somiglianza tra le ribellioni in questione e le rivolte che a suo tempo dilagarono nell’odierno “mondo occidentalizzato” per combattere i princi-pi dell’ Ancient Regime, l’antico regime con a capo monarchi assoluti e non, colpevoli anche solo di avere, loro mal-

grado, una corona in testa e privilegi vecchi di secoli. Basti pensare solo alla Rivoluzione Francese o alla guerra d’In-dipendenza Americana grazie alla quale gli States si staccarono dall’Inghilterra. E’ come se in Nord Africa (quella sub-sahariana è dilaniata dalle varie guerre civili) e in Medio Oriente si fosse risve-gliata la consapevolezza di essere ancora un mondo sommerso, quasi una latente coscienza di classe che, come un gioco a specchio, si sta diffondendo a macchia d’olio. La Popolazione scende nelle piaz-ze e il Governo sale di corsa le scale per chiudersi nelle larghe stanze del suo ca-stello. Scene già viste nel corso della Sto-ria. Il fatto poi che le proteste arrivino da popoli a maggioranza musulmana, poco importa, perchè quando si attacca un re o un dittatore la religione è tirata in bal-lo fi no ad un certo punto. Emblematico è il caso libico, dove il Colonnello è al

potere dal 1969 e fi no ad una decina di giorni fa non aveva di che preoccuparsi. Le insurrezioni sono forse segni tardivi di intolleranza a Geddafi ed ai suoi po-teri assoluti? In ogni caso, di fronte alle stesse, dopo averle sedate con la violen-za, minaccia di aprire i rubinetti dei fl ussi migratori verso l’Europa se essa incorag-gerà i ribelli. Ma il problema, come so-vente avviene, è a monte. Troppo spesso il dominio dittatoriale o l’indigenza della popolazione dei Paesi non industrializ-zati sono stati appoggiati, tacitamente o meno, moralmente e militarmente (anche di sottobanco), dall’Occidente. Che ora attonito al nunzio sta, a rifl ettere davanti all’amletico dubbio se spalleggiare il re o il popolo.

Page 6: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 6

di Roberta Tacchinardi

Rock romantico, fascino da vende-re e l’atteggiamento ribelle di chi ha un’anima libera. Sono sempre

stati questi gli ingredienti del successo del cantante Gianluca Grignani nato a Milano il 7 aprile 1972 - oggi anche affe-zionatissimo marito e padre-. Quest’anno l’artista è tornato sulla cresta dell’onda, conquistando il disco d’oro, con il deci-mo album “Romantico Rock Show”. 45 minuti e 38 secondi di buona musica pop rock: "Ci sono brani che parlano un po’

della visione che ho del mondo quali “Un anno come ora”, “Le-ro-la” e altri che de-fi nirei “romantici”. Questo infatti è il di-sco che contiene più canzoni d’amore di tutti gli altri. Da qui il suo titolo. Ovvia-mente le persone che mi circondano, cioè mia moglie e i miei fi gli, mi hanno dato l’ispirazione. Tanto che la canzone “Sei unica” è dedicata alla mia consorte”. Poi, oltre all’intro, il cd raccoglie “Più velo-ce del suono”, “Romantico rock show”, “Sei sempre stata mia”, “Il più fragile”,

“Rimani acqua di mare”, “Amica mia”, “Non ho più fi ducia” e“Come solo tu”. Quest’anno Grignani si è dedicato anche alla sua prima biografi a intitolata “La mia storia tra le dita” –dal titolo del brano d’esordio cantato a Sanremo nel 1994-. Opera che di recente è stata presentata nell’ambito di numerosi programmi te-levisivi ma anche in altre sedi:”L’idea è nata mentre stavo registrando l’ultimo cd. Periodo della mia vita in cui mi sono messo a scrivere alcuni racconti. Tre per

Page 7: Gianluca Grignani

7

INTERVISTA

DESTINAZIONEPARADISOMete e traguardi

di un cantante ribelle

Page 8: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 8

esattezza. Quando mi ha contattato Rizzo-li, ho accettato di pubblicarli insieme alla storia della mia vita. Mi è sembrata un’op-portunità carina e così mi sono messo su-bito al lavoro scrivendo di mio pugno i miei trascorsi”. "Diciamo che avevo molto da raccontare e spesso si trattava di cose insolite che dentro di me stavano strette e mi sembrava giusto condividere con chi mi segue”. Nel testo è narrato anche un episodio sconcertante: "Racconto di quan-do, a dieci anni, fui molestato da un ragaz-zo di 17 senza, fortunatamente, subire vio-lenza. La cosa avvenne durante un campo estivo, lontano da casa e da chi avrebbe potuto proteggermi. Per giorni sopportai i soprusi infl itti da questo adolescente e le sue botte. A livello psicologico è stato un duro colpo, questa esperienza mi ha se-gnato”. Rimanendo in tema, sulla vicenda di Sara Scazzi il cantante preferisce essere sintetico: "Si parla già fi n troppo, quindi non dirò nulla. Tuttavia voglio chiedere a chi subisce violenze e soprusi di non tace-re. Al contrario è bene parlarne subito se si vuole che qualcuno intervenga. Aspet-tare può diventare molto pericoloso”. Per raccontare la propria esistenza Gianluca cita i suoi capolavori:”Dal 1995 ad oggi ho lanciato 10 album. Sono loro che par-lano di me. Mi ritengo una persona come qualsiasi altra con alle spalle errori, pas-sioni e inquietudini. Senza dimenticare la cosa che mi viene meglio, cioè la musica, che è anche il mio personalissimo modo di raccontarmi”. E tra tutte queste note suona ancora forte “Falco a metà”, uno dei pez-zi preferiti dell'artista milanese: "Il testo e la musica di questa canzone sono miei come è sempre stato. Per me infatti è diffi -cile incidere canzoni scritte da altri. Avevo impresso sulla carta quel pezzo ispirato dal desiderio di non essere giudicato dalla gente, di sentirmi libero dai pregiudizi. E il falco mi dava proprio una sensazione di libertà assoluta”. Personalità forte, intelli-genza vivace e un talento artistico che non si lascia imbrigliare. Ma al di là del lavoro, cosa piace a Gianluca? Lui stesso spiega: "Sono un tifoso dell’Inter e adoro il tennis. Suono di “destro” come mi hanno inse-gnato, ma sono mancino in tutto. Amo leg-

gere a 360 gradi però prediligo la fantascienza”. Senza contare la passione per gli animali: "Al momento io e la mia famiglia abbiamo due cani: un bracco tedesco di nome Tex e un doberman di nome Shiva”. Ma che musica ascolta il grande cantautore italiano? "Davvero di tutto. Tuttavia i miei artisti preferiti sono Beatles, Radiohead, Subsonica, Elisa, Samuele Bersani, U2 e tra gli emergenti Linea 77”. E da buon italiano l’artista non dimentica la cucina: "Sono un cuoco sopraf-fi no e uno dei primi a scoprire il sushi in Italia”. Tanto che in un ristorante giapponese di Milano c'è addirittura un piatto chiamato "Grignani Im-perial".

Page 9: Gianluca Grignani

9

INTERVISTA

©Ad

veru

m

Page 10: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 10

Page 11: Gianluca Grignani

11

CARNEVALEdi Tommaso Montagna

Un Carnevale all’insegna dell’Ottocento, tra Romanticismo e Risorgimento

La più antica testimonianza risale addirittura al 1094, quando il ter-mine Carnevale (la cui etimologia

è ancora discussa: la gamma di signifi -cati varia dalle feste romane in onore di Saturno fi no alla proibizione di mangia-re carne) appare per la prima volta nel documentare una serie di divertimenti avvenuti nella città lagunare. In ogni caso, l’istituzione, ormai mil-lenaria, di uno dei festeggiamenti più celebri al mondo affonda le radici nella necessità sociologica della Serenissima di concedere, ai ceti più umili, un periodo di gozzoviglie e perfi no di derisione della aristocrazia veneziana. Ed ecco entrare in scena le maschere (eredità del mondo antico, ro-mano e greco) che donano l’anonimato e perfezionano il livellamento delle suddi-visioni sociali. E’ al periodo di massimo fulgore del Carnevale di Venezia, tra il 1600 e il 1700, che l’attuale direttore artistico Davide Rampello dice di voler-si ispirare per l’edizione 2011. “In quei secoli” spiega “il Carnevale durava sei mesi, la città si animava e rimaneva in festa per tutto il periodo. Credo che la manifestazione debba essere riportata alle sue origini, rivitalizzando la stessa Venezia”. A cominciare dalla cerimonia di apertura, un prologo tenutosi sabato 19 febbraio in piazza San Marco con un brindisi corale davanti alla Fon-tana del Vino. Un monumento ap-positamente creato dallo scenogra-fo Angelo Lodi. Il cin-cin è stato fatto con i migliori vini dell’Eno-teca veneta che sgorgavano dalle bocche della fontana, poi serviti da locandiere ed osti d’altri tempi. “La mia idea” continua il dr. Rampello, ve-neziano d’adozione “è ricostruire le am-bientazioni tipiche dell’Ottocento”. Per-

g

VENEZIAMASCHERATA

Page 12: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 12

chè il Diciannovesimo secolo, quello del Risorgimento e del Romanticismo, sarà il fi lo conduttore del Carnevale. In questo senso è stato edifi cato per l’occasione un teatro in piazza San Marco, cuore natura-le della manifestazione, nel quale saranno rappresentati numerosi spettacoli.E per fare in modo che Venezia possa riappropriarsi della sua anima burlesca, tutto il personale che lavora al Carnevale è rigorosamente in costume. “I musei cit-tadini sono aperti fi no alle 22, allo stesso modo la Casa del Cinema e l’Archivio di Stato, così come altre Istituzioni, dove sono organizzati eventi culturali, mostre, rappresentazioni storiche e proiezioni cinematografi che”. Anche le chiese ve-neziane sono protagoniste con i concer-ti tenuti dal conservatorio cittadino. “Il

carnevale deve rivolgersi soprattutto ai veneziani” commenta il direttore arti-stico “senza dimenticare l’attenzione che deve essere data anche a chi viene da fuori”. E nel centocinquantesimo an-niversario della Unità d’Italia, la mani-festazione celebra anche le eroine post romantiche, e quindi la femminilità in genere, andando poi a sdrammatizza-re, in modo giocoso, in perfetto stile carnevalesco, gli scontri tra gli uffi ciali austriaci e gli appartenenti al Comitato per l’Unità al Regno d’Italia. Davide Rampello sembra quindi aver cucito un Carnevale su misura addosso all’antica Repubblica marinara, come fosse uno dei costumi ottocenteschi che si aggire-ranno in città fi no all’8 marzo, Festa del-la Donna e data conclusiva degli eventi.

“E’ il momento in cui Venezia si ripren-de la sua anima, torna alla quotidianità dopo tanti giorni di festeggiamenti”. “La cerimonia di chiusura sarà rappresentata da una vogata notturna del silenzio: un modo per riconquistare la città lenta-mente, quasi senza rumore”. Una lunga processione di gondole e imbarcazioni a remi percorrerà il Canal Grande, da Ri-alto al Bacino di San Marco, anticipa-ta dalle note di una tromba posta sulla prima barca.Il corteo sarà illuminato da diecimila fi accole, proprio per saluta-re l’avvenuta rianimazione di Venezia. All’arrivo, centinaia di piccole mongol-fi ere di carta, con un lumino, saranno liberate nell’aria a suggellare, da una parte, la fi ne del Carnevale e dall’altra l’ingresso nella Quaresima.

Page 13: Gianluca Grignani

13

INTERVISTA

Page 14: Gianluca Grignani

di Simona Rapparelli

febbraio - marzo 2011 | 14

di Simona Rapparelli

Se non ora, quando?

Page 15: Gianluca Grignani

SIAMO DONNE

In piazza per manifestare

il diritto di essere donne

Chissà, forse sarà la vicinanza di calendario, ovviamente del tutto casuale. La manifestazione fem-

minile che si è tenuta domenica 13 feb-braio chiamata “Se non ora, quando?”, sembra essere, o meglio, è stata pericolo-samente vicina alla festa di san Valentino. Oddio, non che ci siano somiglianze, per carità! Ma sotto sotto, forse qualcosa di simile fa capolino. Se analizziamo bene i

due fenomeni, comunque profondamente diversi, troviamo due elementi in comu-ne che si fanno strada: le donne, tanto per fare un esempio, e forse anche un po’ l’amore. Già, perchè le donne che hanno parte-cipato alla manifestazione hanno volu-to ricordare che non è sempre il caso di rappresentarle soltanto con o come un corpo, ma che forse sono spesso qual-

Page 16: Gianluca Grignani

cos’altro; e qui si innesta anche un po’ di sentimento. Ma, tornando seri, perchè l’argomento non tollera celie o burle di sorta, è il caso di fare il punto su un elemento: la sessualità come merce di scambio, come valore aggiunto del “ti

trovo un posto in alto”. E’

propr io contro

q u e -

sto concetto che alcune esponenti in rosa hanno voluto protestare, scendendo in molte piazze italiane per esprimere il loro dissenso sull’uso del corpo femmi-nile, per ricordare che esistono i concetti “quasi” sacrosanti di dignità, uguaglian-za e rispetto. Una manifestazione che comunque non ha messo tutte d’ac-cordo, forse perchè in buona parte uti-lizzata da alcuni colori politici: in quel di Pavia, sempre per fare un esempio, molte le voci femminili a favore e molte (tanto per stare nel tema della “parità”) quelle non del tutto favorevoli alla mo-bilitazione di piazza. Secondo Marcella Ferrari, moglie del sindaco Alessandro Cattaneo, è necessario promuovere le

proprie competenze per imporsi, an-che se riconosce che non sempre

il merito vince; diversamente la pensano invece, stando

alla stampa locale, alcu-ne religiose consacrate della città, che esprimo-no solidarietà alle ma-nifestanti sottolineando la diffi coltà a spiegare alle ragazze che appari-re non sempre è fonda-mentale. “Di parte e fa-ziosa”: queste le parole del premier Silvio Ber-lusconi, che ha defi nito così la manifestazione

tinta di rosa. “Tutte le donne che hanno avu-to modo di conoscer-mi” - ha affermato durante un’intervista televisiva - “sanno

con quanta con-

siderazione e rispetto io mi rapporto con loro”. Urge però a questo punto una rifl essio-ne: sarebbe comunque riduttivo fermarsi al cosiddetto Rubygate. Facendo zap-ping in tv o sfogliando alcuni quotidiani, infatti, se ne vedono di cotte e di crude: basta anche solo uno spot pubblicitario (o uno stacchetto di ballo) per osservare una quantità di bellezza che sa un pochi-no di plastica. Ma, discostiamoci per un attimo dalle parole dei giornali, quelle cavalcate dai partiti, utilizzate dai giu-dici o nascoste dai colpevoli: in queste settimane non abbiamo sentito altro che fanciulle in cerca di facili successi e di soldi facili, di minorenni disposte a tutto pur di apparire e guadagnare. Chiudiamo gli occhi davanti alle notizie sbattute sulle prime pagine dei quoti-diani e concentriamoci sulle donne che lavorano nella ricerca, su quelle che fan-no le pulizie tutti i giorni per mantenere un bambino o tutta una famiglia, sulla barista che ci prepara il cappuccino la mattina e sulla commessa del negozio che ci fa provare con pazienza una volta al mese i nostri maglioni preferiti; sulla sarta che ci aggiusta i pantaloni, sulla mamma che ci prepara il pranzetto del-la domenica o sulla nonna, sulla donna medico che ci cura quando non stiamo bene, sulla poliziotta che ci ha dato la multa o sulla cassiera che fa passare le nostre provviste al supermercato, men-tre sbuffi amo stufi marci della spesa del sabato pomeriggio; o sull’ostetrica che ha fatto nascere noi e nostro fi glio, o infi ne, perchè l’elenco sarebbe davvero troppo lungo, sulla donna che ogni gior-no ci sta accanto, indipendentemente da tutto. Forse onorare le donne vuol dire pro-prio questo, al di là della manifestazio-ne, seppur giusta, limitata ad un giorno soltanto: portare un sorriso, un regalo ad un’amica, un libro, una penna e un diario. Lo scambio di regali ed emozioni funziona anche declinato tutto al fem-minile, da donna a donna, per non di-menticarci che siamo, a dispetto di tutto, semplicemente uniche.

febbraio - marzo 2011 | 16

Page 17: Gianluca Grignani

17

INTERVISTA

©Ad

veru

m

Page 18: Gianluca Grignani

di Rossana Trespidi

febbraio - marzo 2011 | 18

Effervescente partenza nel 2011 del settore cultura della Provincia di Pavia con la proposizione di due

importanti iniziative che i pavesi hanno dimostrato nel tempo di apprezzare par-ticolarmente. Dopo il successo dell’anno scorso, il 12 febbraio comincia il secon-do Festival degli Organi Storici della provincia e poi a marzo va in scena il Festival Provinciale di Teatro Dialettale giunto alla nona edizione. Far rivivere gli antichi organi delle chiese più belle e più rappresentative del pavese rientra in un più ampio progetto di riscoperta e valorizzazione del territorio partito nel 2003 con un censimento che ha portato all’individuazione di circa un centinaio di organi antichi che tornano ogni anno a nuova vita grazie alla sapiente arte di organisti di fama accompagnati da can-tanti e strumentisti noti a livello nazio-nale e internazionale. Si comincia nella chiesa di Villanterio per toccare poi fi no al 16 aprile le chiese di tutta la provin-cia, Mortara, Castelnovetto, Montebello della Battaglia, Pomello, Rivanazzano Terme (dove c’è l’organo più antico del-la provincia risalente al 1629), Rovesca-la e Voghera. “Il Festival è anche un’oc-casione anche per andare alla riscoperta delle bellezze architettoniche e artistiche del territorio” dice Marco Facchinot-ti, Vicepresidente e Assessore ai Beni

ALLA RICERCADEL TEMPO PERDUTOL’impegnodell’assessore Facchinottiper trovare le radicidella nostra provincia

e alle Attività Culturali della Provincia di Pavia. Altra signifi cativa iniziativa è il Festival del Teatro Dialettale, ospi-tato a Mortara dal 4 marzo al 10 aprile secondo la logica itinerante inaugurata dallo stesso Facchinotti all’atto del suo insediamento all’assessorato circa cin-que anni fa. Nato infatti a Broni come appuntamento fi sso, è stato poi portato in giro per la provincia toccando i tea-

tri dell’Oltrepo, della Lomellina e del Pavese. Sono quattordici le compagnie dialettali che si esibiranno sul palco nei week-end con spettacoli totalmente gratuiti. Il Festival inizia con “Al mago Angiulin, tant ladar e poc induin” del Gruppo Giovani Parona e termina, la domenica pomeriggio del 10 aprile, con una grande festa musicale in cui guest star sarà la band dei “Fio dla nebia”, sto-

MARCO FACCHINOTTI - VICEPRESIDENTE E ASSESSORE AI BENI E ALLE ATTIVITÀ CULTURALI DELLA PROVINCIA DI PAVIA

Page 19: Gianluca Grignani

19

ATTUALITÀ

rico gruppo amatissimo in provincia. In scena, ad opera di attori amatoriali, i rac-conti della vita di cortile, dell’aia, delle case di ringhiera, della vita di campagna, che spesso giocano su una trama di equi-voci e su una vena grottesca tipici della tradizione popolare che Facchinotti, tra i prioritari propositi del suo operato, ha sempre voluto valorizzare. “E’ stato sempre un obiettivo del mio mandato tu-telare la cultura popolare, il valore della memoria, oltre che il recupero e la va-lorizzazione del dialetto” sottolinea Fac-chinotti “infatti grazie alle compagnie dei vari paesi si realizza uno scambio interculturale di dialetti che sono molto diversi da zona a zona”. Su questo solco, Facchinotti ha anche promosso insie-me al GAL Lomellina e all’Ecomuseo del Paesaggio Lomellino un progetto di mappatura delle cascine della Lomellina per riscoprire i beni materiali e imma-teriali della storia del nostro territorio e pubblicato il libro “Cascine”, incentrato sul tema della ruralità vista attraverso la vitalità e la presenza tipica proprio delle cascine. Si sono cercate costruzioni an-cora attive che tramandano usi e costu-mi e si è voluto ricordare anche quelle abbandonate che meriterebbero di essere recuperate. Terzo progetto in procin-to di vedere la luce è il completamento della trilogia dei volumi sul 150esimo anniversario dell’ente di Piazza Italia. Quest’anno è la volta dei protagonisti pavesi che hanno fatto la storia e lasciato una signifi cativa traccia nei più svariati campi del sapere, dalle arti alla scienza, dalla politica all’economia.

Tel. 0382.597417 / 597227

Fax 0382.597384

E-mail: [email protected]

Page 20: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 20

di Tommaso Montagna

Già la scorsa estate, tra luglio e ago-

sto, per fi nire giusto in tempo ad inaugu-rare la nuova stagio-ne, il Teatro Fraschini aveva provveduto a restaurare alcuni suoi arredi. Dalla sosti-

tuzione delle passatoie (ora in tessuto ignifugo) e dei tendaggi dell’atrio e del-la platea alla posa delle assi della pavi-mentazione (conservando quelle origi-nali settecentesche), dal proscenio e dai camerini ritinteggiati fi no alle poltrone rimesse a nuovo. Una serie di interventi che ha contribuito a mantenere intatto un patrimonio dei pavesi, quasi un tempio per chi ami il palcoscenico in ogni sua forma. Seguendo la sua linea di condotta, secondo la quale solo i restauri progres-sivi diluiscono le spese, Raffaella Ciam-pi, vice presidente vicario del Teatro dei Quattro Cavalieri, ha appena portato a termine il restauro anche di quattro pal-chi del primo ordine. “L’approvazione della Sovraintendenza delle Belle Arti

LAVORIIN CORSO

è arrivata a dicembre dell’anno passato, subito dopo sono cominciati i lavori”. “E’ stato tolto l’intonaco protettivo che rico-priva le pareti dal 1994, data dell’ultimo grande restauro che ha tenuto chiuso il te-atro per otto anni, e sono state portate alla luce le decorazioni a marmorino risalenti all’Ottocento”.Ogni palco ha un colore differente, in uno dei sotto archi ora è visibile una decorazione dorata del Settecento, inta-gliata ai tempi della costruzione dell’edi-fi cio. “E’ stato un restauro conservativo” prosegue la dottoressa Ciampi “non ab-biamo voluto intaccare l’originalità dei toni cromatici o evidenziarli in modo sproporzionato rispetto all’antichità del Teatro”.L’opera è stata portata a compimento, con particolare zelo e abnegazione, da due ditte di Pavia e Milano, nel giro di un mese. Costo: undici mila euro, pro-venienti dalle casse della Fondazione del Teatro Fraschini. “La mia fi nalità è riuscire a restaurare un palco all’anno e riportare il teatro alla sua bellezza origi-naria. Nel prossimo futuro speriamo di essere in grado di partecipare ad un ban-

do ministeriale che consenta di ottenere le risorse necessarie alla sostituzione dei tendaggi, poggiagomiti e sedie di tutti i palchi”. Interventi forse non così appa-riscenti, presi ad uno ad uno, ma parti-colarmente produttivi se uniti all’interno del contesto teatrale. “Già con l’ultimo restauro, la platea e l’immagine interna del teatro sembrano essere più luminose, più vivide, restituite al nostro tempo”.E tra l’altro, uno dei quattro palchi è stato rimesso a lucido grazie anche al prezioso contributo economico di una abbonata storica che ha voluto lasciare una traccia indelebile nella sua passione di sempre.Una sorta di mecenatismo dei tempi perduti, attraverso cui i cittadini si fanno carico del loro patrimonio cultu-rale, che Raffaella Ciampi spera posso ripetersi.Una cura degna di un teatro come il Fraschini, il cui particolare pregio viene spesso notato anche dai suoi ospiti più illustri. Da ultimi, naturalmente solo per ordine temporale, Alessandro Gassman e Ligabue che hanno speso parole d’elo-gio per quello che è, per qualità, tra i primi venti teatri d’Italia.

Un progressivoritorno alle origini

per Il Teatrodei Quattro Cavalieri

Page 21: Gianluca Grignani

21

ATTUALITÀ

©Ad

veru

m

Page 22: Gianluca Grignani

di Simona Rapparelli

febbraio - marzo 2011 | 22

A dispetto della Pavia sonnacchiosa che sta nell’immaginario di tanti di noi, la vita culturale della cit-

tà è decisamente animata. Lo si osserva abbastanza velocemente notando quante siano le associazioni che animano even-ti ed incontri. Quasi ogni fi ne settimana possiamo trovare, nell’ampio panorama di appuntamenti pavesi, l’iniziativa e la collaborazione di qualche gruppo che desidera spendere il proprio tempo libero promuovendo la cultura locale.“Sono ben 162 ad oggi le associazioni culturali e di turismo che fi gurano sugli elenchi comunali e che collaborano con noi” – spiega l’Assessore comunale alla Cultura Gian Marco Centinaio – “un nu-mero importante, che mi ha permesso di istituire il Tavolo delle Associazio-ni, attraverso il quale siamo riusciti a riunire i componenti delle varie realtà spingendoli a fare sistema. Durante i primi mesi del mio mandato mi sono reso conto che le associazioni avevano necessità di trovare un interlocutore, una persona che ascoltasse le loro proposte e che ne tenesse conto, magari cercando di sostenerle e di dare una spinta orga-nizzativa alle idee portate avanti. Una volta avviato il meccanismo, il tavolo è diventato un vero e proprio strumento di lavoro che le stesse associazioni uti-lizzano per comunicare e collaborare tra loro: spesso accade che un gruppo chia-mi la segreteria del mio assessorato per chiedere se in un giorno specifi co c’è già un’iniziativa simile a quella che loro vorrebbero realizzare; questo semplice passaggio ci permette di evitare eventi-

CULTURA & DINTORNI

Associazioni ed Enti riuniti in unico sistema

LA CULTURAPAVESE

doppione che si ripetono ostacolandosi tra loro”.E Pavia, da buona città del fare, agisce senza farlo sapere in giro. Certo è che le associazioni che fanno cultura ci sono e sono attivissime: scorrendo l’elenco troviamo ampio spazio dedicato alle attività musicali in genere: citiamo, per esempio, Ghislieri Choir and Consort, ensemble diretta da Giulio Prandi che esegue musica barocca in residenza presso lo storico Collegio Ghislieri, e che annovera alcuni tra i migliori can-tanti e strumentisti barocchi italiani. Ri-cordiamo che Ghislieri Choir ha all’at-tivo anche un progetto di riscoperta del repertorio sacro corale del XVIII secolo che sarà pubblicato in tutto il mondo da Sony-Deutsche Harmonia Mundi.Nell’elenco troviamo anche nomi più che noti alla città e alla sua provincia, come la Fondazione Teatro Fraschini, che porta avanti la tradizione teatrale pa-vese; ma esistono anche l’Associazione Amici dell’Orto Botanico di Pavia, fon-data nel 1994 per rilanciare l’immagine dell’Orto ma anche per impegnarsi nel-la sua conservazione e valorizzazione; l’Associazione Ruote d’Epoca Pavia, che si dedica al settore delle auto e delle motociclette d’antan, “curando” con de-dizione i motori che hanno fatto la storia automobilistica e motociclistica italiana, e tante altre aggregazioni, che purtroppo tralasciamo per mancanza di spazio. Quello delle associazioni culturali è un mondo variegato, vivo e pulsante, che si porta silenziosamente Pavia nel cuore, un po’ come tutti noi.

COLLEGIO GHISLIERI

Gian Marco Centinaio

Page 23: Gianluca Grignani

23

I.P.

“Pavia barocca”: suona così la rassegna

internazionale di musica antica del Col-

legio Ghislieri. Trentanove appuntamen-

ti: trentanove scalini musicali, che si

dipaneranno da marzo a dicembre. Un

progetto che vuole inserire la Città delle

Cento Torri all’interno di un prezioso cir-

cuito musicale di respiro non solo italia-

no, ma europeo. Anche per suggellare la

presenza di Pavia all’interno del Circuito

lombardo di Musica antica: prima rete

italiana, su modello europeo, che coin-

volge le istituzioni nell’ambito del reper-

torio barocco. Accanto ai dodici concerti

eseguiti dai migliori maestri del Vecchio

Continente e ai nove concerti da came-

ra, durante la rassegna verranno proposti

incontri ed eventi culturali fi nalizzati

anche alla promozione dei prodotti tipici

del pavese. Soluzioni studiate apposita-

mente per non creare nicchie isolate di

cultura, poco profi cue, ma per integrarle

e convogliarle in un legame condiviso,

capace di rivitalizzare il territorio. “Una

particolare attenzione contraddistingue la

propensione di Ghislierimusica per i giova-

ni” spiega il Maestro Giulio Prandi, gio-

vane direttore musicale della medesima

associazione musicale da lui fondata. “In

questo senso il collegio Ghislieri ha atti-

vato una partnership con due eccellenze

europee dell’inserimento nel campo pro-

fessionale della musica antica: l’Orchestra

Barocca dell’Unione Europea e dell’Accade-

mia di Ambronay”. “Ambedue le ensamble,

non solo suoneranno nella rassegna, ma

partiranno da Pavia per le loro tourneè in-

ternazionali in giro per l’Europa, dopo aver

portato in città una settantina tra i migliori

musicisti dell’intero continente”. In linea

con questo binomio formato da giovani

e musica antica, “Pavia barocca”, nata dal

connubio tra il rinomato collegio pavese

e l’amministrazione comunale, sostenuta

da Regione, Provincia e con il contributo

di varie istituzioni quali la Fondazione

Cariplo, ospiterà anche numerosi artisti

emergenti, tra cui i vincitori del Premio

Nazionale delle Arti, Sezione Barocca,

indetto dal Ministero dell’Istruzione, e

il Gruppo di Musica Antica dell’Istituto

Musicale “F. Vittadini” di Pavia. Senza di-

menticare lo stesso coro del collegio

Ghislieri: un gruppo studentesco ama-

toriale, con la profonda passione per le

note d’epoca, che si esibirà in tre concerti

fuori dal repertorio barocco.

PAVIA BAROCCAUna rassegna musicale nata anche per i giovani

Page 24: Gianluca Grignani

di Andrea Pestoni

febbraio - marzo 2011 | 24

ARBITERARBITERVoghera. Quando nel centro della

via Emilia si imbocca l’ingresso che porta alla boutique Arbiter si

capisce già, dopo pochi passi, di essere entrati in una dimensione diversa. Una sensazione che diventa certezza quan-do si arriva nel piccolo giardino posto nell’atrio e poi si apre la porta di cristallo, che introduce i clienti in un negozio re-centemente ristrutturato e rivisto, aperto l’11 settembre scorso, nel pieno centro cittadino. Arbiter abbigliamento è si-nonimo di eleganza e innovazione, ma anche di cordialità e cura dei particolari. Qui l’uomo può vestirsi da capo a piedi, viene consigliato sulla scelta del pro-fumo più adatto, ha a disposizione una serie infi nita di accessori, a cominciare dalle scarpe più eleganti ed esclusive. Ma soprattutto ci sono Massimo e Stefa-no che mettono la loro professionalità al servizio del cliente. “Sono bastati pochi mesi ed il nostro negozio è già diventa-to un punto di riferimento per molti, che prima cercavano altrove un negozio di questo tipo, magari anche nelle grandi città – spiega Massimo - I nostri prodotti sono unici e all’avanguardia, perché noi amiamo precorrere i tempi e proponiamo ai clienti articoli che altri proporranno

fra qualche anno. Noi vendiamo imma-gine, idea e stile: è questo che ci con-traddistingue”. E’ chiaro, quindi, che da Arbiter abbigliamento non si va solo a comprare un vestito. I “vecchi” com-messi ora sono consulenti d’immagine, sanno consigliare al cliente il miglior abbinamento, individuano subito le scar-pe appropriate per ogni occasione. Ma sanno anche creare vestiti su misura, in base alle esigenze del cliente, come nella miglior tradizione sartoriale. “Il bilancio di questi primi mesi è stato davvero molto positivo e vedere un cliente che ritorna è il riscontro concreto, anzi la certezza di aver fatto un buon lavoro, nella consape-volezza che la nostra missione è sempre quella di migliorare e migliorarci – ag-giunge Stefano – I progetti per il 2011,

invece, sono davvero tanti e spaziano dalla cultura all’abbigliamento, dalla gastrono-mia all’arte”. Un obiettivo che in realtà è duplice: contribuire a ravvivare il centro storico e soprattutto valorizzare lo splendi-do giardino nell’atrio, principalmente nei mesi primaverili ed estivi. Anche questo è un modo originale ed elegante per consen-tire al cliente di vivere il proprio negozio, di seguirne la crescita e di capirne profon-damente le scelte. Non si tratta solamente di acquistare un vestito. “Noi vendiamo immagine, idea e stile – ripete convinto Massimo – Ma alla base del nostro lavoro c’è sempre il rapporto umano con il clien-te”. Ecco il vero segreto di un negozio che fa della moda, creativa e tradizionale, ele-gante ed originale, la propria arma vincen-te. Un patrimonio per tutti i vogheresi.

boutique d'élite

Massimo e Stefano

Page 25: Gianluca Grignani

25

ATTUALITÀ

©A

dver

um

Page 26: Gianluca Grignani

dicembre 2010 - gennaio 2011 | 26

Page 27: Gianluca Grignani

27

I.P.

©Ad

veru

m

Page 28: Gianluca Grignani

di Alessia Benaglio

febbraio - marzo 2011 | 28

Risale ad un progetto del lonta-no 1935 di Frank Loyd Wright la Casa sulla Cascata, il primo

esempio di architettura “organica”, così come amava defi nirla l’architetto. Per re-alizzare l’abitazione, vennero create una serie di piani a terrazza sovrapposti che richiamassero la stratifi cazione delle roc-ce e che sporgendo sulla cascata crearono un effetto scenico unico. Si tratta di una tipologia di architettura che promuove l’armonia tra l’uomo e la natura, l’equi-librio tra l’ambiente costruito e l’am-biente naturale attraverso l’integrazione tra elementi artifi ciali e non: è ciò che viene chiamato bioarchitettura. Secondo la defi nizione che viene data dall’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, l’architettu-ra sostenibile è l’insieme delle discipline che presuppongono e attuano un atteg-

Materiali naturalio riciclatiper costruire le nostre dimore

giamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema ambientale. Lo scopo è conciliare e integrare le attività e i comportamenti umani con le preesi-stenze ambientali ed i fenomeni naturali per migliorare la qualità della vita attuale e futura. Quali sono gli interventi archi-tettonici che possiamo attuare per evita-re che la nostra casa inquini l’ambiente che ci ospita e ci circonda? In primis, il progetto architettonico deve valutare l’importanza dei valori storici ed estetici del paesaggio e tutelarne le specifi cità. E’ necessario scegliere con attenzione anche i materiali da utilizzare: è bene verifi -carne l’origine e il dispendio energetico, l’assenza di sostanze tossiche o radioat-tive, il processo di estrazione, l’estetica e il comportamento statico ed elettroma-gnetico. Ad esempio, per le fondamenta

sono consigliabili mattoni, pietre naturali e calcestruzzo magro, per le fi nestre, le-gni autoctoni e vetri incolore con lastre doppie. Il riciclo delle acque piovane e lo smaltimento dei rifi uti sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile. Così come lo è l’ottimizzazione dell’aria interna all’abitazione. E’ indispensabile favorire le condizioni microclimatiche più adatte per garantire un adeguato livello di be-nessere degli spazi interni.Stiamo parlando quindi della temperatu-ra, dell’umidità, della velocità dell’aria, per questo motivo è importante scegliere materiali a bassissima emissione nociva che possano alterare il micro-ecosistema degli ambienti. Sembrano concetti al-quanto diffi cili da mettere in pratica, ma c’è chi con tanto impegno, sacrifi cio e buona volontà è riuscito a realizzare dei

ARCHITETTURAPULITA

SPECIALECASA

Page 29: Gianluca Grignani

29

SPECIALE CASA

capolavori architettonici. Prendiamo l’edifi cio di Taiwan costruito intera-mente con bottiglie di plastica riciclate su tre piani che oggi ospita degli spazi espositivi o il complesso residenziale Sierra Bonita Affordable Housing a Hol-lywood che utilizza la luce del sole per produrre energia e trae il riscaldamento esclusivamente dall’energia termica. Possiamo trovare esempi di bioarchi-tettura anche guardando all’interno dei confi ni del nostro Paese: la società Sa-vno, Società Ambientale Veneto Nord Orientale che gestisce lo smaltimento di rifi uti urbani, si è guadagnata nel 2009 il premio Energy Globe Award per avere realizzato l’edifi cio in cui ha sede inte-ramente con materiali provenienti dalla raccolta differenziata. La sostenibilità è assicurata al 100%.

UN CAPOLAVOROECOLOGICOUN CAPOLAVOROECOLOGICO

Si chiama EcoArk, si trova a Taiwan, ed è un padiglione di tre piani costruito utilizzando un milione e mezzo di bottiglie di plastica. Un intervento di upcycle destinato ad entrare nel Guinness dei primati.L’elasticità della plastica delle bottiglie mette la costruzione al riparo da tempeste e terremoti e permette alla luce di entrare e di illuminare naturalmente gli interni.L’EcoARK comprende un anfi teatro, un museo, e una vasca per la raccolta di acqua piovana.La costruzione può essere smontata e rimon-tata altrove divenendo una vera e propria struttura itinerante.

Page 30: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 30

di Alessia Benaglio

ARREDAMENTOECOSOSTENIBILE

La nuova viaper rendere salutare

ogni angolodel focolare domestico

Che cos’è l’inquinamento? E’ un’alterazione dell’ambiente che produce disagi o danni permanenti per la vita di una determinata zona. Esiste l’inquinamento idrico, atmosferico, termico, acustico e chi più ne ha più ne metta. Com’è pos-

sibile non sentirsi impotenti di fronte ad un problema di così vasta portata? Oltre alla raccolta differenziata dei rifi uti o evitare di usare l’auto se non è necessario, in quale altro modo possiamo contribuire? Possiamo partire dal nostro nido, dalla nostra amata casa e renderla a prova di inquinamento utilizzando elementi d’arredo ecosostenibili. Possono essere defi niti “ecologici” gli arredi che rispettano l’ambiente sia nella fase di produzione (non deve esserci sfruttamento dell’uomo o dell’ambiente) sia nella fase fi nale della vita dell’oggetto, cioè devono essere composti da materiali rinnovabili. E’ incredibile quanti materiali naturali possono essere riciclati. Il lattice, derivante dalla lavorazione del liquido estratto dalle piante della gomma, è un prodotto igienico ed anallergico utilizzato spesso per i materassi. La parte che riveste i semi di miglio e

farro viene utilizzata per imbottiture di vario genere. Nessuno lo direbbe mai, ma anche il legno può essere riciclato; esi-ste un legno riciclato pre-consumo, fatto da trucioli e segatura proveniente dagli scarti di lavorazione e un legno riciclato post-consumo che comprende tutti quegli oggetti che dopo il loro utilizzo andreb-bero gettati. Anche tantissimi tipi di stof-fe sono ecologici: il tessuto ottenuto dal sughero è molto leggero e robusto, dalla canna da zucchero e dal mais si possono ottenere dei fi lati di alta qualità e lavo-

Page 31: Gianluca Grignani

31

INTERVISTA

rando la soia si può ottenere una particolare fi bra chia-mata “cachemere vegetale”, un prodotto più luminoso della seta e più leggero del cachemere. Famosi designer si sono accorti dell’importanza della causa ecologica e hanno intrapreso la via dell’ecocompatibilità.In una casa sostenibile dal design innovativo non pos-sono mancare la libreria realizzata con materiale di scarto della produzione di skateboards, il divano a for-ma di cuore interamente fatto di cartone, il grattugia-sapone per evitare di utilizzare sapone liquido conte-nuto in inquinanti confezioni di plastica e la lampada a LED fatta di gomma e propilene. Appare chiaro che si può avere una casa alla moda rispettando l’ambien-

La salubrità della pianta Dracena, adatta a stare in cucina, sembra derivare addirittura da antichissime credenze. Dalla popolazione dei Guanci, nelle Cana-rie, era considerata un vero e proprio drago con po-teri terapeutici. Una convinzione dovuta al fatto che la linfa, rapprendendosi, diventa rossa, come il sangue dell’animale fi abesco. Nell’antica Roma, la sostanza venne usata come colorante, mentre nel Medioevo gli alchimisti ne sfruttarono le proprietà magiche. Ed oggi, per tradizione, la Dracena è conosciuta anche come il “tronchetto della felicità”.

CURIOSITA’: LA PIANTA-DRAGO

Page 32: Gianluca Grignani

dicembre 2010 - gennaio 2011 | 32

te. Anche l’aria che respiriamo nelle nostre case non è del tutto pura, l’unica soluzione possibile è chiedere “aiuto” alle piante.Alcuni ricercatori hanno infatti scoper-to che le piante non solo assorbono gli agenti inquinanti dissolti nell’aria, ma hanno anche una vera e propria funzione purifi catrice. Attirano questi agenti tra-mite le foglie e sono in grado di metabo-

lizzarli o eliminarli dalle radici renden-doli dei minerali utili al loro nutrimento. Secondo gli esperti, per ogni stanza c’è la pianta più adatta: dracena per la cuci-na, azalea per il bagno.Esistono anche delle sostanze più par-ticolari che possono essere riutilizzate: c’è chi ricicla i fondi di caffè per creare tavoli e sedie! Mescolandoli a plastica riciclata post-consumo vengono create

delle superfi ci di un colore scuro che emanano l’aroma del caffè.C’è chi si è spinto oltre ed ha utilizzato degli avanzi di lapidi considerandole un ottimo ma-teriale edile.Non c’è da stupirsi, in fondo anche i no-stri antenati medievali e rinascimentali le utilizzavano spesso come elemento architettonico decorativo, segno che la coscienza ecologica non ha età!

Page 33: Gianluca Grignani

33

INTERVISTA

©Ad

veru

m

Page 34: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 34

di Chiara Pelizza

Una fi losofi a di vita, una scelta che nasce dal rispetto dell’ambiente che ci circonda e dalla consape-

volezza che il mondo vive di risorse fi nite che non possono essere utilizzate in eter-no. La bioarchitettura, crea un equilibrio tra ecosistema e comportamenti umani, in particolare che riguardano le costruzioni e gli abitati. Nata negli anni ’70 in Ger-

La Naturaci spinge verso l’utilizzodell’energia rinnovabile

mania, la bioarchitettura o bioedilizia, armonizza la realizzazione degli edifi ci con l’ambiente naturale e ha il preciso intento, per tutelare la salute dell’uomo e dell’ambiente, di limitare l’impatto che solitamente la natura subisce nella ‘vio-lenza’ della costruzione non ecososteni-bile. Le materie prime utilizzate dall’archi-

tetto sono risorse naturali quali acqua, legno, vegetative ma soprattutto tenta di limitare le emissioni dannose in vi-sta della conservazione di un futuro del mondo il meno contaminato possibile. La costruzione delle così dette ‘case passive’ ha un impazzo zero poiché non consuma praticamente energia creando calore per l’interno attraverso un eccel-

LA FORZADEGLI ELEMENTI

Page 35: Gianluca Grignani

35

SPECIALE CASA

Page 36: Gianluca Grignani

dicembre 2010 - gennaio 2011 | 36

lente isolamento termico, rinunciando all’impianto di riscaldamento re-utiliz-zando l’energia prodotta da abitanti e elettrodomestici dell’interno, soprattutto grazie all’energia solare. Obiettivo della bioedilizia è sicuramente ottimizzare l’utilizzo energetico per ri-cavarne un risparmio il cui costo è am-mortizzabile nel tempo anche se i diversi impianti, al momento della realizzazio-ne della casa, hanno costi superiori alle normali soluzioni impiegate. La ricerca di energie alternative risponde anche all’esigenza di superare la dipendenza che l’Italia, così come altri stati, ha da fornitori esteri. Concentrarsi sulla ri-cerca di energie alternative, aiuterebbe a guadagnare autonomia rispetto agli stati fornitori e allo stesso tempo con-tribuirebbe a cercare soluzioni diverse dall’impiego di petrolio, ad oggi la prin-

Page 37: Gianluca Grignani

37

SPECIALE CASA

cipale fonte di energia. Se la casa passiva non ha ancora ampia diffusione in Italia e nel mondo, ma cre-sce per il momento come progetto ideale di rispetto ambientale, il fotovoltaico è impianto scelto da persone di sensibilità ambientalista, ma anche da diverse gran-di strutture ed enti. I numeri offerti dal-la fonte fotovoltaiconorditalia.it su dati Gse, Gestore servizi energetici, spesso subiscono alcune oscillazioni che vedo-no un incremento dell’installazione di impianti fotovoltaici nei primi tre mesi dell’anno per poi diminuire verso gli ul-timi mesi. Questo calo avviene perché le procedure per ricevere gli incentivi sono burocraticamente impegnative e il dispiego dei documenti richiede tempo, ma soprattutto perché il rimborso av-viene a fi ne anno. La situazione mon-diale rispetto alla produzione e vendita

Page 38: Gianluca Grignani

dicembre 2010 - gennaio 2011 | 38

delle celle fotovoltaiche, ha visto un incremento dai circa 1.200 Mwp pro-dotti nell’anno 2004 ad oltre 12 mila Mw di moduli prodotti nel 2009, con una quantità annuale praticamente de-cuplicata in 5 anni. In Italia dai 9 mw installati nel corso del 2006 si è passati ai 720 Mwp installati nel 2009. Le sti-me Gse per il 2010 indicano circa 850 mw di nuovo installato per la fi ne anno.Al 30 aprile 2010 le tre regioni che mag-giormente hanno installato fotovoltaico sono state Puglia, Lombardia, Emilia Romagna con installazioni complessive rispettivamente di circa 230, 135 e 100 Mw. Alle case, tra le varie energie alternative, si può applicare anche l’energia idroelet-trica e altri tipi puliti, illimitati e rinno-vabili, il cui impiego gioverà anche alle generazioni future.

Page 39: Gianluca Grignani

39

INTERVISTA

Page 40: Gianluca Grignani

dicembre 2010 - gennaio 2011 | 40

©Ad

veru

m

Non solo le case, ma anche gli alberghi, soprattutto in nord Europa, hanno fatto scelta di eco compatibilità per attirare un pubblico non solo di esperti, ma anche di curiosi di queste strutture interamen-te immerse nella natura. Vacanze verdi nella destinazione e nei programmi di intrattenimento. Addirittura alcune pro-poste di soggirono in Nord Europa e nei paesi della penisola Scandinava, offrono il pernottamento in alberghi sugli alberi. Case che trasmettono l’insolita emozio-ne di dormire in ambienti integrati nella natura circostante per vivere un’espe-rienza ecocompatibile, ma con tutti i confort della vita moderna.

Page 41: Gianluca Grignani

41

I.P.

Page 42: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 42

di Andrea Pestoni

Montebello della Battaglia. “Per favore mamma, puoi lasciare libera la stanza? Devo riceve-

re una persona…”. Era il 1963 quando i Beatles pubblicarono il loro primo album dal titolo “Please Please Me”, quando la fumata bianca del Vaticano sancì l’ele-zione di Papa Paolo VI e quando, davan-ti al Lincoln Memorial di Washington, Martin Luther King pronunciò lo storico discorso che tutti ricordano per la frase “I have a dream”. Avere un sogno. Quello stesso sogno che per Filippo Carini iniziò proprio in quel lontano 1963, quando la signora Maria Raina di Montebello della Battaglia divenne la prima cliente della Libarna Gas.Allora la sede di quello che sarebbe di-ventato uno dei principali operatori del mercato libero del gas e dell’energia era a casa della mamma di Filippo Carini,

o se preferite della nonna di Maddalena Carini che, insieme a Francesca Torti, ha ereditato il patrimonio societario della Libarna. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, o meglio ne è passato di gas nei metanodotti, e oggi la Libarna Gas, prima realtà del nord Italia ad entrare nel libero mercato, opera in tre province (Pavia, Alessandria e Cuneo), conta 25 dipendenti e 15 mila affezionati clienti.La liberalizzazione del mercato, entrata in vigore il 1 gennaio del 2003, ha impo-sto, sotto il profi lo giuridico, la separa-zione delle società di vendita del gas e di gestione delle reti. Per questo al timone di Libarna Gas c’è Maddalena Carini mentre Francesca Torti è presidente di Libarna Energie. “Libarna Gas nasce da una precisa scelta strategica che all’epo-ca fece mio padre. Molti la ritennero in-sensata e invece fu molto lungimirante

– racconta Maddalena Carini – E cioè quella di cercare i clienti nei piccoli pa-esi, non ancora urbanizzati e mal serviti dalla rete nazionale. Oggi le utenze dei piccoli centri sono sempre di più l’ossa-tura del nostro mercato”.Libarna Gas opera principalmente nei piccoli centri, in concorrenza con i gran-di colossi del mercato.

Qual è il sasso che deve scagliare Davi-de per abbattere Golia?

“Metaforicamente parlando, i sassi sono due – risponde Maddalena Carini – Il primo è rappresentato dalla convenien-za dei nostri contratti, che sono chiari e soprattutto concorrenziali sotto il pro-fi lo economico. La leggenda per cui le grandi multinazionali possono offrire il gas a prezzi inferiori rispetto ai piccoli operatori è da sfatare e noi siamo qui a

A tutto

Il sogno di un’impresa nata dal boom economico

Page 43: Gianluca Grignani

43

AZIENDE LEADER

dimostrarlo. In secondo luogo, noi sap-piamo distinguerci per la qualità del ser-vizio. Non abbiamo call center, magari dislocati all’estero e il nostro personale, altamente qualifi cato, è sempre al servi-zio dei clienti.”

La qualità del servizio quindi è fondamen-tale, anche per il cliente?

“Certo ed è anche il nostro tratto distin-tivo. Non a caso il nostro slogan è… Libarna, la nuova visione del servizio – evidenzia Francesca Torti – La no-stra presenza sul territorio, con la sede principale a Montebello della Battaglia ed altri due uffi ci a Broni e Cherasco (provincia di Cuneo), ci distingue dagli altri e rappresenta per i clienti un punto di riferimento importante”.

Cos’è cambiato con il mercato libero?

“Il cambiamento rispetto all’assetto mo-nopolistico è stato defl agrante perché ora il mercato non è più chiuso o vin-colato, ma aperto alla miglior offerta – sottolinea Maddalena Carini – Offerte vantaggiose e rapporto col cliente quale antidoto all’attuale crisi economica ed alla concorrenza delle grandi multina-zionali”.

E il futuro cosa vi riserva?

“Un mercato sempre più consolida-to, con la possibilità di acquisire nuovi clienti domestici e commerciali – con-cludono Maddalena e Francesca – Come i gruppi della grande distribuzione, Iper e Unes, che abbiamo in esclusiva in tutto il nord Italia”.

Come dire… anche Golia trova più con-veniente comprare il gas da Davide.

Page 44: Gianluca Grignani

dicembre 2010 - gennaio 2011 | 44

©Ad

veru

m

Page 45: Gianluca Grignani

MILANO E PROVINCIA MI

45

di Luigi Franchi

“Mi domando quale sarà il giudizio sulla nostra generazione se qualche sommos-sa non provvederà a sbullonare questa alta e sottile piramide di scale di ferro, scheletro sgraziato e gigantesco, la cui base sembra fatta per sorreggere un for-

midabile monumento di ciclopi e che termina invece nel profi lo ridicolo e sottile di una ciminiera di fabbrica”. Questo era il giudizio, molto negativo e altrettanto sbagliato (a giudicare da cosa rappresenta adesso) che Guy de Maupassant scriveva, nel 1889, sulla Tour Eiffel, simbolo di quell’Esposizione Universale in programma a Parigi, da cui lui fuggiva. Fu un’Esposizione che cambiò per sempre l’immagine di Parigi. L’Esposizione Universale, oggi chiamata Expo, nacque nel 1851 a Londra, con l’obiettivo di attirare l’attenzione su un tema universale.In Italia, a Milano nel 1906 e a Roma nel 1942 (non svoltasi per la guerra), le mani-festazioni contribuirono a realizzare la Fiera e il quartiere dell’EUR. Mentre a Torino nel 1961, in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, furono oltre quattro milioni i visitatori da ogni parte del mondo.Il regolamento redatto dal Bureau International des Expositions (BIE) suddivide le manifestazioni in due categorie: le Expo Universali, che si tengono ogni 5 anni per

DICIANNOVEMILIONIDI PERSONEsotto la Madonnina

una durata di almeno 6 mesi, in un luogo appositamente attrezzato, e quelle Inter-nazionali, che si svolgono nel periodo intermedio.Milano, nel 2015, sarà la sede prescel-ta per l’Expo universale. La decisione è avvenuta il 31 marzo 2008 a Parigi, a scapito della concorrente turca: la città di Smirne. Il tema proposto da Milano è stato uno degli elementi decisivi: “Fee-ding the Planet, Energy for Life”, ossia “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Da allora sono stati compiuti tutti i pas-si necessari per far fronte a questo ap-puntamento internazionale che porterà a Milano oltre 19 milioni di persone.

Page 46: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 46

È stato nominato il Commissario Straordinario di Governo per l’Expo, nella fi gura del sindaco di Milano Letizia Moratti; è stato redatto il Ma-sterplan concettuale della manifestazione, com-mentato dalle parole della Moratti: “Esso espli-cita il signifi cato più profondo del tema scelto per l’Expo 2015 ed è in grado di caratterizzare l’Esposizione Universale in modo originale ri-spetto a tutte le edizioni che lo hanno preceduto. In un mondo nel quale metà della popolazione globale vive nelle città, il rapporto tra terra e tessuto urbano diviene un elemento di cruciale importanza. Il masterplan mette a disposizione di tutte le persone del mondo un’esperienza di assoluto richiamo e insieme l’occasione per una profonda rifl essione sui destini dell’umanità.”Successivamente si è passati agli incontri inter-nazionali, alle sottoscrizioni degli accordi con le diverse organizzazioni che saranno coinvolte, tra cui le province limitrofe a Milano, alla crea-zione del consiglio d’amministrazione di Expo 2015 spa, presieduto da Diana Bracco, affi dan-do a Giuseppe Sala il ruolo di amministratore delegato.Il masterplan individua, in un’area a nord di Milano, un sito caratterizzato da una forte im-pronta di eco- sostenibilità; “Gli edifi ci saran-no progettati per essere smontati, riutilizzati o riciclati; sarà perseguita la massima effi cienza energetica, dalla riduzione dei rifi uti non ricicla-bili, all’alta percentuale di raccolta differenziata per il riciclo, alla valorizzazione energetica, dal-la riduzione dei consumi, all’utilizzo dell’acqua di falda, all’energia elettrica verde e autopro-dotta all’interno del medesimo luogo. L’area è modellata come un paesaggio unico – un’isola circondata da un canale d’acqua – e strutturata intorno a due assi perpendicolari di forte impat-to simbolico: il Cardo e il Decumano della città romana.”Un impatto estetico perfettamente in sintonia con il sopracitato tema della della manifesta-zione, che affronterà gli aspetti legati alla tra-dizione, alla creatività e all’innovazione nel comparto dell’alimentazione, convogliandoli in uno scenario globale dove viene messo al centro il diritto alla nutrizione e ad un’alimentazione sana per tutti gli abitanti della Terra. “Non avevo neanche lontanamente pensato a quello che stava per diventare Parigi invasa dal mondo intero” ammise infi ne Guy de Maupas-sant, nel 1889. Accadrà anche a Milano.

Page 47: Gianluca Grignani

47

INTERVISTA

Page 48: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 48

di Chiara Pelizza

La Fondazione Verdi è stata istitui-ta nell’Aprile 2002 con lo scopo di promuovere, favorire e sostenere

l’attività dell’Orchestra Sinfonica e del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Ver-di. L’attività dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, nata nel 1993 e partita con un programma di pochi concerti, è stata poi affi ancata dal Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, dal Coro di Voci Bianche, dall’Orchestra Amatoriale ‘la Verdi per tutti’ e dall’Or-chestra Sinfonica Junior, riservata ai ra-gazzi con meno di 18 anni. L’obiettivo è diffondere la cultura musicale come ser-vizio per la crescita civile e sociale della comunità. Un obiettivo che ha portato il nome de “la Verdi” nel mondo, tra le re-

Nata per diffondere la cultura musicale

altà più note in campo musicale, che ha impegnato risorse umane e capitale, con programmi di eco mondiale realizzabili grazie al granitico contributo di enti pri-vati e pubblici, che hanno partecipato alle attività e alla gestione dell’Auditorium. Lo spazio di largo Malher, 1250 posti, è sede dell’attività dell’orchestra dal 1999. Recentemente è stato acquistato grazie a un accordo con Intesa SanPaolo, Banca Popolare di Milano e Fondazione Cari-plo. Questo impegno sociale ed econo-mico ha reso la Verdi l’unica Orchestra Sinfonica italiana, e una delle poche in Europa, proprietaria della struttura dove prova e si esibisce. Un patrimonio di oltre 23 milioni e seicento mila Euro di cui 2 milioni sono stati messi in vendi-

ta in azioni indirizzate a enti, aziende, istituzioni, ma anche e soprattutto a pri-vati cittadini che desiderano diventare protagonisti di un progetto nato per una cultura partecipata. Ruben Jais, Diret-tore e Responsabile Attività Artistiche della Fondazione Verdi riconosce che è “fondamentale il rapporto con i soci che hanno creduto nel progetto cultura-le intrapreso”. Un patrimonio condiviso anche dalla cittadinanza che attivamente può ora partecipare alle iniziative della Fondazione. Un valore sociale quello della musica suonata all’Auditorium ri-conosciuto anche da un Grammy Award vinto dal celeberrimo soprano america-no René Fleming, diretto da Marco Ar-miliato insieme a “laVerdi” e registrato

FONDAZIONEVERDI

Page 49: Gianluca Grignani

MILANO E PROVINCIA MI

49

centenario della sua nascita, ‘Crescendo in Musica’ e una Stagione da camera. Ri-torna la collaborazione con la Yale Opera. La stagione si è aperta lo scorso settembre e si chiuderà il 9 giugno con “An Ame-rican in Paris” di George Gershwin. Per quanto riguarda il cartellone di musica Barocca, Jais si dice “molto orgoglioso di guidare questa orchestra”. “È un’evo-luzione della nostra struttura che indirizza questo valore sociale ad un pubblico in-teressato anche giovane con un ensamble creato ad hoc”.

all’Auditorium di Milano. Molti sono stati i direttori di fama internazionale che hanno solcato il suo podio: da Riccardo Chailly - oggi Direttore Onorario -, a Carlo Maria Giulini - Direttore Emerito dal 1999 al 2005, fi no alla giovane cinese Xian Zhang che, dal suo incarico di As-sociate Conductor presso la New York Philharmonic, nel 2009 è approdata alla direzione musicale de “laVerdi” conti-nuando nel contempo a condurre le più prestigiose orchestre americane e mon-diali. E ancora, come non citare il grande Maestro Riccardo Muti, che con grande generosità ha diretto “laVerdi” per nove volte. A testimonianza del ruolo sociale che la musica, secondo gli obiettivi pro-pri della Fondazione, svolge all’interno della comunità, anche per l’anno in corso è portato avanti un progetto all’interno della casa circondariale di San Vittore. Nel reparto La Nave, i detenuti seguono il corso tenuto dal Maestro Maria Tere-sa Tramontin, mezzosoprano del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi che ogni anno prepara i suoi allievi al saggio fi nale e alla parte cantata che accompa-gna la Santa Messa di Natale tenuta da Sua Eccellenza il Vescovo. Oggi il coro è un gruppo stabile chiamato Coro Amato-riale del Reparto “La Nave”, formato da circa 30 partecipanti. Diverse le attività della Verdi organizzate anche in giorni quali Pasqua, il 1 gennaio o il 25 apri-le, per utilizzare la musica a servizio del tempo libero e come biglietto da visita tu-ristico per i visitatori della città; o ancora le domeniche o la giornate discovery per i ragazzi in linea con il desiderio di di-vulgazione e coinvolgimento soprattutto delle nuove generazioni. Per la 18a edi-zione 2010-2011 la Stagione Sinfonica è composta da 38 programmi (3 a settima-na il giovedì e il venerdì sera e la domeni-ca pomeriggio), un nuovo ciclo de laVer-di Barocca, 4 importanti anniversari con appuntamenti dedicati a Gustav Mahler, Robert Schumman, Giancarlo Menotti e una rassegna dedicata a Nino Rota nel

Page 50: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 50

di Luigi Franchi

Piacenza rialza la testa

“La crisi economica non è passata, ma si possono intravedere, anche nella nostra provincia, segnali di

ripresa. La nostra attenzione resta alta e non abbiamo mai cessato di lavorare per rafforzare innanzitutto il patto istituzio-nale di territorio per affrontare la crisi e per promuovere lo sviluppo. Prosegue il percorso di confronto con i Comuni e le Associazioni di categoria, per sostenere un’azione coordinata e integrata delle iniziative di sostegno ai lavoratori mag-giormente colpiti. I nostri sforzi sono concentrati nella messa in campo di stru-menti volti ad accompagnare e sostene-re anche i più piccoli segnali di ripresa, consapevoli che l’integrazione al reddito non basta a risolvere i gravi problemi sul tappeto.La Provincia è intervenuta nelle crisi aziendali per la sua competenza in materia di accordi sindacali per l’accesso alla Cassa integrazione straordinaria non in deroga. Tra il 2009 e il 2010 sono sta-ti stipulati oltre 53 accordi.” Da quanto tracciato da Massimo Trespidi, presiden-te della Provincia di Piacenza, si riesce a

ricavare una forte determinazione a far-cela, sentimento che identifi ca la comu-nità piacentina.La crisi economica non demorde, in nes-suna parte d’Italia, ma a Piacenza, gra-zie ad un’accorta gestione delle risorse e delle competenze forse la situazione è meno drammatica. Lo stato dell’arte più recente è quello presentato dal presiden-te della Camera di Commercio Giusep-pe Parenti, in occasione della giornata dell’economia. Il rapporto indica i dati dei diversi settori, ne traccia in maniera precisa luci e ombre, offre uno spacca-to del mondo del lavoro imprenditoria-le che serve per capire questo territorio che, nei secoli, non ha mai abdicato alla sua naturale vocazione di crocevia di popoli e merci. Nel 2008 il settore che mostrava una crescita maggiore del pro-dotto interno lordo è quello dei servizi (+7,9%), seguito dall’industria (+6,7%), mentre l’agricoltura, pur avendo una radicata tradizione in terra piacentina, sconta un calo drastico del suo valore che, nel 2007, era pari al 4,4% ed oggi è

assestato al 2,4%. Nel 2009 (ultimo dato integrale disponibile) il PIL è assestato a -0,4%, a differenza di quanto sarebbe avvenuto nelle altre realtà che avrebbe-ro subito riduzioni molto più marcate (-4,4% a Parma, -5,8% a Reggio Emilia, -4,1% a Lodi, -3,2% a Cremona). L’am-montare del Prodotto interno lordo a Piacenza si sarebbe cioè consolidato, nel 2009, in 8.670 milioni di euro, pari ad un risultato pro-capite di 30.209,7 euro, che colloca nella 15esima posizione del-la graduatoria delle province italiane. A Piacenza l’imprenditorialità è abbastan-za diffusa se la si calcola rapportando il numero di imprese attive alla popola-zione residente. Il valore di tale rappor-to è – per il 2009 – di 100,06 imprese attive ogni 1.000 abitanti, per un totale complessivo di 31.768 aziende. Ci sono 8.722 imprese registrate nel terziario, di cui quasi 2.000 operanti nell’ambito delle attività dei servizi di alloggio e ri-storazione; 7.141 sono quelle del com-mercio, mentre in agricoltura operano 6.172 imprese, in massima parte con uno

Page 51: Gianluca Grignani

51

PCPIACENZA E PROVINCIA

Viaggio economico

nella terra del Grana Padano

o due addetti. In ambito manifatturiero, tra industria e artigianato, il numero di aziende ammonta a 8.791, di cui ben 5.556 sono quelle registrate nel compar-to delle costruzioni. Ma anche qui si sta pagando il fenomeno della globalizza-zione della crisi. Tra il 2008 ed il 2009 l’interscambio commerciale con l’estero dell’economia piacentina è diminuito del 13,08%, arrivando a 4.341.852.352 euro. In questo quadro, il prodotto che identifi ca maggiormente l’economia piacentina viene dall’agricoltura ed è il pomodoro da industria che vede Piacen-

za seconda provincia italiana per pro-duzione, con un aumento ulteriore della superfi cie destinata a questa coltura pari all’ 11,4% e un incremento della raccolta del 36,43%. Stiamo parlando di 11.000 ettari che producono 8.546.450 quintali di pomodoro da industria. Altri prodotti determinano una forte identità territoria-le, come i salumi DOP, il Grana Padano e i vini dei Colli Piacentini che generano ricadute positive anche sul turismo.

©Ad

veru

m

Page 52: Gianluca Grignani

Attaccatialla poltrona

All’inizio dell’anno, lo storico Teatro alle Vigne di Lodi in Via Cavour 66 ha riqualifi cato la pla-

tea. Se il pavimento è stato sostituito e la tinteggiatura completamente rinfrescata, senza possibilità di conservare nulla, i vecchi sedili della struttura hanno invece trovato una seconda vita. Infatti, grazie all’iniziativa battezzata informalmente “Adotta una poltrona” e sostenuta dal comune, i posti a sedere sono stati rile-vati da enti e teatri che non hanno voluto perdere l’occasione di dare una secon-da esistenza a questi arredi. Si tratta di parti del teatro custodi di preziosi ricordi e sospiri. Realtà pubbliche e private le hanno portate a casa per allestire ulteriori spazi dedicati alla cultura e allo spetta-colo. Ambienti che, nel Lodigiano, sono sempre tenuti in grande considerazione e ricavati appena possibile. I sedili, cui molti spettatori sono particolarmente af-fezionati, accoglieranno nuovo pubblico in occasione di rappresentazioni teatrali, attività ricreative e altro. Tra i soggetti che, venuti a conoscenza della riqualifi -cazione, si sono aggiudicati la “platea” delle Vigne, si annoverano il comune di Castiraga Vidardo, paesino a pochi passi da Sant’Angelo lodigiano, la onlus Cro-ce Lodigiana, l’Associazione aiutiamoli - Associazione italiana famiglie amma-lati psichici onlus - e alcune compagnie teatrali della provincia di Lodi. Si gioca

febbraio - marzo 2011 | 52

di Roberta Tacchinardi

Page 53: Gianluca Grignani

53

in casa quindi. In sostanza, su 418 poltro-ne, ben 396 sono già state destinate (ma non è escluso che anche le ultime trovino presto secondi padroni). In particolare, 106 sedili sono andati all’associazione “Semplicemente così” di Postino che le utilizzerà nel Teatro Don Giancarlo Sali

all’interno dell’oratorio di Dovera. Una struttura recentemente rimessa a nuovo e inaugurata la seconda settimana di questo mese. Nel Lodigiano la vivacità dell’ar-te teatrale è piuttosto forte. Sono infatti numerose le compagnie fi lodrammatiche che, di stagione in stagione, appassiona-no il pubblico con rassegne itineranti. Non mancano alti esempi di prosa. Stili e generi ven-gono impiegati dai com-mediografi , dai registi e dagli impresari per an-dare incontro ai diversi gusti dell’utenza. La ric-chezza del teatro è tale che i praticanti di questa disciplina possono prendere in prestito elementi di vari stili e presentare lavori multi-disciplina-ri in una combinazione virtual-mente infi nita. Quel che è cer-to è che a Lodi e in provincia si ha sempre sete di modernità con un oc-chio di riguardo al passato. Sia gli appun-

tamenti estivi che quelli dei mesi freddi lasciano spazio proprio a tutti. Giovani, non più giovani e anziani possono infatti placare la loro voglia di cultura assisten-do a messe in scena sempre innovative: dal puro intrattenimento alla tragedia

fi no al balletto e ai mono-loghi. A Lodi non sono mancate performance di personaggi famosi

come Teo Teocoli, I legnanesi e altri

artisti. Spesso i teatri sono an-che utilizzati

per premiazioni, convegni, concor-

si canori, concerti e così via. Si cerca di

lasciare spazio proprio a tutti e di favorire l’approccio diretto. Soltanto in questo modo la gente si af-feziona all’intrattenimento e anche, come nel caso delle Vigne, alle strutture che lo accolgono.

i di I t 418 lt

Seconda vitaper i sedili dell'antico

Teatro delle Vigne,

preziosi seggi di spettatori

passati e futuri

e, appassionane itineranti. di

dere ari stili e ciplina-rtual-cer-ncia

fi no al balleloghi. A Lmam ncate didd perso

comI leg

artttttechc

ppeccccconv

si cane così vi

lasciare spa tutti e di favorire l’apprSoltanto in questo modo lfeziona all’intrattenimento

LOLODI E PROVINCIA

Page 54: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 54

di Luigi Franchi

L’imperatore Carlo V vi alloggiò tre volte, a metà del Cinquecento. Ma questa è solo una delle tante

storie che il Palazzo Trecchi di Cremo-na custodisce lungo l’arco della sua esi-stenza che quest’anno tocca il 515° anno di vita. Costruito nel 1496, su progetto dell’architetto cremonese Giovan Dona-to Calvi, il palazzo ospitava la famiglia De Trechis, casato nobiliare milanese condannato al bando perpetuo da Filip-po Maria Visconti dopo che un gruppo di congiurati, tra i quali vi erano Giacomo e Giovanni De Trechis, accoltellò Gian Maria Visconti. Da Carlo V, passando per

PalazzoTrecchi

Federico Gonzaga, Cristina di Danimar-ca, Massimiliano d’Austria, il Cardinale Medici, fi no a Giuseppe Garibaldi. Tutti soggiornarono nel Palazzo che, per que-sto, viene anche defi nito la ‘Dimora dei Principi Transitanti’. La prima metà del Novecento fu il periodo più travagliato e drammatico della vita del palazzo. Du-rante la guerra del 1915-18 il marchese Alessandro Manfredo Pio mise le sale a disposizione del Comando Supremo e durante l’ultimo confl itto le stesse furono concesse a sede del Comando di Corpo d’Armata destinato in Russia. Nel 1943 l’edifi cio venne occupato, con prepoten-

za, dalle S.S. e, successivamente, dalle truppe regolari tedesche che ne fecero la sede della Platz-Kommandatur (a te-stimonianza resta nel giardino un rifugio antiaereo realizzato in quel periodo). Alla partenza dei tedeschi vi entrarono i Comandi Partigiani e, in un secondo momento, le truppe alleate che vi inse-diarono il loro Quartier generale. I secoli vedono interventi consistenti di restauro e di ridefi nizione delle facciate e degli spazi, fi no all’ultimo voluto nel 1990, dall’allora proprietario Guido Gradellini, imprenditore e mecenate che riportò Pa-lazzo Trecchi ad uno splendore che, for-se, non aveva mai conosciuto in maniera così signifi cativa. L’imponente struttura si presenta con una straordinaria facciata di mattoni rossi progettata nel XIX se-

L’ANTICA DIMORADEI PRINCIPI TRANSITANTI

Page 55: Gianluca Grignani

55

CREMONA E PROVINCIA CR

colo dall’architetto E.Brilli, colore che si ripropone in tutto il suo calore nel grande cortile interno. Ai piani stanze non visi-tabili che custodiscono secoli di segreti, mentre al piano terra trovano spazio i ser-vizi a cui, dal 1993, il palazzo è adibito. In quell’anno arrivò a Cremona Walter Berlicchi, di origini piemontesi, con sua moglie Mila, friulana; entrambi con espe-rienze nel settore turistico-alberghiero. A Valter, la proprietà affi dò la gestione degli spazi che, ben presto, divennero un punto di riferimento per tutta l’attività convegni-stica della città della musica. Nel 2010 si è arrivati a 210 eventi, tra convegni, mee-ting, corsi formativi, presentazioni di libri e mostre. Oltre alle sale attrezzate per gli eventi, capaci di ospitare fi no a 200 per-sone, nel palazzo sono stati allestiti uno spazio dedicato alla ristorazione e all’or-ganizzazione di banchetti e la Caffetteria del Palazzo gestita da Mila. L’edifi cio storico è anche sede dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani e del loro Centro Studi. L’istituzione, conside-rando la forte vocazione agricola del terri-torio cremonese, non poteva scegliere mi-glior luogo per la propria sede, all’interno della quale, ogni anno, si affrontano argo-menti di grande importanza per un settore che vede in campo oltre 23.000 veterinari.

Page 56: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 56

Jacopo Franchi

“Città d’arte e cultura”, “Bandiera Arancione” del Touring club ita-liano, “Cittàslow – città del buon

vivere e della buona tavola” sono i ri-conoscimenti più importanti ottenuti dal comune di Fontanellato negli ultimi anni, inalberati a stemma di questa località del-la Bassa parmense dalle origini antichis-sime. Il territorio, abitato fi n dalla prima età del bronzo, fu bonifi cato interamente dai monaci cistercensi della vicina abba-zia di Fontevivo nell’XI secolo. È in que-sto periodo che venne portata a termine la costruzione del castello da parte della famiglia Pallavicino e l’abitato acquistò il toponimo di “Fontanellato”, verosimil-mente dal latino medioevale “Fontana lata” (ampia fonte): il riferimento è ai fontanili, sorgive naturali della pianura,

che ancora oggi non cessano di alimenta-re il fossato d’acqua circostante la rocca.Dopo i Pallavicino, il nome da tener pre-sente quando si visita il paese è quello della famiglia Sanvitale, che ne riceve le chiavi dal comune di Piacenza nel 1386 e vende la sua ultima possessio-ne, il castello, solo nel 1948. La Rocca Sanvitale, mantenuta in eccellente stato di conservazione, ospita al suo interno la stupenda sala di Diana e Atteone, af-frescata nel 1524 da Francesco Mazzola (meglio conosciuto come Il Parmigia-nino) e l’opera di Antonio Canova “La mano con fi or al polso”. Nella torre cir-colare di sud-ovest è installata un’avve-niristica camera ottica del XIX secolo la quale, tramite un sistema di specchi, proietta l’immagine della piazza anti-

Fontanellato CITTA’ MILLENARIADEI MERCATI

stante su uno schermo.La “Città dei Mercati” non conosce tregua: per tutto l’arco del 2011 con-tinueranno gli appuntamenti fi ssi del biologico e dell’artigianato artistico (“Rocca e natura”, quarta domenica del mese) e dell’antiquariato (terza dome-nica del mese, 250 espositori); assieme a questi, sono previsti quattro passaggi della mostra-mercato stagionale “La Dispensa dei Sanvitale”, dedicata ai prodotti regionali italiani, e l’arrivo, a inizio maggio, del Mercatino Francese.Per assicurare l’incolumità di visitato-ri e mercanti, il comune ha ingaggiato Jessica Zavieri e Lara Flisi, della ditta Falcon Fly, per stanare i piccioni dalle fenditoie della rocca: falchi, falchetti e poiane americane periodicamente vol-

Page 57: Gianluca Grignani

PRPARMA E PROVINCIA

57

teggiano sopra all’abitato, assicurando così la buona conservazione di soprabiti, cappelli e monumenti cittadini contro gli effetti deleteri degli escrementi dei volatili.Dopo questo curioso intermezzo, pas-siamo in rassegna le novità più impor-tanti previste per il 2011: spicca il pro-getto per il nuovo centro commerciale Natural&Culturale, realizzato in coo-perazione da Comune e Associazione dei commercianti, del quale è stato re-centemente confermato il logo a forma di merlo ghibellino, simile a quelli della Rocca. Come ha evidenziato il vicesin-daco Domenico Altieri nel corso dell’ul-tima conferenza stampa alla Rocca San-vitale, oltre alle tradizionali icone che contraddistinguono la città, si è aggiunto un ulteriore marchio di qualità che “di-venterà una sorta di punto identifi cativo del centro storico, un brand per fare mar-keting territoriale attorno al nuovo cen-tro commerciale Natural&Culturale”. In corso d’opera anche il labirinto di bambù più grande del mondo, realizzato dall’editore Franco Maria Ricci su ispi-razione di antichi mosaici romani, e che aprirà nel 2013: esteso su una superfi cie di otto ettari, percorso da tre chilometri di sentieri, il labirinto ospiterà al suo

interno diversi edifi ci, progettati dall’ar-chitetto Piercarlo Bontempi, tra cui una cappella a piramide e un museo con la collezione d’arte privata dell’editore, re-sidente a Fontanellato.Il progetto, annunciato dettagliatamente dalla rivista “Gardenia” del dicembre

scorso, sarà solo il primo passo verso una fondazione, fi nanziata dalla vendita dei biglietti e dei prodotti tipici, per “dif-fondere la conoscenza dei possibili usi del bambù, soprattutto nelle aree urba-ne”, per la sua nota capacità di assorbire grandi quantità di anidride carbonica.

Page 58: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 58

di Irina Turcanu

l’ex modello divisotra palcoscenico e famigliaM

ANUE

L C

ASEL

LA

Page 59: Gianluca Grignani

PERSONAGGI

Frizzante, ironico, simpatico, intelligen-te, talentuoso, camaleontico e, assolu-tamente, bello. Questi sono solo alcuni

aggettivi per descrivere Manuel Casella, l’ex modello, ora attore di teatro e cinema, nonché volto molto apprezzato del piccolo schermo. Laureando in Lettere, per il lavoro della testa, come lui stesso afferma, massaggiatore shiatzu, per il lavoro nelle mani, e attore, il lavoro del cuore, Manuel si è annoverato nel cast di fi lm come “Coco Chanel”, la sitcom “Colpi di sole”, la piéce teatrale “I 39 Scalini”, oltre a essere un ex isolano famoso e presentatore di Battle of the Hollywood Hotties, in onda su E! Enter-tainment.

Nato e cresciuto a Piacenza, quali ricordi la le-gano alla sua città natale?

Ho passato l’intera infanzia a Piacenza, è lì che sono tutti i miei amici, la mia famiglia e soprattutto e lì che, adolescente, ho avuto il mio primo impegno lavorativo. Era nei pres-si di Fiorenzuola e riguardava la selezione dei pomodori. Avevo 16 anni e lo facevo princi-palmente per concedermi la moto. Il secondo lavoro, quello che mi diede anche il primo libretto come lavoratore, è stato a Grazzano Visconti, come cameriere. Serbo nel cuore la tranquillità di quel borgo che si animava all’improvviso, specie di domenica, ma anche i giri in moto lungo la Val Trebbia.

Passa con una certa frequenza a Piacenza?

No, passo poche volte e quando ci sono resto in casa assieme ai miei, diffi cilmente esco, ma di certo mi farebbe grande piacere avere una casa in campagna, specie in questo lieto momento della vita che io e la mia compagna stiamo per vivere.

A proposito, come sta vivendo questa mera-vigliosa notizia, ossia che sta per diventare padre?

La sto vivendo con gioia e serenità. Il deside-rio di essere, in tutti i modi possibili, accanto alla mia compagna mi ha spinto a rifi utare gli impegni teatrali per il 2011. Voglio gustarmi questi istanti, starle accanto il più possibile, essere presente.

Niente teatro, quindi, per quest’anno, ma una sitcom sì. “Così fan tutte”: le nuove puntate in onda su Italia 1 la vedranno

all’interno del cast. Si delineano così, assieme ai precedenti impegni nel cinema, i diversi ambiti in cui ha lavorato fi n’ora. C’è una diversità tra i tre canali in relazione al pubblico?Il piccolo schermo ti porta dentro le case, quindi il pubblico ti percepisce quasi come fossi un vicino del quartiere interessando-si anche agli sviluppi della tua esistenza privata. Il teatro, invece, ha un pubblico esigente, diffi dente. Devi valere perché vengano a vederti, altrimenti considerano che quello non è il tuo posto. Al cinema si va, eccezion fatta per alcuni, come ad una passeggiata, con meno esigenze e pretese. Da questo punto di vista, prediligo il teatro: una realtà più vicina alla vita normale, se pensiamo agli stipendi per esempio, e mol-to gratifi cante.

In quanto attore, ha avuto modo di formarsi sia in Italia sia negli USA. Ci sono differenze, se-condo lei, riguardo ai metodi di insegnamento?

Premetto che entrambe le realtà sono note-voli nella preparazione degli attori. All’Ac-tor’s Studio, ad esempio, si punta molto sull’interiorità, mentre presso la scuola di Paolo Grassi l’utilizzo delle maschere ti prepara al controllo dei movimenti teatrali in modo eccelso.

Approfondendo il tema della TV, ha parte-cipato a “L’isola dei famosi”. Cosa le ha lasciato quest’esperienza e perché ha ac-

cettato di parteciparvi?L’esperienza in sé non mi ha lasciato nulla di piacevole per le regole del gioco, inten-do. Mi ha lasciato invece di stucco per ciò che concerne questa enorme macchina, più di 200 persone impegnate giornalmente tra studio e fuori dallo studio. Mi ha sciocca-to l’effetto che ha avuto sulle persone. Un aneddoto: due giorni dopo aver lasciato L’isola, sono andato al centro commerciale nei pressi di casa mia a fare la spesa, dove sono stato circondato dalle persone deside-rose di toccarmi, da farmi pensare, come prima cosa, che la gente avesse scoperto che ero un massaggiatore shiatzu per cui mi considerassero una sorta di messia. Ho partecipato, soprattutto, per tornare a casa, lavorativamente parlando.

59

Page 60: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 60

Lo sviluppo del Golf in Italia ha attraversato in questi ultimi dieci anni diverse vicissitudini. Non sia-

mo un Paese che ha tradizioni sportive in tal senso, ma stiamo assistendo, da qual-che tempo, alle fantastiche avventure di un gruppo di “moschettieri” - fratelli Molinari e Manassero - che stanno dan-do lustro alla nostra Italia. Le fatiche e le esperienze fatte dal “mitico” Costantino Rocca negli anni passati sono state rac-colte e messe a frutto dalle nuove genera-zioni. Il nostro Paese, in fatto di strutture di Golf, è stato, a livello europeo per non dire mondiale, sempre considerato l’ulti-mo della classe, e gli investitori stranieri

non hanno mai capito per quale motivo un territorio come il nostro non sia mai stato sfruttato. Abbiamo tutto: il clima, la storia, il paesaggio, l’arte, una cultu-ra culinaria incredibile. La situazione economica che ha cambiato molte delle visioni di fare business, dovrebbe anche far rifl ettere su come riproporsi sul mer-cato con interventi golfi stici più attinenti alle esigenze della pratica sportiva, ma soprattutto con una maggiore tutela e attenzione al nostro territorio. Il miglior approccio, è quello di vedere cosa sta succedendo in Europa e riproporre espe-rienze che si sono dimostrate positive rispetto alle problematiche suddette. In

Italia abbiamo già importanti campi, ma non disposti in maniera uniforme su tutte le Regioni. Spesso queste strutture sono molto esclusive, quindi i neofi ti hanno diffi coltà ad avvicinarsi a questo sport. Vi sono anche numerosi campi pratica dove comunque si può iniziare a tirare qualche colpo, ma poi si vorrebbe fare qualche “giretto” in campo. Qui iniziano le diffi -coltà, poiché, nonostante le ottime politi-che di diffusione dello sport che ha fatto la Federazione Italiana Golf negli ultimi anni, l’avvicinamento ai Circoli è sempre un po’ snobistico e si perde gran parte dei potenziali utenti, soprattutto giovani, che, spaventati dai costi e dalla situazio-

a cura di:Arch. Umberto Andolfato

[email protected]

Quando il golfè alla portata di tutti

Page 61: Gianluca Grignani

ECOLOGIA &CO.

ne “ambientale”, rinunciano a proseguire ad imparare questo meraviglioso sport. Il Pitch & Putt, invece è uno sport che può essere praticato da un vasto bacino di utenti di ogni età. Oltretutto può gene-rare un interesse più generale per la pra-tica del golf da parte del pubblico e dei media, in quanto è una sua un’innovativa variante. Lo sviluppo del campo di Pitch & Putt si basa nell’estremizzare la parte più diffi cile di un intero percorso di golf ossia il gioco corto e quindi ha un con-sumo del suolo che non supera i 5 ettari. La parte più importante si svolge negli ultimi 70-90 metri dalla buca. Situazio-ne che favorisce un’ottima possibilità per migliorare il gioco in prossimità del-la buca. Le gare si possono svolgere su percorsi da 9 o 18 buche come nel golf, lasciando inalterate tutte le attrazioni e le diffi coltà di un suo normale percorso. La lunghezza delle buche è compresa in un range di 40-90 mt.. Le buche sono tutte dei par 3. Il Pitch & Putt permette di migliorare tutti i colpi di approccio e soprattutto esalta la tensione di giocarsi la gara nelle poche decine di metri fi nali di ogni buca. Può es-sere praticato dai ragazzi in giovane età già come dalle persone più anziane in quanto la forza nel tiro non è essenziale. I tempi di gara sono ridotti rispetto ad un percorso di golf tradizionale. Tutto questo non vuol togliere nulla al fascino del golf, ma offre indubbiamente una piacevole e divertente alternativa di attività all’aria aperta ed è co-munque propedeutica all’avvicinamento ad un percorso sportivo più completo. Il costo di costruzione di un campo da Pitch & Putt si aggira ad un decimo rispetto ad un per-corso di golf. Chi può essere interessato ad un intervento del genere? L’Italia è il Paese degli Agriturismi: ancora pochi hanno pen-sato di insediarvi un Pitch & Putt. Scelta che potrebbe determinare un salto di quali-tà, poiché molti utenti, soprattutto stranieri, guardano tra le offerte, anche questo genere di attrezzature. E tra i nostri connazionali

comunque è sempre più forte l’esigenza di trovare attrattive diverse da quelle culinarie e artistiche. Inoltre anche le stesse ammi-nistrazioni comunali potrebbero dotarsi di queste strutture. Alcune località turistiche, ad esempio sulla costiera romagnola, han-no investito in tal senso. Anche gli alberghi ne sarebbero coinvolti, a vantaggio della propria clientela. Senza dimenticare che Il Pitch & Putt ha un impatto paesistico mi-nore rispetto ai grossi interventi: può essere ricompreso nelle attività agricole e inserito all’interno di aree coltivate. In defi nitiva, è una risposta interessante e “moderna” alle nuove esigenze di mercato ed alla pratica sportiva.

dirie

mi-di

he,an-ghilla Il

mi-ere ito, è lle ica

61

Page 62: Gianluca Grignani

febbraio - marzo 2011 | 62

le disturbare.Forse per questo, il suo nome non è mai stato dimenticato e le sue imprese sportive l’han-no consacrato nel cuore degli appassionati come il più grande pilota di tutti i tempi. Un anno dopo la sua morte, nel 1995, circola una voce secondo cui sarebbe tutto pronto per un fi lm su di lui, interpretato da Anto-nio Banderas, ma non se ne fa nulla, ed il silenzio regna per sedici anni, fi no al giorno in cui Asif Kapadia e Manish Pandey, rispettivamente regista e sceneggiatore, riescono dove tanti avevano fallito: prendere ap-puntamento con la famiglia Senna per illustrare un loro progetto.I Senna non amano il clamore, ma que-

Sull’Italia c’era un caldo estivo, il 1° maggio del 1994. Tanta gente in giro e nelle radio il Gran Premio di

Imola. Una domenica come tante, alme-no fi no alle 14,17, quando Senna, pilota brasiliano a cui neanche il titolo mondia-le aveva tolto la tristezza dallo sguardo, perde il controllo della sua monoposto e va sbattere contro il muro che chiude la curva del Tamburello. Sono attimi con-citati, Senna sembra muoversi dentro l’abitacolo e le telecamere indugiano sulla piccola folla di medici e addetti che in pochi attimi si raduna lì intorno. C’è la sensazione che qualcosa non vada: at-terra l’elicottero, Senna è disteso a terra, circondato da medici e sangue, lo portano via ed il mondo trattiene il respiro.Ma quelle sono le ultime immagini che restano di Ayrton Senna da Silva, 34 anni, una vita davanti ed una alle spalle, fatta di gesti sportivi passati alla storia della Formula 1 che diventavano misu-rati lontano dalle piste, appena spenti i motori. Si scoprirà dopo che Senna aiu-tava i bambini della sua terra, il Brasile, dando buona parte dei suoi guadagni in silenzio, così come continua a fare la sua famiglia ancora oggi, in una fondazione intitolata a suo nome che sembra un te-stamento morale.Senna era diventato un nome appena dieci anni prima, nel giugno 1984, quan-do durante il Gran Premio di Monaco, sotto un diluvio di proporzioni bibliche, aveva messo in riga Mansell, Piquet, Lauda e Prost, campioni veri, roba da far tremare i polsi solo a nominarli, gua-dagnandosi l’appellativo di “uomo della pioggia”, perché lui il piede dall’accele-ratore non lo toglieva mai. Arrivava da una famiglia benestante e aveva avuto il privilegio di poter studiare e seguire le sue inclinazioni, che comunque le si guardasse puntavano comunque verso l’adrenalina data dalla velocità. Prima i kart, come tutti, poi ogni campionato possibile fi no al massimo, la Formula 1, ma affrontando ogni cosa a modo suo, restandone un po’ distante come fa chi sa di essere solo di passaggio e non vuo-

LA LEGGENDADEL CAMPIONE TRISTEUn fi lm-documentoracconta il privato di Ayrton Senna

di Alberto Fiori

le disturbare.Forse per questo, il suo nome non è mai stato dimenticato e le sue imprese sportive l’han-no consacrato nel cuore degli appassionati come il più grande pilota di tutti i tempi. Un anno dopo la sua morte, nel 1995, circola una voce secondo cui sarebbe tutto pronto per un fi lm su di lui, interpretato da Anto-nio Banderas, ma non se ne fa nulla, ed il silenzio regna per sedici anni, fi no al giorno in cui Asif Kapadia e Manish Pandey, rispettivamente regista e sceneggiatore, riescono dove tanti avevano fallito: prendere ap-puntamento con la famiglia Senna per illustrare un loro progetto.I Senna non amano il clamore, ma que-

e-

a n-o, e, t, a

a-a

e-a o e si o a o

1, o, hi o-

Page 63: Gianluca Grignani

63

SPORT &CO.

sta volta è diverso: quello che hanno in mente i due cineasti ha un valore di-verso, più profondo, che per la prima volta può davvero mostrare Senna così com’era. Riaprendo ferite mai guarite, la mamma e la sorella del campione scomparso consegnano documenti, fo-tografi e e fi lmati rimasti inediti, e poco dopo lo stesso fanno con i loro archivi Bernie Ecclestone e Frank Williams, il patron della Formula 1 ed il proprietario dell’ultima scuderia di Senna.Il risultato, mostrato da migliaia di ore di immagini rimaste inedite per tutto questo tempo, è qualcosa di unico e ir-ripetibile. C’è Ayrton lontano dai rifl et-tori, in vacanza, con le sue celebri e bel-lissime fi danzate, ma c’è anche il pilota, perfezionista e incontentabile, spietato con gli avversari in pista e umano come nessun altro togliendo i caschi. C’è la ri-valità sportiva con Prost, fi nita a insulti e sportellate, ed i suoi cani, c’è il suo Bra-sile, immenso e sfortunato anch’esso, e la tensione palpabile ai box prima delle gare. C’è la storia di un eroe con una sto-ria perfetta e impeccabile che non può che portare dritta verso quel 1° maggio 1994, il giorno della gara, dopo un week end iniziato davvero male: il venerdì con il terrifi cante volo di Rubens Barrichello alla Variante Bassa ed il sabato con la morte di Roland Ratzenberger, 22 anni. Due episodi che avevano colpito Senna nel profondo, al punto che Sid Watkins, medico e amico fraterno, lo aveva con-

sigliato di rinunciare. Ma certe scelte non facevano parte dell’animo di Senna: quel giorno c’era un mondiale da far ri-partire verso un altro titolo e soprattutto c’erano migliaia di persone che avevano pagato un biglietto o avevano rinuncia-to al sole caldo di quella domenica per stare in casa e aspettare un gesto da lui,

dal campione triste. C’era nient’altro che quell’imbuto formato dal destino, scritto nella pratica di ognuno, che per Ayrton Senna da Silva aveva deciso di fi nire l’inchiostro esattamente alle 14,17 sul circuito di Imola in un punto che, quel giorno, Senna affronta a 220 km/h, troppi anche per lui.

end iniziato davveroil terrifi cante volo dialla Variante Bassa morte di Roland RaDue episodi che avenel profondo, al punmedico e amico frat

Page 64: Gianluca Grignani

a cura diValtero Bonafè

Titolare del "Castello dei Templari"

febbraio - marzoo 2011 | 64

PreparazioneDiffi coltà ••••

Risotto "italico"2

3

1

ing

redi

enti

Soffriggere con l’olio extravergine d’oliva la

cipolla precedentemente tagliata e il riso, fare tostare per 2 min., aggiungere qualche

mestolo di brodo vegetale che avrete prepara-

to con le verdure (vedi ingredienti) e mescolare

con cura per 5 min.

Unire la polpa di pomodoro e continua-

re l’ebollizione a fi amma bassa, aggiungendo

il brodo, fi no alla cottura desiderata in base

alla scuola di pensiero (c’è chi lo preferisce “al

dente” e chi ben cotto), salando e pepando

quanto basta.

1 o 2 minuti prima del termine della cottura,

togliere il tegame dal fornello,unire la noce di burro e le foglie di basilico fresco e

mantecare,mescolando con cura.

360 G DI RISO CARNAROLI

100 G DI PASSATA DI POMODORO

150 G DI MOZZARELLA

200 G DI POMODORI FRAGOLINO SARDO

4 FOGLIE DI BASILICO PER PORZIONE

CIPOLLA DOLCE TRITATA

PREZZEMOLO TRITATO

OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA

CAROTA, CIPOLLA, PATATA PER IL BRODO

1 NOCE DI BURRO

nin

Servite il vostro risotto in un piatto, cercando di creare un piccolo vulcano dove al centro andrete a mettere i pomodorini tagliati a cubetti. Decorate il risotto con il prezzemolo e completate i 3 colori con la mozzarella tagliata a pezzettini,le foglie di basilico e i pomodorini che vi sono rimasti.

per 4 persone

Page 65: Gianluca Grignani

65

CUCINA &CO.

Il titolare

CUCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC CINA &CO.

eeValtero Bonafè nasce a Senigallia (An) il 18/04/56 da una famiglia che ama la buona cucina italiana e gli trasmette la passione per i fornelli.Valtero inizia la sua esperienza di cuoco quasi per gioco, quando scopre che le donne amano l’uomo che sa cucinare ma il suo lavoro di Responsabile presso un’importante azienda di Milano, non gli permette di esprimere al meglio la sua creatività e dopo 20 anni trascorsi nella grande metropoli, decide di realizzare il suo sogno, aprendo il ristorante che da 2 anni delizia i palati di tanti clienti affe-zionati che apprezzano i suoi piatti: ricette italiane dove qualità degli ingredienti, semplicità e arte negli accostamenti fanno del Castello del Templari la location adatta ad ogni situazione.

©Ad

veru

m

Page 66: Gianluca Grignani

Il futuro è qui: formule innovative, perfetta as-sociazione di ingredienti naturali con un cuore high-tech ed esperte manualità, molecole attive di immediata assimilazione e texture che acca-rezzano la pelle delicatamente.La titolare del progetto W & B, con esperienza di oltre 20 anni al servizio della forma e della linea, ha selezionato il meglio del panorama estetico: marchi di fama mondiale e tecnologie avanzate per la bellezza del viso e del corpo. Ma non basta, in W & B trovi un sapiente mix di atmosfere e profumi, di coccole e consigli com-petenti, di formule studiate per fermare il tempo e farti ritrovare la linea che desideri insieme ai vantaggi che ti permettono di prenderti cura della tua bellezza con prezzi accessibilissimi. Il nostro Menù di trattamenti è davvero ampio. Corpo di seta con una pelle liscia e perfetta? Puoi scegliere tra i diversi scrub, marino, biolo-

gico, fi ori e frutti, dora-to o esotico; elimina-no le cellule morte e levigano l’epidermide perfettamente, fi no al più recente e tecnolo-gico Peeling Acide che

esfolia in profondità e stimola il turn-over cellulare regalandoti subito una pelle più giovane ed elastica. Desideri gambe scattanti e leggere? Ecco il trattamento “Gambe Light” a base di estratti di alga Corallina Offi cinalis che tonifi ca la microcircola-zione e sgonfi a immediatamente le gambe appesantite e affaticate. Cen-timetri di troppo e inestetismi della cellulite? Il metodo Sculpteur Integral di Phytomer ti permette risultati eccezionali in poco tempo. è un brevetto mondiale che associa la triplice azione di una argilla esclusiva con for-mulazioni snellenti ad alta concentrazione: le circonferenze diminuiscono e i depositi adiposi si riducono visibilmente.Ci consideriamo degli specialisti anche nei trattamenti del viso dove l’ex-pertise dei marchi Phytomer e Vie Collection è leader mondiale e dove la nostra competenza è mirata a contrastare i danni del tempo. Intervention Jeunesse, Sculpte Ovale, Resurface Lift, Micro D, Premium … ed altri an-cora sono i trattamenti anti-age e anti-rughe altamente specializzati che esfoliano e rigenerano, hanno effetto “fi ller”, “retinol-like”, “botox-like” con visibili risultati di riduzione delle rughe in ampiezza e profondità, con ef-fetto lifting dell’ovale del volto, con risultato eclat-illuminante fi n dal primo trattamento.Il nostro lavoro è creare bellezza “ a piene mani”: è molto gratifi cante ma è anche il risultato di grande impegno ed entusiasmo. Il nostro Staff ha una formazione internazionale e riceve un aggiornamento costante in base alle ultime scoperte della cosmetologia d’eccellenza: è in grado di riconoscere cause ed effetti degli inestetismi e trovare, in base alla tua morfologia, al trofi smo cutaneo della tua pelle, all’età dell’inestetismo, al tuo stile di vita, le soluzioni personalizzate e vincenti.

Condividi la nostra visione della bellezza…

W & B P.za Castello (ang. Via Cairoli) Voghera Tel. 0383 366407

Page 67: Gianluca Grignani

67

ATTUALITÀ

©Ad

veru

m

Page 68: Gianluca Grignani